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Michael Schoy / segreteria PLR svizzero

Il PLR svizzero progetta

il nostro futuro

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Il sondaggio del PLR svizzero sulla “Strategia per i nostri nipoti” ha suscitato grande interesse: sono stati quasi 16’000 i membri che hanno dato il loro prezioso contributo, esprimendo soddisfazione per la direzione intrapresa dal partito. Libertà e responsabilità individuale sono valori che oggi più che mai devono essere rafforzati come ci spiega in questo contributo Michael Schoy della segreteria generale del PLRS.

Michael Schoy

responsabile pianificazione PLRS

Quasi 16’000 membri del PLR svizzero hanno partecipato al sondaggio sulla “Strategia per i nostri nipoti” che vuole porre le basi per una politica liberale orientata su tre ambiti centrali: una piazza economica

attraente con posti di lavoro sicuri, servizi sociali garantiti e una sussistenza delle

persone intatta. I risultati sono copiosi e sono ora in fase di analisi da parte dei vari gruppi di lavoro.

La base del partito sostiene chiaramente una presenza più forte del PLR nelle tre aree tematiche. Appare anche evidente che i valori fondamentali per plasmare la Svizzera delle generazioni del futuro sono la responsabilità

individuale, la libertà e un forte federalismo. In particolare, gli intervistati vorrebbero che si ponesse maggiormente l’accento sul lavoro flessibile, in modo che carriera, famiglia e tempo

Indicazioni di voto.

Votazioni federali del 29.11.2020

libero possano essere ben armonizzati. Chiedono inoltre un’economia forte che tenga conto anche degli aspetti legati alla sostenibilità. E ritengono che siano necessari dei cambiamenti, in particolare nei settori della mobilità e dell’utilizzo delle risorse naturali: la Svizzera dovrebbe essere un’esempio internazionale in questi settori. Anche la base del PLR svizzero è favorevole a promuovere riforme che possono rispondere alle esigenze delle generazioni future. In modo inequivocabile la maggioranza dei liberali radicali che ha risposto al sondaggio è favorevole all’innalzamento dell’età pensionabile o all’adeguamento automatico.

NO all’Iniziativa «Per imprese responsabili - a tutela dell’essere umano e dell’ambiente».

L’iniziativa “multinazionali responsabili” è un vero e proprio killer per le piccole e medie imprese. Sosteniamo invece il controprogetto del Consiglio federale, che riprende le giustificate preoccupazioni dell’iniziativa e si basa su rigorosi standard internazionali. Senza aggiungere un’ulteriore clausola di responsabilità, il controprogetto introduce una regolamentazione efficace senza distruggere posti di lavoro.

NO all’Iniziativa «Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico».

L’iniziativa presentata dal Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE) prevede un rigoroso divieto di finanziamento e rende più costose le possibilità d’investimento dei fondi di previdenza sociale aumentandone i rischi. Inoltre, minaccia l’indipendenza politica della Banca nazionale svizzera, rende più difficile il finanziamento delle imprese e criminalizza numerose piccole e medie imprese.

Ricorre oggi – 27 novembre – il centenario dalla morte di Emilio Bossi, noto anche con lo pseudonimo di Milesbo. Per l’occasione è stato dato alle stampe il libro “Libertà e Laicità”, una riflessione critica e attualizzata dell’opera di Milesbo, statistica lungimirante, un intellettuale che abbracciò gli ideali del liberalismo sin dagli anni giovanili e la cui formazione politica trovò terreno fertile durante gli studi universitari nella laica Ginevra. Il libro – illustrato da opere grafiche di Ivo Soldini, e disponibile nelle librerie o sul sito dell’editore Fontana – vuole essere un grato riconoscimento dell’Associazione ticinese di creamazione che ha dedicato a Emilio Bossi l’ultracentenario Tempio di Lugano. L’eredità di Milesbo nelle parole dell’autore, il giornalista Edy Bernasconi.

Gilberto Bossi Caneggio di un’antica famiglia patrizia di Bruzella che fu attiva per venti anni in Russia, e di Cecilia Magni, nacque a Bruzella il 31 dicembre 1870 ( il prossimo giorno di San Silvestro ricorrerà dunque il 150esimo dalla nascita). Dopo le scuole dell’obbligo a Bruzella e a Mendrisio e gli studi liceali a Lugano, si laureò in diritto all’Università di Ginevra. Rientrato in Ticino cominciò, parallelamente all’attività di avvocato, quella di giornalista, firmandosi con lo pseudonimo di Milesbo. Nel 1893 prese le redini del foglio liberale Vita Nova, nel 1895 fondò, con il convallerano Francesco Chiesa, il quotidiano radicale L’idea moderna confluita, pochi mesi dopo, sotto la testata di Gazzetta Ticinese, della quale divenne redattore in capo. Nel 1906 fondò L’Azione, organo del gruppo radicale-democratico e più tardi, nel 1920, divenne il direttore del quotidiano liberale radicale Il Dovere. Nel 1897 fu tra i fondatori dell’Unione Radicale Sociale Ticinese, gruppo politico che aveva in programma una scuola neutra e la separazione tra Stato e Chiesa. Nel 1901

Edy Bernasconi. Qual è l’eredita di Emilio Bossi a 100 anni dalla sua morte e a 150 dalla nascita?

I cento anni dalla morte di Emilio Bossi,

Figlio di Francesco, ingegnere discendente Emilio Bossi (1870-1920) operò a cavallo tra la fine dell’Ottocento e fu tra i fondatori dell’Associazione dei Liberi pensatori. Nel 1902 fu capo carismatico della cosiddetta Estrema Sinistra, d’ispirazione radicale. Nel 1906

cominciò una battaglia in favore dell’italianità e dell’immigrazione italiana opponendosi alla politica nazionalista e reazionaria del governo federale. In quegli anni fece scalpore il suo

slogan “Svizzeri se liberi”. In politica fu consigliere di Stato (direttore del dipartimento degli Interni) dal 1910 al 1914, anno quest’ultimo in cui fu eletto al Consiglio nazionale (7 dicembre 1914–1. marzo 1920). Per un brevissimo tempo (per ovvi motivi), dal 19 aprile al 27 novembre 2020, sedette al Consiglio degli Stati. Libero pensatore e massone, Emilio Bossi fu membro della loggia luganese “Il Dovere”, appartenente alla “Gran Loggia svizzera alpina”. Ateo, Milesbo fu soprattutto

impegnato nelle battaglie

anticlericali. Il suo libro Gesù non è mai esistito, impostato secondo i canoni positivisti, è stato più volte ripubblicato da case editrici anarchiche, socialistiche e/o irreligiose in Italia (1904), Francia, Spagna, Portogallo e Ticino. Emilio Bossi apparteneva alla corrente popolare e anticlericale, anche se di ispirazione positivista, che criticava il mito di Gesù. Egli sosteneva che Gesù Cristo non è una figura storica ma leggendaria, come gli dei Apollo, Dioniso, Krishna e Mitra, non si sa se ispirata da qualche personaggio reale (cosa che egli negava, ammettendo al massimo diversi personaggi storici affini), in quanto secondo lui può essere verificato solo il Cristo mitico, frutto della sola fede e quindi mai esistito. Coloro che scrissero di Gesù non lo conobbero mai, se non per sentito dire (egli non accettava l’ipotesi secondo cui alcuni apostoli furono anche evangelisti ). Bossi aggiunse di suo numerosi paradossi e affermazioni, come quando si domandava “perché

l’inizio del secolo scorso in un contesto sociale e politico diverso da quello di oggi. Si potrebbe sbrigativamente concludere che le sue sono da considerare lotte legate al passato, in particolare quella per la laicità che in realtà non fu l’unico tema che appassionò Milesbo. Si tratta, a mio parere, di una lettura superficiale. Il Ticino nel quale fu attivo Bossi era un Cantone che restava fortemente cattolico nonostante che il Partito liberale avesse ripreso il potere con la rivoluzione del 1890. Lo prova il fatto che i liberali persero in votazione popolare tutte le battaglie che condussero in quel periodo: riforma della Legge civile-ecclesiastica, diritto alla cremazione dei defunti e revisione della Legge scolastica. Libero pensatore e massone, Emilio Bossi fu quasi sicuramente ateo, come lo prova il suo “Gesù Cristo non è mai esistito” (1904), ma in ambito politico difese il principio della libertà di fede nel contesto della separazione tra Stato e Chiesa. Oggi si assiste al ritorno del fatto religioso nello spazio pubblico se pensiamo, ad esempio, al dibattito su scuola pubblica e privata o, più in generale, al richiamo alle radici cristiane dell’Occidente quale risposta all’arrivo sulla scena di nuove religioni e questo con il rischio di mandare in soffitta i grandi valori che si rifanno all’illuminismo. vennero puniti Adamo ed Eva per aver fatto il male mangiando il frutto della conoscenza del bene e del male, se prima di mangiare il frutto non potevano avere la conoscenza di cosa fosse il bene e cosa il male?”. Commenti che danno una nota di vivace

polemica ai suoi scritti. Un libro che merita di essere letto, indipendentemente dal credo religioso e dall’ideologia politica di ogni singolo

individuo. Nella sua relativamente breve esistenza, Emilio Bossi, uomo passionale e dai grandi ideali, si impegnò intensamente su tutti i fronti. Malgrado le sue numerose cariche, fu sempre coerente nelle sue idee di “libertà (di pensiero e di azione ) affinché questa avesse il sopravvento su ogni forma di costrizione ideologica ma anche materiale: da qui la sua visione di un liberalismo aperto alle istanze socialiste” (Diego Scacchi, Bruzella, 31 ottobre 2009 in occasione del Centenario dell’Associazione svizzera dei liberi pensatori sezione Ticino ). Dalla quarta di copertina del libro pubblicato nel 2009, a firma Edy Zarro, riprendiamo un breve passaggio di una citazione di Milesbo che riassume bene il suo pensiero: “La fede non ragiona, non esamina, non discute, non investiga, non scopre nulla; mentre la scienza fa precisamente l’opposto, e non impone nulla, nemmeno il bene, ma lo fa conoscere come lo splendor del vero, e lo fa amare

Il pensiero e l’azione di Milesbo di fatto andarono ben oltre alla battaglia per il primato della laicità...

Sarebbe riduttivo limitare alla lotta per la laicità dello Stato l’impegno di Emilio Bossi. Di fronte all’inasprirsi del conflitto fra capitale e lavoro, come confermano i primi scioperi che interessarono pure in quegli anni il Ticino, egli sostenne la necessità di un rinnovamento del pensiero liberale in direzione di una maggiore attenzione per le fasce meno favorite della popolazione a tal punto da aderire per un breve periodo al Partito socialista. In realtà Milesbo restò sempre un liberale pur manifestando l’esigenza di coniugare gli interessi dell’economia con quelli dello Stato sociale.

Quanto è d’attualità il pensiero di Emilio Bossi di fronte al riemergere di spinte nazionaliste in Svizzera come in Europa?

Emilio Bossi fu un internazionalista convinto. Strenuo difensore dell’italianità e per questo convinto interventista a favore della Triplice intesa durante la Grande Guerra, si batté per una apertura della Svizzera verso il mondo criticando una concezione della neutralità vissuta come chiusura. Non è casuale se, per i suoi interventi in difesa del Belgio aggredito propagandandolo colla persuasione. Illuminando le intelligenze essa ingrandisce e nobilita anche i cuori: la sensibilità più squisita è quella che si sviluppa e si affina nella ricerca del vero (… )”. Il libro, almeno nella sua prima edizione, è dedicato ai genitori, verso i quali Bossi è riconoscente per non averlo intralciato nello sviluppo del suo pensiero, e ai figli con l’auspicio che abbiano ad amare la verità sopra zione di Edy Zarro, pagina 7, Edizioni La Baronata, aprile 2009 ). La bronzea statua di Emilio Bossi troneggia sulla strada cantonale all’ingresso del villaggio natio. La scultura, opera di Apollonio Pessina, è datata 1931 e accompagnata da scritte latine brevi e solenni (a sinistra Via recta Via certa, a destra ad dalla Germania, a guerra terminata il re Alberto lo avrebbe insignito del titolo di Cavaliere

I cento anni dalla morte di Emilio Bossi, Milesbo

ogni cosa. (Da Gesù Cristo non è mai esistito, prefadell’Ordine di Leopoldo. veritatem per scientiam), proposte da Francesco Chiesa, amico di lunga data di Emilio Bossi. Il monumento fu inaugurato nel pomeriggio del 4 ottobre 1931, una domenica da gita in montagna e infatti nel programma pubblicato dalla stampa liberale si suggerisce la “mattinata facoltativa per visitare la Valle di Muggio ( badando di non usare veicoli di più di due metri di larghezza), seguita da “pranzi facoltativi nei diversi ristoranti indicati”. Il comitato promotore consegnò il monumento alle cure della Società di Mutuo Soccorso liberale della Valle di Muggio. Avanguardia sintetizzava l’evento come una “radiosa manifestazione di affetto e riconoscenza a Milesbo”. (Tratto da Impronte di memoria di Silvano Gilardoni, Edizioni Salvioni, 2004).

Tassazione individuale per una reale parità

Le Donne liberali radicali ricordano la giornata mondiale contro la violenza sulle Donne che si celebra ogni anno dal 1999. E sottolineano – in questa ricorrenza – l’importanza della tassazione individuale, una delle soluzioni per riportare più donne nel mondo del lavoro e garantire loro libertà di scelta. Il sistema fiscale e il calcolo delle

spese di assistenza all’infanzia in Svizzera sono ad oggi concepiti in modo che per tante donne

non valga la pena lavorare. In alcuni casi quello che comporta realmente l’abbandono del lavoro da parte di una donna è l’inizio di una dipendenza economica che può essere estremamente pericolosa in particolare se inserita in un contesto di violenza domestica. Nell’eventualità di voler tagliare i ponti con la sua vita e ricominciare da zero, una donna si troverebbe in serie difficoltà nel riprendere in mano la propria vita, ancor più se ci sono dei figli. Inoltre immaginarsi con mezzi insufficienti crea un ulteriore carico emotivo che può portare una donna alla rinuncia di liberarsi dal giogo della sua relazione. Il modello di impegno lavorativo e nella vita personale deve essere una libera scelta e non frutto delle circostanze. Le Donne liberali radicali vogliono un sistema chiaro dove tutti sono trattati in maniera equale e non deve essere il regime matrimoniale a fare la differenza. La

tassazione individuale è una soluzione che permette alle donne di essere libere nelle loro scelte di

vita. Uno dei tanti tasselli che compongono il mosaico della reale parità di genere.

Il PLR Savosa c’è!

Dopo alcuni anni di attività silenziosa, Savosa è tornata ad avere una Sezione PLR più operativa che mai: è già ripartita con grande entusiasmo e con ambiziosi obiettivi, sia per quanto riguarda la presenza in Municipio sia nel Consiglio comunale. Alla riunione, rigorosamente in modalità video-conferenza, hanno partecipato molte persone appasionate che hanno eletto presidente Barbara Pin, già consigliera comunale e vicepresidente PLR Chiasso; professionista attiva nell’ambito del sostegno alle startup, con un passato da imprenditrice e una formazione in ambito economico aziendale orientata alla gestione dell’innovazione. Vicepresidente è Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia; e neo segretario cassiere Federico Giamboni, giovane studente di scienze politiche e relazioni internazionali. A sostenere i nuovi entrati ci penseranno i fedelissimi della Sezione, tra cui tutti i consiglieri comunali Gabriella SigismondiPuglisi, Paolo Tamò, Stefano Reichlin, Valerio Reichlin, Maurizio Campagna, Alan Bernasconi; e Ivo Foletti, 4 mandati da municipale e tanta esperienza accumulata in qualità di capo dicastero edilizia privata, educazione e cultura. Della folta schiera dei nuovi arrivati fanno parte: Raffaele Bornatico, Simone Leonardi, Massimiliano Artaria, Adriana Artaria, Sarah Cereghetti, Letizia Gianora e Roberto Torrente. La rinnovata e rinforzata Sezione si è già chinata sui vari argomenti che riguardano il Comune come l’aspetto della forza finanziaria, il continuo e serio impegno per il dicastero dell’educazione di cui è responsabile Foletti, il mantenimento della sicurezza del comune con il continuo sviluppo del corpo di Polizia Ceresio Nord e il sostegno del privato cittadino sulle pratiche di edilizia privata.

Temi importanti al centro del programma di una Sezione che vuole concentrarsi anche su questioni reali e quotidiane che riguardano la popolazione

del Comune di Savosa, come verificare l’organizzazione e la gestione da parte del municipio dei grossi lavori che verranno iniziati a breve sull’importante Via San Gottardo. Il credito che è stato recentemente sostenuto, votato e accettato per il rifacimento di tutte le sottostrutture comporterà, unitamente ai cantieri già in opera attualmente, un grosso disagio per tutti i cittadini e le persone che transiteranno nel centro del comune. Esperienza, impegno e entusiasmo contraddistingueranno la Sezione di Savosa. L’aria che si respira è vivace e densa di energia da mettere a disposizione di Savosa e della sua popolazione.

Nella foto di gruppo (da sinistra) Leonardi, Rizzi, Bernasconi, Bornatico, Campagna, Pin, Foletti, Gianora, Sigismondi-Puglisi, Tamò, Reichlin, Artaria, Giamboni.

Opinione Liberale

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CARTA SVIZZERA

Iniziativa popolare federale «Per una previdenza vecchiaia sicura e sostenibile (Iniziativa sulle pensioni)»

Pubblicata nel Foglio federale il 05.11.2019. Le cittadine e i cittadini svizzeri sottoscritti aventi diritto di voto chiedono, in virtù degli articoli 34, 136, 139 e 194 della Costituzione federale e conformemente alla legge federale del 17 dicembre 1976 sui diritti politici (art. 68 segg.): Art. 112 cpv. 2 lett. a ter 2 Dal 1° gennaio del quarto anno dopo l’accettazione dell’articolo 112 2 In tale ambito [assicurazione vecchiaia, superstiti e invalidità] [la capoverso 2 lettera ater, l’età di pensionamento delle donne è

Confederazione] si attiene ai principi seguenti: aumentata di quattro mesi ogni anno finché è pari a quella degli uomini. a ter l’età di pensionamento è legata alla speranza di vita media della In seguito, è aumentata di due mesi ogni anno finché è pari a 66 anni. popolazione svizzera residente all’età di 65 anni; detta speranza di vita il 3 Dal 1° gennaio del quarto anno dopo l’accettazione dell’articolo 112 1° gennaio del quarto anno dopo l’entrata in vigore della presente capoverso 2 lettera ater, l’età di pensionamento è legata alla speranza di disposizione funge da valore di riferimento; l’età di pensionamento è vita media della popolazione svizzera residente all’età di 65 anni. pari alla differenza tra la speranza di vita e il valore di riferimento 4 Se entro tre anni dopo l’accettazione dell’articolo 112 capoverso 2 moltiplicata per 0,8 più 66; l’età di pensionamento è adeguata ogni lettera ater le relative disposizioni d’esecuzione non sono entrate in anno in scaglioni di due mesi al massimo; è comunicata agli interessati vigore, il 1° gennaio del quarto anno dopo l’accettazione di detto cinque anni prima che essi la raggiungano; articolo il Consiglio federale emana mediante ordinanza le necessarie disposizioni d’esecuzione. L’ordinanza ha effetto fino all’entrata in Art. 197 n. 12 vigore delle disposizioni legislative. Nell’ordinanza il Consiglio federale 12. Disposizione transitoria dell’art. 112 cpv. 2 lett. ater (Età di può derogare alla legislazione sull’assicurazione per la vecchiaia e per i pensionamento) superstiti. 1 Dal 1° gennaio del quarto anno dopo l’accettazione dell’articolo 112 capoverso 2 lettera ater, l’età di pensionamento degli uomini è aumentata di due mesi ogni anno finché è pari a 66 anni.

Sulla presente lista possono firmare solo aventi diritto di voto a livello federale nel Comune indicato. Chi appoggia la domanda deve firmarla personalmente. Chiunque nell’ambito di una raccolta delle firme si rende colpevole di corruzione attiva o passiva oppure altera il risultato della raccolta delle firme è punibile secondo l’articolo 281 e rispettivamente 282 del Codice penale.

CAP:

1 2 3 4 5

Cognome

Di proprio pugno, stampatello

Comune politico: Nome

Di proprio pugno, stampatello

Data di nascita

Giorno/mese/anno

Indirizzo

Via e numero

Cantone:

Firma autografa

Controllo, l asciare in bianco

Termine per la raccolta delle firme: 16.07.2021 Il Comitato promotore dell’iniziativa, composto dai seguenti promotori, è autorizzato a ritirare la presente iniziativa con decisione presa dalla maggioranza assoluta dei suoi membri aventi ancora diritto di voto:

Leroy Bächtold, Delphinstrasse 12, 8008 Zürich, Diane Barbier-Müller, Route de Frontenex 60F, 1207 Genève, Laura Bircher, Dennigkofenweg 67A, 3073 Gümligen, Gian Brun, Dersbachstrasse 12, 6333 Hünenberg See, Thierry Burkart, Mühlebergweg 23, 5400 Baden, Andrea Caroni, Rütistrasse 28, 9100 Herisau, Philipp Eng, Rötiquai 20, 4500 Solothurn, Patrick Eugster, Schlosshofstrasse 19, 8400 Winterthur, Nik Fiala, Krummackerstrasse 22, 8902 Urdorf, Thomas Juch, Am Stutz 42, 4314 Zeiningen, Nicolas Jutzet, le Burkli 83, 2019 Chambrelien, Fabio Käppeli, Via V. Vela 25, 6500 Bellinzona, Fabian Kuhn, Mühleweg 48, 3280 Murten, Elektra Langerweger, Weststrasse 110, 8048 Winterthur, Christa Markwalder, Erlenweg 3, 3400 Burgdorf, Alexander Martinolli, Zelgliweg 8, 3179 Kriechenwil, Alessio Mina, Via Centrale 63, 6594 Contone, Matthias Müller, Franklinstrasse 33, 8050 Zürich, Philippe Nantermod, Rte du Fraichier 4, 1875 Morgins, Melanie Racine, Florastrasse 11, 4565 Recherswil, Kim Rast, Chräigass 2, 6044 Udligenswil, Naomi Reichlin, Bölchenstrasse 9, 4411 Seltisberg, Noemie Roten, Langackerstrasse 68, 8057 Zürich, Marie-Cathrine Rudaz, Av. Maurice Troillet 63, 1950 Sion, Regine Sauter, Belsitostrasse 12, 8044 Zürich, Christian Wasserfallen, Gesellschaftsstrasse 78, 3012 Bern, Salome Zeintl, Feldstrasse 4, 9500 Wil SG

Si attesta che i summenzionati ______ (numero) firmatari dell’iniziativa popolare hanno diritto di voto in materia federale ed esercitano i diritti politici nel Comune indicato. Il funzionario attestatore (firma autografa e qualità ufficiale):

Bollo ufficiale:

Luogo: Firma autografa:

Data: Qualità ufficiale:

Questa lista, anche se incompleta, deve essere spedita il prima possibile al comitato di iniziativa: Verein Renteninitiative, Postfach, 3001 Bern IBAN: CH78 0900 0000 1535 7311 9, conto postale: POFICHBEXXX Trovate altre informazioni e il modulo per la raccolta firme sul nostro sito: www.pensioni-sicure.ch

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