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Il coniglio dai calzini rossi

Il coniglio dai calzini rossi

di Cora Canetta, Serena Capodaglio, Vanessa Paiva, Alina Tavoli • binomio: calzino/ forno

Un coniglio dai calzini rossi vive nel paese Dolcevita. Gimmy non è come gli altri conigli, ma è molto speciale, siccome indossa sempre gli stessi calzini rossi e gli piace moltissimo cucinare dolci. La tana di Gimmy sembra un grande muffin (immagine). La sua casa è sempre molto accogliente e il suo forno è sempre al lavoro. - Mescolo, impasto, inforno e cuocio grazie ai miei calzini non mi scuocio! - Dice il coniglio.

Nel paese Dolcevita tutti gli abitanti lo conoscono per i suoi fantastici dolci e spesso passano a trovarlo per assaggiare le sue delizie, -H um che delizia questa torta al cioccolato. - Dice Spino il riccio. - Scusa Gimmy dimmi un po' , non voglio offenderti, ma a cosa ti servono quei calzini rossi? Sono un po' buffi sai?

Dal camino della tana di Gimmy esce un profumo davvero invitante che spinge tutte le persone a fermarsi per assaggiare una delle sue dolci specialità. - Buongiorno signor coniglio abbiamo sentito un buonissimo profumo di dolci. Potremmo assaggiarne un qualcuno? - Dice un topolino che passava per caso da quelle parti. - Ma certo caro mio, in casa mia tutti sono benvenuti. Ho appena sfornato questi biscotti al cioccolato e preparato il thè caldo, facciamo merenda insieme!

Il topolino soddisfatto dice: - Sono proprio squisiti questi biscotti, grazie mille! Ora però devo riprendere il viaggio. Spero di incontrarti di nuovo!

Un giorno Gimmy mentre sta sperimentando una nuova ricetta: una fantastica meringata (torta alle meringhe) sente bussare alla porta e come d'abitudine, vista la sua generosità e la sua ospitalità apre senza esitare, D'un tratto: - Grrrrrrrrrrrrrrr - Il lupo gli salta addosso e lo acciuffa. - Il lupooooooo, aiuto aiutooooo~!! - Zitto, coniglio dai calzini rossi! Questi non ti servono più. Ahahah.,, questa sera mi aspetta una cena di lusso! - Dice il lupo.

Proprio in quel momento Spino a passaggio per il bosco vede la porta della tana di Gimmy spalancata. - Strano che Gimmy lasci la porta aperta - Pensa Spino. Si avvicina, chiede permesso e non riceve risposta. Vede però qualcosa di strano: - Ma questi sono i ... calzini rossi di Gimmy?! Ma lui non se li toglie mai. Cosa sarà successo?

Spino è preoccupato si reca in paese e chiede aiuto agli abitati di Dolcevita. - Aiuto, sono stato a casa di Gimmy e lui è sparito. - Ma dai Spino, non ti preoccupare, sarà andato a fare la spesa - Dice Rob l'anziano del villaggio. - Ma Rob lui non si toglie mai i suoi adorati calzini rossi e li ho visti a casa sua per terra, tutti rotti.

Tutti gli amici di Gimmy sentono il discoro tra Spino e Rob e decidono di andare a cercarlo. - Gimmy Gimmy, dove sei?

Ma niente, nessuna risposta. Ad un certo punto però si sentono delle grida: - Aiutooooooo!!! - Ma questa è la voce di Gimmy, proviene dalla tana del lupo, presto andiamo!

Il lupo nel vedere arrivare tutti gli amici di Gimmy prende paura e lascia fuggire il coniglio.

Passano diverse settimane e gli abitanti di Dolcevita sono sempre più preoccupati e tristi, non ci sono più i dolci del coniglio dai calzini rossi.

Gimmy non cucina più dolci, non può senza i suoi calzini rossi. - Peccato che Gimmy non cucini più le sue delizie ...

Spino però ha un'idea: - lo so perché non cucina più, i suoi calzini sono rotti. Chiediamo all'oca Margherita di cucirne un nuovo paio. - Un regalo per me? - dice Gimmy - Che gentili! Adesso lo apro. 1,213 e WOOOOW un nuovo paio di calzini rossi fatti a mano! Grazie mille!

Da quel giorno Gimmy, soprannominato il coniglio dai calzini rossi, riprede a cucinare i suoi magnifici dolci. Tutto il paese ha la fortuna di continuare a mangiare le delizie sfornate dal forno di Gimmy.

L'elefante sulla luna

di Aleksandra Marijan, Arianna Fernandez, Alison Rieder, Deborah Bernasconi • binomio: elefante! luna

In un'immensa savana al centro dell'Africa lontana, viveva Bobo, un enorme elefante dalla lunghissima e pesante proboscide. Bobo era un animale molto curioso, amava partire per l'avventura, affrontando con coraggio lunghi viaggi e scoprendo le meraviglie della natura. Uno solo era però il suo grande sogno, quello di arrivare sulla luna.

La notte durante le ore di riposo, Bobo sognava sempre di camminare sulla luna e trovarci un villaggio davvero unico, il villaggio degli elefanti lunari. In questo magico mondo gli elefanti erano leggeri e le loro proboscidi potevano allungarsi all'infinito. La loro pelle era inusuale, di un colore argento assai speciale. Era infatti un colore luminoso che alla sera rendeva la luna brillante.

Un giorno Bobo risvegliatosi ancora una volta dal suo magnifico sogno, decise finalmente di partire alla ricerca del magico villaggio, pur non conoscendo il percorso per raggiungere la luna. _ La notte stessa Bobo salutò tutti gli amici più cari, ognuno dei quali gli diede un piccolo dono da conservare come ricordo della sua casa savana.

L'elefante pur essendo triste di lasciare i suoi amici, partì con molta sicurezza per l'avventura. La luna illuminava la notte scura, e permetteva a Bobo di seguirla meglio. Bobo pensava che nulla avrebbe potuto fermarlo, ma non sapeva che lungo il cammino avrebbe incontrato alcuni ostacoli.

Dopo pochi metri infatti, incontrò delle grandi pozzanghere di fango che ostruivano il suo percorso. L'elefante osservò bene il territorio ma, non trovando alcuna strada secondaria, dovette attraversare a nuoto le grandi pozzanghere. Fortunatamente Bobo era un abile nuotatore e con molta forza nelle zampe riuscì ad attraversare quegli enormi pozzi.

Lungo il cammino però si nascondeva già il prossimo pericolo. Bobo si imbatté in grandi rocce che non gli permettevano di camminare sulla strada. L'elefante decise dunque di passare tra i massi, dai piccoli buchi che quest'ultimi avevano creato sovrapponendosi l'uno sull'altro.

Il sole stava spuntando e Bobo si fermò a riposare.

Trascorso il giorno, un raggio di luce color argento accecò l'elefantino che piano piano aprì gli occhi e vide la meravigliosa luna, decidendo così di riprendere il suo viaggio.

Bobo era molto tranquillo, camminava da ore e non aveva trovato nessun ostacolo, ma anche questa volta il pericolo si nascondeva dietro l'angolo.

Tutto d'un tratto Bobo si fermò e disse: - Ahiaaa cos'è questo?

L'elefante camminando non si era accorto che davanti a lui un campo di spine occupava tutto lo spazio. Iniziò subito a saltellare su una zampa e poi su un'altra, cercando di evitare di pungersi. Bobo era impaurito e non riusciva a vedere la fine dell'immenso campo. Credendo di non farcela più ed essendo sul punto di arrendersi, decise di fare un grande salto, riuscendo ad uscire sul sentiero senza spine. Riprese così il suo percorso lasciandosi alle spalle quel pungente campo.

Non trascorse molto tempo che il povero Bobo si trovò di fronte a qualcosa di strano, qualcosa che non aveva mai visto. - Ohhhh ma cos'è successo qui? Che grande casino, come farò a passare?

Bobo si trovava davanti ad un mucchio di alberi caduti uno sopra l'altro. Si fermò a riflettere per qualche istante finché all'improvviso gli venne in mente una soluzione. Decise di provare a strisciare e passare sotto i tronchi giganteschi. L'elefante strisciò talmente tanto che pensava di aver perso la strada senza nemmeno avvicinarsi alla luna. Tuttavia, alla fine del tunnel, vide la sua luce splendente.

Per molto tempo l'elefante non aveva trovato alcun ostacolo e pensava di essere vicino alla meta. Purtroppo la savana nasconde molti segreti, a volte anche fastidiosi.

Con grande sorpresa Bobo scoprì che era tornato al punto di partenza. Doveva così ripercorrere nuovamente la strada ostacolata che aveva già superato. L'elefante, vedendo le pozzanghere, si mise a piangere: -Non voglio rifare tutto, sono stanco, dov'è la mia bellissima luna?

Mentre si asciugava le lacrime vide una stradina nascosta tra gli alberi. Incuriosito, l'elefante si incamminò verso il sentiero, dove vide una grande scala rivolta verso il cielo. Bobo non credeva ai suoi occhi, finalmente aveva trovato la via giusta per raggiungere la luna. La distanza che lo divideva dalla meta era davvero corta. L'elefantino doveva compiere ancora un piccolo sforzo, salendo sulla grande scala che lo avrebbe portato nel magico villaggio. Bobo con grande forza riuscì a compiere la sua scalata e raggiungere la luna.

La luna era proprio come se l'era immaginata, spettacolare, e brillava grazie alla pelle degli elefanti lunari. Bobo pensò: - Questo è un sogno!

Si mise a ridere perché sapeva bene che il suo sogno era diventato realtà. L'elefante non tornò mai più nella savana, ma trovò la sua vera casa e visse sempre felice e contento sulla luna.

Lina Bianchina di Giulia Baccarin, Ilaria Caccia, Sofia Franscella, Sara Lucchini, Lara Ponzio • binomio: matite colorate! sole

e'era una volta, sui banchi di scuola, una bellissima scatola di matite colorate che apparteneva a Davide. Al suo interno vivevano felici Carletto Neretto, Tino Rossino, Pino Verdino, Rina Azzurrina e Faustino Giallino.

Ah ci stavamo quasi dimenticando, all'interno della scatola di matite colorate c'era anche Lina Bianchina, lei però non era felice come i suoi compagni ... - Perché non era felice?

Lina Bianchina era molto triste perché da quando la scatola era stata comprata nessun bambino l'aveva mai usata.

Carletto Neretto serviva per fare tutti i contorni, Tino Rossino riempiva di gioia e felicità il cuore dei bambini, Pino Verdino dava colore alla natura, Rina Azzurrina veniva utilizzata per i cieli sereni e Faustino Giallino dava colore al sole splendente.

- Ma Lina Bianchina cosa avrebbe potuto colorare? - Nessuno lo sapeva]

Un giorno i suoi compagni di scatola cominciarono a prenderla in giro: - Ma come sei alta! Occupi tutta la scatola! - Disse Carletto Neretto; lui di contorni ne aveva fatti in abbondanza, fino a consumarsi più della metà. - Mai nessuno ti usa, potresti lasciare il tuo posticino a Gino Rosino! - Disse Faustino giallino che era tanto amico di Rosino.

Le lamentele delle altre matite colorate aumentavano di giorno in giorno, tanto da divenire per Lina Bianchina insopportabili. Un giorno Davide si stufo di vedere nella sua scatola la matita bianca, così inutile. Decise quindi di metterla nel cassetto degli oggetti inutilizzati.

Lina Bianchina era molto triste e cercò un posto per sistemarsi in quel brutto, scomodo e rumoroso cassetto di legno. Lì di spazio ce n'era ben poco, siccome erano ammassati molti altri oggetti: Lolla la colla, Genna la penna, Carluccio l'astuccio, Nello il pennello, Beatrice la calcolatrice, Nicolino il temperino, Geppetto il fazzoletto, Cricchetto il foglietto, Rosetta la graffetta, Marietta la bomboletta e Rodriga la riga.

Fortunatamente, Lina Bianchina era lunga e fine e riuscì a sistemarsi sul fondo del cassetto vicino a Cricchetto il foglietto, che probabilmente non veniva tirato fuori da lì da molti anni.

Gli altri oggetti si voltarono incuriositi a guardare la nuova arrivata ed esclamarono: - Psssst Geppetto il fazzoletto, finalmente è arrivato qualcuno! - Che bello, una nuova amica! - Ehi, ma tu chi sei? - Chiese Beatrice la calcolatrice. - Sono ... Lina Bianchina -E cosa ci fai qua? - Mi hanno messa qui perché nessuno mi vuole usare ... - Vedrai che ti troverai bene con noi, siamo stati messi qua molto tempo fa perché siamo vecchi e un po' rotti ma non per questo non riusciamo a stare bene insieme - Dissero gli altri oggetti.

Passarono i giorni, le settimane, i mesi: - Sicuramente Gino Rosino avrà preso il mio posto, nessuno si ricorderà della mia esistenza e sarò costretta a vivere qui per sempre!

Un giorno, a Davide, venne voglia di fare un disegno; voleva disegnare un bel fiore con i petali blu perché alla sua mamma piacevano tanto. Andò a cercare un foglio ma non trovò quelli che usava di solito ma solamente fogli neri. Provò a fare i contorni con Carletto Neretto ma si accorse che non si vedeva niente, provò a fare i petali con il blu ma anche questo si vedeva pochissimo. Davide diventò un po' triste ma provò a continuare il suo disegno: prese Faustino Giallino e provò a disegnare un sole; si accorse che il giallo si vedeva molto bene sul foglio nero.

Gli venne così un'idea geniale: capì che i colori chiari si vedono meglio sul foglio nero, così corse ad aprire il vecchio cassetto con gli oggetti inutili e recuperò la matita bianca che era finita sul fondo.

Tornò al suo posto e decise di disegnare un bellissimo fiore e di fare i petali bianchi: una meravigliosa margherita illuminata dal sole che avrebbe regalato alla mamma.

Finalmente il bambino riuscì a finire il suo splendido disegno e da quel giorno Lina Bianchina diventò Lina la Regina; tutti i bambini la volevano utilizzare per fare i più bei disegni sui fogli neri.

La mamma fu molto felice di ricevere un disegno così bello da Davide che lo incorniciò e lo appese in cucina.

Strega e streghetta

di Laura Beretta, Vania Bianchi, Cinzia Domenighini, Samantha Jukic, Kristel Peter, Vanessa Sorace • binomio: piscina/ gelato

In una piccola casetta malandata, con le finestre rotte e la porta bucata vivono due streghe molto diverse tra di loro. Ursula è una strega davvero terribile, la più brutta e la più malvagia di tutte le streghe. Ha grossi occhi neri tondi e minacciosi, un grande nasone a punta e porta dei piccoli occhiali perché da lontano non vede quasi niente. Ha dei capelli neri e così sporchi che sono diventati un rifugio per i pipistrelli. I suoi piedi sono lunghi e porta sempre delle scarpe davvero puzzolenti. Indossa un vestito lungo nero, tutto rattoppato e

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