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Laura Beretta, Vania Bianchi, Cinzia Domenighini, Samantha Jukic, Kristel Peter, Vanessa Sorace, Strega e streghetta Giulia Baccarin, Ilaria Caccia, Sara Lucchini, Ernesto il maldestro 57

macchiato dalle pozioni magiche e puzzolenti che prepara continuamente. Ursula è la mamma di Amelia, una bellissima streghetta dai lunghi capelli biondi e da due occhi azzurri come il cielo. Come vi sarete accorti erano una mamma e una figlia molto diverse. Infatti, mentre Ursula prepara le sue pozioni magiche nel suo grande pentolone fumante, Amelia trascorreva le giornate a sfornare dei deliziosi dolci. - Basta preparare tutti quei dolci Amelia, devi aiutarmi a trasformare questo pentolone in una grandissima piscina, così tutti quei piccoli mostriciattoli dei bambini che passeranno di qui si tufferanno dentro e con la mia pozione magica si trasformeranno in grandi rospi verdi, mmmh il mio piatto preferito. - Oh mamma] Quante volte ti ho detto che a me le cosce di rospo non piacciono. lo voglio diventare una pasticcera e sfornare migliaia di torte e di gelati per rendere il mondo più dolce. - Basta adesso] Smettila di dire tutte queste sciocchezze] Tu sei una strega e ti devi comportare come me, quindi stanotte, quando tutti quei piccoli mocciosi si saranno addormentati, verrai con me a rovistare nelle loro cantine e nelle loro soffitte per trovare i libri che parlano di incantesimi e di pozioni magiche.

La povera Amelia, non poteva fare altro che ascoltare quello che la perfida strega diceva. Quella notte, dopo il rintocco della mezzanotte le due streghe uscirono dalla loro casetta malandata e volarono fino il paese in cerca di tutti quei libri che parlavano di incantesimi, ma dimenticati in soffitta o in un angolino della libreria. Giunte in paese, Amelia decise di seguire il profumo di una deliziosa torta che portava ad una piccola casetta con il tetto rosso. Con grande coraggio, la strega Amelia iniziò a rovistare in una grande libreria dove trovò un piccolo libro dalla copertina rosa e morbido come la panna montata. Amelia cominciò così a sfogliarlo e con grande piacere scoprì che conteneva molti incantesimi per trasformare qualsiasi cosa in dolci. La vecchia strega Ursula invece, girava da una soffitta all'altra, casa dopo casa fino a quando, in un angolino, trovò un grande libro dalla copertina nera e ricoperto da molta polvere. La malefica strega Ursula aprì il libro e si accorse che conteneva l'incantesimo che stava cercando.

Tutta soddisfatta la strega Ursula tornò a casa e con lei, anche la povera figlia Amelia. Con la sua voce così stridula iniziò a pronunciare l'incantesimo: - Badabim, badabum, badabam questo pentolone per sempre sparirà e in una grande piscina si trasformerà.

E in quel momento, il grande pentolone iniziò a muoversi e a tremare talmente tanto che si trasformò in una grandissima piscina. La povera Amelia guardava incredula quella che sua mamma aveva appena fatto e tutta triste andò in camera sua. Amelia era una strega buona che amava molto stupire i bambini con i suoi dolci, e non voleva proprio che tutti si trasformavano in dei brutti rospi.

La mattina seguente, un gruppetto di bambini si avvicinò alla casa delle streghe per ammirare quella fantastica piscina.

La strega Ursula disse - Oh cari bambini, venite a fare un bagnetto nella mia grandissima piscina, vi divertire un sacco.

I bambini non ci pensarono due volte ed iniziarono a sfilarsi i vestiti, quando d'un tratto arrivò la strega Amelia, che con un grande calcio buttò Ursula in piscina che in un batter d'occhio si trasformò in un piccolo e brutto rospo saltellante. - Bambini, per fortuna non vi siete buttati in piscina, mia mamma, la strega Ursula voleva trasformarvi tutti in rospi e farsi una bella scorpacciata - Disse la strega Amelia. - Aspettatemi qui, ho una sorpresa per voi.

Amelia corse in camera sua a prendere quel piccolo libro dalla copertina rosa che aveva trovato nella casetta con il tetto rosso e iniziò a pronunciare l'incantesimo: - Dolci, dolciosi, dolcetti quest'acqua malefica per sempre sparirà e in gelato alla fragola si trasformerà:

E come per incanto, tutta l'acqua della piscina si trasformò in un buonissimo gelato al gusto di fragola. Amelia, era la strega più felice del mondo perché da quel momento il suo sogno di diventare una pasticcera si stava avverando.

Ernesto il maldestro

di Giulia Baccarin, Ilaria Caccia, Sara Lucchini • binomio: ippopotamo/ museo

Appena sentì il rumore del furgone del postino, Massimiliano uscì dalla sua camera e scese di corsa le scale. Erano giorni che controllava la posta, sperando di vedere tra le buste un pacchetto indirizzato a lui.

Suo zio Victor, che era un esploratore, era partito da qualche settimana per una nuova avventura in Africa. Massimiliano stava aspettando da giorni di ricevere un pacco speciale dal suo zio preferito. Infatti ogni volta che Victor partiva per uno dei suoi lunghi viaggi mandava a Max, perché così lui l'aveva soprannominato, un pensiero speciale. Una volta aveva ricevuto una raccolta di scritti antichi dall'Egitto, un'altra una rarissima statuetta in bronzo dall'Asia, ma non possiamo dimenticarci di quella volta che aveva ricevuto un cofanetto di pietre preziose dalle miniere in Sud America. Chissà cosa gli avrebbe mandato questa volta?!

Massimiliano uscì di corsa dalla porta di casa con il desiderio di scoprire cosa lo stesse aspettando questa volta, e con sua meraviglia proprio accanto alla buca delle lettere trovò ... un immenso pacco di colore rosso. Era talmente grande che Massi non riusciva nemmeno a vedere la casa del vicino. Di sicuro non era una statuetta o una pietra preziosa. Massimiliano era così curioso che il cuore gli stava scoppiando nel petto. - Oh-issa! - Con tanta fatica riusci a spacchettare e aprire l'immenso pacco. - Oh! - Massimiliano fece un saltò all'indietro dallo stupore e rimase con la bocca aperta!

Nel pacco c'era un grande ... c'era un grandissimo ... c'era un immenso e maestoso cucciolo di ippopotamo! In mezzo a tutte quella carta regalo, Massimiliano, trovò una piccola busta che conteneva la seguente lettere:

Caro Max, questa volta sono riuscito a mandarti qualcosa di eccezionale, un cucciolo rarissimo di Hyppopotamus amphibius, si chiama Ernesto il maldestro. Prenditi cura di lui, con affetto tuo zio Vietar

L'ippopotamo Ernesto uscì dallo scatolone e iniziò ad esplorare il giardino. Doveva essere molto affamato dopo il lungo viaggio, perché iniziò a mangiare le erbe aromatiche dell'orto della mamma. - Oh nooooooooo! - Gridò Massimiliano. - Vieni subito qui! - Disse Max all'ippopotamo Ernesto. - Non possiamo stare qui! Qualcuno potrebbe vederti!

Ma Ernesto non lo ascoltava, e quando Massimiliano si avvicinò per provare a spostarlo l'ippopotamo non si mosse di un centimetro ma gli diede una leccata con la sua grossa lingua sul suo nasino.

Dopo un bel po' di tentativi, Massimiliano riuscì a spostare Ernesto chiamandolo con un cappuccio di lattuga. Lo portò fino alla piscina e appena vide l'acqua Ernesto ci si tuffò dentro.

Ma la piscina, si sa, non è fatta per gli ippopotami, e tuffandosi Ernesto, fece un'onda così grande che bagnò tutto il povero Max. Il bambino però non si arrabbiò, anzi si mise a ridere. Gli sarebbe tanto piaciuto tenere Ernesto come animale domestico! Doveva solo riuscire a convincere i suoi genitori. - Ci penserò più tardi, adesso devo andare a scuola - Disse tra sé e sé Massimiliano. Così lasciò Ernesto nella piscina, chiuse il cancello del giardino e andò a scuola.

Ernesto rimase solo in giardino, anche se amava sguazzare nell'acqua e mangiare l'erba si rese conto di essere solo. Anche se Massimiliano gli stava simpatico, ad Ernesto mancava la sua famiglia di Hyppopotamus anphibius. Voleva tornare a casa, ma non sapeva proprio come fare. improvvisamente alzò lo sguardo e vide un grande cartello dall'altra parte della strada.

Il cartellone rappresentava tanti animali, anche quelli della Savana. C'erano leoni, giraffe, manguste, facoceri e anche ... ippopotami! Sotto al cartellone c'era una freccia. - Forse è lì che si trova la mia casa! - Pensò Ernesto. Così con un goffo colpo buttò giù il cancello del giardino ed uscì.

Seguì la direzione indicata dalla freccia. Per fortuna non c'erano molte persone in giro. Ernesto camminava cercando di nascondersi dietro ai cespugli.

Zampettando, zampettando finalmente arrivò davanti ad un grande edificio. Sul muro c'era lo stesso cartellone che aveva visto in precedenza, solo molto più grande, su di esso vi era una scritta: -Museo.

Ernesto non sapeva cosa fosse un museo, ma decise comunque di entrare per vedere se per caso c'era qualche altro ippopotamo.

Trovò una porta e con un colpo di muso l'aprì. Entrò pian piano nell'edificio. Guardava di qua e di là, sperando di vedere i suoi amici ippopotami, ma trovò solo molti disegni degli animali, molte sculture, molte scritte, e molte, moltissime persone!

Ernesto voleva nascondersi, ma non era così facile nascondersi quando si è un ippopotamo grassottello! Una bambina lo vide. - Mamma! - Gridò - Guarda quell'ippopotamo, sembra vero!.

Le altre persone si girarono a guardare Ernesto. - Ma quello è vero! - Urlò terrorizzato un vecchietto agitando il bastone verso l'alto.

Le persone iniziarono a scappare ed Ernesto si spaventò, così iniziò a muoversi velocemente anche lui. Mentre correva per cercare un posto sicuro dove nascondersi, con tanta sbadataggine fece cadere quadri, vetrine, statuette preziose e altri oggetti destinate alle collezioni più rare!

Povero Ernesto, era così spaventato ed agitato non è certo facile per un ippopotamo correre in un luogo così delicato come un museo. V oleva uscire dalla porta, ma non si ricordava più da che parte andare! Ad un tratto arrivarono due guardie. - Fermo cicciottello! - Urlarono ad Ernesto, il quale si pietrificò dalla paura. Le guardie lo circondarono e controllarono che non scappasse, mentre qualcuno chiamava la protezione animali per chiedere aiuto.

Nel frattempo Massimiliano era a scuola. Stava facendo ricreazione quando sentì alcune maestre parlare tra di loro. - Hai sentito cos'hanno appena detto alla radio? C'è un ippopotamo nel museo! Chissà come ci è finito!. Massimiliano si bloccò. - Oh no! - Pensò - Ernesto deve essere uscito dal giardino!

Senza farsi vedere corse fino al museo. Quando arrivò le guardie stavano portando Ernesto all'esterno e lo volevano caricare su un furgone dello zoo. - Fermi! - Urlò disperato Massimiliano - Lui è il mio ippopotamo! Si chiama Ernesto!

Appena lo vide Ernesto gli corse incontro e gli diede una grande leccata. Max spiegò alla protezione animali che suo zio era un esploratore e quella mattina gli aveva mandato un pacco che conteneva l'ippopotamo.

- Ma cosa sei venuto a fare al museo, Ernesto? - Chiese Massimiliano. Poi il bambino notò il cartellone con gli animali della savana, e allora capì. - Ah! Sei venuto a cercare la tua famiglia? Volevi tornare a casa?.

Ernesto fece segno di sì con la sua grossa testolona.

Massimiliano allora capì cosa doveva fare. - Mi sarebbe piaciuto tenerti con me Ernesto - Disse triste - Però è giusto che tu torni a casa in Africa dalla tua famiglia.

Così, grazie all'aiuto della protezione animali, Ernesto venne caricato su una nave e ritornò in Africa, a casa sua. - Ciao Ernesto! - Gridò Massimiliano, mentre la nave partiva - Mi mancherai e ti prometto che verrò a trovarti un giorno! - Disse con le lacrime agli occhi.

Così Massimiliano, durante le vacanze estive, volava fino in Africa, e andava nella savana a salutare il suo amico grassottello.

Ogni volta che Massimiliano si avvicinava al suo amico Ernesto, lui gli correva incontro saltellando dandogli una grossa, grassa leccata sul visino.

L'avventura di Margherita di Catia Borges Carvalho, Cinzia Domenighini, Kristel Peter • binomio: capotreno/ margherita

Marco vince sempre a freccette. Bravo marco. Margherita non colpisce mai il bersaglio. Carlotta disegna così bene che i suoi disegni sembrano reali. Brava Carlotta. Margherita fa solo scarabocchi.

Luigi cucina un ottimo stufato. Bravo Luigi. Margherita brucia sempre la carne.

Laura è una cantante eccezionale. Brava Laura. Margherita è stonata come una campana.

Sembra proprio che Margherita non sia brava a fare niente ...

Un giorno, Margherita, passeggia tutta triste alla ricerca di qualcosa che sa fare bene, ma nonostante cerchi a destra, a sinistra, dietro di lei, sopra di lei, insomma dappertutto, non riesce proprio a trovare niente in cui sia brava. Ormai stanca e triste di cercare a vuoto, decide di attraversare un campo di grano che è la sua solita scorciatoia per tornare a casa. All'improvviso Margherita inciampa in qualcosa di duro, molto duro ... sembra fatto di ferro! Si alza e vede, una accanto all'altra, due linee di ferro che si estendono all'orizzonte. Cosa saranno mai? Qui prima non c'erano.

Margherita osserva curiosa le due linee di ferro che sono apparse all'improvviso, sembrano proprio dei binari pensa. Mentre osserva i binari, Margherita sente un misterioso rumore, rivolge allora lo sguardo in direzione del rumore e vede arrivare un grande treno. Il treno era molto lungo e dalla locomotiva tutta rossa e lucente usciva un fumo denso e bianco come le nuvole. Oltre al rumore del treno, si sentiva un fischio assordante che riempiva il campo di grano, era così forte che Margherita dovette addirittura tapparsi le orecchie. Man mano che si avvicinava alla bambina il fischio diventava sempre più forte e il treno rallentava, fino a fermarsi proprio davanti a Margherita.

Margherita era stupita, un enorme treno si era fermato proprio davanti a lei. Dalla locomotiva rossa saltò giù un buffo omino. Portava un cappello rosso più grande della sua stessa testa. Anche i vestiti da capotreno erano molto larghi, quasi non fossero i suoi. - Finalmente sono arrivato da te Margherita! - Disse ansimante il capotreno - Ho proprio bisogno del tuo aiuto! - Cosa c'è? Di cosa hai bisogno? - Rispose Margherita - Non sai ancora che io non sono brava a fare niente? - No no io so che ho assolutamente bisogno del tuo aiuto! Sali che ti spiego tutto - Margherita allora prese coraggio e salì sui gradini della prima carrozza. - lo vengo da un paese chiamato Sciarpolandia e devi sapere che il nostro re è molto malato e l'unica cura per guarire è un thè fatto con i petali della magica Margherita Dorata che si trova in cima al monte Berrettin. lo ho girato tutto il mondo alla ricerca di una bambina di nome Margherita, perché solo chi ha questo nome più raccogliere il magico fiore. Dopo giorni di viaggio finalmente ti ho trovata! Urrà! Ti prego aiuta il nostro re!

Margherita, un po' titubante, accetta di intraprendere questo viaggio fino al monte Berretin per salvare il re di Sciarpolandia.

Il treno viaggiò per giorni e notti senza sosta, fino ai piedi del monte Berrettin, un monte proprio a forma di berretto. Margherita e il capotreno scesero dal treno. L'omino le spiegò: - Quella è la strada per salire sul monte, io non posso accompagnarti perché solo le bambine che si chiamano Margherita possono. Devi salire da sola a prendere i petali della magica Margherita Dorata. Buona fortuna\

Margherita prende coraggio e comincia a salire il lungo sentiero che porta alla cima del monte Berrettin. Il cammino é molto ripido e roccioso ma cosparso di alcuni alberi qua e là. Margherita sta per percorrere la prima curva del sentiero quando all'improvviso sbuca un mostro peloso con denti grandi e taglienti da dietro una roccia. Margherita terrorizzata e a occhi chiusi raccoglie un legnetto da terra e lo lancia in direzione del mostro.

Quando finalmente Margherita riesce a riaprire gli occhi si accorge con stupore che il legnetto ha colpito il testone peloso del mostro e che lui è fuggito spaventato. Questa volta Margherita è riuscita a centrare il bersaglio.

Brava Margherita!

Margherita prosegue il viaggio, si trova in una foresta molto fitta, quando si accorge che qualcuno la sta inseguendo, si gira e si accorge che un mostro fangoso e con la bava alla bocca la vuole catturare. Margherita raccoglie prontamente un sasso da terra e si mette a disegnare sul suolo uno scarabocchio dalle dimensioni di un bambino, infatti disegnare la calma sempre. Lo scarabocchio di Margherita si stacca dal suolo e prende vita, la bambina gli chiede: - Difendimi ti prego!

Lo scarabocchio si para davanti al mostro bavoso e gli blocca la strada. Questa volta Margherita ha fatto uno scarabocchio talmente bello che è diventato reale.

Brava Margherita!

Margherita può proseguire il suo cammino, cammina e cammina ora è uscita dalla fitta foresta e si trova quasi a metà strada quando sul sentiero scorge un mostro squamoso a tre teste. Margherita si rintana in una grotta perché non sa come superare il mostro.

Dentro alla grotta vede un grande calderone, allora le viene un'idea] Raccoglie dei rametti, del fango e altri materiali che trova nella caverna e li butta nel calderone, accende un fuoco e fa cuocere tutto. Dopo qualche minuto esce dalla caverna e invita il mostro squamoso a pranzo. Quando il mostro assaggia il finto stufato ha così un cattivo gusto

che gli viene un gran mal di pancia. Questa volta lo schifoso stufato di Margherita è servito a qualcosa.

Brava Margherita]

Infatti mente il mostro è distratto dal mal di pancia, Margherita riesce a scappare e a continuare il suo viaggio. Proseguendo sul cammino, Margherita s'imbatte in un altro mostro, con due grandi orecchie, grandi quanto quelle di un elefante. A Margherita allora viene in mente di cantare una canzone ed è così stonata da impietrire il mostro. Questa volta la voce stonata di Margherita è stata davvero utile.

Brava Margherita]

Margherita è quasi arrivata in cima al monte Berrettin, vede in lontananza la margherita magica, ma le si para improvvisamente davanti un piccolo gomitolo di lana, con occhi malvagi e denti affilati. Per superare anche quest'ostacolo decide allora di prendere due rametti e comincia a lavorare a maglia. In un batter d'occhio il gomitolo si trasforma in una bellissima sciarpa. Ehi un momento ... che cos'è successo? Margherita sa lavorare a maglia? Margherita sa lavorare a maglia! Ha finalmente trovato quello che stava cercando da moltissimo tempo: anche lei è brava a far qualcosa.

Brava Margherita]

Tutta contenta continua il suo viaggio e finalmente Margherita riesce a raggiungere un prato dove c'è la magica Margherita Dorata. La bambina si avvicina al fiore e delicatamente lo raccoglie. Mette il fiore al sicuro e scende di corsa il monte Berrettin per portare il fiore al palazzo del re di Sciarpolandia. Una volta arrivata consegna il magico fiore e finalmente il re può bere il tè e guarire. Tutto il regno fa una grande festa a Margherita e la ringrazia per aver salvato il sovrano.

Marco organizza un torneo di freccette, Carlotta disegna dei bellissimi striscioni da appender per tutto il regno, Luigi cucina lo stufato per tutti, Laura intrattiene gli ospiti cantando con la sua bellissima voce e in quanto a Margherita, adesso che ha scoperto anche lei cosa è capace a fare bene si occupa di fare le sciarpe per tutti gli abitanti del regno, così che più nessuno a Sciarpolandia si ammalerà mai più.

Brava Margherita)

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