Opera Nuova 2012-1

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Opera Nuova Rivista internazio nale di sc ritture e scrittori 2012/ 1


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ISSN 1663-2982 ISBN 978-88-96992- 0 1-2


Raffaella C astagno la e Luca C igne tti Direzion e

Andrea A fribo (U niversità di Padova), Prisca Agustoni (Università Juiz de Fora), Raffaella Castagno la (U nive rsità di Zurigo), Da rio Corno (Università del Pie monte Orie ntale), Massimo G ezzi (Università di Be ma), Boris Janner, Paolo O rvie to (Università di Fire nze) , Matteo Viale (Unive rsità di Padova), Irene We be r H e nking (Centre de Traductio n Litté raire, Unive rsità di Losanna), Luca Zulia ni (Università di Padova)

Comitato scientifico e di redazio ne

A garanzia della qua lità di ogni fascicolo tutti i contributi vengono sottoposti. al giudizio di due re11isori esterni (,blind re/ erees•J

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Opera Nuova ringrazia per il sostegno:

pr~helvetia

MIGROS percento culturale

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Repubblica e Cantone Ticino

C ittà di

Lugano


Indice

Sommario

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Opere Nuove Andrea De Alberti, Poesie «Nota sulle Poesie di Andrea De Alberti», di G. Polimeni Poesie

li

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Ivan Pozzoni, Mondo immondo «Nota sul Mondo immondo di Ivan Pozzoni», di G. Passini M ondo immondo

Valeria Dal Bo, La notte non è la notte «La notte non è /,a notte di Valeria Dal Bo», di M. Pianta La notte non è la notte

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Lia Galli, Frammenti «Frammenti di Lia Galli», di D. Corno Frammenti

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Gerry Mottis, Il poeta (piccolo giallo senza catarsi) Flavio Stroppini, M onumenti

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Giulia Elsa Sibilio, Pensieri in metropolitana

(Re)versi Sergio Roic, Treéa slika I Terza immagine

Scritture su scritture «Tre anni di pubblicazioni poetiche nella Svizzera italiana (2007-2010)», d i R. Castagnola e M. Viale

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SOMMARIO

Il numero 5 di Opera Nuova è dedicato quasi interamente a lle voci di autori della nuova generazione, che hanno qui modo di esprimere i proprio talento nelle forme della poesia e del racconto. Apre il numero una scelta di versi di Andrea de Alberti, poeta già autore dei volumi Solo buone notizie (2007) e Basta che io non ci sia (2010). Nella prefazione alla silloge G. Polimeni ne riconosce il fattore di coesione nel "confronto con ciò che è suggerito più che proposto, storicamente determinato dai consensi più che personalmente esperito". Segue una raccolta di Andrea Pozzoni dal titolo Mondo immondo, dove l'autore riesce a "intrecciare due tematiche quali quella del mondo del lavoro e quella di una vita", come ossen;a G. Passini nella sua introduzione. Le poesie di La notte non è la notte di Valeria Dal Bo consentono di cambiare completamente temi e registri. Si tratta in questo caso di versi fortemente simbolici, anche se - avverte M. Pianta nella prefazione - tale aspetto "non compromette la fluidità del racconto e l'interesse per l'intreccio in cui l'epilogo ci sorprende perché inaspettato". Conclude la scelta di sillogi poetiche una serie di componimenti di Lia Galli, giovane ticinese attualmente impegnata negli studi a Losanna. Si tratta in questo caso di una poesia di carattere soggettivo, dove la poetessa si impegna nell'esprimere emozioni legate al proprio io poetico. L 'introduzione è di D. Corno. Per la selezione di narrativa sono pubblicati il racconto Il poeta (piccolo giallo senza catarsi), di Geny Mottis; i Monumenti di Flavio Stroppini; e i l racconto Pensieri in metropolitana di Giulia Elsa Sibilio. La sezione "(Re)versi" ospita la Terza immagine tratta da ll 'opera Il più bel gioco del mondo di Sergio Raie. Il testo è proposto nelle versioni serbo-croata e italiana, entrambe scritte dall'autore. C hiude il numero un contributo di Raffaella Castagnola e Matteo Viale che consente di concentrare l'attenzione sulla produzione poetica nella Svizzera italiana. L'articolo propone una riflessione sulla produzione compresa tra il 2007 e il 2010 attraverso l'impiego d i un metodo di analisi quantitativo, sfruttando i dati messi a disposizione dal database del progetto PoeSit (Poeti nella Svizzera italiana).



OPERE NUOVE

Andrea de Alberti Ivan Pozzoni

Valeria Dal Bo Lia Galli Gerry Mottis Flavio Stroppini Giulia Elsa Sibilio


notizia

Andrea De Alberti è nato nel 197 4 a Pavia dove vive e opera. Si è laureato con una tesi dal titolo Il Teatro dei Sensibili di. Guido Ceronetti (Edizioni Junior, Bergamo, 2003). Ha collaborato con il «Fondo Manoscritti di Autori Moderni e Contemporanei» curando con Mauro Bignamini il catalogo Fra le carte di Quasimodo. Poesie, traduzioni, saggi, lettere (Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2008). Suoi testi sono presenti nell'Ottavo Quaderno Ita liano di Poesia Contemporanea, a cura di Franco Buffoni; in Nuo11i poeti italiani, a cura di Paolo Zublena; in Lavori di scavo. Antologia di poeti nati negli anni Settanta, a cura di G iuliano Ladolfì. Del 2007 è la raccolta Solo buone notizie (con prefazione di Angelo Stella) per Interlinea; del 2010 Basta che io non ci sia (con prefazione di Cesare Segre) per Manni.

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N ot a su Poesie di Andrea D e Albe rti di G. Polimeni

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l distacco collega, filo di assenza e di vuoto, le liriche che Andrea D e Alberti presenta in questo nucleo originario, governato da un equilibrio di rapporti e di fo rme definito, in attesa di nuovi movimenti. La tensio ne a elaborare il lutto, tem a che collega (e "cuce", per usare un verbo portante di questa ricerca) le parti del nucleo poetico ai precedenti (Solo buone notizie, N ovara, Interlinea, 2007; Basta che io non ci sia, Lecce, Manni, 2010), si segnala fin dall'inizio come necessità e richiamo al tempo stesso, suggeriti ma forse non completamente condivisi dall'io narrante. l.:incarico pare assegnato dalle cose e dal vivere sociale («Bisogne rebbe elaborare tutto», ma in una p rima versione della p oesia «Bisognerebbe elaborare il lutto»), da ciò che invita a una strada e a un percorso vissuti da altri, sulla strada b attuta di una ricerca, condivisa e accettata, ma non per questo valida sempre e per tutti: la sfida è accolta, il sasso lanciato («staremo a vedere») . N el confro nto con ciò ch e è suggerito più che proposto, storicamente determinato dai consensi più che pe rsonalmente esp erito, sta forse il tessuto connettivo degli affioram enti poet ici. l.:essere o il cercare di rientra re nell'alveo di una cultura è l'asticella del salto, l'oggetto amato e rifiutato al te mpo stesso, un mondo diverso, m a al tempo stesso dato p er esistente, che è anche un'altra misura delle cose e delle situazioni, come delle persone e del mondo. Con questa ufficialità si misura fino alla fine la parola («è d'accordo professore?») , aprendo alla poesia il suo vero spazio al di q ua di ciò che è p rima o durante, in una zona che vuole essere di invisib ilità, non annullamento, ma condizione di lontananza da ciò che è ufficiale o accreditato dal prestigio, del presente come della storia culturale. Questa presa di distanza si respira nei versi finali, dove la conclusione provvisoria («Potremmo anche d ire che / tra il bambino e la mad re / dovrebbe persistere / uno spazio potenziale / come un taglio nella tela di Fontana / dove è lì che nasce / la c reatività del neonato, / se qualcosa non va male»), segnata da u na sottolineatura che viene dal parlato

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G . POI.IMEN I

(((dove è lì che nasce») ad abbassare la citazione à la page, e marcata nella sua precarietà dall'ipotetica finale, stabilisce che tutto questo non è della ricerca condivisa e consolidata nei suoi risultati (((la scuola non insegna questo»). Il movimento personale, strada silenziosa e volutamente sotterranea che arriva fin qui, si dipana attraverso alcune figure in cui l'elaborazione del distacco, l'a ssorbimento della differenza sono recuperati nel mondo delle origini, e in quello del paese e della storia per primi, non la vicenda di tutti ma il narrato della casa e della famiglia, così come filtra nel ricordo di chi c'era e diventa perciò presente e vivo nel sogno, senza mai essere (o forse per non essere mai) stato scritto (((Mio zio l'hanno interrato / in tempo di guerra»). La storia diventa in questo modo pagina sognata di una rilettura in cui il tentativo di nascondere la pe rsona cara è unica via per salvarla dal dolore; la salvezza però, se è pure condivisa (((eravamo felici / perché nessuno l'aveva trovato»), non è garanzia di felicità, ma diventa preludio di una vita incolore: quale prezzo può essere pagato? L'assenza dell'e spe rienza di dolore porta a non saperlo filtrare e assorbire: in questa condizione è il motore della poesia. Entra qui il tema degli animali, che si fa portante nell'ossatura di questo nucleo lirico-narrativo: ((Adesso fa il veterinario / perché al dolore dell'uomo I non è abituato, / preferisce a un malato / un cane che muore». La rottura dell'equilibrio originario, la corruzione dello stato iniziale di equilibrio e di perfezione, tra i motivi portanti delle precedenti raccolte, è allontanato nel tempo, riportato a un'età mitica, e forse mai esistita (((uno strano sogno»), in cui all'ipotizzata limitatezza delle facoltà del pensiero (((soprattutto verdure, / così non cresceva il cervello: / scoperta in Kenia una mensa / di due milioni di anni fa, / scriveva il giornale») viene a corrispondere il realizzarsi dell'identità profonda dell'essere umano, un sogno che non può che definirsi ((equatoriale» (<<Una spiaggia con una mensa/ self-service attorniata da palme / offriva riparo a uomini con un cuore»). Il futuro è già nel sogno, come previsione di una catastrofe annunciata (((L'homo sapiens doveva ancora arrivare»): la perfezione, in equilibrio, di quel mondo verrà fatalmente e storicamente rotta; l'immagine finale della "caduta" viene forse condensata dall'icona della civiltà moderna, il supermarket, già al centro della poesia di De Alberti. Tra i banchi illuminati e refrigerati si consuma il rito dell'acquisto, inteso non tanto come momento del consumo senza regole, ma come situazione in cui il mondo originario perde la sua dignità per essere offerto a un acquirente senza nome (((C'è sempre troppa carne sugli scaffali, / con copertine e pellicole devastate, / parti di ta-

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NOT A SU / 'Of:S/1: DI A . DE i\ l.lJElffl

bulati computerizzati, / bestie come numeri / dentro polistirolo insanguinato»). Il sacrificio, intravisto da chi scrive, ma ignorato o volutam ente dimenticato dagli altri, riporta all'epoca mitica (un altro sogno?), non così lontana, in cui gli animali erano sacralmente rispettati perché collegati al lavoro e a una dimensione di recupero mitico e quotidiano della tradizione («Gli animali servivano per lavorare: un cavallo, due buoi, l'asinello»). Il lavoro diventa così momento di misura delle cose e della loro vera dimensione («Per chi ha imparato a conoscere / gli animali sul lavoro / mangiarne carne cruda è come / fare un sacrificio per un dio / senza nome»). Un altro animale si affaccia a queste liriche, attraverso la gabbia dello zoo (o forse anche tra le piante equatoriali primitive e primordiali?): proiezione dell'homo sapiens, forse perché soglia che di poco lo precede, il gorilla ha «gli occhi tristi e bagnati / di chi prende importanti decisioni», depresso e solo nei geni capace di portare (e sopportare) «la traccia fossile / di bellissimi comportamenti primordiali», pronto a rinunciare all'istinto per sopravvivere meglio allo stress. La previsione è affidata ai futuri (tempo perlopiù coniugato al negativo) di Poco prima: 31 dicembre 1999, una sorta di ritorno al limite della civiltà odierna, al giorno che precede il millennio, inteso come soglia in cui la caduta della civiltà è intravista in una profezia che, da qui e ora, non può avere voci positive. Solo il letto nuziale di Ulisse, centro della casa e scavato per ore nell'ulivo, possono «salvare questa disastrosa previsione di dolore» e ricongiungersi al mito dell'eroe di Itaca che già De Al berti aveva richiamato. All'apocalisse si salva solo il nucleo originario, vitale («Giacomo non partecipa all'apocalisse»), costruito intorno a «una culla di legno dentro una stanza / che è alla base del nostro vivere in silenzio», dove sono le «azioni più semplici e geniali», legate alla vita del bambino («camminare, parlare, ascoltare»). Fonti della ricerca intorno e sulla parola sono le voci del presente, i giornali per primi («scriveva il giornale»), ascoltati e anche copiati, cioè fatti a brandelli e recuperati per strisce di parole, non solo con la volontà di farne tessere del linguaggio poetico, ma prima ancora con il desiderio di smembrarli nella loro assurda capacità di fotografare le cose nell'aspetto esteriore, che non è semrpe quello più superficiale. La sfiducia nei mezzi della comunicazione ((<i giornali non possono spiegare») ha nella televisione uno degli obiettivi più evide nti ((6e gli racconto che è di moda la tartare / penso che se la prenderebbe / con la televisione»), oggetto e anche luogo dell'allontamento dalla parola scritta e della costruzio ne di un mondo da inseguire, desiderato e rifiutato insieme. La spiaggia equatoriale delle

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e;, POI.IM EN I

o rigini ha un corrispettivo nella spiaggia moderna di Cornish, nel silenzio con cui Salinger ha chiuso e protetto la sua vita, lontano dalla stampa e dai media. Ma se «l'invisibilità è solo nei sogni», un brandello della vita dello scrittore è affidato a un'altra conclusione provvisoria, a quel distico lapidario («sappia che sono stato un buon padre, / relativamente un rompicoglioni») in cui Spoon River sembra generare naturalmente la do manda provocatoria: «"quanto sonno vi ho risparmiato / rifiutandomi ai televisori?"». L'elabo razione del distacco, dalla figura paterna e da quella mat e rna, pare essere affidata, come si è detto, a una sfida che coinvolge prima che la civiltà un atteggiamento culturale in cui c i si ritrova solo in parte, un'arte che è di moda (come poco prima la tartare, desiderata e al tempo stesso rifiutata) e che invita a cucire i sacchi, a mettere insie me i pezzi pe r ricostruire una nuova disarmonia. Il percorso di questo nucleo poetico si chiude su una domanda e sulla sfida alle vie della cultura ufficiale, ma con una prima, temporeanea e forse precaria, conquista.

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POESIE

Poesie

Bisognerebbe Bisognerebbe elaborare tutto, le voci dei bambini, gli incubi della notte, l'immedesimazione, l'incontaminata purezza, le grandi passioni, la malinconia amorosa, la creatività degli altri, la musica del vento con le piante, la primavera, le ultime parole, il fiato sul collo, lo stress, la prodigiosa realtà, la percezione dell'antro quando ti allontani dal mondo la buonanotte, staremo a vedere.

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AN DREA DE Al.llF.R'I I

Sogno d el '44 Mio zio l'hanno interrato in tempo di guerra, gli portavamo di notte da mangiare. Quando è uscito non riusciva a camminare. Eravamo felici pe rché nessuno l'aveva trovato. Potrebbe parlare lo stesso, dire semplicemente che ha vissuto una vita incolore. Adesso fa il veterinario perché al dolore dell'uo mo non è abituato, preferisce a un malato un cane che muore.

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Ol'l'R t\ N l l()\ 'A 20 12/ I


POESIE

Poco prima: 31 dicembre 1999 D opo la scuola farai p assi avanti, a est e a ovest, nelle tragiche notti impulsive mangerai kebab e b errai coca-cola con gli altri per dire al mondo che la p ace può ancora venire. Lavorerai in nero con i bianchi e in regola con i neri che ti toglieranno molte ore p esanti. Mangerai verdura e pane a chilometro zero ma perché non avrai la forza di uscire di casa. Non ti accorgerai dell'estate, non ti accorgerai dell'esodo di N atale, sarà un unico inverno a cipolle e patate. Non potrai permette rti un misurino di castagne. Anticip erai i prezzi del salame, diventerai fragile, avrai dieci bolli arretrati da p agare. Coltiverai l'amore per l'odio. Ma ricorda bene: Ulisse aveva costruito la sua casa attorno a un letto nuziale scavato in un ulivo per ore e ore. Se capisci, ti b asterà una donna e poca terra per salvare questa disastrosa previsione di dolore.

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ANDRE A IJE A LllElìTI

N o n è più un p aese per giovani Mia nonna mi chiama Ermanno, sono il cugino insegnante che vive a Perugia dal '74. Sono Ermanno da ottobre da quando un malore le ha tolto il cervello. Sono l'Ermanno perché do po tanto studiare lavoro da anni in un ristorante. E mia moglie è l'Erminia la donna perfetta che insegna con calma al marito ignorante.

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POESIE

Figlio ad ore Non ti hanno mai comprato il motorino perché facevi i compiti sdraiato per terra, rifiutavi l'eccessiva mole di lavoro, il controllo sul manubrio della bicicletta. Ti sarebbe piaciuto sfogare allo stadio Leopardi. Questa foto non fa ben sperare nel progresso di alcune tue aree mentali sottosviluppate,

vedi, tieni il badile dalla parte sbagliata come se dovessi disotterrare nuvole di patate.

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t\NDREt\ DEJ\l.llF.IU I

Comunic azione: Giac omo non partec ipa all'apocalisse Sarà come rallentare il corpo in un nuovo soddisfarsi nel chiarore della neve, camminare verso un altro sdoppiamento: i platani, i tigli, gli aceri, vite a coppia per trent'anni dietro il cancello di casa, pensavamo, quel che saremo o che diventeremo non può compiersi solamente nel pensiero. Saremo tre, dovremo stargli vicino, capire ciò che prova come consolidamento di una nostra forza, di una sensibilità più acuta, forse ero io, forse e ri tu prima di nascere, un'andata e un ritorno, un arrivare nel silenzio. Sarà un nuovo divenire, una specie di annullamento, una simulazione vuota, così è sentirsi pieni di cose in una culla di legno dentro una stanza che è alla base del nostro vivere in silenzio, mentre lo guardiamo, con il vuoto meccanico di un'azione, di più azioni semplici e geniali: camminare, parlare, ascoltare ogni volta che ti allontani da lui come da un puntoluce non lo trovi più ne mmeno in sogno.

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Of'ERt\ Nl 'OVt\ 20 12/ I


POESIE

Uno strano sogno Soprattutto verdure, così non cresceva il cervello: scoperta in Kenia una mensa di due milioni di anni fa, scriveva il giornale. Le dimensioni del cranio contenevano solamente un sogno equatoriale: una spiaggia con una mensa self-service attorniata da palme offriva riparo a uomini con un cuore. L'homo sapiens doveva ancora arrivare.

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AN DREA D E t\LllERTI

Supermarket

C'è sempre troppa carne sugli scaffali, con cope rtine e pellicole devastate, parti di tabulati computerizzati, bestie come numeri dentro polistirolo insanguinato. Diceva mio zio che ammazzava in un anno solo un maiale a Natale. Gli animali servivano per lavorare: un cavallo, due buoi, l'asinello. Il cavallo aveva anche un giorno per riposare. Adesso hanno passato l'esame. Se gli racconto come è di moda la tartare penso che se la prenderebbe con la televisione. Per chi ha imparato a conoscere gli animali sul lavoro mangiarne carne cruda è come fare un sacrificio per un dio senza nome.

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POESIE

D al Bianco N on c'è posta per t e dai ghiacciai del Bianco, da un aereo precipitato in uno st rano p assato. Voglio che quelle p arole finiscano il loro viaggio. "Partiti per un porto lontano", p ensa: erano tutti m arinai indiani. G u a rda ndosi n egli occhi avra nno capito

che non erano conchiglie di m are aprirsi nelle m ani?

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ANDREA DE Al.BERTI

G orilla Noi depressi come gorilla, con gli occhi tristi e bagnati di chi prende importanti decisioni, con la depressione pronta a colpire nel terzo ventricolo subcraniale: quello dell'ipotalamo, del nucleo accumbens, della ghiandola pineale, noi depressi come i gorilla dalla schiena argentata, dal troppo piombo e m ercurio che ci tocca sopportare, nei cui geni c'è la traccia fossile di bellissimi comportamenti primordiali, noi come i gorilla ai quali, se si riduce lo spirito competitivo, aumentano le chances di vincere lo stress, di sopravvivere più uniti ai morsi della fame, noi come i gorilla riuscire mo mai ad essere più umani?

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POF.SIE

Salinger Ciò che occorre chiarire è stato chiarito: è una lunga giornata a Cornish. I giornali non possono spiegare. Forse è dal cervello che bisogna partire, una ragione privata è sempre più forte di un'intera nazione. L'invisibilità è solo nei sogni. Chiunque abbia interesse a conoscere ulteriori informazioni

sappia che sono stato un buon padre, relativamente un rompicoglioni. Una domanda possibile sarebbe: "quanto sonno vi ho risparmiato rifiutandomi ai televisori?"

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ANDREA DE A l.BERTI

Paranoia lparanoici dicono sempre la verità e io per Lacan da buon melanconico dovrei sentirmi indegno di esistere, uno sputo nel mondo. Nelle prime ore del giorno la pietrificazione del soggetto mi bloccherà la colazione, all'ora di pranzo il delirio morale farà capolino su un piatto di riso e rognone, il paranoico però non si arrende, trasforma il mondo in un segno, per esempio dopo la cena, l'orinatoio di Duchamp è quello che cerco.

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POESIE

Distacco Potremmo anche dire che tra il bambino e la madre dovrebbe persistere uno spazio potenziale come un taglio nella tela di Fontana dove è lì che nasce la creatività del neonato, se qualcosa non va male.

La scuola non insegna questo

Tutte le sere per un anno intero ho fatto questo: ho ricostruito la genesi di un lutto, ho usato il medium del linguaggio, ho usato Burri per fantasmi assemblati con i sacchi, Joseph Beyus per costruire concettualmente la natura di mio padre. È d'accordo professore?

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notizia Ivan Pozzoni è nato a Monza nel 19 7 6; si è laureato in diritto con una tesi sul filosofo fe rrarese Mario Calderoni. H a diffuso molti articoli dedicati a filosofi italiani dell'Ottocento e del Novecento, e diversi contributi su etica e teoria del diritto d el mondo antico; collabora con numerose riviste italiane e internazionali. Tra 2007 e 20 10 sono uscite varie sue raccolte di versi: Undergraund e Riserva Indiana, con A&B Editrice, Versi Introversi, Androgini, Mostri e Gala ta morente con Liminamentis, Lame da rasoi, con Joke r; tra 2009 e 20 11 ha cu rato le antologie poetic he Retroguardie (Liminame ntis), Demokratika, (Liminamentis) , Tutti tranne te! (Liminamentis) e Frammenti ossei (Liminamentis) ; nel 201 0 ha c urato la raccolta inte rattiva Triumvirati (Liminamentis) . Tra 2008 e 20 11 ha c urato i volumi: Grecità margina le e nascita della cultura occidentale (Liminame ntis), Cent'anni di Giovanni Va ilati (Liminamentis), / Milesii (Liminamentis), Voci da ll'O ttocento (Liminame ntis) , Benedetto Croce (Liminame ntis) e Voci dal Novecento I e Il (Liminamentis) ; nel 2009 sono usciti i suoi: Il pragmatismo ana litico italiano di Mario Calderoni (IF Press) e L'ontologia civica d i Eraclito d 'E/eso (Liminame ntis) . È direttore culturale della Liminam entis Editore; è diret tore de L 1arrir1ista. Q uaderni democratici. in un'azienda della D.O. è logistico.

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Nota su Mondo immondo di Ivan Pozzoni di G. Passini

L

a poesia è un bene cult~rale in grado di riversare nel lettore svariate emozioni e riflessioni. E inoltre in grado di accrescere il fabbisogno di conoscenza dell'uomo e del suo mondo. La rendono cosi "illuminante" soprattutto le molteplici interpretazioni che ogni autore ed ogni lettore sa affrontare. La silloge Mondo Immondo di Ivan Pozzoni si fa largo nella poetica sociologica con un linguaggio forte, attuale e in alcuni tratti, di forte impatto. Ammirevole la scelta di proporre una silloge che riesce a intrecciare due tematiche quali quella del mondo del lavoro e quella di una vita, se vogliamo banale. Lo fa anche quando tali tematiche sono in costante cambiamento, o meglio quando danno parvenza di cambiare in alcune situazioni, ma che poi ci fanno ritrovare sempre più spesso incastrati tra le riflessioni che Pozzoni ci mostra nel suo progetto. Zygmunt Bauman scrisse: «Una società può essere definita <<liquido moderna» se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure». Ecco che la liquidità prende il sopravvento nei testi proposti da Pozzoni, e ci accorgiamo come le fasi proposte facciano ormai parte del nostro mondo, di come rileggendole in queste righe facciano riflettere e al tempo stesso di come finiscano per essere parte del quotidiano. È certamente complesso riuscire a scrivere poeticamente della precarietà, degli ideali che lentamente stanno scemando, senza cadere nel banale o nell'assurdo. Farlo senza il rischio di contraddirsi. Non è certo il caso di Mondo immondo, dove l'autore propone un'analisi distinta della sua poetica, per poi crescere in un divenire di assodate verità. Verità come il consumismo dove tutti sembrano vivere di desideri materiali e pe rdono di vista un valore molto più importante: il rispetto della propria vita. Un bene ancora inacquistabile e quindi ritenuto secondario. In un mondo dove siamo bersagliati da eclettici "fabbisogni", dove si finisce per smarrire il bene più prezioso, siamo tutti pronti a diventare succubi del consumismo per il timore di sentirci esclusi dal gruppo, pronti a non mangiare per non privarci di un oggetto alla moda. Credo sia questo che

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Pozzoni cerca di trasmettere al lettore con totale e sincera franchezza. Mondo immondo è una silloge concentrica, dove l'incipit e strettamente correlat o con il finale in cui resta il dubbio sul futuro. In cui rimane aperta la speranza del combattime nto O'arte è in grado di fornire strumenti di resistenza), pur nel riconoscimento della disparità delle forze e dell'estrema improbabilità della vittoria contro una società che potrebbe t rovarsi indispettita da queste riflessioni, ma che ci si augura possa ritrova rsi... almeno un poco.

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~IONDO IM~IONDO

Mondo immondo

Post-moderno Prima scrivevo d'un fiato, di botto, distillando umori neri dall'antro umido delle mie ulcere. Poi, scoperta la morte dell'arte, nel Post-moderno, scrivo con angoscia, intuendo che l'arte, morta, non riuscirà a rispondermi.

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IVJ\N l'OZZON I

2.

Fame di fama

Son costretto a cenare due tre volte a settimana, anche sei, in certi casi, e a re inventarmi idraulico non riesco, con due mani, sbucciate, che si ribellerebbero allo strazio.

C'è una densa rabbia nei miei versi simili a nebbia, nel dimostrare i miei valori nei dolori dello studio, scoperta a morir de ntro ardite camere ardenti, non scrivendo all'avanguardia - davanti non ci resto, essendo un ruolo ad alto rischio -, o non scrivendo affatto. Il dolore è una boccia incandescente

d'avidi barracuda, in una civiltà rea di sfornar bimbi che vivranno invano, coi desideri frustrati di non vendersi od inventarsi buffoni al Grande Fratello 2025. C redete, davvero, che i nostri cervelli si abitueranno all'oscurità d'un crescere nei call centers, amministrando i telefoni di chi ha denari?

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~IONDO l~l~IONDO

3. Non mi ci trovo Serate di festa nei locali della bella vita brianzola, non mi ci trovo. Non mi ci trovo, seduto ai margini della vita sociale, arrancante tra divanetti in similpelle nera e risate, contraffatti. I.:atmosfera è satura di musica assordante, in stile retrò, house music anni novanta, cocktails salati nei bicchieri sudati delle donne vestite a sesso, e nobili sottofondi di borbottii da rosari imbizziti.

Che borsa c'è in saldo? Ho visto i nuovi modelli di Audi A3. È davvero una troia, vestita così. Domani, in ufficio, è uno sbatti'. Ma vuoi mettere consistenze d'animi d'addolorata Alcesti, o d'Antigone, versata a muso duro contro Dike terrena?

Cazzo dici? Non mi ci trovo, laureato d'alloro come maiale in lenta cottura, tra caldi torridi da estate cubana, bravate alcoliche

OPERE NUOVE •

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I VAN POZZONI

a 6€ ciascuna, in cerca di letti morbidi in cui attendere morte e noia. Non mi ci trovo, come macaco filmato allo zoo, sezionato da sorrisi indiscreti d'attori inconcreti, vivendo vittima d'isole dei fumosi, rimirando nevrosi. Vorrei scendere, in corsa.

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~ION DO IMMO N DO

4. Gli inflessibili

Non è drammatico riconoscerci finiti, mai incominciati, under construction, ansie trascendentali abbandonate tra divinità e immanenza, senza certezze di valere senza certezze di valore senza certezze materiali mascherate da assassine necessità economiche. Giovani smarriti, consumatori consumati come arti snodabili di bambole dai concetti inflessibili di flessibilità o divertimento, dall'alto della barricata ci troviamo a resistere, a mani nude, cuori di molotov, cont ro i conati vessatorii corazzati d'un sistema reo confesso d'indossar maschere di sfruttamento; condannati a desideri di carriere irrealizzabili, a desideri di bellezza innaturale, senza sostegno di relazioni stabili. Precarietà è termine corretto

a raccontare un mondo dove Dio è morto, senza esserne ancor certo.

Ol'ERE NUOV E •

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I VAN POZZO N I

5. In nome de popolo italiano Igno rare cosa d ire, seduti in cinque intorno a un tavolo, abbandonati all'arroganza di voler sconfiggere alcolismo, d roga, p rostituzione, st esi sulla filigrana d'una banconot a da 5 0€ (1 bottiglia d i Rhum Martinica 2002, 1 pist a di coca, 1 crudo da sbrigativa thai). Igno rare cosa fa re, non t rovar nessun motivo, certi che stress estre mo, no ia, atti vit à lavo rative inadatte, frustrazione esistenziale ci uccideranno, senza interve nto alcuno di alcolismo, d roga, prostituzione, ci costrinsero all'unanimità del no n ro m pere i coglioni, condannandoti a una mo rte soddisfatta.

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~IO N DO IM~IO NDO

6. Baby losers

Baby losers, abbiamo nome, in marcia verso futuri fluiti da un mix bizzarro d'acidi e melassa, chiamati a difendere la terra, con l'unica arma della volatilità del turista nomade, nei deserti dei centri distributivi, nella viscosità di ricatti emotivi elevati a norma. Perdenti, etichettati come scatole di tonno, non ci fermiamo un attimo a riflettere i bagliori dell'autodafé dei nostri roghi, a saldare, con fiamme ossidriche, i rubinetti dei nostri nasi. Corre, il mondo, corre, arrivando dopo ogni umano cambiamento, senza concederci di capire di non essere mai in testa, doppiati doppioni appollaiati sui finti alberi della cuccagna d'una civiltà vestita a festa.

O PERE Nl'OVE •

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I VAN l'OZZONI

7. Who is speaking? I telefonini suonano motivetti inaccorti scaricati ad un costo della bellezza di 2€, t risti servizi, da un sito internet scovato durante i trascorrer di inte re mezz'ore distratte. Who is speaking?

C'è rischio costante di rottura d i cazzo, moderato dall'illusione che una telefonata, certamente successiva, ci cambi la vita. Who is speaking? Schiacciamo il tasto verde, abbandonati all'illusione, mai consci dell'irreparabilità dei nostri m alaugurati gesti. Who is speaking? N essuno. Dall'acustica emergono rumori d'anime morte, salvate con tariffe econom iche da esiti di malasorte, rivendicando at tenzioni insistenti, col coltello t ra i denti.

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~IONDO l ~l ~IONDO

8. Uomo bianco (Grandfather) L'uomo bianco, invecchiato a trent'anni, vittima del sinistro slogan "arbeit macht frei", molto Milano calvinista, scritto in viva calce sui cartelli stradali della sua adolescenza, ha smesso di correre, dimentico di interessi dimentico di emozioni dimentico d'amore. È un uomo

senza memoria delle radici di bulbi di rose azzurre, marchiata a fuoco, G.d.o. nei reconditi strazi delle sinapsi neurali d'ogni attimo vissuto; è un uomo abbandonato, in catene d'oro, a reinventarsi giovane, nella certezza di non dover chiedere altro a nessuno, a voce bassa. L'uomo bianco, vecchio macchinario riesumato da meccanismi di luddismo aziendale, ha smesso di ridere, annichilito dal terrore della morte, iniziando a far statistiche sui centimetri di vita macinata, e, con dolcezza, mi ha teso una mano.

OPERE N UOVE •

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IVi\N POZZONI

Uomini bianchi, smettendo di morire a trent'anni, annerite di fumo acre arcobaleni di capitalismo, affamiamo, dalle barricate, i locatari d'ogni cielo e d'o gni ministero.

La neve dell'inverno imbiancherà i vostri visi; e, finalmente, mo riret e vecchi.

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MONDO IMMONDO

g. Immobilità insostenibile Punti esclamativi verso un mondo a mobilità insostenibile, che ci trascina, di due / tre metri sul solido asfalto, a riflettere, dalle superfici delle acque piovane, sul covar ribellione, contro i miti di sabbia e di vento. Amo il traffico, intenso scambio d'astensioni intonse col ventre molle dei margini urbani, nell'idea d'un'umanità incolonnata da schiavisti, nell'ombra, servo dell'urgenza di scatenar uomini tristi, incollati a sudati volanti. Amo ogni affollamento, nelle strade e nelle spiagge roventi, metro d'annichilimento d'insipidi istanti, destinati a ricaricar batterie di fantasmi arrancanti verso mesi efficienti. Amo, inquinamento, e incidenti, noiosa mosca bianca cocchiera, annegata in boccali di birra al Malthus, nella certezza che - me incluso - decrementino

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1\/AN POZZON I

i rischi di fiasco d'efferate norme di Darwin. Punti esclamativi su mondi a immobilità insostenibili, abili a render diversi i conformismi somme rsi.

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MON DO IM 1'1ONDO

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Fuori i secondi!

Dall'angolo destro d'un ring assonnato, novello Carneade, assisto allo scempio d'un boxeur ormai suonato, costretto a retrocedere, senza mai incassare, davanti ai sinistri del diffuso malaffare. Fuori i secondi! Secondo, a nessuno, nella vita assecondo i deliri innocenti annunciati da un bando in cui i vinti soccombono nell'amara ventura di subire solo colpi, bassi, sotto cintura. Fuori i secondi! Esco di scena, suonano i gong, ti incammini, tristezza, con indosso un sarong, intrecciato di trecce da corone di larice, vomitando veleno dentro ai fiumi d'un calice; t'incammini, dolce Aoide, in attesa d'un jab dal destino bastardo che trasforma in fight club i confini d'un mondo che inchiavarda alla gogna chi tra noi combattenti butti a terra la spugna.

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notizia Valeria Dal Bo vive a Milano. È cofondatrice e redattrice della rivista di poesia e ricerca «Il Monte Analogo». Suoi testi sono stati pubblicati sulle riviste «J uvenilia» e «Il Monte Analogo». È presente nell'antologia «Il Quaderno del Venerdì».

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La notte non è la notte di Valeria Dal Bo di M. Pianta

acconti, prose liriche o poesie? Come definire i testi di Vale ria Dal Bo? Non è facile stabilire una definizione p erché i suoi lavori si distinguono p er inte nsità di immagini, essenzialità di tratti e ritmo scandito dagli enjambement frequenti; nella struttura delle frasi prevale la paratassi, incline a suggerire, accostare, creare analogie e simboli. Possiamo costruire dei racconti, diventare noi lettori anche autori di storie che si snodano naturalmente da scorci, situazioni, colori, sequenze. Numerosi i quesiti che nascono dai brevi schizzi che Valeria ci presenta senza un volto preciso, un io, un tu che non riusciamo a identificare. Chi sono, per esempio, le tre donne vestite di blu, di color variegato e di nero? Che cosa significa l'espressione: "a me che sono ancora morta"?, oppure: "non sapevo se fossi ancora morta o di già viva"? Lo sfondo e l'ambiente celano una profonda inquietudine, una sottile angoscia che ci fa cercare il breve pertugio, il sentiero, la via per salvarsi ed evitare un grave pericolo. A volte sembra di vivere un incubo, in una dimensione onirica, ai confini della realtà, come nei racconti di Buzzati, soprattutto nella raccolta "Le notti difficili": ogni particolare assume connotati insoliti e sfugge al nostro controllo, non esiste più la solita e rassicurante scansione spazio-temporale. Spiegare tutto in te rmini razionali diventa riduttivo e sminuisce la poetica dell'autrice che vuole renderci partecipi dell'enigma del vivere; le sfaccettature della nostra esistenza sono poliedriche, gli interrogativi restano mere domande, senza plausibili risposte. Di fronte al quadro di Gauguin "Da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo" rimaniamo coinvolti, e mozionati, ma non cerchiamo possibili soluzioni. Anche nel "Canto notturno" di Leopardi il pastore si rivolge alla luna che rimane silenziosa, impenetrabile nella sua intensa luce. La natura con il suo cielo, le sue acque, i suoi boschi a volte inaccessibili, gli interni, le stanze, con lunghi corridoi, senza porte o finestre ("G eisha"), la casa, "un cubo di pietra", "circondata da altissime mura", le porte che

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1\IAIU ACIUST INt\ Plt\N "l t\

corrispondono ai punti cardinali, le pe rsone senza un nome o un volto vivono nella poesia di Valeria in modo spontaneo e originale. L'aspetto simbolico non compromette la fluidità del racconto e l'interesse per l'intreccio in cui l'epilogo ci sorprende perché inaspettato. Parlando degli scritti di Valeria ho scelto la parola poesia per lo studio accurato degli accenti, delle valenze polisemiche dei vocaboli, del sapiente uso del significante e della sintassi, priva appositamente di punteggiatura t radizio nale. La prevalenza di forme verbali come l'imperfetto, il trapassato p rossimo ci immette in un'atmosfera rarefatta e suggestiva. In un contesto come il nost ro, t roppo legato all'aspetto fenomenico di eventi, questa nuova p rospettiva ci invita a ricercare al di là delle apparenze e di coglie re, alme no per un istante, l'essenza delle cose e dell'esistenza.

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Li\ NO"ITE NON E LA NOTTE

La notte non è la notte

Avevi attraversato il campo di alghe gialle Gli occhi al cielo d'inverno Prima di raggiunge re il mare - Acque profonde - diceva il cartello Il mare una laguna insidiosa Poi qualcuno veniva su dal fondo Emetteva suoni inarticolati Sempre cielo d'inverno Ma tu non eri come prima

Ol'FHE NllOVE •

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VAI.ER IA DAI. BO

Corazza Avevi scandagliato il fondo in tutti i suoi recessi Ora dovevi uscire Non sentivi più freddo Neppure il caldo temevi La corazza era pronta L'avevi fatta con le tue mani da buon artigiano

Una sola stampella mi bastava Per la mia gamba rotta Quando l'ho perduta Mia madre ha detto Che ne aveva cento Per la sua gamba rotta

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LA NOTTE NON E LA NOTTE

Casa La casa è un cubo di pietra Circondata da altissime mura È lontana dalla città Forse al margine del bosco Le sue quattro porte corrispondono ai punti cardinali La porta nord ha di fronte un sarcofago bianco La porta est ha sulla soglia il sole del mattino Quando la porta ovest è oscurata da uno sconosciuto Esco dalla porta sud per sorprenderlo alle spalle

O PERE NUOVE •

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VA I.EI\I A DAI. BO

Alle terme Stiamo lasciando la città alle spalle Un uomo, vestito di nero, è appostato all'incrocio Ci fa segno di raggiungerlo È un sacerdote Ispeziona i nostri indumenti Possiamo proseguire Davanti a noi la costruzione è ormai fatiscente M. ed io entriamo da una porta secondaria Alcuni uomini seduti attorno a un tavolo giocano a carte La stanza è un deposito di vecchie cose sparse qua e là - Stiamo andando alle terme - dico Uno degli uomini indica la porta in cima a una scala Parecchi oggetti perlopiù arrugginiti e aggrovigliati Ingombrano la salita C i precludono la via

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I.A NOTTE NON j: LA NO'n'E

Corona di spine con ciliegia È tardi per il gio rno ma ancora presto per la notte

Il portone che si richiude alla mie spalle suona il gong La strada è deserta ma accogliente Manca ogni ragionevole ragione per non sentirsi in pace Eppure qualcuno mi insegue Porta sopra il braccio alzato una corona di spine Una ciliegia rosseggia nel mezzo Mi scivola ora in avanti ora all'indietro Come se non mi appartenesse Ma la ciliegia è mia Ora le mie labbra sono rubini nella notte

Il colore della stanza è quello del refettorio dei poveri Madrefìglia vi si aggirano nella notte A volte si spingono sino alla finest ra E protendono le mani oltre l'inferriata Cantano con voce stonata Ma tu non puoi ridipingere la stanza

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VALERI A D AL BO

G e ish a Il corridoio è lungo quel tanto che basta Alla donna per diste ndersi La larghezza corrispondente alle sue spalle L'a ltezza è quella della donna stessa U na luce illu mina lo spazio Senza porte né finestre Eppure un pertugio c'è Ch'io apro una volta due e forse tre I suoi piedi spuntano appena da un chimono Vario pinto che avvolge su su la sua figura snella Sino al capo dai bei capelli È lei la geisha sorridente? - C he cosa stai aspettando? - mi dice A me che sono ancora morta.

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Li\ NOTTE NON E LA NOTTE

Colore nero Io che soprattutto ho me Io ho deciso di festeggiare Poiché bussano alla porta vado ad aprire Tre zingare affollano la mia soglia Vestono abiti sontuosi Il capo avvolto in turbanti Entra per prima la Bluvestita Poi la Variegata Infine la Nera Avanza lentamente Solenne e ingombrante - È la mia festa - dico Lei si toglie il mantello Sotto indossa un sobrio abito nero Mi si avvicina Mi abbraccia Dice che diventeremo amiche Io so di non poterla contraddire Il nero è un colore indelebile

O PERE NUO VI: •

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VA I.F.RIA D AI. BO

Boschetto di robinia Mi pareva che un dio nascosto mi chiamasse per nome

Eppure il boschetto di robinia era lì A portata di mano Mi sono fatta largo tra rami e rovi intricatissimi Sino a un pertugio Così piccolo che vi passava soltanto la testa E poi facendomi forza e ancora forza Le spalle e infine il resto è scivolato fuori Sono salva ho gridato

Non sapevo se fossi ancora morta o di già viva È l'alba quando bussi alla mia porta - Sono io - mi riconosci? Indossi un insolito cappello - Vengo da Betania - mi dici

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l.t\ N(}ITE NON

i, Lt\ Nm TE

Rivelazione L'ho cresciuto di sangue e di tenebre Era nella mia mente e nel mio cuore Quando ho acceso la luce I suoi giorni sono apparsi contati Così l'ho sepolto Una mattina di gelo Mentre mi avvio verso l'uscita Non appena oltrepasso il cancello Mi si para davanti - Sono io quello vero - mi dice Lui era qui e io non lo sapevo

Ol'ERE Nl 10\IE •

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VA LERIA DA L BO

Imbarcadero Sono q uatt ro le stanze Una di fronte all'altra lungo il corridoio Ogni volta che parla La vecchia madre si fa sulla soglia Così il padre e così le sorelle Ma la luce è scarsa Se tendono le b raccia non si raggiungono Insieme percorrono il corridoio A piccoli passi Sino all'imb arcadero

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OPERA Nl 'OVA 20 12/ 1


I.A NOTTE NON

i~LA NOTTE

I due cinesi Sono cinesi di bell'aspetto I due che battono al mio portone Insistono per entrare Portano doni da non scartare lo difendo la mia fortezza Senza tergiversare Loro sono più forti Sfondano lo sbarramento Entrano È il loro momento

OPERE Nl'OVE •

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notizia Lia Galli, nata nel 1986, ha freque ntato il Liceo cantonale Lugano 1 ad indirizzo linguistico. Successivamente si è trasferita a Losanna dove ha cominciato a frequentare l'Università nella facoltà di lettere, studiando filosofia e letteratura italiana. Ha recentemente com pletato il master in filosofia e letteratura italiana con specializzazio ne in Scienze storiche della cultura (Sciences h-istoriques de la

culture).

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Frammenti di Lia Galli di D. Como

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ome apparirà al lettore che la voglia percorrere, questa breve raccolta di poesie di Lia Galli alberga sotto l'insegna della quiete e del silenzio. Quasi bisbigli che si celano s in dalla vocazione anepigrafe, i versi privilegiano una tensione alla sospensione e all'immobilità. Pochissime inarcature (enjambement), la rinuncia al verso metricamente tradizionale e timbricamente ricercato (anzi una certa preferenza per la disposizione pari - con il decasillabo soprattutto pur con una ricorrenza di novenari) e un netto profilarsi di parole ripetute (geminazioni e anafore) consegnano le poesie a un'assenza di movimento c he intensifica il profilo della risonanza interiore. Quiete appunto, che si stende su echi leopardiani netti, non solo per il ricorrere dell'infinito a tema essenziale (segni che sono visibili tracce/ di un invisibile infinito o l'immagine di quel giorno lontano I

in cui credevamo di esistere per sempre I in cui l'infinito era ancora lì), ma per la stessa impossibilità del dire che può concedersi solo con una presa d'atto di silenzio (Parole che dicendo tacciono I /onne che mostrando nascondono). Dentro questo stato lirico di perdurante staticità, la Galli profila uno spazio intimo che è fatto di immagini sempre volutamente censorie: anche il destinatario privilegiato interno alla poesia è un tu che si allontana e che si affida solo a una presenza di rimemorazione per poter contrabbandare l'illusione con la realtà (vestiti di fiori, di risa e ubriachi I per avere incoscienti scambiato I un 'illusione per la realtà). Ed è in questo interno che si svolge la tragedia dell'evento c he sfugge e non lascia spazi allo stupore da cui insorge (e noi come bambini, a rendere tutto I importante, a stupirci di esistere I a credere ancora ai miracoli) pur resiste ndo e pur dichiarando il proprio intento di essere protesi ad afferrare le stelle. Ne risulta un quadro d ' insieme che offre nuovo vigore alla consolazione della poesia, in quanto progetto (questo ancora leopar-

OPERE NL IOVF. •

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diano) di catturare nella forma grafica della lettera - sia pure sospesa e sile nziosa - l'impresa del vivere, dell'essere vivi. Come direbbe l'ultimo Montale con i suoi t oni prosaici e silenziosi: impresa non da poco. La Galli ci ha provato ed è riuscita a comunicarlo.

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FR/\M Ml'NTI

Frammenti

Fiori malsani sbocciati nel mio giardino coltivati con cura e incoscienza intrisi di dolore e peccato informi convulsi acuminati ogni respiro, ogni slancio t rafiggono al muro inchiodano con il loro soave p rofumo e a nulla serve questo sole a nulla serve quest o beat ma scenderà ora l'eterna notte sparsi sono i semi infetti, semi sanguinanti nel sonno rigermina il terro re del giorno passato e di t e, mia adorabile p ianta carnivora.

Intagliando cornici ho creduto di dare una forma al tempo un limite allo spazio e all'essere un' esistenza alle cose già morte In un quadrato ho costretto la luce il tuo volto, ardori, speranze

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!.11\ G 1\I.LI

il buio fì.tto di quel giorno sfocato tutta me stessa in dissoluzione Delimitare fino a limare i contorni fì.no a mutare gli eventi in concetti far quadrare il mondo con le idee pensare p erfino la legge del caos Parole che dicendo tacciono forme che mostrando nascondono segni che sono visibili tracce di un invisibile infinito.

Mutare dolore in bellezza trasformar la cenere in vite farsi cantori di storie inventate per poter illudersi ancora per raccontar dall'inferno la luce, per far tornare indietro la clessidra.

Respiro la tua lontananza e brucia brucia lenta mozza il fiato dolorosa, la carne, il ricordo vivo miraggio, fuoco fatuo, ristoro

La sete corrode la gola voglio abbeverarmi di te mentre il mio corpo, nudo si offre in dono al cielo che ci ha fatto incontrare.

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FRAM~1ENTI

Ritrovarsi immutati le stesse lacrime negli occhi le stesse passioni mortali il tuo respiro che si allontana ancora Ritrovarsi nudi davanti a se stessi scorgere i lividi autoinflitti ed odiarsi, odiarsi per essere così impossibilitati a scappare ancora Ritrovarsi inferiori alle attese di un tempo e a te così vicina e così lontana disperata agonizzante chimera timida luce trafitta dall'effimera natura dell'uomo ancora Superarti per superarmi per ritrovare l'abbraccio del cielo sogno arcano nella bruma notturna dionisiaco abbraccio danzante slancio vitale verso l'altro ebbro di speranza e furore, divine tracce di vita celate negli occhi del presente sovrano, il cui scettro regale, eterno, indica sempre il domani ancora e ancora.

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I.IA GAL.I.I

Un anno è passato e io conservo il tuo sapore sulle labbra, il tuo ricordo tra i pensieri il rumore delle risate e delle liti l'immagine di quel giorno lontano in cui credevamo di esistere p er sempre in cui l'infinito era ancora lì, meta a cui protendersi, ideale verso cui correre, leggeri, oltre la p esantezza degli attimi oltre la crudeltà del tempo, futuro intarsiato di luce e speranze e noi, come bambini, a render tutto importante, a stupirci di esistere a credere ancora ai miracoli al poter rubare il fuoco agli dei sotto quel cielo così azzurro che guardavamo insieme, e ora possiede la forma del tuo viso la lucentezza del tuo sguardo che ha trovato l'eternità.

* Volando oltre le nuvole e il sole oltre il bene e il male e la pioggia sfiorando per un attimo il vero strappando al tempo un istante stringendolo in un fragile pugno di sabbia bagnata dalle lacrime di noi angeli caduti e ribelli e correre correre veloci impauriti da se stessi o dal destino protesi ad afferrare le stelle sfidando l'oscurità per un'utopia, funamboli tra la luce ed il buio, icari danzanti e convulsi

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FRAMMENTI

alla ricerca di nuovi miti antichi creatori di mondi immaginari astrali cercatori di felicità pescatori di perle nel fango dannati, dannati a bruciare le ali contuse e piegate per aver vio lato il mist ero vestiti di fìori,di risa e ubriachi per aver incoscienti scambiato un'illusione per la realtà.

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notizia Gerry Mottis (1 975) o riginario della Valle Leventina, risiede a Lostallo (G R) . H a te rminato gli studi in Letteratura Italiana presso l'U niversità di Friburgo nel 2001. H a pubblicato due opere poetiche: Sentieri umani, Libroitaliano, Ragusa, 2000 e Un d estino una nostalgia, Ulivo, Balem a, 2003 . Nel 2005 h a fondato la co mpagnia teatrale Siparios. Nel 2006 ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti: Il boia e l'arcobaleno (Ulivo, Balem a) . È di recente pubblicazione pe r la collana Pro G rigione Italiano la seconda raccolta di racconti Oltre il confine, presso Armando Dadò Editore, Locarno, 2011. È docente di lingua e letteratura italiana a Roveredo (G R) . È redat tore dell'Almanacco del G rigionitaliano e membro di commissione delle Edizioni svizzere pe r la G ioventù (ESG) pe r la Svizzera italiana. Ulte riori informazioni sono re peribili sul sito personale www .gmottis.ch.

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Il Poeta. (piccolo giallo senza catarsi) di Gerry Mottis

A

quarant'anni la sera se ne stava sempre in veranda col proprio gatto, un persiano dal p elo ispido e morbido, rugginoso, a st rofinarlo pe r ore, mentre seguiva con disinteresse le notizie di giornata alla radio, ripetitive nel loro perverso gioco d'imbarbarimento: rivolte, sparatorie, il rapimento di due bambine, l'aumento dei premi m alattia, i tassi di interesse in caduta libera, un anziano pedone travolto in centro città. Dal balcone dell'attico assiteva come spettatore non p agante allo spettacolo delle vite minime che si trascinavano nelle vie, scambiavano occhiate, qualche gesto, un saluto distratto. A volte un grido, qualcuno che scappava, forse un perdite mpo, oppure un mascalzone scippatore. Dove st ava la polizia, in questi casi? Il gatto sulle ginocchia, accovacciato come una harnhola di pelo, e manava ronzii quieti, respiro lihe ro, ottuso e indifferente. I mattini se ne usciva presto, anticipando i chiarori dell'a urora. Caffè, un crostino integrale spalmato di miele e già per strada con passo deciso, lungo dodici isolati, p ercorrendo sempre nuovi marciapiedi. N on gli pesava la sua p rofessione, benché avesse p oche occasioni per mostrare il suo talento, la sua volontà di lottare, adattarsi e raggiungere sempre gli obiettivi aziendali prefissati, con matamatica precisione. Atteggiamenti, questi, ereditati da una madre-generale, a seguito della prematura scomparsa del padre: un brusco incidente sul lavoro, ingranaggi che lo avevano stritolato, il pover'uomo. D a allora il rigore educativo si impose in famiglia, con dirette conseguenze comportamentali: raggiunta la maggiore et à il fratello maggiore s'era svap orato come ne ve al sole, forse fuggito oltre oceano con una bella mora. M entre lui, ereditato un modesto attico in Via Colombo, s'era stabilito col gatto p ersiano della madre, insofferente pure lui alle lamentele della vecchia. Così, s'era rintanato in una sorta di vita sociale, scandita da ritmi regolari, salario costante, dieta equilibrata, corsa o biciletta dom enicale, infine un surrogato di ragazza, che un weekend sì e uno no accompagnava le sue notti con una pregevole passione giovanile.

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G EIUlY MOTI IS

Per il resto scriveva poesie. Indolente alle sue esigenze personali, la madre lo aveva incanalato in un nuovo meccanismo sociale e lucrativo prestabilito, calcolato, e raggiunto per il figlio solitario, che la vita aveva toccato con mano di dramma già in tenera età. Spenta la radio, mentre il gatto si ritirava nella sua cesta di vimini imbottita, abbandonandosi a memorabili sonni felini, liberava musica dei Sigur Ròs, un gruppo islandese che riempiva il salotto di atmosfere eteree e sognanti, silenzi e pacate melodie di nebbia, che infondevano pace. Allora si lasciava guidare dai suoni onirici che si facevano esperienza extrasensoriale e componeva versi sublimi, che mai - forse - alcuna persona aveva ancora composto. Scrivere era per lui un atto di ispirazione cosmica, la ricerca dell'assoluto perfetto, il ricongiungimento con la Voce Primordiale, il Pianto della Natura, il G emito delle Stelle, il Vagito dei Mari; la spasmodica ricerca dell'origine del Tutto, modellato dentro forme poetiche naturali, eteree e splendidamente calzanti. Fu all'alba del quarantunesimo anno, vergate migliaia di carte di poesie che riassum evano il Respiro del Cosmo, che decise di confrontarsi con l'esterno. Contattò con vago pudore mentale e senso di vergogna fisica una p iccola casa editrice. Un vecchietto rispose cortesemente: "Mi spedisca i materiali e vedrò che cosa posso fare per lei ... ", disse. Sette gio rni do po il vecchitto richiamò con la voce spezzata dai singhiozzi: "Non posso credere che un uomo abbia potuto scrivere queste poesie ... Sono così. .. sono infìntamente ... ", balbettava. "Non trovo le parole ... mi scusi". Il mese di marzo la raccolta di poesie emerse dal nulla cartaceo e si manifestò pubblicamente. Non sapeva il giovane come avrebbe reagito la gente che stava pian piano gremendo la sala multiuso del quartiere Bondietti. Uno strano senso di calma, un aro ma di ciclamino nelle narici, la musica eterea dei Sigur Ròs che accompagnava i suoi pensieri, nel silenzio raccolto del locale durante la presentazione. Sprofondò nelle parole, nel tempo, in paesaggi di bruma e di colore, di sapori e odori di fresca sorgente alpina, mentre il pubblico, assorto, contemplava spazi mai visti, p ercepiva sensazio ni mai provate, masticando aromi mai gustati in vita. La lettura pubblica terminò nell'assoluta estasi sperimentale. Gli applausi s'e rano fusi in un unico deciso suono di acclamazione, un'unica voce ch e lodava e ringraziava, allo stesso tempo, riem piva il cuore di grazia. Si svuotò quella sala, con le nto e costante flusso di gente verso le

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IL POET,\

uscite, all'aria di una nuova sera, che aveva colmato cuori e sogni segreti. Restò solo, nella sala. Una sensazione di vittoria alata, un tuffo nel ventre materno della vita. Poi s'udì uno scricchiolio, di lato, avvicinarsi. Un uomo dalla folta barba nera, denti che avevano provato molte stagioni di ghiaccio e di castagne, lo raggiunse. "Splendida poesia, la sua", disse l'uomo con un ampio sincero sorriso. "Lei non mi conosce, come nessuno conosceva lei prima di questa sera; entrambi siamo nessuno", continuò. "Mi conceda di dirle, caro amico, che la poesia da lei scritta è la più alta che animo umano abbia mai creato, eppure ... ". Tentennò l'uomo, attese il tuffo di fegato nel poeta, il cedimento di terreno friabile sotto i suoi piedi. Ecco, una ruga cedette sulla fronte. "Eppure", continuò l'uomo barbuto "ho percepito una stonatura ... ". "Una stonatura?" chiese contratto il poeta. "Non è possibile, le assicuro che ... ". "Oh, non si angosci, per carità. N essuno l'ha notata, tranne me. Alla trentaduesima lirica, verso settimo; un inciampo metrico. Del tutto ininfluente, mi creda ... ". Era vero. Era proprio vero; trentaduesima poesia, verso settimo: un singulto, un intoppo, un imperscrutabile vuoto, il nulla. La notte fu colto da rabbia e sgomento, poi da delirio onnipotente, per di nuovo piombare ne ll'ira. Nei giorni seguenti vi fu l'incoronazione poetica, la lauda ineccepibile, l'innalzamento ai numi secolari. Stravaganti titolature di giornali: "Riscoperta la sorgente della poesia", "Quarantenne rivela nuovi mondi di sogno", "Incarnazione trascende ntale in un semplice impiegato d'azienda", "Quando la poesia sposa l'arte sublime in un solo uomo" ... Giornali scrivevano di lui, giornalisti chiamavano, appassionati lettori inviavano lettere, adolescenti riscoprivano il piacere della lirica, anziane vedove colmavano il vuoto delle loro case con nuova speranza. Era subissato da elogi sp erticati da ogni lato. Tuttavia lo rodeva l'animo un pensiero morboso. Quell'uomo barbuto sapeva, aveva scoperto il suo segreto, aveva infranto la sua fragilità arrogante. Il poeta aveva atteso decenni p er m ostrarsi pieno e consapevole, nell'interezza della conoscenza ed ora il suo destino si sgretolava come carta arsa. S'era smascherato di fronte a un solo uomo, venuto chissà da dove, che nessuno conosceva, nessuno cercava. Ma che importanza aveva, in fondo, se una persona aveva trovato un minimo difetto nella sua poesia, che sovrastava qualsiasi altra produzione umana? N ell'animo fragile del poeta si era però già innestato un germe, che ave-

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GEIUlY MOTTIS

va iniziato a crescere, e di notte in notte cresceva, assorbiva nuova linfa, un quieto poi irrequieto senso di umiliazione, che chiamava pian piano, po i sempre più forte, vendetta. C hi era veramente quell'uomo barbuto? U n poeta frustrato e geloso? Un infiltrato? Una spia? Un assassino? Un demonio? Così, un giorno di fine aprile, spinto da folate di vento ne rvoso, si buttò per le strade in cerca dell'uomo barbuto, chiedendo qua e là, dent ro bar e chioschi, nelle biblioteche, ne i supermercati. "Un uomo barbuto dal bel sorriso che si dedica alla poesia? Sì, conosco una persona simile", disse una ve nditrice di ab iti in una boutique. Vive no n molto lontano da qui, in Via delle Camelie, credo al numero 7. "H a il giardino che è una favola ... " sentì commentare la venditrice, mentre il poeta se ne stava già uscendo, il volto corrugato. N ella tasca dest ra dell'impermeabile stringeva qualcosa, un oggetto oblungo, duro, come a tastarne il desiderio di delitto e castigo. Raggiunse con passo svelto Via della Camelie. Al numero sette vi e ra una villa in muratura elegante, stuccata di bianco. Il giardino antistante il portone d'ingresso, perimetrato da una b assa siep e di alloro, era incredibilmente curato: file di piantine nane da frutto e aiuole coperte da teloni di plastica opaca per la coltivazione di legumi e ortaggi durante tutto l'anno. Pomodori, cetrioli, insalate e zucche rigogliose erano allineate con precisione le une di fianco alle altre, pulite e rilucenti. "Un orticoltore", pensò il poeta. "N on me lo sarei mai aspettato". Il pugno strinse l'oggetto contunde nte nella tasca. Poi si diresse verso l'entrata. Spinse il portone ed entrò. Era sera. I primi veli oscuri scesero sulla casa come tendine di un sipario . L'aroma intenso di cibo fresco proveniva dalla cucina, da dove il poeta sentì sfrigolare nell'olio una pietanza squisita, forse p ancetta con pomodoro. L'uomo barbuto era probabilmente ai fornelli, preparava la cena. Benché avesse fretta di portare a termine il delitto, fu richiamato da un ritmare cadenzato, un fiato, un respiro soave dalla stanza accanto. Aveva estratto dalla tasca una lunga lama nuova, puntata nella penomb ra del locale. Forse un gatto che dormiva. N o, no n poteva uccidere un gatto, non se lo sarebbe mai perdo nato .. . Si avvicinò al fiato ritmato, quieto, p rofondo. Il coltello t rovò una flebile resiste nza, un velo bianco. Lo scostò con delicatezza. Da lì p roveniva quel soffio di vita; una neonat a in cuna, nel silenzio ovattato del locale, sprofondata nel mistero della vita onirica, l'innocenza che si nascondeva ancora al mondo. Fu in quel momento che gli cascò addosso il peso del pugnale, irresistibile peso,

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cadde, sparì nel buio, s'assopì forse sopra un tappeto. Fu la realizzazione del desiderio primario di pienezza, in quel soffio morbido e caldo di bambina. Poesia manifesta. "Chi va là !?" fece improvvisa una voce dura alle sue spalle. E la luce inondò di colpo la piccola stanza.

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notizia

Flavio Stroppini nasce a Gnosca nel 1979. Ha conseguito il Master in Tecniche della narrazione alla Scuola Holden di Torino. Scrittore in prosa (Scarafaggi, Ulivo 2010; I sentieri, CCIM 2009; Oggi: freddo e crudo, Fondazione Diamante 2009; Niente salvia a maggio, GCE 2004) e in poesia (Assemblaggio ln/om,azioni Verosimili Quotidiane, Allachiarafonte 2008; Bar Macello, GCE 2001); suoi scritti sono presenti in collettanee e riviste letterarie. Si occupa anche di scrittura e regia radioforuca (In difesa del tunnel, 2010; Storie di streghe, 2009; Fogli dal tascapane, di Max Frisch, 20 11) per la radio della Svizzera Italiana (RSI Rete 2) . Nel 2011 cura la regia de Il testimone indesiderato, opera radiofonica rappresentata e registrata all'auditorio RSI di Lugano con l'Ensemble 900 del Conservatorio della Svizzera Italiana nell'ambito del cartellone "Novecento e presente". Nel 2010 collabora al progetto "Età dell'oro" nell'ambito della 7° biennale dell'immagine di Chiasso, scrivendo Le avventure del Geco (testo radiofonico). Dal romanzo breve I sentieri è tratto uno spettacolo di narrazione rappresentato in varie occasioni tra cui Il Festival lnternazionele di narrazione di Arzo (2010) e al Teatro Sociale di Bellinzona (2010). Si occupa di scrittura cinematografica (documentari e cortometraggi presentati in Festival Internazionali, tra cui Locarno, Parigi, Hollywood). Nel 2009 cura la regia del cortometraggio Ma ngiami, presentato al Torino Film Festival. Nel 1999 riceve la Selezione Internazionale al Campiello Giovani, nel 2000 la Selezione Hermann Ganz alle Settimane C ulturali Svizzere, nel 2009 il premio sceneggiatura Lincoln Rising Stars Competition (videoclip in onda ai Grammy USA 2009), il Premio Selezione Ford Mustang short Story (sceneggiatura) ed il Premio Variazioni in Noir (Racconto-Festival del Cinema di Stresa/Einaudi/ RSI). È cofondatore e direttore della rivista online Uno (www.uno.radjogwen.ch). Nel! 2010 -11 collabora, con una ricerca sul mito delle fortezze del San Gottardo, alla stesura dell'atlante Landscape, Myths and Technology (USI, Accademia d'Architettura, LabiSAlp, ETH Zurigo) . Propone reading musicali a Festival ed eventi letterari (nel 2011 presenta Isola al festival letterario Chiassoletteraria e L'uomo nuovo al festival Poestate di Lugano).


Monumenti di Flavio Stroppini

Monumenti

Osservo i viadotti, le nuove grandi opere che si dirigono in linea retta verso il centro. Sezionano i campi, i palazzi, le strade. Il trasporto di masse di persone non identificate lascia una ferita indelebile sul territorio della periferia, una ferita nella quale impalcature di cemento sostenute da archi in acciaio si riproducono in una serie quasi infinita di monumenti.

L'amministrazione delle stagioni: autunno Aveva l'idea di volere dire qualcosa sulla follia delle città. Stava dimenticando lei. Questo permetteva all'inverno di arrivare. E congelare tutta la vita, in qualche frase. I negozianti vedevano nel suo viso qualcosa di pericoloso. Quel che amava era l'odore del caffè. Quando si svegliò era domenica, era il giorno dopo. Decise di passarlo tra tavole calde dai nomi altisonanti, tra uomini con abiti in taglia unica. Lei ormai era solo un rumore in lontananza, le persiane erano state abbassate sui ricordi. Qualcosa di ultramoderno, prodotto con qualche materiale bellico, gli passò accanto. Era autunno. Lui era a passeggio.

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FLAV IO s·1 ROPPINI

L'amministrazione delle stagioni: inverno Avre bbe voluto avere dei sottili guanti in gomma, come quelli che usano i chirurghi. Gli avevano raccontato di un poeta che viveva in una stanza del vecchio museo e voleva fargli visita. C'era anche un collezionista di francobolli. Uomini da cimitero. Le direzioni del traffico erano ben segnalate da cartelli stradali con delle frecce colore bianco dipinte nel m ezzo. Se non fosse per la neve, che rendeva il mondo come dietro a una vetrina, avrebbe p ensato di stare finalmente respirando d ella libe rtà. Si accorse che nessuno gli avrebbe perdonato il minimo errore. C'era stato un tempo nel quale si sarebbe potuto chiamare con qualsiasi nome.

L'amministrazione delle stagioni: primavera Ha organizzato la vita con assoluta libertà. Anche la solitudine. Partiva spesso, come poi si scoprì, p er scopi amorosi. Non si ammalava quasi mai. Le i la conobbe che era bambina: mangiava molta verdura e uova, panna e frutta e qualche dolce. La parte superiore del corpo di ambedue non si vergognava di quella inferiore. Lei gli diede una fotografia. Poi litigarono. Lui viveva in una casa con dei cani fieri come leoni dietro ai cancelli. Sul suo comodino appoggia tuttora dei libri. È così che vivono quelli come lui. Delle cartoline di paesi lontani. Un giorno decise di passare un mese in una stanza di albergo. Ne trovò uno che pareva una bottega.

L'amministrazione delle stagioni: estate Si incontrarono parecchie volte in uno scompartimento ferroviario. Si e rano fermati quasi ad ogni angolo di strada. Lui era ammutolito ed aveva ritratto il braccio. Po i non si erano più visti. N essuno ha mai ricevuto spiegazioni. Era caldo. Le corone di fiori si seccavano. Incendi rie mpivano le pagine dei gio rnali. Tutto quello ch e gli è ve nuto in me nte lo ha t aciuto. Nonostante la densità di popolazione per chilometro quadrato nessuno gli ha riconosciuto qualcosa da raccontare.

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MONU M ENTI

Col passare del tempo il soppracciglio destro è diventato più alto di quello sinistro. Lo ha sempre affascinat o il modo in cui nella città la terra si t rasfo rma in cemento e mattoni. L'elenco di quello che ha perso lo ha scordato. I suoi giorni e le sue notti sono una fuga. L'estate possiede suoi miraggi. Lui possied e una città con l'esilio in casa.

Panoramica di un nuovo medioevo D ecadente è una città abbando nata da anni nella quale si leggono t racce evidenti di vita: me mbra stanche e polvere, comb ustibile ed ava rie alimentari. Scorrendo tra magazzini dimenticati e toraci d i case, tra i campi accerchiati da steccati e dall'aeroporto della città mi accorgo di una strada senza energia elettrica, p robabilme nte a causa di un corto circuito. U na bottega con due uomini all'esterno su sedie di plastica, un m acello e del filo spinato fuori da una fabbrica; uno dei due uomini, senza troppa fretta mi chie de di scattare una cartolina panoramica. Un ragazzo canta a voce spenta, una donna osserva una ecografi a datata di tre anni; aspetto che il sem aforo scenda al verde, che l'automezzo p ubblico in direzione del centro mi rilasci, così che possa rinchiude rmi nell'app artam ento, con i mie i incendi. La t enda d ella strega è un sacco ap peso ad un albero nel quale si viene rinchiusi e fatti dondolare fino a ch e le o recchie perdo no l'equilibrio e si inizia a vomita re. O ggi la nebbia rivela i confini: un uo mo, un cane, due pneumat ici rigidam ente incolonnati in una linea lu nga tre chilom etri almeno. La testura del m ondo e le variazioni del p rezzo dell'oro sembra no vogliano invitarci a scendere nelle st rade ad annunciare un nuovo medioevo. O sserviam o la cinghia di t rasmissio ne ed il com b ustibile, le bottiglie, gli utensili ed i barattoli. Si invecchia p recocem ente ogni decennio, si abbando nano altre scuse come oggetti nel t raffico. La solitudine oggi è u n rumore di quadri elet t rici ed interruttori ed imp iant i telefonici. H o dormito e camminat o, la notte, tra le facce annerite da un incendio alla fabbrica del sale. Sotto la neve è arri vato un t reno, la p olvere è caduta leggera e la primavera quando me ne sono andato. N essuno mi ha chiesto la garanzia, di no n to rnare, sembra sia p ossibile co nd ividere gli scheletri.

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Storie di città numero r Aspetto sotto l'insegna di un risto rante c inese c hiuso dal nome Mao Dao e vedo il 14 ed il 53. Quattro aggrappati al freddo per rimanere svegli, un inizio di cantie re; pe nso all'Unione Sovietica, all'estetismo, ad una strat egia di difesa: conto i fori della panchina in acciaio pe rfettamente tondi. Per qualche minuto l'incrocio in sile nzioso congedo resiste al contagio di automobili che poi lo conquistano e si dispe rdono indirizzate ai loro parcheggi: il suono di una ambulanza galleggia nell'aria in attesa del vento. Ascolto l'orario continuato dei discorsi sul 4 in ritmo uno due e tre quattro cinque barra quattro. Il pavime nto è di colore verde azzurro come una piscina. le tue gambe non sono le tue. Una regina veloce posa la borsa della spesa: all'interno granaglie ed ortopedia. Incrocio un sorriso eterno ed un corpo in bolletta, lacrime fino alla sigaretta ed una maglietta viola con la stampa: no leggio anime. Affondo mancando qualsiasi amministrazione alla mia centralina.

* Storie di città numero 2 Pe r p ote rne parlare bisognerebbe conoscere la fine. Come nelle storie di evasioni, e fughe tra desideri di libertà. Leggo di regole appena accennate, di imprese co mplesse.Una donna racconta reggendo un un sacchetto di plastica con la sp esa del giorno: qualche carota, pane e frutta. Le aspettative di vita cercano di equilibrarsi. In scolastiche equazio ni, senza p erò chiarire la nat ura dei danni. Pe r rivelare la pre senza di germi nel sist e ma respiratorio si proced e ad un esame esp ettorato, segue un t est citologico.La do nna con il sacchetto di plastica della spesa mi racconta del suo spirito impre nditoiale; finisce che vorrebbe barattare qualcosa. La diagnosi della situazioni è rapida: le condizioni die p azie nti sono t emporanee. Le ragazze giovani, i vecchi, una bambina mode llo, un direttore d'orchestra, un papà, de i pugili scendono alla stessa fe rmata, prima del capolinea. Camminano sulla strada. Ho v isto tanto in un solo giorno dice ad alta voce il conducente. LL'ultimo passeggero attende ch e la sua immagine riflessa sul vetro dia spazio agli ultimi caseggiati della pe riferia. Decido di scrivere sul retro del regolare biglietto: immaginare una scacchiera

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dove i pezzi non sono posati, ma conficcati e la mano del giocatore, che stà sotto il tavolo, li muove dal basso.

Storie di città numero 3 Le strade le rotaie un tempo di tensione, inflazione ad alta percentuale, una donna aggredita con un taglierino, una banca rapinata con un taglierino: un uomo con una calza in testa. Scontro frontale. Sei sedili colore blu con punti bianchi. Un ragazzo beve da una lattina. Quello che non funziona è la giustizia, nessuno che si ferma nessuno che viene arrestato: il caso non è chiuso. L'attacco presuppone delle regole d'ingaggio. Il latte viene bloccato sulle strade: si scalda sull'asfalto, brucia. La guerra delle vacche, una quasi madre spinge il bambino sulla carrozzina piange. Delle accuse vengono riprodotte in centinaia di migliaia di copie cartacee. Un treno entra nella galleria elicoidale, un musicista inserisce oggetti tra le corde del suo pianoforte. Un anziano conta il tempo nel suo portamonete. Il cielo si addensa poco prima della tempesta elettromagnetica: nelle pendenze della montagna scivolano rigagnoli. Della frutta marcia viene calpestata dai passanti. Si teme il contagio, si richiamano gli ambasciatori. Un carrello con delle cibarie scivola all'interno del treno, una madre acquista frutta per il bambino sulla carrozzina. Un anziano beve del latte caldo per potersi addormentare. Brucia un pianoforte, i colori del cielo sono blu e bianco. L'attacco viene sventato da un uomo con il taglierino. Una lattina disseta una donna aggredita, degli oggetti vengono abbandonati in montagna, la giustizia continua, termina la galleria elicoidale, le percentuali diventano simbolo di rivolta. Condanne a morte vengono messe al macero: centinaia di migliaia di copie cartacee. Il funerale avviene con due file di braccia che trasportano la salma fino ad una fossa, nella quale grazie ad una struttura in legno inclinato viene fatta scivolare la carne, le ossa e gli organi interni. I termini emergenza e paura vengono utilizzati nelle aree dismesse: una tromba d'aria segue la tempesta elettromagnetica, qualcuno si volta ad osservare la distruzione poi prosegue. Sotto due chilometri di terra e roccia un treno s'inclina sicuro verso la 1uce.

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FI.AVIO STROPPINI

Il centro della Svizzera Il centro d ella Sv izzera è un paese blu somme rso d alla neve con strade c hirurgicam ente sezionat e da autom obili a trazione ante rio re. Mi chiedo: dove si siano nascosti i gatti e le loro prede, se con l'a rrivo de l mattino si sc ioglie rà la nebbia, se alla st azione di Brunne n dist ribuiscano gratuitame nte quotidiani, se il cap otreno note rà l'abb o nam e nto ferro viario scaduto da prima di ie ri. C'è un lago ghiacciat o con un lume nel m ezzo: immobile; se fo sse un luo go poet ico direi: una barca sorpresa dall 'inverno. Invece sono le sei ed un q ua rto d el mattino. H o lasc iat o un p avimento in legno, un riscaldam ento funzionat e. E salgo verso le alpi pe r seppellirmi ne l mezzo e sputare altro sangue. Com e stamane nel lavabo bianco. Le macc hie rossastre a croce.

Uno Fuori piove. N o nostante le p revisioni d el tempo: sole e t e mperature alte. Sul giornale parlano di una fia mma, visibile a venti chilometri di dist anza. Si è rotto un condotto de l gas. A M osca. Tutti i giornali hanno utilizzato la stessa fotografia. A sp etto il notiz iario televisivo. Voglio vedere se diet ro alla presentatrice ci sarà la stessa fotografia. Con i po m p ieri e la fi amma. Alta. Visibile a venti chilom etri di dist anza. A Mosca. Ieri sono andat o in spiaggia. C'era Luc rezia, Pe rseo, Ares, Ida. Abbiamo parlato di una giraffa nata allo zoo d i Z urigo. N essuno ricordava il nom e c he le hanno dat o, solo l'altezza. U n me t ro ed ottanta. Lucrezia se ne è andat a presto, verso le q uattro. Quelle nuvole non mi piacciono, ha d etto. Po i è sparita, p rim a del te mporale. N o i c i siamo rifugiati in un cap anno pe r gli attrezzi, ricolmo di sedie a sdraio d a riparare. M ancano venti minuti al notiziario in t ele visio ne. L'albe rgo è vuoto. Santa M argherita è vuot a. Genova è vuota. La Liguria è vuota. L' Italia è vuota. L'Europa è v uot a. Il m ondo è vuot o. Io sono vuot o. Cerco qualcosa con cui rie mpirmi. Ida e Perseo sono andati a pescare, sono pa rtit i alle cinque e t renta, dovrebbero to rnare ne l primo pomeriggio. Con la pioggia p ot rebbero prendere più pesci, sempre che pescare sia quello che gli interessa. Quest a mattina ho fatto colazione con Ares. H a let to ch e a Los Angeles è

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MON UMENT I

morto lo sceneggiatore della serie televisiva Bonanza. Gli ho risposto che non ricordo nessuna puntata, solo i volti dei protagonisti. Li ha caratterizzati bene allora, ha detto. Ho lasciato cadere il discorso. Per me l'importante sono le storie. Raccontare. A Parigi un cantante pop ha aperto una scuola di Joga. Ecco il notiziario televisivo. Sì, la fotografia dietro alla presentatrice è la st essa dei giornali. Con i pompieri e la fiamma. Alta. Visibile a venti chilometri di distanza. A Mosca. Scopro che a Roma, sempre a causa della rottura di un condotto del gas è esplosa una palazzina. Una donna è morta. Cinque i feriti. Fuori piove.

Due Un ragazzo di quindici anni seduto davanti a me sul tram reclama ad alta voce l'indipendenza del Nord Italia. Non vogliamo una nazione multietnica è il titolo dei giornali di oggi. Ieri emergenza. Domani emergenza. Sono partito che era ancora notte. Sono passato per Berna, con il treno. Dei pendolari chiacchieravano. L'orso nella fossa al centro della città è morto da tre settimane. Pedro era il suo nome. Ci sono molti turisti che vanno a fotografare la fossa vuota. Ho trent'anni. Fumo Gauloises. Parlo un poco di tedesco, il francese, afferro il senso in inglese. Ho passato le alpi sotto il Sempione. Sono sceso a Domodossola dove ho cambiato treno, fino a Stresa. Nel 1935 c'è stata una conferenza, convocata tra Italia, Francia e Gran Bretagna all'indomani dell'assassinio del cancelliere austriaco Dolfuss per mano nazista, nella speranza di arginare il riarmo tedesco. Anni dopo Lavai e Mussolini diventarono alleati dei tedeschi. H o proseguito in automobile, su di una skoda, accompagnando a Torino un produttore di film impegnati. Poco dopo Stresa, nel mezzo di una rotonda nel raccordo autostradale per Alessandria, pascolavano delle mucche. Le automobili sfrecciavano veloci, per raggiungere la loro destinazione. Ho chiesto di fermarci. Volevo contare le mucche. Tredici. Abbiamo proseguito senza parlare. Ognuno annegato nei suoi pensieri. Ho finito le sigarette poco prima di Settimo Torinese. C i ha accolti un temporale. Un fiume straripato. I rumori come in guerra. La natura e la città: una secessione. Ho comprato delle Gauloises in una tabacche ria di Corso Vittorio Emanuele. L'unica aperta tutta la notte. Ho raccontato al tabaccaio la storia dell'o rso di Berna. Abbiamo fumato assieme, guardato

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la gente guadare il Corso ed adde ntrarsi nella stazione di Porta Nuova, fino agli ultimi treni, ordinati, in fila, sui binari dall'uno, al diciannove.

* Tre Mi ha raccontato di avere sognato di un gatto che le mordeva la gola, è stato un m omento: un balzo, un movimento fluido, composto, una

danza, un telegramma. Mi ha raccontato che fuori piove. Piove un poco tutte le sere, per aumentare l'umidità, della notte, p er fare crescere il fiume. Mi ha raccontat o che le cupole della sinagoga del Nord sembrano uova pietrificate, dime nticate da un qualche rapace preistorico distratto, o colto di sorpresa, da questa o quella glaciazione. Mi ha raccontato della pianura sott'acqua, sezionata longitudinalmente dalle linee dell'alta velocità. Mi ha raccontato di avere notato delle infiltrazioni nel soffitto della cucina, mentre cucinava. H o ascoltato. Pensavo alla città nella quale viviamo, con le sue vie rigide con i rifugi chiusi ed i militari per strada. Ho visto un'evasione una volta in un film, con delle corde t ese, tra la t orrett a d e ll'edificio carcerario e d un p o nte, un cent inaio di

metri più in là. N on ricordo come abbiano teso le corde, le funi, le cime. Sono una barca senza ormeggio. C he deraglia, da un confine all'altro.

La città di cemento armato Vivere in una c ittà di cemento armato significa adeguarsi a sconfinare in continuazione tra ombra e luce. Le ombre atte ndono inaspettat e ad ogni angolo, la luce cerca di sezionare i marciapiedi calpestati da milioni di passi. I colo ri a disposiz ioni diventano due: il grigio ed il blu. La te rra ed il cielo. La notte del primo sabat o si scat enò una te mpesta. La gente osservava i fulmini rincorrersi te m endo pure di ap rire la bocca. Ve nne la p ioggia ad intasa re le strade. Le automob ili furono abbandonate lungo i m arciapiedi. C hi pot eva pe nsava al m odo di fare le valigie ed andarsene dalla città di cemento armat o. Il p aesaggio divenne terreno di scontro tra la forza della natura e quella dell'uomo. Rinchiusi ne i loro alloggi i cittadini osservavano le linee rigide disegnat e d agli architetti di st ato, sovrapporsi e confo ndersi a

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natura e quella dell'uo mo. Rinchiusi nei loro alloggi i cittadini osservavano le linee rigide disegnate dagli architetti di stat o, sovrapporsi e confondersi a muri di pioggia, piazze di grandine, strade di elettricità. Le regole d el gioco e rano state definite, il campo de limitato, i giocatori avevano iniziato a muoversi. Il loro mondo avrebbe sm esso di respirare allo stesso modo. Quel qualcosa che sarebbe accaduto veramente non avrebbe lasciato nessuno innocente.

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notizia

G iulia Elsa Sibilio è nata a Faido nel 1987. Figlia di due insegnanti, ha da sem pre vissuto a Biasca in una casa piena di libri. È semplice spiegare la passione per la sc uo la e per la letteratura che l'ha po rtata, do po gli studi liceali svolti a Bellinzona, a studiare italiano e storia a Losanna. Dopo un Master con una tesi su Andrea Valente, auto re italiano conte mporaneo per l'infa nzia, e una specializzazio ne in Lingue e letterature europee comparate, segue ora a Locarno l'abilitazio ne per l'insegnamento nella scuola media. Da diversi anni partecipa alla «Notte del racconto» come narratrice per le scuole elementari di Biasca. Ha inoltre collaborato co n Raffaella Castagnola all'o rganizzazio ne della prima edizio ne di «Aria di fiaba». La sua passione per il mondo letterario l'ha portata al «Festivaletteratura» di Mantova, scoprendo da vicino il mondo dell'e ditoria e co noscendo da vicino alcuni autori, partecipando a quattro edizioni come volontaria. La sua prima pubblicazio ne è un breve testo intitolato Caro diario, sull'«Agenda» 20 0 4- 200 5 de «La Pecora Nera». Segue una poesia Amo sull'«Antologia del concorso di emozioni» (Kimerik, 2007) . Sempre in francese ha pubblicato un testo sulla rivista «Persi!» di gennaio-febbraio 20 10, in seguito alla partecipazio ne al corso di Ecriture créative tenuto dalla professoressa An ne-Lise Delacrétaz. Due suoi racconti sono stati pubblicati sul numero 58 della rivista «Bloc-notes».

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Pensieri in metropolitana di Giulia Elsa Sibilio

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he stress! Anche stamattina sono in ritardo! Pre ndo lo zaino, chiudo l'appartamento, ascensore ... no, meglio le scale, e di corsa. Fuori. Mi fiondo verso il bus ... e hiehi! Si Fe rmi! Mi ha visto, per fortuna! Mi infilo tra le due porte che apre al volo. Bene. Ora posso riprender fiato. Solo due fermate, alla prossima d evo scendere. Cavolo, questi scosso ni! Potrebbe guidare un po' m eglio ... Vabbeh, t e niamoci alla sbarra vah ... N on è facile t e ne rsi in piedi, soprattutto a quest'ora del mattino. Apro gli occhi: 6-45 1 b e ne, com e al solito mi sveglio 15 minuti prima della sveglia; devo aver un orologio inte rno mal regolato, m a sempre in funzion e. M eglio così. Posso pre nde rme la con calma. Doccia. Controllo la posta elettronica: "Hai o nuovi messaggi" ... e h te parevan 7.30, e sono a ncora in accappatoio! M eglio vestirs i e m ett e re i libri in una borsa. Pe rfetto anticipo, posso andare tranquillame nte a piedi fino alla stazione a prendere la m etropolitana. Mp3 nelle orecchie, qualche canzon e d'amore, un po' melanconica, mi accompagna. Fo rse non è il caso, cambio canzone, arrivo su qualcosa di più allegro. L'aria fredda della mattina mi scompiglia i capelli e mi congela le orecchie, ma, nonostante ciò, proseguo il mio cammino. Stazione, come al solito un sacco di ge nte, quasi meccanica, scende dal treno, solito percorso fisso, at travarsa la stazione p e r arrivare alla parte nza de lla m etropolitana, sembra un e norme gregge di robot. Frenata brusca, seconda fe rmata: stazione de lla m etropolitana. Tra uno spintone e l'altro seguo la massa che mi trasporta. Cavo lo, le p orte ! Oggi non è proprio giornata! Eccomi d entro appena prima ch e le p orte si chiudessero. Ora di punta: scatola di sardine umana. Non c'è bisogno che mi attacchi alla sbarra. Resto in piedi sorretto

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G IUI.I A El.SA SIBILIO

dalle altre persone, rimaniamo schiacciati l' uno all'altro; mi guardo in giro ... N essun viso conosc iut o, o, fo rse, qu alcuno sì. La c ittà è grande, la popolazione numerosissi m a ... Impiegati e st ud enti devono essere più o m e no gli st essi a p re nde re quest a metropolitana ... secondo un veloce calcolo delle p robabilità dovrebbe ricapitare un viso noto , ma pe r ora nessuno ha attirat o la mia attenzione. Quella ragazza pe rò devo averla già vist a, fo rse segue qualcuno dei miei co rsi... Anche qu el tiz io con qu el cappello assurdo devo averlo già visto, de v'essere com p letame nte sv itato ... O h m e rda! D e vo scendere! T ra un pe nsie ro e l'altro, com e p assa il t e mpo! D ov'è il pulsant e? Ah, eccolo, su qu ella sb arra... mi faccio un varco tra la ge nte e riesco a scende re, pronto a cominciare la giornat a. M ah de h, zio ... stai un po' p iù sciallo, prendi la vita con p iù filosofia ... N o n se rve a nie nte tutta qu est a fretta Quest i ragazzi d el gio rno d 'oggi, che maleducati! N on si chied e più pe rmesso? Sìsì, siet e giovani... avete t utta la vita dava nti, ma co rret e p er vivere a p ie no questa gioventù! Possibile ch e no n sapp iate an da re co n calma? O pe r lo m eno ave re un po' d i rispetto, soprattutto p e r la gente anzia na! N o n c'è più rispett o! C'è bisogno di sp intonarmi pe r scende re? Se solo quel giovinotto si fosse accort o ·p rima della sua ferm at a, non avrebbe av uto b isogno di arri varmi addosso p er scende re! C h e gente! U ff. .. la m et ropolitana è st ra piena com e sempre ... meglio asp ett arne un'altra. C h e b ello pre nde rsi una mattina co n calma p e r pot er assa porare la giornat a. C he bisogno c'è d i fa re come tutta quest a gente, farsi travolge re dalla folla e stressarsi? M eglio as pettare il prossimo treno, fra c inque sarà se nz'altro meglio. Invece no, calcolo sb agliat o. A rriva il t re no, sce nd e un esercito di robot che si spost a per prende re la coincide nza, risultat o: m et rop olitana pie na ze ppa. Fo rtunata m ente riesco a sed ermi, te ngo sotto co ntrollo le fe rmat e, prima... seconda ... t erza ... qua rta ... quinta ... sesta, m eglio inizia re a spostarsi, scendo alla settima. Re m ino re, Sol minore, Do, re mino re, re settima, sol mino re, Re minore, La settima, Re m inore ... G razie, e sorrido, di solito sono le persone d i u na ce rta et à a fe rmarsi, o ppure le m amme con b ambini piccoli ... ch e gentili q uesti stude nti, ch e ogni t anto si m ettono

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O PERA Nl 'OVA 20 12/ I


PENSIERI IN M ETROPO LITANA

qui ad ascoltarmi e mi lasciano qualcosa pe rc hé p ossa co mprarmi un caffè. Re minore, D o, Sol... Drrrrriiiin. O ccavolo , il mio orologio inte rno non ha fun zionato, per fo rtuna mi sono ricordat a di regolare la sveglia] Allora: lava rsi, bianche ria, m aglietta, p antaloni ... Dov'è il mio o rologio? e le c hiavi? Li ho lasc iati sul tavolo in c ucina? N o, no n ci sono, forse sul mobile del t elefono? Ah, n o, d evono essere sulla scrivania, li ho p oggiati li ieri ... Eccoli, nascosti sotto un foglio di appunti. Pettine, fermaglio nei cap elli. Bo rsa coi libri, pronta ad uscire ... p asso sost e nuto fino alla staz ione, salgo s ulla M et ro p olitana. Strano, non è t rop p o pie na, anche se i p osti a sed ere scarseggiano. Scorro il vagone con lo sguardo, eccone uno di fianco a un'anz iana signo ra. "Scusi, è libero?" mi risp onde con un sorriso, a c ui rispo ndo con un altro sorriso. Uffa ] N on ho voglia di andare a scuola] Poi devo tutte le m attine starmene pigiato tra tutti questi grandi ... Ehi, c i sono anch e io1 Per fortuna c'è il p ap à ch e mi tie ne pe r mano, è gra nde e grosso lui ... Deh, ch e pizza... non si può neanche più fumare in queste met ropolitane, p oi con questa gente che non sa assap orare il senso della vita... O h , m a sono p e rseguitata] È ancora quello dell'altro giorno ! U n gio rno mi spintona, un altro arri va tutto affannat o e sen za nea nch e chiedere se è libero mi si siede di fi anco. Sìsì, d eve essere lo st esso, gli somiglia proprio] E certa m aleducazio ne si riconosce p ro prio ! Questi maleducati! N on ci so no più i ragazzi di una volta! Biasc ica la c icca muovendo la t est a a ritmo con due c uffie nelle o recchie e con un ro nz io che sento an ch 'io, m a è m usica? Sor rido. Per fo rtuna non sono tutti così. Quest a ragazza sembra avere più o me no la st essa et à, m a ha tutt'altri mo di. C hiede gentilm ente se l'altro p ost o è libe ro, mi sorride q uando le risp o ndo. Esist e ancora qualche giovane educat o. Oh, p e r fortun a q uell'altro se ne va] Pe rò un buo n gio rno o un arrivederci, no n usa più? Anco ra un p a io di fe rmat e, e p oi t occa a m e scende re ... Cosa sta leggendo la ragazza? Ah, ch e bello sembra un lib ro di p oesie] C hiude il libro, si guarda in giro, d ev'essere prossima alla sua fermat a, mi saluta con un so rriso e un t imido arrivede rc i e scende. Università.

OPERE NUOVE •

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G IUI.IA ELSA SIBILIO

Sono in ritardo come sempre ... Wow miracolosame nte una m etropolitana praticam e nte deserta! Ma lei è lì, col suo sorriso. Sorrido, chi edo se è libero e mi dice che il posto era apposta per me ... ma co me? Non ci siamo mai parlati ... DRRRIIIINNN. Dannazione! era solo un sogno! Balzo in piedi, dovevo fare in modo che quel sogno diventasse realtà. Sono sicuro di averla già vista ... Un'altra mattina di pioggia. Meglio prendere l'ombrello per evitare di farmi una seconda docc ia stamattina, attraversando il paese per arrivare alla staz ione. I robot bagnati sono ancora più assurdi, non aprono l'ombrello e continuano il loro cammino meccanico dal treno alla metropolitana. Oh, ho dimenticato il mio libro! Ah, gu:trda, ci sono ancora un po' di giornali nelle cassette di distribuzione! Ecco, così avrò qualcosa da leggere. Dopo 3 mesi, ritrovata bambina scomparsa. Rapita dalla zia, non sembra aver subito maltrattamenti . Ah bene, una buona notizia ogni tanto ... vediamo che dice l'oroscopo ... A cquario: Gio rnata no, meglio cercare di stare rilassati ... mah, che cavolata, meglio lasciar perdere, se mi dicono già che la giornata deve essere no, io che non l'ho ancora cominciata! Andrà storta la loro, non la mia! Meglio passare al c ruciverba: N egazione bifronte? NON. Meglio così che male accompagnati: SOLI. Piccoli intrattenimenti musicali ... mmh, boh, vediamo co n cosa incroc ia: in mezzo alla sala: AL. Meglio che lo finisca dopo, alla prossima de vo scende re. Oggi interrogazione di storia ... io non so nulla. Ce la farò? Sono sempre in t empo p e r scendere da questa metropolitana e prenderne una in senso inve rso, un b el giro in centro non guasta ... ma che scusa inventerò per l'assenza? Si, ecco dove l'ho vista! D ev'essere senz'altro lei, non può essere altrimenti. Lì, su que lla m etropolitana, ie ri, tra tutte le persone che av re i potuto inco ntrare, LEI. L'ho fissata a lungo. Così bella co n quel sorriso, non per me, ovviamente. Tra me e lei solo un sedile e un'anziana signora ... Devo assolutamente cercare di incontrarla di nuovo. Potrò mai rivederla?

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OPERA Nl 'OVA 20 12/ 1


PENSIER I IN M E"I ROPO I.ITANA

La, Mi, Re, Mi ... oggi sono tutti di fretta con questa pioggia Mi, La, Mi, Re, Mi, La ... Sarà dura oggi ... Mi, Re, Mi, La ... Che bello, oggi si va in gita al parco! Chissà cosa mi ha messo di buono la mamma nello zainetto! Oggi mi divertirò un sacco, spero mi abbia lasciato dentro il mio giochino ... Telefono, agenda, portatile, documenti per il capo: ho tutto. Cosa ho dimenticato oggi? 8.30 riunione, 9.15 appuntamento con il signor Anselmi, 9-45 Signor Sassini, 10.15 ... o h! ma che stupida! Oggi è il compleanno di Didi, meglio che trovi il tempo per uscire prima dall'ufficio per andare comprargli un regalino. Cosa potrei prendergli? Sicuramente un peluche potrebbe fargli piacere, o forse meglio uno di quegli ossi da rosicchiare? Ancora meglio, ho trovato: una di quelle scatolette c he gli piacciono tanto ... Niente, sono passate settimane, ma niente. Lei non c'è, si è come volatilizzata. Non sono più ruscito a rivederla. Ho provato ad arrivare in anticipo e fare tre volte il viaggio (andata-ritornoandata) ma non la vedo ... Una volta mi è parso di scorgerla durante il viaggio di "ritorno", lei era sull'altra metropolitana ... in direzione inversa! Non avevo calcolato questa possibilità. Da lì ho ricominciato a fare un viaggio solo, il caso avrebbe agito ugualmente. D evo assolutamente rivederla! Ora un po' di TV vah, alme no non ci penso ... È diventata un'ossessione. Biiip Biiip. U n sms, chi rompe a quest'ora? "Prof Graffetti assente". Come ti voglio be ne Chiara quando mi mandi questo gene re di sms! Olé, due ore di vacanza! Giusto il tempo per una partita a flipper i centro! No, non ci credo! eccola! È un po' bagnata dalla pioggia, sale col giornale in mano, eccola! È lei, non può essere un'altra! Eccomi! Arrivo! Ma dove corro così verso la porta, dove è seduta lei? Mi fermo. No, non posso, lei non sa neanche chi sono. Cosa potrebbe interessargli di me? Mi reputerebbe un cretino. Mi fermo. Guardo l'orologio e memorizzo ora e giorno della settimana, la settimana dopo avrei riprovato, prima avrei cercato un modo di comunicare. Non è possibile. Sono perseguitata dai maleducati. I giovani del giorno d'oggi sono impazziti. Un ragazzo mi spintona, si mette a correre per fare due passi e poi bloccarsi, ma che hanno per la testa?

OPERE N UOVE •

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G l l/LI A El.SA SIBILIO

Ma sciàllati zio! Non stai correndo i cento metri alle olimpiadi, puoi a ndare con calma ... Oggi ho visto una scena comica in metropolitana, un ragazzo ha percorso quasi un intero vagone a corsa travolge ndo gli altri passeggeri. E perché? senza un motivo sembrerebbe, ad un certo punto si è bloccato, mi è sembrato mi fissasse. Ma no, sarà stata un'impressione, ... Lo conosco? Sono tre gio rni c he la vedo. È bellissima! C hissà se anche lei mi ha notato! Ha sempre qualcosa da leggere, ho trovat o come fare ... oggi scatta il mio piano! Sono con mezz'ora d 'anticipo alla fermata de lla metropolitana, aspetto ch e le i salga e poi la seguo ... 8.15, sono quarantac inque minuti che aspetto, e fra dieci devo essere in aula, oggi non verrà. E malata? Le sarà successo qualcosa? Basta con questi p ensie ri negativi, molto più probabilme nte non avrà lezion e. Do, Sol settima, Do, Sol settima, Do, Sol settima, FA ... Ma, ancora lui? Questo ragazzo m e lo ritrovo ovunque! Però poverino ... se mbra aspettare qualcuno, che p e rò si direbbe ch e non è arrivato. Sale sulla mia stessa m etropolitana; ma che muso lungo! Pe r lo meno non sembra uno di quei giovani disinte ressati di tutto ciò che non riguardi la moda, sta legge ndo il giornale! Alme no a qualcosa si interessa ... Pe rò, questa giove ntù è davvero distratta! Guarda cosa ha lasciato qui il giornale ... e qui sotto, cos'è? Un libro di poesie d'amore! Beh, tutto sommato il ragazzo si fa ancora una cultura, non è d el tutto pe rso. Un altro lunedì. La fine del semestre è sempre più prossima, e sempre più ci sono cose da fare, la soluzione migliore per fare tutto è recarsi in biblioteca il più presto possibile per prendere posto e p ot e rsi so mme rgere di libri, fogli e appunti. Vado avanti così da settimane o rmai, prima o poi impazzirò, oppure diventerò una p arte integrante della biblioteca. Ma è bello svegliarsi con i primi raggi di sole nella stanza, il canto degli usignoli e uscire e sentire la brezza del mattino addosso, ti fa sentire viva e pronta a iniziare la gio rnata di studio. Sono settimane ch e non la vedo, e ho anche p e rso il libro ... in libreria è esaurito, e non ne ho tro vat o un altro ch e mi convincesse.

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O l'l'RA NLIOVA 20 12/ 1


PENSIERI IN METRO l'O I.ITANA

Ho trovato una nuova idea, speriamo che funzioni. L'altro giorno ho visto una signora anzianotta con lo stesso libro, stavo per chiederle dove l'avesse comprato, poi ci ho rinunciato. La, Mi, Re, Mi, La, Mi, Sono stupende queste giornate primaverili, mettono di buon umore la gente, che diventa più generosa, sorrido. Re, Mi, La, Mi, Re ... Che bella questa canzone, mi ricorda la mia giovinezza. Lasciamogli una moneta. Ora meglio salire sulla metropolitana prima che mi lasci a piedi. Rieccolo! Chissà se quel giovanotto si è accorto di aver perso il suo libro, magari l'ha perso apposta e non lo voleva neanche più. E ora che fa? Pasticcia le foto sul giornale? 1 Che maleducato! Di sicuro con quella penna non sta facendo il cruciverba, quello è sull'ultima pagina ... E quella la vedo, me la tiene quasi in faccia, tanto che potrei leggere io le definizioni ... Sicuramente starà pasticciando le foto dei politici, questi giovani, come mancano di rispetto! Questa mattina me la prendo con comodo, passo a comprarmi la colazione, poi vado con calma a prendere la metropolitana. Che fretta c'è? sono in avanti sul mio piano di battaglia per lo studio, un po' di relax male non fa. Spero che oggi non passi il controllore ... non ho fatto il biglietto ... ma deh, se sento puzza di controllo salto fuori alla prossima fermata. Oh, è salita ancora quella gentile signorina, era un po' di giorni che non si vedeva. Eccola lì, che brava ragazza: si mette seduta e apre il suo bel libro. Ce ne fossero ancora tante di ragazze del genere) Anche io da giovane amavo leggere in qualsiasi posto, a volte anche camminando. Mi ricorda un po' me quella ragazza ... Eccola! È lei! c'è ancora! Pronto per il mio piano! lei è salita, io scendo alla prossima e le passo davanti. Lascio cadere il giornale. Ce n'è di gente pazza a questo mondo! Anzi no, c'è un pazzo a questo mondo! Mi è rimasto impresso da quel giorno in c ui è sembrato correre verso di me, poi non l'ho più incontrato. È Lui) mi passa davanti di corsa, hai dimenticato la tua fermata? Mi verrebbe da dire, è talmente di corsa che lascia cadere il giornale. Lo raccolgo, quello di oggi non l'ho ancora letto. Sulla prima pagina ci sono cinque lettere cerchiate: TI AMO.

OPERE NllOVE •

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GIU LI A ELSA SIBILIO

È arrivata la mia fermata. Poso la penna dopo questo lungo viaggio in treno, direi che il racconto può finire così, sarà poi il lettore a immaginare il seguito. Mi piace prendere spunto dalle persone che passano su un treno. Persone di cui vorrei conoscere la vita, i pensieri: il suonatore di strada che incontro tutte le mattine, il bambino dolcissimo che poco fa era seduto davanti a me, la donna manager che ha passato due ore di viaggio tra telefono e computer, quel ragazzo che sembra appena uscito dagli anni settanta ... Posso solo pensare, sognare, inventare le loro vite, ma non tutte ora. Per oggi e ntrano solo di sfuggita ne l mio racconto, come sono passate di sfuggita nella mia vita, e nella mia fantasia. Forse per loro ci sarà un'altra occasione. Questa volta i miei protagonisti sono quel ragazzo che ha fatto il viaggio con me per due fermate, un giovanotto ben fatto, ma come tutti i giovani con l'aria di quello che sta con la testa fra le nuvole; e quella ragazza, che ha attirato la mia attenzione, seduta dall'altro sul sedile vicino al finestrino dall 'altro lato del corridoio ... Sì, sarebbero stati una bella coppia. Poso la penna, e il racconto è pronto per andare dall'editore.

go •

O PF.RANl l0\11\20 12/ 1


(RE)VERSI

Sergio Roic

Treéa slika I Terza immagine da Il più bel gioco del mondo. Romanzo blu in 6 quadri e 33 immagini


SERGIO ROI C

T

reéa slika *

Andrej Dujmovié se rada u ljeto 1971. Doktor èedo se "definitivno" posvadao sa kolegom Keloviéem - doznao je da je Kelovié nagovorio mjestane da prave poklone lijeénikovoj ieni (prsuti, jaja, mlijeko i svete slike) jer im on spasava iivote. Tanja predaje filozofiju i umjetnost u gimnaziji. Tesko podnosi trudnoéu i dvadesetog juna, na dan porodaja, usprkos svemu doktor éedo poziva svog prijatelja-neprijatelja Keloviéa da mu asistira pri porodaju. U osam uveée jednog predugog plavog dana Kelovié na svom motoru prelazi More lvanéica (tako ga je nazvala Tanja), cvjetnu visoravan koja se prije nekoliko miliona godina smjestila i jos uvijek lezi izmedu Drvara i Grahova. Uspavana, tek nesto razbudena zujanjem velikih strsljena, predstavljajuéi na toj i takvoj pozomici - Kelovié tek sto nije prosao kraj vjetrenjaée u Ugarcima - smijesno razvikane slavuje i elegantnu procesiju od dva vilinska konjiéa, visoravan ipak nije uspjela skrenula paìnju leopardijevski pogurenog vozaéa na motoru. "Prevara, ova toboie utjesna priroda je velika prevara II misli Kelovié koji bi rado plakao iako to ne éini jos od djetinjstva. U tom trenutku Kelovié nije ni lijeénik ni éedin prijatlj-neprijatelj, nije zaljubljen u Tanju (makar da je doktor éedo siguran da je), sjeéa se, i umalo ne padne sa motora jer muse pogled iznenada zamagli, tanjinih rijeéi-sreée "Otkada sam postala Tanja-roda, niko me neée". Tanju, koju je na prvi pogled zavolio mrsavu i plavu (èedo se skamenio, nije u stanju da pomakne prstom; novorodenée se rada mrtvo}, spasava suludim veliéanstvenim ubodom adrenalina u srce. · tratto da I/ piri /,e/ gioco del 111011do. Ro111u11zo b/11 i11 6 q11udri e 33 i111111ugi11i, di Sergio Roic.

notizia

Sergej (Sergio) Roic è nato nel 1959 a Sebenico, allora Jugoslavia e ora Croazia. All'e tà di nove anni si trasferisce in Svizzera con la famiglia. Gli studi di filosofia e lettere, dopo una parentesi giornalistica, lo portano a collaborare strettamente con uno dei più originali uomini politici italiani, Piero Bassetti, nell'a mbito dell'elaborazione del pensiero giocai e dell'italicità. Ha pubblicato raccolte di racconti (Innum erevoli uomini, Lugano, 1991; Il tempo grande, Lugano, 2004) e romanzi (Tabù, Napoli, 2007; Una prova ti aspetta, Rovereto, 2008) in Italia e in Svizzera ed è molto attivo nel dibattito pubblico sull'impatto che la socia! production teorizzata da Yochai Benkle r potrà avere nel mondo delle Reti di produzione e riproduzione intellettuale.

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O PERA Nl 'O\'A 20 12/ 1


T REèA SLIK A / TERZA IMMAG I NE

Trza

immagine

Andrej Oujmovié nasce prematuro a Bosansko Grahovo nell'estate del 1971. Il dottor éedo ha appena litigato "definitivamente" col collega Kelovié, reo di aver convinto gli abitanti del luogo a fare regali (prosciutti, uova, latte e immaginette sacre) alla moglie del dottore come giusto tributo al taumaturgo che salva le loro vite. Tanja è insegnante di filosofia e arte al ginnasio di Bosansko Grahovo. Soffre durante la gravidanza e il 20 giugno, alla vigilia delle doglie, il dottor Cedo chiama il suo amico-nemico Kelovié per assisterlo durante il parto. Alle otto di sera di un giorno azzurro lunghissimo Kelovié attraversa in moto il Mar delle Margherite (così lo ha battezzato Tanja), l'altipiano "pratofìorito" adagiatosi milioni di anni fa e tuttora riposante fra Drvar e Grahovo. Assopito, russando ora sì e ora no il ronzio di grossi calabroni, lanciando sul proprio palcoscenico - Kelovié ha appena superato il mulino a vento di Ugarci ("tizzoni") - comici vocianti usignoli e una elegante processione di due libellule blu, vellicato dalla coda-onda di una volpe rossa, l'altipiano non distrae Kelovié leopardianamente curvo sulla sua moto. "È un inganno, tutta questa natura consolatoria è una truffa" pensa Kelovié che vorrebbe piangere come non ha mai fatto in vita sua. In quel momento Kelovié non è un medico né l'amico-nemico del dottor éedo, non è nemmeno innamorato di Tanja (anche se éedo ne è certissimo), ma ricorda, e rischia di cadere dalla moto perché la vista gli si annebbia, le buffe parole-felicità "Ormai non mi vorrà più nessuno, sono una grossa Tanja-roda (Tanja-cicogna) " di Tanja un tempo così sottile, così bionda che Kelovié salverà (Cedo è impietrito e incapace di fare alcunché, il bambino muore) con una leggendaria folle puntura di adrenalina al cuore.

OPERE NUOVE •

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SCRITTURE SU SCRITTURE



Tre anni di pubblicazioni poetiche nella Svizzera italiana di Raffaella Castagnola e Matteo Viale*

1.

La banca dati

(2007-2010)

POESIT

uesto contributo si propone di analizzare la realtà poetica della Svizzera italiana contemporanea nel p eriodo 2 007-201 o in rapporto agli anni preced e nti, a partire dai dati raccolti nell'ambito del progetto «Poeti nella Svizzera italiana» (PO ESIT) e dispo nibili nell'omo nimo d atabase bibliografico nel sito www.poesit.net.

Q

La banca d ati POESIT mette a disposiz ione degli studiosi i dati di un censimento d ei poeti di lingua italiana in Svizzera che hanno pubblicato alme no una raccolta dopo il 1 9 9 0. Questa ricognizione, che prescinde d eliberatamente dal valore est etico e letterario d elle o pe re schedate e si limita alla produzio ne p oetica in volume, consente comunque di far e mergere dati interessanti sul fe no m eno p oetico della Svizzera italiana e di centrare l'atte nzione su una docume ntazione p articolarme nte significativa, base di partenza pe r successivi approfondimenti. Questo censimento si è propost o ino ltre di allargare l'atte nzione al di fuori della Svizzera italiana intesa in senso m e ramente geografico e politico - il Canton Ticino e le valli italofone del Canto n Grigio ni - p er scardinare il concetto di co nfine geo grafico e re intrepret arlo in t ermini prettame nte culturali: p e r questa ragione sono compresi nel database POESIT non solo auto ri nati e vissuti in Svizzera, m a anche quegli auto ri (fino ra scartati d a qualsiasi sch edat ura) che hanno stretti contatti c on la Svizzera italiana, com e italiani che pubblica no in T icino e che vivo no in altri canto ni • Raffaella Castagno la ha redatto i paragrafi

1

e 3, M atteo Viale il paragra fo

2.

SCRITTURE SL1 SCRITTURE •

97


RAFFA El.LA c ,,s·11\l;NOI.A E ~IATTEO V IA LE

svizzeri , tic inesi ch e vivono fuori dalla Svizzera e che pubblicano in più lingue e in gene rale altri poeti stranieri ch e scrivono in lingua italiana, che vivono in Svizzera e che hanno stretti contatti con ]'editoria locale, con le riviste della Svizzera italiana, con le attività culturali . Questa apertura ha conse ntito di m ette re in moto inte ressanti meccanismi di riscoperta di autori e t esti. Devo no poi essere ricordate varie iniziative che hanno trovato in P0 ESIT un punto di partenza, come la collana «Quaderni di P0ESIT», ch e raccoglie tra l'altro gli atti di vari convegni promossi nell'ambito del progetto, e la stessa rivista «Opera Nuova». Per un primo bilancio di questa esperienza si vedano in particolare i vari interve nti del volume collettaneo Voci poetiche della Svizzera italiana. Atti delle giornate internazionali di studio (Centro Stefano Franscini, Ascona - Alta Scuola Pedagogica, Locarno - 14-15 novembre 2007), a cura di Matteo M. Pedroni, Bellinzona, Casagrande, 2008 (Quaderni di POESIT, 1); i successivi Quaderni di l'OESJT , Poeti allo specchio, a cura di R. Castagnola e M. Praloran, Bellinzona, Casagrande, 2009; Poeti traduttori nella Svizzera italiana, a cura di S. Calligaro, Bellinzona, Casagrande, 2009; Finestre sulla Svizzera, a cura di R. Castagnola, Bellinzona, Casagrande 2011 e il numero monografico Le parole dei poeti che la rivista «Cenobio» ha dedicato ne l 20 11 (n. 4) . Oltre al sito, già disponibile, è in preparazione la pubblicazione in volume del repertorio bibliografico 1990-201 0 , la cui uscita è prevista entro la fine del 2011. Lo studio della produzione poetica del periodo 2007-201 0, in particolare quella edita in volume, consente di osservare e tracciare un primo sommario bilancio delle dinamiche culturali e sociali che si attuano intorno alla scelta di scrive re e pubblicare poesia nella società contemporanea. Soffermarsi sulla produzione degli ultimi anni pe rmette non solo di isolare le nuove voci, ma anche di verificare quali e quanti autori già noti abbiano continuato a pubblicare fino ad oggi.

2.

Tendenze nella produzione poetica del periodo 2007-2010

La b anca dati P0 ESIT scheda complessivamente 141 autori attivi con alme no una raccolta dopo il 1 990. Come si illustre rà dettagliatame nte nei paragrafi successivi, di questi solo 55 risultano attivi nel periodo 2 0 07-20 10 (i dati si riferiscono a giugno 2011). 98 •

OPEl(ANl 'O\'A201i/ 1


TRE ANNI DI PUBBLICi\ZIO NI POETICH E NEI.I.i\ S\IIZZFHA ITAI.I ANA (2007-20 10 )

Se si osserva la tabella 1 1 che riporta la divisione per fasce d'età degli autori schedati prima e durante il periodo in esame, con l'esclusione di alcuni autori di cui non è noto l'anno di nascita, si può notare una certa omogeneità nella distribuzione anagrafica. Come era lecito (ma non scontato) attendersi, la principale differenza negli ultimi anni rispetto al periodo precedente consiste nell'emergere di un gruppo di autori sotto i 30 anni (nel 2010) non attivi prima del 200T Valentina Viglezio, Andrea Bianchetti, Vari Bemasconi, Daniele Bemardi e Pietro Montorfani; si nota inoltre l'avanzata di autori sopra i 50 anni e la diminuzione di quelli sopra i 70. Attivi prima del 2007 Età

n.

Attivi nel periodo 2007-2010 %

Totale POESIT

%

n. 5

9,4%

5

3,8%

9 5

17,0%

18,2%

9

9,4% 20,8% 17,0%

24 17 23 17

12,9% 17,40/o 12,9%

n.

%

meno di 30

o

0,0%

30-40 40-50 50-60 60-70

15 12 12 8

19,0% 15,2% 15,2% 10,1%

più di 70

32

40,5%

14

26,4%

46

34,8%

To tale

79

100,0%

53

100,0%

132

100,0%

li

Tabella 1

Per quanto riguarda il genere degli auto ri, i dati della tabella

2

sem-

brano suggerire una sostanziale omogeneità tra la situazione del periodo precedente al 2007 e di quello successivo, con una prevale nza degli uomini rispetto alle donne, pari a poco meno del 30% degli autori schedati. Attivi prima del 2007

Attivi ne l periodo 2007-2010

Totale POESIT

Genere

n.

%

n.

n.

%

n.

donne uomini

21

24,40/o

16

75,6%

39

37 104

26,2%

65

29,1% 70,9%

73,8%

Totale

86

100,0%

55

100,0%

141

100,0%

Tabella 2

SCRITTl lRE SL' srn1n LIRE •

99


RAffAEI.I.A C'AS"I AGNOI.A E NIAT'I EO VIALE

Se si passa a esaminare la produzione editoriale, le pubblicazioni schedate in POESIT sono 590 e di queste 85 edite nel periodo 2007-20 10 . I dati sul numero di raccolte poetiche per quadriennio riportate nella tabella 3 sembrano suggerire per il periodo in esame una flessione rispetto al più prolifico quadriennio precede nte 2003-2006. Anno di pubblicazione

n.

%

prima del 1993

221

1994- 1998 1999-2002 2003-2006 2007-2010

72

37,5°1° 12,2%

Totale

go

15,2%

122 85

20,9% 14,40/o

59°

100,0%

Tabella 3

Pe r quanto riguarda le case editrici attive nella pubblicazione delle raccolte poetiche di singoli autori, si nota una notevole frammentazione, che non sembra mutata nel periodo in questione. Come mostra la tabella 4 - che riporta le case editrici in base al numero di raccolte poetiche edite schedate in POESIT - le case editrici che hanno pubblicato solo una o due raccolte p oetiche sono pari a circa il 4 0% del totale prima del 2007 e al 30% nel periodo successivo 2007- 20 1 o. Raccolte edite prima del 2007

Raccolte edite

Totale

2007-20 10

POESIT

Casa editrice

n

%

n

%

n

%

Ulivo Casagrande Alla chiara fonte Pantarei Dadò Scheiwiller Pulcinoelefante LietoColle Cenobio Book Editore Marcos y Marcos

51

10, 10/o

14

16,5%

65

11,0%

42

8,30/o

5

5,70/o 2,8%

Il

5,9% 12,9% o,o0A>

47 40

8,00/o

29

100 • OPERA Nl 'O\'J\ 20 12/t

14 14 10

o o o

2,8% 2,0% 1,6%

2

2,40/o

6

1,2%

4

9

o

4,70/o 0,0%

10

1,8%

6

1,2%

3

9

8

1,6%

3,5% 1,2%

8

0,0% 0,0%

14 14 10 10 9 9

6,8% 2,40/o 2,40/o 1,7% 1,7% 1,7% 1,50/0 1,5% 1,5D/o


TREANNI DI l'UBBLICJ\ZIONI POETICI IE NEI.I.i\ SVIZZERAITJ\l.li\Ni\ (2007-2010)

Edizioni Eldorado Battello Rebellato Sassello Mondadori

3 5 5 4 5 5

Aline Bernasconi G iampiero Casagrande Gaggini-Bizzozero Limmat Verlag Istituto Editoriale T icinese Edizion i del Cantonetto Mazza Ediçòes Fontana Genesi L.E.M.A. Edizioni del Leone Libroitaliano C ircolo Culturale N uova Antologia A ll'insegna del pesce d 'oro Menghini Laghi di Plitvice Mobydick A NAedizioni Ritter Edizioni Edizioni Opera Nuova Campanotto Josef Weiss Pedrazzini Guancia Salvioni Il Salice Ibiskos A ltre case editrici

3 3 200

Totale complessivo

505

o,6% 1,0% 1,0% o,8% 1,0%

2 o o

5 5 5 5 5

o,8%

o

2,40/o 0,0% 0,0% 1,2°A, 0,0%

1,0% 1,0%

o

0,0%

5 5

o,8%

o o

o,8% o,8% o,8% o,8%

1,0% o,8% 0,2%

o

0,0% 0,0% 0 ,0%

3

3,5%

5 4 4

4

o,8%

o

o,o0A>

4

0,7%

4 4 2

o,8% o,8%

o

0,0%

o 2

0,0%

4 4 4 4 3

5 5 4

o,8% o,8% 0,7% 0,7%

o

2,4% 1,2% 0,0% o,o 0A>

o,6%

o

0,0%

3 3

0,7% 0,7% 0,7% 0,7% 0,5% 0,5% 0,5%

3

o,6%

o

0,0%

3

0,5%

3

o,6%

o

0,0%

3

0,5%

3

o,6% o,6%

o o

0,0% 0,0%

3

0,5%

o,6%

o

0,0% 1,2% 1,2%

3 3

0,5% 0,5%

3

0,5% 0,5% 0 ,5% 0,5% 0,5% 0,5% 0,5% 0,5% 0,5% 0,5% 38, 1% 100,0%

3 3 3 3

3 3 2 2 o 2 o 3 3

0,4% o,6% o,6% o,6%

0,4% o,40/o o,o0A> 0,4% 0 ,0% o,6% o ,6% 0 ,2% o,6% o,6%

o

3

3,5% 1,2%

3 o

3,5% 0,0% o,o0A>

3 3 3 3

o 2 o o

2,4% 0,0% 0,0%

39,6%

25

29,4%

3 3 3 3 3 225

100,0%

85

100,0%

59o

Tabella 4

SCI\ITTlll\E Sll SCRllTURE

10 1


RAFF,\EI.LA CASTAGNOLA E MATTEO V IALE

I dati evidenziano poi che alcune case editrici svizzere sembrano prevalere sulle altre per quantità di raccolte edite, in particolare Ulivo, Casagrande, alla chiara fonte. Tra le case editrici non svizzere che si mostrano particolarmente attive si segnalano la LietoColle e Pulcinoelefante per la microeditoria, oltre alla milanese Marcos y Marcos e all'emiliana Book Editore. Si nota inoltre che alcune case editrici molto attive prima del 2007 non hanno pubblicato raccolte poetiche di autori svizzeri negli ultimi anni. Più in generale, se si esa minano gli stati di edizione delle raccolte poetiche (tabella 5), si osserva una netta prevalenza delle case editrici svi zzere, tendenza che sembrerebbe essersi intensificata negli anni più recente. Raccolte edite prima del 2007

Raccolte edite 2007-20 10

Totale POESIT

n

%

n

%

n

%

Italia

334 156

66,1% 30,9%

64 17

75,3% 20,0%

398 173

67,5% 29,3%

altro

15

3,0%

4

4,7%

19

3,2%

5o5

100,0%

85

100,0%

590

100,0%

Stato di edizione Svizzera

Totale complessivo

Tabella 5

Allargando l'orizzonte alle raccolte poetic he di più autori, si segnalano po i una serie di interessanti iniziative editoriali uscite negli ultimi anni ch e vedono coinvolti autori della Svizzera italiana. Per quanto riguarda la produzione poetica giovanile, il 200 8 ha visto l'usc ita dell'antologia a cura di Raffaella Castagnola e Luca Cignetti, Di soglia in soglia. Venti nuovi poeti nella Svizzera italiana (Losone, Le ricerche). Si tratta di un'antologia che scheda 20 autori all'epoca sotto i 35 anni e fornisce per ciascuno una scheda biografica e una scelta rappresentativa di testi. La lettura di questa antologia consent e da un lato di far emergere le differenti scelte stilistiche e poetiche di autori ~nagraficamente omogenei e dall'altro sugge risce tratti comuni, specie attraverso il confronto con analoghe opere attente alla realtà italiana.

102 • 0 l'El!ANl 'OVt\ 20 12/ 1


TRE r\NN I DI PllBBI.ICr\ZIONI POETICI I E NEI.I.i\ SVIZZERA ITALIANI\ (2007- 20 10 )

Sempre nel 2008 è uscita la seconda edizione aggiornata dell'antologia curata da Antonio e Michèle Stauble, Scrittori del Grigioni Italiano. Antologia letteraria (Locarno, Dadò, 2008 (seconda edizione aggiornata e ampliata; prima edizione 1998), che dedica attenzione anche ad alcuni poeti del Canton Grigioni schedati in PO ESIT: Luigi Ceschina, Remo Fasani, Rodolfo Fasani, Ketty Fusco, Guido Giacometti, Paolo Gir, Giuseppe Godenzi, Mariolina Koller-Fanconi, Grytzko Mascioni, Gerry Mottis, Cosimo Pieracci. Il volume del 2007 La Radio ricorda Sergio Maspoli (1987-2007J (Lugano, Radio della Svizzera italiana) raccoglie poi testi di numerosi autori della Svizzera italiana, soprattutto dialettali. I poeti che hanno contribuito al volume presenti anche nella banca dati PO ESIT sono Giancarlo Bullo, Silvano C hiesa, Franca Da Rin, Rodolfo Fasani, Elena Ghielmini, Fernando Grignola, Gian Paolo Lavelli, Giovanni Orelli, Annamaria Pianezzi-Marcacci, Gabriele Alberto Quadri, Armida Ryser-Demarta. Infine, tra le antologie edite in Italia e dedicate alla giovane poesia italiana, in quella curata da Giancarlo Pontiggia, Il miele del silenzio. Antologia della giovane poesia (Novara, Interlinea, 2009) l'unico autore della Svizzera italiana antologizzato è Pietro Montorfani.

3. Nuovi autori e con/enne: alcuni dati

Se si esaminano più da vicino gli autori attivi nel periodo 2007-2010 in rapporto al periodo precedente è possibile trarre alcune riflessioni. Innanzitutto, dei 30 autori antologizzati da Giovanni Bonalumi, Renato Martinoni e Pier Vincenzo Mengaldo alla fine degli anni 'go in Cento anni di poesia nella Svizzera italiana (Locarno, Dadò, 1997) risultano ancora attivi con nuove raccolte poetiche edite dopo il 200 7 solo g poeti: Aurelio Buletti (di cui si segnalano traduzioni in tedesco e in croato di opere poetiche degli anni precedenti), Remo Fasani (con la raccolta Sogni), Vince Fasciani (con Diario ordinario. Sonetti misti), Fernando Grignola (con La foglia trafitta dal sole I Ra foia sfilzàda dar suu), Gilberto !sella (con Luna nera e Omaggio a Bodoni. Ologramma ristretto), Alberto Nessi (con Luci e ombre nella bassa e Ladro di minuzie. Poesie scelte, un'antologia che celebra i suoi 70

SCRIT'I LIR E SU SCH ITTLI RE • 10 3


RAFF/\El.1./\ C/\STACNOI.A E /',.1/\'I TEO V I A LE

anni), Amleto Ped roli (con La memoria), Fabio Pusterla (con le nuove raccolte Sulle rive, tra le foglie, sui rami e Corpo stella re, l'antologia edita da Einaudi Le terre emerse. Poesie 1985-2008 e con traduzioni in francese e tedesco di raccolte del pe riodo precede nte) e Gabriele Alberto Quad ri (co n L 'isola d ell 'amore, A tua gloria. Poesie (1973-2009) e Riverberi da l silenzio. N a ture morte) . Per i d ati bibliografici dettagliati delle raccolte o ra e in seguito citat e si rimanda alla banca dati del sito del proget to POESIT, disponibile al link w w w .poesit.net e al repertorio cartaceo in stampa. Tra i 20 giovani autori presenti nella citata antologia Di soglia in soglia del 2008 solo g risultano attivi do po il 20071 e di q uesti s hanno pubblicato almeno una nuova raccolta successiva all'uscita dell'antologia citat a: Prisca Agustoni (co n le raccolte La m orsa, Casa delle ossa e la bilingue A Recusa), Daniele Be rnardi (con Versi come sassi) , Vanni Bianconi (con O ra prima. Sei poesie lunghe), Piet ro M ontorfani (con Q uasi un Hopper) , Oliver Sharpf (con La d u rata del viaggio d ell'oliva d al m artini cockta il) e Jean Soldini ( Bivacchi) . Di Andrea Bianchetti, Ivan Jutzi e Flavio Stroppini la p roduzione del periodo 2007- 201 0 risulta già co mpresa nell'antologia citata. Di Davide Monopoli, giovane autore no n presente nell'antologia citata, si segnala l'uscita della sua te rza raccolta ln parole polvere del 2007. Ulte riori conferme riguardano auto ri sopra i 35 anni con raccolte poetiche edite prima del 2007 e che negli anni successivi hanno pubblicat o almeno un'altra opera: Fabiano Alborghetti, D o nata Be rra, M ario Bu cciarelli vo n Be ust, Francesca Coda Jaques, Fabio Contestabile, Piet ro De Marchi, Rodolfo Fasani, Ketty Fusco, Federico Hindermann, Silvana Latmann, Pierre Lepori, Fe rnando Maina, Ugo Petrini, Carla Ragni, Piet ro Regolatti, G iampiero Reverberi, Elena Spoerl-Vogtli, Gaetano Tozzo, Maria Rosaria Valentini. Cospicuo anche il gruppo dei dialettali attivi nel 2007- 201 0, t ra cui si segnalano anche Annamaria Pianezzi-Marcacci, Antonio Pa retti, G ian Paolo Lavelli, Ele na G hielmini e Silvano C hiesa. Di interesse anche il caso di Gabriele Alberto Quadri, autore prevalentemente dialettale, ma le cui raccolte poetiche edite negli ultimi anni sono in italiano. D 'altro canto nel periodo 2007- 20 1 o non sono mancati esordi di nuovi poeti. In questo periodo hanno p ubblicato la loro prima rac-

10 4 •

O l'EHANL'O\'A20 1i / 1


T RE AN NI DI PllllBLICAZIONI l'OETICI IE Nl'LI.A SV IZZERA ITAI.IANA ( 2007-2010)

colta p oetica alcuni nuovi giova ni autori quali Yari Bernasco ni, Iva n Fo ntana, Sara Ganser, Luciano Ragazzo, Anja Tognola e Valentina Viglezio. T ra gli auto ri più maturi di cui è uscit a la prima raccolta poetica si segnalano invece Marina Rezzonico, Paola C olotti e Pie r Carlo Apolinari, di cui è st at a pubblicat a solo nel 2010 la prima raccolta poet ica (Prelu di e fughe senza indicazione di tempo), che

fa però seguito

a pubblicazioni precede nti in rivista. Di alcuni autori scomparsi sono uscite negli ultimi anni raccolte poetiche p ostume. È il caso di Franco Beltrametti, scom parso nel 1995, di cui nel 2006 è uscita la seconda edizione di Read & see th e Red Sea e, nel 2008 1 a cura d i Anna Ruchat, Una forma senza fo rma. Collage di testi. Di interesse anche il caso di Marica Pelli Martine ngo, autrice ticinese vissuta in Italia e scomparsa nel 2003, di cui è uscita postuma una raccolta completa degli scritti poetici e di prosa (Liriche. Corrispondenze di viaggio, 2007) , in assenza di raccolte edite finché e ra in vita. N o n mancano nel perio do in esame anche auto ri che riprendo no a pubblicare do po una sost a più o meno lunga, come nel caso di Franco Masoni, la cui ultima raccolta edit a risaliva al 1 9 7 5 e di cui nel 201 0 è uscita nella prestigiosa collana fiorentina «Quaderni della N uo va Antologia» la raccolta completa delle sue liriche col titolo A nsia per l'uomo. I dati presentati m ettono in evidenza com e nel com p lesso il periodo 2 007-20 1 0 si mostri altrettanto attivo e dinamico d i quello precede nte, con la conferma di p oeti o rmai "cano nici" accanto all'eme rgere di nuovi auto ri. Per un quadro più complet o della situazio ne, si t enga presente che la vivace attività ed it oriale della Svizzera it aliana è t esti moniata no n solo dalle raccolte poetiche edite, ma anche dalla p resenza di ri vist e radicat e nel t errito rio e attente alla p rod uzio ne p oetica di autori locali: si pe nsi a «Cenobio», «Bloc N ot es», «Viola» e alla più recente «O pera Nuova». D 'altro canto, il 2011 si annuncia ricco di attività e appuntamenti, segnato com'è d a significat ive ricorrenze, come i go anni dei poeti G io rgio O relli e Federico Hinde rmann, che fa nno seguito ai 70 anni di Alberto N essi, celebrati nel 201 0 in primo luogo con l'uscita d i una sua anto logia p oetica dal tit o lo Ladro di Mi nuzie. Poesie scelte (Bellinzona, C asagrande, 2010).

SCRITTl lRESl 1 SCR ITTl'RE • 105


R1\ fft\ El.l.t\ C1\ Sl t\(; NOI./\ F. Mt\TTF.O V l/\1.E

Non mancano neppure nuove raccolte poetiche edite nel 2011, ricche di conferme di autori noti: basti citare la raccolta fresca di stampa di Gilberto lsella, Mappe in controluce (Ro Ferrarese, Book Editore, 2 0 11).

106 •

O l'EH A NllO\'t\ 20 12/ 1


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Poesie svizzere con sonoro originale dal 1937 a oggi Poesie moderne in otto lingue

A cura di Roger Perret e lngo Starz per il Percento culturale Migros. Letteratura I Letture d'autore Digibook con 2 CD e 140 pagine, durata 155 minuti circa. CHF 39.00 ISBN: 978 -3-85616-429-4 www.merianverlag.ch

Il Percento culturale Migros promuove la poesia svizzera contemporanea, percento-culturale-migros.ch

MIGROS percento culturale


Gli autori di Opera Nuova Prisca Agustoni 20

11 / 1

Fabiano Alborghetti 20 10/ 1 Pier Carlo Apolinari 20 10h Raffaele Beretta Piccoli 2011/i Vanni Bianconi 2010h Domenico Bonini 20 11 h Tomaso Bontognali 20 10h Elia Buletti 20 10h Pierre Chappuis 20u/i Lucia Colombi-Borcloli 20 10h Valeria Dal Bo 2012/i Andrea De Alberti 20 12/ 1 Daniela Delfoc 20 11 h Mauro Delfoc 20 u h Jacques Dupin 20 10/ 1 Simone Fomara 20u h Lia Galli 20 12/ 1 Mario Gamba 20 11h Silvia Harri 20 11 h Federico Hindermann 20 10/ 1 Elena Jurissevich 20 10/i Pierluigi Lanfranchi 20 u / i Simonetta Martini 20 11 h Massimo Malinve rni 2o u h Paola Menghini 20 10h Geny Mottis 20 12/i Laura Muscarà 20 11 h Albe rto N essi 20u h Alfonso Maria Petrosino 20 10h Annamaria Pianezzi-Marcacci 20 10h Ivan Pozzoni 2012/i Fabio Pusterla 2011/i Sergio Roic 20 12/ 1 Tiziano Rossi 2o u h Luca Saltini 20 1 i/ 1 Oliver Scharpf 20 10h Giulia Elsa Sibilio 20 12/ 1 Flavio Stroppini 2010/i, 20 10h

, 20 12/ 1


Le interoiste di Opera Nuova Pier Vincenw Mengaldo 2010h Fabio Pusterla 2011/t Gian Mario Villalta 2010h

l collaboratori di Opera Nuova Prisca Agustoni 20 10 h Giovanni Bardazzi 2010/ 2 Raffaella Castagnola

201 0 / i , 2011/i, 2012/t

Luca Cignetti 2010/ 1 Dario Como 2010/ 1, 2012/ 1 Simone Fomara 2011/t Simone Giusti 2010 h Gilberto Isella 2010/t, 2011h Nina Jaeggli 2010h Flavio Medici 2011 h Margherita Orsino 20 11 / t Maurizio Palma di Cesnola

2011h

Giulia Passini 2012/t Matteo Maria Pedroni 2010/ 1 Mariacristina Pianta 2012/ 1 Giuseppe Polimeni 2012/ Giulia Raboni

1

2011 h

Stefano Raimondi 2011/t Gerardo Rigozzi 2010h, Roberto Ritter 2011h Matte Viale 2012/t Luca Zuliani 2010 h

2011h


Le pubblicazioni di Opera Nuova

Collana Autografica

1.

Federico Hindermann, Cerchi di luce, 2010

2.

Prisca Agustoni, Casa delle ossa, 2010

3. Pier Carlo Apolinari, Preludi e fughe senza indicazioni di tempo, 201 1 4. Robero Milan, Il mare alla rovescia, 20 11

5. Gilberto !sella, Scarto, 2011 6. Simone Fomatra e Mario Gamba, l cavalieri davanti al fiume, 201 1 7. AA.VV., Il punto i/lustrato, 2 0 11 (esaurito)


finito di stampare nel mese di gennaio

20 1 2




ISSN 1663-2982 ISBN 978-88-96992-01-2 CHF 30.-


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