Or maggio 2013

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IL FASHION EUROPEO CHE ATTRAE I NUOVI CONSUMATORI CINESI DI

Ormai è noto ai più che la globalizzazione ha portato una maggior facilità di spostamento tra città, nazioni e continenti. Meno noto invece è il dato che porta i cinesi in Italia ad essere tra i più impor tanti consumatori di beni di lusso, di abbigliamento e di moda occidentale. Una recente ricerca t i t o l a t a “A l l A b o u t C h i n a ” d i B n p P a r i b a s , traccia infatti questo nuovo interessante aspetto del fashion occidentale. I cinesi spendono ogni anno nel territorio europeo oltre 19 miliardi di euro per beni di lusso e moda, mentre tutti gli altri Paesi asiatici rimangono sotto al soglia di 7 miliardi di euro e gli americani che si attestano in terza posizione poco sopra la soglia di 4 miliardi di euro. I cinesi super ricchi spendono senza limiti ma stanno diventando sempre più sofisticati, mentre la crescita più forte sarà trainata dagli “affluent” ov-

G ABRIELE G ALATIOTO

vero la classe benestante. Secondo il National Bureau of Statistics of China negli ultimi dieci anni il numero di cinesi che v i a g g i a n o a l l ’e s t e r o è d e c u p l i c a t o , e g r a z i e ad internet questi consumatori si stanno informando sempre di più e meglio sui loro marchi preferiti, per poi acquistare in Europa i loro prodotti prediletti. Grazie al web infatti i cinesi hanno capito che per poter acquistare i loro status symbol possono abbinare viaggi di lavoro e viaggi di p i a c e r e c o n s h o p p i n g d i q u a l i t à . L’ i n d u stria del lusso occidentale è sempre più legata agli acquisti dei cinesi, con molteplici grandi brand che stanno aumentando le loro performance di vendita grazie a questa nuova clientela par ticolare. Circa il 25% degli acquisti tax free deriva da consumatori cinesi, dichiara infatti un rappor to della Global Refund. Al secondo

posto – sempre secondo il rappor to citato - vi sono i russi con oltre il 20% del totale, seguiti dai giapponesi con il 5%, dagli statunitensi con il 4%, e poi dai brasiliani con il 3%. In Francia i cinesi che acquistano tax free sono più che raddoppiati in tre anni, passando dal 14% al 29% odierno. In Italia invece i russi sono i primi per acquisti tax free con il 18% e i cinesi sono secondi a breve distanza. La motivazione di tali cifre è d a r i c e r c a r s i p r i n c i p a l m e n t e n e l l ’e l e v a t o costo di dazi e imposte e dal differente m a r k- u p . A d o g g i , i n f a t t i , i b r a n d d i l u s s o occidentale che rivendono i loro prodotti in Cina applicano strategie di pricing che portano il prezzo finale del prodotto su soglie superiori del 15%-20% rispetto ai prezzi applicati sugli stessi prodotti venduti nel territorio europeo.


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