Oltre Magazine n. 5 - Luglio-Agosto 2024

Page 1


Numero ricco di spunti e riflessioni quello di questi mesi estivi: iniziamo riportando gli interventi della tavola rotonda inaugurale di TANEXPO 2024 sul Patrimonio Cimiteriale Italiano. Proseguiamo con un focus su Renova che conferma il trend positivo del marchio. E poi: TANEXPO promuove la partecipazione di tutti gli operatori italiani al Fórum Panasef, in programma il 17-18 ottobre a Bilbao, in Spagna.

Importanti novità nel mondo della funeraria: legale e fiscale, la riforma dell’imposta sulle successioni; pet, in Piemonte ok alla tumulazione nella tomba di famiglia; Federcofit, Davide Veronese è il nuovo presidente; Marketing, come costruire un piano di comunicazione e cace; Da vinci Montadora, nasce Leanza, il nuovo mezzo per la movimentazione delle salme nei cimiteri il cui nome rende omaggio a Nino Leanza, fondatore di TANEXPO.

Inoltre, parliamo della morte e del lutto negli adolescenti; scopriamo la nuova vita degli edifici di culto grazie ad Argeo; ascoltiamo la voce degli operatori con l’esempio de La Massese. Vi proponiamo poi una visita immersiva presso La Certosa di Bologna, vi raccontiamo l’ultimo libro di Maria Angela Gelati sul ruolo degli operatori e approfondiamo le opportunità del funerale laico. Infine, breve incursione artistica nelle vanitas del seicento.

www.oltremagazine.com

Direzione, Redazione, Amministrazione: Bexpo srl Via Alfieri Maserati, 20 - 40128 Bologna tel. 051 282611 - fax 051 6374097 redazione@oltremagazine.com

Direttore Responsabile: Alberto Leanza redazione@oltremagazine.com

Segreteria di Redazione: Camilla Savelli camilla.savelli@oltremagazine.com

Pubblicità: commerciale@oltremagazine.com

DIFFUSIONE

Diffusione in 8.000 copie, inviato a tutti gli operatori italiani del settore.

PARLIAMO DI...

Il patrimonio cimiteriale

italiano portato alla luce

NEWS AZIENDE

Confermato il trend positivo di Renova

EVENTI

Parti con noi per Bilbao!

LEGALE, FISCALE

La riforma dell’imposta sulle successioni

ATTUALITà

Svolta nell’addio ai nostri amici a quattro zampe

ATTUALITà

Davide Veronese nuovo presidente nazionale Federcofit

MARKETING AZIENDALE Il piano di comunicazione

PARLIAMO DI...

Leanza, il nuovo veicolo funebre

PSICOLOGIA

La morte e il lutto in adolescenza

ATTUALITà

Nuova vita per gli edifici di culto inutilizzati

INTERVISTA A...

Onoranze, l'esempio virtuoso de La Massese

CIMITERI D'ITALIA

La Certosa come non l'avete mai vista!

IN LIBRERIA

L’operatore funerario e la relazione d’aiuto

ATTUALITà

Opportunità e rischi del funerale laico

ARTE

Mortificare la vanità 4 18 24 28 44 50

Registrazione: Tribunale di Bologna n° 7053 del 23/10/2000

Copyright: Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione, seppure parziale, di testi e fotografie, se non con autorizzazione scritta e citando la fonte. La responsabilità di quanto espresso negli articoli firmati rimane esclusivamente agli autori. Manoscritti e foto originali, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

Fonti Iconografiche:

Adobe Stock, Elena Caradonna, Creative Commons, Massimo Cocchi, Dreamstime, Flickr.com, Massimo Gennari, Pasquale Leuzzi, Miranda Nera, Raffaella Segantin, Wikipedia Commons

impaginazione:

Pixel Advertising di Elena Caradonna - Zola Predosa (BO)

Stampa:

Mediaprint srl - Via Brenta 7 - 37057 San Giovanni Lupatoto (VR)

Il patrimonio cimiteriale italiano portato alla luce

Il resoconto della Tavola Rotonda inaugurale che si è tenuta il 4 aprile durante TANEXPO.

I cimiteri sono percepiti da molti come luoghi separati dalla città, quasi alla stregua di una periferia urbana trascurata mentre, per coloro che li gestiscono, essi appaiono sempre di più un concentrato di difficoltà economiche e finanziarie.

Per discutere della situazione del sistema cimiteriale italiano, il 4 aprile scorso, nella giornata di inaugurazione di TANEXPO 2024, si sono incontrati Asher Colombo1 , ordinario di Sociologia nell’ateneo di Bologna e Presidente dell’Istituto Cattaneo, capofila di studi ed analisi sull’organizzazione sociale della morte in Italia ed Europa; Davide Sisto2 ,

filosofo le cui aree di ricerca sono la tanatologia, la cultura digitale, il post-umano, docente presso le università di Trieste, Padova a e Torino; Daniele Fogli, esperto di norme e politiche dei sistemi funebri, cimiteriali e cremazione; Renata Santoro coordinatrice di progetti nazionali di valorizzazione storico-culturale dei cimiteri e Valeria Leotta, Responsabile di SEFIT-Utilitalia (Servizi Funerari Pubblici Italiani) che rag-

gruppa una costellazione di aziende e comuni che si occupano di servizi funebri, cimiteriali e di cremazione. Ha introdotto i lavori Mauro Felicori, attualmente l’Assessore alla cultura e paesaggio della Regione Emilia-Romagna - già fondatore di ASCE, una rete di circa 180 entità impegnate in Europa nella cura dei cimiteri più interessanti per ragioni storiche o artistiche – che ha evidenziato la funzione dei cimiteri quali 

(1) Di Asher Colombo sono da segnalare: “La solitudine di chi resta. La morte ai tempi del contagio”, 2021 e (acd) “Morire all'italiana. Pratiche, riti, credenze” 2022, editi entrambi da Il Mulino.

(2) Di Davide Sisto sono da segnalare: “La morte si fa social: Immortalità, memoria e lutto nell'epoca della cultura digitale” 2018; “Ricordati di me: La rivoluzione digitale tra memoria e oblio”, 2018; “Porcospini digitali: Vivere e mai morire online ” 2022, tutti editi da Bollati Boringhieri.

Il Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna

elementi del patrimonio culturale da salvaguardare e valorizzare, come strumento di coesione e crescita culturale delle comunità e di tutti i visitatori. A questo proposito Felicori ha ricordato che la Regione Emilia-Romagna, esempio finora unico in Italia, ha recentemente approvato una legge per il riconoscimento e la valorizzazione dei cimiteri monumentali e storici.

C’è vita al cimitero?

Dal “giro ai morti” alla privatizzazione della memoria.

Dal “giro ai morti” alla privatizzazione della memoria

Ha quindi preso la parola Asher Colombo ponendo un quesito apparentemente paradossale: c’è vita al cimitero?

Chi di noi non ricorda il “giro ai morti” che caratterizzava alcune, certo già non più tutte, le domeniche delle generazioni passate quando, alla visita alla tomba di un parente, faceva seguito un breve percorso a tappe presso altrettanti parenti o conoscenti, in una sorta di lezione di microstoria famigliare o di quartiere? Questa abitudine esiste ancora con sempre maggiore fatica. Oggi il 64% degli italiani dichiara di essere andato al cimitero almeno una volta nell’anno precedente, ma

questa quota si riduce al crescere del livello di istruzione e tra chi vive nelle grandi città. Ma, soprattutto, è in continuo calo3 . È lecito quindi chiedersi se le nuove generazioni porteranno ancora i propri (sempre più pochi) figli a visitare i cimiteri. Vero è che nelle moderne società occidentali diamo sostanzialmente per scontato che tutti abbiano diritto a essere ricordati. Ma se il “se” non è in discussione, il “come” è oggetto di continue rivisitazioni. Certamente la diffusione delle cremazioni, l’avvento di internet, i cambiamenti demografici hanno messo in crisi i cimiteri come forma principe di questa memorializzazione 4

I cimiteri alla prova della trasformazione digitale. L’intersezione tra spazi tradizionali e luoghi innovativi.

(3) cfr.: Colombo, A., & Vlach, E. “Why do we go to the Cemetery? Religion, Civicness, and the Cult of Dead in Today’s Italy”. In Review of Religious Research, 2021, 63, 217–243.

(4) “Il cimitero è morto?” , si chiedeva in un libro di qualche anno fa (Is the Cemetery Dead?, University of Chicago Press, 2018) David Sloane, storico dell’urbanistica all’Università della California del Sud, autore di numerosi studi sui cimiteri americani nonché figlio dell’ex sovrintendente del Oakwood Morningside Cemetery a Syracuse (NY).

Asher Colombo, Professore ordinario di sociologia presso l'Università degli Studi di Bologna e Presidente Istituto Cattaneo
Davide Sisto, Tanatologo e docente universitario dell'Università degli Studi di Torino

Le tecnologie digitali e la memoria

Sull’impatto che, attualmente, hanno le tecnologie digitali sui cimiteri intesi come luoghi di memoria sia fisici che simbolici si è interrogato Davide Sisto.

Vi è in corso un processo di personalizzazione del rito funebre e della memoria dei propri cari defunti che deriva dalla disintermediazione a cui ci hanno abituato i social media. In altre parole, vediamo che il quotidiano prolungamento delle nostre identità e biografie all’interno dei profili social genera il desiderio collettivo di mantenerlo anche dopo la morte. Ne è un esempio significativo la produzione di QR Code da applicare sulle lapidi o la creazione di app che permettono di visitare i cimiteri tramite lo smartphone: c’è, cioè, il bisogno di lasciare un ricordo più completo della nostra esistenza, rimandando coloro che visitano i

cimiteri ai luoghi online in cui abbiamo espresso le nostre passioni e le nostre peculiarità biografiche. Si sta creando una situazione in cui ai resti fisici o materiali del morto si affiancano quelli digitali

Quali ne sono le conseguenze? Da una parte, questo tipo di iniziative potrebbe favorire una maggiore democratizzazione del ricordo, dando la possibilità di lasciare un segno di sé post mortem non solo a coloro che se lo possono permettere economicamente o che lo meritano per particolari azioni nel corso della vita.

Dall’altra, potrebbe spingere i cimiteri a ripensare il loro ruolo all’interno delle città e dei paesi, diventando una specie di musei delle biografie dei cittadini, stabilendo un legame inscindibile tra il luogo fisico e il luogo digitale.

L'arte e la storia dei cimiteri quale potenziale utile per tutte le realtà.

, Coordinatore TTL Nazio-

di Valorizzazione cimiteri italiani SEFITUtilitalia, Referente Sefit per la diffusione sui media e per Atlante cimiteri, Responsabile Promozione e Valorizzazione cimiteri Torino

Il patrimonio culturale presente nei cimiteri può evocare emozioni e ricordi intensi Sulla scorta di queste sollecitazioni Renata Santoro ha evidenziato come nei cimiteri il passato è (sempre) presente. Molti studi mettono in luce come la visita alle sepolture, immersi in un patrimonio che è insieme storico, artistico e culturale, è un’occasione per superare lo stress e le ansie quotidiane. Passeggiando nei cimiteri o partecipando a gruppi visita notiamo capolavori d’arte e troviamo i personaggi famosi della storia, ma anche figure di anonimi che si fanno ammirare e ci raccontano un’esperienza di un tempo. I cimiteri sono il luogo in cui trovare importanti monumenti ed esempi di architettura portatori di tanti significati, di ideologie, di speranza e di religiosità.

Nel 2016 Utilitalia SEFIT e Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, hanno siglato un Protocollo d'Intesa per azioni condivise di promozione turistica e valorizzazione culturale dei cimiteri monumentali e dei luoghi della memoria. La realizzazione e la promozione dell'Atlante dei Cimiteri italiani, è

Renata Santoro
nale

una delle attività attuate da SEFIT. L'Atlante mette a fuoco alcuni punti di interesse nei cimiteri collegati alla comunità di riferimento ed in grado di accendere l'interesse turistico e culturale tanto verso quei luoghi quanto verso le città.

La prima pubblicazione è avvenuta a gennaio 2018 sul portale del Ministero, inaugurando l'Anno europeo del Patrimonio Culturale. Successive edizioni sono rientrate come indicazioni nella mappa dei Cammini d'Italia. L’iniziativa rimane costantemente in progress. Nel 2024 nuovi cimiteri si sono aggiunti all ’Atlante (Alessandria, Caltagirone, Ivrea e Paternò) che si è anche arricchito di una sezione dedicata ai Sacrari e Cripte, ai Crematori e ai Cimiteri acattolici nominata “ExtrAtlante”. E così, anche conservare e diffondere il patrimonio culturale contenuto nei cimiteri può salvare il sistema cimiteriale italiano per non andare incontro alle peggiori previsioni di degrado ed oblio.

Rende o è una passività il patrimonio dei cimiteri?

per oltre un secolo e fino al 2000, la maggior parte dei servizi erano gratuiti e coperti da trasferimenti statali. Contestualmente, a partire dal secondo dopoguerra, la maggiore richiesta del loculo sembrò una manna per i comuni. Le tumulazioni determinavano un immediato afflusso di risorse finanziarie anche se quasi dappertutto il sistema tariffario dei loculi era inadeguato per valori (troppo bassi) e per modalità di contabilizzazione (non veniva distinta nell’entrata da concessione la componente a copertura del costo di costruzione da quella connessa alla gestione). La situazione non è migliorata poi con la diffusione di cimiteri realizzati e gestiti in project financing, specie nei casi in cui agli affidatari è stato permesso di acquisire subito le componenti redditizie della tumulazione, senza alcuna attenzione agli accantonamenti da lasciare a disposizione del Comune per le future manutenzioni.

A partire dalle grandi città del Nord, questi assetti vengono da qualche anno messi in discussione dall’espansione della cremazione. Si tratta di un fenomeno che pare inarrestabile e che di qui a poco potrebbe diventare maggioritario fra le scelte di individui e famiglie. Non basta, oggi solo il 67% delle ceneri dei defunti cremati è sepolto in cimitero, il resto prende la strada dell’affido delle urne (21,33% delle cremazioni di residenti nell’anno 2021, fonte SEFIT), della dispersione delle ceneri dentro (1,77%) e fuori cimitero (9,68%).

qualche domanda anche in Italia. Se come conseguenza di tutto ciò gli introiti della gestione cimiteriale finiscono con l’essere insufficienti a coprire i costi, che ne sarà del patrimonio cimiteriale esistente?

In buona parte questo patrimonio rischia di fare la fine delle vecchie aree industriali urbane in disuso qualora i Comuni, proprietari di cimiteri, si ostinino a non prendere coscienza dei problemi esistenti e non se ne facciano pienamente carico.

Diversi percorsi sono possibili, specie se i Comuni saranno aiutati da una moderna legge di settore.

• Occorre agire sui costi del sistema attraverso una razionalizzazione degli enti di gestione, individuando ambiti in grado di sostenere efficienti economie di scala;

• È necessario assicurare alla gestione cimiteriale, specie nelle realtà travolte dalle scelte di cremazione, ricavi aggiuntivi certi tramite un’adeguata parte del gettito IMU;

• Nello stesso tempo servono dei crematori, non solo dei “cenerifici”, cioè luoghi di commiato rituale ad una persona cara, in grado di sviluppare e proporre anche servizi di presa in carico e accompagnamento per cittadini e famiglie;

Sostenibilità della gestione dei cimiteri

Daniele Fogli ha quindi pragmaticamente posto un quesito cruciale: rende o è una passività il patrimonio dei cimiteri?

Un tema cui per molti anni non si è prestata attenzione e ciò perché

Sia pure ancora in stato embrionale, stanno inoltre affermandosi fenomeni nuovi, non proprio favorevoli alle gestioni cimiteriali tradizionali: come la conservazione privata delle urne non solo nei domicili, ma anche, nelle Chiese o in cimiteri privati, oppure il green burial, la sepoltura ecologica, anche nel bosco, oggi in crescita in altri Paesi, ma con una

• Devono infine cambiare gli assunti funzionali ed urbanistici: il luogo del moderno cimitero non è, come all’inizio dell’Ottocento, fuori della città dei vivi ma deve partecipare al tessuto urbano. Ove possibile, le zone di rispetto cimiteriale vanno riqualificate in parchi urbani e nei cimiteri si devono riprogettare le aree interne dando un buon contributo ai nuovi concetti di foresta urbana.

Lo strumento principe di questi profondi cambiamenti è che i Comuni si dotino di un piano cimiteriale integrato (quello che in Paesi di lingua anglosassone viene definito

Daniele Fogli, Amministratore Unico Euroact WEB Srl

master plan), con annesse simulazioni economico-finanziarie per gestione ed investimenti per un arco temporale minimo di due o, meglio, tre decenni.

Il sistema cimiteriale italiano è patrimonio di tutti, da qui l’auspicio che cessino le inconcludenti contrapposizioni tra pubblico e privato. La salvaguardia di questo retaggio del passato ed il suo futuro non sono pensabili se non matureranno le condizioni per una chiara alleanza tra il settore funebre e quello cimiteriale.

La gestione del patrimonio cimiteriale con il nuovo D.Lgs 201/2022.

I Servizi funerari alla luce con il nuovo Testo Unico sui servizi pubblici locali

Le complessità sottostanti il sistema cimiteriale italiano, ha poi aggiunto Valera Leotta in chiusura dell’incontro, impongono una legge nazionale di settore che porti i servizi cimiteriali ad un livello evolutivo in linea con i migliori servizi pubblici locali

Il recente TUSPL vorrebbe indurre le singole amministrazioni a ragionare sul rapporto tra attività pubbliche esclusive e quelle da svolgersi nel mercato e per il mercato. Se da una parte si cerca di dare le regole e gli strumenti con cui i Comuni

possano rispondere in modo efficace e sostenibile ai bisogni dei cittadini, dall’altra tali disposizioni potrebbero non essere sufficienti per il comparto. I servizi funerari non possono essere ridotti a mere attività igienico-sanitarie: basti considerare il grado di industrializzazione che hanno raggiunto, la complessità della loro gestione ed i connessi fabbisogni di investimenti in opere infrastrutturali. È di tutta evidenza che continuare a rinchiudersi in una dimensione gestionale esclusivamente locale non farà che aumentare le criticità tanto delle singole amministrazioni che del sistema cimiteriale in generale.

Il legislatore nazionale deve acquisire la consapevolezza che i servizi cimiteriali, come insieme di istituzionali, manutentivi dell’infrastruttura necessaria, di cremazione e di luce votiva, vanno qualificati come servizi di interesse economico generale (SIEG) la cui gestione ottimale non può che essere a rete5

Che fare oggi in attesa di una riforma? I comuni potrebbero sfruttare le possibilità offerte dal TUSPL che consente ai Comuni appartenenti ad una stessa area metropolitana di gestire in forma integrata i servizi6 . L’idea di un ambito territoriale metropolitano cimiteriale (ATMC) è già stata recentemente discussa in Sefit7, sia pure nella consapevolezza che molte potrebbero essere le resistenze e le miopie da parte di amministrazioni comunali che potrebbero sentirsi minacciate da tali prospettive. Come associazione rappresentativa del comparto, Sefit promuove la costituzione di soggetti in grado di assicurare servizi su una scala maggiore (ad es. su un bacino di scala provinciale) dove i Comuni siano chiamati ad esercitare in modo coordinato, le funzioni di programmazione, pianificazione, vigilanza e controllo. I vantaggi sono evidenti: assicurare gestioni caratterizzate da una sufficiente massa critica e da economie di scala, superare le frammentazioni esistenti, far emergere una concezione imprenditoriale del servizio in grado di far fronte alla richiesta di investimento in opere infrastrutturali.

Dal complesso degli interventi tenuti a TANEXPO 2024 è emerso come anche in Italia stiano cambiando le forme collettive del ricordo e di elaborazione del lutto e come tuttavia, gli universi digitali di memorializzazione e la realtà materiale dei cimiteri non debbano necessariamente confliggere. Proprio perché vanno soddisfatti bisogni primari delle comunità locali, i servizi funerari assumono peculiarità che oltre all’aspetto di gestione 

(5) Cioè, come da definizione: “… servizi di interesse economico generale di livello locale che sono suscettibili di essere organizzati tramite reti strutturali o collegamenti funzionali necessari tra le sedi di produzione o di svolgimento della prestazione oggetto di servizio, sottoposti a regolazione ad opera di un’autorità indipendente.”

(6) “Ferme restando le disposizioni regionali, nelle città metropolitane è sviluppata e potenziata la gestione integrata sul territorio dei SPL di rilevanza economica ivi compresa la realizzazione e gestione delle reti e degli impianti funzionali. A tal fine, il comune capoluogo può essere delegato dai comuni ricompresi nella città metropolitana a esercitare le funzioni comunali in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica per conto e nell’interesse di altri comuni.”

(7) Intervento di Daniele Fogli SEFIT10 edizione 2023 «di istituire delle società in house specializzate per i servizi cimiteriali, di cremazione e luce votiva che operino per l’area vasta metropolitana. Nei comuni piccoli e medio-grandi, il suggerimento è di puntare ad aggregare il settore cimiteriale a società in house già esistenti, con affidamenti di durata 5 anni, utilizzando la procedura semplificata; oppure, essendovi le condizioni, ad istituire nuove in house. E poi sfruttare il quinquennio per passare a durate di affidamento lunghe (30 anni), sperando che nel frattempo sia già diventata legge la riforma cimiteriale».

Valeria Leotta, Responsabile SEFIT-Utilitalia

imprenditoriale ne contengono altri di natura etica e sociale, culturale e spirituale.

Dalla promozione dell’inestimabile patrimonio artistico che, a volte, si ritrova anche nei cimiteri più piccoli e poco frequentati d’Italia, è possibile ricostituire tessuti valoriali in cui la comunità di riferimento potrebbe riconoscersi.

Dal punto di vista più strettamente economico-finanziario i cimiteri devono potere essere riconosciuti come patrimoni contenenti opportunità di crescita civile delle comunità e non di sole passività sempre più insostenibili. Ciò impone gli

opportuni cambiamenti nei loro inquadramenti legislativi e negli assetti gestionali. 

È intervenuto: Dr. Mauro Felicori, Assessore alla Cultura e al Paesaggio Regione Emilia-Romagna

 Il Cimitero Monumentale di Staglieno a Genova

Moderatore: Antonio Dieni, Esperto di politiche cimiteriali - già direttore generale di azienda pubblica di servizi cimiteriali

Confermato il trend positivo di Renova

Procede a gon e vele la produzione di Renova unita al marchio Wind Cars, con autofunebri meno vistose rispetto alla concorrenza, ma capaci di stupire con sorprendenti novità.

Renova, azienda modenese dell’automotive, è una realtà che in pochi anni si è conquistata un posto ragguardevole nel mercato.

Con l’operazione, portata recentemente a termine, che ha visto l’acquisizione del marchio e dell’attività della “consorella” Wind Cars, Renova è oggi in grado di fornire una gamma completa di veicoli per il traspor-

to funebre, sia che si tratti di eleganti auto oppure di furgoni professionali, che sono oggetto di complessi interventi di allestimento interno per essere idonei a diversi usi: dal recupero delle salme agli interventi di infortunistica legale, fino ad un mini ufficio mobile per raggiungere comunità isolate prive di agenzie di onoranze funebri. 

Presenza consolidata a TANEXPO, dove si è proposta al mercato funerario per la prima volta nel 2014, Renova non ha mancato l’appuntamento dello scorso aprile. In seguito alla rassegna, abbiamo intervistato il titolare Wainer Righi per conoscere la sua opinione in merito all’ultima esperienza bolognese.

Signor Righi, ci vuole raccontare com’è andata la vostra ultima partecipazione a TANEXPO?

«TANEXPO per noi è stato, come sempre, un grande successo! Sono stati tre giorni intensi e francamente anche un po’ faticosi, ma irrinunciabili perché solo in questo contesto abbiamo l’opportunità di testare il nostro lavoro, accogliere nuove istanze, rafforzare il rapporto con i nostri affezionanti clienti, allargare il giro di conoscenze per migliorarci e raggiungere più agevolmente l’obiettivo di estendere il mercato. Certo, sono giornate molto impegnative, ma compensate dalla soddisfazione di ricevere tanti riscontri positivi e tante belle parole di apprezzamento per quello che facciamo».

Per ottenere consensi, come si sa, non basta la presenza, ma bisogna presentare il “prodotto giusto” o una assoluta novità che faccia parlare di sé.

«Beh – continua Wainer Righi –nel nostro stand non mancava sia l’uno che l’altro! Punto focale della nostra offerta di autofunebri è stata la nuova Peugeot 508 a 2 posti, ma abbiamo in produzione anche il modello a 4 posti e 4 porte. Una soluzione in controtendenza che coniuga eleganza ed efficienza con costi decisamente competitivi rispetto ai marchi più prestigiosi. Marchi che, per inciso, proponiamo anche noi, come la Mercedes Classe E (sia in versione diesel che benzina, plug-in e ibrida), ma per filosofia

aziendale preferiamo concentrare i nostri sforzi verso soluzioni che possano essere alla portata di una fetta di mercato più ampia; è la caratteristica che ci distingue e che riteniamo stia alla base della nostra affermazione. Nello spazio espositivo era presente anche la sezione furgoni targati Wind Cars con i nuovi e plurigettonati Ford Custom 2024 e Vito 2024 che insieme stanno rappresentando il 70% della produzione e che personalizziamo su richiesta per e con il cliente, adattandoli alle esigenze più varie».

E la novità?

«La novità è stata sotto l’occhio di tutti: il particolare sidecar da agganciare ad un motociclo, progettato appositamente per contenere un feretro. È stato il vero polo di attrazione del nostro stand e non

 Autofunebre da modello Peugeot 508

solo. Chi ha visitato la fiera anche se non aveva un diretto interesse per i veicoli funebri, non ha mancato di fermarsi per un commento di stupore, una battuta divertente e per il selfie di rito.

Se avessimo chiesto 1 euro a foto, ci saremo facilmente rifatti delle spese sostenute per la partecipazione alla fiera! Scherzi a parte, il sidecar non voleva essere solo un elemento di richiamo o una provocazione, stiamo effettivamente lavorando per poter immatricolare anche in Italia i sidecar funebri, certi che la crescente tendenza ad organizzare funerali sempre più personalizzati ed originali, troverà in questo particolarissimo mezzo di trasporto una alternativa di grande effetto».

Partecipate a fiere anche all’estero? «Da anni abbiamo avviato una collaborazione con un importante partner francese di autofunebri (un importatore e rivenditore, un vero e

proprio concessionario).

Assieme abbiamo già presenziato alcuni eventi di settore e saremo presenti alle fiere che si terranno prossimamente nelle città di Tolosa e di Lione

La Francia è da sempre il nostro secondo mercato ed è anche per questo che ci siamo indirizzati su un modello Peugeot, un tipo di veicolo molto apprezzato anche Oltralpe».

Ancora una conferma per la casa automobilistica modenese grazie alle sue realizzazioni innovative, alla cura e alla capacità di interpretare le esigenze e le preferenze del cliente e soprattutto per la costante ricerca di proposte e di soluzioni che si discostano dalle linee di tendenza generali tali da garantire un ottimo rapporto qualità/prezzo, la vera carta vincente di Renova. 

Parti con noi per Bilbao!

Partecipa al Fórum Panasef, un evento aperto ai professionisti e alla comunità.

Fórum Panasef, organizzato dall’associazione - Asociación Nacional de Servicios Funerariosaprirà le sue porte il 17-18 Ottobre a Bilbao in Spagna.

Due gli obiettivi dell’evento: diffondere alla comunità la proposta professionale del settore, rompendo il tabù sulla morte, e sviluppare le abilità degli operatori.

Attraverso numerose iniziative tra

cui incontri, mostre, spettacoli teatrali, talk e molto altro, Panasef punta a dimostrare e a trasmettere alla società il ruolo di primaria importanza che svolge il settore funerario all’interno della comunità

Un evento unico nel suo genere.

Da un lato, la partecipazione degli operatori funerari che avranno l’opportunità di accedere ad un 

programma ricco di incontri e workshop e, dall’altro, la comunità di Bilbao che prenderà parte attiva al format.

Gli operatori potranno approfondire tematiche di sempre maggiore attualità per il proprio lavoro grazie anche ad una serie di tavole rotonde che verteranno sui più svariati temi tra cui l’importanza della sostenibilità ambientale e l’applicazione dell’intelligenza artificiale.

Tante poi le iniziative di intrattenimento e cultura da sottolineare come la partecipazione di Elsa Punset, famosa scrittrice spagnola, il concerto della cantante lirica Montserrat Martí Caballé e lo show del comico Luis Piedrahita.

Spazio anche alla storia. Gli organizzatori stanno lavorando ad una serie di esposizioni al fine di enfatizzare l’importanza dei riti dell’addio come elementi chiave nella gestione ed elaborazione del lutto.

Un ruolo speciale lo ricoprirà la comunità di Bilbao a cui, per l’occasione, l’associazione spagnola sta

dedicando diverse attività. Più di 1.000 tra bambini e ragazzi in età scolare saranno accolti all’interno del Palacio Euskalduna, sede dell’evento, dove potranno assistere ad un’opera teatrale che affronterà il dolore e la perdita dal punto di vista dei più piccoli. E poi fiabe e racconti, un death-café dedicato, conferenze su come affrontare il lutto e molto altro.

Un’occasione per tutti i professionisti italiani

Per questa edizione Panasef, in collaborazione con TANEXPO, è lieta di estendere l'invito a tutti gli operatori italiani. Sono infatti in programma 

una serie di attività e visite tecniche per conoscere il mercato spagnolo dal suo interno.

Il segretario generale di Panasef, Alejandro Quinzán, ha dichiarato: «Sarà un onore accogliere gli operatori italiani che vorranno unirsi a noi per conoscere le modalità di lavoro in Spagna e prendere parte alle numerose attività in programma a Bilbao».

Un’occasione di scambio attraverso cui ampliare i propri orizzonti e le proprie conoscenze.

Tra queste: la visita al Cimitero Municipale di Bilbao e agli impianti gestiti da Funeuskadi-Mémora e Albia, due dei più importanti gruppi funerari del Paese.

Un format consolidato e di successo che ogni anno riunisce non solo gli operatori, ma anche le famiglie e l’intera comunità. Tanto che durante l’ultima edizione del Fórum, che si è tenuta nel 2022 a Siviglia, 4.000 visitatori hanno partecipato ad un totale di 8 mostre e ben 34 eventi. Non ci resta quindi che dare appuntamento a tutti a Bilbao. Unisciti a TANEXPO e partecipa in prima persona al Fórum Panasef! 

Il programma include:

• Accesso al Fórum Panasef

• Visita tecnica

Funeuskadi-Mémora*

• Visita tecnica Albia*

• Visita al Cimitero Municipale di Bilbao*

• Cena di gala

Costo: 350€

*in Italiano

Scopri il programma completo

Per informazioni e registrazioni, contatta lo staff TANEXPO Tel. 051.282611

Email: info@tanexpo.com

DATI SUL SETTORE FUNERARIO IN SPAGNA

Panasef - Asociación Nacional de Servicios Funerarios - è l’associazione spagnola che rappresenta le imprese del settore funerario. Panasef pubblica ogni anno il report “Radiografía del sector funerario” che riassume i dati economici e sociali del Paese.

Secondo gli ultimi numeri, il settore spagnolo ha fatturato nel 2022 1.653 milioni di euro, pari allo 0,13% del PIL nazionale, impiegando circa 12.433 dipendenti (69,06% uomini e 34,94% donne).

Sono 537 i forni crematori sparsi su tutto il territorio spagnolo, si tratta di uno dei Paesi europei con più impianti. La percentuale di cremazioni, 45,18%, si mantiene stabile rispetto agli anni passati registrando il 54,86% di inumazioni

Per quanto riguarda invece i costi di un servizio, il report evidenzia che il 58% concerne il prezzo del servizio vero e proprio. Il restante 42% si riferisce invece ad imposte e altri servizi, che contribuiscono allo sviluppo di altri settori produttivi.

CARRELLO FERETRO SCENDISCALE

Corredato di leva frenante e freno a disco da 10”, ERCOLE è il carrello ideale per la movimentazione e il trasporto di feretri in vani scala e spazi angusti. Privo di motore e leggero (pesa infatti solo 20 kg) è dotato di cingoli in gomma dentellati per un agevole scorrimento sui gradini.

Info e prenotazioni +39 0321 806 789 coccatoemezzetti.com/contatti | coc-mez@coccatoemezzetti.it

Peso 20kg
Facilmente trasportabile
Foto di Fabiobalbi

legale, fiscale

La riforma dell’imposta sulle successioni

La

riforma del Governo punta a una sempli cazione delle procedure:

vediamo cosa potrebbe cambiare.

Programmare il post mortem, organizzare ciò che avverrà dopo di noi e chi erediterà i nostri beni: tutto ciò quanto costerà?

Queste sono le tematiche che si trovano ad affrontare quotidianamente gli operatori che svolgono la propria attività nell’ambito dei servizi di successione. Proprio in questo campo, recentemente, si sono accesi

i riflettori dopo le modifiche legislative che hanno interessato il settore. Il Governo infatti sta operando una riforma al fine di snellire la burocrazia che si trovano ad affrontare eredi ed imprese e facilitare le procedure attraverso un modello di dichiarazione precompilato.

La riforma è pensata anche per agevolare la stabilità delle imprese a conduzione familiare in modo 

di Avv. Alice Merletti e Avv. Elena Alfero

da semplificare le transazioni genitore/figli, semplificando la gestione delle pratiche, per mantenere l’azienda attiva durante il processo di successione.

L’intervento – a detta del nostro legislatore – avrà un obiettivo importante e impattante anche per i privati: semplificare il complesso delle attività che occorre porre in essere al fine di procedere con le pratiche ereditarie e modificare gli oneri amministrativi esistenti. Vari, in realtà, sono i temi oggetto della riforma, dall’autodichiarazione, che adesso consentirebbe al contribuente di calcolare in autonomia il tributo di successione utilizzando un metodo già impiegato per altre tasse indirette come quelle relative a registri, catasto e marche, alla semplificazione istruttoria. Ma andiamo per ordine, che cosa è il tributo di successione?

Quando una persona eredita beni immobiliari e diritti reali, deve presentare una dichiarazione ereditaria entro dodici mesi dalla morte e saldare il tributo di successione. Questo si applica al valore imponibile dei beni, superata una franchigia determinata dalla relazione di parentela tra il defunto e il beneficiario. Sulla base di ciò si può comprendere, dunque, che risulta impattante sulle tasche del cittadino, là dove la riforma intenda aggiornare le tariffe e le franchigie del tributo, escludendo dal calcolo imponibile il donatum (insieme dei beni assegnati in vita per donazione) dal relictum (patrimonio ereditario trasferibile agli eredi).

Vediamo insieme i singoli punti, quindi, della riforma:

• aggiornamenti sul tributo di successione: si introduce una nuova modalità di presentazione digitale

della dichiarazione ereditaria. Per coloro che non risiedono nel Paese, la dichiarazione può essere inviata anche tramite raccomandata o altro mezzo equivalente.

• Ricalibrazione delle tariffe: le tariffe del tributo su eredità e donazioni sono riviste, variando a seconda del legame di parentela del beneficiario con il defunto.

Ma la riforma non si fermerebbe qui. Viene, altresì, rimosso il riferimento all'istituto di affiliazione e chiarito che anche gli affilianti e gli affiliati sono considerati parenti in linea diretta.

Una delle novità per la dichiarazione ereditaria è, poi, la semplificazione delle informazioni e dei documenti da allegare, insieme all'obbligo di invio digitale del modulo entro i 12 mesi successivi all'apertura dell'eredità (generalmente coincidente con

la data di decesso). Da questo punto di vista, la semplificazione vorrebbe coadiuvare il cittadino verso una modalità di trasmissione esclusivamente digitale, proponendo già un modulo di dichiarazione precompilata. Per i residenti all'estero, comunque, permane la possibilità di inviare la dichiarazione tramite raccomandata o altri metodi di spedizione, purché sia documentata la data di invio.

In conclusione, la riforma del tributo sulle successioni e donazioni rappresenterebbe un passo significativo verso la semplificazione e l'efficienza del sistema fiscale italiano. Con l'introduzione di modalità digitali per la presentazione delle dichiarazioni e il principio di autoliquidazione, il governo mira a ridurre gli oneri burocratici per i cittadini, facilitando al contempo una gestione più

trasparente e celere delle pratiche ereditarie. Queste modifiche dovrebbero alleggerire il carico amministrativo sui contribuenti, ma promettono anche di rendere il processo di successione più diretto e accessibile, evitando le complessità che spesso rallentano la gestione della successione.

Mentre viene steso questo articolo, la riforma procede attraverso le varie fasi di approvazione e attuazione, sarà cruciale monitorare il percorso legislativo di riforma. 

• Dispositivo saliscale

• struttura in alluminio stabile e robusta

• copertura di trasporto rimovibile con 6 anelli di trasporto e cerniera robusta

• Copertura in tessuto plastico pesante e strutturato, lavabile

• 3 cinghie di fissaggio

Foto di Undrey
Dreamstime
IVA e spese di trasporto escluse
...può essere utilizzata come maniglia per il trasporto!
La base di supporto pieghevole...

Svolta nell’addio ai nostri amici a quattro zampe

In

Piemonte via libera

alla tumulazione all’interno della tomba di famiglia.

Il dolore per la perdita di una persona a noi vicina può essere improvviso, intenso e opprimente.

Al senso di smarrimento che accompagna un lutto, spesso si aggiunge quello di confusione e incertezza legato alla disposizione dei resti della persona cara, un turbinio di incombenze, autorizzazioni e decisioni da prendere che gravano su chi si deve occupare del “dopo”.

Non è molto diverso quando a venire meno sono gli animali da affezione. Il legame che si crea con i nostri amici a quattro zampe è infatti molto forte: ci accompagnano nella vita attraverso avvenimenti piacevoli, successi, momenti tristi e soddisfazioni. La loro compagnia può essere terapeutica e fondamentale per chi ha problemi sociali, disabilità, difficoltà nell’affrontare task o semplicemente per chi si sente 

solo. Prendersi cura di un altro essere vivente può essere una spinta ad andare avanti nei momenti bui e l’amore incondizionato che ne riceviamo in cambio è un sentimento confortante che possiamo paragonare all’amicizia. Ma cosa succede “dopo”? Sebbene molti di noi facciano fatica anche solo a immaginare il momento in cui il loro animale se ne andrà, prima o poi ci si trova a dover decidere cosa fare dei resti del proprio amico.

Da qualche mese in Piemonte è possibile scegliere di tumulare le ceneri del proprio animale domestico nella tomba di famiglia o nel loculo dello stesso padrone. Si tratta di una svolta importante, inserita nella legge regionale dedicata al benessere degli animali da affezione che prevede anche il divieto di tenere gli animali alla catena, il riconoscimento della figura del pet sitter e della pet therapy e numerose altre norme.

In realtà la possibilità di farsi seppelli-

re insieme al proprio animale domestico non è una novità: a Milano, in Abruzzo e in Liguria questa pratica è già in voga dal 2020, ma nel resto d’Italia la tumulazione dei resti animali è vietata nei cimiteri; i pet possono essere seppelliti esclusivamente nei cimiteri dedicati o in alcuni casi nel giardino di proprietà del padrone. Il Piemonte ha quindi deciso, nell’ambito di una legge articolata per la tutela degli animali, di fare un passo in più e venire incontro alla necessità e alle richieste di molte persone che desiderano portare con sé i propri amici a quattro zampe anche dopo che non ci saranno più.

Il testo unico

Il testo unico per la tutela degli animali è il frutto del lavoro congiunto dei diversi consiglieri regionali che da tempo lavoravano a testi e proposte per il benessere dei pet. Come si legge nel comunicato diramato dall’ufficio stampa regionale, nel te-

sto si parla di numerosi aspetti della vita dei nostri amici animali, tra cui anche la disposizione dei loro resti. “- divieto di tenere i cani alla catena, tranne alcune eccezioni specifiche di natura sanitaria, sicurezza e cinotecniche

- riconoscimento dell’importante contributo offerto agli ammalati con la «pet therapy»

- possibilità per i padroni di essere tumulati con le ceneri del proprio amico a quattro zampe

- lotta al randagismo tramite l’istituzione di una banca dati regionale

- attuazione di un’opera di sensibilizzazione contro abbandoni e maltrattamenti

- nuove regole per rendere più sicuro il possesso di animali dal morso incontrollato

- interventi contro le manipolazioni genetiche

- riconoscimento, per la prima volta, dei cosiddetti «santuari», ovvero i luoghi di accoglienza per animali 

Foto di Monika WisniewskaDreamstime

ex-da reddito in cerca di una casa

- istituzione della figura del «pet sitter»

- istituzione dei 13 Ambulatori veterinari sociali attivi in tutto il Piemonte, che presto diventeranno 15, come primo passo verso la «mutua animale»

- riconoscimento degli enti del terzo settore che operano a sostegno degli animali d’affezione e del sistema di presìdi esistenti quali canili, gattili, rifugi e santuari per animali - forme di sostegno, anche economiche, per gli enti locali che, in base alle disposizioni nazionali vigenti, si trovano in prima linea nel contrasto al randagismo e nel soccorso ai detentori di animali d’affezione”.

Chi abita in Piemonte, quindi, potrà scegliere di destinare le ceneri del proprio pet alla tumulazione nella tomba o nel loculo di famiglia.

L’importanza del rapporto che si crea tra l’animale domestico e il padrone è riconosciuta ormai a livello internazionale da psicologi, studiosi del comportamento e sociologi: l’animale non è più visto come “qualcosa” di utile o di simpatico da lasciare fuori per evitare che sporchi o che lasci peli in casa; il pet è ormai un membro della famiglia, un fratello per i piccoli, un amico per i giovani, gli adulti e le persone sole, uno stimolo e un aiuto per gli anziani Purtroppo, nonostante la presa di coscienza di questa verità, si assiste ancora oggi a episodi di sfruttamento, maltrattamento e abbandono specialmente in alcuni periodi dell’anno, primo fra tutti proprio il periodo estivo in cui le famiglie si spostano per le vacanze. Questo testo unico approvato in Piemonte vuole essere una tutela ulteriore per il benessere dei nostri compagni di vita a quattro zampe. L’inserimento nell’elenco degli ambiti di interesse

del testo, della possibilità di essere tumulati insieme ai resti dei propri animali domestici, è un passo ulteriore che porta il legame tra animale e uomo oltre il concetto di superiorità umana sulle altre forme di vita, fino ad ora considerata alla base della nostra società. Gli animali non sono più qualcosa di nostro di cui disporre come meglio crediamo, ma qualcuno che, come essere senziente che ci è rimasto a fianco in vita, ha il diritto di rimanere con noi anche dopo la morte.

Sarà interessante capire come le altre regioni interpreteranno questa presa di posizione del Piemonte: dopo l’area di Milano, la Liguria, l'Abruzzo e ora, appunto, il Piemonte, anche altri consigli regionali potrebbero seguire l’esempio e concedere questa possibilità ai propri residenti. Un altro aspetto da comprendere è come e se, in un futuro con una visione ancora più ampia, le tumulazioni di esseri umani e animali potrebbero trovare un unico luogo all’interno dei cimiteri. Ma questo forse è un concetto ancora prematuro e di difficile attuazione; meglio concentrarsi sul presente, con la consapevolezza che questo testo unico piemontese potrebbe ispirare nuove aperture a questa pratica nel nostro Paese. 

Foto
di Pavel ShlykovDreamstime
Foto di YuliaDreamstime

ATTUALITà

Davide Veronese nuovo presidente nazionale Federco t

di ufficio stampa federcofit

L’intervento: «Il Parlamento deve approvare una legge nazionale sui servizi funerari».

Nuovo presidente nazionale per Federcofit, la federazione del comparto funerario italiano: si tratta di Davide Veronese, amministratore del gruppo Pirovano/COF con sede a Cinisello Balsamo (Milano).

Veronese è stato eletto a conclusione del 9° Congresso della federazione, che si è svolto a Roma il 29 maggio 2024 con la partecipazione di un centinaio di operatori del settore provenienti da tutta l’Italia, di politici regionali (Sardegna, Liguria e Lazio), di funzionari della regione Umbria e di esponenti di ANUSCA, l’Associazione Nazionale degli Ufficiali di Stato Civile, realtà con cui Federcofit condivide un importante accordo finalizzato alle attività di consulenza

legislativa e di formazione.

«È ora che il Parlamento approvi finalmente una legge nazionale sui servizi funerari, che sovrintenda ed omogenizzi l’assetto normativo esistente», ha detto Veronese, dopo l’elezione per i prossimi tre anni.

«Non è immaginabile che una famiglia italiana possa portare un proprio caro defunto in una casa funeraria a Verona, ma non a Viterbo; è ingiusto che, almeno fino a ieri, una famiglia savonese non potesse richiedere un trasferimento a cassa aperta dall’ospedale sino all’abitazione; è impensabile che, ancora ad oggi, i trasferimenti a cassa aperta siano preclusi addirittura tra Regioni vicine, che però non hanno ancora normato in materia. Una legge nazionale, quindi,

serve e serve urgentemente».

Il neo-presidente Veronese, che finora era stato vicepresidente nazionale di Federcofit e presidente regionale per la Lombardia, subentra a Cristian Vergani, titolare della Onoranze Funebri Vergani di Inveruno (Milano), che ha guidato la federazione dal 2015 ad oggi. Nel suo discorso, Veronese ha ammesso che molte volte in passato disegni di legge «sono naufragati a causa di veti incrociati». Ha quindi lanciato alle varie realtà del settore dei funerali – associazioni, sigle sindacali, conduttori di crematori, produttori di materiali e fornitori di servizi, eventi fieristici – la proposta di «costituire un nuovo grande Consiglio Nazionale della Funeraria Italia-

na, che possa presidiare il comparto e convergere sull’elaborazione di una normativa condivisa». Il comparto funebre in Italia conta infatti circa 6mila imprese, 60mila addetti, 700 case funerarie e un fatturato annuo di oltre 3 miliardi di euro.

Ad affiancare il neo-presidente Veronese, si segnalano importanti riconferme nella presidenza nazionale di Federcofit: il presidente uscente Cristian Vergani, il romano Marco Aquilini, la fiorentina Catia Catassi, il cagliaritano Ernesto Leonori. Con-

fermati altresì Valeriano Cacciola e Vittoria Franchino, rispettivamente come tesoriere e come presidente del collegio dei garanti, oltre a Piero Chiappano come segretario nazionale e a Fabio Tarantola come vicesegretario. 

marketing aziendale

Il piano di comunicazione

L’importanza di impostare obiettivi, chiarezza e il giusto tone of voice per un progetto e cace.

Nei numeri precedenti della rivista, parlando di marketing aziendale, abbiamo già fatto riferimento a quanto sia importante il ruolo che i contenuti rivestono all’interno di un piano di comunicazione.

Quando parliamo di percezione e persuasione - in riferimento all’utente - i contenuti della nostra comunicazione rappresentano l’unico modo per entrare in contatto.

Va da sé che se non sono studiati e resi concreti per veicolare un messaggio chiaro, destinato a un target specifico e in grado di rispondere a obiettivi di comunicazione predefiniti, oltreché spesso misurabili, restano un esercizio di stile. Che spesso si tramuta in una perdita di tempo e soldi, poiché rappresentano uno strumento di business dal potenziale enorme, ma se non sono inseriti in un contesto strategico 

non serviranno praticamente a nulla.

Ti starai dunque chiedendo quali caratteristiche dovrebbero avere i contenuti del tuo piano di comunicazione. La risposta non può che essere: dipende.

Questa risposta non arriva dalla mia intenzione di essere vaga sull’argomento, anzi: la comunicazione digitale ci permette, rispetto a quella analogica, di essere molto più precisi poiché restituisce una grande quantità di dati di qualità; dati funzionali a dare spunti di riflessione alle aziende su vari aspetti. Per esempio, può raccontarci come reagisce il pubblico al lancio di un prodotto, può suggerirci una nicchia che esprime una domanda latente, etc. Insomma, i contenuti ci permettono di raggiungere l’utente potenzialmente in ogni fase del processo decisionale riferito all’acquisto.

L’importante è che il messaggio di cui ci serviamo per raggiungerlo, sia ben contestualizzato e soddisfi gli obiettivi di comunicazione che abbiamo stabilito.

L’interazione con i contenuti digitali permea ormai ogni aspetto della nostra vita. Un consumatore, come abbiamo visto nei precedenti articoli sull’argomento, può per esempio usare il motore di ricerca per infor-

marsi, comparare prezzi, visitare uno store online, iscriversi alle newsletter per ricevere informazioni specifiche su un prodotto o brand e scegliere il canale che ritiene più idoneo per chiudere il proprio acquisto. È questo dunque il motivo per cui è importante per l’azienda essere presente sui canali in cui il consumatore vive, con l’obiettivo di informarlo, persuaderlo a sceglierla o iniziare una conoscenza con i propri prodotti e servizi.

Ma torniamo al nostro interrogativo:

come devono essere i contenuti?

Non c’è una risposta univoca, ma esistono delle regole da seguire per spingerci a creare dei contenuti che possano coinvolgere i nostri utenti e raccontare la nostra realtà aziendale nel modo corretto. Ve ne suggerisco alcune.

Cerca la coerenza

I contenuti che andranno a confluire nel nostro piano di comunicazione devono essere coerenti, sia dal punto di vista visivo che della narrazione, con i valori del tuo brand. La narrazione deve essere utile, in questo contesto, a consentire all’utente che si avvicina ai tuoi presidi digitali a immaginare chiaramente quali sono i principi attraverso i quali porti avanti il tuo lavoro, a disegnarne l’identità per esprimere in modo preciso con quale approccio lavori e declini la tua offerta.

Cura gli argomenti

che ti stanno a cuore

Sceglili con cura, in base al tuo personale tono di voce e mettiti nei panni del destinatario del tuo messaggio. Si tratta di argomenti 

Foto di Olivier Le MoalDreamstime
Foto di WrightstudioDreamstime

Un pianeta in mutazione, cinto da una fascia che ne rompe il plasticismo. Forma pura, semplice, appropriata a tutti gli interiors. Concetto minimal architettonico, la sua natura plastica, in perfetto equilibrio tra purezza, materia, organicità.

delicati: la percezione della morte e del lutto sono differenti da individuo a individuo, influenzate dal contesto territoriale in cui ha sede la tua attività. L’importante è che la tua strategia di comunicazione sia aderente alle azioni che ritieni il tuo utente debba compiere dopo essere stato esposto al tuo contenuto Un esempio? Il post dell’area blog: con questo contenuto lo stai accompagnando per mano verso un click, l’area contatti, o intendi offrire uno spunto di riflessione rispetto a una specifica tematica.

Pensa al canale in cui verrà fruito il messaggio

Ogni canale digitale (e non) risponde a delle determinate specifiche tecniche. Se stai pensando a un contenuto destinato all’area blog dovrà essere SEO friendly ; se stai studiando un post per Facebook avrà un formato diverso da uno destinato a Instagram altrimenti verrà penalizzato dall’algoritmo del social media in questione.

Stabilisci degli obiettivi

Cosa vuoi comunicare con quel formato specifico? Nel contesto delle imprese funebri, la narrazione serve a dare identità ai valori del brand, a raccontare il settore dal proprio punto di vista e creare una relazione con il proprio pubblico. Successivamente, si dovrà lavorare sulla distribuzione di questi contenuti e attivare delle strategie di marketing funzionali a generare contatti. Sia che si stia agendo di comunicazione, sia che si stia concretizzando una strategia di marketing, la presenza di contenuti coerenti con il contesto e il target restano le costanti protagoniste.

Quali contenuti deve utilizzare un’azienda che opera nel settore funebre? Anche questa volta la risposta sarà: “dipende”. Dipende dal vostro

contesto competitivo, dal contesto culturale nel quale operate e dal vostro posizionamento.

Il vostro piano editoriale deve contenere informazioni utili a farvi conoscere e a far percepire che la vostra azienda rappresenta una voce autorevole. I contenuti dovranno quindi fornire informazioni sul settore, sui prodotti, sui servizi e sui motivi per i quali il vostro lavoro semplificherà una determinata azione in uno specifico contesto.

Vi faccio qualche esempio. Il vostro core business magari non è la risoluzione di controversie legali, questo però non vieta di parlarne, poiché chi si approccia a sopportare un lutto deve anche portare avanti una serie di azioni pratiche di cui probabilmente non è a conoscenza. Parlare nella tua area blog di eredità digitale, potrebbe essere un otti-

mo spunto poiché rappresenta un argomento legato al contesto in cui lavori e magari, anche un argomento molto ricercato dagli utenti!

Potresti per esempio aprire sui social una rubrica che parli di supporto psicologico in caso di lutto e organizzare una diretta con terapeuti comunicando ai tuoi utenti un’attenzione che va oltre l’organizzazione del rito funebre, e così via. Insomma, uno degli assiomi della comunicazione ci insegna che è impossibile non comunicare. Facciamolo nel modo corretto, scegliendo contenuti coerenti con la nostra immagine di marca e funzionali a raggiungere obiettivi stabiliti e controllati da voi. E se sentite di avere bisogno di aiuto alzate una mano: noi professionisti della comunicazione saremo lieti di accompagnarvi in questo percorso. 

Foto
di Sirinarth MekvorawuthDreamstime

Leanza, il nuovo veicolo funebre

Il mezzo della Da Vinci Montadora

è stato presentato alla Feira Funerária Brasil.

Dalla professionalità e dalle competenze dell’azienda Da Vinci Montadora, leader delle autotrasformazioni sul mercato brasiliano, nasce il nuovo veicolo per il trasporto di feretri Leanza, presentato a maggio durante la recente edizione della Feira Funerária Brasil che si è tenuta a Salvador de Bahia.

Se il nome del veicolo vi suona familiare non è un caso: l’azienda brasiliana si è infatti ispirata a Nino Leanza, storico ideatore e fondatore di TANEXPO, fiera funeraria e cimiteriale internazionale, a cui ha voluto rendere omaggio con questo nuovo mezzo per il trasporto di feretri tra le mura cimiteriali. Ma vediamo più nel dettaglio le specifiche del veicolo.

Leanza - il veicolo

Leanza si presenta come un pratico furgoncino bianco composto da una comoda cabina a due posti senza sportelli, in modo da poter agevolare il lavoro degli operatori nelle fasi di accesso e discesa dal veicolo. La parte posteriore è composta da un ampio vano dal design moderno e pulito, capace di ospitare qualsiasi tipo di cofano. All’interno, l’immagine di alberi verdi e un cielo sereno inserita sul retro della cabina contribuisce a dare un senso di pace ai dolenti durante le funzioni di spostamento. Il piano di carico in acciaio su cui posa il feretro è completo di rullo per agevolarne l’uscita ed è realizzato secondo i migliori standard per supportare

e facilitare il lavoro degli operatori. Il veicolo è dotato di fari anteriori e posteriori ed è alimentato a energia elettrica per limitare l’inquinamento ambientale ed acustico.

Alla presentazione ufficiale del veicolo erano presenti in fiera in Brasile anche Sara e Alberto Leanza, figli di Nino, da ormai dieci anni alla guida di TANEXPO.

L’azienda

La Da Vinci Montadora è un’azienda specializzata nella trasformazione e nell’adattamento di veicoli funebri. Alla tradizione e qualità unisce l’innovazione e un’assistenza tecnica preparata a rispondere alle esigenze di ogni cliente. 

José Geraldo Bonato, titolare della Da Vinci Montadora, insieme a Sara ed Alberto Leanza

La morte e il lutto in adolescenza

Gli

adolescenti e la perdita: come

i giovanissimi a rontano

le emozioni di rabbia, ri uto e dolore che possono causare autolesionismo.

Prosegue con questo articolo il discorso iniziato nel precedente (La morte e il lutto nell’infanzia, Oltre Magazine n.2 Febbraio 2024) sul rapporto dei giovanissimi con la morte, il lutto e il senso di perdita.

Qui ci occuperemo, quindi, principalmente degli adolescenti e delle loro reazioni davanti a un evento luttuoso che li tocca da vicino.

Per prima cosa, dobbiamo sempre tener presente che l’adolescenza

rappresenta un fenomeno complesso e multisfaccettato, in cui l’individuo in crescita va alla ricerca della propria autonomia e della propria strada, staccandosi dalla famiglia di origine e iniziando un lungo periodo di moratoria che lo porterà a sperimentare interessi diversi, al fine di trovare il percorso di studi o la professione più congeniale. L’adolescenza è anche il periodo in cui il giovane comincia a porsi domande sulla vita e sulla morte in generale, perché è 

Foto
di Antonio GuillemDreamstime

finalmente in grado di utilizzare il ragionamento astratto e, tramite esso, s’interroga sulle grandi questioni che da sempre interessano l’essere umano, non ultima, quella sul significato dell’esistenza. L’adolescente, infatti, è chiamato a dare una propria ponderata risposta a questa domanda, la quale, poi, influenzerà il corso della sua vita.

Già dai 12 anni di età il preadolescente è in grado di sviluppare una certa consapevolezza della morte, dell’irreversibilità della perdita che subirà al momento della morte di una persona cara e delle ripercussioni emotive che tutto ciò può comportare, proprio perché i suoi pensieri stanno cominciando a orientarsi alla riflessione sul senso dell’esistenza, che con la morte di un membro della famiglia, non possono che intensificarsi (Mencacci et al., 2015). Va anche sottolineato che, sebbene siano consapevoli di cosa significhi morire, gli adolescenti non sono degli adulti e non hanno a disposizione le stesse strategie di coping e la stessa maturità emotiva con cui poter fronteggiare al meglio un evento devastante come la perdita di un familiare, pertanto, è necessario non sovraccaricarli di aspettative irrealistiche in un momento così delicato per tutto il nucleo familiare (Mencacci et al., 2015).

Nella prima fase dell’adolescenza, cioè fino ai 15 anni, è probabile che i ragazzi abbiano difficoltà a pensare che qualcun altro possa aver mai provato un dolore tanto straziante quanto il loro e possono somatizzare le emozioni dirompenti che provano, ma che hanno difficoltà a esprimere, attraverso disturbi gastrici, disturbi del sonno, emicranie ecc. Inoltre, possono ricercare nuovamente un oggetto transizionale, come un oggetto appartenuto al genitore defunto (Mencacci et al., 2015), per cercare di fronteggiare il senso di

perdita e di solitudine che li attanagliano. Gli adolescenti più grandi, invece, possono manifestare il loro dolore non ancora elaborato attraverso scatti di rabbia e repentini sbalzi d’umore, così come possono chiudersi in una sorta di mutismo e non voler in alcun modo affrontare l’argomento della morte (Mencacci et al., 2015). I ragazzi più grandi possono anche oscillare tra l’idealizzazione del genitore defunto e la sua svalutazione, rendendolo oggetto di scherno e disprezzo, nel tentativo di difendersi da un dolore percepito come intollerabile.

Il devastante impatto con la morte di un familiare, anche quando prevista perché causata da una malattia a esito infausto, può comunque provocare insicurezza nell’adolescente che è alle prese con le prime sfide dell’esistenza e incrinare il suo senso di autoefficacia, portandolo a interrogarsi sul significato dell’esistenza, ma mettendo in discussione le credenze familiari con cui è cresciuto (Mencacci et al., 2015), colpevoli di non essere state in grado di proteggere il nucleo familiare dall’evento perturbante. 

Foto di Dragan AndriiDreamstime
Foto di Yuri ArcursDreamstime

In adolescenza il gruppo dei pari viene a sostituire, per autorità, la famiglia e risulta molto importante per il ragazzo l’immagine che i pari si costruiscono del suo comportamento; pertanto, potrebbe non mostrare esteriormente segni di sofferenza per non apparire “debole” agli occhi degli amici. L’adolescente che tenta in autonomia di gestire il proprio lutto e di elaborare la propria sofferenza non sempre riesce a farlo in maniera adattiva e può agire comportamenti rischiosi, quali comportamenti autolesionistici, abuso di alcol e sostanze stupefacenti, guida pericolosa ecc. Vale la pena ricordare che il lutto anticipatorio, può essere sperimentato anche dagli adolescenti che assistono al progressivo declino di un genitore gravemente malato; fino a indurre stati depressivi e sintomatologia ansiosa, perché restare “in attesa della mor-

te” può essere un’esperienza molto stressante, a causa di “speranza e disperazione che si alternano, il non sapere cosa succederà ogni volta che si va a scuola, cambiamenti tangibili nel clima di casa così come nella stessa persona che sta morendo.” (Mencacci et al., 2015, p. 126).

Con i bambini e con gli adolescenti che sono costretti ad affrontare un lutto, per scongiurare l’eventualità che esso si trasformi in lutto complicato, risulta importante poter offrire un buon sostegno, che deve essere di tipo preventivo quando in famiglia c’è un genitore che lotta con

una malattia a prognosi infausta Poter offrire le informazioni adeguate all’età e alle competenze emotive del figlio, poterlo supportare nell’elaborazione della sua sofferenza e nella comunicazione di quanto prova si rivelano aspetti estremamente importanti per facilitare una buona risoluzione del lutto e il ristabilirsi di un equilibrio sufficientemente sereno all’interno della famiglia. Merita sottolineare una volta di più che mentire circa le condizioni di salute di un familiare o escludere gli adolescenti da quanto sta accadendo non sono strategie adeguate. 

Linda Savelli : dottoressa in tecniche psicologiche per i servizi alla persona e alla comunità e dottoressa in filosofia.
Foto di OksanabratanovaDreamstime

PREVIDENZA FUNERARIA E ASSISTENZA ALLA FAMIGLIA

VADIS ITALIA, del gruppo spagnolo ACTIVE SEGUROS. Oltre 70 anni di esperienza nel fornire assistenza per il servizio funebre attraverso piani di previdenza funeraria ed assistenza in vita alla Famiglia.

IL PRODOTTO

ASSISTENZA FUNEBRE E ALLA FAMIGLIA

Servizio funebre personalizzato

Trasporto salma con copertura mondiale

Consulenza legale gratuita in ambito civilistico, lavoristico, malasanità e sinistri stradali

Assistenza in viaggio

Accesso club web con sconti per gli affiliati

Servizio funebre configurabile su misura, secondo le esigenze di ciascuna Famiglia.

Assistenza multilingua 24h con professionisti specifici del settore funerario e dell’assistenza alla Famiglia.

Inclusione di servizi complementari di valore e qualità.

DIVENTA NOSTRO AGENTE DI VENDITA PER IL TUO TERRITORIO

Sei un impresario funebre che guarda all’evoluzione del mercato?

Vuoi offrire nuovi servizi di assistenza alle Famiglie del tuo territorio?

Vuoi fidelizzare le Famiglie ed assicurarti che sarai tu a svolgere il loro servizio funebre?

Vuoi crearti nuove opportunità di guadagno?

Contattaci e fissa un appuntamento con un nostro Area Manager

Responsabile sviluppo Italia: Francesco Forgione +39 342 868 7774 · info@vadisassistenza.it

Tel. +39 342 868 7774 Call Center +39 051 0420 818

VADIS ITALIA

Società del Gruppo ACTIVE SEGUROS ESPAÑA Servizi per la Famiglia e Assistenza Decessi

Nuova vita per gli edi ci di culto inutilizzati

di Raffaella Segantin

Le proposte della Chiesa per la conservazione delle ceneri.

Nell’ambito dell’edizione 2024 di Devotio, esposizione di prodotti e servizi per il mondo religioso, si è tenuto un interessante convegno dal titolo “Luoghi della memoria. Il riuso cinerario degli edifici di culto inutilizzati” che ha affrontato la tematica della conservazione delle ceneri.

Come è noto, con il documento “ad resurgendum cum Christo” del 2016, la Chiesa ha definitivamente “sdoganato” la pratica della cremazione, pur con le dovute riserve e con l’invito a non preferirla rispetto all’inumazione, poiché il corpo affidato alla terra ripete simbolicamente

il percorso della morte e della successiva resurrezione di Cristo.

Nello stesso documento, anticipando a tutti gli effetti la legislazione italiana, vengono anche fornite dettagliate indicazioni sulle modalità di conservazione delle ceneri precisando che devono essere custodite in un luogo sacro: il cimitero, innanzitutto, ma anche un edificio di culto, qualora in esso vi sia la possibilità di riservare un’area specifica che soddisfi determinate caratteristiche. Il motivo lo spiega chiaramente un comma del suddetto documento “La conservazione delle ceneri in 

Cappella della Memoria di Chioggia

un luogo sacro può contribuire a ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana. In tal modo, inoltre, si evita la possibilità di dimenticanze e mancanze di rispetto, che possono avvenire soprattutto una volta passata la prima generazione, nonché pratiche sconvenienti o superstiziose”. Conseguentemente “la conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica non è consentita come pure la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua …”

Oggi i cimiteri stanno vivendo un momento molto critico: la persistente carenza di spazi e la diminuita propensione della gente a recarvisi per rendere omaggio ai propri cari, dovuta a volte anche al loro decentramento rispetto all’abitato, sono spesso causa di situazioni di degrado. E se i camposanti riescono ancora, talora a fatica, a farsi carico delle inumazioni, non tutti hanno zone idonee alla custodia delle urne cinerarie

Per questo motivo le autorità ecclesiastiche hanno individuato, tra le possibili soluzioni, la collocazione delle ceneri in spazi sacri già esistenti da destinare a “luoghi della memoria”. Le alternative includono la riconversione di chiese dismesse oppure l’utilizzo di edifici periferici poco frequentati o di locali in chiese parrocchiali dove non vengono celebrate le funzioni, come ad esempio cripte, chiostri ed altro.

Una proposta innovativa che si è ispirata ad alcuni casi già presenti nel Nord Europa. Si tratta di luoghi identitari della comunità di appartenenza che si prestano alla devozione e al raccoglimento, facilmente fruibili poiché solitamente si trovano nel contesto urbano. Essendo spazi consacrati, in essi possono essere celebrate le esequie come pure messe in occasione dell’anniversario

dei defunti. Inoltre, un conseguente e non trascurabile beneficio è rappresentato dal recupero di un patrimonio artistico e culturale che in molti casi rischierebbe di andare irrimediabilmente perduto.

Gli interventi che si sono susseguiti durante il convegno hanno riguardato alcune case history; in particolare ci si è soffermati sulla Cappella dell’ex scuola materna in Tombola a Chioggia, un modello di successo da cui poter trarre esempio. È Mons. Adriano Tessarollo, Vescovo emerito della diocesi di Chioggia, ad illustrare il progetto da lui sostenuto allo scopo di promuovere un’educazione maggiore al ricordo dei defunti e alla preghiera di suffragio, da cui si assiste purtroppo ad un progressivo distacco.

La Cappella della Memoria di Chioggia, che si trova nel centro storico della cittadina lagunare, è stata inaugurata nel 2017 con un’ottima accoglienza da parte della comunità. Oggi ospita più di 300 urne. Oltre alle ceneri di coloro che in vita hanno scelto la pratica della cremazione, qui

trovano accoglienza pure i resti di esumazioni cosicché venga preservato il ricordo anche di quelle persone scomparse da tempo.

Per realizzare il cinerario, la Fondazione Santi Felice e Fortunato che gestisce il complesso, si è rivolta a professionisti del settore. All’interno troviamo due installazioni attuate da “Progetto Argeo”, risultato della felice collaborazione tra l’azienda Benedetti che ha prodotto la struttura e il Maestro Albano Poli a cui è stato affidato il compito di impreziosire l’esterno della stessa Ogni cinerario è come un armadio,

Inaugurazione delle Cappelle della Memoria di Frattamaggiore e di Chioggia 

composto da 48 cellette che possono contenere ognuna almeno 4 urne ed è in grado di soddisfare i vari aspetti tecnico-strutturali, garantendo la massima sicurezza contro eventuali tentativi di violazione. I temi raffigurati nella decorazione esterna sono stati indicati direttamente dal vescovo e sono propri della dimensione religiosa della morte, ossia la Resurrezione e l’Ascensione di Cristo. I disegni sono stati scelti fra diversi bozzetti proposti, assicurando così l’unicità dell’opera. I due manufatti sono caratterizzati da mosaici ad intarsio con l’utilizzo di marmi e di pietre naturali privilegiando l’azzurro che richiama il cielo e il bianco, simbolo della Luce divina.

Altri sono i luoghi sacri che si sono avvalsi di cinerari simili, come ci racconta Oscar Rossi, titolare della Benedetti srl, ideatore del progetto. «Il fenomeno di adibire cappelle consacrate per la custodia delle ceneri sta prendendo sempre più piede.

Le nostre proposte sono altamente apprezzate sia per la loro flessibilità (è possibile scegliere moduli di diverse

dimensioni con conseguenti numeri variabili di cellette) e sia soprattutto per l’alto valore artistico che l’atelier Progetto Arte Poli sa imprimere a ciascuna realizzazione. Frequentare una Cappella della Memoria non è solo un modo per ricordare i nostri cari in un contesto che invita alla preghiera e a riconnettersi con il nostro mondo spirituale, ma può essere considerato un vero e proprio percorso artistico.

A questo proposito voglio ricordare il cinerario nella cripta della Basilica Pontificia nella parrocchia di San Sossio a Frattamaggiore, la cui copertura esterna, raffigurante Maria Maddalena che incontra il Cristo risorto, è stata realizzata secondo l’antica tecnica mosaico con tessere in pietra tagliate ad una ad una e collocate manualmente. Per coloro che preferiscono una dimensione laica - continua Oscar Rossi - le ceneri possono essere custodite in altri ambienti, come ad esempio le case funerarie. Siamo già presenti in diverse strutture di questo tipo, ultima delle quali la Casa Funeraria Arthemis inaugurata pochi mesi fa a Padova. Sia per le chiese che per i privati, siamo inoltre in grado di fornire un servizio di gestione del cinerario».

Il tema del convegno e il dibattito che ne è seguito se da una parte hanno messo in luce come si stia rapidamente evolvendo il modo di ricordare i nostri defunti, dall’altra sono stati l’occasione per venire a conoscenza di concrete soluzioni per far fronte alla carenza di spazi cimiteriali e alle esigenze e alla mutata sensibilità della società contemporanea. 

 Cappella della memoria nella cripta della basilica di San Sasso a Frattamaggiore
 Installazione del cinerario nella Casa Funeraria Artemis di Padova

Onoranze, l'esempio virtuoso de La Massese

Entriamo

nell’operato

di una realtà locale della provincia di Ravenna.

Sensibilità di ascolto, attenzione al cliente ed efficienza sono requisiti fondamentali per chi svolge il lavoro di operatore funebre.

Se a questi valori si aggiunge la qualità nel servizio offerto accompagnata da prodotti di pregio, ecco che l’impresa in questione diventa un punto di riferimento per il territorio. È il caso dell’agenzia funebre La Massese srls di Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, che da tempo si occupa dei propri clienti con dedizione e che da alcuni anni ha fatto un vero e proprio salto di qualità grazie alle collaborazioni con grandi nomi della funeraria come Rotastyle, Taddia Group e Wind Cars

Abbiamo incontrato i due soci Luigi Mazzini e Szilvia Makra che dirigono l’impresa a conduzione familiare contando sulle proprie forze e sul fondamentale contributo di Roberto Minardi, figlio di Szilvia, che lavora in azienda da un paio d’anni. Si occupa della parte grafica, segue i funerali e le lapidi.

«La Massese nasce nel 2005 quando decisi di fondare una nuova impresa

funebre. Il mio primo socio uscì dal progetto dopo qualche anno e venne sostituito da una seconda persona che però si ritirò dopo 3 anni. Dal 2011 finalmente è subentrata Szilvia e da allora lavoriamo insieme. Nel 2019, la società si è costituita come srls: da lì abbiamo cominciato un lento progresso qualitativo dei nostri servizi che ha portato a un aumento del numero di clienti. È in quel periodo che abbiamo iniziato la collaborazione con Rotastyle, facendoci conoscere al pubblico per la qualità dei prodotti e improntando un servizio diverso rispetto alle altre agenzie del territorio» spiega Luigi Mazzini, fondatore de La Massese srls.

Ci parli di come la collaborazione con Rotastyle influisce sull’immagine della vostra impresa. «La nostra impresa cerca di fornire al cliente finale un servizio di sempre maggiore qualità. Ecco perché Rotastyle, con i suoi prodotti d’eccellenza, è per noi un partner molto importante.

Puntiamo sul pregio del prodotto e sulla professionalità del servizio. È

fondamentale essere sempre molto attenti e empatici rispettando lo stato emotivo in cui si trovano le famiglie che vengono da noi, in un momento estremamente delicato per loro. Cerchiamo di metterli a proprio agio e di essere presenti per ogni necessità. Grazie a Rotastyle riusciamo a proporre soluzioni personalizzate che lascino un ricordo tangibile alle famiglie in modo da soddisfare ogni richiesta».

Szilvia Makra, di origini ungheresi trapiantata in Italia, ha conosciuto Luigi dopo una disgrazia che ha colpito la sua famiglia: «Dopo questa tragedia la mia vita è cambiata. Ho conosciuto Luigi e abbiamo deciso di provare a entrare in società. La nostra è un’impresa a conduzione familiare e svolgiamo tutti più ruoli ma io mi occupo soprattutto del lavoro burocratico - spiega. - Con Cinzia Rota (titolare della Rotastyle) è nato un rapporto di amicizia e la presenza del suo brand tra i nostri prodotti ha portato eleganza e raffinatezza nella nostra agenzia. Non solo nei cofani, ma anche in prodotti come urne e accessori. 

Grazie alle creazioni Rotastyle possiamo realizzare cerimonie che rimangono vive nel ricordo della famiglia. Gli elementi con polvere di cristallo, come le rose e le croci che si staccano dalla copertura del cofano e vengono consegnate ai dolenti, ad esempio, sono un modo molto bello e personale per lasciare qualcosa in dono ai presenti».

Seguite i vostri clienti sotto tutti gli aspetti legati al decesso di un familiare?

«Sì, li seguiamo e li accompagniamo anche negli aspetti burocratici, come ad esempio le successioni. Ogni volta che si verifica un decesso infatti, la famiglia si ritrova a dover correre tra gli uffici cercando di capire cosa deve fare in un momento emotivamente molto delicato. I nostri clienti possono appoggiarsi a noi, siamo il loro punto di riferimento. Seguiamo tutte le pratiche in collaborazione con il nostro commercialista e il nostro notaio, che sono disponibili presso la nostra impresa anche fuori dall’orario d’ufficio per tutte quelle persone che non possono prendersi un permesso sul lavoro.

Infine ci appoggiamo a Taddia Group. L’amicizia e collaborazione con Alessandro Taddia (fondatore e responsabile della Taddia Group) è davvero preziosa per noi e lui è

sempre molto disponibile. Ci conosciamo da più di dieci anni ed è un partner importante perché grazie alla Taddia Group possiamo fornire un servizio di assistenza completo nei casi di infortunio» spiega Szilvia.

Avete fatto altri investimenti per aumentare il pregio della vostra impresa? «Sì, dopo 15 anni di attività abbiamo preso un ufficio più accogliente per dare un’immagine rinnovata e altamente qualificata della nostra onoranza. Inoltre, abbiamo acquistato un furgone della Wind Cars di Modena che ci consente di movimentare e trasportare i cofani con tranquillità e con la massima efficienza».

La Massese è sempre stata attiva e presente anche in momenti difficili come quelli durante il Covid e dell’alluvione che ha colpito la Romagna a maggio dello scorso anno, garantendo un servizio efficiente per le famiglie colpite dal lutto. Auguriamo al team di proseguire con successo per la strada intrapresa!

La Certosa come non l'avete mai vista!

Un percorso virtuale immersivo per visitare in modo alternativo il complesso monumentale

di Bologna.

Il Cimitero Monumentale del capoluogo emiliano è un punto di attrazione imperdibile per gli storici, gli appassionati d’arte e per i tanti turisti che ogni anno vengono in visita per completare la conoscenza e la fruizione delle bellezze della città.

La Certosa è il risultato di oltre duemila anni di storia: prima necropoli etrusca, poi monastero certosino dal 1334 al 1796, infine cimitero dal 1801 a oggi. Attraverso di essa si può scoprire Bologna: qui hanno, infatti, trovato dimora eterna figure importanti per la storia locale e nazionale, tra cui lo statista Marco Minghetti, il

pittore Giorgio Morandi, il poeta Giosuè Carducci, lo scrittore Riccardo Bacchelli, il cantante d’opera Carlo Broschi detto Farinelli, il compositore Ottorino Respighi, i fondatori delle aziende Maserati, Ducati, Weber, Zanichelli e, tra i più famosi e recenti, il cantautore Lucio Dalla. Per tutto l'Ottocento la Certosa è stata meta privilegiata di illustri visitatori e sia Lord Byron che Jules Janin, Charles Dickens e Theodor Mommsen hanno lasciato tracce scritte della loro passeggiata nel cimitero felsineo. Dal 2021 è Patrimonio dell'Umanità UNESCO nell'ambito del progetto 

"Portici di Bologna", perché la caratteristica architettonica peculiare della città non poteva non coinvolgere anche il suo camposanto.

Consapevole della sua importanza storico-culturale ed artistica, l’amministrazione comunale in questi ultimi anni ha avuto una particolare sensibilità e uno speciale occhio di riguardo al mantenimento e alla promozione di questo museo a cielo aperto. Si sono così moltiplicate le proposte per avvicinare i cittadini al cimitero, farne apprezzare i suoi monumenti più significativi e svelare le storie - a volte tragiche, altre curiose, altre dal sapore un po’ misteriosoche si celano attorno ai personaggi che qui vi riposano. L’iniziativa più importante, che si ripete oramai da qualche anno, è L’estate in Certosa, un ricco cartellone di visite guidate, letture, performance ed altri eventi rivolti al grande pubblico che si svolgono tre le mura cimiteriali da maggio a novembre e che di edizione in edizione raccoglie consensi sempre più ampi.

Nell’incessante attività di valorizzazione e promozione di questo sito

eccezionale, il Settore Musei Civici Bologna, in collaborazione con Bologna Servizi Cimiteriali, ha recentemente presentato alla stampa una assoluta novità. Si tratta del progetto denominato “VN 360°” che, grazie a un visore digitale, consente un innovativo tour virtuale nel Cimitero Monumentale della Certosa Vediamo di che cosa si tratta.

Il progetto VN 360°, realizzato dallo studio di comunicazione Veronesi Namioka, permette una navigazione immersiva ed altamente sensoriale. Sono necessari solamente un qualsiasi dispositivo con accesso a

internet (cellulare, tablet ecc.) e un visore di realtà virtuale, uno di quei device comunemente usati per molti videogiochi. Una volta che ci si è collegati all’app e che si è indossato il visore, il viaggio virtuale può iniziare! Grazie all'alta definizione e alla cura dei dettagli, il visitatore può esplorare ogni angolo del percorso a 360° e scoprire gli spazi da punti di vista normalmente non accessibili durante la “normale” visita fisica, come i particolari di decorazioni pittoriche o gli elementi architettonici dei soffitti o, ancora, gli ornamenti scultorei di arcate e colonne. 

Il visitatore è libero di soffermarsi a suo piacimento su un determinato punto, osservandolo da diverse angolazioni, semplicemente muovendo il capo in una direzione piuttosto che in un’altra.

Il percorso è completo di contenuti di approfondimento in lingua italiana e inglese ed è arricchito da due intermezzi narrativi a cura dell’attore e regista Matteo Belli, focalizzati sulle architetture, uno degli aspetti che più definisce e distingue la Certosa di Bologna da qualunque altro cimitero in Europa Infatti, contrariamente ai cimiteri moderni nati con l'Editto napoleonico di Saint-Cloud dopo il 1804, di norma organizzati in grandi aree delimitate da muri o loggiati in cui predominano spazi verdi per tombe o cappelle, nella Certosa gli edifici prevalgono sulla natura, proprio come nella città dei vivi. E come nel centro storico della città, passeggiando si trovano porte, portici, elementi artistici, memorie e monumenti collettivi.

Il connubio peculiare determinato dal susseguirsi di sale coperte, gallerie e portici, spesso incastrati l'uno dentro l'altro, e le opere scultoree che vi sono alloggiate è definito attraverso 14 punti di interesse, selezionati per la loro rilevanza nella rappresentazione dell’evoluzione delle

principali tendenze artistiche tra Otto e Novecento nonché per la rievocazione di vicende cruciali che appartengono non solo alla storia locale, ma anche nazionale ed europea.

Il progetto VN 360° rappresenta un modo di divulgazione del patrimonio culturale innovativo ed originale che va ad ampliare e diversificare l’offerta promozionale adeguandola ai tempi e alle esigenze di un pubblico che non sempre può recarsi di persona sul sito o che si vuole preparare ad una futura visita “in presenza”

documentandosi in anticipo e al meglio. L’intento è infatti quello di far sì che l'esperienza virtuale non costituisca un fine in sé, ma venga percepita come l’anteprima di un viaggio affascinante che potrà definirsi completo solo con una fruizione “dal vivo”. La tecnologia può raccontare molto, ma percorrere il suolo secolare della Certosa, contemplarne le bellezze artistiche e respirarne l'aria immersi nella sua quiete è un'esperienza ineguagliabile!

VN 360° è un nuovo strumento digitale che, permettendo un'esperienza di coinvolgente realismo, ha il merito di aprire diverse ed interessanti prospettive di comunicazione e di coinvolgimento

Un lavoro encomiabile da parte delle istituzioni e dei soggetti coinvolti che si sono spesi con entusiasmo e dedizione affinché l'importante patrimonio storico-artistico ed architettonico di uno dei cimiteri monumentali tra i più rilevanti nel mondo venga conosciuto ed apprezzato da un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo. 

L’operatore funerario e la relazione d’aiuto

Un libro di recente pubblicazione parla del ruolo dell’operatore funebre e delle modalità da mettere in atto per facilitare il processo dell’elaborazione del lutto.

È fresco di stampa l’ultimo lavoro della tanatologa ed esperta di death education Maria Angela Gelati.

È, infatti, da poco uscito per l’editore Mursia il volume La relazione d’aiuto - Come aiutare a gestire il percorso del lutto, dedicato ai professionisti del settore, ma anche a tutti coloro che vorrebbero poter arrecare

sollievo ad una persona colpita dalla scomparsa di un proprio caro.

Le comunità umane si basano sulle relazioni. A differenza della comunicazione che ha il solo scopo di trasmettere informazioni, la relazione stabilisce un contatto empatico tra gli individui. Perché una relazione possa definirsi tale è indispensabile 

sapersi aprire verso l’altro e allo stesso tempo accogliere e comprendere ciò che arriva dall’altro. Uno scambio reciproco che contribuisce al benessere emotivo e alla crescita interiore di ogni individuo.

Ma che cos'è una relazione di aiuto? Si parla di relazione di aiuto quando nel rapporto tra due persone una di queste è in una situazione di debolezza o di particolare difficoltà, mentre l’altra possiede competenze ed esperienze in grado di alleviare le sue sofferenze o i suoi conflitti, cercando di abbattere gli ostacoli emotivi e ridonando fiducia, autostima e maggiore autonomia. L'attore determinante, ovvero colui o colei che in questo tipo di interscambio è capace di stimolare emozioni positive o di portare conforto, è solitamente un professionista, definito counselour (consulente). Esempi in questo senso sono i rapporti che intercorrono tra psicoterapeuta e paziente, tra insegnante e allievo, tra avvocato e assistito, tra sacerdote e fedele... Ed è ciò che gli operatori funebri, anche senza saperlo, mettono quotidianamente in atto diventando spesso per i dolenti vere e proprie figure di sostegno.

Questo libro vuole essere una guida per acquisire abilità di consulenza nel settore funerario e al contempo fornisce utili suggerimenti per individuare le modalità più idonee atte ad aiutare a superare il dolore della perdita. Per raggiungere questo obiettivo è necessario sviluppare un atteggiamento indirizzato alla comprensione e all’ascolto, passando anche per l’analisi delle proprie dinamiche interiori, nonché approfondire gli aspetti psicologici legati al lutto e alle varie fasi della sua elaborazione. Per sintonizzarsi al meglio con il nostro interlocutore, nel testo viene posta l’attenzione anche sull’importanza di saper coglie-

re ogni sfumatura della cosiddetta “comunicazione non verbale” che attiene alla gestualità, all’espressione del viso, allo sguardo, alla postura…, come pure della “comunicazione para-verbale” che si riferisce al ritmo del parlato, il tono della voce, le pause, i sospiri o i silenzi. Saper vedere

ed interpretare questi segni è fondamentale per stabilire una relazione d’aiuto efficace.

C’è una differenza di ruolo tra l’impresario funebre e il cerimoniere funebre: mentre il primo si interfaccia con la dimensione soggettiva dei dolenti, accompagnandoli nel rituale percorso dal momento in cui viene decretato il decesso fino alla destinazione finale della salma, il secondo ha a che fare con l’aspetto collettivo che trova la sua espressione nella cerimonia di commiato.

Con la diffusione delle case fu-

nerarie, delle sale del commiato, dell’incremento della pratica della cremazione e del costante aumento della domanda di funerari laici, quella del cerimoniere funebre è una figura nuova e sempre più richiesta. Il suo compito principale è quello di stabilire insieme ai familiari i dettagli dell’ultimo saluto, attraverso una personalizzazione del rito funebre che rispecchi le esigenze dei congiunti guidandoli così nel delicato momento della separazione dalle spoglie del loro caro.

Per operare con successo nell’ambito funerario non sono più sufficienti capacità pratiche ed organizzative come avveniva fino a pochi decenni fa, ma sono necessarie competenze sempre più specifiche. Questo ultimo lavoro di Maria Angela Gelati, di facile e piacevole lettura, rappresenta un valido strumento per allargare le proprie vedute e aumentare il livello della propria formazione professionale. 

 Maria Angela Gelati

PRODOTTIPROFESSIONALI

LASTRE

Lastradichiusuraloculi in fibradicemento

Dimensioni:mm800x800x8

Disponibileindiversemisure

KITPER LOCULIAERATI

VaschettaSOTTOVAS perlaraccoltadeiliquami

Dimensioni:cm210x63,5x5,5h

THANOSFUNGEL prodottoenzimaticoin polvereperiltrattamento, laneutralizzazioneela deodorizzazionedei liquami cadaverici.

Filtro periltrattamentodeigas omologatosecondola normafrancese AFNORNFP­98­049

Sacchidarecuperosalme inpoliole finico

Dimensioni:cm215x90 Portata:kg150

Sacchidarecuperosalme innylon

Dimensioni:cm230x90 Portata:kg150

Sacchidarecuperosalme BIOCAP inplasticabiodegradabilenonportanti impermeabiliecompostabilial100% adattiallacremazione

Dimensioni:cm230x90

Spessore:µm75

ATTUALITà

Opportunità e rischi del funerale laico

I risultati di due questionari sulla cerimonia laica: uno posto alle SO.CREM e un secondo pensato per un pubblico generico.

Quando parliamo di cerimonia funebre con i nostri soci, le reazioni sono tendenzialmente due: quelli che “il funerale mai, neanche a parlarne” e quelli che hanno già preso accordi con il parroco.

Di solito siamo noi, in quanto Associazione, a informare che esiste una terza via, che spesso non viene presa nemmeno in considerazione: il rito laico. Un rito che, ci teniamo a specificarlo sin dall’introduzione, non è per forza alternativo a quello religioso.

In questo, SO.CREM Torino è un esempio che ci teniamo a portare: tutti coloro che vengono cremati possono contare su una cerimonia del commiato e su un rito per la consegna dell’urna, entrambi laici. E questo sia che il defunto abbia avuto o non avuto un funerale religioso. «La maggior parte delle cerimonieracconta uno dei cerimonieri della

citata associazione torinese per la cremazione - riguardano defunti che hanno già ricevuto esequie in chiesa. Un buon novanta per cento decide di affidarsi comunque a un ultimo saluto, approfittando del fatto che in questo caso la cerimonia non è codificata, anzi è ampiamente personalizzabile».

Personalizzabile è la definizione più adatta per il funerale laico: un termine che mette in evidenza il lato sia positivo sia negativo di questo tipo di cerimonie.

I rischi dell’auto-gestione

Tutti noi abbiamo partecipato, almeno una volta nelle nostre vite, a funerali religiosi: in questo caso, il rito è codificato e quasi fisso. Il prete può aggiungere dettagli sulla vita del defunto, i familiari possono variare le letture, ma il rito è lo stesso da

secoli, quasi intagliato nella pietra. Il funerale laico no e questo offre al nostro settore una grande opportunità e un problema allo stesso tempo. L’opportunità è quella di creare un rito su misura, basato sulla vita del defunto, sui suoi desideri (se li ha lasciati scritti o condivisi) e su quelli della famiglia. Detto in altri termini, permette di offrire un prodotto altamente personalizzato.

Dall’altro lato, però, si corre un rischio: la tendenza odierna di lasciare che siano auto-gestiti dalla famiglia espone l’impresa funebre a un risultato finale approssimativo, poco coinvolgente e che non aiuta i dolenti in quello che è uno dei passaggi fondamentali del lutto: l’ultimo addio. Il funerale laico deve essere organizzato in modo professionale e accurato, senza lasciare nulla al caso. Per farvi capire da vicino questo rischio, ci teniamo a farvi presente 

le impressioni di chi ha vissuto questo tipo di funerali. Per la creazione di questo articolo, infatti, abbiamo sottoposto un questionario alle SO.CREM che fanno parte della Federazione Italiana per la Cremazione e un altro a un pubblico vario: persone appartenenti ad associazioni e istituzioni con le quali collaboriamo e che, per semplicità, definiremo “extra settore”.

In questo secondo questionario, mi ha colpito il parere di chi ha partecipato a funerali laici e ha vissuto esperienze cariche di «imbarazzo e impreparazione nella lettura dei testi e nelle modalità celebrative». Sentimenti che ritornano in chi rievoca l’incontro fuori dal cimitero, nell’imbarazzo dei convenuti, nella timidezza e nel dolore dei parenti che «ha impedito una degna commemorazione».

Un altro partecipante al sondaggio scrive: «Una cerimonia laica comporta un impegno, avere le idee chiare in un momento in cui i sentimenti del lutto sovrastano tutto; alla fine risulta più “complicata”». Certo sono solo alcune esperienze, ma è importante che gli addetti al

settore ne tengano conto. Un altro partecipante scrive: «Penso che si possa procedere anche senza cerimoniere, ma la famiglia deve sapersi bene organizzare e non sempre è fattibile».

Dal nostro punto di vista, di fronte a una richiesta di funerale laico, la famiglia non può essere lasciata sola. Non può autogestirsi in completa autonomia. È importante saper indirizzare, consigliare, finanche suggerire di affidarsi a un celebrante laico. Celebrante che non può essere obbligatorio, ma che quantomeno deve essere proposto, affinché i dolenti sappiano che questa figura esiste e che può essere di aiuto e sostegno.

Che cosa fa un celebrante laico?

Come si legge sul sito internet Celebranti.com, curato da Feder Celebranti: «Il compito principale del celebrante è di realizzare una cerimonia funebre unica, personalizzata, rispettosa, consolante. Essendo preparato professionalmente, e non essendo coinvolto emotivamente, un celebrante può:

• consigliare la famiglia in merito

alle opzioni possibili e suggerire quelle più appropriate;

• scrivere e condurre una cerimonia in modo obiettivo;

• guidare la famiglia nella scelta delle letture, della musica, delle immagini o dei contributi video;

• coordinare gli interventi delle diverse persone e includerli nel testo della cerimonia.

L’approccio professionale fa sì che la cerimonia funebre con il celebrante sia perfettamente calibrata, l’impatto emotivo sia modulato, il risultato complessivo rifletta le convinzioni e i valori del defunto e rappresenti i sentimenti della famiglia».

Dove si celebrano i funerali laici

Qui arriviamo a un dato molto interessante. Potenzialmente, il rito laico può essere celebrato ovunque, purché non sia un luogo religioso. Si potrebbe scegliere l’abitazione o il proprio giardino, persino un albergo (ma in Italia non crediamo sia culturalmente possibile). Eppure, da entrambi i nostri sondaggi, emerge che la maggioranza delle persone crede che il funerale laico debba essere svolto in un cimitero (opzione citata da oltre il 60% degli intervistati, sia tra le SO.CREM sia tra gli “extra” settore). Oltre al cimitero, vengono citate le sale adibite nei crematori, nelle case funerarie e negli ospedali. L’abitazione privata non viene citata da nessuno.

La diffusione sempre più ampia della cremazione, inoltre, permetterebbe di svolgere riti laici in presenza dell’urna, invece che del corpo, organizzando cerimonie veramente ovunque. A parte però rari casi (come ad esempio SO.CREM Mantova, che disperde le ceneri dei propri soci nel lago con un breve rito di commiato, e la citata SO.CREM Torino), è un dato di fatto che in Italia non si stanno diffondendo rituali 

Foto di Bohuslav JelenDreamstime

Quattro strutture innovative e professionali a disposizione di tutte le imprese funerarie italiane, per servizi di alta qualità.

Gianni Gibellini Fondatore di Terracielo FH

laici per la consegna dell’urna o per la dispersione delle ceneri. Non è usanza chiamare un celebrante per guidare i familiari nella dispersione delle ceneri, mentre invece sarebbe davvero utile una figura professionale che sappia ritualizzare un momento così delicato, in cui si lascia letteralmente andare il caro estinto.

Perché ritualizzare la consegna dell’urna?

Nel sondaggio che abbiamo sottoposto ai non addetti al settore, la consegna dell’urna è stata definita: «Come una consegna e basta», un «atto burocratico e veloce». E ancora: «Tutto molto squallido. Sala d’attesa e poi chiamati per numero come alla Coop. Consegna in mano di urna senza un minimo segno di conforto. Sarebbe stato più cordiale un venditore di patate». E infine: «Credo che anche il ritiro dell'urna debba essere un momento dedicato e delicato. È o almeno era una persona, non va gestito come una qualunque consegna». Questi pareri ci hanno spinto a riflettere, perché è vero: l’urna non contiene la cenere di un camino.

L’urna contiene i resti di una persona e, come tale, andrebbe trattata. Basterebbe una sala d’attesa con della musica dolce di sottofondo, una breve lettura, un “condoglianze” detto con partecipazione. Il rito non dev’essere per forza qualcosa di complicato, basterebbero poche parole dette con il cuore.

Sempre sui luoghi

Ci teniamo anche a sottolineare che molti Comuni non hanno mai applicato il Dpr 285/90 e non mettono a disposizione spazi per le commemorazioni civili, privi di simboli religiosi e abbastanza capienti per l’addio a un proprio caro. Anche su questo aspetto c’è moltissimo lavoro da svolgere affinché chiunque possa avere un ultimo saluto degno di questo nome, a prescindere dalle proprie convinzioni e credenze.

Alcuni dati dai nostri due sondaggi

Risposte da 27 SO.CREM aderenti al sondaggio. Zona geografica: Italia, da nord a sud.

• Il 97% sa che è possibile svolgere una cerimonia laica.

• Il 40% pensa che vengano svolte da famigliari e amici, il 40% da cerimonieri accreditati o da imprese funebri. Il resto non lo sa.

• Il 78% ha assistito a un funerale laico.

• La consegna dell’urna avviene, nel 60% dei casi alla famiglia, nel 40% all’impresa funebre.

• Nel 78% non esiste un rituale per la consegna dell’urna.

Risposte dal pubblico “extra settore”. 48 risposte. Zona geografica: centro/nord.

• L’81% sa che è possibile svolgere una cerimonia laica. Il 17% non ne è a conoscenza.

• Il 74% conosce luoghi dedicati, il 15% pensa che non esistano e il 10% non lo sa.

•Il 36% non sa da chi sono celebrati, il 20% ha citato il cerimoniere, il 32% pensa che le famiglie debbano auto-gestirsi. Il resto cita sia il cerimoniere sia l’autogestione famigliare.

• Il 63% ha assistito a un funerale laico.

• La maggioranza ha dichiarato di aver assistito, nel corso della vita, a meno di 5 funerali laici. 

Foto di Frank GüntherDreamstime

CORSI IN PRESENZA:

Cerimoniere funebre I Livello

(docente Prof. Maria Angela Gelati)

‧ Reggio Emilia, 12-14 settembre 2024

Tanatoestetica I Livello

(docente Prof. Javier E. Chávez Inzunza)

‧ Reggio Emilia, 18-22 settembre 2024

‧ Reggio Emilia, 21-25 ottobre 2024

‧ Reggio Emilia, 18-22 novembre 2024

Tanatoestetica II Livello

(docente Prof. Javier E. Chávez Inzunza)

‧ Reggio Emilia, 23-25 settembre 2024

‧ Reggio Emilia, 26-28 ottobre 2024 (nuova data)

‧ Reggio Emilia, 23-25 novembre 2024

Tanatoestetica III Livello

(docente Prof. Javier E. Chávez Inzunza)

‧ Reggio Emilia, 26-30 settembre 2024

CORSI ONLINE:

(docente Prof. Maria Angela Gelati)

La Perdita dell’Animale domestico

‧ 21-22 novembre 2024

Per tutti gli aggiornamenti consultare www.formazionefuneraria.it

MODALITÀ DI REGISTRAZIONE

ONLINE: selezionare il corso e cliccare su “iscriviti”

MODULO CARTACEO: inviare il form compilato a info@formazionefuneraria.it Pagamento della quota di partecipazione da effettuarsi con bonifico bancario, anche in due tranche. La prima da versare contestualmente all’iscrizione, mentre il saldo può essere effettuato prima dell’inizio del corso.

Corsi di formazione specialistica

PER INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI: Tel. 051 4086458

Morti care la vanità

Parliamo delle “vanitas”, nature morte che contengono elementi simbolici che alludono alla caducità della vita.

“ Vanitas vanitatum et omnia vanitas” (vanità delle vanità, tutto è vanità) è una frase che ricorre nella versione in latino del Qohelet, uno dei libri sacri della Bibbia.

È proprio il maestro Qohelet a pronunciare questi versi dopo aver riflettuto sulla fugacità della vita materiale concludendo che tutto ciò che abbiamo è pura vanità e tutto, compresa la nostra stessa esistenza, è destinato a finire con la morte. Solo

riponendo la fiducia in Dio e osservando i suoi comandamenti possiamo aspirare all’eternità.

Questo motto ha ispirato vari artisti in diversi ambiti, ma trova un significativo riscontro soprattutto nella pittura, tanto da divenire un filone specifico, le cosiddette vanitas. Si tratta per lo più di nature morte o di personaggi inseriti in ambienti dove sono presenti diversi oggetti. Questo genere pittorico ha conosciuto la sua massima espressione nel Seicento, 

Antonio de Pereda - Allegoria della vanità (1634)

in particolare in Olanda dove esisteva già una tradizione nel riprodurre scene di vita quotidiana della borghesia. A ciò si aggiunga che in quel secolo ci fu una dilagante e drammatica epidemia di peste che, assieme alle onnipresenti guerre, provocò un senso di profondo smarrimento e la consapevolezza della precarietà dell'esistenza.

Le vanitas sono caratterizzate da elementi ben precisi, tutti simboli dell'effimera condizione terrena In primo luogo il teschio, emblema della morte per eccellenza, che ritroviamo nella maggior parte di queste composizioni. Ma anche candele consumate o strumenti musicali che in quel momento non vengono suonati e che con il loro silenzio rimandano all’assenza di vita. La caducità dell’esistenza viene spesso rappresentata anche da fiori spezzati o da frutta che si sta guastando. A volte sono presenti anche clessidre o orologi che enfatizzano il trascorre del tempo. Altri elementi ricorrenti sono manoscritti, libri o dipinti, allegorie dei frivoli piaceri dell’uomo. Infine le bolle di sapone, di solito soffiate da un putto, altra metafora della transitorietà dei beni terreni, oltre che della stessa vita.

Gli Ambasciatori

di Hans Holbein il Giovane

Una delle prime e più famose vanitas è riscontrabile ne Gli Ambasciatori di Hans Holbein il Giovane, pittore e incisore svizzero, datata 1533. L’opera, oggi conservata nella National Gallery di Londra, ritrae una scena della visita di Georges de Selve, (a destra nel quadro) vescovo francese poi ambasciatore a Venezia, all'amico Jean de Dinteville, ambasciatore francese a Londra.

Un dipinto ricco di dettagli e di contenuti altamente simbolici. Di

 L’oggetto misterioso che si rivela dalla giusta angolazione.

particolare interesse sono gli oggetti posti sui due ripiani dello scaffale, che alludono alla bipartizione fra il mondo celeste e quello terrestre. Infatti sul ripiano più alto troviamo quadranti, bussole, astrolabi e un globo blu su cui sono rappresentate le costellazioni, mentre su quello inferiore c’è un altro globo, quello terrestre, dove è raffigurato il sapere geografico dell'epoca. Sono inoltre presenti un libro di aritmetica, uno spartito musicale e un liuto con una corda spezzata, che richiama la disarmonia e l’inesorabile deterioramento delle cose materiali.

Ma l’elemento più incredibile è quello che a prima vista sembra un oggetto misterioso, una sorta di lama argentea posta in primo

piano. Si tratta di un anamorfismo, ossia di una illusione ottica che fa vedere l’immagine distorta. Infatti se guardata frontalmente rimane incomprensibile, ma se la si osserva dal lato destro del quadro a qualche metro di distanza, si può chiaramente distinguere un teschio. Un vero colpo di scena (e di genio) che fa sì che l’opera si sveli a poco a poco ponendola al centro di diversi livelli interpretativi. Se in un primo momento il visitatore è colpito dall’opulenza dei due personaggi e dall’eleganza della sala, solo ad un ultimo sguardo, quando si sta allontanando dal dipinto, interviene un cambio totale di prospettiva: il teschio diventa

 Hans Holbein il Giovane - Gli ambasciatori (1533)

protagonista della scena mettendo in secondo piano tutto il resto. Un memento mori potente a sottolineare che la morte è una verità che trascende i beni materiali e l'illusione dei sensi.

Canestra di frutta di Caravaggio

È una delle opere più famose di Michelangelo Merisi detto Caravaggio, realizzata alla fine del 1500, che possiamo oggi ammirare nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano. È una delle prime nature morte, se non la prima, a comparire nella storia della pittura. È vero che anche precedentemente, soprattutto nell’arte classica, sono state ritratte cornucopie e ceste di frutta, ma sempre inserite in scene molto più ampie dove l’elemento umano è predominante e irrinunciabile. Solo con Caravaggio il soggetto inanimato assume una sua centralità e non è più complementare alla figura umana. È il primo artista che concepisce la natura morta come opera in sé

Il dipinto mostra una cestina contenete frutti e foglie, definita con grande virtuosismo e precisione analitica, in particolare nei suoi intrecci di vimini. Il canestro è situato in alto rispetto a chi lo guarda e sporge leggermente in avanti trasmettendo un’idea di instabilità e di precarietà. I frutti raffigurati appartengono a stagioni diverse, hanno stadi di maturazione differenti e alcuni sono bacati. Anche le foglie mostrano condizioni diverse: alcune sono fresche, altre si stanno deteriorando, altre ancora sono completamente secche. Tutto ciò è una allegoria del ciclo della vita e un richiamo alla sua fugacità. È una vanitas tra le più famose ed incisive, perché l’artista ha saputo rendere con estrema maestria gli effetti dell’inesorabile fluire del tempo.

Altri autori

Il genere vanitas ebbe molto successo all’epoca, oggi potremmo dire che andava decisamente di moda, e molti sono gli autori che vi si sono cimentati. Tra questi vogliamo ricor-

dare l’olandese Evert Collier, maestro del trompe-l'œil, e il suo Autoritratto con vanitas dipinto nel 1684, o lo spagnolo Antonio de Pereda e la sua Allegoria della vanità del 1634 (vedi foto a pag. 77). Nell’opera di Collier sono presenti le immagini più ricorrenti delle vanitas, come l’immancabile teschio, i libri e gli oggetti che rimandano alla musica e al piacere dei sensi, ma l’Allegoria della vanità presenta una scena assai più complessa includendo nella parte sinistra del quadro gli emblemi della caducità (i teschi, l’orologio, la clessidra e la candela spenta) mentre sulla destra sono dispiegati oggetti simbolo del lusso, del potere e di una vita basata sulla materialità, quali monete, gioielli, armi e persino carte da gioco. Nel mezzo sta un angelo che, mentre con la mano indica il globo terrestre, ha lo sguardo rivolto al dopo, ad un mondo altro: un ammonimento e un invito a porre i valori spirituali al centro della propria esistenza.

Le vanitas hanno contribuito all’evoluzione della rappresentazione del memento mori, raffigurato nelle inquietanti danze macabre di epoca medievale, traducendolo in un concetto moderno di natura morta, un modello pittorico che in seguito conoscerà grande fortuna. 

 Caravaggio - Canestra di frutta (fine 1500)
 Evert Collier - Autoritratto con vanitas (1684)

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.