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LUGLIO - AGOSTO 2009

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Arte Milano

L’universo pitagorico di Giulia Infante

Stupori cromatici di una complessa sperimentazione formale Sabrina Falzone

U

n orfismo enigmatico si nasconde dietro le cangianti tele di Giulia Infante, che si esprime me-

diante una ricerca artistica fondata sull’elaborazione formale e sulla comunicazione cromatica. Tra stupori ed eclettismi si scorge una sperimentazione geometri-

ca correlata all’universo pitagorico: basti pensare al quadro intitolato “La stanza del pittore”, dove il gioco dei volumi è oggetto esaustivo di questa pittura. La molteplicità tematica scandisce il percorso creativo della pittrice calabrese, che sviluppa in piena autonomia un vasto e vario apparato iconografico, spaziando da trattazioni piuttosto complesse ad illustrazioni più sobrie: oltre alle marine e ai paesaggi, occorre menzionare anche l’interpretazione simbolica dei quattro elementi della natura, la rappresentazione della figura femminile, l’architettura urbana, la danza e tematiche legate alla società contemporanea, senza tuttavia escludere la dimensione del sogno e talune ambientazioni cosmiche presenti in “Life” e “Help”. E’ interessante notare quanto il linguaggio dell’autrice si presenti arcano e denso di una pluralità stilistica che si concretizza nell’esperienza autodidatta. Anche lo stile appare par-

ticolarmente variegato nel trapasso da una connotazione essenziale, quasi infantile, ad una resa tecnico-esecutiva più sfaccettata, prevalentemente nella pittura onirica, ma la chiave per accedere al suo immaginario si situa nel fig urativ ismo d o m i n a nt e , spesso alterato in modo illusorio. Rispetto ai modelli passati, Giulia Infante propone un nuovo modus pingendi attraverso l’assemblaggio di linguaggi eterogenei e un’ossessiva poliedricità non soltanto stilistica ma anche iconografica. Tra i modelli storico-artistici l’autrice palesa un’ispirazione ad alcune

opere di Paul Cézanne e alle maestranze cubiste. E’, infatti, possibile riscontrare nella sua produzione pittorica degli

pittura della prima metà del XX secolo, nonostante il largo uso dell’oro ci conduca indietro nel tempo. Lo scenario artistico di Giulia Infante contiene dei messaggi positivi correlati ai sentimenti di gioia e amore per la vita, come manifesta la si mbolog ia del l ’acqu a . Il fascino del sogno si cala sulle immagini dell’autrice attraverso un sipario di emozioni, che svela l’ottimismo di uno spirito in

accenti picassiani ben visibili nella sperimentazione volumetrica. Se il cromatismo cangiante denota una parvenza fauve, le tonalità morbide e sfumate rievocano i traguardi della scuola pittorica veneziana. Pertanto rivisitazioni ottocentesche vanno ad alternarsi con i richiami alla

continua sperimentazione. In quest’ottica, si può rilevare che l’aspetto più coinvolgente della pittura contemporanea di Infante non sia tanto l’encomio cromatico né l’esaltazione delle forme, quanto piuttosto la fantasia e l’ampio bagaglio di utopie sottese al dominio della ratio.

Oltre 90 artisti alla Biennale di Venezia

Microcosmo di eventi ed attività culturali

Olivia Spatola

E

’ chiaro fin da subito il taglio visuale di questa 53° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia: “Fare Mondi // Making Worlds”. Il direttore Daniel Birnbaum investe l’arte nella sua totalità, nella sua capacità autentica di completare l’opera reale e fisica con una ancora più reale e concreta visione del mondo, un’attitudine a costruire non oggetti, ma strumenti propedeutici alla scoperta ed all’esplorazione di differenti universi multiformi. Con i lavori di oltre novanta artisti da ogni parte del mondo, difformi per esperienze, modalità espressive e peculiarità stilistiche, la mostra propone un’autentica pluralità e complessità di processi creativi in fieri, frazionati e coesi all’interno di un’unica, più ampia struttura che riunisce tematiche e non esclude nessuno dei linguaggi artistici contemporanei. I miglioramenti strutturali apportati alle varie sedi in città valorizzano oltremodo la ricchezza visiva e l’impatto estetico delle opere esposte: il Palazzo delle Esposizioni ai Giardini, divenuto centro di attività permanenti,

vedrà l’edificio ingrandirsi e dotarsi di nuove ed ulteriori strutture per ospitare grandi mostre durante tutto il corso dell’anno, mentre la sede storica della Biennale Ca’ Giustinian, a

mostre, mantenendo una propria coerenza funzionale e simbolica ad un tempo, in stretto legame con le esposizioni ed attività permanenti. Durante i giorni di apertura la Giuria in-

San Marco, riapre completamente rinnovata per diventare una “casa aperta” per la cittadinanza. Altro importante evento, la riapertura – dopo dieci anni – di una parte della biblioteca dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee nell’Ala Pastor del Palazzo delle Esposizioni, luogo che diverrà importante punto di riferimento per studenti e visitatori delle

ternazionale – presieduta da Angela Vettese – ha consegnato i premi ufficiali, mentre i Leoni d’oro alla carriera sono andati agli artisti Yoko Ono e John Baldessari. Da sottolineare, inoltre, i 44 eventi collaterali proposti da enti ed istituzioni internazionali a corollario dell’Esposizione, una vera e propria kermesse di iniziative che, durante questa 53. Biennale, ani-

merà e vestirà d’arte l’intera città. Nell’anno che, da ogni parte, celebra il centenario, non poteva mancare, anche in Biennale, un omaggio al Futurismo con la mostra “Macchina di visione: futuristi in Biennale”, l’esposizione a Ca’ Giustinian curata dallo IUAV di Venezia che ripercorre la storia analizzando e confrontando le varie esperienze e idee dell’Avanguardia che ha contribuito a fare del Novecento un secolo multiforme e sfaccettato, intriso di contraddizioni e contratto nella sua esuberante febbre propositiva. Una superficie espositiva enorme, quella di Venezia, capace di accogliere una tale, eterogenea multiformità ed ampia varietà di proposte di 77 differenti Paesi, alle quali vanno ad aggiungersi le numerose iniziative di Palazzi storici, Fondazioni ed enti pubblici e privati, contribuendo a rendere la città un prezioso microcosmo di eventi ed attività culturali, linfa per una nuova civiltà dell’arte contemporanea.

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