Il passo del granchio

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Luca Massacesi Alessandro Ghezzi Eleonora Ripanti

Il passo del granchio

Progettare e realizzare un sito vetrina per renderlo un racconto.

i quaderni di officine einstein

35 identitĂ rivelate




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i quaderni di officine einstein

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Le collane de

i quaderni di officine einstein

identitĂ rivelate

sotto la superficie

le rughe dell’esperienza


35 identitĂ rivelate


copyleft 2012 Creative Commons Public Licenses (CCPL) Condividi allo stesso modo 3.0 Tu sei libero: di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest’opera di modificare quest’opera di usare quest’opera per fini commerciali Attribuzione Devi attribuire la paternità dell’opera nei modi indicati dall’autore o da chi ti ha dato l’opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l’opera. Condividi allo stesso modo Se alteri o trasformi quest’opera, o se la usi per crearne un’altra, puoi distribuire l’opera risultante solo con una licenza identica o equivalente a questa. http://creativecommons.org/


www.alessandrosena.it


Direttore editoriale

www.alessandrosena.it

Programmazione html

Direttore editoriale

Alessandro Ghezzi

Alessandro Sena

(AudiovisualGraphik)

Luca Munari

Site manager

Powered by

(AudiovisualGraphik)

Alessandro Ghezzi

One integration system

Progetto grafico di

Progettazione del sito

Struttura di navigazione

Fotografie della splash page e delle sezioni interne

Progetto editoriale

Fotografie della sezione book

Luca Massacesi

Concept design

Alessandro Ghezzi

(AudiovisualGraphik)

Impaginazione

Alessandro Ghezzi

Testi di

Eleonora Ripanti

(Officine Einstein)

Aaland

Luca Massacesi

(Officine Einstein)

Concept design

Luca Cappellaro

Fabio Cremasco, Antonella D’Onorio De Meo, Katia Turunen, Tony Zecchinelli

Luca Munari

Redazione

Web design

Emmanuel Rouiller

(AudiovisualGraphik) Alessandro Ghezzi

(AudiovisualGraphik)

Caporedattore


In margine Prefazione

Luca Munari

Introduzione Indice Postfazione

Alessandro Ghezzi

Bibliografia IdentitĂ rivelate I quaderni di Officine Einstein

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La progettazione di un sito

sua forte vocazione alla “bellezza” dell’attività artistica. 2 L’altrettanto importante necessità di differenziarsi da una semplice impostazione estetica del sito. Non solo la bellezza quindi (resa evidente da una particolare cura e raffinatezza La nascita del sito www.alessandrosena.it è grafica) ma anche il racconto della attività di stato progettato e realizzato secondo una pre- Alessandro, ponendo al centro il suo continuo cisa richiesta da parte di Alessandro Sena, at- lavoro nell’ambito teatrale. tore, autore e regista teatrale, che ha voluto che il 2012 fosse l’anno dedicato alla promozione Da queste due linee direttrici, la progettaziodella sua attività. ne ha dovuto tenere conto di una sintesi non Il punto di partenza della strategia, che si è facilmente raggiungibile: ricercatezza grafica e prospettata a partire da questa impostazione, spazio agli aggiornamenti. si è da subito rivelata attraverso la presenza in Soprattutto questo secondo elemento prende rete, elemento imprescindibile per ogni tipo di in considerazione il contesto nel quale il sito promozione. è nato e che si riferisce all’attuale sviluppo del L’analisi delle finalità e degli obiettivi ci ha web 2.0: la centralità dei contenuti, la capacità condotto fin da subito alla necessità di realiz- del mezzo di “stare sul pezzo” e quindi di eszare non un semplice sito vetrina, ma un si- sere sempre aperto alle integrazioni della vito racconto. ta che scorre. Due sono state le direttrici, almeno in questa prima fase, che ci hanno guidato: 1 la necessità di presentare anche nel web la forte componente di creatività e di estetica che l’attività di attore, regista e autore porta con sè. Se, infatti, il sito doveva raccontare Alessandro non poteva certo prescindere dalla 10

Entrando nel dettaglio, lo studio preliminare alla progettazione è iniziato con l’analisi degli altri “competitors”: come si presentavano in rete i principali attori e registi teatrali della scena italiana? Il risultato di questa analisi ha evidenziato due elementi importanti: da un lato la scelta di al-


2 Una particolare attenzione estetica data da una grafica centrata evidentemente sulla figura di Alessandro Sena, ma molto caratterizzata dall’immaginario del teatro e del palcoscenico. L’obiettivo è quello di comunicare immediatamente il contesto di attività dell’oggetto del sito e questo avviene attraverso un’iconografia oserei dire classica, nel web, Da quello che abbiamo visto sul web era quin- del mondo dell’arte performativa. di evidente quanto le due direttrici che avevamo delineato erano comunque considerate 3 Accanto ai due punti “rassicuranti” apvalide anche dagli altri progettisti; eppure era pena descritti, la volontà di inserire un elenecessario fare un passo più in là e integrare le mento di rottura con il modus operandi del due direzioni in un unicum. web. La volontà di inserire nel sito un elemenPer questo la progettazione del sito è stata cen- to di accensione della partecipazione che davtrata su tre elementi operativi specifici: vero rendesse il sito una cosa diversa da una vetrina. 1 una struttura di navigazione che portava ai primi posti i contenuti, l’attività di Ales- Questo il punto in cui lasciamo questa presandro Sena, mantenendo comunque eviden- fazione per addentrarci all’interno di una rite il “core business” di un sito che comunque fa flessione più ampia che vuole spiegare perché parte del genere biografico. Se vediamo infatti l’elemento di cambiamento è stato rappresenquali sono i sette link di riferimento del menu tato da un cambio di direzione: dal verticale principale ce ne rendiamo conto. all’orizzontale. Il menu si divide in una prima parte defini- Una riflessione che dimostra quanto la comuta da: teatro, cinema e tv, trailler e solidarietà. nicazione, e quindi la progettazione di un sito, Una seconda composta da: curriculum, book, non sia solamente una serie di menu di naviganews, colophon. zione, ma lo specchio di un processo culturale che deve guardare anche al di qua dell’online. cuni particolari meccanismi di navigazione che rendono il sito “d’avanguardia”, dall’altro uno stile redazionale molto vicino a quello che caratterizza il mondo dei social network, che tende a non considerare le gerarchie ma, al contrario, che ricorda la conversazione cordiale tra amici.

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Il passo del granchio

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SSANDROSENA

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A 24


Una a nascosta di Luca Munari

Allora, connettetevi a internet. Aprite la finestra del vostro browser preferito. Digitate nella barra degli indirizzi: www.alessandrosena.it. Siete nella homepage del sito di Alessandro. Notate qualcosa di strano? Direi proprio di sì. Un nome a metà, dove il “Ale” di Alessandro viene tagliato fuori dallo schermo. Le ragioni possono essere varie; citiamone due. La prima: il web designer autore della grafica del sito ha fatto male i calcoli; la seconda: c’è un qualcosa che per ora ci sfugge. Poiché il nostro web designer si chiama come il protagonista del sito, possiamo escludere la prima ipotesi. Non ci rimane la seconda che, diciamolo con franchezza, è anche la più divertente. Se, però, fate attenzione a quello che è apparso sul vostro schermo, c’è anche un altro piccolo dettaglio che nasconde ben più di quanto possiamo immaginare e che, roviniamo la sorpresa, rappresenta il motivo per cui stiamo scrivendo questo libello. Forse non è così evidente, ma fateci caso: la barra di scorrimento non appare a sinistra, ma nel lato orizzontale della finestra del browser. In basso. Questo il punto. Un punto che scopriremo in tutte le sue sfaccettature, a partire dal sito di Alessandro, ma 25


che va ben al di là della descrizione di cosa significa fare un sito internet: smontare il pregiudizio (anche se fondato) del cosiddetto “sito vetrina” quale sintomo di una comunicazione che ha il solo scopo di “abbellire”, con il potere occulto di una chirurgia estetica del linguaggio. Nella ricognizione delle caratteristiche del sito di Alessandro vorremmo, invece, ritrovare il vero potere della comunicazione: la narrazione attraverso i linguaggi che meglio conosciamo, anche con direzioni diverse. Lungi da noi il buonismo: il potere manipolatorio della narrazione è forte tanto quanto quello dell’abbellimento, se non di più. Ma può essere governato dal suo pubblico, proprio nel momento stesso in cui è svelato. In questo la finalità de “Il passo del granchio”, che si pone una finalità molto ambiziosa: dimostrare che la comunicazione non si avvale solamente ma anche di concetti con un duplice effetto. Il primo: arricchire l’immaginario, narrativo e non solo, dal quale sarà possibile nutrire altri progetti. Il secondo: connettere il mondo dell’online con riflessioni che sono state finora state residenti nel quotidiano offline. 26


TEAT


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Colpo di S(c)ena

In questo breve viaggio ci accompagnerà l’idea di rappresentazione, non solo perché Alessandro è un attore e un regista e il suo sito questo racconta. Ma soprattutto perché la comunicazione non può fare altro che raccontare e cercheremo di prendere in prestito un po’ di categorie che ci fanno andare a teatro senza farci sentire dei sobillatori della democrazia. Vorremmo che fosse così anche davanti a un buon prodotto di comunicazione, soprattutto nel futuro. Attraverseremo allora alcuni brevissimi principi che fondano il modello di comunicazione perseguito nella progettazione del sito. Entreremo poi nel vivo della progettazione del sito di Alessandro, per poi concludere il viaggio nel mondo web, visto che sempre di web stiamo parlando. E senza rovinare il colpo di scena finale, vedremo come il web ben si modella anche intorno alla più antica arte di rappresentazione, in barba alle rivoluzioni (anche se digitali), che nascondo, sempre, un legame con la tradizione. 31


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Menestrelli

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Abbiamo scelto la nostra visione di una comunicazione che racconta storie. Con i suoi linguaggi, con i suoi strumenti, con la sua specifica presenza su tutti i media. Questa visione della comunicazione è antica. Inizia con la Bibbia e prosegue in tutte le civiltà occidentali conosciute. Monopolizza il medioevo, e giunge fino a noi ma è nuova; una nuova direzione che si distanzia da un lato ad una finta fedeltà a ciò che si vede, dall’altro recupera la vera fedeltà che si regge sulla interpretazione. Raccontare il sito di un attore e di un regista è allora uno spunto ghiotto per ripensare la nuova direzione e, nello stesso tempo, di raccontare questa scelta. Ma, visto che parliamo pur sempre di web, dobbiamo fare due passi indietro (come i gamberi stavolta). Il primo passo riguarda la natura della rete. Fenomeni ormai tradizionali come Facebook, i blog, Twitter, Instangram, sono accomunati da un’impostazione narrativa che parte dal minimo sindacale: racconto cosa sto facendo. Se aggiungiamo a questo anche la memoria della rete, arriviamo a che cosa ho fatto. Il presente del panta rei che si fa storia. Il secondo passo indietro che dobbiamo fare è il ruolo della fonte. Anche nella comunicazione aziendale (quella più seria e noiosa per intenderci) la rete richiede di raccontare la marca, come se fosse un personaggio di una storia. La storia si personalizza, i verbi in prima persona assicurano la credibilità della fonte; insomma, ci si mette la faccia. Siamo presenti, in rete, con nome e cognome. Anche in questo caso Facebook docet. alessandrosena.it e, allora, il racconto di una storia, di una car35


riera, che parte da un nome e da un cognome. Da questo semplice punto d’inizio, si avvia l’esplorazione verso le nuove direzioni, laddove l’arte ci consente di superare un limite di una mera rappresentazione della realtà, per raggiungere il campo della generazione di significati. Questo è il passaggio dal sito vetrina, al racconto nel sito. Quello che potrebbe sembrare a prima vista uno spazio web semplicemente pensato per mostrare cosa offre il catalogo (e qui si ferma) è, invece, la porta di accesso al mondo di Alessandro che ha fatto dell’esposizione e della rappresentazione (nel senso più alto del termine) il suo punto di arrivo e quindi di ripartenza. Il catalogo diventa un percorso, l’introduzione a una relazione. Nella prefazione abbiamo detto che il vero segreto del sito è la barra di scorrimento orizzontale. Confermiamo: questa è la nuova direzione. Diventa simbolo della generazione di un diverso modo di vedere le cose. Come se fossimo in un piano sequenza. Non andiamo né indietro, né avanti, ma giriamo lo sguardo lungo un’orizzonte, magari perdendoci qualche dettaglio, ma respirando l’aria fresca e tonificante di una rappresentazione più ampia. 36


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Un punto è indiscutibile: la comunicazione ci deve rendere la vita semplice. Le cose ce le deve spiegare, altrimenti a che serve? Quindi: tutti i fenomeni comunicativi che rappresentano una complicazione sono da condannare. Peccato però, e siamo al primo micro pregiudizio, per semplificare le cose, è necessario che le cose esistano, uno, e che siano esse stesse senza imbrogli, altrimenti inventiamo e diventiamo tutti bravissimi truccatori. Questo significa che la comunicazione rende le cose semplici al proprio interlocutore, ma spesso (sempre, confessiamolo) rende le cose complicate a chi ci dovrebbe dare in mano un oggetto già risolto, perché questo risolto non lo è quasi mai. Se, con coraggio, si sceglie la via della semplificazione vera, lasciando ai veri truccatori il loro mestiere, accade un miracolo: che si attua la trasparenza (nuova ideologia del ventunesimo secolo) e l’oggetto che abbiamo in mano è consapevolmente nostro.

Un po’ di fastidio

Nella ricerca di nuove direzioni, quali strade intraprendere nel sito di Alessandro? Quella della rottura della prassi di navigazione del web. Non si naviga più in verticale, maltrattando la rotella del nostro mouse, ma in orizzontale, af-


fidandoci alla programmazione del sito. Non si carica più una pagina alla volta, ma si carica tutto il sito insieme perché non è una cartella di pagine in html, ma un corpus unico. Non si inizia più con il classico e apparentemente inamovibile “chi sono”, ma la partenza è quello che si è fatto. Che sia chiara una cosa, però. Questa inversione di tendenza è possibile perché il web ha assunto una sua forma accettata da tutti, la più efficiente per quello per cui usiamo, oggi, il web. La rottura di questo essere non porta confusione, non porta disordine, ma è quella dose di sano fastidio che ci rende consapevoli di dove stiamo. E quando siamo disattesi che, sussultiamo, ci sorprendiamo, ci meravigliamo. Meglio: rimane in mente quello che stiamo facendo. Allora quello che nel sito vetrina poteva essere chiamata la creatività fricchettona (riprendendo una meravigliosa definizione di Luca Toschi) e cioè una creatività che ha il solo scopo di esprimersi per fuochi d’artificio, concludendo in scelte di facciata le potenzialità espressive di strumento, linguaggio, dell’oggetto; nella comunicazione storyteller la narrazione realizza scelte scomode e magari fastidiose per richiamare chi è al di là. Per chiamarlo sul palco. 39


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SOLIDARI 41


La sospensione dell’incredulità

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L’inversione di tendenza e la rottura delle ormai classiche regole di navigazione e di consultazione delle pagine web è stata più semplice nella progettazione di un sito come quello di Alessandro, centrato sul tema dell’arte. Che cosa caratterizza la rottura delle regole del mondo reale è la creazione di nuove? Il gioco. Ecco che, quindi, anche quel fastidio di cui abbiamo parlato diventa parte integrante di un gioco, come quando regaliamo un punto all’avversario perché ancora non abbiamo ben capito le regole. Il mondo del gioco e il mondo dello spettacolo hanno almeno una caratteristica in comune. Quel meraviglioso fenomeno che si chiama: sospensione dell’incredulità. La stessa che cerchiamo di attuare in alessandrosena.it. Se, infatti, la credibilità del web è sinonimo di efficienza (tutto e subito per favore, senza nemmeno farmi comprendere cose che reputo inutili), nel sito di Alessandro l’efficienza lascia il posto all’efficacia, che entra dalla porta del fastidio e della sorpresa. Ma una volta dentro è necessario abbandonare per un attimo quello che sempre ci attendiamo da un sito tradizionale e entrare nell’ordine delle idee che le regole non sono più le stesse, e che ora, le regole vere sono quelle che

ci troviamo di fronte. Come davanti a un palcoscenico, sappiamo perfettamente che quel mondo non è vero, ma per un po’ facciamo sì che lo sia. E, questa è la vera meraviglia e la forza della rappresentazione, lo è. Questo passaggio è all’avanguardia ma non è ancora completo. Se in questa visione rimane l’incredulità (sebbene sospesa), quello che la comunicazione è capace di fare non è solo la rappresentazione di una realtà altra, ma la generazione della realtà nostra. Attraverso una vera collaborazione con le altre funzioni che hanno il compito di dare un significato a ciò che accade, e non solamente un intervento ex post, la comunicazione puo, infatti, contribuire alla costruzione, ponendo anche solo una semplice domanda: come pensate che quello che stiamo facendo può essere vissuto da chi ne usufruirà? Le azioni diventano allora pragmatiche nell’oggetto e non solo nella sua rappresentazione. Immaginiamo che questo sia un passaggio che avverrà, prima o poi, anche se particolarmente pericoloso, soprattutto se non ci si renderà conto anche (e soprattutto dall’interno della comunicazione) che solo una realtà già in sé trasparente può dare modo alla comunicazione di arricchirla senza deformarla. 43


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CLOSE


BO 45


Parliamo ora di web, con degli accenni brevi a quegli elementi che ci hanno condotto a progettare il sito di Alessandro secondo il passo del granchio. Perché la forma, ne siamo sempre più certi, modifica e influenza la sostanza. Per chi lavora giornalmente con l’ambiente della rete, il termine innovazione che viene sempre associato a internet, suona anacronistico. Un po’ con il passaggio al 2.0, un po’ con le trasformazioni che anche nell’editoria cartacea si stanno indirizzando verso una sempre maggiore integrazione del mondo online. Anzi, la stessa condizione di essere online non ha più molto senso se consideriamo che ormai possiamo esserlo sempre. Con il web abbiamo però imparato anche una lezione più importante del nuovo ambiente: la continua trasformazione. Sembra, infatti, che se di innovativo non c’è granché questo derivi anche dal fatto che la stabilità non è più la regola. Questa è diventata la continua trasformazione. Orbene, se il cambiamento è la regola, tutto diventa è lecito. O meglio il web diventa il territorio all’interno del quale provare a cambiare le regole senza che questo diventi un motivo di disorientamento per il pubblico di riferimento che, anche nelle soluzioni più creative, dovrebbe rimanere al centro di ogni soluzione comunicativa. La sfida diventa particolarmente interessante: gioco e libertà di linguaggio ma anche comprensione da parte dell’altro. Una battaglia da far diventare alleanza. 46


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Leggerezza

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Ora, quando siamo sempre in viaggio (leggi cambiamento) c’è un solo segreto: viaggiare leggeri. Così nel web. Sia da un punto di vista grafico, sia redazionale, sia strutturale la leggerezza diventa l’impronta stilistica: un solo file html, dei testi molto brevi, pillole di notizie, frammenti di spettacoli e di immagini. Iniziamo da un punto di vista tecnico. Il sito di Alessandro è una sola pagina che scorre orizzontalmente. Due sono le implicazioni: la prima riguarda la leggerezza della pagina in sé. Tutti i contenuti sono in un unico caricamento (essendo unica la pagina) quindi devono essere “super leggeri”. La seconda implicazione è un piccolo trucco: il sito può essere visitato anche offline. Fate la prova del nove. Accedete online a alessandrosena.it, poi disconnettetevi dalla rete. Potrete continuare a visitare il sito. Ma una seconda manifestazione della leggerezza del sito è anche evidente nelle segnalazioni che l’utente ha per capire come si naviga il sito. Sono anch’esse appena accennate, lampeggianti o annunciate dalla propria assenza, perché se da un lato chiediamo a chi visita il sito di giocare un po’, dall’altro non ci sono troppe costrizioni. E’ questo strano tipo di leggerezza che consente al nostro compagno di giochi, ascoltatore e navigatore, di interagire pensando e pensandoci. Spesso sentiamo dire: “Fare le cose sul serio, senza prenderci troppo sul serio”. Un’affermazione che lo spirito sempre un po’ da giullare di ogni comunicatore non può che fare propria riconoscendo in questa leggera schizofrenia il segreto del successo. 49


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TRAIL 51


La rottura delle regole appare evidente anche nella più classica delle nozioni “internettiane”: la struttura di navigazione. Al posto dell’onnipresente “chi sono” il nostro sito si apre con teatro, cinema e trailer. La personalizzazione che è sempre più richiesta all’interno del mondo web, qui non si identifica con il curriculum vitae (che comunque c’è) ma con quello che Alessandro ha fatto durante la sua carriera. Un posto d’onore all’arte quindi che graficamente si caratterizza anche per la posizione in alto rispetto al nome. Subito dopo, un’altra manifestazione della persona, che magari è “fuori tema” per la professione, ma che e, forse, la più importante per capire Alessandro: il suo impegno nella solidarietà. Un punto di incontro tra professionale e personale che quasi dimostra come in realtà la differenza tra personale e professionale non è più così decisiva nella presentazione di sé. Anche qui le dinamiche della Rete ci mettono un fatale zampino. Insomma, basti pesare a Twitter. Infine la biografia: curriculum e book, perché la tradizione non è cancellata dalla trasformazione del linguaggio, ma valorizzata. Poi il colophon con lo stesso peso degli altri link. Essere autore di un progetto di comunicazione è entrare nella sua narrazione. 52


Una diversa gerarchia


L’incontro continua

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Abbiamo concluso questa breve analisi di un sito che ci ha consentito di parlare del passaggio da una comunicazione truccante a una comunicazione narrativa. La bellezza del teatro è la compresenza tra attori e spettatori: due diversi sono i mondi che si incontrano, rappresentazione e realtà, eppure entrambi respirano lo stesso ossigeno. Si incontrano proprio grazie a un compromesso che dura circa due ore dove dagli entrambi lati del palco non c’è scandalo per quello che sta accadendo. Questo stesso effetto, al minimo perché, purtroppo, i comunicatori non sono degli artisti, vorremmo che si vivesse con il sito di Alessandro: un incontro dove anche lo spettatore può cercare i propri spazi di intervento, perché quello che offriamo è il divertimento della scoperta e quindi la conseguente meraviglia (speriamo). Questo incontro, che diventa qualcosa in più di un semplice “leggi e ripeti”, vorremmo che si continuasse anche al di là della costruzione della comunicazione, proprio nel mondo reale, nel mondo, cioè, del social network. Quelle che abbiamo lasciato nel sito sono delle tracce di quello che abbiamo scritto, ma è come quando devi fare un grande salto, perché non c’è il ponte e l’altro è al di là. Bisogna prendere la rincorsa. 55


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RESPONSABILITÀ

www.alessandrosena.it Direttore editoriale Alessandro Sena Site manager Alessandro Ghezzi Progettazione del sito Struttura di navigazione Aaland Progetto editoriale Luca Massacesi (OfficineEinstein) Concept design Luca Munari (AudiovisualGraphik) Web design Alessandro Ghezzi (AudiovisualGraphik) Programmazione html Alessandro Ghezzi (AudiovisualGraphik) Powered by One integration system

TEATRO CINEMA E TV TRAILER SOLIDARIETÀ

Fotografie della splash page e delle sezioni interne Luca Cappellaro Fotografie della sezione book Fabio Cremasco, Antonella D’Onorio De Meo, Katia Turunen, Tony Zecchinelli Redazione Caporedattore Emmanuel Rouillier

CO CURRICULUM BOOK

© 2012

news COLOPHON

home 57


Perché un sito che si sviluppa in orizzontale piegando le regole condivise che ci vedono abituati a far scorrere la barra laterale su e giù? Forse perché lo schermo non è altro che un palcoscenico virtuale all’interno del quale i contenuti e gli elementi grafici si svelano e si celano assecondando il copione di uno sceneggiatore in punta di matita (e di mouse) e il fruitore, o spettatore, può decidere su cosa concentrare l’attenzione. Le parole, la scenografia, la recitazione, le luci, i costumi. Una carrellata veloce per poi scendere in pro-

ALE

fondità. Oppure un obiettivo mirato: le foto, il curriculum, i trailer, le news. A seconda che sia un amico, uno spettatore affezionato, un critico teatrale, un produttore. Oppure perché il grafico e l’attore non condividono solamente il nome di battesimo, ma anche un certo egocentrismo che si manifesta con l’espressività del corpo e della voce nel caso dell’attore e con la manipolazione degli spazi, dei contenuti e dei luoghi comuni per quanto riguarda il grafico che vi sta scrivendo. 58


Perché un attore e regista teatrale decide di cedere alle lusinghe del web aprendo un personale sito? Perché decide di lasciarsi trasportare dalla marea mediatica che ogni giorno mastica milioni di foto, video ed informazioni, con la certezza che tutto questo materiale non tornerà indietro, a quella riva da dove un giorno è partito? Perché decide di rendere la sua esposizione pubblica e a comando, attraverso un semplice click, non curandosi degli occhi indiscreti e critici? Beh, diciamo che di ragioni possono essercene tante.

voglia di apparire, requisiti fondamentali e necessari, ma per fortuna non unici, per poter fare questo lavoro; per questo deve rappresentarmi. Il passaggio dalle motivazioni alla coerente presenza nello spazio virtuale è avvenuto grazie al dialogo e alla collaborazione concreta con persone competenti e attente a capire. Se fino a qualche tempo fa l’attore poteva solo “essere” (o “non essere”) oggi giorno non si può evitare di “apparire”; tanto vale farlo con originalità creando curiosità.

SSANDRO In primis, lo fa perché il sito è la concreta possibilità di avere una vetrina mediatica per la presentazione dei suoi lavori, al pubblico fedele e a quello ancora da conquistare; per questo deve piacere. Una seconda motivazione risiede nell’utilizzare lo stesso sito come un vero e proprio strumento di lavoro diretto a registi, produttori e addetti ai lavori; per questo deve “colpire”. Terzo punto, futile ma reale, lo fa per appagare un certo connaturato egocentrismo nonché

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Bibliografia

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Le nostre collane I quaderni di OfficineEinstein dedicati alla definizione delle identità 1 Dioguardi 2 Le chantier evenement 3 il teatro Margherita a Bari 4 Calabresi 5 Intersind 6 L’Ambasciatori palace hotel di Roma 7 la Cascina 8 I fotografi e l’industria e il 30nnale dell’Intersind 9 Janssen 10 Caritas 11 Arcobaleno 12 Wwf 13 Aaland 14 Audiovisualgraphik 15 Cedis immagine&comunicazione 16 Il laboratorio di quartiere 17 Sprint 18 Eichelos 19 Ktesios 62

20 Lekythos 21 Fragrance et maquillage 22 Forma mentis 23 Creditoperte 24 Qchannel 25 Assomedico 26 AlterEgo 27 Generazioneacca ed Ethos 28 Labsus 29 Spin editore 30 OfficineEinstein 31 CassaPraesidium 32 Campania programmazione unitaria 33 CalabriaProgettazione Integrata 34 MediocreditoEuropeo 35 www.alessandrosena.it


Questa pubblicazione fa parte dei Quaderni di Officine Einstein che sono articolati in tre collane identità rilevate

sotto la superficie

le rughe dell’esperienza

31 CassaPraesidium 32 Campania programmazione unitaria 33 CalabriaProgettazione Integrata 34 MediocreditoEuropeo 35 www.alessandrosena.it

La comunicazione di interesse generale

Il cantiere evento

La comunicazione nello stato di crisi. Nuovi paradigmi per nuovi scenari

Puf. La customer experience

Pluridemocrazia e beni comuni Dalla customer care alla customer experience Governare il cambiamento La crisi del modello di sviluppo locale La comunicazione prisma Partecipare alla creazione del valore La conoscenza e la comunicazione: il ruolo dei comunicatori nell’economia della conoscenza

Il consulente del territorio Manuale d’accoglienza Il piano di comunicazione Manuale di sopravvivenza aziendale Fatto, Bene! La sussidiarietà in venti lezioni La redazione dispersa Un sito mai fermo: le potenzialità dei cms Editoria digitale e le nuove sfide nella progettazione

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