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Bunter Hund Il lato animale della vita |05,1 €fuäkreVi*re n | venditore+1,50 € Produktion| p r o =enoizud€3 3€ Thomas Hochkofler Poste italiane SpA. –Spedizione in abbonamento postale -70% -NE BOLZANO TAXE PERCUEmensile 10.10.2022 – 09.11.2022 | 79

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Nelle loro zampe

Non ce ne voglia il nostro quadrupede prediletto se questa volta al centro di zebra. ci sono soprattutto cani e gatti (e insetti), ma ci è sembrato doveroso anche leggendo l’indagine 2020 di Eurispes secondo cui il 39,5% degli*lle italiani*e ha almeno un animale domestico. 3,5 milioni sono, invece, i*le cittadini*e che hanno accolto tra le mura di casa un animale durante o appena dopo il lockdown. L’Ente Nazionale Protezione Animali riporta che nel 2020 hanno trovato casa 8.100 cani e 9.500 gatti, segnando un incremento del 15 percento delle adozioni. Nel nostro Paese, a questo boom di adozioni purtroppo è seguito un aumento degli abbandoni estivi: nel 2021 l’ENPA, infatti, ha recuperato 7.600 cani, mentre quest’anno, solo nelle prime due settimane di luglio, ha registrato l’abbandono di circa 1000 cuccioli. Per contrastare questa crudele pratica, che costituisce un reato perseguibile penalmente, la Federazione Nazionale Ordine Veterinari Italiani ha avviato la campagna “Nelle sue zampe”. L’obiettivo è sensibilizzare la cittadinanza rispetto alle responsabilità che l’acquisto o l’adozione di un animale comporta, perché anch’essi sono esseri senzienti e provano emozioni. Parola di zebra.

Il team di zebra.

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Ohne zebra. Ausweis geht nix

Comprate il giornale di strada solo da venditrici e venditori muniti di apposito tesserino!

ist eine Straßenzeitung und wird von der OEW – Organisation für Eine solidarische Welt in Brixen herausgegeben. Menschen, die sich in schwierigen Lebenssituationen befinden, verkaufen sie zum Preis von drei Euro: 1,50 Euro bleibt ihnen, 1,50 Euro geht in die Produktion. Se notate delle irregolarità non esitate a contattarci al numero 334 1216413.

03 – Ingredienti 04 – Drinnen und draußen 05 – Io vendo James Pamalr 06 – Good News 08 – Punto di domanda 09 – Augeklaub 10 – Hauptsache Heuschrecken-Segen 14 – Snapshot 16 – Zahlen, bitte! Thomas Hochkofler 18 – Action 19 – Auf der Straße 22 – Focus 25 – Experiment 26 – Biblio 27 – Na und? 28 – Speakers' Corner 30 – Tu du’s! 31 – Böse Worte Impressum
zebra
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we are economy 2022 | 79 3 Ingredienti

… è un giornale di strada

Nel mondo esistono moltissimi giornali di strada, che si rifanno allo stesso principio e che danno l’opportunità alle persone ai margini della società di avere una degna occupazione e un piccolo guadagno e di riattivare risorse e competenze personali. zebra. fa parte della rete internazionale dei giornali di strada INSP (www.insp.ngo)

… wird von Freiwilligen gemacht

Die Inhalte von zebra. stammen zum Großteil von motivierten Freiwilligen. Monat für Monat bestücken sie die Zeitung mit Texten, Gedichten, Fotos und Illustrationen und orientieren sich inhaltlich an sozialen und gesellschaftskritischen Themen.

… è un progetto sociale

zebra. è un progetto sociale volto all’autonomia economica e abitativa dei venditori e delle venditrici, che sono sostenuti*e e accompagnati*e in questo percorso dalle assistenti sociali del progetto.

… bleibt in Kontakt

Das zebra.-Team steht in ständigem Kontakt mit allen Verkäufer*innen, Verkaufsstellen, Behörden und Gemeinden. Für Fragen, Anregungen oder bei Unregelmäßigkeiten sind sie zur Stelle und telefonisch oder per Mail erreichbar.

… va oltre

Che si tratti di una casa, del lavoro, della salute o di informazioni, per i venditori e le venditrici di zebra. la vita quotidiana rappresenta una sfida continua. zebra.Support offre loro un rapido aiuto in situazioni di emergenza e li segue passo passo nella ricerca di un lavoro sicuro.

Per info e contatti: 0039 334 1216413 | zebra.assist@oew.org

Die Welt der Straßenzeitungen

Mitte

September reiste das Team von zebra. zum Weltkongress der Straßenzeitungen nach Mailand. Organisiert vom Internationalen Netzwerk INSP und der Italienischen Straßenzeitung „Scarp de' tenis“, lockte das Event diesmal über 100 Teilnehmer*innen aus 24 Nationen und von über 50 sozialen Zeitungsprojekten nach Italien. Vorträge, Diskussionen und Workshops zu den Themen Journalismus, Sozialarbeit, Aktivismus und Menschenrechte boten wertvolle Gelegenheiten zum Austausch, zum Voneinander Lernen und zur gegenseitigen Bestärkung.

zebra.Support ...

“Non si finisce mai di imparare”

La sera quando torno a casa penso spesso alla strada che ho percorso per arrivare qui. Mi tornano alla mente i momenti che ho condiviso con le persone che ho lasciato indietro e con quelle che un giorno riabbraccerò.

Sono cresciuto in Edo State, in Nigeria, dove sono nato 42 anni fa. Lì ho frequentato la scuola dell’obbligo e dopo la terza media sono andato a lavorare come piastrellista. Mi piaceva fare il lavoro con cura: preparare i materiali, prendere le misure, applicare l’adesivo e poi posare le piastrelle. Entrambi i miei genitori lavoravano. Mia madre commerciava prodotti agricoli. In Edo State ci sono vaste pianure con coltivazioni di igname e manioca. Mio padre, invece, era infermiere. È morto quando ero piccolo e di lui ho pochi ricordi. Da bambino sognavo di diventare medico, perché mi sarebbe piaciuto curare le persone. Nel mio Paese la vita non era affatto facile. Non ci farei mai ritorno e quando riuscirò a portare qui mia figlia chiuderò definitivamente i conti

con la Nigeria. Mia figlia ha 12 anni e vive a casa di mio cugino. Grazie alla tecnologia riusciamo a vederci e sentirci e ci facciamo forza a vicenda. In Italia sono arrivato sette anni fa. I primi tempi ho vissuto in un centro di accoglienza. È stato un periodo difficile a causa dell’attesa per il documento, della difficoltà di farsi capire non conoscendo le lingue del posto, della convivenza forzata. Un giorno ho litigato pesantemente con un'altra persona accolta nel centro. Mi dispiace aver agito in quel modo. È uno dei miei più grandi rimorsi, ma mi ha permesso di cambiare. Col tempo ho imparato a confrontarmi con gli altri, trovando compromessi e accettando opinioni diverse dalle mie. In questi ultimi anni ho avuto esperienze di lavoro come aiuto cuoco, giardiniere e operaio agricolo. Punto molto sulla formazione e per questo ho fatto le scuole medie serali a Egna. Spesso ho pensato che non ce l’avrei fatta, perché ancora non parlavo bene l’italiano. Ero

sulle spine per il risultato dell’esame finale e quando ho saputo di averlo superato ero al settimo cielo. Ora mi piacerebbe fare un corso per prendere la patente per il muletto, così avrei più possibilità di trovare un lavoro stabile. Nel frattempo grazie alla vendita di zebra. riesco a coprire le spese principali e a concentrarmi sui miei obiettivi futuri. Nel mio tempo libero leggo la Bibbia. Il sabato sera mi collego via Zoom con un gruppo di preghiera e insieme studiamo le Scritture. La religione per me è un veicolo di unità e amore e questi sono i precetti che cerco di tradurre in azioni concrete nella quotidianità. Per il futuro spero di riabbracciare presto mia figlia e di vederla diventare grande qui in Alto Adige.

news
MEET THE VENDORS James Pamalr
4 2022 79 2022 | 77 5 Drinnen und draußen Io vendo È possibile trasformare la negatività in qualcosa di positivo. JAMES PAMALR Raiffeisenkasse Eisacktal | Valle Isarco IBAN: IT 68 S083 0758 2210 0030 0004 707 Südtiroler Sparkasse Brixen | Bressanone IBAN: IT 93 H060 4558 2200 0000 5004 219 Überweisungsgrund | causale: „zebra.Support“
... setzt auf schnelle unkomplizierte Hilfe und berufliche Weiterbildung von Verkäufer*innen. ... sostiene i*le venditori*trici con soluzioni semplici e veloci, offrendo anche opportunità di formazione.
grazie
Riconoscere i miei sbagli mi ha permesso di migliorare.
danke

VERBOT DER KONVERSIONSTHERAPIE

Neuseeland hat Konversionstherapien, also umstrittene Praktiken, um homosexuelle Neigungen oder LGBTQ+-Identitäten bei Menschen zu verhindern, verboten. Wer Konversionstherapien bei Kindern und unter Umständen auch bei Erwachsenen anwendet, muss mit einer Freiheitsstrafe von drei bis fünf Jahren rechnen.

MANGROVIE CONTRO LA CRISI CLIMATICA

Le coste dell'isola di Java in Indonesia sono colpite da frequenti inondazioni causate dalla crisi climatica. Gli*le abitanti dell'isola hanno collaborato con una ONG per proteggere la costa e i villaggi e per ripristinare le foreste di mangrovie, lì dove erano state sostituite dai vivai per l'acquicoltura.

UNA VITTORIA CONTRO L'HIV

Il Botswana è uno dei Paesi più colpiti dall’HIV, il virus che provoca l'AIDS. Nel 2013 il Paese ha messo in pratica un piano che garantisce a tutte le donne incinte e allattanti il trattamento con medicinali antiretrovirali molto efficaci, grazie ai quali la trasmissione del virus da madre a figlio*a è scesa sotto il 5 percento.

STOPP DER LEBENSMITTELVERSCHWENDUNG

Spanien kämpft ganz konkret gegen die Lebensmittelverschwendung an: So sollen etwa Unternehmen ab 2023 dazu verpflichtet werden, nicht verkauftes Obst in Marmelade oder Saft umzuwandeln, nicht perfekte Obst- oder Gemüsestücke trotzdem zu verkaufen oder Behälter zur Verfügung zu stellen, mit denen nicht verzehrte Speisen mitgenommen werden können.

Die Anzahl der Tiger in Nepal hat sich seit 2009 fast verdreifacht. Bei der letzten Zählung wurden 355 Individuen gezählt. Der Schutz von Lebensräumen, deren Vernetzung durch Korridore und die Zusammenarbeit mit den Menschen vor Ort haben die Populationen gestärkt. Eine gute Nachricht mit Blick auf das nächste Treffen der Tiger-Staaten, bei dem ein neuer Plan zum Schutz dieses charismatischen Tieres ausgearbeitet werden soll. Es ist alles eine Frage der Sichtweise Bei den Landkarten sind wir die Mercator-Karte gewohnt: Europa befindet sich oben in der Mitte, rundherum der Rest der Welt. .zebra entscheidet sich für die ungewohnte Peters-Karte, da bei ihr die Flächen stimmen, und stellt sie noch dazu auf den Kopf. Denn: Im Kopfstand ändert sich unsere Sichtweise auf die Welt.

Gegen Gewalt an Frauen

Die Ukraine hat die Istanbul-Konvention zur Prävention und Bekämpfung von häuslicher Gewalt und Gewalt an Frauen unterzeichnet. In Anbetracht des Krieges und des damit einhergehenden Anstiegs an sexualisierter Gewalt, ist das ein wichtiger Schritt.

MORATORIA PER PETROLIO E MINIERE

Dopo 60 giorni di negoziazioni tra le organizzazioni indigene e il governo dell'Ecuador, è stato deciso di non concedere nuove licenze per l'estrazione di petrolio e minerali in Amazzonia e sulle Ande per almeno 12 mesi, o sino all'approvazione di una nuova legge, che garantisca alle popolazioni indigene il diritto di consultazione prima dell’inizio delle attività sul loro territorio.

LEGGE CONTRO LE ARMI

Il governo canadese ha vietato l'acquisto e la vendita di armi da fuoco portatili, di alcuni giocattoli che vi somigliano e ha limitato il carico di munizioni ammesse. La nuova legge è nata in seguito alle varie stragi indiscriminate nelle scuole del Nordamerica e all'aumento degli omicidi causati da armi da fuoco negli ultimi mesi.

KOHLE AUFGEBEN

Im September hat das letzte Kohlekraftwerk auf Hawaii seinen Betrieb eingestellt. Die Korallenbleiche, der Anstieg des Meeresspiegels, immer stärkere Stürme und Trockenperioden setzen der Inselkette stark zu. Deshalb hat die Regierung Kohleenergie ab 2023 verboten und will bis 2045 den Energieverbrauch des Landes zu 100 Prozent durch erneuerbare Quellen decken.

DREI MAL SO VIELE TIGER
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Weniger Waffen führen zu weniger Toten. NILS BERTOL

Questa volta a Laces e Merano:

Nelle case di riposo, tra lockdown e misure preventive, per molto tempo gli*le anziani*e residenti non hanno avuto la possibilità di condividere la loro esperienza di vita con i*le più giovani. Due collaboratrici e un collaboratore delle case di riposo “Annabergheim” a Laces e “Edene” a Merano, hanno chiesto alle persone residenti quali consigli darebbero ai*lle ragazzi di oggi.

Che consiglio daresti ai*lle giovani?

Luisa Maria Trogmann, 81 „Ich rate allen zu Dankbarkeit für das Schöne und die Menschen, die einen begleiten.Und Zufriedenheit mit dem, was man sich erarbeiten kann.“

Guido Tognolo, 89 “Rimboccarsi le maniche e trovare la propria strada. Il consiglio più bello che ho dato a mia figlia, quando da piccola era negli scout, è stato di tenere sempre la testa sulle spalle. ”

Max Gstrein, 96 „Lügenhabenkurze Beine.Esistwichtig, einen Beruf zu finden, dereinemgefälltund Menschen zu finden,die zueinempassen.Man sollte aus Fehlern lernen, aber es braucht auch etwas Glück im Leben. Das wünsche ich allen!“

Flugfähig und schlau

Sie gurren und wir füttern sie. Die Flugtiere, die vor allem in unseren Städten hoch oben ihre Runden drehen, werden gleichsam geliebt und gehasst. Sogar essen kann man sie. Ihr Fleisch soll zart sein.

Herta Maria Raffeiner, 91 „Ehrlich währt am längsten, nicht lügen und das Hab und Gut der anderen ehren! Als ich klein war habe ich einmal einen kalten Erdäpfel genommen, weil ich „Glust“ hatte. Meine Mutter hat dann gesagt, dass ich mich bei allen entschuldigen muss. Daraus habe ich gelernt, aufrichtig zu sein, um aufrecht durchs Leben zu gehen.“

Anna Thanei, 91 “Ich als Vollwaise kann sagen,dass mit einem friedlichen Familienleben, Verständnis und einem guten Beruf eine schöne Kinder- und Jugendzeit ohne Gewalt ein Geschenk Gottes sind. Das wollte ich meinen Kindern ermöglichen und wünsche es auch allen anderen Kindern.”

Angelo Remorini, 84 “Stare all’aria aperta e con gli altri è importante, perché da soli non si fa nulla. La compagnia dev’essere quella giusta però! Ma anche prendersi del tempo per sé stessi*e, mangiare e bere bene ché i sacchi vuoti non stanno in piedi! Le cose semplici sono quelle belle. ”

Tauben sind intelligente Vögel. Sie erinnern sich an Menschen, die sie auf Fotos gesehen haben, auch dann noch, wenn sie andere Kleidung tragen. Und das jahrelang. Wegen ihrem guten Orientierungssinn waren sie nicht nur die ersten Haustiere, sondern auch die ersten Postbotinnen. Bereits im alten Ägypten wurden sie als Briefträgerinnen eingesetzt. Kreuzt man Brieftauben jedoch mit weißen Tauben, dann verlieren sie ihren Orientierungssinn. Dann taugen sie noch als „Auflasstauben“ bei Hochzeiten, denn mit ihrem weißen Federkleid symbolisieren sie Frieden und im Christentum mit dem Heiligen Geist auch die Unsterblichkeit. Das deshalb, weil sich die Seele nach dem Tod ähnlich wie ein Vogel zum Himmel

emporschwingen soll.

Tauben werden aber nicht immer geliebt und gut behandelt, sondern auch gehasst und bekämpft. Taubenkot ist auch wirklich nicht prickelnd. Ähnlich wie obdachlose Menschen leiden auch sie unter dem „hostile design“ – also etwa der Gestaltung von Objekten im öffentlichen Raum, auf denen das Sitzen oder Liegen nicht mehr möglich ist. Tauben brauchen Nischen an Hausfassaden zum Nisten. Doch diese sind oftmals mit spitzen Metallstäben versehen und bieten den Tieren keinen Platz mehr. Ihr Leben gilt als weniger wertvoll und somit gehören sie zu den marginalisierten Lebewesen.

Die Beziehung zwischen Tauben und Menschen offenbart, dass der Mensch Teil der Natur ist, so Donna Haraway. Sie nutzt das Bild der Taube zur Illustration des Miteinanders. Das Miteinander bestehe bereits, es sei unsere Realität. Nichts sei autonom,

alles „Sympoiesis“, so ihre These. In Los Angeles wurden Tauben dazu eingesetzt, um mithilfe von technischen Geräten, die an ihnen angebracht wurden, die Luftverschmutzung an verschiedenen Stellen in der Stadt zu messen.

An den Tauben sieht man, wie ein und dasselbe Tier zugleich geliebt und verachtet wird. Sie sind Träger von Rechten, wenn die Tierschützer über sie sprechen, und gleichzeitig aber mit Ekel assoziiert. Es kommt aber auch sehr darauf an, welche Tauben gemeint sind. Es gibt nämlich etwa 300 verschiedene Arten. In diesem Punkt unterscheiden sie sich wohl kaum von den Menschen. Es gibt keine einfache Einteilung, auch kein vereinfachendes EntwederOder-Leben in Gegensätzen. Die Geflechte sind komplex und mehrdimensional und bestehen oftmals aus Widersprüchen und feinen Nuancen.

In Los Angeles messen sie die Luftverschmutzung.
Friedenssymbol oder ungebetener Stadtstreicher? Fotos: Serafin Dariz Prieth
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CARTUCCE, TONER E INFORMATICA DRUCKERPATRONEN, TONER & INFORMATIK
Augeklaub
Versendet den nächsten Liebesbrief mit einer Taube. NADIA SORG
Punto di domanda
Bedanken sich bei den erfahrenen Ratgeber*innen. IRIS CAGALLI . PAULA PLANK DANIEL BERTI

noch aus ganz anderen Gründen einen Nerv bei vielen Vertreter*innen der jungen, umweltbewussteren Generation: Neben ihren gesundheitlichen Vorzügen punkten Insekten vor allem in Sachen Klimaschutz.

Genuss mit Gewissen

Die Haltung und Verarbeitung von Nutztieren ist laut UN-Klimabericht für 14,5 Prozent der durch den Menschen verursachten Treibhausgasemissionen verantwortlich. Der Bedarf an Flächen, Nahrung und Wasser von Rind, Schwein und Geflügel ist enorm. Weil die Weltbevölkerung wächst und auch der Wohlstand in breiten Teilen der Erde glücklicherweise zunimmt, steigt der Bedarf an Proteinen. Diesen künftig mit Fleisch und Fisch zu decken, wird schlichtweg nicht mehr möglich sein, wenn gleichzeitig die verheerenden Auswirkungen der Klimakrise eingedämmt werden sollen. Hier kommen die Insekten als alternative Proteinquellen ins Spiel.

Insekten?

Grille, Wurm und Co ...

- können hocheffizient verwerten Insekten wandeln ihre Nahrung sehr effizient in verhältnismäßig große Mengen an wertvollem tierischem Protein um und sind dabei auch optimale Resteverwerter.

- haben immer Saison

Die meisten Insekten können ressourcenschonend, lokal und das ganze Jahr über in vertikalen „Indoor-Farmen“, also auch in Innenräumen, gezüchtet werden.

Heuschrecken-Segen

Warum Insekten ein zukunftsfähiges Lebensmittel sind und wie innovative Pionierprojekte und das Umdenken der Konsument*innen einen Paradigmenwechsel herbeiführen könnten – mit positiven Auswirkungen für Klima, Tierwohl und Gesundheit.

Für die einen sind sie lästig, für andere Nützlinge. Einige sind von ihrer Schönheit fasziniert: Insekten. Was hierzulande, vielleicht abgesehen von ein paar Imker*innen, aber wohl kaum jemand so schnell mit dieser Tierart in Verbindung bringt, ist das Thema Nahrung und Kulinarik. Dabei zählen Würmer, Maden, Ameisen, Heuschrecken

und sogar Spinnen in vielen Kulturen dieser Erde seit jeher zum Fixbestand der täglichen Ernährung. Wo Fleisch und Fisch rar oder ihr Verzehr schlichtweg unüblich sind, liefern Insekten den Menschen wichtige Proteine, ungesättigte Fettsäuren, Vitamine und Spurenelemente. Weltweit gibt es mehr als 2.000 genießbare Insektentypen. Schätzungsweise zwei Milliarden Menschen konsumieren sie regelmäßig. Im Globalen Norden überwiegt hingegen der Fleischkonsum, laut WHO verzehren die Menschen dort durchschnittlich fast 68 Kilogramm Fleisch jährlich. Dies ist nicht nur für die Umwelt, sondern auch die Gesundheit fatal. Während in einigen Ländern des Globalen Südens die Globalisierung und der Vormarsch internationaler Fast-

Food-Ketten den Fleischkonsum ansteigen lassen und Insekten als Nahrungsmittel zurückdrängen, experimentieren immer mehr Menschen in westlichen Nationen mit den vielfältigen Tierchen. 2021 wurde in der EU neben Mehlwürmern auch die Europäische Wanderheuschrecke offiziell als Nahrungsmittel zugelassen. Dank einer Übergangsregelung dürfen noch weitere fünf Insekten verkauft werden. Wegen ihrer vielfältigen positiven Eigenschaften gelten sie als Super Food.

Startups wie jenes von Daniel Eggert (siehe Kasteninterview) bringen Interessierten die Vorzüge von Insektennahrung näher – durch Information und Sensibilisierung, aber auch schlichtweg durch die Kreation leckerer Gerichte, die mit der westlichen Küche kompatibel sind und kulinarische Abenteuer versprechen. Aber die kleinen Tiere treffen

Die Erzeugung von einem Kilo essbarerer Insektenmasse verursacht laut Studien der Universität Parma 1,5 Kilogramm CO. Die gleiche Menge Hühnerfleisch produziert dreimal so viel, beim Rindfleisch ist es sogar das 20fache. Auch der Energiebedarf von Insekten spricht für die kleinen Tiere. Sie können auf engstem Raum gehalten werden.

Zur Erzeugung derselben Menge an Kalorien brauchen Rinder eine zehnmal so große Fläche wie Insekten, wobei hier die allgemeinen Vorgaben der Rinderhaltung und nicht jene einer tierfreundlichen, naturnahen Haltung auf Weideflächen gemeint sind. Insekten bedürfen selbst keiner Energie zur Wärmeerzeugung, weil sie wechselwarme Tiere sind. Sie brauchen also deutlich weniger Nahrung als andere Tiere und wandeln diese hocheffizient in Körpermasse um. Grillen sind darin doppelt so effizient wie Geflügel, fünfmal effizienter als Schweine und zwölfmal effizienter als Rinder. Außerdem sind sie beinahe im Ganzen essbar, es entstehen kaum unverwertbare Reste. Bei der Verarbeitung einer Kuh fällt hingegen mehr als die Hälfte ihres Gesamtgewichtes als „Abfallprodukt“ an. Anders als noch in früheren Zeiten werden nämlich Knochen,

- sind klimafreundlich Sie begnügen sich mit Reststoffen, beispielsweis aus der Weizenproduktion oder der Lebensmittelverarbeitung. Sie brauchen wenig Wasser, produzieren kaum CO2 und ihre Ausscheidungen können als natürliche Düngemittel wiederverwendet werden.

- lassen nichts zurück Insekten können im Ganzen verwertet werden. Bei ihrer Zubereitung entstehen kaum Abfallstoffe, Abschnitte oder Reste.

- sind wahre Nährstoffbomben

Die kleinen Tierchen weisen einen sehr hohen Nährwertgehalt auf und bieten für die Gesundheit des Menschen essentielle Proteine, aber auch Eisen, Zink, Kalzium und verschiedene Vitamine.

- mögen es platzsparend Insekten kommen in freier Wildbahn in sehr engen Kolonien vor, daher können sie platzsparend industriell gezüchtet werden ohne ihr Tierwohl

einzubüßen. Man denke an einen Bienenstock oder Ameisenhaufen.

- sind besser fürs Gewissen Auch wenn das für Veganer*innen keine Argumente sind, so besitzen Insekten kein ausgeprägtes Nervensystem und es wird davon ausgegangen, dass sie keinen Schmerz empfinden. Ihre Zucht ist artgerecht möglich und selbst der Transport in Boxen stellt keine zusätzliche Belastung für sie dar.

- brauchen keinen Tierarzt Insekten sind von Natur aus sehr resistent gegen Bakterien, Viren und Pathogene. Auch weil sie problemlos artgerecht gehalten werden können, bleiben sie gesund und müssen nicht mit Medikamenten behandelt werden.

- bieten viele Möglichkeiten Ob als Mehl, Paste oder Topping, ob frittiert, gegart oder gebraten: Insekten sind in der Küche vielseitig einsetzbar und laden Dank ihrer Fülle an interessanten Geschmäckern zum Experimentieren ein.

- kosten weniger Durch die hohe Effizienz im Anbau könnte Insektenprotein eine qualitativ hochwertige und gleichzeitig kostengünstigere Alternative zu Fleisch oder Fisch sein. Derzeit wird dies lediglich (noch) durch bestehenbleibende Subventionen für Fleisch und Fisch verzögert.

Ein besonderer Gruß aus der Küche
Zwei Milliarden Menschen essen sie regelmäßig.
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Was ist so super am Superfood

Fell, Haut, Fett und Talg heute zum Großteil entsorgt und nicht weiterverarbeitet.

Ein weiterer Aspekt, der die Haltung von Insekten umwelttechnisch hochinteressant macht, ist ihr überaus geringer Wasserverbrauch. Im Produktionsprozess für ein Kilogramm Insektenmasse werden etwa 800 Liter Wasser benötigt, bei einem Huhn sind es 2.300, bei Schweinen rund 3.500 und in einem Kilo Rindfleisch stecken zwischen 22.000 und 43.000 Liter Trinkwasser.

Die Hälfte einer Kuh landet im Abfall.

landen werden. Dass bei entsprechenden Maßnahmen und voranschreitender Sensibilisierung immer mehr Konsument*innen Grille und Wurm eine Chance geben werden, ist zu erwarten. Die Pionier*innen auf dem Gebiet stellen sich längst nicht mehr die Frage, ob, sondern wann es zur Normalität wird, Insekten zu essen.

Eine große Chance

Ob auf den Speisekarten der Zukunft regelmäßig Gerichte aus Insekten zu finden sein werden, hat nicht nur mit der Akzeptanz der Menschen in den Industrienationen zu tun. Ausschlaggebend wird auch sein, inwieweit die Themen Subventionen und Kostenwahrheit in der Erzeugung landwirtschaftlicher Produkte künftig auf der politischen Agenda

Ekel und Abneigung gegenüber bestimmten Dingen sind einerseits kulturell bedingt, andererseits aber auch evolutionsbiologisch. Dass Menschen sich vor Maden ekeln, hat etwa damit zu tun, dass diese häufig in verdorbenen, also potentiell gefährlichen Lebensmitteln, auftauchen. Dasselbe gilt übrigens für Schimmel, Rohes und Kohlensäure. Denke man aber an Gorgonzola, Carpaccio und vergorenen Gerstensaft, so lässt sich daraus schließen, dass dieser vermeintlich angeborene Ekel durchaus überwindbar ist.

WER ÜBER DEN TELLERRAND BLICKT, HAT MEHR VOM LEBEN.

Begegnungen bereichern mich – in meiner Arbeit im Bereich Human Resources und persönlich. Ich liebe es, auf den Berg zu gehen und auf Menschen zu treffen, die in der Freiheit der Natur authentisch sein können. Mit unserem Gemüsegarten daheim können wir uns selbst versorgen und auch Freunden etwas schenken. Es ist wichtig, sich auszutauschen, Interesse füreinander zu zeigen und sich gegenseitig zu helfen.

Genau das macht auch die Zebra für mich so einzigartig.

Genau das macht auch die Zebra für mich

„Auch roher Fisch war mal eklig

Daniel Eggert, 28 aus Meran, ist Mitgründer des FilmemacherKollektivs „Kiwitree Films“. Während der Pandemie widmete er sich vermehrt dem Thema Superfood und insbesondere den Insekten. Es entstand daraus das Unternehmen „Landhaus Superfood“, dem auch Koch Christoph Kröll angehört. Gemeinsam mit einer Gruppe an freiberuflichen Sprecher*innen, Eventmanagern und Servicekräften organisieren sie Verkostungen und sind mit ihrem InsektenImbissstand unterwegs. Im vergangenen August machte dieser auf dem Brixner Altstadtfest Station.

Was stand beim Altstadtfest auf eurer Speisekarte?

Daniel Eggert: Auf der Speisekarte stand bei uns der Mehlwurm-Burger mit einem Patty bestehend aus einer Mehlwurm- und KichererbsenMischung. Oben drauf kamen dann noch karamellisierte Zwiebeln, Krautsalat und hausgemachte Mayonnaise. Als Dessert servierten wir Mehlwurm-Muffins mit Mehlwurm-Espuma. Für die „ganz Harten“ gab es noch unseren „Fritto Misto“, also einen gemischten Teller mit ganzen gebackenen Mehlwürmern, Heuschrecken, Grillen und Superworms. Mit diesem Gericht wollten wir die geschmackliche Vielfalt unverarbeitet darstellen.

Wie schmeckt denn diese Vielfalt?

Es gibt fast 2.000 verschiedene Insekten, die essbar sind. Sie schmecken alle ziemlich unterschiedlich, es gibt eine erstaunliche Vielfalt. Einige ähneln im Geschmack geräucherten Shrimps, Pilzen oder Speck. Von nussig, über sauer bis süßlich ist alles dabei. Die Mehlwürmer etwa sind sehr knusprig und schmecken leicht nussig. Der Geschmack unserer Grillen ist schwer zu beschreiben, aber mild und meiner Meinung nach wirklich traumhaft. Man muss sie eben probiert haben!

Neben Grillhähnchen und Krapfen waren eure Gerichte bestimmt eine ganz besondere Attraktion. Aber haben die Menschen sich auch getraut, sie zu probieren?

Wir sind öfters auf Street Food Festivals und Future Food Messen vertreten, daher waren wir uns von Beginn an relativ sicher, dass eine Verkostung auch auf dem Altstadtfest funktionieren würde.

Es gibt immer Leute, die eine starke Abneigung gegen Insekten als Lebensmittel empfinden und ihren Ekel nicht reflektieren und dann auch nicht überwinden können. Das hat allerdings nichts mit dem

Alter zu tun. Unsere Burger kamen querbeet bei Jung und Alt gut an. Die Anzahl jener Menschen, die bereits von Insekten als Lebensmittel gehört haben und neugierig darauf sind diese zu testen, wird immer größer. Das hat man auch in Brixen gespürt. Am Ende der drei Tage waren wir komplett ausverkauft, oder besser gesagt: aufgegessen.

Insekten findet man (noch) nicht im Supermarkt um die Ecke. Woher bezieht ihr eure Würmer und Grillen in Lebensmittelqualität? Während der Corona-Zeit haben wir damit begonnen, Insekten experimentell zu züchten und zu verarbeiten. Sobald es wieder möglich war, haben wir verschiedene Farmen im deutschsprachigen Raum besucht, um uns ein Bild von der professionellen Haltung zu machen. Bald sind wir auf die Wurmfarm von Andreas Koiz in Graz gekommen, der damals wie heute federführend im Bereich der biologischen Mehlwurmzucht ist. Seitdem beziehen wir unsere Insekten bei ihm.

Haben Insekten eine Zukunft auf dem Speiseplan der Menschen hierzulande?

Die Liste der Gründe, warum Insekten eine interessante, zukunftsfähige und nachhaltige Alternative zu anderen tierischen Produkten sind, ist lang. Wir sind vollkommen davon überzeugt, dass Insekten ein fixer Bestandteil im Speiseplan der westlichen Länder dieser Erde sein können. Mit dem immer größer werdenden Interesse der Menschen an Nachhaltigkeit und sicheren, lokalen Nahrungsmitteln ist den Insekten der Weg auf unsere Teller geebnet. Sobald der erste Schreck überwunden ist, normalisiert sich das Insekt schnell als Lebensmittel und man beginnt die positiven Aspekte wie Nährstoffgehalt, Nachhaltigkeit und Vielfältigkeit zu schätzen. Wir müssen nur überlegen: So vieles war irgendwann neu und wirkte zunächst abschreckend. Vor einigen Jahrhunderten waren den Menschen Kartoffeln und Tomaten nicht geheuer und unsere Vorgänger-Generation rümpfte bei Sushi die Nase. Heute sind diese Lebensmittel und Gerichte kaum mehr von unserem Speiseplan wegzudenken. Warum sollte das mit den Insekten anders laufen?

Will bei nächster Gelegenheit über ihren Schatten springen und ein Krabbeltier

Daniel Eggert Nathalie Dissertori Controlling & Human Resources brandnamic.com verspeisen. LISA FREI
2022 | 79 13 12 2022 | 73 Hauptsache
Der Imbissstand von "Landhaus Superfood"

Innovation Hund

Labradorretriever Nelly ist der einzige geprüfte Bettwanzenspürhund Italiens. Dafür hat sie eine aufwändige Ausbildung in der Schweiz absolviert. Mit ihrem Chef Roman Unterrainer hat zebra. über innovative Schädlingsbekämpfung abseits der Chemiekeule, Prävention und den Umgang mit Wanze, Ratte, Holzwurm und ihresgleichen gesprochen.

Wenn der Brixner Roman Unterrainer auf Reisen geht und seine Hündin gerade nicht dabeihat, dann inspiziert er sein Hotelzimmer fein säuberlich, bevor er seinen Koffer aufklappt und damit riskiert, einen unerwünschten Passagier mit nach Hause zu nehmen. Wenn Nelly hingegen mitreist, dann macht sie eine Schnüffelrunde im Zimmer. Die Hündin ist seit einigen Jahren fixer Bestandteil des Teams

von Schädlingsbekämpfer Unterrainer und seinem Unternehmen Insectokill.

Im Sommer, wenn die Wanzen Saison haben, kommt sie regelmäßig zum Einsatz.

In Hotels, auf Almhütten und eigentlich überall, wo regelmäßig wechselnd Menschen übernachten, können Bettwanzen auftreten. Wer viel reist, riskiert auch, die kleinen Quälgeister in die eigenen vier Wände mitzubringen, wo sie dann

nachts aus ihren Verstecken krabbeln und sich meist erst durch unangenehm juckende Bisse bemerkbar machen. Dann muss professionelle Hilfe her. Durch ihre Ausbildung erschnüffelt Nelly Wanzen und ihre Nester in jeder noch so kleinen Bodenritze, unter Teppichen und hinter Schränken. „Nelly ist unser Kontrollorgan. Dank ihrer Hilfe finden wir schnell und unkompliziert heraus, ob ein Befall besteht oder nicht. Sie ist es auch, die am Ende jedes Einsatzes die Abschlusskontrolle macht“, erklärt Unterrainer, der den Tierchen in der Regel mit Hitze zu Leibe rückt. Insekten und ihre Eier bestehen zum Großteil aus Eiweiß, welches bei Temperaturen über 40 Grad bekanntlich gerinnt. Betroffene Räume werden anhand spezieller Vorrichtungen für einen bestimmten Zeitraum aufgeheizt und die Tiere verenden dann ohne den Einsatz jeglicher Chemikalien.

Die Tendenz in der Branche geht klar in Richtung Vermeidung von Chemikalien.

auch die Technologisierung bietet hier ganz neue Möglichkeiten. So können in großen Lebensmittelbetrieben etwa smarte Klappfallen für diverse Nager installiert werden, die den Zuständigen automatisch informieren, sobald sie ausgelöst werden. Auf das ständige Kontrollieren der Fallen kann dann verzichtet und bei Bedarf schnell und zielgenau agiert werden. In der modernen Bekämpfung von Schädlingen gehören Giftköder großteils der Vergangenheit an, und die Technologie kann noch mehr: Fliegen im Lebensmittelbereich werden mit elektrischen Lichtfallen reduziert und ausgeschwärmte Bienenvölker oder Wespen mit speziellen Saugvorrichtungen entfernt, bei denen die Tiere sogar unbeschadet bleiben.

Die Hygienestandards in Europa sind heute zwar so hoch wie nie, aber dennoch gehören Schädlinge immer noch zum Alltag in Industrie-, Handel und Gastronomie.

Bei den unliebsamen Tierchen wird dabei zwischen Hygieneschädlingen wie Ratten, Mäusen, Schaben und Materialschädlingen unterschieden. Zu letzteren gehören Holzwürmer, Motten, Milben, Speckkäfer.

In Italien ist der Beruf des Schädlingsbekämpfers, umgangssprachlich immer noch als „Kammerjäger“ bezeichnet, kein geschützter Beruf. Anders ist das etwa in Deutschland oder der Schweiz, wo es eine entsprechende Lehre, Weiterbildungen und einen Berufsverband gibt, dem auch der Brixner Schädlingsbekämpfungsbetrieb angehört. Der Verband informiert ständig über Neuerungen in der Branche. Denn die technische Innovation macht auch vor diesem Sektor nicht halt und die Tendenz geht klar in Richtung Vermeidung von Chemikalien und umweltschädigenden Praktiken. Dies ermöglichen zum einen tierische Mitarbeiter*innen wie Nelly, aber

Dennoch möchten die meisten auf den Besuch des „Kammerjägers“ gänzlich verzichten. Wenn neue Kundschaft den Betrieb in Brixen kontaktiert, erkundigt sie sich fast immer auch danach,

wie die Mitarbeiter gekleidet, oder ob ihre Dienstfahrzeuge klar als solche erkennbar sind. Dabei tragen moderne Schädlingsbekämpfer*innen weder Anzüge noch Schutzmasken (außer wenn unbedingt nötig) und ihre Fahrzeuge sind diskret. Das Tabu rund um Schädlinge und die Vorurteile bezüglich Hygiene und Qualität eines Unternehmens oder Betriebes sind groß. „Viel mehr sollten wir dem Unternehmen vertrauen, wo regelmäßig der Schädlingsbekämpfer vorbeischaut, als jenem, wo es anscheinend keine Schädlinge gibt. Dem ist in den allermeisten Fällen nicht so“, sagt Roman Unterrainer abschließend. Denn: Es kann jede*n treffen. Auch vor privaten Haushalten machen Wanzen, Würmer, Motten und Nager nicht Halt. Penible Reinlichkeit taugt nur teilweise zur Vorbeugung. Deshalb gilt: Wenn es akut wird, lieber früher als später professionelle Unterstützung holen und nicht in Eigenregie zur Sprühdose greifen. Das kann Zeit, Geld und Nerven sparen und dazu noch die Umwelt schonen.

Snapshot
Den Bettwanzen auf der Spur. Fühlt sich seit dem Besuch bei Roman und Nelly in Hotelzimmern etwas unbehaglich. LISA FREI
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Roman Unterrainer mit Nelly

Wie viele Stunden am Tag verbringen Sie auf Social Media?

Joe – ein Jedermann?

Schauspieler Thomas Hochkofler, 48, ist eigentlich gelernter Verkäufer. Als Sohn einer Sarntaler Floristenfamilie entdeckte er seine Leidenschaft für die Bühne über Umwege. Mittlerweile stand der Autodidakt hunderte Male auf Bühnen im In- und Ausland und führt regelmäßig Regie. Breite Bekanntheit erlangte er durch seine gemeinsam mit Lukas Lobis realisierten Clips „Ban Luis“ und “Wöchenschau“. Seine Figuren Hausmeister, Motschuner Peppn oder Joe von Afing treffen bei den Südtiroler*innen einen Nerv. Letzterem ist mit „Joe der Film“ nun ein Kinofilm gewidmet, für den Hochkofler mehrere Rollen sowie die Regie übernommen hat. Den kulturellen Spagat zwischen Auftritten in Stücken wie „Jedermann“ oder „Im weißen Rössl“ und seinen Kabarettformaten nimmt er mit Leichtigkeit: „Kultur darf nicht nur etwas für eine exklusive Gruppe sein, sondern sollte alle erreichen!“ Wer bei seinen Figuren ganz genau hinhöre, entdecke außerdem auch ein bissl Sozialkritik, betont er. Besonders ehrt ihn die Tatsache, dass Joe und Co. auch die Jugend in Theater und Kinos locken. Ende September waren bereits mehr als 11.000 Karten für die Tournee von „Joe der Film“ reserviert. zebra. traf Hochkofler wenige Tage vor der Premiere in Meran.

Auf einer Skala von 1 bis 10: Wie sehr nehmen Sie sich Theaterkritiken zu Herzen?

In Prozent: Wie sehr ist die Figur von Joe an reale Südtiroler angelehnt?

Wie viele Monate Vorbereitungszeit gehen einem neuen Kabarettprogramm voraus?

Wann war Ihr Schauspiel-Debüt?

# 1989

Auf einer Skala von 1 bis 10: Wie diskutabel ist das vermittelte Frauenbild in „Joe der Film“?

Wie viele Orte in Südtirol klappern Sie bei der bevorstehenden Film-Tournee ab?

Wie viele Liebesbriefe haben Sie in Ihrer Karriere bekommen?

Wie viele Personen waren an der Produktion zu „Joe der Film“ beteiligt?

Sie haben Regie geführt und waren beim Schnitt dabei: Wie oft haben Sie „Joe der Film“ schon gesehen?

Bei wie vielen Produktionen traten Sie bisher als Schauspieler auf?

Wie viele ComedyFiguren haben Sie entwickelt?

In Prozent: Inwiefern stimmen Sie zu, dass die Droge Alkohol in Südtirol verharmlost wird?

Hätte gerne noch länger über Frauenbilder und den kulturellen Bildungsauftrag diskutiert. ANNA

Thomas Hochkofler
#
1
# 5 Welche Note geben Sie der Südtiroler Kulturpolitik? Zahlen, bitte!
MAYR
# 2
# 12 #120 #99 # 30
#21
#9 # 220
#45
#5
#100 16 2022 79 2022 | 79 17

Dalla parte degli animali

Ricordo di aver soccorso i primi animali quando ero ancora una bambina, dal riccio ferito al passerotto caduto dal nido. La mia prima esperienza di volontariato risale a più di dieci anni fa, quando ho portato a passeggio i cani di un rifugio: così è iniziata la mia avventura al servizio degli animali.

Dopo qualche tempo ho scoperto il mondo delle colonie feline e i gatti abbandonati. Per tanti anni ho operato da sola e oggi, insieme ad Alessandra Righetti, sono referente del Comitato UGDA (Ufficio Garante Diritti degli Animali) dell’Alto Adige. A titolo volontario ci occupiamo tutti i giorni di circa 60 gatti, che vivono in 6 colonie (una a Terlano e cinque a Bolzano). Forniamo loro cibo fresco e manteniamo lo spazio pulito. Mi aiutano alcuni*e altri*e volontari*e e si è creata un’ottima rete, operativa 365 giorni all’anno. Ci occupiamo anche degli animali abbandonati. Ne recuperiamo circa 150 all’anno, principalmente gatti, ma anche cani, ricci, uccellini, conigli. Per quanto

riguarda in particolare i gatti, quando ci arriva una segnalazione ci adoperiamo per mettere in salvo l’animale e poi per trovare uno stallo, una “pensione” gratuita messa a disposizione da un*a cittadino*a. Avvisata la Sill, se non arriva alcun reclamo, cerchiamo di trovare una sistemazione definitiva per l’animale. Se si tratta di un gatto di una colonia, invece, dopo averlo curato lo rimettiamo in libertà. La legge stabilisce che i gatti randagi tutelati debbano restare nel loro habitat, ossia la colonia, dove le cure e il riparo sono garantite. Quando cerchiamo un’adozione pubblichiamo degli appelli e se qualcuno*a manifesta interesse, lo*la andiamo a conoscere e facciamo un colloquio per renderci conto della sicurezza e del benessere dell’animale e per creare un rapporto di fiducia con chi adotta. Anche in seguito restiamo a disposizione in caso di domande. Spesso l’abbandono degli animali ci pone di fronte a vicende difficili da comprendere. Quest’estate per

esempio a Bolzano una gattina è stata lanciata da un’automobile in corsa. È stato un recupero difficilissimo, ma ora Tamy pesa quasi un chilo ed è in netta ripresa. In casi come questo ti fai tante domande. Perché questa crudeltà? Quest’anno è stata dura anche perché abbiamo dovuto fare addormentare tanti gatti. Doversi arrendere all’idea di non potere curare un animale perché sarebbe un accanimento, è difficile a livello psicologico. Questa attività richiede competenze. Si fanno errori, certo, attraverso i quali però si cresce. Io imparo ogni giorno: dai veterinari, dagli altri volontari, dagli educatori. La collaborazione è la base di un buon volontariato. Non bisogna mai sentirsi arrivati*e, ma riconoscere i propri limiti e aver voglia di imparare. Abbiamo a che fare con la vita di altri esseri viventi e le cose vanno fatte bene.

Compagni di strada

Nel caos cittadino le persone senza dimora sembrano “invisibili”, eppure quando una di loro è accompagnata da un cane, richiama immediatamente l’attenzione. “Ci vorrebbe un amico”, cantava Venditti, e per chi vive una condizione di grave marginalità, come chi abita la strada, l’amico che ci vuole è spesso peloso e a quattro zampe.

Francesca Bertagnolli, educatrice presso la Società Cooperativa River Equipe e Associazione Volontarius ODV, nella sua esperienza al centro diurno “La sosta – Der Halt” di Bolzano ha constatato che “per una persona che vive in strada l’animale domestico è come un membro della propria famiglia o un compagno di vita”. Una persona senza dimora, infatti, non ha una rete familiare e sociale su cui fare affidamento: ecco perché, quello con l’animale, diviene un rapporto simbiotico e di cura

reciproca. Per provvedere ai bisogni del proprio animale, una persona senza dimora può arrivare a sacrificare le sue stesse necessità e, in questo senso, l’animale può rappresentare un limite nel percorso di autonomia e benessere della persona. “Quando questa trova un lavoro o deve essere ricoverata in ospedale, senza un alloggio o qualcuno a cui affidare il proprio animale, può finire per rifiutare opportunità potenzialmente migliorative del proprio status pur di non abbandonarlo”, afferma Bertagnolli. Ecco perché è fondamentale pensare a dei servizi dedicati non solo a chi vive in strada, ma anche ai loro animali. Tempo fa era stato proposto al Comune di Bolzano di posizionare delle cucce nel servizio di accoglienza notturna RINOS di via Comini. Il servizio, però, non è stato realizzato

per mancanza di richiesta, anche perché delegare il compito di cura del proprio cane risulta molto difficile, ma garantire questi servizi può fare la differenza, dal punto di vista sanitario e sociale. A Bolzano, è il canile Sill a occuparsi dei cani delle persone senza dimora, dall’applicazione del microchip alle vaccinazioni obbligatorie, fino alla registrazione all'anagrafe canina provinciale. Il costo per l’applicazione del microchip e del libretto è di 35 euro, ma in situazioni particolari, la Sill cerca di andare economicamente incontro alle necessità della persona. Attualmente a Bolzano e provincia l’incidenza di questo fenomeno sembra andare diminuendo. Qualora in futuro il bisogno di questa tipologia di utenza sul territorio dovesse aumentare, potrebbe essere utile guardare ad alcuni progetti volti alla cura e all’accoglienza delle persone senza dimora e dei loro cani avviati negli ultimi anni in alcune città italiane ed europee.

Ogni anno in provincia vengono abbandonati circa 150 animali, soprattutto gatti. Vuoi fare volontariato? Contattami, siamo sempre troppo pochi*e! SHARI CRIVELLARI
Action
"Ogni anno recuperiamo circa 150 animali."
“Per chi vive in strada l’animale domestico è come un membro della propria famiglia".
Auf der Straße 18 2022 79 2022 | 79 19

Bologna

Il binomio “persona senza dimora e cane” a Bologna esiste da sempre e a questo tipo di utenza è dedicato un centro di accoglienza: il Rifugio Notturno della Solidarietà, gestito dalla cooperativa Open group. Il centro è nato negli anni ’90, quando le persone senza di-

accogliere le persone, ma anche i loro cani, come un canile vero e proprio, in quanto soggetto ai controlli dell’ASL. All’ingresso Tesini e il suo team esaminano il libretto sanitario del cane insieme al veterinario. “Se il microchip e il libretto sono a posto ma ci sono vaccini da fare ce ne occupiamo noi, se invece il cane non ha il libretto sanitario ci attiviamo immediatamente per la produzione di questo documento”, spiega il coordinatore del Rifugio. Dal 2017 il centro

ha accolto più di 40 cani. L’accesso al Rifugio avviene tramite segnalazione da parte dei servizi sociali. Se il colloquio con la persona candidata va a buon fine, si compila un patto di accoglienza con obiettivi di breve, medio e lungo periodo. Il centro offre servizi di mensa, lavanderia, docce e la presenza di personale educativo. La notte, in struttura, dormono anche dei volontari. La permanenza media al centro va dai due ai quattro anni, con una ricaduta molto positiva: la maggior parte delle persone, una volta fuori, accede ad una casa regionale, a un progetto di transizione abitativa o a un’accoglienza h24. Durante il lockdown il Rifugio Notturno ha avviato, inoltre, un progetto in collaborazione con LAV, il Comune di Bologna e il canile di Trebbo per aprire l’accoglienza anche ai cani di cittadini*e che per brevi periodi, come nel caso della quarantena, non avevano modo di occuparsene. Questo ha contribuito a sensibilizzare la cittadinanza al fenomeno dei*lle senza dimora e, allo stesso tempo, ha permesso al centro di diventare una risorsa per l’intera comunità.

Secondo i dati raccolti dall’organizzazione "Save the dogs" nell’ambito del progetto “Amici della strada”, a Milano le persone senza dimora con un cane sono moltissime. Negli ultimi due anni sono stati censiti circa 50 utenti e 70 cani, anche se “la capacità di intercettare queste persone non supera il 15 percento e vista la situazione economica del Paese, i numeri cresceranno” afferma

Ermanno Giudici, coordinatore del progetto. Per raggiungere le persone e i loro animali, un gruppo di operatori visita luoghi chiave come le stazioni, in sinergia con organizzazioni umanitarie che lì distribuiscono cibo a chi vive in strada. “Save the dogs” cerca di entrare in contatto con chi ha cani e, per garantire il benessere degli animali, fornisce al padrone alimenti, guinzagli, museruole e

offre assistenza veterinaria, grazie al supporto di veterinari*e volontari*e. Nel caso di problematiche sanitarie non risolvibili in strada, l’organizzazione si rivolge a proprie spese ad alcune strutture sanitarie, provvedendo anche per il microchip. Molto spesso le persone senza dimora non hanno una residenza, ma un punto letto abituale: quello è l’indirizzo che andrà inserito nel microchip, fondamentale per riuscire a risalire al proprietario del cane in caso di smarrimento. Uno dei più gravi problemi a Milano, racconta Giudici, “è la mancanza di dormitori che siano accessibili con il cane”. Ecco perché "Save the dogs" è in trattativa con l’amministrazione per riservare una parte dei posti letto a questa utenza che, al momento, trova riparo in alcune stazioni della metropolitana, dove è possibile dormire sul mezzanino senza però alcun servizio igienico. Il progetto, inoltre, ha delle ripercussioni positive sull’intera comunità e “tante persone sono disponibili a cambiare punto di vista sul tema, a comprendere che le persone senza dimora vanno rispettate e che i loro cani sono curati” conclude Giudici.

die Welt zuhause

Anche gli animali sono importanti – Vienna

La clinica veterinaria di neunerhaus, organizzazione di Vienna pioniera dell’Housing First, dal 2010 garantisce assistenza e cura per gli animali delle persone senza dimora. Si tratta di un’esperienza unica nel panorama austriaco, gestita su base volontaria e finan-

ziata da donazioni. La clinica veterinaria di neunerhaus può contare su 50 veterinari*e volontari*e e assistenti che si alternano tre giorni alla settimana e che in dodici anni hanno esaminato, trattato, registrato e vaccinato più di 5000 animali: cani, gatti e altri animali domestici di piccola taglia. Solo lo scorso anno sono stati curati 315 cani e 110 gatti. Un giorno al mese vengono eseguiti interventi chirurgici di routine, come per esempio castrazioni, rimozione di tumori, cura delle ferite e operazioni odontoiatriche.

In collaborazione con la facoltà di Medicina Veterinaria di Vienna, due volte al mese vengono eseguite operazioni più complesse. Collaborano con neunerhaus anche specialisti veterinari in cardiologia e dermatologia,

mentre uno studio veterinario cittadino esegue gratuitamente radiografie. Eva Wistrela-Lacek, direttrice della Clinica veterinaria di neunerhaus, ritiene che “gli animali sono spesso i compagni più fedeli delle persone senza dimora e chi si prende cura dei propri animali impara anche a prendersi cura di sé stesso”. Prendersi cura di un animale, inoltre, contribuisce al sostegno e alla stabilità delle persone soprattutto nei momenti di crisi. Per il futuro Wistrela-Lacek spera di riuscire a “offrire un quarto o un quinto giorno di apertura perché la richiesta è alta e di poter eseguire interventi chirurgici importanti all’interno della clinica con successivo ricovero degli animali”. La clinica veterinaria si è affermata negli anni come un pilastro essenziale dei servizi di neunerhaus, perché per l’organizzazione viennese lo slogan “du bist wichtig” vale tanto per gli esseri umani quanto per gli animali.

Forse è proprio vero che il cane è il migliore amico dell’uomo. ASIA

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mondo in casa
Amici della strada – Milano Parola d'ordine: solidarietà –
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Permettersi di dire addio

Ho incontrato Fritzi nel 2018. Abbiamo vissuto insieme tre anni e mezzo, instaurando un legame profondo. Qualche mese fa il mio amico a quattrozampe è morto e mi sono trovato ad affrontare il lutto: un vuoto difficile da colmare, perché il mio gatto era una parte importante della mia vita.

Avevo conosciuto Fritzi in una struttura in cui facevo il volontario. Quando la casa è stata chiusa e a lui serviva un posto dove stare, si è trasferito nel mio appartamento. Era l’8 ottobre 2018. Abbiamo vissuto tre anni e mezzo in simbiosi, dando vita a un’intesa che non aveva bisogno di parole e creando alcuni piccoli rituali quotidiani: i balzi sul tiragraffi, la caccia alla pallina e ai topi di peluche, le dormite sulla mia pancia quando mi sdraiavo sul letto, i libri letti in poltrona con lui acciambellato sulle mie gambe. In questi anni la sua presenza mi ha aiutato anche a superare alcuni momenti difficili,

tra cui la pandemia e il lockdown, poi la morte improvvisa di mio padre. All’inizio di quest’anno, però, Fritzi ha avuto dei problemi di salute ed è stato sottoposto ad alcuni interventi in anestesia totale a distanza di qualche settimana uno dall’altro. Un paio di giorni dopo il terzo intervento le sue condizioni sono peggiorate ulteriormente e la notte tra il 3 e il 4 marzo Fritzi è morto.

Di quella ore ricordo tutto con precisione: la corsa in ambulatorio, le ore di attesa senza chiudere occhio, la telefonata del veterinario alle 7:15 del mattino, le lacrime, l’ultima carezza al mio piccolo amico, il dolore e il senso di vuoto che ho provato.

Un legame millenario

La relazione uomo-gatto ha origini antichissime. Nel 2004 un gruppo di archeologi ha rinvenuto una tomba contenente lo scheletro di un bambino e di un gatto negli scavi del sito

archeologico neolitico di Shillourokambos a Cipro. Questo ritrovamento fa supporre che l’addomesticamento dei felini sia iniziato probabilmente circa 9.500 fa. Da allora il felis catus, specie addomesticata che deriva dal gatto selvatico africano della famiglia dei Felidae, ha abitato il tessuto sociale umano, convivendo con la nostra specie e adattandosi con intelligenza e flessibilità ai cambiamenti che, di volta in volta, si sono succeduti nella Storia. Il carattere sociale del gatto, però, viene ancora oggi sottovalutato. Nel documentario “Inside the mind of a cat”, Kristyn Vitale, psicologa felina presso l’Unity College negli Stati Uniti, e Saho Takagi, ricercatrice felina presso l’Università di Azabu in Giappone, riferiscono che in seguito ai loro 37 studi combinati è possibile affermare che “i gatti riconoscono il viso e la voce dei loro umani, capiscono quando indichiamo qualcosa e hanno il senso della permanenza degli

oggetti”. L’essere umano utilizza con il proprio animale d’affezione dei canali di comunicazione in cui non ci sono i filtri e le sovrastrutture della comunicazione tra persone e la relazione risulta del tutto autentica. Il rapporto con un felino, ricco di comunicazione non verbale, può portare grandi benefici all’essere umano. Uno studio effettuato nel 2017 dal professor Adnan Qureshi della University of Minnesota su un campione di circa 4500 adulti tra i 30 e i 75 anni, per esempio, ha rilevato che accarezzare un gatto abbassa la pressione sanguigna e che vivere con un felino riduce del 40 percento il rischio di infarto fatale e ictus. Luisa Demattio, veterinaria esperta in comportamento animale e fondatrice del Sensory Camp di Trodena, ritiene che "nel rapporto uomo-animale d’affezione l’umano ricava un vantaggio cognitivo osservando il comportamento dell’animale e ha la possibilità di avvicinarsi alle proprie emozioni e di viverle, se è aperto per vedere come l’animale – che ha una grande capacità di osmosi emozionale – rispecchia i suoi stati d’animo.” La rivista “Science” riporta che la vita media di un gatto oggi è di 15 anni. La sua esistenza, quindi, attraversa una fase della vita del suo umano. “La morte di un felino e il conseguente lutto è un’esperienza che tocca molte persone e va presa sul serio”, sostiene Demattio.

Il dolore da accogliere

In un articolo pubblicato sul sito della rivista “Outside”, la scrittrice Annette McGivney parla della sofferenza provata alla morte del suo labrador Sunny come di “uno tsunami di dolore che mi ha travolto in mare aperto”. Nel suo articolo McGivney descrive la sua esperienza e pone una serie di riflessioni riguardo al tema del dolore per la morte di un animale domestico, un’emozione che per molti*e è motivo di disagio e non ancora del tutto accettata o addirittura comprensibile da un punto di vista sociale e culturale.

Secondo Pier Luigi Gallucci, psicologo e psicoterapeuta torinese, "è fondamentale trovare conforto per un’esperienza molto

frequente, che è spesso oggetto di giudizio e minimizzazione.” Anche per tentare di normalizzare il lutto per gli animali domestici, nel 2019 Gallucci ha pubblicato il libro “Il dolore negato”. “Il lutto per un altro essere umano tecnicamente ha rituali, tempi e luoghi che ci consentono di commemorare chi non c’è più”, sostiene lo psicologo, “mentre per gli animali questo raramente accade e l’assenza di queste tappe rischia di lasciarci ulteriormente soli*e.” Quando muore un animale domestico ci si trova a fare i conti con il vuoto, viene meno la sua presenza fisica e tutto ciò che intorno a lui esisteva, per esempio gli oggetti e le abitudini. Il lutto per un animale ha molte caratteristiche in comune con quello per un essere umano: shock, negazione, incredulità, rabbia, senso di colpa. “Sono sentimenti comprensibili che ci danno la possibilità di esprimere il nostro dolore e hanno un tempo soggettivo”, spiega Gallucci, che aggiunge come “il lutto non sia un punto di arrivo ma un percorso da attraversare.” Esiste un prima

e un dopo il lutto ed è importante riflettere circa l’eredità che la relazione con il nostro animale ci ha lasciato. L’esperienza del lutto fornisce una maggiore conoscenza di noi stessi, degli insegnamenti dati all’animale e di ciò che abbiamo imparato da lui. “Per far sì che la perdita abbia anche un effetto rigenerativo dobbiamo valorizzare questa eredità prendendoci cura del nostro benessere emotivo, nel ricordo della bellezza unica e irripetibile che ci può trasformare nel rapporto con noi stessi, con le altre persone o animali e con il mondo che ci circonda”. All’umano, quindi, spetta il compito di gestire il lutto e di farlo germogliare, anche per dire grazie all’animale che lo ha accompagnato in maniera significativa per tanto tempo. “Un cane o un gatto non ci sono più nella realtà fisica, ma sono sempre presenti nella realtà psicologica e continuano a vivere nel ricordo”, conclude Gallucci.

Le persone a me care mi ripetono che il mio gatto è stato fortunato ad avermi incontrato, perché ha ricevuto tantissimo affetto. Io penso che la vera fortuna sia stata mia: grazie a

“Il lutto è un percorso da attraversare”.
Il lutto per un animale ha molto in comune con quello per un essere umano. Il gatto Fritzi
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La relazione con un felino può portare grandi benefici all’essere umano.

Ora nel mio appartamento ci sono alcune foto che lo ritraggono in diverse pose: il ritaglio di un suo primo piano mi guarda severo dalla radio in cucina quasi fosse concentrato sulle notizie del radiogiornale, in un fotomontaggio mi accompagna lungo una faticosa salita in montagna, mi tocca la spalla mentre lavoro alla scrivania come se fosse stufo di essere ignorato, fa capolino dai libri che leggo a mo’ di segnalibro. La piccola urna contenente i suoi resti è riposta sulla poltrona, il posto dove preferiva riposare, e a volte mi capita di parlare ancora con lui. Sono alcuni dei modi che ho trovato per commemorarlo. Mi aiuta pensare all’affetto e al pezzo di vita che ci siamo scambiati e so che col tempo la ferita si rimarginerà, perché anche se non è più con me, Fritzi è ovunque io sia.

In caso di decesso di animali da affezione contattare il proprio veterinario di fiducia.

L'animale potrà essere:

- sepolto in un terreno di proprietà

- conferito in centri di cremazione. Esistono due tipi di cremazione: collettiva e singola. Nel primo caso vengono cremati più animali insieme e la restituzione delle ceneri risulta impossibile. La cremazione singola, invece, permette di cremare il proprio animale individualmente e di conservare le sue ceneri in un’apposita urna

- sepolto in cimiteri per animali autorizzati. In Alto Adige è possibile unicamente presso il Bergjosl di Meltina, uno spazio privato in cui i posti a disposizione al momento sono esauriti

Voci e silenzi contro la guerra

A fine settembre il dormizil di Bolzano, una casa gestita da volontari*e in cui le persone senza dimora trovano un letto caldo e una colazione nei mesi invernali, ha ospitato per una serata il lavoro artistico della cantante e compositrice russa Natalia Pschenitschnikova “Voce. Sorgente di memoria” e la performance “Senza voce”, realizzata insieme all’artista Victoriia Vitrenko.

Il lavoro artistico esposto e adattato appositamente a questo spazio è il frutto di un viaggio che Pschenitschnikova ha fatto nel 2018 in Ucraina, durante il quale ha registrato le memorie orali di alcune donne di più di 80 anni. Alla luce dell’attuale conflitto, il suo lavoro si veste di un nuovo significato e si pone come tributo al popolo ucraino e denuncia della guerra. Sulla facciata dell’edificio è proiettata un’immagine di una casa gravemente danneggiata dai bombardamenti. Varcando le soglie del dormizil si entra dunque in una

zona di conflitto. Ai*lle visitatori*rici viene consegnata una piccola torcia e con quella luce flebile si percorre la casa per ascoltare le memorie delle anziane signore. L’assenza di luce riporta alla mancanza di elettricità durante una guerra o alla necessità di stare al buio per non diventare bersaglio delle bombe. Le stanze sono spoglie, solo alcuni mobili riposti negli angoli. I testi delle memorie delle donne, attaccati al muro con un pezzo di nastro adesivo di carta, esprimono un senso di precarietà costante. Le voci narranti sono le uniche presenze a riempire le camere altrimenti senza vita e narrano del ricordo dei primi suoni sentiti, emessi o cantati. Le testimonianze delle donne ritornano sempre alla memoria della guerra: la prima guerra mondiale, la seconda, la paura per l’arrivo incombente dei tedeschi. La consapevolezza che alcune donne potrebbero non essere più vive, a causa dell’età o del nuovo conflitto, rende l’ascolto ancora più intenso. Cresciute durante

Le voci narranti riempiono stanze altrimenti vuote.

la guerra, da essa sono state nuovamente raggiunte in tarda età, come un tragico cerchio che si chiude. Dopo aver esplorato i piani superiori, l’esposizione termina in cantina. Lì in un angolo, scarsamente illuminate, due donne giacciono su fogli di giornale come in un bunker antiaereo. Non ci sono parole, solo qualche singhiozzo, qualche sospiro, qualche sillaba strozzata sul nascere. Suoni senza voce che esprimono – assieme ai movimenti lenti, tormentati delle due performers – la sofferenza della guerra. Si esce dal dormizil cercando di far tesoro della saggezza delle anziane signore. Una di esse, una scienziata, dice ad esempio che: tutti, anche la persona più infelice, hanno delle gioie che devono essere utilizzate e grazie alle quali si può sopravvivere, sempre. […] Non tutti riescono a trovare questi echi nell’anima, ma bisogna cercarli e trovarli, forse allora verrà fuori qualcosa di buono.”

Scrivere questo articolo è stato un modo per commemorare Fritzi. ALESSIO GIORDANO La memoria della guerra attraversa il lavoro artistico di Pschenitschnikova. Ha scoperto che il silenzio può essere più penetrante delle urla. VERENA DE MONTE
Experiment
Fritzi ho conosciuto l’amore incondizionato.
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Animal instinct

Das Liebesleben der Tiere von Katharina von der Gathen und Anke Kuhl Klett Kinderbuch, 2021 Hier erfahren wir etwas über die Zärtlichkeit der Skorpione und die Brutalität der Bettwanzen, über schaurige Rivalität im Bauch der Hai-Mutter und die Fürsorge mancher Tierpapas für ihren Nachwuchs.

I rondoni di Fernando Aramburu Guanda, 2021 Toni decide di porre fine alla propria vita. Ha scelto la data: di lì a un anno. Fino ad allora, nell'appartamento che divide con la cagnolina Pepa ogni sera scriverà una cronaca personale, cinica e disincantata, ma non per questo meno tenera e spiritosa.

Prestami le ali: storia di Clara la rinoceronte di Igiaba Scego, illustrazioni di Fabio Visintini Tolentino: Rrose Sélavy, 2017 Quella di Clara, una rinoceronte indiana, è una storia vera. Nel diciottesimo secolo nessuno aveva mai visto un animale così, prima che un capitano olandese la portasse nelle principali città d'Europa. Di Clara hanno parlato scrittori e poeti dell'epoca e molti pittori l'hanno ritratta.

Ein Metzger als Erzieher

Vom Metzger zum Erzieher – ist doch fast dasselbe, oder? Spaß beiseite: Zwei Berufe, die unterschiedlicher nicht sein könnten, finden sich in meinem Lebenslauf. An beiden konnte ich wachsen und zu dem werden, der ich heute bin.

Safari (DVD) Österreich, 2018 Afrika. In den Weiten der Wildnis machen Jagdtouristen Urlaub. Sie fahren durch den Busch und liegen auf der Lauer. Dann schießen sie, weinen vor Aufregung und posieren vor ihren erlegten Tieren. Ein Urlaubsfilm über das Töten, ein Film über die menschliche Natur.

Das Versprechen des Bienenhüters von Christy Lefteri Blanvalet, 2021 Nuri ist Bienenhüter, mit seiner Familie führt er ein einfaches, aber erfülltes Leben in Aleppo. Bis das Undenkbare passiert und der Krieg ihr Zuhause erreicht. Eine tief berührende Geschichte über den Verlust der Heimat, die Kraft der Trauer und der Liebe und einen Neuanfang.

In der OEW-Fachbibliothek Eine Welt im Jakob-Steiner-Haus am Vintlerweg 34 in Milland/Brixen dreht sich alles um das Leben außerhalb Europas, um alternative Wirtschafts- und Lebensformen, um das Schicksal von Menschen in und aus den Ländern des Globalen Südens mit Schwerpunkt auf Kinder- und Jugendbüchern. Telefon: 0472 833950. Öffnungszeiten: Montag bis Freitag von 9.00 bis 12.30 Uhr und Montag und Mittwoch auch 14.00 bis 16.30 Uhr. Unter bibkat.de/oew gibt es unser Medienangebot online.

L'eloquenza delle sardine: storie incredibili dal mondo sotto il mare di Bill François Corbaccio, 2021 Balene musiciste, merluzzi che hanno scoperto l'America, la voce del tonno rosso, il movimento ordinato delle sardine e l'eloquio delle capesante: un'immersione onirica e scientifica che mostra come quella umana sia solo una tra le forme di intelligenza presenti sul nostro pianeta.

La Biblioteca Culture del Mondo (BCM) onlus è una biblioteca specialistica per le culture e la narrativa del mondo, i diritti umani, la cooperazione allo sviluppo e le molte aree tematiche collegate, come i rapporti economici nel mondo, la sostenibilità, la cultura di pace, l’intercultura e le religioni. La biblioteca si trova in via Macello 50, a Bolzano, ma trovate tutto il nostro materiale anche sul sito www.bibmondo.it.

„Ich könnte so was nie machen!“, „Dort arbeiten nur gefühllose Menschen!“, „Wie kannst du nur Tiere umbringen?“, „Mit dir will ich nichts zu tun haben!“ Mir scheint, kaum ein Beruf ist zurzeit so sehr in Verruf geraten wie der Metzgerberuf. Kein Wunder – in einer Welt, die sich immer mehr und mehr in Richtung Veganismus bewegt. Oder? Einige der Kommentare oben kamen auch von Menschen, die ohne Bedenken ins Schinkenbrot beißen.

Das ist für mich seit jeher unerklärlich. Dabei teile ich die Kritik am übermäßigen Fleischkonsum und an der Art und Weise wie in der Massenproduktion Tiere gehalten und getötet werden. Dieses „wie“ macht allerdings für mich einen großen Unterschied. Denn es geht auch anders. Als ich mit 16 meine Ausbildung zum Metzger begann, war der Tod ein regelmäßiger Begleiter. Es war herausfordernd. Ich erlernte den Beruf in einer Dorfmetzgerei, wo Tradition und Tierwohl großgeschrieben wurden. Den Tieren wurde mit Respekt begegnet und jedes unnötige Leid so gut es ging vermieden. Es gab viel für mich zu lernen: Schlachtung, Zerlegung, Verarbeitung, Verkauf sind nur grobe Überbegriffe. Der Beruf ist weit vielfältiger und kreativer als man denkt. Die Lehre war mitunter anstrengend, forderte Muskelkraft, aber auch Schnelligkeit, Präzision und sehr

viel Hintergrundwissen. Am Ende jedes Arbeitstages zu sehen, was ich geleistet hatte, bereitete mir große Freude und auch im Umgang mit Kunden fühlte ich mich wohl. Und trotzdem wusste ich bereits damals, dass ich nicht ein Leben lang als Metzger arbeiten würde. Nach sechs Jahren in der Metzgerei fasste ich spontan den Entschluss, in die USA zu reisen, wo ich in einem Sommercamp arbeitete. Als ich nach Südtirol zurückkehrte, konnte ich als Jugendarbeiter in einem tollen Team und in einer ganz neuen Arbeitswelt tätig sein. Nun bin ich seit kurzem Erzieher im Kinderdorf Brixen. Jugendliche in einer schwierigen Lebensphase zu begleiten,

zu sehen, wie sie an Herausforderungen wachsen, macht jeden Tag zu etwas ganz Besonderem. Zurzeit schließe ich meine erste pädagogische Ausbildung ab, aber ich habe noch viel zu lernen! Meine Mitmenschen hatten vermutlich recht, als sie meinten, der Metzgerberuf passe nicht zu mir. Trotzdem möchte ich diese Erfahrung nicht missen. Ich durfte dort wachsen und erwachsen werden und viele Lebenslektionen lernen, die mich für immer begleiten werden. Der Beruf hätte mehr Anerkennung und einen höheren Stellenwert in der Gesellschaft verdient: Denn ein geschultes Auge erkennt die Qualität und bringt eine besondere Wertschätzung gegenüber Tieren und deren Erzeugnissen mit sich.

Mein bisheriger Lebensweg hat mir gezeigt, dass man auch über Umwege zum Ziel kommt. MARTIN HUBER

HILDEGARD WEGER
Biblio
SABRINA BUSSANI
Na und?
Martin, 26 aus Gufidaun, hat einen ungewöhnlichen Werdegang.
Der Tod war ein regelmäßiger Begleiter.
26 2022 79 2022 | 79 27

Von Mensch zu Mensch

Da persona a persona

Selbstverständlich

Rappe schwarz Schimmel weiß Heupferd grün Zebra gestreift Flusspferd nass Seepferdchen ebenfalls

„Wie ein läufiges Tier“

Warum unterstütze ich Oikocredit: „Mir liegt die Unterstützung von Frauen am Herzen. Kleine Kredite bewirken Großes und sind ein wichtiger Schritt in die Selbständigkeit.“

Mitglied bei Oikocredit Südtirol

Warum Oikocredit wichtig ist: „Ich hatte weder ein eigenes Haus oder andere Sicherheiten. Für die meisten Kreditgeber war ich daher ein zu großes Risiko. Aber Cooprogreso war zur Stelle, als ich sie brauchte.“

Mit dem Oikocredit Partner Cooprogreso kam die Wende und Gladys konnte sich ihren eigenen Laden aufbauen.

Endkundin von Oikocredit

suedtirol@oikocredit.org www.oikocredit.it

Eigentum Lebewesen

Wie sieht es eigentlich mit jenem Besitz aus, der in keinem öffentlichen Amt eingetragen ist? Mit jenem Besitz, welcher durch seine Mobilität Grundstücksgrenzen passiert und vor keinem Parzellenende Halt macht? Wie unterscheidet man zwischen „Mein“ und „Unser“? Wo doch die Grenzen aller Grundstücke penibel genau festgelegt, beglaubigt und eingetragen sind, so verschwimmen die Grenzen der Tierwelt. Wo beginnt das Eigentum des Nachbarn, wo hört meines auf? Inwieweit gehört die Ameise, welche mein Grundstück zu Ernährungszwecken nutzt, mir und inwieweit kann der Nachbar über deren Leben und Tod entscheiden? Unsere Nutztiere werden in speziellen Registern erfasst und je nach Marktgeschehen wechseln diese ihren Eigentümer. Doch wann hat der erste Mensch das erste (Nutz-)Tier besessen? Wann hat der Mensch begonnen, über die Existenz, die Lebensumstände und die Vermehrung besagter Tiere zu entscheiden? Gehört der Rehbock im Wald dem Grundbesitzer, dem Jäger, dem Staat oder vielleicht niemandem? Hat der Mensch das Recht über jegliche Existenz, über Gedeih und Verderb und über dessen Fortpflanzung zu entscheiden? Wo steht dieses Recht geschrieben? Wer hat es verliehen? Vielleicht sollte der Mensch nur das entnehmen, was er unbedingt zum Leben benötigt – ohne Profit und Geldzuwachs? Zum ausschließlichen Überleben, so wie es die Natur selbst auch macht? Fragen über Fragen – die Antworten sind doch eigentlich gar nicht so komplex, oder?

Quäle nie ein Tier zum Scherz, denn es fühlt wie du den Schmerz – dieser Kinderreim versucht zu sensibilisieren und Empathie zu vermitteln. Wie hoch im Alltag ein Mitfühlen und ein würdevoller Umgang mit Lebewesen effektiv gehalten werden, bleibt fragwürdig. Da erreichen uns Meldungen von ukrainischen Leihmüttern, die wie Tiere behandelt werden, oder Babies, die mitten in Europa heimlich verkauft werden, wie Welpen aus einer illegalen Zucht. Die eigenen Interessen, sei es ein Lebewesen zu „besitzen“ oder dubiose Geschäfte für persönliche Gewinne auszuschlachten, stehen im Vordergrund. Wie es Betroffenen dabei geht, scheint unwichtig. Es zählt, dass pünktlich geliefert wird. Lebewesen als Reproduktionsmaschinen anzusehen, sie als solche zu halten und über ihr Leben zu bestimmen, ist nichts Neues – egal ob Tier oder Mensch. So wurden vor hundert Jahren Frauen in sogenannte „Irrenanstalten“ nach Hall in Tirol oder Pergine eingewiesen, weil sie beispielsweise nicht Teil dieser Maschinerie sein wollten. Dem gesellschaftlichen Auftrag, Kinder zu gebären und dem Mann Untertan zu sein, nicht entsprechen zu wollen, galt bereits als Krankheitsbild. Solche Frauen sollten in der Anstalt geheilt werden. Viele von ihnen gingen dort jedoch zugrunde. Zudem wurden sie von den eigenen Familien totgeschwiegen, waren sie doch eine allzu große Schande. In Südtirol forscht mitunter die Historikerin Antonella Tiburzi zu diesem dunklen Kapitel unserer Geschichte. In einer Patientenakte fand sie die Beschreibung einer Frau, die sich weigerte, Befehle zu befolgen, also einen eigenen Willen hatte, und laut Bericht „alleine umherstreifte, wie ein läufiges Tier“. Das war ein Affront, eine Gefahr der gesellschaftlichen Ordnung, eine Schande eben. Ob Frauen oder Tiere – es galt und gilt teilweise noch heute, sie zu domestizieren, ihren Willen zu brechen. In unserer ach so modernen und fortschrittlichen Welt sind Frauen weiterhin Gewalt und Sexismus ausgesetzt, manchmal ganz offensichtlich, häufig allerdings auf eine subtile, kaum merkliche Art. Nicht selten werden sie entmenschlicht und Tieren gleichgesetzt: als läufiges Tier, wie im Fall der oben erwähnten Frau, als Frischfleisch, Freiwild oder als eine Art Nutztier in unterschiedlichen Bereichen, inklusive kostenloser Care-Arbeit. Vorurteile und Rollenbilder werden somit ständig neu reproduziert und gefestigt. Offen darüber zu reden, anstatt die Augen zu verschließen oder zu beschwichtigen, wäre ein wichtiger Schritt in Richtung Wertschätzung aller Lebewesen.

Absolut und relativ

das Röhren des Sechzehnenders findet nur die Hirschkuh schön verglichen mit dem Röhren des Porsche im Großstadtschilderwald ein Möchtegern-Sechzehnender hinterm Steuer ist auch für mich pralles Herbstwaldgeräusch schön

Maria Kerschbaumer
0039 333 877 9891
Gladys Arcos
28 2022 79 2022 | 79 29 Speakers’ Corner
IMAAN MOHAMMAD

Fifi frisst‘s

In Italien werden rund 17 Millionen Hunde und Katzen gehalten. Weil bekanntermaßen unser tägliches Konsumverhalten enorme Auswirkungen auf Umwelt und Klima hat, lohnt es sich auch einen kritischen Blick in die Futternäpfe zu werfen.

Europaweit steigen die Preise für Nahrungsmittel, auch die Tierfutterindustrie ist massiv von den Teuerungen aufgrund erhöhter Energiepreise betroffen. Das bekommen Haustierhalter*innen letzthin schmerzlich zu spüren. Aber wie viel Energie braucht es wohl, um Trockenfutter in Rohkostqualität oder feine Häppchen in Sauce zu produzieren? Und woher kommen die Tonnen an Fleisch, die unsere Fellnasen tagtäglich verspeisen? Ist uns die Art der Tierhaltung da Hundewurst?

Wenn es um die Ernährung der geliebten vierbeinigen Mitbewohner geht, spalten sich die Geister: In Onlineforen werden geradezu Glaubenskriege ausgetragen zwischen Anhänger*innen der BARFErnährung (Ausschließliche Rohfütterung, zum Großteil Fleisch), Vertreter*innen der „Mein Hund frisst, was auf den Tisch kommt-Philosophie“ und Menschen, die ihre Tiere vegetarisch oder vegan ernähren.

Im Handel findet sich von der schnöden Dosenmahlzeit um 30 Cent über die PutenPfanne um 1,20 Euro je Schälchen bis zum biologischen Freilandrind im schicken Glas um satte sechs Euro alles, was das Herrchenoder Frauchenherz begehrt beziehungsweise deren Geldbeutel hergibt. Der Haustiermarkt ist ein Milliardengeschäft – inklusive aller unangenehmen Nebeneffekte für Umwelt, Klima und Haustiergesundheit. Jede*e kann aber aktiv werden, sich in Sachen Tierfutter schlau machen und das eine oder andere ausprobieren.

Tu Du's

- Informieren!

Hunde sind Kulturfolger und anders als ihre Verwandten, die Wölfe, verdauen sie auch Kohlenhydrate meist sehr gut. Katzen hingegen sind auf proteinreiches und taurinhaltiges Futter angewiesen. Informiere dich deshalb vorab darüber, wie das ideale Futter für dein Haustier zusammengesetzt sein sollte, eventuell auch bei der Tierärztin.

- Selber kochen!

Viele Metzgereibetriebe haben „Hundefleisch“ im Angebot, das aus kostengünstigen Resten und Abschnitten besteht, die der üblichen Kundschaft etwa zu zäh, für Vierbeiner aber eine Delikatesse sind. Roh oder mit Gemüse, Reis oder Haferflocken gekocht, ergeben sie eine ideale Hundemahlzeit. Wer einen großen Topf davon aufsetzt und kleinere Portionen einfriert, spart Geld und Zeit.

- Kreativ werden!

Leckerlis zur Belohnung unterwegs müssen nicht immer teuer gekauft sein und in der Jackentasche unappetitlich riechen. Bestenfalls sollten diese Zwischenmahlzeiten auch kalorienarm sein. Gerade junge Hunde probieren alles Neue mit Begeisterung und freuen sich beispielsweise sogar über selbst getrocknete Karottenstückchen.

- Back mal andere Kekse!

Im Internet finden sich unzählige Rezepte für Hundekekse und sogar selbstgemachtes Trockenfutter. Etwas davon auszuprobieren, macht nicht nur Spaß, sondern spart womöglich auch unnötige Kalorien, Konservierungsmittel und ungesunde Zusatzstoffe.

Böse Worte...

… an den letzten Montag im September

Die Gutmenschin

”Polonia e Ungheria primi a congratularsi con Meloni.”

Montage sind für die meisten Menschen ohnehin eine Zumutung. Es gibt aber Montage, da möchte man nach dem Aufstehen sofort wieder zurück ins Bett, sich die Decke über die Ohren ziehen und weiterschlafen. Der letzte Montag im September war so ein Tag, an dem man nicht das Radio einschalten will, weil ohnehin nur Katastrophennachrichten zu hören sind. Und als ob das nicht genügte, auch noch Analysen von Hermann Atz. Irgendwer hatte verloren und trotzdem gewonnen oder so ähnlich. Ich habe nicht so genau hingehört, weil ich im Halbschlaf zuerst einen Kaffee brauche und nicht so sehr tiefgründige Analysen. Es war der Montag, an dem ein nasser Fleck auf dem Boden unzweideutig auf einen Wasserschaden hinwies. Typisch Montag! Ohnehin ein Scheißtag, und dann auch noch das. Wo zum Teufel

bekommt man in aller Montagsfrüh einen Installateur her? Der Mann vom Pressespiegel war auch keine Hilfe. Nicht, dass mich an jenem Montag die schlechten Nachrichten überrascht hätten. Irgendwie hatte sich die Katastrophe abgezeichnet. Aber Sie, liebe Leser*innen, müssen verstehen, dass mir in diesem Moment die undichte Stelle mehr Sorgen bereitete als das, was da in der Nacht geschehen war. Natürlich hofft man. Man hofft, dass irgendein guter Geist das Unausweichliche verhindern würde. Wunder gibt es schließlich immer wieder, behaupten zumindest unverbesserliche Optimisten.

Aber nicht an Montagen. Und so habe ich dann doch den PC hochgefahren und wurde mit der niederschmetternden Schlagzeile konfrontiert, die mir den Tag versaute. Ach was, Tag! Vielleicht steht mir eine monatelange Depression bevor. Da stand es, schwarz auf weiß. Und die Formulierung ließ keine Zweifel aufkommen: „Österreich nach Niederlage in Nations League abgestiegen!“ 1 zu 3 gegen Kroatien, noch dazu in Wien. Es geht um Fußball, falls Sie das noch nicht begriffen haben. Die Österreicher nur mehr zweitklassig! Und kein Wort dazu von Hermann Atz.

Herausgeberin editore

Sozialgenossenschaft OEW Organisation für Eine solidarische Welt OEW Organizzazione per Un mondo solidale società cooperativa sociale Vintlerweg 34 Via Vintler 39042 Brixen Bressanone T. 0472 833950 – zebra@oew.org facebook.com/zebrastreetpaper – www.oew.org MwStr.Nr. P.Iva 03141320212

Thomas Dalsant (Vorsitzender presidente)

Redaktion | redazione Lisa Frei (Leitung caporedattrice – lisa.frei@oew.org, Tel. 0472 208207)

Alessio Giordano (alessio.giordano@oew.org)

Satz und Gestaltung impaginazione e grafica Petra Schwienbacher (tintenfuss.it)

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Verantwortlicher Direktor | direttore responsabile Wolfgang Penn

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Druck | stampa

Athesiadruck GmbH srl, Bozen Bolzano

Mitwirkende dieser Ausgabe per questa edizione hanno collaborato Adrian Luncke, Alessio Giordano, Anna Mayr, Asia Rubbo, Daniel Berti, Doris Braunhofer, Francesca Parisi, Hildegard Weger, Imaan Mohammad, Iris Cagalli, James Pamalr, Janina Niemann-Rich, Julia Stofner, Jürgen Riedl, Lisa Frei, Lorena Ruaz, Luise Bacher, Marlene Erschbamer, Marta Larcher, Martin Huber, Monika Thaler, Nadia Sorg, Nils Bertol, Patrizia Insam, Paula Plank, Robert Asam, Sabrina Bussani, Serafin Dariz Prieth, Shari Crivellari, Stefanie Unterthiner, Tanja Auer, Verena De Monte, Verena Gschnell

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ROBERT ASAM
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