
2 minute read
«Una scuola di metodo per affrontare le nuove sfide»
by OdgMi
Intervista a Daniele Manca, direttore del master di giornalismo dello Iulm: «Non solo tecnologie e multimedialità: quello che serve ai giovani giornalisti è un approccio rigoroso e “scientifico” per avvicinarsi alla verità sostanziale dei fatti» di Maria Colonnelli e Giorgio Colombo, allievi della Scuola di giornalismo dell’Università cattolica di Milano
Accuratezza, responsabilità e indipendenza. Sono le tre bussole per orientarsi nel mondo dell’informazione che cambia. Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera e direttore del Master in giornalismo dell’Università IULM di Milano, non ha dubbi. Per affrontare le grandi sfide che sembrano mettere a rischio questo mestiere - dall’intelligenza artificiale alla disintermediazione imposta dai social – non c’è che una strada: rendere più rigorosa la formazione dei nuovi professionisti, rinforzando la loro cassetta degli attrezzi: «I nostri Master formano persone che devono sapere inserire le notizie all’interno di un contesto più ampio».
Advertisement
Come si può progettare un giornalismo multimediale in cui tutte le piattaforme collaborano e si integrano?
Le nuove generazioni che escono dai Master in giornalismo sanno lavorare su tutte le piattaforme. È fondamentale: una notizia che dev’essere trattata per audience diverse ha bisogno di professionisti che sappiano mescolare varie forme di comunicazione. Sotto questo aspetto, in Italia abbiamo un passo in più, anche rispetto a quelle che consideriamo come scuole blasonate.
Le generazioni che escono dei master in giornalismo sanno lavorare su tutte le piattaforme: ogni notizia va trattata per audience diverse
3. Formazione
Cosa insegna su questo la scuola di giornalismo della IULM ai suoi studenti?
Il metodo giornalistico è assimilabile a quello scientifico per il suo continuo avvicinarsi alla verità sostanziale dei fatti
La scuola della IULM nasce digitale: ha compiuto vent’anni nel 2021. È nata dalla convinzione che esistesse un prima e un dopo il digitale. Sono cambiate le piattaforme e, di conseguenza, il rapporto con l’audience: prima i giornalisti avevano il monopolio dell’informazione. Ora politica, imprenditoria e cittadini non hanno più bisogno della loro intermediazione. Una costante resta però il metodo giornalistico, che si può considerare assimilabile a quello scientifico per il suo continuo avvicinarsi alla verità sostanziale dei fatti, come dice la legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti. In questo contesto, una forte preparazione teorica sul metodo e una forte preparazione pratica sono fondamentali: i nostri giornalisti, come quelli di tutti gli altri Master, cominciano a fare prodotti sin dal primo giorno e li modellano per tutte le piattaforme di distribuzione dell’informazione.
Oggi ci sono sistemi di intelligenza artificiale che producono testi in automatico. Quale rimane il valore aggiunto del giornalista?
Si è molto parlato in questi ultimi mesi di intelligenza artificiale. Si pensa che sia una produzione di contenuti, in realtà è un’interfaccia: all’IA si possono porre delle domande e si ottengono risposte. La vera produzione di contenuti si basa però sulla qualità che il giornalista interiorizza sin dall’inizio della sua carriera, cioè la capacità di contestualizzare l’informazione; di fornire una cornice interpretativa e non semplicemente una giustapposizione di frasi dotate di senso.
Un giornalista deve avere la capacità di contestualizzare l'informazione. Questo farà sempre la differenza con i sistemi di intelligenza artificiale
L’informazione digitale e l’intelligenza artificiale aprono a nuove sfide deontologiche. Come ci si orienta?
Tramite i valori di questa professione: accuratezza, responsabilità e indipendenza. Sono la bussola del giornalismo e aiutano le persone che stiamo formando nei Master ad orientarsi: i nostri studenti sono anzitutto delle persone con valori che, un domani, scriveranno articoli, produrranno servizi sulle varie piattaforme, seguendo la loro etica e deontologia. È fondamentale che i futuri professionisti conoscano in profondità le regole imprescindibili della professione e le applichino con attenzione.
Fare informazione di qualità sui social network. Come è possibile?
Il master dello IULM insegna a cogliere l’attenzione dei cittadini attraverso contenuti intelligenti, e non solo necessariamente accattivanti. Quando c’è intelligenza, anche chi è distratto verrà attratto dall’informazione. Le nostre scuole formano persone che sanno mettere l’informazione all’interno di un contesto ampio, sapendo indicare non soltanto la verità apparente ma anche quella sostanziale.
Quali sono le tre qualità del giornalista digitale che il master dello IULM insegna?
Umiltà, umiltà e umiltà. Qualità fondamentali non per un giornalista digitale, ma per un giornalista, punto.