L'Opinione di Viterbo e Lazio nord - 30 dicembre 2010

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Giovedì 30 Dicembre 2010

Viterbo & Lazio Nord

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Battaglia politica nell’Alta Tuscia. Un solo grido: “Sciopero del voto e fuga da Roma”

L’ospedale di Acquapendente è morto I cittadini pronti a cambiare regione di Roberto POMI

Primo Soccorso e si pongono le basi per rimandare tutto a Belcolle. Una condizione che gli aquesiani non possono accettare, considerando la propria distanza geografica da Viterbo e la disastrosa condizione dei collegamenti tra il nord della Tuscia e il capoluogo. Una sottile striscia d’asfalto, in gran parte disastrato, che taglia infiniti centri urbani con il rispettivo traffico. Per un aquesiano

E

’ guerra. Acquapendente non ci sta ad assistere muta al declassamento del proprio ospedale a Presidio Territoriale di Prossimità. Gli abitanti del Comune più a nord della Tuscia lanciano la sfida a chi, secondo il proprio punto di vista, se ne frega del loro, costituzionalmente garantito, diritto alla salute. Non c’è spazio di benevolenza per nessuno, fatto salvo il sindaco Alberto Bambini. Vero e proprio Vercingetorige del primo minuto ma impotente di fronte a simili decisioni piovute e imposte dall’alto della Pisana. E’ così che durante la notte di martedì sulla facciata dello stabile che ospita da più di seicento anni l’ospedale aquesiano sono comparsi dei manifesti mortuari (vedi foto a lato). Una decina di carte da morto per colpire direttamente alla bocca dello stomaco con l’arma dell’ironia e del sarcasmo. Ecco la dicitura riportata: “E’ mancato e mancherà al servizio dei cittadini l’ospedale di Acquapendente (1400-2011). Dopo 600 anni di attività, grazie all’amministrazione regionale, chiude provato da anni di lenta agonia, lasciando senza assistenza alcuna il nostro territorio. Ne danno il triste annuncio i cittadini che pagano le tasse”. Il tutto a firma ‘Il comitato Prospedale’.

A

bbiamo deciso di riportare integralmente quanto scrive il Comitato Prospedale Acquapendente in una lettera aperta indirizzata alle autorità, alla stampa e ai cittadini tutti. Il pensiero e le posizioni del Comitato possono essere seguite su www.prospedaleacquapendente.bl ogspot.com. Ecco il contenuto della lettera, che è importante leggere con attenzione parola dopo parola. Una specie di dichiarazione di guerra, in difesa dell’ospedale. Con tanto di data storica riportata in calce: Acquapendente 28-12-2010. “La Presidente della Regione Lazio Polverini ignora il Nostro Diritto alla Salute. Il Direttore della ASL Adolfo Pipino ignora il Nostro Diritto alla Salute. Quegli elettori e quei cittadini che pagano regolarmente le tasse, possono sperare solo nel ricorso al TAR per vedere rispettato il loro diritto Costituzionale. Ringraziamo il Sindaco Bambini per l’ennesimo tentativo di condivisione politica di fronte alla demolizione della sanità locale, ma vista l’esiguità del numero dei Sindaci e personaggi Politici intervenuti, riteniamo l’iniziativa del 28 Dicembre un ennesimo buco nell’acqua. Il Decreto Polverini pubblicato il 30 settembre 2010 procede spedito verso i decreti attuativi, a nulla è servito l’interessamento al problema dei cittadini e delle forze politiche locali, che hanno portato a discussione motivazioni valide e ben documentate. Nemmeno i Po-

prestare assistenza a un proprio malato in cura a Belcolle significa andare in rovina, significa ore di viaggio e file interminabili in macchina nonché un costo considerevole per gli spostamenti. E gli anziani? Il grosso del disagio è per loro. La battaglia di Aquapendente è una lotta prettamente umana e chi la sta conducendo dà quaotidianamente prova di scaltrezza.

Una storia iniziata ben 600 anni fa

Dopo i manifesti è stata la volta di una lettera girata alla stampa (per la lettura integrale andate box in basso n.d.r.). Un vero e proprio atto di guerra secco, senza l’intenzione di fare prigionieri. In sintesi i cittadini aquesiani annunciano la

propria astensione dal voto, sottraendosi alla legittimazione di qualsiasi tipo di potere politico, e invocano un referendum per staccarsi dal Lazio e cambiare Regione. Un’idea questa della fuga da Roma che a certe latitudini della Tuscia ogni tanto torna

a circolare. Di fatto l’ospedale di Acquapendente viene messo in liquidazione da quanto disposto nell’atto di autonomia aziendale 2011 messo a punto dal manager Ausl Adolfo Pipino. Il Pronto Soccorso viene declassato a

ella scorsa notte sono stati af�ssi per le vie della cittadina dei manifesti funebri, dove si annuncia che dopo 600 anni di vita, l’ospedale di Acquapendente è venuto a mancare, per volere dell’amministrazione regionale. Le prime notizie storiche, solo per dovere di cronaca, parlano di un ospedale ad Acquapendente, ben prima del 1400 e più precisamente risalente al 26 Novembre 1235 e si riferisce all’ospedale del ponte del Paglia, di cui non rimane alcuna traccia nemmeno nella toponomastica locale. Non vorremmo “scomodare” alcun Santo, tantomeno San Rocco, certo è che nel luglio 1367 era anch’Egli ad Acquapendente, dove ignorando i consigli della gente in fuga per la peste, chiese di prestare servizio nel locale ospedale mettendosi al servizio di tutti. Ad Acquapendente “L’HOSPI-

TALITAS” cioè, l’antica assistenza ospedaliera, contava su diversi istituti. La nascita dell’Ospedale Civile di Acquapendente, da cui deriva l’attuale struttura, avvenne intorno alla seconda metà del 1400, con la fusione degli ospedali di S. Giovanni (1406-1438) e di S. Maria (1387-1471), quest’ultimo così chiamato perché si trovava di fronte alla chiesa di S. Maria, più nota come S. Francesco, la cui amministrazione venne af�data all’ordine laico dell’ospedale di Santa Maria della Scala di Siena. Sicuramente alcune stanze dell’odierno ospedale occupano la vecchia sede di quello di S.Giovanni, fondato nel 1406. Le sue antiche origini vengono svelate sia dal portale ogivale, di sicura epoca medievale con la croce gerosolimitana posta sul suo architrave, sia da un affresco di Madonna con bambino, d’autore ignoto, di scuola umbro-senese dell’inizio del ‘500, posto all’ingresso. Nel 1897 iniziarono grandi lavori di restauro e fu rifatta anche la facciata su disegno di A. Piccioni. Sempre per dovere di cronaca, non sarebbe di certo felice della scelta dell’attuale Presidente della Regione, un certo Girolamo Fabrizi: il 16 gennaio del 1595, veniva inaugurato il Teatro anatomico dell’Università di Padova ,si dice che sia il più antico del mondo; che sia stato realizzato a spese di Girolamo Fabrici d’Acquapendente, all’epoca docente di chirurgia e di anatomia; che le dissezioni vi avvenissero in segreto, in qualche modo ostacolate da “disposizioni civili e religiose”. Non vorrebero sentirsi costretti anche gli aquesiani a “operare” in contrasto con le stesse “ottuse disposizioni civili”.

previsto in un precedente provvedimento, la sua Responsabile; rimarrà poco più di un centro prelievi dove quasi tutto sarà “spedito” e analizzato presso la struttura ospedaliera di Belcolle, creando possibili ritardi/disagi agli utenti. - Il Reparto di Chirurgia chiude de�nitivamente. - Il Servizio di Anestesia viene diviso tra Acquapendente e Monte�ascone e non si sa che tipo di copertura potrà garantire al futuro Primo Soccorso di Acquapendente. - Il Reparto di Medicina perde de�nitivamente il suo Responsabile, al momento gli vengono assegnati 8 posti letto (per acuti???); tale numero potrebbe anche aumentare in virtù dell’attività di Day Care che

comprende le attività Ambulatoriali e forse anche attività di Day Surgery (sempre che ci sia qualcuno disposto ad operare e a farsi operare “in mezzo al deserto”). - L’unico Reparto che conserva a pieno la sua organizzazione e funzionalità è quello di Radiologia. La popolazione, sola e ignorata dalle Istituzioni, potrà ricorrere al TAR o impugnare il pungolo e cacciare un’altra volta il Barbarossa! La popolazione Aquesiana esorta il Sindaco Bambini ad inoltrare una raccolta �rma per il Referendum a favore del cambio di Regione, e nel frattempo ci asterremo dagli impegni elettorali; ci auguriamo che altri Comuni seguano tale iniziativa, la nostra salute merita più attenzioni.

di Fulvio MEDICI

Ecco la lettera di fuoco N scritta dal ‘Comitato Prospedale’

litici del Centro Destra forti di un risultato elettorale, ottenuto anche per le inadeguatezze in ambito sanitario della scorsa amministrazione regionale, sono riusciti a fare qualcosa di positivo, anzi la situazione è notevolmente peggiorata. La prova di ciò è la pubblicazione, il 7 Dicembre 2010, del Supplemento n°207 del Bollettino Uf�ciale n°45 della Regione Lazio, atto ancor più negativo del precedente Decreto, che ha de�nitivamente sancito la chiusura del nostro Ospedale. Rimane poco da sperare anche su una forzatura politica, è ormai evidente a tutti come la Presidente Polverini con il silenzio/assenso del Consigliere

Battistoni e Gigli, dell’Assessore Birindelli e degli eletti in Provincia Meroi, Equitani e Camilli, ignori completamente le forze politiche di opposizione e qualsiasi altro appello fatto da Sindaci e dai cittadini, molti dei quali appartenenti al suo elettorato. Se prima avevamo un problema irrisolto oggi ne abbiamo tanti di più. Il Direttore Generale della ASL di Viterbo, che dovrebbe tutelare concretamente il Nostro Diritto alla Salute, si de�nisce un semplice esecutore del Decreto, e ha la pretesa di farci credere che questo provvedimento consista in una riorganizzazione e non nella chiusura della Struttura Ospedaliera.

L’Atto Aziendale attuativo al Decreto n80 del 30 Settembre e al Supplemento n°207 al Bollettino Uf�ciale n°45 del 7 Dicembre 2010 decreta che: - l’Ospedale di Acquapendente non si può più de�nire tale, perde la sua identità e viene declassato a Presidio Territoriale di Prossimità i cui servizi sono chiaramente sempre più dubbi e limitati. - Il Pronto Soccorso rimane tale �no all’imminente pensionamento dell’attuale Responsabile, dopo di ché sarà declassato in Primo Soccorso (non si conoscono ancora con precisione quali servizi riuscirà a offrire). - L’attuale Laboratorio Analisi perde de�nitivamente, come già


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