Numero 5 - 2019

ANNO XXV 2019 NUMERO 5 euro 3,00 TAXE PERCUE Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in l.

27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Trento - Autorizzazione del 02.06.1995 al nr. 861 del Tribunale di Trento

NUMERO 5 - 2019

LA CASA DEGLI AFFRESCHI SVELATA

Dimaro Folgarida vince i Giochi d’Estate A CLES STORIE DA URSUS

PNAB e SAT insieme per i ghiacciai

Il forum di questo mese VILEGIÀNTI. I TURISTI DE STI ANI

editrice

La memoria corre sulle pagine dei libri e dei giornali. Da quasi vent’anni siamo attivi e protagonisti nel settore dell’editoria, conquistando credibilità e dando alle stampe titoli di grande successo. Per un’informazione che duri nei secoli, come certi nostri larici.

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som ma rio NOS MAGAZINE Il mensile delle valli del Noce

GIOCHI DI PAROLE 5 La vacanza, quella vera FORUM 6 Vilegiànti. I turisti de sti ani 8 Paesi in abbellimento 10 In principio fu il Kaiser Franz Joseph 12 Portami in vacanza 14 Da sessant’anni, storie di turismo e di amicizia 16 Cultura che va, cultura che viene 18 Anni di gloria 20 Permanenza media negli esercizi alberghieri 21 La mitica seggiovia del Peller SUCCEDE NELLE VALLI 22 La Casa degli Affreschi svela i suoi segreti 24 Sun Card 26 Gebelin: inaugurato a Cles il nuovo showroom 28 Ronzone celebra Frank Borzage 30 In quota con la SAT di Ton 31 Novità al Bucaneve di Malosco 32 Ruote rosa in Val di Non 33 Ai giochi vince Dimaro Folgarida 34 Un bando per i fiumi 35 La leggenda che non c’era 36 Insieme per la tutela dei ghiacciai 38 Progetto “Giovani guide in erba” a Palazzo Assessorile 39 L’odontoiatria pediatrica 40 Gruppo miniera San Romedio: prospettive di crescita 41 Grazie di tutto, grande Lorenzo 42 Naturalmente Bosco 44 Fabrizio Paternoster 45 Insieme Pluralps 46 Verso i 25 anni di Nos NOTIZIE DALLA RETE 48 Nitida Immagine si rinnova!

VAL DI NON: COMUNITÀ PER IL SOCIALE 49 “AAA cercasi oggetti a cui dare una seconda vita” CULTURA 50 Ursus. Storie di uomini e di orsi SOLIDARIETÀ 52 Le scarpe di “Camminamente” arrivano in Val di Non METEO 54 Giugno: un caldo straordinario GREEN NEWS 55 Un’estate nei Parchi SPORT 57 Letizia Borghesi: una nuova stella 58 La casa dell’e-bike IL PERSONAGGIO 60 Mattia e Nicola Zadra IL NOSTRO MENU 62 Involtini di melanzane 5 PAROLE NOS3 63 Ma ti dis salùp o sautamartìn?

IL LIBRO 64 Anaunia. Storie e memorie di una valle SALUTE E BENESSERE 65 Plastic-Free UNA PSICOLOGA PER AMICA 66 Il potere della musica

Una copia: euro 3,00 Arretrati: il doppio del prezzo di copertina Abbonamenti: annuo per l’Italia euro 20,00 (9 numeri) annuo per l’estero euro 80,00 (9 numeri) Versamento su C.C.P. n. 15365380 intestato a NITIDA IMMAGINE srl abbonamenti@nosmagazine.it

Direttore Responsabile: Sandro de Manincor direzione@nosmagazine.it Vicedirettore: Alberto Mosca Redazione: Carlo Antonio Franch, Fabrizio Brida, Sergio Zanella redazione@nosmagazine.it Hanno collaborato a questo numero: Laura Abram, Federica Chini, Denis Destefani, Elisa Rita Gelsomino, Giacomo Poletti, Carlo Recla, Annalisa Rossi Fotografie: Archivio Funivie Folgarida Marilleva, Giancarlo Ballauco, Sandro de Manincor, Alberto Mosca, Alessandro Zanon, Denis Destefani, Nardo Concini, Archivio Nitida Immagine Grafica: Valentina Emer, Elisa Riddo - Nitida Immagine Responsabile Amministrativo: Virginio Zanella Editore, Direzione, Redazione, Amministrazione Nitida immagine srl 38023 CLES (TN) - Piazza Navarrino, 13 tel. +39 0463.423003 - fax +39 0463.608908 www.nitidaimmagine.it - info@nitidaimmagine.it Concessionaria per la Pubblicità Nitida immagine srl 38023 CLES (TN) - Piazza Navarrino, 13 tel. +39 0463.423003 - fax +39 0463.608908 www.nitidaimmagine.it - info@nitidaimmagine.it Stampa: Tipografia Effe e Erre - Trento

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LA VACANZA, QUELLA VERA

giochi di parole

di Sandro de Manincor

Che nostalgia! Sfogliando l’album delle vecchie immagini del turismo nostrano si capisce come tutto è cambiato in pochi anni. E come il termine vacanza sia praticamente scomparso.

Una volta, infatti, il viaggio e la vacanza erano più “lenti” e i ritmi più umani: si riusciva persino a godersi tutto di più. I turisti prenotavano con largo anticipo, spesso di anno in anno, per un appuntamento che rinforzava il legame con il territorio e con la gente del posto. Ci rimanevano anche un mese di fila, a godersi le bellezze naturali e le tradizioni e i sapori, prima del ritorno in città. I “furesti” portavano le novità metropolitane per una sana contaminazione con un territorio agricolo che, grazie a loro, si è sviluppato enormemente e velocemente, spesso con scelte azzardate e dannose, ma che hanno permesso un salto economico importante per tutti.

Si sceglieva la destinazione perché qualcuno te l’aveva consigliata, e tutto, dalla partenza, all’auto carica di bagagli, ai chilometri macinati, era un rituale, da vivere con euforia e senza stress.

E all’arrivo, gli abitanti del posto, montanari veri, erano orgogliosamente difensori e promotori del territorio. Si immortalavano i ricordi con l’uso moderato e pensato della macchina fotografica con i rullini da 12, 24 o

36 foto che ti rendevano felice o deluso qualche tempo dopo quando il fotografo ti consegnava le stampe.

Oggi, tutto è cambiato. Il web ha reso tutti i luoghi più vicini e il mondo sempre più interconnesso ha annullato le distanze tra persone, imprese e culture.

Tutti di corsa e in fretta, con la vacanza che dura pochissimo e piena di cose da fare. Talmente corta che quando torni non sai nemmeno se sei partito, cosa hai vissuto, di cosa hai goduto.

Il cellulare, i socials, il lavoro, scandiscono ritmi eccessivi. Non andiamo in vacanza, viviamo un periodo di moderato lavoro in un posto lontano da casa. Le indagini e le ricerche ci dicono che i nuovi turisti ricercano vacanze che possano regalare esperienze ed emozioni. Sono attratti dalla parte più autentica che gli fa

scoprire i prodotti locali, vuole andare a mangiare e servirsi dove vanno i residenti e non ritrovare le grandi catene.

Il nuovo turista non si fida più della pubblicità istituzionale ma si affida al passaparola mediatico, ai blog, ai forum, alle recensioni. E vuole essere sempre connesso, per pubblicare le migliaia di immagini che ha immagazzinato sul proprio smartphone.

E quei vecchi montanari di una volta, trasformati in operatori turistici, di corsa ad offrire tutti i servizi possibili, in una gara a chi offre di più svendendo al minor prezzo, pur di occupare le migliaia di posti letto disponibili, inseguendo per anni la ricerca statistica del segno più, l’aumento delle presenze e degli arrivi, e godendo del tutto esaurito.

Ma se andiamo a vedere, i turisti chiedono e fanno esattamente le stesse cose di una volta.

Lo fanno semplicemente in un decimo del tempo, con stress, incolonnati in auto, certamente godendo poco. Occorre quindi uno stop. Già alcune località si stanno attrezzando. Semplicità, ritmo lento, contatto con la natura, disintossicazione da iper-connessione, stanno diventando plus sempre più ricercati.

Ambiente, mobilità sostenibile, autenticità sono le nuove parole d’ordine. In fondo, nulla di nuovo dalle foto in bianco e nero che trovate nel nostro forum.

VILEGIÀNTI I TURISTI DE Come sono cambiati. Come siamo cambiati.

Noi che le valli del Noce le abitiamo quotidianamente, loro che ci passano le meritate vacanze. La storia plurisecolare del nostro turismo, fatta di diversi passaggi e salti evolutivi, propone continuamente nuove sfide. Spesso ne abbiamo trattato su queste pagine: stavolta, per racconti e immagini, ci dedichiamo a un po’ di “amarcord”, per provare un pizzico di nostalgia e, senza drammi, fare tesoro delle esperienze per giocarcele al meglio negli anni a venire (almo).

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I turisti de sti ani

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VilegiĂ nti.

I turisti de sti ani

E STI ANI

Un servizio di: Fabrizio Brida Federica Chini Alberto Mosca Annalisa Rossi

PAESI IN ABBELLIMENTO di Alberto Mosca

Nella chiesa di San Valentino di Malé, la sede della Pro Loco negli anni ‘50

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I turisti de sti ani

La storia turistica delle valli del Noce e in generale del Trentino ebbe i propri esordi con quelle che nella memoria popolare sono ricordate come le “Società di Abbellimento”.

Ancora oggi a Malé, la via alberata che dal cinema porta alla sede dell’Apt è detta “L’abbellimento”; e a Cles, la vecchia scalinata del Doss de Pez mostrava,

composta con i ciottoli, la scritta “SAC”, ovvero Società Abbellimento Cles.

E se vogliamo agganciarci a qualche data, scopriamo che tali società nacquero in rapida successione alla fine dell’Ottocento: per citarne solo alcune, ecco Coredo nel 1896, Cles nel 1898, Malé nel 1899.

Fu attraverso queste associazio-

9 BREVE STORIA DELLA SAC COREDO La Società di abbellimento di Coredo nacque ufficialmente il 27 agosto 1896 e lo statuto fu approvato dal Consigliere aulico in Trento con decreto n. 1413 del 27.8.1896. Lo scopo della società era quello di incentivare l'arrivo a Coredo di turisti, fornendo loro comodità e abbellendo il paese. I mezzi economici per raggiungere tale scopo erano basati sulle offerte del comune o dei privati e con i contributi dei soci. La società, retta da uno statuto, era amministrata da una direzione (poi consiglio di amministrazione), di cui facevano parte un presidente, un vicepresidente, tre delegati, un segretario e un cassiere, che rimanevano in carica per tre anni.

L'attività della società si fermò, per cause di forza maggiore dal 1914 al 1918. In seguito all'aggregazione a Coredo dei comuni di Smarano, Sfruz e Tavon, con deliberazione dell'adunanza generale tenuta il 24.8.1930 furono compresi anche questi territori nella Società di abbellimento. Con circolare n.

9670/ 8/1 dell'Ente Provinciale per il Turismo del 25.7.1938 la società cambiò la propria denominazione in Associazione Pro Loco di Coredo. (a.m.)

ni locali, preludio alle Pro Loco e quindi alle APT, che la vocazione turistica delle valli del Noce iniziò a svilupparsi, incentivate a questo scopo dalle autorità provinciali, impegnate nella creazione di un programma di promozione turistica: e ad esempio, nel 1902 era la

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I turisti de sti ani

Società del Forestiere a chiedere al Comune di Malé alcune belle immagini del paese in vista della partecipazione all’Esposizione industriale austriaca di Londra, “essendo le cure del Governo rivolte particolarmente all’industria del forestiero nei paesi alpini”.

La Val di Non terra di Pro Loco. Sono ben 32 le realtà sul territorio nate per fare turismo e per “abbellire il paese”, che fanno della valle delle mele l’area che può vantare il numero maggiore di Pro Loco in Trentino.

Insieme alla Val Rendena e alla Valle dei Laghi, è poi una delle tre zone che dispone, a Tuenno e Marcena, di una sede distaccata della Federazione.

IN PRINCIPIO FU IL KAISER FRANZ JOSEPH Si potrebbe individuare nell’iniziativa presa da un illustre ospite, l’imperatore Francesco Giuseppe, il simbolico inizio della storia turistica della Val di Non; fu infatti l’augusto sovrano a innamorarsi dei monti dell’Alta Anaunia in uno dei frequenti passaggi alla Mendola e a intraprendere così nel 1883 la costruzione di una privata residenza di caccia, lontana dai clamori della vita mondana e garanzia della riservatezza ricercata dall’imperatore.

Dopo la fine della Grande Guerra e lo sfacelo dell’impero austroungarico, la residenza proseguì la propria vita evolvendo con i tempi diventando albergo già nel 1921, il celebre Hotel Regina del Bosco, gestito dai fratelli Covi.

Un punto di riferimento fondamentale: posto a 1200 metri in vicinanza del Passo della Mendola e con la presenza della stazione ferroviaria al Belvedere; aperto dal 1 giugno fino a tutto settembre, si presentava come una “distinta casa di famiglia di primo ordine”, con 80 letti e “squisita cucina, bagno, garage, Lawn-Tennis”. I prezzi variavano secondo la posizione delle stanze e secondo il periodo: dal 1 giugno al 15 luglio e a settembre da lire 34, dal 15 luglio a tutto agosto da lire 40, più il servizio del 10% e una tassa di soggiorno di 0,80 lire. Straordinaria la sua posizione “deliziosa, cinto a settentrione da magnifiche foreste di conifere, a mezzogiorno esposto ai raggi del sole, aperto a una incantevole vista sull’altipiano dell’Alta Anaunia, sulle valli di Non e di Sole, sulle superbe Dolomiti del Gruppo di Brenta e sui ghiacciai dell’Adamello e della Presanella”.

Altro punto di forza era la facile raggiungibilità; da Trento in meno di quattro ore con la ferrovia elett rica Trento-Malé fino a Dermulo e poi con la ferrovia elettrica Dermulo-Mendola, scendendo alla stazione di Ronzone-Belvedere.

Da Ronzone a Dimaro, i passaggi di un illustre ospite delle valli del Noce Altrettanto memorabile fu la visita che il Kaiser fece alla Val di Sole il 12 luglio 1894. Il corteo imperiale era partito da Dimaro alle 7.45, preceduto dal luogotenente e dal capitano distrettuale, accompagnato dall’aiutante generale conte Paar e seguito dal consigliere aulico e dal medico di corte. Entrò a Malé intorno alle 8. Così scriveva la stampa dell’epoca: “Questo capoluogo, ben ricordevole che le prime piaghe lasciate dal memorando incendio avevano ricevuto il più pronto ed efficace lenimento dalla generosità del Monarca, spinto inoltre dai sentimenti

11 gentili che lo anima, da quelle di attaccamento illimitati agli Asburgo, lavorando con sapienza e febbrile attività aveva nei preparativi superato se stesso...”

La carrozza si fermò nella piazza della chiesa dell’Assunta dove era stato montato un padiglione “imitante la forma di qualche stupendo chiosco cinese”; l’imperatore vi entrò e rivolse il saluto al clero presente, al parroco e a tutti i sacerdoti, chiedendo informazioni sulla situazione economica dei loro paesi; quindi passò in rassegna gli impiegati degli uffici civili e delle imposte, fino al capocomune di Malé, il dottor Saverio de Bevilacqua, che presentò gli altri capocomune e chiese esplicitamente per Malé l’elevazione al rango di borgata. A quel punto l’augusto ospite si meravigliò che già non lo fosse e disse, come notano le cronache: “Bel paese è Malé, belle le case, mi pare di essere in una cittadella” e promise interessamento alla richiesta, che ebbe buon esito l’anno successivo.

Seguirono i discorsi delle autorità e infine l’impera-

Il Kaiser Franz Joseph esce dall’Albergo Corona di Dimaro.

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tore offrì di propria mano 200 fiorini agli operai che avevano eretto il padiglione e che successivamente si erano infortunati. Quindi il giro riprese, tra gli omaggi delle folla assiepata lungo la strada. Arrivato a Pondasio il corteo rallentò per raccogliere i saluti del clero e dei rappresentanti dei vari comuni, e più avanti quello dei Padri cappuccini e dei tanti operai impegnati nella costruzione del nuovo convento.

Infine, a San Giacomo gli scolari riempirono di fiori la carrozza dell’imperatore. (a.m.)

PORTAM

Agosto 1954 - Terme di Rabbi- "pionieri marchigiani" in Val di Sole.

Da sin: Attilio Carini, Osvaldo Bontempi, Gilberto Bugiolacchi

Fino a qualche anno fa nelle nostre località turistiche nel corso dell’estate si premiava con una targa l’ospite più fedele: persone e famiglie che avevano frequentato la medesima località per decenni, a volte anche per mezzo secolo e oltre: gente insomma che conosceva il luogo della villeggiatura talvolta meglio dei residenti di tutto l’anno. Uno di questi personaggi d’altri tempi lo intervistammo nell’ormai lontano 2011: Beniamino Bugiolacchi da Castelfidardo, frequentatore di Monclassico ininterrottamente dal 1965, insieme ai suoi “pionieri marchigiani”!

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Erano vacanze, quelle. Nel senso etimologico: il fatto, la condizione di essere o di rimanere “vacante”, per dirla con il vocabolario. Insomma, di non esserci, o meglio di essere altrove, magari e preferibilmente “non raggiungibile”.

I tempi della vacanza erano

MI IN VACANZA consoni alla situazione: le canoniche tre settimane, due quando andava male. Bello, se pensiamo alla media attuale (….) ai tre giorni, alla vacanza last minute, anzi last second.

No, quella vacanza era programmata, desiderata, vissuta e infine raccontata, magari con l’ausilio delle famigerate diapositive. E anche le lunghe sere invernali acquisivano senso, magia, costruzione della memoria familiare e di paese.

Non erano turisti, quelli: erano persone che vivevano alternativamente in luoghi diversi.

Ci si sposta dalla città per trovare il “buen retiro”.

Sono storie di legami di amicizia duraturi, in cui l’albergo era tutt’uno con la famiglia di albergatori; e se oggi il turista può passare una giornata nel meleto e scoprire le fatiche contadine, non c’è nessuna novità: già alla metà degli anni Sessanta qualcuno, in vacanza,

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Grandi contro I turisti piccoli de sti ani

si divertiva a girare il fieno nei prati solandri, per poi passare la sera tra grandi cene, musica, balli, lunghe chiacchierate.

Dove si andava si viveva il territorio, si costruivano rapporti umani, nascevano affetti.

Ma non disperiamo: spezziamo una lancia a favore dei tempi moderni, in cui in vacanza possono andare, più o meno lontano, per più o meno giorni, ma più o meno tutti… (a.m.)

Monclassico agosto 1971 abitazione del sig. Boni Enrico (lo si nota all'estrema dx della foto) al centro - con occhiali scuri- l'imprenditore italo americano Robert Pancotti (fondatore nel 1924 a new york della ditta Excelsior Musical Instruments ed azionista della Wurlitzer Organ e Gibson guitars). Alla sua sinistra, Beniamino Bugiolacchi.

DA SESSANT’ANNI, STORIE DI TURISMO E DI AMICIZIA di Annalisa Rossi

Rievocando gli esordi dell’Albergo Miramonti di San Bernardo di Rabbi, l’attuale proprietario Ciro Pedergnana ricorda le figure della madre e della zia, che in quel lontano 1957 presero l’iniziativa di costruire una nuova struttura ricettiva. Un’eredità che Ciro gestisce ormai da mezzo secolo: “All’inizio avevamo solamente 14 camere e un ristorante; con il tempo siamo arrivati a 34 camere e con un ampio centro benessere. Ci siamo rinnovati – commenta Pedergnana – e così possiamo soddisfare le esigenze del turista contemporaneo, molto diverso rispetto a quello degli inizi del turismo solandro”.

Il pensiero corre allora agli anni Sessanta, ad un turismo che in Val di Rabbi era molto meno sviluppato rispetto alla Val di Sole, in un tempo in cui, ricorda Pedergnana, “la scelta delle due sorelle di costruire l’albergo lungo la valle e non nella zona adiacente alle Terme di Rabbi, dove c’erano la maggior parte degli hotel, era vista come troppo azzardata. I primi periodi l’albergo veniva aperto solamente per un mese e mezzo, massimo due mesi, durante l’estate, mentre rimaneva chiuso nel periodo della

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I turisti de sti ani

Ciro Pedergnana, albergatore di Rabbi stagione invernale, a causa del praticamente inesistente turismo fino alla costruzione dei primi impianti di risalita e delle piste in Val di Sole, che hanno portato anche gli alberghi della Val di Rabbi ad aprire durante l’inverno”.

Un turismo che oggi si avvale della vocazione al verde, la valorizzazione del territorio, novità come il percorso Kneipp, lo Stelviobus, il ponte sospeso e le varie malghe che offrono un servizio di ristorazione ai clienti degli hotel: “il turismo locale è quasi triplicato”, commenta Pedergnana.

E pensando ai turisti di un tempo, il ricordo va in generale alla clientela italiana: “Soprattutto milanesi e romani, nostri ospiti da anni, persone e famiglie con cui abbiamo stretto un rapporto affettivo e di amicizia. Penso in particolare ad una coppia, ultranovantenne, che per decenni ha passato con noi le vacanze e con i quali siamo ancora in contatto…”

“Una cosa invece è cambiata davvero – conclude Pedergnana – il fatto che ora le vacanze durano un weekend o una settimana al massimo, mentre prima i clienti rimanevano in valle anche per un mese!”.

Plaucesa, anni ‘50. Sugli sci un giovane albergatore di Monclassico Paolo Bottea.

CULTURA CHE VA, CULTURA CHE VIENE

di Alberto Mosca

Il turismo e l’evoluzione di mentalità nelle valli del Noce

La storia del rapporto tra valligiani e turisti è in fondo la storia di uno scambio. Una piccola grande rivoluzione culturale, dato che mezzo secolo fa, i turisti che salivano in villeggiatura nei mesi estivi in Val di Sole e nell’alta Val di Non, restavano anche tre settimane, interagendo con i residenti e la loro cultura.

In questo senso il “villeggiante” non era solo una fonte di ricchezza economica, ma anche l’occasione per aprirsi al mondo in modo diretto, immediato,

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con la gente, non limitato alla televisione o filtrato da essa.

Nei decenni passati i turisti erano meno e soprattutto di lungo corso, per cui alla fine chi frequentava la valle erano

poi sempre gli stessi.

Una possibilità che nel tempo si è amplificata enormemente con l’aumento dei turisti e il sempre più rapido turnover dato dall’accorciarsi dei periodi di vacanza: c’è più gente e sempre diversa, tale da portare modelli e possibilità di conoscenze sempre nuove; una circostanza che impone di percepire il fenomeno in termini innovativi, cercando profondità di analisi. E nell’ottica dello scambio, negli ultimi anni l’offerta turistica delle nostre valli, sempre più arricchita di una valenza culturale, permette di spiegare agli ospiti la storia, l’arte, l’identità delle comunità che abitano i luoghi del loro relax. Castelli, appuntamenti rievocativi o enogastronomici, storico-artistici hanno avvicinato il turista alla ricca tradizione della Valle del

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Grandi contro I turisti piccoli de sti ani

In queste pagine, immagini tratte dalla pagina Facebook “Val di Non storica - un salto nel passato”

Noce, stabilendo un contatto e un legame che va oltre la mera offerta commerciale.

E se il cittadino capisce la stratificazione culturale e, se vogliamo, la difficoltà del vivere “in” e “la” montagna, allora avremo fatto un servizio utile alla nostra presenza nel nostro territorio alpino.

Senza dimenticare che in quei decenni di esordio del turismo di massa abbiamo assistito, seppure a bassa intensità, ad una sorta di scontro di civiltà: in Val di Sole, nei primi anni Novanta, si ricordano i contadini che titolavano come “strogia-argeni” i canoisti che nel raggiungere il fiume rovinavano l’erba da fieno e specialmente quella poca che cresceva sugli argini del Noce. Episodi che nascondevano il conflitto di due mentalità, quella contadina contro quella della nuova economia turistica: un atteggiamento che si collegava alla contrarietà che, nei primi anni Sessanta, lo stesso ceto conta-

dino manifestava verso le stazioni in quota, delle quali non vedevano il beneficio economico. E ricordiamo che un benessere diffuso arrivò in effetti con gli anni Novanta, con evento simbolo nei mondiali di canoa del 1993.

Era lo stesso uso dell’acqua ad essere messo in discussione: essa serviva per bere e irrigare, non per “scandalosi” usi come l’innevamento artificiale. Infine, ampi strati sociali, specialmente quelli legati al mondo contadino, vedevano nel turista un pericolo per la moralità: la sua colpa era quella di essere in perenne vacanza, cosa malvista in una società comunque povera e duramente lavoratrice; rappresentava un esempio da non imitare, libertino, che portava la vita “facile” e “anche la droga”.

La Val di Non ha avuto in questo senso uno sviluppo diverso, distribuito su un più lungo periodo e quindi graduale: solo recentemente il turismo,

che comunque conta numeri più bassi, si è affiancato alla base economica data dall’agricoltura: non ha stravolto, ma accompagnato, una mentalità contadina legata fortemente alla terra, capace di resistere ai cambiamenti e quindi indirizzandoli. Un retaggio culturale ben notato dagli storici a confermare questo carattere: nella maggior parte della Val di Non la prevalenza della dimensione familiare legata alla terra, in Val di Sole e nell’alta Anaunia la prevalenza del singolo e della sua intraprendenza. Differenza ben leggibile guardando alla conformazione urbana: raccolta e separata in Val di Non, senza soluzione di continuità lungo le vie di comunicazione sia in Val di Sole che in Alta Anaunia.

Una storia quindi complessa, accomunata nella sua interezza dalla realtà dello scambio, dell’arricchimento, della voglia di evolvere diventando altro pur restando memori di quello che si era prima.

ANNI DI GLORIA

di Federica Chini

Claudio Battisti, albergatore Com’era il turismo di un tempo nell’alta Val di Non? Lo abbiamo chiesto a Claudio Battisti, gestore dal 1979 dell’Hotel Stella delle Alpi, struttura storica del paese aperta nel 1923 dalla prozia dell’albergatore. All’epoca faceva parte del complesso dell’hotel anche una casa adiacente; esso è stato interessato da lavori di ammodernamento circa una decina di anni fa.

Claudio ci ha raccontato degli anni d’oro del turismo in Alta Anaunia, quando poche persone si potevano permettere il lusso di concedersi una vacanza, per arrivare fino agli anni del declino di alcune zone come il Passo Mendola, passato dall’essere una località che ha accolto per

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I turisti de sti ani

Claudio Battisti con Franco Nones e la moglie Inger

un lungo periodo l’élite della società italiana ed internazionale ad una area con grandi strutture ricettive chiuse ed abbandonate.

“Negli ultimi decenni dell’Ottocento la famiglia imperiale asburgica è passata molto spesso da queste parti, così come svariati rappresentanti dell’aristocrazia europea del tempo. Francesco Ferdinando, nipote dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria, prima di approdare a Sarajevo nel giorno fatale dell’at-

tentato del 28 giugno del 1914, aveva fatto tappa alla Mendola”.

Il prestigio della zona è proseguito anche dopo la Grande Guerra: negli anni Trenta, come racconta l’albergatore, in Alta Valle erano presenti ben 3 campi da tennis, tra Ronzone e la Mendola, ed in Trentino ce n’erano pochissimi. Passati gli anni terribili del secondo conflitto mondiale, il turismo di un certo livello non dà segni di cedimento, tutt’altro. “Tra gli anni Cinquanta

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Grandi contro I turisti piccoli de sti ani

A Ronzone con Topolino.

e Sessanta abbiamo avuto come ospiti nell’hotel personaggi di spicco come i magnati fondatori della Costa Crociere, gli industriali delle caramelle Doufour, i presidenti delle squadre di calcio della Sampdoria e della Roma e numerosi rampolli dell’alta società” continua l’albergatore, che negli anni Settanta ha fatto parte della Federazione Italiana Sport Invernali ed è stato sindaco del paese. “Era il periodo in cui organizzavamo grandi competizioni, basti pensare alla Settimana Internazionale dello Sci di Fondo, ospitata tra Castelrotto, Ronzone e Folgarida, con la partecipazione di campioni norvegesi, svedesi e russi e delle stelle Franco Nones, Giulietto Deflorian e Franco Stella nel 1967– la Marmottalopett per i più piccoli, il Rally degli Alpini ed un concorso ippico tra il 1974 ed il 1975 con atleti olimpionici”. Anni

molto positivi, fino a quando le Valli di Fiemme e Fassa hanno iniziato ad interessarsi di tali gare, intuendone il potenziale successo di pubblico ed il conseguente grande indotto, al livello economico e turistico, che esse avrebbero portato. Nel 1990, si presenta forse la più grande occasione in assoluto, ossia la possibilità di ospitare il ritiro della nazionale di calcio della Germania in alta Valle, poi sfumata. Un grande rammarico per Battisti, che ricorda di aver contattato la Pro Loco di Caldaro per trovare una sede alternativa al ritiro, una circostanza che ha di fatto aperto la strada alla stagione dei ritiri altoatesini delle squadre tedesche tra Caldaro ed Appiano.

Secondo Battisti, i problemi del turismo nell’area in questione risiedono nell’assenza di coesione territoriale, nella mancanza di coraggio nell’affrontare investi-

menti con ricadute importanti per tutti i Comuni (che porta a tante, troppe occasioni mancate) e nello scarso interesse dell’Apt per l’Alta Anaunia e per il Passo Mendola, che da anni versa in condizioni di degrado, sebbene da lì siano transitati, oltre alla nobiltà asburgica, presidenti del consiglio, papi e cardinali, che alloggiavano nelle strutture gestite dall’Università Cattolica di Milano. “Anche la torre del Monte Penegal, nonostante sia un richiamo per i visitatori, è in totale abbandono – sottolinea l’albergatore -. Se si continuerà in questa direzione, non cambierà mai nulla, anzi le cose non potranno che peggiorare: ennesimo segnale di questa situazione è il trasferimento della scuola estiva in quel di Andalo delle ballerine della Royal Academy of Dance, dopo anni di presenza in Alta Valle”.

LA VACANZA SI RESTRINGE

Permanenza media negli esercizi alberghieri per ambito (1985-2018) Fonte: Servizio Statistica P.A.T. Permanenza media negli esercizi alberghieri per ambito (1985 - 2018) 8

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1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Valli di Sole, Peio e Rabbi

Valle di Non

Dalle tre settimane di qualche decennio fa, ai tre giorni di oggi: i dati statistici forniti dal Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento mostrano chiaramente una tendenza nella permanenza media negli esercizi alberghieri. La serie prende avvio nel 1985 e arriva al 2018: partiamo cosĂŹ in Val di Sole da una media di 6,4 giorni e in Val di Non da 6,9, per arrivare nel 2018 rispettivamente a 5,0 e 2,7!

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LA MITICA SEGGIOVIA DEL PELLER

In gita con la seggiovia del Peller nel 1950

Tra il 1930 e il 1940 Giuseppe Pedrotti, proprietario dell’Hotel Malé e dell’Albergo alle Alpi, costituì la società per azioni “Monte Peller”, capace in pochi anni di costruire una seggiovia che in due tronconi portava gli sciatori ai piedi del monte che sovrasta Malé. Un progetto ambizioso, che tuttavia dovette fare i conti da un lato con una certa incomprensione dell’importanza di questo tipo di sviluppo e dall’altro con esorbitanti impegni finanziari. Fatto sta che nel giro di pochi anni la società fallì e la seggiovia smantellata, ridotta in poco tempo, nelle opere edilizie, a dei ruderi. “Peccato che l’iniziativa non abbia trovato nella gente del posto maggiore convinzione -scriveva Pietro Scaramella nel 1983- se avesse resistito ancora pochi anni, Malé poteva essere una delle località invernali più note del Trentino”.

Vilegiànti.

I turisti de sti ani

LA CASA DEGLI AFFRESCHI SVELA I SUOI SEGRETI Piace l’allestimento multimediale che rende visitabile un bene che oggi non lo è

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Le pitture sacre e profane che abbelliscono la Casa degli Affreschi di Ossana non hanno più segreti.

Il bene, inagibile per le cattive condizioni di conservazione, è oggi visitabile grazie all’allestimento multimediale promosso dal Comune di Ossana nell’ambito dell’ottavo censimento nazionale de “I Luoghi del Cuore” con il sostegno di FAI – Fondo Ambiente Italiano e Intesa Sanpaolo e diversi sponsor locali tra cui la Provincia di Trento, l’Azienda per il turismo delle Valli di Sole,

Peio e Rabbi, Funivie Folgarida Marilleva spa e il Consorzio Bim dell’Adige. Un percorso, quello installato nelle sale di Castel San Michele, che è stato molto apprezzato dalle tante persone intervenute all’inaugurazione del 23 giugno scorso e che per la prima volta hanno potuto ammirare e godere delle meraviglie della casa celate per secoli sotto strati di intonaco e rivestimenti.

L’allestimento è stato realizzato dall’agenzia di Cles Nitida Immagine srl, che ne ha curato la

23 Nel 2016 la Casa degli Affreschi, con 3.167 voti, è stato il sito il più amato del Trentino Alto Adige progettazione hardware e software nonché l’ideazione dei contenuti avvalendosi anche del lavoro di ricostruzione 3D effettuato da Chiara Giarolli, una giovane neo laureata in Ingegneria Edile-Architettura presso l’Ateneo di Trento che ha dedicato la sua tesi proprio alla Casa degli Affreschi.

Il viaggio nella Casa degli Affreschi inizia attraverso l’impiego di una pulsantiera che mette in funzione tre proiettori e l’audio.

La proiezione si sviluppa su tre superfici e va ad approfondire diversi aspetti legati alla storia del monumento, come il territorio di Ossana con le sue ricchezze, l’edificio e il suo sviluppo architettonico e gli affreschi.

Succede nelle valli

SUN CARD

di Sergio Zanella

Val di Sole: welfare a km 0

Sun Card

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L’estate del 2019 ha visto la definitiva partenza della Suncard, un progetto che nasce all’interno del bando di Welfare generativo “Welfare a Km Zero” della Fondazione Caritro e Provincia Autonoma di Trento e che è stato avviato su finanziamento della Fondazione Caritro e del Consiglio per le Autonomie Locali, con risorse della Comunità della Valle di Sole, del BIM e della Rete Riserve Alto Noce.

Il progetto, nato in seno al Servizio socio-assistenziale della Comunità di valle, ha l’ambizioso obiettivo di far dialogare tra loro i soggetti classici del Welfare, il mondo del volontariato e le realtà sportive, culturali, naturalistiche e turistiche della Valle per uno scopo sociale: quello di lavorare a livello promozionale e preventivo nelle fasce d’età dell’infanzia e dell’adolescenza, promuovendo attività positive e protettive al fine di evitare l’innescarsi di percorsi di fragilità.

Le premesse di questo progetto innovativo si trovano nelle esperienze pratiche documentate che dimostrano come lo sport e le attività culturali e naturalistiche, così come la partecipazione ad attività di volontariato, sono fattore protettivo in infanzia e adolescenza, creando inclusione, partecipazione e socialità.

Concretamente il progetto prevede l’emissione di una Card nominativa a favore dei residenti in Valle di età tra 3 e 18 anni non compiuti, con un contributo annuale di attivazione (50 euro+25

euro donati dalla Comunità all’attivazione). Tale card, gestita tramite una web-app, potrà essere utilizzata da bambini e ragazzi per l’accesso alle attività sportive, culturali e naturalistiche convenzionate, mentre potrà essere ricaricata tramite lo svolgimento di attività di volontariato riconosciute dal progetto (fino a un massimo di ulteriori 75 euro con il meccanismo 2 ore di volotnariato=1 euro).

“Questo progetto è importante per la Comunità perché vuole unire il mondo del volontariato, l’imprenditoria locale e i giovani, proponendo sani stili di vita alle nuove generazioni – spiega Luciana Pedergnana, assessora al Sociale della Comunità di Valle -. Auspichiamo che i giovani colgano l’occasione per avvicinarsi alle realtà di volontariato presenti sul territorio e che le stesse realtà aderiscano alla card promuovendola ai propri utenti. Fondamentale sarà poi il ruolo delle aziende erogatrici di servizi sportivinaturalistici-culturali della valle, dando vita ad un circuito virtuoso che allontani i giovani da situazioni potenzialmente pericolose.

Alcune realtà di differenti settori hanno già aderito all’iniziativa, ma le porte rimangono aperte sia alle aziende sia alle realtà di volontariato.”

Per ogni informazione si invita a contattare la mail suncardvds@gmail.com o a rivolgersi ai Centri Aggregativi dell’Appm Onlus.

Gebelin: inaugurato a Cles il nuovo showroom Era il 1949, nell’immediato dopoguerra, quando Silvio Gebelin aprì la sua bottega da falegname in Via Cassina. La mobilia era la sua passione. Il profumo del legno e della cera divennero gli aromi della sua vita. Furono proprio questi aromi a contaminare l’intera famiglia in un futuro che si stava delineando: l’apertura di uno spazio commerciale nel Centro di Cles. Silvio così trasferì alla famiglia l’esperienza di decenni sulla conoscenza del legno e sulla realizzazione di mobilia di qualità superiore. Nacque così nel 1988 la Centromobili Gebelin, trasferendo il tutto nell’edificio nuovo

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Passione per i mobili da 70 anni in cui tuttora si trova. Uno spazio pensato e realizzato sul concetto di qualità totale.

I figli Paolo, Luciano e Roberto hanno continuato l’avventura del padre senza tradire l’imperativo che ne ha determinato il successo e hanno sempre saputo aggiornare la propria vocazione imprenditoriale.

Affrontando con determinazione le sfide che via via si presentavano, la propria operatività è stata allargata anche fuori dai confini della Val di Non e, oltre alle storiche aziende italiane, la collaborazione si è estesa a fornitori austriaci e tedeschi, cercando nuove mentalità e filosofie dell’abitare e con un occhio rivolto al tema della sostenibilità ambientale. Nel 2013 l’immagine aziendale si è ulteriormente qualificata con la collaborazione dell’architetto di Innsbruck, Johannes Glotz. Si è trattato di un tempo animato da una nuova visione, completato nel 2018 con la decisione di rivisitare

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Azienda news

l’azienda, con l’obiettivo di sempre maggior professionalità. Nello stesso anno Luciano Gebelin ha raggiunto la meritata pensione e in tal modo la storica Centromobili Gebelin si è evoluta in Gebelin Mobili Progetti Oggetti, con Roberto Gebelin amministratore delegato e supervisore di tutta l’attività aziendale, coadiuvato da Mattia, figlio di Paolo e da Astrid, moglie di Roberto.

Oggi la Gebelin Mobili si presenta con un nuovo showroom curato nei minimi dettagli, ideato con il supporto dell’archistar Stefano Adriani dello Studio Adriani & Rossi di Thiene. Questo showroom si presenta come un progetto TOTALE, ed è fonte di ispirazioni ed emozioni. Qui si trova ogni componente per creare la casa dei propri sogni.

Oltre alla vendita diretta di un mobile, oggi Gebelin Mobili è un vero e proprio Interior Designer che propone progetti e consulenze personalizzate unendo design, mobili, colori, carte da parati, tappetti, lampade e oggetti. Gebelin Mobili è pronta ad affrontare con spirito innovativo le sfide del futuro, con la sua terza generazione di imprenditori: un’azienda che si conferma risorsa per il territorio. Dai colpi di pialla sul bancone alla proposta completa di arredare la casa sono trascorsi 70 anni. Sono cambiate tante cose da allora, ma la filosofia della qualità è rimasta la stessa!

GEBELIN E WÜRTH: L’EVENTO Tra momenti ufficiali e di festa sabato 29.06.2019 è stata inaugurata insieme a clienti, amici e famigliari la nuova sede ristrutturata: così, nello storico edificio sede di Gebelin Mobili, ha trovato casa anche un altro grande marchio, Würth. Alla cerimonia sono intervenuti tra gli altri il sindaco di Cles, Ruggero Mucchi, la vicepresidente della Comunità di Valle, Carmen Noldin, la consigliera provinciale Paola Demagri.

Don Renzo Zeni ha benedetto la

struttura. Nell’occasione Roberto Gebelin è intervenuto per ringraziare gli artigiani al lavoro, la famiglia e l’architetto Stefano Adriani.

Quindi taglio del nastro, della torta per i 70 anni e festa con il catering De Eccher e la musica della Coralità Clesiana, con visita al nuovo showroom, alla scoperta di un ambiente accogliente ricco di idee e grande qualità del nuovo concetto di arredare proposto da Gebelin Mobili Progetti Oggetti.

GEBELIN OGGI Molto più di un mobiliere, fornisce consulenze personalizzate trasformando in soluzioni concrete ed innovative la idea di casa: MOBILI PROGETTI OGGETTI.

RONZONE CELEBRA FRANK BORZAGE Una mostra e una via per il regista due volte Premio Oscar Per ricordare l’attore e regista Frank Borzage (18941962), vincitore di due Premi Oscar, figlio di Luigi, emigrato da Ronzone verso Salt Lake City, il Comune di Ronzone, con la collaborazione della Provincia autonoma di Trento e di Trentino Film Commission, ha programmato una serie di eventi, il primo dei quali, mostra inaugurata lo scorso 12 luglio a Ronzone, sarà aperta fino al 13 ottobre. Ma non solo: l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Stefano Endrizzi ha provveduto a intitolare al regista, gloria di Ronzone nel mondo, una via del paese.

Ma gli appuntamenti non sono finiti: nel 2020 vedrà verrà inoltre proposta una retrospettiva dei suoi film più significativi e sarà pubblicato un volume biografico. L’esposizione - con il supporto di materiali d’epoca, fotografie, documenti e preziosi manifesti originali - racconta la vita e i successi professionali di questo poliedrico uomo di cinema.

IL GIARDINO DELLA ROSA DI RONZONE

Oltre quattrocento varietà e migliaia di rose: botaniche, antiche, ibridi inglesi, autoctone dell’arco alpino.

Uno spettacolo unico dove la natura si sposa con l’ambiente e il paesaggio agrario, uno scenario meraviglioso, un anfiteatro naturale circondato da prati verdi, boschi di conifere e catene montuose.

Gran parte delle rose provengono dalla famosa collezione di David Austin, uno dei più rinomati vivai d’Inghilterra.

ORARI Dal 3/6 al 6/10: 09.30 - 12.30 / 14.30 - 19.00 PREZZI: Adulti: 3,00 euro Bambini di età inferiore a 6 anni: entrata gratuita Ragazzi dai 7 ai 18 anni: 2,50 euro Sono previsti sconti per particolari categorie

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Succede nelle valli

LE RADIO AL MUSEO

Intestata al pioniere della radio e della televisione Ronzone dedica un sala dei Musei all’ing. Arturo Recla Tra i tecnici italiani che proseguirono l’impegno di Guglielmo Marconi nel campo della radio, apportando contributi spesso determinanti, un posto di rilievo va assegnato all’ing.

Arturo Recla.

Era nato in Trentino, il 14 ottobre 1906, a Ronzone in Alta Val di Non, da Maria Recla, dei Recla di Sarnonico, paese confinante con Ronzone, e da Paolo Recla, maestro elementare ai tempi in cui i maestri erano, con il sindaco e il parroco, il riferimento di tutti gli abitanti, quasi esclusivamente contadini e allevatori. Sempre a Ronzone frequentò le sue prime scuole sotto la guida del padre maestro, dal quale ereditò la passione per l’insegnamento esercitato poi per tanti anni con abnegazione e serietà impareggiabili. Dovette lasciare la sua terra natale per poter accedere, alle scuole superiori, prima a Trento e poi a Milano dove cominciò la sua attività nell’industria e nella scuola,

due settori complementari: della sua vasta opera.

Morì a Milano il 12 marzo 1984 e, come suo desiderio riposa nel piccolo cimitero di Ronzone. Nel 1930 entra a far parte come progettista della “Allocchio Bacchini“ e come insegnante di laboratorio, all’ Istituto Radiotecnico.

L’opera del ing. Recla è stata incisiva nel periodo 1930 – 1950; quando gli apparati civili, professionali, militari da lui progettati hanno fatto scuola e si riconoscono per un’inconfondibile “stile”, quasi la sua creatività fosse quella di un artista.

Nel 1949 entrò nella “ABC Radio”, dove sviluppò nuovi progetti di televisori, quando ancora non esisteva una stazione emittente, e portò avanti il discorso dei gruppi di sintonia per radioricevitore, sfruttati alcuni suoi brevetti relativi alla sintonia mediante nuclei a permeabilità variabile (anziché condensatori variabili).

Dopo oltre quarant’anni di instancabile attività decise di staccarsi dall’azione industriale per dedicarsi, profondendo tutta la sua esperienza, nella stesura di testi di istruzione per il servizio tecnico di una nota Casa Italo-tedesca. È ricordato da quanti lo conobbero sul lavoro per la sua semplicità e la modestia con cui affrontava i più difficili problemi, in cui profondeva la sua intuizione ed esperienza in un settore che tanto ha fruito della sua magistrale competenza.

A questo illustre concittadino, al quale il Comune aveva già intitolato una via del paese, ha dedicato una sala dei Musei di Ronzone ricca di oltre un centinaio di radio d’epoca di ogni tipo, frutto dell’ appassionata ricerca di anni di Mario Larcher, che le ha volute regalare proprio a Ronzone per dare ulteriore prestigio e importanza ad un complesso museale che già offre alcuni motivi di interesse culturale.

IN QUOTA CON LA SAT DI TON

di Fabrizio Brida

Giovani alpinisti in quota con la Sat di Ton. Nel ricco panorama delle gite organizzate per l’anno in corso, la sezione di Ton ha realizzato un’interessante e formativa proposta di due giorni dedicata ai bambini che frequentano la Scuola primaria di Vigo di Ton, dalla classe terza alla quinta.

Diciotto ragazzi muniti di zaini, borsoni e sacchi a pelo, hanno avuto l’opportunità di salire insieme ai membri della Sat a Malga Bodrina.

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La prima tappa del percorso è stata la “Busa del blanciar”, dove ai piccoli alpinisti sono state spiegate le funzioni degli usi civici e la gestione del patrimonio boschivo di proprietà pubblica.

Con la collaborazione dei custodi forestali di zona, sono state poi illustrate le varie piante – conifere e latifoglie – presenti nei nostri boschi e le loro caratteristiche botaniche.

Il gruppo ha proseguito il cammino fino a raggiungere Malga Bodrina, dove ha potuto cenare, cantare con la chitarra davanti al falò al chiaro di luna, e pernottare nella “casara”.

Dopo aver gustato un’amabile colazione preparata dai gestori della malga, il giorno seguente i ragazzi hanno preso parte a una gara di orienteering a squadre nei dintorni del campivolo della malga e, una volta risolto un quiz con varie domande sulla toponomastica locale, sono stati tutti premiati con una medaglia.

Insieme ai genitori, che nel frattempo avevano raggiunto il gruppo in quota, è stato quindi preparato il pranzo, poi consumato tutti insieme.

Nel pomeriggio il gruppo è stato accompagnato da una squadra dei Vigili del Fuoco Volontari di Ton al bacino antincendio, situato a monte di Malga Bodrina, dove sono state spiegate le funzioni della struttura ed è stata eseguita perfettamente una manovra dimostrativa dai pompieri.

Tutti sono infine saliti sulla vicina cima del “Doss de mandria”, dove è stata scattata la foto di rito e dove si è potuto ammirare un panorama meraviglioso e sconfinato: da una parte la Val di Non, nella direzione opposta la Valle dell’Adige.

“Abbiamo avuto il piacere di trascorrere due giorni con i ragazzi in allegria, immersi nella natura delle nostre montagne – spiega il direttivo della Sat di Ton –. I ragazzi, da parte loro, hanno invece potuto provare l’esperienza di dormire una notte insieme ai propri coetanei lontano da casa. La speranza è che qualcuno di loro si appassioni alla bellezza e al rispetto della natura”.

NOVITÀ AL BUCANEVE DI MALOSCO

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Una nuova succulenta proposta della Famiglia Bonvicin, che da tre generazioni conduce il Bucaneve, struttura posta a Malosco sulla strada per la Mendola.

Da provare la la nuovissima terrazza, ampia 180 metri quadrati, con vista mozzafiato sulla Val di Non e sulle Dolomiti di Brenta, luogo ideale per cene ed eventi estivi. E poi, super novità! Il Centro benessere aperto al pubblico con sauna, bagno turco, relax del sale, docce emozionali, zona relax e Jacuzzi esterna per passare dei momenti di relax e benessere.

Vi aspettiamo!

Hotel Bucaneve di Malosco propone a nuovi e affezionati clienti una serie di appuntamenti con la grande cucina: protagonista lo chef Alessandro Saiu, che proporrà cene e pranzi di alto livello.

Due weekend da non perdere!

Sabato 27 luglio a cena e domenica 28 luglio a pranzo, menu di pesce. 40 euro a persona.

Sabato 3 agosto a cena e domenica 4 agosto a pranzo, menu Sardo Prezzo 35 euro a persona.

Prenotazioni entro mezzogiorno del giovedì precedente all’evento.

Ruote rosa in Val di Non di Fabrizio Brida

C’è un nuovo gruppo sportivo tutto rosa in Val di Non. Il Cavallino Bianco di Rumo, location sempre molto pittoresca e davvero accogliente, ha tenuto a battesimo la nascita di una nuova squadra di ciclismo non agonistico al femminile: le “Wheels for Ladies Val di Non Road”,

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che condividono una grande amicizia oltre alla passione per le due ruote. Un gruppo, quello capitanato da Alessandra Petta, che ad oggi conta una ventina di tesserate, con la certezza però di poter crescere ancora tanto.

Alla serata di presentazione non sono voluti mancare il presidente

della Cassa Rurale Val di Non Silvio Mucchi, il presidente della Comunità di Valle e sindaco di Romallo Silvano Dominici, il sindaco di Rumo Michela Noletti, il campione di ciclismo Maurizio Fondriest, il presidente dell’Apt Val di Non Lorenzo Paoli e il titolare del Cavallino Bianco Fabrizio Fanti. Alessandra Petta e Silvano Cappello hanno illustrato al folto pubblico presente le attività e lo scopo di questa nuova realtà sportiva, mettendo in primo piano l’importanza di aggregazione e condivisione della passione per la bicicletta e altre discipline sportive quali il trekking e attività invernali come lo sci d’alpinismo.

Per salutare al meglio l’avvio di questa nuova proposta, le wheels hanno organizzato un weekend a Rumo (dal 5 al 7 luglio) all’insegna dello sport, del divertimento e della buona cucina. Un modo simpatico e divertente per stare insieme e per proporre diverse attività: dalla bici da strada alla mountain bike, dal trekking al camp per bambini, fino alla visita al canyon Novella.

AI GIOCHI VINCE DIMARO FOLGARIDA Con la conquista della coppa da parte della squadra di Dimaro Folgarida, si è conclusa la quattordicesima edizione dei «Giochi d'estate». La manifestazione, organizzata dal comitato presieduto da Fernando Panizza, anche quest'anno si è dimostrata capace di far sfidare in modo sano e divertente i Comuni della Valle di Sole e di attrarre tantissimi giovani.

Tre serate di gara a Vermiglio hanno portato alla vittoria la squadra di Dimaro Folgarida con 70 punti, seguita da quella di casa con 68 e di Croviana con 62.

Nati nel 1989 come «Giochi di fine Estate» e ripresi nel 2006 dopo l'interruzione del 1993, i «Giochi d'estate» sono diventati negli anni una grande kermesse in cui il gioco è un'opportunità di aggregazione, socializzazione e di festa per l'intera valle.

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UN BANDO PER I FIUMI

Lo promuove il BIM

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Il Consorzio dei Comuni della provincia di Trento compresi nel Bacino Imbrifero Montano dell’Adige ha bandito un concorso per l’assegnazione di 6 borse di studio per tesi di laurea che contribuiscano a migliorare la conoscenza delle Vallate dell’Adige, dell’Avisio e del Noce, del territorio e delle sue caratteristiche ambientali, artistiche, paesaggistiche, naturali, economiche e socio-culturali.

Il bando è rivolto ai residenti in uno dei Comuni che compongono il Consorzio che, al 31 dicembre 2018 non abbiano compiuto i 30 anni di età e che si siano laureati nell’anno accademico 2017/2018 (scadenza 31 ottobre 2019).

Il bando del concorso e il relativo modulo di richiesta sono disponibili sul sito internet consorziale www. bimtrento.it.

LA LEGGENDA CHE NON C’ERA

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(Cittadini Impegnati Siamo)

Una mostra che racconta il percorso svolto dai giovani della scuola Primaria di Fondo durante questo anno scolastico. Essa racchiude le attività fatte dai ragazzi aderenti alle attività opzionali del venerdì pomeriggio e, soprattutto, dagli studenti della classe quinta nell’ambito del progetto C.I. Siamo.

Il progetto, nato dalla collaborazione del

Comune di Fondo e di Malosco e dell’Istituto Comprensivo Fondo-Revò con la psicologa di comunità Lorenza Dallago, ha come obiettivo quello di incrementare l’interesse verso il proprio territorio e la cittadinanza attiva nei più giovani. Il fine è preventivo, volto a incentivare una presa in carico, anche da parte dei più piccoli, del benessere della propria

comunità. I bambini di quinta hanno analizzato il loro territorio, ne hanno evidenziato pregi e difetti e hanno elaborato una serie di suggerimenti per l’amministrazione per migliorare lo stato dei parco-giochi presenti sui due comuni.

Inoltre, grazie all’impegno delle proprie insegnanti, hanno scoperto che non esistono leggende su Fondo e Malosco, ed

hanno quindi deciso di porre rimedio inventandone una. È nata così “La leggenda che non c’era: Il bosco dei lupi liberi”, inventata dai bambini che hanno studiato il lupo e la fauna locale.

Tutte le esperienze e riflessioni fatte saranno presentate nella mostra itinerante che visiterà luoghi significativi delle due comunità.

INSIEME PER LA TUTELA DEI GHIACCIAI

Parco Naturale Adamello Brenta e SAT collaboreranno per studiare i ghiacciai presenti nell'area protetta Un accordo quadro, siglato da poche settimane dai rispettivi presidenti, Joseph Masè e Anna Facchini, vedrà il Parco Naturale Adamello Brenta e la SAT impegnati fino al 2022 in una stretta collaborazione per la tutela e lo studio dei ghiacciai presenti all’interno dell’area protetta.

Per affinità istituzionale, Parco Naturale Adamello Brenta e SAT hanno interessi comuni nel monitoraggio, nella ricerca scientifica e nella valorizzazione dei temi

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legati alla presenza dei ghiacciai. In modo particolare, la SAT, attraverso i suoi operatori glaciologi volontari del Comitato Glaciologico Trentino, è direttamente responsabile, insieme al Muse e alla Provincia autonoma di Trento, dell’effettuazione dei rilievi e dei bilanci di massa periodici di tutti i ghiacciai trentini. Quasi la metà della superficie glaciale presente in Trentino ricade all’interno del Parco Adamello Brenta (circa 13 km complessivi). Nell’intera Provincia oggi si contano poco più di 140 ghiacciai con una superficie totale di 32 km distribuiti nei gruppi del Cevedale, Adamello - Presanella, Dolomiti di Brenta, Marmolada e Pale di San Martino. Fra questi, i gruppi dell’Adamello e della Presanella sono quelli che ospitano i ghiacciai più estesi. Il Ghiacciaio della Lobbia (5,8 km), il Ghiacciaio Occidentale di Nardis (1,2 km) e il Ghiacciaio d’Agola (0,18 km) sono i più grandi ghiacciai rispettivamente dei gruppi Adamello, Presanella e Brenta. Il Parco tutela i ghiacciai attraverso restrittive norme di attuazione del Piano Territoriale ma, nell’ambito della ricerca, si è limitato finora ad essere “teatro” di studio per numerosi istituti. “Da qualche anno, il Parco è tornato protagonista nel panorama della ricerca scientifica – sostiene Andrea Mustoni, responsabile del Settore ricerca scientifica ed educazione ambientale del Parco – e in particolare sta raffinando filoni di indagine legati ai cambiamenti climatici. I rilievi e i bilanci di massa forniscono alle nostre ricerche indicazioni utili a stabilire

le condizioni climatiche e lo stato di salute di questi ambienti, in equilibrio sempre più precario. I ghiacciai, infatti, non stanno soffrendo solo per l’aumento delle temperature…

Siamo soliti pensare che siano luoghi immacolati perché lontani dalle fonti di inquinamento, eppure è stato appurato dai ricercatori che anche a 3.000 metri si trovano tracce di pesticidi o di cosmetici che, circolando nell’aria, arrivano ad incastonarsi nel ghiaccio. Questo aspetto è sconcertante se si pensa che i ghiacciai sono la principale fonte di acqua dolce per le comunità alpine. Studiarli è, quindi, indispensabile per riuscire poi a tutelarli attraverso la divulgazione delle conoscenze”. Il Parco e la SAT stanno mettendo a capitale sempre più i loro operati ed esperienze. Questa convenzione, infatti, si aggiunge a collaborazioni già assodate, tra cui il lavoro di ripristino dei sentieri dopo Vaia che stanno conducendo insieme proprio ora, e che affondano nel passato, come ricorda Cristian Ferrari, presidente della Commissione TAM della SAT, che da qualche tempo ha incorporato anche il Comitato Glaciologico Trentino: “La Storia della SAT e dell’Adamello Brenta si è intrecciata fin dalla fondazione del Sodalizio, avvenuta a Campiglio nel 1872. Nel territorio dell’attuale Parco, la SAT ha promosso le sue prime azioni di tutela del territorio, di sviluppo del turismo e, nel 1967, anno di istituzione formale del Parco, la SAT, con il Comitato Glaciologico Italiano, grazie anche all’azione dei prof. Bruno Parisi e Vigilio Marchetti, già praticava una sistematica azione di monitoraggio dei corpi glaciali. Questo lavoro ha portato alla nascita

del Comitato Glaciologico della SAT nel 1990. I ghiacciai sono quindi un trait d’union tra SAT e PNAB che, come sentinelle sul territorio, potranno portare avanti azioni congiunte di studio, formazione sensibilizzazione”. Concretamente, entro il 31 maggio di ogni anno dovranno approvare un programma annuale comune delle attività, in cui saranno ricercate forme di collaborazione, soprattutto nell’ambito dei monitoraggi periodici e delle attività di educazione e comunicazione.

L’intenzione è quella di valorizzare il patrimonio insito in questi particolari ambienti, tenendone in considerazione anche il valore paesaggistico e sociale.

“Obiettivo primario della nuova convenzione – prosegue Ferrari - è quello di sensibilizzare chi vive e lavora in montagna, alpinisti, operatori professionali o turisti che nel territorio del Parco si trovano a vivere, lavorare o trascorrere anche dei brevi periodi di vacanza. La sensibilizzazione nasce da una competenza reciproca derivante da azioni di studio strutturate, volte a definire le correlazioni tra presenza di ghiacciai e le relative risorse che ne dipendono: acqua potabile per i rifugi, le malghe, e per gli impianti idroelettrici, stabilità di sentieri e strutture che sono per esempio posizionate su permafrost e che con il progressivo aumento delle temperature medie si potrebbero trovare in condizioni di difficoltà strutturale.”.

Tra le prime azioni che verranno prese in considerazione, a partire già da quest’estate, vi sarà un riordino nella gestione del Centro Studi Adamello “Julius Payer” al Mandron.

PROGETTO “GIOVANI GUIDE IN ERBA” A PALAZZO ASSESSORILE Nell’ambito del programma “Alternanza scuola-lavoro” realizzato dal Comune di Cles in collaborazione con il Liceo B. Russell di Cles, riparte anche nel 2019 presso Palazzo Assessorile il progetto “Piccole guide in erba”.

Venti ragazzi delle classi terze linguistico del liceo Russell si sono resi disponibili a far conoscere ai visitatori le bellezze di Palazzo Assessorile nel periodo estivo.

Gli alunni, nel corso dell’anno scolastico, sono stati formati dall’insegnante di storia dell’arte con l’obiettivo di acquisire le conoscenze base dal punto di vista storico artistico di uno dei più importanti monumenti delle Valli del Noce. I ragazzi, inoltre, non solo saranno in grado di illustrare gli ambienti più significativi in italiano ma anche in inglese.

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Il calendario delle visite guidate è il seguente: dal 9 luglio al 10 agosto 2019 dal martedì al sabato 10.00 - 12.30 | 14.30 - 18.30

L’ODONTOIATRIA PEDIATRICA Il benessere di una persona è legato anche alla salute del suo cavo orale. Fondamentale è quindi la conoscenza di poche ma importanti regole di prevenzione e una corretta igiene, per evitare future disfunzioni masticatorie soprattutto nel bimbo. La figura professionale che si occupa di questo è il Pedodontista. La sua preparazione professionale, sia clinica che psicologica, gli permette di trattare bambini anche piccolissimi, instaurando un rapporto di fiducia e collaborazione.

LA PRIMA VISITA Posto che la “paura del dentista” non è una condizione innata nel bambino, occorre che il genitore e l’ambiente familiare adottino piccoli ma importanti accorgimenti per evitare di trasmette ansie o paure al piccolo paziente. È molto importante che il bambino conosca il dentista in una fase serena della sua crescita e non in un momento di emergenza, causata per esempio da un trauma o da un dolore. Questo renderà più semplice il rapporto tra dottore e paziente.

La prima visita è consigliata intorno ai 2-3 anni di età e prevede un’ispezione generale della bocca, necessaria per valutare eventuali anomalie e per insegnare, al bambino e al genitore, le corrette abitudini di igiene orale.

Il tutto avviene in un clima sereno, in cui la Dott.ssa Alba Zanini, con semplicità e professionalità, riesce a ottenere la massima collaborazione anche dai pazienti più piccoli. Verranno quindi analizzate le eventuali abitudini viziate del bimbo come la suzione del pollice, la respirazione, la deglutizione atipica, il russamento e tutte le condizioni anomale che, se non intercettate preventivamente, potrebbero portare il bambino ad avere in futuro necessità di complesse terapie ortodontiche. Dove infatti, sono presenti problemi scheletrici o di funzione, l’intervento in età pediatrica, può prevenire o limitare terapie molto più invasive e costose in fase adolescenziale o adulta.

LA CURA DEI DENTI DECIDUI E LA FATINA DEI DENTI Mantenere una corretta igiene e una buona salute dei denti da latte è di fondamentale importanza poiché questi devono durare fino alla fisiologica perdita, che indicativamente si conclude intorno ai 12 anni di età. Una perdita precoce dei denti decidui potrebbe infatti causare problemi di masticazione e una non corretta posizione dei futuri denti permanenti. Ecco perché è necessario curare anche i denti da latte!

QUANDO SPUNTANO I DENTI? • Denti da latte: tra i 6/10 mesi e i 24/30 mesi • Denti permanenti: tra i 6 anni e i 12/13 anni

PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE… LE SIGILLATURE I primi molari permanenti, a causa della loro anatomia e della difficoltà nell’essere raggiunti dallo spazzolino, soprattutto dai bambini, rappresentano uno dei luoghi ideali per la proliferazione dei batteri e l’insorgere delle carie. La Dott.ssa Alba Zanini consiglia la sigillatura di questi denti, intorno ai 6-7 anni di età. I sigillanti infatti, hanno lo scopo di isolare i solchi dei denti, proteggendo lo smalto dall’attacco dei batteri. L’intervento non è assolutamente invasivo e permette di ridurre sensibilmente l’insorgere delle carie.

FLUOROPROFILASSI: SI O NO? È doveroso premettere che questo tema, negli ultimi anni è stato fonte di numerosi dibattiti.Il fluoro è un minerale che aiuta lo smalto dei denti a diventare più resistente all’attacco della placca batterica e quindi ha un ruolo importante nella prevenzione della carie.

Modalità di assunzione: • Assunzione sistemica: gocce, compresse • Assunzione topica: dentifrici, colluttori, gel Le “Linee guida Ministeriali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva” prediligono la fluoro profilassi per via topica e prevedono l’utilizzo di integratori fluorati solo nei casi in cui c’è una oggettiva difficoltà di utilizzo dello spazzolino e del dentifricio e previa valutazione dell’assunzione di fluoro da altre fonti (acqua, alimenti...).

Una somministrazione eccessiva potrebbe causare la fluorosi che si manifesta con macchie e/o striature biancastre sui denti, oltre ad un’eccessiva porosità dello smalto.

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GRUPPO MINIERA SAN ROMEDIO: PROSPETTIVE DI CRESCITA

Gruppo Miniera San Romedio è nuovamente e pienamente operativo. L’attività aziendale del Gruppo, proprietario dei marchi Tassullo, HD System e Puro Comfort, è tornata ai livelli di piena produzione, con un assetto societario rinnovato che ha ricostruito una rete commerciale efficiente e capillare. Con queste premesse, anche lo standard dei prodotti è tornato ad essere di alto livello, caratterizzato da ottime performance. E non solo: nuovi progetti promettono ulteriori passi di miglioramento.

Un percorso di crescita che ha visto la sede del Gruppo Miniera San Romedio ospitare, lo scorso 28 giugno, un importante evento, l'assemblea annuale dell'Associazione Trentina dell'Edilizia-ANCE

40 Succede nelle valli

Trento. Nell’occasione si è proceduto, dopo l'approvazione del bilancio 2018 dell'Associazione, chiusosi positivamente, al rinnovo delle cariche associative, con la conferma del presidente uscente Giulio Misconel. Hanno partecipato all’assemblea anche il Presidente dell'ANCE nazionale Gabriele Buia, l'Assessore provinciale allo sviluppo economico Achille Spinelli e il presidente di Confindustria Trento, Fausto Manzana: i loro interventi hanno dato risposte al titolo dell'assemblea di quest’anno: “L’edilizia in Trentino e in Italia. Quale futuro”. Relazioni improntate ad un cauto ottimismo, quanto meno in ambito provinciale, dove alcuni seppur timidi segnali di ripresa dell'edilizia si sono registrati nell'ultimo anno, sebbene 10 anni di crisi economica abbiano più che dimezzato il settore.

L'assemblea si è chiusa con una visita guidata alle gallerie ipogee di Rio Maggiore, gentilmente offerta dal Gruppo Miniera San Romedio, che con l’occasione si è presentato a tutti i presenti per mezzo del proprio Amministratore delegato Roberto Covi.

L’azienda ha chiesto agli operatori di settore di dare una seconda chance ad una realtà trentina di grandissimo spessore, ricordando che tutto quello che si fa con il cemento può essere realizzato in calce idraulica naturale: un prodotto unico del territorio anaune, sostenibile e salubre.

Un’occasione importante per ribadire la propria presenza sul mercato, protagonista dell’economia della Val di Non e del Trentino.

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GRAZIE DI TUTTO, GRANDE LORENZO

Succede nelle valli

di Sandro de Manincor

La prima volta che l’ho incontrato, presentato da un amico comune, mi sono sentito piccolo piccolo ma il suo sorriso mi ha conquistato. Lorenzo Muzzi, con i suoi due metri di statura, il fisico imponente, i lunghi capelli raccolti in una coda civettuola, la cadenza emiliana, esprimeva una simpatia dolcissima e affascinante. Ricordo che abbiamo pranzato insieme e parlato molto, scoprendo un mondo che mi ha conquistato.

Io, che di musica lirica non capivo e non ci capisco nulla, sono rimasto incollato ai racconti di questo baritono di fama internazionale con esperienze importanti e di altissimo livello. Mi parlava di respirazione, della magia della voce e dei suoni, di come funziona quel fantastico e completissimo strumento che è il corpo umano.

Quello stesso strumento che lo ha tradito facendo scomparire tutto nel giro di un attimo. Si divertiva Lorenzo, e io ancora più di lui.

Giocava e imitava facendomi fare qualche esperimento per sentire come la mia normalissima e banalissima voce cambiava con semplicissimi movimenti, con posture, con respiri. Nasale o rimbombante, potente o sussurrata, un filo di voce o un tuono roboante.

La sua, di voce, era potente, molto potente, gestita magistralmente. Riusciva a conquistarti con i racconti e le spiegazioni di ciò che avrebbe cantato e a farti innamorare dell’opera che sentivi e che fino ad un attimo prima non avevi nemmeno preso in considerazione. Quando poi alternava brani celebri del repertorio classico alle arie più popolari ma non meno

impegnative, ti faceva impazzire e il successo era garantito. È successo più di una sera, improvvisando insieme all’amico Mauro, per la gioia di amici e ospiti.

Alla prima edizione di Latte in festa in Val di Rabbi, dove doveva esibirsi in un programmato concerto, bastò un’occhiata complice per inventarci un nuovo format. Pioveva a dirotto, e la gente tendeva ad andarsene con il programma che stava andando a rotoli. Presentavo uno show-cooking con chef stellati e il pubblico che era riparato sconsolatamente nella tensostruttura. Un cenno, e Lorenzo e Doris, salirono sul palco, scesero in mezzo alla gente, accompagnarono ogni ricetta e creazione gastronomica fra una spiegazione e l’altra cantando, sconvolgendo tutti gli schemi e facendo nascere una grande festa.

Una potenza e una energia positiva incredibile, per un momento che non dimenticherò mai. È successo altre volte collaborando a qualche evento organizzato come il trentesimo di Elettrica (ne trovate un estratto sulla pagina Facebook di Nos Magazine) e l’energia che trasmetteva arrivava sempre a segno. Mi raccontava anche del suo impegno nella formazione e di quanta soddisfazione riceveva dai suoi numerosi allievi, con il sogno di un centro formativo fisso. In poco tempo questo grande uomo ha dato molto alla Val di Sole che aveva scelto come suo buon ritiro.

E spero che nel suo ricordo la Val di Sole sia orgogliosa di averlo avuto come cittadino.

Grazie Lorenzo, che la terra ti sia lieve e che i tuoi canti ci accompagnino sempre.

Foto archivio APT Val di Sole

Tutta la natura che avete in mente PROFUMI, SAPORI MUSICA E CULTURA

3-4 AGOSTO 2019 TERZOLAS

Comune di Terzolas Val di Sole (TN) tel. 0463.901309

IN COLLABORAZIONE CON LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Comunità della VALLE DI SOLE

Consorzio dei Comuni della Provincia di Trento B.I.M. dell’Adige

BOSCO

SABATO 3 AGOSTO

DOMENICA 4 AGOSTO

16.00 INAUGURAZIONE DELL’EVENTO Saluti delle autorità

7.00 AL MATTINO NEL BOSCO IN… CANTATO Concerto del Coro Sasso Rosso

ALLA SCOPERTA DEI PREZIOSI TESORI DEL BOSCO: Relatore prof. Franco Frisanco della Fondazione Mach Intermezzi canori del Coro parrocchiale dei bambini

9.00

APERTURA DEL PUNTO INFORMAZIONI

10.00

APERTURA DELL’ANGOLO GASTRONOMICO

APERTURA DEL NATURALMERCATO

lungo via Kessler APERTURA DELL’ANGOLO GASTRONOMICO con prodotti tipici del territorio Parcheggio di Palazzo Torraccia

APERTURA DELLE MOSTRE Palazzo Torraccia: Mostra micologica Mostra “Gli animali del bosco” di Davide Manzoni Via Bruno Kessler: “Fotografia d’autore: Poesia in Natura” di Nicola Angeli

INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA MICOLOGICA

DIMOSTRAZIONE ESTRAZIONE TREMENTINA a cura di Mauro Iori - Cortile scuola

APERITIVO “SPIRITO DEL BOSCO” 18.00 da Alessio Piazzetta di Palazzo Torraccia

12:30 PRANZO CON I MENÙ DEL BOSCO DEI RISTORANTI LOCALI

19.00 CENA IN PIAZZA TORRACCIA Polenta, spezzatino, funghi e formaggio.

PROIEZIONE DEL FILMATO 14.00 “CAMMINANDO NEL BOSCO: Un animale...una storia”.

17.45

CONCERTO PER MANDOLINO E CHITARRA Sala Nobile Palazzo Torraccia Ugo Orlandi e Luisella Conter (Festival A. Benedetti Michelangeli) 21.00

10.30

APERTURA DELLA SALA TRUCCO

“GLI ABITANTI DEL BOSCO” 15.30 INIZIO LABORATORI CREATIVI PER BAMBINI

Costruiamo la casetta per gli insetti

Creazione coroncina con materiali naturali o amuleto con materiali del bosco

Chi ha paura del lupo?

Attraversando il bosco

16.00 LABORATORIO DI CUCINA PER ADULTI 17:30 RELAZIONE BOSCO-TERAPIA 18:30 INTRATTENIMENTO MUSICALE LIVE con Nicola Ravelli 19:00 CENA IN PIAZZA TORRACCIA Zuppa d’orzo, piatto di formaggi nostrani, wurstel e patatine La manifestazione sarà allietata dalla musica di Giuliano e Bruno

FABRIZIO PATERNOSTER

cavaliere della Repubblica austriaca di Carlo Antonio Franch

Fabrizio Paternoster, di Revò, socio fondatore nel 1995 dell’Associazione Italia-Austria di Trento e Rovereto, di cui è presidente dal 2003, e membro della Fondazione Opera Campana dei Caduti di Rovereto, è un fine tessitore di ponti che in questi anni, tramite una serie di incontri culturali di alto spessore, ha contribuito a instaurare fra i due paesi un clima di pace, distensione e amicizia. “Un’ onorificenza che la Repubblica d’Austria conferisce a te, Fabrizio Paternoster, per rendere visibile il legame fra te e l’Austria, un segno di riconoscenza nei tuoi confronti, per i servizi speciali che hai svolto in questi anni, per promuovere e migliorare la conoscenza e l’ami-

44 Succede nelle valli

cizia reciproca. Tutto questo in un’ottica di cooperazione europea, anche se consapevoli che dopo un secolo dalla separazione del Sud Tirolo dall’Austria il legame non è più scontato per tutti”. Con queste parole il console generale d’Austria Wolfgang Spandinger ha appuntato una medaglia sul petto di Paternoster, che, molto commosso e onorato, ha provveduto a ringraziare tutti coloro che in qualche modo hanno collaborato per lo sviluppo di questi rapporti di amicizia e fratellanza che gli sono valsi questo alto riconoscimento: “Colgo l’occasione per condividere l’evento di oggi con tutti coloro che hanno fattivamente contribuito a incrementare i rapporti tra i cittadini austriaci e quelli italiani, perseguendo obiettivi di maggior conoscenza reciproca, amicizia, collaborazione sul piano sociale, scientifico ed economico”. La premiazione si è svolta sul colle di Miravalle di Rovereto, nella sala conferenze della Fondazione Opera Campana dei Caduti, che per l’occasione era gremita di autorità italiane e austriache. Il reggente della Fondazione Alberto Robol

ha sottolineato:” Conoscevamo i molti meriti e le doti di Fabrizio Paternoster, ma non sapevamo che è così rappresentativo in un paese anticamente nemico, ricordando che qua siamo nell’occhio del Pasubio che ha visto il maggior numero di caduti nella prima guerra mondiale. Questo è un luogo di pace secondo il perdono e la riconciliazione. Per questo è stata una grande intuizione di Fabrizio volere la premiazione in questo luogo”. Anche il vice presidente della Provincia Mario Tonina sulla stessa lunghezza d’onda: “La competenza dimostrata in questi anni dall’Associazione Italia Austria e Rovereto è anche il nostro prioritario paradigma di lavoro: capacità, slegata da ogni appartenenza politica. In questi giorni ho avuto modo di verificare alcune iniziative dell’associazione: l’approfondimento di figure importanti del nostro tempo, come Alcide De Gasperi e la sua attività svolta nel parlamento di Vienna, la visione al limite dell’utopia di Othmar Winkler e la lettura tematica delle priorità dell’Europa di oggi e delle aree alpine”. Sono intervenuti anche il presidente del Consiglio Provinciale Walter Kaswalder, l’assessora del comune di Trento Chiara Maule, l’assessore Mauro Previdi del Comune di Rovereto e la sindaca di Revò Yvette Maccani.

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Succede nelle valli

INSIEME PLURALPS

di Annalisa Rossi

Lo scorso venerdì 14 giugno nella sala assemblee della Comunità della Valle di Sole si è svolta la presentazione pubblica dei risultati raggiunti dal progetto “PlurAlps: migliorare le capacità per uno spazio alpino pluralistico”, che si è sviluppato l’estate scorsa. Il progetto vede il coinvolgimento dei territori montani di Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria e Slovenia e in particolare, la Fondazione Franco Demarchi, coordinatrice dell’operazione, ha attivato alcune azioni in Valle di Sole e di Non. All’incontro sono intervenuti Antonio Cristoforetti della Fondazione Franco Demarchi, Michele Bezzi, di Progetto Giovani Val di Sole - APPM onlus, l’assessore alle politiche sociali della Comunità della Valle di Sole Luciana Pedergnana, Marcello Liboni in rappresentanza delle Biblioteche Valle di Sole e del Centro Studi per la Val di Sole e Stefania Ferriolo di Yummy Media, che ha realizzato dei video professionali per documentare i laboratori svolti, i quali hanno accompagnato le testimonianze dei protagonisti coinvolti. In Val di Sole sono stati attuati tre percorsi specifici. Il Progetto Giovani, assieme ad Appm onlus (Associazione Provinciale per i Minori), ha organizzato tre diversi laboratori pratico-operativi coinvolgendo ragazzi e ragazze tra i 13 e i 24 anni con l’obiettivo di fargli conoscere e sperimentare alcune delle attività tradizionali che caratterizzano la valle come la lavorazione del latte e la filiera del legno e

il settore gastronomico legato ai prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento. Il Caseificio Presanella di Mezzana, l’Agriturismo Volpaia di Vermiglio e la Falegnameria Baggia di Malè si sono resi disponibili per mostrare le varie mansioni che svolgono e per far creare in prima persona ai giovani alimenti e oggetti per la cena finale di gruppo. Il secondo percorso ha visto il coinvolgimento delle Biblioteche della Valle di Sole e del Centro Studi per la Val di Sole, che hanno organizzato la “Serata libri parlanti” nel Palazzo Malanotti di Terzolas. L’evento aveva lo scopo di favorire la conoscenza di nuovi solandri presenti da anni in valle attraverso il racconto delle proprie storie personali e delle loro esperienze di migranti. Infine, la Comunità di Valle ha organizzato un laboratorio di cucina con due donne di origine straniera residenti da anni in Val di Sole, che hanno preparato i tortei de patate e hanno condiviso ricette del loro luogo di origine. Essendo un progetto rivolto in particolare a giovani autoctoni e stranieri che si trovano da molti anni in valle ma anche richiedenti asilo che sono da poco giunti in Trentino, l’obiettivo è quello di favorire la conoscenza e il confronto reciproco tra questi differenti gruppi sociali. PlurAlps, allo stesso tempo, ha permesso a ogni partecipante di acquisire abilità e comportamenti personali e sociali sia in relazione a tradizioni e usi locali che esteri. Lo scopo sarebbe quello di contrastare la perdita di saperi e metodi che da secoli hanno caratterizzato le aree alpine.

Secondo Michele Bezzi, il confronto tra locali e stranieri ha permesso anche di comprendere le strategie e le modalità di integrazione messe in atto dai migranti nel momento in cui sono giunti in Trentino per differenti motivi. Costoro dovrebbero essere visti come persone che non solo hanno l’esigenza di rifugiarsi, trovare lavoro e condizioni di vita migliori, ma che hanno anche un desiderio di appartenenza ad una comunità.

VERSO I 25 ANNI DI NOS (2) Un compleanno dietro l’altro, eccoci entrati, in questo mese di giugno, nel 25° anno di pubblicazioni. Un anniversario importante, che si compirà nel giugno 2020.

E allora, ripercorriamo da qui a un anno i numeri più significativi, occupandoci oggi del 1996…

Nell’anno che vide compiersi il primo di anno, esordio col botto, con tanto di foto autografata con dedica ai lettori da parte della Bomba, Alberto Tomba: e quindi una serie di approfondimenti dedicati al mondo della scuola, alla criminalità, la crisi dei matrimoni, alla caccia, l’uso dell’acqua, la crisi del mercato immobiliare e della zootecnia (“mucche pazze e vacche magre”), infine al Natale.

E poi naturalmente, attenzione ai mondi associativi, con i cori e le bande… E quindi piccole grandi rivoluzioni, come l’arrivo a Cles del metano.

Numerosi furono i dibattiti vivi nel 1996: quello, acceso, sul prolungamento della ferrovia Trento-Malé, e poi quelli sui rapporti tra Parco Adamello Brenta e comunità, o sul futuro del turismo, dopo una estate straordinariamente piovosa… o quella tra Alpini e Schützen nell’anno della ricostituzione di questi ultimi in Val di Sole.

Sul fronte culturale, la rinascita di Forte Strino segnò un punto di svolta nella valorizzazione della cultura solandra anche in chia-

ve turistica; una pagina veniva quindi dedicata a come si balla la “Paris”. In quell’anno ricordammo la figura del giornalista trentino Aldo Gorfer, grande conoscitore delle nostre valli.

Infine, una nota legata alla presenza dell’orso: nel 1996 arrivarono nell’area protetta di San Romedio i piccoli Cleo e Cora e nell’occasione scrivemmo: “A quando dei fratellini nati in libertà nei nostri boschi?” Anche su questo fronte, parecchia strada ne abbiamo fatta…

Temi culturali, sociali, economici, naturali, storie vere: quello che ancora oggi NOS propone ai suoi lettori.(a.m)

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Succede nelle valli

NITIDA IMMAGINE SI RINNOVA!

di Denis Destefani

Nitida Immagine e 26 lettere, per esplorare infiniti mondi di creatività. L’alfabeto come base della comunicazione, strumento indispensabile per interagire, comprendere, emozionare. Una chiave di lettura dei rapporti personali e sociali, talvolta complessi ma spesso più semplici di quanto si pensi. Purché si comunichi a chiare lettere.

Nitida Immagine è a disposizione di enti e aziende per una buona comunicazione online! info@nitidaimmagine.it www.nitidaimmagine.it

48 Notizie dalla rete

Ora di rinnovamento anche in casa Nitida Immagine! È finalmente online il nuovo sito dell’agenzia di comunicazione di Cles che presenta una grafica innovativa e dinamica.

Come già visibile nei post sulla pagina Facebook dell’editore di NOS Magazine, viene utilizzato un alfabeto personalizzato caratterizzato da colori vivaci per poter dar sfogo a tutta la crea-

tività e personalizzazione attraverso le creazioni.

Il sito si presenta con una struttura semplice e intuitiva, compresa la visualizzazione del portfolio con la possibilità di filtrare i contenuti in base alle aree di competenza di Nitida Immagine. In questo modo l’utente ha la possibilità di visionare e approfondire i vari progetti in base ai suoi interessi.

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“AAA CERCASI OGGETTI A CUI DARE UNA SECONDA VITA”

Val di Non: comunità per il sociale

No, nessun miracolo! Ma un modo per produrre meno rifiuti e per promuovere la solidarietà sociale, favorendo lo scambio di oggetti in buono stato, che possono essere ancora felicemente riutilizzati.

DA CHI PARTE L’INIZIATIVA? Il progetto de La Piazzetta del Riuso è stato ideato dalla Comunità della Val di Non – Servizio Sociale e Servizio Tecnico Ambientale in collaborazione con il Comune di Revò e il Centro Insieme con Gioia (Associazione I.R.I.S.) PERCHÈ LA PIAZZETTA DEL RIUSO? Il progetto intende contribuire alla diffusione di una cultura della sostenibilità, favorendo consumi più consapevoli e responsabili, sostenibili per l’ambiente e per la società; promuovendo il riuso, il riciclo e lo scambio tra famiglie di diversi oggetti; offrendo momenti di formazione e informazione per adulti, adulti con bambini. L’obiettivo quindi è semplice da dirsi, ma non da farsi: diminuire la quantità di rifiuti prodotti, rimettendo in circolo gli oggetti usati che possono rappresentare una risorsa per altre persone o famiglie. In tal modo, questi oggetti non vengono destinati allo smaltimento in discarica ma sono recuperati al loro uso originario e possono quindi essere riutilizzati, per tante altre “vite”. Il progetto, mettendo in vendita gli oggetti ad un prezzo simbolico supporta persone e famiglie in difficoltà e promuove l’inclusione sociale attraverso attività di formazione e di inserimento lavorativo.

DOVE? A Revò in via S. Stefano presso il Centro “Insieme con Gioia” – entrata sul retro del centro, dal martedì al venerdì 14.00-17.00.

Gli oggetti da donare, possono essere conferiti presso i CRM presenti in Valle di Non. CHI PUÒ ADERIRE? Tutti noi cittadini possiamo donare oggetti che non utilizziamo più e trovarne altri da riutilizzare: è un modo per attivarsi direttamente in favore dell’ambiente, per sostenere persone e famiglie in difficoltà e favorire l’inclusione sociale.

COSA PUOI DONARE E/O TROVARE? Abbigliamento per uomo, donna e bambino, giocattoli, oggetti d’arredamento, biancheria per la casa, libri per bambini, dischi e cd musicali, stoviglie e accessori per la cucina, bigiotteria, oggetti da collezione, quadri, macchine fotografiche, piccoli strumenti musicali, mobili di piccole dimensioni, piccoli elettrodomestici. Gli oggetti potranno essere conferiti ai CRM e dovranno essere puliti, integri e riutilizzabili, per essere messi successivamente in vendita ad un prezzo simbolico.

Senza queste caratteristiche gli addetti ai CRM potranno decidere di non accettare tali oggetti per essere messi in vendita.

Vi aspettiamo!

Per maggiori informazioni: Tel. 331 90 75 951 (chiamare in orario di apertura) Mail: emas@comunitavaldinon.tn.it Sito: www.comunitavaldinon.tn.it nell’area tematica “La Comunità informa”

URSUS Storie di uomini e di orsi

ORARI APERTURA – MOSTRA “Ursus. Storie di uomini e di orsi” – Palazzo Assessorile Cles Ingresso libero Lunedì 14.30-18.30. Dal martedì alla domenica 10-12.30/14.30-18.30 In luglio e agosto aperture serali sabato e domenica 20-22.

“Ursus. Storie di uomini e di orsi” allestita a Palazzo Assessorile di Cles, a cura di Silvia Spada, propone una viaggio, tra storia, arte, devozione, nel rapporto ancestrale tra l’uomo e questo straordinario animale.

Con l’avvio dell’estate clesiana vede così, come sottolineato dall’assessore comunale alla cultura, Vito Apuzzo, l’intento di “approfondire la storia dell’orso dalla Preistoria ai giorni nostri, legandolo anche al territorio noneso”.

E sul rapporto plurimillenario che lega

“La nostra e la loro storia si intrecciano fortemente, modificandosi nel corso dei secoli e assumendo importanti connotazioni simboliche” (Silvia Spada)

51 uomo e orso, è intervenuto, in occasione dell’inaugurazione della mostra, il Soprintendente per i beni culturali della Provincia, Franco Marzatico.

La mostra porta alla scoperta del rapporto speciale che intercorre fra uomini e orsi dalla Preistoria ai giorni nostri, attraverso dipinti, stampe, oggetti d’arte, fotografie, giocattoli, libri e fumetti.

La mostra “Ursus. Storie di uomini e di orsi” si propone di illustrare, in modo emblematico e non sistematico e con una precisa valenza divulgativa e didattica, questo lungo percorso, focalizzando l’attenzione, per quanto possibile, sulla realtà locale. Una prima sezione è dedicata all’orso delle caverne, di cui si sono trovate moltissime testimonianze nella grotta delle Conturines, nelle valli ladine. Segue poi un’ampia sezione sulle rappresentazioni dell’orso nell’arte del Trentino e dell’Alto Adige: dalle raffigurazioni araldiche ai molti affreschi medievali che raffigurano scene di caccia, mentre nel Rinascimento l’orso è usato come motivo decorativo in manoscritti miniati o nelle grottesche di scuola fogoliniana. Non manca la rappresentazione della Lotta tra uomo e orso, e dell’orso come personificazione di vizi o membro, a pieno titolo, del “Mondo alla rovescia”.

Un capitolo importante è dedicato a San Romedio che doma e sottomette l’orso. La presenza del santuario in val di Non e la forte devozione ad esso collegata ha fatto sì che venissero prodotti, nel corso dei secoli, molti dipinti ed ex-voto e che la rappresentazione del miracolo del Santo duri, rinnovata, per tutto il Novecento fino ai giorni nostri.

Ma l’orso è anche una presenza costante nei carnevali tradizionali, in genere appaiato all’Uomo selvatico e catturato dal Cacciatore: di questo uso la mostra dà testimonianza attraverso filmati e immagini fotografiche. Dopo essere stato fero-

Cultura

cemente cacciato per secoli, a partire perlomeno da Carlo Magno, l’orso viene anche catturato e addomesticato, portato in giro per l’Europa e fatto ‘ballare’ in fiere e sagre di paese. Gli addestratori di orsi italiani provengono dall’Appennino parmense e dal Settecento alla Seconda guerra mondiale percorrono le strade d’Italia e d’Europa.

Anche questa storia, poco nota, viene raccontata in una sezione della mostra.

Con il Novecento e la progressiva rarefazione della presenza dell’orso che, cacciato sistematicamente quasi scompare dai monti e dalle foreste d’Europa, un orso ‘nuovo’, umanizzato e infantilizzato, entra prepotentemente nelle case di tutti: nasce il Teddy Bear, che spopola negli USA e la cui moda dilaga in tutta Europa; orsi di ogni tipo sono protagonisti di libri, non solo per l’infanzia, di fumetti e di cartoni animati e del relativo merchandising con una fortuna che non conosce soluzione di continuità.

Per il Trentino il progetto Life ursus ha proposto un rinnovato rapporto tra uomini e orsi, spesso anche conflittuale e problematico, ma in continuità con una storia millenaria che la mostra si propone di raccontare per favorirne la conoscenza e stimolare la riflessione.

Sostengono la mostra la Cassa Rurale Val di Non, la Provincia Autonoma di Trento, la Regione Trentino-Alto Adige, il BIM Adige, l’Azienda per il Turismo della Val di Non e la ditta Zadra di Cles.

LE SCARPE DI “CAMMINAMENTE” ARRIVANO IN VAL DI NON Dopo tre anni in giro per l’Italia, dal 13 luglio al 29 settembre il Comune di Fondo ospiterà la prima mostra italiana sulle scarpe dei camminatori, ideata dal giornalista e artista vicentino Antonio Gregolin e promossa in Valle dall’associazione Anaune, Amici del Cammino di Santiago, nata un decennio fa,

52 Solidarietà

53 e dall’amministrazione comunale di Fondo.

Nel corso della mostra sarà possibile osservare oltre sessanta scarpe che raccontano altrettante storie, già esposte nei luoghi più significativi d’Italia: la Basilica di San Francesco di Assisi, Sant’Antonio di Padova e la chiesa-museo di Santa Maria della Vita a Bologna. Sono scarpe che spiegano il senso di chi intraprende un’avventura, un pellegrinaggio o scappa da una tragedia. La prima parte di “Camminamente” ha luogo nelle sale espositive del Municipio, dove ci sono le sezioni dedicate ai “camminatori sportivi” e la sezione delle “scarpe nella storia”, che riassumono le vicende storiche del ‘900 viste dalle scarpe. A pochi metri dal palazzo municipale, invece, sono protagoniste le “scarpe della fede” del variegato mondo pellegrino.

La mostra è gratuita e, oltre alle esposizioni, ci saranno anche incontri culturali con grandi camminatori.

CAMMINATE-FONDO 13 luglio - 29 settembre Tutti i giorni: Ore 10.00-12.30, 16.00-19.30

Solidarietà

Giugno: un caldo straordinario

di Giacomo Poletti

La straordinaria ondata di caldo di fine giugno merita di interrompere, almeno per una puntata, il discorso sul clima delle nostri valli. La parola eccezionale non è esagerata: dai dati meteorologici, il 27 giugno scorso risulta la giornata di giugno più calda da quando si rilevano le temperature, in alcuni casi dal 1921. A Malé, la massima di 37.2° di mercoledì 27 non ha precedenti né per giugno né a livello assoluto, così come la minima, di 18.8° l’ultimo del mese. A Cles la stazione meteo è stata spostata in passato (dal convento di Sant’Antonio all’attuale Maso Maiano) e fare confronti non è del tutto corretto, ma anche qui i 36.4° del 27 non hanno precedenti per giugno, mentre a livello assoluto sono stati superati dall’agosto 2003.

Andando nel dettaglio si scopre che i record di temperatura in Trentino sono caduti soprattutto dai 500 ai 2500 metri di quota.

Per capire il perché, partiamo dall’indagato numero uno, il riscaldamento globale generato dalle attività umane. Un tema dibattuto, che merita senz’altro una trattazione a parte in una delle prossime puntate. Ma basta “solo” il global warming per far toccare a fine giugno (che non sarebbe il mese più caldo dell’anno, peraltro!) i 37 gradi alla val di Sole? Ovviamente no: contano

le condizioni meteo. Vediamole, a partire dall’aria caldissima dal deserto sahariano. In libera atmosfera i palloni sonda hanno misurato valori senza precedenti.

I lanci vengono fatti dagli aeroporti ogni 12 ore e ad esempio a Milano Linate si è rilevato il valore inedito di 27.4° a 1600 m. Un flusso lento dall’Algeria in moto verso Mediterraneo, Francia e Centro Europa, con l’aria “rovente” arrivata poi sul Trentino da nord. Per la legge dei gas, l’aria che si comprime (che si “schiaccia” verso il basso, aumentando la pressione) si riscalda: lo potete vedere gonfiando le ruote di una bicicletta e toccando la valvola, la sentirete più calda. E il 27 giugno la massa d’aria, già caldissima di suo, ha subito una doppia compressione: la prima per questo effetto fohn di discesa dallo spar-

tiacque alpino verso la Pianura Padana; la seconda dovuta alla subsidenza, lo schiacciamento verso il basso tipico delle alte pressioni. Le località più basse, grazie all’umidità confinata nei bassi strati, sono rimaste ai margini del fenomeno e così quasi tutti i record di caldo sono caduti alle quote medie nel centro/nord Trentino dove il fohn ha avuto gioco facile per la vicinanza con il cuore delle Alpi. Così, Malè, pur più elevata, ha toccato una massima superiore a Cles; a nord, San Martino in Passiria (586 m) ha raggiunto i 39.9°! Valori fra i 10° e i 15° sopra alle medie del periodo, una anomalia eccezionale. Il 1° luglio la prima rottura del caldo ha portato, peraltro, un temporale con molta grandine e danni alle colture nella bassa val di Non.

54 Il meteo

Temperature (in scala di colore) alla quota di pressione di 850 HPa (circa 1600 metri) a mezzogiorno del 27 giugno scorso: si nota la risalita calda dall'Algeria verso Spagna e Francia.

La freccia indica il percorso di massima dell'aria calda, arrivata da nord sul Trentino

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Green news

UN’ESTATE NEI PARCHI Iniziano le proposte per la stagione estiva trentina con lo scopo di far conoscere meglio l’ambiente locale naturale.

I Parchi e le Reti di Riserve del Trentino si impegnano da sempre nella creazione di progetti di conservazione attiva e ricerca ma anche nell’offerta di iniziative ed esperienze, costruite per attirare sia gli abitanti locali che coloro che trascorrono una vacanza in Trentino, in particolare dopo gli schianti della tempesta Vaia che ha devastato le foreste locali.

Il Parco di Paneveggio Pale di San Martino, il Parco Naturale Adamello Brenta, il Parco Nazionale dello Stelvio e le Reti di riserve hanno organizzato un migliaio di attività, presentate alla conferenza stampa del 17 giugno alla quale hanno intervenuto l’assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione Mario Tonina; il dirigente provinciale del Servizio sviluppo sostenibile e aree protette e Direttore del Parco Nazionale dello Stelvio Romano Stanchina; l’assessore con competenza in marketing e comunicazione del Parco Naturale Adamello Brenta Matteo Masè; il presidente del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino Silvio Grisotto; il presidente del Parco Naturale Locale Monte Baldo Christian Perenzoni.

Durante la presentazione delle attività estive l’assessore Tonina ha colto l’occasione per riaffermare con forza la validità dell’attività delle Aree Protette del Trentino: “Dopo quanto emerso agli Stati generali della montagna non ci devono essere più dubbi sull’importanza dell’ambiente e sulla necessità di tutelarlo, riconoscendo ad esso il suo valore e le sue peculiarità ma soprattutto le opportunità da esso offerte per generare uno sviluppo sostenibile. Questa Giunta provinciale ci crede molto e conferma per intero gli impegni che si è assunta con chi vive i territori di montagna, ovvero con le persone che, da protagonisti del territorio, possono fare la differenza, trasmettere agli ospiti e visitatori la bellezza dei nostri territori ma anche i sacrifici e le sventure, come è accaduto con la tempesta Vaia di fine ottobre 2018, che un territorio fragile come la montagna può riservare.” Secondo l’assessore, la “fragilità” della montagna è anche la condizione che rende difficile continuare a vivere nelle terre alte, ma se il Trentino non si è spopolato come altri territori è perché qui si sono fatti gli investimenti in un’ottica di prevenzione e programmazione. “Continueremo a farlo ed in questo contesto Parchi e Reti di Riserve saranno tenuti in grande considerazione dal governo provinciale, perché mai come ora appare chiaro che la salvaguardia e la valorizzazione

e promozione dell’ambiente possono essere sinonimo di sviluppo”, conclude Tonina. In particolare, il settore trentino del Parco Nazionale dello Stelvio, gestito direttamente dalla Provincia (Servizio Sviluppo Sostenibile e Aree Protette), propone un palinsesto di iniziative articolato per rispondere alle esigenze delle varie categorie di frequentatori del Parco. “La programmazione - spiega il direttore del PNS Romano Stanchina - è simile a quella del 2018 che era stata confezionata tenendo conto di un’indagine svolta nel 2016 su 600 frequentatori del Parco che avevano indicato tra le attività più apprezzate le escursioni guidate, le serate naturalistiche e le attività per bambini. Lo scopo è quello di fornire specifiche informazioni sulle caratteristiche dell’Area protetta ed invitare a una visita lenta e rispettosa dell’ambiente, fondamenti basilari per una fruizione in linea con gli obiettivi del Parco Nazionale.” ViviParco 2019, il pro-

gramma di iniziative, comprende quindi: a) attività che si svolgeranno ogni settimana, a partire dai primi di luglio fino ai primi di settembre, come visite guidate all’area faunistica di Peio, escursioni guidate ai larici monumentali di Saènt (Rabbi) ed a punti panoramici in quota, serate naturalistiche con esperti e ricercatori, visite guidate alla segheria veneziana di Rabbi, passeggiate guidate nel Parco anche alla ricerca degli animali, Park Therapy in collaborazione con le Terme di Rabbi (medicina termale, naturopatia, camminata scalza nel bosco, abbraccio agli alberi), “Ranger” per un giorno insieme alle guardie forestali; b) attività speciali, ovvero appuntamenti unici: esperienze nella natura e con la natura del Parco (animali, erbe medicinali, il tema dell’acqua, orientamento, torbiere) ed escursioni più impegnative accompagnate dalla guida alpina.

Tra le iniziative proposte c’è anche

una mostra fotografica a Rabbi ed una mostra micologica a Peio.

Le iniziative proseguono anche in autunno, con gli avvistamenti del cervo e l’ascolto del suo bramito nella stagione degli amori. Per l’occasione, saranno organizzate delle escursioni autunnali con il supporto della termocamera (una particolare telecamera, sensibile alla radiazione infrarossa) che permette di far vivere al visitatore un’esperienza davvero unica.

Inoltre, entro la fine dell’estate il Parco avrà un centro visitatori di moderna concezione. Al momento, infatti, è in avanzata fase di allestimento il centro visitatori di Cogolo di Peio, presso la sede del Parco, dove sarà possibile una visita esperienziale alla natura del Parco grazie a supporti interattivi e multimediali. È possibile avere maggiori informazioni sul Parco Nazionale dello Stelvio visitando il sito www.parcostelviotrentino.it.

LETIZIA BORGHESI: una nuova stella

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Sport

di Sergio Zanella

Non solo Letizia Paternoster e Gianni Moscon, ma anche Letizia Borghesi. In Val di Non nasce una nuova stella del ciclismo, con la giovane di Rallo che ha centrato un importante successo sulle due ruote. L’Azzurro torna infatti di moda al Giro Rosa: a due anni dalla vittoria in volata di Marta Bastianelli a Polla, un’italiana torna sul gradino più alto del podio della più importante competizione di ciclismo femminile. Letizia Borghesi, appena 21 anni, si è presa la quarta tappa della Corsa Rosa con la

forza di una veterana, sia mentalmente che fisicamente. Sul tracciato che attraversava la Brianza, in Lombardia, la trentina è scappata a 60 chilometri dall’arrivo insieme a Chiara Perini e, successivamente, Nadia Quagliotto con cui si è giocata la vittoria allo sprint. Quando mancavano pochi centimetri al traguardo, la veneta dell’Alè Cipollini ha alzato un braccio dal manubrio per esultare, non accorgendosi del ritorno della Borghesi che l’ha superata per meno di

mezza ruota. “Ho fatto grandi sacrifici con l’idea di non mollare mai – ha spiegato la nonesa a fine gara – credendo sempre di potercela fare nonostante le difficoltà” Quaranta secondi più tardi è arrivato il resto del gruppo con tutte le più forti, colpevoli di aver iniziato troppo tardi l’inseguimento.

La casa dell’e-bike di Sergio Zanella

La casa italiana della Mountain Bike attende la prima volta dell’elettrico. Il prossimo 3 Agosto, la e-MTB farà il proprio esordio nell’attesissimo weekend dedicato alla Mercedes-Benz UCI Mountain Bike World Cup in Val di Sole (2-4 Agosto 2019), ed il nome del nuovo evento organizzato in collaborazione con Shimano – Electric Snake – promette già scintille.

D’altra parte, con la mitica Black Snake – la pista

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di Downhill che ha reso la Val di Sole celebre in tutto il mondo – Electric Snake ha in comune la mano di Pier Paolo “Pippo” Marani, che dopo aver disegnato il tracciato più amato e temuto del circuito mondiale di discesa ha pensato un anello spettacolare dedicato alle MTB a pedalata assistita.

Sabato 3 Agosto Electric Snake chiuderà la giornata di gare che coronerà i nuovi dominatori della Black Snake: un’ora di gara da disputare su un anello di 1,5 Km di lunghezza, con 100 metri di dislivello per giro. Il percorso si snoda fra i tracciati di Cross Country, Downhill e Four Cross del sito di Daolasa, e già questo garantisce il valore tecnico della competizione che vedrà ai nastri di partenza, fra gli altri,

anche Marco Aurelio Fontana.

Pronti e via ed è subito rock garden per gli atleti, che affronteranno nella prima parte del percorso la salita del circuito di Cross Country e la “Snake Hill”, prima di arrivare in zona “Power Hill”, dove gli atleti dovranno dare fondo all’assistenza elettrica per superare una rampa improba per una bici muscolare. A quel punto, arriverà il tratto più tecnico e ricco di difficoltà del circuito, ovvero la discesa sulla pista di Downhill che condurrà sul tracciato del Four-Cross e quindi nuovamente alla zona partenza/arrivo.

Un’ora di gara ad alta intensità, propedeutica alla prima edizione dei Campionati del Mondo di disciplina in programma a Monte-Sainte-Anne

(Canada), che gli spettatori potranno vivere a stretto contatto con gli atleti grazie alla perfetta visuale garantita sul percorso.

Il programma della Electric Snake inizierà dalle 14 alle 16 con la verifica licenze, mentre il pomeriggio entrerà nel vivo con la prova percorso, prevista dalle 16.45 alle 17.45. Alle 18.30 sarà dato il via alla gara, mentre un’ora più tardi, alle 19.30, è prevista la cerimonia di premiazione.

La gara è aperta a tutti gli atleti tesserati FCI o presso gli altri enti di promozione sportiva riconosciuti, e a tutti gli atleti non italiani in regola con la licenza riconosciuta dall’UCI. Anche gli atleti non tesserati potranno prendere parte alla gara acquistando la tessera giornaliera FCI.

MATTIA E NICOLA ZADRA

di Alberto Mosca

Sono da tempo una presenza gradita e particolare tra gli ospiti e il personale della APSP Anaunia di Taio: si chiamano Mattia e Nicola Zadra, rispettivamente di Taio e di Tres, 16 e 17 anni, con una grande passione per i pesci e gli acquari. Con loro ci accoglie il presidente di APSP Anaunia, Flavio Gilli, che ci dimostra tutta la propria soddisfazione per una presenza, quella di questi ragazzi, che apre ancora di più le porte della struttura alla comunità.

Una passione si sa, nasce in noi

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con un fondo di irrazionalità: ma può diventare qualcosa di forte e di serio quando essa è coltivata con lo studio e l’applicazione. I nostri amano profondamente i pesci e gli acquari, tanto da metterli al centro di un attento studio e di un possibile programma di vita professionale. Che passa anche per l’APSP Anaunia.

Ormai da tempo siete una presenza abituale nella struttura…

Sì, veniamo qui un pomeriggio a settimana, di solito venerdì o sabato, per occuparci dell’acquario: l’acquariofilia è da anni la nostra passione, abbiamo a casa numerosi acquari e ci dedichiamo all’allevamento di specie particolare e alla progettazione di habitat ideali per le diverse specie di pesci. Cerchiamo di capire al meglio il loro ambiente naturale, variando la loro dieta, creando nell’acquario veri e propri biotopi: in futuro ci piacerebbe aprire un negozio

di animali specializzato negli acquari…

E qui in APSP come vedono la vostra attività, gli ospiti e il personale?

Si interessano, guardano, fanno domande, apprezzano quello che facciamo, a qualcuno diamo informazioni sulle varie specie e insegniamo a nutrire i pesci… a noi fa molto piacere essere qui e crediamo anche agli ospiti.

Ormai nei pressi dell’acquario, notiamo la presenza di diversi tipi di pesci, di piccoli nati dal loro allevamento, di un habitat curato, oltre alla presenza di altri curiosi, piccoli animali…

Mattia e Nicola, ci date qualche informazione in più?

Abbiamo immesso esemplari di Guppy, Platy e Portaspada, ci sono anche i piccoli che abbiamo fatto nascere, poi vegetazione naturale e autoctona, gasteropodi e in futuro metteremo dei gamberetti, utili a pulire l’ambiente naturalmente. Nel

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tempo siamo riusciti a creare nell’acquario condizioni di vita ideali, tali da permettere la riproduzione. Abbiamo messo un impianto di illuminazione neon e led con elettrostimolazioni standard, innocue per gli animali, su un ciclo giorno-notte di 12 ore.

E se l’acquario dovesse essere sovrappopolato, provvediamo al trasferimento delle eccedenze: a casa abbiamo una decina di acquari…

A proposito, avete qualche consiglio per chi volesse in casa un acquario?

In generale è meglio partire sempre con gli acquari per principianti, meglio comunque se la capacità è di almeno 100 litri d’acqua, sufficiente per gestire bene i frequenti sbalzi di ph prodotti dai batteri ed evitare

ai pesci danni da inquinamento; riguardo alla capacità di popolazione, la media è di 1 pesce per ogni 2-3 litri d’acqua. La procedura ottimale è quella di utilizzare materiali naturali, sia per il fondo che per la vegetazione e altri oggetti decorativi che si volesse collocare nell’acquario. È utile quindi procedere per gradi: per una settimana tenere solo il fondo, utilizzando magari terra e sabbie dei nostri fiumi; poi inserire la vegetazione, mantenendo sempre acceso il filtro; solo dopo un mese di preparazione immettere i pesci, in un’unica soluzione; fare questa operazione a più riprese altererebbe pericolosamente l’habitat. È importante prima creare un ambiente ideale, quindi popo-

Il personaggio

larlo. E se vogliamo quantificare la spesa, diremmo che con 100 euro si può iniziare.

Ma quanto tempo dedicate a questa vostra passione?

Semplice, tutto il nostro tempo libero!

INVOLTINI DI MELANZANE ALLA MEDITERRANEA INGREDIENTI PER 12 INVOLTINI 12 foglie Basilico 12 fette Melanzane Mozzarella di bufala cubetti 120 gr Olio di oliva extravergine 1 cucchiaio Olive nere denocciolate taggiasche 15 Origano facoltativo Pomodorini tagliati in 4 Sale q.b.

PREPARAZIONE Mondate le melanzane e ricavatene 12 fette dello spessore di circa ½ cm, che salerete leggermente e poggerete su di un tagliere reclinato o un colapasta a sgocciolare dall’acqua di vegetazione per circa 20-30 minuti.

Scaldate bene una bistecchiera e grigliate le fette di melanzane per 1-2 minuti per lato.

Mettete in una padella i pomodorini con un filo di olio e spadellateli 2 minuti aggiungete il sale, il pepe, l’origano; adagiate le fette grigliate su di un vassoio e cospargetele una ad una con la salsa di pomodorini condi-

CONSIGLIO Se volete come antipasto potete servirle anche fredde. Marinate le melanzane grigliate con un po’ di olio e aceto per 30 minuti e formate degli involtini con gli stessi ingredienti.

di Giuseppe Ceci

ti, le olive nere taggiasche , qualche cubetto di mozzarella e una foglia spezzettata di basilico.

Arrotolate le melanzane e formate un piccolo cilindro che andrete ad adagiare in una pirofila unta d’olio; proseguite così fino al termine degli ingredienti, adagiando ogni involtino uno vicino all’altro nella pirofila. Infornate in forno già caldo per circa 15 minuti, poi sfornate e servite guarnendo gli involtini con delle foglie di basilico fresco e irrorando con un filo di olio extravergine di oliva.

MA TI DIS SALÙP O SAUTAMARTÌN?

10 Parole Nos3

di Laura Abram

La cavalletta ha, in noneso, due nomi molto diversi che però rimandano allo stesso concetto di fondo: la capacità di saltare. C’è chi la definisce salùp, chi sautamartìn, ma entrambi, come del resto l’italiano “cavalletta”, alludono alla caratteristica principale di quest’insetto, che è appunto quella del muoversi a grandi salti.

L’italiano “cavalletta” risale etimologicamente alla stessa radice di “cavallo”, dal latino caballum, il cavallo da lavoro, molto diverso dall’equus, cavallo nobile e adatto ai condottieri, ai re e alle battaglie.

Il termine “cavalletta” è dunque una formazione italiana, creata probabilmente per analogia con i grandi salti che i cavalli sono in grado di compiere. È facile indovinare che anche sautamartìn/saltamartìn, termine diffuso in Trentino e anche in Lombardia, risalga come etimologia al verbo saltare, in latino salire, poi intensificato in saltare attraverso il supino saltum.

La forma salùp, invece, è decisamente meno trasparente, benché risalga anch’essa al latino salire (saltare) con l’aggiunta dei un ipotetico suffisso -uccus poi ridotto a -uch e infine a -up. Ciò che è davvero interessante notare è che questo termine, seppur con qualche lieve e normalissima variazione fonetica, è presente in

tutta l’area linguistica di derivazione ladina; si attestano, infatti, il friulano sajùp, il fassano such, il gardenese saióch, il badiotto saiòch, il grigionese salép.

E adesso, saltando un po’di palo in frasca, visto che di saltare si è parlato fino ad ora, facciamo una breve riflessione su altri due termini che spesso in dialetto vengono usati impropriamente, perché non se ne conosce l’origine. La resina, come si chiama in dialetto?

Facile: la rasa. E allora el largià/larghjà, detto talvolta erroneamente anche argià senza la L, che cos’è? Il largià si chiama in italiano trementina veneta e corrisponde alla resina liquida estratta per incisone dalle piante di larice.

Ecco quindi spiegato il motivo del suo nome dialettale, che significa qualcosa come “laricato” ossia derivato dal larice. Anche questo termine è tipico ed esclusivo delle zone di derivazione o influsso ladino.

Infine un ultimo salto nella lingua: e l’aca rasa allora?

L’acqua ragia è un solvente che può avere varie basi, tra le quali la distillazione della trementina o comunque della resina delle conifere.

Per questo ha ottenuto il nome acqua di ragia o acquaragia, perché alla base della sua creazione c’è proprio la resina, detta anticamente ragia, detta in dialetto rasa.

Una parola vi incuriosisce? Scrivete a redazione@nosmagazine.it

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ANAUNIA. STORIE E MEMORIE DI UNA VALLE A cura di Alessandro de Bertolini

Fondazione museo storico del Trentino 2018 - pp. 446

64 Il libro

Il libro ripercorre i lavori svolti nell’ambito del progetto del Portale della storia della Valle di Non promosso dalla Fondazione Museo storico del Trentino e dalla Comunità della Valle di Non con il sostegno della Provincia autonoma di Trento tra il 2007 e il 2014.

Il periodo preso in considerazione per svolgere la lunga e complessa ricerca di carattere storico riguarda soprattutto l’Ottocento e il Novecento. Gli eventi, però, vengono analizzati non secondo un ordine cronologico ma piuttosto attraverso degli argomenti specifici, individuando come filo conduttore le trasformazioni del paesaggio e dell’ambiente. La diga di Santa Giustina, la trasformazione dei paesaggi agrari, la nascita e lo sviluppo del turismo, il potenziamento delle vie di comunicazione, il passaggio degli eserciti in Valle di Non e la storia dell’emigrazione hanno impresso segni indelebili al territorio d’Ananunia e l’hanno reso ciò che è ora, per cui vale la pena ricordarli. Il materiale per questo libro è stato raccolto grazie alla collaborazione della popolazione e soprattutto degli anziani, ed è stato assemblato da diversi autori (a.r.).

PLASTIC FREE

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Salute e benessere

Lo chiamano il paradiso del km zero e del plastic-free. Un supermercato con zero (o quasi) confezioni di plastica, tanto o quasi tutto sfuso e praticamente tutto in arrivo da allevatori e produttori di zona.

A Ossana, in Val di Sole, nasce l’esempio di un bella realtà commerciale che ha come obiettivo il basso impatto ambientale. L’autrice di questa avventura è Patrizia Pedergnana, giovane che possiamo definire un’imprenditrice ambientale, con un obiettivo ben saldo in mente: creare un agrodistretto biologico.

Per realizzarlo si è aggiudicata il bando del Comune di Ossana che le ha assegnato un immobile per realizzare un supermarket a basso impatto ambientale. E Patrizia ha messo in pratica i rigidi vincoli del bando e raggiunto l’obiettivo.

Gli unici recipienti ammessi sono in vetro, almeno il 70% dei prodotti secchi non può essere confezionato in imballaggi di plastica o altro materiale, per i liquidi (olio, vino e altre bevande) si sale al 90%. Per assicurare una riduzione delle emissioni e sostenere l’economia locale, per il 75% la produzione/trasformazione dei prodotti deve avvenire entro

e non oltre 110 chilometri dal punto vendita. Gli alimenti da banco frigo devono essere sfusi almeno per il 90% e, per almeno l’80%, provenire al massimo da 40 km. Per trasportare la spesa poi tutti i contenitori dovranno essere realizzati in carta, stoffa o altro tessuto riutilizzabile.

Insomma, un modello virtuoso che speriamo possa essere replicato. Questo supermercato rappresenta infatti una tappa nel percorso intrapreso dal Comune di Ossana verso il taglio, verso l’annullamento, di spreco, inquinamento ed emissioni.

E un bell’esempio da mostrare alla Gdo, all’industria alimentare e a tutti i consumatori ancora scettici che è possibile vivere senza plastica, in modo sostenibile e slow.

Noi incrociamo le dita perché questo progetto esploda anche al di fuori del piccolo centro trentino e prenda piede in ogni angolo d’Italia. Il risultato, d’altronde, dipende anche da noi consumatori.

IL POTERE DELLA MUSICA

Ho sempre pensato che la musica fosse uno strumento potentissimo e da poco ne ho avuto ulteriore conferma. La musica fissa i momenti, riunisce i popoli e scalda i cuori. È un grande connettore, da sempre caratterizza le etnie e ne arricchisce le tra-

66 Una psicologa per amica

dizioni. È un grande strumento, che può essere usato per esempio per avvicinarsi ai giovani, i quali ne sono particolarmente ghiotti e spesso la usano per comunicare. La musica distrae la mente da stress e vita caotica e ti permette di viaggiare con la fantasia per esplorare mondi metaforicamente lontani. Oltre tutte queste funzioni, la musica, ha anche il pregio di calmare e rilassare oltre che rimanere impressa nelle menti delle persone. A proposito di questo e del potere della musica, sto per raccontarvi una storia semplice, le cui parole chiave sono i giovani, il tempo, le relazioni e l’amore, inteso nel suo più grande significato. L’autunno

di Elisa Rita Gelsomino

scorso, a seguito di un progetto che porto avanti all’interno della casa per anziani Stella Montis, ho avuto la fortuna di essere affiancata per alcuni pomeriggi, da un gruppo di giovani, i quali venivano a “curiosare” durante le attività di animazione con gli anziani. Una di queste attività consisteva nell’ascolto di vari tipi di musica, dove si poteva, volendo, anche cantare. Sono passati alcuni mesi da questo percorso e qualche giorno fa ho ricevuto un messaggio che diceva questo: “Buongiorno Elisa come stai? Devo raccontarti un fatto che mi è accaduto. Settimana scorsa un anziano signore affetto da Alzheimer si è allontanato da

67 casa perdendosi nel bosco. Con il gruppo dei vigili del fuoco siamo stati chiamati per cercarlo. Mancava da casa dalle due del pomeriggio, destando non poca preoccupazione. La sera verso le dieci e trenta sono stata proprio io a trovarlo nel bosco.

Era seduto su un tronco ed essendo sola, volevo trattenerlo e rassicurarlo in attesa dei soccorsi.

Mentre aspettavamo mi sono seduta lì accanto a lui. La prima cosa da fare, che mi è venuta in mente, è stata raccontargli una storia, ma non parlava e sentivo che era un pochino agitato. Allora ho pensato a quei pomeriggi con te e ho iniziato a cantare. Dopo qualche istante ho visto subito che si è rilassato, cambiando addirittura la sua postura e magicamente ha iniziato a cantare insieme a me. È stato il modo che mi è venuto in mente per farlo rilassare, è così ci siamo tranquillizzati entrambi, riuscendo a superare quei lunghi minuti. Il giorno dopo mi sono proprio detta che stare con te quei lunedì, quando cantavamo insieme con quei nonnini smemorati, mi è proprio servito. Cantavano sempre, poi ieri ho capito, cantare è servito anche a me, ero felice di averlo trovato ma nello stesso tempo avevo paura e agitazione. A pensarci, appena l’ho visto e sono andata per soccorrerlo, si capiva che era sulla difensiva, aveva le gambe piegate verso il petto, secondo me era una posizione di protezione. Poco dopo che ho iniziato a cantare a disteso le gambe e le ha incrociate. Io li ho capito che si stava rilassando. All’inizio ho avu-

Una psicologa per amica

to paura ma in quel momento ho reagito e colto tutto quello che lui poteva darmi, anche con i suoi silenzi. Spesso il nostro corpo parla di più che le nostre parole e penso che ci siamo aiutati e incoraggiati a vicenda nel vivere questa esperienza, in un modo o nell’altro abbiamo visto una fatica, ognuno a suo modo, ma l’abbiamo superata con lo stesso strumento. È stato bello, grazie.”

Non credo di dover aggiungere molto al racconto della mia giovane amica, sono molto orgogliosa e la ringrazio per aver condiviso con me questa esperienza meravigliosa e anche perché mi concede anonimamente di condividerla con voi.

Sembra sempre che tutto debba risuonare tanto per essere considerato come qualcosa che vale, questa è la dimostrazione lampante che i piccoli gesti fanno la differenza, i piccoli gesti ci rendono umani, umani buoni e capaci di esserci per gli altri senza pretese. È vero il potere della musica, ma soprattutto il potere delle persone, anche del caro signore, che nella sua modalità, ha reso coraggiosa la dolce soccorritrice.