LUGLIO_NEAPOLIS_VIAGGI_VACANZE

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INTERVISTA A LUIGI SCARANGELLA VOCE DEL GRUPPO MUSICALE “LE MANI”

Notizie dai Municipi

Via di Boccea: lascia o raddoppia? Aurelia la via della prostituzione Pio XI, una Piazza da rifare Parco del Pineto, tornano i vandali Mercato Capasso: Alemanno blocca l’inizio dei lavori Largo Quarani, inaugurato il parco giochi

Focus:

Vacanze

Viaggio in Transiberiana Gli Hotel più strani del Mondo Il turismo sessuale L’Europa in Interrail Gracon: crociere nello spazio Caldo, casa, costumi e...alimentazione, tutti i consigli per l’estate 2012


Piazza Pio XI n. 89-90


Editoriale

Claudio Napoli

Economista (Spec. Internazionale)

3 Luglio 2012

Viaggiare per scoprire come gira il mondo

Viaggiare non è solo un modo per visitare altri positivo negli altri che potrebbe aiutarci a vivere luoghi ma spesso rappresenta un’esperienza meglio? Le risposte sarebbero tante ed ovvie ma dalla quale si torna cambiati per sempre. di fondo si può osservare che l’Italia è un paese che guarda al suo interno, troppo impegnato e Un esempio per tutti sono gli studenti che par- distratto a sopraffare e a soddisfare istinti ed tono per il Progetto Erasmus cofinanziato dal- emotività a scapito di razionalità ed organizzal’Unione europea dove oltre che studiare zione di cui ci sarebbe così tanto bisogno senza all’estero vedono come funziona la vita in altri levare nulla al bisogno di creatività ed umanità paesi. La maggior parte delle volte tornano chie- che ci caratterizza. Di fondo la classe politica ed dendosi mille interrogativi. Sono soprattutto i economica di questo paese è restia a sviluppare servizi carenti nel nostro paese e ben sviluppati servizi ed imprenditoria in quanto preferisce reall’estero a fare la differenza. Inoltre, si rendono gole di facciata che nascondono sofisticati oliconto che nel nord Europa predomina una cultura gopoli. Altro che capitalismo americano, il nostro orientata al pragmatismo e non fiumi di parole. è più uno “spaghetti system”. Ne è una prova la burocrazia che come diceva mia nonna “isola il cittadino di buona volontà dal Speriamo che le vacanze portino consiglio. fare”. Alla base c’è una concezione diversa del Riposiamoci, divertiamoci e riflettiamo per ricittadino che in Italia è considerato suddito al partire da settembre più carichi di prima, conquale fare concessioni, mentre nei paesi nordici sapevoli che una nuova stagione è in arrivo. Nel frattempo, vi ringrazio per il sostegno e vi auè semplice titolare di diritti e di doveri. guro....BUONA LETTURA E BUONE VACANZE Perché in Italia non cambia mai nulla? DA TUTTA LA REDAZIONE!!! Perché non riusciamo a prendere ciò che vi è di

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LA RIVISTA Néa POLIS


SOMMARIO

Luglio/Agosto 2012, anno III

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www.neapolisroma.it Editoriale

ROMA REDAZIONE Editore: Claudio Napoli Direttore Responsabile Elio Tomassetti Direttore Commerciale Carlo Famiglietti Comitato scientifico: Edy Viola, F. Napoli

Grafico: Daniele Palone daniele-palone@alice.it Advertising & Marketing: Francesco Zanca Collaboratori:

Francesco Grasselli, Alessandro Ranieri, Laura Napoli, Valeria Pucci, Valerio Pelliccia, Viviana Vannucci, Federico Monti, Lorenzo Sigillò, Paolo Migotto, Giorgio Zussini, Laura Andina, Vanessa Pinato, Daniele Palone, Valentina Sanzone

Salvo accordi scritti, la collaborazione con il mensile Nea Polis Roma è da considerarsi a titolo gratuito Foto ed Immagini sono tratte dal web. L’editore ha cercato di rintracciare gli aventi diritto ai crediti fotografici non specificati ed è a disposizione per chiarimenti.

Tipografia: G. De Vecchi Pieralice, 20 00167 Roma Registrazione Tribunale di Roma: n. 360/2010 del 17 settembre 2010 N° iscrizione ROC: 20384 Sede Operativa: via G.Funaioli, 54

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redazione@neapolisroma.it Nel prossimo numero 30 dove trovo la rivista 30

FOCUS

Viaggio & Vacanze

Viaggiare per scoprire come La colonia estiva gira il mondo .3

Roma Notizie

Gregorio VII - Prati- Boccea V.Aurelia-Casalotti-M.Spaccato Via Boccea: lascia o raddoppia?. Ritardi e promesse .6 Aurelia, la via della prostituzione .7 Parco del Pineto: atti vandalici sulla’area fitness I .7 Piazza Pio XI, una piazza da rifare .8 Continua la protesta dei lavoratori dell’IDI-San Carlo .9 Servizi pubblici: i disservizi cominciano già dai concorsi .10 L’antipolitica, chi è? .11

Monteverde-Bravetta-PisanaMalagrotta-Portaportese

Mercato Capasso: Alemanno blocca l’inizio dei lavori . 12 Largo Quarani, inaugurato il parco giochi, ma tanti ancora i problemi da risolvere .13 Italiani Liberi e Forti: un partito davvero nuovo .14 L’ESM: stabilità o sovranità? .15

NON BUTTARMI, REGALAMI O RIPORTAMI

Viaggio in Transiberiana

.16

.16

Gli Hotel più strani del Mondo .17 Il viaggio di Maddalena in

Provenza tra storia e leggenda.17 Il rapimento alieno

Il turismo sessuale

.18

.19

Gragon: crociere nello spazio .20 Il Grand Tour verso il futuro .

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Viaggiare con il carpooling

.22

Il progetto Erasmus Solar World, l’auto solare

.23 .23

L’Europa in Interrail

Salute & Bellezza

.22

Caldo, Costumi, Casa ed alimentazione. Tutti i consigli .24 Che costume mettere in valigia?25 Javea, l’isola della pace .25

Società & Relazioni

Le vacanze al tempo della crisi .26 Spiaggia, mare e bocciature .27

nea cultura/nea cinema

Il Mulino di Amleto Il digitale insostenibile

nea musica

Intervista a Luigi Scarangella, voce del celebre gruppo “Le Mani”


Notizie da Roma Capitale Luglio 2012

Municipio 18

Via boccea: lascia o raddoppia?

Ennesimi ritardi, ennesime promesse

La storia dei lavori per il raddoppio della Via Boccea da via Mingazzini al bivio con via di Selva Candida sembra essere veramente infinita: il 18 giugno scadeva il termine per la presentazione dei ricorsi da parte delle società che avevano presentato offerta per l’appalto dei lavori e non se lo erano aggiudicato, pochi giorni prima è arrivato il ricorso della società seconda classificata, e tutto pare essere di nuovo fermo, nonostante rassicurazioni di esponenti della maggioranza.

Il 4 luglio 2012 il TAR dovrebbe decidere sulla richiesta di sospensiva del provvedimento di aggiudicazione dell’appalto, se dovesse accordarla i lavori non potrebbero partire per mesi, in attesa dell’instaurazione del giudizio di merito. E dire che sembrava fatta: dopo l’ennesimo annuncio, dopo le questioni sugli espropri e quelle sul superamento del patto di stabilità, ecco che arriva il ricorso, è qualcuno che ci prova, oppure la gara è stata impostata e gestita male e ciò ha dato adito al ricorso? I soldi per realizzare l’opera ci sono ancora? Tutte domande da rivolgere all’amministrazione co-

munale, ammesso che sia possibile una risposta. I cittadini di Casalotti, ma anche quelli di Selva Candida, Selva Nera, e zone limitrofe, non ne possono più di aspettare e di continuare a passare ore, mesi, anni, immezzo al traffico e nello smog. Certo tutti in queste zone si ricordano le promesse elettorali che ancora una volta sono state disattese e molti si chiedono come la maggioranza di centro destra pensa di ripresentarsi in periferia quando ormai il grado di fiducia dei cittadini è sceso sotto zero. Quando invece le cose si vogliano fare tutto fila liscio. Infatti, continuano spediti i lavori per il megadistributore sulla Boccea prima del bivio per via di Casalotti, quando gli interessi sono privati non ci sono mai intoppi e tutto procede bene, speriamo l’opera sia compatibile con l’allargamento della strada. Ormai da qualche mese si è pure notato che è stato ripulito il terreno “ex-smorzo” di via Boccea dopo l’incrocio con via di Casalotti. Anche qui vogliamo sperare che il lavoro sia stato fatto anche per l’allargamento della strada, e non solo per le solite palazzine o un parcheggio. Alessandro Ranieri

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Roma Notizie: Gregorio VII - Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato www.neapolisroma.it

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Aurelia, la via della prostituzione

Dopo un iniziale effetto positivo delle varie ordinanze antiprostituzione, emesse all’atto dell’insediamento della nuova giunta capitolina, sono ormai anni che il fenomeno non conosce sosta, né arretramento, e man mano le prostitute hanno rifatto la loro comparsa sulle strade di Roma, spingendosi sempre più all’interno della città. In alcune zone di Roma, in particolare sulla via Aurelia, ma anche sulla Salaria, sulla Colombo, all’Esquilino, a Prati Fiscali, alcuni tratti di strada sono oggetto di vera e propria compravendita: una cifra una tantum e un pizzo giornaliero, gli operatori di questo vero e proprio schiavismo sono principalmente rumeni e le ritorsioni per chi sgarra sono immaginabili. Di questo passo, man mano il mestiere più antico arriverà ai piedi di San Pietro. Difatti in questa situazione non c'è nulla di folcloristico, e il fastidio che si può provare nel dovere assistere alla compravendita delle prestazioni è nulla se si pensa alla situazione di queste donne, sottoposte a una vera e propria deportazione, e riduzione in schiavitù, con una logica di sfruttamento, o peggio, di mercificazione, che rappresenta una vera e propria violazione della dignità umana e dei diritti fondamentali. Il vero problema è proprio questo, non contrastare il fenomeno significa incrementare sempre di più la violazione di diritti umani fondamentali e alimentare questa tratta di esseri umani, per lo più costretti a prostituirsi con minacce e inganni. A questo proposito ricordiamo le roboanti campagne

elettorali del centro destra, anche del XVIII Municipio, che facendo leva sulle paure e sul senso di insicurezza dei romani, hanno raccolto molti consensi elettorali, salvo poi essere inefficaci di gestire questo fenomeno, che dopo un primo effetto di contenimento dovuto alle severe ordinanze antiprostituzione, che colpiscono pure i clienti, è ripreso più di prima, per carenza di controlli e di sanzioni.Come risolvere il problema? Dato che il fenomeno non è eliminabile proporre con la riapertura delle case chiuse, tramite le quali sarebbe possibile raggiungere diversi obiettivi: igiene e tutela della salute, sicurezza, decoro pubblico e sicuramente anche un introito per lo Stato, dal momento che sarebbe possibile fare pagare le tasse alle prostitute e nel contempo sottrarle alla criminalità. Alessandro Ranieri a.ranieri@neapolisroma.it

A distanza di meno di mese dalla manutenzione straordinaria, la bella palestra all’aperto nel parco su via Pineta Sacchetti, subisce un nuovo atto vandalico. Alcune settimane fa il Municipio XVIII di Roma, sollecitato da molti cittadini, era intervenuto, attraverso l’azienda Macagi che è titolare costruttrice degli attrezzi ginnici, alla riparazione dei vari macchinari. La maggioranza degli stessi era completamente inutilizzabile a seguito di numerosi atti vandalici che si sono perpetrati da quando è avvenuta la loro istallazione nel marzo del 2010 all’interno del parco del pineto. Purtroppo dobbiamo constatare come già 2 attrezzi siano stati distrutti e parte della rimanente recinzione (che non è mai stata riparata) sia stata divelta. A questo punto ci si chiede come mai la bella iniziativa non venga difesa attraverso una vera recinzione piuttosto che con dei cartelli dissuasori o, meglio, attraverso la sorveglianza che, in sinergia, potrebbero fare varie associazioni dei cittadini già presenti nel parco, nella biblioteca comunale adiacente, e nel quartiere. Da parte sua il Comune non ha mai provveduto a recintare completamente questo parco che, specie nelle ore

notturne, rimane alla mercè di chiunque, malintezionati inclusi. Difatti negli ultimi mesi il comune è intervenuto più volte a sgomberare insediamenti abusivi all’interno del parco. Si spera che, anche attraverso questo contributo, l’amministrazione si attivi per la tutela di questa bella iniziativa. Cristian Compagnoni

Parco del Pineto: nuovi atti vandalici sull’area fitness


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Pio XI, una piazza da rifare

Sono passati molti anni da quando lo sviluppo di Roma ha portato il suo centro a lambire il nostro Municipio ed in particolare Piazza Pio XI. Roma cresce, il centro si allarga e con esso zone semi-periferiche diventano centrali ed acquistano importanza, ma Piazza Pio XI rimane la stessa. Perché? Infatti, residenti e commercianti lamentano da anni il totale disinteresse da parte delle Istituzionali Locali verso la piazza più grande ed importante del nostro Municipio, crocevia di strade importanti come via Gregorio VII, via Leone XIII, via Anastasio II, il Vaticano/Prati e l’Aurelia ma che negli ultimi anni non ha ricevuto un euro per rinnovarsi. Ed i risultati si vedono in quanto il degrado dei marciapiedi, le buche, il caos ed il disordine complessivo sono sotto gli occhi di tutti. Ma i problemi non riguardano solo l’assenza d’interventi ed investimenti di riqualificazione della Piazza ma anche una viabilità assolutamente irrazionale che costringe gli automobilisti a percorre distanze rilevanti e trafficate per raggiungere, ad esempio, la Gregorio VII partendo da via Anastasio II. In quest’ultimo caso occorre arrivare a Piazza Carpegna per poi svoltare ed immettersi nuovamente su Piazza Pio XI e quindi proseguire sulla Gregorio VII. Aiuto! Pochi giorni fa, si è aperta una voraggine su via Leone XIII proprio all’altezza di Pio XI. Sono stati giorni di delirio dove i residenti si sono sentiti in ostaggio. Dopo alcune settimane, i lavori per chiudere la “buca” sono ancora in corso. Perché tempi cosi lunghi per fare qualsiasi cosa? La situazione attuale è ormai insostenibile se si considera che il flusso veicolare è aumentato notevolmente determinando negli ultimi anni in Piazza PIO XI una centralità che però non è stata oggetto di un “ripensamento del traffico” ne tantomeno oggetto di riqualifica ed investimenti. In altre parole, traffico e centralità aumentano ma Piazza Pio XI rimane la stessa. Sono gli stessi commer-

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di Laura Napoli

cianti a lamentarsi, soprattutto quelli sulla Gregorio XVII e a chiedere investimenti per riqualificare ad esempio i marciapiedi al fine di rendere più accessibile e vivibile lo shopping locale e favorire una maggiore vita di quartiere. Nonostante la zona goda di una situazione sociale migliore rispetto ad altre aree del Municipio, il livello di decoro pubblico (buche, strade dissestate, sporcizia, disordine, degrado, cartelloni selvaggi, rumore, ecc) è assai scadente rispetto alle attese (marciapiedi, aree verdi, zone commerciali, ecc).

La presente rivista ritiene fondati i malesseri che vivono i residenti ed i commercianti della zona e pertanto si adopererà segnalando al Municipio e Comune situazioni di degrado e malessere e vigilando affinché le opere vengano realizzare davvero e non tanto per fare qualcosa, come è avvenuto per il rifacimento delle strisce pedonali in via Anastasio II a ridosso di Piazza Pio XI, dove nonostante l’intervento (sono stati spesi dei soldi inutilmente!) e trascorsi pochi mesi le strisce sono notevolmente sbiadite e si è tornati alla situazione precedente di incuria e degrado. Le strisce andranno rifatte e non saranno sicuramente a costo zero, perché si sprecano in questo modi i soldi pubblici?

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Continua la protesta dei lavoratori del San Carlo-IDI

La crisi delle strutture ospedaliere romane non sembra avere fine: e anche il quadrante di Roma Nord non viene risparmiato, ricordiamo le proteste al Gemelli, per il mancato rinnovo del contratto integrativo, oppure l’ospedale San Carlo-IDI, dove i lavoratori vivono una situazione di disagio da diverso tempo. Infatti ricordiamo la manifestazione dello scorso anno, quando i lavoratori sono scesi in piazza per protestare contro la mancata corresponsione dello stipendio di novembre, poi pagato in ritardo insieme alla tredicesima, sembrava che tutto fosse tornato a posto, ma non era così, in quanto i ritardi si sono ripetuti, e quindi lo scorso 5 giugno è stato necessario reiterare la protesta. La manifestazione, partita dall’Ospedale S. Carlo e terminata davanti all’IDI in via Monti di Creta, ha visto la partecipazione dei cittadini e delle istituzioni, con il cons. provinciale Filisio che, insieme al coordinatore municipale del PD Mancinelli hanno evidenziato anche difetti di trasparenza nel bilancio. E in effetti, sembra esserci qualcosa che non va, oltre ai ritardi nei pagamenti da parte della Regione Lazio e ai contenziosi con la stessa, se un consigliere dell’istituto è addirittura indagato per appropriazione indebita, e la Guardia di Finanza ha anche sequestrato dei documenti. Ma anche a non voler considerare questi aspetti, è comunque necessario ad-

divenire a un piano di razionalizzazione della spesa, e di riduzione di sprechi, che possa portare al risanamento della struttura, come anche evidenziato dai sindacati di categoria. In realtà i lavoratori, lo scorso anno come ora, non hanno manifestato solo contro i ritardi nella corresponsione degli stipendi, ma anche per affermare la propria dignità, per la salvaguardia dell’occupazione e di livelli minimi di assistenza a favore dei cittadini, il tutto messo in forte pericolo dagli sprechi, dalle politiche di tagli di spesa e di ridimensionamento che vanno sempre ad incidere proprio sui più deboli. Alessandro Ranieri a.ranieri@neapolisroma.it www.neapolisroma.it


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Roma Notizie: Gregorio VII - Boccea - Valle Aurelia - Casalotti - Montespaccato

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Servizi pubblici: i disservizi cominciano già dai concorsi Il caso: concorso per 855 posti all’agenzia delle entrate

L’8 giugno si sono tenute, presso la Fiera di Roma in via Portuense, 1645, le prove preselettive del concorso per 855 posti di funzionario tributario all’Agenzia delle Entrate, che hanno visto la partecipazione di circa 8.000 candidati solo per la Regione Lazio, per cui erano previsti 100 posti. Le selezioni, inizialmente messe in calendario presso l’Ergife, sono state in gran parte dirottate verso questa struttura, a seguito dell’ordinanza del sindaco che ha disposto che i concorsi con un numero di candidati superiore a 3000 debbano svolgersi fuori dal raccordo anulare: ordinanza emessa sull’onda delle polemiche che sono seguite al concorso per l’abilitazione alla professione di medico, che ha paralizzato parte della città per diverse ore. Senonchè il TAR ha sospeso tale ordinanza e ora il Comune si trova a dover fronteggiare cause e richieste di risarcimento danni dall’Ergife, la sede principe dei concorsi da decenni, che si è trovata a vedere notevolmente diminuito il proprio giro di affari legato ai concorsi, inoltre si profilerebbe un conflitto di interessi dovuto al fatto che il Comune è azionista dell’Ente Fiera, le cui strutture sono le uniche che possono rispettare le disposizioni dell’ordinanza. Al di là delle considerazioni generali, si può dire che nemmeno la previsione dello svolgimento dei concorsi su base regionale è sufficiente ad evitare questi concorsoni con migliaia di aspiranti provenienti da tutta Italia, con tour de force per i candidati e disagi per la città. Infatti, anche nel caso del concorso dell’Agenzia delle Entrate, organizzato su base regionale, abbiamo visto la partecipazione di folle oceaniche, con file bibliche anche per prendere un caffè e ritardi clamorosi, dato che è stata richiesta la presenza alle ore 8,30, poi differita alle 10,00, salvo poi iniziare le prove alle 14,00 circa.

Quanto al traffico, il caos è stato solo spostato da via Aurelia ai pressi della Roma-Fiumicino, del raccordo anulare e delle zone limitrofe alla Fiera di Roma, e quindi si è risolto poco, e per fortuna molti hanno pensato di utilizzare i mezzi pubblici, presi letteralmente d’assalto. Ma altre considerazioni urgono, a margine dell’evento del concorsone: la struttura della Fiera di Roma appare moderna e immensa, ma presenta ancora problemi di integrazione con il territorio, e così pure l’edificio Da Vinci costruito lì vicino, che appare sottoutilizzato, e pure la ferrovia appare di difficile accessibilità e lontana, soprattutto ai padiglioni del lato Est. A questo punto ci si chiede seriamente se era il caso di sfregiare ulteriormente l’agro romano, bene oramai prezioso, per edificare le ennesime cattedrali nel deserto, tanto più che la vecchia Fiera di Roma è un altro deserto, e poteva ancora svolgere la sua funzione, forse meglio della nuova, dato che è situata all’interno della Città. E poi, parallelamente alla distruzione del territorio e della natura, assistiamo al progressivo diminuire delle speranze di un futuro per i nostri giovani, che si riversano oramai in massa sui concorsi pubblici - peraltro sempre meno numerosi, dati i tagli di spesa - dato che le iniziative imprenditoriali e di lavoro autonomo vengono sempre più mortificate e stroncate dal protezionismo delle caste professionali, dalla burocrazia sempre più opprimente, a dispetto delle semplificazioni che sono servite solo a complicare di più, e da una tassazione unica al mondo. Alessandro Ranieri a.ranieri68@neapolisroma.it


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Roma Notizie: riflessioni

L'antipolitica, chi é?

"In questi tempi bisogna far attenzione ai demagoghi di turno..." "Non c'é stato nessun boom" (riferito al risultato di Grillo nelle elezioni amministrative) ..."Il web non é il luogo adatto per le decisioni politiche, per questo servono ancora i partiti..." Queste frasi sono state pronunciate recentemente dalla stessa persona: Re Giorgio Napolitano. Prese singolarmente non suonano male (c'é un fondo di verità in ognuna di esse) ma se contestualizzate e rivolte verso lo stesso obiettivo qualcosa comincia a stridere.

Sopratutto emerge il contrasto con quello che dovrebbe essere il ruolo del Capo dello Stato della Repubblica italiana, figura “super partes” che mai nella storia ha espresso giudizi così mirati nei confronti di un singolo personaggio o movimento appena nato. Sia chiaro, Grillo puó non piacere, alcune sue uscite sono da brividi lungo la schiena ("la mafia non strangola", "lo ius soli é una questione di poco conto") ma ha fondato un movimento, il 5 Stelle, che é una speranza. Non fosse altro per il punto di rottura che segna con il passato. Lo stesso decadente passato che solo qualche mese fa ha rischiato di sommergerci e che Re Giorgio vuole a tutti i costi difendere, inveendo contro chi, almeno a parole, vorrebbe smantellare quel che resta della partitocrazia post-tangentopoli.

La parola antipolitica (di questi tempi urlata e sussurrata in continuazione) non puó essere certo accostata al comico di Genova e al suo movimento che vanta sindaci, assessori e consiglieri democraticamente eletti; semmai la parola giusta é anti-partiti. Perché a rappresentare perfettamente il contrario della politica (intesa come amministrazione della cosa pubblica) bastano già da soli i partiti. Dalla loro affermazione nel secondo dopoguerra non hanno pensato che al raggiungimento dei propri interessi, al saccheggio del finanziamento pubblico, alla spartizione e al controllo di ogni settore vitale dello stato e della società. Il tutto condito col più totale disinteresse del bene comune e delle generazioni future.

11 di Valerio Pelliccia

La chiamata della tecnica a guida Monti non rappresenta il fallimento della politica in generale ma quello inesorabile dei partiti, travolti una settimana si e l'altra pure da ogni genere di scandalo e malaffare. A destra come a sinistra, inesorabilmente. Affermare che le decisioni importanti devono essere prese nei palazzi significa essere complici del disastro in cui versa oggi il nostro paese.

É nelle oscure stanze del potere e dei bottoni, che i corrotti si stringono mani, si scambiano favori e protezioni, tangenti e poltrone, al riparo dalla luce del sole e da ogni logica partecipativa di democrazia. Al contrario sul web il confronto non solo é possibile ma aperto a tutti e animato per lo più da giovani, di cui il paese ha un disperato bisogno. Proprio su questo punto Napolitano esita, mostrando il suo limite: la mancanza di coraggio e di rinnovamento.

La sua é una difesa disperata della gerontocrazia all' italiana ovvero di una classe politica vecchia e logora che con i suoi rituali da preistoria ci tiene impantanati nella melma. Invece di proporre una figura giovane alla guida del paese ha chiamato una equipe di tecnici, non estranei ai poteri forti e con un un' età media di 63 anni (maggiore di quella del parlamento) che alla creatività e al coraggio di innovare ha preferito la spietatezza dei freddi numeri. Di fronte a coloro che hanno perso il lavoro, ai precari, agli esodati, alle famiglie che non arrivano a fine mese e ai continui suicidi ci si aspetterebbe un po’ di umanità e invece neanche una finta comprensione; stessa sorte all'equità, una delle tre parole d'ordine con cui Super Mario si é presentato e sistematicamente disattesa.

Se la cura alla crisi continuerà a reggersi sull'austerità, sull'aumento della pressione fiscale (che attenzione, solo gli onesti subiscono) e su una spettacolare quanto inefficace lotta all'evasione (stile Cortina), la luce in fondo al tunnel diventerà come la linea dell'orizzonte: irraggiungibile. E a quel punto neanche il più sordo tra i politici potrà ignorare il "boom!".


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Roma Notizie: Portaportese-Monteverde-Bravetta-Pisana-Massimina

Mercato Capasso: Alemanno blocca l’inizio dei lavori di Valerio Pelliccia

Si è tenuto nella serata del 20 giugno il presidio a Largo dei Capasso per dire sì alla realizzazione del mercato coperto e no alla speculazione

Nonostante il benestare dell’ufficio tecnico e lo stanziamento del milione di euro per i 26 banchi coperti, i lavori ancora non sono partiti. Secondo Alemanno, la cifra raggiunta non sarebbe sufficiente a coprire le spese. Posizione discutibile visto che con la stessa somma è stato realizzato con successo il mercato coperto di piazza Pelletier. Il resto del finanziamento, sempre secondo il Sindaco di centro destra, dovrebbe quindi metterlo un privato. In cambio avrà il diritto di realizzare una palazzina (a scopo abitativo o commerciale?) che andrà a cementificare l’ultimo pezzo di Valle Dei Casali e di verde rimasto in quella zona. L’ennesima speculazione in una zona che non lo merita davvero. I cittadini di Bravetta-Pisana, le associazioni di quartiere e il Partito Democratico sono scesi in piazza chiedendo l’immediato stanziamento del milione di euro per una

sistemazione più dignitosa dei banchi che, ora in via dei Gonzaga, aspettano da anni uno spazio definitivo a Capasso. Davanti ad un pubblico non troppo numeroso, hanno preso la parola l’assessore Rossi, Toti Biondo, presidente dell’ass. Area Centro Democratico-“Mario Di Carlo” e Roberto Sgammini, segretario politico del PD Pisana-Bravetta. Hanno tutti precisato l’inutilità della palazzina e la denuncia della delibera capitolina che prevede la cementificazione selvaggia di oltre 2.380 ettari di città, in barba al Piano Regolatore. Ma questo è un altro tema, sul quale si discuterà molto nell’estate e da settembre. Per ultimo ha concluso gli interventi Elio Tomassetti che ha ricordato la raccolta fondi per la ricostruzione di una scuola nel comune di Camposanto duramente colpito dal terremoto nell’Emilia. Per il momento attendiamo fiduciosi che le proteste dei cittadini, dei commercianti e del Pd locale supportate dal Municipio XVI facciano desistere il Comune. Tra l’altro il Municipio ha espresso parere negativo lo scorso 3 aprile al project financing con un atto di consiglio, ribadendo che Bravetta e Pisana meritano, dopo

Roberto J. Garcia Psicologo, Psicoterapeuta e mediatore familiare ADULTI, COPPIA, FAMIGLIA, CONSULENZE CLINICHE E SUPERVISIONI PROFESSIONALI ROMA-SULMONA-PESCARA

Viale Angelico 279 – 00195 Roma Cell. 3393265355 / e-mail: garcia.r@libero.it


Roma Notizie: Portaportese-Monteverde-Bravetta-Pisana-Massimina

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Largo Quaroni: inaugurato il parco giochi, ma tanti ancora di Elio Tomassetti i problemi da risolvere…

L’autobus e la palestra: da anni si parla bini. Non a caso, su spinta del Municipio e dei cittadini, si sta realizzando anche un asilo nido che il Dipartimento di soluzioni mai messe in pratica

Lo scorso 11 giugno, alle ore 17, sono stati inaugurati i giochi per bambini a Largo Quaroni. L’opera, finanziata dalla Provincia di Roma, rientra nel progetto “100 parchi gioco per bambini”. Ovvero la Provincia si è impegnata a rendere un po’ più vivibili e a misura d’uomo, con queste semplici ma importanti opere, i quartieri di Roma e degli altri 120 Comuni del territorio amministrato. Nel Municipio XVI già ne sono stati inaugurati altri due all’interno di Villa Pamphilj.

Presenti all’inaugurazione il Presidente del Municipio Fabio Bellini, il Presidente del Consiglio Provinciale Pina Maturani, i cittadini e soprattutto tanti bambini, che hanno provveduto a tagliare il nastro inaugurale prima del tempo tanto era la voglia di invadere il loro nuovo spazio. A maggio, prima dell’installazione dei giochi, alcuni abitanti dei palazzi intorno avevano sollevato polemiche per il posizionamento delle giostre, che sono state ripartite in due gruppi, uno alla sinistra ed uno alla destra della grande piazza. E sicuramente è stata una buona idea (difficilmente criticabile) in un quartiere che è in crescita e che, essendo stato costruito da pochi anni, conta tra i suoi abitanti soprattutto giovani coppie e tanti, tanti bam-

XII ha già progettato. Ma cosa serve a questa nuova realtà per fare il definitiva salto di qualità? Sembra quasi di non stare a Roma ma in un paese: la grande piazza, palazzi non troppo alti, il bar, il presidio sanitario, tanti ragazzi che scorrazzano su e giù, in un ambiente sano e ben tenuto.

Ecco, la prima grande carenza è il bus. Da anni si parla di una navetta che colleghi la zona a Stazione Trastevere: un sogno che con una minima spesa potrebbe diventare realtà collegando non solo Largo Quaroni ma tutta Pisana direttamente con il centro. Poi dovrebbe essere tenuto meglio il verde delle aiuole e degli spazi antistanti la piazza, la cui cura spetterebbe all’Ufficio Giardini del Comune. Infine, grida vendetta la palestra costruita insieme alle palazzine per essere destinata a servizi pubblici previa assegnazione da parte del Comune. Sono passati anni, e l’amministrazione non ha ancora provveduto ad assegnarla. Ora la struttura sta andando in degrado e già necessiterebbe di una grande spesa per poter ripartire. Come si può lasciare uno spazio (già di proprietà pubblica) in rovina per una simile inadempienza? Continueremo a seguire, anche dopo l’estate, tutte queste problematiche.

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Roma Notizie: nuovi partiti

Italiani Liberi e Forti: un partito davvero nuovo

«La politica è per sé un bene: fare politica è un atto di amore per la collettività; tante volte può essere un dovere del cittadino». Questo l'insegnamento morale e politico di Don Luigi Sturzo al quale si ispira concretamente "Italiani Liberi e Forti": un nuovo atto d'amore verso la nostra Patria. Un atto d'amore concreto e incondizionato, nell'interesse del bene comune di tutti, totalmente avverso al tornaconto della politica di Palazzo. Troviamo sempre più drammatiche testimonianze di un'Italia delusa e tradita, colpita solo nelle sue fasce più deboli, senza mai intaccare quelle più potenti. Le caste, le lobbies, i cosìddetti "poteri forti". E così nasce l'antipolitica, imperversa il populismo, dilagano i falsi profeti fomentatori di odio antidemocratico. Mai come adesso appare doveroso riscoprire, invece, la vera politica, quella della tutela degli interessi di tutta la collettività, del dovere del cittadino, sì, ma anche del diritto a poter contare su istituzioni che si facciano realmente garanti delle necessità primarie di ogni individuo. Il diritto al lavoro, ad un'assistenza sanitaria, sociale e legale, che siano alla portata di tutti. La volontà di far sì che ogni italiano possa dare un futuro migliore a sé stesso e alla propria famiglia. Incolpare classi dirigenti politiche che per decenni hanno avvelenato e sfruttato il nostro Paese, sarebbe naturale e doveroso, ma inconcludente. Fare davvero politica significa proprio questo: distinguersi. E proporre, invece che accusare, costruire, invece che demolire. Altrimenti si rischierebbe di cavalcare solo la facile onda del dissenso popolare. "Italiani Liberi e Forti" vuol fare politica riaprendo il dia-

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logo tra i cittadini e le istituzioni, dando voce a tutta la società civile, per creare una sinergia democraticamente fattiva, tutta volta al miglioramento dell'intera società stessa. Un futuro che inizia già oggi, per un oggi che sia già domani. Nuove classi dirigenti provenienti da tutto il tessuto sociale, qualificate e soprattutto oneste. Uno statuto federale che mantiene un contatto costante e capillare con tutte le realtà locali, anche quelle più piccole. Un Codice Etico molto rigido che garantisce una vera trasparenza politico-economica. Un finanziamento privato e volontario, per non attingere più alle casse dello Stato. Equità, trasparenza, sviluppo e meritocrazia: le parole chiave del programma di questa nuova formazione politica, per una "battaglia" dei diritti civili democratica e fattiva. «Occorre una nuova generazione di cattolici impegnati in politica», ha detto Benedetto XVI. "Italiani Liberi e Forti" vuole interpretare al meglio questo invito del Santo Padre, chiamando a sé tutte le forze cattoliche e laiche del nostro Paese che si riconoscono nei sentimenti cristiani di operoso impegno per il bene di ogni individuo. Italiani, con l'orgoglio di appartenere ad una nazione che ha diritto a riprendere la propria dignità, liberi da ogni condizionamento economico-politico delle caste, forti di un pensiero democratico moderno e leale volto ad un reale miglioramento del futuro della Nazione.

Gianfranco Zucchi gianfranco.zucchi@gmail.com mobile: 327/9809495

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Roma Notizie: riflessioni

L’ESM: stabilità o sovranità?

15 di Francesco Grasselli

Scopriamo il risultato del recente incontro tra i leader degli Stati europei Con il Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo del 28-29 giugno, è entrato in vigore l'ESM (European Stability Mechanism), un fondo permanente previsto sin dall’anno scorso, in anticipo di un anno sulla tabella di marcia per l'aggravarsi della crisi dei debiti sovrani. Esso affianca, e l’anno prossimo sostituirà, i precedenti fondi straordinari “salva-Stati”, l'EFSF e l'EFSM, in vigore dal 2010 al 2013, A differenza di questi, società regolate dal diritto privato lussemburghese, ESM è un’organizzazione intergovernativa, creata con uno specifico trattato istitutivo. La sede rimane in Lussemburgo, ma il nuovo fondo è regolato dal diritto pubblico internazionale. È gestito da un comitato esecutivo di ministri finanziari degli Stati membri, da un consiglio d’amministrazione di personalità eminenti nell’ambito economico e finanziario - una per ogni Stato membro e da un amministratore delegato, eletto dal comitato esecutivo fra una serie di candidati proposti dagli Stati membri. L’ESM, che a pieno regime, cioè fra cinque anni, disporrà di un capitale di 700 miliardi (500 per i suoi scopi e 200 a riserva), è concepito per rendere stabili i tassi d’interesse dei titoli sovrani nell’intera area dell’euro. Dispone di diversi strumenti che può usare per aiutare gli Stati membri che lo richiedono: anzitutto, può dare assistenza finanziaria in via cautelativa, con linee di credito precauzionali, eventualmente agevolate. Con i Paesi assistiti, però, sono concordate alcune condizioni (e sanzioni) per evitare che un uso improprio possa compromettere il funzionamento del fondo: queste vanno dalla stesura di un programma di aggiustamento macroeconomico all’obbligo di mantenere le condizioni di accesso al credito prestabilite. L’ESM può inoltre ricapitalizzare le istituzioni finanziarie dei Paesi membri anche senza la loro intermediazione, concedendo prestiti; può prestare direttamente agli Stati membri, sem-

pre secondo delle condizioni concordate; può, infine, acquistare titoli degli Stati membri sul mercato primario o secondario. Per svolgere le sue funzioni, il fondo può operare sui mercati finanziari investendo e/o prendendo a prestito da banche ed altre istituzioni finanziarie. Fin qui il fondo sembra operare come altre istituzioni analoghe, tuttavia ha un aspetto più controverso, ed anche criticato da alcuni partiti europei d'opposizione, cioè la serie di immunità che derivano dal trattato: l’ESM, le sue proprietà, i fondi ed il patrimonio, sono immuni da qualsiasi procedimento giudiziario che ecceda il limite previsto dall’ESM stesso alla propria immunità, oltre che da perquisizioni, sequestri, confische ed espropriazioni disposte con qualsivoglia atto giudiziario, esecutivo, amministrativo o legislativo; le proprietà ed i documenti di proprietà o in possesso dell’ESM sono inviolabili; i membri degli organi direttivi e del personale sono immuni da procedimenti legali per atti commessi nell’esercizio delle proprie funzioni, i loro documenti sono inviolabili. Cospicue le esenzioni fiscali da tutte le imposte dirette (con credito verso gli Stati membri per le imposte indirette incorporate nei prezzi dei beni in caso di acquisti consistenti da parte dell’ESM) e dai dazi, divieti o restrizioni alle importazioni. Tutte queste immunità sono spiegate con la necessità di agevolare l'esercizio delle funzioni del fondo, ma quali conseguenze potranno avere sulla sovranità nazionale degli Stati membri?

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FOCUS

Viaggio & Vacanze

La colonia estiva

Con la chiusura delle scuole, molte famiglie sono assillate da un nuovo e delicato problema. Infatti, quando mamma e papà sono impegnati al lavoro anche durante i mesi estivi e non ci sono, purtroppo, nonni disponibili a prendersi cura dei bambini, decidere a chi affidarli diventa difficile. Molte scuole private offrono ai propri iscritti la soluzione della colonia estiva, da passare sempre con gli stessi insegnanti che li hanno seguiti nel corso dell’anno scolastico. Anche altre strutture, come ludoteche e centri per l’infanzia, visto l’aumento della richiesta, si sono attrezzate in questo senso. I bambini sono prelevati il mattino a domicilio e, dopo aver trascorso la giornata insieme con gli altri coetanei, sono riaccompagnati a casa nel tardo pomeriggio. Quella della colonia estiva è un’esperienza senz’altro positiva per la crescita e per la socializzazione. I bambini sono stimolati a fare sport all’aria aperta, svolgono diverse attività ludiche, sono accompagnati e assistiti al mare o in pi-

di Alberto De Venezia

scina e trascorrono la giornata in compagnia dei loro amici allegramente. La colonia diventa una felice alternativa, dunque, alle lunghe ore trascorse davanti alla televisione e al computer, con il rischio di finire su siti non adatti o diventare preda di esseri spregevoli,che non si fermano nemmeno davanti all’ingenuità dei bimbi. Certo, però, è importante che i genitori si accertino prima della serietà della gestione della colonia e dell’alta qualificazione del personale, al quale i propri figli saranno affidati per lunghe ore ogni giorno. Ma soprattutto è fondamentale che ogni sera, anche dopo una giornata estenuante di lavoro, le mamme e i papà trovino il tempo di farsi raccontare dettagliatamente tutto quello che i loro bambini hanno fatto in colonia per divenire partecipi della loro vita sociale e stimolarli ad essere pronti ad affrontare nuove ed interessanti esperienze con piacere,senza essere bloccati dalla paura di sbagliare . Alberto De Venezia

Viaggio in Transiberiana (anche da casa)

Quando nel 1891 lo zar Nicola II posò la prima carriola di terra per inaugurare i lavori di realizzazione della Transiberiana, molti si chiedevano se il servizio avrebbe ripagato gli ingenti costi del progetto, non sospettando neanche che più di cento anni dopo quella ferrovia sarebbe stata ancora la più conosciuta e sognata al mondo, oltre che la più lunga. La transiberiana è una linea ferroviaria che attraversando la Russia in tutta la sua estensione unisce Europa e Asia centro-orientale: parte da San Pietroburgo, passa per Mosca e raggiunge le coste del Pacifico a Vladivostok, percorrendo oltre 9000 chilometri, attraversando 87 città e passando sette fusi orari. Dalla stazione di Ulan-Ude in Siberia si può anche seguire la diramazione che transitando per la Mongolia giunge in Cina, fino a Pechino. Viaggiare su uno dei numerosi treni che percorrono questa ferrovia è il sogno di chi intende il viaggio proprio come spostamento e cambiamento: dal finestrino di una carrozza si può assistere al progressivo mutare del paesaggio, del clima e della civiltà, scoprire foreste ine-

Luglio 2012

di Giorgio Zussini

splorate, poi steppe, ampi fiumi e il grandissimo lago Bajkal, il più profondo al mondo. La transiberiana è un viaggio intenso ma anche complesso da organizzare (tempi lunghi, paesi con lingue, alfabeti e culture diverse, frontiere da oltrepassare e imprevisti di ogni tipo da mettere in conto); per questo molti turisti preferiscono rivolgersi ad agenzie che si occupano della progettazione: itinerario, visti, biglietti, scelta del treno e del tipo di scompartimento, alloggio nelle città di sosta e così via. Ma non mancano gli amanti sell’avventura che scelgono comunque il fai-da-te. C’è infine una terza possibilità, messa a disposizione da Google in collaborazione con le Ferrovie russe: la Transiberiana on-line. L’intero tragitto è stato ripreso in alta definizione e suddiviso in “capitoli”, con la possibilità di selezionare i tratti migliori del tragitto e godere – almeno in video – di scenari meravigliosi, scegliendo se lasciarsi accompagnare dal rumore delle rotaie o dall’intenso suono della balalaika russa. Per la modalità virtuale, l’indirizzo è: http://www.google.ru/intl/ru/landing/transsib/en.html.


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Gli Hotel più strani del Mondo

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di Giorgio Zussini

Il pernottamento è spesso considerato un fattore secondario nella progettazione di una vacanza. Si sceglie prima dove andare, poi cosa fare e solo alla fine dove dormire. Ecco alcuni casi in cui varrebbe la pena di procedere all’inverso. Palacio del Sal, Potosi, Bolivia. Niente di più di quello che offre il nome: un palazzo di sale. Pavimenti, pareti e soffitti, mobili, letti: tutto è realizzato in sale. E anche la sala ristorante, con tavoli e sedie, persino i piatti, e il centro benessere. Tutto in sale. Vi pare poco? Da $ 100 a notte. La Balade des Gnomes. Sono nascoste nella campagna belga, dieci camere che sono esattamente i luoghi in cui immaginiamo abitino gnomi, fate e elfi. Ogni dettaglio è una storia da ricostruire, ogni intaglio del legno ha una vita propria. Per esagerare, c’è anche una suite, scavata all’interno di un moderno “cavallo di troia”, che però è una mucca. E poi c’è la casetta galleggiante nella piscina… Frutto della fantasia onirica dell’architetto Noël, a partire da 145 euro. Woodpecker Hotel, Svezia. È la so-

luzione giusta – anche se un po’ cara – per i nostalgici della casetta in legno sull’albero: tutte le stanze di questo albergo sono piccoli gioielli di falegnameria costruite su querce secolari a 13 metri di altezza. Offrono un punto di vista letteralmente mozzafiato sul parco di Västerås (a pochi chilometri da Stoccolma) e sono dotate di ogni comfort, tranne quel piccolo particolare della scaletta in corda per arrampicarsi su. Per finire, sempre in Svezia, la stanza d’albergo più “profonda del mondo”: situata a 155 metri di profondità, questa suite per due fa parte una ex-miniera d’argento. Al vostro arrivo una guida vi accompagnerà a visitare il “piano” e le tracce dell’antica miniera, poi vi lascerà soli nel vostro cunicolo, dove non mancheranno certo silenzio e tranquillità (nemmeno il cellulare sentirete squillare, visto che non c’è campo, ma avrete un citofono per le emergenze a disposizione). Al mattino, quando vorrete, tornerà la guida a riportarvi in superficie. Costo della sepoltura: 500 euro a coppia, visita guidata e colazione inclusa.

Il viaggio di Maddalena in Provenza, tra storia e leggenda

Non tutti sanno che Maria Maddalena, la santa che baciò i piedi di Cristo al banchetto di Simone il Fariseo e poi lo seguì al sepolcro nel celebre episodio del “noli me tangere”, si recò dalla Palestina alla Francia. La Leggenda Aurea narra che la donna, insieme ai fratelli Lazzaro e Marta, durante le persecuzioni dei primi cristiani venne gettata su una barca senza remi e senza vele. In questo turbolento viaggio in mare i naufraghi vennero prodigiosamente trainati da due angeli che sospinsero la barca fino al porto della città di Marsiglia, qui arrivarono vivi e si dedicarono alla conversione delle genti pagane. Dalla stessa fonte leggendaria apprendiamo che Maddalena in seguito si recò in un eremo solitario della Provenza dove visse per trent'anni senza vesti e senza nutrimenti dentro un anfratto roccioso chiamato Sainte-Baume, dove ogni giorno veniva saziata del pane donatole dagli angeli. Qui trovò la morte, per poi essere seppellita in un oratorio sconsacrato non distante dall'eremo. Nel 1279 Carlo II d'Angiò rinvenne il corpo della santa nella cripta di quella chiesa che nel frattempo era diventata il monastero di Saint-Maximin, da allora custode delle spoglie

sante. La leggenda insieme al ritrovamento delle reliquie stimolò l'afflusso di pellegrini che da

ogni parte dell'Occidente sopraggiunse al santuario provenzale. Sebbene non si possa dare alcun credito a questa incredibile storia è pur vero che la credenza circa il viaggio di Maddalena in Francia e la presenza del corpo nel monastero permisero agli Angiò di diventare i promotori del culto nel mondo latino e di trasformare la Provenza nella culla della spiritualità occidentale: da allora molti esponenti delle classi al potere, nobili ed ecclesiastici, sposarono la devozione. E' probabile, quindi, che la leggenda magdalenica all'epoca abbia avuto valore di indicatore politico che facilitò la famiglia angioina all'ascesa al potere per poi guadagnarsi la benevolenza e l'alleanza dei ceti dirigenti. Viviana Vannucci


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Il rapimento alieno

di Daniele Palone

Il caso italiano

Il rapimento alieno, universalmente noto come abduction (termine inglese di derivazione latina), è un fenomeno che non è mai stato documentato e la cui unica conoscenza deriva dalla testimonianza dei numerosi soggetti che sostengono di essere stati rapiti da entità ulteraterrestri. Il fenomeno, detto anche incontro ravvicinato del IV tipo secondo la classificazione Hynek, è stato descritto da chi sostiene di averlo vissuto come un'esperienza sovente invasiva e traumatica che ha come incipit il Missing time e una temporanea perdita di memoria del soggetto abdotto. Tale perdita di memoria, a detta di alcuni esperti che si sono prestati a tale bisogna, sarebbe colmabile attraverso alcune sedute di ipnosi regressiva.

Gli scettici ed i razionalisti ipotizzano che l'esperienza del rapimento potrebbe in realtà ricondursi a un vissuto traumatico del soggetto, a sua volta oggetto di rimozione, che in questo caso prenderebbe la forma dissociativa ed allucinatoria del cosiddetto "vuoto temporale", un vuoto in cui il soggetto proietta fantasie, paure, angosce. Per la medicina ufficiale, l’ipnosi regressiva può solo dimostrare che il soggetto è in buona fede, è cioè realmente convinto di aver vissuto quanto riferisce, e quindi non è un millantatore, ma non dimostra in alcun modo che tali ricordi siano riconducibili a eventi reali. Il cosiddetto contattista si differenzia dall'abdotto perché i suoi contatti con i presunti alieni non avverrebbero in modo coatto ma consensuale e perché, molto spesso, egli si dichiara latore di un messaggio di rinnovamento per l'umanità. Tra i vari casi italiani, ve n’è uno le cui dichiarazioni sono in qualche modo suffragate da soggetti terzi, la cui attendibilità è stata valutata positivamente dagli inquirenti. Pier Fortunato Zanfretta (nato a Nova Milanese il 28 dicembre 1952) deve la sua notorietà al fatto di sostenere di avere vissuto, tra il 1978 e il 1981, undici episodi di incontro ravvicinato del terzo e quarto tipo (IR3/4) con esseri alieni. All'epoca Zanfretta era metronotte presso la cooperativa “Istituto Val Bisagno” di Genova, e i presunti incontri ravvicinati sarebbero avvenuti proprio durante i pattugliamenti che egli svolgeva per lavoro nella città e provincia. Alcuni testimoni, tra cui diversi colleghi di Zanfretta, nonché numerosi residenti dei comuni di Torriglia e Propata (GE), teatro di alcuni degli eventi, dichiararono di aver assistito a strani episodi (ad esempio avvistamenti di «oggetti volanti molto grossi e luminosi») correlati ai presunti rapimenti e ne informarono i Carabinieri. Il brigadiere Antonio Nucchi raccolse 52 testimonianze; egli stesso sarebbe stato testimone di un avvi-

stamento UFO. Il maresciallo Carlo Toccalino, che la notte tra il 6 e 7 dicembre 1978 era di turno al centralino della cooperativa di guardianaggio, disse in un'intervista che poco prima del primo presunto incontro, avvenuto intorno alle 24, Zanfretta aveva chiesto aiuto ai suoi colleghi via radio esclamando: "Mamma mia quanto è brutto! Non sono uo-

mini, non sono uomini!". Proprio in quelle ore, alcuni abitanti della vicina Torriglia avrebbero visto un forte bagliore in direzione del luogo ove si trovava Zanfretta. Allarmati dall'interruzione del contatto radio, i colleghi Walter Lauria e Raimondo Mascia si misero alla ricerca di Zanfretta: lo trovarono all'una: affermarono che il suo corpo era molto caldo nonostante il freddo di quella notte. Zanfretta era in stato confusionale e febbricitante. Quando si riprese, disse che era stato terrorizzato da "degli extraterrestri dalle sembianze mostruose". Le guardie giurate informarono il comando dei Carabinieri, il quale, poi, inoltrò al ministero dell'Interno verbali nei quali veniva definito "buono" il grado di attendibilità delle testimonianze.

Durante il sopralluogo effettuato sul posto all'indomani si sarebbero rilevate sul terreno due impronte a ferro di cavallo aventi un diametro di circa tre metri. Lo spessore era di circa 15 cm e pareva suggerire che qualcosa si fosse posato sul prato. In seguito fu compilato il "Rapporto informativo circa l'avvistamento di oggetti volanti non identificati (Ovni) ed umanoidi da parte di Zanfretta Fortunato"; esso fu inviato alla Pretura di Genova dal brigadiere Nucchi il 3 gennaio 1979, ed il giudice Russo ne dispose l'archiviazione l'11 gennaio 1980 per "mancanza di estremi di reato". Sotto ipnosi, Zanfretta raccontò che, prima di essere ritrovato, avrebbe subito esami clinici invasivi a bordo di un UFO. Zanfretta descrisse questi alieni come di pelle grigia o verde olivastra e coperta di una sorta di squame, alti quasi tre metri, con 3 o quattro grandi punte su ciascun lato della testa e occhi triangolari gialli; egli dichiarò che tali alieni proverrebbero dalla "terza galassia" e sarebbero chiamati "Dargos". Riferì, inoltre, che i presunti alieni avrebbero manifestato il proposito di trasferirsi sulla Terra in futuro.


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Il turismo sessuale

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di Valerio Pelliccia

L’Unicef pubblica i dati in occasione della giornata mondiale contro il lavoro minorile Circa un paio di anni fa ebbi la sfortuna di assistere ad una conversazione che definire triste è riduttivo. Percorrevo con degli amici il corridoio che dall’aereo ti porta fuori l’aeroporto quando il mio orecchio è stato attirato da una chiacchierata piuttosto appassionata e dall’accento familiare. Qualche metro avanti infatti, due signori italiani e brizzolati si confrontavano su quelle che con tutta probabilità erano le scuse rifilate alle rispettive famiglie per giustificare il viaggio, un volo diretto Roma – Barcellona. Trasferta di lavoro per entrambi o tradotto: come farsi beffa di mogli e figli con la scusa più originale del mondo. Il motivo della loro presenza lì si è poi palesato qualche passo più avanti, mentre il tono delle loro voci si faceva sempre più acceso. “Ah no, ma io torno dalla porca dell’altra volta… mi ha fatto perdere la testa!”. Non è il viaggio tradizionale raccontato nelle pubblicità, dove famiglie sorridenti prendono il sole su spiagge da sogno, visitano luoghi indimenticabili e fanno tante foto; ma si tratta di un altro viaggio tipico (il fatturato del turismo sessuale non ha nulla da invidiare al turismo da cartolina) dove uomini, simili a quelli descritti prima, spendono tutto in prestazioni sessuali.

Il giro d’affari complessivo secondo l’ONU, nel 2010, si aggirava intorno ai 100 miliardi di dollari distribuiti tra le mete più gettonate: Bangladesh, Brasile, Cambogia, Bulgaria e Ucraina. Mentre il turismo femminile, il 15% del totale, si concentra in Europa Meridionale, ai Caraibi, alle Filippine e in parte dell’Africa. I voli low – cost e lo sviluppo delle comunicazioni hanno senza dubbio contribuito alla sua espansione, avvicinando i clienti occidentali a ragazzi e ragazze (età compresa fra i 13 e i 17 anni) dei paesi in via di sviluppo. Queste pratiche, pubblicizzate più o meno esplicitamente da agenzie tu-

ristiche compiacenti, non fanno che aggravare la condizione di sfruttamento di bambini e bambine innocenti che vedono stringersi le loro catene proporzionalmente al volume di affari. I nuovi mezzi informatici hanno fatto il resto, rendendo possibile la circolazione e la condivisione di materiale pedopornografico proveniente proprio da quelle realtà.

E noi Italiani? Non facciamo una bella figura. I dati ci vedono al primo posto tra i frequentatori del Brasile, a sua volta secondo paese dopo il Bangladesh in questa scomoda classifica. Secondo i dati Unicef (il 12 Giugno scorso si è celebrata la giornata mondiale contro il lavoro minorile) in Italia sono oltre 2000 i minori stranieri costretti a prostituirsi in strada, soprattutto ragazze nigeriane e rumene; ben il triplo sarebbero quelli sfruttati al chiuso, in night, in appartamenti privati o in centri massaggi. Unicef inoltre, denuncia la mancanza di una normativa nazionale anti-tratta che possa intervenire con efficacia sia contro i trafficanti di corpi sia in aiuto alle vittime.

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Focus: Viaggio & Vacanze

Dragon: in arrivo le crociere nello spazio Dragon è partita lo scorso 22 maggio da Cape Canaveral a bordo del lanciatore Falcon 9 e si è agganciata al modulo Harmony della Iss il 26, dove è rimasta in totale per 5 giorni, 16 ore e 5 minuti. Il 31 maggio ha riguadagnato il globo terracqueo, ammarando nell’Oceano Pacifico. La capsula “Dragon”, prima navicella privata a raggiungere l’Iss, ha effettuato l’aggancio alla Stazione Spaziale Internazionale “Alpha”, il cui braccio robotico l’aveva catturata due ore prima: lo ha annunciato la Nasa. La cattura era avvenuta con oltre due ore di ritardo rispetto ai tempi inizialmente previsti, un ritardo dovuto ad alcuni aggiustamenti degli strumenti della capsula – ingannati da un riflesso proveniente da uno dei moduli dell’Iss – e a un’ulteriore verifica dei dati per accertare il perfetto funzionamento dei sistemi di bordo. Successivamente l’equipaggio della Iss ha trasferito a bordo della Stazione i 521 chili di provviste alimentari e materiale scientifico stivati a bordo della capsula; infine, sono stati caricati sulla “Dragon” 660 chili di materiale frutto degli esprimenti scientifici condotti sulla Iss. La capsula – costruita dalla statunitense SpaceX – è riutilizzabile ed è in grado di trasportare un massimo di sette astronauti o di essere utilizzata per missioni cargo anche senza equipaggio: è stata la prima navicella privata a raggiungere l’orbita terrestre, nel dicembre 2010, grazie ad un vettore a due stadi Falcon 9. Con lei si aprono le porte al turismo spaziale: ''Immagino lune di miele in orbita'', ha detto l'astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), Paolo Nespoli, commentando il lancio della capsula.

''È un passo confrontabile ai primi voli intercontinentali all'inizio del secolo scorso - ha spiegato l'astronauta - e nel giro di pochi anni mi aspetto che andare nello spazio sarà come comprare oggi un biglietto per New York''.

di Daniele Palone

La storia del turismo spaziale

Nel 2001 la MirCorp, un'agenzia privata che aveva in gestione la stazione orbitante MIR, per coprire i costi di gestione avanzò l'offerta di vendere un posto su un volo ad un privato pagante. L'uomo d'affari statunitense Dennis Tito, ex scienziato al JPL, colse l'occasione, versando 20 milioni di dollari. Durante l'addestramento di Tito, la Mir fu condannata ad essere smantellata per via dell'età. Tito quindi decise di spostare il viaggio dalla Mir alla International Space Station. Il nuovo viaggio, organizzato dalla statunitense Space Adventures Ltd. fece di Tito il primo turista spaziale privato pagante. Rimase sulla ISS per sette giorni a partire dal 28 aprile 2001. Nel 2002 un altro affarista, questa volta sudafricano, Mark Shuttleworth (fondatore di Ubuntu) raggiunse la ISS come turista, seguito nel 2005 da Gregory Olsen. Olsen fu mandato nello spazio dalla sua compagnia, per realizzare alcuni esperimenti e per testare i prodotti della società (telecamere ad alta sensibilità). Il viaggio di Olsen avrebbe dovuto essere realizzato prima, ma fu rimandato per problemi di salute. Nel 2003, con il disastro dello Space Shuttle Columbia (che costrinse a terra tutta la flotta spaziale statunitense), tutti i programmi turistici furono sospesi per consentire di usare tutti i mezzi Soyuz per i collegamenti con la ISS.

Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come se fermasse l’orologio per risparmiare il tempo (Henry Ford)

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Il Grand Tour verso il...futuro

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di Vanessa Pinato

Nel XVII secolo il Il Grand Tour era un lungo viaggio nell’Europa continentale effettuato dai ricchi giovani dell’aristocrazia europea allo scopo di perfezionare il loro sapere con partenza e arrivo in una medesima città. Durante il Tour, i giovani imparavano a conoscere la politica, la cultura, l’arte e le antichità dei paesi europei e passavano il loro tempo facendo giri turistici, studiando e facendo acquisti. Le destinazioni principali Nel suo "Viaggio in Italia" Goethe racconta tutte le peripezie del suo soggiorno nella penisola erano Francia, Italia e Grecia. Celebre l’opera “Viaggio in Italia” di Goethe, in cui l’autore descriveva appunto il suo “tour” in Italia compiuto tra il 1786 ed il 1788.

Indubbiamente si trattava di un piacere dispendioso, riservato ai pochi dotati di mezzi, che comportava spostamenti lunghi e disagevoli, ricco di imprevisti e non del tutto privo di rischi. Queste caratteristiche tuttavia, invece di scoraggiare i viaggiatori, aggiungevano al Grand Tour lo stimolo alla scoperta delle meravigliose possibilità offerte dal lento, inevitabile susseguirsi delle tappe del lungo tragitto. Infine, fondamentale era il rapporto diretto con gli abitati dei vari luoghi, perché permetteva di conoscere i vari usi e costumi delle popolazioni e scoprire la ricchezza di un patrimonio del vivere umano dall’artigianato alla gastronomia ecc. Oggi non è facile recuperare questa dimensione che andava ben al di là di quello che può rappresentare un semplice viaggio di piacere, in tempi come questi, di turismo di massa; tuttavia,

alcuni aspetti di quell’atmosfera sono almeno in parte recuperabili da chi ne abbia sincero interesse: moltissime associazioni e agenzie di viaggi stanno cercando di operare in tal senso, senza contare i numerosi strumenti che oggi, rispetto al passato, abbiamo noi, per poter mettere in pratica questa esperienza unica nel suo genere. In particolar modo in Italia, la passione che l’immenso patrimonio artistico e le sue incantevoli bellezze paesaggistiche suscitano a chiunque la visiti, non è un prodotto dell’industria moderna del turismo, quanto piuttosto, un frutto che la tradizione ci ha lasciato. Attualmente siamo in un epoca votata all’economia più che alla cultura e all’arte e questo è un fatto, ma le materie prime di cui disponiamo potrebbero ben adattarsi alle esigenze del tempo corrente se solo noi sapessimo sfruttarle.

Finora abbiamo puntato solo sul futuro e abbiamo sbagliato, perché il domani va costruito nel presente con l’ausilio del passato: la storia, come sempre insegna.

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Si viaggiare...con il sistema del carpooling

E’ soprattutto la benzina a scoraggiare le partenze per le mete estive; rispetto allo scorso anno un pieno costa 22,50 euro in più tanto che 3 italiani su 4 non si sposteranno dal proprio domicilio. Ma in concorso di colpa per le mancate vacanze di tanti italiani ci sono l’imu, i rincari delle bollette, i costi di treni e aerei, così quell’11% che parte sceglie la via del risparmio. Molti ricorrono al carpooling, che è lo scambio di passaggi verso la stessa destinazione, non a caso i siti che offrono tale servizio stanno aumentando di giorno in giorno. Con questo sistema i costi vengono subito ammortizzati del 50%, ma a seconda dei posti occupati si può arrivare all’80%. Tradotto in euro un automobilista che si sposta paga in media la benzina 1,90 a litro a macchina piena, invece con questo nuovo metodo meno di 50 cent. Oggi l’unica vacanza che vince è quella breve, per lo più di tre o quattro giorni, in località vicine e low cost, infatti gli unici a sorridere sono gli agriturismi e i bed and breakfast. Il funzionamento del carpooling organizzato è molto semplice, basta registrarsi su uno dei siti creati appositamente e proporre auto o ricerca di passaggi, poi ci pensa la visibilità del web, la buona volontà e la sensibilità ambientale degli utenti a fare il resto. L’aspetto più innovativo dell'estate 2012 è la possibilità di organizzare trasporti condivisi per raggiungere con pochi euro gli eventi internazionali più ambiti: le mostre, i festival, i concerti, i Gran Premi di moto Gp e Formula1. Bisogna offrire o cercare un passaggio con diversi giorni di anticipo, per potersi organizzare al meglio e concordare nel dettaglio ora di partenza, punto

L’Europa in Interrail

Come il tempo, anche lo spazio è relativo. Partendo da Roma puoi essere in meno di due ore di volo a Parigi e in quattro a Mosca, e in una diecina puoi percorrere gli oltre 8000 chilometri che ci separano da Pechino. Soldi e ferie permettendo, la viabilità aerea ha permesso di varcare confini altrimenti proibiti e reso tutto più vicino; ma viaggiare in aereo significa anche perdere il senso della distanza, dimenticare il viaggio inteso come spostamento, oltre che cambiamento, appiattire i concetti di vicinanza e lontananza. C’è però una speranza di salvezza per chi non voglia rinunciare a tutto questo, una speranza chiamata treno. Sono ancora tanti i viaggiatori che lo scelgono, il successo dell’Interrail ne è un esempio. L’Interrail è sostanzialmente un abbonamento ferroviario di durata limitata ideato nel 1972 per facilitare gli scambi europei; oggi chi lo acquista ha la possibilità di viaggiare liberamente in treno nei 30 paesi aderenti, scegliendo la modalità più adatta al proprio progetto di viaggio: si può scegliere tra la formula continuous, che permette di

di ritrovo e di arrivo, eventuali tappe intermedie. Non sempre è possibile trovare dei compagni di viaggio, che vogliano effettuare lo stesso identico percorso, lo stesso giorno alla stessa ora. La disponibilità a fare compromessi è importante in cambio si risparmia e si viaggia in compagnia. È necessario essere precisi negli annunci sul percorso che si effettua, bisogna descrivere dettagliatamente i luoghi di partenza e di arrivo, specificare se si accettano fumatori e quanti bagagli si possono caricare. In questo modo si evitano malintesi. Non è necessario pubblicare i dati personali, poiché i siti possono nascondere tutti i dati personali, permettendo la visualizzazione solo agli interessati. Il carpooling è una modalità di trasporto giovane, che richiede un iniziale approccio aperto, ma che, grazie all’incontro “casuale” di persone, spesso molto diverse tra loro può trasformarsi in un’esperienza assolutamente divertente, poiché, come sostiene Maupassant ”il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare una realtà inesplorata, che sembra un sogno.” Albetto De Venezia

di Giorgio Zussini

sfruttare quando e quanto si vuole il servizio treno per 15, 22 o 30 giorni, e quella flexi, che consente, in pratica, di viaggiare un giorno su 2 è può valere 10 o 22 giorni. I prezzi variano a seconda della durata e della tipologia; per farsi un’idea, un biglietto Interrail Flexi di seconda classe costa 267 euro per 10 giorni e 381 per 22 giorni (molto meno fino a 26 anni, rispettivamente 175 e 275 euro). È un modo relativamente economico di viaggiare, ma sono necessarie due avvertenze: il Pass non include il costo di eventuali viaggi su tratte nazionali (fino al confine), e per i treni veloci o con prenotazione bisogna pagare un supplemento. Per approfondimenti il sito ufficiale è www.interrailnet.com.


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Focus: Viaggio & Vacanze

Il progetto Erasmus. Un viaggio per la vita

Il progetto Erasmus nasce nel 1987 per opera della Comunità Europea, con l’obiettivo di dare la possibilità ai giovani di studiare in un’Università europea o effettuare un tirocinio di lavoro (oggi sono, peraltro, compresi anche Paesi come Liechtenstein, Islanda, Norvegia, Svizzera) per un periodo che va dai 3 ai 12 mesi.

Il progetto, in origine creato per educare le future generazioni di cittadini all’idea di appartenenza all’Unione Europea, ormai è diventato un fenomeno culturale sempre più popolare fra gli studenti che vedono in esso la possibilità di vivere un’esperienza di vera indipendenza. L’esperienza dell’Erasmus, infatti, è considerata non solo un momento universitario ma anche un’occasione per imparare a convivere con culture diverse, oltre che un momento in cui lo studente inizia ad assumere delle responsabilità (non a caso, il nome del programma deriva dall’umanista e teologo olandese Erasmo da Rotterdam che, nel XV, secolo viaggiò in tutta Europa per comprenderne le differenti culture). Tuttavia, vi sono alcuni aspetti del progetto piuttosto incoerenti, e gli atenei di tutta Europa non possono trascurarli. Mi riferisco in particolare all’assenza di programmi di studio uniformi tra le facoltà dei diversi Paesi e alla mancanza di un unico criterio di votazione in sede d’esame. Ad oggi non sembra che tali differenze possano risol-

di Vanessa Pinato

versi in breve tempo. Le conseguenze sono numerose e ricadono spesso sugli studenti più volenterosi; molti di loro, infatti, incontrano numerose difficoltà nel farsi riconoscere come validi, esami che pure interessano e approfondiscono il loro percorso formativo. A volte capita di non riuscire a trovare il numero di esami necessari a soddisfare le aspettative della propria facoltà (per molti atenei la cifra minima è di due esami a semestre).

In definitiva, le profonde divisioni che l’Unione Europea affronta da più di sessant’anni sul piano politico e dell’integrazione sembrano riflettersi anche nel settore della formazione e dello scambio culturale tra i giovani; ciononostante il successo del progetto Erasmus dimostra la voglia e il desiderio di aprirsi allo scambio da parte delle nuove generazioni: attualmente più di 4.000 istituzioni universitarie vi partecipano e gli studenti italiani che vi aderiscono sono passati da 220 nell’anno accademico 1987/88 a 12.421 nel corso del 1999/2000, fino ad arrivare a ben 17.197 durante il 2006/2007; cifre che sembrano destinate ad aumentare ancora.

Solar World, l’auto solare

di Daniele Palone

Alimentata esclusivamente ad energia solare, la macchina elettrica della Solar World Gt ha fatto tappa a Napoli per poi dirigersi verso Roma all’insegna della mobilità green

Ha fatto tappa a Cosenza, Napoli, Roma, Pisa, Verona e Genova l’automobile solare che sta facendo il giro del mondo sfruttando esclusivamente la copertura composta da moduli fotovoltaici. Partita dalla città australiana di Darwin il 16 novembre 2011, l’auto solare di Solar World Gt dopo aver percorso 11.660 km attraversando Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti d’America continuerà a viaggiare senza utilizzare nient’altro che l’energia fotovoltaica. Solar World è stata realizzata dall'Università delle Scienze applicate di Bochum, in Germania. Il tour, poi attraverserà Russia e Cina e si concluderà a dicembre 2012 in Australia. . L'obiettivo finale è di stabilire un nuovo record: percorrere 34.000 chilometri con una vettura alimentata a energia solare ed entrare nel Guinnes dei primati. SolarWorld è dotata di due batterie che le consentono di percorrere 450 km anche in assenza di sole. In ogni caso, è sempre scortata da

due veicoli che fungono da fornitori di pezzi di ricambio e da base operativa. Giunta a Napoli la vettura ha simboleggiato l’interesse dell’amministrazione per la mobilità alternativa e la riduzione degli inquinanti correlati al settore trasporti. Portando a conclusione il tour l’automobile solare segnerà il record per non aver utilizzato alcun carburante oltre all’energia prodotta da fonte rinnovabile. Ora anche i 3 maggiori problemi che sollevavano scetticismo sulla praticità dei veicoli elettrici ( trovare un parcheggio con le bocchette per la ricarica elettrica, avere una autonomia limitata, e dover pagare il costo dell’energia elettrica ) possono dirsi risolti; l’industria automobilistica italiana metta da parte le proprie reticenze e cominci a portarle in catena di montaggio!!!


Salute&Benessere Luglio 2012

Caldo, costumi, casa e...alimentazione Tutti i consigli per l’estate 2012

Caldo record in questi giorni! Tanta acqua, verdura e frutta fresca non possono mancare nella nostra alimentazione per sopportare l’afa. Il termometro segna i 35° gradi? Siete sfiancati dal caldo di questi giorni? Se abbiamo rinunciato a dormire nel frigorifero può essere utile qualche consiglio. La prima prevenzione contro il caldo avviene a tavola. Frutta e verdura nutrono, dissetano e reintegrano in modo naturale i sali minerali persi con il sudore meglio di qualsiasi integratore alimentare. Inoltre, predispongono la pelle all’esposizione solare favorendo la produzione di melanina che aiuta anche ad ottenere una bella abbronzatura. Fare il pieno di vitamine e minerali saranno la soluzione giusta per ricaricare le pile.

Sarebbe quindi necessario e consigliabile: 1) Bere tanta acqua. Almeno due litri o anche di più; 2) Preferire vestiti leggeri di fibre naturali come il lino e/o il cotone; 3) Bisogna mangiare leggero riducendo i grassi; 4) Non bere assolutamente alcolici; 5) Non uscire nelle ore più calde; 6) È bene utilizzare scarpe comode che favoriscono la circolazione. Inoltre ci sono alcuni accorgimenti per la casa e la salute. 1) Abbassare le serrande e chiudere le finestre nelle ore più calde; 2) Mettere delle tende che proteggano la casa dal sole; 3) Evitare di esporsi a sbalzi di temperatura troppo elevati. Se la prevenzione inizia a tavola ecco i cibi preferiti. Possiamo poi sbizzarrirci con vari piatti da realizzare, in

di Laura Napoli

questa stagione è possibile scegliere tra vari tipi di frutta e verdura.

Ad esempio, non possono mancare:

1) Le melanzane che contengono pochissime calorie, sono ricche di acqua e povere di zuccheri, inoltre contengono proteine e potassio in quantità. Da cucinare in tutti i modi: grigliate, al pomodoro, bollite, saltate, con la pasta, con il riso, nella parmigiana, nella ratatouille;

2)I piselli sono ottimi da sgranocchiare come snack, crudi e appena tolti dal baccello. Sono teneri e gustosi, non contengono in sostanza calorie e aiutano a ridurre la fame nervosa. Aggiungi i piselli alla tua dieta estiva per fare il pieno di flavonoidi e assicurarti un’azione antiossidante per combattere i radicali liberi e l'invecchiamento della pelle;

3)Gli spinaci: oltre a essere gli ortaggi con il più alto contenuto di ferro, sono ricchi di vitamina A, vitamina C, vitamina E, magnesio, calcio, potassio, fosforo, zinco e acido folico. Sono altamente antiossidanti e aiutano a combattere la fame nervosa perché saziano in fretta. Non ti piacciono gli spinaci? Prova a comprare gli spinaci freschi, cercando le foglioline più tenere, e mangiali crudi in insalata. Sono buoni e fanno bene!

4) le zucchine, tra le verdure per eccellenza dell'estate. Si possono cucinare in mille modi, sono ricche di fibre e di acqua e saziano quasi immediatamente. Le zucchine contengono potassio e vitamina A, oltre ad una buona dose di manganese. Scegli le zucchine più piccole al momento dell'acquisto: sono più gustose e meno legnose delle zucchine più grandi. Laura Napoli


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Salute & Benessere

Destinazione vacanze, che costume mettere in valigia?

L’estate è finalmente arrivata e sono certa che molte di voi avranno potuto già concedersi il primo bagno della stagione ma staranno sicuramente aspettando le tante attese vacanze estive. Ma cosa mettere in valigia? Viste le temperature certamente bollenti, queste sono le cose necessarie: solari, cappello, asciugamano ed in ultimo ma davvero indispensabile è senza dubbio il costume da bagno.

Ma quale costume scegliere quest’anno?

Le proposte sono sempre moltissime e spesso, un po’ per indecisione, un po’ per mancanza di audacia, la scelta vira sempre per gli stessi modelli. Se vogliamo essere veramente alla moda quest’anno, ecco alcuni consigli. Per prima cosa: costume intero o due pezzi? Da alcuni anni il costume intero è ritornato in voga. Se volete andare sul sicuro sarà meglio scegliere il due pezzi. Il modello intero infatti, per quanto raffinato e ‘ringiovanito’ grazie alla variante del trikini, andrà benissimo per le over 40 o per le curvy. Focalizzando l’attenzione quindi sul due pezzi, beh, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Iniziamo con il dire che qualsiasi modello si scelga, l’elemento imprescindibile sarà il colore. Se l’estate 2011 ha sdoganato i colori forti, questa invece si concentra sui colori pastello e sulle fantasie. I colori accesi però non vengono totalmente banditi anche perché stanno bene con l’abbronzatura e sono in tinta con l’allegria estiva. Andranno benissimo anche le combinazioni tra le diverse tinte, idea che ha avuto ad

esempio Benetton. Se si opta per il colore, saranno adatti modelli a fascia, a coppa, ma anche bikini, ma attente, evitate fronzoli inutili, meglio uno stile basico con al massimo una rouge o un nodo centrale; e se desiderate valorizzare il look, puntate sugli accessori giusti. Se la scelta invece dovesse ricadere sulle fantasie, il discorso diventa diverso. I costumi a fantasia, diventano più importanti e meno dozzinali se impreziositi da ricami e perline . Tipico del 2012 sarà lo stile tropicale. Piante, fiori, palme per dare il via libera ad un tocco di mare anche addosso! Fino ad ora però abbiamo sempre parlato della parte superiore dei costumi, e per il di sotto? Se negli anni scorsi la coulotte poteva essere un’alternativa simpatica, quest’anno dimenticatevela. Il 2012 è l’anno in cui la parola d’ordine è osare. Sì quindi a brasiliane ed allo lo slip che si allaccia sui fianchi. E se proprio non volete cedere, la moda 2012 ha optato per il total look retro. Gli anni ’40 ritornano con slip a vita alta, ottimi per chi non è proprio filiforme. Scelta allora l’opzione più adatta per la vostra estate? Pronte per affrontare la spiaggia senza rinunciare a stile ed eleganza? Spero di sì. Prima di congedarvi però, voglio regalarvi una chicca riguardante il beachwear. Il look da spiaggia è sempre molto semplice, canotte, shorts o caftani e abitini. Quest’anno però su molte passerelle abbiamo visto abbinati ai costumi blazer e giacche strutturate effetto smoking. Insomma, un po’ di street style anche al mare…decisamente un’idea poco pratica, ma perfetta per un cocktail al tramonto. Non rimane altro quindi che attendere il prossimo week end! Laura Napoli

Javea, l’isola della pace

Sono un istruttore di nautica (www.clubdelmare.com) e ho navigato molti mari. Nei miei viaggi ho visitato posti straordinari come quello che sto per raccontarvi: Javea. E’ una località di pescatori che ricorda località marittime come l' Argentario, il Circeo, Ponza o porto Cervo. E' una perla racchiusa in una grande baia, fuori della quale transitano balene e delfini e dove è possibile bagnarsi anche nei mesi invernali. Alle sue spalle, si erge il Mongo', montagna sacra, circondata da un parco naturale acquatico e terrestre. Javea e' anche la porta dei camperisti di tutta Europa, che vanno verso Alicante e Gibilterra. La sera l’isola è piena di piccoli locali notturni, luccicanti e allegri, dove puoi ballare, ascoltare musica o giocare a biliardo.

Per raggiungerlo si può partire il venerdi' sera da Roma, con Ryanair o con Vueling (d'inverno 9/13 euro), si arriva a Valencia in circa 90 minuti, poi percorrendo 126 km di autostrada si arriva Javea. Oppure, sempre in aereo low cost, si atterra ad Ibiza o Maiorca o Formen-

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di Dario Parlamenti

tera e da ciascuna di esse si può arrivare a Javea in aliscafo in un ora o in barca in una mattinata. Oppure ci si può imbarcare con l'auto nel traghetto che parte alle 18 da Civitavecchia e alle 9 del giorno dopo si arriva a Barcellona, dalla quale Javea dista circa 300 km.


Uomini ed Aziende Società & Relazioni 22 www.neapolisroma.it

Luglio 2012

Le vacanze al tempo della crisi culturale di Lorenzo Sigillò, sociologo membro ANS

Agosto, tutti in macchina, partenza intelligente direzione mare...si va al lavoro. Si va al lavoro? Ebbene sì, sembra ormai che la vacanza sia diventata solo uno specchio del lavoro, poco lontana dalla routine quotidiana. La nicchia della sociologia delle vacanze focalizza spesso la sua attenzione proprio su quella che sembra una ‘stranezza’, il piacere che diventa un trantran, la necessità di un atto liberatorio per rinfrancarsi delle privazioni quotidiane.

Si vive anche la curiosa sindrome da ‘fine del mondo’, prima di andare in vacanza si deve cercare di chiudere tutte le questioni in sospeso, a significare la netta divisione tra passato e futuro, con l’illusione di non tornare alla routine. Sembra che la vacanza sia diventata una pratica guidata, un ennesimo controllo culturale sulle persone, un odioso artifizio di farci credere di essere liberi quando, invece, non lo siamo. E’ una vera e propria vacanza di massa, che nei tempi scorsi durava un mese o più, mentre oggi è maledettamente risicata in una o due settimane di agosto, dove l’imperativo è divertirsi a tutti costi. Tendiamo a pensare che la velocità sia sociale, e c’è sicuramente una forte componente di verità, ma la realtà ci dice anche che ‘non vogliamo pensare’, si corre e non ci si ferma perché si ha paura di riflettere per non far emergere pensieri ed emozioni, che provocano disagio in sé stessi. Il demone della solitudine è poi dietro la porta in questi momenti: per gli psicologi, infattii, Ferragosto vale il giorno di Natale, ed è anche per questo che ‘cerchiamo gli altri’ proprio nei momenti dove ci viene richiesta una socializzazione culturale.

Qualche politico poco legato alla realtà, ha avuto persino l’ardire di auspicare una settimana di ferie l’anno in meno per tutti, così da guadagnare l’1% del PIL nazionale. Vero, caro signore, peccato che potremmo ot-

tenere la stessa cosa ed anche molto di più eliminando invece i vostri privilegi, le spese inutili ed abbattendo gli incredibili stipendi che percepite. Ma questa è un’altra storia, meglio pensare che forse andrebbe incrementato il livello occupazionale, così da poter concedere, al contrario, qualche giorno di riposo in più dallo stress del lavoro. E ne gioverebbe senz’altro la qualità e la produzione lavorativa. Curiosamente sta tornando in voga un fenomeno comune nei periodi di austerity, come anni fa documentavano alcuni film dell’epoca: il ‘far finta’ di andare in vacanza. Si sta in casa con le tapparelle abbassate e si esce per la spesa in orari improbabili, per convincere amici e vicini che si sta in villeggiatura pur non potendo permetterselo. Quasi una patologia, altrettanto quanto indebitarsi per tutto l’anno pur di svagarsi una settimana! Il ‘turista’ non è certo un ‘viaggiatore’, dove la differenza la fa proprio il privilegio spazio temporale di gestire il proprio itinerario. Il turista utilizza la vacanza come un bene di consumo, mentre il viaggiatore vive il suo status attraverso la vacanza autentica, ‘disprezzando’ il turismo di massa. L’esperienza del viaggiatore reale è totalmente differente da quello che oggi pratichiamo con il classico viaggio d’agosto e non va immaginato solo come una possibilità di chi non lavora o dei benestanti. Qualche soldino ci vuole senza dubbio, ma la differenza sarà soprattutto la mentalità ed il “way of life”, vivere il piacere di uscire dall’ordinario non come eccezione, ma come normalità. Un paradosso senz’altro, perché non siamo più abituati a goderci qualche sprazzo di vita: perché non prendere un semplice lunedì di permesso dal lavoro per andare al mare in tranquillità, invece di vivere la bolgia del weekend? Siamo abituati a pensare alla vacanza come chissà che esperienza esotica, ma forse dovremmo cercare tutti i giorni dei momenti di piccola vacanza.


Giugno 2012

Luglio 2011

. Società & Relazioni

FOCUS DEL MESE

Spiaggia, mare e bocciature Giugno: il mese atteso per i ragazzi dai sei ai diciotto anni. Come ogni anno giugno è il mese più dolce, ma anche il più amaro per gli studenti. Si tirano le somme dell’anno che è stato e le preoccupazioni sono molte, soprattutto per chi frequenta le medie e le superiori. La bocciatura, che dir se ne voglia, è sempre una sconfitta per un ragazzo. In tale ottica la figura dell’insegnante ha grande valenza. Immagino che la decisione sia sempre un grande masso sulla coscienza di un docente: principalmente perché non è detto che la ripetizione dell’anno possa essere il modo giusto per riportare allo studio il ragazzo, secondariamente perché le dinamiche con la famiglia in primo luogo e con la nuova realtà classe in secondo, possono divenire di difficile gestione. Colpisce la bocciatura di 5 bambini in prima elementare nell’Istituto Giulio Tifoni in provincia di Massa Carrara. La prima reazione è stata quella di sgomento: come si possono bocciare dei bambini in prima elementare? La seconda è stata una reazione di ascolto e riflessione. Si è data la colpa principalmente al sovraffollamento delle classi (nel caso citato il numero totale digli alunni è di 27). Analizzando a fondo il problema bisogna rendere conto, oltre al sovraffollamento, ad altre variabili. Prima di tutto: la prescolarizzazione. Negli ultimi anni va molto di moda questo termine e va ancora più di moda mandare i bambini che non hanno ancora compiuto i sei anni in prima elementare. Personalmente sono contraria a questa pratica, perché credo che il periodo dei giochi sia così corto rispetto all’intero arco della vita, che un anno in più di materna non cambi il mondo, ma può cambiare la vita del singolo individuo. I fatti, in parte, appoggiano la mia teoria: gli insegnanti si trovano sempre più frequentemente a far fronte a classi disomogenee e diventa per loro un problema. Quando parlo di disomogeneità non parlo di classi con bambini diversamente abili o con un alto numero di bambini provenienti da altri Paesi (cosa che di per sé può rappresentare una ricchezza), ma parlo soprattutto di classi con un folto numero di bambini di sei anni, un medio numero di bambini che deb-

Luglio 2012

di Silvia Grillo

bono compire entro i prossimi 4 mesi i sei anni ed un esiguo numero di bambini che hanno dai cinque anni e sei mesi in su. La prima grande differenza sta nell’attenzione. Il banco è l’elemento più importante che separa la scuola materna dall’ elementare: per la prima volta il bambino si trova a stare seduto non per ascoltare una favola, ma per apprendere dei concetti astratti. Così la scuola diventa “lavoro” e per il bambino di materna, abituato al gioco, all’azione e non al pensiero, tutto il lavorio astratto della mente può diventare pesante. Lo scoglio del banco alcuni bambini non lo superano e ciò porta alla nascita di difficoltà: dalle difficoltà di apprendimento a quelle di comportamento. Inoltre dobbiamo dare peso alla famiglia: spesso ambedue i genitori sono costretti a lavorare, il tempo da dedicare ai figli e allo studio è poco e così si complicano le cose. I bambini sono chiamati a dover rimanere a scuola fino alle 16, a dover fare uno sport, al catechismo, ad avere una vita sociale e la pesantezza dell’ulteriore lavoro di pensiero a casa non aiuta il bambino. Per finire non possiamo dare una parte, seppur simbolica delle colpe agli insegnanti che si trovano davanti a genitori poco remissivi, ma che insegnanti non sono, che possono essere precari e vivere in preda allo “stress da chiamata”, che si trovano a dover affrontare situazioni di difficile gestione, compreso il sovraffollamento delle classi, la maleducazione degli alunni, il poco dialogo tra famiglia-insegnante a partire dalla materna. Eppure mi chiedo: l’anno prossimo, quando i bambini bocciati vedranno i loro compagni in seconda e loro, già deboli nelle competenze, dovranno farsi forza ed entrare a far parte di una nuova classe-famiglia, come reagiranno? Saranno così tanto forti da capire o sentiranno per sempre il peso di questa bocciatura? Non so dire se le bocciature del caso documentato in particolare siano sbagliate o giuste, ma mi sento di dire a tutti gli insegnati di ascoltare questo grido d’aiuto che proviene dal profondo di ogni bambino, ragazzo, adolescente con difficoltà. Non sempre le potature portano a dei buoni frutti.


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neaCultura Luglio 2012

Il Mulino di Amleto

di Carlo Famiglietti

Il luogo d’incontro della storia con la mitologia

Questo concetto/citazione difficilmente trova riscontri esaustivi nella realtà quotidiana, nella cultura, e più in generale nella vita: Galleggiamo in un mare di simboli e di miti, siamo immersi in forme elementari, ma, proprio come i pesci, siamo gli ultimi a chiederci “Che cosa è il mare?”.

Il libro Il mulino di Amleto di Giorgio de Santillana e Hertha von Dachend rappresenta un raro caso di eccezione alla regola, del tipo: “quando la cultura si fa rivelazione”. Lo citiamo proprio per questo motivo, senza alcun intendimento di recensirlo. Ci limiteremo a suggerirne gli aspetti di autenticità e minuziosa capacità di scandaglio penetrativo. Il libro evidenzia il nesso tra miti ed astronomia. In questo caso il mito si riferisce ad un Mulino che macina in continuazione fino al verificarsi di un fatto improvviso ed ineluttabile che causa la rottura del sistema, la sua distruzione, e poi la rinascita di una nuova civiltà rappresentata dai sopravvissuti alla catastrofe. Il libro è misterioso, fuori dagli schemi, e penetra in profondità, ma la presentazione dei contenuti è simile ad un ologramma, un qualcosa da presentare unitariamente alla mente, senza la mediazione di strutture o schemi precostituiti. Da ciò la profondità reale di “immersione” nel mare del suo inesplorato regno la cui complessità viene progressivamente sviscerata per suggerire conclusioni non ordinarie. Secondo gli autori i miti appartengono ad un'umanità molto antica, e sono racchiusi in leggende che accomunano tutte le civiltà. Il loro punto di sintesi è rappresentato dall'astronomia.

In sintesi, il Mulino apparteneva all'eroe islandese Amlodhi, in italiano Amleto e, inizialmente, in tempi molto remoti, macinava grano e produceva solo ricchezza ed abbondanza. Quella era l'età dell'oro, il giardino dell'Eden, il luogo delle Esperidi. Ma avvenne qualcosa, e il Mulino cominciò a macinare sale, poi finì sommerso,

in fondo al mare, e cominciò a macinare solo sabbia. A quel punto dette origine ad un enorme vortice distruttivo chiamato maelstrom. Questo era il mito.

Qual è la connessione con la realtà? Il Mulino rappresenta la metafora dell'inizio e della fine, della catastrofe e rinascita del mondo, ed il suo collegamento è con il sole e con la precessione degli equinozi.

De Santillana è convinto che gli antichi popoli conoscessero la precessione e la studiassero per prevenirne le conseguenze, le periodiche grandi catastrofi capaci di distruggere buona parte dell'umanità. E questo è proprio il mito dei diluvi, peraltro ormai scientificamente accertato, sia pure in dimensioni non ancora definitivamente esplorate. Il passaggio da un'era ad un' altra, segnato dalla precessione degli equinozi, comporta sempre mutamenti astronomici, sociali ed anche religiosi. Dall'era del Leone del 10000 a.C siamo pervenuti a quella dei Pesci, cui seguirà quella dell'Acquario. La Sfinge è, probabilmente il simbolo di quell'era, come il Minotauro ed il bue Api lo furono per l'era del Toro e così via. I passaggi lungo le dodici case dello zodiaco, segnati da distruzioni e rinascite, percorrendo l'antico “Ordine del Tempo”, rappresentano per gli Autori il retaggio del cammino delle civiltà scritto nelle stelle e raccontato attraverso i miti.

Difficile impresa l'esplorazione completa ed esaustiva dei contenuti di quest'opera, quindi, ma d'altra parte gli Autori avvertono: “Questo lavoro intende essere semplicemente un saggio, una prima perlustrazione di un regno quasi mai esplorato e registrato sulle carte. Da qualunque parte vi si penetri, si rimane prigionieri della stessa sconcertante complessità circolare, come all'interno di un labirinto: esso non possiede, infatti, un ordine deduttivo in senso astratto, ma assomiglia piuttosto a un organismo tenacemente racchiuso in sé o, meglio ancora, una monumentale "Arte della fuga".


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neaCinema Luglio 2012

Il digitale insostenibile in Italia

Senza il credito per gli invesitmenti, le piccole sale chiuderanno di Laura Andina (Responsabile Produzione Cinematografica)

Lungi dall’offrire una cronistoria o un’analisi storico-sociologica sulle recenti evoluzioni tecnologiche e modalità di fruizione del cinema, si indagherà brevemente su mali e rimedi dell’attuale – e lento - processo di digitalizzazione delle sale cinematografiche italiane. In generale, gli effetti della rivoluzione digitale coinvolgono tutta la filiera cinematografica: discendono dal comparto produttivo e attraversano la distribuzione, con una forte riduzione dei costi di edizione e stampa delle copie, fino a investire i canali di commercializzazione, dal circuito primario dell’esercizio a quelli secondari, tutti fondati sulle reti in connessione digitale – dalla televisione a internet - e che già da tempo mostrano una crescente invadenza nella struttura dei ricavi del settore. Questo processo di innovazione necessario, che porterà a un impianto strutturale più agile e veloce (in Italia, si vedano modelli come il VPF 2.0 di Microcinema http://www.microcinema.eu/vpf-20), richiede altrettanta velocità nella ristrutturazione e nell’adozione delle tecnologie digitali nelle sale. E, purtroppo, nei centri storici e nei piccoli comuni ha portato alla chiusura di molte di esse - strozzate dall’impossibilità di affrontare l’investimento per il sistema digitale - con la conseguente perdita di importanti luoghi di aggregazione culturale. Infatti, se è vero che talvolta in Italia per progredire bisogna usare le maniere forti (ad esempio, lo switch off della tv analogica ha spinto milioni di italiani a passare dai “vetusti” tubi catodici agli LCD HD), l’estesa digitalizzazione che contrassegna i multisala rischia di pregiudicare sempre più la competitività degli altri impianti minori e i loro margini di redditività, già considerati residuali, soprattutto per i cinema monosala. Inoltre, appare sempre più concreta la prospettiva che gli esercizi con sale non digitalizzate si troveranno alle prese con un mercato parallelo, limitato alle vecchie opere in celluloide: basti pensare che dal gennaio 2014, la fornitura di film in pellicola verrà sospesa, e già a fine

2012, c’è chi, come la Fox, distribuirà film esclusivamente in digitale per contenere i costi di stampa. E così, proprio in queste settimane, alle porte dell’estate, i cinema d’essai stanno chiudendo in anticipo per mancanza di uscite di film d’autore e di un numero sufficiente di copie... In un’intervista "profetica" rilasciata alla Mostra del Cinema di Venezia lo scorso settembre, lo stesso presidente dell'Agis - Associazione Generale Italiana dello Spettacolo - Paolo Protti aveva manifestato le sue preoccupazioni: "Se la transizione al digitale non viene fatta contemporaneamente da tutti e con strumenti di credito per le realtà meno forti, diventerà un vantaggio di pochi e un danno per tutti". Da allora ad oggi, hanno chiuso circa 70 sale. Un mese fa, il sisma in Emilia ha senz’altro provocato danni di ben altra portata, ma ha anche acuito una situazione ormai al limite del sostenibile, in un anno in cui i dati del mercato sono molto negativi (secondo Cinetel, che rileva il 90% del mercato cinematografico italiano, rispetto al 2011, da maggio si è verificata una diminuzione del 18% del box office complessivo): "In questo difficile contesto - afferma Paolo Protti - si tocca con mano la riscoperta di valori quali la comunità, la coesione sociale, la condivisione delle emozioni. Sono i valori che stanno alla base delle attività di spettacolo e che, tramite le loro strutture, vengono quotidianamente proposti al pubblico. Queste attività svolgono un servizio essenziale, al di là dei risvolti economici, per mantenere unito il tessuto sociale". E infine, lo scorso venerdì, non un lieto fine, ma un provvedimento che conforta e, soprattutto, innesta aspettative e infonde fiducia in una cosiddetta "governance": nel decreto legge Sviluppo (articolo 51), varato dal Consiglio dei Ministri ed in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è stata inserita la norma sulla cedibilità del credito di imposta per la digitalizzazione delle sale.


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neaMusica Luglio 2012

Intervista a Luigi Scarangella

di Mariana RebHell

voce del celebre gruppo musicale “Le Mani”

Come nascono le Mani, come definite la vostra Musica e le influenze artistiche?

Le mani nascono come tutte le cose divertenti e passionali, per scherzo. Ognuno di noi proveniva da situazioni musicali differenti, e questo ci ha portato a dire “proviamo”. L’intesa da subito ha accompagnato il nostro annusarci, studiarci reciprocamente e buttare giù qualche idea, da cui, poi, è nato il nostro primo album. La musica che noi facciamo adesso è prettamente rock in italiano. Scelta ardua, difficile, ma ricca di varianti e sfaccettature colorate. Ci ispiriamo a band che fondano il loro spirito sul groove come Pearl Jam, Foo Fighters, Incubus, Deftones, Red Hot Chili Peppers, Radiohead, Placebo.

Nella scrittura dei testi, ci sono cantautori a cui vi ispirate?

Personalmente, cerco di tessere i miei testi con parole che diano il pieno significato a quella sfumatura d’animo che intendo descrivere. Il mio sguardo, perciò, viaggia verso una Genova di qualche anno fa e spia Fabrizio De Andrè e la sua arte di tessere le parole. Da qui, l’elenco sarebbe troppo lungo. Preferisco limitarmi al più grande. Il Videoclip del brano “Stai bene come stai” fu vincitore del famoso Premio” Videoclip Italiano” nella categoria emergenti ed il 15 giugno 2007 siete stati ospiti dell Heineiken Jammin Festival con i Pearl Jam headliner. Emozioni, episodi, particolari di quella giornata? Tremarella prima del concerto, sudore ghiacciato sulle nostre facce, la vista annebbiata dalla paura, e una gran voglia di far vedere chi siamo e perché siamo qui. La spinta sul palco e l’incoraggiamento dato dal direttore di palco dei Pearl Jam è ancora stampato nei miei occhi: “Let’s go guys! Rock on!”.

“Attraverso la musica si può fare del bene”. A riguardo e da fan dei “REZOPHONIC”, so che fate parte di tale progetto. Potreste spiegare con parole vostre di cosa si tratta e quanto tale esperienza influisca personalmente sulle vostre vite? Il Progetto “Rezophonic” ha un alto ideale di solidarietà pura. Vedere musicisti mettere a disposizione la propria arte per raccogliere fondi e consensi per la costruzione di pozzi d’acqua in Africa, rende la musica ancora più nobile. Ci siamo entrati così, sulla parola e sulla fiducia. Questo è ancora lo spirito che lega tutti al suo interno.

Relativamente a l’Album in uscita ad Ottobre 2012, nessuna anticipazione o dettagli, ma solo la vostra definizione, per i lettori di néaPolis..

È l’album più vero de Le Mani, dettato dal desiderio di ritornare alle origini, spinti solo dalla passione pura e voglia di divertirsi. Art for art's sake. L’arte per la bellezza dell’arte. La musica suddita solo a se stessa. Speriamo che sia di vostro gradimento. Grazie a te, Mariana, grazie a tutti voi lettori di néaPolis. A nome di néaPolis e di tutti i lettori ringrazio Le Mani, Rossella Savino della Nota Bene per averci concesso l’intervista, Stefano Clessi e Alessio Canu della produzione-management ed etichetta. Un enorme in bocca al lupo per l’album e soprattutto per la vita. A tutti i lettori ricordo che potete trovare informazioni, merchandising de“Le Mani” ai seguenti siti e soprattutto di comperare l’album! Sito officiale: www.lemani.eu Myspace: a http://www.myspace.com/lemaniband, Facebook: http://www.facebook.com/lemani .


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nel Focus di Settembre si parlerà di...

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