C'era una Svolta n. 3 / 2018

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anno V numero 03/2018

INSICU -REZZA SOCIALE spazio riservato all’indirizzo

Spedizione in abbonamento postale per l’interno. Stampe periodiche - Aut. N. 1346 del 07.06.2013 - Poste San Marino


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i piacerebbe poter dire ai lettori che quello che leggerete di seguito è un pezzo satirico redatto da noi. Invece si tratta della trascrizione della dichiarazione rilasciata dal Segretario di Stato per l’Istruzione, Marco Podeschi, a seguito dell’incontro con il Ministro dell’Istruzione italiano, Marco Bussetti (servizio SMTV 21 agosto 2018).

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Giornalista: “Un incontro con il Ministro dell’Istruzione Bussetti, fra l’altro il primo ufficiale per il governo di San Marino qui al Meeting. Com’è andata, di che avete parlato?” Segretario Podeschi: “L’incontro è andato molto bene. Ci siamo conosciuti, presentati. Ho invitato il Ministro a San Marino. Ci sono dei temi in comune su cui dovremo riflettere, sono argomenti di cui da tempo San Marino e Italia parlano in materia di istruzione. Questo è sicuramente positivo. Farà seguito poi una serie di colloqui di natura tecnica e poi l’obiettivo è avere nei prossimi mesi il Ministro in visita a San Marino.”

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PILLOLE DI FILOSOFIA Michel Foucault

e la parresia come etica della verità

È

stato dedicato al tema della “Verità” il Festival Filosofia 2018 che ha visto protagoniste Modena, Carpi e Sassuolo dal 14 al 16 Settembre come città in cui la filosofia si impara, si discute e diventa motivo di incontro. Tra i tanti filosofi che hanno trattato il tema della verità, nel ‘900 c’è anche Michel Foucault. In uno dei suoi seminari californiani, nel 1983, Foucault definì la parresia, il parlar franco o capacità di dire la verità e l’evoluzione del termine. Si rivolse poi all’idea di parresia nelle tragedie

di Euripide ed evidenziò come la crisi delle istituzioni democratiche avesse cambiato il significato del termine, originariamente diritto di critica dei cittadini liberi e uguali – in quanto maschi e proprietari – legandolo progressivamente alle qualità etico-morali di chi la esercitava (il

parresiastes) e di chi la subiva (il re). Scrive Foucault: “la parresia è un atto politico, ma sotto un altro aspetto, la parresia [...], è anche un modo di parlare a un individuo, all’anima di un individuo: un atto che riguarda la maniera in cui quest’anima verrà formata”. Per ricavarsi uno spazio di autonomia e governare se stesso l’individuo deve quindi trovare la determinazione di dire il vero, modi per dare dignità e coerenza alla propria esperienza, così da essere meglio attrezzati nell’attraversamento del deserto del presente. La parresia è legata anche al coraggio: essa richiede propriamente il coraggio di dire la verità a dispetto di un qualche pericolo. E nella sua forma estrema, dire la verità diventa un “gioco” di vita o di morte. numero 03 2018

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EDITORIALE

EDITORIALE DEL MESE di Marianna Bucci

state coerenti con il loro operato. Quali sono le conseguenze di una an Marino gestione malsana dell’ISS? Da almeno ha un cinque anni ci vengono evidenziate dalla eccellente Commissione di Controllo della Finanza Stato Sociale Pubblica: “Circa l’ISS si consolida il che deve essere completo degrado della posizione garantito”, “l’ISS finanziaria. Ad oggi pare evidente come è istituzione tutte le criticità (personale, procedure, profili cardine del paese, di legalità, congruità dei dati), rappresentino va arricchita e una seria ed esplosiva situazione a danno non potenziata”, “è solo dello Stato Centrale ma a pregiudizio fondamentale di terzi, sammarinesi e non, di cui l’Istituto garantire servizi improntati sul miglioramento gestisce i fondi pensione e fondi lavoratori continuo della qualità”. Questi sono alcuni dipendenti”. Questo è ciò che accade quando stralci dei contenuti programmatici delle si insegue in maniera miope un unico ultime due campagne elettorali. Quello obiettivo: il pareggio di bilancio. Il nostro che personalmente preferisco recita:“Il paese è focalizzato unicamente su questo complesso di istituti che formano lo stato fine, anche in questa legislatura, e non si sociale sono un pilastro della coesione di risparmia in stratagemmi contabili e deroghe questa nostra comunità e si basano sul di ogni sorta pur di raggiungerlo. Più volte principio che nessuno deve essere lasciato abbiamo rimarcato quanto sia raccapricciante indietro ed emarginato.” che, specialmente settori come ISS e Scuola, siano approcciati secondo logiche di budget. Belle, bellissime parole. Peccato che, proclami a parte, nessun governo abbia A nostro avviso non sono i settori a doversi voluto veramente tutelare la sanità adeguare al budget ma è lo Stato a doversi pubblica. È un dato fatto che ogni cittadino attivare per garantire i diritti alla può testimoniare, vedendo il settore sanitario cittadinanza utilizzando e indirizzando sgretolarsi giorno dopo giorno sotto i propri adeguatamente le proprie risorse. occhi. Obiettivo della politica dovrebbe essere la garanzia dei diritti - a una sanità e ad Se i partiti avessero diffuso programmi un’istruzione di qualità - non il budget. elettorali onesti, rispondenti a ciò che Se si avesse questo principio in testa forse in effetti hanno attuato una volta saldi si avrebbe come priorità quella di colpire alle poltrone governative, probabilmente gli sprechi e la corruzione perché tolgono avremmo letto dichiarazioni ben diverse, del ossigeno alla realizzazione dei diritti. Sia ben tipo: “Nomineremo i nostri affiliati in ruoli chiaro, non è certo una visione romantica, sensibili e li copriremo o sposteremo se si poi i conti tasca bisogna farli. Ma l’approccio renderanno protagonisti di qualche abuso. con cui i conti si fanno la dice lunga sul tipo Merito e competenze non ci interessano” di paese che vogliamo costruire. oppure “Cancelleremo l’indennità di malattia ai malati gravi”. E ancora: “Non investiremo Quando sprechi e clientelismo permangono, in strumenti per misurare la qualità di acqua, significa che non si sta operando per la aria e terreno perché preferiamo inquinare qualità dei servizi. Viceversa se si opera per e pagare all’Italia multe milionarie con i la qualità dei servizi allora sprechi e clientele soldi dei cittadini. La prevenzione è solo uno hanno vita breve. I due elementi non possono slogan per allocchi”;”Cura degli anziani? coesistere. Naturalmente è indispensabile Non abbiamo tempo di pensarci, affidatevi che i cittadini diventino attivi non solo a caso alle badanti”. E infine:“Certo la sanità nella pretesa del rispetto dei diritti ma che pubblica è importante, ma nel frattempo assolvano al ruolo di portatori di doveri, ne lasceremo morire alcune porzioni così denunciando abusi, clientelismo, rifiutando potremo privatizzarle senza che ve ne favori di qualsivoglia natura, riconoscendo le accorgiate”. professionalità, informandosi e partecipando attivamente alla vita pubblica. Non credo che con programmi elettorali di questo tenore le forze politiche sarebbero Occorre evitare la pericolosa china che andate molto lontano, ma almeno sarebbero sta portando i pazienti ad abituarsi, in

“S

un clima di rassegnazione generale, alle distorsioni, alle inutili lungaggini burocratiche, alle lacune dell’ISS. I sammarinesi se ne lamentano, ma le tollerano. Questo atteggiamento sarebbe normale in un meccanismo tutto sommato funzionante ed efficiente in cui le distorsioni sono eccezioni, variabili squisitamente umane. Non è certo il caso di San Marino dove l’ISS, così come la PA e gli Enti, riescono a funzionare non in virtù di leggi sensate, controlli e organizzazione meticolosa, ma grazie al buon cuore e alla professionalità di alcuni individui che cercano in ogni modo di sopperire alle carenze altrui. In questa cornice si innestano le profonde contraddizioni del nostro sistema: da una parte siamo capaci di instaurare collaborazioni eccellenti che conducono addirittura a primati mondiali su interventi chirurgici; dall’altro lato assistiamo esterrefatti allo sfascio inesorabile dell’ambulatorio pediatrico, al caporalato diffuso nell’assistenza agli anziani, a liste d’attesa inspiegabili per un bacino di utenti limitato come quello sammarinese, agli appalti esterni ad ogni piè sospinto, alle volontà predatorie di esternalizzare porzioni sempre più consistenti di servizi. Se i nostri nonni sono riusciti a far nascere e crescere un Istituto fondato su principi etici e solidali nonostante la miseria del dopoguerra, come possiamo non scandalizzarci ogni qualvolta il diritto ad una sanità e ad un’istruzione di qualità ci viene negato sulla base di calcoli di bilancio? Come possiamo non indignarci quando quel bilancio giustifica e istituzionalizza sprechi e privilegi? Come possiamo non tormentarci quando validi professionisti sanitari abbandonano il nostro Ospedale perché svuotati e inariditi dalla disumanizzazione e dalla iperburocratizzazione che non lascia spazio ai rapporti umani, alla reciproca conoscenza ed arricchimento, all’approfondimento e all’ascolto? La popolazione si mobiliti. I partiti rinuncino una volta per tutte a trattare l’ISS come fosse una loro proprietà da colonizzare per depredarla e poi svenderla al miglior offerente. Proprio i partiti che leziosamente lo definiscono “il pilastro della coesione della comunità” non si stupiscano se ogni ulteriore attacco all’ISS verrà considerato una dichiarazione di guerra al paese. La sicurezza sociale non si tocca. numero 03 2018

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SANITA’

PEDIATRIA: MOLTI PROBLEMI, POCHE SOLUZIONI Prevenzione: si taglia

lo scopo di effettuare un costante controllo dello sviluppo fisico, psichico e sensoriale del bambino ed una ricerca di fattori di rischio con particolare riguardo all’individuazione precoce dei soggetti con handicap neuosensoriali e psichici.

invece di investire

I

problemi del servizio pediatrico dell’Ospedale di Stato sono stati ricorrenti negli ultimi anni, sia per scarsità di medici, sia per le difficoltà a organizzare il servizio nel territorio. La questione di base rimane però la stessa che attanaglia l’intero settore sanitario: in tempi di benessere economico ci si è limitati a offrire un servizio di buon livello senza essere lungimiranti, senza strutturarlo in base alle reali esigenze della popolazione, senza progettare il futuro. Nel 2015 diversi genitori hanno chiesto interventi alle istituzioni sanitarie, ma il miglioramento è durato poco e la situazione è ora tornata a essere più critica di prima, anche a causa della cronica carenza di medici. Sono tanti infatti i professionisti che hanno preferito dimettersi dal settore pubblico proprio perchè insofferenti alla disorganizzazione, all’iperburocratizzazione e, in un parola, alla disumanizzazione del servizio. Oltre al personale medico persino operatori sanitari e infermieri hanno lasciato non solo la pediatria ma anche le unità di pronto soccorso e ginecologia. La nuova legge sulla dirigenza medica è stata elaborata proprio per rendere più attrattivo il nostro sistema sanitario, ma a nostro avviso manca il bersaglio e si concentra solo sul perno del riconoscimento economico, lasciando inalterate le distorsioni dovute alla discrezionalità e alle ingerenze dei partiti, alla incertezza del diritto, all’inesistenza di punti di riferimento.

I numeri della pediatria I problemi del reparto pediatrico non sono solo impressioni o esigenze particolari di qualche genitore, ma sono comprovati da fatti e cifre. Come emerge dai dati forniti da un’interrogazione del 9 gennaio scorso, dal 2010 al 2017 sei pediatri si sono licenziati; calcolando che dal 2017 ai primi mesi del 2018 altri 2/3 medici se ne sono andati siamo a circa nove medici scappati a gambe levate. Il numero dei medici in organico era già ridotto dal 2014 al 2015 da 9 a 8 poi dal 2016 da circa 7 a 5 unità ed ora non si capisce più neanche in quanti facciano parte

effettivamente dell’organico operativo, considerato poi che il direttore di pediatria non si occupa delle urgenze se non in maniera sporadica. Avere quattro o cinque pediatri per circa 5000 bambini è un dato allarmante. Gi interventi portati avanti finora fanno emergere il dubbio che la riorganizzazione del servizio sia indirizzata verso la privatizzazione, limitando le cure solo alle urgenze e non alla prevenzione. Della serie: l’urgenza te la garantisco come posso e la prevenzione te la paghi (se puoi). Basti analizzare quanti servizi prima offerti dall’ISS nell’ambito pediatrico siano stati in parte ridefiniti, come ad esempio i rimborsi per le terme per curare malattie respiratorie come bronchiti e asma, oppure il dentista, ora solo in parte rimborsato, e l’allergologo.

I bilanci di salute: perché sono importanti A mancare non sono solo i pediatri ma sopratutto i servizi come, ad esempio, i “bilanci di salute”, controlli periodici eseguiti per verificare la crescita e lo stato generale di salute del bambino. A causa dell’attuale situazione della pediatria, a partire da gennaio 2018 i bilanci di salute dai due anni del bambino sono stati sospesi. Essi invece sono importantissimi e necessari, perché quando si parla di bilanci di salute si fa riferimento ad un vero e proprio programma di sorveglianaza sanitaria che ha

È profondamente sbagliato quindi considerarli come un servizio a cui lo Stato può rinunciare o che può essere sospeso, perchè rispondono ad esigenze che coinvolgono sia la salute del singolo sia quella intera comunità. Il bilancio di salute non è solo un esame clinico che riguarda un unico individuo, non serve soltanto a prevenire o dignosticare precocemente determinate patologie, ma è una vera e propria valutazione globale dello stato di salute che include anche aspetti di educazione sanitaria utili ad orientare il più positivamente possibile lo sviluppo del bambino e le relazioni familiari, specialmente in alcuni momenti delicati della crescita (l’avvio della relazione madre-bambino, lo svezzamento, l’ingresso a scuola, la nascita di un fratellino ecc.).

Dati sull’accesso ai servizi pediatrici I dati più aggiornati sul servizio pediatrico risalgono al 2014 e sono contenuti nel Piano Sanitario (scaduto e non ancora aggiornato. Per quell’anno, risualto 456 ricorveri ordinari, con un tasso di occupazione dei posti letto pari al 76% e una degenza medica di circa 3 giorni. Sono state effettuate oltre 19.572 visite ambulatoriali fra cui 14.567 per acuti e 5.005 bilanci di salute (0-5 anni).

Raccolta firme per la pediatria Un gruppo di genitori ha raccolto circa 700 firme sul territorio sammarinese per migliorare i servizi pediatrici. Ecco i temi principali sui quali i cittadini richiedono attenzione: - Unico pediatra di riferimento; - Ripristino Bilanci di salute; - Pronto Soccorso pediatrico; - Suddivisione ambulatori urgenze e consultorio; - Rafforzamento reparto con la collaborazione di Pediatri sammarinesi.

numero 03 2018

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SANITA’

ASSISTENZA ANZIANI: STATO, SE CI SEI BATTI UN COLPO! Lavoro nero,

caporalato e omertà

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orre il cittadino al centro del sistema in tutte le fasi della vita è un principio nobile e, quando viene perseguito con determinazione, porta alla creazione di servizi di alto livello. Pensiamo a quelli riservati all’infanzia (asili nido e scuole infanzia) che, negli anni, hanno lavorato sodo per evolversi da luoghi deputati ad un mero “badaggio” fino a diventare un punto di riferimento per le famiglie. Ma soprattutto hanno lavorato sulle finalità educative del servizio, rappresentando una risorsa per lo sviluppo affettivo, cognitivo e sociale dei bambini. Questo non significa che non esistano criticità, anzi, ma ad oggi un genitore con figli piccoli può contare su una rete ben strutturata di supporto, su professionalità e informazioni adeguate.

Assistenza anziani: Stato assente Purtroppo lo stesso discorso non vale per un’altra fase della vita: la vecchiaia. Quando i loro cari diventano anziani, spesso le famiglie si ritrovano in balia degli eventi, prive di punti di riferimento che non siano il passaparola di qualche conoscente o i social network. Si scoprono indifese e impreparate ad affrontare, anche dal punto di vista psicologico, un’eventuale malattia del proprio congiunto. In assenza di reti organizzate che siano in grado di assicurare sostegno e informazione, si verificano due eventi:

ostentando preoccupazione ai microfoni ma superficialità nella sostanza delle risposte, si sono limitati a produrre leggi di facciata che di fatto hanno continuato a garantire l’impunità a quel sistema corrotto. Sistema su cui, ancora una volta, sono stati i cittadini a togliere il velo di omertà. Dopo mesi di denunce andate a vuoto infatti, un gruppo di persone riunitesi nel comitato civico #Rispetto, ha organizzato una conferenza stampa per denunciare il caporalato in ospedale e raccontarne i dettagli. Il meccanismo del "caporalato" Quando si parla di caporalato occorre valutare tutti aspetti che vengono travolti da questa ignobile pratica e che richiedono risposte serie ed efficaci: la negligenza e la superficialità nei confronti dei pazienti, che dovrebbero ricorrere alla “badante” solo in casi eccezionali; la carenza di personale in alcuni reparti; lo sfruttamento degli esseri umani, perché la maggior parte delle badanti è vittima del sistema e vuole uscire dalla condizione di schiavitù. Il caporalato segna inesorabilmente anche l’economia, sia perchè le persone che da anni lavorano in nero non versano tasse e contributi, sia perché al tempo stesso tagliano le gambe

allo sviluppo del settore dell’assistenza alla persona, praticamente inesistente a San Marino, e che invece porterebbe nuovo vigore all’occupazione e alla qualità della vita. Infine, naturalmente, parliamo di corruzione, perchè senza la presenza di persone conniventi o disposte a chiudere un occhio questo sistema marcio non potrebbe proliferare. La nostra coalizione ha cominciato a denunciare il lavoro nero in ospedale attraverso i canali istituzionali (incontri con il Comitato Esecutivo Iss) da aprile-maggio del 2017. Nel frattempo abbiamo raccolto informazioni e segnalazioni e depositato un esposto che è andato ad aggiungersi a quello del Comitato #Rispetto. Naturalmente attendiamo gli esiti delle indagini ma nel frattempo la politica dovrebbe attivarsi per creare un sistema virtuoso che vada a sostituirsi a quello illegale. Il Segretario alla Sanità Franco Santi aveva annunciato, il 20 giugno 2018, un presidio dell’Ispettorato del lavoro presso l’Ospedale “a disposizione delle famiglie che hanno necessità di instaurare un rapporto collaborativo con personale non sanitario, sia per il lavoro di monitoraggio”. Siamo a novembre, non ci risulta sia stato attivato.

1) le Istituzioni abbandonano i cittadini a loro stessi e quindi chi ha gli strumenti (economici e culturali) in qualche modo si organizza; 2) si spalancano le porte dell’illegalità. E quando diciamo che le porte sono spalancate, non usiamo una metafora. Badanti, lavoro nero e sfruttamento L’ingresso dell’Ospedale di Stato nell’ultimo decennio è stato letteralmente aperto al peggior genere di illegalità, che non è solo quella relativa al lavoro nero delle assistenti non sanitarie private (le cosiddette badanti), ma è quella ancora più meschina che si occupa di coordinarle sotto forma di caporalato. Una situazione sotto gli occhi di tutti, ben nota alle istituzioni e ai partiti che da anni ricevono segnalazioni e che, numero 03 2018

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ISTRUZIONE

A SCUOLA DI TAGLI: L'ISTRUZIONE SECONDO PODESCHI Gli effetti concreti

del decreto delegato sulla scuola

“C

ambiare tutto affinché nulla cambi" è la massima più conosciuta del libro "Il Gattopardo", romanzo storico ambientato nella Sicilia dell'Ottocento che racconta magistralmente come le classi sociali borghesi facciano di tutto per arricchirsi e soppiantare la nobiltà. Così pare che abbiano fatto molti partiti politici, cambiando nome, candidati, ma di fatto rimanendo sempre gli stessi. Caso emblematico è l'attuale Segretario alla Cultura Marco Podeschi, un tempo tra le fila dell'UPR (Unione per la Repubblica), una delle tante costole della DC. Lo stesso Podeschi che una volta affermò che Gabriele Gatti è il suo uomo politico di riferimento. Ora che il suo cavallo di battaglia per la salvezza della Repubblica è proporre tagli alla scuola e all'istruzione, sembrano lontanissimi i propositi del suo partito quando, appena 4 anni fa, organizzava conferenze dal titolo "La scuola di oggi ovvero la San Marino di domani" (6 maggio 2014) dove si snocciolavano proposte per migliorare la scuola, in quel caso coinvolgendo gli insegnanti e addirittura proponendo "più sport", "più inglese". Una vera e propria beffa se si considera come invece oggi si proponga ad esempio la “verticalizzazione” dell’insegnamento di Educazione Fisica, spacciata come miglioramento quando invece mira solo a sopprimere delle cattedre.

La scuola nel programma di governo di Adesso.sm Effettivamente se si va a rileggere il lungo programma di governo di Adesso.sm, l'attenzione riservata alla scuola è veramente marginale. In tre righe la coalizione liquida così il mondo dell'istruzione nella sezione "I progetti e gli strumenti per lo sviluppo": "È fondamentale la creazione di un polo scolastico multidisciplinare – che includa anche l’integrazione del Centro di Formazione Professionale – in forte collegamento con le realtà sociali e culturali per una scuola in cui si forma la nuova classe dirigente politica, amministrativa e imprenditoriale".

Oltre all’accenno sul nuovo polo scolastico multidisciplinare (accorpamento di cui si parla da almeno dieci anni), oltre al fatto che - stando alle parole di Adesso.sm - la scuola dovrebbe formare solo la "nuova classe dirigente", non viene fatto cenno ad altri interventi migliorativi per la scuola. Quanta coerenza, in questo caso!

degli insegnanti (vedi pagg. 8 e 9), e che hanno portato il 9 luglio scorso alla prima manifestazione del corpo docenti sul Pianello, portando in piazza circa 120 persone tra insegnanti e genitori.

Un pò meno coerenti quando si parla degli insegnanti di sostegno nella sezione "Sanità stato sociale e previdenza". Con il decreto infatti anche il sostegno scolastico andrà a essere danneggiato, considerata la riduzione degli insegnanti che si prospetta ad esempio nella scuola elementare.

Il capolavoro del Segretario Podeschi non sta solo nell’aver emanato il decreto in estate, in sordina, noncurante della manifestazione sul Pianello, ma di aver calcolato bene i tempi visto che il decreto è stato portato in Consiglio per la ratifica dopo il 17 settembre. In quella data hanno riaperto le scuole e così è stata vanificata ogni possibilità di variazione del decreto perché sarebbe stato impossibile modificare il piano cattedre.

Il Decreto 83/2018 sulla scuola Anche per la scuola si è quindi proseguito con il modus operandi preferito di questo governo, ovvero una pioggia di decreti per intervenire presto e indisturbati su temi importanti e delicatissimi.. Nessuno degli aspetti del decreto è mai stato concordato né condiviso con gli insegnanti, né coi sindacati. Non è un caso che il decreto sia uscito il 10 luglio, a scuole chiuse, e proprio poco prima che venisse stabilito il numero di cattedre e incarichi per l’anno scolastico successivo.

A quella manifestazione è seguito un vero e proprio sciopero il 18 settembre, il secondo giorno di scuola in Repubblica.

I conti non tornano: calo demografico o aumento di nuovi residenti? Uno dei problemi del decreto è il rapporto numerico: diminuisce il numero di insegnanti in classe in proporzione al numero degli studenti. E perché fa così tanta paura ai docenti e alle famiglie?

Perché è un attacco diretto alla qualità Sono molteplici gli aspetti estremamente dell'insegnamento che distoglie l'attenzione critici del decreto scuola, che sono stati ben dal valore umano e sociale della scuola per illustrati dal comunicato del Coordinamento sostituirlo con logiche di spending review che numero 03 2018

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ISTRUZIONE

riducono l’istruzione a un costo da tagliare invece di considerarla un investimento. La giustificazione più gettonata dal governo è che a San Marino vi sarebbe un calo demografico in corso, quindi il numero di alunni si andrà a ridurre e di conseguenza va rivisto il numero degli insegnanti. Peccato che tale ragionamento vada in estrema contraddizione con una nuova legge proposta dal Segretario all'Industria Zafferani, che per attrarre nuove imprese apre alla residenza semplificata per amministratori, soci e dipendenti ed emana provvedimenti per agevolare il percorso scolastico dei figli dei nuovi residenti. Il decreto n. 103/2018 infatti, viene emanato – scrive Zafferani – “al fine di consentire il pieno e tempestivo inserimento nel percorso scolastico dei figli dei richiedenti residenza”. Viene quindi spontaneo domandarsi se il governo abbia considerato anche questi nuovi ingressi, se esistano dati o proiezioni perchè è lecito pensare che il calo demografico possa essere compensato o addirittura superato dagli inserimenti scolastici dei figli dei nuovi residenti. Nessuna risposta è giunta su questo punto dagli scranni del Congresso di Stato che, evidentemente, queste valutazioni non le ha eseguite.

La scuola come un numero Adesso.sm fa l’esatto contrario di quello che una buona politica dovrebbe fare, cioè mettere in campo interventi prima di tutto per tutelare la crescita e il futuro del Paese.

Che fine ha fatto la riforma scolastica?

Se si pensa che fino ad oggi si sono garantite buste paga, consulenze e incarichi che, sommati, corrispondono a milioni di euro elargiti a persone e società (ora sotto la lente del Tribunale) che hanno infiltrato il nostro sistema bancario e istituzionale per spolparlo e far pagare le loro malefatte ai sammarinesi, risulta lampante come sanità e istruzione continuino ad essere le vittime sacrificali di un sistema che non vuole saperne di abbandonare le logiche corruttive e speculative. Questo è quindi l’ennesimo decreto che tiene conto solo di numeri: numero di ore, numero di insegnanti e numero demografico (senza tener conto dell'eventuale aumento tramite i figli dei residenti) dimenticando che la scuola, così come la cultura in generale, deve ragionare in termini qualitativi e non quantitativi. Non si può decretare il raggiungimento degli obbiettivi di scuola, sanità e cultura solo se i bilanci sono in attivo, poiché lo Stato dovrebbe intervenire con più risorse economiche proprio lì dove servono.

È

bene ricordare che dal 2014 in poi il Segretario alla Cultura di allora Giuseppe Maria Morganti aveva attivato la revisione della spesa nella scuola, asilo nido e infanzia.

Tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado hanno partecipato a numerose riunioni e tavoli di confronto, scrivendo lunghe relazioni dove venivano riportati gli ambiti in cui tagliare e in che modo, affinché la qualità della scuola non venisse toccata. Oggi all'ex Segretario Morganti ora Consigliere e Capogruppo del partito di governo SSD, bisognerebbe chiedere: dove è andato a finire tutto questo lavoro sulle revisioni della spesa? Forse l'ex Segretario Morganti si è dimenticato dei gruppi di lavoro per la riforma scolastica, lanciata proprio al teatro di Dogana qualche anno fa in presenza di tutti gli insegnanti di tutti gli ordini di scuola? Forse non ricorda che furono chiamati consulenti pagati con tanti soldi pubblici con l'obiettivo di riformare la scuola? Tutti questi decreti a cosa sono serviti se non a sperperare denaro pubblico che poteva essere investito sicuramente in qualcosa di più utile? Com’è possibile che, nonostante Morganti sia ancora al governo, tutto il lavoro degli anni precedenti sia stato cestinato? numero 03 2018

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PARTECIPAZIONE’

SCIOPERO INSEGNANTI: TUTTE LE RAGIONI DELLA PROTESTA La commissione insegnanti motiva la protesta

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l secondo giorno di scuola in Repubblica gli insegnanti di tutti gli ordini di scuola hanno incrociato le braccia per protestare contro il Decreto n.83 del 10 luglio 2018, che inciderà in maniera profondamente negativa sulla qualità della didattica. Ecco in dettaglio le ragioni dello sciopero illustrate dalla Commissione Insegnanti. È vero che questa protesta è stata strumentalizzata a livello politico? Gli insegnanti rifiutano nel modo più assoluto questa accusa, ribadendo che la protesta è motivata unicamente dal contenuto del Decreto 83/2018.

Come mai una scelta così categorica? Non si poteva agire diversamente? Arrivare a uno sciopero è sempre una scelta sofferta, ma non erano rimaste altre possibilità, di fronte a un Governo che ha ignorato le varie lettere scritte dai docenti di tutti gli ordini di scuola, le manifestazioni sul Pianello e la raccolta di oltre 2000 firme dei genitori, che da subito hanno compreso e condiviso le ragioni della protesta. Inoltre, contrariamente a quanto affermato recentemente dal Segretario all’Istruzione, nessuno degli aspetti del decreto è mai stato concordato né condiviso con gli insegnanti, né coi sindacati. Non è un caso che il decreto sia uscito il 10 luglio, a scuole chiuse, e proprio poco prima che venisse stabilito il numero di cattedre e incarichi per l’anno scolastico successivo. Anzi, durante il Collegio Docenti presso la Scuola Media Inferiore, in primavera, il Segretario stesso aveva affermato che la scuola, già duramente colpita negli ultimi anni, non sarebbe stata toccata da ulteriori manovre.

Quali sono gli interventi peggiorativi che la scuola ha subito negli ultimi anni? - Con il Governo precedente è stata cancellata una sezione alle medie ed è quindi aumentato il numero degli alunni per classe; - In tutti gli ordini di scuola non vengono nominati supplenti in caso di assenza e quindi sono i docenti che si devono fare carico delle sostituzioni, anche sottraendo gli insegnanti di sostegno dalle rispettive classi e i distaccati dai Centri di Documentazione;

- È stato tagliato un coordinatore delle attività di Educazione Fisica. Anche la remunerazione degli insegnanti, negli anni passati, è stata peggiorata, penalizzando soprattutto i precari.

obbligano, per questioni di sicurezza, a suddividere i bambini in più gruppi e di conseguenza anche le insegnanti, complicando ulteriormente l’organizzazione scolastica.

La qualità della scuola viene attualmente garantita nonostante le suddette difficoltà. Gli insegnanti portano avanti responsabilmente l’attività educativa e Nella Scuola dell’infanzia, la modificazione didattica, facendosi anche carico di una del rapporto bambini-insegnanti porta a parte sempre più ampia di lavoro al di una riduzione di quattro insegnanti già per il fuori dall’orario di servizio (attività di corrente anno scolastico, questo significa che coordinamento; documentazione cartacea si verificheranno le seguenti criticità: e multimediale; gestione dei rapporti con le - un insegnante potrà rimanere da solo famiglie, il Servizio Minori e il personale non con un numero di bambini superiore alle docente; stesura di Note Informative, PEI, 17 unità, ma questo è impensabile sia per PDP, Progetti Didattici, Relazioni; ecc.). motivi di sicurezza sia per l’età dell’utenza Per quanto riguarda il servizio Ludoteca, (3-6 anni, con la possibilità di frequentare fin dai 2 anni e 8 mesi) che richiede costante gestito dalla Scuola dell’Infanzia, vorremmo attenzione, cura fisica ed emotiva. A questo si evidenziare che ha già subito grossi tagli al aggiunge la cronica mancanza di sostituzioni budget e al personale nell’anno scolastico 2014/2015. Nonostante questo le operatrici mentre aumenta il numero di bambini/e che mostrano difficoltà nella socializzazione, addette si sono sempre impegnate per attivare i laboratori riservati alle scuole e nell’autonomia, nell’attenzione e proporne attività all’utenza pomeridiana. nell’apprendimento, bambini/e che

Quali sono gli aspetti del decreto che incideranno in modo negativo sulla qualità della scuola?

richiedono strategie di osservazione e intervento personalizzate e continuative; - alle condizioni attuali non è possibile contare sulla presenza delle insegnanti funzionali, che vengono sempre più spesso utilizzate per coprire le emergenze di servizio dei vari plessi; - i problemi di spazio di alcune scuole

La Ludoteca ha da sempre una forte valenza sociale, rappresentando un luogo di incontro sicuro per diversi tipi di utenza. Perdere un’altra operatrice andrebbe sicuramente a svilire questo importante servizio. Nella Scuola elementare, la riduzione del personale docente nei plessi dovrà inevitabilmente portare ad un cambiamento numero 03 2018

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PARTECIPAZIONE

radicale del modello organizzativo di base, già messo in atto nei plessi di Montegiardino e Chiesanuova, dove è stata sperimentata una soppressione di cattedra, ma con esiti negativi. In particolare le criticità emerse sono: drastica diminuzione delle ore di compresenza, essenziale per il consolidamento, il potenziamento, il recupero e il sostegno per le varie discipline; mancanza di equità nello svolgimento delle attività didattiche nelle classi; difficoltà ad attuare percorsi individualizzati e a realizzare una didattica laboratoriale. La “verticalizzazione” dell’insegnamento di Educazione Fisica, spacciata come miglioramento quando invece mira solo a sopprimere delle cattedre. Nella Scuola media e superiore il decreto appare ancora più immotivato, dal momento che, preso così com’è, non consente alcun tipo di risparmio. Potrebbe sembrare che l’articolo 4 abbia lo scopo di far lavorare di più gli insegnanti, quasi prendendo per buona la vulgata secondo la quale gli insegnanti lavorerebbero poco. In quale modo? Obbligandoli a “completare” l’orario di lavoro, che risulterebbe incompleto in quanto le 18 lezioni che ogni insegnante svolge in classe sono di durata inferiore a 60 minuti. Ciò che il decreto pare ignorare, tuttavia, è che le ore sono più corte per esigenze didattico-organizzative fissate con la legge del 1986, non certo per causa degli insegnanti. Ci si ritrova quindi nel paradosso di un datore di lavoro che disegna un orario per il proprio dipendente, su cui quest’ultimo non ha nessun modo di influire, salvo poi valutare l’orario insufficiente e richiedere al dipendente stesso di darsi da fare per “completarlo”.

Allo stato attuale, la Scuola Media e Superiore versano nel caos più totale: oltre all’eccesso di burocratizzazione che già affligge la nostra scuola, con centinaia di piani educativi e didattici individualizzati, oltre alla consueta attività di progettazione e programmazione, gli insegnanti dovranno anche cercare di capire come contare ore e minuti di lezione, come dovranno “completare” l’orario, come dovranno impiegare i minuti mancanti, inventando chissà quali nuovi fantasiosi progetti la cui realizzazione non potrà che andare a scapito delle attività curricolari. Il Segretario Podeschi ha affermato, nel corso di un infuocato Collegio Docenti della Scuola Media il 13 settembre scorso, che l’art. 4 del decreto è stato motivato dalla richiesta dei genitori della scuola superiore di attivare percorsi di recupero; tuttavia, il Consiglio di Istituto non ha mai effettuato un tale tipo di richiesta, bensì ha invitato la scuola a riattivare, come avveniva in passato, la settimana dei recuperi.

attualmente sta attraversando un periodo difficile, ma tutto il personale docente crede che sia di fondamentale importanza mantenere alto il livello qualitativo e formativo del Settore Scolastico, e finora ci è sempre riuscito, come ha confermato anche la Segreteria Istruzione. Purtroppo però sembra che le proposte presentate vadano nella direzione opposta e in questo momento è forte la preoccupazione sulle prospettive future. Nel bilancio tra i costi e i benefici dei provvedimenti occorre tenere conto che, nella scuola, i benefici momentanei per il Governo sono puramente economici mentre i costi che paga il sistema scolastico hanno una ricaduta molto più profonda sui nostri alunni e in prospettiva sul nostro Paese. Al Segretario, comunque, bisogna rendere merito per avere unito in questa protesta gli insegnanti di tutti gli ordini scolastici e per avere per primo inaugurato l’anno scolastico con uno sciopero.

Commissione Insegnanti di ogni ordine e grado Ma la vera assurdità è che la scuola attiva già moltissimi progetti, anche di potenziamento, ad opera di insegnanti che, contrariamente al Dipartimento Istruzione, non pensano e non hanno mai pensato che il lavoro di un docente vada contato a minuti e secondi: molti dei compiti svolti dagli insegnanti non sono nemmeno compresi nel loro mansionario, non retribuiti, come l’ora di ricevimento dei genitori al mattino, le uscite di studio (per le quali gli insegnanti non sono pagati, ricevono un’indennità pari a 11 euro a giornata), le ore passate coi ragazzi al pomeriggio per organizzare attività extrascolastiche, mercatini di Natale, spettacoli, uscite, scambi culturali, ecc. Moltissimi docenti superano abbondantemente l’orario di lavoro.

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Nonostante la protesta, il Collegio Docenti della Scuola Media ha deciso di aderire alle iniziative di Sport in Fiera, mostrandosi solidale con tutte le associazioni e le federazioni che tanto si impegnano per diffondere fra i nostri giovani cittadini la cultura dello sport, che al contrario non pare stia particolarmente a cuore a una Segreteria che sempre più si accanisce proprio contro gli insegnanti di Educazione Fisica. Gli insegnanti di ogni ordine di scuola sono consapevoli che la nostra Repubblica

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GIUSTIZIA

INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA Il silenzio

di uno Stato ipocrita

L’

interruzione volontaria di gravidanza è un problema sottaciuto a San Marino e che purtroppo continua a rimanere

tale.

Il movimento Rete ha presentato a riguardo un'interrogazione il 21 settembre scorso per richiedere al Congresso di Stato l’acquisizione – presso le strutture sanitarie pubbliche italiane del circondario – dei dati numerici riguardanti le interruzioni di gravidanza praticate (nel 2017 e negli anni precedenti) da donne cittadine sammarinesi o residenti in Repubblica.

L'analisi dei dati come strumento di prevenzione San Marino manca totalmente di dati relativi alle Interruzioni Volontarie di Gravidanza delle donne sammarinesi, che invece sarebbero necessari per iniziare a mettere in pratica una vera prevenzione delle pratiche abortive. Se in questi anni invece di perdere tempo in chiacchiere si fosse avviato un monitoraggio sul territorio per conoscenre, ad esempio, fasce d’età, motivazioni, Castelli di residenza si sarebbero potute trarre informazioni preziose e mettere in campo attività di prevenzione. Ad esempio se si nota che moltissimi casi di aborto si verificano tra le adolescenti bisognerà intervenire con forza, con campagne mirate o consultori specifici per quella fascia di età. Oppure se dai dati emergesse che sono le donne di un certo

Castello che abortiscono per malformazioni del feto, allora forse bisognerà intervenire per portare avanti delle indagini specifiche sullo stato ambientale e l’inquinamento di una certa zona, per capire se quelle malformazioni sono causate da fattori ambientali o di altro genere.

dunque, legalizzerebbe il ricorso all'aborto analogamente alla legge 194 in italia e non solo nelle casistiche previste dalle tre istanze d'arengo approvate a settembre e cioè per stupro, malformazioni del feto e grave rischio per la salute della donna.

In tutti questi anni si è perso solo del gran tempo e, forse se le attività di prevenzione fossero state approntate, qualche aborto si sarebbe pure prevenuto o evitato. Dobbiamo assolutamente affrancarci da questo atteggiamento ipocrita con cui si preferisce fingere di non vedere i problemi piuttosto che affrontarli.

Ipocrisia di Stato

Legge di iniziativa popolare sull'interruzione di gravidanza: che fine ha fatto? L'altro aspetto in stand by della questione è la legge di iniziativa popolare sull'interruzione di gravidanza, portata in esame in Consiglio in prima lettura ma della quale però non si hanno più notizie. Il testo è composto da 8 articoli a partire dal riconoscimento, alla donna, del diritto alla maternità consapevole. All'articolo 2 è prevista l'istituzione di consultori, la promozione dell'educazione affettiva e sessuale nelle scuole e la facilitazione dell'accesso ai metodi anticoncezionali. Si afferma inoltre che lo Stato debba promuovere i servizi sociosanitari ed altre iniziative necessarie ad evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite. L'articolo 7 mira ad abrogare gli articoli 153 e 154 del codice penale che prevedono la punibilità della donna che interrompa volontariamente la gravidanza. Il progetto di legge di inziativa popolare,

Nascondere la testa sotto la sabbia e continuare a fingere che il problema non esista non lo risolve di certo. È però utile ad alimentare ancora quell’atteggiamento ipocrita che ha caratterizzato la politica negli ultimi decenni, che non ha affatto aiutato le donne e non è servito a eliminare o ridurre le interruzioni di gravidanza. Quante volte sono state presentate Istanze d’Arengo per depenalizzare l’aborto? E quante volte sono state rigettate? E nel frattempo, mentre in Aula si sprecavano i discorsi in difesa dei dogmi, quante donne sammarinesi sono andate ad abortire fuori confine? Quante sono state negli ultimi 10, 20 anni? 10, 100, 1000 donne? E sono andate aumentando col tempo oppure sono diminuite? Quali sono i motivi che le portano ad abortire? Non lo sapremo mai, perché nonostante tutte le volte che lo abbiamo chiesto non è mai stato fatto un monitoraggio. Tuttora nessuno sa quante sono annualmente le donne che abortiscono e soprattutto non si conoscono le fasce di età e i motivi. È una situazione vergognosa, indegna per uno Stato che voglia dirsi civile. Chi è contrario all’interruzione di gravidanza e chi è invece è a favore ha uno stesso obiettivo: tendere ad una Repubblica ad aborti zero. Solo che nel primo caso, chi si ostina a voler criminalizzare le donne non ha assolutamente ottenuto il risultato, le donne sammarinesi continuano ad abortire andando fuori confine con l’aggravante che vengono criminalizzate dallo Stato che invece dovrebbe tutelarle. Chi è a favore della depenalizzazione invece vuole che lo Stato si attivi per effettuare attività di monitoraggio e prevenzione, che indichino lo stato delle cose e metta in campo delle politiche mirate alla riduzione a zero di quel numero. numero 03 2018

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GIUSTIZIA

IL CASO DELTA, UN'AVVENTURA DISASTROSA Nascita e declino

della piazza finanziaria sammarinese di Alessandro Rossi

“M

ario Fantini è stato come un Napoleone nefasto, al quale la classe dirigente sammarinese degli anni 90, al contrario di quanto fecero con l’originale, cedettero alle lusinghe di prosperità facile nel poter avere in quel di Bologna uno sbocco sul mare finanziario italiano”: una dichiarazione anonima ma non tanto. Questa è una storia triste e dolorosa per gli inconsapevoli – fino ad ora - sammarinesi. Infatti mentre la maggior parte dei cittadini viveva spensieratamente negli anni Duemila con redditi elevatissimi, in Cassa di Risparmio il Deux ex Machina Mario Fantini e la classe dirigente – si fa per dire - del Paese stavano progettando l’avventura economica più

disastrosa della storia sammarinese.

Commerciale Sammarinese.

Bisognerebbe perdere molto tempo a dettagliare e a ritrovare tutti i riscontri storici, ma cercheremo di fare un quadro esauriente della situazione.

La storia di Banca Partner si è intrecciata pericolosamente in questi 10 anni con quella di Cassa di Risparmio.

L’avventura professionale in Italia di Mario Fantini, un bancario capace nato nel ventre del Credito Romagnolo, si è interrotta in FinEmiro, una finanziaria di credito al Consumo, creatura proprio dal Fantini. Finemiro fu assorbita dal gruppo Intesa San Paolo, Fantini fu estromesso ed espropriato della sua creatura. Fantini approdò sulle sponde Sammarinesi agli inizi degli anni 90 e probabilmente fin da subito cercò di organizzare la sua riscossa professionale in un settore che credeva redditizio e a basso rischio. La cronaca politica e quella giudiziaria non dicono nulla di questo ma Delta naque nel 2002, proprio a ridosso della creazione della farlocca piazza finanziaria sammarinese. In quel frangente infatti mancavano solo le Licenze di Asset Banca e di Credito Sammarinese. Nel 2002 viene rilasciata la concessione anche a Banca Partner, oltre che a Banca

Già questa coincidenza di date potrebbe fare supporre come plausibile un ragionamento di questo genere: “La Piazza finanziaria Sammarinese è stata voluta da quattro interessi convergenti – quello della Politica di cercare risorse dopo la messa in crisi del meccanismo delle triangolazioni in seguito all’assedio di Visco, quello dei politici corrotti di ottenere lucrosi “risarcimenti” nella concessione delle nuove licenze bancarie, quello degli imprenditori locali che hanno avuto il miraggio di poter essere padroni di una Banca e soprattutto quello di Fantini, che con la scusa della saturazione del mercato interna avrebbe avuto il via libera di poter iniziare da protagonista una nuova avventura nel settore del credito al Consumo”. Non è un caso infatti che molte delle banchette locali poterono disporre del Capitale Sociale minimo perché finanziate dalle banche storiche: emblematico è il caso dell’attuale prestito in scadenza tra Banca Partener e Cassa di Risparmio per 13,4 milioni di Euro. Delta crebbe in maniera esagerata, con tassi di sviluppo enormi. Fino a diventare – e qui c’è il primo errore fatale - gruppo Bancario con l’acquisto di Sedici Banca e la contestuale autorizzazione della Banca d’italia di Antonio Fazio nell’agosto 2007. Ora il credito al consumo è un credito a bassissimo rischio, perché frazionatissimo e differenziato, con buoni margini di interesse, ma Delta cresceva in questo modo perché aveva un vantaggio enorme sui propri competitori. Infatti il credito al consumo è un consumatore strepitoso di liquidità, e i competitori la dovevano reperire sul mercato, mentre Cassa di Risparmio - proprio per la presenza della medesima dirigenza sia in Delta che in Cassa e lo stretto bacino di investimento sammarinese - poteva disporre di un bocchettone di liquidità enorme come la liquidità di Cassa di Risparmio. Ora per essere precisi si dovrebbe disporre dei bilanci dell’epoca, ma la capacità di erogazione del credito che cresceva

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esponenzialmente ha fatto sì che in Delta a maggio 2009, tra liquidità e patrimonio, ci fossero risorse immobilizzate riconducibili a Cassa di Risparmio per un valore di circa 4 miliardi di euro. Cosa è cambiato nel contesto che ha prodotto il crac del 2009?

avrebbe limitato al minimo le perdite, è saltata anche per l’allontanamento dei vertici di Banca Centrale Papi e Caringi per una ispezione sgradita in Banca Partner – fatta passare poi nelle carte dell’inchiesta Mazzini come una “possibile” ritorsione di Roberti contro Grandoni.

- a crisi fra i soci di Delta che volevano un destino di Delta differente (Fantini voleva tenersi il suo gioiello e Sopaf voleva lucrarci quotando in borsa);

È stato fatto un piano di rientro omologato dal Tribunale di Bologna che ha posto la gestione del patrimonio di Cassa in mano ad SGCD, dove Cassa aveva solo il 10% e un solo membro in CdA.

- l’accanimento dei competitor di mercato che hanno visto crescere rapidissimamente un competitore che giocava scorretto;

Non sono state fatte azioni concrete e visibili per reclamare il nostro patrimonio, con tutte le forme possibili.

I fattori sono sostanzialmente quattro:

- l’allontanamento degli amici in Banca La notizia della vendita dei crediti Delta d’Italia; residui per uno stock di 2,1 miliardi di euro al 7,5% conclama una perdita - l’entrata in vigore del dlsg 231/07 secca (parzialmente ammortizzata negli recepente la terza direttiva UE anni eccetto gli ultimi 400 milioni) antiriciclaggio che ha allargato di un miliardo e 300 milioni di euro: le maglie sui reati presupposti un’enormità per una Repubblica di includendo anche l’evasione fiscale. 30mila anime. Il Crac giudiziario e reputazionale Sapere chi ha permesso e chi con l’arresto dei vertici di Cassa, ha agevolato questo disastro su ordine della Procura di Forlì e sostenuto dai media italiani capitanati economico è fondamentale per i Sammarinesi per decidere del loro dai competitor, è stato l’inizio della fine della Repubblica di San Marino per futuro. come l’abbiamo vissuta noi generazione La scelta sta nel decidere se continuare di cinquantenni. ad affidarsi alla medesima classe dirigente che li ha portati a questo Il 4 maggio 2009, un giorno prima disastro, che ingloba la classe dirigente dell’anniversario della nascita di che i sammarinesi conoscono, oppure Napoleone, è morto il sogno dello determinare una nuova classe dirigente sbocco sul mare finanziario della che conosca la storia e attraverso Repubblica di San Marino ed è stata sacrificio e determinazione sappia fortemente compromessa la storia riscattare il nome della Repubblica di sammarinese. San Marino. Da allora sono passati 9 anni. Non sarà facile. Quello che è certo è che In questi 9 anni la Classe dirigente del ancora oggi non si vuole consolidare Paese non si è neanche accorta del la storia, non si vogliono perseguire sequestro di ingenti risorse finanziarie i creatori di questo fallimento e per un valore di 4 miliardi e non ha fatto soprattutto si vogliono ripercorrere gli quasi nulla per cercare di avere perdite stessi metodi del passato per riottenere limitate. marginalità economica, Confuorti e La trattativa della vendita ad Intesa, che Restis Docet.

Direttrice

Anno V Numero 03/2018 Marianna Bucci

Progetto grafico Andrea Bastianelli Impaginazione Roberto Giardi Foto copertina Fotomontaggio Collaboratori

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