Mondo Agricolo n. 11 novembre 2021

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EPS Ente Produttori Selvaggina di Landolfo di Napoli

TROPPI DISEGNI DI LEGGE NEL LIMBO DELLE COMMISSIONI

Gestione fauna, è l’ora dei fatti

Sono lustri che si parla di un intervento organico per la regolamentazione del controllo e della gestione della fauna selvatica, sia autoctona sia alloctona, ma a tutt’oggi la normativa applicata risulta antica e non più rispondente alle mutate necessità dei territori, della popolazione e degli stessi animali, che da questo immobilismo traggono infinite penalizzazioni anche sotto il profilo della conservazione genetica delle specie. Consultando il sito internet delle due Camere del Parlamento si rimane sconcertati non solo di fronte alla letteratura scientifica presa in considerazione, ma anche dalla quantità di proposte di legge depositate dalle formazioni di ogni colore. La musica non cambia neanche se si prendono in esame le attività delle varie assise regionali. A puro titolo d’esempio e limitandoci alla presente legislatura, possiamo ricordare, tra i vari 48 | MONDO AGRICOLO | NOVEMBRE 2021

disegni di legge, il C 174 Paolo Russo, il C 2138 Caretta, il C 2673 del Consiglio Regionale Friuli Venezia Giulia. Tutti documenti depositati tra il 2018 ed il 2019, il cui esame è stato avviato dalla commissione Agricoltura della Camera dei Deputati nel luglio 2020 (per altri si parla di oltre due anni di attesa per l’avvio della procedura) e subito rinviato a luglio 2021. Gli iter procedono a rilento nella lunga attesa dei pareri di rito delle diverse commissioni parlamentari competenti. Molti ddl sono dedicati esclusivamente al contenimento della popolazione dei cinghiali, come se questo fosse l’unico argomento degno d’interesse. Malgrado il tema sia da tutti riconosciuto urgente e scottante e non solo per i danni diretti ed indiretti della mancata gestione del settore - la calendarizzazione delle varie iniziative langue o, nel

migliore dei casi, segue una tempistica a dir poco biblica. Il primo errore sembra essere quello di assegnare l’esame delle proposte a più commissioni. Anche se sorretto da norme e consuetudini procedurali, questo modo di procedere rischia spesso di depotenziare la competenza in materia che è riconosciuta alle commissioni Agricoltura di Camera e Senato. Non è infatti accettabile che l’assegnazione dell’articolato a queste commissioni avvenga dopo mesi o addirittura anni di attesa; ed è ancora più incomprensibile che l’esame e la discussione si avviino dopo un ulteriore ed indefinito periodo. Ai danni materiali - che a livello nazionale sono stimati intorno ai 100 milioni di euro annui - si aggiungono quelli provocati dalla perdita della biodiversità e, soprattutto, i rischi sanitari conseguenti al sovrappopolamento degli areali vocati e non vocati rurali ed oggi anche non rurali. Occorre favorire l’avvio di una fase nuova che, superati gli steccati ideologici, consenta di ottenere risultati concreti per tutti, come è avvenuto, ad esempio, nel Nord America con il cervo americano che, salvato dal rischio estinzione, oggi vive uno sviluppo prepotente ma ragionevolmente gestito. Occorre concretizzare le aspirazioni, le volontà e le iniziative. Proposte concrete arrivano dall’Ente Produttori Selvaggina (insieme ai concessionari delle aziende venatorie che rappresenta) che ha offerto in più occasioni il supporto dei propri tecnici.


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