Mediaterraneo News 15-28 febbraio 2022

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Premio Giornalisti del Mediterraneo 2016 Anno 12 - N. 94 15-28 febbraio 2022 Distribuzione gratuita

MEDI@TERRANEO news - Periodico del Master di Giornalismo di Bari Ordine Giornalisti di Puglia - Università degli Studi ‘Aldo Moro’ di Bari Editore: Apfg - Bari Direttore Responsabile: Lino Patruno Registrazione Tribunale di Bari numero 20/07 del 12/04/2007

Redazione: Palazzo Chiaia-Napolitano via Crisanzio, 42 - Bari email: master@apfg.it

I ❤ love libro Saponieri a pagg. 2-3

Super green pass ti sto aspettando Luise a pagg. 4 e 5

Io non vedente vedo sott’acqua

Controcopertina

Cannabis, no referendum no

Ventrella a pagg. 6 e 7

Le Costantine sarte all’antica Pasanisi a pagg. 10 e 11

Trani, no calcio anzi è femminile Pengo a pagg. 12 e 13

Manzari a pagg. 8 e 9

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I libri vincono la loro sfida contro il Covid e non muoiono

2 LIBERTÂ Una citazione di Plinio all’interno della libreria Feltrinelli, nel centro di Bari. I libri come liberazione dalla mortalità

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I dati statistici rivelano che, durante il lockdown, è cresciuto il numero dei giovani lettori. Siamo andati in giro a vedere cosa ne pensano i librai baresi

In questi ultimi due anni travagliati a causa della pandemia, è aumentato il numero dei lettori. Il virus ci ha tolto tanto, troppo. Ma ci ha anche “regalato” il tempo, quello che si cercava disperatamente durante le frenetiche giornate precedenti il lockdown. E così, svegliatisi di colpo, un giorno di marzo, forzatamente reclusi nelle proprie case, molti italiani hanno riassaporato il piacere della lettura. E dato che le storie di vita quotidiane hanno dovuto fermarsi o subire quantomeno un rallentamento, alcuni hanno deciso di sfogliare le storie di vita altrui. I dati affermano che, nonostante la grande diffusione di ebook, audiolibri e podcast, con la pandemia tanti si sono rituffati nella lettura, che molti giovanissimi hanno scoperto il piacere della carta, che il mercato del libro, tra mille difficoltà, è in crescita, che nel 2021 c’è stato un boom di vendite (92 milioni di copie). Così, siamo andati in giro per alcune librerie di Bari, a caccia di sensazioni e commenti su quello che le statistiche rivelano. Ne è emerso che, in effetti, con la pandemia si è registrato un lieve aumento dei lettori. Durante il primo, rigido lockdown, le vendite avvenivano tramite consegne e spedizioni, avvalendosi molto dei colossi dell’online. Infatti, la loro crescita esponenziale, iniziata già molto prima che il Covid apparisse sulla scena mondiale, è proseguita a grandi falcate: impossibile contrastarla per le librerie

fisiche, che hanno però, soprattutto nei periodi delle riaperture, perlomeno tentato di limitarla. Ovviamente, la pandemia ha però inesorabilmente regalato intere fette di pubblico all’online. Tuttavia, alcuni lettori hanno vissuto come una liberazione la possibilità di rimetter piede in libreria dopo il lockdown: un gradito ritorno nei luoghi fisici, che dimostra come “l’affezione ai libri abbia vinto la sfida della pandemia”. Nonostante la situazione non sia delle più rosee, il libro gode di un “buono stato di salute”. Eppure, i luoghi fisici soffrono ancora: se l’aria natalizia aveva fatto respirare un sano ottimismo, con la gente alla ricerca di un titolo da regalare o da regalarsi, la nuova ondata di Omicron ha nuovamente stravolto la situazione. Tra chi l’ha definita una “mazzata” e chi un periodo di “magra assoluta”, erano tutti più o meno concordi nello sperare che quello che potrebbe essere il colpo di coda della pandemia possa trascinare via con sé anche le incertezze. L’altra grande speranza che nutrono i librai baresi è poter finalmente realizzare eventi e incontri dal vivo: si confida fortemente in questo ritorno, perché le limitazioni ne hanno drasticamente ridotto il numero. Ma, nonostante le infinite difficoltà che il mondo dell’editoria sta vivendo, i lettori più fedeli entrano ancora in libreria ad annusare il profumo delle pagine cartacee, così come


o im Pr UNA RETE Tre librerie del centro di Bari. A sinistra, Laterza; in basso, una citazione nella Feltrinelli e l’esercizio indipendente 101

iniziano ad appassionarsi alla lettura molti giovanissimi. Infatti, il dato che vede in aumento i giovani lettori ha trovato conferma nella nostra indagine. Le statistiche non mentono, insomma, mentre un’ulteriore conferma deriva dalla presenza dei fumetti tra le candidature al Premio Strega: espressione soprattutto del gusto giovanile, proprio come i manga, che hanno “costretto” alcune librerie a ritagliare spazi appositamente dedicati. Sarebbe un errore, però, credere che i giovani leggano solo questo, così come i lettori più maturi non si chiudono in un unico genere letterario. Infatti, interrogati su quale fosse la tipologia di libri più venduta in pandemia, tutti i librai hanno riferito di come non ci fosse un genere dominante. Gialli, bestseller e narrativa più in generale hanno spopolato, confermando la tendenza che li vede in netto vantaggio su altre categorie, così come qualcuno ha riscoperto, per esempio, i grandi classici. Ma più che un genere in senso stretto, sono alcuni libri che hanno incontrato il favore di molti lettori. Come nel caso di “Cambiare l’acqua ai fiori”, il romanzo di Valérie Perrin che ha scalato le classifiche. Una “storia di resilienza”, come quella del libro, che soffre, in silenzio, ma non muore mai.

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Emanuele Saponieri

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Prigionieri in casa il super green pass non arriva ancora Molte le segnalazioni all’Asl (Azienda Sanitaria Locale) di Bari per il certificato verde. Chi è guarito dal Covid non ha ancora il QR code attivo 4 TEMPI INTERMINABILI La lunga coda davanti all’Hub vaccinale della Fiera del Levante di Bari. (Foto di Rosanna Luise)

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Sono infinite le chiamate fatte all’Asl di Bari (Azienda Sanitaria Locale) da chi, guarito dal Covid 19, non ha ancora ricevuto il green pass. Sono tantissime le persone “prigioniere” in casa perché il loro qr-code non è stato ancora attivato dopo la guarigione. “Sono stato un mese in malattia per il Covid e dopo la chiusura del mio stato di malattia, ho ricevuto un green pass temporaneo e mai uno definitivo”, ci racconta un intervistato. Guarito, dopo un mese di convalescenza, il ragazzo ha ricevuto un green pass valido per sole 72 ore. Scaduto il certificato verde temporaneo, non ha avuto il certificato della guarigione per poter ritornare ad uscire e a lavorare. Bloccato in casa per altri 5 giorni e in attesa invano del messaggio dell’Asl che abiliti il QR code, ha perso giorni di lavoro, che non gli sono stati retribuiti perché non più in stato di malattia. Una serie di disagi, che sono andati avanti per giorni e giorni finché, dopo mille chiamate senza risposta all’Asl di Bari, email e messaggi, il nostro intervistato non è andato in sede. Giunto all’Asl della Fiera del Levante di Bari, finalmente lui, come tante altre persone, è riuscito ad ottenere un green pass valido e aggiornato. Ma il disagio del nostro intervistato non è che la punta dell’iceberg delle inefficienze e delle pratiche lunghissime e confusionarie dell’Asl di Bari. Basta andare all’Asl per ve-

dere interminabili file per i vaccini e file per i reclami. Ormai non è più possibile distinguere con chiarezza chi va all’ hub per vaccinarsi e chi per lamentarsi o fare esposti. Nonostante le polemiche, i reclami e le telefonate, sembra che la situazione rimanga sempre uguale. Nessuno fa niente per migliorare il servizio e per andare in contro ai cittadini. Il numero verde dell’Asl è costantemente occupato o staccato. Peggio ancora se si cerca di contattare l’azienda sanitaria tramite email perché il servizio risponderà dopo circa due, tre giorni dalla data dell’invio della richiesta. L’unica soluzione possibile per “tentare” di ricevere il certificato verde è mettersi in macchina e andare in sede. Solo così, ci riferisce un intervistato, è riuscito dopo lunghe code e attese ad ottenere finalmente l’aggiornamento del mio QR code. Paradossale, invece un’altra testimonianza di chi ha dovuto affrontare una vera e propria Odissea. “Sono guarito dal Covid lo stesso giorno di mia figlia, ma il mio green pass non risultava valido. A mia figlia invece sì. Non sono potuto andare a lavoro per altri 3 giorni. Sono state vane le segnalazioni e le chiamate fatte. Sono rimasto prigioniero in casa, anche se guarito”. Non solo ritardi nell’attivazione del certificato verde, ma anche disagi nel comunicare i risultati dei tamponi molecolari eseguiti. “Ho ricevuto l’esito del tampone molecolare


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Puglia 2^ in italia

Il numero dei vaccinati è sempre in crescita La Puglia è al secondo posto in Italia per il numero di vaccini somministrati. Prima di lei solo il Friuli Venezia Giulia con una percentuale di prime dosi che si attesta sul 95%. A partire dalle fasce di popolazione over 5 anni, i dati sono incoraggianti. Ad aver ricevuto almeno la prima dose, secondo le statistiche fatte da You Trend, portale italiano che racconta le tendenze del tempo, sarebbe più del 91.3% della popolazione pugliese. Si differenzia di pochissimo il numero dei cittadini che ha ricevuto anche la somministrazione della seconda dose (88.1%). Invece ad aver ottenuto la terza dose sono solo poco più della metà dei pugliesi (66.4%). Un dato comunque positivo se confrontato con i dati delle altre regioni d’Italia. Il numero dei pugliesi vaccinati ha avuto un forte incremento grazie anche all’eliminazione dell’obbligo di prenotazione per richiedere il vaccino.

con esito dubbio o incerto e l’ho dovuto rifare”. Inutile aggiungere che le attese per avere il tampone molecolare da parte dell’Asl hanno costretto molte persone a “stringere la cinghia” per affidarsi ad aziende private per sperare di ottenere il green pass e di ritornare al più presto operativi. Tra i tanti episodi, ci sono anche i ritardi delle date delle prenotazioni dei test molecolari. Tante testimonianze hanno affermato che i tamponi non erano stati fissati dopo il naturale scorrere dei giorni previsti di isolamento, ma che al contrario andavano oltre la data di fine isolamento. Questo ha allungato i tempi di reclusione dalla vita sociale degli “appena guariti” e ha inficiato le attività lavorative. La rabbia dei “prigionieri del Covid” è rivolta verso gli enti sanitari e i medici curanti che non hanno saputo dare risposte e li hanno abbandonati nel loro periodo di “extra” isolamento. Alcuni di loro hanno optato per soluzioni “fai da te” come anticipare le ferie e utilizzarle come periodo di malattia. Ma questo risolve in parte il problema, perchè senza il QR code aggiornato anche fare la spesa o entrare in un negozio diventa impossibile. Si sentono prigionieri, esclusi, trattati come “no-vax” o “lesivi per la società” anche se negativi, vaccinati e privi di colpe. Inutile provare a fare richiesta di un prolungamento del periodo di malattia o cercare di

ottenere un documento che attesti la negatività del guarito dal virus. I documenti rilasciati dall’email dell’Asl, infatti, non sostituiscono la validità del certificato verde. “Non posso tornare al lavoro e non posso richiedere un prolungamento del certificato medico, perché ormai sono guarito”, afferma un cittadino barese. Le polemiche non si placano e la richiesta dei cittadini è una sola e chiara: “Rendere il sistema sanotario più efficiente e più vicino alle richieste degli utenti”. Avere un numero verde efficente, disponibile alla risoluzione dei problemi degli utenti, potrebbe alleggerire la pesante macchina burocratica dell’Azienda Sanitaria barese e potrebbe, di conseguenza, ridurre i tempi d’attesa per ricevere il certificato verde. Attivare un numero specifico per i reclami per il mancato ottenimento del green pass post guarigione, potrebbe essere una Una problematica grave che dura ormai da mesi e che deve essere risolta al più presto per evitare che i cittadini ormai negativizzati diventino prigionieri nelle loro case. La situazione peggiora per le fasce più deboli, gli anziani e i bambini. I primi perché sono spesso lasciati da soli e privi di green pass valido non potrebbero fare la spesa, i secondi perché non avendo il QR code attivo non possono rientrare in aula.

5 QR CODE NON VALIDO Il messaggio di errore del “green pass” sull’App del Ministero della Salute Io. Foto di Rosanna Luise

Rosanna Luise 15-28 febbraio 2022


Come rendere fuorilegge la cannabis “light”

Dopo la bocciatura della Corte sulla depenalizzazione della marijuana, un nuovo decreto renderebbe illegale la cannabis ad alto contenuto di CBD

IL FIORE Un’ infiorescenza di cannabis light durante il controllo qualità, il THC al suo interno non può essere oltre lo 0.2%

Ha sollevato molte polemiche la decisione della Corte Costituzionale riguardo il referendum per la depenalizzazione della cannabis. A due settimane dalla dichiarazione di inammissibilità, i giudici, presieduti da Giuliano Amato, hanno ribadito quello che era stato già scritto in sintesi in una nota e poi ripetuto in conferenza stampa dal presidente: “Quesito in contrasto con convenzioni internazionali, avrebbe depenalizzato coltivazione di coca e papavero”. Mentre l’Europa e il resto del mondo depenalizzano e legalizzano la cannabis, in Italia si fanno passi indietro. E per fortuna che a dicembre del 2020 la Commissione droghe dell’Onu ha cancellato la cannabis dalla IV tabella della Convenzione 1961 col voto favorevole del nostro governo. Ma c’è anche la beffa. Lo scorso 12 gennaio la Conferenza Stato Regioni ha adottato un Decreto interministeriale che definisce “l’elenco delle specie di piante officinali coltivate, nonchè i criteri di raccolta e prima trasformazione delle specie di piante officinali spontanee”. Un testo che ha causato l’allarme dei produttori. I timori, che alcuni giudicano esagerati, sono dovuti al punto 4 del decreto, che attesta: “La coltivazione delle piante di Cannabis ai fini della produzione di foglie e infiorescenze o di sostanze attive a uso medicinale è disciplinata dal decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, che ne vieta la coltivazione

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senza la prescritta autorizzazione da parte del Ministero della salute“. Anche la marijuana legale, quindi, verrebbe sottoposta al 309/90, il Testo Unico sugli stupefacenti. I coltivatori e i rivenditori di cannabis light hanno subito contestato il testo del decreto. Con le nuove regole sarebbero passibili di sanzioni senza un’autorizzazione dal Ministero della Salute. Per Carlo Alberto Zaina, avvocato esperto nella disciplina delle sostanze stupefacenti, “l’unica conseguenza indubbiamente sfavorevole consisterà nella circostanza che le forze dell’ordine ed una cospicua parte della magistratura inquirente si farà forte di utilizzare questo D.M. per procedere a nuovi sequestri e nuove iniziative giudiziarie, che sino ad oggi, salvo rarissimi esiti negativi, tuttora sotto giudizio, si sono concluse sempre a favore degli imputati”. Si tratta di un settore con 3000 aziende che occupa oltre 10.000 persone, prevalentemente giovani. Secondo le ricerche di mercato di Davide Fortin, ricercatore all’Università Sorbona di Parigi e collaboratore di MPG Consulting (Marijuana Policy Group di Denver), il business della cannabis light varrebbe in Italia 44 milioni di euro all’anno. E si parla di “un fatturato minimo”. Per arrivare a tali cifre però, sarebbe fondamentale attuare le giuste regolamentazioni, per garantire la salubrità del prodotto circa i principi attivi


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contenuti, contrastare i traffici illegali e chiarire le condizioni di vendita e utilizzo. Sempre secondo le stime di Fortin, il mercato della cannabis light potrebbe sviluppare un guadagno potenziale di 4-500 milioni di euro all'anno. Lo studio però fa una premessa: questi numeri si raggiungerebbero solo se in Italia ci fosse una legislazione ad hoc. Un’occasione ghiotta anche per lo Stato che, se regolamentasse nella maniera adatta il settore, metterebbe in cassa almeno 6 milioni di euro l’anno in più. Ma quali sono gli effettivi benefici della cosidetta cannabis “light”? In primis è ricca di CBD, un potente antidolorifico, antinfiammatorio, rilassante e ansiolitico naturale con zero effetti collaterali. A differenza del THC, il CBD non è psicoattivo, non crea assuefazione e, viste le sue numerose qualità benefiche, sta suscitando sempre maggiore interesse da parte della comunità medica e scientifica. Non a caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rilevando le proprietà terapeutiche del CBD, ne ha più volte raccomandato l’esclusione dalle tabelle delle sostanze vietate proprio perché privo di effetti psicoattivi. Basti pensare che nel 2016, in Europa, circa 23 milioni e mezzo di persone hanno consumato questa sostanza. Un altro dato molto significativo è dato dalla diminuzione (circa il 33% in meno) del quantitativo di piantine

coltivate in maniera illegale in seguito alla legalizzazione della cannabis light. Nelle province con maggiore presenza di rivenditori di canapa legale si sono verificati meno sequestri di marijuana, con una riduzione di circa l'11% per ogni cannabis shop presente sul territorio. È stato inoltre stimato che le entrate perdute a causa della liberalizzazione della cannabis light corrispondano a circa 200 milioni di euro l'anno: senza dubbio un duro colpo per le organizzazioni criminali che regolano il mercato illegale della canapa. Dalla forte carica sostenibile, la canapa, può inolte essere coltivata senza l'utilizzo di fertilizzanti e con una quantità d’acqua minima: quindi un prodotto che non danneggia l'ambiente e non consuma risorse inutilmente. In Italia la Lombardia è la prima regione per numero di punti vendita e aziende, per un totale di 122 esercizi, seguita dal Lazio con 86. In Puglia questo business conta 40 negozi, sei aziende industriali, due aziende terapeutiche e tre farmacie autorizzate alla vendita. Mentre il mondo va avanti, l’Italia resta indietro. Le mafie continuano ad arricchirsi e lo Stato le aiuta. Per l’ennesima volta, abbiamo scelto di abbassare la testa. Sarà sempre più dura rialzarla.

7 LA PIANTA Un’ addetta al controllo e alla raccolta della cannabis light, la pianta dopo la potatura viene fatta essiccare

Francesco Maria Ventrella 15-28 febbraio 2022


Non vedenti in immersioni subacquee: a Bari si può

L’associazione Albatrosprogetto Paolo Pinto, nata per commemorare il campione di nuoto, fa conoscere i fondali marini a chi non potrebbe

IN ACQUA I ragazzi non vedenti insieme ai loro istruttori dopo un’immersione subaquea nelle acque di Gallipoli (Le)

I limiti si possono superare e l’associazione di Angela Costantino Pinto ne è la prova vivente. Spingere a rendere possibile ciò che prima sembra impossibile è l’obiettivo di Albatros - Progetto Paolo Pinto. Un’associazione che si occupa di attività subacquee dedicate a ragazzi non vedenti o ipovedenti. Un progetto per scoprire che il mare è molto più di quel che vediamo. È ciò che siamo stati, per esempio. Accettare la sfida e osare. Loro lo fanno. Ricordando che il mare accetta tutti e non discrimina nessuno, il mare va sentito e visto con gli occhi del cuore. Immergersi nei fondali è come scoprire un’altra vita, giù c’è di tutto: coralli, spugne, stelle marine, pesci. Si raddoppia l’esistenza. L’associazione nasce più di 15 anni fa, con la morte di Paolo Pinto, definito l’eroe barese del nuoto. Campione del mondo in gran fondo, specialità del nuoto agonistico, caratterizzata da lunghi percorsi in acque libere. Sua moglie Angela ha pensato di ideare questo progetto dove ha unito l’amore per il mare di Paolo e la sua cecità, dato che l’atleta da tempo malato, aveva perso la vista negli ultimi anni, ma soprattutto i grandi ideali di colui che nella vita ha cercato di coniugare le sue imprese sportive alla volontà di dimostrare che un uomo da solo poteva rendere possibile anche l’inimmaginabile. È ciò che rende possibile l’associazione Alba-

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tros è proprio quello di far godere delle bellezze che ci regala il fondale marino a tantissimi ragazzi non vedenti. “Riscoprire una seconda vita nelle acque del mare” è ciò che raccontano le tantissime persone che hanno deciso di sfidare i propri limiti con Albatros. L’associazione adotta uno specifico metodo formativo unico nel suo genere, che si basa sull’orientamento guidato delle facoltà di visione e memoria tattile dei sub non vedenti. Quello a cui vengono portati è apprendere a fare immersioni esplorative e perlustrative sotto il profilo naturalistico, con l’autonomia motoria e cognitiva possibile per loro, raggiungendo il livello dei sub normo-dotati e in maniera perfettamente integrata con questi. L’associazione, quindi si occupa di formazione di guide e istruttori che possano accompagnare i ragazzi non vedenti in questo meraviglioso viaggio. Grazie alla passione e a tutti gli sforzi di Angela e dei suoi collaboratori, come Manrico Volpi, ideatori della metodica, oggi l’associazione è riuscita a formare, in tutta Italia, istruttori per poter permettere ai ragazzi di poter godere di tutto ciò che i fondali regalano ovunque ci siano queste guide. L’accompagnamento durante la guida consente al non vedente e al disabile motorio, un’immersione in assoluta sicurezza e divertimento. La preparazione all’immersione parte da un normale corso di subacquea che prevede lezioni teoriche in aula, tutto ciò


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che viene visto in video viene traslato in segnali tattili che rendono fruibile anche per i non vedenti. La spiegazione prevede anche una parte pratica con ausili con plastici. È possibile così toccare e captare tutto ciò che accade nell’immersione, ricevendo una contezza piena di quella che è la difficoltà di andare sott’acqua. La subacquea racchiude tante regole come un vero e proprio sport. Poi c’è la parte pratica che si svolge prima in piscina e poi in mare con tutti i modi di immersione. I ragazzi non vedenti, una volta sott’acqua, accarezzano i coralli, le stelle marine, le rocce, e insieme al loro c’è un istruttore, che con un libro (con punti in rilievo) fa apprendere tutte le caratteristiche di ciò che si sta toccando. “Ci immergiamo con tutti, anche con i normo sub, non facciamo cose dedicate a noi ma facciamo tutto ciò che si fa nell’immersione subacquee - ha raccontato Elisabetta Franco, la prima donna non vedente a partecipare all’associazione Albatros - La cosa bella è l’entusiasmo. Incontriamo il mare e tra di noi ci scambiamo varie sensazioni. Per noi quella di immergerci e fare sub è sempre stata una cosa che abbiamo classificato complicata nel tempo. Non avremmo mai creduto si potesse realizzare, eppure oggi possiamo raccontarlo con grande gioia ed entusiasmo. A Paolo Pinto e sua moglie Angela Costantino dobbiamo tanto. L’ultima missione di Paolo è stata lasciarci Angela, e

lasciarle il suo ricordo che le ha dato la forza di mettere su tutta questa associazione”. È questa la storia di Paolo Pino e di sua moglie Angela che ha saputo portare avanti le battaglie sportive e sociali di suo marito, imprese sportive ma soprattutto sociali. Paolo ha scritto una storia sportiva bellissima che l’associazione Albatros e i numerosi ragazzi portano in giro con grande orgoglio, felicità e passione in questo mare infinito di emozioni.

9 SOTT’ACQUA Scoprendo la magia dei fondali marini. Una ragazza non vedende insieme al suo istruttotre

Giancarla Manzari

Paolo Pinto

Il campione del mondo barese 'L’avvocato barese Paolo Pinto, scomparso nel dicembre del 2004, è stato tra i grandi protagonisti della storia del Nuoto di Fondo italiano. Tra le sue imprese, certamente indimenticabile è la traversata della Manica: Pinto fu il primo italiano a portarla a compimento con successo nel settembre del 1979. A quella traversata l'atleta pugliese era arrivato dopo una lunga carriera in cui lo Stretto di Messina aveva avuto una parte importante. Nel settembre 1975 era stato recordman della singola traversata per soli 11 giorni: col suo 36'42" aveva infatti battuto il primato del messinese Gianni Fiannacca (37'36"). I tempi ottenuti da Paolo Pinto negli anni '70 sono di tutto rispetto, e il compianto atleta barese occupa il terzo posto nella graduatoria della singola traversata e il quarto nella doppia. G. M. 15 - 28 Febbraio 2022


Le Costantine i piccoli gioielli di ago e ditale Dalla Maison Dior di Maria Grazia Chiuri ad una mostra tessile nel cuore di Lecce La forza e la tenacia del matriarcato salentino 10 DIOR CRUISE 2021 La sfilata della Maison francese a piazza Duomo a Lecce con le voci e la danza della notte della Taranta

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Fu una tela ad interpretare l’attesa e lo stratagemma nell’Odissea di Omero. Quella superba tela, oggi, non si disfa di notte, ma viene lavorata con dedizione e cura in un laboratorio artigianale del Salento. Qui si creano tessuti pregiati richiesti ed ammirati in tutto il mondo. Tutto questo ha un nome: Fondazione Le Costantine, le cui radici risalgono ai primi del Novecento. Fu una nobildonna salentina, Giulia Starace, illuminata a voler promuovere, insieme a un’altra filantropa, Carolina De Viti de Marco, l’arte della tessitura e del ricamo, come mezzo per emancipare le donne attraverso l’autonomia economica. Un’attività rallentata e poi proseguita negli anni, tanto da far nascere la Fondazione nel 1982 e riaprire il laboratorio nel 2002 con il nome di «Cantando e Amando», così lo battezzò Giulia Starace. Un’ azione culturale, sociale, politica e pedagogica. Donne avanguardiste e visionarie che resteranno nella memoria di una terra culla di tanti talenti. Carolina de Viti de Marco, le sue due figlie, appunto, Lucia e Giulia Starace; Harriett Lathrop Dunham, sposa dell’economista Antonio de Viti de Marco e cognata di Carolina; e di Lucia de Viti de Marco, sua figlia. L’impegno e il lavoro di queste grandi donne nella direzione dell’emancipazione e della libertà femminile, del benessere e della cooperazione sociale, della preservazione della

cultura del territorio e della tutela dell’ambiente. Un’oasi di pace immersa tra gli ulivi e la macchia mediterranea, nel verde di Uggiano la Chiesa, a due passi dal centro di Casamassella, a ridosso della Valle dell’Idro. Un incantevole scenario a pochi Km da Otranto, Porto Badisco, Santa Cesarea e Castro, che riunisce ospitalità, tessitura, l’agricoltura biodinamica e formazione. Un luogo di convivenza, in cui lavoro, ospitalità e cura si coniugano secondo un sapere antico e modernissimo. Un esempio di matriarcato, di eccellenza al femminile che fa impresa. Oggi alla guida c’è Maria Cristina Rizzo, un’avvocata ed ex sindaco, per due mandati, del Comune di Uggiano La Chiesa, che cerca di conciliare la sua professione con questo impegno come volontaria, perché dice: “Sono cresciuta con la Fondazione, devo molto a Giulia e il mio sogno è rincorrere il suo”. Amore per l’agricoltura antica, ospitalità cortese, raffinata tessitura e formazione queste le anime che convivono in questo paradiso. Un’agricoltura antica, che altrove non esiste più: pozzi e cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, le vasche in pietra per l’abbeveraggio degli animali, insieme a tracce di antichi insediamenti medievali, come la piccola cripta nascosta nel bosco. Emozioni e suggestioni di un tempo passato. Silenzio fatto solo dalle voci della natura incontami-


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nata del luogo. Un senso di pace interiore avvolge residenti e visitatori. Campi coltivati a cereali, ortaggi e un grande agrumeto che ospita un apiario in muratura. Agricoltura biodinamica ideata nel 1924 da Rudolf Steiner, che dimostra in modo rinnovato e moderno come il lavoro dell’uomo possa essere in piena armonia con le leggi della natura. Tutti i prodotti coltivati nella Tenuta sono certificati dal marchio di qualità “Demeter”. L’ospitalità è la Casa di Ora. Nel ricordo di quell’amore incondizionato verso gli altri e la propria terra della sua benefattrice, Lucia De Viti De Marco, per tutti Ora. La tenuta dispone di 12 che camere si affacciano su una bellissima corte immersa nel verde. Ma soprattutto da sempre pulsante il laboratorio di tessitura “Cantando e Amando”. Precorrendo i tempi e con grande spirito imprenditoriale, hanno trasformato un’antica e preziosa tradizione, che affonda le sue radici nel passato, in un’attività organizzata capace di creare reddito e sviluppo del territorio. Si producono manufatti tessili realizzati su antichi telai in legno a 4 licci, ottenuti con materie prime naturali quali cotone, lino, lana, seta e cashmere Loro Piana. Le antiche tradizioni, trasmesse oralmente, sono arricchite dall’utilizzo di nuovi disegni e nuovi materiali. Ogni prodotto può essere personalizzato secondo il gusto del cliente ed è contrassegnato da un’etichetta, a garanzia di

eccellenza e qualità. Oltre all’attività artigianale, il laboratorio svolge anche un’attività didattica, realizzando, così, il più grande desiderio delle sue fondatrici. Per loro la formazione era strumento di libertà, soprattutto per le donne del luogo. Oggi i loro corsi formativi sono diretti sia a soddisfare l’esigenza di privati che vogliano avvicinarsi a questa tecnica a livello hobbistico o professionale, sia a Enti pubblici o di istituti scolastici. Antonietta Pasanisi

11 IL PEZZO FORTE Nel laboratorio “Candando e Amando” , un antico telaio in legno a 4 licci, usato per creare preziosi tessuti

DIOR CRUISE 2021

La Resilienza di un sogno La presidente Maria Cristina Rizzo ha sempre desiderato che una casa di moda importante scoprisse la raffinata tessitura di “Cantando e amando”, così quel sogno è diventato realtà. Nel 2020 infatti la direttrice creativa della Maison Dior, Maria Grazia Chiuri, ha scelto i loro tessuti per realizzare la collezione Cruise 2021. Originaria di Tricase, ha visitato il laboratorio, ed è subito nata una solida collaborazione, affascinata dalla loro filosofia. Da lì la sfilata in piazza Duomo a Lecce il 22 luglio 2020 per Dior Cruise 2021. Inoltre è nata anche una mostra “Le anime del tessile”, inaugurata il 3 dicembre 2021 al convitto Palmieri di Lecce, dove resterà aperta al pubblico fino al 3 giugno 2022. La mostra è il frutto del lavoro di ricerca di Elena Laurenzi sulle figure femminili della famiglia De Viti de marco – Starace. Promossa dalla Regione Puglia e dall’Università del Salento.

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Calcio femminile a Trani, l’Apulia sogna in grande La società prova a raccogliere il retaggio, ormai lontano, di quella squadra che dimostrò a tutti come anche le donne possano far divertire 12 Stagione 1984-1985 Il “Sanitas Trani” prima di un incontro di campionato, poi terminato con la vittoria del primo scudetto

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Trani, estate 1988, Stadio Comunale. Le calciatrici dell’A.C.F. Trani ‘80 salutano i tifosi, che sono venuti ad assistere all’ultima giornata di campionato di Serie A femminile. Alcuni lo sanno, altri no. Sarà l’ultima partita di quella società nata come in una delle più classiche delle favole e scomparsa, all’improvviso, come in un gelido articolo di cronaca nera. In meno di dieci anni, ha contribuito in maniera significativa a trasformare il calcio femminile a livello locale e nazionale. La sua casacca è stata vestita da giocatrici di livello internazionale come Carolina Morace, che a Trani ha vinto due scudetti, Viviana Bontacchio le danesi Lone Smidt Hansen e Ulla Baustrup e la scozzese Rose Reilly. Sempre Trani, febbraio 2022. In quello stadio ormai da anni è latitante il calcio di livello nazionale. Le diverse squadre maschili, che si sono avvicendate negli anni, non sono mai riuscite a pareggiare le prestazioni della formazione che negli anni ’60 raggiunse la serie B. Lo stadio stesso, dopo l’occasione mancata di Italia ’90 e il progetto di Renzo Piano, è un monumento ai tempi che furono. Nel frattempo, su quel rettangolo verde, consumato dagli innumerevoli allenamenti, corrono altre atlete in maglia biancoazzurra. Quando giocano, al loro seguito non ci sono i 12mila tifosi degli anni ’80 ma amici,

parenti e magari qualche curioso. Sono le ragazze della Apulia Trani, che al momento stanno disputando il campionato nazionale di Serie C. Al secondo posto del girone C, si trovano a 11 punti di differenza dal Chieti a 12 giornate dal termine e con due gare da recuperare. Anche questa società, nel corso degli ultimi anni ha conosciuto alti e bassi tra promozioni e retrocessioni ma, da tre anni a questa parte, qualcosa non è più lo stesso. A illustrarci i cambiamenti ci ha pensato Carlo Uva, vice presidente della società tranese “L’obiettivo è quello di costruire intorno alla squadra una realtà sana in grado di sostenere le atlete in ogni loro necessità. Siamo ambiziosi ma cerchiamo comunque di rimanere coi piedi per terra, facendo un passo alla volta”. Sono proprio queste convinzioni ad aver spinto la società, nel gennaio dello scorso anno e in piena emergenza sanitaria, a lanciare il progetto Apulia Center con annessa foresteria, in grado di ospitare atlete provenienti da tutte le parti d’Europa, e spazi dedicati al settore giovanile. Una struttura indispensabile alla creazione di una rosa competitiva. “La pandemia ha colpito anche noi e ha sicuramente rallentato i nostri piani” ci racconta il vice presidente. La scorsa stagione, infatti, sono state numerose le calciatrici che sono ritornate in patria, causando un


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ridimensionamento della rosa a campionato in corso. Questo invece è iniziato nel migliore dei modi e ha visto la squadra tranese nelle prime posizioni fin dalle prime giornate. Un apporto decisivo sul campo è stato dato dai nuovi acquisti: tra questi, la capo cannoniere dell’attuale girone Laura “Lala” Rus, attaccante romena con un passato in Serie A, Daniela Mardari, Violeta Mitul e Nadejda Colesnicenco. Tutte giocatrici che hanno avuto esperienze in Europa e soprattutto con le rispettive nazionali. La differenza di livello tecnico, con le giocatrici delle altre squadre è dimostrato dai risultati ottenuti fino a questo momento: 61 goal fatti e 15 subiti; 10 di questi rifilati al Grifone Gialloverde e altri 13 tra Castrolibero e Roma Decimoquarto. Ma il legame con Trani e il territorio? Creare un gruppo così folto di giocatrici straniere non rischia di far perdere l’identità della squadra? E’ proprio qui che Carlo Uva puntualizza: “Non dimentichiamoci che anche la tanto decantata Trani ‘80 aveva numerose calciatrici non pugliesi e straniere, quindi non c’è nulla di nuovo in questo senso. Inoltre l’appartenenza della squadra ad una comunità la si tocca con mano ogni domenica allo stadio, ma non solo! – precisa il vice presidente– Il sostegno dei cittadini, degli imprenditori e di tutti i sostenitori”. È proprio in questa direzione che la diri-

genza si sta muovendo: la scorsa stagione è arrivata la partnership con Msc Crociere, qualche settimana fa l’accordo col Taranto Calcio per dare più visibilità al calcio femminile “Abbiamo in progetto anche di creare una cordata di imprenditori che sia di sostegno alla società”. Un colpo al cuore per i nostalgici del calcio di un tempo ma, è bene ricordarlo, non si corre più soltanto sul rettangolo verde.

13 Impegno costante Mister Mannatrizio guida le proprie giocatrici durante una delle tante sessioni di allenamento

Fabio Pengo

Amarcord

“Gli anni d’oro” del Trani ‘80 Fondato nell’estate del 1979, il primo nucleo della squadra tranese si iscrisse al campionato di nazionale di Serie C. Nel giro di due stagioni arriva la promozione in Serie A. Sotto la guida del presidente Antonio Gusmai prima e di Paolo Loporchio poi, la formazione biancoazzurra conquista tre campionati italiani di Serie A consecutivi (dal 1983 al 1986) e una Coppa Italia, a discapito delle altre tre finali perse. La rosa si arricchisce di giocatrici di livello internazionale e provenienti da tutta Europa: Carolina Morace, Lone Smidt Hansen, Susanne Augustesen, Ulla Bastrup e delle giovani promesse sarde Antonella Carta e Angela Coda. Dalla fusione con l’Alaska Gelati Lecce arrivano Rose Reilly, Anna Maria Mega, Maria Mariotti e Viviana Bontacchio. Il declino societario diviene palese dalla stagione 19871988 quando, a causa di frizioni societarie interne, le giocatrici più importanti lasciano Trani. La sospensione delle attività nel 1988. 15-28 febbraio 2022


Russia-Ucraina attacco a Kiev Primi negoziati senza accordi Giovedì 24 febbraio, ore 6 del mattino: il presidente russo Putin annuncia l’attacco all’Ucraina. Poi le prime, forti esplosioni a Odessa, Kharvik, Mariupol, Leopoli e nella capitale Kiev. Inizia la guerra. Il presidente del Paese attaccato, Zelensky, non arretra di un centimetro ed esorta la popolazione a non arrendersi. Per l’Onu sarebbero 102 i civili morti, di cui 7 bambini. Il bilancio delle vittime potrebbe essere più elevato. Oltre 368mila persone sono fuggite in Moldavia, Polonia, Ungheria e Romania. Oggi, le prime prove di dialogo tra i due

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In sala

contendenti. Teatro dell’incontro tra le delegazioni è stata una località segreta al confine tra Ucraina e Bielorussia. Sei ore di incontro per un nulla di fatto. Un accordo sembra possibile dopo la «smilitarizzazione e de-nazificazione» di Kiev secondo il presidente russo Putin, che chiede il riconoscimento internazionale della Crimea come territorio russo. Dal canto suo, l'Ucraina ha chiesto il ritiro dei russi dal Paese. Atteso un secondo round di negoziati, sempre al confine bielorusso. Per ora, l’attacco continua. (28 febbraio)

Fuoco a largo di Corfù

Cibo e bibite al cinema il ritorno dal 10 marzo

In fiamme il traghetto Grimaldi Sale a quattro il bilancio dei morti

Pop corn e bibite, la consumazione all’interno dei cinema torna possibile dal 10 marzo. L’emendamento al decreto del 7 gennaio scorso, varrà anche per sale teatrali, da concerto, nei locali d’intrattenimento e musica dal vivo, e in tutti i luoghi in cui si svolgono eventi e competizioni sportive. Dal primo marzo, invece, aumenterà la capienza massima negli stadi e nei palazzetti: passerà rispettivamente al 75% e al 60%. L’obiettivo del governo, come già annunciato, è di procedere ad una graduale riapertura del Paese, mantenendo sempre alta l’attenzione a contagi e ricoveri. La prova del nove, però, si avrà dal 31 marzo, data in cui scadrà lo stato di emergenza che, ad oggi, non dovrebbe essere ulteriormente prorogato. Verrà, inoltre, abolito l’obbligo di indossare le mascherine all’interno. In un primo momento, resterà necessario per i luoghi più a rischio (18 febbraio)

Quattro morti e sette dispersi: è questo, al momento, il bilancio dell’incendio scoppiato al largo dell’isola di Corfù, sulla Euroferry Olympia. Le fiamme sono divampate all’alba di venerdì scorso, mentre il mezzo della Grimaldi Lines viaggiava da Igoumenitsa (Grecia) verso Brindisi. Il fuooco è stato domato, ma si cercano i dispersi nei locali interni della nave, dove è difficile arrivare a causa delle alte temperature. In queste ore, fanno sapere i vigili del fuoco, i livelli di gas sono ancora troppo alti per intervenire. Intanto, resta alta l’allerta per il danno ambientale: il ministero della Transizione Ecologica ha reso noto che un Atr della Guardia costiera italiana ha avvistato un “possibile sversamento” in mare”. A bordo del traghetto ci sono 800 metri cubi di carburante. Foto: Corriere della Sera (24 febbraio 2021)

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L’annuncio di Mario Draghi

all’aperto. Diverso il discorso per palestre e piscine al chiuso, in cui la certificazione verde rimarrà in vigore, in attesa di un allentamento o eliminazione nelle prossime settimane. Si scioglierà il Comitato tecnico scientifico. Le scuole resteranno aperte per tutti e saranno eliminate le quarantene da contatto. (28 febbraio)

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Si concluderà il 31 marzo lo stato d’emergenza sanitaria per il covid-19 in Italia. La conferma è arrivata dal presidente del Consiglio Mario Draghi, nell’intervento in Senato a riguardo della crisi in Ucraina. Dopo oltre due anni, i cittadini italiani saranno liberi dalle restrizioni imposte per contrastare la pandemia. Scomparirà la colorazione delle regioni basata sull’andamento epidemiologico: la divisione in bianche, gialle, arancioni e rosse sarà abbandonata; si interverrà solo in caso di focolai e riacutizzazione della pandemia. Rimane da chiarire la questione green pass. L’obiettivo è eliminarlo del tutto in vista dell’estate, per favorire il turismo nella bella stagione; non sono ancora chiare, però, le modalità. Draghi ha annunciato che non servirà più, dall’1 aprile, per fiere, sport, feste e spettacoli. Scadrà, inoltre, l’obbligo di super green pass per alberghi e attività

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Fine stato d’emergenza il 31 marzo Eventi, scuole e regioni: cosa cambia

PAGINA A CURA DI: Silvio Detoma Serena Nuzzaco Carmen Palma Emanuele Palumbo Luca Scattarella Cesare Zampa

Il no dei quindici giudici

Eutanasia bocciato il referendum dalla Corte

15 La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sull’eutanasia. “Non sarebbe preservata la vita umana, specie dei più vulnerabili” si legge nella sentenza dei quindici giudici riuniti in camera di Consiglio. Scontento da parte di Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni. “Una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo e per la de-

mocrazia”. Varie le reazioni politiche. Salvini è dispiaciuto per la bocciatura. Letta, invece, preme affinché il Parlamento approvi la legge sul suicidio assistito. Con la proposta di referendum si cercava di depenalizzare l’omicidio del consenziente, ancora punito dall’articolo 579 del Codice penale con la reclusione da 6 a 15 anni. (15 febbraio)

Formula 1

Svelata la nuova “F1-75”: una Ferrari estrema per tornare grandi "Vorrei che fosse la monoposto che consentirà ai nostri tifosi e a noi di essere orgogliosi della Ferrari". Con queste parole il team principal Ferrari, Mattia Binotto, ha presentato la nuova F1-75 che scenderà in pista nella prossima stagione di Formula 1. Dopo un deludente terzo posto per la rossa nella classifica costruttori, il 2022 si prospetta come una ghiotta opportunità per tornare a vincere. La prossima stagione di Formula 1 sarà un vero e proprio “anno zero” per tutte le scuderie del paddock. Le nuove vetture sono state infatti rivoluzionate: saranno più pesanti e soprattutto favoriranno i sorpassi grazie alle modifica aereodinamica delle vetture che, con linee più pulite, ridurranno turbolenze in scia favorendo gli attacchi, specialmente quando si usa il DRS. La F1-75, definita “un gioiello artistico” con le sue pance scavate, è pronta a dare battaglia a Red Bull e Mercedes. Se sarà tanto bella quanto veloce, lo si saprà il 20 marzo in Bahrain per il primo GP della stagione. (17 febbraio) 15-28 febbraio 2022


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