Osteria Marca Zunica - Hotel Domani Marzo 2019

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OSTERIA MARCA ZUNICA , ASCOLI PICENO

Il

Daniele Zunica ha alle spalle tre generazioni di albergatori e ristoratori

750 anni

Un ponte lungo

Daniele Zunica, titolare e gestore dell’Hotel Zunica 1880 a Civitella del Tronto (il 1880 è l’anno in cui i suoi antenati diventarono ristoratori e albergatori), il primo aprile del 2018 ha inaugurato l’Osteria Marca Zunica ad Ascoli Piceno, a una ventina di chilometri da Civitella, a 750 anni di distanza per le diverse storie che hanno conosciuto i territori a Sud e a Nord del fiume Tronto, confine politico per secoli tra il regno di Napoli e gli Stati della Chiesa Renato Andreoletti 6 m a r z o

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aniele Zunica rappresenta la quarta generazione di albergatori e ristoratori a Civitella del Tronto. La sua famiglia, di origini spagnole, arrivò a Civitella nel 1560 per difendere la fortezza asburgica costruita nel secolo precedente dagli aragonesi, baluardo pressoché inviolabile del regno di Napoli al confine con gli Stati della Chiesa. Comprarono il palazzo di famiglia un secolo dopo. Nel 1880, diventati italiani loro malgrado nel 1861, trasformarono la casa di famiglia in una locanda, successivamente diventata un prestigioso albergo con ristorante ai piedi delle rovine della più grande fortezza spagnola d’Europa.


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Ascoli Piceno, a una ventina di chilometri di distanza in direzione Nord Ovest, sulla riva opposta del fiume Tronto, confine geografico e storico tra i due regni almeno dalla discesa in Italia di Carlo d’Angiò nel 1266 (che creò il regno di Napoli con capitale l’ex città bizantina ai piedi del Vesuvio), ha vissuto una storia del tutto opposta, dilaniata per secoli da guerre civili e tra le diverse signorie che hanno spadroneggiato sul territorio finché i papi imposero la loro volontà giusto quando gli Asburgo partendo dal regno di Napoli conquistarono la gran parte della penisola con eccezione di Venezia nel Nord Est e di Genova e il ducato dei Savoia nel Nord Ovest. Era la metà del 1500, restarono padroni di gran parte della penisola fino all’inizio del 1700. Ascoli Piceno è diventata uno dei più bei borghi storici d’Italia. Civitella del Tronto pure. Entrambe fanno parte dell’associazione dei Borghi più belli d’Italia fondata dall’ANCI (l’associazione dei Comuni italiani) nel 2001. Vi aderiscono circa 300 piccoli borghi sparsi in tutto il Paese. Nel 2012 l’associazione italiana è stata tra i soci fondatori dell’associazione internazionale Les Plus Beaux Villages de la Terre.

Palazzo Guiderocchi Nel cuore di Ascoli Piceno nel 1500 fu edificato Palazzo Guiderocchi, appartenuto a una delle più nobili famiglie di Ascoli, famiglia che ha gestito il potere in città in forma signorile, vale a dire con l’autorità e il carisma delle armi ma anche dell’autorevolezza politica. Costruito cinque secoli fa, lo stabile ha subito parecchie manipolazioni durante la sua lunga e

tormentata storia. Estintisi i Guiderocchi, il palazzo subì una serie di cambiamenti di destinazione d’uso diventando via via la sede del dipartimento del tesoro, del tribunale ecclesiastico e dell’archivio notarile, infine fu abbandonato al destino di diventare progressivamente un rudere nel cuore della città finché il Comune non ne decise il cambiamento di destinazione d’uso consentendo che il Palazzo venisse recuperato come albergo di qualità, dotato anche di ristorante al piano terra, collocato a una cinquantina di metri dallo splendido salotto di Ascoli Piceno, piazza del Popolo. Era il 2003. Quindici anni dopo, il Comune ha appaltato nuovamente sia la gestione dell’albergo che quella del ristorante, separandole. “Il Comune di Ascoli Piceno ha deciso di appaltare sia la gestione di Palazzo Guiderocchi che del ristorante collocato al piano terra” spiega Daniele Zunica, “imponendo criteri di qualità. Palazzo Guiderocchi è stato aggiudicato dai proprietari e gestori di Palazzo dei Mercanti di Ascoli, una splendida dimora storica nel centro della città, un antico palazzo che, nei secoli passati, ha ospitato il monastero delle monache di sant’Egidio. Io mi sono aggiudicato la gestione del ristorante cui ho dato il nome di Osteria Marca Zunica. È una osteria dal punto di vista del Genius Loci legato alla tradizione e alle materie prime del territorio, alla loro stagionalità, alla leggerezza e semplicità dei piatti proposti, nello stesso tempo si richiama all’esperienza e all’immagine che ci siamo conquistati in Abruzzo e in Italia in tutti questi anni come alfieri di una cucina altamente professionale quanto creativa. Questa scelta nasce an-

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Il giovanissimo staff dell’Osteria Marca Zunica. Terzo da sinistra, lo chef Osvaldo Denti e, accanto, la sua vice Giorgia Calidri


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Daniele Zunica si è aggiudicato la gestione del ristorante situato al piano terra di Palazzo Guiderocchi

che come conseguenza del terremoto che ha scosso non poco la salute mentale di noi abruzzesi, colpiti duramente sia dalle scosse dell’agosto e dell’ottobre del 2016 che da quelle del gennaio 2017. Civitella del Tronto ha patito meno danni di altre località ma a distanza di quasi due anni non c’è una gru in azione. Si sono limitati a tamponare l’esistente, perché non crollasse. Non si vede alcun segno di rilancio. In più abbiamo subito un danno enorme dalla frana di Ponzano dell’inizio del 2017, che è una frazione a 15 chilometri da Civitella del Tronto, dove un evento geologico importante ha sconvolto radicalmente quel territorio. È crollata una collina di 40 ettari, i 200 abitanti della frazione hanno visto scomparire letteralmente le loro case. È stato un dramma ma anche un dramma geograficamente ben delimitato. Civitella non ne è stata minimamente coinvolta ma per i mass media la frana di Ponzano è diventata la frana di Civitella, con un danno di immagine incredibile. Il Corriere della Sera ha intitolato a piena pagina: Civitella del Tronto, dove la terra frana. Non era vero ma come fai a smentire questi giornali? In passato sempre il Corriere della Sera ci accusò di essere dei nostalgici dei Borbone. Non era vero. Si vede che a Milano non ci amano… Abbiamo subito disdette sia degli ospiti individuali che dei tour operator. Nessuno è intervenuto per spiegare che

del Teramano, con strade provinciali che sembrano bombardate e spesso sono fuori squadra, con una segnaletica pressoché inesistente, con i mezzi di soccorso che non sono mai predisposti per tempo, e con infrastrutture strategiche come gli elettrodotti vecchi di decenni, obsoleti. Non si capisce perché si faccia parte di uno stesso Paese dove però in regioni come Lombardia e Sud Tirolo le infrastrutture viarie, ferroviarie, gli elettrodotti sono di ultima generazione mentre appena si supera il fiume Tronto tutto ciò scompare. Il danno ce lo procura chi dovrebbe occuparsi della comunicazione della provincia e della regione e dovrebbe informare puntualmente i cittadini dello stato dei fatti e invece puntualmente si fa scavalcare dagli avvenimenti. Che gli stessi teramani fossero convinti che Civitella fosse crollata credo sia la migliore dimostrazione di come non esista una comunicazione efficace neppure sul territorio immaginarsi nei confronti del resto del paese e verso il mondo intero, il tutto nell’era di Internet dove è più facile che circolino le notizie false, le cosiddette fake news, che quella corrette, soprattutto se non sono sostenute adeguatamente da vere e proprie campagne istituzionali di comunicazione. Questa situazione ha messo in evidenza anche modi di costruire o di ristrutturare che hanno peggiorato l’effetto dei terremoti: il tetto dell’Abbazia

Civitella del Tronto era del tutto immune da questo fenomeno. Al danno del terremoto si è unita la beffa della frana di Ponzano. Nel 1972, dopo il terremoto del 26 novembre ad Ascoli Piceno, mio padre aveva fatto consolidare l’edificio dell’Hotel Zunica 1880, partendo dalle fondamenta per arrivare al tetto. Durante gli sciami sismici del 2017 l’albergo non ha avuto alcun danno strutturale, neppure minimo. Il danno ce lo hanno procurato la superficialità di coloro che hanno accumunato Civitella del Tronto con la frana di Ponzano, i danni ce li procurano da sempre coloro che non intervengono sulla viabilità

di Santa Maria in Montesanto (realizzata per opera di Benedetto da Norcia nel 540), collocata nel nostro territorio comunale a sei chilometri dal borgo, è crollato perché l’avevano ristrutturato nel 1999 appesantendolo con un intervento a base di cemento armato. Una cosa è costruire un edificio in cemento armato, un’altra è appesantire una antica struttura tradizionale inserendo elementi in cemento armato. Si è rivelata una follia. Andrebbero anche analizzati certi edifici anni Settanta costruiti in cemento armato crollati come cartapesta. Con che materiali erano stati costruiti? L’economia di Civitella e del

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L’Osteria Marca Zunica offre una cinquantina di posti distribuiti in diverse sale per garantire la massima tranquillità e riservatezza

Alle pareti del ristorante sono appesi quadri di giovani autori locali di pregio che cambiamo ogni sei mesi 9 m a r z o

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OSTERIA MARCA ZUNICA , ASCOLI PICENO Teramano è in ginocchio. Ad Ascoli Piceno il terremoto li ha riguardati molto da vicino: Acquasanta Terme, uno degli epicentri del terremoto del 2017, è a soli 18 chilometri da Ascoli Piceno, Ascoli stessa ha subito danni. A due anni di distanza, ad Ascoli neppure ti accorgi delle crepe sui muri perché sono state non solo tamponate ma anche ben mimetizzate. La città è ripartita con una marcia in più. È una città più viva e vivace che mai. Le Marche hanno davvero un qualcosa che manca in Abruzzo: probabilmente un migliore senso civico della sua classe dirigente e una superiore cultura imprenditoriale. Da qui il desiderio di impegnarmi in una nuova avventura fuori del Teramano e dell’Abruzzo anche se a Civitella del Tronto continua l’attività dell’albergo e del ristorante perché se c’è una cosa che ci caratterizza, noi abruzzesi, è una forza d’animo e un carattere indomito nonostante tutto e nonostante tutti. Frequento Ascoli Piceno fin da bambino: mio padre amava quella città e ci andavamo fin dagli anni Cinquanta. Noi civitellesi amiamo le pietre, di cui è fatta la nostra città. Il portale d’entrata del palazzo di Civitella del Tronto è ricoperto con il travertino portato dagli artigiani di Acquasanta Terme, gli stessi che hanno pavimentato e rivestito Ascoli Piceno. Ascoli è una città di travertino. Per me Ascoli Piceno è la più bella città del Centro Italia, sottovalutata dal punto di vista turistico. Mi ha lusingato anche l’accoglienza degli imprenditori della città che ci hanno accolto con grande amicizia. Lo staff ha un’età media di 23 anni, Osvaldo Denti, di Campli, è lo chef, Giorgia Calidri, di Civitella, è la sua vice, Reynold Dacosta, filippino, completa la brigata di cucina. Osvaldo e Giorgia si sono formati a fianco di Sabatino Lattanzi, il nostro chef di Civitella del Tronto che è diventato sinonimo della nostra proposta gastronomica. Abbiamo imparato a rispettare il più possibile la qualità di ciò che ci arriva dal terIl locale propone i piatti della tradizione rivisitati con un estro creativo che li rende più digeribili e piacevoli sia al palato che alla vista

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ASCOLI PICENO. UNA CITTÀ SALOTTO

Ogni piatto nasce da una lunga ricerca legata agli ingredienti, al loro accostamento

ritorio che ci circonda adottando cotture brevi, a bassa temperatura, proponendo piatti della tradizione rivisitati per renderli più digeribili e presentati nel migliore dei modi. Ogni piatto che proponiamo nasce da una lunga ricerca legata agli ingredienti, al loro accostamento, al risultato che deve essere il più efficace e gustoso possibile. Ci impieghiamo anche mesi prima di arrivare a proporre un piatto ai nostri ospiti. Vogliamo e dobbiamo esserne certi. Se Civitella del Tronto è diventata un punto di riferimento sul mercato italiano e soprattutto internazionale, è proprio per questo nostro approccio, intenso, appassionato, a una cultura che è innanzitutto la nostra identità e l’identità dei nostri antenati. Il locale di Ascoli Piceno lo abbiamo chiamato Osteria Marca Zunica. Ha iniziato a lavorare il primo aprile del 2018: abbiamo una cinquantina di posti distribuiti in diverse, candide sale per garantire la massima tranquillità e riservatezza. Alle pareti, quadri di giovani autori locali di pregio che cambiamo ogni sei mesi. Il successo è stato immediato.”

Osteria Marca Zunica Palazzo Guiderocchi © RIPRODUZIONE RISERVATA

Via Cesare Battisti, 3 – 63100 Ascoli Piceno Tel. +39 0736498243 info@marcazunica.it www.marcazunica.it 11 m a r z o

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Ascoli Piceno ha la forma di ferro di cavallo e abbraccia idealmente il fiume che l’attraversa, il Tronto. È una città medievale costruita interamente con pietra di travertino locale. Ciò le conferisce quell’uniforme colore bianco/grigio molto caratteristico quanto affascinante. Il centro storico ha la tipica struttura addensata dei borghi medievali (guai a infilarvisi in automobile…). Ascoli Piceno, famosa per le sue 100 torri e le 35 chiese romaniche tra le quali spiccano il Duomo e la cattedrale di San Francesco, grazie a un profondo intervento di restauro dei palazzi e di ripulitura dell’intera città ha ritrovato l’atmosfera del suo passato più glorioso unita alla tranquillità di una placida città di provincia dai ritmi forse lenti ma di certo riposanti. Piazza del Popolo rappresenta l’epicentro della vita sociale e mondana della città: è un salotto medievale perfettamente recuperato. L’altra piazza che rivaleggia con la prima è piazza Arringo, a un centinaio di metri dalla prima, entrambe pedonalizzate. Ascoli Piceno è famosa anche per la Quintana, il palio cittadino che si svolge in Piazza del Popolo la prima domenica di agosto cui partecipano più di mille figuranti vestiti in abiti e corazze medievali. Ascoli Piceno è anche la città dell’anisetta Meletti, il cui omonimo caffè, dall’atmosfera Liberty, si apre su Piazza del Popolo. È il più nobile dei classici dell’arte liquoristica italiana, prodotto assolutamente naturale. Liquore che deriva dalla distillazione in alambicco discontinuo di semi di anice e altre spezie aromatiche che esaltano la freschezza dell’anice verde mediterraneo, prodotto secondo l’originale ricetta creata nel lontano 1870 dal Cavalier Silvio Meletti. Dolce, gradevolissimo, invecchiato per il tempo necessario a far sì che la giovinezza dall’anice distillato fresco lasci spazio all’aromaticità e imbottigliato con le più moderne tecniche, l’Anisetta Meletti è un liquore trasparente e sincero, tipica specialità marchigiana di rinomanza mondiale. La famiglia Meletti custodisce ancora oggi la ricetta originale e garantisce la tradizione di una delle più antiche aziende liquoristiche del mondo. Una veloce quanto comoda superstrada a quattro corsie canalizzate collega la città, che è collocata tra i monti e il piano a 23 chilometri dalla costa, con San Benedetto del Tronto, prima del quale si incrocia la dorsale autostradale adriatica che collega la Pianura Padana con la costa adriatica, vale a dire Torino e Milano con Rimini e Ancona a Nord, proseguendo in vista del mare verso Pescara, Bari, Brindisi e il Salento più a Sud senza dimenticare che a Pescara, a 30 chilometri da San Benedetto del Tronto, parte la diramazione autostradale che collega il mare Adriatico con Aquila all’interno e Roma oltre gli Appennini abruzzesi. Roma dista 160 chilometri da Ascoli Piceno se si segue la statale Salaria che da San Benedetto del Tronto scavalca direttamente l’Appennino marchigiano passando per Ascoli, poco più di 200 chilometri se si allunga il percorso seguendo l’autostrada che passa da Pescara.


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