Rassegna stampa del 27 gennaio 2019

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ATTUALITÀ

DOMENICA 27 GENNAIO 2019 LA NUOVA

Lo scontro sull’immigrazione

Salvini rischia il processo «Schierati contro di me i giudici di sinistra» I Cinque Stelle all’attacco del leader leghista: sperano che rinunci all’immunità Il caso Diciotti si intreccia con lo strappo sulla Tav, maggioranza sulla graticola Amedeo La Mattina ROMA. Per il momento l’unica àncora che tiene nella maggioranza è quella della Sea Watch ferma in rada davanti a Siracusa. Non scende nessun migrante e non sale nessuno, nemmeno i tre parlamentari Prestigiacomo, Maggi e Fratoianni che, a bordo di una barca, hanno cercato di avvicinare la nave della Ong per verificare la situazione bordo. Ai tre parlamentari di Forza Italia, Leu e +Europa non è stato permesso di avvicinarsi a meno di cento metri. Stallo totale anche a livello europeo: non ci sono Paesi disposti ad accogliere in quota parte dei 47 migranti. L’Olanda ha risposto ufficialmente che non ha alcun obbligo nonostante la Sea Watch batta bandiera olandese. A salire a bordo dell’imbarcazione potrebbero invece essere le forze dell’ordine per valutare, come vuole Matteo Salvini, se ci sono «elementi per indagare sul favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Ovviamente a carico dell’equipaggio che a suo parere aiuta gli scafisti. Il leader della Lega, a cui non sembra vero di giocare

sul terreno fiorente di consensi anti-immigrazione, si spinge oltre. Usa lo schema che usava Silvio Berlusconi ai tempi dei suoi processi. Ci sarebbe «un’evidente invasione di campo di qualche giudice di sinistra che vuole fare politica». Si riferisce alla vicenda della Diciotti e alla richiesta del tribunale dei ministri di Catania di essere autorizzato a procedere per sequestro di persona. I tre giudici del tribunale catanese sarebbero motivati da finalità politiche. Ma, per fortuna, dice il ministro dell’Interno, «sceglierà il Senato sull’evidente invasione di campo». Ecco, qui si entra nel terreno scivoloso dei rapporti dentro la maggioranza in cui cresce in maniera esponenziale l’imbarazzo dei 5 Stelle che dovranno votare sì o no alla richiesta dei «giudici di sinistra». Il premier Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sono per negare l’autorizzazione, mentre Alessandro Di Battista e molti senatori sono contrari. Tutti i grillini, sia quelli pro sia contro, sognano che a levare loro le castagne dal fuoco sia lo stesso Salvini, il quale dovrebbe mostrare il pet-

to e dire ai «giudici di sinistra»: «Bene, processatemi: l’immunità non mi serve». La cosa più inverosimile è che mentre lo stesso Salvini continua a dire «sceglierà il Senato», alcuni importanti esponenti del Movimento Cinque Stelle sostengono il contrario. Come fa Stefano Buffagni, che infila un paio di dichiarazioni poco amichevoli nei confronti dell’alleato. «Salvini ha detto che vuole essere processato. Crediamo sia la scelta giusta», osserva il sottosegretario agli Affari regionali, per poi aggiungere altro sulla Tav. Salvini vuole farla perché i suoi conti, e non quelli dei costi-benefici del ministro grillino Toninelli, dicono che l’opera conviene. Figuriamoci, risponde Buffagni che è l’uomo ombra di Di Maio: «La Lega sui numeri non è affidabilissima vista la recedente gestione dei soldi». Una stilettata sui 49 milioni di euro di finanziamenti pubblici che la magistratura sta ancora cercando e che Salvini nega di avere nascosto. L’altra botta di Buffagni è sull’autonomia regionale, argomento ipersensibile in Veneto e Lombardia. Il sottosegretario grillino afferma

che si procede nei tempi previsti (teoricamente entro il 15 febbraio il governo dovrebbe presentare una proposta alle due Regioni e all’Emilia-Romagna). Ma «non è solo prioritaria l’autonomia, prioritario è anche il conflitto di interessi». Insomma, rotte di collisioni. E ora c’è pure lo scontro sul Venezuela con Salvini e Di Battista contro e in difesa di Maduro. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

il papa da panama

«Irresponsabile definire i migranti un male sociale» Panama, l’hub della speranza come l’ha chiamata Papa Francesco, che accoglie in questi giorni 400mila giovani per la Giornata Mondiale della Gioventù è anche una terra di passaggio: per il suo canale e per i migranti sudamericani che passano da qui col sogno degli Stati Uniti: perciò il Papa è tornato ieri a chiedere gesti di accoglienza verso «i cristi di oggi». «Assurdo e irresponsabile - ha detto - identificare ogni migrante come portatore di male sociale».

La nave dell’ong in rada a Siracusa, ma ancora nessun permesso di sbarco per i 47 profughi. Arriva il no all’accoglienza dal governo olandese

Sea Watch, anche Cei e Caritas in campo: «Portateli a terra» IL CASO

Fabio Albanese

«S

barco immediato di tutti i naufraghi, non solo dei minori». Mentre il ministro dell’Interno Salvini ribadisce che sul caso della Sea Watch 3 «l’Italia non c’entra», dalla nave ancorata nella rada di Santa Panagia, a nord di Siracusa, si chiede di porre fine all’attesa dei 47 migranti salvati nel Mediterraneo centrale 8 giorni fa e arrivati giovedì notte fin davanti alle coste della Sicilia orientale. Un dialogo tra sordi, alimentato dalle dichiarazioni di governo e opposizioni, come pure dalle prote-

ste di associazioni umanitarie e semplici cittadini che ieri erano in massa sulla scogliera di contrada Stentinello, da cui la nave dista un miglio appena, con bandiere, striscioni, palloncini colorati e uno slogan urlato: «Fateli scendere», mentre in città sono apparsi ai balconi lenzuoli bianchi di denuncia come negli anni bui delle stragi di mafia. Ci hanno provato, in maniera bipartisan, pure tre parlamentari: Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, Riccardo Magi di Più Europa e la siracusana Stefania Prestigiacomo, ex ministro forzista, si sono ritrovati al porto-rifugio di Siracusa. Hanno chiesto di salire a bordo «ma ci hanno risposto che non è possibile per motivi di ordine sanitario». Al tra-

monto hanno potuto avvicinarsi a cento metri dalla nave. A bordo la situazione è ancora tranquilla, nonostante mare mosso, vento e freddo complichino le cose. I 47 stanno tra l’unico ambiente chiuso della nave e il ponte ricoperto da un tendone. In un comunicato, la Ong tedesca ha rivelato che a bordo ci sono persone che hanno subìto torture in Libia, come un sedicenne della Guinea di cui riporta la testimonianza: «Le milizie mi usavano come schiavo, mi puntavano le armi addosso e mi minacciavano. Hanno ucciso un mio amico davanti ai miei occhi perché una mattina non riusciva a lavorare». La Ong mostra anche la foto dell’addome pieno di cicatrici di un altro naufrago, un

gambiano di 24 anni. Unhcr, Oim e Unicef chiedono congiuntamente di «garantire lo sbarco in un porto sicuro». E la Conferenza episcopale vuole accogliere i minorenni: «La nostra voce - ha detto il segretario Cei, monsignor Stefano Russo - si unisce a quella della Chiesa di Siracusa, come pure di altre istituzioni, associazioni e comunità impossibilitate a distogliere ancora lo sguardo da queste vittime». Pronte Caritas e Comunità Papa Giovanni XXIII. «Io non cambio idea. C’è una nave con bandiera olandese, con un equipaggio tedesco che è stato per giorni in acque libiche, tunisine e maltesi, non vedo cosa c’entri con l’Italia», è la risposta indiretta del ministro Salvini che deve incassare il «no»

ufficiale dell’Olanda: «Non abbiamo nessun obbligo ha spiegato il portavoce del ministro per le migrazioni Mark Harbers - è compito del comandante trovare un porto sicuro nelle vicinanze». Salvini, che dice di valutare anche la possibilità che le forze dell’ordine salgano a bordo «per acquisire elementi e indagare per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina le persone che aiutano nei fatti gli scafisti», all’Aja replica: «Allora ritirate la bandiera alla nave». «Salvini non risolve nessun problema, li crea», dice il governatore del Lazio e candidato alla segreteria del Pd Nicola Zingaretti. E il neo segretario della Cgil, Maurizio Landini: «Una cosa insopportabile, prima di

tutto ci sono le persone». Interviene pure il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi: «Non vedo francamente che cosa possa svilupparsi con altri 47 migranti, di fronte alla presenza di 600 mila clandestini in Italia». Dopo la lettera con cui il procuratore per i minorenni di Catania, Caterina Ajello, venerdì ha chiesto a Salvini e Toninelli di far sbarcare i 13 minori non accompagnati (uno di 14 anni, 8 di 16 e 4 di 17), e l’indisponibilità del titolare del Viminale, ieri è intervenuto il capo dei pm di Siracusa, Fabio Scavone. «La responsabilità dei minori non accompagnati - attacca - è del comandante della nave». Ma sulla Sea-Watch 3 per ora la magistratura non interviene. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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ANNO 154. NUMERO 26. www.larena.it

DOMENICA 27 GENNAIO 2019 ¤ 1,40

VIAGGIAREABASSOCOSTO

IlfenomenoFlixbus conquistaigiovani•>

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Verona

di RENATO CAMURRI*

n questi ultimi giorni largo spazio su giornali, televisioni ed internet è dedicato alle visite che molti giovani italiani stanno compiendo ad Auschwitz e in altri campi di sterminio nazista. Colpisce, leggendo i resoconti, la preparazione di questi giovani che con l’ausilio di bravi insegnanti, affrontano questi viaggi nella più grande tragedia del secolo scorso. Dai loro interventi, dal loro sforzo di capire, emerge il profilo di una bella gioventù che ragiona sul passato e sulla storia più recente del nostro Paese e dell’Europa. Il riferimento all’Europa non è casuale e serve a collegare il passato con l’oggi. Vi è infatti un evidente discordanza tra la mobilitazione di questi giorni, l’impegno messo in campo da istituzioni, scuola, università e la realtà con cui conviviamo negli altri undici mesi dell’anno. Sarebbe ipocrita non aprire gli occhi su cosa sta succedendo in Europa e anche nel nostro Paese: il vento dell’antisemitismo ha da tempo ripreso a soffiare più forte, mescolando sapientemente antichi pregiudizi con linguaggi nuovi divulgati da strumenti di comunicazione che hanno la forza di condizionare e orientare pesantemente l’opinione pubblica. Accanto all’antisemitismo crescono nel Vecchio Continente nuove forme di razzismo e di discriminazione e sempre più chiari sono i contorni di progetti politici che puntano a distruggere le fondamenta delle democrazie liberali. Domani si celebra la giornata della Memoria, introdotta in Italia e in altri Paesi europei nel Duemila. Molto è stato fatto in questi anni e non sempre le migliaia di iniziative realizzate sono state immuni da banalizzazioni e da un eccesso di spettacolarizzazione. Negli ultimi anni per sopperire a questi e altri limiti sono stati chiamati in causa «i testimoni» che sono spesso diventati i protagonisti indiscussi delle celebrazioni finendo per alimentare un meccanismo comunicativo in larga parte fondato solo sulle emozioni e poco sulle ragioni. In un quadro storico e culturale in rapida trasformazione, questa inflazione memoriale rischia di diventare più dannosa che utile. La giornata della Memoria non può essere solo una grande commemorazione pubblica che alimenta retoriche di ogni genere. Non basta dire «mai più». Occorre far tornare al centro di questo evento i fatti e la storia: storia che deve essere utilizzata per interrogarci sul mondo di oggi e sui rischi a cui stiamo andando incontro. * Professore ordinario di Storia contemporanea Università di Verona

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I NODI. StimadeiCentridiassistenzafiscaleperilsussidiodei5Stelle.Inpsinallarmeperlerichieste

Reddito perseimila veronesi

Zaia:«LaTav?Vafatta.Autonomia,giornicruciali.OlimpiadiinArena,saràun’apoteosi» Sono circa seimila i veronesi che avranno diritto al reddito di cittadinanza: le previsioni della Consulta nazionale dei Centri di assistenza fiscale si basano da un lato sui cittadini in possesso di tutti i requisiti di legge e, dall’altro, dalla dotazione finanziaria Inps. Il sussidio voluto dai 5 Stelle, in realtà, andrà per il 72 per cento al centro-sud. C’è poi un problema di gestione del-

le pratiche da parte degli uffici scaligeri dell’Istituto per la previdenza sociale: manca il personale. Intanto, il presidente della Regione, Luca Zaia, in una intervista al nostro giornale, rilancia le sue tre sfide per il Veneto: i prossimi giorni saranno decisivi per l’autonomia e la Tav si deve fare. Le Olimpiadi? La chiusura in Arena sarà un’apoteosi. > LORANDI-BATTISTA PAG9-13

Ilgoverno ha tagliato110 milionidi euro difinanziamenti alVeneto dandoperò lapossibilità diaumentare letasselocali Ladecisione finalespettaora aiComuni

TASSELOCALI

Ilgovernotaglia ifondie61sindaci sonoautorizzati adaumentare l’ImuelaTasi

> ZANETTI PAG29

SANITÀ. Molti disagi per anziani e disabili all’ospedale di Borgo Roma

SICUREZZA. Lapreside: «Icontrolli continueranno»

Poliziottiascuola studente denunciato perspacciodidroga Prosegue l’operazione «Scuole sicure» e nel mirino finisce l’Istituto professionale «Giorgi» di Veronetta. Gli agenti della questura, con l’ausilio delle unità cinofile, hanno effettuato una serie di controlli, sulla base di segnalazioni che avevano fatto emergere un possibile traffico di sostanze stupefacenti all’interno dell’istituto. Due studenti minorenni avevano in tasca pic-

Policlinico,percorsoaostacoli IPROBLEMI. Unospedalemoderno e attrezzato, un’alavecchia chemostra isegnidell’età, e ilavoriincorso per la ristrutturazione.L’accessoalPoliclinicodi Borgo Romainqueste settimaneè una speciedipercorso aostacoli, soprattuttoper anziani edisabili,fra parcheggiinghiottitidai cantieri,collegamenticomplicati perpassare daun bloccoall’altro, disagi alcentroprelievi,semprecongestionato e dovelaprivacy nonè garantita.Il presidentedella Quintacircoscrizione si lamenta: «Lastrutturasanitaria, inquesta faseditrasformazione, èdi difficilefruizione». E ilconsigliereregionalePd, OriettaSalemi, attacca: «Bisognagarantireilservizio aipiù deboli». > MOZZO PAG14

di STEFANO LORENZETTO

P

ochi sanno che il teatro Camploy si chiama così perché quell’edificio fa parte di un lascito con cui Giuseppe Camploy, impresario teatrale morto nel 1890, lo donò al Comune di Verona, affinché ne facesse un ricovero notturno per vagabondi. Pare pertanto coerente che oggi stia ospitando Adrian, uno show da barboni, televisivamente parlando, un flop siderale che ri-

schia di chiudere in bruttezza la carriera di Adriano Celentano, anche se lui nei titoli di testa lo definisce «bibbia letteraria», nientemeno. Prima di essere adibito a dormitorio, il che giustifica appieno gli sbadigli procurati al pubblico dallo spettacolo in onda su Canale 5, quel luogo accolse il collegio degli Artigianelli, diminutivo confacente all’ideatore della sconclusionata «serie evento», che sembra appunto uscita dalle mani di un apprendista, più che di un provetto orologiaio sia purecon le rotelle un po’ ingrippate. Mi scuso per l’autocitazione, ma in Buoni e cattivi, edito da Marsilio (...) > PAG25

cole quantità di droga mentre un terzo, quasi maggiorenne, oltre all’hashish aveva anche un bilancino di precisione per la suddivisione delle dosi. Per questo è stato denunciato. La preside dell’Ipsia sottolinea che le attività di controllo proseguiranno a scopo preventivo: «Siamo vicini alle famiglie, ma i ragazzi devono imparare ad affrontare i problemi». > SANTI PAG15

INDAGINE

LESSINIA

Furtievandalismi alCentroippico Treincarcere perestorsione > PAG16

L’INTERVENTO

Sogni d’oro al Camploy con Adrian y(7HB5J1*LQRKKR( +;!"!=!$!_

DIARIO

EDIZIONE INTEGRALE

PAG35

CONTROCRONACA

www.zaninipavimenti.it info@zaninipavimenti.it

ANNE FRANK

Municipiovietatoperchi hadebiticolComune•>

PAG19

LaMemoria el’Europadioggi

I

SANGIOVANNIILARIONE

(Veronae provinciaarichiesta conGente¤ 2,00)

Sesi fatica acontenere l’animosità Giuseppe Zenti

Vescovo di Verona

Per intendersi tra chi scrive e chi legge occorre anzitutto sintonizzarsi sulla terminologia. Specialmente se si affrontano argomenti che riguardano l’uomo nella complessità della sua natura. Prendiamo, ad esempio, il termine animo. Non è facile individuarne (...) > PAG24

Quasidimezzate lepredazioni Ilupipreferiscono cinghialiecaprioli > ZAMBALDO PAG30


Cronaca 13

L'ARENA

Domenica 27 Gennaio 2019

Iltemadelladomenica Veronaavrà unruolo daprotagonista

Dall’istruzione aibeniculturali

Sono23lemateriedell’autonomia; tra queste non c’è per legge l’autonomia fiscale. Si va dai rapporti internazionali e con l’Ue alla tutela e sicurezzadellavoro;istruzione,sal-

val'autonomiadelleistituzioniscolastiche. E poi ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazioneperisettoriproduttivi;tutela della salute; protezione civile; go-

verno del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto edinavigazione;trasportoedistribuzione nazionale dell’energia; valorizzazionedeibeniculturali.

L’INTERVISTA.Autonomia,OlimpiadieTav: il presidentedellaRegione atuttocampo partendo daldelicato tris d’assiche sista giocando nellapartita conRoma

Zaia:«Letre sfideperilfuturo del Veneto» Il governatore: «Una settimana cruciale per le 23 materie». «Alta velocità? Va fatta e basta». «In Arena spettacolo enorme» Maurizio Battista

Il conto alla rovescia è inesorabile e il traguardo si sta avvicinando: dopo il referendum veneto del 22 ottobre 2017 (98% di Sì), l’intesa per l’autonomia del Veneto (e della Lombardia e dell’Emilia Romagna) è questione di poco. Lo dice il governatore veneto Luca Zaia: «Siamo nella settimana cruciale». Ma è una delle tre grandi attese che il Veneto sta vivendo: c’è poi quella per le Olimpiadi invernali del 2026 con Milano e quella per la Tav Brescia-Verona-Venezia. Un tris d’assi delicatissimo. Presidente Zaia, il suo collega della Lombardia, Fontana, ha ribadito la data del 15 febbraio; Salvini aveva detto 21 marzo. Quellavera?

Tutte e due. Perchè ci si è dati il limite massimo per la trattativa tra Regioni e Governo del 21 marzo ed è la data ufficiale vera. Quindi il 15 febbraio è la data nella quale vanno definiti tutti i tavoli tecnici, tanto è vero che questa è ritenuta la settimana cruciale perché il ministro Stefani, che è stata efficientissima, chiude il giro del confronto. Sono emersi molti distinguo e mal di pancia tra i vari ministeri però...

I diversi ministeri devono esprimere le loro controdeduzioni e posizioni magari migliorative. Ricordo a tutti che va sottoscritta una intesa, cioè due soggetti firmano e devono essere d’accordo. Chi sostiene che la Regione vuole fare ciò che gli pare dice sciocchezze perché il Governo a quel punto non firmerebbe. E viceversa. Chi dice che il Governo ci toglierà materie dice fesserie: io l’intesa la firmo solo se ho tutte le 23 materie. O tutte, o niente firma. Ed è la Costituzione che prevede 23 materie per l’autonomia delle Regioni. Questastoriastadividendoilgoverno tra Nord e Sud, Lega e 5 Stelle,vede pericoli?

Il ministro del Sud, Barbara

Lezzi, ha fatto dichiarazioni assolutamente distensive rispetto all’autonomia che non è contro il Sud. Riaffermare che l’Italia è indivisibile è come dire che la mamma è la mamma: una ovvietà. Ma io parlo volentieri ai cittadini del Sud: se sono in questa situazione di difficoltà non è colpa dell’autonomia delle nostre regioni, che ancora non c’è, ma di una classe dirigente che non ha governato bene e non li ha salvaguardati. Non passi l’idea che loro hanno avuto meno di noi.

Peresempio quale?

Altro nodo: la compartecipazioneal gettitodei tributi.

Ma è la conditio sine qua non per finanziare le competenze che ci vengono date. Certo è che ci sono dei fenomeni in giro: mantenendo la Costituzione invariata, possiamo ottenere esattamente quello che chiediamo. È ovvio che non è come Trento e Bolzano, ma c’è scritto nella Costituzione. Quei pochi parlamentari che dicono che non si deve fare, presentassero una modifica della Costituzione così vediamo qual è la loro idea. Sarebbero più coerenti. Chi è contro il mio progetto è contro la Costituzione. Altra sfida da conquistare: le Olimpiadiinvernalidel2026con Cortina eMilano. Lacandidatura di Stoccolma e della Svezia fa paura...

Quella che doveva essere una boutade di Zaia è diventata una finale mondiale: Veneto contro Svezia. La Svezia è un concorrente temibile, ha capito che la nostra operazione Milano-Cortina è buona al punto tale che la loro candidatura è diventata doppia, Stoccolma-Are, l’hub sciistico più importante del Nord Europa e dove si disputano i Mondiali di sci. Inoltre la Svezia non ha mai avuto le Olimpiadi invernali invece noi sì. Però è anche vero che la nostra candidatura è fortissima: una metropoli internazionale e un comprensorio sciistico patrimonio dell’umanità. E a corollario delle chicche come la chiusura delle

chiuso non funziona, le scuole di specialità hanno numeri limitati. Però c’è un altro grave problema...

Ipunti caldi

Treniadalta velocità:sullaBrescia-Verona i cantieriprocedono

Ci sono primari bravissimi che a 65 anni sono nel fiore della loro professionalità e se ne devono andare in pensione. Lo fanno malvolentieri. Non abbiamo strumenti per farli restare, la norma prevede eventualmente solo un anno a titolo gratuito. E non è possibile riassumerli come pensionati. Ma chiedo al Parlamento: per alcune professionalità di alta specializzazione come i medici si può prevedere la pensione consensuale? Decide l’interessato con il datore di lavoro, fatto salvo il diritto alla pensione. Sennò dove trovo chirurghi che trapiantano cuore, fegato, polmoni? Ognivoltachearrivanoleelezioni si parla di Zaia come candidato ovunque. Commissario europeo,candidatoalleEuropeeecosì via. OraSalvini ha sgomberare ilcampo:Zaia restaa Venezia.

LucaZaia, 51anni amarzo, governatoredelVeneto dal 2010

Olimpiadi in Arena a Verona che per me è l’apoteosi. Ma non sonoemerse perplessità su capienza e pubblico dell’Arena?

I soliti bastian contrari. Ricordo agli “esperti del ciacolar”, che l’Arena sarà in mondovisione con mezzo miliardo di persone. E avrà il palco centrale per consentire la sfilata di tutti gli atleti, le delegazioni, le medaglie d’oro: sarà uno spettacolo pauroso. E l’Arena l’ho voluta io, questo ci tengo a dirlo: Verona è un

C’èuna emergenzarifiuti specialimaèsolo organizzativa, nonsonoprevisti nuoviimpianti

brand conosciuto in tutto il mondo e ne ho avuto conferma all’assemblea generale a Tokyo. Aproposito di operee traguardi. parliamodellaTav:quitraattese epresunteanalisidicostiebeneficiche sifa?

La Tav ce la devono dare, noi non abbiamo mai avuto tentennamenti e le opere ci sono nel mio programma di governo. Punto. Se non si fa la Tav noi veneti la paghiamo due volte, perchè perdiamo l’Alta velocità e perdiamo competitività rispetto al Nord Ovest. Siattende l’analisi costi/benefici ma quante volte nel Nord Est si è fatta l’analisi dei «costi del non fare» che vale miliardi di eurodimancato sviluppo?

Questa analisi costi benefici sta diventando una leggenda metropolitana, non l’ha vista nessuno. Serve visione. Se

AllarmeinVeneto:mancano medici emoltiandranno inpensione

all’epoca avessero fatto l’analisi costi benefici non avremmo neanche l’Autostrada del Sole perché nove persone su dieci non avevano l’auto. Pensiamo alla Pedemontana: per me nell’analisi costi benefici va incluso anche il fatto che eviteremo la perdita di vite umane perché verrà eliminata la strada più pericolosa e mortale d’Italia. Ma la sicurezza interessa a qualcuno? Se si farà la Tav molti andranno in treno invece che in auto. Segnalidal ministroToninelli?

Zero notizie. Siamo solo a dichiarazioni giornalistiche. I cantieri non sono fermi da quello che mi risulta. Si va avanti. Dovesse emerge un No alla Tav leifarebbe un referendum?

Io non ho paura dei referendum ma sarebbe una sconfit-

ta. Chi mi ha votato vuole che si realizzi il programma. Il referendum se lo facciano in Piemonte. Emergenza rifiuti speciali in Veneto.Sonoprevistinuoviimpianti?

L’emergenza è vera ma è solo una questione organizzativa. Non esiste assolutamente l’ipotesi di fare impianti. Siamo tra le Regioni più virtuose in tema di rifiuti. Dopo l’approvazione delle norme sulle pensioni è scattato l’allarme per Quota 100: in Veneto sirischia disvuotare entilocali e sanità.Preoccupato?

Quota 100 è una novità che va a sommarsi a un grave problema italiano: mancano 56 mila medici e nei prossimi mesi ne usciranno altri. Però il vero tema è che manca il vivaio, è stata sbagliata la programmazione, il numero

Mi viene da sorridere, a ogni tornata elettorale sono candidato a tutto quello che c’è sulla piazza, un anno fa mi hanno tormentato per 6 mesi come possibile candidato nazionale, creando sia a me che al Veneto non pochi danni. Mi lascino in pace e finiamola con queste manfrine. ApropositodicandidatureèarrivatoLinoBanfiall’Unesco...IlVenetoha moltidossier aperti.

I nostri obiettivi sono nel 2019 le colline del Prosecco Conegliano-Valdobbiadene, nel 2020 la Cappella degli Scrovegni di Padova. Siccome conosco un po’ l’Unesco, a Banfi consiglio di essere preparatissimo, conoscere quel mondo e i dossier italiani, avere relazioni perché sennò le nostre richieste non vanno da nessuna parte. Ricordo che siamo la Nazione con più siti iscritti nel patrimonio Unesco, quindi c’è una guerra dura contro l’Italia e se la Cina ne prende uno ci supera. Il coltello tra i denti non basta, ci vuole l’armeria. •

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REGIONE

DOMENICA 27 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

l’annuncio a consiglieri e assessori del gruppo legHista

Zaia: nessun incarico in Europa resto in Veneto, mi ricandiderò Un tridente nel 2020: Carroccio, lista del governatore, civica degli amministratori Autonomia, pungente replica alla 5 Stelle Nugnes: «Sogna uno Stato borbonico» ta giudicata accessibile ma a condizione che sia il Luca trevigiano – e non altri esponenti, pure di peso, quali Lorenzo Fontana o Massimo Bitonci – a capitanare il tridente. Non soltanto per ragioni di consenso, legate al gradimento personale tra gli elettori (costantemente monitorato) ma anche perché si tratta dell’unica opzione non divisiva, capace di assicurare l’unità interna alla vigilia della svolta congressuale “tricolore” impressa da Salvini.

Filippo Tosatto VENEZIA. Auspicato da alcuni, temuto da altri, l’annuncio di Luca Zaia è giunto un po’ a sorpresa venerdì, in apertura di un incontro di routine con il gruppo leghista in Regione: «Sono circolate tante fantasie su un mio incarico in Europa, perciò vi comunico che non andrò a Bruxelles, resterò qui per condurre in porto la riforma dell’autonomia e nel 2020 mi candiderò di nuovo alla presidenza del Veneto. È una scelta definitiva, discussa e concordata con Matteo Salvini». Parole come pietre, accolte con malcelata soddisfazione da consiglieri e assessori del Carroccio, convinti che l’effetto-traino del governatore sarà garanzia di successo elettorale.

APPREZZAMENTI A STEFANI

Governatori leghisti: il veneto Luca Zaia e il lombardo Attilio Fontana

Una decisione che pone fine alla ridda di ipotesi circolate in questi mesi ( alimentate talvolta da colonnelli della Lega an-

siosi di concorrere a Palazzo Balbi) e accompagnata da un’ulteriore novità riguardante la strategia del consenso in vista delle prossime regionali. L’idea che si profila, stante la freddezza dei rapporti con forzisti e Fratelli d’Italia, è quella di correre senza alleati politici ma con un ventaglio costituito dal “marchio” Lega, dalla lista

PADOVA. Un confronto intenso

il convegno “le classi dirigenti” di padovalegge e universitÀ

STOP ALLA RIDDA DI IPOTESI

e di profilo elevato quello che ha scandito il convegno intitolato “Le classi dirigenti”, promosso dall’associazione PadovaLegge in sinergia con il Bo. Numerosi spunti d’attualità e riflessioni scientifiche, con un paio di zampate nel finale di giornata. Dapprima Carlo Calenda, già ministro per lo Sviluppo economico, che in vista di primarie e voto di maggio manda un avviso al vertice dem: «C’è una marea di elettori moderati pronti a votare un qualsiasi nuovo soggetto politico, purché non sia il Pd. Io ho lanciato il manifesto “Siamo europei” per favorire la convergenza tra liberaldemocratici, socialdemocrazia e cattolici moderati, non farò da paravento ad operazioni di allargamento del partito democratico». Poi il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, osservatore interessato in una prospettiva di “alleanza civica”: «Questo è il tempo degli inetti», sentenzia «verrà quello dei capaci».

ALTOLÀ DI GENTILONI

Tant’è. Pungolati a dovere dai coordinatori della discussione, il direttore de La Stampa Maurizio Molinari e l’editorialista del Corriere della Sera Ferruccio De Bertoli, i relatori hanno analizzato il tema da più versanti: distinzione tra élite e classe dirigente, formazione e responsabilità di quest’ultima, valore della conoscenza nell’età della «tuttologia digitale», ammodernamento del Paese e riduzione delle diseguaglianze. Così Luciano Violante, presidente emerito della Camera, indica nei «nuovi leader solitari e narcisisti gli alfieri di una politica «che non cerca rappresentanza ma beatificazione» e persegue una

Zaia - che ha già affrontato la prova del 2015 con esiti felici e da una terza civica composta esclusivamente da amministratori «non iscritti al partito ma partecipi al progetto».

Tant’è. Nel fatidico incontro, il governatore ha speso parole di apprezzamento per l’impegno del ministro Erika Stefani sul versante dell’autonomia e a riguardo, ieri, non ha mancato di replicare in toni pungenti alla parlamentare del M5S Paola Nugnes, rea di aver dato voce ai timori del Mezzogiorno – «Abbasseremo la guardia solo in presenza di risposte chiare su sanità e servizi sociali» – a fronte del processo auto-

OBIETTIVO MINIMO? IL 40%

Per conquistare la vittoria, è il calcolo, occorrerà centrare almeno il 40% dei voti, una quo-

nomista innescato dal Nord. «Siamo stupefatti che una parlamentare della Repubblica muova critiche alla Costituzione, che è la legge delle leggi, affermando che l’autonomia non va bene», ribatte Zaia «noi ci limitiamo a richiedere l’applicazione dell’articolo 116, comma 3, della Carta costituzionale: prevede che possiamo avere 23 materie di maggiore competenza e noi le vogliamo. Questo non significa né distruggere il Sud né sottrarre fondi ad altri ma soltanto gestire le nostre risorse sul territorio»; c’è grillino e grillino, però: «Possiamo dirci fortunati che lei non sia la voce ufficiale dei 5 Stelle. Chi li rappresenta, il vicepremier Di Maio, con correttezza sa di questo impegno e parla di autonomia».

IN BREVE

LA STOCCATA CONCLUSIVA

Appalto calore Sanità, Anac vigilerà su gara da 1,5 miliardi

La stoccata finale riprende un concetto già espresso nella fatidica lettera aperta ai cittadini meridionali: «È un dato di fatto che il Sud abbia un’economia che non va bene e un sacco di altri guai. Ma di ciò non può incolpare l’autonomia del Nord, visto e considerato che il Veneto, la Lombardia e l’Emilia non ce l’hanno ancora.. Ma se questi sono i toni, io rilancio la sfida alla senatrice Nugnes: ci dica quel è la Costituzione che le va bene. Forse scopriremmo che ha in mente un modello di Stato più vicino ad una Repubblica centralista, un po’ borbonica e complicata, che ad una Repubblica federale, snella e rispettosa dei cittadini e delle loro esigenze». – BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

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Autonomia Stefani: battute finali per la bozza di intesa «Siamo alle battute finali sulla redazione e la definizione della bozza di intesa». Lo ha detto ieri a Venezia il ministro degli Affari regionali Erika Stefani. «Vi è stato un grande dialogo con tutti ministri, M5s compresi - ha aggiunto -, e sono state superate a mio avviso alcune perplessità che erano state avanzate. Spero ed auspico che questi siano le ultimi due settimane di lavoro e che siano determinanti».

Sarà l'Anac (Agenzia Anticorruzione) a vigilare su una delle più importanti gare d'appalto in Veneto, la «gara calore», per la gestione energetica e tecnologica degli impianti delle Aziende sanitarie del Veneto, che ha un valore economico di 1,5 miliardi. La gara è tra gli adempimenti in capo ad Azienda sanitaria Zero. Il coinvolgimento di Anac è stato richiesto dal presidente della Regione Zaia, «per garantire – dice una nota – la massima trasparenza di una procedura di così alto impatto finanziario».

dell’economia nella stagione berlusconiana, oggi a capo di Aspen Institute Italia: esordisce evocando il Risorgimento e il nonno patriota «che nel 1848 prese a cannonate Forte Marghera»; cita il monito di Platone «che impone al nocchiere della Repubblica di conoscere struttura della barca, equipaggio, correnti, vento e fondali mentre oggi «nulla di tutto questo è dato»; e rivendica di aver intuito l’urgenza «di aiutare gli africani a casa loro, evitando che gli aiuti occidentali finiscano in armamenti o in banche svizzere». DA BANFI AI LAVORI DIGITALI

Carlo Calenda, Maurizio Molinari, Giulio TremontI e Gaetano Manfredi nel corso della tavola rotonda che ha concluso il convegno a Padova

Calenda: «I moderati pronti a votare il nuovo, non il Pd» Brugnaro: «Basta incapaci» «prassi seduttiva fondata sul dialogo diretto con i cittadini». «Il ricatto dell’impopolarità è tratto costante del populismo che non propone soluzione ma esorcismi», rincara Paolo Gentiloni, il premier uscente, che guarda con timore al braccio di ferro innescato dal Governo italiano con la Francia: «Un conto è difendere i nostri interessi, doveroso, un altro è emarginarci. Io sono molto preoccupato quando vedo

un Paese isolato nel contesto europeo, alleato soltanto con alcuni Paesi dell’Est che certamente non possono aiutarci sulle partite economiche né tantomeno su quelle migratorie». DA RENZI AI GIALLOVERDI

Chi intravede - e critica - una similitudine tra passato e presente è l’economista Veronica De Romanis: «Renzi, Di Maio e Salvini parlano il linguaggio

esclusivo dell’immediato, non ascoltano, si rivolgono direttamente al popolo e, dagli 80 euro al reddito di cittadinanza fino a quota 100 nelle pensioni, impiegano la spesa a pubblica a scopo di consenso, scaricando il debito sulle nuove generazioni». Di tutt’altro avviso il direttore “sovranista” del Tg2, Gennaro Sangiuliano: galvanizzato dall’audience in crescita, rimarca che in tema di caratura scientifica «Conte ha mag-

giori titoli accademici di Gentiloni» e che «la classe dirigente non va confusa con la tecnocrazia, il notabilato e i tanti snob privi di consenso che puntano il ditino». TREMONTI CITA PLATONE

A cavallo delle due sessioni, è il rettore dell’ateneo a rivendicare attenzione e risorse: «Il sapere è profondamente democratico, aperto a tutti, e i giovani sono i più grandi innovatori», le parole di Rosario Rizzuto «il nostro Paese si colloca al penultimo posto in Europa per numero dei laureati, noi non chiediamo riconoscimenti verbali nelle occasioni pubbliche, vogliamo che l’investimento nell’università diventi un obiettivo prioritario e costante dei governanti e della società». Attesa per l’intervento di Giulio Tremonti, ministro

Calenda, già. Che definisce «cialtroneria» il commento “basta con i plurilaureati” circolato dopo la nomina dell’«ottimo attore comico» Lino Banfi all’Unesco; che riconosce «questioni serie e reali» la lotta alla povertà la gestione dei flussi migratori ma boccia come «assolutamente sbagliati» gli strumenti adottati, cioè il reddito di cittadinanza («equipara sussidio a stipendio») e l’«insensata» chiusura dei porti di Salvini. C’è altro? Sì. Gaetano Manfredi (rettore dell’università di Napoli) invita a «non cedere all’egoismo miope che illude ma non risolve»; e Francesco Profumo, ex ministro all’Istruzione, esorta a progettare il futuro perché «il 65% dei bimbi che oggi frequentano l’asilo da adulti lavoreranno in professioni che ancora non esistono». Basta. «Una giornata meravigliosa», sorride Fabio Pinelli, il presidente di PadovaLegge , convinto com’è che «studiare ascoltare-rispettare-costruire legami» sia la formula magica per uscire dal tunnel. — Filippo Tosatto


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ZAIA: NEL 2020 MI RICANDIDO L’annuncio: niente Europee, punto alla rielezione da governatore

CALENDA RILANCIA: OLTRE IL PD BRUGNARO PENSA ALLE CIVICHE

TOSATTO / A PAG. 9

A PAG. 9

il dopo alluvione

La Regione: 50 milioni già spesi Presentati i numeri dei cantieri aperti e finiti e di quelli in corso su strade e argini dei torrenti Stanno per arrivare anche i fondi per i boschi

La Regione risponde alle accuse dei sindaci e del Pd presentando l’elenco dei lavori che sono stati realizzati in questi primi tre mesi con fondi delle agenzie regionali o dello

Stato. Ci sono 105 milioni di lavori, per la metà conclusi. Molta parte riguarda le strade e le opere idrauliche. Per quanto riguarda i boschi è in arrivo, assicura Zaia, una tran-

che di soldi dallo Stato per 150 milioni, una quarantina sarà data come anticipo ai venti sindaci nominati soggetti attuatori. DAL MAS / A PAG. 16

economia

Il fondo Equinox entra in Sportful con il 40% La Manifattura Valcismon, la Sportful come è meglio conosciuta nel Bellunese, apre al fondo Equinox, che entra nel gruppo di Fonzaso con una quota di minoranza del 40 per cento. L’ingresso del fondo con-

sente all’azienda di continuare con gli obiettivi di crescita e di espansione a livello internazionale. Il fatturato di Sportful nel 2017 è stato di 80 milioni di euro. PAOLINI / A PAG. 13

migranti

folla in basilica cortina dice addio a stefano zardini MENARDI / A PAG. 26

gosaldo

ZSGVb Oro Wierer, bronzo Vittozzi: super Italia nel biathlon Straordinaria giornata per l’Italia nel catino di Anterselva, gremito da 15 mila persone. Il successo è andato a Dorothea Wierer, ma la sappadina Lisa Vittozzi porta a casa un ottimo terzo posto che la tiene a 24 punti dall’altoatesina nella classifica generale. Oggi si replica e nella mass start le due italiane (felici nell’immagine di Pentaphoto) contano di fare il bis. TANCON / A PAG. 34

feltre guarda alla storia

La Grande Guerra raccontata in foto a Pra’ del Moro

E PISTA SLITTINI SENTIERI BATTUTI

cco l’Infopoint di Pra’ del Moro, arricchito da ieri dall’esposizione dedicata alla Grande Guerra. Una raccolta di immagini che racconta il conflitto nel Feltrino e che trova posto all’interno della struttura in sassi che ricorda una trincea. Per Feltre è un nuovo tema di sviluppo del turismo. DA POIAN / A PAG. 23

La valle del Mis da domani collegata con Sospirolo Da domani si potrà transitare nuovamente in Valle del Mis lungo la strada provinciale 2 che collega Tiser a Sospirolo. SANTOMASO / A PAG. 22

Salvini: mettere sotto inchiesta l’equipaggio della Sea Watch La nave della Ong ancora al largo di Siracusa. La Cei disponibile ad accogliere i migranti minori. Il ministro degli interni attacca. / PAGINE 2 E 3

IL COMMENTO PANARARI / A PAG. 3

LA STRATEGIA LEGASTELLATA DEI DIVERSIVI

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alla politica internazionale alla tv. Non passa giorno senza che l’esecutivo si imponga all’attenzione con qualche tema di discussione.


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Belluno

Domenica 27 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

Palestra della salute: attività motoria come medicina `La nuova struttura

è convenzionata con l’Usl Dolomiti EDUCAZIONE FISICA BELLUNO Era un evento atteso, il taglio del nastro della prima Palestra della salute della provincia. Perché ieri, in via dell’Artigianato nello spazio di Più Movimen-

to, c’erano davvero molte persone. Anziani, utenti della palestra, consiglieri comunali, l’assessore allo sport Marco Bogo, il direttore generale dell’Usl 1 Dolomiti Adriano Rasi Caldogno e la dottoressa Nicoletta De Marzo dirigente medico Servizio Igiene e Sanità Pubblica - Unità Operative di Attività Motoria e Promozione della salute dell’azienda sanitaria. L’avvio della prima realtà accreditata Usl nel Bellunese, d’altra parte, era un evento. A gestirla sono due giovani donne, Michela

Garzotto e Simonetta Lametti. «Sono circa 200 metri quadri, con due stanze ampie per l’attività fisica, un’infermeria e due spogliatoi – spiega Garzotto -. Abbiamo quest’attività da tre anni, ora vi aggiungiamo l’accreditamento come Palestra della salute». Ovvero uno spazio riconosciuto dall’Usl per pazienti con patologie croniche, diabete, problemi cardiologici e obesità. «Abbiamo lavorato parecchio per arrivare a questo risultato – aggiunge il dg dell’azienda sanitaria -, il tutto è

parte di un ampio progetto regionale di sviluppo di una rete di palestre di questo tipo. Il capofila dell’area in cui rientra il Belluno è l’Usl della Marca. L’obiettivo è quello di promuovere un programma di prevenzione articolato per i cittadini e le Palestre della salute rientrano tra le attività importanti per il benessere psico fisico». Ora che il ghiaccio è stato rotto, in provincia ci sono infatti altre due o tre realtà che stanno seguendo l’iter. A.Tr.

«Avanti col treno ma la Provincia deve darci i soldi» `La

Regione rassicura ma sollecita i fondi per la progettazione TRASPORTI

LA MEDIA NIEVO Punta ad una didattica innovativa. Dopo la scuola senza zaino in vista una ristrutturazione creativa degli interni

Salotto didattico alla Nievo: nuovi spazi e più accoglienti Nella scuola senza zaino di Cavarzano `La preside Bruna Codogno: «Ci sono l’entrata è diventata uno spazio comune divani dove studiare e chiacchierare» `

DIDATTICA La media Nievo si spinge ancora un po’ più in la. Dopo l’avvio del metodo educativo Scuole senza zaino, nella primaria di secondo grado di Cavarzano si rinnovano gli ambienti. A partire dal grande atrio all’ingresso dell’istituto, uno spazio rinnovato che, oggi, si apre a nuove funzioni.

LA NOVITA’ «Bortoluzzi Mobili ha studiato per la Nievo un divano bifacciale e un tappeto con una stampa digitale in stile“natura”- spiega la dirigente dell’Istituto Comprensivo Tina Merlin, Bruna Codogno -, uniti a dei puff e ad altri complementi di arredo costituiscono un’isola di verde all’interno della scuola; una zona in cui i ragazzi possono riunirsi per studiare, chiacchierare, leggere e rilassarsi. Il nuovo spazio verrà utilizzato anche da insegnanti e genitori e rappresenterà il biglietto da visita per tutti coloro che visiteranno l’istituto». Pensare diversamente gli ambienti di apprendimento, uscendo dal vecchio schema delle aule con banchi in fila davanti alla cattedra, è un’iniziativa avviata da

tempo alla Nievo. Gli studenti, infatti, da anni sfruttano angoli informali come ampliamento delle aule, vi accedono anche durante le ore di lezione se hanno bisogno di ripetere gli appunti a un compagno, di ripassare un argomento in autonomia o semplicemente per leggere qualcosa mentre il resto della classe finisce un compito. «In un approccio globale ogni spazio e della scuola e ogni attività al suo interno diventano educativi – prosegue Codogno - : non solo le ore di lezione in aula ma anche la ricreazione in atrio o le pause per la mensa, sono parte integrante di un progetto di scuola che punta sul rendere responsabili e autonomi gli studenti, offrendo loro la possibilità di gestire alcuni tempi e spazi in modo autonomo. Nel piano dell’offerta formativa triennale dell’Istituto, grande rilevanza viene data non solo all’innova-

AVVIATO UN PROGETTO PER RIDIPINGERE AULE E CORRIDOI TENENDO CONTO DELLE ESIGENZE EDUCATIVE

zione nella didattica e nelle metodologie, ma anche nel realizzare un ambiente confortevole, accogliente e bello per gli alunni. Essere circondati dalla bellezza aiuta a stare bene, educa il senso estetico e favorisce il rispetto per le cose».

I PROSSIMI PROGETTI Per questo non è finita qui. Contando sulla collaborazione dei genitori, la scuola penserà nei prossimi mesi a una riprogettazione generale degli inter-

ni dell’edificio, individuando soluzioni, colori e forme che ne valorizzino la funzione educativa e siano congeniali alle attività dei ragazzi. La vecchia media si svecchierà, assumerà l’aspetto di uno spazio più accogliente, lontano dalla tradizionale idea dei luoghi educativi. «L’apporto delle famiglie, come nel caso di Bortoluzzi Mobili, è essenziale – conclude la dirigente -, permette di far crescere la scuola anche in questo senso». Alessia Trentin

BELLUNO «La Regione non ha rinunciato al Treno delle Dolomiti», lo ha ribadito ieri mattina l’assessore regionale alle Infrastrutture, Elisa De Berti, che era relatrice al corso di formazione politica della Lega. «Noi siamo fermamente convinti che il collegamento tra Calalzo e Cortina si debba fare, ma per dire che si farà ci vogliono gli studi progettuali. C’è da ricordare che stiamo ancora attendendo i 200mila euro della Provincia di Belluno. Ho sentito recentemente il presidente Roberto Padrin e diceva che era questione di giorni». Si parla dei 200 mila euro che lo scorso Governo aveva assegnato a Palazzo Piloni attraverso i fondi di confine, denaro che serve per procedere con il progetto.

IL TRACCIATO Per quanto riguarda il tracciato, l’assessore De Berti ricorda che «per il collegamento ferroviario da Calalzo a Cortina d’Ampezzo resta in piedi l’ipotesi presentata da venti sindaci che passa sia per la Val d’Ansiei che per la Val Boite». Nonostante il governatore della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher, abbia manifestato la sua disillusione confermando che il Treno delle Dolomiti non passerà per il suo territorio (il progetto avrebbe dovuto essere realizzato lungo la dorsale della Val Badia, tra Brunico e Cortina, è stato giudicato troppo costoso: ben 2 miliardi di euro), il governatore del Veneto Luca Zaia e l’assessore Elisa De Berti hanno ribadito la volontà di andare avanti anche da soli; pure i sindaci si sono espressi in tal senso, ma è difficile immagina-

re il collegamento solo tra Calalzo e Cortina. L’obiettivo era infatti quello di consentire ai turisti europei in arrivo a Bolzano con i treni superveloci del Brennero, di raggiungere le Dolomiti e poi Venezia. MOBILITÀ SOSTENIBILE «Ad ogni modo le valutazioni del Treno delle Dolomiti si inseriranno in una mobilità sostenibile, anche perchè il presidente Zaia è stato chiaro: vuole che si persegua un Piano dei trasporti realizzabile, non un libro dei sogni». Per il Piano dei trasporti è stato scelto «un luminare in materia, parliamo del professor Ennio Cascetta» da oltre trent’anni, di Pianificazione dei Sistemi di Trasporto presso l’Università Federico II di Napoli.

ELETTRIFICAZIONE Ultimo passaggio sull’elettrificazione: «si sa che farla a Belluno è un progetto a perdere, ma noi siamo la Regione Veneto ed è giusto che si pensi in termini di solidarietà: siamo sette province e tutte insieme sosterranno i costi». I chilometri di linee da elettrificare sono 180 in tre anni. Due le tranche di lavori: quella in corso, che si concluderà entro il 2019, prevede la realizzazione delle tratte: Bassano-Camposampiero, Castelfranco-Montebelluna e la Conegliano-Vittorio Veneto. La seconda tranche prevede la chiusura dell’«anello basso» tra Treviso e Vittorio Veneto, sulle tratte Treviso - Montebelluna - Belluno - Ponte nelle Alpi - Vittorio Veneto. 200 i milioni necessari. Federica Fant

L’ASSESSORE: «FERMAMENTE CONVINTI CHE IL COLLEGAMENTO CON CORTINA VADA FATTO»

Iniziativa salvavita

Arrivano i defibrillatori in piazza Perchè un totem con defibrillatore in piazza? Le tante, buone, ragioni verranno spiegate martedì alle 18 in sala Bianchi, nella serata pubblica di presentazione del progetto “Un cuore in piazza”. Interverranno il sindaco Jacopo Massaro e l’assessore Marco Bogo, Tiziana Roncada presidente del Lions Club Belluno e Pierenrico Lecis consigliere comunale e responsabile dell’iniziativa per il Lions,

oltre al dottor Mauro Fantinel per Dolomiti Emergency, al primario del Suem Giovanni Gipolotti e al presidente dell’Ordine dei farmacisti di Belluno Alessandro Somacal. La serata avrà l’obiettivo di spiegare alla cittadinanza il motivo dell’installazione delle due colonnine con defibrillatori in centro storico, posizionate grazie al contributo di quattro farmacie di Belluno, di due onlus e del Lions.

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TRENO DELLE DOLOMITI La Regione ha riferito ieri di non aver nessuna idea di mollare il progetto, anche senza Bolzano


III

Primo Piano

Domenica 27 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

I boschi devastati

«Con 40 milioni ci sentiamo sicuri» Lo stanziamento arriva il giorno dopo le accuse alla Regione `Zaia, attaccato su più fronti, cala le cifre di quanto già fatto: di immobilismo. I sindaci agordini dubbiosi, ma pronti a partire 25 milioni spalmati su 57 cantieri e altri 35 per la rete viaria `

MALTEMPO 2018 Uno dei tanti boschi devastati dall’uragano di fine ottobre Sul tema alcuni sindaci agordini hanno attaccato la Regione accusandola di non aver fatto ancora nulla. Zaia ha risposto incaricandoli direttamente del compito

IL RECUPERO BELLUNO Pioggia di fondi sui territori alluvionati. Il governatore del Veneto Luca Zaia annuncia l’arrivo da Roma di 150 milioni di euro, 40 dei quali da destinare alla pulizia dei boschi schiantati da parte dei sindaci nominati “soggetti attuatori”. Intanto lo stesso presidente tira le fila dei primi 15 milioni già stanziati, soprattutto a favore di tantissimi cantieri di piccole dimensioni ma necessari per la ripresa della normalità nei comuni. Tre i settori di intervento: opere idrauliche, viabilità e, appunto, pulizia boschi.

OPERE IDRAULICHE Le prime sono già state attivate e in gran parte concluse. Solo per il Bellunese si tratta di 57 cantieri per un ammontare di 25 milioni di euro. Tra queste la più costosa, 1 milione 925mila euro, riguarda i lavori di somma urgenza realizzati per la messa in sicurezza e il ripristino della sponda sinistra del torrente Cordevole in corrispondenza del ponte di Mas a Sedico. Corposo, 1 milione 600mila euro, anche l’intervento a Le Campe di La Valle sempre per rinforzare le sponde del Cordevole. Ma in termini di cifre pesano molto - 2 milioni e mezzo - i lavori consegnati per la realizzazione di una briglia selettiva lungo il torrente Fiorentina, in località L’Aiva in comune di Selva di Cadore, a difesa degli abitati sottostanti.

VIABILITA’ Per quanto riguarda la viabilità, i cantieri di competenza di Ve-

FABIO LUCHETTA: «SOLDI FONDAMENTALI PER CAPIRE QUANTI INTERVENTI SI POTRANNO FARE E BILANCI AL SICURO»

neto Strade e Anas per i comuni sono una ventina per un importo di circa 3 milioni di euro. Le opere avviate dai soggetti attuatori nominati da Zaia per il ripristino della rete viaria di competenza fanno riferimento invece a circa 115 cantieri per 35 milioni di euro. Tra i tanti lavori di somma urgenza già realizzati, sono stati utilizzati 275mila euro a testa per il ripristino del ciglio di valle in località Ponte Oltra a Lamon e per opere di protezione delle spallette del ponte di Presenaio.

ve sarà necessario pagare le ditte per lavorare e dove sarà necessario mettere in sicurezza versanti soggetti a caduta massi e/o valanghe. I sindaci, così, potranno ritrovare un po’ di serenità perduta ora che almeno i bilanci comunali non verranno presumibilmente toccati da questi costi. Rimane comunque la difficoltà di operare: sarà fondamentale la collaborazione tra tutti gli enti competenti a vari livelli per vincere questa incredibile sfida».

PULIZIA SCHIANTI

«Armiamoci di coraggio e partiamo - sottolinea il sindaco di Cencenighe Mauro Soppelsa Mettiamo da parte polemiche e rivendicazioni e iniziamo a lavorare. Una cosa, però, la devo puntualizzare: non è corretto mettere nello stesso calderone gli schianti agordini con quelli del Cadore e di Asiago. I nostri sono nella stragrande maggioranza su pendii ripidi dove è quasi impossibile realizzare delle strade silvopastorali per raggiungere i boschi in questione». Raffaella Gabrieli

Quaranta milioni saranno asegnati come anticipo ai sindaci che sono stati nominati soggetti attuatori per la pulizia dei boschi; le risorse disponibili saranno proporzionalmente suddivise fra i Comuni per le prime spese correlate a questa tipologia di intervento. «Quaranta milioni - afferma il presidente dell’Unione montana Agordina Fabio Luchetta - saranno fondamentali per capire quanti interventi di pulizia schianti si potranno fare, soprattutto nelle aree difficili do-

CORAGGIO E AVANTI

La lista dei cantieri post maltempo con Mas e Cordevole “mangiasoldi” GLI INTERVENTI BELLUNO Le cifre si rincorrono. Milioni e milioni gli euro indicati nella lunga “lista della spesa” elaborata dalla Regione Veneto in cui sono indicati i lavori di somma urgenza realizzati e altri già consegnati. Le opere idrauliche, da sole, vedono impiegati circa 14milioni di euro. Oltre ai cantieri più esosi di ponte Mas e sponda Cordevole a Le Campe, interventi di peso sono stati fatti a Belluno per il ripristino delle difese spondali sia in destra che in sinistra orografica del fiume Piave in località Lambioi (1.450.000 euro), a San Pietro a seguito del crollo di un tratto di muro d’argine in località Presenaio (1 milione 300mila euro) e a Perarolo sempre sul

Piave a seguito dell’indebolimento delle fondazioni anche in questo caso di una porzione di muro d’argine. Ancora, sul territorio di Cesiomaggiore, messa in sicurezza della viabilità comunale lungo la Val Canzoi in corrispondenza di franamenti ed erosioni provocati dal torrente Caorame. In ambito viario, per quanto compete a Veneto Strade e Anas per i Comuni, le cifre impazzano. Oltre a Lamon e a San Pietro, “mani significative” sono state messe a Gosaldo, a Livinallongo, a Cencenighe, a San Tomaso, a Lamon, a Selva di Cadore e in Val di Zoldo per la messa in sicurezza delle strade (rispettivamente con 272mila, 270mila, 270mila, 265mila, 255mila, 250mila, 220mila euro). Ma tantissimi altri gli interventi, magari minori, attivati un

po’ su tutte le strade rientranti nella categoria: ad esempio con il ripristino o la sostituzione delle barriere sui versanti a monte, rimozione piante e materiale, ripristino scogliere, consolidamenti di scarpate, rinnovo segnaletica, noleggio mezzi. Azioni che si ripetono spesso in questa ampia panoramica e che si sono registrate nella stragrande maggioranza dei casi in Agordino. E poi in Val di Zoldo, Cadore, Feltrino. Risultano completamente escluse alcune zone come ad esempio la Valbelluna. Dopo i primi 15 milioni di euro stanziati dal Governo, quindi, il territorio attende da Roma altri 150 milioni per far fronte ai danni provocati dal maltempo dello scorso 29 ottobre. E di questi, 40 milioni saranno assegnati per la pulizia dei boschi. (rg)

De Menech: «Questo è scarica barile» Pan: «Bugie, siamo sempre presenti» LE REAZIONI BELLUNO È polemica tra Pd e Lega sulla decisione del Commissario delegato per gli eccezionali eventi meteorologici, Luca Zaia, di attribuire ai sindaci dei comuni di Agordo, Alleghe, Canale d’Agordo, Cencenighe, Colle Santa Lucia, Falcade, Gosaldo, La Valle Agordina, Rivamonte Agordino, Taibon Agordino, Vallada Agordina, Voltago Agordino, la funzione di «soggetti attuatori» per le «operazioni di pulitura delle aree boschive soggette a schianti».

IL PD ATTACCA ZAIA L’onorevole del partito democratico, Roger De Menech non usa mezzi termini: «In cinque anni di governo non abbiamo mai scaricato il barile sui sindaci, come abbiamo visto fare da Zaia in questi giorni. Dopo non aver impiegato un euro a bilancio, con arroganza e superficialità, ora Zaia scarica sui sindaci l’attuazione della pulizia delle aree boschive.

Oggi, più che mai, la squadra del Pd deve stare vicina a questi sindaci».

Le risorse

DALLA PARTE DEL GOVERNO La replica non tarda ad arrivare, ieri infatti si trovavano a Belluno – per il corso di formazione in casa Lega – il sottosegretario all’Agricoltura Franco Manzato, l’assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca, Giuseppe Pan e la collega alle Infrastrutture Elisa De Berti. «Il Governo non è un ente staccato dalla Regione. Ecco che per il 2019 abbiamo messo a bilancio 700 milioni per le regioni. 525 milioni in un’unica soluzione, ma poi ci sono anche altri fondi da altri capitoli», come la Protezione civile per fare un esempio. Manzato però sottolinea «come l’urgenza sia, prima di tutto il «ripristino di ciò che c’era prima».

TASSE RIDOTTE Poi la proposta di una «fiscalità importante per la filiera del legno», in pratica il Governo sta

pensando ad una «tassazione minima per le aziende boschive e le falegnamerie affinché possano essere più competitive e si contribuisca così ad un rilancio del territorio, sia in termini di occupazione che economica».

DALLA PARTE DELLA REGIONE

Gli stanziamenti in cassa e in agenda Dopo i primi 15 milioni di euro stanziati per l’emergenza, dal Governo ne arrivano altri 150 per far fronte ai danni provocati dall’ondata di maltempo del 28-29 ottobre. Di questi, 40 andranno ai 20 sindaci nominati soggetti attuatori. Un altro miliardo, come ha spiegato l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin, dovrebbe arrivare dal fondo di 2,4 riservato alle 11 regioni colpite.

L’assessore regionale Pan ha invece ricordato come «la provincia di Belluno sia la prima in Veneto sul cambio generazionale in materia di agricoltura, grazie alle risorse del Piano di sviluppo rurale». Ma, soprattutto, ha potuto snocciolare di fresco il dato dello stanziamento per i boschi. 40 milioni di euro. «Per quanto riguarda la questione dei soggetti attuatori - ha aggiunto -, mi preme sottolineare come siano i sindaci a sapere come meglio intervenire nel proprio territorio. Giusto stamattina ho incontrato i dodici presidenti dei bacino di pesca del Bellunese, anche in questo campo c’è emergenza, l’alluvione ha riempito di ghiaia la maggior parte dei tor-

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AGRICOLTURA L’assessore regionale Giuseppe Pan

renti».

ACCUSE RIGETTATE Rimandata al mittente l’accusa di non interessarsi del Bellunese: «Siamo stati presenti prima, lo siamo ora e lo saremo domani», chiude Pan. La decisione di delegare i sindaci a soggetti attuatori, giova ricordare, è stata adottata, con i poteri commissariali di Zaia, sulla base di una relazione svolta dal dottor Fabrizio Stella,

che individua nell’operatività della figura del sindaco quale soggetto attuatore in questo ambito «la via privilegiata per la soluzione più organica, diretta e rapida delle operazioni di pulitura delle aree boschive soggette a schianti, anche in considerazione delle specifica conoscenza del territorio da parte del sindaco stesso e permette altresì lo snellimento delle procedure autorizzative». Federica Fant


XI

Padova

Domenica 27 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

«Noi giovani a Panama, che gioia» Ottantasei padovani tra i 18 e i 27 anni da Papa Francesco `Don Zaramella: «Clima di grande calore e fraternità» «Un’emozione grandissima, impossibile da descrivere» Delegazioni accolte dai clacson come ai mondiali di calcio `

LA TESTIMONIANZA PADOVA Un lungo pomeriggio in preparazione alla veglia e alla messa conclusiva della Giornata Mondiale della Gioventù con Papa Francesco, per chi si trova a Panama, e una lunga notte per chi ha seguito l’appuntamento dall’Italia: ottantasei ragazzi della Diocesi di Padova sono stati

protagonisti diretti nel paese del cemtroAmerica di intense giornate insieme a molte migliaia di altri giovani provenienti da tutto il mondo, mentre tantissimi altri si sono ritrovati nel pieno della notte nei centri parrocchiali delle varie comunità cristiane della grande Diocesi padovana.

ESPERIENZA SPECIALE «Siamo in fila per fare il check e accedere all’area della veglia e

dovremo attendere con pazienza il nostro turno, ma tutto avviene in un clima di grande fraternità», spiegava ieri don Paolo Zaramella, responsabile della pastorale giovanile diocesana, che coordina il gruppo dei giovani di età compresa tra i 18 e i 27 anni che hanno affrontato il lungo viaggio per incontrare la parola del Papa e vivere l’atmosfera dell’evento a loro dedicato. «È bellissimo, si fa fatica a de-

scrivere quello che si prova in queste occasioni», gli ha fatto eco Carlo, giovane dell’Unità Pastorale di Piove di Sacco. «Per noi è stata entusiasmante anche la preparazione alla Giornata, in Italia, con le tante attività di autofinanziamento per abbassare i costi del viaggio».

LAVORETTI PER FINANZIARSI Con il nutrito gruppo di giovani che sono a Panama, che provengono un po’ da tutte le zone della Diocesi, anche don Damiano Santiglia, parroco al Redentore di Monselice. «Sono un veterano di questi incontri, questa per me è la nona Giornata Mondiale della Gioventù, ma ognuna ha un messaggio particolare e un segno diverso da lasciare dentro di me», rivela il sacerdote.

UN GRUPPO DI RAGAZZI RESTERÁ NEL PAESE PER UN GEMELLAGGIO CON LA DIOCESI DI CHITRÉ, GLI ALTRI RIENTRANNO IN ITALIA DOMANI

COME UN EVENTO SPORTIVO «Qui a Panama per esempio sono stato colpito dal grandissimo calore con il quale la gente ci ha accolto e ci sta accompagnando anche in questa ultima frazione dell’incontro con Papa Francesco, suonano i clacson delle auto in continuazione, come se avesse vinto la nazionale di calcio».

Due operai intossicati dai vapori dell’acido

RITORNO A CAMPAGNOLA Terminata la Gmg, da martedì al 3 febbraio, il gruppo diocesano, che comprende 44 giovani, vivrà l’esperienza del gemellaggio con la diocesi di Chitré, per momenti di incontro con la Chiesa locale: la scuola delle Salesiane, la baraccopoli, la situazione dei bambini di strada e degli anziani abbandonati. Faranno invece ritorno già domani in Italia i 42 giovani, tutti della parrocchia di Campagnola di Brugine, nel Piovese, che hanno organizzato in parziale autonomia il viaggio a Panama: si tratta di un numero davvero considerevole se si considera che la parrocchia della frazione di Brugine, conta poco più di tremila abitanti. Nicola Benvenuti © RIPRODUZIONE RISERVATA

FELICITÁ Il gruppo dei giovani padovani volati a Panama per la Giornata Mondiale della Gioventù con Papa Francesco. Hai dai 18 ai 27 anni

L’ALLARME PADOVA Attimi di panico, ieri mattina intorno alle 6.30, al centro smistamento Sda Express di via della Ricerca Scientifica a Camin. Un pacco, contenente delle bottiglie di vetro da 2,5 litri piene di acido cloridrico al 37%, è caduto da un nastro trasportatore. L’impatto con il terreno ha rotto uno dei contenitori in vetro e due addetti ai lavori hanno inalato i vapori dell’acido e si sono subito sentiti male. Il responsabile del centro ha dato l’allarme, chiamando i vigili del fuoco. In via della Ricerca Scientifica è intervenuta una squadra dei pompieri, un’ambulanza del Suem 118 e una pattuglia dei carabinieri. I due operai di 37 e 47 anni, storditi dalle esalazioni, sono stati prima medicati sul posto e poi trasportati al pronto soccorso per ulteriori accertamenti. Dopo alcune ore sono stati dimessi con una prognosi di due giorni: non sono mai stati in pericolo di vita. La squadra dei vigili del fuoco ha provveduto all’aereazione dei locali e l’intervento è durato circa tre ore. Al centro di smistamento Sda Express di Camin, c’è stato un controllo anche da parte dei tecnici dello Spisal. È stato necessario per capire se si è verificato un incidente sul lavoro, oppure se la caduta delle bottiglie di acido cloridrico è stato solo un episodio accidentale.

Ospedale “riscaldato” dal maxi-appalto: vigila l’Anac LA GARA PADOVA Un unico ente gestore “riscalderà” tutti gli ospedali pubblici, le strutture ambulatoriali e di cura del Veneto. A occuparsi del cosiddetto “maxi-appalto calore” sarà l’Azienda Zero, creata nel 2016 proprio in nome della razionalizzazione, l’integrazione e l’efficientamento dei servizi sanitari, socio-sanitari e tecnico-amministrativi del Veneto. Capitolo strategico dell’Azienda Zero - sede centrale a Padova in passaggio San Gaudenzio - quello delle gare d’appalto: la prima a forte impatto economico sarà appunto relativa al riscaldamento per un importo di un miliardo e mezzo di euro, per la quale, su indica-

zione del presidente Luca Zaia, è stata sottoscritta una richiesta di collaborazione con l’Autorità nazionale anticorruzione (tutti gli atti del procedimento di gara verranno cioè trasmessi ed esaminati dall’Anac). Sarà dunque l’Anac a vigilare su una delle più importanti gare d’appalto messe in atto dal Veneto, per la gestione energetica e tecnologica degli impianti delle aziende sanitarie. Stante il forte impatto economico, la Regione intende garantire massima trasparenza. «A novembre è stata presentata all’Anac la richiesta di collaborazione affinchè tutti gli atti di gara fossero sottoposti alla verifica della stessa secondo quanto previsto dal regolamento Anac sull’esercizio dell’attività di vigilanza collabo-

rativa in materia di contratti pubblici – sottolinea Patrizia Simionato, direttore generale di Azienda Zero - L’istruttoria da noi curata si è conclusa con esito positivo lo scorso 23 gennaio ed è in fase di sottoscrizione il protocollo di collaborazione». Nel frattempo Azienda Zero ha predisposto gli atti per l’avvio della procedura di gara che dovranno essere inviati per il

L’AZIENDA ZERO AVRÁ UN GESTORE UNICO: L’IMPORTO AMMONTA A 1,5 MILIARDI «ISTRUTTORIA AVVIATA CON L’ANTICORRUZIONE»

CONTROLLO Maxi-appalto sotto la lente dell’anticorruzione

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parere di competenza ad Anac, prima di essere approvati, entro due mesi (capitolato di gara, bando, determina a contrarre). La collaborazione prevede inoltre che anche tutti gli atti successivi, sino all’aggiudicazione, siano soggetti alla verifica da parte dell’Agenzia nazionale e che la procedura di gara debba essere conclusa entro un anno dalla indizione. «Sono molte altre le procedure di gara in cui è impegnata Azienda Zero, alcune delle quali riguardano - ricorda Simionato - servizi non sanitari di rilevante complessità con l’obiettivo di omogeneizzare a livello regionale la modalità di gestione del servizio e di garantire il medesimo standard qualitativo». In particolare si tratta dei ser-

vizi pulizie, sistema informativo ospedaliero e gestione immagini di radiologia, disinfestazione per emergenze sanitarie. A queste si aggiungono diverse procedura di gara per l’acquisizione di dispositivi medici comprese le strisce per la misurazione glicemia per diabetici e farmaci biosimilari. È in fase di avvio, ed è già stata valutata dalla commissione regionale per gli investimenti e la tecnologia, la procedura di gara per la fornitura mezzi di soccorso (ambulanze ed automediche), procedura per la quale la Provincia autonoma di Trento ha chiesto di poter aderire con l’aggiunta del proprio fabbisogno. Federica Cappellato © RIPRODUZIONE RISERVATA


XVIII

Piove di Sacco

LUCIA PIZZO «Saluto con soddisfazione la decisione unanime di costituirci, perché ci darà la possibilità di interloquire con la Regione e la Sistemi Territoriali»

Saonara

Domenica 27 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

padova@gazzettino.it

Treni Adria-Mestre: è nato il comitato dei pendolari Ieri mattina il primo affollato incontro `Tra le priorità la richiesta di sistemare nell’aula consigliare di palazzo Jappelli i tratti che provocano i maggiori ritardi `

Casa di riposo: Bruno Coccato nuovo presidente `Entro fine 2019

la ristrutturazione in via San Rocco

PIOVE DI SACCO È nato il Comitato Pendolari della ferrovia Adria-Mestre. Il primo incontro si è tenuto ieri mattina a Piove di Sacco, in una affollata aula consiliare, alla quale sono stati ammessi soltanto gli abbonati di Sistemi Territoriali, la società di gestione della tratta ferroviaria Adria-Mestre finita nell’occhio del ciclone dopo la conclusione dei lavori di messa a norma della linea, che hanno portato a un aumento di circa quindici minuti del percorso che porta da Adria fino a Mestre. L’ aula consiliare di palazzo Jappelli era davvero affollata, tanto che molte persone sono dovute rimanere in piedi. Promotore dell’incontro, il vicesindaco di Piove Lucia Pizzo, che è pure, per motivi di lavoro, abbonata della linea nel tratto che dal capoluogo della Saccisica porta a Venezia. «Saluto con particolare soddisfazione la decisione unanime dei pendolari di costituirsi in Comitato, fatto che ci darà la possibilità di interloquire con la Regione senza intermediari, ma anche con le amministrazioni e la stessa società Sistemi Territoriali», spiega Lucia Pizzo, che aggiunge: «Il prossimo passo sarà la nomina dei vertici del comitato e per questo è stato costituito un gruppo ristretto. Quello che è certo è che non sarò io il presidente, perché già ricopro un incarico amministrativo».

I LAVORI Tra le priorità fissate vi è la richiesta di eseguire i lavori che lungo la linea, soprattutto tra Mestre e Cavarzere, da anni provocano il rallentamento della corsa dei treni, ma anche la costituzione dei tavoli tecnici promessi nell’incontro di lunedì scorso ad Arzergrande con l’assessore regionale Elisa De Berti e un miglioramento nella informazione agli utenti, ora molto carente. «Ero disponibile a partecipare all’incontro di Piove, ma la collega Pizzo mi ha ricordato che l’incontro era

PIOVE DI SACCO

TRENI La linea ferroviaria Adria-Mestre sotto il mirino del nuovo comitato

Pontelongo

Molino Rossetto, premiata a Bologna la farina con confezione a tappo (n.b.) Molino Rossetto di Pontelongo riceve un nuovo premio, questa volta a Bologna, al Salone internazionale dedicato ai prodotti a Marca del Distributore ed è stata tra le due premiate della categoria Food dell’Adi Packaging Design Award. Il premio, pensato per valorizzare i prodotti italiani che coniugano al meglio il packaging con l’innovazione e la qualità progettuale, è stato assegnato a Rossetto per per l’inedita confezione della nuova linea Cr Top farine, la prima e finora unica nel

mercato nazionale proposta in brik con chiusura a tappo. A convincere la giuria, la soluzione innovativa che permette una apertura e chiusura facilitata, oltre alla conservazione e al riutilizzo del prodotto, grazie al packaging moderno, realizzato in materiale totalmente riciclabile. «Una scelta dichiara Chiara Rossetto, amministratore delegato, insieme al fratello Paolo, dell’azienda - in linea con le tendenze attuali, sempre più orientate al rispetto dell’ambiente e della natura».

riservato ai soli abbonati», ricorda il sindaco di Arzergrande Filippo Lazzarin, che assicura di «mantenere rapporti diretti con l’assessore Elisa De Berti su questa questione».

ANCORA DISAGI I disagi intanto proseguono: «L’altra mattina la corsa delle 6.47 era in forte ritardo, tanto che molti utenti che aspettavano a Piove erano indecisi se prendere il bus sostitutivo o attendere quella delle 7.16», racconta il pendolare Emanuele; «Per non togliere posti a quelli delle fermate successive abbiamo atteso il treno che poi però, arrivato a Mira, ha accumulato ulteriori minuti di ritardo per problemi sui passaggi a livello e, per di più, una volta a Mestre non ha nemmeno proseguito la corsa fino a Venezia come da programma. Nicola Benvenuti

Bruno Coccato è il nuovo presidente della Centro residenziale per anziani Umberto I di Piove: il noto assicuratore di Corte, impegnato da anni su molti versanti del sociale, è stato eletto nei giorni scorsi dal Consiglio di amministrazione e sostituisce Antonietta Ranzato, che si era dimessa in settembre per motivi personali. Nel frattempo l’ente è stato guidato dal consigliere anziano Pierluigi Maistrello che si è occupato delle diverse necessità della struttura. La casa di riposo conta 340 posti letto, dei quali 120 nella struttura residenziale di via Botta, altrettanti in quella di via San Rocco, 80 nella Residenza di Stra, dove vi sono anche 10 posti per ospiti diurni, così come a Piove di Sacco. I dipendenti, invece, sono 150, 132 attraverso la cooperativa Carpe Diem, oltre a 18 liberi professionisti. Il giro d’affari annuo raggiunge i 13 milioni di euro. A Maistrello è andato il ringraziamento unanime di tutto il Consiglio, oltre che del nuovo Presidente Bruno Coccato, che ne raccoglie il testimone. «Ci siamo dati da fare su diversi fronti in questi mesi – spiega Maistrello –, per esempio con una radicale riorganizzazione del personale, una maggiore rotazione dei ruoli più alti, ma stiamo lavorando anche sui servizi, come la lavanderia e la cucina per migliorarli, efficientandoli, senza gravare sui costi». Il Craup ha anche partecipato ad alcuni bandi regionali per l’installazione di un impianto fotovoltaico, che contribuisce a ridurre la spesa energetica della struttura di via Botta, con un risparmio di circa 8mila euro annui. «Entro la fine del 2019 provvederemo anche ad approvare il

terzo stralcio per l’ adeguamento e la ristrutturazione della casa soggiorno di via San Rocco, adattando molti degli spazi esistenti in vista di una possibile realizzazione di un ospedale di comunità al nostro interno», prosegue il presidente pro tempore Maistrello, che aggiunge: «Per questo corposo intervento abbiamo partecipato a un bando regionale che prevede di attingere al fondo di rotazione per sostenere parte della spesa». Un vanto del Craup è anche quello di essere aperto al territorio: «La parte già ristrutturata un paio di anni fa della casa di riposo di via San Rocco ha anche alcune sale accoglienti, che, con un regolamento appena approvato, vengono messe a disposizione di Onlus, associazioni, enti del Piovese per incontri e corsi di formazione ad un prezzo di favore e in un luogo davvero confortevole», conclude Maistrello. N.B.

PIERLUIGI MAISTRELLO: «ABBIAMO LAVORATO PER UNA RADICALE RIORGANIZZAZIONE DEL PERSONALE E ANCHE SUI SERVIZI»

PRESIDENTE Bruno Coccato guida il centro Umberto I

Linea interrata, Legambiente: «L’accordo non basta» Energia ecosostenibile: SAONARA Terna e Regione hanno sottoscritto un accordo che prevede l’interramento della nuova linea elettrica a 380mila Volts fra Dolo e Camin. Ad una settimana dall’importante accordo sono in festa i comitati ambientalisti di Saonara. «Dopo più di dieci anni di manifestazioni di piazza - hanno detto - raccolta firme, gazebi, costose battaglie legali, ricorsi, esposti, durante i quali Terna ha sempre categoricamente negato la possibilità di interrare l’elettrodotto adducendo motivazioni tecniche a noi apparse fin da subito poco plausibili, abbiamo vinto una battaglia che per molti non si doveva nemmeno iniziare viste le scarsissime possibilità

di successo». Niente più tralicci alti 60 metri, quindi, e niente più cavi sospesi sulle teste con rischi per la salute e danni all’ambiente ed al paesaggio. Lagambiente però non abbassa il livello di attenzione e ha ribadito: «A breve incontreremo i vertici Terna per conoscere meglio i termini del progetto. C’è da valutare l’impatto ambientale delle linee interrate (per quanto estremamente più ridotto rispetto all’ipotesi aerea), le adeguate misure di protezione e compensazione lungo il tracciato oltre alla dismissione delle vecchie linee e la rimozione dei basamenti già realizzati che ora non servono più». Tra le varie domande che i comitati pongono alla multinazionale dell’energia elettrica c’è anche quella relativa ai tempi necessarie a completare la

ENERGIA Stop ai tralicci

grande opera. Ecco la proposta di Legambiente: «La soluzione ideale sarebbe procedere di pari passo con il completamento dell’idrovia, unificando i due progetti e interrando i cavi nelle nuove arginature o posarli nel fondo della stessa. Va riconosciuto a Terna il coraggio di cambiare strada, sostenendo costi elevati, ed alla Regione di aver dato voce alle istanze del territorio, fattori non scontati ed innovativi che vanno nella direzione che da sempre Legambiente auspica: applicare le migliori tecnologie esistenti e procedere con progetti sostenibili condivisi con le comunità locali». L’amministrazione comunale di Saonara, intanto, si è dichiarata in linea con quanto espresso da Legambiente. C.Arc.

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ecco il piano del Comune TRIBANO Innovazione, efficienza e rispetto ambientale, sono le parole chiave del progetto avviato dal Comune di Tribano per ridurre i consumi di energia elettrica e termica con impianti tecnologici riqualificati e una nuova filosofia di mobilità ecosostenibile. Con gara pubblica il servizio energia è stato affidato a Chiurlo Tec srl di Udine tramite l’istituto del project financing (finanza di progetto). Il progetto prevede un investimento complessivo di oltre 500mila euro, tutti a carico della ChiurloTec, investimenti che verranno effettuati nei primi 300 giorni di gestione, con

un contratto che avrà una durata di 15 anni. Il rischio finanziario è a carico di Chiurlo Tec, come anche quello per eventuali scostamenti di risparmi energetici senza aggravio di costi sull’amministrazione. Il piano dei lavori è partito ad agosto 2018 e sta già dando i primi risultati. É in fase di ultimazione la riqualificazione con tecnologia a led di 875 punti luce, che determinerà un risparmio in termini di consumi energetici e il rispetto delle normative sull’inquinamento luminoso. Saranno rifatti gli impianti termici del Municipio e della biblioteca, con la conversione da gasolio a metano e ammodernate le tre centrali termiche delle scuole e della palestra. N.B.


II

Primo Piano

Domenica 27 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

Economia e ambiente DIFESA DEL SUOLO TAGLIO DI PO Il via libera a quindici concessioni già autorizzate, grazie a un emendamento di Lega e 5 Stelle, che interesseranno anche il Delta del Po con la piattaforma Teodorico della compagnia australiana Po Valley Operations, riapre il confronto sulle trivelle. I tecnici non nascondono le preoccupazioni per la svolta. Giancarlo Mantovani, direttore generale dei Consorzi di bonifica Delta del Po (che ha sede a Taglio di Po) e Adige Po (di Rovigo) non nasconde i dubbi: «Sono da sempre contrario alla riapertura di nuovi pozzi per l’estrazione del gas metano sia in terraferma che nelle acque dell’Adriatico, ritenendo sempre attuale la negativa esperienza degli anni 50-60, quando erano in funzione decine di pozzi in tutto il Polesine con una fortissima attività estrattiva che ha causato l’ancora attiva subsidenza, causa principale dell’abbassamento del suolo di tre, quattro metri sul livello del medio mare».

I DUBBI DEI TECNICI Il direttore evidenzia che «la piattaforma è a 12 miglia, non conta se un po’ più in la’ o un po’ più in qua, perché il bacino del gas non si sa a che distanza arriva dalla costa, per di più di fronte al Parco del Delta veneto ed emiliano-romagnolo. Lo studio, come ho evidenziato in diverse occasioni, non è credibile relativamente all’abbassamento del suolo previsto attorno alla piattaforma: 12 centimetri non sono credibili, basta vedere quello che è successo di fronte al Lido di Dante in provincia di Ravenna. Un abbassamento eccessivo comporta un buco dove vanno a finire i sedimenti dei fiumi invece di mantenere l’equilibrio lungo la costa e quindi problemi di erosione, che stiamo pagando a caro prezzo. Se l’abbassamento arriva alla costa, i nostri argini si abbassano e la sicurezza idraulica, quella che attualmente abbiamo, frutto di tantissimi interventi costati allo Stato e quindi alla comunità una infinità di miliardi di lire (prevalentemente spesi prima dell’entrata in vigore dell’euro, ndr) svanisce nel nulla, con la conseguenza di essere nuovamente minacciati da disastrose alluvioni, per l’incolumità delle persone, ma anche per l’economia in generale». Decisamente negativa alla trivellazione del territorio deltizio su terraferma, ma anche

È allarme trivelle: «Danni al Polesine» Il direttore della Bonifica ribadisce il no alle perforazioni in Alto Adriatico Azzalin attacca la Regione. Corazzari risponde: «Siamo contrari anche noi» `

nelle acque dell’Adriatico, è anche la posizione, da sempre, dell’Ente Parco regionale veneto del Delta del Po, il quale, come ultimo atto nel tempo, si è espresso chiaramente con il no attraverso le osservazioni sulla questione della piattaforma Teodorico, a suo tempo inviate alla Regione.

SCONTRO POLITICO Riparte anche lo scontro politico. «Il Governatore Luca Zaia e l’assessore al Territorio e ai Parchi, Cristiano Corazzari, per compiacere Salvini se ne fregano delle preoccupazioni e del futuro del territorio. Le motivazioni per il no alle trivelle per cui ci siamo mobilitati tre anni fa, sono ancora valide, per questo è grave il silenzio di Zaia». A dirlo è Graziano Azzalin, consigliere regionale del Pd, che prosegue: «Al di là

ASSESSORE Cristiano Corazzari conferma il no della Regione

delle rassicurazioni del ministro Costa che dice di non voler firmare le richieste di permessi di trivellazione, c’è poco da stare tranquilli. Si scaverà all’interno delle 12 miglia marine e non si sa il bacino di gas a che distanza arriverà dalla costa. Alcuni studi hanno evidenziato l’abbassamento del suolo attorno alla piattaforma, come è successo a Ravenna, di fronte al Lido di Dante. Un abbassamento eccessivo comporta un buco dove vanno a finire i sedimenti dei fiumi, anziché mantenere l’equilibrio lungo la costa, con conseguenti problemi di erosione. Non vogliamo che si ripetano i drammi del passato, perciò è doveroso continuare a mobilitarsi in difesa del territorio, indipendentemente dallo schieramento politico. Nella consultazione del 2016 sono andato contro le indicazioni del Pd e lo rifarei».

LA REPLICA Per l’assessore regionale al territorio, Cristiano Corazzari, si tratta di una notizia non vera. «Assieme al Governatore della Regione, Luca Zaia, e al presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, in tempi non sospetti ci eravamo già attivati per inserire tra i 23 punti del referendum sull’autonomia veneta, anche quello del divieto alle trivellazioni nel Delta del Po». Si parla, però, di un’intesa siglata da Movimento 5 Stelle e Lega, grazie al quale saranno autorizzate 15 nuove trivellazioni, tra cui una proprio di fronte al parco del Delta, all’interno delle 12 miglia. «Si tratta solo di provocazioni e notizie infondate, che vanno restituite al mittente. Comunque ho già provveduto a incaricare la nostra deputata Antonietta Giacometti per ve-

rificare la fonte di questa notizia, mentre Zaia da parte sua si è attivato direttamente nei confronti del Governo. Siamo sempre stati contrari alle trivellazioni e confermiamo la nostra linea».

DELTA INTOCCABILE Da quanto si è letto, delle 15 nuove trivellazioni, quattro saranno in mare (tre nel mare Adriatico e una nel canale di Sicilia) e undici sulla terraferma (tre nel Lazio, quattro in Emilia-Romagna, una nelle Marche e tre in Sicilia). «Le trivellazioni non vanno più fatte nel Delta in quanto finiscono per aumentare il fenomeno della subsidenza, che ha già creato diversi problemi al nostro territorio - aggiunge Corazzari - sarebbe un danno anche per la stessa costa, sia a livello turistico che di itticoltura».

Il coro dei sindaci: «Siamo tutti pronti a mobilitarci» LE REAZIONI DELTA L’intesa tra Lega e Movimento 5 Stelle che consentirà l’autorizzazione di 15 nuove trivellazioni, tra cui la possibilità di estrarre idrocarburi di fronte al Delta del Po, fa tremare i tavoli degli amministratori locali. I sindaci di Porto Tolle, Porto Viro e Rosolina fanno fronte comune, alzando un coro unanime e compatto nel timore che l’eventualità possa mettere a serio rischio la fragilità di un territorio, in passato già messo a dura prova dalla subsidenza.

UN NO DECISO «Porto Tolle ha la più netta e ferma convinzione di essere contraria alle trivellazioni e a

ogni tipo di sperimentazione in Adriatico». È perentoria la presa di posizione del sindaco Roberto Pizzoli. «Il nostro territorio ha già dato tanto negli anni e ha pagato moltissimo, soprattutto in tema di subsidenza. Abbiamo già avviato qualche contatto a livello regionale e nazionale per capirne di più rispetto alle ultime notizie. Sappiamo della ferma convinzione per quanto riguarda il ministro Costa, ma anche a livello regionale siamo sempre stati appoggiati a nome di Porto Tolle e di tutto il Delta. È una battaglia portata avanti negli anni, anche quando ero assessore abbiamo fatto molteplici ordini del giorno su questo tema». Come si intenderà agire, quindi, per far sentire la propria voce? «Manterremo fede

ai nostri impegni e lo faremo ulteriormente nel caso ci fosse bisogno di continuare queste battaglie - chiude Pizzoli - perché il nostro territorio va salvaguardato ed è un patrimonio ambientale, ma soprattutto umano, fatto di persone che hanno già dato tantissimo con le estrazioni metanifere».

PRONTI A MOBILITARSI Per il sindaco di Porto Viro,

L’ACCORDO TRA LEGA E 5 STELLE CONSENTE IL VIA LIBERA ALLA PIATTAFORMA TEODORICO DI UNA SOCIETÀ AUSTRALIANA

PORTO TOLLE Roberto Pizzoli e colleghi tutti d’accordo

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Maura Veronese, affermare la propria contrarietà alle trivellazioni significa ribadire un concetto più volte esplicitato anche in passato. «Come detto in più occasioni, sono contraria alle trivellazioni in Alto Adriatico, perché credo che il nostro territorio abbia già dato, oltre al fatto che pregiudicherebbero la nostra sicurezza». Nessuna esitazione su questo fronte, quindi, nel far valere le proprie ragioni e nel farle arrivare a destinazione. «Premesso che come spesso accade in Italia, queste notizie sono sempre tenute molto ben nascoste, come è successo in passato constata Veronese - posso però già ipotizzare che se la questione andrà avanti, faremo sentire la voce dei nostri territori e consigli comunali».

IL PASSATO INSEGNI «Sono pienamente contrario a questa decisione - commenta il primo cittadino di Rosolina, Franco Vitale, in merito alle trivellazioni - perché i fatti storici ci hanno insegnato che il nostro territorio ha subito gravi danni negli anni in cui veniva sfruttato il sottosuolo. Il fenomeno della subsidenza è sotto gli occhi di tutti e la fragilità legata al grande lavoro della bonifica potrebbe venire messa a repentaglio. Da parte mia verranno attuati tutti gli sforzi necessari per fare opposizione a tale decisione derivante dal Governo. Lo faremo coinvolgendo l’intero territorio per far sentire la nostra voce a fino a Roma». Elisa Cacciatori


III

Primo Piano

Domenica 27 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

Padova non risponde e così sfuma l’idea di unire gli Interporti Il presidente Bressanin ribadisce la vocazione logistica e turistica, con il no all’insediamento di aziende impattanti `

SOCIETÀ

SALVAGUARDIA IDRAULICA L’idrovora di Cavanella Po, una delle tante costantemente attive in Polesine per garantire la difesa del suolo che si trova sotto il livello del medio mare a causa della subsidenza creatasi con le estrazioni di idrocarburi negli anni 50-60.

Stando a quello che è emerso nelle ultime ore, le concessioni a estrarre che verranno autorizzate, sono principalmente di Eni, Agip, Edison e Total. Tra le istanze, c’è anche quella di concessione relativa al permesso che porterà ad estrarre idrocarburi di fronte al parco del Delta e caso eccezionale, all’interno delle 12 miglia marine, attraverso una nuova interpretazione dell’articolo 35 del decreto Sviluppo del 2012. Quella norma prevedeva una deroga al limite delle 12 miglia e faceva salvi i procedimenti autorizzatori e concessori in corso alla data del 29 giugno 2010. «Ci attiveremo attraverso i canali preposti per andare fino in fondo su questa vicenda - conclude Corazzari la posizione della Regione è sempre stata molto chiara riguardo a questo tipo di argomento. Ripeto: a mio avviso le notizie uscite in queste ore, non corrispondono alla realtà dei fatti». Giannino Dian Marco Scarazzatti

Taglio di Po

Siviero: «Così si svende il territorio» «Ho appreso la notizia dal Gazzettino della possibile autorizzazione a una trivella in Adriatico, entro le 12 miglia, di fronte al Parco del Delta, per continuare l’estrazione del gas metano - afferma il sindaco Francesco Siviero di Taglio di Po - confesso che sono rimasto sbigottito e continuo a essere fortemente preoccupato per il futuro del nostro territorio. Ribadisco, ancora una volta, la netta contrarietà dell’intero consiglio comunale di Taglio di Po, già precedentemente espressa, all’unanimità, con una delibera consiliare, inviata poi agli organi istituzionali sia regionali che nazionali. La nostra storia ci insegna che cercare il metano nell’area del Delta del Po è inutile, perché c’è, ma non solo è poco fruttuoso, è anche distruttivo per l’ambiente, soprattutto per

la già fragile sicurezza idraulica: la nostra terra, attualmente, è già sprofondata di tre, quattro metri sotto il livello del medio mare, per cui la situazione diventerebbe disastrosa per la ripresa in maniera drastica della subsidenza». Siviero aggiunge che «la notizia ci stupisce ancora di più continua il sindaco Siviero sapendo che la Lega e il Movimento 5 Stelle, in campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento, avevano fatto della difesa del territorio un loro caposaldo, mentre ora, probabilmente, stanno svendendo il territorio per finanziare sia le pensioni Quota 100 che il Reddito di cittadinanza pensando, solo, alle prossime elezioni europee e non al futuro di generazioni del Delta». G.Dia.

ROVIGO Sfuma la fusione dell’Interporto di Rovigo con quello di Padova. Nonostante qualche anno fa l’amministrazione di Massimo Bergamin avesse caldeggiato questa soluzione per lo sviluppo dell’area industriale di Borsea, intervenuto in consiglio comunale, il presidente dell’Interporto Vitaliano Bressanin ha detto che «aspettiamo la manifestazione d’interesse da Padova: finora è arrivato nulla». Per quanto riguarda l’eventuale insediamento di aziende inquinanti, l’obiettivo espresso da Bressanin per l’Interporto è quello di dedicarsi alla logistica e al turismo, e sarebbero così scongiurate le preoccupazioni dei comitati di difesa ambientale per un potenziale peggioramento delle condizioni dell’aria nella zona. L’area per la gestione del trasporto intermodale di Rovigo nella quale nei sogni delle passate amministrazioni c’era il decollo del sistema per lo scambio delle merci via fiume con il Canalbianco, via gomma con la vicina Transpolesana e A13, e via rotaia con un nuovo scalo attrezzato, ma la società ha attraversato per anni una situazione sull’orlo del fallimento. I debiti avevano raggiunto con la precedente presidenza di Antonello Contiero (ex esponente della Lega polesana), dei livelli preoccupanti, tant’è che una volta insediatosi come sindaco, Massimo Bergamin aveva portato avanti la proposta di una fusione con Padova. All’epoca, però, il suo omologo nella città del Santo era il leghista Massimo Bitonci, ma con il ricambio di amministrazione appena due anni fa, sembra che la fusione rimarrà un atto di indirizzo fermo nei cassetti di Palazzo Nodari.

terporti - spiega il presidente - finora non abbiamo ricevuto richieste per la fusione, quando il socio manifesterà la richiesta allora ne discuteremo».

INSEDIAMENTI PERICOLOSI Se la fusione con Padova è stato un argomento liquidato in poche parole, quello della salute pubblica e del rispetto per l’ambiente è stato trattato forse anche più brevemente. La consigliere Alba Maria Rosito (Presenza cristiana), in passato assessore ai Lavori pubblici con la giunta di Bruno Piva, nel giugno dello scorso anno spiegava di essere al lavoro su una modifica dell’articolo 23 delle Norme tecniche dell’Interporto. Quest’ultimo è il regolamento urbanistico che contiene anche le procedure per ottenere i permessi di co-

«SIAMO PRONTI A DISCUTERE DELLA FUSIONE NEL CASO IL SOCIO PADOVANO MOSTRI INTERESSE»

struire. Il paragrafo che Rosito e una piccola parte della maggioranza (Lega e giunta sono sempre stati dichiaratamente contrari) stanno pensando di eliminare, riguarda l’autorizzazione all’insediamento di aziende nell’area, che attualmente deve prima ricevere un parere espresso positivo dall’Arpav (l’azienda regionale dell’ambiente) e dall’Ulss 5. La necessità di questa pesante modifica, a loro dire, deriva da una facilitazione per le aziende interessate ad avviare processi produttivi o logistici senza limitazioni eccessive. Al riguardo dell’articolo 23, il consigliere Francesco Gennaro (5 stelle) ha chiesto se ci sia l’intenzione, da parte dell’Interporto, di avallare la modifica. «Non c’è alcun interesse, la vocazione è quella logistica e con un particolare riguardo verso lo sviluppo turistico. Realizzando una banchina e operando in questa direzione, con dei criteri tecnici che permettano un ormeggio facilitato delle navi da crociera, sarebbe il primo passo per favorire la sosta turistica. Sarebbe ideale anche per una pista ciclabile. I turisti scendono a Rovigo e fanno percorsi su due ruote». Alberto Lucchin

OBIETTIVO SFUMATO Durante il consiglio comunale monotematico dedicato, oltre che all’Interporto, anche alle relazioni dei presidenti delle partecipate As2 e Cur, Vitaliano Bressanin ha spiegato di avere avuto in passato diverse occasioni di incontro con il sindaco Sergio Giordani e i vertici dell’Interporto padovano. «Nell’esercizio 2017 abbiamo fatto fare una valutazione del valore dei due in-

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TRASPORTI La banchina dell’Interporto sul Canalbianco


DAL 1887

il Quotidiano

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del NordEst

ANNO 133- N° 23

VENEZIA MESTRE

Domenica 27 Gennaio 2019

www.gazzettino.it

Jesolo Aggredito 16enne Bandito gli sfila il giubbotto mito dei ragazzi

La storia «La mia infanzia sui monti per raccogliere le stelle alpine»

Calcio Milan e Napoli si annullano Quagliarella affonda l’Udinese

Andolfatto a pagina XX

Carraro a pagina 19

Alle pagine 22 e 23

Il commento

Due ricette per ridurre gli squilibri economici Romano Prodi ltre mille aerei privati hanno portato a Davos i potenti della terra che ogni anno discutono su quanto è avvenuto, avviene e avverrà nel nostro pianeta. Forse perché quest’anno alcuni tra i maggiori leader mondiali, a cominciare da Trump e Xi Jinping, hanno disertato l’appuntamento, si è finito con l’attribuire una particolare attenzione al rapporto sulle disparità economiche e sociali che Oxfam prepara ogni anno alla vigilia del summit. L’analisi della famosa ONG britannica, che basa il suo rapporto su un robusto e selezionato gruppo di esperti, fornisce una serie di dati inquietanti e sorprendenti sull’aumento delle disparità. Fa una certa impressione leggere che 26 individui possiedono la stessa ricchezza dei 3,8 miliardi di persone che costituiscono la metà più povera della popolazione mondiale e che l’1% del patrimonio posseduto dal fondatore di Amazon equivale a tutta la spesa sanitaria di un paese come l’Etiopia, che conta oltre cento milioni di abitanti. Nello stesso rapporto si mette in rilievo quanto questo sia frutto della politiche che sono state applicate negli ultimi decenni. Secondo Oxfam la ricchezza è tassata in modo trascurabile: solo il 4% del gettito fiscale mondiale proviene dalle imposte patrimoniali. Le diminuzioni delle imposte per i redditi più elevati (peraltro approvate dalla maggioranza degli elettori) hanno fatto il resto, dato che l’aliquota più elevata di imposte sul reddito (...) Continua a pagina 27

O

Spagna

La morte di Julen in fondo al pozzo Come Alfredino Tredici giorni di angoscia, speranza, paura. Ma il miracolo non c’è stato. E, alla fine, quando la squadra di soccorritori è riuscita a raggiungere il piccolo Julen, ha trovato quello che tutti avevano temuto fin dall’inizio: un corpicino senza vita. Il piccolo è morto il giorno stesso della caduta, il 13 gennaio. Una tragedia che ricorda quella di Alfredino Rampi, 38 anni fa. Brandolini e Troili a pagina 13

«Giustizia, il Veneto in coda» Giudici e avvocati: «Noi, modello di efficienza `La denuncia: 529 fascicoli per magistrato, se avessimo le stesse risorse di altri distretti» a Milano 165, a Trieste 182 e solo 67 a Trento `

Inaugurazione dell’anno giudiziario a Venezia all’insegna dell’allarme per la carenza di personale e di mezzi. Oltre a rispondere al premier Giuseppe Conte («Giustizia rapida, non sommaria»), Ines Maria Marini, presidente della Corte d’Appello, ha sottolineato che quest’ultima sarebbe «un modello di efficienza se solo avesse le risorse umane di cui dono dotate, ad esempio, le Corti di Torino, di Milano e di Genova». Anche secondo Giuseppe Sacco, presidente dell’Ordine degli avvocati lagunari, il distretto veneto è il «fanalino di coda della giustizia italiana». Su ogni magistrato di secon-

do grado gravano 529 fascicoli, contro i 165 dei colleghi di Milano, i 319 di Torino, i 182 di Trieste e i 67 di Trento (la media nazionale è di 386). E questo avviene malgrado siano in aumento gli incidenti stradali, i tentati omicidi, le violenze sessuali, lo stalking, i reati connessi a droga, mentre risultano in calo i furti e le rapine. Davanti al presidente del Senato Alberti Casellati, al ministro Stefani e al governatore Zaia, inoltre, il procuratore generale Antonio Mura ha espresso preoccupazione per la violenza di genere e il sovraffollamento carcerario. Amadori a pagina 6

La ministra vicentina

Lo stop alla nave

Stefani: «Senza autonomia sono pronta a dimettermi»

Migranti, Salvini muove la polizia Vescovi in campo

Chi rischia di più se non arriva l’autonomia, Luca Zaia o Erika Stefani? «Beh, il ministro è morto...»: parole metaforiche, ma la ministra vicentina considera anche l’ipotesi dimissioni in caso di mancata intesa.

Il porto resta ancora chiuso per i 47 migranti della Sea Watch. Salvini ipotizza di far salire agenti di polizia per raccogliere prove contro l’equipaggio. Vescovi in campo per aiutare i minori.

Pederiva a pagina 7

Alle pagine 2 e 3

La crisi. La Russia accusa gli Usa: golpe. E Lega e M5s si dividono

«Denunce di Sissy? Valutato ogni caso» Agente morta, l’ex direttrice del carcere: «So che la magistratura sta lavorando» `

Il Venezuela spacca l’Italia e il mondo A pagina 9

CAOS A CARACAS Le manifestazioni continuano nelle piazze

«Le posso dire che non c’è mai stata un’occasione in cui qualsiasi situazione mi sia stata portata all’attenzione non abbia avuto il suo corso». Dice solo questo Gabriella Straffi, ex direttrice del carcere femminile alla Giudecca, in merito alle lettera-denuncia ( pubblicata ieri dal Gazzettino) con cui Sissy Trovato Mazza riferiva di «fatti gravi che riguardano le mie colleghe». Poco dopo lo sparo in ospedale che l’ha portata alla morte. L’ex direttrice non va oltre: «La magistratura sta lavorando». Borzomì a pagina 11

Treviso

Mostre di Goldin, nel mirino il museo “regalato” Un museo offerto gratis dal Comune di Treviso per realizzare le grandi mostre di Marco Goldin. Ad accusare, un ex’consigliera comunale. E la Corte dei conti ha inviato la Guardia di Finanza in municipio.

Disastro, 150 milioni per le Dolomiti Dopo i primi 15 milioni di euro, sono in arrivo dal governo altri 150 milioni per far fronte ai danni provocati dal maltempo in Veneto, e soprattutto in montagna, lo scorso 29 ottobre. 40 milioni saranno assegnati ai sindaci che sono stati nominati soggetti attuatori per la pulizia dei boschi schiantati dal vento. I fondi saranno suddivisi fra i Comuni proporzionalmente. È quanto ha comunicato ieri il governatore del Veneto Luca Zaia, che è commissario straordinario per l’emergenza maltempo. Finora sono stati spesi 50 milioni su opere preventivate per 105. Ma il Pd chiede che Zaia relazioni in consiglio regionale. Vanzan a pagina 14

Padova

L’ultimo alpino scampato ai lager

SRADICATI Gli alberi abbattuti dal vento nel Bellunese

«Mi chiamo Vittorio Ometto e sono nato il 24 marzo 1924 ad Abbazia Pisani, piccola frazione di Villa del Conte, nel Padovano. Dicono che io sia l’ultimo alpino rimasto in vita fra quelli internati nei campi di concentramento della Seconda Guerra Mondiale». Seguono 60 pagine di un diario nell’orrore dei lager nazisti: un’odissea lunga due anni, dal settembre del 1943 alla fine del conflitto. Cabrelle a pagina 15

REDAZIONE: via Torino 110 - 30172 Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 ∆ “Ritratti Veneziani” Vol. 2 € 6,90* ∆ “Il Ponte di Rialto” € 12,90 (solo edizione Venezia)* ∆ “Calendario Barbanera 2019” € 2,90* - *Il prezzo degli abbinamenti è aggiuntivo al prezzo de “Il Gazzettino” e fino ad esaurimento. La promozione è valida solo per l’area della provincia di edizione. Spedizione in abbonamento postale: DL 353/’03 (conv. in L. n. 46 del 27/02/04) art. 1 comma 1, VE

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P. Calia a pagina 10


VeneziaMestre OGGI

75 ore 03:40

Domenica 27, Gennaio 2019

NEL “DIARIO PUBBLICO” DI MARIO STEFANI I TESTI SU UNA VENEZIA IN CAMBIAMENTO

CODICE GIALLO VERDE

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0°C 6°C

DOMANI

60 ore 14:50

30 ore 09:45

85 ore 04:05

40 ore 20:45

50 ore 17:25 40 ore 12:10

Il Sole Sorge 7.37 Tramonta 17.10 La Luna sorge 23.47 Cala 11.21

Venezia

Mestre La crisi spegne “Good music” Ultimo giorno dopo 38 anni

Poeta Mario Stefani Petito a pagina XXV

Nel 2021 sedi giudiziarie riunite a piazzale Roma Aperto ieri il nuovo anno giudiziario: il bilancio dell’attività e le prospettive di riordino delle sedi. Corte d’Appello nella “Cittadella”

Spolaor a pag. XIII

Amadori a pagina V

Grandi eventi, ecco i piani Bando da 1,2 milioni per ospitare a San Giuliano `E per Carnevale progetto anti-caos a Cannaregio l’Home Venice e i concerti previsti a metà luglio Palco ridotto a San Marco con orario allungato `

Dietro l’angolo c’è il Carnevale, ma si corre anche per l’estate, con quell’“Home Venice” che riporterà la grande musica al parco di San Giuliano. Il Carnevale di Venezia si preannuncia come una kermesse sempre più diffusa su tutto il territorio, con eventi al via da sabato 16 febbraio per terminare martedì 5 marzo. In piazza San Marco - dove gli appuntamenti saranno prolungati fino alle 22 il palco disegnato dallo scenografo della Fenice Massimo Cecchetto sarà ridotto per dare più spazio al pubblico, e per la terraferma tornerà anche il palco in piazza Ferretto. Ma Mestre si prepara anche

ad ospitare l’Home Venice dal 12 al 14 luglio, con l’organizzazione del popolare festival che si è svolto per nove anni a Treviso che ha svelato il logo dell’evento e sta predisponendo un lancio internazionale del cast di artisti e band che si esibiranno su più palchi a San Giuliano. «In febbraio saranno presentati tutti i nomi che si esibiranno nelle tre date», fanno sapere i promotori di Home Entertainment. E, per ospitare l’evento e realizzare le infrastrutture necessarie all’organizzazione, il Comune ha mandato in gara in questi giorni l’appalto da 1,2 milioni di euro. Ghio e Fenzo alle pagine II e III

Malvivente rapina 16enne nel tunnel: gli sfila il giubbotto

CANNAREGIO Piano anti caos

Mirano

Salzano

Passante, sulle opere complementari intesa con la Regione

I vicini danno l’allarme ma la casa va a fuoco

Pace fatta tra Comune di Mirano e Regione sul Passante. La giunta regionale finanzierà alcune delle opere previste dagli accordi a patto che l’amministrazione di Mirano ritiri il ricorso inoltrato al Tar. A breve la firma del documento.

Villetta distrutta da un incendio a Salzano. È successo l’altra sera all’ora di cena. I proprietari non erano in casa, l’abitazione è inagibile e dovranno trovarsi una sistemazione. Le fiamme sarebbero partite dalla cucina. A dare l’allarme i vicini.

Fusaro a pagina XVII

Andolfatto a pagina XVIII

Calcio Derby al Penzo, il mister polemizza “col sorriso”

Agguato col taglierino a Jesolo forse per sottrargli il capo “mito” dei ragazzi Quarto

Lite e sfregio: un vigilante davanti al locale C’è una guardia giurata all’ingresso del locale di Quarto d’Altino teatro, la settimana scorsa, di una violenta lite: «Vogliamo rassicurare i genitori». Fusaro a pagina XIV

Brunetta: «Centrodestra col modello Brugnaro» «A Venezia il sindaco Brugnaro sta realizzando il centrodestra unito». L’on. Renato Brunetta, a Mestre per i 25 anni di Forza Italia, indica a modello la formula dell’amministrazione veneziana. «Sono stato io - dice - a portare Luigi da Silvio quando nessuno credeva al suo progetto». Un chiaro avviso alla Lega, che in Veneto per Brunetta sostiene progetti condivisi come l’autonomia regionale e lo sviluppo della Tav, ma a Roma governa con il Movimento 5 Stelle in quello che l’ex ministro definisce «il peggior governo possibile». Guidone a pagina XI

Mestre-Adria

Nasce comitato dei pendolari «Diciamo basta ai disservizi»

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Minacciato con un taglierino alla gola e costretto a consegnare a uno sconosciuto, forse straniero, il telefonino, del denaro e il giubbotto firmato che indossava. La disavventura è capitata sabato pomeriggio a Jesolo a un sedicenne nel sottopasso di piazza Marconi che porta verso il mare. Ad attirare il rapinatore potrebbe essere stato proprio il giubbotto indossato dal sedicenne: un capo della Napapijri diventato un “must” tra i giovani. Andolfatto a pagina XX

I 25 anni di Fi

C’è il Padova, Zenga striglia la stampa CALCIO Ritorna il grande derby al Penzo. È il giorno di Venezia-Padova con gli arancioneroverdi in cerca del rilancio. E intanto Zenga polemizza con la stampa. De Lazzari a pag. XXII e XXIII

Ritratti Veneziani

In seguito ai ritardi e ai disservizi sulla linea ferroviaria Adria-Venezia, gestita da Sistemi Territoriali, è nato il comitato dei pendolari. La decisione è stata presa all’assemblea degli abbonati che nella mattinata di ieri hanno affollato la sala consiliare di Piove di Sacco. La costituzione del comitato consentirà così anche ai pendolari di sedere ai tavoli tecnici assieme ai 13 sindaci dei Comuni attraversati dalla linea (tra cui Campolongo, Campagna Lupia, Camponogara e Mira) a Sistemi Territoriali e alla Regione. Bortolussi a pagina XVI

di Alberto Toso Fei

Il Gazzettino di Talamini: nel 1887 la svolta del giornalismo cese dalle valli del bellunese in una grande città come Venezia per seguire il suo sogno: fondare un giornale. Ma non un giornale qualsiasi: una testata che avesse un formato più maneggevole, che desse più spazio alla cronaca (pressoché assente negli altri cinque quotidiani allora presenti, di natura economica e letteraria) che non alla politica e con un prezzo popolare, ovvero 2 centesimi contro i cinque degli altri giornali. Giampietro Talamini aveva ben chiaro in testa il suo progetto: e il suo

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“Gazzettino”, il cui primo numero uscì il 20 marzo 1887, fu il primo quotidiano popolare a far intervenire i lettori, ma soprattutto il primo a dedicare ampi spazi alla cronaca nera e giudiziaria, spesso lanciati fin dalla prima pagina. Una prima esperienza italiana assoluta, e forse anche europea. Una maniera di fare giornalismo mai vista prima, che costituì una novità editoriale e sociale travolgente, se si pensa peraltro che fu creato in un momento storico nel quale almeno un terzo dei veneziani era analfabeta. La

EDITORE Talamini nel disegno di Matteo Bergamelli

concorrente “Gazzetta di Venezia” lo bollò come “il giornale delle serve”, ma in realtà l’intuizione di questo maestro elementare di Vodo di Cadore (che diresse la testata per quasi 50 anni) fu travolgente. Nato il 19 novembre 1845 dal maestro Gian Bortolomeo “Boluzè” e da Teresa Coletta, Talamini non era però nuovo all’esperienza editoriale: nel luglio del 1867 aveva già dato vita – sempre a Venezia – al mensile “Gioventù italiana”, e l’anno successivo al settimanale “Il Cadore” continua a pagina XXVII

Redazione Venezia: 30124 - Venezia, San Marco 4410 - Tel. 041.5239301 - fax 041.665173 venezia cronaca@gazzettino.it - Redazione Mestre: Via Torino 110, 30172 - Venezia Mestre - Tel. 041.665.111 - fax 041.665160 mestrecronaca@gazzettino.it

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Primo Piano

Domenica 27 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

L’anno giudiziario

Reati in Veneto

La denuncia delle toghe: Veneto in coda

2016/2017 Contro la Pubblica Amministrazione Crimine organizzato

Aumentano droga e violenze `La presidente Marini al premier: ma ogni giudice ha 529 fascicoli «Giustizia rapida, non sommaria»

150

198 3.926

Omicidio volontario

83

51

Tentato omicidio

77

186

Omicidio colposo (infortuni sul lavoro)

48

30

Omicidio colposo stradale

227

245

Lesioni colpose (infortuni sul lavoro)

529

390

Lesioni colpose stradali

1.378

1.721

Furto in abitazione o con strappo

7.437

6.451

Rapina

1.665

1.582

Estorsione

820

748

Usura

375

283

15

9

601

620

1.111

1.322

Atti sessuali e corruzione minori

150

104

Pedofilia pedopornografica

238

146

Reati economici

1.041

1.273

Reati informatici

Terrorismo Violenza sessuale Stalking

IL BILANCIO/1 VENEZIA La preoccupazione dei cittadini è sul fronte del terrorismo, ma la vera “strage” si verifica sulle strade, dove continuano ad aumentare morti (245 in 12 mesi, rispetto ai 227 dell’anno precedente) e feriti (1.721, rispetto a 1.378), pari ad un incremento di oltre il 20 per cento. È quanto emerge dalle statistiche presentate ieri, a Venezia, all’inaugurazione dell’anno giudiziario, a cui hanno presenziato la presidente del Senato, la padovana Maria Elisabetta Alberti Casellati, la ministra agli affari regionali, la vicentina Erika Stefani, il presidente della Regione, Luca Zaia e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.

I dati relativi ai reati denunciati in Veneto dal 1 luglio 2017 al 30 giugno 2018 (elencati nella tabella a fianco), dimostrano che la droga è in continuo aumento ed evidenziano la forte crescita della criminalità organizzata; si è quasi dimezzato il numero degli omicidi volontari, ma è più che raddoppiato quello dei tentati omicidi, mentre è calato il numero di morti e feriti sul luogo di lavoro e sono diminuiti rapine, estorsione, usura, i reati edilizi, gli episodi di corruzione e pedofilia; perfino i furti negli appartamenti (con una diminuzione superiore al 10 per cento). Ad aumentare in ma-

IL PG MURA E L’ALLARME SULLE CARCERI SOVRAFFOLLATE. GLI AVVOCATI: «IL NOSTRO DISTRETTO È IL FANALINO DI CODA»

6.262

7.681

Inquinamento

706

760

Reati tributari

1.417

1.866

Edilizia e urbanistica

1.509

1.429

LA CERIMONIA L’inaugurazione dell’anno giudiziario ieri a Palazzo Grimani a Venezia, sede della Corte d’Appello (LUIGI COSTANTINI / FOTOATTUALITÀ)

MENO FURTI, PIÙ STALKING niera sensibile sono invece i reati economici, in particolare le bancarotte, così come i reati tributari, quelli ambientali, informatici, gli episodi di stalking e quelli di violenza sessuale. Ad illustrare le statistiche, mettendo in guardia sul fatto che possono essere in parte imprecise a causa di qualche ritardo nella registrazione dei fascicoli, è stato il procuratore generale Antonio Mura, il quale ha evidenziato come le vittime di sesso femminile siano state 23 (su 51) negli episodi di omicidio e 55 (su 86) nei tentati omicidi. Mura ha spiegato che la violenza di genere interessa anche il distretto veneto, quarto in Italia per il numero di protezioni familiari adottate dai Tribunali civili, una media di 60 all’anno. Il pg si è detto anche preoccupato per la situazione di sovraffollamento carcerario, ricordando i 2 suicidi, i 57 tentativi e i 556 atti di autolesionismo dietro le sbarre. In compenso funzionano i permessi-premio: si è verificato un

solo caso di mancato rientro su 1.333. Problemi, invece, con le misure alternative al carcere, spesso revocate per obblighi delle misure imposte, e per la carenza di spazi nelle residenze destinate ad accoglie le persone affette da disturbi mentali: servirebbero 50 posti e ce ne sono solo 20.

RECORD NEGATIVO Dopo l’illustrazione dei risultati positivi ottenuti e delle proposte per migliorare il servizio, sia il procuratore generale che la presidente della Corte d’appello, Ines Maria Marini, hanno denunciato per l’ennesima volta la drammatica situazione in cui versano gli uffici giudiziari per mancanza di personale (soprattutto amministrativo) e mezzi, senza i quali la situazione non potrà migliorare. Nonostante il Veneto sia la quarta regione più industrializzata d’Italia ha un numero di giudici d’appello talmente basso che su ognuno gravano 529 fascicoli, contro i 165 dei colleghi di Mila-

no, i 319 di Torino, i 182 di Trieste e i 67 di Trento (media nazionale 386). A conclusione della cerimonia, lo stesso presidente Zaia ha invitato Roma ad ascoltare gli appelli dei magistrati veneti, mettendo a disposizione le risorse necessarie. «La Corte di Venezia sarebbe un modello di efficienza se solo avesse le risorse umane di cui dono dotate, ad esempio, le Corti di Torino, di Milano e di Genova», ha detto la presidente della Corte, la quale pur ritenendo che i cittadini hanno diritto ad una risposta più celere, ha precisato che l’amministrazione della giustizia non può essere semplificata e ridotta a meri criteri manageriali. E ha risposto a distanza al premier Giuseppe Conte che, dopo il disastro del ponte Morandi a Genova, aveva detto: «Non possiamo attendere i tempi della giustizia». Marini ha replicato: «Osservo che la giustizia deve essere rapida, ma non sommaria: i tempi della giustizia sono i tempi delle garanzie del processo».

DIFESA DEI DIRITTI La rappresentante del Consiglio superiore della magistratura, Alessandra Dal Moro, è intervenuta per ribadire la necessità di garantire autonomia e indipendenza di giudici e pm, che possono essere criticati, ma nei modi opportuni. Mentre il rappresentante del ministero della Giustizia, Mauro Vitiello, capo dell’ufficio legislativo, ha dichiarato che mai come in questo momento sono stati messi in campo investimenti per far funzionare meglio la giustizia: 32 milioni nel solo 2019. Il neo presidente dell’Ordine degli avvocati di Venezia, Giuseppe Sacco, ha commentato la relazione della presidente Marini rilevando che «non è rosea la situazione della giustizia nel nostro distretto: il Veneto è incredibilmente “fanalino di coda” della giustizia italiana». Il rappresentante degli avvocati ha poi contestato la recente riforma con la quale è stata “bloccata” la prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sostenendo che è in palese violazione del principio costituzionale della ragionevole durata del processo, per poi auspicare che venga finalmente riconosciuto nella Costituzione il ruolo dell’avvocato (e dunque la sua libertà e indipendenza), quale difensore dei diritti delle persone. Gianluca Amadori

d’Appello di Trieste: «Sfoghi sbagliati ma comprensibili» IL BILANCIO/2 UDINE «Vorrei che fosse giudicato dal popolo, non da un giudice». Così, con il cronista, si sfogava la mamma della sedicenne di Palmanova morta in un livido pomeriggio di ottobre nel bagno della stazione di Udine per una overdose, dopo l’arresto di un ventiquattrenne afghano accusato di aver ceduto a sua figlia la dose letale di eroina gialla. E le sue parole di madre, pubblicate su Il Gazzettino del 22 dicembre scorso, sono finite nel discorso pronunciato dal presidente della Corte d’Ap-

pello di Trieste Oliviero Drigani ieri, che, citando il nostro giornale, ha fatto di quello sfogo uno spunto di riflessione indirizzato ai colleghi. «L’articolo del Gazzettino del 22 dicembre scorso, che ho citato, per me è stato un autentico pugno alla bocca dello stomaco», confessa a margine della cerimonia Drigani. «Non volevo fare del populismo giudiziario. Ma, pur nel rifiuto concettuale, istituzionale,

«NON SEMPRE ABBIAMO RISPOSTO AI BISOGNI DELLA GENTE» Oliviero Drigani

Magistrato

Sul Gazzettino

La notizia dell’arresto di un profugo afghano per la morte della 16enne, stroncata da una dose di eroina “gialla” alla stazione ferroviaria di Udine.

di una trasposizione della responsabilità di gestire la giustizia da parte del popolo, se una mamma, una persona che ha sofferto, una persona la cui voce noi dobbiamo sommare alle tante altre voci che ci pongono lo stesso tipo di problema, rivela la sua insoddisfazione per come viene amministrata la giustizia, questo - dice il presidente Drigani - è un problema a cui noi dobbiamo dare risposte». «Quell’articolo, da cui ho preso spunto, mi ha fatto meditare», confida. Ci ha rimuginato a lungo («Ci ho ruminato un mese», per dirla come la dice lui) e poi ha messo i suoi pensieri in fila proprio alla cerimonia inaugurale: «È chiaro che non posso accettare il messaggio contenuto nello sfogo della mamma, però lo capisco. Per me diventa lo stimolo a fare meglio il nostro lavoro, a

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Gli altri

Il caso Regeni ROMA «Non accettiamo verità di comodo»: così il pg Giovanni Salvi sugli sforzi per tentare di prendere gli assassini di Giulio Regeni, il giovane friulano ucciso in Egitto.

Il terrorismo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

«Attenzione alla voglia di “giustizia popolare”» `Il presidente della Corte

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3.865

Droga

`

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2017/2018

saper rispondere in maniera più forte e incisiva». Ma cosa direbbe, se potesse, il presidente della Corte d’Appello alla mamma della sedicenne morta in stazione? «Che speriamo di fare meglio in futuro. Che non posso accettare la logica del “vorrei fosse giudicato dal popolo”, ma che quell’angoscia l’ho fatta anche mia, dicendo: cari colleghi, dobbiamo sentire queste voci perché evidentemente non siamo sempre stati in grado di rispondere ai bisogni della gente. Rifiuto il meccanismo che scavalcherebbe il giudice per rivolgersi al popolo, ma ho detto che se questi disagi nascono vuol dire che non sempre abbiamo garantito ai cittadini la tutela di cui avevano bisogno». Camilla De Mori © RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANO Lo «stato della minaccia terroristica jihadista rimane assai elevato»: così il pg Roberto Alfonso, a proposito della volontà di «colpire l’Italia» da parte dell’Isis.

La criminalità NAPOLI «No all’antimafia di facciata»: il pg Luigi Riello denuncia la «commistione sotterranea tra criminalità, notabili, politici e imprenditori».


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Nordest

L’ASTA PER GLI ALLUVIONATI Raccolti 21.000 euro, ieri a Sedico, all’evento benefico Restart Dolomiti. In vendita le opere donate da pittori, scultori, fotografi, artisti e sportivi. Domenica 27 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

Maltempo, 150 milioni in arrivo da Roma Quaranta saranno assegnati ai sindaci nominati soggetti `Ma il Pd contesta: «Zaia deve venire in consiglio regionale attuatori per la pulizia dei boschi schiantati dal vento e spiegare cosa sta facendo, non può scaricare sui Comuni» `

GLI STANZIAMENTI VENEZIA Dopo i primi 15 milioni di euro stanziati dal Governo, sono in arrivo da Roma altri 150 milioni per far fronte ai danni provocati dal maltempo dello scorso 29 ottobre. E di questi, 40 milioni saranno assegnati ai 20 sindaci che sono stati nominati soggetti attuatori per la pulizia dei boschi schiantati dal vento. I fondi saranno suddivisi fra i Comuni proporzionalmente. È quanto ha comunicato ieri, attraverso l’ufficio stampa di Palazzo Balbi, il governatore del Veneto Luca Zaia. Una comunicazione che di fatto è una risposta ai sindaci che si erano lamentati di aver avuto l’onere di sistemare i boschi abbattuti, e addirittura senza neanche essere stati coinvolti, ma non le risorse per farvi fronte. Un’accusa rilanciata poi dal Partito Democratico con la richiesta del capogruppo a Palazzo Ferro Fini, Stefano Fracasso e del collega Graziano Azzalin di convocare una seduta apposita del consiglio regionale alla presenza del governatore: «Zaia è il commissario straordinario per l’emergenza maltempo, deve mettersi a disposizione del territorio anziché rispondere in modo piccato ai sindaci. Se è seccato, perché non vuole lamentele, si dimetta e faccia altro. Venga in aula a spiegare come sta affrontando questa emergenza, il problema dei boschi riguarda il Veneto, non è un affare privato. La montagna ha bisogno di aiuti veri, non di passerelle sulla Marmolada per difendere i confini».

I LAVORI Appunto, cosa è stato fatto fi-

FINORA SONO STATI SPESI 50 MILIONI SU OPERE PREVENTIVATE PER 105 MILIONI

nora? Zaia, che è stato nominato Commissario delegato per gestire l’emergenza e la “ricostruzione”, ha comunicato che per le opere urgenti già concluse, attivate o in procinto di partire nei comuni colpiti dal maltempo (attività per il temporaneo ripristino della funzionalità dei servizi pubblici, infrastrutture di rete strategiche come Enel e strade, gestione rifiuti, macerie, materiale vegetale, misure volte a garantire la continuità amministrativa nei comuni e territori) sono stati spesi circa 50 milioni di euro su opere preventivate per 105 milioni. Dove sono stati presi questi soldi? «Per queste opere ha spiegato Palazzo Balbi - per ora sono stati utilizzati i bilanci delle aziende regionali in attesa dei finanziamenti che lo Stato ha già messo nel bilancio 2019». Cosa è stato fatto? «Si tratta di tantissimi cantieri, per lo più di modeste dimensioni ma necessari per la ripresa della normalità nei comuni, avviati anche grazie ad una prima tranche di finanziamenti da parte dello Stato». Appunto, i 15 milioni di euro. Tre i capitoli di intervento. Il primo riguarda le opere idrauliche, già attivate e in gran parte concluse. Solo per il Bellunese 57 cantieri per un ammontare di 25 milioni di euro. Il secondo capitolo di intervento riguarda la viabilità: i cantieri avviati per competenza da Veneto Strade e Anas per i comuni sono una ventina per un importo di circa 3 milioni. Le opere avviate dai soggetti attuatori nominati dal Commissario delegato per il ripristino della rete viaria di competenza riguardano circa 115 cantieri per un importo di 35 milioni di euro.. Infine, terzo capitolo, la pulizia dei boschi. È qui che si attende la seconda tranche di finanziamenti statali per circa 150 milioni, di cui una quarantina verrà assegnata come anticipo ai 20 sindaci che sono stati nominati soggetti attuatori per la pulizia dei boschi schiantati dal maltempo. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

57 I cantieri nel Bellunese per le opere idrauliche per un totale di 25 milioni

POLEMICA Luca Zaia e Stefano Fracasso

«Mettiamo da parte le polemiche e cominciamo subito a lavorare» LE REAZIONI BELLUNO «Armiamoci di coraggio e partiamo». Non lascia spazio alla fantasia l’esordio del sindaco di Cencenighe, Mauro Soppelsa, nel commentare l’assegnazione di 40 milioni di euro per la pulizia degli ormai noti schianti in Agordino. Soddisfazione per il fatto di poter partire con le bonifiche, ma anche timore nell’affrontare una situazione «più grande di noi». «Mettiamo da parte polemiche e rivendicazioni e iniziamo a lavorare sottolinea Soppelsa - Se così è stato deciso è inutile perdere tempo: già da lunedì mi siederò

a tavolino con i tecnici comunali per comprendere il da farsi. Siamo abituati a tirarci su le maniche e così faremo anche in questa occasione. Una cosa, però, la devo puntualizzare: non è corretto mettere nello stesso calderone gli schianti agordini con quelli del Cadore e di Asiago. I nostri sono nella stragrande maggioranza su pendii ripidi dove è quasi impossibile realizzare delle strade silvopastorali per raggiungere i boschi. A Cencenighe non abbiamo intere distese “pettinate”, bensì tanti alberi sparsi qua e là caduti in mezzo ad altri ancora in piedi. Non sarà semplice procedere alla bonifica».

«Tutto quello che viene destinato al nostro territorio è il benvenuto - dice il sindaco di Alleghe Siro De Biasio - in quanto ce ne sarà da fare nei prossimi anni per far fronte agli infiniti danni provocati dall’alluvione-uragano di fine ottobre. E di certo la questione relativa ai boschi

IL PRIMO CITTADINO DI AGORDO È CAUTO: «CI DARANNO SOLDI? PRIMA VOGLIO VEDERE GLI ATTI»

schiantati ha un peso non indifferente. Alla nomina di soggetto attuatore non ero contrario. Certo ci sono molte cose da capire. Ma a questo punto non mi tirerò indietro e già dai prossimi giorni contatterò chi di dovere, come ad esempio Arpav e Veneto Strade. Non sarebbe male, ad esempio, cogliere l’occasione per creare una filiera produttiva del legno, portandolo dal bosco direttamente al consumatore». Preferisce non aggiungere altra carne al fuoco invece il sindaco di Agordo Sisto Da Roit: «Su questa partita degli schianti è stata fatta fin troppa confusione. Ho saputo dei fondi in arrivo ma prima voglio vedere gli atti e confrontarmi con i miei collaboratori». Raffaella Gabrieli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gara calore da 1,5 miliardi, Azienda Zero si affida ad Anac LA COLLABORAZIONE VENEZIA Sarà l’Anac, l’Agenzia nazionale anticorruzione, a vigilare su una delle più importanti gare d’appalto messe in atto dal Veneto, la “gara calore” per la gestione energetica e tecnologica degli impianti delle Aziende sanitarie, che ha un impatto economico di 1,5 miliardi di euro. Gara prevista tra gli adempimenti amministrativi in capo ad Azienda Zero. In una nota diffusa ieri da Azienda Zero si sottolinea che era stato lo stesso governatore Luca Zaia ad indicare il coinvolgimento dell’Anac per garantire la massima trasparenza di una procedura a così alto impatto economico. «A novembre

- ha detto Patrizia Simionato, direttore generale di Azienda Zero - è stata presentata all’Anac la richiesta di collaborazione affinché tutti gli atti di gara fossero sottoposti alla verifica della stessa secondo quanto previsto dal Regolamento Anac sull’esercizio dell’attività di vigilanza collaborativa in materia di contratti pubblici. L’istruttoria curata da Azienda

L’AGENZIA NAZIONALE ANTICORRUZIONE VERIFICHERÀ TUTTI GLI ATTI DELL’APPALTO REGIONALE

Zero si è conclusa con esito positivo lo scorso 23 gennaio ed è in fase di sottoscrizione il protocollo di collaborazione».

I SERVIZI

DIRETTORE Patrizia Simionato guida l’Azienda Zero

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Nel frattempo Azienda Zero ha predisposto gli atti per l’avvio della procedura di gara che dovranno essere inviati per il parere di competenza ad Anac, prima di essere approvati, entro due mesi. Si tratta del capitolato di gara, del bando e della determina a contrarre. La collaborazione prevede inoltre che anche tutti gli atti successivi, sino all’aggiudicazione, siano soggetti alla verifica da parte dell’Agenzia nazionale anticorruzione e che la procedura di gara dovrà essere conclusa entro un anno dalla indizione.

«Sono molte altre le procedure di gara in cui è impegnata Azienda Zero - ha detto Simionato - alcune delle quali riguardano servizi non sanitari di rilevante complessità con l’obiettivo di omogeneizzare a livello regionale la modalità di gestione del servizio e garantire il medesimo standard qualitativo». Si tratta del servizio pulizie, lava-noleggio, sistema informativo ospedaliero e gestione immagini di radiologia, servizio di disinfestazione per emergenze sanitarie. È inoltre in fase di avvio la procedura di gara per la fornitura di ambulanze e automediche, per la quale la Provincia autonoma di Trento ha chiesto di aderire con l’aggiunta del proprio fabbisogno. © RIPRODUZIONE RISERVATA


XI

Mestre

Domenica 27 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

«Il vero centrodestra è Brugnaro» L’on. Brunetta, a Mestre per i 25 anni di Forza Italia, `«Se non arriverà l’autonomia Zaia dovrebbe indica il sindaco come modello e “avvisa” Salvini rompere con questo Governo che non durerà» `

L’ANNIVERSARIO MESTRE «A Venezia il sindaco Brugnaro sta realizzando il centrodestra unito, la nostra idea ed il programma che noi condividiamo e allora dico: Brugnaro forever». Più chiaro di cosi nel sostenere il sindaco fucsia non poteva essere Renato Brunetta, di passaggio ieri mattina a Mestre per festeggiare i 25 anni dalla nascita di Forza Italia e la seconda “discesa in campo” di Silvio Berlusconi in vista delle prossime elezioni europee «per salvare l’Italia da una deriva autoritaria, populista e sovranista». Del resto la piena sintonia tra Brunetta e Brugnaro non è certo cosa di oggi: «Sono stato io a portare personalmente Luigi da Silvio quando ancora nessuno credeva in lui ed è lì che è nata l’alleanza con Forza Italia - ricorda l’ex ministro – e alle prossime elezioni amministrative sosterremo il sindaco Brugnaro, lealmente e senza alcun mal di pancia».

SCELTA DI CAMPO Ma ai militanti di Forza Italia riuniti nella sede di Corso del Popolo, Brunetta ha parlato soprattutto di autonomia, del Governo giallo verde, descritto come il Male assoluto e della situazione economica Italiana. “Veneto e Lombardia hanno votato per l’autonomia e per le grandi opere mentre non è più un segreto che il Movimento 5 Stelle non vuole nulla di tutto questo. Al presidente Zaia, che fortunatamente rimarrà a fare il governatore dico che se non otterrà subito l’autonomia votata dal popolo veneto, deve rompere con questo Governo di buoni a nulla e di scappati di casa. Ricordo che le ultime elezioni politiche le ha vinte il centrodestra con il 37% e le ha perse il Movimento 5 Stelle con il 32%, quindi la maggioranza degli italiani non ha votato il Reddito di cittadinanza, non ha votato il “no” alla Tav».

GOVERNO NEL MIRINO «Quando Salvini e Di Maio prosegue Brunetta - dicono di rappresentare il popolo questo è un imbroglio, perché loro si erano candidati l’uno contro

«SONO STATO IO A PORTARE LUIGI DA SILVIO QUANDO ANCORA NESSUNO CREDEVA IN LUI E AL SUO PROGETTO»

LA LETTERA

l’altro. Questo è il peggior governo possibile - prosegue Brunetta - perché mette insieme l’estremismo di sinistra del Movimento 5 Stelle con quello di destra della Lega ed è un Governo che grazie al rancore di una parte degli elettori ha goduto di un certo consenso ma che non durerà molto perché adesso i sondaggi danno il Movimento 5 Stelle in caduta libera. Questo non mi sorprende perché siamo in recessione, il Decreto dignità è stato un imbroglio che ha distrutto centinaia di migliaia di posti di lavoro, mentre il Reddito di cittadinanza è un altro imbroglio che darà soldi ai fannulloni “fancazzisti” e la quota cento nei prossimi dieci anni consterà allo Stato 44 miliardi che faranno crescere ancora il debito pubblico. Questo non era il programma del centrodestra che a marzo ha vinto le elezioni promettendo meno tasse e più lavoro e se Salvini vuole farsi altri 10 anni di governo con Di Maio si accomodi pure, ma secondo me gli verrà un esaurimento nervoso. E a Salvini ricordo anche che al Senato noi voteremo contro l’autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale dei ministri per il caso della nave Diciotti, mentre il Movimento 5 Stelle voterà a favore del processo e questo sarà la fine del Governo». Paolo Guidone © RIPRODUZIONE RISERVATA

MESTRE L’Assemblea dei delegati del congresso metropolitano, riunita ieri, ha eletto la nuova direzione del Pd metropolitano, formata da 46 componenti. Nel corso della seduta è stata inoltre nominata l’intera segreteria che affiancherà Valerio Favaron, sbloccando i lavori del Pd dopo nove mesi di commissariamento. Il nuovo segretario ha confermato le promesse fatte durante i congressi nei circoli, aprendo la segreteria ai suoi sfidanti. Offerta accettata da Marco Rizzetto (cui viene affidato un ruolo di rilievo e diventa vicesegretario metropolitano) e rifiutata invece da Giacomo Nordio, con cui si conferma la mancata convergenza. Nordio, a fronte del risultato (circa il 30% dei voti) chiedeva almeno due posti in segreteria. Undici i nomi, oltre a Favaron e Rizzetto entrano in segreteria Gabriele Bolzoni, Enza Vio, Emiliano Biraku, Alessandra Miraglia, Federico Resler, Anna Ballarin, Chiara Iuliano e Oscar Girot-

ANNIVERSARIO L’on. Brunetta con i vertici di Forza Italia nella sede di corso del Popolo

to. Nella relazione introduttiva il segretario ha delineato le linee di lavoro: «Non bastano più le analisi. Occorre partire, mettersi in moto, non possiamo più stare fermi. Per rilanciare il Pd metropolitano non basta un attivismo fine a se stesso ma deve essere agganciato alla capacità di proposta, a un progetto chiaro da offrire ai cittadini. Deve cambiare il rapporto con la società e allo

stesso tempo il Pd deve saper fare delle scelte». Tema che ha tenuto banco, la nascita di un nuovo “Pd del Veneto”, federale, come soggetto con “autonomia politica, programmatica, organizzativa e finanziaria” prevista dallo statuto. «Progetto che condivido – commenta il vicesegretario Rizzetto – Mi impegnerò inoltre a portare avanti anche i nostri temi, dalla necessità di una forte

SEGRETERIA Valerio Favaron ha aperto la segreteria del Pd alla minoranza di Rizzetto, mentre Nordio ha rifiutato l’invito

Il bilancio dell’Adico

Anno record per bollette “pazze” e finti contratti MESTRE L’ultimo caso eclatante seguito questa settimana dall’Adico riguarda una 50enne mestrina che ha ricevuto una bolletta del gas da 11 mila euro. Dopo una rapida analisi da parte dell’ufficio legale dell’associazione sono emersi importi prescritti e, soprattutto, una fatturazione irregolare. Ma è solo uno dei tanti casi che vedono gli utenti mestrini e

veneziani alle prese con le aziende fornitrici di servizi, come gas, energia elettrica, telefonia, internet, pay-tv. Da questo punto di vista il 2018, secondo i dati dell’associazione, è stata una stagione da record. Nell’arco dello scorso anno l’ufficio legale dell’associazione ha seguito 252 casi, contro i 181 del 2017, con un aumento mai registrato prima di poco inferiore al 40%. Ma il 2019

o letto con sconcerto e incredulità prima, e sconforto poi, che il sig. Coniglio, presidente del Panathlon, associazione che ha una nobile missione, esprime a nome di un comitato mestrino la propria opposizione nei confronti della scelta del Rotary di realizzare il sogno di Alberto Monterosso. Si tratta, come il vostro giornale ha spiegato bene in questi giorni, di realizzare un ambulatorio, destinato all’assistenza medica di persone straniere che non hanno accesso al Servizio sanitario nazionale. Una scelta di alto valore che rende orgogliosi di questa città , che ha sempre saputo accogliere. Una città che ha quasi nel suo Dna il fatto di essere multiculturale, perché porto, perché città industriale, perché città crocevia, insomma luogo di incontro di uomini, donne, provenienti da luoghi diversi. Mestre non ha le dimensioni di una grande città ma è attraversata da tutte le complessità del nostro tempo come una grande metropoli. Per questo l’idea del Rotary mi è sembrata senza dubbio un segnale importante della capacità della nostra città di abbracciare la sfida del nostro tempo, che sta proprio nel sapere accogliere, nel rifiuto della logica del conflitto e dello scontro. Mi pare un paradosso che l’insediamento di un ambulatorio possa essere definito come “possibile problema di ordine pubblico”. Semmai è esattamente il contrario. Emarginare, confinare, relegare, significa tracciare confini, indicare che esistono differenze, dare forma sostanziata alle diseguaglianze e quasi legittimarle. Questo modello rivela una società che si arrende alla guerra, all’insicurezza, che in nome di un egoistico benessere condanna l’altro, e inconsapevolmente condanna se stessa a barricarsi, a chiudersi dentro mura sempre più strette. Insomma potremmo tutti stare meglio, avere città più accoglienti quando capiremo, come scrive Massimo Cacciari, “ che giusto sarà il mio agire, quando in relazione con gli altri miro anche al loro bene, e non soltanto al mio, quando comprendo che fare il bene dell’altro è alla lunga anche fare il mio.” Vorrei concludere ringraziando il Rotary e assicurando che siamo in tante e tanti a Mestre a salutare sicuramente con gratitudine questa scelta e ci saremo a marzo all’inaugurazione. Laura Di Lucia Coletti insegnante

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Pd, Favaron apre la segreteria alla minoranza IL CENTROSINISTRA

«Ambulatorio per i migranti Una scelta di alto valore»

potrebbe segnare nuovi apici, dato che nel mese che sta per concludersi sono una ventina le persone che si sono rivolte agli uffici per problemi con società fornitrici di servizi. In generale c’è un problema di contratti, soprattutto se siglati porta a porta o per telefono. Poi ci sono le attivazioni su cellulare di servizi non richiesti. Di recente sono tantissime le segnalazioni nei confronti di Sky, soprattutto per quanto concerne le difficoltà che si incontrano nel disdire l’abbonamento.

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alternativa a Brugnaro a quelli tipici della sinistra, come la sostenibilità ambientale e il lavoro. È stato un percorso lungo e faticoso ma finalmente, definiti gli organi, possiamo tornare a fare politica. E registro con piacere anche i giusti toni con cui si è discusso in assemblea». Anche l’impasse “Nordio” si è risolta senza troppe tensioni. Ma l’amarezza resta: «Favaron ha proposto di far entrare me come rappresentante dell’area – spiega Nordio - offrendoci una posizione su 11 e senza poter discutere le tematiche. Abbiamo quindi preferito rimanere fuori dalla segreteria e dare una mano dalla direzione, cosa che abbiamo già fatto concretamente in assemblea: mancava il numero legale ma abbiamo lasciato proseguire i lavori. I nostri interventi sono stati costruttivi, nonostante non ci sia permesso di incidere sull’azione politica e si sia presa la decisione di tenere la linea privilegiata tra Favaron e Rizzetto, lasciandoci ai margini. Se in futuro ci sarà veramente la voglia di aprire, saremo a disposizione». (m.fus.)


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Primo Piano

Domenica 27 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

La trattativa LA SFIDA VENEZIA Chi rischia di più se non arriva l’autonomia, Luca Zaia o Erika Stefani? «Beh, il ministro è morto...»: parole metaforiche (e risata scaramantica) della stessa titolare degli Affari Regionali, venerdì sera su Tva. Domani il governatore sarà a Roma per fare il punto sulla trattativa, ma ieri mattina i due leghisti si sono già incontrati all’inaugurazione dell’anno giudiziario a Venezia e a margine della cerimonia la vicentina ha espresso ottimismo: «Siamo alle battute finali sulla redazione e la definizione della bozza di intesa».

Stefani: se non ottengo l’autonomia mi dimetto `«Sulla bozza siamo alle battute finali» Il ministro agli Affari Regionali: «Se l’intesa non passa, sono morta» Salvini domani incontra i governatori `

La polemica

«POSIZIONE FORTE» Non fosse così, ha più volte ribadito la Lega in relazione al Movimento 5 Stelle, il Governo cadrebbe: l’autonomia è nel contratto. «Io sono lì con questo mandato – ha sottolineato Stefani a “Volti e storie” – è il mio obiettivo, è l’obiettivo che è stato dato al ministero. Non per niente è stato scelto un veneto: mettere un veneto della Lega nel ministero degli Affari Regionali con il tema dell’autonomia differenziata vuol dire dare un messaggio chiaro. Se mai dovessi trovarmi nella posizione in cui o non si trovasse la quadra definitiva, o ci fossero delle resistenze di tipo politico, io sicuramente prenderò una posizione molto forte. E la Lega lo stesso, con i nostri presidenti di Regione». Le ha chiesto il direttore Domenico Basso: significa che potrebbe dimettersi da ministro? Stefani ha fatto segno di sì con la testa e ha poi aggiunto: «Di certo una situazione del genere va trattata anche duramente. Duramente – ha ripetuto – perché noi dobbiamo dare una risposta che non è

Zaia a Nugnes: «Non sei la voce ufficiale M5s»

IERI A VENEZIA Erika Stefani, Luca Zaia e Maria Elisabetta Alberti Casellati (LUIGI COSTANTINI / FOTOATTUALITÀ)

IL VICEPREMIER: «PROPOSTA A METÀ FEBBRAIO». BUFFAGNI: «È UNA PRIORITÀ COME IL CONFLITTO DI INTERESSI»

solo di bandiera. Il presidente Zaia ha un ottimo consenso, ma le percentuali che hanno votato al referendum annoveravano persone che erano di varie estrazioni e colori politici». Di qui l’amara conclusione, stemperata nell’autoironia: «Se non passa l’autonomia, io sono morta...

Chiederò asilo politico da qualche altra parte: chi torna in Veneto se non fa l’autonomia?».

LA SCADENZA A venti giorni dalla scadenza del 15 febbraio, indicata dal premier Giuseppe Conte per la chiusura della bozza in Consiglio dei

VENEZIA «L’autonomia è nella Costituzione e non toglie niente al Sud»: così il governatore veneto Luca Zaia risponde alla senatrice campana Paola Nugnes, tornata a ribadire i propri timori per il divario tra Nord e Mezzogiorno. «Possiamo dirci fortunati – ribatte Zaia – che lei non sia la voce ufficiale dei 5 Stelle. Chi li rappresenta, il vicepremier Di Maio, con correttezza sa di questo impegno e parla di autonomia. Ma se la senatrice Nugnes continua ogni giorno a dire che l’autonomia provoca divari, o disconosce il contratto di governo, o peggio ancora non ha ben capito che cosa è scritto in Costituzione». Intanto a Zaia si rivolge Alessio Morosin, leader di Indipendenza Veneta: «Portiamo tutti insieme il Veneto in piazza». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ministri e l’avvio degli ultimi negoziati con le Regioni, evidentemente Stefani sente tutto il peso della responsabilità incombente. «Vi è stato un grande dialogo con tutti ministri, M5s compresi – ha ribadito il ministro in laguna – e sono state superate a mio avviso alcune perplessità che erano state avanzate. Spero ed auspico che queste siano le ultime due settimane di lavoro e che siano determinanti». Fiducioso si è detto da Milano anche il vicepremier Matteo Salvini: «Avevamo detto che a metà febbraio ci sarebbe stata la proposta del Governo, siamo a metà gennaio, quindi conto che a metà febbraio ci sia. Lunedì incontro a Roma il governatore Fontana e il governatore Zaia e facciamo il punto». Il pentastellato Stefano Buffagn, sottosegretario sempre agli Affari Regionali, proprio ieri ha confermato che l’intesa ha la precedenza nell’agenda dell’esecutivo, ma ha specificato che non è la sola: «La faremo. Ma credo che come sia prioritaria l’autonomia sia prioritario il conflitto di interessi, che è un tema del contratto di Governo e una priorità per il Paese».

LE MATERIE Fra gli alleati continuano dunque gli avvertimenti incrociati, un botta e risposta che si inserisce nel dibattito sul perimetro delle competenze: quante e quali? «Il Veneto – ha evidenziato Stefani – ha alle spalle e alle basi un fortissimo referendum. Ho caldeggiato che sia un’autonomia vera e per il Veneto le 23 materie ci sono tutte». Ma come ha riconosciuto lo stesso ministro, «non è un problema di numero delle materie», bensì di capire «all’interno delle materie come si può operare». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

MERCOLEDI' 30 GENNAIO

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DOMENICA 27 GENNAIO 2019 LA NUOVA

MESTRE

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i 25 anni di forza italia

I gilet azzurri blindano il modello Venezia «Oltre i vecchi equilibri, Brugnaro forever» Brunetta incalza Zaia: «Realizzi autonomia e infrastrutture, oppure abbia il coraggio di rompere con questo governo» Mitia Chiarin

la curiosità

«Siamo gli unici ad essere sempre d’accordo con Brugnaro e abbiamo accolto l’ingresso di Fratelli d’Italia in giunta a Venezia senza i mal di pancia degli altri: li hanno i fucsia e i militanti di Fratelli d’Italia. Non noi, i costruttori dell’alleanza di centrodestra a Venezia». L’economista Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, gilet azzurro e sorrisi, era a Mestre per i 25 anni del partito di Berlusconi che ora governa a Venezia e in Veneto ma si trova all’opposizione in Parlamento dell’ex alleato Carroccio. Scene da un mondo, politico, alla rovescia. E allora a Venezia Forza Italia si tiene stretto Luigi Brugnaro e il progetto che ha portato il centrodestra al governo del-

Renato Chisso a fondo sala in posizione defilata

FOTO CANDUSSI

In fondo alla sala della sede di Forza Italia provinciale, in Corso del Popolo a Mestre, ad ascoltare l’intervento di Renato Brunetta c’era ieri mattina anche l’ex assessore della giunta Galan, Renato Chisso, riemerso dallo scandalo Mose e salutato con calore. Ma l’ex uomo forte di Forza Italia nel Veneziano rimane a fondo sala, come un iscritto qualsiasi a guardare Brunetta, Zuin e Zaccariotto, Causin e gli altri sfoggiare i gilet azzurri della contestazione. In posizione defilata anche rispetto ad Enrico Zanetti. Chisso non ha molta voglia di parlare: dice di essere in attesa della pensione e di pensare alla sua salute. Ma l’occhio diventa brillante e furbo quando gli si chiede se medita un ritorno sulla scena politica. —

ta dagli scandali. La politica è così: undici anni di crisi economica sfasciano istituzioni, famiglie, partiti e ideologie. Ma noi di Forza Italia ci siamo, come seconda forza al Senato e la terza alla Camera; siamo centrali in Europa con il Partito popolare europeo. In Parlamento ci ritroviamo a fare durissima opposizione a questo governo. Facciamo fatica, certo, di fronte alla ventata di estremismo populista, sovranista. Così come fanno fatica le istituzioni, la magistratura e i giornali. Siamo duramente e con orgoglio all’opposizione

di un governo che è il peggiore mai visto, che mette assieme estremismi di destra ed estremismi di sinistra e non nascondo che temo per la democrazia parlamentare. Sono preoccupato per il ritorno di parole di razzismo e antisemitismo». Ma, continua Brunetta, «il vento passa e cambia le cose. Noi siamo coerenti. Non ci siamo piegati alle mode populiste, sovraniste e peroniste e invece dei soldi buttati per il reddito di cittadinanza e la finta flat tax, noi chiediamo di ridurre le tasse e aumentare investimenti. Non ci ascoltano. Ma ve-

«Di noi salvo tutto siamo stati la più grande esperienza liberale della seconda Repubblica» Foto di gruppo dei “gilet azzurri” in piazza Ferretto

la città. Ma in Parlamento il partito di Berlusconi è strenuo oppositore della Lega di Salvini che governa con Di Maio e il M5s. Immancabili le conseguenze, anche in vista del voto del 2020 per Ca’ Farsetti. «Per noi non ci sono dubbi: Brugnaro forever», ripete l’economista ammiccando all’assessore Michele Zuin. E se la Lega candida un suo uomo a Venezia? «Se si candida contro Brugnaro non sarà il nostro candidato», taglia corto Brunetta che invita il sindaco «ad essere sempre più sè stesso. Ha vinto perché è anomalo, non sta ai

giochi della politica e dei partiti, ha scassato vecchi equilibri. Quel Brugnaro ci va bene anche coi suoi, tanti, difetti». Brunetta ne ha anche per il governatore del Veneto Luca Zaia: «Sono contento che rimanga a fare il governatore ma lo invito a rispettare il mandato, realizzando l’autonomia e le infrastrutture. Altrimenti abbia il coraggio di rompere con questo governo». Forza Italia, continua, «è l’unico difensore dell’autonomia. Capiamo l’imbarazzo di Zaia: la Tav gliela bloccano. La Flat tax dov’è? Gli impongono

partito democratico

Eletta nuova segreteria Mozioni congressuali Zingaretti batte Martina L’assemblea dei delegati del congresso metropolitano del Partito Democratico ha eletto la nuova Direzione metropolitana di Venezia. Sono 46 i componenti. La segreteria, che affianca il segretario Valerio Favaron, comprende come vicesegretario Marco Rizzetto che si era candidato alla segreteria. Entrano anche Gabriele Bolzoni, Enza Vio, Emiliano Biraku, Alessandra Mi-

raglia, Federico Resler, Anna Ballarin, Chiara Iuliano e Oscar Girotto. Il Pd metropolitano intende contribuire al progetto federalista del Pd veneto con la segreteria regionale e intende lavorare per sviluppare da subito, assieme alle diverse forze sociali e politiche, «un progetto in grado di recuperare il governo del Comune che attraverso l’attuale amministrazione impone

il reddito di cittadinanza e le infrastrutture non partono». Cosa salverebbe di questi 25 anni di Forza Italia, gli chiediamo. «Tutto», ribatte Brunetta, «è stata la più grande esperienza innovativa e liberale della seconda Repubblica. Salvo Berlusconi e il berlusconismo; le oltre 40 riforme; il periodo di stabilità e di leadership a livello internazionale con la grande capacità di Berlusconi di essere sintesi tra Est e Ovest». Ma oggi Forza Italia ha perso molto consenso e voti. «Anche la Lega solo cinque anni fa era ai minimi, squassa-

una conduzione verticistica e priva di progettualità a tutta la Città Metropolitana». Nei circoli e nel partito si discute dei risultati congressuali. Su 1.600 voti validi, nell’area metropolitana Zingaretti ha ottenuto 683 voti a favore (il 42,69%); la mozione Martina ne ha ottenuti 624 attestandosi al 39%. Con 284 voti è terza la mozione Giachetti (17,75%). Marginali gli altri: cinque voti per Saladino, tre per Boccia, uno solo per Corallo. «Dai circoli della città metropolitana una chiara scelta per un Pd saldamente riformista», dicono dalla mozione Martina divisa dalla mozione vincitrice, quella che sostiene Zingaretti, da 60 voti. La mozione segnala come primato il voto di Venezia centro storico

ed isole dove sono arrivati al 36,11%. Si dice soddisfatto anche Marco Caberlotto, portavoce veneto della mozione Giachetti, che nell’area metropolitana ha ottenuto il 18 per cento di consensi. Ma nel Comune di Venezia le preferenze sono salite al 23,5 per cento, «nonostante i parlamentari e consiglieri regionali siamo schierati con Martina e Zingaretti». Nel centro storico e isole, Giachetti ha raccolto il 34%. «Non siamo i terzi incomodi, alle primarie aperte del 3 marzo ce la giochiamo per vincere, a testa alta». Convenzione degli iscritti il 30 gennaio alle 18 al Crowne Plaza di Quarto d’Altino. — M. Ch.

diamo anche la Lega di Salvini in grande sofferenza. Si salva col tema dell’immigrazione ma lo sappiamo cosa pensano gli imprenditori del Nord che invece della Flat tax si ritrovano con il decreto dignità e il reddito di cittadinanza». Un ritorno all’alleanza Forza Italia-Lega resta possibile, stante la situazione, avverte ancora il politico. «L’alleanza si ricostruisce sui valori di un liberalismo possibile. La Lega è in contraddizione con il suo elettorato mentre noi siamo coerenti. E richiamiamo la Lega all’unico contratto sottoscritto, quello del 4 marzo, validato dal 37% dei voti. Alle elezioni ha vinto il centrodestra mentre il movimento cinque stelle si è fermato al 32. Non ha vinto il no alla Tav o il reddito di cittadinanza». E se Salvini non torna da Ber-

«Non seguiamo mode: bisogna ridurre le tasse e aumentare gli investimenti» lusconi? «La Lega non si confronta con noi ma solo con il M5s . E parlerà al Pd. Per noi l’area di riferimento è il centrodestra e se Salvini non ci sta, ce ne faremo una ragione. Pensa di governare per dieci anni? Questi sei mesi avrebbero stroncato un toro, visto quanto litigano. E litigheranno ancora. Sul caso Diciotti, noi siamo contro la autorizzazione a procedere perché quella fu una decisione di governo e non ne è responsabile Salvini. Il M5s voterà a favore. Una contraddizione in termini». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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MESTRE - MARGHERA

DOMENICA 27 GENNAIO 2019 LA NUOVA

marghera

Vandalismo notturno alla fermata del tram «Servono telecamere» Gli autori della bravata hanno danneggiato la copertura Il presidente Bettin: «Chi vede qualcosa, denunci subito» MARGHERA. Ancora atti di vandalismo notturno a Marghera, con una fermata del tram presa pesantemente di mira in una zona, quella che gravita attorno a via Beccaria, già oggetto di atti simili negli scorsi mesi. La Municipalità ha già avvertito il Comune di quanto accaduto e chiesto provvedimenti, ma il timore dei residenti è quello che, dato il susseguirsi di episodi simili, Actv possa arrivare al “gesto estremo” (per ora però smentito categoricamente dall’azienda) della soppressione a tempo indeterminato della fermata stessa o dell’eliminazione di panchine e copertura. Nella notte tra venerdì e sabato ancora una volta un gruppo di ignoti ha vandalizzato la fermata del tram Beccaria. Questa volta i vandali non hanno trovato di me-

glio che accanirsi contro il vetro di copertura della tettoia, rovinato e rotto in più punti, con tentativi per fortuna non riusciti anche contro le vetrate di fondo. Una volta riusciti nell’impresa, sono scappati, ma le forze dell’ordine pensano si possa trattare di un gruppo di ragazzi, forse anche con alcuni minorenni, non nuovi a simili bravate a Marghera. Il presidente della Municipalità Gianfranco Bettin che ha espresso preoccupazione per una situazione che si protrae da troppo tempo. «Il via vai attorno a quella fermata di qualche vandalo» ha detto il presidente «è già stato segnalato da noi al Comune e ad Actv da quasi un mese, con la richiesta di maggiori controlli o dell’inserimento di una videocamera. Per ora, però, non ab-

biamo avuto risposta. Tornerò a segnalare il tutto, sperando che venga presa una decisione al più presto. Per ora abbiamo avuto rassicurazioni precise dall’amministrazione comunale che non ci sarà dismissione della fermata, come molti temevano. Dopotutto, la zona serve un gran numero di residenti e pendolari, e non è proprio il caso di darla vinta a quattro stupidi. «Quello che chiediamo per ora» continua «è collaborazione da parte degli abitanti: denunciate quello che vedete, e se, per qualsiasi motivo, non avete coraggio di farlo di persona, riferite pure a me o ai rappresentanti della municipalità, e poi ci penseremo noi a prenderci la responsabilità». — Massimo Tonizzo BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Alex Ruffini ha esposto le sue opere negli spazi di Forete Marghera «Molti artisti hanno donato dei “memorabila” da mettere all’asta»

Gli scatti del fotografo del rock per aiutare la ricerca sul cancro IL PERSONAGGIO

ecine di persone si sono date appuntamento ieri alle 15.30, al Forte Marghera, all'interno degli spazi che attualmente ospitano la mostra fotografica di Alex Ruffini per il concerto degli Psycho Circus, tribute band padovana dei Kiss. Un evento dal doppio valore: musicale ma, soprattutto, benefico. Ruffini, fotografo rock tra i più apprezzati e conosciuti d'Italia, da tempo lotta contro il cancro e ha deciso di allestire questa mostra per raccogliere dei fondi che saranno devoluti all'ospedale Borgo Roma di Verona, dove è in cura, da destinare proprio alla ricerca sul tumore al pancreas. «Ho scoperto che i soldi raccolti dalle grandi associazioni, quelle che vediamo in televisione, solo per il 2% sono destinati alla ricerca sul cancro al pancreas» spiega Alex. Da qui la decisione di muoversi in prima persona. «È un argomento che mi tocca molto da vicino, quindi ho deciso di unire l'utile al dilettevole. Finora la mostra sta avendo molto successo e ho già ricevuto diverse richieste per portarla in giro per l'Italia: mi piacerebbe molto». Fo-

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Alex Ruffini a Forte Marghera con le sue foto

tografie ma anche musica. Come il concerto di ieri pomeriggio. «Gli Pyscho Circus sono dei cari amici» spiega Alex. «Sapendo quanto ami i Kiss, mi hanno proposto di tenere un concerto negli spazi della mostra, completamente gratis. Sono venuti qui per me». Oggi alle 15 si terrà un altro evento, con un autentico "mostro sacro" del rock: il chitarrista Stef Burns, un tempo musicista di Alice Cooper e da oltre vent'anni al fianco di Vasco Rossi. Firmerà autografi e si farà fotografare insieme ai fan. Ma i progetti di Alex non si fermeranno con la sola mostra. «Ho contattato diver-

FOTO CANDUSSI

si artisti e ho chiesto loro di donare dei “memorabilia” da mettere all'asta a partire da febbraio, per due - tre volte al mese» spiega. «Ho già raccolto parecchio materiale. Il primo a proporsi è stato proprio Stef Burns. E poi la moglie del grande Ronnie James Dio, morto di tumore nel 2010, mi ha donato un mucchio di cose, come le magliette e i pass del marito». Le aste saranno on-line sul sito www.cancerdrugsandrockandroll.org, creato appositamente per questo progetto, e tutto il ricavato sarà devoluto all'ospedale Borgo Roma di Verona. — Laura Berlinghieri

I vandalismi alla fermata del tram

marghera

Uomo investito sulle strisce pedonali chiusa via Trieste e traffico deviato Un incidente, per fortuna non grave, ieri alle 10 in via Trieste, all’altezza della chiesa di Catene, di fronte alla farmacia All’autostrada. Un automobilista si è correttamente fermato, per far attraversare la stra-

da a un uomo. Contemporaneamente, però, sopraggiungeva un’altra auto, il cui conducente evidentemente non si è accorto della presenza del pedone e lo ha colpito. Sul posto sono arrivate immediatamente

al liceo guggenheim

Scuola regionalizzata docenti a confronto MESTRE. «Regionalizzazione della scuola: opportunità o distruzione? ». Era il tema del dibattito organizzato venerdì da Gilda Venezia al liceo Guggenheim. «In questo progetto di autonomia differenziata, il Veneto chiede una devoluzione dei poteri della scuola dallo Stato alla Regione. E questo ci preoccupa» spiega Fabrizio Reberschegg, presidente dell’Associazione Docenti Art. 33. «Significherebbe dividere il territorio italiano in 20 regioni con altrettanti sistemi scolastici differenti. Tutti gli studenti sono italiani e, come tali, hanno

diritto alle stesse opportunità. Dev’esserci uniformità dell’offerta formativa, per non creare scuole di serie A o di serie B». Gli fa eco il docente Adolfo Scotto di Luzio. «Stiamo ragionando in termini di risorse vigenti, non c’è una prospettiva di crescita enorme e generalizzata. Rimanendo invariata la base della ricchezza nazionale, se una Regione pretende di tenere per sé una quota molto elevata del denaro disponibile significa che questa quota viene sottratta ad altre Regioni. Operazione plausibile per l’o-

la Polizia locale e un’ambulanza proveniente dall’ospedale dell’Angelo. Quindi l’uomo investito è stato trasportato al Pronto Soccorso di Mestre, dove fortunatamente è stato accertato che, nonostante l’incidente, si trovava comunque in buone condizioni. A risentirne è stato anche il traffico: via Trieste infatti è rimasta chiusa per diversi minuti e il traffico di auto è stato deviato verso lo svincolo per la tangenziale.

pinione pubblica nazionale perché a sud di Roma abitano i “brutti, sporchi e cattivi” ». Parla di «Italia a due velocità» la deputata 5S Rina De Lorenzo: «Costruire forme di autonomia differenziata può avere come conseguenza la nascita di una cooperazione tra le Regioni più avanzate, che sfalsa il processo di integrazione che dovrebbe vedere tutte le Regioni procedere allo stesso ritmo. Il risultato? Un’Italia a due velocità, con un meridione sempre più caratterizzato dai problemi». Apre invece l’ex parlamentare Pd Simonetta Rubinato, che chiede però parametri chiari e che non venga meno la solidarietà tra Regioni. «È ora di guardare avanti. Se il sistema attuale fosse efficace, non sarebbe neanche stato proposto un referendum in Veneto». — L. B.


Domenica 27 Gennaio 2019

La Voce

VENETO

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Redazione: piazza Garibaldi, 17 - Rovigo Tel. 0425.200.282 Fax 0425.422584 e-mail: cronaca.ro@lavoce-nuova.it

REGIONE Si tratta di piccoli cantieri nei settori idraulici e viabilità

Maltempo, già spesi 50 milioni di euro VENEZIA - Il Veneto che reagisce, il Veneto che si rialza dopo la forte ondata di maltempo e i pesanti danni. Il Presidente della Regione Luca Zaia, nella sua veste di Commissario delegato per gli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato il territorio regionale tra ottobre e novembre 2018, ha comunicato che per le opere urgenti già concluse, attivate o in procinto di partire nei comuni colpiti dal maltempo (attività per il temporaneo ripristino della funzionalità dei servizi pubblici, infrastrutture di rete strategiche come Enel e strade, gestione rifiuti, macerie, materiale

vegetale, misure volte a garantire la continuità amministrativa nei comuni e territori) sono stati spesi circa 50 milioni di euro su opere preventivate per 105 milioni. Per queste opere per ora sono stati utilizzati i bilanci delle aziende regionali in attesa dei finanziamenti che lo Stato ha già messo nel bilancio 2019. Si tratta di tantissimi cantieri, per lo più di modeste dimensioni ma necessari per il ripresa della normalità nei comuni, avviati anche grazie ad una prima tranche di finanziamenti da parte dello Stato. Tra le opere eseguite in questi due mesi tra-

scorsi, quelle più complicate e importanti hanno riguardato i settori idraulici e di difesa del suolo e il settore della viabilità, in gran parte anche in sostituzione delle amministrazioni comunali. Le prime opere idrauliche sono già state attivate e in gran parte concluse. Solo per il Bellunese si tratta di 57 cantieri per un ammontare di 25 milioni di euro. Per quanto riguarda la viabilità, i cantieri avviati per competenza da Veneto Strade e Anas per i comuni sono una ventina per un importo di circa tre milioni di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

In prima linea Il Governatore Luca Zaia

VENEZIA Ieri l’inaugurazione dell’anno giudiziario in Veneto. L’allarme del Pg Antonio Mura

Sos giustizia, manca il personale Crescono reati predatori, a sfondo sessuale e infiltrazioni mafiose. E le toghe non bastano VENEZIA- Inaugurazione dell’anno giudiziario ieri in Veneto. Per la prima volta presente anche il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, avvocato, che ha presenziato alla cerimonia d’inaugurazione alla cittadella della giustizia a Venezia. All’evento hanno preso parte le autorità cittadine civili e religiose. E a tenere banco sono stati i dati presentati durante la relazione del Procuratore Generale di Venezia Antonio Mura. Dati che, se da un lato in generale hanno fatto registrare un calo dei reati, sottolineano anche la pesante carenza di personale. Dal punto di vista dei reati, a preoccupare è la maggiore presenza della criminalità organizzata che intacca diversi settori del tessuto economico e sociale. In aumento anche i reati economico-tributari, quelli a sfondo sessuale, predatori, ambientali e per guida in stato di ebbrezza. Il Pg Mura ha poi snocciolato i dati sugli altri reati che interessano il territorio regionale: “Gli omicidi volontari sono calati da 83 a 51 ma risultano molto più che raddoppiati i tentativi di omicidio passati da 77 a 186”, mentre, ha precisato il Procuratore Generale, "le vittime di sesso femminile nell’ultimo anno sono state 23 e 55 in quelli tentati". Buone notizie invece, sul fronte pedofilia, pedopornografia, reati contro il patrimonio, “tutti in diminuzione”. Lieve il calo dei reati registrati contro la pubblica amministrazione e in materia di edilizia ed urbanistica. L’intervento del presidente della Corte d’Appello Ines Maria Luisa Marini, invece, invece, si è concentrato su altri aspetti del pianeta giustizia: “La durata media dei procedimenti definiti con sentenza risulta ridotta di 100 giorni nel settore civile e di 78 giorni nel settore penale,

In breve Padova

Acido cloridrico due in ospedale n PADOVA - I vigili del fuoco sono intervenuti ieri mattina nel centro di smistamento del corriere Sda Express a Padova a causa della rottura di un contenitore di vetro di 2,5 litri contenente acido cloridrico al 37%. Due persone che sono entrate in contatto con l’acido sono state portate in ospedale per controlli. Le squadre hanno messo in sicurezza i locali e coperto con del materiale assorbente le chiazze del prodotto.

Padova

La pianta organica Su 112 addetti previsti, soltanto 88 risultati operativi proseguendo il positivo trend degli ultimi 2 anni”, ha spiegato la Marini. I dati negativi, invece, riguardano il personale. Su 112 addetti previsti dalla pianta organica, solo 88 sono disponibili e c’è il rischio che quota 100 (la riforma voluta dal governo che permetterà di andare in pensione con qualche anno di anticipo) ne porti via un’altra dozzina. Oggi, con le forze in campo, la Corte avrebbe bisogno di due anni e mezzo per smaltire l’arretrato, ma solo senza nuovi fascicoli.Le carenze nelle procure venete vanno dal 20 al 70%, secondo quanto riferito dal Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Venezia Antonio Mura. Sull’argomento è interve-

nuto anche il Governatore Luca Zaia: “Ho apprezzato moltissimo le relazioni del Presidente della Corte d’Appello, Ines Marini, e del Procuratore Generale, Antonio Mura, all’apertura dell’anno giudiziario del Veneto”, ha spiegato. Continuando: “Emerge con chiarezza l’assoluta necessità che gli organici di magistrati e amministrativi vengano rinforzati in men che non si dica, perché la macchina della giustizia nella nostra regione rischia di incepparsi più di quanto non sia già - ha commentato Zaia - ne va della nostra sicurezza, perché dalle relazioni emerge un aumento della delinquenza”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

VICENZA Colpito con una sedia

PADOVA L’ex premier all’università

Tenta di ammazzare il padre arrestato figlio cinquantenne

Gentiloni (Pd) sul caso migranti “No alla spettacolarizzazione”

MONTECCHIO MAGGIORE (Vicenza) - E’ finito in manette Salvatore Pangallo, 50 anni. Sarebbe lui l’uomo che avrebbe colpito ripetutamente alla testa il padre Francesco di 89 anni e costretto sulla sedia a rotelle. L’uomo è ricoverato, in terapia intensiva, all’ospedale di Vicenza. Il tentato omicidio è avvenuto tre giorni fa a Montecchio Maggiore. Salvatore Pangallo è stato fermato a un centinaio di metri dalla caserma, dove si stava recando per costituirsi. “Ho avuto una discussione e uno scatto d’ira”,

ha spiegato ai militari dell’arma. “Ho colpito tre-quattro volte mio padre con una sedia”. L’anziano era stato trovato a terra agonizzante dalla moglia nella sua abitazione con una profonda ferita alla testa. Immediato l’intervento dei sanitari e dei carabinieri che hanno subito rivolto l’attenzione nei confronti di uno dei tre figli della coppia, Salvatore. Il 50enne, infatti, era scomparso subito dopo il tentato omicidio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PADOVA - “Un conto è difendere i nostri interessi, un altro è isolare il proprio Paese. Io sono molto preoccupato quando vedo un Paese isolato nel contesto europeo, alleato soltanto con alcuni paesi dell’Europa dell’Est che non possono aiutarci sulle partite economiche né tantomeno su quelle migratorie”. Lo ha detto l’ex premier Paolo Gentiloni, ieri a Padova a margine di un convegno all’università. “Un Paese isolato non è un Paese più forte, ma un Paese meno sicuro. Se a questo si aggiungono prove di forza sul tema dell’immigrazione, io non ci

vedo una qualche ragionevolezza. Mi sembra che si utilizzino in maniera strumentale questioni che invece possono essere risolte molto facilmente”. E l’ex premier ha sottolineato che “non ci sono più emergenze di flussi migratori di nessun tipo, e temo che ci sia invece il rischio di sfruttare alcuni episodi e alcune povere persone per creare dei casi. Quindi - ha concluso - il mio invito al governo è: più politiche di alleanze in Europa e meno spettacolarizzazione e demagogia sul tema dell’immigrazione”, ha concluso. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Autista di un bus insulta straniera n PADOVA - Un episodio avvenuto qualche mese fa rischia di costare caro a un autista di autobus padovano. L’uomo, infatti, avrebbe insultato una donna straniera rea di aver chiesto spiegazioni al conducente sulla velocità del mezzo. L’uomo avrebbe risposto con una raffica di bestemmie e insulti, anche di tipo razzista: “Io ne ho i c... pieni di voi, andate a casa vostra, cosa venite a fare qua a rompere i c... Silenzio!”. L’episodio, avvenuto su un autobus di linea a Padova, è emerso ora perché adesso il filmato dell’alterco, girato da un’altra passeggera, ha iniziato a girare nelle chat dei colleghi dell’autista. Busitalia, l’azienda dei trasporti che gestisce gli autobus a Padova, ha acquisito le immagini per risalire all’identità dell’autista.

Nel bellunese

“Assistenzialisti” Il sindaco querela n ROCCA PIETORE (Belluno) - Il sindaco lo aveva anticipato e lo ha fatto. Querelata una turista che, in un post su Facebook aveva definito i cittadini di Rocca Pietore come “lazzaroni e assistenzialisti”. Commenti pesanti che hanno spinto il primo cittadino a tutelare l’immagine della comunità. L’amministrazione ha individuato l’avvocato Antonio Prade, con studio a Belluno, il legale cui affidare l’incarico per seguire la vicenda.


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Domenica 27 ....Gennaio 2019

La Voce

DELTA

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AMBIENTE Le 15 concessioni già autorizzate nel Delta, dopo l’emendamento di Lega e Cinque Stelle

“Trivelle, grave silenzio di Zaia” Il consigliere regionale Azzalin attacca e ribadisce il suo no. Bartelle sulla stessa linea I consiglieri regionali Graziano Azzalin e Patrizia Bartelle contro le trivellazioni dopo le decisioni del governo. “Le motivazioni per il no alle trivelle per cui ci siamo mobilitati tre anni fa sono ancora valide, per questo è grave il silenzio di Zaia che non apre bocca per non contraddire il proprio capo”. A dirlo è Graziano Azzalin, consigliere regionale del Partito Democratico commentando il via libera a 15 concessioni già autorizzate, grazie a un emendamento di Lega e Cinque Stelle, che interesseranno anche il Delta del Po, con la piattaforma Teodorico. “Al di là delle rassicurazioni del ministro Costa che dice di non voler firmare le richieste di permessi di trivellazione, c’è poco da stare tranquilli. Si scaverà all’interno delle 12 miglia marine e non si sa il bacino di gas a che distanza arriverà dalla costa. Alcuni studi hanno evidenziato l’abbassamento del suolo attorno alla piattaforma, come è successo a Ravenna, di fronte al lido di Dante. Un abbassamento eccessivo comporta un buco dove vanno a finire i sedimenti dei fiumi, anziché mantene-

Graziano Azzalin re l’equilibrio lungo la costa, con conseguenti problemi di erosione. Non vogliamo che si ripetano i drammi del passato - prosegue Azzalin - perciò è doveroso continuare a mobilitarsi in difesa del territorio. Indipendentemente dallo schieramento politico. Io nella consultazione del 2016 sono andato contro le in-

Patrizia Bartelle dicazioni del Partito Democratico e lo rifarei. Zaia e l’assessore Corazzari invece stanno zitti come se la questione non li riguardasse. Se hanno cambiato idea, trovino il coraggio di dirlo pubblicamente. Altrimenti vuol dire che accettano supinamente gli ordini dall’alto per non irritare Salvini, fregandose-

ne delle legittime preoccupazioni dei polesani e non solo”. Sulle trivellazioni interviene anche la consigliera regionale Patrizia Bartelle di Italia in comune. “Zaia, con il suo silenzio, dimostra il disinteresse per il nostro territorio spiega - Ritorna l’incubo delle trivellazioni per il nostro

Delta. Un territorio che conosce bene gli effetti dell’estrazione del gas metano dal sottosuolo, che interessò il nostro territorio negli anni ‘60. E a dimostrarlo lo è il fenomeno della subsidenza. Insomma una storia che si ripete con conseguenze prevedibili e accertate. Ma quello che fa più sorridere è il fatto che

queste piattaforme si posizioneranno nelle dodici miglia dalla costa, lo stesso spazio d’acqua dove è in atto la procedura per l’istituzione dei Siti di interesse comunitario (Sic) Marini”. “Nuovi vincoli a livello ambientale che minacciano il futuro della pesca, settore economico trainante per i 1.500 addetti ai lavori del nostro delta - aggiunge Bartelle - Un problema quindi rilevante per l’economia del Polesine affrontato dal comparto della pesca delle regioni dell’Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia, con l’avvio dello studio Tarta-tur, con lo scopo di contrapporsi ai dati scientifici dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), incaricato dal ministero dell’ambiente e della tutela e del mare. Da una parte abbiamo quindi l’invadenza e l’effetto impattante di una piattaforma come la Teodorico, per l’estrazione del metano, dall’altra parte, dobbiamo fare i conti con il ministero dell’ambiente per tutelare e salvaguardare delfini e tartarughe nel nostro Adriatico”. © RIPRODUZIONE RISERVATA


CIVIDALE - TARCENTO - REMANZACCO

DOMENICA 27 GENNAIO 2019 MESSAGGERO VENETO

san pietro al natisone

I sindaci alla Regione: incentivi per poter rivitalizzare le Valli Molti amministratori del Fvg al vertice per aiutare un’area geografica in difficoltà Da coordinare defiscalizzazione, sostegno alle attività, spazio al turismo lento

Lucia Aviani SAN PIETRO AL NATISONE. Dagli Stati generali delle Valli del Natisone, come subito è stato battezzato l’evento a più alta concentrazione di amministratori regionali mai vissuto dall’entroterra cividalese, è uscito una sorta di manifesto: la giunta Fedriga «c’è», citando l’assessore alle attività produttive Sergio Emidio Bini, che ha parlato di «assoluta vicinanza dell’esecutivo Fvg al comprensorio valligiano». «Qui – ha detto rivolto al foltissimo pubblico raccoltosi, ieri, nella sala polifunzionale di San Pietro al Natisone – ne avete una dimostrazione “plastica”». E in effetti il panorama istituzionale del giorno passerà agli annali del territorio: a confrontarsi sul futuro di un contesto geografico in agonia (su promozione del consigliere regionale di zona, Bep-

Pubblico nella sala polifunzionale di San Pietro al Natisone per gli Stati generali delle Valli (FOTO PETRUSSI)

pino Sibau, di Ar) sono stati gli assessori Bini, appunto, Stefano Zannier, che detiene la delega alla montagna, Fabio Scoccimarro (ambiente) e Sebastiano Callari (funzione pubblica), il presidente del consiglio regionale Piero Mauro Zanin, Mauro Di Bert, presidente del gruppo

cividale

Sportello anti-bullismo dopo quello per famiglie CIVIDALE. Afflusso alto e co-

stante nel segno dell’interrelazione sempre più stretta e proficua tra genitori e insegnanti: lo sportello di ascolto per famiglie attivato dal Comune s’è rivelato strumento efficace, che ha superato le aspettative dell’ente al punto da indurlo a potenziare il numero di ore del servizio. «La proposta – ricorda l’assessore alle politiche sociali Catia Brinis – è stata voluta per dare una risposta alle esigenze di quanti non hanno le possibilità di accedere al privato. Lo sportello si rivolge ai

nuclei familiari con bambini fino a 11 anni, coprendo anche la fascia degli asili nido e proseguendo con le scuole dell’infanzia e primarie. Possono beneficiare dell’opzione le famiglie di tutti i bambini che frequentano le scuole del Cividalese a prescindere dal centro di residenza. L’accesso al servizio, al palazzo principale del Comune, in uno spazio appartato, è gratuito: l’unica necessità è prendere appuntamento chiamando il numero 327 0620743». Gestito dalla psicologa Natascia Ferruccio, che aveva

tarcento

Tasse invariate, rincara solo quella per i rifiuti TARCENTO. Tasse invariate per il 2019 a eccezione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti gestito da Net per conto del Comune. L’assessore al bilancio Marco Falciglia spiega che Tasi, Imu e addizionale Irpef non subiranno alcun aumento rispetto al 2018, indipendentemente dai costi in più che dovrà affrontare il Comune per le spese per il personale amministrativo, ma anche la ferma volontà della giunta Stec-

cati di continuare a investire sul territorio. Tuttavia, l’aumento dei costi di gestione e del trattamento dei rifiuti segnalato da Net si rifletterà sulla Tari: «Da un’analisi svolta con i referenti Net – spiega Falciglia – si è visto come sono aumentati i costi di conferimento del residuo e ad aggravare la situazione vi è lo stop alle importazioni di carta e plastica da parte della Cina, che si è tradotto nel crollo del valore di carta e

consiliare Progetto Fvg per una regione speciale/Ar, Giulia Manzan, segretaria regionale di Autonomia responsabile, e Ferruccio Saro, segretario regionale di Progetto Fvg. Assente per sopraggiunti impegni l’assessore regionale alle infrastrutture, Grazia-

proposto all’ente l’iniziativa, il progetto non si limita agli incontri individuali: «Include – precisa l’assessore – pure interventi nelle classi, su richiesta dei docenti, serate informative, sempre in relazione a istanze avanzate dai professori dei singoli plessi, e percorsi formativi per il personale delle scuole. Si è così creato un rapporto di sinergia che sta dando ottimi risultati». Di qui la decisione, formalizzata dalla giunta, di dare continuità allo sportello anche per tutto il 2019: «Anno – – precisa Brinis – che confidiamo registri pure l’avvio di un altro servizio importante, uno sportello anti-bullismo che sarà gestito dalla criminologa Angelica Giancola». Il piano mira a fare di Cividale un modello su scala regionale. — L.A.

plastica con la conseguenza che sono aumentati anche i ricavi». La situazione ha richiamato alla necessità di recuperare 90 mila euro sui costi dell’appalto e ciò significherà comunque un adeguamento della tariffa per una coppia con un figlio in una residenza di cento metri quadrati che si aggirerà intorno ai 9 euro. «Le aliquote della tassa – aggiunge l’assessore – per scelta dell’amministrazione rimarranno costanti per gli utenti, calmierando quindi la tariffa per le categorie più colpite quali bar, ristoranti, pizzerie, ortofrutta, pescherie e fiorerie. Invitiamo i cittadini a dividere bene i rifiuti per diminuire il secco, che ha i maggiori costi di smaltimento». – P.C.

no Pizzimenti, che ha tuttavia già manifestato la disponibilità a un prossimo incontro. Azioni di contrasto alla “decadenza” sono urgenti, la fotografia dell’area ne dà chiara misura: «Duecento chilometri quadrati con 5.500 abitanti, contro gli ol-

tre 18 mila del 1951 – ha snocciolato Sibau –: parliamo di 26 persone per km quadrato, disseminate in 7 Comuni e 155 frazioni. Meno di mille sono i cittadini che risiedono in fascia propriamente montana e l’età media dei due terzi della popolazione è superiore ai 65 anni. Ciò significa che fra un paio di decenni, se non si adottano politiche serie e mirate, gli unici due centri con una certa consistenza abitativa saranno quelli in fondovalle, San Pietro e San Leonardo». Che fare? Sibau – e con lui i sindaci del posto – non hanno dubbi: defiscalizzazione, sostegno alle attività boschive e commerciali, promozione del turismo lento, investimenti su strade e illuminazione pubblica (il che implica, a catena, interventi di cura del bosco, che sta progressivamente guadagnando terreno). Ma per perseguire tali obiettivi, ha rimarcato l’assessore Zannier, è imperativo «riempire» di sostanza la delega, «a oggi vuota», alla montagna, creando «un coordinamento serrato e forte tra diversi comparti». Insomma: fare sistema, citando un motto abusato. «Ciò che finora è stato percepito come un limite, il confine, deve diventare una risorsa», ha sottolineato Zanin, auspicando una «santa alleanza fra amministratori e imprenditori» e indicando Civibank, «unico esempio regionale di banca territoriale», come un presidio da di-

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fendere in quanto garanzia, anche per le Valli. Da Saro una sonora bocciatura del modello delle Uti e l’appello a «mettere la questione montagna al centro delle politiche Fvg». «È una battaglia che porteremo avanti fino in fondo», ha assicurato, precisando che «alle Valli e alle altre zone disagiate serve autonomia gestionale». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

le richieste

San Quirino, ponte da ampliare: oggi è una strettoia Investimenti per la rete infrastrutturale, cura delle strade ex provinciali, manutenzioni, ma pure nuove opere, ampliando per esempio il ponte di San Quirino, autentica strettoia. Questo chiedono alla Regione, compatti, i sindaci delle Valli, che ribadiscono «l’assoluta necessità – citando il primo cittadino di Drenchia, Francesco Romanut – di un ente intermedio montano che solo in Fvg manca». All’attenzione del folto tavolo istituzionale anche la questione scuole: «Entrambi i nostri istituti comprensivi, realtà d’eccellenza frequentati da oltre 900 studenti – ha rilevato la vicesindaco di San Pietro, Claudia Cantoni –, hanno dirigenti in reggenza e accusano carenze di personale e, quindi, disagi». — L.A.


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