RASSEGNA STAMPA DEL 10 APRILE 2019

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10-APR-2019

da pag. 9 Quotidiano nazionale

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Direttore: Alessandro Sallusti

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da pag. 10 Quotidiano nazionale

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10-APR-2019

da pag. 2 Quotidiano nazionale

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da pag. 2 Quotidiano nazionale

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10-APR-2019

da pag. 3 Quotidiano nazionale

Direttore: Franco Bechis

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Direttore: Marco Tarquinio

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da pag. 7 Quotidiano Roma

Direttore: Luciano Fontana

Lettori Audipress 12/2014:

30.079 63


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Direttore: Franco Bechis

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da pag. 3 Quotidiano nazionale

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Direttore: Federico Monga

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Direttore: Federico Monga

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10-APR-2019

da pag. 39 Quotidiano Roma

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Direttore: Carlo Verdelli

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da pag. 4 Quotidiano Napoli

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da pag. 16 Quotidiano nazionale

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45.769 63


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PADOVA

Corriere del Veneto Mercoledì 10 Aprile 2019

«Profughi, i bandi sono impossibili A rischio oltre 300 posti di lavoro»

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PD

Intrusione web

LegacoopeConfcooperative,appelloaiprefetti:chilavoraseriamenteèindifficoltà Il caso ● Per effetto delle regole imposte dal governo (e in particolare dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini) i nuovi bandi di gara per la gestione dei profughi prevedono un costo di 18 euro per ciascun migrante ● A Padova l’ultimo bando è datato 25 marzo e si riferisce all’accoglienza di 1.400 posti per strutture che non possono accogliere più di 50 persone

Le gare per l’accoglienza diffusa dei profughi pubblicati in questi giorni dalle prefetture di Padova, Belluno e Verona rischiano di andare deserti. Legacoop e Confcooperative, che rappresentano il 90% delle cooperative sociali, hanno scritto di comune accordo una lettera ai tre prefetti interessati per chiedere il blocco dei bandi. «I costi previsti dal capitolato sono inaffrontabili - afferma Loris Cervato di Legacoop – noi siamo cooperatori sociali, non albergatori, le prefetture devono ritirare queste cifre». Il bando per l’accoglienza diffusa a Padova è stato pubblicato lo scorso 25 marzo e prevede un totale di 1.400 posti per strutture che non possono accogliere più di 50 persone e il costo per profugo è sceso dai «famosi» 35 euro a 18 euro al giorno. «A queste condizioni noi non possiamo offrire alcun servizio – spiega Roberto Baldo, presidente di federsolidarietà Confcooperative Veneto – si snatura completamente la nostra missione, che è quella di insegnare l’italiano agli stranieri, creare dei rapporti di lavoro stabili e duraturi, lavorare

PADOVA

insieme ai migranti per inserirli nel territorio, integrarli». Le due associazioni hanno recentemente incontrato gli iscritti che hanno riferito di non voler partecipare alle gare: «Noi abbiamo detto a tutti di agire in autonomia, anche se sconsigliamo la partecipazione a bandi di questo tipo, che azzerano totalmente la nostra vocazione» risponde Baldo. «Basi d’asta come questa non solo impediscono di fare un’integrazione come si

Droga inghiottita Soccorso e denuncia

deve – aggiunge Cervato - ma ci portano a fare delle considerazioni anche sulle nostre capacità: le cooperative sociali ad oggi occupano 700 persone, se accettiamo di lavorare con queste cifre saremo costretti a perdere 300 o 400 posti di lavoro. Le Prefetture devono prestare particolare attenzione a questo tema perché se da un lato potrebbero risolvere il problema dei migranti, dall’altro si ritroverebbero ad aprire in tutte le

Da gestire Nella foto d’archivio, un gruppo di richiedenti asilo a Noventa Padovana L’emergenza non c’è più ma le necessità di gestione continuano

province tavoli di lavoro per discutere della disoccupazione per moltissimi dipendenti». «Si tratta di una forza lavoro prevalentemente femminile, una delle eccellenze del nostro territorio, sono persone con un’alta preparazione – spiega Baldo – spero non si arrivi al punto di lasciarle senza lavoro». Ad accendere gli animi, inoltre, c’è anche la notizia che la cooperativa Edeco, al centro di tre inchieste delle procure di Padova, Rovigo e Venezia, sarebbe ancora operativa e a caccia di appalti, soprattutto nella provincia di Treviso. La loro presenza ha sempre indisposto Confcooperative e Legacoop, che proprio a causa di Edeco hanno pagato ingiustamente un prezzo altissimo in termini di reputazione, pur non avendo nulla a che fare con le inchieste. Non lo dicono a microfoni accesi i titolari delle coop, ma il rischio è che se le basi d’asta rimangono così basse potranno farsi vivi altri imprenditori senza scrupoli per nulla interessati all’integrazione dei migranti. Roberta Polese © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il bidone del «mister» di calcio che non paga il conto dell’albergo Mestrino, truffa dell’allenatore di un team giovanile finlandese Ha lasciato un conto insoluto di oltre mille euro nell’albergo dove aveva soggiornato con la sua squadra di calciatori in erba. Un allenatore che guida le giovanili della Milano Football Association, formazione scandinava (nonostante il nome) con sede a Naantali, è stato denunciato dai carabinieri per truffa e insolvenza fraudolenta. L’uomo, un quarantanovenne italiano, nato in Germania e residente in Finlandia, ha pernottato dal 20 al 30 maggio di un anno fa all’hotel tre stelle Marco Effe di via Marco Polo a Mestrino insieme ai suoi atleti e ad alcuni genitori in occasione di un torneo di calcio giovanile a Limena. Il mister, una volta terminata la trasferta, ha fatto perdere le proprie tracce, lasciando un insoluto di 1170 euro: in sostanza ha pagato la sua stanza doppia solo per due notti, non saldando il resto del conto che comprendeMESTRINO

Droga Nelle mani del chirurgo, l’ovulo con la «coca» estratto dallo stomaco

Sta male per l’ovulo di cocaina viene operato in ospedale PADOVA Un giorno di lassativi e purghe non è bastato a fargli

espellere l’ovulo con 6 grammi di cocaina. E’ stato necessario un intervento chirurgico per un marocchino di 29 anni che rischiava di morire dopo aver ingerito domenica sera la pallina contenente la droga. Ad allertare il Suem sono stati gli amici del giovane che si è sentito male. I carabinieri l’hanno piantonato fino a lunedì pomeriggio quando i medici hanno deciso di operarlo. L’ovulo avvolto nel cellophane non si spostava da una sacca dello stomaco. A nulla sono serviti i farmaci. Se il contenitore si fosse rotto lo straniero avrebbe rischiato l’overdose. Una volta terminata l’operazione e rimosso l’involucro, i medici hanno scoperto le undici dosi. Per il pusher è scattata la denuncia per detenzione ai fini di spaccio. L’uomo non è più in pericolo di vita e le sue condizioni ieri erano © RIPRODUZIONE RISERVATA migliorate. (a.pist.)

Indagato uomo di 43 anni

Sotto inchiesta per peculato

«Vendetta porno» contro l’ex ragazza

Tutrice della sorella «Le ha preso i soldi»

PADOVA Revenge porn, vendetta porno. Se fosse già in vigore la legge potrebbe essere applicata al caso recentemente finito sul tavolo del pm Roberto Piccione. Si tratta di uno stalking di un uomo di 43 anni nei confronti di una ragazza di 25. Il copione è sempre lo stesso: lei lo lascia e lui le fa avere un video girato mentre erano in intimità, facendole capire di disporre del filmato e di poterlo usato nel caso lei non fosse tornata con lui. Il pm ha mandato i carabinieri a fare una perquisizione il video è stato trovato. L’uomo è stato denunciato per atti persecutori.

PADOVA Era la tutrice della sorella disabile, doveva occuparsi di lei, delle medicine, delle cure e anche delle somme erogate dall’Inps alla sfortunata donna in virtù proprio della sua disabilità. E invece Maria Antonietta Mercatali si sarebbe appropriata indebitamente dei beni della congiunta, traghettando sul suo conto il denaro erogato dall’ente pubblico, circa 34mila euro. A denunciare gli ammanchi sono stati altri parenti. Ora la donna è stata accusata di peculato aggravato e continuato: il pm Sergio Dini si avvia a chiederne il processo.

va altri otto pernottamenti. Dopo quell’episodio l’uomo non si è fatto più trovare, nonostante le insistenze dei titolari costretti a rivolgersi ai carabinieri che hanno iniziato le indagini e gli accertamenti conclusi con la denuncia. A quasi undici mesi di distanza Gabriella, la titolare della struttura ricettiva, è ancora inviperita: «Siamo stati truffati da un mascalzone - racconta e anche la comitiva è stata maleducata: i ragazzi erano insopportabili, disturbavano e si comportavano indecorosa-

La titolare «Siamo stati ingannati da un mascalzone: ci inviava bonifici finti»

mente. Hanno causato danni per 100 euro, rovinando dei materassi. Nemmeno questi soldi sono stati rimborsati. Per qualche mese l’allenatore ha risposto ai solleciti mostrando finte conferme di bonifico via mail, poi è sparito». L’episodio è anche costato il posto di lavoro a una delle dipendenti della struttura: «Ho dovuto licenziare la collaboratrice addetta alla reception. I pagamenti vanno incassati al momento del check-in, altrimenti non diamo più le camere». (a.pist.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Este

AVVISO DI GARA

Si comunica che il Consorzio di Bonifica Adige Euganeo ha indetto una gara con procedura aperta per l’affidamento in appalto della fornitura di un nuovo escavatore cingolato, con l’opzione, esercitabile entro dodici mesi dalla consegna del primo mezzo, di richiedere la fornitura di un altro escavatore con caratteristiche e dotazioni analoghe: tale opzione è esercitabile per due volte. Ai sensi dell’art.40 del D.Lgs.n.50/2016, il Consorzio effettuerà la gara mediante il proprio Portale Appalti. Termine ricezione offerte: 17/05/2019 ore 13.00. Apertura offerte: da definire. Il bando è stato inviato alla G.U.U.E. in data 02/04/2019 ed è reperibile con il Disciplinare di gara ed il Capitolato Speciale nel Portale Appalti – Sezione “Gare e procedure in corso”, accessibile dal sito internet http://www.adigeuganeo. it/; Punti di contatto: per informazioni procedurali: nadia.aggio@adigeuganeo.it; per informazioni tecniche: luca.michielon@adigeuganeo.it. IL DIRETTORE V ettorello dr.Stefano

PADOVA Inizierà e si concluderà lo stesso giorno con un «non doversi procedere» il processo a Luigi Gubello (foto), lo studente di 26 anni, nato a Padova, che nel luglio del 2017 riuscì a infiltrarsi nel sistema informatico della Piattaforma Rousseau denunciando le falle del sistema. «Non ho rubato nulla a nessuno», dichiarò lui stesso alla polizia postale che nel febbraio del 2018, a poche settimane dal voto, ricevette la denuncia da parte dei Cinque stelle. La segnalazione partì da Davide Casaleggio, proprietario di Rousseau, che a distanza di un anno da quei fatti ha annunciato di voler rimettere la querela alla prossima udienza prevista per il 18 aprile prossimo. Gubello era entrato nella piattaforma con uno pseudonimo, «Evariste Galois», matematico francese dell’800, ribattezzato dai media come l’hacker buono che si contrapponeva a un altro sabotatore di software, «Rougeo» che in un periodo analogo ha rivendicato più pesanti attacchi a Rousseau. Lo scorso 6 settembre, ad esempio, ha pubblicato sul sito «Privatebin» email, password e numeri di telefono di Luigi Di Maio. Gubello, studente di matematica al Bo, imputato per accesso abusivo al sistema informatico e difeso dai legali Luca Carraro e Giorgio Mazzucato, aveva invece più volte segnalato ai 5 Stelle le falle del sistema. (r.pol.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

COMUNE DI PADOVA

Avviso ripresa procedura di gara interrotta

In esecuzione della deliberazione di Giunta comunale n. 2019/0200 e per le motivazioni ivi contenute, con il presente avviso si procede alla revoca del precedente avviso pubblicato sulla G.U.R.I. V serie speciale – contratti pubblici n. 121 del 17/10/2018, con conseguente ripresa della procedura di gara relativa all’appalto dei lavori denominati "Castello Carraresi. Intervento di restauro e riqualificazione funzionale stralci”, così come indicato nell’avviso e come meglio dettagliato nel sito istituzionale (http://www.padovanet.it/sindaco-e-amministrazione/bandi-di-lavori). Il funzionario delegato A.S. (Dr. Andrea Ferrari) Prot. n. 12195 del 05.04.2019

CONSORZIO DI BONIFICA ADIGE EUGANEO

Il «perdono» di Casaleggio all’hacker padovano

CITTÀ DI ALBIGNASEGO AVVISO DI DEPOSITO

VARIANTE N. 10 AL PIANO DEGLI INTERVENTI (P.I.) IL RESPONSABILE DEL 3° SETTORE SVILUPPO INFRASTRUTTURALE Premesso che con Delibera di Consiglio Comunale n. 07 del 02/04/2019, è stata adottata la Variante n. 10 al Piano degli Interventi (P.I.), ai sensi dell’articolo 18 della L.R. n. 11 del 23.4.2004 e successive modifiche ed integrazioni. RENDE NOTO La documentazione relativa la “Variante n. 10 al Piano degli Interventi” è DEPOSITATA a disposizione del pubblico in libera visione, presso il settore 3 “Sviluppo Infrastrutturale” del Comune di Albignasego, in Via Milano n 7, per 30 (trenta) giorni consecutivi dalla data della presente e vi rimarranno fino a tutto il 06/05/2019 (la visione è consentita negli orari di apertura al pubblico il martedì e giovedì dalle 15.30 alle 17.30 ed il venerdì dalle 10.00 alle 12.30). Gli elaborati sono altresì consultabili sul sito internet del Comune al seguente indirizzo: http:// www.obizzi.it/ AVVERTE che nei 30 (trenta) giorni successivi alla scadenza del periodo di deposito, chiunque può presentare “osservazioni” relative allo strumento urbanistico adottato. Le osservazioni, pertanto, vanno presentate in duplice copia all’Ufficio Protocollo del Comune entro e non oltre il giorno 05.06.2019. Entro 60 (sessanta giorni) dal decorso di detto termine, il Consiglio Comunale, ai sensi dell’articolo 18, 4° comma, della L.R. n. 11/2004 e successive modifiche ed integrazioni, si esprimerà sulle osservazioni pervenute ed approverà lo strumento urbanistico sopracitato. Albignasego, 05.04.2019 IL RESPONSABILE DEL 3° SETTORE SVILUPPO INFRASTRUTTURALE (Ing. Marco CARELLA) (f.to)


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Corriere del Veneto Mercoledì 10 Aprile 2019

PD

Rovigo

NUMERI UTILI Municipio Questura Prefettura

rovigo@corriereveneto.it

04252061 0425202518 0425428511

VigiliUrbani Carabinieri Polstrada Servizioveterinario

0425204611 042529381 0425426611 3495836327

CroceRossa Capitaneriadiporto Acquedotto Ulss18

CarcereminorileinviaVerdi Cittadelladellagiustiziako Sfuma la «Cittadella della giustizia» nell’ex Casa circondariale di via Verdi, destinata a ospitare, insieme a una struttura per detenuti in semilibertà, il carcere minorile regionale, oggi a Treviso. Una bomba che esplode in piena campagna elettorale amministrativa. «Un epilogo irreversibile, ormai — commenta Gianpietro Pegoraro, segretario regionale Fp-Cgil Polizia penitenziaria — Un anno fa il passaggio delle strutture dall’amministrazione penitenziaria al Centro giustizia minorile e comunità, seguito a giugno dall’assegnazione degli appalti». Per permettere l’insediamento della «Cittadella della giustizia», in alternativa al carcere minorile, c’era stato un incontro tra il sindaco Massimo Bergamin e l’allora sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, accompagnato dallo stesso Pegoraro e dall’oggi ex deputato Diego Crivellari con Nadia Romeo, capogruppo uscente Pd. «Il Comune – osserva Pegoraro — avrebbe dovuto adottare una serie di atti amministrativi, ma non ha provveduto». Ragion per cui Silvia Menon attacca duramente la prece-

Futuro Nel vecchio carcere andranno minorile e struttura per la semilibertà

dente amministrazione di centrodestra. «Se è vero — attacca la commercialista 40enne, candidata di Lista Menon e SiAmo Rovigo — si tratta di un’altra occasione di rilancio della città che rischia di sfumare per l’inettitudine di chi l’ha amministrata negli ultimi anni, con due sindaci mandati a casa dai loro stessi consiglieri prima del tempo. Chi ha in mente un futuro diverso, pensi a chiudere con il passato per sempre». Promette battaglia anche Ezio Conchi, già vicesindaco di Bergamin. «Serve l’allargamento del tribunale nell’ex

carcere, non la struttura minorile — sostiene l’avvocato 62enne, alfiere di “Cambia Rovigo” — Il governo dice che verrà fermata la Tav, non credo sarà un problema modificare un progetto di portata inferiore, a maggior ragione se le risorse potranno essere comunque investite in un progetto nella stessa struttura». Intanto nel campo progressista, a sostegno di Edoardo Gaffeo, viene ufficializzato il battesimo della lista «Coalizione Civica-Forum dei cittadini», raggruppamento che, collegandosi all’esperienza di Padova, raccoglierà le forze a sini-

OspedalediAdria,taglidellaRegione Sabatocorteo-protestadeisindacati DomanisindacoincommissioneaVenezia,appelloaicittadini:venite Ultime ore decisive per il futuro dell’ospedale di Adria. Continua la lotta della giunta comunale e dei sindacati per la revisione delle schede ospedaliere, il documento con cui la Regione sta ridisegnando la sanità veneta. Per il nosocomio adriese è previsto un declassamento con la riduzione dei posti-letto di 20 unità e la cancellazione deui primariati di Chirurgia, Urologia e Pediatria. Tagli che hanno messo sul piede di guerra il sindaco Omar Barbierato, arrivato a chiamare a raccolta la cittadinanza per bloccare il Piano proposto dalla giunta regionale. E di cui parlerà oggi nella Conferenza dei sindaci dell’Usl 5 «polesana». Le stesse richieste avanzate anche da Cgil, Cisl e Uil, che ADRIA

sabato mattina dalle 10.30 daranno vita a un corteo che si sposterà dall’ospedale di Rovigo fino alla Cittadella sociosanitaria. Un’occasione che sarà sfruttata per chiedere che anche gli ospedali di Rovigo e Trecenta non subiscano i ridimensionamenti previsti dalle schede ospedaliere, con la perdita di due apicalità e 10 posti-letto per Trecenta e 25 posti-letto in area riabilitativa per il capoluogo polesano. «La nuova riorganizzazione

rafforza la convinzione che l’Ulsl 5 sia destinata a rimanere il fanalino di coda delle aziende sanitarie venete — affonda Francesca Pizzo (Cisl) — Questo progressivo smantellamento delle eccellenze territoriali rischia di riflettersi negativamente sia sui livelli occupazionali che sulla qualità dell’assistenza». Preoccupazioni condivise da Pieralberto Colombo, segretario provinciale della Cgil. «A subirne le conseguenze saranno soprattutto gli anziani

I confronti Oggi Conferenza dei sindaci, poi incontro con i politici e il dg dell’Usl 5 Compostella

stra del Pd che, insieme alla civica del candidato sindaco, completa lo schieramento per l’economista 51enne. Gaffeo inaugurerà domani alle 11 il proprio comitato elettorale in piazza Vittorio Emanuele, sotto Palazzo Nodari. Ancora in alto mare Forza Italia, non in grado di sciogliere le riserve su una propria candidatura autonoma (Andrea Bimbatti o Cristina Folchini), né di maturare una convergenza con la Lega, in campo con Monica Gambardella, 54enne responsabile territoriale della Protezione civile, sostenuta anche da una civica della candidata, da Fratelli d’Italia, «Obiettivo Rovigo» di Paolo Avezzù e «Forza Rovigo» di Renzo Marangon. Intanto la sezione locale dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance-Confindustria), propone a tutti i candidati un patto per il rilancio di un settore in forte crisi. In Polesine tra il settembre 2007 e il settembre 2018 imprese calate da 817 a 367 (-55,8%), posti di l a vo r o d a 4 . 6 4 0 a 1 . 9 7 6 (-57,41%), ore lavorate da 4.137.759 a 1.550.736 (-62,52%). Nicola Chiarini

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manutenzione nel Delta del Po. Ieri la Regione ha approvato le linee-guida per la realizzazione di lavori di manutenzione e sistemazione sulla fascia costiera del Delta del Po e l’aggiornamento della cartografia del Delta per il deposito dei materiali degli scavi. Secondo l’assessore regionale ai Parchi, Cristiano Corazzari «i soggetti pubblici e privati che operano nel Delta, potranno effettuare i lavori indispensabili per la sistemazione delle barene, per garantire la navigabilità dei canali, per la manutenzione delle lagune e della fascia costiera della provincia di Rovigo, senza dover produrre la valutazione di incidenza ambientale». Per Corazzari l’iniziativa porterà «uno sgravio delle procedure consentendo alle attività economiche del luogo quali la molluschicoltura, la pesca e il turismo di svilupparsi e di generare ricchezza ed occupazione». (A.A.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’appello: «Ora troviamogli un lavoro»

Immigrato sventa furto sull’auto di Borella ROVIGO Ieri mattina i carabinieri della Compagnia di Rovigo hanno denunciato per tentato furto B. N., italiano 21enne con precedenti e senza fissa dimora. Il giovane è finito nei guai per aver cercato di rubare, al supermercato «In’s», 15 pezzi di formaggio Grana Padano per un valore di circa 70 euro. I militari dell’Arma sono stati allertati dagli addetti alla vigilanza del supermercato. Per contro, l’ex consigliere comunale di centrodestra Alberto Borella ha ringraziato pubblicamente su Facebook un ragazzo nigeriano di nome Evans, disoccupato e col permesso di soggiorno che, ieri mattina, ha sventato un furto sull’auto del rodigino mentre era parcheggiata in via Cavour. Lo straniero si è messo ad urlare vedendo uno sconosciuto armeggiare in modo sospetto attorno alla macchina di Borella, evitando il furto. «Aiutiamo Evans a trovare un lavoro, lo merita», è l’appello dell’ex consigliere. Antonio Andreotti © RIPRODUZIONE RISERVATA

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— spiega — Abbiamo davanti un progetto che sposta la sanità dal pubblico al privato». Intanto oggi dalle 17.30, alla «Casa delle Associazioni» di Adria, dibattito pubblico sulla sanità polesana, a cui parteciperà anche il direttore generale dell’Usl 5 Antonio Compostella. A moderare Davide Benazzo (Cgil), con la presenza dell’assessore regionale al Territorio, Cristiano Corazzari e i consiglieri regionali del Pd Graziano Azzalin e di «Italia in Comune» Patrizia Bartelle. E domani Barbierato sarà a Venezia ai lavori della V Commissione regionale che discuterà delle schede ospedaliere. Un appuntamento per cui il primo cittadino chiede agli adriesi di accompagnarlo, partendo con lui in treno alle 13.55 da Adria. Nel fine settimana scorso l’amministrazione comunale ha organizzato davanti al Teatro civico un confronto con la cittadinanza. «In migliaia ci hanno dato supporto sui social network — afferma il sindaco — Ora è il momento di agire». Marco Baroncini

Le «Posse»: basta litigi, salvate il settore giovanile presentatogli sul rilancio del settore giovanile sotto un unico gestore» ha dichiarato Reale. Intanto Zambelli vuol creare un settore giovanile targato Femi-Cz. «Il bacino d’utenza è sempre lo stesso in Polesine. Vanno unite le forze per ottenere qualcosa di concreto. Basta mettersi d’accordo — conclu-

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ROVIGO Parte la semplificazione delle procedure per la

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ne della società della prima squadra. «Forse è il momento che inizino a fare gli adulti, sotterrando l’ascia di guerra e parlandosi chiaro» ha dichiarato Stefano Padoan, presidente del club della tifoseria organizzata «Posse Rossoblù». Reale si è dimesso perché Zambelli ha «ignorato un progetto

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Delta del Po, la manutenzione senza valutazione ambientale

Il rugby nella bufera

ROVIGO Dopo l’ennesimo litigio tra Femi-Cz Rugby Rovigo Delta e «Monti Rugby Rovigo Junior» i tifosi chiedono pace. La bufera, a un passo dalla fine della regular season del campionato «Top 12« (con i Bersaglieri secondi verso i playoff) si è scatenata con le dimissioni di Paolo Reale da consigliere di amministrazio-

Ulss19 Emergenzainfanzia Radiotaxi TaxiRovigo

La riforma

S’infiammalacampagnaelettorale.LaCgil:«ColpadiBergamin» ConGaffeo(centrosinistra)«Coalizionecivica»comeaPadova ROVIGO

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de Padoan — O l’uno o l’altro devono fare qualcosa per il vivaio rossoblù. La città più scudettata d’Italia, dovrebbe portare alla “Monti” un sacco di ragazzini orgogliosi di farvi parte e invece vanno altrove. Qualcosa perché il rugby non muoia va fatto subito». Natascia Celeghin © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Acquevenete»: siamo in anticipo

Via Munerati, lavori finiti Ripreso il transito normale ROVIGO Via Munerati, dopo disagi e polemiche, torna alla normalità, dopo le voragini nell’asfalto e le limitazioni al traffico. In appena un mese, contro i tre preventivati, «Acquevenete» ha completato la posa di 1,4 chilometri di nuove condotte fognarie (nella foto). Le precedenti, messe una trentina d’anni fa, erano degradate e, cedendo, avevano portato a pesanti danneggiamenti del manto stradale sotto al quale correvano, con problemi di mancato accesso che avevano spinto i cittadini a protestare in consiglio comunale. L’azienda idrica territoriale ha investito 680.000 euro per i lavori. La velocità dell’intervento è motivata da «Acquevenete» dall’uso del «relining» definita dalla società pubblica come «tecnica innovativa, rapida e non invasiva». (N.C.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stamattina

Festa della polizia numero 167 Mezzi storici in esposizione ROVIGO Dalle 10.30 di stamattina il Salone del Grano della Camera di Commercio ospita la celebrazione dell’anniversario numero 167 della Festa della polizia. Il 2019 è anche il 60° anno dall’istituzione dell’ex Corpo di polizia femminile, che ha dato possibilità alle donne di far parte della polizia di Stato ricoprendo a pieno titolo tutti i livelli. A Rovigo la cerimonia, che sarà preceduta dalla deposizione di una corona d’alloro al monumento ai Caduti della polizia di Stato nella Questura, inizierà con la lettura dei messaggi delle più alte cariche dello Stato. Dopo la relazione del questore di Rovigo, Raffaele Cavallo, la consegna dei riconoscimenti al personale della Questura rodigina distintosi in servizio. Saranno poi visibili alcuni mezzi della polizia di Stato, di cui due storici, che saranno esposti a partire dalle 8 di stamattina in piazza Garibaldi. A. A.

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Corriere del Veneto Mercoledì 10 Aprile 2019

TV

Belluno

NUMERI UTILI ComuneBelluno sportellodelcittadino VigiliUrbani

belluno@corriereveneto.it

0437913222 0437913520

Municipio 0437913111 0437216111 OspedaleBelluno 0437645111 OspedaleAgordo OspedaleP.diCadore 04353411

OspedaleCortina EnelBelluno Acqued.(BIM) Gas(BIM)

0436883111 0437214111 800757678 800757677

Acqued.Feltre Alcolistianonimi Emergenzainfanzia

Ricostruzione post-«Vaia» Ora i soldi sono spendibili A cinque mesi dalla tempesta «Vaia», con la nomina da parte del commissario straordinario per la ricostruzione, il governatore del Veneto Luca Zaia, dei nuovi soggetti attuatori, sono davvero pronti a partire i primi interventi di Protezione civile definiti dal Piano dello stesso commissario. Per il 2019 sono 220 i milioni di euro stanziati dal governo: 195 serviranno a finanziare i 350 cantieri previsti quest’anno, che dovranno partire entro il 30 settembre, mentre 25 milioni di euro saranno accantonati per i contributi a privati e aziende che hanno sofferto danni dal maltempo. L’ordinanza emessa ieri dalla Regione individua i nuovi soggetti attuatori: i direttori dei Consorzi di bonifica per quanto riguarda gli interventi sulla rete idrica minore e i direttori dei Geni Civili per i corsi d’acqua principali. In totale, per fronteggiare il dissesto idrogeologico sono previsti 49 cantieri per un importo di 67 milioni di euro. «Veneto Strade» sarà invece la stazione appaltante per gli interventi sui versanti interessati dagli schianti: si apriran-

del 30% dell’importo complessivo assegnato, così da poter avviare le decine di cantieri in tutta la provincia. In totale si parla di 2 milioni e 195 mila euro già a disposizio-

no 21 cantieri (tutti in provincia di Belluno) per complessivi 69 milioni di euro. L’ordinanza dispone anche di erogare ai Comuni colpiti dalla tempesta un anticipo

Ma sindaci e residenti: senza è spopolamento

Impianto sciistico con la Pusteria No compatto degli ambientalisti COMELICO SUPERIORE Per i cittadini del Comelico è l’ultima occasione per poter restare a vivere lì, tanto che sono pronti ad azioni di protesta per sbloccarne la realizzazione. Gli amministratori locali lo vedono come un’occasione di rilancio da non perdere, Regione Veneto e deputati bellunesi (almeno quelli di centrodestra) fanno la voce grossa a suo favore. Il collegamento sciistico Padola-Sesto Pusteria in Alto Adige, al quale da alcuni anni sta lavorando l’imprenditore altoatesino Franz Senfter, sembra aver messo tutti d’accordo: è un’opera necessaria a frenare lo spopolamento. Non la pensa così però la Sovrintendenza per i Beni culturali che, al momento, ha bloccato l’iter autorizzativo e non

la pensano così nemmeno le associazioni ambientaliste, da sempre contrarie al progetto, che si sviluppa all’interno di zone a tutela naturalistica e dentro un’area «buffer» del sito Unesco delle Dolomiti. Posizione ribadita dagli ambientalisti anche ieri, in una lettera indirizzata direttamente al ministro dell’Ambiente Costa. A nulla è valso l’incontro lo scorso 30 marzo tra alcuni esponenti ambientalisti e i sindaci di Comelico Superiore e Santo Stefano di Cadore: pur concordando sulla necessità di frenare lo spopolamento del Comelico, restano all’opposto le posizioni sul collegamento sciistico. M. G. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ne. Moltissimi i municipi bellunesi destinatari dei fondi per la ricostruzione per interventi che eseguiranno in autonomia e in aggiunta ai lavori di ripristino gestiti dagli enti preposti. A fare la parte del leone Alleghe, al quale in totale saranno assegnati 8 milioni di euro. Un milione e 95 mila euro andranno a Taibon agordino, 940 mila euro a Valle di Cadore. A Val di Zoldo saranno assegnati 695 mila euro, 450 mila a Lamon, 400 mila a Cencenighe. Poi a seguire tutti gli altri: 378 mila euro a disposizione per gli interventi nel comune di Zoppè di Cadore, 315 mila a Colle Santa Lucia, 240 mila gli euro assegnati a Vallada Agordina, 200 mila a Sovramonte, 196 mila a Sospirolo, 180 mila euro andranno a Quero-Vas, 173 mila quelli destinati a Livinallongo, poi via via tutti gli altri. Nella ripartizione, 555 mila euro saranno destinati anche a «Bim Gsp» per interventi di ripristino di reti di acquedotti. Infine, 250 mila euro li riceverà «Bim Infrastrutture». Moreno Gioli © RIPRODUZIONE RISERVATA

Donna, con disagio mentale, picchiava sistematicamente due maschi di 17 e 14 anni avrebbe frustati con cavi elettrici. I maltrattamenti avvenivano davanti alla bambina più piccola di sette anni. Nonostante il terrore in cui viveva-

Stamattina

Polizia, festa e premi al «Fulcis»

no e il divieto espresso della 40enne di rivelare i fatti al padre, i tre riuscirono a confidarsi con l’uomo che si è costituito parte civile con l’avvoSi festeggia oggi il 167° anniversario della fondazione della polizia di Stato. In mattinata nella caserma «Raniero» il questore Lucio Aprile e il prefetto Francesco Esposito deporranno una corona di alloro alla lapide che ricorda i Caduti della polizia. Verso le 11 si trasferiranno a Palazzo Fulcis per la premiazione di coloro che si sono distinti in operazioni di polizia giudiziaria e soccorso pubblico. Alla cerimonia parteciperanno anche due classi della scuola primaria di Trichiana. (D.P.) BELLUNO

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Investe ragazzina in auto e scappa Pirata della strada denunciato

Frustavaifiglicolcavoelettrico:madreagiudizio BELLUNO Li avrebbe picchiati e, una volta, frustati con cavi elettrici. Rinviata a giudizio una 40enne di origini albanesi, residente in un comune del Cadore, accusata di maltrattamenti in famiglia aggravati nei confronti dei tre figli minorenni. Le violenze sarebbero durate un anno intero, da aprile 2017 ad aprile 2018. La donna, che soffre di un disturbo mentale bipolare e di depressione, avrebbe picchiato i figli più grandi, di 17 e 14 anni, insultandoli sistematicamente senza motivo. Nell’episodio più grave contestato dalla Procura di Belluno li

FARMACIE Chimenti

La cronaca

«Attuatori»nominati.IltopdeifondiadAlleghe:8milionidieuro BELLUNO

0439885344 0437941578 114

cato Giulia Munerin. Ieri mattina la donna rinviata a giudizio. Tornerà in Tribunale il 13 settembre per affrontare il processo. Intanto un 36enne residente nel Pordenonese ha patteggiato sei mesi e 20 giorni di reclusione (pena sospesa) con l’avvocato Cristiana Riccitiello per stalking e diffamazione nei confronti dell’ex residente in Comelico. Tra il 2017 e il 2018 la perseguitò con messaggi e telefonate, insultandola pubblicamente su Facebook. Davide Piol © RIPRODUZIONE RISERVATA

BELLUNO Esce da scuola e viene investita. È andata

bene alla ragazzina 13enne che venerdì scorso, finite le lezioni all’istituto di Valle di Cadore, s’è incamminata verso casa. Un’auto non l’ha vista e l’ha centrata in pieno provocandogli lesioni guaribili in 20 giorni. L’automobilista, un 56enne di Cortina, si è fermato per pochi secondi sul luogo dell’incidente e poi è fuggito. Grazie alle indicazioni dei testimoni, i carabinieri di San Vito l’hanno rintracciato e denunciato per lesioni e omissione di soccorso. Invece ieri un masso di decine di metri cubi è piombato su un’area di sosta per montaggio catene a Falcade. Nessun mezzo né persone coinvolte. «Siamo stati fortunati — spiega il consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi — Questo conferma la fragilità della montagna e quanto sia difficile viverci. C’è un rischio quotidiano impossibile da azzerare. Abbiamo frane e smottamenti ovunque, ma non possiamo mettere in sicurezza una montagna. Il rischio zero non esiste». Sempre ieri i carabinieri della stazione fo re s t a l e d i Feltre, insieme ai militari del Nucleo i s p e t t o r a t o Masso precipita del lavoro di A Falcade la grande Belluno, hanno controllato pietra è piombata un’azienda di su un’area di sosta allevamento deserta dedicata al bovini a Santa montaggio delle catene Giustina gestita da un società di Trebaseleghe (Padova). All’interno scoperti tre albanesi sprovvisti di contratto. Due di loro avevano una posizione irregolare sul territorio italiano e sono stati accompagnati presso gli uffici per l’identificazione, avviando le procedure per l’espulsione. L’Ispettorato del lavoro provvederà a quantificare le sanzioni amministrative per l’attività in «nero», valutando quelle di natura penale da inoltrare alla Procura. Tre, invece, le denunce formalizzate dai carabinieri di Belluno. Un 32enne della Valbelluna fermato in via Visome a bordo della sua Opel «Corsa». Il suo tasso alcolico era di 2.4: denunciato per guida in stato di ebbrezza, patente ritirata e auto sequestrata. Poi due truffe informatiche: G.E., 44enne milanese, si è fatto versare sul conto corrente 600 euro per la vendita di una macchina fotografica mai consegnata; R.F., 36enne di Vibo Valentia, ha messo in affitto sul sito «Airbnb» un appartamento a Cortina. Contattato da una 19enne di Roma, le ha chiesto una caparra di 500 euro e poi è scomparso. D. P. © RIPRODUZIONE RISERVATA


ECONOMIA

Corriere del Veneto Mercoledì 10 Aprile 2019

L’inchiesta

15 VE

In assemblea L’ex presidente Flavio Trinca (a sinistra) e l’ex Ad Vincenzo Consoli rispondono ai soci durante un’assemblea di Veneto Banca

di Andrea Priante

TREVISO Per la procura di Trevi-

flessione nel governo e che magari questa riflessione porti a un ripensamento. Quelli che hanno detto di sì alla proposta di Tria erano gli affaristi, non i veri risparmiatori». Non è stato il solo, Arman, a sollevare dubbi e perplessità sulla proposta uscita dal confronto con il premier Conte e il ministro Tria. Anche Luigi Ugone, leader di «Noi che credevamo nella Popolare di Vicenza», ha opposto il suo parere contrario, motivandolo così: «Non diamo il nostro consenso a una norma che non ci hanno fatto neppure leggere». E ha aggiunto, con amara autoironia: «L’ultima volta che ho firmato delle carte senza capirle bene è stato quando ho comprato le azioni della BpVi. Noi non vogliamo lasciare indietro nessuno». Un certo alone di mistero rimane anche attorno alla percentuale di risparmiatori che verrebbero indennizzati in modo automatico, poiché rientrano nei parametri reddituali e patrimoniali definiti dalla proposta Tria: secondo il governo, verrebbe soddisfatto addirittura il 90% della platea di aventi diritto. C’è chi, tra le associazioni, la ritiene una stima credibile (anche sulla base di simulazioni ad hoc), per quanto suoni ottimistica, e chi invece la considera una percentuale decisamente troppo elevata. Un fatto, pero, è palese: su come si sia arrivati a fare questo numero, non c’è certezza alcuna. Alessandro Zuin © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il fallimento di Andrea Alba

Dallo stato passivo del fallimento Miteni rimangono esclusi, per ora, il ministero dell’Ambiente, la Regione Veneto, il consorzio Acque del Chiampo e tutte le altre realtà pubbliche che avevano chiesto un risarcimento danni per la contaminazione in falda da Pfas. Ieri l’udienza in tribunale a Vicenza si è chiusa con l’accoglimento della proposta di esclusione avanzata dal curatore fallimentare Domenico De Rosa. Si tratta però di un primo round: tutti gli esclusi hanno un mese di tempo per opporsi facendo ricorso al tribunale falVICENZA

La vicenda ● Un anno fa l’inchiesta per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza contro gli ex amministratori di vertice di Veneto Banca, inizialmente avviata dalla procura di Roma, viene trasferita per competenza territoriale a Treviso ● I magistrati inquirenti trevigiani hanno chiuso in questi giorni l’inchiesta, confermando le ipotesi di reato di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza e aggiungendone una terza, il falso in prospetto

so sono quattro i responsabili del crac di Veneto Banca: l’ex Ad Vincenzo Consoli, l’ex presidente Flavio Trinca, il condirettore generale Mosé Fagiani e il responsabile della Direzione centrale amministrazione Stefano Bertolo. Per i primi due, che sedevano sugli scranni più alti dell’istituto di credito, le accuse sono di aggiotaggio e ostacolo all’attività degli organi della Vigilanza bancaria, mentre i restanti manager devono rispondere di falso in prospetto. È quanto emerge dall’avviso di chiusura delle indagini preliminari firmato dal pubblico ministero Massimo De Bortoli, che ha «ereditato» l’inchiesta aperta nel 2016 dalla procura di Roma e poi trasferita a Treviso, per competenza territoriale. Ma rispetto alle ipotesi che erano state formulate dai magistrati capitolini, emergono alcune differenze sostanziali. A cominciare dal numero degli indagati: degli undici che inizialmente erano finiti nel mirino dei pm romani, si è scesi ai quattro che rivestivano funzioni apicali all’interno dell’istituto di credito di Montebelluna. Si va quindi verso l’archiviazione - almeno in questo troncone investigativo, ma resta da definire quello relativo alla bancarotta - per le accuse che erano state mosse a Flavio Marcolin, ex responsabile degli affari societari e legali; Massimo Lembo, all’epoca capo della Direzione Compliance; al direttore delle banche estere Renato Merlo; al presidente del collegio sindacale Diego Xausa e al sindaco effettivo Michele Stiz. Altre strade stanno prendendo anche le contestazioni che vennero rivolte agli imprenditori Pietro D’Aguì, (ex di Banca Intermobiliare) e Gianclaudio Giovannone, titolare della Mava SS. Il sostituto procuratore De Bortoli, spiega così la decisione: «Roma ipotizzava anche episodi molto complessi su operazioni di valore modesto: da 5 a 35 milioni, che rispetto ai 2 miliardi di patrimonio di vigilanza sono esigui. Per questo abbiamo chiesto a un consulente di verificare se la man-

«Veneto Banca, quei valori gonfiati per 1,5 miliardi» Ma incombe la prescrizione

Chiusal’indagineconunanuovaaccusa:in4versoilprocesso

❞ De Bortoli La prescrizione? Nonostante le richieste di maggiori risorse, ci siamo dovuti arrangiare

cata comunicazione potesse davvero aver influito sulle funzioni di Banca d’Italia e il risultato è che quelle somme non avrebbero potuto costituire un ostacolo alle funzioni di vigilanza, perché, anche se fossero state regolarmente comunicate, Bankitalia non avrebbe preso provvedimenti». Restano in piedi le accuse di ostacolo agli organi di Vigilanza e aggiotaggio nei confronti di Consoli e Trinca. Ma la procura di Treviso ritocca (al rialzo) le cifre: nell’avviso inviato dalla procura agli indagati, si legge che - tra il 2012 e il 2013 i due manager avrebbero comunicato a Bankitalia un patrimonio gonfiato per oltre un miliardo e mezzo di euro «omettendo di decurtare il patrimonio di vigilanza di almeno 430,8 milioni» relativo alle operazioni «baciate» (vendita di azioni finanziata dalla stessa Veneto Banca) ma anche «di almeno un miliardo e 131 milioni di euro per effetto delle maggiori perdite su crediti e di almeno 134 milioni per effetto di accantonamento per rischi operativi». In pratica, a fronte di un patrimonio di vigilanza dichiarato di 2 miliardi e 309 milioni, quello reale «era di soli 613 milioni». Inoltre avrebbero dichiarato «sofferenze» per 2,7 miliardi nonostante in realtà ammontassero

a 3,3 miliardi di euro. Al solo Consoli viene inoltre contestato di aver mascherato la reale situazione della banca in occasione dell’operazione di aumento di capitale del 2014, nel corso della quale la banca «aveva posto in essere un piano di iniziative taciute all’autorità di vigilanza (...) e in particolare la raccolta di manifestazioni di interesse, le lettere di garanzia, le promesse di indennizzo e (...) il collocamento di azioni presso clienti di fatto finanziati dalla banca per un ammontare di circa 95 milioni di euro». Sempre riferendosi a Consoli e Trinca, il pm ipotizza un «disegno criminoso» nella diffusione di comunicazioni a Bankitalia e al pubblico che contenevano «dati non corrispondenti al vero» anche in relazione alla qualità del portafoglio crediti. Non solo: le azioni vennero vendute a prezzi gonfiati, sulla base di stime basate su «metodologie inattendibili e su una previsione di rientro di crediti del tutto incongrua rispetto alla loro scarsa qualità». Bertolo e Fagiani, assieme a Consoli, dovranno invece rispondere del fatto che, «nel prospetto informativo relativo all’offerta pubblica di azioni (del 2014, ndr) con l’intenzione di ingannare i destinatari,

MiteniecasoPfas,RegioneeAmbiente esclusidallostatopassivo:«Ricorriamo» limentare e chiedendo l’avvio di una perizia tecnica. Fra i 272 soggetti che avevano chiesto l’insinuazione al passivo, il ministero aveva chiesto un risarcimento di 142 milioni di euro, la Regione di quasi 5 milioni e Acque del Chiampo di 2,7 milioni. «La Regione proporrà senza indugio opposizione alla mancata ammissione – dichiara l’assessore al Bilancio Gianluca Forcolin - la decisione del giudice delegato si fonda su motivazioni di carattere eminentemente formale. Le somme per le quali la Regione si era insinuata nel passivo sono infatti state spese per la messa in

sicurezza del sito contaminato e per garantire la fornitura di acqua potabile alle popolazioni che vivono sopra la falda inquinata. Inoltre, nelle prossime settimane sarà presentata da parte della Regione anche un’ulteriore istanza per il riconoscimento delle spese sostenute per le stesse cause di carattere ambientale, ma che sono state effettuate dopo l’apertura del fallimento». Sul piano politico è intervenuto anche il consigliere regionale Jacopo Berti (5 Stelle): «Grazie al fallimento, la Miteni ha visto respinte al momento le richieste di risarcimento danni

A Trissino Lo stabilimento Miteni

presentate da vari enti territoriali. Non disperiamo neanche stavolta, perché possiamo ancora vincere: la Regione deve fare subito ricorso al tribunale fallimentare, se non lo fa subito saranno vanificati anni di battaglie. Deve essere la priorità per Zaia e la giunta». Il curatore De Rosa non ha rilasciato dichiarazioni, ma per lui parlano le note riportate nel progetto di stato passivo: «Le pretese hanno natura risarcitoria» e pertanto richiedono «l’accertamento di un nesso di causalità» che a oggi nessun tribunale ha ancora sentenziato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

occultavano dati o notizie circa l’effettiva situazione patrimoniale e finanziaria della società». Accuse pesanti, che però paiono in gran parte destinate a svanire nel nulla: il reato di falso in prospetto sarà prescritto nel giugno del prossimo anno, l’aggiotaggio nell’estate del 2021. Difficile pensare che si arrivi a una sentenza definitiva perfino per i due episodi di ostacolo alla Vigilanza, che decadranno tra la fine del 2023 e l’agosto 2024. Lo sa bene anche il pm de Bortoli, che sottolinea come «nonostante le varie richieste non abbiamo avuto risorse, né umane né tecniche e ci siamo dovuti arrangiare». Il difensore di Consoli, l’avvocato Ermenegildo Costabile, ieri ha sottolineato di aver saputo «dalla stampa la notizia della chiusura delle indagini. Preciso sin d’ora che si tratta di una comunicazione che ha l’esclusiva funzione di informare l’indagato del fatto per cui si procede, della sua facoltà di prendere visione degli elementi raccolti e di svolgere la propria difesa». Resta quindi convinto di poter dimostrare «l’insussistenza delle ipotesi di accusa». Milvana Citter Andrea Priante © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ufficio gare appalti lavori

ISTITUTO NAZIONALE PER L’ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO

AVVISO DI GARA PER ESTRATTO

L’Inail - Direzione centrale patrimonio - p.le G. Pastore, 6 - 00144 Roma indice gara a procedura aperta, ai sensi dell’art. 60 del d.lgs. 50/16, suddivisa in n. 3 Lotti, per l’affidamento mediante accordo quadro ai sensi dell’art. 54 del citato decreto, dei servizi di ingegneria e architettura, inerenti alla progettazione, alla direzione dei lavori e al coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, di opere comprese nella programmazione dei lavori triennio 2019 - 2021. (Gara n. 10/2019) Lotto n. 1 Area geografica Centro-Nord CIG n. 78377056C5; Lotto n. 2 Area geografica Roma CIG n. 7837731C38; Lotto n. 3 Area geografica Centro-Sud CIG n. 7837754F32; Per il bando completo si rimanda alla visione del sito. Prestazioni - appalto di servizi. Importo complessivo presunto posto a base di gara a pari ad € 24.516.117,00 oltre IVA e oneri previdenziali come specificato nel disciplinare di gara e capitolato. Termine presentazione offerte: 15 maggio 2019 ore 12,00 a pena di esclusione. II bando di gara a pubblicato sulla Guue/S n. 2019/S 066 155008 del 3 aprile 2019 e sulla G.u.r.i. 41 del 5 aprile 2019, nonche sul sito Internet www.inail.it e www.acquistinretepa. it. Direzione centrale patrimonio II Direttore centrale f.to dott. Carlo Gasperini


REGIONE ATTUALITÀ

Corriere del Veneto Mercoledì 10 Aprile 2019

L’INTERVISTA IL VESCOVO PAVANELLO

● L’editoriale

«Lapiccolaalunnastraniera èstatavittimadidiscriminazione ViolatalanostraCostituzione»

Una lezione immorale SEGUE DALLA PRIMA

E

IldelegatodellaConferenzaepiscopaletriveneta:noapovericontropoveri

ROVIGO Pierantonio Pavanello,

vescovo di Adria e Rovigo, è stato nominato dalla Conferenza episcopale del Triveneto (Cet) responsabile del Servizio interdiocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, recentemente istituito da papa Francesco. Esperto di Diritto canonico, 63 anni, monsignor Pavanello è dal 2016 in servizio in Polesine, sua prima cattedra vescovile, dopo una lunga esperienza pastorale nel Vicentino, iniziata nel 1982 dopo l’ordinazione sacerdotale. La nomina dal Cet arriva nelle stesse ore in cui l’Italia si interroga su quanto avvenuto nella scuola elementare di Minerbe, nel Veronese, dove una bimba di origine marocchina è stata costretta a mangiare tonno e cracker, mentre gli altri bambini pranzavano normalmente, perché i genitori non erano in regola con il pagamento della mensa. Monsignor Pavanello, cosa pensa della vicenda? «È una forma di discriminazione. C’è un rispetto della dignità della persona, in questo caso minore, che comanda di evitare di discriminare per ragioni di carattere economico, per nazionalità, per religione. Uno dei principi fondamentali della Costituzione è l’uguaglianza di tutti i cittadini». Cosa può fare il servizio di tutela della Chiesa a difesa delle persone vulnerabili? «La Conferenza episcopale italiana (Cei) si riunirà dal 20 al 23 maggio prossimi per definire le linee guida. Il servizio nasce anzitutto per contrastare e prevenire gli abusi sui minori, attraverso la formazione di tutti gli operatori che nella Chiesa hanno a che fare con i bambini: animatori, educatori, capi scout e, naturalmente, i ministri di culto, che hanno per funzione una maggiore responsabilità. L’efficacia degli strumenti si misura sulla loro capacità di essere presenti sul territorio in modo puntuale e competen-

Pavanello Uno dei punti fondanti della Carta è l’uguaglianza

te». Operativamente come vi state muovendo? «Verranno formate équipe di psicologi, pedagogisti, avvocati, sacerdoti per garantire anzitutto la tutela dei bambini e delle persone vulnerabili. Ogni Diocesi avrà la propria diramazione territoriale, perché la Chiesa ritiene che debba essere garantita un’attenzione particolare, contribuendo a creare una cultura che contrasti violenze e discriminazioni. La protezione passa anche attraverso un uso c o n s a p e vo l e d e i s o c i a l network, nell’attenzione alle parole e alle immagini».

Tommasi, presidente Aic

«Il gesto di Candreva aiuti a riflettere: i bimbi sono sacri»

«È la risposta a chi dice che calcio, sport, popolarità sarebbero realtà parallele che allontanano le persone dalla realtà vera. E in ogni caso Candreva è prima di tutto un italiano, uno dei tanti italiani che avrebbero fatto la stessa cosa perché credono in un mondo un po’ migliore. Un mondo dove i bambini non sono un numero». Risponde da Roma, Damiano Tommasi. Anni 44, veronese della Valpolicella, uno scudetto nel curriculum. Dal 2011 l’ex centrocampista della Nazionale è il presidente dell’Aic, cioè l’Associazione Italiana Calciatori. Il gesto di Candreva arriva da un mondo che Tommasi abita da tempo. Attacca così, Tommasi: «Chiamerò Candreva per ringraziarlo a nome dell’Aic. La storia di lui che permette a quella bambina di non dover più mangiare tonno e cracker è paradossale, purtroppo. È la storia di VERONA

Presidente Aic Damiano Tommasi

un sistema che fa ricadere sui bambini le scelte degli adulti, e di un contesto attuale in cui l’attenzione al bambino non sembra più avere così importanza. Mi fa piacere che dall’iniziativa di un calciatore parta una riflessione che tutti noi, in quanto genitori e adulti, dobbiamo fare». Un calciatore vuol dire stipendi colossali (quello di Candreva si aggira sui 2.2 milioni l’anno), uno stile di vita «altro», l’idea che certe buste paga facciano smarrire i contatti con la terra. Tommasi premette che «il ge-

sto di Candreva non è un’eccezione nel mondo del pallone» e poi risponde: «Faccio solo un esempio: nessuno si preoccupa se sono i grandi imprenditori a perdere il contatto con la realtà. O come loro gli artisti, i grandi cantanti. Detto che la maggior parte dei calciatori sono ragazzi molto giovani, con quelli professionisti d’élite si guarda allo stipendio quasi fosse uno stigma, dimenticando che quanto una persona guadagna è relativo rispetto alla sua scala di valori». Si torna, allora, a quel gesto e a quell’abitante di Minerbe che, richiesto di un commento dal Corriere del Veneto, rispondeva due giorni fa che «se le leggi fossero rispettate da tutti saremmo tutti più sereni: questo non è il Paese dei Balocchi». Riflette, Tommasi: «I diritti dei bambini sono riconosciuti a livello internazionale. Non si può tornare indietro. Qui oltretutto parliamo di scuola, diritto allo studio, all’istruzione: un concetto come il paese dei Balocchi, in tale contesto, non c’entra niente». Matteo Sorio © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le parole alimentano i gesti di intolleranza? «La violenza non è solo nelle azioni, prima è nelle parole, nelle immagini. Nella società viene veicolata anche dal linguaggio che si usa. Il rispetto della persona è globale, deve tenere conto di tutti gli ambiti di espressione. A maggior ragione quando ci si relaziona a persone che vivono contesti di fragilità». Questa attenzione spesso viene liquidata come buonismo, addirittura nel dibattito politico ai più alti livelli... «L’ecologia delle relazioni umane è un problema della società, non solo della Chiesa. La Chiesa deve essere profetica e indicare delle strade. È suo compito ed è parte della sua missione. Non voglio entrare nel dibattito politico nazionale ma soffermandomi per esempio su Rovigo, la mia città che sta per andare al voto, penso che la politica debba guardare oltre l’interesse di parte, sapere ragionare nell’interesse del bene comune, recuperare la capacità di ragionamento condiviso, credere nella forza del dialogo». Spesso le persone e i minori vulnerabili sono immigrati e, spesso, si tende a contrapporre il loro disagio a quello degli italiani di nascita. Cosa ne pensa? «Si deve evitare di mettere i poveri contro altri poveri. Bisogna lavorare per costruire risposte possibili. Il comportamento del ragazzo di Torre Maura, a Roma, è stato molto significativo, perché ha dato con grande maturità una risposta dal basso ad atteggiamenti di contrapposizione. Ma penso anche al messaggio positivo di Greta Thunberg per la tutela globale dell’ambiente, al coraggio dei ragazzi del bus di Crema. I più giovani ci danno esempi e insegnamenti importanti. Dobbiamo ascoltarli di più. Credo stiano maturando elementi positivi da valorizzare». Nicola Chiarini © RIPRODUZIONE RISERVATA

Pacetragliindipendentisti,nasceilpartitounico

Morosin, Guadagnini, Chiavegato, l’autonomia mancata dà linfa a nuovi progetti

Mirto Ora assemblee in tutte le province, lanciamo il manifesto

VENEZIA Pare incredibile, per chi conosce la frastagliata galassia degli indipendentisti, e invece pare proprio che stavolta ce l’abbiano fatta: superando la proverbiale litigiosità (loro stessi ci scherzano su: «Se metti due indipendentisti in una stanza, stai sicuro che ne escono con tre idee diverse»), ieri le principali sigle del mondo venetista hanno annunciato la nascita del «partito unico». Siamo Veneto, Indipendenza Veneta, Gruppo Chiavegato, Progetto Veneto Autonomo, Veneto Stato d’Europa oltre ad una serie di reti civiche locali, hanno deciso di dare

vita al «Partito dei Veneti». L’obiettivo dichiarato è «l’autogoverno»; l’orizzonte sono le elezioni regionali del prossimo anno; la spinta deriva dallo stallo in cui è precipitata la trattativa autonomista tra la Regione e l’esecutivo gialloverde dopo il referendum del 22 ottobre 2018 e la chiusura della bozza d’intesa mai uscita dal Consiglio dei ministri. «Il Partito dei Veneti ha l’ambizione di essere il partito territoriale del Veneto, sul modello dei partiti territoriali di Trento e Bolzano; con i quali, non a caso, abbiamo firmato un patto di collaborazione - commenta il consi-

gliere regionale Antonio Guadagnini -. L’unico modo per essere come Trento e Bolzano è fare come Trento e Bolzano». D’accordo Alessio Morosin, storico leader di Indipendenza Veneta: «Si tratta di una vera novità sulla scena politica regionale ormai stanca di essere ostaggio dei giochi politici dei partiti italiani. Lega in primis. Serve un’azione unitaria, convinta, territoriale, trasversale, non asservita ai partiti italiani. Zaia? Pur apprezzato come amministratore, è succube della politica di Salvini che è alla conquista dei voti del Sud». Il bacino di voti potenziale,

se si fa riferimento alle Regionali del 2015, è tutt’altro che trascurabile: siamo attorno al 6% (più di Forza Italia) e non è detto che la delusione per la mancata concretizzazione del processo autonomista a trazione Zaia-Salvini-Di Maio non spinga qualcuno verso posizioni più nette e radicali. «Nelle prossime settimane convocheremo assemblee in tutte le provincie, presenteremo il partito e lanceremo il nostro manifesto. Il tempo delle richieste col cappello in mano è finito» avverte il neo coordinatore Giacomo Mirto. Ma. Bo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Guadagnini Vogliamo essere come Trento e Bolzano? Facciamo come loro

di chi accusa tutti i leghisti di essere, appunto, razzisti – argomentazioni entrambe diffuse, indebite come tutti i pregiudizi e le generalizzazioni, ma che sicuramente possono, entrambe, portare dei casi a supporto. No, il problema è che qui il merito è proprio un altro: le questioni precedenti sono per così dire solo rafforzative. È che di fronte a un problema relativamente banale e antico quanto il mondo (nella fattispecie: qualcuno che non paga il dovuto, perché non può o non vuole, a fronte di altri che lo fanno) la sola soluzione che viene in mente a un primo cittadino, che è la testa e la bocca della città che rappresenta, e pro tempore anche la guida morale di una comunità (più o meno) civile, sia quella di attivare un comportamento appunto discriminatorio e, dato che si parla di bambini, terribilmente infantile (mancava giusto aggiungerci un bel «cicca cicca» per completare il quadro). E che molti concittadini, e sicuramente molti altri, lo difendano e lo giustifichino. È questo che dà da pensare: e, davvero, che la discriminazione sia fattuale – peraltro lo è – o solo simbolica, e di entità grave oppure modesta, è proprio l’ultimo dei problemi, e non dovrebbe nemmeno essere argomento di discussione. Resta una discriminazione. Dà da pensare in molti ambiti: dallo scadimento del livello del dibattito pubblico (dai leoni da tastiera dei social alle schiere di commentatori e giornalisti lesti a difendere l’indifendibile), al terribile crollo della qualità del ceto politico anche locale, sempre più fortemente composto da personale di imbarazzante impreparazione e sorprendente (mancanza di) tensione morale – che ci piacerebbe chiamare col suo sobrio e antico nome di senso civico. È questo l’insegnamento vero della vicenda di Minerbe, e di tante, troppe altre che si stanno ripetendo con inquietante frequenza in altre località della penisola, e spesso purtroppo nei nostri paraggi. Ciò che avrebbe trovato il modo e la saggezza di risolvere, per altre vie, un assistente sociale al primo anno di tirocinio, o una qualunque persona con un minimo di senso civico e desiderio di buongoverno della cosa pubblica, finisce per essere oggetto di una sciocca ripicca, che va a incattivire ulteriormente le schiere contrapposte del pubblico dibattito. Senza peraltro risolvere alcun problema; anzi, accentuando i conflitti già presenti nella società. Stefano Allievi

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MERCOLEDÌ 10 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

il dopo alluvione

Approvati i finanziamenti per strade, fiumi, laghi e case Il Commissario Zaia ha anche nominato i nuovi soggetti attuatori per i progetti i cantieri di ripristino dovranno partire entro il prossimo 30 settembre

E per i privati che in queste settimane hanno ripetutamente protestato per le lungaggini? A loro vanno i rimanenti 25 milioni di euro, destinati in parte anche alle attività produttive che hanno subito danni. Fino a 5 mila euro per le abitazioni, fino a 20 per le imprese. Il Commissario Zaia ricorda, al riguardo, che i 50 milioni di euro per far fronte ai primi danni, inclusi quelli a privati e imprese, sono già in liquidazione a completamento degli acconti di prima emergenza. CHI SE NE OCCUPA

Francesco Dal Mas BELLUNO. 195 milioni per la

bonifica dei laghi e dei torrenti, la messa in sicurezza dei versanti a rischio e delle strade. 25 milioni per indennizzare i privati, case ed imprese. Finalmente le risorse possono diventare dei cantieri: entro e non oltre, si badi, il 30 settembre. Lo ha fissato il Commissario per il maltempo Luca Zaia, con tanto di delibera che riguarda sia chi dovrà gestire questa massa di soldi, sia i principali progetti che saranno finanziati.

LE OPERE MAGGIORI

8 milioni tondi tondi per bonificare il lago di Alleghe. 26 milioni e 300 mila euro per i paravalanghe in comune di Livinallongo. 18 milioni e 775 mila euro per altre protezioni nei siti valanghivi di Rocca Pietore. In totale saranno realizzati da quest’estate para-

Molti i cantieri che saranno aperti lungo il Cordevole, alcuni sono già in opera

massi ed altre misure di sicurezza per ben 69 milioni. E chi li materializzerà? Veneto Strade, che dovendo proteggere le sottostanti arterie, ne dovrà eliminare i pericoli incombenti. Ma queste sono soltanto alcune delle voci di spesa dei primi 195 milioni da realizzare nel cratere del-

la distruzione di fine ottobre. I cittadini colpiti da Vaia possono tirare finalmente un sospiro di sollievo. Il Commissario delegato ai primi interventi urgenti di Protezione Civile - Zaia, appunto - ha infatti emesso una ordinanza, la n. 5/2019, che nomina i nuovi soggetti attua-

tori incaricati di realizzare i primi interventi definiti dal Piano del Commissario per il 2019 e rende appunto cantierabili i primi 220 milioni di euro, dei quali 195.621.778 euro destinati ad interventi da realizzare nel corso di quest’anno, da avviare in ogni caso entro il 30 settembre.

de carlo e il caso minerbe

roger de menech

Bimba senza pranzo «Un fatto vergognoso»

Il Pd: «Imbarazzante la risposta del governo sulle targhe straniere»

BELLUNO. Il caso Minerbe, con

la bambina costretta a mangiare cracker e tonno alla mensa perché i genitori non avevano pagato la retta, fa scalpore anche in provincia di Belluno. «Vergognoso quello che è accaduto nella mensa della scuola in provincia di Verona, dove una bambina è stata gravemente discriminata perché i genitori non pagavano la retta», sottolinea su facebook il deputato di Fratelli d’Italia e primo cittadino di Calalzo, Luca De Carlo. «Lo dico da sindaco che conosce assai bene le

problematiche legate alla difficoltà di far quadrare i bilanci comunali, ma che mai ha fatto pagare ai figli le colpe, se ci sono, dei padri». «Una Nazione civile come la nostra», prosegue De Carlo , «non deve assolutamente permettere che una bimba venga discriminata per le condizioni economiche della famiglia. Se la famiglia ha dei problemi economici da affrontare, va aiutata, se la famiglia invece ha delle colpe, i genitori dovranno pagarne le conseguenze: ma la bimba no, mai». —

BELLUNO. «La risposta che il go-

verno ha fornito attraverso il sottosegretario Jacopo Morrone è a dir poco imbarazzante. Salvini fa di ogni erba un fascio e tratta i lavoratori transfrontalieri, gli emigranti e gli studenti all’estero come evasori fiscali. Per le migliaia di famiglie bellunesi con un’attività in Europa il problema rimane, ma non rinunciamo a una battaglia di giustizia». Il deputato bellunese Roger De Menech riporta il dibattito in aula sulla richiesta del Pd fat-

Il deputato del Pd De Menech

I nuovi soggetti attuatori nominati sono i direttori di Consorzi di Bonifica, responsabili dell’apertura dei cantieri sulla rete idrica minore, e di quelli dei Geni Civili per le opere necessarie alla rete idrica principale. Complessivamente i cantieri per far fronte al dissesto idrogeologico sono 49 per un importo pari a 67.4417.600 euro. Numerosi gli interventi lungo l’alveo dei torrenti per bonificarli dai materiali portati dall’acqua, alberi compresi. Il Cordevole, da questo punto di vista, sarà il più cantierato. Dalla Val Gares alla Val Zoldo, si vedranno i forestali all’opera per abbassare di qualche metro il letto dei corsi d’acqua. L’importo è di media fra i 300 ed i 400 mila euro, con interventi da mezzo milione proprio nel Cordevole, il più massacrato. Veneto Strade è stata, si diceva, individuata come stazione appaltante per le opere di protezione dei ver-

ta di affrontare il problema dei cittadini italiani che per motivi di lavoro, di studio o familiari e personali, circolano con targhe straniere. Per i bellunesi che hanno avviato imprese all’estero, che studiano fuori dall’Italia «è una beffa», accusa De Menech. «Non solo hanno dovuto lasciare la propria terra, ma per Salvini e compagnia hanno la colpa di mantenere un legame forte con il Paese d’origine, attraverso la cittadinanza». «Di fronte a un quesito specifico in cui si chiedeva se e quali iniziative specifiche il governo volesse adottare, il sottosegretario si è limitato a leggere testualmente la norma», attacca il deputato. «È evidente che il governo non ha alcuna intenzione di affrontare il problema che riguarda quasi seimila lavoratori frontalieri che hanno rap-

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santi interessati dagli schianti boschivi, che rientrano nella parte del piano relativa alla prevenzione del rischio valanghivo in base al quale si prevede di aprire 21 cantieri per un importo pari a 69.269.217 euro. La somma più rilevante verrà spesa a Livinallongo, dove sono ben 200 gli edifici a rischio, con più di 300 persone che vi abitano. Soggetti attuatori sono stati nominati, tra gli altri, anche i dirigenti tecnici delle Amministrazioni Provinciali di Belluno, Treviso, Vicenza e Verona, mentre, per quanto concerne il Rischio Valanghivo, il nuovo soggetto attuatore è Italo Saccardo, dirigente del “Centro Servizi” Arpav. L’ordinanza del Commissario dispone ancora di erogare ai Comuni colpiti l’anticipazione del 30 per cento dell’importo assegnato, pari a 2.157.399 euro, per l’avvio di decine di cantieri in tutti i territori provinciali interessati dal maltempo autunnale. Il Commissario prevede, infine, di individuare nuovi soggetti attuatori tra i Comuni che saranno individuati progressivamente, attraverso le prossime ordinanze, per accelerare e favorire l’avvio di tutte le opere. «Va ricordato, infatti, che i cantieri complessivamente previsti dal Piano del Commissario solo per il 2019 sono 350 in tutto il territorio veneto, principalmente concentrati nella provincia di Belluno» ricorda Zaia. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

porti con San Marino e altre migliaia di persone residenti nelle province di confine». «Siamo tutti d’accordo di voler contrastare l’elusione da parte di chi cerca di non pagare le tasse in Italia», puntualizza De Menech. «Ma qui stiamo parlando di cittadini, studenti, lavoratori dipendenti e imprenditori che subiscono multe da 700 a 2.800 euro col rischio di sequestro del veicolo perché guidano un’auto aziendale, perché magari hanno attività all’esterno o vi si trovano momentaneamente per ragioni di studio. Oppure perché fanno parte di famiglie composta da cittadini italiani e stranieri. È giusto che queste persone vengano trattate come delinquenti? Pensiamo di no, ma evidente il sottosegretario Morrone e il ministro Salvini la pensano diversamente». –

abitudini quotidiane

obbligo di presentazione

COMUNE DI CENCENIGHE AGORDINO

Istat, al via un’indagine sulle famiglie italiane

Non va dai carabinieri arrestato un polacco

BELLUNO. Da lunedì e fino al 10 maggio si svolgerà un’indagine campionaria multiscopo Istat su “Aspetti della vita quotidiana” per conoscere le abitudini dei cittadini e i problemi che essi affrontano ogni giorno e se sono soddisfatti del funzionamento di quei servizi di pubblica utilità che dovrebbero contribuire al miglioramento della qualità della vita. L’indagine è campionaria, quindi rivolta a un elenco de-

BELLUNO. Vìola le disposizioni del tribunale e viene arrestato. I carabinieri della stazione di Belluno hanno eseguito un ordine di carcerazione arrestando un polacco di 37 anni residente a Piombino Dese (in provincia di Padova) ma domiciliato a Belluno. L’uomo era stato sottoposto alla misura della presentazione alla polizia giudiziaria ma a quanto pare ha violato più volte questo obbligo, comportandosi un po’ come

AVVISO DI DEPOSITO ADOZIONE E DEPOSITO PIANO DIEGLI INTERVENTI (P.I.) N. 1 Il Sindaco, rende noto che con deliberazione del Consiglio Comunale n. 6 del 28 marzo 2019 è stato adottato il Piano degli Interventi (P.I.) N. 1, di adeguamento al P.A.T.I. ai sensi dell’art. 18, comma 2, della Legge Regionale 23 aprile 2004 n. 11. A partire dal 5 aprile 2019, gli elaborati del Piano sono depositati, a libera visione del pubblico, per 30 giorni, presso l’Ufficio Tecnico del Comune di Cencenighe Agordino e, ai sensi del comma 3, art. 18 della Legge Regionale 23 aprile 2004 n. 11, entro i successivi 30 giorni dalla data di scadenza del periodo di deposito, ovvero fino al 6 maggio 2019, chiunque può presentare osservazioni al Piano. Gli elaborati sono altresì consultabili sul sito internet del Comune di Cencenighe Agordino al seguente indirizzo: www.comune.cencenigheagordino.bl.it; Il Responsabile del Servizio Tecnico – Riva Paolo.

finito di famiglie alle quali alcuni giorni prima dell’intervista viene inviata una lettera a firma del presidente dell’Istat in cui viene presentata l’indagine. Le famiglie verranno poi contattate dal rilevatore comunale, munito di apposito tesserino Istate. Per il Comune di Belluno, informazioni o chiarimenti sulla rilevazione possono essere richiesti all’Ufficio Statistica comunale, contattando il numero 0437 913532. —

voleva. In più occasioni ha mancato l’appuntamento con la firma davanti alla polizia giudiziaria. Questo atteggiamento ha determinato l’emissione dell’ordine di carcerazione che i carabinieri di Belluno hanno eseguito il 5 aprile scorso. Al termine delle formalità di rito veniva il polacco è stato tradotto nel carcere di Baldenich in attesa delle decisioni della magistratura. —


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MERCOLEDÌ 10 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

L’allarme al Vinitaly

la Fiera

Il grande giorno delle bollicine della Marca A Verona, ieri, il Prosecco-day, le bollicine della Marca star mondiali A sinistra lo stand del prosecco Doc, a destra l’ingresso del padiglione del Veneto. Sopra i presidenti dei tre consorzi: Armando Serena (Docg Asolo-Montello), Innocente Nardi (Docg Conegliano e Valdobbiadene), Stefano Zanette (consorzio Doc), qui a fianco anche in “versione” Frecce Tricolori.

Dazi Usa, il Prosecco in allarme rosso I consorzi: basta guerre commerciali A rischio 300 milioni di esportazioni negli States. Zaia: «Inimmaginabile, territorio in ginocchio». Nel mirino il made in Italy dall'inviato Andrea De Polo VERONA. «Gli Stati Uniti senza

Prosecco sarebbero più tristi» assicura il governatore Zaia, ma i musi lunghi ieri al Vinitaly erano quelli dei produttori in fiera. A sconvolgere il Prosecco day al Vinitaly ci ha pensato ieri Trump, con l’annuncio dei dazi sui prodotti della Ue: c’è di tutto, ma l’agroalimentare parla italiano. Nella lista nera Prosecco, Marsala, superalcolici, e altri ambasciatori del “ made in Italy” come formaggi (Pecorino in primis), yogurt, olio d’oliva, uva, marmellate, succhi, acqua. Una partita da 4,2 miliardi, il 10% dell’export italiano. Basta un calcolo, nemmeno complicato: Gran Bretagna e Stati Uniti sono primo e secondo mercato per l’export del Prosecco (per la Doc valgono, insieme, il 50% dell’intera esportazione), Brexit e minaccia di dazi Usa mettono a rischio qualcosa come 750 milioni di euro, di cui 300 solo per gli Stati Uniti. La prima reazione è emotiva: «Se Trump ci tira uno schiaffo, noi gliene tireremo due», commenta Stefano Zanette, presidente del consor-

zio di tutela Prosecco Doc, riferendosi alla possibilità di una guerra commerciale Ue - Stati Uniti, con i contro-dazi europei. Lo stesso Zanette (la sua denominazione ha esportato nel 2018 618 mila ettolitri, per un valore di 200 milioni) corregge subito il tiro: «Vogliamo evitare qualsiasi tensione, serve fare pressione assieme a tutto il comparto agroalimentare italiano, anzi europeo, una partita da gestire con lo Champagne perché una misura del genere penalizzerebbe tutti. Si può agire anche come Sistema Prosecco, con i tre consorzi uniti». Lo scenario peggiore vedrebbe dazi sulle esportazioni in Gran Bretagna, fuori dalla Ue e negli States. A quali altri mercati rivolgersi a quel punto? «L’Australia in un anno è cresciuta del 32%, la Polonia è in forte ascesa, ma non vogliamo nemmeno pensare a scenari simili». Chi sta già pagando le tensioni internazionali è la Docg Conegliano-Valdobbiadene, che per la prima volta ha visto il segno meno davanti alle cifre dell’export 2018. Cose mai viste prima. E tra i Paesi in difficoltà ci sono proprio gli Usa: «Ci appelliamo a governo italiano e Ue», afferma Innocente

Nardi, presidente di quel consorzio di tutela, «al di là degli Usa sta crescendo il numero di Paesi in cui vendiamo le nostre bottiglie, c’è bisogno di un’Europa sempre più presente. Italia e Ue si facciano sentire». Il calo del 2018? È legato semplicemente a una vendemmia sfortunata, quella 2017. Ma le bottiglie sono state vendute tutte». La minaccia firmata Trump ha agitato anche la giornata del governatore Luca Zaia, pri-

C’è chi minimizza ma anche chi cerca già alternative a Est lungo la via della Seta mo interlocutore istituzionale – come Regione Veneto – dei produttori vitivinicoli. Fino a ieri per Zaia l’unica sfida internazionale del mondo Prosecco era la candidatura a sito Unesco della Docg Conegliano-Valdobbiadene («Non torneremo da Baku a mani vuote, ho buone sensazioni»). Su Trump, Zaia è più incendiario che pompiere: «Dazi sul Prosecco? Ma stiamo scherzando? Inimmaginabile. Met-

terebbero in ginocchio l’economia di un territorio. E non farebbero bene nemmeno agli Usa, torneremmo al mercato nero. Non parliamo di prodotti di poco conto ma di un’eccellenza universale, la Regione farà la sua parte, l’Europa eviti di muoversi come un elefante in cristalleria». E pensare che tutto è partito dalle schermaglie sugli aiuti Ue ad Airbus, rivale di Boeing. «È il momento di ragionare da grande mercato», conclude Zaia, «è il momento del dialogo». Tra la “base”, gli stand dei produttori a Vinitaly, tira un’aria da “già visto, già sentito”. «Dazi? Non è la prima volta che se ne parla, ma nessuno ha mai rinunciato al Prosecco. E a Trump piace spararle grosse», dice un produttore. La soluzione, a mali estremi, sarebbe già tra gli stand veronesi: gruppi di buyer dall’Estremo Oriente sempre più interessati alle bollicine di Marca. Chiedono, si informano, chiudono contratti. Se si chiude il mercato a Occidente, c’è una Via della Seta... alcolica da esplorare verso Cina e Giappone. Dove però si affolleranno anche Cava, Champagne e tutti i concorrenti del Prosecco. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

la black list oltreoceano

Vini, formaggi e olio L’export agroalimentare vale 2,2 miliardi di euro ROMA. I dazi annunciati da

Donald Trump potrebbero mettere a rischio 2,2 miliardi di made in Italy agroalimentare con forti effetti sulla bilancia commerciale del nostro Paese. Lo rileva l’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) dopo l’annuncio di possibili dazi diffuso dall’amministrazione statunitense. L’export agroalimentare negli Stati Uniti nel 2018 ha raggiunto quasi 4, 25 miliardi di euro e i prodotti più rilevanti del made in Italy agroalimentare verso gli Usa sono il vino, la pasta, l’olio d’oliva e i formaggi ovvero quasi tutte le categorie che sarebbero penalizzate dall’eventuale introduzione di dazi. Nella black list si trova, ad esempio, il Pecorino Romano per le cui sorti il

mercato Usa ha dimostrato di essere determinante. Un altro prodotto che potrebbe essere bersaglio dei dazi è l’olio vergine d’oliva il cui export verso gli Usa, nel 2018, ha toccato i 359 milioni di euro, con un trend di crescita del 60% negli ultimi 10 anni. Secondo l’Ismea inoltre, un duro colpo all’agroalimentare italiano potrebbe derivare dall’applicazione dei dazi sui vini italiani. Attualmente gli Stati Uniti coprono con circa 1,5 miliardi di euro un quarto del totale delle esportazioni enologiche italiane nel mondo. Un ruolo determinante in questa crescita è da attribuire al Prosecco i cui flussi sono cresciuti del 440% negli ultimi 10 anni, arrivando a quota 334 milioni di euro. —


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E mail belluno@corrierealpi.it Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967

BELLUNO il mondo dell’istruzione

Scuola, 524 studenti in meno da settembre De Bastiani: «Il sistema va ripensato» Il calo maggiore alle elementari (-268) e alle superiori (-184). Con il prossimo anno possibile il taglio di qualche classe Paola Dall’anese

ipsaar dolomieu

BELLUNO. Una vera emorra-

Convitto, manca il numero minimo a rischio chiusura

gia. A settembre la scuola bellunese si presenterà ai nastri di partenza del nuovo anno con 524 studenti in meno. A tanto ammonta la riduzione degli iscritti rispetto all’anno in corso. La perdita maggiore si registra alle elementari (-268 alunni), seguite dalle superiori (-184) e dagli asili (-78). In controtendenza, invece, la scuola media, che guadagna sei studenti. Un calo dovuto a molti fattori (dalla flessione della natalità all’abbandono del territorio da parte di tanti bellunesi), che porterà alla riduzione di classi, anche se le cattedre previste dovrebbero rimanere invariate.

Problemi al convitto dell’istituto alberghiero Dolomieu di Longarone dove gli iscritti sono inferiori ai 40 richiesti per funzionare. «Non c’è ad oggi il numero minimo», precisa il dirigente dell’Ust, Gianni De Bastiani, «e questo significa che saremo in difficoltà con gli educatori. C’è quindi il pericolo che non si attivi il convitto». Dalla scuola fanno sapere che «ci stiamo mobilitando con i genitori per capire se si può far partire il semiconvitto, andando così in deroga».

IL CALO DEGLI ISCRITTI

La situazione è preoccupante soprattutto nella parte alta della provincia, dove, come annuncia il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale (Ust) Gianni De Bastiani, «dal 2020 bisognerà iniziare la discussione sulla razionalizzazione delle classi, ma anche dei plessi scolastici». Il prossimo anno gli studenti saranno complessivamente 23.343: 2.507 alla scuola dell’infanzia, 7.669 alle elementari (5.228 a tempo normale e 2.441 a tempo pieno), 5.099 alle medie (3.812 con orario normale e 1.287 con il tempo prolungato), 8.063 alle superiori. Da segnalare un dato importante: il numero elevato di alunni che hanno scelto i tempi pieni o prolungati, tanto che il Miur ha deciso di concedere più cattedre per venire incontro alle richieste delle fa-

longaronese-zoldano Studenti durante una lezone a scuola

miglie bellunesi che scelgono questa opportunità messa a disposizione dalle scuole per riuscire a conciliare, nel miglior modo possibile, i tempi del lavoro con quelli della famiglia. IN CRISI LE TERRE ALTE

Ad oggi, le criticità maggiori sono concentrate nelle aree del Longaronese-Zoldano, ma anche del Cadore e del Comelico. «Nel prossimo anno scolastico manterremo in vita tutti gli istituti comprensivi attuali», spiega il dirigente scolastico Gianni De Bastiani, «ma dal 2020 dovremo giocoforza iniziare a ragionare sugli accorpamenti. Alcuni esempi? Quelli di Zoldo e Lon-

garone potrebbero essere uniti, vista la fatica a mantenere i numeri per l’autonomia, lo stesso vale per Domegge, Auronzo, Santo Stefano e Pieve di Cadore». «La scuola così com’è ora non sarà più sostenibile», prosegue il provveditore. «Va ripensata e inizieremo a farlo già nell’incontro pubblico previsto il 15 maggio, nel quale si parlerà appunto del futuro della scuola di montagna. Si discuterà, cioè, del futuro degli istituti, che dovranno essere ripensati per avere una certa stabilità e soprattutto un numero di studenti e di personale amministrativo tale da garantire il funzionamento del-

l’evento

Domani scatta il “Welfare Day” a favore di lavoratori e imprese Organizzato da Confartigianato l’incontro si svolgerà nella sede dell’associazione al pomeriggio e servirà per informare su queste opportunità BELLUNO. Grande evento per

parlare di welfare in provincia di Belluno. Domani nella sede di Confartigianato in piazzale Resistenza 8 si terrà il “Welfare day”, l’appuntamento dedicato alla sensibi-

lizzazione e all’informazione sulle principali tematiche legate al welfare promosso da Regione Veneto, attraverso Veneto Welfare, unità operativa di Veneto Lavoro e Confartigianato che si fa promotrice della manifestazione con il coinvolgimento di Sani in Veneto, di Solidarietà Veneto e di Ebav. Imprese e cittadini sono invitati a partecipare agli eventi in calendario nell’arco del

pomeriggio per conoscere le opportunità offerte dalle forme pensionistiche e sanitarie complementari, inoltre ci sarà anche un’unità mobile per visite gratuite aperte a chiunque (preferibile la prenotazione allo 0437 933271-273) per un check up gratuito di tipo cardiologico e senologico tramite strutture convenzionate. Inoltre, sarà allestito uno stand a cura di Sani in Veneto per il sup-

la scuola». LE CATTEDRE

Dopo la diffusione dei dati relativi agli studenti e all’organico di diritto previsto per l’anno 2019-2020 da parte dell’Ufficio scolastico regionale (Usr), l’ex Provveditorato provinciale ha iniziato a lavorare «per verificare il dimensionamento delle classi e le eventuali pluriclassi. L’obiettivo è far tornare i conti sul numero di alunni per classe e sulle cattedre da coprire. Per il prossimo anno non ci saranno chiusure di plessi, ma qualche classe potrebbe saltare», dice De Bastiani. Attualmente per il

porto, da parte di psicologici iscritti all’Albo, ai cittadini colpiti dalle calamità naturali dello scorso autunno. «Alla base dell’iniziativa sta la necessità di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla legge regionale n.15/2017 “Interventi per lo sviluppo della previdenza complementare e del welfare integrato regionale del Veneto”», dichiara il direttore di Confartigianato Belluno, Michele Basso, «che punta a diffondere una cultura previdenziale e a sensibilizzare i lavoratori, specie i più giovani, sull’importanza del proprio futuro pensionistico e dei fondi bilaterali che erogano prestazioni e servizi ai lavoratori e alle imprese». A ribadire il valore del wel-

2019-2020 l’organico di diritto dovrà essere costituito da 2.143 cattedre: tra questi 182 posti riguardano il potenziamento di materie comuni, 284 il sostegno e 22 il potenziamento nel sostegno. Resterebbero, così, 72 ore da sistemare nell’organico di fatto che porterà quindi le cattedre disponibili a 2.215. Al Bellunese, sono stati dati sei posti in più per l’insegnamento tecnico pratico in base alla riforma degli istituti professionali che partirà da settembre, 9 posti per l’incremento del tempo pieno e due posti per l’insegnamento di uno strumento musicale. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

fare nell’organizzazione della società d’oggi è la presidente Claudia Scarzanella che puntualizza: «Sono convinta dell’opportunità di promuovere il tema del welfare con la finalità di dare tutele e sostegno ai lavoratori anche attraverso incentivazioni di varia natura. È nostro obiettivo

Per la presidente Claudia Scarzanella si tratta di un sistema per tutelare chi lavora promuovere attività di informazione e assistenza qualificata, curare i rapporti con gli enti, realizzare progetti di tutela sociale e di welfare per le

I due comprensivi potranno essere presto accorpati Problemi nel Longaronese-zoldano. Il preside dei due comprensivi Massimo Pisello, che andrà in pensione da settembre, precisa che «per ora il comprensivo di Longarone resiste con i suoi 400 studenti, mentre quello di Zoldo è già sottodimensionato con i suoi 200 iscritti. Certo la situazione è destinata a peggiorare. L’idea all’inizio era di realizzare un polo scolastico unico con l’istituto Dolomieu, ma l’Ic è di pertinenza del Comune, mentre il Dolomieu della Provincia».

nostre imprese. Inoltre, ricordo come ogni anno la previdenza complementare attiri potenzialmente circa 5 miliardi di euro di risorse: una parte di esse potrebbero essere reinvestite sul territorio, sia come sostegno alle imprese che in materia di opere pubbliche, ad esempio nelle infrastrutture territoriali». La giornata si chiuderà con il convegno sul tema “Welfare: quali opportunità?”, al quale interverranno: Michele Basso; Claudia Scarzanella; Paolo Feltrin, dell’Università di Trieste; Oscar Miotti, vicepresidente ordine psicologi del Veneto; Paolo Stefan, direttore Solidarietà Veneto e Greta Appolonio, Sani in Veneto. — F.R.


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L’allarme al Vinitaly Dietro le QUinte

Lo stand universale e la pizza di Zaia Astoria, trendy le damigelle di colore VERONA. Dalle metafore del governatore Luca Zaia, pizzaiolo oltre che vignaiolo per un giorno (“Prosecco ammortizzatore sociale del Veneto”, “Negli Usa compreranno il Prosecco dentro i sacchetti di carta come si vede nei film”) al super-stand dei tre Consorzi di Tutela del Prosecco (per la verità anche quest’anno un po’ fiacco). Vanno decisamente meglio le postazioni dei tre singoli Consorzi di tutela della Marca. All’esterno della Doc c’è Andro Mercù, di Radio24, che imita il premier Conte, Massimo Cacciari e persino il pontefice, Papa Francesco, con Bruno Vespa a fare da spettatore (il conduttore di “Porta a Porta” era passato a bere il caffè prodotto con le vinacce del suo vino di Manduria). E ancora le damigelle di colore con costume rosa che distribuiscono i gadget Astoria (piacciono al pubblico e i selfie si sprecano). Allo stand del Prosecco Doc è un susseguirsi ininterrotto di ospiti ed eventi. Si parla del nuovo progetto per la sostenibilità che vede im-

la sorPresa

l’aPPello

Docg, l’export 2018 in calo dopo il boom «Ma ci sono attenuanti»

Industriali e categorie «Si muova l’Europa» Gli industriali: diplomazia comune, o i buyer vanno altrove Polegato: «Dopo la Brexit altra tegola, un’intesa è urgente»

Una panoramica delle colline del Prosecco a Valdobbiadene VERONA. Un segno meno nel-

le performance della Docg Conegliano-Valdobbiadene fa sempre notizia, figurarsi se riguarda l’export 2018, e gli Usa in particolare, nel giorno in cui Trump minaccia dazi sulle bollicine di Marca. Nel 2018 l’export Conegliano-Valdobbiadene è calato del 9,1% a volume e del 7,8% a valore sui mercati esteri. Evento più unico che raro dopo anni di crescita senza ostacoli. Ma ci sono le attenuanti. La prima: il mercato italiano è cresciuto così tanto da compensare la perdita all’estero, il bilancio complessivo è di una leggera flessione dei volumi (90,6 milioni di bottiglie, - 1% sul 2017), ma di un netto aumento a valore (521,7 milioni di giro d’affari, + 3,8%). La seconda: i da-

ti si riferiscono alla vendemmia 2017. «Molto sfortunata dal punto di vista del clima», spiega Innocente Nardi, presidente della Docg, «questo ha costretto alcuni produttori di grandi dimensioni a rivedere i contratti in essere con l’estero, cosa non avvenuta in Italia. Il calo si spiega così, ma la denominazione, in assoluto, continua a crescere». Tra le note positive il decollo del Far East: + 73%. E la crescita della “Rive”, tipologia di 43 diverse località: «Produzioni collegate a siti circoscritti, la singola collina o il singolo appezzamento con particolare caratteristiche», commenta Nardi, «una tipologia di prodotto che dovrà ancora crescere per trasmette sempre meglio i valori specifici di ogni singolo territorio nella Docg». —

Zaia parla, al centro del tavolo Innocente Nardi , del consorzio Docg

dall'inviato VERONA. Parola d’ordine “Europa” per evitare lo scontro frontale con gli Usa e un danno economico incalcolabile. “Europa” invocata da Consorzi di Tutela e industriali, Coldiretti e semplici espositori. Perché non può essere la Regione Veneto (o il governo italiano) ad andare da Trump a tratta-

re, serve un’azione comunitaria di lobby per un mercato con un bacino di mezzo miliardo di persone. «Non consideriamola una sparata di Trump, guai a sottovalutare l’ipotesi dazi, si muova subito la diplomazia» commenta Maria Cristina Piovesana, presidente vicario di Assindustria Venetocentro, «anzi, le affermazioni del presidente Usa hanno già prodotto i lo-

ro danni, perché in una fase delicata di mercato come questa c’è il rischio che alla minima turbolenza i buyer rivolgano altrove le loro attenzioni. E pensare che ci sarebbe bisogno di serenità e stabilità. Hanno messo i dazi verso la Cina? I clienti si sono spostati verso il Vietnam». A parziale consolazione dei produttori italiani, il fatto che le tensioni riguardino tutta la merce prodotta nell’Ue. Dove potrebbero spostarsi i buyer per cercare soluzioni alternative? «Se non le troveranno, allora il problema sarà l’incremento di prezzo della merce, che porterà ad altri contraccolpi» ribadisce Piovesana. «In ogni caso gli States sono un mercato fondamentale per qualsiasi settore merceologico, mai come ora sentiamo la necessità di lavorare insieme, a livello comunitario, per prevenire ogni rischio. Tutto il Made in Italy rischia, non solo il Prosecco: è una sfida che abbraccia food e fashion, mobili e design. Già la situazione economica non è delle più favorevoli, il Pil non cresce, bisogna

pegnati Consorzio, Università di Padova, Cantine Le Rive, Santa Margherita, Villa Sandi e Cantina Sociale di Conegliano e Vittorio Veneto.Subito dopo arrivano i campioni della Superbike e MotoGp, che da quest’anno festeggiano le vittorie con il Prosecco Doc sul podio. Le presenze sono decine di migliaia dentro e fuori i padiglioni, con il passare del tempo i visitatori cedono alla fatica e all’alcol, anche se di eccessi non c’è proprio ombra, complice la politica di ingressi sempre più rigida da parte dell’ente Fiera: chiedetelo alla cantine, la sforbiciata sui biglietti omaggio è stata drastica, draconiana. Finisce con una migrazione di massa verso i parcheggi (una scommessa) e l’autostrada A4 (con tanto di coda infinita). E con controlli molto severi su chi esce con bottiglie: «Prego, la fattura». E il nominativo doveva corrispondere. Oggi ultimo giorno. Andare a Verona in treno? Forse migliora la situazione, ma occhio a comprare il biglietto. Evitare asolutamente l’ultimo minuto. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

fare quadrato con una politica comune europea». Concetti ribaditi da Ivo Nardi, presidente del gruppo vitivinicolo di Assindustria Venetocentro, ed espositore al Vinitaly con la sua Perlage. «La fiera sta andando bene, ma il mondo del Prosecco sta vivendo un momento delicatissimo», spiega Nardi, «se parliamo di dazi, parliamo di qualsiasi tipologia di merce prodotta in Europa. È chiaro che serve una risposta unica, e serve subito. Quello di Trump è un messaggio per la politica. Ciò che mi fa credere che andrà tutto per il meglio, è il fatto che i dazi penalizzerebbero anche gli Stati Uniti, dove non solo il Prosecco, ma tutto il Made in Italy gode di ottima fama». Non sarà peraltro solo un problema del Prosecco, vi-

Ivo Nardi: momento delicatissimo, anche se la rassegna va bene Ora una risposta unica sto che nelle minacce del presidente Usa sono inclusi numerosi prodotti agroalimentari. «Quella di oggi è una pessima notizia, dopo Brexit non ci voleva proprio», commenta Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso, «ci auguriamo che si trovi un’intesa per scongiurare danni in entrambe le direzioni. Non è il momento migliore per preparare una risposta, con le elezioni europee in arrivo a maggio. Guai a farci cogliere impreparati». — A.D.P. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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REGIONE

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elezioni europee, la corsa alle candidature

Sgambetti nell’armata leghista Rizzotto si defila: resto con Zaia La stretta sulle liste, voci sull’esclusione dei consiglieri regionali, Da Re in campo Bizzotto e Scottà vicini alla conferma. Si infiamma la sfida con emiliani e friulani

Filippo Tosatto I sondaggi accreditano alla Lega una valanga di consensi capace di moltiplicarne la rappresentanza a Bruxelles: oggi gli europarlamentari eletti a Nordest sono due appena (la vicentina Mara Bizzotto, il trevigiano Giancarlo Scottà), dopo il 26 maggio potrebbero diventare sei o forse sette, capovolgendo i rapporti di forza rispetto al Pd, vincitore nel 2014 e ora in debito d’ossigeno. Più poltrone, maggiori appetiti, così la corsa alle candidature si accende e i veneti, avvezzi alla parte del leone, si ritrovano a fronteggiare la concorrenza di emiliani, friulani, trentini e altoatesini, cresciuti oltre ogni previsione e decisi a ritagliarsi una sostanziosa fetta della torta. LA SPEAKER ZAIANA

Ma c’è anche chi si defila dalla competizione. È il caso di

LA PREFERENZA ROSA

Come dire, tanti i chiamati pochi gli eletti. A contendersi le caselle a disposizione (una mezza dozzina salvo sorprese da parte del “Capitano” che sarà capolista ovunque e potrebbe cooptare indipendenti di sua fidu-

Ciambetti, Caner Sandonà e Barbisan trai più accreditati nella corsa a Bruxelles

Silvia Rizzotto speaker in consiglio regionale, l’eurodeputata Mara Bizzotto e il consigliere Luciano Sandonà

Silvia Rizzotto, capogruppo della Lista Zaia all’assemblea regionale e speaker d’aula del gruppone di maggioranza. A sorpresa, si è ritrovata nella rosa dei candidati segnalati da Treviso a Matteo Salvini e i maligni hanno intravisto nell’operazione lo zampino di Roberto

m5s plaude al ministro fraccaro

Berti: 38 milioni in arrivo grazie al Decreto Crescita VENEZIA. La “Norma Fraccaro”, inclusa nel Decreto Crescita approvato dal Consiglio dei ministri, prevede lo stanziamento di circa 38 milioni di euro ai Comuni del Veneto su un totale di mezzo miliardo erogato agli enti locali su scala nazionale e distribuito in proporzione al numero degli abitanti. Si tratta di finanziamenti che i sindaci avranno a disposizione per la realizzazione di opere destinate all’efficien-

26 maggio sosterrò con convinzione e determinazione i candidati della Lega continuando a dedicarmi all’impegno al quale sono stata chiamata dalle donne e dagli uomini del Veneto».

tamento energetico e allo sviluppo sostenibile. In proposito, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Jacopo Berti afferma che «Queste opere utili al territorio dimostrano da parte del nostro Governo una visione a lungo termine che gli altri non hanno mai avuto negli ultimi anni. Parliamo di interventi mirati alla tutela dell’ambiente e alla sicurezza dei cittadini, come la transizione alle rinno-

Ciambetti, il presidente di Palazzo Ferro-Fini acerrimo rivale della Bizzotto e ansioso di sgambettarla nella corsa elettorale giocando sull’assonanza del cognome. Tant’è. Indispettita dai rumors, la battagliera Silvia ha chiarito le sue intenzioni in una lettera ai militanti:

vabili degli edifici pubblici, la loro messa in sicurezza e quella delle scuole. Poi potranno finanziare progetti per la mobilità sostenibile, la sicurezza delle strade e l’abbattimento delle barriere architettoniche». L’esponente pentastellato parla poi dell’impatto economico dei provvedimenti sul territorio: «Questi cantieri», spiega Berti «saranno affidati alle imprese locali, con un ritorno immediato in termini economici e occupazionali per il territorio. Siamo molto orgogliosi di questa norma voluta dal “nostro” Riccardo Fraccaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento, da sempre molto attento al Veneto, la terra dove è nato». —

l’intesa dopo decenni di liti e scissioni

Indipendentisti riuniti nel “Partito dei Veneti” Dopo decenni di litigi e scissioni, i movimenti Siamo Veneto, Indipendenza Veneta, Gruppo Chiavegato, Progetto Veneto Autonomo, Veneto Stato d’Europa - oltre ad una serie di reti civiche locali - sono confluiti nel neonato “Par-

tito dei Veneti” (nella foto il veterano Antonio Guadagnini con il simbolo) che ha quale primo obiettivo «l’autogoverno del Veneto”. A coordinarlo sarà il veronese Giacomo Mirto con il trevigiano Daniele Visentin nel ruolo di vice.

«Chi mi conosce, sa che sono una persona di parola, 6317 veneti mi hanno eletta nel consiglio regionale nel 2015 per portare le loro istanze e rappresentare il nostro territorio, non potrei mai lasciare il lavoro a metà e, men che meno, tradire la loro fiducia». Morale della favola? «Il

cia) ci sono la fatidica coppia berica Bizzotto-Ciambetti, con la prima de facto blindata; e poi i trevigiani Gianantonio Da Re, segretario-veterano che aspira a concludere degnamente la carriera politica; Federico Caner, l’assessore al turismo del Balbi che sfodera un curriculum di prim’ordine; il citato Scottà e il responsabile organizzativo Roberto Paolin, già “onorevole per 36 ore”. Tra i papabili figura anche l’emergente consigliere padovano Luciano Sandonà – spalleggiato dal popolare Roberto “bulldog” Marcato – in corsa al pari di Alain Luciani e dell’abbinata rosa (la preferenze di genere peserà non poco) composta da Fe-

derica Pietrogrande e Paola Ghidoni. Altro serio aspirante al Parlamento europeo è Fabiano Barbisan, l’imprenditore zootecnico di Portogruaro eletto nella lista del governatore, che ha più volte rappresentato la categoria nelle trattative tecniche in sede comunitaria. LE MOSSE DI VIA BELLERIO

Si profila però una mina vagante. Nei giorni scorsi i leghisti lombardi hanno deciso di escludere in blocco dalle candidature gli eletti in Regione e analoga decisione sta maturando nel partito piemontese. La ratio è quella di garantire un ricambio degli incarichi rispettando il mandato popolare; se prevalesse anche in ambito veneto, la svolta sancirebbe un addio precoce ai sogni di gloria per Ciambetti, Sandonà e Barbisan, sciogliendo sul nascere i dualismi territoriali e accrescendo, viceversa, le possibilità di successo degli outsider. Che altro? Ieri nel quartier generale milanese di via Bellerio si è svolta la prima riunione dedicata alla “scrematura” degli elenchi pervenuti, oggi Salvini ne riparlerà («a porte sigillate») con Giancarlo Giorgetti – il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio “uomo forte” del Carroccio – e Lorenzo Fontana, il ministro veronese legato al Matteo in felpa da un rapporto strettissimo, cementato, ah i casi della vita, nell’aula parlamentare di Bruxelles. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

vertice sull’ambiente

oggi convegno cgil a treviso

Gli assessori dei capoluoghi fanno squadra contro il Pm10

Nove donne su cento vittime in Veneto di molestie sul lavoro

VICENZA. Tutti i capoluoghi del

VENEZIA. Nove donne su

Veneto «fanno squadra» contro l’inquinamento da Pm10 e polveri sottili. Nel municipio di Vicenza si è tenuto un incontro di coordinamento tra gli assessori all’ambiente dei capoluoghi del Veneto sui provvedimenti antismog e sul nuovo accordo di programma per l’adozione di misure congiunte. Dopo un bilancio sull’efficacia dei provvedimenti presi, a partire dai divieti di transito delle auto più inquinanti, sono state programmate le iniziative congiunte nei prossimi mesi chee verranno sottoposte all’attenzione della Regione. Il primo passo sarà rappresentato dal cosiddetto “Protocollo aria”. «Entro inizio maggio», ha spiegato Lucio Zoppello, assessore berico al territorio «porteremo nelle rispettive giunte il testo del protocollo di intesa per il coordinamento delle attività di supporto alle azioni previste nel piano regionale di tutela e risanamento dell’atmosfera e finalizzate al contenimento dell’inquinamento da polveri sottili. Redigeremo, inoltre, un’ordinanza comune per fare in modo che le deroghe siano il più possibile omogenee nei vari Comuni». Oltre a Zoppello, erano presenti gli assessori Alessandro Manera (Treviso), Chiara Gallani (Padova) e Ilaria Segala (Verona) a cui si sono aggiunti tecnici d Venezia, Rovigo e Belluno. –

100, in Veneto, sono vittime di molestie fisiche o ricatti sessuali nelle fabbriche e egli uffici sono tutt’altro che esenti da forme, più o meno gravi, di violenza di genere. Un fenomeno diffuso, rileva la Cgil che ha svolto un’indagine a riguardo, che distrugge le persone e caccia le vittime dai posti di lavoro. Nel 25% dei casi le avances sono ripetute, trasformando il lavoro in un vero e proprio inferno per persone (quasi tutte donne) continuamente sottoposte (45% dei casi) alla minaccia di perdere il lavoro o restare professionalmente segregate. Raramente chi subisce un ricatto sessuale sul luogo di lavoro ne parla con qualcuno e gli esiti sono nefasti per le vittime: il 57, 2% cambia lavoro; il 2, 5% è licenziata, il 3, 8% trasferita, il 2, 7% si mette in malattia, mentre soltanto nell’1, 2% dei casi «è andato via lui». Ma non è tutto. Accanto alle situazioni più gravi vi è infatti un clima – più diffuso di quanto si possa credere –avvelenato da comportamenti molesti (spesso a livello verbale, ma non solo) che sviliscono le donne in quanto persone e lavoratrici. Il tema, di grande attua-

lità, sarà al centro dell’incontro dal titolo «Molestie sul lavoro… e li chiamano complimenti» organizzato dalla Fisac Cgil (sindacato banche e assicurazioni) e in programma oggi all’hotel Maggior Consiglio di Treviso. Al proprio attivo il sindacato dei bancari vanta una “dichiarazione congiunta in merito alla violenza e alle molestie di genere” siglata il 12 febbraio con Abi , che sarà assunta come parte integrante nel prossimo contratto nazionale di lavoro. Si tratta di un primo importante strumento, utile a costruire una consapevolezza del fenomeno, a partire dalla definizione di cosa è molestia e prevedendo percorsi (formativi e informativi) di prevenzione oltre ad azioni di sostegno alle vittime. «Molto altro c’è ancora da fare» rileva il sindacato «ed alto deve rimanere l’impegno costante del sindacato in tutti i luoghi di lavoro per far crescere la cultura ed il rispetto di genere. Una particolare attenzione è rivolta al mondo delle assicurazioni (soprattutto negli appalti assicurativi) dove la ricattabilità delle lavoratrici è più elevata e minori sono le capacità di difesa». — Marta Artico


V

Belluno

Mercoledì 10 Aprile 2019 www.gazzettino.it

“Ronce 2020”: il progetto decolla Invertire il trend dello spopolamento nelle frazioni alte: `Sentieri da rinnovare, un distributore di benzina, bus questo l’obiettivo della proposta illustrata a palazzo Rosso a chiamata alcune delle tappe fissate per il rilancio `

IL PIANO BELLUNO Ronce 2020: la seconda

chance delle terre di mezzo. Parte dagli abitanti di Ronce, Piandelmonte, Tassei e Medil la riscossa delle aree rurali del capoluogo. L’obiettivo è resistere e farlo puntando alla qualità del vivere tra prati, canto dei grilli e sentieri per escursioni fuori dall’uscio di casa. Un progetto ambizioso, “Ronce 2020. Vivere in montagna senza essere a Cortina”, traccia le ideali linee di sviluppo della zona ai piedi del Nevegal. L’hanno studiato i residenti, riuniti nell’Associazione Belluno Alpina e le istituzioni hanno promesso di dare una mano. Così ieri si è ufficialmente costituito a Palazzo Rosso il tavolo di confronto: si riunirà ogni primo giovedì del mese. Il piano di azione è chiaro, i prossimi step precisi e i soggetti da coinvolgere tanti. D’altra parte, non c’è tempo da perdere: lo spopolamento ha lasciato in zona solo poche famiglie. Così, mentre Gimmy Dal Farra di Belluno Alpina dichiara «Si interviene in extremis», l’assessore al decoro Biagio Giannone commenta «Mi sono preso una bella

patata bollente» e insieme al collega Marco Bogo già pensa ad un prossimo passaggio del Giro d’Italia proprio lì.

IL PROGETTO Il lavoro da fare è tanto. Il mucchietto di case raduna ormai poche decine di famiglie e sono sempre di più le abitazioni abbandonate. La formula per far rinascere le frazioni passa per i servizi, essenziali, per la valorizzazione turistica dei suoi sentieri e la riscoperta di quelli antichi, ma dimenticati, per l’installazione di una pompa di benzina, del servizio di trasporto a chiamata, di un ufficio pubblico, per l’azzeramento o la riduzione di Imu e Tasi, la messa a disposizione di un infermiere del territorio e di un dipendente comunale per l’attivazione di una sorta di sportello. Tutti so-

COINVOLTE ANCHE REGIONE E PROVINCIA: «POTREBBE ESSERE UN MODELLO DA ESPORTARE ANCHE IN ALTRE ZONE»

no chiamati a fare la propria parte: Comune capoluogo, Unione Montana, Provincia e Regione. La determinazione degli abitanti è tale che il gruppo non si è fermato alle porte di Palazzo Rosso, ma è arrivato fino in Regione. «Abbiamo consegnato il progetto anche agli assessori Federico Caner e Giuseppe Pan, al consigliere Franco Gidoni – prosegue Dal Farra -, abbiamo intenzione di condividere il documento anche con il deputato Dario Bond e il senatore Paolo Saviane. Vogliamo coinvolgere in un incontro l’eurodeputato Herbert Dorfmann. Questo territorio ha bisogno dell’aiuto di tutti».

I SENTIERI La cura del territorio è tra i punti in cima alla lista. Per questo si stanno cercando sistemi di autogoverno. «Vogliamo ripristinare antiche forme di gestione da parte della comunità, come Regole o Usi civici – spiega Gianluca Rossi, residente – e crediamo sia fondamentale valorizzare la figura dell’agricoltore di montagna, una persona che svolge un lavoro duro da cui ricava pochissimo per vivere. Servono contributi in questa direzione». E poi la sentieristica.

La storia Persi in mezzo secolo più di 200 abitanti (AT) Negli anni Cinquanta tra Tassei, Piandelmonte, Ronce, Val d’Art e Medil si viveva in 300. Oggi i residenti, sparsi, sono un’ottantina e i bambini pochissimi. A Piandelmonte ora vive un solo bimbo, non ha nessuno con cui giocare. Negli anni 50 non mancavano nemmeno i servizi: 2 scuole, 4 bar e 2 negozi di alimentari creavano, insieme alle case abitate da famiglie, una piccola comunità viva e in qualche modo indipendente. I negozi vendevano un po’ di tutto, più che alimentari erano empori dove alla bisogna ci si riforniva di quanto serviva in casa. Oggi non passa nemmeno lo scuolabus. Ci sono un paio di attività, tra cui un agriturismo, ma le due scuole, per esempio, sono abbandonate da decenni. «Vorremmo assumerne la gestione – spiega Gimmy Dal Farra -, creando un centro ricreativo nella struttura di Ronce».

«Abbiamo dato mandato all’Unione Montana di occuparsi di una serie di tracciati – spiegano Bogo e Giannone -, ancora non sappiamo quali. Inoltre vorremmo ripristinare il vecchio collegamento a mezza costa tra il piazzale e Valmorel».

I SERVIZI Da qui al prossimo appuntamento del 2 maggio l’assessore alla mobilità Stefania Ganz si occuperà di studiare la possibilità di avviare, in zona, un servizio a chiamata. Contestualmente si cercherà di capire se avere una pompa per il rifornimento sia una strada praticabile. È tutto in divenire, ma la direzione è stata decisa e anche la Provincia ha deciso di collaborare. «Siamo disponibili al ruolo di coordinamento – dichiara il consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi -, questo può davvero essere un progetto pilota poi esportabile in altre zone del Bellunese». Lo spopolamento è infatti un problema diffuso e, come gli abitanti di Ronce – Piandelmonte e Tassei guardano a quanto fatto dai vicini di Valmorel, se l’iniziativa darà frutti potrebbero essere loro, in futuro, modello per altre comunità. Alessia Trentin

IL CASO NON C’È POSTO SOSTA IN STRADA Sosta selvaggia ieri mattina in via Vittorio Veneto, all’altezza del Super W. Una persona che aveva fretta di andare a fare la spesa al supermercato, non trovando parcheggio ha lasciato l’auto in mezzo alla carreggiata. Sul posto gli agenti della polizia locale per i controlli del caso. La vettura, una Punto grigia,

non era chiusa a chiave, e era incidentata. Tutto lasciava pensare a un’auto rubata o abbandonata dopo lo schianto. Dopo poco è arrivato il bellunese che ha detto candidamente: «Non trovavo parcheggio». Inevitabile la multa.

ARRESTATO NON SI PRESENTA: FINISCE IN CARCERE Nuovi guai per Denis Polacco, 37enne originario di Venezia residente a Piombino Dese (Pd) finito alle cronache per il furto di prodotti per il pedicure all’Emisfero. L’uomo, domiciliato a Belluno e sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria non l’avrebbe rispettata, violandola ripetutamente. I carabinieri della stazione di Belluno hanno eseguito, venerdì scorso, l’ordine di carcerazione. Polacco ora è in cella a Baldenich.

DENUNCIATO ALLA GUIDA UBRIACO: FERMATO A VISOME

TASSEI Lo scorcio è suggestivo, ma nasconde una realtà ben diversa: quella di un progressivo spopolamento delle borgate in quota, ora c’è un progetto per cambiare rotta

Un 32enne della Valbelluna è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza. Mentre procedeva al volante della sua Opel, in via Visome, è stato fermato dai carabinieri di Belluno, per un controllo: aveva un tasso alcolemico di 2,4 grammi per litro di sangue. Patente ritirata e auto sequestrata.

Carcere e legalità: Jabar Dipendenze da gioco d’azzardo: l’Usl spiega l’attività di prevenzione celebra così i suoi 5 anni GIOVEDÌ DELLA SALUTE BELLUNO Gioco d’azzardo: pato-

logia e dipendenza da slot ai Giovedì della salute dell’Usl 1. Si intitola “Gioco d’azzardo. E’ ancora possibile chiamarlo gioco? L’infelicità di vincere facile”, il prossimo appuntamento in programma per la rassegna sulla salute dell’azienda sanitaria locale. Interverranno, domani alle 18 nella sala riunioni del San Martino, il direttore del Dipartimento per le dipendenze Alfio De Sandre e lo psicologo del Serd di Feltre Luigi Turco. Un problema, quello della dipendenza dalle slot e dalla dea bendata, particolarmente

sentito nel Bellunese. Le persone seguite dal servizio dipendenze per ludopatia sono al momento 69. Nel 2012 erano 7. Il volume totale delle giocate ammonta per il 2017 a 260.322.000 euro con una media pro capite di 1258 euro all’anno. Nessun comune è immune da questo fenomeno e la giocata media pro capite, seppur di poco, supera quella veneta e nazionale. L’età media di 58,8 anni per le donne e di 51,1 per gli uomini. Dati che fanno capire come il problema si inserisca in un percorso di vita avviato e nel pieno del suo sviluppo, relazionale, famigliare e lavorativo. La spirale della ludopatia, infatti colpisce non solo il singolo ma tutta la socie-

tà e in primo luogo il sistema familiare. Insomma una situazione emergenziale, rispetto alla quale azienda sanitaria e istituzioni si stanno muovendo da tempo. Nei distretti di Belluno e di Feltre, è presente un gruppo AMA di supporto oltre agli altri servizi erogati dal SerD e il Dipartimento per le Dipendenze, in collaborazione con gli enti e i Comuni, sta portando avanti un’ attività di prevenzione e contrasto sul territorio. Si sta cercando di mettere paletti all’attività delle sale da gioco: gli interventi sono tesi a definire orari di utilizzo e loro dislocazione, affinchè siano rispettate le distanze dai luoghi sensibili. (atr)

VOLONTARIATO BELLUNO Jabar compie 5 anni:

nel fine settimana si festeggia in grande. Doppio appuntamento tra venerdì e sabato, per l’associazione guidata da Elisa Corrà e impegnata in carcere con attività e proposte formative. Si parte venerdì alle 18.30 nella sala riunioni al secondo piano della Casa del Volontariato di Belluno. Qui interverranno soci e volontari dell’associazione per una sorta di punto su quanto fatto finora: verrà illustrato l’impegno dentro e fuori la casa circondariale di Baldenich, nella convinzione che anche l’apporto del vo-

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lontariato possa contribuire alla funzione rieducativa della pena inflitta. Poi, sabato dalle 9 alle 13 in sala Bianchi si terrà un incontro aperto a tutti, con posti riservati alla formazione continua specifica di avvocati, giornalisti e assistenti sociali. Il titolo è “Sistema penale e misure alternative”, tema su cui interverranno il garante dei diritti dei detenuti a Belluno Emilio Guerra, gli assistenti sociali Margherita Benazzato e Paola Mastrosimone, l’avvocato Gino Sperandio e Chiara Da Ros di Cooperativa Società Nuova. La partecipazione è gratuita e libera, fino a esaurimento posti. I giornalisti possono registrarsi attraverso la piattafor-

BALDENICH La casa circondariale

ma Sigef; assistenti sociali e avvocati interessati possono pre-iscriversi inviando una mail ad associazione.jabar@gmail.com indicando nome, cognome e ordine di appartenenza. Il programma formativo è finanziato dal Csv di Belluno attraverso il bando Coprogettazione 2017. Per altre informazioni 351 8377769. (atr)


II

Belluno

Mercoledì 10 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Vinitaly e gli eroici: Nasce la nuova area Doc Coste Feltrine Grande protagonista anche la Fondazione Cortina 2021 con Kristian Ghedina, e Luca Zaia brinda ai Mondiali `

LA KERMESSE BELLUNO Una nuova Doc che af-

fonda le sue radici nella viticoltura storica della Valbelluna. L’annuncio è stato dato ieri a Vinitaly, l’evento che ogni anno chiama a raccolta tutti gli appassionati e gli addetti ai lavori del settore vitivinicolo. Non si tratta di un’idea ma di un progetto che ha già completato la fase istruttoria e che a breve sarà sottoposto all’esame di Regione, Stato e Unione Europea. Ma ad essere protagonista è stata anche la Fondazione Cortina 2021, motore dei prossimi Campionati del Mondo di Sci alpino. Un’occasione per promuovere la Regina e valutare le ricadute dell’evento su economia e turismo. A tracciare un bilancio il governatore del Veneto Luca Zaia e Kristian Ghedina. L’intreccio di vino, sport e territorio ha occupato l’intera giornata dall’analisi della collaborazione tra Fondazione Cortina 2021 e il Consorzio Prosecco Doc.

AUTENTICITÀ «Il grosso del lavoro è già stato completato - ha spiegato ieri Enzo Guarnieri, presidente del Consorzio Coste Feltrine - abbiamo già raccolto tutta la documentazione». Per la provincia si tratterebbe della terza Doc, oltre a quella del Prosecco e della Serenissima che raccoglie gli spumanti metodo classico della montagna veneta.

vi impianti si è riscontrato nelle varietà legate al territorio come Pavana, Gata e Bianchetta.

PERFORMANCE Recentemente da alcune aziende sono stati ottenuti importanti riconoscimenti internazionali come medaglie al Cervim, concorso internazionale

KRISTIAN Ghedina con l’assessore regionale Federico Caner

L’ASSESSORE CANER: «QUESTA PUO’ ESSERE UNA NUOVA FRONTIERA DI UNA VITICOLTURA CHE DIA ATTENZIONE AL TERRITORIO»

dei vini di montagna,al Beo Wine di Belgrado e l’inserimento in alcune importanti guide enogastronomiche di livello nazionale. Avere un nuovo marchio può anche aprire le porte al turismo.

OPPORTUNITÀ A ribadirlo, dal palco di Vinitaly, è stato l’assessore regionale al turismo Federico Caner. «Questa può essere una nuova frontiera di una viticoltura non soltanto eroica ma anche con una grande attenzione verso l’ambiente e che rappresenti il territorio. Questo può essere un binomio vincente anche dal punto di vista turistico: i dati ci dicono che nel 2018 il 56% degli italiani che si sono mossi lo hanno fatto con una motivazione legata all’enogastronomia e in particolare al vino. Un’impennata rispetto al 2017, quando quella fascia era del 41%».

TESTIMONIAL In prima fila a testimoniare la propria stima verso il settore anche Kristian Ghedina che ha scherzato sull’agricoltura eroica. «Tanto di cappello ragazzi, perché fare i viticoltori su pendii scoscesi al 100 per cento è dura. Come pendenza potrebbe andare bene per me per sciare, ma siccome ci sono le vigne non è la mia passione: per andare forte io devo avere campo libero».

IL BRINDISI al centro il governatore del Veneto Zaia, nella foto sotto la viticoltura eroica bellunese

Le ricerche dicono che...

Canapicoltura, un’opportunità per il Bellunese

SOLENNITÀ A Verona sono state presentate 6 delle 12 cantine che fanno parte del consorzio Coste Feltrine che si sta molto sviluppando in questi anni non solo in Valbelluna ma anche sulle montagne della sinistra Piave da Mel a Lentiai e sull’altopiano dell’Alpago. Si tratta di un’area di 30 ettari in produzione, a cui vanno sommati altri 10 di impianto aggiunti in questa campagna agraria, con un potenziale produttivo di 300.000 bottiglie. L’aumento più considerevole nella produzione e nei nuo-

L’Università Ca’ Foscari Venezia in collaborazione con il Comune di Ponte nelle Alpi e la Provincia di Belluno organizzano un incontro pubblico sulla canapicoltura. L’evento, dal titolo “Fare innovazione con la tradizione Un’opportunità di sviluppo per il Bellunese” si svolgerà venerdì dalle 15 nella sede della Provincia, in Sala Affreschi. Saranno presentati i risultati di una ricerca svolta dal Dipartimento di Scienze Ambientali Informatica e

Statistica e dal Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi dell’Università Ca’ Foscari Venezia, con la partecipazione di IUAV. Gabriella Buffa, professoressa di Botanica all’Università Ca’ Foscari Venezia, introdurrà il progetto finanziato dal Fondo Sociale Europeo che ha consentito le analisi di alcuni casi di studio proprio nel Bellunese. Seguiranno le presentazioni delle ricercatrici Manuela Pierobon (Canapa:

quale varietà per le terre marginali), Elisa Scalabrin (Canapa: una risorsa per la nutraceutica) e Alessandra Zuin (Costruire con lo scarto – quando l’edilizia è davvero “bio”) e le testimonianze di Matteo Gracis di Canapa Industriale (La canapa in Italia), Marco Dalla Rosa di Canapalpino (La canapa in provincia di Belluno) e Flavio Kaisermann di Fondazione E. Mach (La canapa in provincia di Trento). (atr)

Tempesta Vaia, i tecnici diventano soggetti attuatori IL PROVVEDIMENTO BELLUNO Nominati i soggetti at-

tuatori per i cantieri post Vaia. Ora, oltre ai primi soldi, c’è anche più chiarezza. Genio Civile, Unità Forestali, Comuni, Anas e Provincia e altri enti si spartiranno le centinaia di opere in vista per riportare il territorio alla normalità dopo la tempesta perfetta. Così, con un’ordinanza emessa nei giorni scorsi il Commissario delegato ai primi interventi urgenti di Protezione Civile per il maltempo di fine ottobre 2018 ha assegnato le varie opere ai diversi soggetti attuatori. Gli interventi erano già stati decisi dal Piano del Commissario 2019, la novità è che oggi si sa con certezza e con chiarezza cosa spetta a chi. Così si annullano anche gli ultimi timori dei sindaci del Bellunese, spaventati davanti alla necessità di appaltare i lavori en-

tro settembre e di non sapere ancora come spartirli. I cantieri complessivamente previsti per il 2019 sono 350 in tutto il territorio veneto, principalmente concentrati nella provincia di Belluno.

Complessivamente i cantieri per far fronte al dissesto idrogeologico sono 49 per un importo pari a 67.4417.600 euro. Soggetti attuatori sono stati nominati anche i dirigenti tecnici della Provincia di Belluno, come di quelle di Treviso, Vicenza e Verona mentre, per quanto concerne il rischio valanghivo, in precedenza incarico affidato al direttore di Arpav Veneto Alberto Luchetta, ora viene incaricato Italo Saccardo, dirigente del Centro Servizi Arpav. Veneto Strade sarà la stazione appaltante per gli interventi di protezione dei versanti interessati dagli schianti boschivi, che rientrano nella parte del piano relativa alla prevenzione del rischio valanghivo in base al quale si prevede di aprire 21 cantieri per un importo pari a 69.269.217,60 euro.

I SOGGETTI INDIVIDUATI I nuovi soggetti attuatori nominati sono i direttori di Consorzi di Bonifica, responsabili dell’apertura dei cantieri sulla rete idrica minore, e di quelli dei Genio Civile per le opere necessarie alla rete idrica principale.

DIRETTORI DEI CONSORZI DI BONIFICA, SARANNO RESPONSABILI DELL’APERTURA CANTIERI SULLA RETE IDRICA MINORE

I TECNICI della Provincia ora diventano soggetti attuatori, assieme ai direttori dei Consorzi di bonifica

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I NUMERI La somma complessiva che ar-

riverà ai comuni alluvionati del Veneto è pari a 220 milioni di euro, dei quali 195.621.778 euro destinati ad interventi da realizzare nel corso di quest’anno, con cantieri da avviare entro il 30 settembre, e 25 milioni di euro di accantonamento per i contributi destinati a privati e attività produttive che hanno subito danni dal maltempo eccezionale di fine autunno. L’ordinanza dispone inoltre l’anticipazione del 30% dell’importo assegnato, pari a 2.157.399 euro, per l’avvio di decine di cantieri. Cinquanta milioni di euro per far fronte ai primi danni, inclusi privati e imprese, sono già in liquidazione a completamento degli acconti di prima emergenza. Nel Bellunese sono previsti la gran parte degli interventi, tanti e sparsi in tutta la provincia. I più onerosi saranno quelli relativi alla messa in sicurezza dal rischio valanghe. Alessia Trentin


XVI

Monselice

«SI POTREBBE REALIZZARE ANCHE UN MONUMENTO ALLA SUA MEMORIA ALL’INTERNO DEL VILLAGGIO ANZIANI TRA NOI»

Este

Mercoledì 10 Aprile 2019 www.gazzettino.it

padova@gazzettino.it

Strada intitolata al don, è bufera `Il Pd: «Numerosi disagi ai residenti e anche alla casa di riposo» Opposizioni all’attacco per la scelta di dare a via Sottoprà il nome di Giovanni Giraldo: troppe incombenze burocratiche Il sindaco: «Valuteremo, magari per l’ultimo tratto di strada» `

Dai creativi alle stelle, tre giorni per i giovani

SOLESINO Polemiche accese a Solesino dopo la decisione annunciata in consiglio comunale di intitolare via Sottoprà a don Giovanni Giraldo, recentemente scomparso. Una volontà manifestata dalla maggioranza con l’approvazione della mozione presentata dal consigliere e assessore Orfeo Dargenio, pur con il voto contrario dei consiglieri Sandro Bardozzo e Pierpaolo Ferro e l’astensione dei consiglieri Luigino Vanzetto e Nicola Fusaro. Se indubbio è stato l’impegno di don Giovanni per il Comune di Solesino, concretizzatosi con grandi progetti quali la ristrutturazione negli anni ‘90 della chiesa di Santa Maria Assunta, l’ampliamento dell’asilo, la realizzazione del centro giovanile e del “Villaggio anziani tra Noi”, l’opposizione consiliare non ha condiviso “tempi e modalità”. Il gruppo “Solesino è” di Nicola Fusaro, ad esempio, ha commentato: «Il cambiamento di nome ad una via così importante per Solesino è una questione molto delicata. Innanzitutto era il caso di confrontarsi prima di ogni decisione con la parrocchia. Poi non si sono valutate soluzioni alternative che potevano essere molto meno impattanti. La variazione della denominazione di via Sottoprà, inoltre, creerà problemi e oneri ai residenti, assolutamente non coinvolti o sentiti su questa questione, con i relativi disagi legati al cambio nei documenti».

RASSICURAZIONI Alle rassicurazioni fatte da Dargenio in consiglio che sarà il Comune a farsi carico delle incombenze pratiche, Fusaro replica: «La verità è che non ci sono solo i documenti riferibili al Comune, ma la corrispondenza postale, l’indirizzo per i corrieri, l’intestazione delle bollette domestiche. Per non parlare dei disagi che subiranno i carabinieri, la casa di riposo e le partite Iva, con la necessità di comunicare all’agenzia delle entrate il cambio di indirizzo». Sulla stessa li-

MONSELICE

STRADA DELLA DISCORDIA Via Sottoprà e, a sinistra, don Giovanni Giraldo a cui si vorrebbe intitolare la via. In alto il sindaco Elvy Bentani: valuterà altre proposte sulla contestata iniziativa

nea di pensiero il Pd. «Tutti in paese ritengono che si potevano trovare soluzioni alternative. – scrive in una nota - Proposte diverse sono state sottoposte in sede di consiglio comunale da parte dei consiglieri di opposizione, snobbati. Appare a tutti già evidente che tale scelta creerà non pochi disagi a tutti i residenti della via. Si tratta di circa un centinaio di famiglie, oltre a diverse attività economiche, la caserma dei Carabinieri e la Casa di riposo “Villaggio anziani tra noi”, fortemente voluta da Don Giovanni. Presso lo stesso istituto hanno residenza molti degli ospiti, quindi altro grosso disagio toccherà anche la stessa Casa di riposo, che deve gestire gli accrediti dei contributi regionali». Prova a calmare le acque il sindaco Elvy Bentani. «Avremmo potuto discutere la cosa solo in giunta,

Monselice

Gal Patavino, oltre 270mila euro di contributi per il territorio C’è tempo fino al prossimo 4 giugno per partecipare ai nuovi bandi del Gal Patavino, che assegneranno oltre 270mila euro di contributi per il territorio. È ad esempio già disponibile on line sul sito www.galpatavino.it, ma anche sul bollettino ufficiale della Regione Veneto, il bando dedicato alle filiere corte, per accorciare la distanza tra produttore e consumatore. Verranno infatti finanziati, grazie alla cooperazione tra imprese, progetti dedicati ai prodotti del territorio, che

potranno essere promossi in iniziative enogastronomiche, eventi e azioni di comunicazione. «Un contributo a fondo perduto del 70% è una opportunità concreta per le nostre imprese – afferma Federico Miotto, presidente del Gal Patavino - ed è un sostegno che premia le realtà che sanno fare squadra e collaborare per far arrivare al consumatore il valore aggiunto dei nostri prodotti. È fondamentale saper collaborare ». Ca.B.

ma abbiamo deciso di portarla in consiglio comunale per capire se c’era una convergenza. – spiega il primo cittadino - Appurato che c’è del dissenso, valuteremo varie ipotesi alternative per onorare la memoria di don Giovanni, come merita, in sinergia con la parrocchia. Tra queste c’è la possibilità di intitolare a don Giovanni solo l’ultimo tratto di via Sottoprà, che riguarderebbe una ventina di famiglie. In alternativa valuteremo la realizzazione di un monumento alla memoria di don Giovanni da posizionare all’interno del “Villaggio anziani tra noi”, per la cui costruzione il sacerdote si è battuto così tanto. Non è tuttavia stata presa ancora alcuna decisione ufficiale, quindi invito tutti i cittadini alla calma: siamo apertissimi al dialogo e all’ascolto». Camilla Bovo

San Bortolo, inaugurati 27 nuovi alloggi Ater MONSELICE Sono stati inaugurati ufficialmente ieri mattina i ventisette nuovi alloggi Ater, completi di autorimesse, in via San Bortolo, nell’omonima frazione. Al taglio del nastro, bagnato dalla pioggia, hanno presenziato il presidente dell’Ater Padova Gianluca Zaramella, il direttore Marco Bellinello, vari tecnici e pure gli amministratori comunali, a cominciare dal sindaco Francesco Lunghi. I nuovi appartamenti, con superfici calpestabili che variano da 46 mq a circa 71, si trovano in due edifici gemelli, nell’area dell’ex asilo parrocchiale, e sono stati acquistati dall’Ater anche con fondi

regionali, ottenuti attraverso un bando. Per l’operazione, infatti, la Regione ha stanziato 2.150.000 euro, mentre l’Ater ha utilizzato 1.486.828 euro di fondi propri. «Nella fase di presa visione del progetto – spiega l’Ater – abbiamo fatto particolare attenzione alle esigenze abitative che potrebbero sorgere. Sono quindi state realizzate tipologie di alloggi con una o due camere da letto. Tutti gli alloggi sono dotati di poggiolo di grandi dimensioni, oltre al garage di pertinenza. Sono inoltre accessibili, visitabili ed adattabili, per portatori di handicap, anche grazie alla presenza di un ascensore in entrambi i fabbricati, che permette l’arrivo sino al secondo pia-

no». Il presidente Zaramella ha evidenziato in particolare la grande attenzione usata per abbattere le emissioni inquinanti. «Il riscaldamento invernale e la produzione di acqua calda sanitaria avviene mediante generatore elettrico in pompa di calore con accumulo, utilizzando l’elettricità di rete. – spiega infatti Ater – L’impianto di riscaldamento è di tipo a pavimento radiante a bassa temperatura e i fabbricati sono stati certificati in classe energetica A1. I piani di cottura cucina sono alimentati con gas naturale di rete». Con questo stesso spirito, è stato installato sulla copertura un sistema di pannelli fotovoltaici per la produzione di elettricità ad uso delle parti comuni, così da

EDILIZIA Inaugurati 27 nuovi alloggi Ater a San Bortolo

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ridurre anche l’incidenza sulle spese condominiali. Ma quando verranno consegnati i nuovi alloggi? Ci vorrà ancora un mese e mezzo: il tempo necessario ad Ater per la verifica dei requisiti dei primi 27 nuclei familiari in graduatoria. «Questo intervento permetterà di dare una risposta molto importante in tema di politiche abitative. – commenta il sindaco Francesco Lunghi – Avevamo chiesto ad Ater di pensare ad edificare nuovi alloggi nella nostra città e il risultato è sicuramente soddisfacente. Dopo l’assegnazione di questi 27 appartamenti rimarranno solo una settantina di nomi in graduatoria». Ca. B.

Tre giornate all’insegna delle politiche giovanili. Succede a Monselice, dove venerdì, sabato e domenica prossimi si chiuderà il piano di intervento in materia di politiche giovanili “Bassa P.”, iniziato a maggio 2018. La kermesse, “Bassa P. Punto e a capo – coltiviamo politiche giovanili”, coinvolgerà giovani, associazioni, educatori, amministratori ed esperti del settore per fare il punto sulle attività svolte, mai anche sui contatti instaurati e sugli strumenti messi in campo. Il piano si è infatti sviluppato nel territorio della Bassa padovana, coinvolgendo ben 28 Comuni e articolandosi in tre progetti sostenuti, oltre che dal Progetto Giovani di Monselice, dalle associazioni partner Movielab Lighthouse, Melià, Due Punti, Zagreo ed Euganea Movie Movement. I tre progetti hanno permesso di lavorare su più fronti. Con “Bassa Up to Date” la ricerca di foto e filmati del passato ha gettato le fondamenta per la costruzione dell’Archivio Digitale della Memoria Collettiva della Bassa Padovana. “Bassa Device” è servito per raccogliere visioni sul tema dell’alternanza scuola lavoro. Con Bassa Concept Corner si è portato in alcuni Comuni professionalità e importanti personalità attinenti alla creatività giovanile e al lavoro culturale, concretizzandosi nell’elaborazione di 6 progetti proposti da giovani. Gli eventi cominceranno venerdì 12 alle 18 a Villa Pisani, con l’anteprima degli 8 video prodotti nell’ambito del percorso “Bassa Device”. Proseguiranno sabato alle 9 con il workshop per amministratori, operatori e giovani sulle buone pratiche di Politiche Giovanili e, alle 11.30, con la presentazione dei progetti sviluppati da gruppi di giovani nell’ambito del progetto “Bassa Concept Corner”. Alle 17.30 ci sarà l’inaugurazione del primo Archivio Digitale della Memoria della Bassa Padovana. E alle 21, all’auditorium del Kennedy, si svolgerà un format in cui i giovani potranno confrontarsi in un dialogo su temi a loro cari con gli Eugenio in via di Gioia, gruppo musicale emergente. Domenica la manifestazione ripartirà alle 15 con la “Fiera dei giovani creativi” a Villa Pisani. Alle 17 l’appuntamento sarà con il “salotto creativo”, all’insegna del dialogo con ospiti legati al mondo dell’associazionismo. Infine alle 18 cominceranno le performance teatrali “Stelle”. Ca.B.


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Primo Piano

Mercoledì 10 Aprile 2019 www.gazzettino.it

I nodi della Sanità

Medici e sindacati uniti nel segno del Sant’Antonio: «Non chiudetelo» Cgil, Cisl e Uil con Ulss 6 in prefettura: «A rischio 600 posti» E le associazioni dei camici bianchi raccolgono 2700 firme `

LA MOBILITAZIONE PADOVA La città si unisce contro la dismissione dell’ospedale Sant’Antonio. Ieri doppio appuntamento per discutere sulle sorti della struttura di via Facciolati. Nel pomeriggio si è svolto l’incontro tra Cgil, Cisl e Uil e i rappresentanti dell’Ulss 6 Euganea in prefettura. In serata, a Palazzo Moroni, tavola rotonda del Comitato “Sos Sant’Antonio” con un centinaio tra medici, politici e operatori della sanità. Presente anche il sindaco Sergio Giordani: «Invito la Regione a fare chiarezza - ha detto - Non permetterò che il Sant’Antonio rimanga in un limbo per i prossimi anni. Ho ascoltato i sindacati, il personale medico e sanitario, sono aperto al dialogo ma non mollo». Al centro della discussione le nuove schede di dotazione ospedaliera 2019-2023 in corso di discussione in Regione, espressione del nuovo piano sanitario. Schede che prevedono la cessione in comodato d’uso gratuito dell’ospedale Sant’Antonio in favore dell’Azienda ospedaliera, in attesa della realizzazione del nuovo polo a Padova est. E continua lo stato di agitazione di infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici e amministrativi.

ospedaliera non c’è spazio, ci si contendono perfino gli armadietti. Temiamo che, dietro a questo scambio, ci sia la volontà di nascondere un ulteriore rallentamento nella costruzione del nuovo polo ospedaliero». Il Pronto soccorso gestisce 30 mila accessi all’anno, quello dell’Azienda ospedaliera 100 mila e «unire i due punti di prima emergenza creerebbe ancora più congestione e attesa - aggiunge Raffaella Megna, Cgil Fp - Bisogna scrivere l’assetto della sanità di domani. Perdere il Sant’Antonio significa cancellare tutti i rami verso il territorio. Chi gestirà tutti i servizi di secondo livello per la popolazione, chi pagherà questi costi?».

PETIZIONE

FUMATA NERA

Oltre 2700 padovani hanno aderito alla raccolta firme portata avanti dalle sigle dei medici Anaao Assomed, Cimo e Aaroi Emac, poi 400 dipendenti del Sant’Antonio, tra cui un centinaio di camici bianchi. «Oltre due terzi dei dirigenti medici ha così ribadito il proprio “no” e il rifiuto della maggioranza di quanto imposto al personale da opache manovre di dismissione forzata - dichiarano i rappresentanti sindacali - contrarie a una logica coerente con le reali esigenze assistenziali attualmente in atto e in assenza degli ipotizzati nuovi poli ospedalieri. Il rifiuto del perso-

Non ha dato risultati l’incontro in Prefettura, a cui ha partecipato il direttore degli Affari generali Tullio Zampieri in rappresentanza dell’Ulss Euganea. Oltre seicento lavoratori temono per il loro futuro e per quello dell’assistenza territoriale. «I dipendenti sono preoccupati per la loro riallocazione - dichiara Stefano Tognazzo, della Uil - in Azienda

IL SINDACO GIORDANI: «INVITO LA REGIONE A FARE CHIAREZZA, NON PERMETTERÒ CHE SI RESTI PER ANNI IN QUESTO LIMBO»

nale del Sant’Antonio che ha firmato per non essere ceduto ora e tout court all’Azienda ospedaliera insieme alle proprie prestazioni, evidenzia un’elevata presa di coscienza del proprio ruolo sanitario e delle funzioni consolidate dell’ospedale “dei padovani”, il rifiuto di imposizioni politiche, l’affermazione di una posizione di tipo tecnico in qualità di professionisti della salute». In attesa della conclusione dell’iter di approvazione delle schede, la petizione verrà presentata alla V Commissione Sanità. «La raccolta firme continua - aggiungono - e ulteriori raccolte sono state portate avanti fra i cittadini da altre associazioni, rappresentanze politiche e sindacali. La posizione dei sindacati dei medici rimane comunque univoca: l’ospedale Sant’Antonio, per la sua specifica mission, resti in carico all’Ulss 6 Euganea con ogni sua peculiarità ed eccellenza».

DIBATTITO Oltre cento tra dirigenti, medici, infermieri e politici hanno partecipato al dibattito ieri sera a Palazzo Moroni, organizzato dal comitato “Sos Sant’Antonio”. Assenti gran parte degli invitati (il governatore Zaia, il rettore Rizzuto), tra i presenti il consigliere regionale Claudio Sinigaglia, Piero Ruzzante, Daniela Ruffini e Roberto Marinello. «Una scelta incomprensibile - dichiara Sinigaglia – il Sant’Antonio è l’unico ospedale che sparisce nelle schede. Che fine faranno servizi come la Psichiatria? Non abbiamo né il nuovo ospedale né il Giustinianeo, almeno per questi cinque anni non ha senso cancellare il Sant’Antonio. Ne parleremo alle prossime audizioni». Elisa Fais © RIPRODUZIONE RISERVATA

DENTRO E FUORI Mobilitazione per il Sant’Antonio: sopra, i medici in municipio, in alto i sindacati

Allarme dai Cobas

«Nuovo decreto, assistenza domiciliare a rischio» ` Adl Cobas in prima linea per

la difesa dell’assistenza domiciliare. Ieri mattina in galleria San Carlo all’Arcella, il sindacato di base ha iniziato a raccogliere firme contro le nuove disposizioni della Regione. «Il decreto di legge regionale 1075/17 va modificare l’organizzazione dell’assistenza infermieristica domiciliare - denuncia Maria Antonietta Ponchia Contestiamo queste modifiche perché peggiorano l’assistenza a pazienti oncologici, anziani e disabili. Abbiamo raccolto più di 150 firme in una settimana tra pazienti, parenti,i medici di famiglia e cittadini e chiediamo essere ascoltati in V commissione in Regione, dichiarando lo stato di agitazione». Secondo Adl la

CRITICHE I Cobas sul nuovo decreto

revisione del decreto inciderà su tre aspetti : i turni, la pronta disponibilità e i prelievi a domicilio. Secondo il sindacato di base, infatti, potrebbero sorgere disagi per la popolazione fragile, i

familiari, i lavoratori, con un aumento dei costi per la spesa pubblica. La nuova turnistica con orario 7-14 e 14-21 e l’obbligato riposo di 11 ore, potrebbe incidere negativamente anche sulla continuità temporale nella relazione con il paziente e la famiglia, che si vedrebbero cambiare ogni giorno operatori sanitari, «mettendo in crisi il processo educativo che si basa appunto sulla fiducia e sulla continuità delle informazioni e il monitoraggio degli obiettivi condivisi». Secondo Adl, la pronta disponibilità notturna verrà eliminata e ciò produrrà un aumento di ricorsi al 118 e ricoveri impropri per pazienti oncologici e pazienti fragili, a discapito della dignità al momento della morte. Al.Rod

Cecità, ecco la fotocamera che può curare i bambini LA DONAZIONE CAMPOSAMPIERO I gelatieri riescono sempre a far felici i bambini. E questa volta potrebbero andare addirittura oltre, contribuendo a salvare loro la vista. L’associazione dei produttori di gelato che operano nel Cadore e in Germania ha avviato infatti una collaborazione con la onlus Retina Veneto e con l’Usl Euganea per arrivare a donare all’unità di Oculistica di Camposampiero una speciale fotocamera capace di individuare i problemi agli occhi nei neonati prematuri, oggi disponibile in pochissime strutture, consentendo così agli specialisti di risolverli precocemente con l’impiego di sofisticate strumentazioni laser. La macchina, costo oltre 200mila euro, permetterebbe un

ulteriore salto in avanti all’Oculistica, già in prima linea nello sviluppo dell’occhio bionico. «Siamo stati i primi a testarlo, assieme a Firenze – spiega il primario Marzio Chizzolini – adesso stiamo lavorando all’evoluzione dei microchip elettronici da inserire nella superficie della retina per bypassare i fotorecettori che non funzionano e che non riescono più a tradurre la luce in impulsi elettrici».

L’ASSOCIAZIONE PRODUTTORI DI GELATI COLLABORA CON L’ULSS PER UNA DONAZIONE ALL’OCULISTICA DI CAMPOSAMPOERO

INNOVAZIONE Collaborazione tra l’Associazione produttori di gelati del Cadore e l’Ulss Euganea per una donazione a Camposampiero

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L’ospedale di Camposampiero non è stato scelto a caso. L’Oculistica ospita uno dei tre centri nazionali di riferimento, con Firenze e Napoli, per la retinite pigmentosa, patologia per la quale non esistono cure certe. «Una malattia genetica degenerativa che porta alla morte delle cellule nervose e alla cecità - spiega Antonio Ongaro, presidente dell’associazione Retina Veneto onlus - Nel nostro centro arrivano persone da mezza Italia, non si può più parlare di malattia rara». Un caso ogni 3.500 bambini, i sintomi specifici vengono avvertiti tra i 15 e i 30 anni, poi inizia la degenerazione. La onlus di Camposampiero segue 1.500 pazienti, l’anno scorso sono stati 877. «Collaboriamo con la Banca degli occhi di Mestre e con un centro specializzato di

Parigi per sostenere la ricerca specifica Ongaro - ma siamo ancora in una fase embrionale». Non esistono terapie certamente efficaci «ma non è detto che si arrivi per forza alla cecità - mette in chiaro Francesco Parmeggiani, referente scientifico del centro di Camposampiero presso la rete europea e docente di malattie dell’apparato visivo all’Università di Ferrara - ci sono forme per le quali riusciamo già a rallentare il decorso della malattia». E la nuova frontiera è quella del genoma. «Stiamo lavorando sulla terapia genica per convincere le cellule a riprendere a funzionare - conferma Diego Ponzin, direttore medico della Banca degli occhi del Veneto - oggi tutti gli sforzi vanno in questa direzione». Mauro Favaro


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Il ritorno dei “vecchi” Borgato: «Torniamo a fare programmi» La lista Forza Rovigo ha spiegato perché ha scelto di sostenere la candidatura di Monica Gambardella `

CENTRODESTRA

COSTRUZIONI Il settore in questi anni di crisi ha visto dimezzare il numero di imprese, nonché il numero di persone impiegate. Nella foto sotto al titolo nell’altra pagina, il presidente dell’Ance Paolo Ghiotti insieme ai firmatari del documento per i candidati amministratori

«nella consapevolezza che senza imprenditorialità non può esservi benessere». Il punto conclusivo utilizza una parola che in questa campagna elettorale rodigina è spesso utilizzato dai partiti e dai candidati: programmazione, «che sia almeno quinquennale, prestando la massima attenzione alle opportunità di finanziamento». I due enti eletti ad arbitro e direttore tecnico sono il Consvipo e la Provincia, per cui spetterà rispettivamente a Guido Pizzamano e a Ivan Dall’Ara seguire con attenzione l’appello dell’Ance e del lavoro di Emergenza Polesine. Alberto Lucchin

IL DOCUMENTO È STATO FIRMATO DA VENTI ESPONENTI DEL MONDO PROFESSIONALE DEL SETTORE

Appuntamenti

Rinviato a domani il debutto di Gaffeo Niente incontro pubblico ieri pomeriggio per Edoardo Gaffeo. La causa è da ricercare tra chi è alle sue spalle, visto che era stato comunicato che si sarebbe presentato all’elettorato per la prima volta nella veste ufficiale di candidato del centrosinistra unito per le 18 in piazza Matteotti. Per questo appuntamento gli elettori dovranno attendere l’inaugurazione della sede elettorale in piazza Vittorio Emanuele, sotto Palazzo Nodari, prevista per domani mattina alle 11. Nel frattempo, a pochissimi metri lungo lo stesso lato della principale piazza rodigina, il rivale di centrodestra Ezio Conchi apre al pubblico le porte della sua sede elettorale, ricavata dagli spazi dell’ex negozio Tarolo, tra i bar

Pedavena e Franchin. Tutti i giorni, tra le 10.30 e le 12.30, e tra le 18.30 e le 19.30, chi vorrà conoscere i programma e i candidati della lista dell’avvocato con un lungo passato in Forza Italia, vicesindaco silurato dall’amministrazione Bergamin, troverà un volontario che rispondere alle sue domande e potrà consegnargli materiale informativo inerente la campagna elettorale di Cambia Rovigo. Nel frattempo anche Silvia Menon, in vicolo Maddalena, tra piazza Garibaldi e Vittorio Emanuele, accoglie il pubblico per consegnare materiale informativo e convincere l’elettorato a darle una chance, dopo essere andata vicino al ballottaggio nel 2015. A.Luc.

ROVIGO La rivincita dei “vecchi”. Lunedì sera, ad accompagnare il primo incontro aperto al pubblico di Monica Gambardella, è stata la lista a suo sostegno “Forza Rovigo”, la creatura civica di Renzo Marangon e Renato Borgato. Due star della politica che in due fanno 80 anni di carriera nella cosa pubblica e che di questo hanno fatto un vanto, un modo per riconquistare un elettorato che pare ormai stanco e provato dagli esperimenti politici degli ultimi otto anni. Vogliono entrambi ricominciare da capo dopo la delusione dell’esperienza di Bergamin, conclusasi il 21 febbraio scorso per mano di 22 consiglieri comunali dimissionari su 32, tant’è che Borgato, presidente dell’aula di Palazzo Nodari dal 2001 al 2006, affermae: «Mandare a casa un’amministrazione equivale a dare una pugnalata alla schiena. Questo è accaduto perché è ormai tristemente svanita la stagione della programmazione, si vive continuamente di risoluzione delle emergenze e sono faticose da affrontare. Questo fa parte del percorso di vita e di politica che io e Marangon portiamo avanti da 40 anni. Un percorso che fin qui ci ha dato soddisfazioni e ci ha fatto capire il significato della frase: “Mettersi al servizio della città”. Noi la politica l’abbiamo fatta per passione, non per interesse». Marangon ha rilanciato parlando della necessità di svolgere un ruolo di guida e ricerca per il territorio, non di mera osservazione e attesa delle opportunità.

tri sodali alleati della coppia politica genitrice dei Forza Rovigo.

LA SCELTA Dopo Borgato è stato Corazzari, nella veste di candidato consigliere anziché di commissario leghista o assessore regionale, a lanciare Gambardella: «L’abbiamo scelta per le caratteristiche professionali e personali che incarnano il modello di sindaco di Rovigo che cercavamo, superando gli aspetti del passato. È una persona che per lavoro ha servito la comunità e lo farà anche da primo cittadino. Rovigo potrà così tornare a essere il punto di riferimento della provincia e del Veneto meridionale», frase che diventa una critica all’amministrazione leghista appena caduta. La candidata sindaco ha preso la parola promettendo un confronto costante con la popolazione nella risoluzione del problemi della città, assicurando di volere «fare squadra e ascoltare». Tra il pubblico, però, seppur sia una cosa ormai conclamata da qualche settimana, faceva effetto non vedere l’alleato storico della Lega, ossia Forza Italia. Quella stessa Forza Italia che mentre gli altri

festeggiavano e urlavano il nome di Gambardella, stimolati da un istrionico Marangon, era impegnata in un litigio dai toni accesi nella sede in via Badaloni. Corazzari, senza mai citarli, ha vagamente invitato gli azzurri a entrare in squadra: «Vogliamo ripartire con una Lega a riferimento del centrodestra, che non recrimina sul passato, ma che vuole ripartire con un entusiasmo. Si deve costruire la coalizione più ampia possibile».

AZZURRI NEI GUAI Il coordinatore provinciale forzista Piergiorgio Cortelazzo si ritrova a dover lavorare sue due fronti: provare a tenere duro nel suo braccio di ferro con il Carroccio (non hanno apprezzato la scelta di Gambardella, ritenendo di dover proporre un proprio nome dopo il fallimento di Bergamin) e nel frattempo chiedere di poter entrare in coalizione senza essere costretti a svolgere il ruolo del convitato di pietra. Perché Forza Italia non accetterà mai un ruolo comprimario e per questo chiede un’assicurazione in caso di vittoria: ottenere qualcosa. A.Luc.

VOLTI NOTI Nella platea dell’hotel Cristallo c’erano parecchi volti noti della politica e non solo. Al di là degli addetti ai lavori Michele Aretusini, Cristiano Corazzari, Luigi Paulon, Riccardo Ruggero e Valentina Noce (ex dell’area forzista, ora nella lista elettorale del Carroccio), c’erano il sindaco di Lusia Luca Prando, l’ex assessore all’Urbanistica Roberta Ravenni, l’amministratore delegato di Ecoambiente Ivano Gibin e al-

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ALLEATI Gambardella tra Borgato, Corazzari e Marangon


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Treviso

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Dazi sul prosecco: «Sono inutili» Il vino incluso dagli Stati Uniti nell’elenco dei prodotti ` Zanette, presidente della Doc: «Non servono a nulla per cui è pronto un aumento delle tariffe di importazione Siamo ancora alle minacce, speriamo nella diplomazia» `

LA MINACCIA TREVISO «Le guerre commerciali

non portano da nessuna parte, si è visto anche con la Cina» commenta Stefano Zanette, presidente del consorzio Prosecco doc, dopo aver appreso che anche il vino è compreso nell’elenco dei prodotti per i quali l’amministrazione Trump vuole imporre dazi. Il Prosecco rischia di diventare una delle vittime del conflitto commerciale tra Stati Uniti ed Europa: l’amministrazione Trump, infatti, minaccia di introdurre dazi per una serie di prodotti provenienti dal vecchio continente. E nel lungo elenco – ben quattordici pagine - delle voci di importazione che potrebbe essere soggette a nuove tariffe doganali figurano anche i vini frizzanti.

euro, con un aumento, rispetto all’annata precedente, del 5 per cento in quantità e del 9,1 in valore. Da soli gli Usa valgono circa un quinto dell’export della denominazione. La quale, a sua volta, pesa per un quinto delle esportazioni complessive di vino italiano sul mercato a stelle e strisce. Produttori ed esponenti

LA CONTESA

LA REAZIONE Il presidente Stefano Zanette, tuttavia, predica calma: «Inutile farsi prendere dal panico: per il momento siamo alle dichiarazioni, all’esibizione di muscoli. Già altre volte minacce simili non si sono concretizzate, confido si possa arrivare a una soluzione diplomatica. Di certo, come sistema, chiederemo al nostro governo e ai nostri rappresentanti istituzionali di sollecitare a loro volta l’Unione europea perché si trovi una mediazione. Anche perché queste non sarebbero misure solo contro il prosecco, ma contro un’ampia gamma di prodotti agroalimentari, oltre che di altri settori». Il numero uno del consorzio ricorda anche un altro elemento: gli eventuali dazi, comunque, non bloccherebbero le esportazioni tout court, ma ne aumenterebbero i costi. E, a quel punto, le aziende dovrebbero adeguarsi, magari giocando sul margine di prezzo che il prosecco ancora conserva rispetto a molti concorrenti. Qualcuno nel settore ipotizza, nel malaugurato caso, anche il ricorso a contro-dazi.

del Consorzio di tutela, in questi giorni impegnati al Vinitaly, non possono non guardare con qualche preoccupazione all’escalation della tensione commerciale transatlantica. Pure per il Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg, gli Stati Uniti costituiscono una destinazione primaria: se in termini assoluti non salgono sul podio delle vendite oltreconfine, sono cresciuti con ritmo costante negli ultimi anni (nel 2017 hanno segnato un più 16% in volume un più 18% in valore).

PRESIDENTE Stefano Zanette

L’EXPORT OLTREOCEANO STA CRESCENDO PER TUTTI I PRODUTTORI TREVIGIANI

Alla base dell’offensiva protezionistica statunitense è un contenzioso ormai ultradecennale: i sussidi con cui, secondo la Casa Bianca, la Ue sostiene Airbus, costruttore di aerei concorrente dell’americana Boeing (attualmente alle prese con la crisi conseguente allo schianto del 737 Max dell’Ethiopian Airlines). Non a caso i primi prodotti a finire nel mirino sarebbero elicotteri, aerei e loro componenti di fabbricazione europea. Ma la black list preliminare annunciata da Washington è foltissima e il vasto capitolo dell’agroalimentare comprende un po’ di tutto: dall’olio d’oliva ai formaggi, dallo yogurt al burro, dagli agrumi alle marmellate, fino appunto al vino. L’export di cibi e bevande made in Italy verso gli Stati Uniti ammonta a 4,2 miliardi, pari a circa il 10% delle esportazioni nazionali complessive. Mattia Zanardo

LE CIFRE Bastano pochi numeri per comprendere come non si tratti di questione di scarsa portata. Per il Prosecco Doc, ad esempio, gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato estero: nel 2018 le aziende vitivinicole hanno venduto oltre Atlantico 73 milioni di bottiglie (su 466 milioni totali), per un volume d’affari di oltre 370 milioni di

UNA DEGUSTAZIONE Per gli americani potrebbe diventare più difficile gustare il nostro Prosecco

Consorzio Docg, è la Cina il mercato del futuro: +36% I DATI TREVISO La vetrina internazio-

nale del Vinitaly di Verona è stata l’occasione, per il Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, di presentare i dati del successo nell’anno delle celebrazioni del mezzo secolo della denominazione. E i dati snocciolati allo stand della Regione Veneto confermano un territorio economicamente solido anche per quanto concerne sostenibilità e ambiente. La produzione nel 2018 (relativa alla vendemmia 2017) a causa delle condizioni climatiche ha influito sull’aumento del prezzo dell’uva e la leggera produzione, vicina all’1%, è stata compensata dalla netta crescita del valore (+3,8%).

LE TIPOLOGIE

LE COLLINE del Prosecco, terreno di produzione della Docg

Una produzione con una quota inferiore delle tipologie fermo e frizzante a favore della tipologia Rive (+27,9%) e Cartizze (+2,7%) mentre rimane stabile la produzione di Cone-

gliano Valdobbiadene Prosecco Superiore con le vendite nazionali che hanno fatto registrare un +6,3%, mentre è in doppia cifra la crescita verso i nuovi mercati. E Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela della vocata Docg ha sottolineato che «i risultati confermano che la strada della qualità che stiamo percorrendo ci conduce al traguardo e nonostante l’aumento del prezzo gli italiani continuano a scegliere Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Per tutelare la qualità del prodotto non è più possibile pensare di aumentare la produzione e l’impegno del Consorzio ha portato al no al glifosato, già esecutivo da gennaio 2019».

VINITALY, ANNUNCIATI I RISULTATI DEL 2018 NARDI: «SIAMO SULLA STRADA DELLA QUALITÀ» PREMIATI CASTAGNER E CARPENÈ MALVOLTI

MERCATI INTERNAZIONALI I successi internazionali dei nuovi mercati parlano di +36.6 per Cina e Hong Kong, +18.5 per Australia e Nuova Zelanda e +14.8 verso la Federazione Russa. Poi Marco Boatto, responsabile del Centro studi del Distretto ha sottolineato la crescita degli addetti del settore, in particolare in vigneto (+7%) a testimonianza della maggiore attenzione alla qualità della materia prima. Il distillatore trevigiano Roberto Castagner, con la figlia Giulia, sale ancora sul podio. La bottiglia, la chiusura, la capsula, l’etichetta e il collarino, ovvero il packaging, sono stati premiati al “23. concorso Packaging” del Vinitaly: l’Acquavite spa di Visna di Vazzola di Roberto Castagner ottiene l’etichetta d’oro, nella categoria riservata alle confezioni di distillati provenienti da uve, vinacce, mosto o vino con la grappa “Casta”. Nella stessa categoria etichetta di bronzo alla Carpenè Malvolti di Conegliano con il Brandy Riserva 1868. Michele Miriade

Piccola industria, dopo quasi 25 anni Brevetti, Treviso scelta per il seminario mondiale rinasce l’associazione nella Marca IL RITORNO TREVISO (mz) Una “Associazione

della piccola industria” mancava a Treviso da quasi un quarto di secolo, dopo la fusione che aveva segnato la nascita di Unindustria. Ora ritorna, sotto le insegne di Confapi, la Confederazione italiana della piccola e media industria. L’organizzazione, che a livello nazionale conta circa 83mila imprese socie per oltre 800mila addetti, è pronta a costituire nella Marca una sua struttura territoriale. Per dare così rappresentanza locale al centinaio di aziende del Trevigiano già iscritte in altre realtà provinciale. L’obiettivo è comunque di raddoppiare gli associati entro fine anno. Ieri lo sbarco di Confapi Treviso è stato presentato uffi-

cialmente in un incontro con la stampa. C’è già una presidente designata: Federica Polloni, esperienza nel settore delle risorse umane, dal 2013 tra i titolari di Org Numeri, società di Villorba, con una ventina di dipendenti, specializzata nella consulenza aziendale in materia di sicurezza e salute sul lavoro, ambiente e igiene alimentare. «Fra i nostri aderenti - ha spiegato - ci sono soggetti che mai prima d’ora si

LA CONFAPI APRE IN PROVINCIA: UN CENTINAIO DI AZIENDE E ALLA GUIDA FEDERICA POLLONI

sono avvicinati ad un qualsiasi sistema associativo. Non mi interessa indagare le motivazioni perché ciò sia avvenuto ma credo che la nostra presenza rappresenti un’opportunità che consenta di dare voce a chi ha probabilmente molto da dire». Il prossimo 11 giugno verranno presentati anche la nuova sede cittadina e il consiglio direttivo, composto da altri otto membri. L’organizzazione provinciale si articolerà in due sezioni zonali, a Oderzo e Castelfranco. In Veneto, Confapi conta già organismi provinciali a Venezia, Padova e Verona. «Non poteva esserci candidato migliore che credesse nell’ascolto, networking e sensibilizzazione di imprese e persone», presenta la neo presidente trevigiana, Pier Orlando Roccato, vice vicario Confapi.

INCONTRO INTERNAZIONALE TREVISO (mz) L’Italia è il secon-

do paese in Europa, dopo la Germania, per modelli di design depositati. E il Triveneto effettua oltre le metà di questi depositi su scala nazionale. «Questa forma di tutela della proprietà intellettuale si presta, ancor meglio dei brevetti d’invenzione, per un sistema produttivo come il nostro, dove sono molto sviluppati settori come il calzaturiero, lo sportsystem o l’arredamento» sottolinea Roberto Santolamazza, direttore di t2i, società per l’innovazione che fa capo al mondo camerale e che da vent’anni assiste le imprese nel registrare brevetti, marchi

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e affini. Non è un caso se Wipo, l’organizzazione mondiale del settore, abbia scelto proprio Treviso per il suo seminario internazionale, in programma quest’oggi, nella sede della Camera di commercio. Si tratta dell’unico appuntamento annuale promosso in Italia. «Il filo conduttore – spiega Santolamazza, presentando l’incontro, insieme a Marco D’Eredità, dirigente

DIRETTORE Roberto Santolamazza

L’ITALIA SECONDO PAESE D’EUROPA PER MODELLI DI DESIGN E IL NORDEST È ALL’AVANGUARDIA

della Cciaa di Treviso e Belluno – saranno le nuove frontiere della tutela legate all’evoluzione delle tecnologie digitali. La protezione della proprietà intellettuale è fondamentale anche per le nostre pmi, non solo per difendersi da contraffazioni, ma anche per valorizzare i propri prodotti».


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Treviso

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Ca’ Foncello: accessi rivoluzionati Al via le modifiche per gli ingressi in auto alla cittadella `Il cantiere del monoblocco occuperà tutta l’area Sud: sanitaria: riapre il passaggio del parcheggio dipendenti previsti 600 posti letto e settore operatorio con 29 sale `

SANITA’ TREVISO I cantieri della cittadel-

la sanitaria avanzano. Ora tocca al nuovo monoblocco, l’edificio ad alta intensità di cura, cuore pulsante del futuro ospedale. Per fargli posto da domani verrà modificata la viabilità del Ca’ Foncello. I parcheggi, l’ingresso pedonale e gli accessi al pronto soccorso non verranno toccati.

NUOVI INGRESSI A cambiare saranno le vie per entrare nell’area dell’ospedale in auto. Non una cosa da poco: ogni giorno entrano centinaia di pazienti che altrimenti non riuscirebbero a raggiungere reparti e ambulatori. Verrà definitivamente chiuso l’ingresso sud, quello regolato dalle sbarre proprio accanto alla corsia soprelevata che porta al pronto soccorso. Non sarà più riaperto. Al suo posto ci sarà un nuovo ingresso da via Santa Maria Ca’ Foncello, laterale di via Cittadella della salute, quella che arriva dalla tangenziale, che porta verso gli impianti sportivi del Cral, il circolo canottaggio ospedalieri e il ristorante La Cavana del Sile. Questo sarà attivo 24 ore su 24. Allo stesso tempo verrà aumentato l’orario di apertura dell’ingresso nord, con un senso unico in entrata, comunemente indicato come l’entrata vecchia dell’ospedale. In più, ci sarà una nuova via d’uscita che passerà dietro l’obitorio e che attraverso lo stesso varco sbucherà in via Polveriera. Entro maggio, poi, verrà aperta a tutti la strada di piazzale dell’ospedale, tra il padiglione esterno e il parcheggio riservato ai dipendenti, oggi chiusa dalle sbarre. Queste ultime non spariranno. Verranno spostate proprio sugli ingressi del parcheggio, che resterà riservato ai dipendenti di mattina e aperto al pubblico nel pomeriggio. La novità è che tutti potranno transitare sulla strada di collegamento. E alla fine di questa, verrà costruita una nuova rotatoria tra via dell’ospedale, quella divisa in

LA NUOVA STRUTTURA PRONTA ENTRO DUE ANNI: «RISPETTEREMO LE SCADENZE»

due da uno spartitraffico, dove sorge la sede della Lilt, e via Polveriera, a pochi metri dall’entrata vecchia (portineria nord).

Anestesisti, ne servono 14 si presentano solo in due

IL FULCRO Il cantiere del monoblocco occuperà tutta l’area a sud del corpo centrale del Ca’ Foncello, fino al limite di via Santa Maria Ca’ Foncello e Via del Passo. L’ingresso per le auto a ridosso del pronto soccorso non verrà più riaperto perché tra questo punto e la vecchia area dell’elisoccorso sorgerà il nuovo edificio, fulcro del project financing della cittadella sanitaria da 251 milioni di euro. La struttura andrà a inglobare l’attuale corpo centrale dell’ospedale. Il monoblocco è stato annunciato come un gioiellino: una hall con sei piani a vista che conterrà l’area delle urgenze, 600 posti letto ad alta tecnologia (con camere per massimo due persone), terapie intensive e il settore operatorio centralizzato con 29 sale operatorie. Sulla carta dovrebbe essere pronto – esclusi i traslochi dei reparti – tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Ospedal Grando, società che sta realizzando la nuova cittadella della salute, ha confermato che il cronoprogramma verrà rispettato. Mauro Favaro

GLI ORGANICI TREVISO Alla ricerca di 14 aneste-

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L’appuntamento

Nuova oncoematologia Zaia all’inaugurazione Sarà presente anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia venerdì mattina al Ca’ Foncello dove, alle 11, il direttore generale Francesco Benazzi, inaugurerà la nuova Oncoematologia e presenterà il Polo Ambulatoriale della Breast Unit e le nuove attrezzature. L’incontro inizierà alle 11.

GRANDI OPERE avanzano i cantieri del nuovo ospedale: da domani cambiamenti alla viabilità

sisti. Tante sono le postazioni vuote negli ospedali di Treviso e di Oderzo. L’ultimo tentativo fatto dall’Usl della Marca è stato attraverso la mobilità interaziendale. Ma si sono presentati solamente in due. Non va meglio per quanto riguarda i ginecologi. L’azienda sanitaria ha pubblicato un avviso, sempre nell’ambito della mobilità interazionale, per trovarne sei. E alla fine se n’è fatto avanti solamente uno, già reclutato. Sono queste le due specialità più in difficoltà. Non a caso Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl provinciale, ha lanciato un appello in particolare agli anestesisti e ai ginecologi in pensione. L’apertura della Regione alla riassunzione consente loro di tornare al lavoro. A patto che non abbiano superato i 72 anni, è il limite dettato dall’azienda sanitaria. Ora si proverà quest’altra strada. Nel frattempo, a fronte dei numeri dei camici bianchi, è stato accantonato il progetto di far funzionare le sale operatorie del Ca’ Foncello fino a sera. L’obiettivo era di portare la fine delle operazioni dalle 16 alle 20. Quattro ore in più. Con una carenza di anestesisti come quella attuale, però, è impensabile. Ad oggi non sono stati fatti slittare interventi chirurgici. Ma si è davvero al limite. Prima dei buchi, l’azienda sanitaria trevigiana aveva pensato di riorganizzare le equipe chirurgiche adottando i principi del metodo “lean”, che ha fatto la fortuna della Toyota snellendo i processi per la produzione delle auto. Si puntava a recuperare almeno un’ora per ogni turno. In questo modo sarebbe stato possibile aumentare gli interventi. In altre parole, ridurre le liste d’attesa. E magari attrarre pazienti anche da altre regioni, aumentando le quote attuali. Oggi il quadro è diverso. Alla luce della carenza di personale è già un successo se si riesce a non retrocedere rispetto agli standard che sono stati conquistati negli ultimi anni. M. F.

Malattie rare, nella Marca pazienti da tutta Italia LA STRUTTURA TREVISO E’ il reparto dell’ospedale

che utilizza i farmaci più costosi: ci sono pastiglie e flebo che possono superare anche il milione di euro. Ma in caso di necessità, non c’è prezzo che tenga. Il nuovo centro per le malattie rare del Ca’ Foncello è diventato un punto di riferimento per mezza Italia. Ha iniziato a svilupparsi solo un anno e mezzo fa. E non si è più fermato. Vengono definite malattie rare quelle che colpiscono una persona su 5mila. Oggi l’equipe guidata da Carlo Agostini, direttore del dipartimento di Medicina interna, cura persone da tutte le regioni. «Sono arrivato a Treviso 2 anni fa portando le

competenze in tema di malattie rare immunologiche, reumatologiche, respiratorie. Con i miei collaboratori abbiamo costruito e aperto il centro. Nel 2018 il 13% delle malattie rare censite nell’ambito della medicina interna è stato seguito proprio a Treviso. Abbiamo 250 nuovi pazienti l’anno. Complessivamente ne seguiamo più di 1000».

LE PROBLEMATICHE Uno dei problemi più grandi è il ritardo nella diagnosi. Uno studio internazionale ha evidenziato che servono mediamente 12 anni. E a volte i danni sono ormai irreparabili. «Succede perché le malattie non sono conosciute – dice il primario – spero che con l’apertura del nostro

centro anche il territorio di Treviso possa sviluppare una cultura in merito». L’altro problema è l’elevato costo delle terapie. «Per alcune malattie non ci sono numeri sufficienti per fare dei protocolli. Quindi servono percorsi estremamente costosi – aggiunge – siccome il numero di pazienti è limitato, le cause farmaceutiche non investono molto facil-

È UNO DEI CENTRI PIÙ IMPORTANTI DELLA PENISOLA PER CHI SOFFRE DI MALATTIE AUTOIMMUNI

mente. In alcuni casi i farmaci arrivano a costare tra i 300mila euro e il milione. Più rara è la malattia, più costoso è il farmaco. Ma qui grazie all’Usl e alla Regione non abbiamo mai avuto alcun problema nel dare ai pazienti le risposte necessarie».

L’OSPEDALE

IL CENTRO Il primario Agostini guida il reparto di malattie rare

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Quello del Ca’ Foncello è uno dei centri italiani più importanti per le persone che si ritrovano a vivere con un sistema immunitario che non funziona come dovrebbe. Sviluppano infezioni ricorrenti a causa di difetti nella produzione di anticorpi: non riescono a difendersi da batteri e virus. E anche dai tumori. Poi ci sono le persone in cui invece il sistema immunitario funziona

troppo. C’è un’auto-aggressione, in sostanza. Nell’elenco appaiono le malattie autoimmuni, reumatologiche e auto-infiammatorie. Quello di Treviso, in particolare, è il maggior centro nazionale per pazienti con sarcoidosi, malattia che porta alla formazione di granulomi, colpendo polmoni, linfonodi, occhi, intestino, fegato e così via. Nel 40% dei casi non si guarisce. «Ma si può tenere sotto controllo» specifica il direttore. «Per noi il successo più grande è vedere ragazzi con malattie rare che crescono, studiano, si sposano e hanno figli – conclude Agostini – continuano sempre con la terapia, ma possono finalmente avere una vita normale». M. Fav.


XIV

Mestre Marghera Marcon

Mercoledì 10 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Sport e disabilità, 800 studenti in campo venerdì `Già mobilitate

decine di classi e società del territorio MARCON Gli impianti sportivi di Marcon si trasformeranno venerdì in una cittadella dello sport per ospitare la prima edizione del “PlayDay Marcon 2019”, evento che coniuga sport, disabilità e inclusione. Il progetto PlayDay è nato due anni fa a Venezia su ini-

ziativa dell’associazione “Amici della Laguna e del Porto”, come momento di riflessione rivolto a bambini e ragazzi sul tema, appunto, della disabilità e dello sport come strumento di inclusione. Questa prima edizione, organizzata dall’amministrazione comunale in collaborazione con l’associazione che ha ideato l’evento, vedrà la partecipazione di circa 800 ragazzi delle scuole che si cimenteranno in gare sportive ed attività di laboratorio, e di tante realtà del mondo sportivo, a cominciare dalle atlete dell’Umana Reyer, il Calcio Venezia e gli “Special Olimpics” del-

la Polisportiva Terraglio (Hockey in carrozzina con i Black Lions, corpo di ballo, Rugby inclusivo). L’appuntamento di venerdì è, comunque, il momento conclusivo di un percorso partito già qualche mese fa nelle scuole di Marcon e delle frazioni di Gaggio e San Liberale e che ha visto gli studenti delle scuole primarie e medie incontrare Pietro Martire, fondatore dell’associazione “Oltre il Muro”, che ha sviluppato con i ragazzi il tema della disabilità e della diversità. In quella occasione è stato consegnato ad ognuno degli alunni un kit com-

posto da un album da disegno, pennarelli, matite e gomme, offerto dai supermercati Carrefour, con l’invito a realizzare un disegno inerente il tema. Tra tutti gli elaborati sono stati selezionati sette disegni che il Comune di Marcon trasformerà in cartelli da applicare ai segnali di parcheggio per disabili del territorio. Nelle scuole dell’infanzia è, invece, intervenuta l’associazione “Il piccolo principe”, che con il progetto “Con gli occhi tuoi” ha accompagnato i più piccoli a riflettere sul tema della diversità attraverso la rappresentazione della storia “Il leone e il topo”. A

SPORT Studenti mobilitati per favorire l’inclusione

questi bambini è stato consegnato un buono per materiale didattico. Oltre alla merenda offerta a tutti i partecipanti da “Bottega in campo” e “Carrefour” e a una piccola sacca donata ai bambini da Leroy Merlin e Rangers, verranno premiate le quattro scuole che hanno partecipato più attivamente al progetto (rispetto al numero delle classi e al numero dei disegni presentati) con la donazione a ciascun plesso di una sedia per il trasporto di disabili in caso di urgente evacuazione della scuola, offerte da Valecenter e Comune di Marcon. Mauro De Lazzari

Le categorie a Roma chiedono la nuova Zes `Incontro ieri con

il ministro per il Sud Barbara Lezzi ECONOMIA MESTRE Sono partiti in tanti ieri

DA SOSTITUIRE Uno dei giunti evidentemente usurati tra le uscite di Marghera e di via Miranese, che verrà sostituito con una nuova tipologia in acciaio. Nel tondo, la Tangenziale in via Trieste

La Tangenziale fa il tagliando Lavori al via sopra e sotto Giunti da sostituire e asfalto da sistemare `Rischio caduta di materiali, cantieri pure In maggio cantieri di notte per evitare disagi a Marghera con restringimenti in via Trieste `

VIABILITÁ MARGHERA Prima il Passante,

poi la Tangenziale. Dopo i lavori delle scorse settimane durati un paio di weekend con la chiusura del Passante e il traffico riversato sulla Tangenziale, Cav metterà mano all’arteria che attraversa Mestre e Marghera e, in particolare, proprio al tratto che va dal casello di Villabona all’uscita della Miranese. Lavori previsti su entrambi i sensi per fronteggiare l’inevitabile usura del viadotto, ma che coinvolgeranno anche la viabilità urbana visto che dovrà essere ristretta la carreggiata di via Trieste, tra Marghera e Catene, per consentire la sistemazione della “suoletta” del sovrappasso.

SUL VIADOTTO Basta percorrere la A57 dalla stazione di uscita in direzione Trieste per rendersi conto che, non appena si entra in Tangenziale e si inizia a “salire” per passare sopra alla rotatoria di Marghera, il manto stradale non è proprio a posto, con i giunti ormai deformati sui quali si “salta” come se ci si trovasse su una strada provinciale qualsiasi. E da Cav, la so-

cietà concessionaria dell’autostrada, se ne sono resi conto tanto che sono già stati messi in calendario dal prossimo mese di maggio degli interventi di rifacimento della pavimentazione. «Opere che comprenderanno il rifacimento dello strato di usura dalla stazione autostradale di Venezia-Mestre fino all’uscita di via Miranese confermano da Cav - sia per la carreggiata in direzione Trieste sia per quella in direzione Milano. In alcuni tratti sarà eseguita inoltre la sostituzione dell’intero pacchetto di pavimentazione sulla corsia di destra. Contestualmente saranno inoltre sostituiti gli attuali giunti a tampone presenti sul viadotto di Marghera con una nuova tipologia in acciaio in grado di offrire miglio prestazioni anche dal punto di vista della regolarità superficiale».

INTERVENTI NEL TRATTO TRA IL CASELLO DI VILLABONA E L’USCITA DI VIA MIRANESE SU ENTRAMBI I SENSI DI MARCIA

IN VIA TRIESTE Le date di questi interventi non sono ancora state fissate, ma da Cav garantiscono che i cantieri saranno operativi di notte e per più notti nel corso del mese di maggio. Diverso è invece il caso delle opere previste “sotto” la Tangenziale, dove la società autostradale deve installare degli speciali profili per impedire la caduta di materiale dalla sede stradale soprastante, in particolare tra le corsie delle rampe e il viadotto

principale. Un’operazione che inizierà a giorni e per la quale il Comune di Venezia ha disposto un’ordinanza che prevede la chiusura della pista ciclopedonale, l’occupazione dell’area riservata ai parcheggi e di parte della carreggiata nella parte di via Trieste sotto il viadotto, anche con l’istituzione del senso unico alternato in certe fasi delle lavorazioni che verranno effettuate dalle 9 alle 16.30. Fulvio Fenzo

da Venezia per andare a ribadire al Governo che anche Porto Marghera, Murano e Rovigo vogliono una Zes, una Zona economica speciale con tutte le agevolazioni relative per gli imprenditori, e che chiedono anche l’allargamento della striminzita Zona franca che, con gli attuali 8 mila metri quadrati, è del tutto insufficiente, «per questo oggi molte aziende stanno rinunciando ad investire» ha detto il presidente di Confindustria Venezia e Rovigo Vincenzo Marinese al ministro per il Sud Barbara Lezzi. Marinese era giunto a Roma assieme al direttore generale degli Industriali Gianpiero Menegazzo, al direttore di Confartigianato Città Metropolitana Matteo Masat, al presidente Cna Città Metropolitana Giancarlo Burigatto e al presidente della Camera di Commercio di Venezia Rovigo, nonché Amministratore di Confcommercio Venezia, Giuseppe Fedalto. Presente anche il deputato bellunese dei 5 Stelle Federico D’Incà che poco tempo fa, assieme alla collega sandonatese Arianna Spessotto, si era incontrato con le categorie per studiare il Piano industriale per l’Area metropolitana di Venezia e Rovigo messo a punto da Confindustria. Alla fine del colloquio di ieri il ministro Barbara Lezzi si è riservata di valutare la fattibilità della proposta e di stimare le necessarie coperture dopodiché le parti, in tempi rapidi, si aggiorneranno. Nel frattempo

anche la Regione del Veneto si è attivata chiedendo l’istituzione della Zes nell’Area Metropolitana di Venezia e Rovigo, come ha confermato ieri la titolare del Dicastero per il Sud. «La nostra gratitudine va anche al governatore Zaia e all’assessore allo Sviluppo Economico Roberto Marcato, per la pronta e positiva risposta a favore del progetto - ha aggiunto Marinese -. Il fatto che le categorie economiche siano qui a Roma assieme a noi è la dimostrazione che il progetto è pianificato e condiviso dal territorio», come hanno confermato anche Fedalto e Burigatto, e lo stesso presidente di Confartigianato Mazzocca, secondo il quale «le categorie economiche sono unite per lo sviluppo della nostra Area Metropolitana e dell’intero Paese. Ora dobbiamo essere tutti compatti per portare a casa il risultato. La prima risposta positiva è stata quella del presidente della Regione del Veneto Luca Zaia che, in risposta al nostro incontro con l’assessore Marcato, ha subito inviato una lettera a Roma, chiedendo l’istituzione della Zes. Devono essere poi coinvolti i sindacati dei lavoratori, nel momento in cui si lavora per la creazione di 26.600 nuovi posti di lavoro. Ora dobbiamo fare in modo che non vi sia una contrapposizione fra Nord e Sud d’Italia. La creazione di posti di lavoro va a beneficio dell’intero Paese». (e.t.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL MINISTRO SI È RISERVATA DI VALUTARE LA FATTIBILITÀ DELLA PROPOSTA E LE COPERTURE

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marghera

Marcon

Progetto per arrivare sicuri in piscina

Sicurezza stradale, “lezione” a scuola

MARGHERA Dopo il primo incontro e il sopralluogo “sul campo”, si sono messi al lavoro ed hanno già ipotizzato una possibile soluzione. “Piscina in sicurezza”, il gruppo di lavoro nato su un’idea della pagina Facebook “Buongiorno Marghera” presenterà domani, giovedì, alle 18 presso la Nautica Dall’Orso di via delle Macchine 53, la proposta di un percorso ciclopedonale che, dalla Città Giardino, possa condurre i frequentatori della futura

MARCON L’associazione Pasav per la sicurezza stradale promuove domani, giovedì 11 aprile, una manifestazione sulla sicurezza stradale al centro civico di Marcon, a cui parteciperanno gli alunni delle classi terze della scuola primaria Malipiero con il personale della Polizia stradale. Nel corso dell’incontro saranno sviluppate le tematiche inerenti alla sicurezza

piscina (che saranno anche giovanissimi) senza il rischio di essere travolti da auto e mezzi pesanti che transitano nella zona. «Il nostro obiettivo è arrivare ad una soluzione condivisa da tutti - spiega Alvise Ferialdi -. Dopo l’incontro di giovedì questo progetto verrà sottoposto a Comune, Municipalità e Porto, sperando che i lavori di costruzione della piscina procedano di pari passo con la messa in sicurezza della viabilità».

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stradale del pedone, ciclista, veicoli a due ruote, norme e comportamenti corretti sulla strada, distrazioni alla guida. Gli alunni partecipanti potranno inoltre dialogare con i funzionari della Polizia stradale per un momento di dialogo e confronto tra il mondo della scuola e le istituzioni che operano sul nostro territorio a favore della sicurezza stradale.


12

Nordest

WELFARE-DAY IN TUTTO IL VENETO Domani 50 camper e 200 infopoint presso aziende, sindacati, banche, scuole per far conoscere la previdenza e l’assistenza sanitaria integrative Mercoledì 10 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Profughi, Zaia: falsità da Morcone Dura replica all’ex capo dell’immigrazione che di fronte ` «Parole gravissime: i comuni erano liberi di accogliere o no ai pm ha accusato la Regione di aver minacciato i sindaci i profughi. Tra noi due qualcuno dice bugie e non sono io» `

za alcun “addomesticamento”. Peraltro ricordo anche che, in totale civiltà, abbiamo volontariamente dato la massima assistenza ai profughi. E siamo in grado in qualsiasi istante di documentare le attività e anche i costi sostenuti, peraltro non poco rilevanti». Il governatore non esclude carte bollate: «Mi riservo di girare all’ufficio legale queste dichiarazioni. E per quanto riguarda la Procura, spero che ci sia la volontà di andarle a chiarire fino in fondo perché è grave quanto è stato affermato». Zaia ribadisce che quelle del prefetto Morcone, che nel 2011 fu candidato sindaco del Pd a Napoli, sono dichiarazioni «infondate, sulle quali chiedo che venga fatta chiarezza».

IL CASO VENEZIA «Siamo due istituzioni dello Stato. Siccome io sostengo che quanto mi viene attribuito non l’ho mai fatto, chiedo che venga verificato chi racconta bugie. E gli dò ampia facoltà della prova». Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ribatte alle affermazioni di Mario Morcone, l’ex capo Dipartimento per le Libertà civili e immigrazione (e attuale direttore del Consiglio italiano rifugiati) che ai pm ha raccontato di pressioni da parte della Regione Veneto perché i sindaci non accogliessero i profughi. Zaia annuncia che interesserà l’Avvocatura regionale: «Non credo ai miei occhi quello che sto leggendo, spero che i magistrati facciano chiarezza». Come pubblicato ieri dal Gazzettino, nel racconto di Morcone ai pm Lucia D’Alessandro e Federica Baccaglini - nell’ambito dell’inchiesta a carico della cooperativa Ecofficina/Edeco, gestore del Centro speciale di accoglienza di Cona, finita sotto accusa per truffa e frode negli appalti i sindaci sarebbero stati «minacciati dalla Regione che non passava i contributi». Di più: «La Regione utilizzava tutti gli strumenti per imporre ai sindaci di non accogliere». E sempre la Regione, stando a quanto raccontato da Morcone, avrebbe dato indicazioni alle Ulss di essere molto severe nella salubrità dei luoghi. Insomma, Palazzo Balbi avrebbe detto a sindaci e Ulss: fate di tutto per non accogliere i profughi. Minacciando addirittura ritorsioni, come la mancata elargizione di contributi.

COSÌ I VERBALI

Restituiti i soldi per le spese di rappresentanza

IL SINDACO

«I SINDACI ERANO ASSOLUTAMENTE CONTRARI... ERANO MINACCIATI DALLA REGIONE CHE NON PASSAVA I CONTRIBUTI» Mario Morcone

TENSIONE Nel gennaio 2017 la rivolta dei migranti nella base di Cona (Venezia)

ci sono stati liberi di fare e decidere come hanno voluto, prova ne sia che c’è stato chi li ha accettati e chi non li ha accettati». E con le Ulss come vi siete comportati? «Abbiamo chiesto - risponde il governatore del Veneto - che ci fosse sempre il rispetto delle norme sanitarie e quindi dell’applicazione della legge sen-

LA REPLICA Zaia nega categoricamente: «È gravissimo quello che viene dichiarato per il Veneto. Io, che rappresento la Regione Veneto, non mi sono mai permesso di alzare il telefono e minacciare, né privatamente né pubblicamente, i sindaci e tantomeno negando contributi, perché non è eticamente sostenibile ed è anche un reato. I sinda-

Al Ferro Fini

GOVERNATORE Luca Zaia (Lega)

L’EX SINDACO DI TREVISO: «MAI RICEVUTO PRESSIONI». INTERROGAZIONE DEL DEM AZZALIN

Sul Gazzettino

Che la situazione fosse di «alta tensione» sul fronte degli sbarchi e della collocazione dei profughi lo conferma l’ex sindaco di Treviso, Giovanni Manildo, che ricorse alla soluzione tampone della caserma Serena. L’esponente del Pd un’accusa alla Regione Veneto la conferma: «Come sindaci chiedevamo una maggiore collaborazione da parte della Regione, ci aspettavano che svolgesse un ruolo politico, i Comuni sono stati lasciati soli un po’ da tutti, solo con l’arrivo del ministro Minniti si è andati verso una gestione più semplice. Ma, sinceramente, non ho mai ricevuto né pressioni né minacce da parte della Regione per non ospitare i profughi. E non ho nemmeno mai avuto ritorsioni: i contributi regionali su vari settori il Comune di Treviso li ha sempre avuti». Sulla vicenda il consigliere regionale Graziano Azzalin (Pd) ha annunciato una interrogazione: «A Zaia e alla sua schiera non è mai interessato trovare una soluzione. Ricordiamo l’invito ai sindaci della Lega affinché buttassero giù il telefono in caso di chiamate dei prefetti oppure il rifiuto a incontrare l’allora ministro Minniti». Alda Vanzan

Neanche un caffè. Due componenti dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale del Veneto nel 2018 non hanno avuto spese di rappresentanza. Ma anche gli altri componenti sono stati parchi: dei 56.800 euro assegnati all’intero Ufficio di presidenza, ne sono stati infatti spesi 12.324,25. Cioè il 21,70 per cento. La delibera con la rendicontazione, pubblicata ieri sul Bur, dà il dettaglio: il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti (Lega) aveva a disposizione 18mila euro e ne ha spesi 6.862,05; il vicepresidente Massimo Giorgetti (ex FI, ora FdI) ha speso 5.360,20 euro a fronte di una disponibilità di 10.800 euro. L’altro vice presidente, Bruno Pigozzo (Pd), poteva contare sempre su 10.800 ma ha speso solo 122 euro. I due consiglieri segretari, Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) e Simone Scarabel (M5s), avevano un budget di 8.600 euro ma non hanno speso un centesimo. Pubblicata anche la delibera che assegna il premio di risultato - il 10% della retribuzione lorda, pari a 17.238 euro - al segretario generale Roberto Valente. (al.va.)

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L’INTERROGAZIONE

Il Gazzettino di ieri con la notizia delle dichiarazioni rilasciate ai pm dal prefetto Mario Morcone

`VENEZIA

Nasce il Partito dei Veneti, ma la frammentazione resta L’ANNUNCIO VENEZIA È stata annunciata ieri dal consigliere regionale Antonio Guadagnini la nascita di una nuova formazione politica: il “Partito dei Veneti”. A farne parte - recita una nota - “i principali movimenti veneti pro-indipendenza e autogoverno”, così elencati: Siamo Veneto (cioè il gruppo fondato da Guadagnini dopo aver lasciato Indipendenza noi Veneto, lista con la quale nel 2015 è stato eletto in Regione), Indipendenza Veneta, Gruppo Chiavegato, Progetto Veneto Autonomo, Veneto Stato d’Europa. Obiettivo del neonato partito di cui è coordinatore il veronese Giacomo Mirto, vice il trevi-

giano Daniele Visentin - è “l’autogoverno del Veneto”. Al Partito dei Veneti non ha aderito il Patto per l’Autonomia Veneto di Roberto Agirmo e Luca Azzano Cantarutti. E non c’è il sostegno neanche degli “storici lighisti” Mariangelo Foggiato e Fabrizio Comencini, che giusto ieri hanno depositato a Roma, per le elezioni Europee, il simbolo della “Liga Veneta Repubblica” e che appoggiano Luca Zaia. Dunque, se la galassia venetista, indipendentista, autonomista resta tale, il Partito dei Veneti non è che un’operazione elettorale. Tra un anno si vota in Regione, il tempo della campagna elettorale è già iniziato. «Il PdV - dice Guadagnini ha l’ambizione di essere il par-

IL LEONE Il consigliere regionale Antonio Guadagnini (al centro) mostra il simbolo della nuova formazione politica: il Partito dei Veneti

tito territoriale del Veneto, sul modello dei partiti territoriali di Trento e Bolzano; con i quali, non a caso, abbiamo firmato un patto di collaborazione. L’unico modo per essere come Trento e Bolzano è fare come Trento e Bolzano: lì operano dei partiti territoriali che han-

NON ADERISCONO IL PATTO PER L’AUTONOMIA E LA LIGA VENETA DI FOGGIATO E COMENCINI

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no il solo obiettivo di fare gli interessi del loro territorio. Così dobbiamo fare anche noi». Juri de Luca, portavoce di “Indipendenza Veneta”: «Il 2020 sarà una tappa focale per l’indispensabile percorso verso il pieno Autogoverno». Lucio Chiavegato: «Superando le sto-

riche divisioni, abbiamo fatto un passo in avanti importante verso la naturale vocazione del Veneto: l’indipendenza». Bobo Sartore di “Progetto Veneto Autonomo”: «I partiti nazionali non sono in grado di rappresentarci».

LE REAZIONI Se l’ex candidato governatore Alessio Morosin esulta per la nascita del PdV («Giornata storica»), Agirmo del Patto per l’autonomia Veneto invece attacca, pubblicando su Facebook un lungo post in cui (ri)accusa Guadagnini di «tradimento» e avvisa i suoi compagni di viaggio: «Chi tradisce una volta lo farà sempre». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


XVI

Riviera

MARCO DORI: «GLI ASSESSORI FORCOLIN E DE BERTI HANNO RISPOSTO ALLE NOSTRE ISTANZE ORA ASPETTIAMO I LAVORI»

del Brenta

LEVATA DI SCUDI Dopo la tragedia di Genova i sindaci inviarono subito segnalazioni e chiesero con forza interventi

Mercoledì 10 Aprile 2019 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

Operazione sicurezza per i ponti La Regione stanzia 1,5 milioni di euro per verifiche e manutenzioni `Si lavorerà in via I Maggio a Mira, in via Brentasecca a Dolo, su cinque strutture che scavalcano l’idrovia tra Riviera e Padovano in via Cesare Battisti a Vigonovo e poi nella provincia vicina `

Rubati i fiori che abbellivano la passerella di Valmarana

MIRA «Il ponte sull’Idrovia di via I Maggio verrà monitorato e sarà oggetto di interventi di manutenzione, insieme agli altri 4 viadotti del tracciato idroviario: la Regione ha stanziato 1,5 milioni di euro». L’annuncio è stato dato proprio ieri dal sindaco di Mira Marco Dori ai colleghi riuniti in Conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta. «Le segnalazioni e le preoccupazioni espresse alla Regione, l’unica ad aver competenza sui ponti dell’idrovia, lo scorso agosto, dai sindaci dei Comuni coinvolti – ha affermato Dori - hanno trovato finalmente risposta. Le risorse sono state stanziate, ora non ci resta che attendere le indagini strutturali e soprattutto l’apertura dei cantieri da parte dell’ente regionale».

MIRA

L’”ULTIMATUM” Dopo la tragedia del ponte Morandi a Genova il 14 agosto dello scorso anno, nel comprensorio della Riviera l’attenzione degli amministratori e dei cittadini si è puntata sullo stato di salute dei viadotti lungo l’idrovia e di quelli sul Naviglio, - i più recenti realizzati oltre 60 anni fa e continuamente sollecitati da carichi di traffico sempre più pesanti nonchè bisognosi di manutenzioni anche importanti. A gettare benzina sul fuoco era intervenuto anche il Genio Civile il quale aveva inviato una lettera ai Comuni di Padova, Mira, Dolo, Saonara e Vigonovo, ventilando la proposta di cedere ai Comuni la competenza su ponti e cavalcavia, adducendo tra le motivazioni la mancanza di capitoli di spesa dedicati a questo tipo di interventi. Dai sindaci però si alzò immediatamente una levata di scudi generale. Lo stesso sindaco di Mira, a settembre, assunse una posizione molto dura appunto legata alla situazione del manufatto di via Primo Maggio a Piazza Vecchia,

MESSA IN SICUREZZA Tra i 5 ponti interessati dai lavori quello di via Brentasecca a Dolo

competenze e risorse per garantire la sicurezza dei viadotti sull’idrovia, se andiamo avanti di questo passo dovremo chiuderli».

LA RISPOSTA

CONDIZIONI PRECARIE Il ponte di via I Maggio a Piazza Vecchia di Mira

che collega l’abitato con la zona industriale di Giare, realizzato tra gli anni ‘60 e ‘70 a ridosso di molte abitazioni, e oggetto di continue segnalazioni per il cedimento del guardrail. «Su quel

ponte – aveva intimato Dori - gli esperti concordano nel sottolineare che ci sono tutti gli estremi per un’ordinanza nei confronti della Regione, se non interviene. I Comuni non hanno

Accordo sull’eco-plastica DOLO Partnership all’insegna della sostenibilità: un importante accordo economico di collaborazione è stato sottoscritto dalla Polplastic Spa di Arino, azienda di stampaggio e verniciatura delle materie plastiche, con Fater, joint venture fra Procter & Gamble e Gruppo Angelini che produce e commercializza per l’Italia alcuni tra i più celebri marchi di prodotti assorbenti per la persona tra cui Pampers, Lines e Tampax. Fater ha sviluppato – in collaborazione con Contarina Spa – una tecnologia di riciclo in grado di dare nuova vita ai materiali contenuti nei propri prodotti, garantendone la perfetta sanitizzazione e preservandone le

prestazioni tecniche. Tra le materie prime di alta qualità recuperate anche la plastica, che proprio Polplastic si è impegnata a utilizzare per realizzare i nuovi espositori dei prodotti a marchio Fater. La collaborazione tra le due aziende dà vita a un circolo virtuoso capace di coniugare sostenibilità ambientale, sviluppo economico e responsabilità sociale. Angelo Dainese, capo del settore strategia e sviluppo

POLPLASTIC HA INIZIATO UNA COLLABORAZIONE CON “FATER” PER LA SOSTENIBILITÀ DELLE MATERIE PRIME

di Polplastic, spiega l’accordo. «Un progetto ambizioso di economia circolare che è solo all’inizio e che ci vedrà sempre più impegnati nei prossimi mesi. L’obiettivo è utilizzare la plastica derivante da assorbenti e pannolini usati non solo per gli espositori e per altri articoli nel mondo di Fater ma anche per i prodotti che attualmente rappresentano il nostro core business». L’azienda dolese, con 50 anni di storia alle spalle e un fatturato aggregato di oltre 43 milioni di euro nel 2018 (in crescita del 10% rispetto all’anno precedente), è leader nel suo mercato di riferimento e vanta prestigiose collaborazioni con marchi di vari settori. L. Per. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’allarme lanciato dal sindaco di Mira, ma anche dai colleghi di Dolo, Stra, Vigonovo e Saonara non è caduto nel vuoto. Nel collegato alla Stabilità relativo al bilancio previsionale del Consiglio Regionale approvato a fine dicembre è stato previsto un intervento di 1,5 milioni per interventi sui ponti dell’idrovia Padova-Venezia; le verifiche riguarderanno il controllo della situazione statico e la messa in sicurezza. Le cinque strutture lungo l’idrovia interessate dall’operazione sono: in via I Maggio a Mira, in via Brentasecca a Dolo, in via Cesare Battisti a Vigonovo-Stra, in via Villanova a Saonara (Pd) e nella zona in-

dustriale all’altezza di via Messico a Padova. «Con questo impegno assunto dalla Regione – ha commentato Dori – e realizzato grazie all’interessamento del vicepresidente e assessore regionale al Bilancio Gianluca Forcolin e dell’assessore ai Lavori pubblici, infrastrutture e trasporti Elisa De Berti, per me la questione è risolta. Il risultato dello stanziamento di un milione e mazzo, in pratica 300mila euro a ponte, è tangibile e va a beneficio della nostra città e di tutti i Comuni lungo l’idrovia. Gli assessori regionali Forcolin e De Berti hanno mostrato attenzione alle nostre istanze e si sono presi a cuore quest’area. Ora aspettiamo solo l’avvio delle indagini e dei successivi interventi per la messa in sicurezza dei cinque viadotti». Luisa Giantin © RIPRODUZIONE RISERVATA

Trattamenti anti zanzara tigre Dolo anticipa il piano regionale SANITÀ Parte a Dolo la lotta alla zanzara tigre che anticipa il piano delle attività che verrà approvato a breve dalla Regione. Il Comune ha già programmato sei interventi di trattamento anti larvale oltre a una serie di iniziative di sensibilizzazione e di costante informazione alla cittadinanza. Nel contempo l’amministrazione chiede vi sia la massima collaborazione nel mettere in atto piccoli accorgimenti utili a ridurre il proliferare delle zanzare, come ad esempio l’eliminazione dei ristagni d’acqua. Il primo intervento di trattamento anti larvale nelle proprietà pubbliche avrà luogo nelle giornate di

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martedì 16 e mercoledì 17 aprile. Sull’argomento l’assessore all’Ambiente Marina Coin, precisa: «Abbiamo rivolto sempre particolare attenzione alla programmazione delle attività di disinfestazione del territorio, grazie anche al monitoraggio degli interventi effettuati negli anni precedenti e delle segnalazioni pervenute dai cittadini. Ogni anno abbiamo integrato il programma delle attività sia per numero di interventi che per risorse economiche, così da rispondere a nuovi rischi dovuti soprattutto agli effetti dei cambiamenti climatici che stanno interessando anche il nostro territorio». L. Per. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Rubate le piante di fiori che abbellivano il ponte Valmarana a Mira collocate dalla Pro Loco per l’avvio della stagione turistica e di Riviera Fiorita. «Queste persone non capiscono quanta fatica fanno i volontari e quanti euro vengano spesi per rendere più bello il nostro Comune» – afferma rammaricato Michele Campalto, presidente della Pro. Mentre tutta l’attenzione era concentrata sulla manifestazione di Oriago, ignoti hanno devastato il ponte asportando le piante. Da diversi anni in primavera e a Natale i volontari abbelliscono i ponti mobili lungo il Naviglio da Mira a Malcontenta, un bel biglietto da visita per i turisti che transitano nei battelli e un tocco di allegria per i residenti. «Erano appena stati posizionanti i vasi con i nuovi fiori – racconta Campalto - in una notte hanno rovinato tutto». Ora sul ponte, in cui sono rimasti solo dei nastri colorati, campeggia un cartello nel quale la Pro Loco “ringrazia” per l’ignobile gesto, specificando che comunque si continuerà a mettere delle piante. (L.Gia.)

VANDALISMO Il ponte di via Valmarana

Ladri in casa È la quarta volta in pochi anni VIGONOVO Per C.C., una 58enne che vive da sola a Vigonovo, ritornare a casa alla sera dal lavoro è diventato un incubo. Lunedì pomeriggio ignoti, dopo avere divelto un balcone, sono entrati mettendo tutto a soqquadro. Ma da rubare in quella casa non è rimasto più nulla, dato che è la 4. “visita” in pochi anni. La donna, dopo la prima razzia, non ha più lasciato o acquistato oggetti. Lunedì, dopo avere rovistato inutilmente, i ladri se ne sono andati a mani vuote. La prima volta a sparire erano stati oggetti d’oro, molti dei quali ricordi di famiglia; la seconda furono asportati dei vestiti. (V.Com.)


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PADOVA

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raccolta di firme

Assistenza domiciliare gli infermieri in piazza contro il nuovo modello Stop alle chiamate notturne: no di operatori e sindacati «Così salta ogni rapporto con i malati e i loro familiari» Un modello inefficace per pazienti oncologici, terminali, fragili, costretti all’assistenza domiciliare. Così gli infermieri, sostenuti dal sindacato Adl Cobas, ieri sono scesi in piazza e hanno raccolto più di 200 firme per fermare l’applicazione della delibera regionale che interviene sull’organizzazione dell’assistenza infermieristica domiciliare, incidendo su tre momenti importanti: la pronta disponibilità notturna, i turni e i prelievi a domicilio. COSA CAMBIA

«Siamo sempre stati disponibili 24 ore su 24, anche nei giorni festivi. Andiamo a casa del paziente e sappiamo come intervenire. Togliendo la pronta disponibilità nelle ore notturne il paziente dovrà chiamare il 118, il che vuol dire sovraccarico del pronto soc-

corso e ricoveri impropri per pazienti oncologici e fragili. Ma anche non riuscire a garantire dignità nel momento della morte», spiega Maria Antonietta Ponchia, infermiera a domicilio. «Vogliono cambiare i turni di lavoro, dalle 7 alle 14 e dalle 14 alle 21, quando si sa che dopo le 19 i pazienti vanno a letto. Ma così non si dà continuità temporale nella relazione con il paziente e la famiglia, che si vedranno cambiare ogni giorno operatori. Vogliono poi dare in appalto a una cooperativa l’attività dei prelievi domiciliari, che diventeranno mere prestazioni quando adesso per gli operatori sono momenti di osservazione e rilevamento dei bisogni del paziente». UN MODELLO DA COPIARE

Quello che auspicavano gli infermieri era che il modello pa-

dovano, ritenuto virtuoso, fosse adottato dalla Regione per uniformare l’assistenza. «I pazienti sono i primi a essere preoccupati di questo cambiamento, tanto che si stanno mobilitando. Un giovane malato di Sla ha già scritto una mail al sindaco Giordani e chiesto un’audizione al consigliere regionale Boron». «ASSURDO»

Sulla questione interviene anche Romualdo Zoccali, palliativista dell’Usl 6: «Sospendere l’assistenza domiciliare notturna è assurdo. Viene meno lo stretto rapporto che si crea con i pazienti fragili o anziani o terminali, che con gli infermieri hanno un rapporto di empatia, fiducia, molto spesso superiore a quello che hanno con il proprio medico». — Alice Ferretti

La protesta degli infermieri che ieri hanno raccolto oltre 200 firme per salvare l’assistenza domiciliare

confronto su un tema di attualità

Invecchiamento, risorse e criticità domani il convegno al San Gaetano “Come saremo. Padova invecchia: da criticità a risorsa e nuove opportunità” è il titolo del convegno in programma somani dalle 15.45 al Centro San Gaetano. Nell’occasione sarà presentato lo studio di Giuseppe Montante, vicese-

gretario nazionale di Anaao Assomed e membro del cenacolo della Specola delle Idee, che promuove l’appuntamento di oggi. Al dibattito - tutto incentrato sull’invecchiamento della popolazione parteciperanno il segretario

dopo il ciclone vaia

miraggi migranti in città

Padova tende ancora la mano verso la provincia di Belluno

Riflessioni e spettacolo per capire le migrazioni Tappa padovana per “Miraggi Migranti”, la kermesse interculturale che sta viaggiando per tutta Italia per arrivare al convegno finale di Macerata a ottobre. Il capoluogo marchigiano non è stato scelto a caso per l’ottavo incontro nazionale dell’associazione “C’è speranza se accade”: è infatti la città dove è stata massacrata la povera Pamela Mastropietro e dove alcuni giorni dopo Luca Traini ha provato a “fare giustizia” sparando ad alcuni uomini a caso, colpevoli solamente di essere di colore.

Altri due appuntamenti per aiutare la ricostruzione delle zone colpite a ottobre Una serata di meditazione e una partita di calcio

Sarà la solidarietà a legare Padova e Belluno nelle giornate di giovedì 18 aprile e sabato 18 maggio. A sei mesi dal disastro che ha colpito le montagne del Nord Est, il presidente della Provincia di Padova, Fabio Bui, e il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, hanno fatto il punto della situazione e tracciato un bilancio delle iniziative di aiuto partite dal territorio padovano, cominciando dal grande sforzo dei volontari - la nostra città infatti ne ha messi a disposizione da subito 250 - fino ad arrivare ai numerosi appuntamenti solidali. Tra questi si collocano le due date di aprile e maggio. Il 18 aprile al Palaberta di Montegrotto Terme alle ore 21 si terrà l’evento “Il dono. Meditare per gli alberi” , con Leandro Barsotti, Paolo Vallesi, Mauro Corona e la polifonia Choir. Parte del ricavato della serata andrà al comitato Gocce di Sole Onlus, l’organizzazione che raccoglie i fondi da destinare al territorio bellunese colpito dal ciclone Vaia. La serata, finalizzata a sensibilizzare il pubblico al grave problema dei boschi

Prima di arrivare a Macerata però, sabato 13 aprile la rete di cooperazione educativa sarà a Padova insieme a Popoli Insieme nella sede del centro giovanile Antonianum, per affrontare il tema dei migranti. In mattinata (8.30 -13) ci sarà prima uno spettacolo di teatro d’ombre dell’artista greco Dimitris Evangelou e di Susanna Matonti, poi un dialogo tra la scrittrice Michela Monferrini, autrice del saggio “Muri maestri”, e l’assessore al sociale Marta Nalin e infine un intervento dell’antro-

regionale Anaao Adriano Benazzato, il sindaco Giordani, Stefano Bellon, ex presidente Ira, Daniela Carraro, direttore dei Servizi sociali Usl 6 Euganea, Eugenio Castegnaro, direttore sanitario del “Parco del sole” e il sociologo Silvio Scanagatta. In coda ci sarà un altro momento di dibattito con l’assessore Benciolini, il rettore Rosario Rizzuto, il presidente di Fondazione Cariparo Gilberto Muraro e l’assessore alla Sanità del Veneto Manuela Lanzarin.

pologa dell’Università di Padova, Maria Teresa Milicia. Il bello però arriva nel pomeriggio (14.45 -18), con quelle che l’associazione chiama le “stanze di vita educativa”, in sostanza laboratori per bambini e adulti, tenuti da diverse realtà padovane: Popoli insieme, Quadrato Meticcio, Comunità di Sant’Egidio, cooperativa Contatto Cemea. Chiusura affidata a Prisca Convento e Giorgia Ranzato con la Via di Jamal. Al centro della giornata ci sarà quindi il tema dei migranti e della loro educazione. «Siamo felicissimi di essere stati accolti a Padova», spiega Carlo Ridolfi, coordinatore Rete di Cooperazione Educativa, «anche perché non tutti i comuni ci hanno permesso di essere presenti». — LU.PRE.

Gli organizzatori dei due eventi di solidarietà presentati ieri

distrutti nel Veneto alluvionato, è organizzata dalla Pro Loco di Abano Terme con il Comune di Montegrotto Terme e il sostegno delle Province di Padova e Belluno. Il 18 maggio invece sarà la volta della partita “Un calcio al Veneto”, che sarà disputata nello stadio di Belluno tra la Nazionale italiana sindaci e la Nazionale italiana cantanti. «Non bisogna dimenticare, bisogna fare. Questi sono stati mesi d’impegno. Padova vuole continuare ad essere vicina alle popolazioni colpite in maniera concreta», dice il presidente della Provincia di Padova Fabio Bui, che insieme al sindaco di Montegrotto Riccardo Mortandello, al vice presidente della Pro Loco Abano

Terme Massimiliano Girotto, al direttore della Nazionale italiana cantanti Gianluca Pecchini, al presidente della Nazionale italiana sindaci e sindaco di Campodarsego Mirko Patron e ovviamente al presidente della Provincia di Belluno e sindaco di Longarone Roberto Padrin, ha presentato i due appuntamenti solidali. «La ricostruzione è molto complicata, soprattutto per le famiglie che ancora fanno fatica a rientrare nelle proprie case», ha spiegato Roberto Padrin. «Il governo ha stanziato risorse importanti, ma il percorso sarà lungo e complicato. Sensibilità e solidarietà sono fondamentali e io per questo voglio ringraziare tutti». — Alice Ferretti

un ospite speciale al vimm

Baudo tra i ricercatori «Siate sempre curiosi» «Il cervello è il più bel motore della ricerca, perché fa nascere la curiosità, che è alla base dell’avanzamento scientifico». Ci voleva Pippo Baudo per trovare l’anello di congiunzione fra ricerca scientifica e spettacolo, e l’ha trovato facendo due chiacchiere con Luca Scorrano (direttore scientifico del Vimm) e Francesco Pagano (presidente). «Anche ai miei colleghi più giovani», continua Baudo, che è stato in visita all’istituto

Baudo con i giovani ricercatori

di ricerca prima della presentazione del suo libro, «dico sempre di essere curiosi. Oggi purtroppo c’è un po’ di ignoranza e anche meno fantasia. Ai miei tempi per fare uno spettacolo ben fatto bisognava inventare, oggi ci sono i format che sono la morte della creatività». «Qui», risponde Scorrano, «facciamo proprio questo: creiamo. Abbiamo ricercatori da tutto il mondo e laboratori dove il chimico lavora accanto all’ingegnere e al fisico». Baudo è stato in visita al Vimm accompagnato dall’amica Giustina Destro: ha visitato i laboratori e conosciuto ricercatori. Non ha disdegnato anche un’esperienza nuova: vedere una cellula al microscopio. — S.Q.


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REGIONE

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L’allarme al Vinitaly dietro le QUinte

Lo stand universale e la pizza di Zaia Astoria, trendy le damigelle di colore VERONA. Dalle metafore del governatore Luca Zaia, pizzaiolo oltre che vignaiolo per un giorno (“Prosecco ammortizzatore sociale del Veneto”, “Negli Usa compreranno il Prosecco dentro i sacchetti di carta come si vede nei film”) al super-stand dei tre Consorzi di Tutela del Prosecco (per la verità anche quest’anno un po’ fiacco). Vanno decisamente meglio le postazioni dei tre singoli Consorzi di tutela della Marca. All’esterno della Doc c’è Andro Mercù, di Radio24, che imita il premier Conte, Massimo Cacciari e persino il pontefice, Papa Francesco, con Bruno Vespa a fare da spettatore (il conduttore di “Porta a Porta” era passato a bere il caffè prodotto con le vinacce del suo vino di Manduria). E ancora le damigelle di colore con costume rosa che distribuiscono i gadget Astoria (piacciono al pubblico e i selfie si sprecano). Allo stand del Prosecco Doc è un susseguirsi ininterrotto di ospiti ed eventi. Si parla del nuovo progetto per la sostenibilità che vede im-

la sorpresa

l’appello

Docg, l’export 2018 in calo dopo il boom «Ma ci sono attenuanti»

Industriali e categorie «Si muova l’Europa» Gli industriali: diplomazia comune, o i buyer vanno altrove Polegato: «Dopo la Brexit altra tegola, un’intesa è urgente»

Una panoramica delle colline del Prosecco a Valdobbiadene VERONA. Un segno meno nel-

le performance della Docg Conegliano-Valdobbiadene fa sempre notizia, figurarsi se riguarda l’export 2018, e gli Usa in particolare, nel giorno in cui Trump minaccia dazi sulle bollicine di Marca. Nel 2018 l’export Conegliano-Valdobbiadene è calato del 9,1% a volume e del 7,8% a valore sui mercati esteri. Evento più unico che raro dopo anni di crescita senza ostacoli. Ma ci sono le attenuanti. La prima: il mercato italiano è cresciuto così tanto da compensare la perdita all’estero, il bilancio complessivo è di una leggera flessione dei volumi (90,6 milioni di bottiglie, - 1% sul 2017), ma di un netto aumento a valore (521,7 milioni di giro d’affari, + 3,8%). La seconda: i da-

ti si riferiscono alla vendemmia 2017. «Molto sfortunata dal punto di vista del clima», spiega Innocente Nardi, presidente della Docg, «questo ha costretto alcuni produttori di grandi dimensioni a rivedere i contratti in essere con l’estero, cosa non avvenuta in Italia. Il calo si spiega così, ma la denominazione, in assoluto, continua a crescere». Tra le note positive il decollo del Far East: + 73%. E la crescita della “Rive”, tipologia di 43 diverse località: «Produzioni collegate a siti circoscritti, la singola collina o il singolo appezzamento con particolare caratteristiche», commenta Nardi, «una tipologia di prodotto che dovrà ancora crescere per trasmette sempre meglio i valori specifici di ogni singolo territorio nella Docg». —

Zaia parla, al centro del tavolo Innocente Nardi , del consorzio Docg

dall'inviato VERONA. Parola d’ordine “Europa” per evitare lo scontro frontale con gli Usa e un danno economico incalcolabile. “Europa” invocata da Consorzi di Tutela e industriali, Coldiretti e semplici espositori. Perché non può essere la Regione Veneto (o il governo italiano) ad andare da Trump a tratta-

re, serve un’azione comunitaria di lobby per un mercato con un bacino di mezzo miliardo di persone. «Non consideriamola una sparata di Trump, guai a sottovalutare l’ipotesi dazi, si muova subito la diplomazia» commenta Maria Cristina Piovesana, presidente vicario di Assindustria Venetocentro, «anzi, le affermazioni del presidente Usa hanno già prodotto i lo-

ro danni, perché in una fase delicata di mercato come questa c’è il rischio che alla minima turbolenza i buyer rivolgano altrove le loro attenzioni. E pensare che ci sarebbe bisogno di serenità e stabilità. Hanno messo i dazi verso la Cina? I clienti si sono spostati verso il Vietnam». A parziale consolazione dei produttori italiani, il fatto che le tensioni riguardino tutta la merce prodotta nell’Ue. Dove potrebbero spostarsi i buyer per cercare soluzioni alternative? «Se non le troveranno, allora il problema sarà l’incremento di prezzo della merce, che porterà ad altri contraccolpi» ribadisce Piovesana. «In ogni caso gli States sono un mercato fondamentale per qualsiasi settore merceologico, mai come ora sentiamo la necessità di lavorare insieme, a livello comunitario, per prevenire ogni rischio. Tutto il Made in Italy rischia, non solo il Prosecco: è una sfida che abbraccia food e fashion, mobili e design. Già la situazione economica non è delle più favorevoli, il Pil non cresce, bisogna

pegnati Consorzio, Università di Padova, Cantine Le Rive, Santa Margherita, Villa Sandi e Cantina Sociale di Conegliano e Vittorio Veneto.Subito dopo arrivano i campioni della Superbike e MotoGp, che da quest’anno festeggiano le vittorie con il Prosecco Doc sul podio. Le presenze sono decine di migliaia dentro e fuori i padiglioni, con il passare del tempo i visitatori cedono alla fatica e all’alcol, anche se di eccessi non c’è proprio ombra, complice la politica di ingressi sempre più rigida da parte dell’ente Fiera: chiedetelo alla cantine, la sforbiciata sui biglietti omaggio è stata drastica, draconiana. Finisce con una migrazione di massa verso i parcheggi (una scommessa) e l’autostrada A4 (con tanto di coda infinita). E con controlli molto severi su chi esce con bottiglie: «Prego, la fattura». E il nominativo doveva corrispondere. Oggi ultimo giorno. Andare a Verona in treno? Forse migliora la situazione, ma occhio a comprare il biglietto. Evitare asolutamente l’ultimo minuto. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

fare quadrato con una politica comune europea». Concetti ribaditi da Ivo Nardi, presidente del gruppo vitivinicolo di Assindustria Venetocentro, ed espositore al Vinitaly con la sua Perlage. «La fiera sta andando bene, ma il mondo del Prosecco sta vivendo un momento delicatissimo», spiega Nardi, «se parliamo di dazi, parliamo di qualsiasi tipologia di merce prodotta in Europa. È chiaro che serve una risposta unica, e serve subito. Quello di Trump è un messaggio per la politica. Ciò che mi fa credere che andrà tutto per il meglio, è il fatto che i dazi penalizzerebbero anche gli Stati Uniti, dove non solo il Prosecco, ma tutto il Made in Italy gode di ottima fama». Non sarà peraltro solo un problema del Prosecco, vi-

Ivo Nardi: momento delicatissimo, anche se la rassegna va bene Ora una risposta unica sto che nelle minacce del presidente Usa sono inclusi numerosi prodotti agroalimentari. «Quella di oggi è una pessima notizia, dopo Brexit non ci voleva proprio», commenta Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso, «ci auguriamo che si trovi un’intesa per scongiurare danni in entrambe le direzioni. Non è il momento migliore per preparare una risposta, con le elezioni europee in arrivo a maggio. Guai a farci cogliere impreparati». — A.D.P. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI


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PRIMO PIANO

Scontro sulle schede ospedaliere

Rivolta dei sindaci contro la Regione «Guai a chi tocca i servizi sanitari» Giordani: «Sul Sant’Antonio io non mollo di un centimetro». Camposampierese mobilitato. Terme in subbuglio PADOVA. C’è un fronte dei sindaci contro le nuove schede sanitarie approvate qualche settimana fa dalla giunta regionale. È la preoccupazione di molti cittadini di perdere servizi essenziali. Da Padova al Camposampierese, passando per Abano, i sindaci si espongono in prima linea contro la programmazione sanitaria: «Va concordata con i Comuni» osservano «Perché noi conosciamo i bisogni dei nostri territori».

progetto di sviluppo a 10 anni della sanità padovana saranno possibili alcune modifiche dell’assetto generale, ma ad oggi non ci sono fatti imminenti». IL CAMPOSAMPIERESE

«Specializzare l’ospedale Pietro Cosma e farne un Centro traumatologico ortopedico, come ha deciso la Regione Veneto nel 2013, non deve essere la giustificazione per togliere molte attività importanti che ci sono» dichiara il sindaco di Camposampiero Katia Maccarrone «perciò noi sindaci del territorio ci siamo preoccupati quando abbiamo visto le schede. Perché sparisce Psichiatria e non è pensabile che non ci siano più posti letto per concen-

PADOVA E IL SANT’ANTONIO

«Sono padovano e sui servizi territoriali e di assistenza non ho intenzione di mollare di un centimetro», è stata la rassicurazione che il primo cittadino del capoluogo Sergio Giordani ha voluto dare all’incontro organizzato ieri sera dal comitato “Sos Sant’Antonio”, nato dopo la pubblicazione del nuovo Piano sanitario regionale 2019-2023 che vede un ridimensionamento della struttura di via Facciolati. Modifiche che non sono andate giù a molti tra medici e operatori sanitari: «Serve soprattutto chiarezza perché non ci siano situazioni di “limbo” sui servizi di assistenza. Non accetteremo forzature, anche perché tutti i fattori demografici indicano che serve semmai un potenziamento», ha proseguito il primo cittadino del capoluogo, promettendo agli operatori «massima attenzione per le vostre preoccupazioni». L’accordo per il doppio polo e il nuovo ospedale a Padova Est non è in discussione. Ma Giordani non accetta modifiche prima della costruzione del nuovo polo: «Come non ho avuto problemi ad avere una dialettica più che schietta con la Regione per salvaguardare il Giustinianeo ed evitare un “buco nero” in centro, così adesso ci spenderemo per chiarire anche il tema del Sant’Antonio. È chiaro che dentro il

La Casa di cura rischia il declassamento e con ciò la perdita del Pronto soccorso

Sopra il presidio in prefettura. In basso partecipanti alla manifestazione di lunedì a Camposampiero

il sit in e l’incontro in prefettura

Sant’Antonio, resta l’agitazione nessuna apertura dall’Usl 6 Cgil e Uil hanno manifestato di fronte palazzo Santo Stefano con cittadini e dipendenti «A rischio 600 lavoratori e nuemrosi servizi essenziali» PADOVA. Continua lo stato di

agitazione di Cgil Fp e Uil Fpl, contrari nella maniera più assoluta all’ipotesi che l’ospedale Sant’Antonio passi in comodato d’uso gratuito all’Azienda Ospedaliera-Uni-

versità e non sia più quindi presidio del Usl 6 Euganea. Ieri pomeriggio i sindacalisti in presidio in piazza Antenore hanno avuto un incontro con il prefetto Renato Franceschelli, al quale hanno esposto tutte le loro preoccupazioni. «Sono a rischio più di 600 lavoratori del Sant’Antonio, un ospedale che conta 30 mila accessi all’anno al Pronto soccorso e 10 mila ricoveri, oltre a tutto il filone della me-

dicina collegata al territorio» sottolinea Raffaella Megna, segretaria della funzione pubblica della Cgil di Padova. All’incontro in prefettura, per l’Usl Euganea si è presentato il dottor Tullio Zampieri, ma non è stata raggiunta una mediazione. «Lo stato d’agitazione rimane. Lo stesso Prefetto ha auspicato una maggiore apertura e collaborazione da parte dell’Usl» rivelano i sin-

dacalisti, i quali sostengono che con le nuove disposizioni regionali non solo si perderebbe un patrimonio immenso, com’è il Sant’Antonio, ma aumenterebbero i costi per la stessa Usl Euganea e si verificherebbero enormi disservizi per i cittadini. «Per il nuovo ospedale di Padova Est e la riqualificazione del Giustinianeo ci vorranno quasi dieci anni, nel frattempo il Sant’Antonio è necessario» puntualizza Stefano Tognazzo, segretario generale Uil Fpl Padova. Sulla questione ospedale Sant’Antonio sono intervenute anche le sigle sindacali Anaao-assomed, Cimo e Aaroi-emac, che hanno promosso una petizione con raccolta firme, a cui hanno fino ad ora

trarli tutti a Cittadella creando di fatto un manicomio: il servizio deve rimanere vicino alle famiglie. In Nefrologia sparisce Dialisi, dove vanno i nostri dializzati? Non vengono più previste l’attività oncologica, la Radiologia interventistica e Chirurgia della mano, nonostante il Pietro Cosma sia un Cto e sia un’attività di eccellenza presente da anni, peraltro necessaria per i numerosi infortuni che si verificano nel nostro territorio. Sono inoltre troppi i posti letto tagliati in Chirurgia. È vero che la medicina ha fatto dei progressi e si rimane ricoverati molto meno. Per quello c’è il day hospital con la week surgery, dove i pazienti restano dal lunedì al venerdì. Ma qui solo 10 posti letto sono assolutamente insufficienti perché il servizio deve servire tre reparti». Nelle nuo-

aderito circa 2700 cittadini. Di questi 400 sono dipendenti del Sant’Antonio, 100 sono medici. «Oltre due terzi dei dirigenti medici ha ribadito il proprio parere negativo e il rifiuto di quanto imposto da opache manovre di dismissione forzata, contrarie a una logi-

I sindacati dei medici «Già 2.700 firme contro la dismissione forzata del presidio» ca coerente con le esigenze assistenziali in atto e in assenza degli ipotizzati nuovi poli ospedalieri» la critica dei sindacati dei medici. «L’obietti-

ve schede non è riportata Chirurgia senologica, che attualmente effettua oltre 150 interventi l’anno per cancro alla mammella con una tecnica di ricostruzione immediata. «Le cose bisogna scriverle perché delle parole non ci fidiamo» sbotta battagliera Maccarrone «Bene comunque che sia stata prevista la Cardiologia, ma chiediamo che vengano mantenuti anche i posti di Terapia intensiva cardiologica». LA CASA DI CURA DI ABANO

Ad Abano Terme si fanno invece i conti con l’annunciato declassamento della Casa di cura, ospedale privato convenzionato con la Regione. Il Comune è schierato in strenua difesa della struttura sanitaria: «Declassare il Policlinico di Abano vuol dire farci perdere dei servizi fondamentali per la nostra città» sbotta il sindaco Federico Barbierato «La Casa di cura deve rimanere Presidio e non può diventare semplice Struttura integrativa della rete ospedaliera pubblica. Sarebbe un guaio per tutto il bacino termale-euganeo e per il nostro turismo». Un presidio deve avere per legge Pronto soccorso, Terapia intensiva, Ortopedia e altri reparti chiave. Se venisse declassata (come indicato nella bozza delle schede regionali) la struttura potrebbe scegliere cosa conservare e cosa non effettuare più. «Il rischio concreto è di perdere il Pronto soccorso e altri reparti che costituiscono l’eccellenza del Policlinico» annota il sindaco di Abano «Lotteremo fino all’ultimo con la Regione affinché ciò non avvenga. Porteremo a Venezia le rimostranze del più importante bacino termale d’Europa. Non a caso al nostro fianco ci sono le categorie economiche e i sindacati». Giusy Andreoli Federico Franchin Claudio Malfitano

vo di cittadini e personale sanitario è comune: la netta opposizione a una cessione che non rispetta alcuna esigenza sanitaria, contrattuale e strategica, contro trappole e mistificazioni. Per questo si chiede che l’ospedale Sant’Antonio rimanga in dotazione all’Usl 6 Euganea e che ogni eventuale decisione sulla sua gestione futura venga rimandata solo ed esclusivamente alla costruzione ultimata del nuovo polo ospedaliero di Padova Est, evitando di alterare in modo dannoso la continuità assistenziale sanitaria e sociosanitaria garantita alla popolazione della città di Padova e dei comuni limitrofi, rappresentata da più di 500 mila cittadini». — Alice Ferretti


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RIVIERA - MIRANESE

il futuro della sanità

polemiche a noale

I sindaci di Riviera e Miranese «Zaia modifichi le schede» Ieri a Stra decisa l’azione comune per chiedere di contenere i tagli previsti Il primo cittadino di Dolo: «Raccolta firme ogni domenica davanti al Duomo» Queste schede ospedaliere sono irricevibili. Se quantitativamente è la Riviera a soffrire un taglio di posti letto maggiore, il taglio nel Miranese di posti letto è “pesante”. Si pensi alla Lungodegenza. Così non si può andare avanti». Venerdì prossimo i sindaci della Riviera del Brenta si incontreranno con i sindaci del Miranese per poter far fronte comune e portare le istanze di tutto il comprensorio dei 17 Comuni alla quinta commissione regionale, quella che si occupa di sanità, e far cambiare queste schede «con una battaglia che deve essere fatta in modo unitario». I comitati a difesa dell'ospedale di Dolo in queste settimane hanno ricordato come il bacino di riferimento dell'ospedale rivierasco sia più ampio: oltre ai 130.000 abitanti

Anche i comitati pronti a difendere un bacino che attrae 200 mila utenti L’ospedale di Dolo: contro i tagli previsti dalle schede regionali si mobilita la conferenza dei sindaci

Alessandro Abbadir STRA. Per i sindaci della Rivie-

ra del Brenta le schede ospedaliere per gli ospedali di Dolo e Mirano sono irricevibili. I primi cittadini faranno fronte comune con i sindaci del Miranese per farle modificare dalla Regione. Sono queste le conclusioni a cui è arrivata ieri sera la riunione della Conferenza dei sindaci della Riviera del Brenta, capeggiata dalla sindaca Caterina Cacciavillani, che si è riunita a Stra. Intanto il sindaco di Dolo Alberto Polo con la sua lista “Dolo Democratica” sarà davanti al Duomo in via Mazzini ogni domenica per raccogliere firme fra i cittadini contro i tagli alla sa-

nità locale. I tagli previsti per l’ospedale di Dolo dalle schede ospedaliere peggiorano, secondo i primi cittadini della Riviera, i servizi sanitari dei rivieraschi con una diminuzione di 104 posti letto e il taglio di 4 primari. Si va a penalizzare un’ospedale come quello di Dolo che si trova fra Piove di Sacco e Mirano servito bene da mezzi di trasporto pubblico che da sempre è stato il riferimento di un ampio bacino di utenza. «Durante la conferenza i sindaci» spiega il sindaco di Fiesso Andrea Martellato «come sindaci della Riviera del Brenta coordinati dalla presidente Cacciavillani «si è presa una forte posizione comune contro i tagli alla sanità.

spinea

Il Consiglio dei ragazzi nel nuovo statuto SPINEA. Il consiglio comunale

punta a uno “svecchiamento” delle istituzioni con alcune modifiche allo statuto comunale. Nell’ultima seduta sono state approvate alcune modifiche allo statuto comunale, decidendo di includere al suo interno alcuni strumenti considerati più al passo con i tempi attuali e legati ai concetti di democrazia diretta e partecipata. Oltre ad alcuni cambi formali ormai obbligatori, come

la sostituzione della dizione “Provincia” con “Città metropolitana”, nell’articolo relativo ai rapporti amministrativi e l’abrogazione del difensore civico, nel nuovo statuto entrano ufficialmente la costituzione di una commissione comunale per le Pari opportunità. Obiettivo: sensibilizzare le persone alle responsabilità familiari e attivare gli strumenti per facilitare la partecipazione delle donne della città alla vita sociale, culturale,

l’appello

«Andreotti dialoghi dobbiamo stare uniti» «In questi 5 anni purtroppo abbiamo constatato la latitanza del sindaco Andreotti su tematiche spinose come quelle della sanità. Le politiche a favore dei cittadini si fanno realizzando un dialogo propositivo tra la Conferenza dei Sindaci, dove troppo spesso la sindaco delega altri a partecipare, e la Regione». Così Michela Barin, candidata per il centrodestra a Noale. «La sanità non ha colore politico e non può essere gestita con logiche di appartenenza. Il sindaco dialoghi, per una volta, con le forze politiche del Consiglio comunale e andiamo avanti uniti».

economica, politica ed amministrativa. Ufficializzata anche l’esistenza del Consiglio dei giovani e dei ragazzi. Vengono inoltre introdotti i referendum propositivi, che andranno ad affiancare i referendum consultivi e per i quali il quorum di consultazione si abbassa al 33 per cento dal precedente cinquanta più uno, una più precisa regolamentazione delle istanze, petizioni e richieste per le assemblee pubbliche e due forme diverse di rapporto diretto tra amministrazione e abitanti; le consultazioni tramite audizioni, sondaggi, questionari e forum che saranno possibili anche on-line e, per interventi di particolare rilevanza, il dibattito pubblico. — Massimo Tonizzo

della Riviera del Brenta si aggiungono altri utenti esterni richiamati dalle eccellenze di alcuni reparti chirurgici e medici, con flussi di attrazione fino a 200.000 utenze. Il sindaco di Dolo Alberto Polo infine ha deciso anche la strada della mobilitazione della popolazione. «Ogni fine settimana» spiega Polo «saremo presenti in via Mazzini davanti al Duomo del paese per raccogliere firme contro i tagli all'ospedale di Dolo. Raccoglieremo firme ad oltranza. In poche ore domenica scorsa ne abbiamo raccolte centinaia. Invieremo poi una lettera al Presidente della Regione Luca Zaia affinchè sulle schede ospedaliere ci ascolti e cambi posizione». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Ospedale di comunità Il giallo dei 20 posti letto al Calvi o alla Relaxxi NOALE. Giallo sui posti letto

che andranno a sopperire a quelli tagliati nella Lungodegenza, l’unità ospedaliera che accoglie i pazienti post-acuti appena stabilizzati. Le schede, in fase di approvazione, prevedono infatti la soppressione di tutte le Lungodegenze. E Noale non fa eccezione: l’Ospedale Pietro Fortunato Calvi di Noale perderà infatti gli attuali 54 posti letto. La sindaca Patrizia Andreotti ha detto che, stando alle schede, i posti letto verrebbero però recuperati con l’individuazione di 10 posti di Hospice, 25 posti di URT (riabilitazione) e con l’attivazione all’interno dell’Ospedale civile di un ospedale di comunità con 20 posti letto. A questi, ha precisato la sindaca, si aggiungerebbero altri 20 posti letto da individuare nella casa di riposo Relaxxi. Parole, quest e ultime, che hanno suscitato non poche reazioni. «Forse la sindaca sa cose che noi non sappiamo» sottolinea Paolo Dalla Vecchia, presidente onorario della civica La Forza dei Noalesi «Nelle schede regionali si parla di 20 posti di ospedale di comunità a Noale ma non di 20 posti alla Relaxxi (la casa di riposo, OES). È vero che ne perdiamo 20 rispetto agli originari 40, ma o lei sa cose che nemmeno la commissione regionale ha discusso oppure è

proteste dei genitori a noale

«Pochi nonni vigile e il Comune ci ignora» NOALE. «Nessun “nonno vigi-

le”al passaggio pedonale tra via La Fonda e via Gagliardi: i bimbi e il Comune se ne infischia». Aumentano le proteste dei genitori che ogni mattina accompagnano i loro figli all’asilo o alla scuola primaria. Si tratta di un attraversamento strategico perché lì transitano i bambini che vanno all’asilo statale, al parrocchiale San Giuseppe e molti di coloro che frequentano la

scuola primaria Vittorino da Feltre. La segnalazione – qualche giorno fa – al sindaco Patrizia Andreotti e ai responsabili degli uffici comunali non ha finora prodotto alcun risultato. Se non una cortese risposta di Valter Sorgato, presidente Auser di Noale che gestisce il servizio. «Le assicuro» scrivono Sorgato e la responsabile del servizio Roberta Genovesi «che stiamo monitorando costantemen-

un lapsus freudiano. O, ancora, è un impegno elettorale della sua Amministrazione e in questo caso non posso che essere in totale disaccordo. Noi siamo per la sanità pubblica e mi sembra che la direzione che si vuole seguire vada verso una lenta e inesorabile privatizzazione». Già nel 2014, infatti, si parlava di realizzare un ospedale di Comunità: ma con 40 posti letto. La prospettiva che 20 di questi vadano alla casa di riposo Relaxxi viene quindi percepita come un progressivo indirizzarsi verso una sanità sempre più in mano ai privati. Sulla questione interviene anche il gruppo Facebook Noalesi coraggiosi, molto attivo sulle questioni che interessano Noale. Noalesi Coraggiosi ricorda che la decisione di dare 20 posti alla Relaxxi non sarebbe calata dall’alto, ma sarebbe frutto di una decisione della stessa amministrazione che risale addirittura al 2014 quando la stessa sindaca Andreotti «votò nella conferenza dei sindaci a favore della cessione dei 20 posti letto dall’ospedale alla struttura Relaxxi. A suo tempo, su una posizione così delicata, (la sindaca) invece di occuparsene direttamente, delegò il consigliere Giuseppe Mattiello con l’ordine di votare la cessione dei 20 posti letto». — Matteo Riberto

te il posizionamento dei nostri volontari in maniera di assicurare la massima sicurezza agli studenti e ai pedoni che devono raggiungere l’adiacente area scolastica. Purtroppo ultimamente, non per nostra volontà, abbiamo avuto fra i nonni vigili parecchie defezioni dovute a problemi di salute. Le posso assicurare che già dalla prossima settimana dovremo essere in grado di riposizionare un nostro volontario nel passaggio pedonale tra via La Fonda e via Gagliardi». La stagione influenzale è ormai alle spalle, evidentemente servirebbero più “nonni vigile”. Nel silenzio dell’Amministrazione non resta che appellarsi al buon cuore di qualche volontario. —


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