RASSEGNA STAMPA DEL 4 APRILE 2019

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da pag. 24 Quotidiano nazionale

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GIOVEDÌ 4 APRILE 2019 - ANNO XVIII - N. 80

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: Via F. Rismondo 2/E - 35131 Padova - Tel 049 8238811 - Fax 049 8238831 E-mail: corriereveneto@corriereveneto.it

Festival letterario

Musica

OGGI 15°C

Incroci di civiltà Fra Europa e Brexit

Marostica Summer Dai Franz Ferdinand a Giorgia e i Toto

di Elisa Lorenzini a pagina 13

di Silvano Bordignon a pagina 14

LE ALTRE EDIZIONI: Padova-Rovigo, Treviso-Belluno, Vicenza-Bassano, Corriere di Verona

Lo studio

Distribuito con il Corriere della Sera - Non vendibile separatamente

VENEZIA E MESTRE

Possibili piovaschi Vento: SE 20 Km/h Umidità: 77%

VEN

SAB

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9°/ 13°

DOM 8°/ 14°

LUN 11°/18°

Dati meteo a cura di 3Bmeteo.com

Onomastici: Isabelle, Isidora

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La riforma in stallo Berti (M5s): «Nessun ostruzionismo, abbiamo risolto i problemi col Sud e collaborato con la Regione»

Autonomia, ultimatum di Salvini

IL NORDEST E L’INDICE DI FELICITÀ Stefani: manca ancora il sì dei 5 ministri grillini. Zaia: per noi intesa chiusa, si vada alle Camere di Piero Formica

N

egli anni ’50 del Novecento, la società opulenta si stagliava all’orizzonte. Il pensiero dominante era produrre torte sempre più grandi. Tutti ne avrebbero beneficiato. Ai giorni nostri, con pochi che al party dell’economia si appropriano di guadagni spropositati, il terreno favorevole alla semina dei germi della felicità è la fiducia nel prossimo. Nel nostro Paese, dalle stime dell’Associazione italiana per gli Studi sulla Qualità della Vita, risulta che il Trentino-Alto Adige, l’Emilia-Romagna e il Veneto si trovano nel gruppo dei migliori seminatori, insieme a Lombardia, Friuli, Liguria, Toscana e Valle d’Aosta. L’Indice di Felicità vede il Trentino-Alto Adige in prima posizione (110,25), l’Emilia-Romagna in quinta (104,22) e il Veneto in ottava (103,06). Il Nordest è, dunque, un buon seminatore nei campi che producono i frutti della felicità: cultura, e relazioni sociali, governo ed economia, ambiente e salute. Nel Nordest è relativamente alto anche il benessere economico così come misurato dal Pil. Reddito e ricchezza sono due ascensori che sempre salgono ai piani più alti della felicità? Puntare alla felicità è come correre su un terreno scivoloso. Capita che la felicità sia transitoria, non possa essere mantenuta e si consumi nel corso del tempo. Ciò che impreziosisce e rende meno aleatoria la felicità è un impegno costante per giungere alla realizzazione di un sogno.

«Chiedo ufficialmente al premier Conte di incardinare in parlamento l’intesa sull’autonomi». Così il governatore Luca Zaia, ieri in audizione nella Bicamerale per il federalismo, dopo un incontro con il ministro Erika Stefani. E il vicepremier Matteo Salvini lancia un nuovo ultimatum agli alleati a Cinque Stelle: «Basta con i no, l’Italia va avanti dicendo sì». a pagina 3 Bonet e Zambon ROMA

INTESA CON IL GOVERNO

Vitalizi, via libera ai tagli agli ex consiglieri regionali

ECONOMIA

ConfindustriaMetropolitana VeneziaeVenetoCentro adessocistannopensando a pagina 2

di Gianni Favero

di Alessandro Macciò

di Carlo Cecino

Un appello al risveglio delle coscienze e una stoccata al «vuoto di riflessione» nelle chiese del Nordest. È quello che parte da oltre cento intellettuali chiamati a riflettere sulla situazione del Paese e della Chiesa.

TREVISO

«OralaChiesa Stranieri all’8% condanniladeriva Ma tutti credono autoritaria» siano il triplo PADOVA

a pagina 5

«Gli italiani sono ignoranti, credono a tutto, anche che qui ci siano solo stranieri. Non è così». Lo dice Oliviero Toscani commentando i dati di uno studio: si crede che gli stranieri siano il 26% ma in realtà sono solo l’8%. a pagina 5

PADOVA INCHIESTA CHIUSA: OTTO INDAGATI

«Profughiecoop, disegnocriminoso» Iprefetti:avevamo pressionienormi PADOVA Si fa riferimento a un preciso «disegno

criminoso» nell’avviso con il quale la procura di Padova annuncia la chiusura dell’inchiesta sui presunti favori sull’asse prefettura-Ecofficina, nell’ambito della gestione dei profughi. Otto gli indagati, compresi due viceprefetti. a pagina 5 Priante SCOPERTA DALL’ORDINE

Infermieri, smascherata la coop che voleva assumerli a cottimo L’Ordine regionale degli infermieri ha smascherato una cooperativa di Milano che voleva assumere i neolaureati veneti per l’assistenza domiciliare. «Ma avrebbero dovuto versare 100 euro alla coop per l’affiliazione e parte della parcella dei pazienti — rivela il presidente dell’Ordine Marco Contro — in più pagarsi strumenti di lavoro, auto e contributi». a pagina 7 Nicolussi Moro

VENEZIA

Le gondole accessibili naufragano nei debiti

VENEZIA Gondole accessibili a tutti, anche per chi è in sedia a rotelle. Il progetto Gondolas4all, però, sta naufragando. Uno dei due soci ha lasciato e l’altro fa un appello per trovare i 42 mila euro mancanti. a pagina 6 Lorenzini

Incendio, donna salvata dalle poliziotte Un altro rogo a Venezia, inquilina ustionata ma viva, cinque agenti intossicati

paura a Venezia. Ieri pomeriggio è scoppiato un altro incendio nel cuore della città. Una donna è rimasta ustionata al volto, cinque poliziotti sono finiti al pronto soccorso per aver respirato il fumo. Sono stati gli agenti, in particolare due donne poliziotto, una al suo primo giorno di lavoro a Venezia, a salvare la donna cercata in mezzo al fumo e portata fuori dopo che i vicini avevano sfondato la porta dell’appartamento. a pagina 9 Biral, Costa

L’INCONTRO A «FABRICA»

Il servizio a rischio Domande da tutto il mondo

continua a pagina 6

VENEZIA Ancora fumo e fuoco e

a pagina 11

GLIINTELLETTUALI

FRUTTETI A RISCHIO

Cimice rossa ma è l’asiatica a far paura

VENEZIA Nuovo avvistamento della cimice rossa, versione genetica molto più rara dell’insetto comune. A spaventare, anche quest’anno, però è l’invasione della cimice asiatica che distrugge i frutteti.

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GIOVEDÌ 4 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

E mail belluno@corrierealpi.it Belluno Piazza Martiri, 26/b Centralino 0437/957.711 Fax 0437/957.750 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 0437/942.967

sociale

L’allarme dei sindaci «Rivedere i criteri di finanziamento dei servizi sociali» Da Roit: «Entro pochi anni lo spopolamento del territorio renderà impossibile sostenere il sistema attuale» Irene Aliprandi BELLUNO. Lo spopolamento della provincia di Belluno appare come un fenomeno non solo incontrovertibile, ma anche inarrestabile ed è necessario ripensare fin da oggi i criteri economici e l’erogazione dei servizi sociali alla popolazione. È un’analisi amara quanto puntale quella fatta martedì alla Conferenza dei sindaci dell’Usl Dolomiti dal sindaco di Agordo. Sisto Da Roit, osservando l’ulteriore calo demografico di 440 unità in un solo anno, è partito dal problema economico: «La maggior parte dei servizi sociali è finanziata dalla Regione su base pro capite, ma con il trend attuale di spopolamento, nel giro di dieci anni, ci ritroveremo con costi fissi elevati perché il territorio rimane lo stesso e pochi utenti. Se i finanziamenti resteranno su base pro capite, non riusciremo più a garantirli. È necessario che la Conferenza dei sindaci apra un ragionamento con la Regione al fine di rivedere i criteri di finanziamento, o su base storica o con elementi perequativi. Altrimenti rischiamo, non solo di non poter assistere i nostri anziani, ma anche che i pochi giovani rimasti, decida-

L’invito ad aprire un confronto con la Regione per il prossimo futuro

La casa di riposo di Limana

no di andarsene». Insomma, in un futuro molto prossimo, il sistema di finanziamento pro capite non riuscirà a coprire i costi dei servizi sociali attuali, ma l’analisi dev’essere ancora più approfondita, secondo Da Roit: «In una prospettiva leggermente più lunga, diciamo nel 2040, la fascia di età più corposa della nostra popolazione, cioè i nati negli anni ’60 e ’70, diven-

terà anziana e bisogna tenerne conto oggi, anche perché quello potrebbe essere il momento di un secondo grosso crollo della popolazione bellunese. Nei prossimi 5 anni gli amministratori bellunesi devono dunque fare due ragionamenti urgenti: come garantire i servizi sociali nel breve-medio periodo, e come strutturare questi servizi nel lungo periodo, quando le

fondazione montagna europa

Nelle schede ospedaliere aspetti positivi e mancanze BELLUNO. In relazione alle

schede ospedaliere 2019-2023, la Fondazione “Montagna e Europa” ha prodotto un documento di raccomandazioni e proposte per la V Commissione del Consiglio regionale e la Conferenza dei Sindaci dell’Usl 1. Una prima valutazione positiva riguarda la definizione di Ospedale di riferimento provinciale – Hub dell’Ospedale San Martino di Bel-

soluzioni di oggi potrebbero risultare inadeguate. Considerando i tempi di realizzo, il calcolo degli effetti e il cambiamento di mentalità, bisogna iniziare a lavorarci subito se vogliamo sopravvivere». Da Roit aggiunge uno spunto in più: «Anche il tessuto economico è a rischio, oltre a quello sociale. Con questo andamento, ci troveremo a breve senza forza lavoro e anche l’economia bellunese rischia di saltare nel giro di pochi anni». Il sindaco di Agordo invita i colleghi alla responsabilità: «Non dipende tutto da noi, perché certe decisioni vengono prese da enti superiori, ma noi possiamo fare molto per rendere più facile venire a vivere qui alle persone da fuori». Il discorso di Da Roit ha trovato la condivisione di tutti e l’assessore bellunese Valentina Tomasi aggiunge: «Specificità non può essere una parola che rimane sulla carta, il criterio pro capite va modificato, ma non voglio chiamarla battaglia, siamo parte del-

luno. «Si dà così forma esplicita alla organizzazione della sanità provinciale articolata in rete dove il ruolo di riferimento dell’Ospedale di Belluno consenta alla utenza di tutta la provincia di usufruire di servizi ad elevata complessità e salvavita. Perché questo si realizzi», sottolineano Arnaldo e Paolo Colleselli e Maurizio Busatta, «alla forma deve seguire la sostanza di interventi atti a

consolidare ed ampliare il ruolo Hub dell’Ospedale di Belluno. Innanzitutto l’attività di Neurochirurgia, coordinata dall’Usl di Treviso, va strutturata H24 per essere adeguata ed efficace. La novità del reparto di Chirurgia Vascolare, il riconoscimento di una Stroke Unit alla Neurologia, la previsione di un Trauma center al reparto di Ortopedia, purché ne siano previste le necessarie risor-

la Regione Veneto». Tomasi sottolinea anche il problema del Comune di Belluno: «Il piano povertà, che è nazionale, richiede un’approfondita fase di analisi dei dati e Belluno è capofila, cioè uno dei nostri funzionari dovrà andare dall’Agordino al Comelico a raccogliere i dati e più di copertura dei costi dobbiamo parlare di buona volontà». Camillo De Pellegrin, sindaco di Val di Zoldo, aggiunge: «Oggi la situazione è ancora gestibile, ma a breve non lo sarà più sul piano economico. È necessario pensarci subito, anche perché le necessità di una popolazione sempre più anziana aumenteranno. Mantenere elevato il livello delle prestazioni sociali diventerà sempre più costoso e dobbiamo attrezzarci». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

se, la conferma del servizio di Emodinamica interventistica H24, sono tessere importanti. Non in linea con il modello organizzativo provinciale Hub & Spokes appaiono – su Belluno – la cancellazione della apicalità di Anatomia Patologica, il mancato riconoscimento del II livello dell’area di emergenza urgenza, la assenza di un valido progetto di presa in carico dei pazienti oncologici con un approccio multidisciplinare. Tuttavia, a valorizzazione dell’Ospedale di Belluno e il vantaggio per l’intera provincia, sembra intrapresa, anche per altri aspetti attraverso il riconoscimento del Pronto soccorso diretto per Pediatria, Oculistica, Ostetricia, Psichiatria». —

il futuro dell’ospedale

Le minoranze: «Sulla sanità chiediamo di essere coinvolti» Gamba, Pingitore e Addamiano presenteranno un ordine del giorno che cerca di coinvolgere anche gli altri gruppi consigliari BELLUNO. La politica deve darsi da fare per difendere l’ospedale di Belluno. Hub, ovvero di riferimento provinciale, «ma solo sulla carta», spiega Paolo Gamba. Il capogruppo di “Belluno è di tutti” in consiglio ha preparato un ordine del giorno insieme ai colleghi Raffaele Addamiano (Obiettivo Belluno) e Francesco Pingitore (Patto Belluno Dolomiti), ma l’obiettivo è di condividerlo con gli altri gruppi prima di depositarlo per la discussione in consiglio. Con l’ordine del giorno si chiede al sindaco di coinvolgere di più i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, sul tema della sanità e di invitare l’assessore regionale competente (Manuela Lanzarin) in terza commissione per un dibattito costruttivo sul futuro degli ospedali bellunesi. Si invita infine il sindaco ad impegnarsi per essere ascoltato in quinta Commissione regionale, al fine di perorare le istanze del territorio e rivendicare il riconoscimento sostanziale, e non solo formale, del ruolo dell’ospedale San Martino di Belluno come ospedale di rilievo provinciale in un proporzionato e organico rapporto con le altre strutture della provincia di Belluno. «Le schede sanitarie sono uno strumento politico che delinea il futuro della sanità e quello che appare è un de-

potenziamento del nostro San Martino», continua Gamba. Che dà qualche numero: «A Belluno abbiamo in area medica tredici reparti e dieci primari, e 148 posti letto; a Feltre ci sono otto reparti, otto primari e 150 posti letto. Eppure sulla carta è il San Martino l’ospedale hub». Gamba ricorda poi il declassamento a unità semplice di Senologia, altro elemento che preoccupa. «Il nostro ospedale, che opera in un contesto montano, deve poter gestire le urgenze H24 e stabilizzare i pazienti e la politica deve fare la sua parte affinché cioè avvenga». Per politica Gam-

«C’è ancora margine per intervenire anche sulle schede sanitarie» ba intende gli amministratori del territorio, in particolare quello di Belluno che è presidente della Conferenza dei sindaci dell’Usl Dolomiti. Il margine per intervenire sulle schede c’è, aggiunge Raffaele Addamiano: «Dopo l’approvazione in giunta regionale ci sarà il passaggio in quinta commissione, poi saranno coinvolti i sindacati, e solo dopo questi passaggi le schede torneranno in giunta e andranno in consiglio per l’approvazione. La conferenza dei sindaci ha poteri consultivi e propositivi, oltre che di verifica, si attivi», conclude Raffaele Addamiano. — Alessia Forzin


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GIOVEDÌ 4 APRILE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

La sfida delle regioni

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Autonomia ferma sul binario morto Stefani: va sciolto il nodo politico

Il 22 ottobre 2017 si è celebrato il referendum sull’autonomia del Veneto con 2.377.000 persone che hanno partecipato al voto. Il sì ha vinto con il 98% e il quorum con il 57% è stato largamente superato.

28 Il 28 febbraio 2018 a palazzo Chigi, il sottosegretario Gianclaudio Bressa ha firmato le preintese con Luca Zaia, Stefano Bonaccini e Roberto Maroni. Resta l’unico atto formale sull’autonomia in 18 mesi di incontri.

Appello del ministro dopo il vertice con i governatori Cgil, Cisl, Uil e la Cei chiedono un incontro a Casellati e Fico

14 Albino Salmaso PADOVA. L’autonomia delle Regioni è bloccata su un binario morto e il premier Giuseppe Conte non ha nessuna intenzione di bruciare le tappe su un tema così delicato che sta spaccando il Parlamento tra Nord e Sud. I tre dossier di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna sono chiusi nel suo cassetto a Palazzo Chigi dal 14 febbraio, quando Erika Stefani glieli ha consegnati. «C’è un nodo politico da sciogliere», ha ribadito ieri il ministro e se Salvini spinge per posare «entro le europee almeno un primo mattone perché è utile all’Italia», Di Maio è di tutt’altro avviso: l’autonomia va fatta bene o rischia di saltare la coesione nazionale, ripete la ministra del Sud Barbara Lezzi. Il muro contro muro tra Lega e M5S non si gioca sull’articolo 116 terzo comma, materia da giuristi, ma sul ruolo dello Stato e sui servizi da ero-

gare: i grillini non vogliono cedere alle regioni le Sovrintendenze dei beni culturali, le concessioni delle autostrade e le reti ferroviarie, la Via e i controlli sull’ambiente. Di Maio difende il Sud e il centralismo dei ministeri mentre il sottosegretario Buffagni, vice della Stefani, ha promesso addirittura di cancellare l’accordo firmato dal ministro Bussetti che apre le porte a Ve-

La raccomandazione del Quirinale ai presidenti di Camera e Senato sull’iter neto e Lombardia per le assunzioni degli insegnanti solo su base regionale, primo vero mattone della scuola in salsa leghista. Un tema così delicato che ieri ha spinto Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda e anche monsignor Filippo Santoro, presidente dei problemi sociali per

la Cei, a scrivere ai presidenti di Camera e Senato un accorato appello: «Vista la complessità degli argomenti, auspichiamo che venga perseguita, con ostinazione e senza fretta, la strada dell’approfondimento e della mediazione». E hanno chiesto un incontro a Fico e Casellati per «scongiurare la disgregazione del sistema scolastico nazionale». La prudenza del premier Conte, che mal si concilia col decisionismo verbale di Salvini, trova un conforto al Quirinale che ha creato una cabina di regia con i presidenti di Camera e Senato fin dalle prime battute del negoziato. La questione è molto delicata perché il titolo V della Costituzione, modificato nel 2001 dal governo Amato, elenca solo le materie concorrenti tra Stato e Regioni senza definirne le modalità di trasferimento. E qui i dettagli sono fondamentali perché ogni ministero esercita una pluralità di funzioni: quello delle Infrastrutture controlla gli asset

Erika Stefani e Giuseppe Conte il 22 dicembre 2018

Il 14 febbraio 2019 il ministro Erika Stefani ha consegnato al premier Giuseppe Conte le tre bozze sull’autonomia differenziata di Veneto, Emilia e Lombardia: da palazzo Chigi non sono più uscite e attendono di essere inviate in Parlamento per l’esame. Date non ne sono state indicate e la polemica infuria.

strategici del Paese. Porti, aeroporti, reti ferroviarie, elettriche e le autostrade e Zaia ha chiesto a Toninelli di cedere al Veneto parte della sovranità oggi esercitata da Roma ma si è trovato la porta sbarrata. Non dal ministro, ma dai dirigenti che non ne vogliono sapere. Linea analoga al Mef, con Giovanni Tria che non ha mai dato via libera alla copertura finanziaria dell’autonomia, anche se il sottosegretario Garavaglia ha firmato un accordo con Stefani e Zaia che getta le basi per consentire alle regioni di trattenere parte del gettito fiscale. Il presidente Mattarella nei suoi incontri con Roberto Fi-

co ed Elisabetta Casellati, intende delineare i passaggi dell’iter parlamentare che sarà sbloccato appena verrà definito l’ accordo tra tutte le regioni che hanno chiesto la procedura dell’articolo 116. Non solo Veneto, Lombardia ed Emilia ma anche le altre 9 che hanno bussato alla porta della Stefani: dal treno dell’autonomia sono escluse solo Calabria, Basilicata e Puglia, con Emiliano che ha ribadito il no su tutta la linea. Insomma, la prima tappa del percorso potrebbe essere la nomina della Commissione sui livelli essenziali delle prestazioni, chiamata poi a calcolare i fabbisogni standard con i relativi co-

sti. Materia tecnica, da specialisti Sose, controllata dal Mef. Quando arriveranno le tre bozze in Parlamento? Non prima del voto delle europee, fa capire il ministro Fraccaro, in agenda ci sono altre priorità. Ma senza il via libera del Quirinale nessun dossier approderà mai alla Camera e al Senato: si tratta di scrivere ex novo il vero testo dell’articolo 116. E se salta tutto? Non c’è che una strada: la crisi di governo, come ripete Zaia. Ma chissà se Salvini lo ascolta: Matteo punta a conquistare il Sud grillino. Il Veneto è il granaio dei voti, con il 45% della Lega. E l’autonomia può attendere. —

Zaia ha anche indicato la sua proposta: il governo deve firmare le preintese di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e affidarle poi al dibattito delle Camere. Gli emendamenti elaborati dalle commissioni parlamentari saranno inviati a palazzo Chigi e al ministro Stefani che apporterà le modifiche, poi i testi torneranno in Parlamento per il voto definitivo. Con quali tempi? Risposte non ne sono arrivate. Anche se in mattina Erika

parlamentare, al quale sono totalmente aperta. La discussione per me è fondamentale sia prima della firma dell'intesa che nella fase successiva». In serata Matteo Salvini ha rilanciato con ottimismo: si va avanti, ma senza indicare le scadenze precise. E il Pd? Ha dato battaglia in commissione bicamerale. «L’audizione di Zaia lascia forti perplessità sul percorso che si vuole adottare per concedere l’autonomia alla provincia di Belluno, chiesta da un referendum» dichiarano Gianmario Fragomeli e Roger De Menech. «Siamo stupiti dal diverso atteggiamento che il governatore dimostra sul tema delle risorse rispetto alla legge regionale del 2017, che sanciva la ripartizione dei nove decimi della fiscalità a favore del Veneto. Si trattava di uno strumento propagandistico contro il governo Pd. Ora siamo contenti che Zaia dimostri maggiore saggezza abbandonando l’autonomia in salsa leghista e arrivando a più miti consigli per rispettare l’unità nazionale. Resta il dubbio che sia solo a una spregiudicata tattica», conclude il Pd. — Albino Salmaso

audizione in commissione bicamerale

Zaia: firmare subito la preintesa Il Pd: basta con la propaganda ROMA. “L’ocio del paron in-

grassa el cavalo”: chissà se dopo le citazioni dei padri della Repubblica Einaudi e Napolitano, tra gli aforismi dell’autonomia entrerà mai questo adagio che Luca Zaia ha recitato anche ieri alla Bicamerale del federalismo per spiegare che i soldi delle tasse è bene restino dove si produce il reddito. In dieci minuti, il governatore del Veneto ha ricostruito le tappe che hanno portato al referendum del 22 ottobre 2017 e ribadito che «noi i compiti per casa li abbiano fatti. Dal 2 ottobre 2018 sul tavolo del premier Conte c’è la nostra bozza che rispetta i requisiti della Costituzione. Si tratta di applicare l’articolo 116. Il Veneto ha avviato il percorso perché conosce il dualismo di una terra che si misura con Trento, Bolzano e il Friuli e ha 32 comuni pronti ad an-

darsene nelle regioni a statuto speciale. Sappada è già in Friuli e di questo passo Trento avrà lo sbocco al mare. Si tratta di rispondere ad un’esigenza geopolitica e storica» ha detto il presidente. La commissione bicamerale, dopo aver dialogato nelle scorse settimane con il ministro Erika Stefani e il presidente di Sose, ha convocato il governatore dell’Emilia Bonaccini e ieri è stato il turno di Zaia che ha provato a rassicurare i parlamentari: non ci sarà nessuna secessione dei ricchi. Anzi, il passaggio dalla spesa storica ai costi standard andrà a regime nel 2021 come prevede la legge Calderoli del 2009 e si tratta di risparmiare 30 miliardi di euro bruciati in sprechi. E la rivolta dei sindacati della scuola? Zaia ha giocato a carte scoperte: il Veneto ha grossi problemi negli organici e

De Menech: dalla bozza è sparita la richiesta dei 9 decimi di tasse del referendum

Da sinistra Maroni, Bressa, Zaia e Bonaccini firmano la preintesa

conta su 336 dirigenti per 600 scuole e su 52 mila docenti almeno il 20% rientra tra i supplenti con nomina annuale. L’altra emergenza riguarda la sanità, con un deficit di 1295 medici: «Ecco per-

ché ho dovuto richiamare in servizio i pensionati. Ma in tutti gli ospedali del Veneto l’ernia si opera in 4 ore con il robot Da Vinci e non con un ricovero di 7 giorni». E dopo questo sussulto d’orgoglio,

Stefani è stata chiarissima: ci sono dei nodi politici da sciogliere nel governo. Dopo aver incontrato Luca Zaia, Attilio Fontana, Massimiliano Fedriga, Vincenzo De Luca, Giovanni Toti, Catiuscia Marini e Michele Emiliano ha ammesso di essere in difficoltà: «Siamo fermi in attesa di capire dal Parlamento, in particolare dai presidenti di Camera e Senato, quale sia l’iter da affrontare per il dibattito

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Belluno

Giovedì 4 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Caccia, pesca e natura la fiera oggi si svela LONGARONE FIERE LONGARONE Sta per aprire i

IL COMIZIO FINALE In piazza Vittorio Emanuele prima del referendum autonomista che ottenne un risultato “bulgaro”

L’autonomia è più lontana «Prima arriva la Regione» `Le richieste dell’onorevole De Menech Ieri in audizione alla Camera nessun accenno alle istanze giunte dalle Dolomiti che ha ribadito le necessità del territorio `

VERSO L’AUTONOMIA BELLUNO La pretesa di autono-

mia di Belluno scricchiola: inserirla nell’intesa Stato-Regione rischierebbe di far crollare anche l’autonomia del Veneto. I bellunesi sono avvisati. Del resto, da Palazzo Ferro Fini l’avevano detto già un mese e mezzo fa. Ieri il concetto è stato ribadito, direttamente dal governatore Zaia. La sottolineatura è sempre la stessa: quando il Veneto sarà autonomo, anche Belluno avrà maggiori risorse e migliori possibilità di autogoverno. Magnifiche sorti, certo. Ma sempre nell’alveo della richiesta autonomista della Regione. Che a sua volta si muove nell’alveo di quanto consente la Carta Costituzionale. DA ROMA Il governatore Zaia lo ha confermato anche ieri, in audizione alla

Commissione della Camera per l’attuazione del federalismo fiscale. Ha trattato a lungo tutti i punti vitali della trattativa Stato-Regione. E ha fissato i capisaldi delle richieste, «un progetto di innovazione istituzionale ha scritto il presidente del Veneto nel suo intervento - elaborato con finalità e obiettivi concreti». Quali? Semplice: «Chiediamo ufficialmente che il Governo incardini il provvedimento e si impegni a portare in Parlamento i contratti delle prime tre Regioni (Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, ndr)».

IL NODO Nell’intervento di Zaia, nessun passaggio sulle richieste di autonomia del Bellunese. Anche se, su precisa domanda di alcuni membri della Commissione, il governatore ha risposto chiaramente: «Per Belluno

ho l’impressione che dobbiamo fare un po’ di chiarezza: autorevoli costituzionalisti a cominciare dai nostri consulenti hanno sempre detto che un’intesa non può essere inficiata dai desiderata. Noi restiamo convinti del fatto che, un istante dopo averla ottenuta, va erogata l’autonomia a Belluno; ma non solo, che la Regione dovrà spogliarsi di tutte le parti operative e gestionali per limitarsi ad essere un parlamentino che legifera e gira tutto, non solo sulle Province, ma anche sugli enti locali». Da Palazzo Piloni non arrivano commenti sulla questione. Il presidente Padrin non era reperibile nel tardo pomeriggio di ieri. Certo è che il nodo potrebbe risultare di lana caprina, se non ci fossero ataviche resistenze nella fiducia che la provincia dolomitica nutre nei confronti di Venezia.

dell’hospice riservato ai parenti dei malati SOCIALE BELLUNO Bilancio in ordine e nu-

meri significativi per l’associazione Casa Tua che da 23 anni è al servizio dei familiari dei degenti dell’ospedale di Belluno. Quasi 200 gli ospiti alloggiati per consentire loro di essere vicini ai loro cari sottoposti alle terapie continuative all’ospedale San Martino. I dati sono usciti dall’assemblea dei soci concentrata soprattutto sull’approvazione del nuovo statuto in recepimento delle modifiche imposte dal Codice del Terzo settore. Modifiche ritenute di importanza strategica per un allineamento con tutti gli enti del Terzo Settore, sia nella parte gestionale amministrativa sia nelle regole per la definizione delle cariche sociali. Così, con la consulenza e fattiva collaborazione di Nevio Meneguz, direttore del Csv Belluno, il presidente di Ca-

ASSOCIAZIONE L’hospice di Casa Tua opera dal 1997

sa Tua, Giorgio Zampieri, ha potuto illustrare ai soci le proposte di adeguamento, tutte approvate all’unanimità. È seguita poi l’approvazione del bilancio economico del 2018, presentato dal tesoriere Romeo Bristot, che è stato chiuso in attivo. Gli ospiti di Casa Tua arrivano a sfiorare le 200 unità, provengo-

no per oltre il 60% dalla provincia di Belluno (Cadore in testa con il 66%, seguito dall’Agordino col 18%), il 33% da altre province e il 7% dall’estero. Anche nel 2018 la maggiore presenza ha riguardato ospiti afferenti al reparto pediatria neonatale con il 35%, seguito da quello di radioterapia-oncologia con il 17%.

LA RASSEGNA APRIRA’ I BATTENTI VENERDI’ PROSSIMO TRA GLI APPUNTAMENTI C’È LA FESTA DEL CACCIATORE

J’ACCUSE «Ho chiesto esplicitamente di inserire Belluno e Sondrio nell’intesa, così come previsto dalla legge Delrio, e di dare seguito alle regole di sussidiarietà - dice il deputato Pd Roger De Menech, presente durante l’audizione in Commissione -. La risposta del presidente è stata negativa su tutto il fronte. Zaia, trincerandosi dietro gli aspetti burocratici e invocando i cavilli dell’intesa, ha di fatto rigettato l’idea di spostare poteri reali dalla Regione verso il territorio. Ha promesso di lavorare al decentramento una volta ottenuta l’autonomia e siglato il patto con lo Stato. Non mi sorprende: è in linea con il progetto di accentramento in atto, visto che la Regione si sta riprendendo dalle Province tutte le deleghe». Damiano Tormen

Casa Tua, in un anno 200 ospiti `Stilato il bilancio

battenti la diciannovesima edizione di Caccia, pesca e natura. La rassegna, di respiro nazionale, si svilupperà a Longarone Fiere da venerdì 12 a domenica 14. Ma già oggi verrà presentata in ogni suo dettaglio, in occasione della conferenza stampa prevista a Palazzo Piloni (ore 11, in sala Calvi). «È la fiera nazionale di prodotti, attrezzature e servizi per la caccia e la pesca sportiva. Ed è anche uno degli appuntamenti nazionali più seguiti dagli appassionati del mondo venatorio. Nutrita e qualificata anche la rappresentanza delle più rinomate aziende produttrici di fucili e armi, di ottiche e di abbigliamento tecnico». Tra i padiglioni, troveranno spazio pure mostre naturalistiche e di collezionismo, abbinate alle realtà associative del mondo venatorio: «Ma l’anima della manifestazione rimane la grande “Festa del Cacciatore”, giunta ormai alla ventiquattresima edizione. Perché Caccia, pesca e natura è soprattutto un

momento per ritrovarsi tra persone che condividono una passione, per raccontarsi e condividere esperienze e sensazioni». Al settore della pesca sportiva, invece, è riservata un’area espositiva, con attrezzature e accessori da poter provare in vasca: a completare il quadro ci sono poi due importanti appuntamenti outdoor, una gara di pesca alla trota fario e una gara a squadre a spinning. Non mancherà, infine, il 17. Concorso nazionale Open di Tassidermia, organizzato dall’Associazione Tassidermisti Italiani, che ha reso il polo fieristico longaronese un autentico punto di riferimento per appassionati ed esperti. L’ampia esposizione sarà quindi arricchita da una serie di incontri tecnici di aggiornamento, curati da professionisti. MdI

In sede assembleare, è stata inoltre annunciata la ristampa del pieghevole promozionale che riassume tutti i servizi offerti da Casa Tua, nel quale troveranno spazio anche nuove immagini documentali. Infine, la consegna dell’informativa per il trattamento dei dati personali come previsto dalle nuove normative europee sulla privacy. Inaugurata nel 1996 e attiva dal ’97, Casa Tua offre un servizio di ospitalità fondamentale per i familiari dei pazienti sottoposti a terapie oncologiche o ricoverati in day hospital al San Martino. La struttura copre una superficie di 200 metri quadrati ed è in grado di accogliere almeno 14 persone. È dotata del necessario per abitare: l’ospite deve provvedere solo alle esigenze personali e al vitto. L’ospitalità, iniziata dal 1997, è gratuita. Dal 1997 al 2015 sono state ospitate 1538 persone dalla provincia di Belluno (36%), 1014 dal resto del Veneto (24%), 1523 da altre regioni (36%) e 168 dall’estero (4%), per un totale di 4243 ospiti e una stima di 36 mila giorni di presenza. Federica Fant

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LONGARONE Ospiterà la rassegna dedicata a caccia, pesca e natura

Convegno sulla Canapicoltura il confronto sarà in Provincia AGRICOLTURA Venerdì 12 aprile si parlerà di «Canapicoltura», o meglio come «Fare innovazione con la tradizione Un’opportunità di sviluppo per il Bellunese». L’appuntamento è nella Sala Affreschi di Palazzo Piloni. Si tratta di una serie di interventi che racconteranno, ognuna da un proprio punto di vista, la ricerca che è stata svolta da Dipartimento di Scienze Ambientali Informatica e Statistica, Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, con la partecipazione di Iuav. Ecco la scaletta del pomeriggio. Si inizierà alle 15. Spetterà a Gabriella Buffa, Università Ca’ Foscari Venezia, l’introduzione al progetto Fse. Manuela Pierobon parlerà di «Canapa: quale per le terre marginali», Elisa Scalabrin invece «Canapa: una risorsa per la nutraceutica», Alessandra Zuin tratterà il tema: «Costruire con lo scarto – quando l’edilizia è davvero «bio». Seguiranno poi

L’APPUNTAMENTO È VENERDI’ 12 NELLA SALA AFFRESCHI DI PALAZZO PILONI

delle testimonianze. Matteo Gracis illustrerà «Canapa Industriale: La canapa in Italia», mentre Marco Dalla Rosa, «Canapalpino: La canapa in provincia di Belluno», infine Flavio Kaisermann, della Fondazione E. Mach intratterà i presenti con «La canapa in provincia di Trento». Di canapa in provincia se ne parla ormai da qualche anno: il 17 dicembre 2016 si aveva parlato del suo utilizzo in bioedilizia, con la collaborazione di Assocanapa, DolomitiBio, Società operaia di mutuo soccorsoo di Lentiai e il Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Belluno. Proprio la Soms di Lentiai, nel corso dell’assemblea dei soci 2013, accoglie la proposta del cda di inserire nel progetto “Verso il 2018” (120° anniversario dalla fondazione) l’idea di avviare un percorso che ripercorra gli insegnamenti dei padri fondatori. Nasce così il progetto Canevo. Fe.Fa.

MOSTRA Per lo scambio di semi


XV

Selvazzano

RIQUALIFICAZIONE I centri di Arlesega e di Lissaro con l’area di via Mazzini, nel capoluogo, saranno arricchiti dai nuovi spazi pubblici

Mestrino

Giovedì 4 Aprile 2019 www.gazzettino.it

padova@gazzettino.it

Le frazioni più verdi con parchi per tutti

Ponti e fossati, sistemazione di terreni privati `Ad eseguire tutte

le opere il Consorzio di bonifica Brenta VEGGIANO

Funzionalità, attività e giochi che possono essere usati anche dai bambini disabili `

MESTRINO Nuove aree verdi attrezzate in tutte le frazioni: parchi pubblici riqualificati e inclusivi per accogliere tutti i bambini. I centri di Arlesega e di Lissaro e l’area verde di via Mazzini, nel capoluogo, saranno arricchiti dai nuovi spazi pubblici progettati dall’amministrazione comunale. Già conclusi i lavori nel parco di Arlesega adiacente al patronato: dieci giorni di cantiere per dare un nuovo volto allo spazio che si apre al lato di via Kennedy: realizzato un percorso pedonale che invita ad entrare nel parco con la possibilità di fermarsi nell’area adibita ai giochi, oppure di proseguire verso la piazzetta centrale dove soffermarsi per chiacchierare. Il tutto circondato da alberi.

RIORDINO Una volta ultimato il riordino di quest’area verde si è dato il via all’intervento in via Mazzini: qui la rete arancione ha delimitato da alcuni giorni l’area che verrà completamente riqualificata. Non si tratta solo del restyling di uno spazio pubblico che negli anni ha perso il suo smalto, ma di un progetto che vuole essere un mix tra funzionalità, attività all’aria aperta e rilancio di uno spazio pubblico esiste. Il tutto avendo ben chiaro l’obiettivo dell’inclusione: ovvero della possibilità che anche i bambini con disabilità possano utilizzare i giochi. E il progetto che l’amministrazione comunale ha ideato per que-

sto parco pubblico, che si trova nel bel mezzo di un popoloso quartiere, ha ottenuto anche il finanziamento di 24 mila euro della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, su una spesa di 40 mila euro. Il parco verrà così ripensato: oltre all’installazione di nuovi giochi, con la possibilità che possano essere utilizzati anche dai bambini diversamente abili, sarà rivisto tutto il percorso pedonale, la zona delle gradinate per le attività all’aperto, oltre alla piantumazione di nuovi alberi.

CAPOLUOGO L’esempio del parco Bapi di via Calatafimi, situato dalla parte opposta rispetto a via Mazzini, traccia la strada non solo per il nuovo intervento nel capoluogo. Un modello di sviluppo degli spazi pubblici che per l’amministrazione caratterizzerà gli interventi che sono in atto in diversi punti del territorio a cui si aggiunge il progetto dell’area verde in centro a Lissaro, dietro alla chiesa, che completa la riorganizzazione dell’area che accoglie anche il nuovo campo sportivo. Intervento previsto fra le opere del piano urbanistico “La Corte”, ottenuto con un accordo fra amministrazione e privati. Questo prevede anche di garantire alla frazione una migliore disposizione dell’impianto sportivo e ampi spazi a verde pubblico dietro alla chiesa e al centro parrocchiale a servizio della cittadinanza. Barbara Turetta © RIPRODUZIONE RISERVATA

RIQUALIFICAZIONE Nuovo progetto nell’area verde di via Mazzini Un parco inclusivo per accogliere tutti i bambini

Italiano per straniere LIMENA Oltre venti partecipanti e la richiesta, in questi mesi, di raddoppiare gli incontri settimanali. Si concluderà a maggio il corso di lingua italiana per donne straniere progettato dal gruppo “Donne nel Mondo” costituito da volontarie limenesi. La presenza di donne provenienti da differenti paesi europei ed extra europei ha fatto emergere, soprattutto nei nuclei familiari più giovani, il bisogno di facilitare i contatti con i servizi locali in particolare quelli sanitari e scolastici. Da qui l’esigenza per gli stranieri di conoscere la lingua italiana: il gruppo di volontarie ha dato avvio ad un corso d’italiano che, ospitato nel cen-

Candidato Francon, quinta lista SELVAZZANO Si lavora alla costituzione di un’altra lista a sostegno del candidato sindaco di centrodestra Antonio Francon. Ad affiancare Lega, Fratelli d’Italia, Grande Veneto e Prima Selvazzano, potrebbe presto unirsi una quinta lista: uno schieramento civico, ovviamente di area, su cui stanno lavorando alcuni residenti che hanno dato la loro disponibilità a sostenere Francon, condividendo il programma della coalizione. Ed è lo stesso candidato sindaco a voler puntualizzare che il centrodestra è raccolto tutto nella sua candidatura. «Noi siamo il centrodestra – ha detto – io sono il candidato della Lega e il nostro è l’unico schieramento di quest’area in corsa alle comunali.

Con Forza Italia avevamo avviato un dialogo già a settembre, ma arrivati a marzo ancora nessuna deciso: ci hanno tenuto in ballo per mesi preferendo poi rinunciare al simbolo». In queste settimane la coalizione sta raccogliendo le esigenze del territorio: sport, sociale, sicurezza e innovazione tecnologica sono solo alcuni degli aspetti su cui intende dare un cambio di marcia. «Ci siamo resi conto che il sociale e lo sport hanno bisogno di progettazione - ha detto Francon - la nostra intenzione, ad esempio, è quella di realizzare una cittadella dello sport agli impianti Ceron. C’è poi la necessità di uno studio sulla viabilità futura pensando a come sarà Selvazzano fra 10 anni, e di nuove politiche abitative». Fra le idee anche la nomina di un “prefetto” di frazio-

ne: si tratta di 5 persone che saranno individuate dalla Giunta e avranno il compito di creare un collegamento diretto fra il territorio e l’amministrazione comunale. Un altro obiettivo in programma è l’attivazione di un sistema della lingua dei segni (Lis) per facilitare le persone non udenti. Ba.T.

ELEZIONI AMMINISTRATIVE In corsa il candidato Francon

tro parrocchiale Don Bosco e sostenuto economicamente dal comune di Limena, conta la presenza di 20 partecipanti. Il corso è stato attivato per le donne, in orario mattutino, dopo aver verificato che queste erano le condizioni che garantivano una maggior frequenza. Inizialmente è stata proposta una lezione a settimana ma per l’interesse manifestato è stata attivata una seconda giornata. Attualmente le lezioni si tengono il lunedì ed il mercoledì mattina dalle 9 alle 10.30. La presenza delle partecipanti è verificata ed attestata ad ogni lezione. E per garantire la più ampia partecipazione è stato introdotto un servizio di sorveglianza dei bimbi, gestito dalle volontarie. Ba.T.

Un intervento di sistemazione della rete di scolo privata interesserà varie zone del territorio comunale. Si è tenuto in municipio a Veggiano un incontro con i proprietari dei terreni interessati dai lavori e il Consorzio di Bonifica Brenta che eseguirà gli interventi. Presenti, oltre al sindaco Simone Marzari e ai tecnici del comune e del Consorzio, il presidente Enzo Sonza. Le opere in programma consisteranno nella ricalibratura ed espurgo delle scoline in via Gatta, Sant’Antonio e via Sguazzina e, dove necessario, con la pulizia dei ponti di attraversamento e la costituzione di difese spondali. L’importo complessivo dei lavori previsti è di 86.076 euro, dei quali 36.076 euro a carico del Comune e 50.000 euro a carico della Regione Veneto. Durante l’incontro i cittadini sono stati informati sulle modalità operative che verranno adottate per l’esecuzione dei lavori, che saranno eseguiti direttamente dal Consorzio: verrà richiesta la sottoscrizione di una liberatoria per

dare libero accesso ai fondi di proprietà durante i lavori. Analoghi lavori sono previsti in altri Comuni del comprensorio, a seguito di un bando regionale che ha voluto valorizzare la rete di fossi minori non in gestione ai Consorzi di Bonifica (e che per questo sono solitamente in condizioni di precarietà). La Regione ha richiesto il cofinanziamento dei Comuni, in modo da stimolare negli Enti locali un impegno ad investire sulla cura e manutenzione dei reticoli idrografici, che contribuiscono in modo importante alla difesa idraulica del territorio se opportunamente conservati e manutentati. Requisito per accedere al finanziamento, inoltre, era che i Comuni fossero dotati del Piano Comunale delle Acque, uno strumento conoscitivo importante per monitorare lo stato dei corsi d’acqua e valutarne l’efficienza. Oltre a Veggiano, per il Consorzio di Bonifica Brenta sono entrati in graduatoria interventi nei Comuni di Carmignano di Brenta, Campodoro, Gazzo, Grumolo delle Abbadesse, Marostica, Mestrino, Piazzola sul Brenta, Torri di Quartesolo e Veggiano. Per la maggior parte di questi sono già pronti i progetti e a breve si potrà intervenire, per altri i progetti sono in corso di stesura. Ba.T.

RETE DI SCOLO L’incontro che si è tenuto in municipio con il Consorzio del Brenta

Aquilone, cresce l’offerta formativa SELVAZZANO Si potenzia l’offerta formativa del centro per l’infanzia l’Aquilone di Caselle con l’obiettivo di promuovere la partecipazione delle famiglie all’educazione dei bambini dai 3 ai 6 anni. Condivisa con l’amministrazione comunale e il Consiglio della Scuola dell’Infanzia, l’importanza di rinforzare l’offerta formativa in coerenza con la programmazione educativa e didattica della scuola. Sono due gli atelier che vengono realizzati: un laboratorio che lavora sulla consapevolezza corporea e sul mondo emozionale del bambino, attivando le due risorse con attività grafiche e manuali utilizzando anche materiali di riciclo, e un

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progetto musicale che si propone come un’esperienza multisensoriale stimolante il cui filo conduttore è la musica. Le attività proposte hanno come obiettivo quello di avvicinare i bambini al mondo musicale in modo semplice e graduale grazie a giochi, danze e canzoni. Ogni atelier è organizzato per 4 gruppi di età omogenea, si svilupperà in 20 incontri con ca-

NELL’ASILO PARTECIPAZIONE DELLE FAMIGLIE ALL’EDUCAZIONE DEI BAMBINI DAI 3 AI 6 ANNI

denza settimanale. Un percorso a parte, formato dello stesso numero di incontri viene effettuato per gli alunni disabili. Cresce dunque l’offerta della struttura pubblica dedicata ai più piccoli che pochi mesi fa è stata “promossa” con 100 punti su 100 dall’ufficio sanitario della Regione Veneto per la qualità e l’accreditamento del servizio offerto. Punteggio pieno non solo per come è stata concepito il nuovo centro per l’Infanzia inaugurato nel dicembre del 2015, con la possibilità di accogliere 90 bambini - ampliabile a 131 - , suddivisi tra asilo nido (36 bambini svezzati) e scuola materna (54 bambini), ma anche per il progetto di gestione che accompagna i bambini nella loro crescita. Ba.T.


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Treviso

Giovedì 4 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Ca’ Foncello, Italia in coda per le cure ` L’Usl per i servizi erogati nel 2018 incasserà 53 milioni di euro La qualità dell’ospedale richiama mezzo milione di pazienti da ogni angolo della penisola: per Friuli e Sicilia è quasi un esodo con un utile di 14,6. Il dg Benazzi: «Possiamo ancora migliorare» `

SANITA’ D’AVANGUARDIA TREVISO Viaggi della speranza

dalla Sicilia e dal Friuli. Dall’estremo sud e dalla vicina regione autonoma. Sono quelli compiuti dai malati di mezza Italia che vengono a farsi operare e seguire al Ca’ Foncello di Treviso. Sono fondamentali per chi sta male. Ma anche per l’Usl della Marca, che così fa quadrare i conti. Oggi attende di incassare oltre 3 milioni di euro dalle aziende sanitarie del meridione per le cure erogate l’anno scorso ai loro cittadini. Una cifra in costante aumento. In cima alla classifica dei malati che si rivolgono al Ca’ Foncello dopo un lungo viaggio ci sono quelli che arrivano dalla Sicilia. Nel 2018 a Treviso sono stati investiti oltre 875mila euro per curarli. Di seguito c’è il Lazio (495mila). E poi la Puglia (491mila). L’ultima stima dice

che circa il 20% dei passeggeri in arrivo all’aeroporto Canova giunge nel trevigiano per motivi di salute. Sono oltre mezzo milione di persone l’anno.

sidenti nella provincia di Trento e quasi 59mila euro per quelli della provincia di Bolzano.

CAPITOLO VENETO

ANCHE I CUGINI Ma quando si parla di immigrazione sanitaria non serve attraversare tutta l’Italia. La maggior parte delle persone che per farsi curare al meglio chiedono aiuto all’ospedale di Treviso arrivano infatti dal Friuli Venezia Giulia, regione a statuto speciale. L’anno scorso l’Usl della Marca ha speso oltre 10,2 milioni di euro per garantire loro tutte le cure necessarie. Vuol dire 855mila euro al mese. Una quota record, superata solo da chi è giunto al Ca’ Foncello dalla vicina Usl veneziana. A proposito delle regioni autonome vicine, non mancano i malati che arrivano anche dal Trentino, pur in misura minore. Nel 2018 sono stati spesi 272mila euro per i re-

IL CA’ FONCELLO è diventato un punto di riferimento nazionale

L’immigrazione sanitaria interna alla regione per Treviso vale 37,5 milioni di euro l’anno. La maggior parte delle persone giungono dall’Usl veneziana. L’anno scorso sono stati investiti oltre 11 milioni di euro per curarle. A seguire ci sono l’Usl Veneto orientale di San Donà di Piave (quasi 10milioni), l’Usl bellunese (9,9 milioni), l’Euganea (4,5 milioni) e l’Usl Pedemontana di Bassano (1,1 milioni). Subito dietro spiccano i cittadini che arrivano dall’Emilia Romagna (895mila euro). Complessivamente l’Usl della Marca deve incassare quasi 53 milioni di euro per le cure erogate nel 2018 a cittadini residenti altrove. Il saldo rispetto al conto che è chiamata a pagare per i trevigiani che si sono rivolti a ospedali fuori provincia è positivo per 14,6 milioni di euro. Un’entrata indispensabile se si pensa che il bilancio relativo al 2017, l’ultimo disponibile, è stato chiuso dall’Usl della Marca con un utile di 1,4 milioni.

IL DIRETTORE SANITARIO «Siamo soddisfatti ma vogliamo continuare a crescere -mette in chiaro Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl trevigiana- L’obiettivo è aumentare la mobilità attiva del 5%». Significa erogare cure a cittadini residenti altrove per ulteriori 2,6 milioni di euro l’anno. «L’importante ora è riuscire a trovare tutti i medici che ci servono -aggiunge Benazzi- senza di loro non si può fare nulla». Dove vanno, invece, i trevigiani che scelgono altri ospedali? L’anno scorso hanno ricevuto cure fuori dal territorio della Marca per 38,4 milioni di euro. A guidare la classifica c’è l’azienda ospedaliera di Padova (6,3 milioni). Era scontato. Poi l’ospedale di Mestre (4 milioni) e la casa di cura privata accreditata San Giorgio di Pordenone. A seguire l’ospedale di Vicenza (1,9 milioni), l’ospedale universitario di Udine (1,4 milioni), Villa Salus di Mestre (1,1 milioni), l’azienda ospedaliera di Verona (997mila), il Cro di Aviano (943mila) e la casa di cura polispecialistica di Abano Terme (918mila euro). Mauro Favaro

L’allarme

«Maltempo: scuole chiuse» Ma è soltanto una bufala ` (mf) Psicosi maltempo. Ieri

tra i genitori e i ragazzi si è diffusa la voce che oggi le scuole sarebbero rimaste chiuse a causa del rischio di nubifragi. Le elementari come le medie. E anche le superiori di Treviso. I gruppi WhatsApp erano bollenti. Ma si è trattato solo di una bufala, a quanto pare rilanciata su internet da alcuni siti meteo nazionali inattendibili. La Protezione Civile sta seguendo l’evoluzione meteo di minuto in minuto. Ieri, però, nessuno ha previsto la chiusura degli istituti. In serata l’ha messo in chiaro direttamente Gianpaolo Bottacin, assessore regionale alla Protezione Civile. «Le scuole saranno aperte – ha scandito – diffidate delle fake news». «Dalla Protezione Civile stiamo seguendo l’evolversi del maltempo previsto per le prossime ore – ha aggiunto – anche con collegamenti in videoconferenza con il dipartimento nazionale». «Non ci sono state comunicazioni dalle autorità competenti in merito alla chiusura delle scuole» confermano da Ponzano. «La notizia della chiusura delle scuole è falsa», scandisce via social Paolo Tagliapietra, assessore all’Istruzione di Spresiano. Rassicurazioni sono arrivate anche dai maggiori siti meteo con base di Veneto. Meteo Bassano e Pedemontana del Grappa ribadiscono: «Come al solito la notizia falsa. Per il momento siamo di fronte solo all’ennesima bufala». Stesso discorso da Serenissima Meteo: «Circolano informazioni che trasmettono molta confusione a genitori e ragazzi – tira le fila il presidente Marco Rabito – per questa giornata, pur contrassegnata da tempo fortemente instabile, al momento non è stata disposta dalle autorità preposte alcuna chiusura di istituti scolastici».

“Partecipare il presente” parla di Europa agli studenti IL CICLO DI INCONTRI TREVISO Parte oggi il programma

di incontri negli istituti superiori trevigiani promosso da Partecipare il Presente, scuola di formazione sociale e politica partecipata da 19 associazioni trevigiane che proprio in queste settimane organizza anche un ciclo di affollati appuntamenti serali dedicati alle tematiche europee. «C’è bisogno di informazione qualificata e seria sulle sfide del presente, che sono molto complesse –spiega Giuliano Rosolen, presidente di Partecipare Il Presente– Della questione europea si conosce poco e si parla con scarsa competenza. Questo ciclo di incontri organizzato in collaborazione con gli istituti scolastici e con l’Università Ca’ Foscari di Venezia e il Campus di Treviso ha lo scopo di offrire riflessioni argomentate e di ampio respiro sul futuro del proces-

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so di integrazione europea». Il calendario: oggi all’Istituto Giorgi-Fermi di via Medaglie D’Oro si parlerà di “Unione Europea come spazio di opportunità, diritti e doveri”. Sempre oggi nell’altra sede di via San Pelajo verrà trattato il tema: “Il sogno dei padri fondatori all’indomani del Secondo Conflitto mondiale: analisi delle ragioni ispiratrici della creazione comunitaria”. In entrambi i casi il relatore è Arianna Vettorel, avvocato e ricercatrice di Diritto Internazionale all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Infine al Max Planck di Lancenigo verrà trattato il tema “L’Europa come spazio di opportunità: passato e futuro di un progetto politico”. Relatore Giancarlo Corò, direttore della Scuola in Economia, Lingue e Imprenditorialità per gli Scambi Internazionali, Università Ca’ Foscari di Venezia. I prosimi incontro sono in programma l’11, il 12 e il 13 aprile.


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Primo Piano

Giovedì 4 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Le mosse del governo

Crescita, oggi il decreto Ma sui truffati delle banche arriva lo stop di Di Maio Prima l’accordo, poi la frenata sul risparmio. Il leader 5Stelle: così com’è, la norma non dà garanzie adeguate. Salvini: «Tria assediato? Non mi sembra se fa il suo dovere» `

LA TRATTATIVA ROMA Niente da fare. Quando l’intesa sul decreto crescita e sui truffati delle banche sembrava cosa fatta, da Luigi Di Maio è arrivato un brusco stop: «Quella norma non va bene, non posso accettarla». Spiegazione: «Non garantisce il risarcimento pieno dei risparmiatori». Conclusione: oggi in Consiglio dei ministri sarà battaglia, con Giovanni Tria di nuovo sul banco degli imputati e Di Maio e Matteo Salvini a testa bassa per ottenere dal ministro economico il varo dei decreti attuativi con cui attivare il Fondo a favore dei truffati dagli istituti di credito. Il decreto crescita, indispensabile al governo per scrivere il Documento di economia e finanza (Def), però dovrebbe essere approvato. Con l’ormai consueta formula del “salvo intese”. Lo stop di Di Maio arriva al termine della solita giornata ad alta tensione. Con il ministro dell’Economia bombardato perfino dal premier Giuseppe Conte e da Salvini (le cannonate 5Stelle non fanno più notizia). E con Tria che, alla fine, aveva accettato di inserire nel decreto una norma per rendere operativo il Fondo di indennizzo dei risparmiatori (Fir). La svolta era avvenuta dopo un pressing asfissiante. Ad avviarlo era stato a sorpresa Conte. Arrivato martedì notte a Doha, il premier aveva messo a verbale: «Vogliamo procedere con i risarcimenti ai risparmia-

L’ALTOLÀ DEL NUMERO UNO GRILLINO COGLIE DI SORPRESA PERFINO PALAZZO CHIGI: «IN CDM SARÀ SCONTRO»

IL FOCUS ROMA Risarcimenti assegnati non individualmente ma per “cluster” (ovvero gruppi omogenei di risparmiatori ) ed erogati dalla società pubblica Consap, dopo la valutazione di una commissione tecnica formata da nove esperti qualificati come “indipendenti”. Con queste modifiche alle norme della legge di Bilancio che istituivano il Fondo indennizzo risparmiatori (modifiche inserite nel decreto crescita) il Consiglio dei ministri potrebbe oggi spianare la strada all’effettivo avvio delle procedure di rimborso a beneficio dei clienti delle sei banche fallite: nei prossimi giorni arriverà poi il decreto attuativo del Mef (potrebbe però essere anche emanato dalla presidenza del Consiglio). Il passaggio-chiave sono proprio gli aggiustamenti

tori nel modo più rapido possibile. Ho sollecitato Tria a procede in questa direzione». Poi, ieri mattina, è ripresa l’offensiva. I 5Stelle sono tornati ad attaccare il responsabile dell’Economia: «Ha il dovere di firmare il decreto, altrimenti non sta facendo il proprio lavoro». E all’attacco si è unito Salvini interessato, al pari di Di Maio, a ottenere l’indennizzo per i 300 mila risparmiatori truffati prima delle elezioni europee di maggio: «Tria si deve dimettere? Se ciascuno fa il suo lavoro non deve avere alcun timore. In ogni caso ci abbiamo messo i soldi e ora la burocrazia del ministero dell’Economia partorisca il decreto. Io e i risparmiatori truffati abbiamo fretta». Tria però ha resistito. Dal

Mef hanno ripetuto per l’ennesima volta che le norme sono scritte male ed espongono i funzionari del ministero alla prospettiva di essere indagati dalla Corte dei conti per danno erariale. Conte non ha voluto sentire ragioni. E da Doha ha lanciato un nuovo ultimatum al ministro economico: «Sta per iniziare a Roma il pre-consiglio in vista del Consiglio di domani. Confido che nel decreto crescita ci siano anche le norme a favore dei truffati dalle banche».

LA FUMATA BIANCA Poco dopo, al termine di un vertice tra Tria e i viceministri Laura Castelli e Massimo Garavaglia, era arrivata quella che sembrava l’attesa fumata bianca: una norma nel decreto crescita

che recepiva i paletti dell’Unione europea, mettendo i funzionari del Mef a riparo da rischi, e successivo via libera dei decreti attuativi del Fir. Conte da Doha aveva festeggiato: «Non c’erano alternative, si lavora nell’interesse del Paese».

IL BRUSCO STOP In serata, però, arriva la doccia fredda. Il ministro ai rapporti con il Parlamento, Fraccato, nega che il governo oggi varerà la norma per spianare la strada all’utilizzo dei fondi a favore dei risparmiatori: «Si affronterà il tema dei decreti attuativi con l’obiettivo di approvarli nel più breve tempo possibile». A palazzo Chigi cadono dalle nuove: «Per noi l’intesa è chiusa». E anche al Mef restano sor-

IN PIAZZA Una manifestazione di risparmiatori a Montecitorio

Matteo Cavalcante

«Speriamo, da anni siamo in ostaggio della politca» IL GRANDE AZIONISTA «Sembra che finalmente possa essere arrivato il giorno giusto. Ci hanno preso per sfinimento, sono due anni di continue illusioni e promesse». Matteo Cavalcante è un imprenditore vicentino presidente dell’associazione “Per Veneto Banca”, i grandi soci dell’istituto trevigiano oggi in liquidazione. È in attesa come altre decine di migliaia di azionisti del varo del fondo indennizzi da 1,575 miliardi per i truffati delle banche anche s elui personalmente non dovrebbe vedere un soldo. «Fino a quando non vedo non credo commenta al telefono dopo aver rincorso le ultime novità tra tv e web - voglio andare a vedere le carte. Sarà una notte lunga, tipo quella prima degli esami».

Perché tutte queste cautele? «Le continue lotte tra Lega e 5stelle, il ministro Tria sotto assedio per quella sua collaboratrice... In questi anni ci siamo sentiti in ostaggio della politica. Poteva essere un percorso più veloce se fosse stato gestito meglio». Cosa finora è andato storto? «Potevamo evitare questo braccio di ferro con la Ue, bastava discutere prima la legge con Bruxelles». Cosa significano per il Nordest questi rimborsi? «Possono salvare tantissime famiglie e imprese. Ci sono migliaia di posizioni aperte. La stessa Sga sta aspettando ancora il via libera dalla Banca d’Italia per procedere. Più queste situazioni rimangono in stallo più si deteriorano. In ogni caso questo 30%

di rimborso noi lo consideriamo un acconto, spero si possa rivedere». Se si fosse andati avanti con la legge del 2017 sarebbe andata meglio? «I rimborsi sarebbero sicuramente arrivati prima. Speriamo veramente che ora con la Ue abbiano parlato e sistemato i decreti, tutte le titubanze di Tria non possono essere solo legate ai problemi della consulente». Di chi è la responsabilità di questo ginepraio? «Difficile dirlo, di sicuro i 5stelle dei rimborsi se ne sono fatti carico fin da subito. Forse hanno peccato d’improvvisazione. Se penso alla Lega vedo un sottosegretario Bitonci che a un certo punto si è defilato, e un presidente veneto Zaia che non è mai sceso in piazza con noi».

Lei è stato consigliere di Veneto Banca per pochi mesi: si poteva salvarla? «Se avessimo avuto un appoggio diverso dalla politica e un po’ di pazienza della Ue, Veneto Banca avrebbe avuto più possibilità di salvarsi di Popolare Vicenza. C’era bisogno di più tempo per recuperare la fiducia del territori e coinvolgere investitori internazionali. Ma la Bce in un incontro che abbiamo fatto nel 2016 a Francoforte è stata drastica: l’aumento di capitale doveva essere fatto cash, con soldi sul tavolo. E subito». I fondi stranieri c’erano? «Un paio sì, erano pronti a investire fino a 600 milioni sul miliardo dell’aumento. Uno era l’americano Atlas». Maurizio Crema © RIPRODUZIONE RISERVATA

Consap in campo e filtro di una commissione per superare le obiezioni Ue sui risarcimenti alla norma originaria, necessari per definire uno schema accettabile dalla commissione europea ed allo stesso tempo evitare che ai funzionari ministeriali coinvolti possa essere richiesto dalla Corte dei Conti il danno erariale in caso di rimborsi non motivati.Sull’opportunità di queste mo-

TOCCHERÀ ALLA SOCIETÀ PUBBLICA GESTIRE I RIMBORSI, ASSEGNATI PER GRUPPI OMOGENEI DI RISPARMIATORI

difiche c’erano però fino a ieri sera forti dubbi da parte del M5S. Così com’è, l’impianto della legge di Bilancio risulta non facilmente attuabile perché prevede rimborsi automatici per tutti gli ex azionisti e obbligazionisti.

LA DOTE Un’impostazione inaccettabile per l’Europa, che aveva ventilato l’apertura di una procedura d’infrazione. «È un fatto – ricostruisce una fonte politica del Tesoro – che Bruxelles pretende che i soldi finiscano nelle tasche di risparmiatori che possano dimostrare, carte alla mano, un nesso di causalità tra le violazioni compiute dalle banche e le scelte de-

gli investimenti». Il provvedimento, si fa notare, non solo tutela i piccoli risparmiatori raggirati, ma taglia fuori chi ha acquisito azioni e bond subordinati dopo la liquidazione delle banche. Come dire: chi ha speculato non prenderà un euro. Dunque non basterà una semplice domanda, come era indicato in legge di Bilancio, per acquisire il diritto: i risparmiatori dovranno presentare la documentazione sull’acquisto dei titoli e provare di essere caduti, vittime inconsapevoli, nella trappola del misselling, vale a dire vendite massicce, da parte delle banche, di prodotti finanziari non adeguati al profilo dei clienti, pur di colmare i buchi pa-

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trimoniali. La dote finanziaria stanziata con la manovra è di oltre un miliardo e mezzo in tre anni. Sono previsti indennizzi del 30% per gli azionisti e del 95% per gli obbligazionisti subordinati (al netto di interessi e cedole e risarcimenti già incassati), fino a 100 mila euro. In casa pentastel-

LO SCHEMA MESSO A PUNTO METTE AL RIPARO I FUNZIONARI DAI POSSIBILI RILIEVI DELLA CORTE DEI CONTI

presi dalla frenata di Fraccaro: «E’ tutto risolto, non capiamo». Salta però fuori che Di Maio ritiene la norma scritta da palazzo Chigi e dal Mef «sbagliata»: «Abbiamo promesso il pieno risarcimento dei truffati e così com’è scritta quella norma non lo garantisce. Anzi. Meglio fermarla». E così è. A meno che a Conte, al rientro a Roma, non riesca un’ultima mediazione o Tria non accetti di riformulare la norma contestata da Di Maio, oggi in Consiglio sarà scontro. E lo scontro proseguirà quando in un vertice Conte, Di Maio, Salvini e Tria discuteranno del Def. A.Gen. © RIPRODUZIONE RISERVATA

UN’ULTIMA MEDIAZIONE DEL PREMIER O LA RISCRITTURA DELLA NORMA DA PARTE DEL MEF. IN SERATA VERTICE SUL DEF

lata non si esclude però che con le risorse disponibili si possa arrivare nel caso degli azionisti anche al 50%. A decidere sui risarcimenti, gestiti da Consap, sarà una commissione di 9 esperti, che l’Europa ha voluto indipendenti, insediata presso il Mef. Questo collegio non valuterà le posizioni dei risparmiatori caso per caso ma secondo dei cluster. In sostanza, i soggetti saranno classificati a seconda del danno subito e su quella base si procederà o meno all’indennizzo. Per i rimborsi la priorità andrà a chi ha un Isee sotto i 35 mila euro, mentre è saltata l’ipotesi di concedere una corsia preferenziale, con rimborsi su semplice istanza, a risparmiatori che versano in condizioni sociali avverse. Luca Cifoni Michele Di Branco © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Nordest

Giovedì 4 Aprile 2019 www.gazzettino.it

Bibione prima spiaggia senza barriere Al via un progetto per far diventare la località balneare `Il sindaco: «Nuova sfida importante per tutti i nostri operatori» veneta la destinazione europea totalmente accessibile Il percorso inizia lavorando su servizi, strutture e risorse umane `

TURISMO BIBIONE (VENEZIA) «Andiamo dove gli altri non sono mai arrivati». Lo hanno ribadito ieri in occasione della presentazione di “Bibione, turismo accessibile”. Del resto Bibione è la prima località in Europa che si mette in discussione per farsi “certificare” sul fronte della accessibilità, in un mercato in cui il visitatore è quasi sempre trascurato dal sistema turistico. In questo identikit “turistico” si riconoscono quasi 140 milioni di persone in Europa, accomunate da problematiche di accessibilità che possono riguardare disabili motori, ma anche mamme in gravidanza, oppure anziani che devono affrontare un’invalidità temporanea. Proprio a loro si rivolge “Bibione Destinazione Ospitalità Accessibile”, il progetto che punta a fare della località balneare veneta la prima destinazione europea totalmente accessibile. L’iniziativa, che si avvale della collaborazione di Village for all, operatore specializzato in turismo accessibile, è stata presentata al Savoy Beach Hotel & Thermal Spa alla presenza del sindaco di San Michele al Tagliamento, Pasqualino Codognotto, della presidente del Consorzio Bibione Live, Giuliana Basso, e di Roberto Vitali e Flavia Coccia di Village for all.

IL PROGETTO Il progetto, che si svilupperà nei prossimi due anni ma che darà i primi risultati già dalla prossima stagione, parte con alcune importanti certezze, legate soprattutto alla vocazione

TRA GLI INTERVENTI SEDIE NELLE DOCCE, ASCENSORI ATTREZZATI, PASSERELLE IN SPIAGGIA, CARROZZINE PER IL MARE E PERSONALE FORMATO

all’accoglienza di qualità che caratterizza Bibione. Non è un caso che, oltre a vantare una capacità ricettiva superiore alla media italiana (84,7 contro 76,1), Bibione possa contare su un numero di camere accessibili doppio rispetto al livello medio nazionale (7,3 contro 3,5). «Ancora una volta Bibione accetta una sfida importante a livello nazionale e per questo il mio plauso va agli operatori, che dimostrano nuovamente di saper guardare avanti – ha sottolineato Codognotto –. Anche questa, come quella della spiaggia senza fumo che da quest’anno applicheremo a tutte le nostre aree spiaggia, è una battaglia di civiltà. È anche una sfida economica, in particolare per le caratteristiche di chi ha esigenze legate al turismo accessibile. Mi fa poi doppiamente piacere il fatto che questo sia uno dei temi emersi con forza dai tavoli del G20 delle spiagge». «Il nostro percorso è iniziato lo scorso anno con una valutazione complessiva dei punti di forza e di debolezza sul piano dell’accessibilità – ha spiegato la presidente del Consorzio Bibione Live, Giuliana Basso –. Da allora ci siamo resi conto che la nostra è una località che ha già una vocazione e una buona base di partenza a livello di accessibilità. Per questo siamo convinti di poter diventare una destinazione per tutti, passando da un concetto di accessibilità a quello di inclusività. In questo percorso è importante lavorare sui servizi e sulle strutture naturalmente, ma soprattutto è fondamentale assumere l’atteggiamento corretto nei confronti di ciascuna persona, per questo puntiamo molto sull’informazione, la comunicazione e la formazione. Quello dell’accessibilità è anche un settore in forte crescita, quindi impegnarsi in questo percorso ha anche dei vantaggi economici».

LO STUDIO «Siamo partiti da uno studio della realtà di Bibione, una

realtà che ha grandi potenzialità in questo settore – ha sottolineato il presidente di Village for all, Roberto Vitali - ma per centrare un posizionamento strategico di questo tipo bisogna riuscire a passare da un concetto di accessibilità a quello di ospitalità per tutti. Nel turismo accessibile spesso si lavora sul rispetto delle norme, ma dovremmo fermarci a pensare alle esigenze, che spesso sono molto semplici: dalla sedia nella doccia all’ascensore, dalle passerelle per la spiaggia, alla carrozzina per il mare. Questo processo deve permettere al sistema turistico di Bibione di strutturarsi in maniera integrata, non solo dal punto di vista delle dotazioni delle strutture, ma anche della formazione del personale e del modo di comunicare l’accessibilità. Una sfida importante, che ha però anche dei ritorni economici, che si possono stimare, nell’arco di cinque anni, in un aumento del 10% delle presenze totali, 1 milione in più all’anno». Marco Corazza SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO Nella spiaggia di Bibione un progetto di accessibilità

Lavoro, l’assegno veneto va fino a 2021 «Responsabilità, non assistenzialismo» LA DELIBERA VENEZIA L’assegno per il lavoro si allunga di due anni e si irrobustisce di 12 milioni. L’ha deciso la Giunta regionale, prolungandone la validità fino al 2021 e alzandone il finanziamento a 27 milioni. «Una via diversa, meno dispendiosa e più responsabilizzante, rispetto alle politiche assistenziali che supportano economicamente il disoccupato senza incentivarlo ad attivarsi nella ricerca di un lavoro», lo definisce l’assessore di comparto Elena Donazzan, già orgogliosa sostenitrice di un’alternativa veneta al Reddito di cittadinanza.

IL VOUCHER Si tratta di una misura sperimentale, adottata dalla Regione «per accompagnare disoccupati e inoccupati a trovare un’occupazione». In particolare l’intervento si rivolge agli over 30 e consiste in un voucher virtuale, con un valore massimo di 5.242 euro, che può essere richiesto ai Centri per l’impiego ed è attivabile in ognuna delle 400 sedi accreditate ai servizi per il lavoro nel territorio regionale. L’assegno dà diritto a ricevere servizi qualificati di orientamento e assistenza alla ricollocazione. «I risultati del primo anno e mezzo di applicazione di questo strumento parlano chiaro – eviden-

zia l’assessore Donazzan –. A fine 2018 gli assegni per il lavoro rilasciati dai Centri per l’impiego del Veneto sono stati 13.863, nel 75% dei casi a beneficio di disoccupati di lunga durata. Ben 6.333, cioè quasi la metà dei beneficiari, al termine del percorso di orientamento-formazione hanno ottenuto un

L’ASSESSORE DONAZZAN: «NEL 2018 QUASI LA METÀ DEI BENEFICIARI HA AVUTO UN CONTRATTO E IL 31% ERA SUPERIORE AI 6 MESI O INDETERMINATO»

Europee, Da Re e Rizzotto per la Lega Nel Pd rinunciano Rotta e Fracasso ELEZIONI VENEZIA Ormai la Lega ha deciso, mentre il Partito Democratico si arrovella ancora. In vista delle Europee, le principali forze del centrodestra e del centrosinistra pensano alla formazione delle liste, tra conferme e rinunce. I nomi in ballo sono pesanti.

NEL CARROCCIO Ai piani alti della Lega hanno deciso: Gianantonio Da Re, segretario nazionale del Carroccio, correrà per le prossime Europee. Una scelta fatta, da cui non si tornerà indietro e che accoglie le chiarissime indicazioni arrivate dalla Marca. Ma non solo: scenderà in pista anche Silvia Rizzotto, consigliere regionale, presidente del guppo “ Lista Zaia” e per due volte sindaco di Altivole. Si ferma invece la corsa di Federico Caner, assessore regionale che aveva dato la propria disponibilità ma che ha accettato di fare un passo indietro proprio per

dare il via libera a Da Re. Si va quindi completando la pattuglia veneta destinata a entrare nella lista in via di formazione (che comprenderà candidati, oltre che del Veneto, anche di Friuli, Trentino ed Emilia Romagna): ancora incerto il numero totale dei posti da coprire, quattordici o quindici a seconda se la Gran Bretagna riuscirà o meno a concludere il percorso della Brexit, ma i veneti saranno sei. Di cui quattro già sicuri.

Giancarlo Scottà, subentrato in corsa proprio al posto di Salvini quando, a marzo scorso, venne eletto al Senato e poi nominato ministro lasciando il suo seggio in Europa. Per completare la squadra mancherebbe un rappresentante del bellunese o uno tra il veneziano e il padovano. L’obiettivo del Carroccio è evidente e lo stesso Da Re lo ha dichiarato pubblicamente: portare a Bruxelles sei europarlamentari.

I CANDIDATI LEGHISTI

NEL PD

Detto di Da Re e Rizzotto, gli altri nomi certi sono quello dell’eurodeputata uscente Mara Bizzotto e di Roberto Ciambetti, consigliere regionale, presidente del Consiglio di Presidenza e commissario della Lega provinciale trevigiana. La Bizzotto si sarebbe già accaparrata la seconda posizione, alle spalle del capolista Matteo Salvini. Da Re sarà il terzo mentre la Rizzotto potrebbe finire al quarto posto. Poi Ciambetti. Si ferma invece l’avventura di

Acque agitate nel Partito Democratico. Il ritiro di Achille Variati, almeno per come è stato an-

CON IL LEADER DELLA LIGA IN CORSA CIAMBETTI E BIZZOTTO, FUORI CANER E L’USCENTE SCOTTÀ. FRA I DEMOCRATICI I CASI MORETTI E VARIATI

STAFFETTA I leghisti Da Re e Scottà. A sinistra la dem Moretti

nunciato dal diretto interessato attraverso il suo pepato post su Facebook, potrebbe non essere l’unico. In queste ore vengono date praticamente per certe anche le rinunce della deputata Alessia Rotta e del capogruppo regionale Stefano Fracasso, ma pure la corsa di Laura Puppato potrebbe essere in forse. Di questo passo rischia dunque di andare definitivamente in pezzi l’elenco delle disponibilità che era stato consegnato al segretario veneto Alessandro Bisato. Ma anche quest’ultimo finisce nel mirino delle

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tensioni dem, visto che da più parti viene lamentata la sua debolezza nella gestione della complicata situazione interna, al punto da demandare al livello nazionale la ricomposizione delle beghe locali: il che, a sentire gli ambienti romani, non sarebbe peraltro così scontato.

LE IPOTESI DEM In tutto questo c’è anche il caso di Alessandra Moretti, che invece rimane fermamente intenzionata a candidarsi e sollecita gli altri a fare altrettanto: «Invito

© RIPRODUZIONE RISERVATA

contratto di lavoro; per il 31% si tratta di contratti di lavoro a tempo indeterminato o di durata superiore ai 6 mesi. Ciò conferma che non si tratta di un percorso di tipo assistenzialistico o semplicemente dilatorio, ma di un canale di inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro che funziona, perché fa perno sulla motivazione personale e sull’attivazione delle risorse individuali».

LE MODIFICHE In occasione della proroga Palazzo Balbi ha inserito alcune modifiche. Fra le altre, sarà consentita la possibilità di una seconda adesione a chi aveva rinunciato e la durata dei corsi di aggiornamento e formazione professionale aumenterà fino ad un massimo di 90 ore. © RIPRODUZIONE RISERVATA

tutti a correre e a non ritirarsi, per fare in modo che gli eletti nel Nordest non siano solo tre ma quattro. Insieme, con un vero gioco di squadra, possiamo rafforzare il Pd contro la destra peggiore di sempre». Ma come spesso è capitato nella sua storia politica, la vicentina suscita un mix di sostegno e critica. Ritenuta un volto televisivamente conosciuto e dunque beneficiaria di un forte consenso popolare, la consigliera regionale è stata però di fatto esclusa dalle indicazioni della direzione provinciale della sua Vicenza. Dei 18 presenti, 15 hanno espresso la preferenza per Variati e Fracasso, escludendo di fatto la donna del terzetto, malgrado un documento presentato in quella stessa sede (e poi anche in direzione regionale) citasse espressamente anche il «genere» fra i criteri della composizione. Ad ogni modo Moretti conta di essere supportata da esponenti delle diverse correnti dem, benché nessuna componente si sia espressa ufficialmente in tal senso. Viceversa su Variati sarebbe in corso un pressing trasversale da parte di zingarettiani, franceschiniani e orlandiani, mirato a convincerlo a ripensarci. Paolo Calia Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA


VeneziaMestre OGGI

Giovedì 4, Aprile 2019

INCROCI DI CIVILTA’ LA VISIONE DI JONATHAN COE AL GOLDONI

DOMANI

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Calcio serie B Tensione Venezia Tifosi inferociti, sputo dalla Sud su Garofalo

Scrittore Jonathan Coe Gasparon a pagina XXV

12°C 15°C Il Sole Sorge 6.46 Tramonta 19.42 La Luna Sorge 6.48 Cala 18.47

Grandi navi

Le compagnie di crociera aprono all’ipotesi Chioggia Scali d’approdo: le compagnie crocieristiche sono aperte al dialogo per considerare la soluzione del porto di Chioggia.

De Lazzari a pagina XXII

Hotel, si muovono i mestrini `Rinnovi e ampliamenti per “Bologna”, “Ai Pini”, Gli imprenditori “storici” del settore alberghiero rispondono all’avanzata degli ostelli stranieri low cost “Sirio” ed “Elite”. «Così ne beneficia anche la città» `

Non solo nuovo ma anche “usato sicuro”. In attesa dell’apertura dei nuovi alberghi nel polo ricettivo di via Ca’ Marcello - il Leonardo ha già aperto le prenotazioni on line per la metà di giugno - i titolari degli hotel già attivi non sono rimasti a guardare. Così il Bologna, aperto dal 1911 e ora nella rete Best Western, inaugurerà a giorni 18 nuove camere in un edificio attiguo che dà verso via Col di Lana. «Una prova di attaccamento alla città di Mestre», spiegano i titolari che hanno deciso di rilanciare nell’offerta ricettiva. Il Sirio di via Circonvallazione invece ha acquisito

una palazzina attigua per espandere la propria attività; la facciata sarà rinnovata e sul tetto sarà realizzato un giardino per i propri ospiti. Anche l’hotel Ai Pini in via Miranese ha deciso di allargarsi acquisendo una palazzina di fronte all’albergo. E lo stesso sta facendo l’Elite in via Forte Marghera, che punta su un design moderno ispirato alle opere di Riccardo Licata per attirare gli ospiti. Resta irrisolto però il problema della mobilità per gli ospiti diretti a Venezia: per il nuovo piano allo studio del Comune di vorranno due anni. Fenzo alle pagine II e III

Venezia Incubo incendi, poliziotti in ospedale

Mille migranti in attesa di asilo C’è il nuovo bando Portogruaro

Via Venezia l’Ater assegna le case alternative

Infanti a pagina XXI

Il sottosegretario «La specificità del Civile sarà legge» Per salvare e sancire definitivamente la specificità dell’Ospedale Civile di Venezia «bisogna inserire un passaggio nel Patto per la salute che stiamo scrivendo - ha detto il sottosegretario alla Sanità, Luca Coletto, dopo l’incontro con l’assessore regionale Manuela Lanzarin -. Andrà concordato e deliberato con le Regioni». Non sarà, insomma, una semplice deroga all’ormai famoso decreto 70 che ridurrebbe il Civile a semplice struttura “di base”, ma una presa d’atto della specificità dell’ospedale che merita, per questo, una sua categoria speciale. Brunetti a pagina VII

Rete del gas via al bando Proprietà a Ca’ Farsetti

Gara della Prefettura per dare continuità all’accoglienza. No alle maxi strutture

Dopo l’evacuazione dell’edificio Ater di via Venezia, a Portogruaro, dichiarato inagibile, sono stati assegnati ieri degli alloggi alternativi.

Venezia

Venezia

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Nell’area metropolitana di Venezia ci sono 1.073 migranti in attesa di risposta sulla richiesta di asilo. La prefettura di Venezia, quindi, ha in programma già tre bandi. Per il momento è partito solo il primo avviso di gara, alla ricerca di 900 posti tra unità abitative al di sotto dei 50. Dovesse coprire completamente la domanda (ma non sarà facile, considerati gli esiti passati) potrebbe non essere necessario attivare gli altri due, che si rivolgono a centri collettivi al di sotto delle 50 persone. Tamiello a pagina XI

Fullin a pagina VI

Fuoco in casa: una ustionata, 5 intossicati VENEZIA Dopo i due coniugi morti a Murano, una maestra in pensione di 71 anni ustionata a Cannaregio, a due passi dal rio terà Barba Frutariol, e cinque poliziotti intossicati per un incendio nella cucina del piano nobile di un palazzo di tre piani. Vittadello a pagina V

Rete del gas, via al nuovo bando. Il Consiglio di Stato ha cristallizzato la decisione del Tribunale amministrativo regionale a favore di Italgas, ma il Comune di Venezia aveva già revocato gli atti. Resta confermata la proprietà a Ca’ Farsetti degli impianti costruiti tra il 1970 e il giugno del 2010. Conoscere i proprietari è importante, visto che il vincitore della gara dovrà corrispondere un “obolo” di decine di milioni per la gestione per 12 anni dell’ambito “Venezia 1” (comprendente Cona, Caorle, Cavallino, Cavarzere, Chioggia, Eraclea, Jesolo e appunto Venezia). Fullin a pagina XIII

Mirano

San Donà

Ospedale, appello nel ricordo di Piero Pascotto

“Porta Nord” Le perplessità sui finanziamenti

«La programmazione regionale tenga conto del sottofinanziamento di questo territorio» ha detto il presidente del comitato dei sindaci Silvano Checchin durante la consegna della borsa di studio in memoria di Piero Pascotto: «Il primario oggi chiederebbe queste cose: siamo preoccupati per le schede sanitarie e per la situazione degli ospedali di Mirano e Dolo».

Il governo Conte ha confermato l’assegnazione di 4,8 milioni di euro per rilanciare il quartiere “Porta Nord” di San Donà, ma sono cambiati tempi e modalità per ottenere i fondi per cui «la nuova incognita è ottenere un nuovo termine per la fine dei lavori» afferma il presidente di Atvo Fabio Turchetto. Le spese saranno, infatti, rimborsate solo al termine.

De Gaspari a pagina XVII

De Bortoli a pagina XVIII

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Primo Piano

Giovedì 4 Aprile 2019 www.gazzettino.it

L’autonomia

L’Italia delle Autonomie 1972 Provincia di Bolzano Provincia di Trento

2018 Lombardia

La strategia di Zaia: «Subito una pre-intesa poi parola alle Camere» Il ministro Stefani incontra i presidenti: «Nodi politici da sciogliere» Il governatore: «Coinvolgere il Parlamento per arrivare al testo finale»

1948 Valle d’Aosta

1963 Friuli Venezia Giulia 2018 Veneto 2018 Emilia-Romagna

1948 Sardegna

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LA TRATTATIVA VENEZIA Siccome la trattativa sull’autonomia si è infilata nel tunnel delle tensioni fra Lega e Movimento 5 Stelle, Luca Zaia propone una strategia di uscita. E cioè far timbrare a Palazzo Chigi una pre-intesa, mandarla a Madama e a Montecitorio affinché la discutano, riportarla sul tavolo del confronto fra Governo e Regioni in modo da arrivare a un accordo definitivo, da rispedire alla Camera e al Senato perché lo votino nella sua interezza, o “sì” o “no”. È questo il senso della doppia missione romana di cui è stato protagonista ieri il governatore del Veneto: prima l’incontro con i colleghi di mezza Italia e il ministro Erika Stefani, poi l’audizione davanti alla commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale.

AL MINISTERO La convocazione agli Affari Regionali aveva lo scopo di individuare un percorso condiviso sull’autonomia differenziata, riforma per cui scalpitano Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, ma non solo: il Piemonte ha già predisposto una bozza; Liguria, Toscana, Marche e Umbria hanno avanzato le loro richieste; e se è vero che «su 20 Regioni, 17 ce l’hanno già o comunque la vorrebbero», come ha ripetuto proprio Zaia, al vertice c’erano presidenti o assessori di buona parte dello Stivale, dal Trentino alla Calabria. Per questo arrivando in via della Stamperia, lo stesso leghista ha ribadito: «Il treno

SALVINI AGLI ALLEATI: «POSA DEL MATTONE PRIMA DELLE EUROPEE, CHI È AL GOVERNO PER I “NO” HA SBAGLIATO COMPAGNO DI VIAGGIO»

dell’autonomia è partito e non si fermerà, pensare che il futuro di questo Paese sia senza autonomia vuole dire essere fuori dal mondo».

LE SCHERMAGLIE Di questa terra, però, sono le pressoché quotidiane schermaglie tra gli alleati gialloverdi. Il segretario leghista Matteo Salvini, per dire, ha mandato l’ennesimo messaggio in codice al suo omologo pentastellato Luigi Di Maio: «Sono al governo per i “sì”, se qualcuno è al governo per i “no” ha sbagliato compagno di viaggio. L’Italia ha bisogno di “sì”, a colpi di “no” non si va da nessuna

parte». E ancora, se il concetto non fosse stato abbastanza chiaro: «L’Italia ha bisogno di “sì” veloci». Invece i tempi si allungano, come ha evidenziato il ministro Stefani: «Ad oggi non sono stati sciolti i nodi politici su alcune richieste delle Regioni relativamente ad alcune materie. Sono nodi politici che devono essere analizzati e sviscerati, ad oggi non ho una rappresentazioni univoca. Sono temi importanti, dalle infrastrutture alla scuola, ed è corretto vi siano giusti tempi di elaborazione». Per questo ora è necessario buttare la palla negli emicicli di Camera e Senato. «Stiamo attendendo che il Parlamento deci-

da l’iter da affrontare per il dibattito parlamentare – ha aggiunto la titolare dell’Autonomia – al quale sono totalmente aperta. Il dibattito parlamentare per me è fondamentale sia prima della firma dell’intesa che nella fase successiva. L’operazione deve essere il più possibile condivisa».

IN COMMISSIONE Argomentazioni condivise da Zaia, in sede di commissione bicamerale: «Penso che sia utilissima la discussione». Il governatore ha quindi esposto a deputati e senatori la sua proposta: «Il Governo potrebbe far uscire dal Consiglio dei ministri non un’intesa, ma

In audizione per sostenere la riforma «Veneto penalizzato su scuola e sanità» I NUMERI VENEZIA Snocciola dati il presidente del Veneto Luca Zaia al termine della sua audizione alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. Numeri sulla carenza di personale nella scuola e nella sanità: mancano insegnanti, presidi, personale di segreteria e sul fronte sanitario medici, specie nei pronto soccorso. Partiamo dalla scuola: i presidi titolari sono 336 per 600 scuole e 264 di questi ricoprono anche l’incarico di reggente presso un secondo istituto con «evidenti pesanti ricadute sulla qualità del servizio erogato» dice Zaia. Nelle segreterie scolastiche, invece, solo 359 istituti veneti hanno un dirigente di segreteria titolare. Infine passando all’insegnamento il 55% dei docenti di sostegno non ha l’apposita specializzazione per insegnare agli studenti disabili e dei 52.056 posti di docenti presenti in Veneto si stima che,

IN COMMISSIONE Luca Zaia ieri in sede di bicamerale (WEB TV CAMERA)

a causa delle dinamiche della mobilità interregionale, dell’esaurimento delle graduatorie concorsuali e dei pensionamenti circa il 20% dei posti sia ricoperto da personale supplente. Da qui il Veneto intende «nel rispetto dell’autonomia delle isti-

tuzioni scolastiche, partecipare alle funzioni di governo del sistema educativo -formativo», soprattutto sul versante delle assunzioni. «Si vuole dar vita ad un modello - spiega il governatore - che consenta di soddisfare i bisogni di famiglie e studenti at-

1946 Sicilia Autonomie storiche Regioni che hanno avviato negoziati con il governo Nessuna procedura avviata una pre-intesa, da non considerare un provvedimento definitivo per rispetto del Parlamento; mandarla appunto in Parlamento e accettarne la discussione con le mozioni, le osservazioni e le raccomandazioni; acquisire tutto questo materiale, tornare in Consiglio dei Ministri e definire con le singole Regioni tutto quello che è

traverso il superamento delle carenze di organico che fino a oggi hanno fortemente penalizzato il Veneto». Una posizione, quella della regionalizzazione dell’istruzione e del reclutamento del personale, che sta già sollevando un fronte contrario, quello dei sindacati della scuola - oltre a Cgil, Cisl e Uil, anche Snals e Gilda - che nel documento sullo stato di agitazione per il contratto scaduto e la carenza di personale ha inserito anche il contrasto all’autonomia scolastica. Il governatore passa poi alla sanità e precisa «anche in questa materia le richieste della Regione Veneto sono concrete e motivate da specifiche esigenze gestionali». Dall’ultima ricognizione al sistema sanitario veneto è emerso che su 1295 posti vacanti per dirigenti medici, 357 posizioni non sono state ricoperte per insufficiente partecipazione di candidati alle selezioni. Inoltre nei servizi di pronto soccorso e medicina d’urgenza il fabbisogno minino delle aziende sanitari del Veneto è di 629 unità, ma attualmente ne sono in servizio 527, quindi mancano 102 medici. r.ian. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Auto blu, la frenata della Bongiorno: i bandi non obbligano all’acquisto IL CASO ROMA Riflettori ancora accesi sulle auto blu e grigie in entrata nei garage dello Stato. I due bandi della Consip per il noleggio a lungo termine e l’acquisto di 8280 vetture, di cui 380 blindate e con una cilindrata superiore ai 1600 cc, sono stati oggetto di un question time alla Camera. Ha risposto il ministro per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, secondo cui i bandi in questione «non comportano un obbligo di acquisto da parte della Pa». E nessuna di queste auto, ha sostenuto, sarà destinata alla politica. Le cosiddette «vetture

protette», tuttavia, oltre che ai magistrati, possono essere assegnate alle massime cariche dello Stato (come i presidenti di Camera e Senato) e per questioni legate al rischio incolumità possono anche essere destinate ai ministri, con l’assenso della prefettura. Previsto l’acquisto entro otto-

LA RISPOSTA AL QUESTION TIME: NESSUNA GARA CONSIP SI RIFERISCE A VETTURE DI RAPPRESENTANZA

bre di 140 berline a tre volumi, 160 auto a cinque porte e 80 Suv, per una spesa stimata pari a 48 milioni di euro, a cui si sommano i 120 milioni in uscita per il noleggio a lungo termine di 7900 auto di servizio.

COMPETENZE Il dicastero di corso Vittorio Emanuele, in realtà, non è competente in materia, come precisato dalla stessa ministra: Bongiorno ha spiegato in aula che gli ordini vengono gestiti direttamente dalla Consip, partecipata dal ministero dell’Economia al 100%. Il dipartimento della Funzione pubblica, che risponde però alla presidenza del Consiglio,

si limita a gestire il censimento annuale delle auto dello Stato, che quest’anno peraltro viaggia in grave ritardo, come anticipato dal Messaggero. I risultati dell’indagine sarebbero dovuti essere già pronti. In passato il rapporto era stato pubblicato nei primi giorni di marzo. Segno pure questo che la riduzione del parco auto dello Stato ancora non figura tra le priorità di questo governo, nonostante le note posizioni anti-sprechi dei Cinquestelle. Bongiorno ha risposto a un’interrogazione del capogruppo a Montecitorio di Fratelli d’Italia, Francesco Lollobrigida, sulla recente attivazione di procedure

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Auto blu a Roma (foto ANSA)

per l’acquisto di autovetture destinate alle pubbliche amministrazioni. Secondo la ministra la maggior parte delle 7900 auto grigie che il governo si appresta a noleggiare andrà a infoltire i garage delle asl e delle forze dell’ordine. Ma dalla documentazione di gara emerge che solo

Regioni che hanno firmato patti con il governo Regioni che hanno mosso passi informali per l’autonomia accoglibile; stilare l’intesa definitiva e mandarla al voto».

LE REAZIONI Va da sé che i governatori leghisti, come il lombardo Attilio Fontana, sono in linea: «Il Parlamento può discutere, proporre dei limiti o una sorte di cornice, ma tutto deve fondarsi sull’accordo tra Regioni e Stato». Invece un dem come il campano Vincenzo De Luca mette le mani avanti: «C’è l’esigenza di un dibattito parlamentare vero, preventivo, il Parlamento non può dire solo “sì” o “no”». A proposito di Pd, il deputato Roger De Menech non si fida delle risposte ottenute da Zaia in commissione: «Autonomia dei territori, specificità di Belluno e Venezia, principio di sussidiarietà verso gli enti locali: niente di ciò sarà inserito nell’intesa, questo è neo-centralismo regionale». Intanto le Europee si avvicinano e Salvini vorrebbe posare «almeno un primo mattone» prima del 26 maggio. Il dem Michele Emiliano, governatore della Puglia, non ci crede: «Su questa vicenda, su cui non sa che pesci prendere, il Governo rischia di cadere». Replica di Zaia: «Io non credo si spacchi il Governo, io tifo perché si faccia l’autonomia». Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL LOMBARDO FONTANA: «OK ALLA DISCUSSIONE MA NELL’ACCORDO FRA STATO E REGIONI» IL CAMPANO DE LUCA: «IL DIBATTITO SIA VERO» 1500 vetture (quindi meno del 20 per cento di quelle in entrata) sono destinate alla polizia. I due bandi della Consip, al centro di numerose polemiche in questi giorni, per adesso non sono stati congelati. Nel complesso il governo scucirà 168 milioni di euro di soldi pubblici per rinnovare il parco auto dello Stato. Oltre a berline e Suv, faranno il loro ingresso nei garage delle amministrazioni city car, minivan e duecento moto da enduro. Le due procedure di gara sono il frutto di un’analisi dei fabbisogni effettuata dalla Consip tramite le banche dati pubbliche. Il sottosegretario alla Pa Mattia Fantinati, del M5S, ha sottolineato a ogni modo che i Cinquestelle non abbasseranno la guardia: «Vigileremo affinché queste vetture siano date effettivamente a chi ne ha bisogno per motivi istituzionali e per il lavoro che svolge» Francesco Bisozzi © RIPRODUZIONE RISERVATA


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VENETO ECONOMIA

GIOVEDÌ 4 APRILE 2019 IL MATTINO

La grande partita delle multiutility, le decisioni più importanti passano per il Nordest

L’aggregazione premia il business energia Controllo pubblico su rifiuti e servizi idrici L’ANALISI

GIANCARLO CORÒ elle ultime settimane il risiko delle utility di energia, acqua e ambiente si è rimesso in moto e questa volta le decisioni più importanti sembrano passare per il Nordest. Finora il Veneto è stata l’unica grande regione del Nord Italia rimasta ai margini di quei processi di aggregazione industriale che, a partire dagli anni ’90, hanno portato alla creazione di Multiutility quotate. Sono emersi in particolare tre grandi poli: l’emiliana Hera (oggi con oltre 6 miliardi di euro di fatturato), la lombarda A2A (5,8 miliardi) e Iren, fusione delle ex-municipalizzate di Liguria, Piemonte e dell’area ovest dell’Emilia (3,7 miliardi). Persino da Roma, grazie all’alleanza pubblico-privato Acea, è cresciuto un progetto industriale che offre servizi di energia, gas e acqua in diverse aree del Centro Italia (2, 8 miliardi di fatturato). In Veneto il processo di quotazione in borsa del-

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le Multiutility si era inizialmente basato su due operazioni: da un lato l’aggregazione fra la padovana APS e la triestina Acegas, poi acquisite da Hera; dall’altro la trevigiana Ascopiave, focalizzata sul business del gas, che oggi rimane l’unica utility quotata con sede in Veneto, ma con un volume d’affari che non arriva a un decimo di A2A. DA ASCOPIAVE A VERITAS

Ora la trattativa per la fusione della vicentina Aim con la veronese Agsm ha riacceso i riflettori su possibili aggregazioni di industrie che, grazie a condizioni di quasi monopolio, risultano molto profittevoli. Le strategie che si confrontano sono almeno due. La prima è la costruzione di un polo veneto multiutility tra Ascopiave, Agsm, Aim, ma con possibili estensioni alla veneziana Veritas e magari anche altre imprese locali di servizi pubblici. La seconda è invece un’aggregazione nell’asse lombardo-veneto con A2A, che potrebbe includere anche la trentina Dolomiti energia e l’altoatesina Alperia, con l’obiettivo di forma-

obiettivo: 450 milioni di utile netto nel 2021

Bper continua a crescere +26% sul mercato veneto e l’attività all’estero vola PADOVA. Continua la crescita di Bper Banca in Veneto, grazie anche all’attività internazionale. Le filiali in regione del gruppo bancario emiliano (sesto in Italia), che sono salite a 52 dopo le recenti acquisizioni da Unipol, hanno migliorato decisamente l’attività da e per l’estero con un deciso balzo in avanti pari a oltre il 25% rispetto al 2017. Il Veneto occidentale (che con le province di Vicenza e Verona fa la parte del leone in regione nel settore estero) se-

re il maggiore gruppo Multiutility italiano. Queste strategie sollevano tuttavia alcune perplessità. Anzitutto il confronto avviene in un clima politico poco favorevole alle liberalizzazioni, dunque con scarsa attenzione al valore industriale delle aggregazioni e, di conseguenza, ai ritorni di efficienza, innovazione, qualità dei servizi per i cittadini e l’economia locale. In realtà, le utility sono davanti a una trasformazione tecnologica e di mercato destinata a modificarne profondamente i caratteri.

L’ad Alessandro Vandelli

QUEI RISCHI AZIONARI

Ascopiave guarda alla prospettiva di una multiutility veneta energetica

gna un aumento che sfiora il 20%; del 26% risulta invece la crescita registrata nel Veneto centrale (nelle provincie di Treviso, Padova e Rovigo). Ancora meglio fanno, seppur con volumi complessivi più ridotti rispetto alle altre province, quelle di Belluno (+30%) e Venezia (+40%). Questi andamenti provinciali costituiscono, nel loro insieme, circa il 12% dell’intera operatività di interscambio espressa dalla banca a livello nazionale, dove può contare su una rete articolata in 1500 filiali. Se da un lato si registra un incremento sostanzioso di nuove aziende clienti che nel 2018 hanno optato per i servizi sull’estero di Bper Banca, dall’altro sta funzionando bene la task force composta da esperti specialisti sull’estero e attivi sul territorio a contatto diretto con le imprese. A que-

l’esercizio del gruppo altoatesino

La neve a peso d’oro: Leitner supera il miliardo di fatturato La galassia di Vipiteno guidata da Seeber include produzione di impianti a fune, battipista veicoli cingolati, innevamento programmato, energia eolica VIPITENO (BOLZANO). Leitner su-

pera il miliardo di euro di fatturato, record assoluto nella sua storia, che data da oltre 130 anni. Il gruppo altoatesino, con sede a Vipiteno, è a capo di una ampia galassia che com-

prende la produzione e manutenzione di impianti a fune (Leitner ropeways e Poma), battipista e veicoli cingolati (Prinoth), innevamento programmato (Demaclenko) ed energia eolica (Leitwind), ed ha chiuso appunto l’ultimo esercizio con un giro d’affari di 1 miliardo e 21 milioni contro gli 873 milioni del 2017. «Siamo orgogliosi di questo risultato», commenta Anton

Seeber, classe 1973, dall’estate 2016 alla guida del Gruppo «così come di aspetti che fotografano lo stato di salute e la crescita sostenibile della nostra azienda. Ad iniziare dalla ricerca e sviluppo, in cui abbiamo investito 24, 4 milioni». Numeri che si aggiungono a quelli degli 11 siti produttivi, delle 65 filiali e dei 132 centri di assistenza sparsi nei diversi continenti: a livello di gruppo le atti-

sta si aggiunge la struttura dei servizi degli uffici “estero” della direzione generale di Modena. Di recente, proprio nell’ambito del comparto estero, sono stati resi pubblici i dati nazionali e regionali relativi alle esportazioni di merci e servizi, che indicano una crescita nel 2018 rispetto al 2017 pari al 3, 1% a livello nazionale e al 2, 8% a livello veneto. Il cda di Bper ha approvato un ambizioso piano di sviluppo, presentato dall’amministratore delegato Alessandro Vandelli, che punta al raggiungimento di 450 milioni di utile netto nel 2021, improntato «sulla crescita e sviluppo del business, sul forte incremento dell’efficienza operativa e semplificazione, sull’accelerazione del de-risking e sull’ulteriore rafforzamento patrimoniale». Nicola Brillo

vità di gestione, manutenzione e vendita ricambi hanno generato un fatturato che supera i 200 milioni. Leitner punta su innovazione, diversificazione dei prodotti e dei servizi ed internazionalizzazione. Ruolo centrale nel gruppo (che impiega 3500 addetti) è rappresentato dagli impianti a fune (nel 2018 circa un centinaio quelli realizzati) con due progetti simbolo come la funivia sul Piccolo Cervino, con la stazione a monte a quota 4 mila metri, la più alta d’Europa, e la prima funivia urbana dei Caraibi entrata in funzione a Santo Domingo. «Perché», prosegue Seeber «cresce considerevolmente il trend verso l’impiego degli impianti a fune nelle città e località turistiche, settore che oggi annovera il 35%

Cosa ne sarà dei ricavi da bolletta quando una parte consistente degli edifici diventeranno produttori invece che consumatori di energia? Come deve cambiare il modello di business di queste imprese per favorire l’evoluzione green di quartieri e città? Inoltre, ha ancora senso tenere assieme business molto diversi come energia e gas da un lato, rifiuti e servizi idrici dall’altro? A ben vedere, mentre i servizi energetici godono di rilevanti economie di scala e

possono essere lasciati a logiche di mercato, i servizi ambientali mantengono un forte rapporto con il territorio e richiedono un coinvolgimento attivo delle comunità locali. Difficile immaginare il successo nella raccolta differenziata di Contarina nel Trevigiano all’interno di un grande gruppo focalizzato sui mercati energetici e i corsi azionari. Meglio allora che il business energetico segua la strada delle aggregazioni, anche in chiave europea, lasciando che gli utili siano re-investiti in progetti di innovazione tecnologica a beneficio delle città e dell’economia. La gestione rifiuti e il servizio idrico potrebbero invece procedere attraverso alleanze locali mirate, rimanendo sotto diretto controllo pubblico. CDA E BRUTTEE ABITUDNI

In entrambi i casi ci sono due brutte abitudini che la politica dovrebbe abbandonare. La prima è considerare le imprese di pubblica utilità come vacche da mungere attraverso gestioni opache e tariffazioni inique, che sottraggono gli utili a investimenti produttivi e a innovazioni utili per l’economia. La seconda è ritenere che l’unica forma di controllo pubblico si eserciti con la gestione diretta e le nomine nei CdA, senza alcuna attenzione all’attività di regolazione, controllo, informazione, difesa degli utenti. Insomma, meno nomine nei CdA e più attenzione alla domanda dei cittadini. È chiedere troppo? — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

IN BREVE REGIONE Donazzan: 12 milioni in assegni per il lavoro

AUTOSTRADE Ministero fiducioso sulla concessone A22

L’Assegno per il lavoro, misura sperimentale adottata in Veneto per accompagnare disoccupati e inoccupati a trovare un’occupazione, è stato confermato nel prossimo biennio. Visti i risultati la giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore Elena Donazzan, ha investito ulteriori 12 milioni di euro. L’iniziativa si rivolge ai disoccupati over 30. È un voucher virtuale, che ha un valore massimo di 5 242 euro, richiedibile presso i Centri per l’Impiego , e dà diritto a ricevere servizi qualificati di orientamento e assistenza alla ricollocazione.

Sul rinnovo della concessione dell’Autostrada A22, e l’affidamento a una in house totalmente pubblica, le parti sono prossime a un accordo. «Ci sono stati, con gli enti territoriali interessati, diversi punti di avvicinamento ed il ministro Arturo Toninelli è fiducioso che si arrivi in tempi brevi a una conclusione positiva della trattativa». È quanto annuncia il ministero delle Infrastrutture in una nota. Rimangono, tuttavia, alcuni nodi sui quali è ancora aperta la riflessione da parte degli enti locali.

Anton Seeber guida il Gruppo

del fatturato funiviario». Un 2018 da incorniciare, dunque, per Leitner ed un 2019 che presenta altri progetti di prestigio, come quelli che si concretizzeranno a Voss in Norvegia (la prima trifune della Scandinavia), a Zuhai in Cina, dove sono previste 3 trifuni collegate tra di loro, la sesta linea della funivia urbana di Medellin (appena inaugurata) e l’avvio dei lavori per l’Alpine Crossing, il nuovo collegamento funiviario tra Svizzera e Italia ai piedi del Cervino. In crescita anche Prinoth, partner tecnico ai recenti Mondiali di Äre e Seefeld, ai prossimi di Cortina e alle Olimpiadi di Pechino; mentre Demaclenko ha venduto nel 2018 oltre 2. 000 generatori neve. — Stefano Vietina


GIOVEDÌ 4 APRILE 2019 LA NUOVA

MARGHERA - MALCONTENTA

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Economia e lavoro l’asseMBlea

«Fincantieri va bene, ma deve assumere anche operai» MARGHERA. Dal rinnovo del

L’incontro di Carmelo Barbagallo con i lavoratori della Fincantieri. Il sindacalista si è intrattenuto a lungo con i delegati dell’azienda cantieristica

«Porto Marghera resti polo industriale avanzato» Il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo in visita alla Fincantieri «Fondamentale che si facciano presto le bonifiche, così diventerà attrattivo» MARGHERA. «La vocazione in-

dustriale di Porto Marghera deve essere difesa e incentivata. Dobbiamo evitare che determinate aree si prestino a speculazioni edilizie, per la costruzione di case e capannoni». Così il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, detta la linea del sindacato sull’area industriale veneziana. Un monito, quello di ieri mattina, arrivato al dopo l’assemblea della Uil nella sede di Fincantieri, insieme a 400 lavoratori. Al termine dell’incontro, Barbagallo fa il punto su Porto Marghera e sulla situazione economica italiana. Accanto a lui, nella sede di via Bembo, il responsabile nazionale della Uilm Michele Paliani e il segretario regionale Gerardo Colamarco. Per Barbagallo, nel futuro di Porto Marghera dev’esserci l’immissio-

ne di giovani, con lo sviluppo di centri di ricerca ad affiancare il complesso industriale già esistente. Con un’accortezza: «Tutti ci spiegano – dice - che il mondo sta cambiando, che si faranno più soldi con le piattaforme digitali che con l’industria. Il nuovo che avanza rischia di essere il vecchio, se pensiamo che i rider vengono pagati 5 euro l’ora con braccialetti elettronici, che assomigliano troppo alle catene della schiavitù nel passato. Dovremo controllare l’innovazione, non bloccare il progresso». Fondamentale, su Porto Marghera, un’altra questione: quella delle bonifiche. «Siamo molti preoccupati – precisa Gerardo Colamarco perché esiste il problema delle bonifiche. Se non si fanno come si deve, non ci sarà attrazione per le imprese italia-

ne e estere. Per questo da tempo chiediamo a Comune e Regione che si diano una mossa per concluderle quanto prima. Solo così si possono creare le condizioni favorevoli a chi ha intenzione di investire nel nostro territorio». L’incontro, a distanza di un giorno dalla tavola rotonda tra i sindacati e il neosegretario del Pd Nicola Zingaretti, è per Barbagallo l’occasione di fare il punto su molte questioni nazionali. Sul tema pensioni, la Uil continua a far piovere critiche sulla legge Fornero. Colpevole, nelle parole del segretario nazionale, di alzare l’età pensionabile a tutti i lavoratori indistintamente, a fronte di occupazioni ben più usuranti di altre. «Per questo – spiega Barbagallo – vorremmo una commissione tecnico scientifica che certifichi i lavori usuranti e gravosi che esi-

all’asta l’8 aprile

Terreni per 1,4 milioni di euro venduti in sette lotti dell’Usl 3 Sette lotti di terreni di proprietà dell’Usl 3 Serenissima vanno in vendita con un piano di aste pubbliche del valore complessivo di quasi 1 milione e 400 mila euro. Si tratta di sette lotti di terreni tutti collocati nella zona di via Ca’ Colombara, a Favaro, laterale di via Altinia messi in vendita dall’azienda sanitaria dal maggio 2017 all’interno di un grande piano di alienazioni di immobili e ter-

reni. Nel pacchetto di sette lotti di terreno in vendita, il più importante è un lotto edificabile di quasi 6.500 metri quadri che viene venduto con una base d’asta di 631 mila e e 800 euro. Ci sono poi un lotto da poco più di 27 mila metri quadri in vendita da 192 mila e 600 euro e un lotto di poco meno di 20 mila metri quadri proposto con base da 157 mila euro.Per altri 31.657 metri quadri il valore è di 247 mila euro

e per 16.788 metri quadri del lotto 7 l’offerta parte da 131 mila euro. Gli altri sono terreni con dimensioni e costi inferiori: il lotto quattro, di poco più di 4.400 metri quadri parte da offerte sopra i 35 mila euro e infine per un appezzamento di 170 metri quadri l’offerta minima parte da 1.350 euro. L’apertura delle buste con le offerte dell’asta pubblica, rende noto un bando d’asta dell’azienda sanitaria, è fis-

CARMELO BARBAGALLO SEGRETARIO GENERALE DELLA UIL ALLE SUE SPALLE, COLAMARCO

Bene le imprese digitali, ma serve che rimangano insediate le aziende manufatturiere tradizionali sato per lunedì 8 aprile negli uffici di via Don Tosatto. Solo il primo lotto, da 6.500 metri quadri, risulta edificabile mentre tutti gli altri sono terreni agricoli. I primi due lotti sono occupati da affittuari anche se i contratti sono scaduti il 31 maggio 2016. Una parte dei terreni fino al 2012 erano stati affittati ad una cooperativa, la “Lunga marcia”. L’asta di vendita avviene con il metodo delle offerte segrete da mettere a confronto con le basi d’asta e ovviamente verranno considerate solo le offerte superiori al valore di base. Le domande di partecipazione all’asta devono essere inviate entro e non oltre le ore 13 di oggi, giovedì 4 aprile. — M.Ch.

stono in ciascuno dei settori. Un edile a 60 anni non può più salire su un’impalcatura». È per questo che la finestra di quota 100 (38 anni contributivi e 62 d’età) prevista dal governo gialloverde merita attenzione. Anche se per Barbagallo è una “risposta parziale”: «Il vero rischio è che nel pubblico impiego, senza concorsi, avremo meno servizi e non maggior occupazione». Un esempio è la sanità veneta. Quota 100, è la tesi di Colamarco, creerà grossi problemi. Se ogni anno i laureati in medicina sono 400, il fabbisogno ne richiederebbe 300 in più. «La conseguenza – dice - è un disservizio. Ci dobbiamo augurare che tutti quei medici quota 100 non vadano in pensione. La proposta di Zaia, di richiamare i medici andati in pensione, non risolve i problemi e non dà prospettive ai giovani». A fine incontro, Barbagallo si schiera a sostegno del ministro dell’economia Tria, assediato nel suo stesso governo: «Il paese è in recessione, si cerca di negarlo ma non serve. Questo paese può riprendersi solo se si fanno investimenti pubblici e privati, rilanciando ricerca e innovazione. Non fare la Tav è sbagliato, ci isolerebbe dall’Europa». — Eugenio Pendolini

contratto integrativo fino alla questione subappalti e della ridistribuzione della ricchezza in arrivo da commesse, nazionali e straniere, in costante crescita. Carmelo Barbagallo esce soddisfatto dall’assemblea con i lavoratori della Fincantieri: «Serve sempre andare a parlare con i lavoratori. Fincantieri gode di ottima salute, ha moltissime commesse e sta facendo investimenti anche per l’occupazione. Dovremo fare attenzione soprattutto su un punto: limitare l’uso dei subappalti nel settore cantieristico e navale». È dello stesso avviso anche Michele Paliani, responsabile nazionale Uilm. La sua attenzione va alla tutela del “know-how” dei dipendenti, quella manodopera che consente a Fincantieri di fare shopping di commesse in giro per il mondo. «In questo momento, l’azienda sta esplodendo – dice Paliani – e qui a Porto Marghera c’è uno dei cantieri più importanti, con 150 milioni di investimenti per allargamento delle banchine e navi sempre più grandi. I nuovi brand, comunque, guardano allo sviluppo tecnologico e bisognerà essere in grado di intercettare anche quella domanda». Aspetto fondamentale per il sindacato, però, è il controllo delle ditte in subappalto. Il problema è legato alla mancata conoscenza della provenienza delle ditte dei suoi lavoratori e dei contratti applicati. Il rischio è uno sfruttamento della manodopera: «Molti dipendenti in subappalto sono lontani da noi e spesso non riusciamo a intercettarli». Quanto alle nuove assunzioni conclude: «Fincantieri continua ad assumere ingegneri navali ma non operai. Ci chiediamo se l’Italia sia ancora in grado di produrre manodopera». —

CENTRALE UNICA DI COMMITTENZA CAORLE – SAN STINO DI LIVENZA Via Roma n. 26 - 30021 Caorle (Ve) Telefono: 0421.219225 P.E.C. cuc.comuni.caorle.sanstinodilivenza.ve@pecveneto.it

Esito di gara d’appalto per l’affidamento dei lavori di manutenzione strade comunali 2° stralcio CIG: 7715373F33 CUP D67H18002430004

Esecuzione dei lavori di manutenzione straordinaria strade via Grimani, via F.lli Bandiera e via Alberoni. Procedura: aperta. Criterio di aggiudicazione: minor prezzo. Aggiudicazione: determina del dirigente settore tecnico n. 14 del 13 MAR. 2019. Numero di offerte ricevute: 52 (cinquantadue). Aggiudicatario: Tolomio s.r.l. di Borgoricco (PD), ribasso offerto 16,150% importo contrattuale 462.361,25. Organismo responsabile delle procedure di ricorso: T.A.R. Veneto - 30121 Venezia. Durata del contratto: giorni 150. Responsabile Unico del Procedimento: ing. Vania Peretto – Dirigente Settore Politiche Territoriali e Sviluppo Economico del Comune di Caorle. IL RESPONSABILE DELLA C.U.C. CAORLE SAN STINO DI LIVENZA (ing. Enzo Lazzarin)


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GIOVEDÌ 4 APRILE 2019 LA NUOVA

VENEZIA

la delibera

Tassa di sbarco, ecco come non pagare Il Comune ha fissato le modalità operative per le esenzioni all’arrivo in città: sarà emesso per ognuno un codice di esclusione Affluiranno in un portale telematico accessibile direttamente dal sito web del Comune di Venezia tutte le richieste di esenzione dal pagamento del nuovo contributo di accesso alla città che Ca’ Farsetti, secondo le ultime indicazioni dovrebbe attivare da settembre. Lo prevede una delibera di Giunta approvata in questi giorni proprio per definire i criteri e i meccanismi delle esenzioni. Nel portale tutti gli utenti interessati potranno ottenere l’emissione di un codice di esclusione o di esenzioni dal pagamento del contributo di accesso. Il codice dovrà essere poi

utilizzato presso i singoli vettori, che si arrivi in treno, in auto o via acqua, per l’acquisto del biglietto senza l’imposizione del contributo di accesso, inserendo appunto il codice di esclusione nel programma di vendita. Tutto ciò dovrà avvenire secondo modalità che consentano, attraverso l’interscambio dei dati, la verifica della validità del codice di esenzione da parte del Comune. Per chi è residente o è nato nel Comune di Venezia, ci sarà anche la possibilità di esibire semplicemente il documento di identità che lo attesti, pure la carta Venezia Unica per il trasporti pubblico acqueo. Per minimizzare l’impatto

IN BREVE Acqua alta Oggi alle 23,30 previsti 120 centimetri

Turisti a San Giovanni

Torna l’acqua alta con il maltempo, con un possibile picco di 120 centimetri oggi alle 23,30 previsto dal Centro Previsioni segnalazioni Maree del Comune. Per stasera più o meno alla stessa ora è invece previsto un livello massimo di 95 centimetri. L’arrivo di forti venti di scirocco insieme al contributo astronomico contribuirà al fenomeno.

sugli utenti e sui vettori dei servizi di trasporto pubblico di linea, il Comune prevederà la possibilità per essi di sottoscrivere entro il 30 giugno una convenzione con lo stesso Comune di Venezia che regoli il raccordo con il portale comunale e preveda anche la possibilità di forme diversificate di controllo se la vendita dei titoli di viaggio avvenga attraverso canali che non consentono interscambi di dati con il portale telematico, prevedendo quindi che l’acquisto del titolo di viaggio comprensivo o meno del contributo di accesso, avvenga sotto la responsabilità esclusiva del passeggero. La delibera fissa anche i dati necessari per ottenere l’esenzione nel lungo elenco di tipologie di possibili esenti. I lavoratori dipendenti oltre a dati fiscali e recapiti dovranno indicare la sede, il tipo di lavori e le generalità del datore. Imprenditori o liberi professionisti che vengono occasionalmente a Venezia, dovranno indicare giorno, motivo e durata della permanenza, oltre alle proprie generalità. Chi viene per motivi di salu-

te, dovrà indicare struttura, terapia e visite a cui dovrà essere sottoposto a Venezia. I componenti di una famiglia che abbia un contratto d’affitto di alloggio non turistico a Venezia, dovrà indicare tra l’altro anche dati e durata del contratto di locazione. Anche ai residenti nella Regione Veneto e nella Città Metropolitana basterà esibire invece solo la carta di identità, come per i residenti. Gli amministratori e le autorità pubbliche che vengano a Venezia per ragioni istituzionali, dovranno anch’essi presentare una tessera che attesti la carica ricoperta o agli altro documento utile a questo scopo. Anche i bambini con meno di sei anni di età dovranno esibire la carta di identità o altro documento simile che attesti appunto la loro età effettiva. Ancora da definire naturalmente come e in che modo verranno effettuati controlli per accertare il buon diritto di chi richiede l’esenzione dal pagamento del contributo di accesso, che il Comune ha fatto slittare proprio per affinarne le modalità operative. — E.T BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

tasse: il rendiconto 2018

Più tre milioni di entrate ridotto il recupero dell’evasione dell’Imu Sono cresciute di poco meno di 3 milioni di euro nel 2018 le entrate da tasse e contributi del Comune, secondo i dati del rendiconto recentemente approvato, con un andamento differenziato. Il gettito dell’addizionale Irpef, di 31,9 milioni di euro è in linea con quello dell’anno precedente, mentre il gettito dell’imposta di soggiorno è salito a 33,4 milioni di euro, con una crescita di 1,6 milioni per la nuova manovra sulle tariffe e per l’attività di controllo sui pagamenti del tributo. Il gettito dell’Imu, l’imposta municipale sugli immobili è sceso invece a 73 milioni, 2 in memo dell’anno precedente, anche per i diversi tempi di rimborso dell’imposta da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ma anche il recupero dell’evasione dell’Imu si è ridotto di circa 4 milioni di euro rispetto al 2017. Leggero incremento della Tasi, che passa a 11,6 milioni di euro e un po’ più sostenuto della Tari, la tassa sui rifiuti, che quest’anno il comune invece ridurrà, con un gettito di 101,2 milioni di euro e una crescita di 1,3 milioni derivato anche dall’attività di recupero di superfici impositive. Molto bene è andata, com’è noto, per le entrate da gioco del Casinò, con 97,6 milioni di euro e un incremento di 7 milioni ri-

spetto all’anno precedente, che, al netto delle restituzioni alla società della casa da gioco, hanno significato 1,2 milioni di euro in più per il bilancio di Ca’ Farsetti. Scende invece di circa 500 mila euro nel 2018 il gettito dell’imposta comunale sulla pubblicità e sulle pubbliche affissioni, che in calo costante dal 2016 e che ora è di poco superiore ai 3,5 milioni di euro. Notevolmente aumentati nel 2018 anche i trasferimenti statali di poco inferiore ai 20 milioni di euro, con una crescita di circa 9 milioni rispetto all’anno precedente, grazie in particolare ai circa 7 milioni di euro in più nell’ambito dei progetti Pon Metro. Diminuita di circa 1,3 milioni di euro l’entrata dai lasciapassare Ztl, che ammontano a circa 22 milioni di euro. La diminuzione si lega in particolare all’accesso nel territorio comunale di mezzi con minor impatto inquinante. Ridotto di circa 2 miloni anche l’introito, che è di 23 milioni, dell’indennità da servizio di trasporto pubblico di navigazione. Cresce invece l’incasso dalla quota comunale sui biglietti turistici dell’Actv, con un aumento di 800 mila euro e un’entrata complessiva di 11,2 milioni di euro. —


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