Rassegna stampa del 18 gennaio 2019

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VENEZIA E MESTRE

Corriere del Veneto Venerdì 18 Gennaio 2019

Inchiesta Mose di Alberto Zorzi

Baita, si apre il fronte sulla confisca milionaria Nuovo filone a processo Patteggiamentirinviati.Accusepericassoni«gonfiati»

VENEZIA Anche ieri il patteggiamento è saltato, ma ormai è cosa fatta. Non l’ha detto ufficialmente, ma il gip Gilberto Stigliano Messuti l’ha fatto capire a tutti gli avvocati che erano in aula, anche perché Mantovani ha estinto il debito fiscale che aveva bloccato tutto nell’udienza dello scorso settembre. L’ex presidente di Mantovani Piergiorgio Baita, l’ex ad di Adria Infrastrutture Claudia Minutillo e il faccendiere padovano Mirco Voltazza dovrebbero chiudere a due anni, mentre per Pio Savioli, che era membro del comitato direttivo del Consorzio Venezia Nuova, e Nicolò Buson, ex direttore finanziario dell’impresa padovana, la pena sarà di un anno e 8 mesi, come concordato tra i loro difensori e i pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini. Tutti devono rispondere a vario titolo di 27 capi d’imputazione, principalmente per corruzione, frode fiscale e finanziamento illecito dei partiti. Ma per chiudere la vicenda penale dei «grandi accusatori» dell’inchiesta Mose, coloro che dopo l’arresto hanno contribuito con le loro testimonianze a scoperchiare la rete di tangenti e malaffare che ruotava intorno alla grande opera, bisognerà aspettare il 28 febbraio, ma soprattutto che Procura e Finanza, come richiesto dal gip, sciolgano il «nodo» delle confische. In occasione della prima tornata di patteggiamenti del 2014, la Procura pose la confisca come pregiudizievole per chiudere l’accordo. Tanto che l’allora procuratore aggiunto Carlo Nordio, in risposta alle critiche sulle condanne ritenute troppo basse, replicò sempre

● Baita, Buson e Savioli sono accusati di corruzione, frode fiscale, finanziamento illecito. Minutillo solo di corruzione. Voltazza anche di millantantato credito e rivelazione di segreto

che prioritari erano stati la certezza della pena e un incasso per lo Stato, che superò i 12 milioni di euro. Ora però l’accordo non c’è e il gip Stigliano Messuti, sulla base di una Cassazione che dice che dal cosiddetto «profitto del reato» bisogna scorporare quan-

to è già stato pagato anche da altri, ha chiesto ai pm Ancilotto e Buccini di fargli un quadro sul pregresso. Questo vuol dire che i cinque imputati, ciascuno per la propria parte, dovranno pagare di meno? In teoria sì, ma è anche vero che in questo pro-

Lex pm e il deposito Gpl

Casson: «Il governo da che parte sta?»

«I

l governo da che parte sta?». Felice Casson, ex senatore, è stato l’autore dell’ultima interrogazione parlamentare sul deposito Gpl, a cui il vecchio governo non rispose. E, da ex pm, su www.estremeconseguenze.it, dice che la questione è politica e non può essere scaricata sulla magistratura, in questo caso sul Consiglio di Stato che dovrà decidere il 24

gennaio sui ricorsi. Tre ministri hanno «sconfessato» l’Avvocatura dello Stato, che aveva mandato un parere in cui diceva che l’iter è stato corretto, dicendo di essere contrari. E c’è poi l’inchiesta della procura. «Ma in questo ambito le indagini sono complicate - conclude Casson si agisce o quando il danno c’è stato o nell’imminenza dei fatti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Livello verde cesso – per i soli Baita e Buson – è contestata anche la corruzione dell’ex ministro Altero Matteoli per le bonifiche di Marghera: e nel capo d’imputazione si parla di un profitto del reato di 48 milioni. Poi il giudice ha spiegato che intende aderire alla linea più recente della Cassazione che ha considerato la corruzione come un reato continuato: e dunque nel caso delle tangen-

ti all’ex presidente del Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta o all’ex governatore Giancarlo Galan, vanno contestati tutti i pagamenti, non solo quelli non prescritti. Tra l’altro proprio nei giorni scorsi lo stesso gip ha fissato al 12 febbraio l’udienza preliminare di un ennesimo filone dell’inchiesta, quello relativo alla cosiddetta «Mose 6», cioè la società che realizzava le opere a Chioggia. In quel caso l’accusa contesta la falsa fatturazione a una decina di manager delle aziende impegnate, sul presupposto che il costo dei cassoni di calcestruzzo fosse stato gonfiato: 500 mila euro in più (da 7,6 a 8,1 milioni) da cui si ricavavano i fondi neri. Le difese però sono pronte a dare battaglia, anche con una perizia secondo cui quel costo era in linea con i prezzi di mercato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Marginamenti, nuovi fondi ma mancano 93 milioni Entro il 2023 chiuse tre sponde della muraglia. Pellicani: soldi vecchi, rimpallo di responsabilità Il governo ha reperito altri 33,5 milioni di euro per completare la «muraglia» intorno a Porto Marghera e i primi due interventi termineranno nel 2023: la sponda Enel nella macro-isola di Fusina e quella della darsena Rana, nella zona del Nuovo Petrolchimico L’anno prossimo, intanto, partiranno i lavori per la sponda in zona Alcoa. Lo ha riferito ieri in commissione Ambiente alla Camera il sottosegretario Salvatore Micillo, rispondendo al question time all’interrogazione presentata da Nicola Pellicani. Il deputato Pd ha ricordato che le opere di marginamento servono ad evitare che i veleni di cui sono imbibiti i terreni della zona industriale continuino a scolare e dunque costituiscono la necessaria premessa alle bonifiche e alla riconversione. Lo Stato ha già investito 650 milioni per realizzare 39 chilometri di muraglia. «Ne mancano 3,5 ma anche solo 500 metri bastano a vanificare tutto lo sforzo – ha fatto presente Pellicani– Ma nonostante il governo Renzi abbia VENEZIA

stanziato col Patto per Venezia 72 milioni, si assiste ad una grave fase di stallo e si chiede di sapere quali iniziative assume il governo». Micillo ha risposto che sono stati trovati e trasferiti alla Regione altri 33,5 milioni di euro: 10,6 recuperati da un vecchio Accordo di programma del 2012 e 22,9 arrivati dalle transazioni delle aziende proprietarie dei

terreni inquinati. Di questi, 30 sono già stati girati alla Regione per i lavori che sovrintenderà Veneto Acque. A Palazzo Ferro Fini stanno studiando come spostare cavi, oleodotti e sottoservizi che intersecano le sponde e che rendono complessi gli interventi. «La buona notizia è che qualcosa si muove e che i fondi per ultimare i lavori sono passati da

72 a 103 milioni di euro — nota il deputato pd —. Di fatto però questo governo distribuisce soldi che già c’erano e arrivavano da vecchi accordi e dalle transazioni: di suo non ha stanziato nulla e non ha neanche detto se ha la volontà di stanziare i 93 milioni che mancano per completare la muraglia».La struttura di contenimento è fatta di pa-

Il centro di cottura di Sottomarina

«Carne scaduta mai servita ai bambini»

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uei sessanta chili di carne scaduta non sono mai entrati nel ciclo produttivo del centro di cottura. Stoccati — erroneamente — in cella frigorifera prima di essere smaltiti, sono stati dimenticati lì, ma nessuno li ha mai utilizzati scambiandoli per materie prime fresche. La ditta responsabile, la Gemeaz Elior, lo aveva detto fin dal primo giorno, ora però la versione è confermata dalle analisi dei carabinieri. Genitori e alunni delle scuole servite dal centro di via San Felice possono tirare un sospiro di sollievo assieme al sindaco di

Chioggia Alessandro Ferro, che comunque promette cambiamenti: «Stiamo preparando un protocollo d’intesa, appendice al contratto in essere, che imponga alcune buone pratiche a garanzia della qualità del servizio, come l’analisi microbiologica su tutti i refettori e il centro cottura, l’inserimento di prodotti a chilometro zero e il rafforzamento delle sanzioni per l’inosservanza delle clausole contrattuali. L’amministrazione non è disponibile a tollerare nessun’altra inadempienza». (gi.co.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

VE

Traffico

La vicenda ● L’ex presidente di Mantovani Piergiorgio Baita (foto), il suo ex direttore finanziario Nicolò Buson, l’ex ad di Adria Infrastrutture Claudia Minutillo, il faccendiere padovano Mirco Voltazza e l’ex membro del direttivo del Consorzio Venezia Nuova Pio Savioli sono a processo per uno degli ultimi filoni dell’inchiesta Mose

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lancole che circondano le macro-isole della zona industriale ed è praticamente completata. Il Consorzio Venezia Nuova che ha effettuato i lavori in regime di concessione unica però ha lasciato per ultimi i punti più complicati, quelli in cui passano cavidotti e reti elettriche. Poi tutto si è fermato dopo lo scandalo Mose. Il faro acceso nella la scorsa legislatura dalla commissione bicamerale d’inchiesta aveva smosso le acque e dopo la firma del Patto per Venezia nel gennaio 2017 il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti aveva firmato un accordo specifico col sindaco per destinare 72 milioni a Marghera. Ma i lavori non sono mai ripartiti. «Il governo giallo-verde continua a barcamenarsi – accusa Pellicani - I “gialli” mi rispondono attraverso il sottosegretario che i soldi sono quelli del governo Renzi/ Gentiloni e i “verdi” dovrebbero dire a Zaia di spenderli: un rimpallo di responsabilità sulla pelle di Venezia». Monica Zicchiero © RIPRODUZIONE RISERVATA

Smog, aria più pulita via i blocchi agli Euro 4

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na giornata sotto soglia grazie al vento, un’altra al limite, ma solo per la media matematica visto che i dati orari mostravano continui sforamenti. Tanto è bastato per tornare al livello di allerta verde, il primo, e ridare quindi il via libera ai mezzi privati e commerciali Euro 4. Dopo due settimane di massimo allarme, ieri il secondo bollettino settimanale Arpav ha certificato la fine del blocco del traffico, visto che la striscia negativa che insisteva dal 5 gennaio è stata spezzata. Peccato che già ieri il grafico orario della centralina di parco Bissuola – riferimento per l’intero «agglomerato urbano di Venezia» oscillasse sempre al di sopra dei 60 microgrammi di Pm10 per metro cubo d’aria, con picchi oltre quota 70: una tendenza negativa iniziata già nella notte di mercoledì e aggravatasi durante le ore di punta. Come mai, quindi, si è deciso di revocare il livello rosso e di tornare direttamente al verde? A convincere l’agenzia regionale e il Comune di Venezia sarebbero state

anche le previsioni meteo, che vogliono una pioggia purificatrice in arrivo in queste ore. Resta comunque in vigore la limitazione del traffico per i ciclomotori e motocicli Euro 0 a due tempi, per le auto private a benzina Euro 0 e 1 e quelle diesel Euro 0, 1 e 2 e 3, per i veicoli commerciali diesel euro 0, 1, 2 e 3, che dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18.30, non potranno farsi sorprendere lungo le strade del Comune, con l’unica eccezione della tangenziale. Una lezione che questa settimana hanno imparato a loro spese almeno venti automobilisti, puniti con una multa tra 84 e 335 euro. Insiste anche il divieto di falò all’aperto, di sosta con il motore accesso, e l’obbligo di mantenere i termostati entro i 21 gradi (19 per gli edifici industriali). Resta però l’incognita del centro storico, dove ancora non esistono limitazioni o «livelli di allerta» che impediscano la circolazione delle barche, come continua a denunciare il professor Fabio Mozzato: «Aspettiamo un provvedimento dal 2017, c’era tutto il tempo per studiarlo. Ora attendiamo i provvedimenti dalla magistratura, che forse è più decisa e drastica: si chiuda il rio Novo e si crei una Ztl su tutti i canali interni di Venezia, e chi inquina stia fuori, senza categorie, lobby o furbetti». (gi. co.) © RIPRODUZIONE RISERVATA


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REGIONE

GIOVEDÌ 17 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

La sfida delle Regioni la trattativa nel governo

Autonomia in sanità, via libera dai 5 Stelle Il ministro Grillo: «Intesa in tempi rapidi» Stefani compie un passo avanti: sì all’assunzione diretta di medici e infermieri purché la Regione garantisca conti in ordine Filippo Tosatto

bond (forza italia)

«Bella notizia ma ora agite o gli ospedali chiuderanno»

VENEZIA. Fumata bianca, anzi gialloverde, a conclusione del vertice tra i ministri Erika Stefani e Giulia Grillo, chiamate a districare il nodo dell’autonomia nella sanità, un obiettivo prioritario nell’ambito delle 23 materie di competenza rivendicate dal governatore Luca Zaia. Un’ora di colloquio, preceduta dall’esame della bozza d’intesa messa a punto dei tecnici della leghista vicentina; e infine uno scambio di tweet («Il lavoro sulle autonomie con il ministro Stefani va avanti in un clima di massima collaborazione»; «Grazie Giulia, lavoriamo insieme per assicurare il miglior servizio possibile alle regioni») abbinato alla foto amicale. Cinguettii a parte, i l progresso compiuto appare significativo, tanto da indurre il ministro 5 Stelle della Salute a profetizzare «un accordo definitivo a breve termine».

VENEZIA. «Apprendo con

«ISTANZE GIUSTIFICATE»

«Ci sono margini per accogliere molte delle richieste avanzate, che appaiono giustificate e comprensibili anche alla luce dei “blocchi” causati in questi anni da un’eccessiva rigidità statale», le parole di Grillo «ora faremo di tutto per garantire ai cittadini un servizio sanitario sempre più adeguato». Nei fatti, il ministro della Salute ha sostanzialmente recepito la volontà veneta di procedere motu proprio al reclutamento del personale (la fatidica assunzione diretta di medici e infermieri così da tamponare l’emorragia ospedaliera di camici bianchi) condizionandola tuttavia all’«equilibrio finanziario» della Regione, ovvero alla ga-

L’incontro tra Giulia Grillo ministro della Salute ed esponente del M5S e la leghista Erika Stefani, il ministro per le Autonomie e gli Affari regionali

Rientra il dubbio di costituzionalità ma è prevista la verifica giuridica del testo finale ranzia di conti in ordine. Una clausola, questa, ribadita anche in vista di analoghe istanze annunciate da altre regioni, non propriamente virtuose. DIVARIO NORD TRA E SUD

Altro capitolo rilevante riguarda la distribuzione delle risorse pubbliche e il timore di un aggravarsi del divario tra Nord e Mezzogiorno; in

proposito, Stefani ha chiarito che il punto di riferimento è la “spesa storica”, cioè l’erogazione attuale delle risorse; in attesa dei “costi standard” (previsti entro cinque anni. . .) la fetta della torta a disposizione delle regioni resterà immutata: spetterà agli amministratori dar prova di capacità decisionale ottimizzando i fondi pubblici ed eliminando gli sprechi. In discussione anche la “mobilità sanitaria” che spinge ogni anno molti pazienti a migrare dagli ospedali sudisti a quelli settentrionali, con una spesa supplementare per le traballanti sanità di partenza: il ministero, pur

garantendo il compenso delle cure prestate, studierà il modo di attenuarne l’onere. Sullo sfondo, il dubbio di costituzionalità in materia di autonomia avanzato da alcuni esponenti del M5S: in fase di negoziato, Mario Bertolissi – il giurista di fiducia di Palazzo Balbi – ha già fugato ogni perplessità a riguardo, tuttavia il dicastero della Salute si riserva un’ulteriore «verifica giuridica» in presenza del testo conclusivo. TAVOLI MEF E AMBIENTE

Tant’è. L’incontro mattutino ha costituito senz’altro il clou della giornata – la sanità assorbe l’80% del budget

annuale del Veneto costituendo l’autentico core business regionale – ma non ha esaurito gli impegni di Erika Stefani, che ieri ha scelto la linea del “no comment” per concentrarsi invece sull’andamento dei tavoli tecnici all’Economia e all’Ambiente. Non solo scogli e difficoltà, tuttavia: in serata il ministro ha salutato con viva soddisfazione l’avvio dell’esame, in commissione Giustizia al Senato, del progetto di legge di contrasto ai matrimoni forzati e alle “spose bambine” della quale è stata prima firmataria nella precedente legislatura. – BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

l’opposizione

Pd e indipendentisti all’attacco «Che bluff le promesse di Zaia» Moretti: «I miliardi promessi non arriveranno mai e di costi standard non si parla più» Morosin: «Che fine ha fatto il cronoprogramma di Conte?» VENEZIA. Se in ambito leghista

e pentastellato si respira soddisfazione per il passo avanti nel negoziato ministeriale, sul versante dell’oppsizione non mancano le voci critiche. «L’autonomia si conferma

ogni giorno che passa un grande bluff», attacca Alessandra Moretti del Pd «finora Zaia ha dato i numeri sul residuo fiscale e le risorse che sarebbero tornate indietro: prima 21 miliardi, poi 15. Soldi che il Veneto non avrà mai. Il ministro Stefani ha smascherato la balla dei 9/10 delle tasse da trattenere sul territorio, mentre di costi standard non si parla più. Anche su date e competenze stiamo assistendo a un rimpallo di

responsabilità che è diventato una barzelletta. Peccato non faccia ridere. Eppure questa volta, grazie al “Governo amico” le cose sarebbero dovute andare diversamente»; «Neanche il primo step fissato dal premier Conte è stato rispettato», rincara la consigliere regionale «alla fine della fiera forse i veneti non riusciranno ad avere indietro neanche i soldi destinati a un referendum inutile, visto che l’Emilia ha avviato

Alessandra Moretti (Pd) e Alessio Morosin (Indipendenza Veneta)

grande piacere dell’accordo di collaborazione tra i ministri della Salute e degli Affari regionali». Arriva dal deputato di Forza Italia Dario Bond il primo commento all’esito del vertice tra Giulia Grillo ed Erika Stefani. «Uno dei punti forti in tema di autonomia è proprio la disponibilità di risorse per la sanità e il sociale da poter gestire vedendosi attribuite le competenze totali in questi ambiti», osserva il parlamentare «oltretutto, nel giro di un paio d’anni, se non verranno attuate forme regionalizzate e federaliste di collaborazione, di formazione e di successivo reperimento di medici e specializzandi, gli ospedali saranno costretti a chiudere non per carenza di risorse ma per mancanza di personale medico-sanitario». «Anche nel Veneto c’è una grande mancanza di medici giunta fin quasi all’emergenza» è la conclusione di Bond «rivolgo dunque un appello perché in virtù di una nuova autonomia si consenta alle università di regionalizzare la formazione degli specializzandi, consentendo loro di ottenere la specializzazione una volta trascorsi cinque anni in un reparto. Questo obiettivo si può ottenere solamente attraverso il riconoscimento dell’autonomia delle regioni». —

un dialogo col Governo a costo zero. Soldi spesi bene solto per la Lega che è riuscita a farsi pagare con risorse pubbliche la propria campagna elettorale». Nel merito, punge anche il leader di Indipendenza Veneta, Alessio Morosin: «In Veneto le parole e gli impegni hanno un valore. Abbiamo attesto fino alle ore 24 del 15 gennaio, è scoccata la mezzanotte ma invano abbiamo cercato la notizia. Il cronoprogramma fissato dal premier Conte durante la conferenza stampa a dicembre, alla presenza del ministro Stefani e delvice premier Salvini, prevedeva due tappe: chiudere il confronto tecnico entro il 15 gennaio, proposta del Governo entro il 15 febbraio. Ora sappiamo che non sono affidabili quando promettono». —


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GIOVEDÌ 17 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

La sfida delle Regioni la trattativa nel governo

Autonomia in sanità, via libera dai 5 Stelle Il ministro Grillo: «Intesa in tempi rapidi» Stefani compie un passo avanti: sì all’assunzione diretta di medici e infermieri purché la Regione garantisca conti in ordine Filippo Tosatto

bond (forza italia)

«Bella notizia ma ora agite o gli ospedali chiuderanno»

VENEZIA. Fumata bianca, anzi gialloverde, a conclusione del vertice tra i ministri Erika Stefani e Giulia Grillo, chiamate a districare il nodo dell’autonomia nella sanità, un obiettivo prioritario nell’ambito delle 23 materie di competenza rivendicate dal governatore Luca Zaia. Un’ora di colloquio, preceduta dall’esame della bozza d’intesa messa a punto dei tecnici della leghista vicentina; e infine uno scambio di tweet («Il lavoro sulle autonomie con il ministro Stefani va avanti in un clima di massima collaborazione»; «Grazie Giulia, lavoriamo insieme per assicurare il miglior servizio possibile alle regioni») abbinato alla foto amicale. Cinguettii a parte, i l progresso compiuto appare significativo, tanto da indurre il ministro 5 Stelle della Salute a profetizzare «un accordo definitivo a breve termine».

VENEZIA. «Apprendo con

«ISTANZE GIUSTIFICATE»

«Ci sono margini per accogliere molte delle richieste avanzate, che appaiono giustificate e comprensibili anche alla luce dei “blocchi” causati in questi anni da un’eccessiva rigidità statale», le parole di Grillo «ora faremo di tutto per garantire ai cittadini un servizio sanitario sempre più adeguato». Nei fatti, il ministro della Salute ha sostanzialmente recepito la volontà veneta di procedere motu proprio al reclutamento del personale (la fatidica assunzione diretta di medici e infermieri così da tamponare l’emorragia ospedaliera di camici bianchi) condizionandola tuttavia all’«equilibrio finanziario» della Regione, ovvero alla ga-

L’incontro tra Giulia Grillo ministro della Salute ed esponente del M5S e la leghista Erika Stefani, il ministro per le Autonomie e gli Affari regionali

Rientra il dubbio di costituzionalità ma è prevista la verifica giuridica del testo finale ranzia di conti in ordine. Una clausola, questa, ribadita anche in vista di analoghe istanze annunciate da altre regioni, non propriamente virtuose. DIVARIO NORD TRA E SUD

Altro capitolo rilevante riguarda la distribuzione delle risorse pubbliche e il timore di un aggravarsi del divario tra Nord e Mezzogiorno; in

proposito, Stefani ha chiarito che il punto di riferimento è la “spesa storica”, cioè l’erogazione attuale delle risorse; in attesa dei “costi standard” (previsti entro cinque anni. . .) la fetta della torta a disposizione delle regioni resterà immutata: spetterà agli amministratori dar prova di capacità decisionale ottimizzando i fondi pubblici ed eliminando gli sprechi. In discussione anche la “mobilità sanitaria” che spinge ogni anno molti pazienti a migrare dagli ospedali sudisti a quelli settentrionali, con una spesa supplementare per le traballanti sanità di partenza: il ministero, pur

garantendo il compenso delle cure prestate, studierà il modo di attenuarne l’onere. Sullo sfondo, il dubbio di costituzionalità in materia di autonomia avanzato da alcuni esponenti del M5S: in fase di negoziato, Mario Bertolissi – il giurista di fiducia di Palazzo Balbi – ha già fugato ogni perplessità a riguardo, tuttavia il dicastero della Salute si riserva un’ulteriore «verifica giuridica» in presenza del testo conclusivo. TAVOLI MEF E AMBIENTE

Tant’è. L’incontro mattutino ha costituito senz’altro il clou della giornata – la sanità assorbe l’80% del budget

annuale del Veneto costituendo l’autentico core business regionale – ma non ha esaurito gli impegni di Erika Stefani, che ieri ha scelto la linea del “no comment” per concentrarsi invece sull’andamento dei tavoli tecnici all’Economia e all’Ambiente. Non solo scogli e difficoltà, tuttavia: in serata il ministro ha salutato con viva soddisfazione l’avvio dell’esame, in commissione Giustizia al Senato, del progetto di legge di contrasto ai matrimoni forzati e alle “spose bambine” della quale è stata prima firmataria nella precedente legislatura. – BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

l’opposizione

Pd e indipendentisti all’attacco «Che bluff le promesse di Zaia» Moretti: «I miliardi promessi non arriveranno mai e di costi standard non si parla più» Morosin: «Che fine ha fatto il cronoprogramma di Conte?» VENEZIA. Se in ambito leghista

e pentastellato si respira soddisfazione per il passo avanti nel negoziato ministeriale, sul versante dell’oppsizione non mancano le voci critiche. «L’autonomia si conferma

ogni giorno che passa un grande bluff», attacca Alessandra Moretti del Pd «finora Zaia ha dato i numeri sul residuo fiscale e le risorse che sarebbero tornate indietro: prima 21 miliardi, poi 15. Soldi che il Veneto non avrà mai. Il ministro Stefani ha smascherato la balla dei 9/10 delle tasse da trattenere sul territorio, mentre di costi standard non si parla più. Anche su date e competenze stiamo assistendo a un rimpallo di

responsabilità che è diventato una barzelletta. Peccato non faccia ridere. Eppure questa volta, grazie al “Governo amico” le cose sarebbero dovute andare diversamente»; «Neanche il primo step fissato dal premier Conte è stato rispettato», rincara la consigliere regionale «alla fine della fiera forse i veneti non riusciranno ad avere indietro neanche i soldi destinati a un referendum inutile, visto che l’Emilia ha avviato

Alessandra Moretti (Pd) e Alessio Morosin (Indipendenza Veneta)

grande piacere dell’accordo di collaborazione tra i ministri della Salute e degli Affari regionali». Arriva dal deputato di Forza Italia Dario Bond il primo commento all’esito del vertice tra Giulia Grillo ed Erika Stefani. «Uno dei punti forti in tema di autonomia è proprio la disponibilità di risorse per la sanità e il sociale da poter gestire vedendosi attribuite le competenze totali in questi ambiti», osserva il parlamentare «oltretutto, nel giro di un paio d’anni, se non verranno attuate forme regionalizzate e federaliste di collaborazione, di formazione e di successivo reperimento di medici e specializzandi, gli ospedali saranno costretti a chiudere non per carenza di risorse ma per mancanza di personale medico-sanitario». «Anche nel Veneto c’è una grande mancanza di medici giunta fin quasi all’emergenza» è la conclusione di Bond «rivolgo dunque un appello perché in virtù di una nuova autonomia si consenta alle università di regionalizzare la formazione degli specializzandi, consentendo loro di ottenere la specializzazione una volta trascorsi cinque anni in un reparto. Questo obiettivo si può ottenere solamente attraverso il riconoscimento dell’autonomia delle regioni». —

un dialogo col Governo a costo zero. Soldi spesi bene solto per la Lega che è riuscita a farsi pagare con risorse pubbliche la propria campagna elettorale». Nel merito, punge anche il leader di Indipendenza Veneta, Alessio Morosin: «In Veneto le parole e gli impegni hanno un valore. Abbiamo attesto fino alle ore 24 del 15 gennaio, è scoccata la mezzanotte ma invano abbiamo cercato la notizia. Il cronoprogramma fissato dal premier Conte durante la conferenza stampa a dicembre, alla presenza del ministro Stefani e delvice premier Salvini, prevedeva due tappe: chiudere il confronto tecnico entro il 15 gennaio, proposta del Governo entro il 15 febbraio. Ora sappiamo che non sono affidabili quando promettono». —


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VENERDÌ 18 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

La sfida delle regioni

Zaia si appella all’«eroica gente del Sud» Autonomia, lettera aperta del governatore: Mezzogiorno tradito da un ceto dirigente che teme l’assunzione di responsabilità Filippo Tosatto VENEZIA. Con una mossa che fa-

rà arricciare il naso alla vecchia guardia leghista cresciuta nel refrain del “Forza Etna”, il governatore Luca Zaia prova a esorcizzare i timori suscitati dall’autonomia veneta tra «i cari cittadini del Mezzogiorno» e lo fa attraverso una lettera aperta su Facebook (circa 500 condivisioni e un centinaio di commenti, perlopiù di segno opposto, in poche ore) che esalta «l’eroica gente del nostro Sud», definita « foresta che cresce, quotidianamente, ma che non ha mai avuto diritto di parola», vittima di una classe dirigente inetto. Perché «il Sud è uscito dalla seconda guerra mondiale ferito quanto il Nord, con una massiccia emigrazione, senza infrastrutture, con le città distrutte»; ma al punto di partenza comune è seguita «una divaricazione profonda: alcuni territori, quelli settentrionali, sono economicamente decollati; quelli sudisti, non si sono, invece, mai affrancati, come sarebbe stato legittimo attendersi, visto il loro potenziale umano e ambientale».

LO SVILUPPO MANCATO

Un esempio? «Il Veneto è la prima regione turistica d’Italia con 70 milioni di presenze, 17 miliardi di fatturato. I mari e i panorami del Sud non meriterebbero forse altrettanto? Qualcosa quindi è accaduto. O meglio, non è accaduto»; «Anche senza un’autonomia del Nord, in questi decenni il Mezzogiorno non ha portato a casa nulla in termini di sviluppo. E non mi si venga a dire che abbia avuto meno opportunità in termini di cospicui investimenti sul fronte infrastrutturale, dei fondi comunitari, degli aiuti di Stato, delle agevolazioni fiscali e quant’altro». L’allusione allora corre alla «fuga dei ricchi» evocata da esponenti della politica, dell’economia e della cultura meridionali: prima la petizione on line «contro il secessionismo mascherato

del Veneto» diffusa dall’università di Bari, poi l’altolà del governatore campano Vincenza De Luca («Il divario sociale nel Paese crescerà a dismisura»), infine all’appello «in difesa dell’unità nazionale minacciata dagli egoismi» del presidente degli industriali di Napoli, Vito Grassi. Parole che hanno trovato eco, oltre che tra i notabili locali, nel gruppone dei parlamentari a 5 Stelle eletti

La replica alle proteste in Campania: «Non prestate fede a chi spreca e malgoverna»

in parlamento

nel Mezzogiorno, grande serbatoio di consensi grillini.

Bandiera veneta la Lega ci riprova

LE RISORSE E GLI SPRECHI

«Questa autonomia, richiesta da Emilia, Lombardia e Veneto, che viene dipinta ai cittadini come la morte del Sud è, invece, una grande opportunità per loro e anche per noi», la tesi zaiana «Nord e Sud sono, infatti, legati a filo doppio, come dimostra l’azione politica del mio segretario, Matteo Salvini, che va proprio in questa direzione». La stoccata: «La verità è che l’autonomia fa paura a molti amministratori del Sud perché è una vera assunzione di responsabilità, fondamentale per la corretta gestione delle risorse pubbliche che, troppo spesso, vediamo sprecate senza alcun vantaggio per i cittadini. È proprio ciò che crea forti timori in determinati ceti politici e amministrativi».

il governatore della campania all’attacco

De Luca: «Pronti a ricorrere alla Corte costituzionale» «Non commento i post sui social ma la trattativa avviata dalle tre regioni va fermata. Il premier Conte garante dell’unità nazionale»

VALORE COSTITUZIONALE

La sfida: «A queste spaventatissime istituzioni, dico: non potete continuare a vendere ai vostri cittadini soltanto la suggestione che l’autonomia li farà morire. Se sostenete questo, per coerenza, dovete dire agli elettori qual è l’alternativa: chi racconta nelle piazze e in Parlamento che l’autonomia è un baratro, dice qualcosa di contrario alla Costituzione». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

via libera con 19 voti e 16 no

Bolzano volta pagina Kompatscher ora guida la giunta Lega-Svp BOLZANO. La Svp volta pagina

e, dopo 25 anni di governo con il centrosinistra, si allea con la Lega. Arno Kompatscher è stato confermato alla guida della Provincia autonoma con 19 sì e 16 no, mentre la giunta sarà varata il 25 gennaio. «Sarò il garante dei valori fondamentali, ai quali resteremo fedeli per una politica a favore dei cittadini. Viviamo in una terra particolare,

Il governatore veneto Luca Zaia sulla Marmolada; a destra Vincenzo De Luca governatore della Campania

Arno Kompatscher

ROMA. «Cosa ne penso dell’appello di Zaia al popolo del Sud sull’autonomia? Non commento i post su Facebook, ma la mia posizione non cambia: la trattativa tra governo e Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna va fermata subito o presenteremo ricorso alla Corte costituzionale». Vincenzo De Luca è a Roma, alla conferenza Stato-Regioni per parlare di sa-

con gente particolare e con una storia particolare, che è stata in parte dolorosa ma che ora è anche una storia di successo». Kompatscher ha ribadito di voler rappresentare tutti i cittadini e che «sicurezza significa anche sicurezza sociale. Nessuno deve restare indietro». L'esponente della Svp ha parlato anche di migrazione, sottolineando che «le nuove forme di migrazione vanno affrontate senza perdere di vista i nostri valori». Alla luce della minaccia della Brexit, secondo Kompatscher l'autonomia altoatesina «non va solo difesa ma sviluppata. Solo così possiamo disegnare il nostro futuro». Anche la squadra «Kompatscher bis» è definita. L'ultimo tassello mancante è stato

nità, il Veneto è rappresentato dall’assessore Federico Caner. Finito il vertice, il presidente De Luca spiega le ragioni del no della Campania, che pure ha presentato richiesta formale per avviare la trattativa con il ministro Erika Stefani, alla pari di altri 12 regioni. «Ho scritto al presidente del consiglio Giuseppe Conte una lettera ufficiale per evitare che, con il procedimento all’ articolo 116, vengano pregiudicate le ragioni di solidarietà sociale, perequazione, redistribuzione e assicurazione del giusto mantenimento dei livelli essenziali

quello dei tre vice, uno per ogni gruppo linguistico, ed è stato inserito: il presidente proporrà il leghista Giuliano Vettorato come suo vice per il gruppo linguistico italiano, voluto da Salvini. Come si apprende, Kompatscher e la Svp avrebbero invece puntato su Massimo Bessone (il commissario provinciale è stato il più votato dei quattro consiglieri della Lega alle provinciali del 21 ottobre scorso) che avrebbe però rinunciato. In certi versi una sorpresa è stata anche la nomina del vice presidente di lingua tedesca, che sarà Arnold Schuler e non il segretario Svp Philipp Achammer. Vice ladino sarà, l’ex deputato Daniel Alfreider. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

delle prestazioni a favore di tutti i cittadini. Tali ragioni sono previste dall’articolo 119 della Costituzione quale condizione e limite alla autonomia pretesa ai sensi del richiamato l’articolo 116», spiega De Luca. La lettera analizza poi nel dettaglio il contesto legislativo, con riferimento ai principi di salvaguardia delle aree più deboli del Paese, e delinea anche lo scenario finale del voto, tappa non ancora fissata dal governo. «La logica del “prendere o lasciare”, probabilmente imposta al Parlamento, chiamato a legiferare a maggioranza assoluta con

Bocciata dalla Corte Costituzionale, la legge regionale sull’obbligo di esposizione della bandiera del Veneto nei luoghi pubblici rispunta in Parlamento per iniziativa del vicentino Erik Pretto, autore di un progetto legislativo.

procedimento rafforzato sulla base della intesa Governo-singola Regione proponente, in assenza di una potestà parlamentare di apportare correttivi o integrazioni (secondo la lettura degli studiosi costituzionalisti che si sono espressi su una materia che non ha precedenti nella storia costituzionale dalla riforma apportata al Titolo V nel 2001), impone che tutti gli interessi e le ragioni delle diverse collettività territoriali della Nazione siano adeguatamente ascoltati, rappresentati, tutelati. È per tali ragioni che insisto, in rappresentanza della collettività campana e come richiestomi dalle istituzioni regionali competenti, per essere ascoltato formalmente dal Governo prima che si concreti la intesa con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna», conclude Vincenzo De Luca. — Al. Sal. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

il deputato raccoglie l’appello

D’Incà:«La commissione sul federalismo fiscale può avviare il dialogo» VENEZIA. A chi è rivolto l’appel-

lo di Zaia? Al popolo o ai parlamentari eletti dal popolo che debbono poi approvare la legge a maggioranza assoluta, senza alcuna modifica perché la procedura non lo consente? Federico D’Incà, deputato del M5S, non ha dubbi:«Bene che si voglia aprire un dialogo sul tema del modello dello stato italiano ed il parlamento è il luogo riconosciuto dalla Costi-

tuzione per dare voce ai cittadini. Per questo chiederò ai tanti colleghi del M5S del sud Italia di chiedere l’audizione in Commissione sul federalismo fiscale del Presidente Zaia in modo che si sviluppi un dialogo che vada oltre ai social ma atterri dove effettivamente possiamo prendere le decisioni. Solo il dialogo permette di confrontarsi e capire quale sia il futuro del Paese», conclude D’Incà.


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REGIONE

GIOVEDÌ 17 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

La sfida delle Regioni la trattativa nel governo

Autonomia in sanità, via libera dai 5 Stelle Il ministro Grillo: «Intesa in tempi rapidi» Stefani compie un passo avanti: sì all’assunzione diretta di medici e infermieri purché la Regione garantisca conti in ordine Filippo Tosatto

bond (forza italia)

«Bella notizia ma ora agite o gli ospedali chiuderanno»

VENEZIA. Fumata bianca, anzi gialloverde, a conclusione del vertice tra i ministri Erika Stefani e Giulia Grillo, chiamate a districare il nodo dell’autonomia nella sanità, un obiettivo prioritario nell’ambito delle 23 materie di competenza rivendicate dal governatore Luca Zaia. Un’ora di colloquio, preceduta dall’esame della bozza d’intesa messa a punto dei tecnici della leghista vicentina; e infine uno scambio di tweet («Il lavoro sulle autonomie con il ministro Stefani va avanti in un clima di massima collaborazione»; «Grazie Giulia, lavoriamo insieme per assicurare il miglior servizio possibile alle regioni») abbinato alla foto amicale. Cinguettii a parte, i l progresso compiuto appare significativo, tanto da indurre il ministro 5 Stelle della Salute a profetizzare «un accordo definitivo a breve termine».

VENEZIA. «Apprendo con

«ISTANZE GIUSTIFICATE»

«Ci sono margini per accogliere molte delle richieste avanzate, che appaiono giustificate e comprensibili anche alla luce dei “blocchi” causati in questi anni da un’eccessiva rigidità statale», le parole di Grillo «ora faremo di tutto per garantire ai cittadini un servizio sanitario sempre più adeguato». Nei fatti, il ministro della Salute ha sostanzialmente recepito la volontà veneta di procedere motu proprio al reclutamento del personale (la fatidica assunzione diretta di medici e infermieri così da tamponare l’emorragia ospedaliera di camici bianchi) condizionandola tuttavia all’«equilibrio finanziario» della Regione, ovvero alla ga-

L’incontro tra Giulia Grillo ministro della Salute ed esponente del M5S e la leghista Erika Stefani, il ministro per le Autonomie e gli Affari regionali

Rientra il dubbio di costituzionalità ma è prevista la verifica giuridica del testo finale ranzia di conti in ordine. Una clausola, questa, ribadita anche in vista di analoghe istanze annunciate da altre regioni, non propriamente virtuose. DIVARIO NORD TRA E SUD

Altro capitolo rilevante riguarda la distribuzione delle risorse pubbliche e il timore di un aggravarsi del divario tra Nord e Mezzogiorno; in

proposito, Stefani ha chiarito che il punto di riferimento è la “spesa storica”, cioè l’erogazione attuale delle risorse; in attesa dei “costi standard” (previsti entro cinque anni. . .) la fetta della torta a disposizione delle regioni resterà immutata: spetterà agli amministratori dar prova di capacità decisionale ottimizzando i fondi pubblici ed eliminando gli sprechi. In discussione anche la “mobilità sanitaria” che spinge ogni anno molti pazienti a migrare dagli ospedali sudisti a quelli settentrionali, con una spesa supplementare per le traballanti sanità di partenza: il ministero, pur

garantendo il compenso delle cure prestate, studierà il modo di attenuarne l’onere. Sullo sfondo, il dubbio di costituzionalità in materia di autonomia avanzato da alcuni esponenti del M5S: in fase di negoziato, Mario Bertolissi – il giurista di fiducia di Palazzo Balbi – ha già fugato ogni perplessità a riguardo, tuttavia il dicastero della Salute si riserva un’ulteriore «verifica giuridica» in presenza del testo conclusivo. TAVOLI MEF E AMBIENTE

Tant’è. L’incontro mattutino ha costituito senz’altro il clou della giornata – la sanità assorbe l’80% del budget

annuale del Veneto costituendo l’autentico core business regionale – ma non ha esaurito gli impegni di Erika Stefani, che ieri ha scelto la linea del “no comment” per concentrarsi invece sull’andamento dei tavoli tecnici all’Economia e all’Ambiente. Non solo scogli e difficoltà, tuttavia: in serata il ministro ha salutato con viva soddisfazione l’avvio dell’esame, in commissione Giustizia al Senato, del progetto di legge di contrasto ai matrimoni forzati e alle “spose bambine” della quale è stata prima firmataria nella precedente legislatura. – BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

l’opposizione

Pd e indipendentisti all’attacco «Che bluff le promesse di Zaia» Moretti: «I miliardi promessi non arriveranno mai e di costi standard non si parla più» Morosin: «Che fine ha fatto il cronoprogramma di Conte?» VENEZIA. Se in ambito leghista

e pentastellato si respira soddisfazione per il passo avanti nel negoziato ministeriale, sul versante dell’oppsizione non mancano le voci critiche. «L’autonomia si conferma

ogni giorno che passa un grande bluff», attacca Alessandra Moretti del Pd «finora Zaia ha dato i numeri sul residuo fiscale e le risorse che sarebbero tornate indietro: prima 21 miliardi, poi 15. Soldi che il Veneto non avrà mai. Il ministro Stefani ha smascherato la balla dei 9/10 delle tasse da trattenere sul territorio, mentre di costi standard non si parla più. Anche su date e competenze stiamo assistendo a un rimpallo di

responsabilità che è diventato una barzelletta. Peccato non faccia ridere. Eppure questa volta, grazie al “Governo amico” le cose sarebbero dovute andare diversamente»; «Neanche il primo step fissato dal premier Conte è stato rispettato», rincara la consigliere regionale «alla fine della fiera forse i veneti non riusciranno ad avere indietro neanche i soldi destinati a un referendum inutile, visto che l’Emilia ha avviato

Alessandra Moretti (Pd) e Alessio Morosin (Indipendenza Veneta)

grande piacere dell’accordo di collaborazione tra i ministri della Salute e degli Affari regionali». Arriva dal deputato di Forza Italia Dario Bond il primo commento all’esito del vertice tra Giulia Grillo ed Erika Stefani. «Uno dei punti forti in tema di autonomia è proprio la disponibilità di risorse per la sanità e il sociale da poter gestire vedendosi attribuite le competenze totali in questi ambiti», osserva il parlamentare «oltretutto, nel giro di un paio d’anni, se non verranno attuate forme regionalizzate e federaliste di collaborazione, di formazione e di successivo reperimento di medici e specializzandi, gli ospedali saranno costretti a chiudere non per carenza di risorse ma per mancanza di personale medico-sanitario». «Anche nel Veneto c’è una grande mancanza di medici giunta fin quasi all’emergenza» è la conclusione di Bond «rivolgo dunque un appello perché in virtù di una nuova autonomia si consenta alle università di regionalizzare la formazione degli specializzandi, consentendo loro di ottenere la specializzazione una volta trascorsi cinque anni in un reparto. Questo obiettivo si può ottenere solamente attraverso il riconoscimento dell’autonomia delle regioni». —

un dialogo col Governo a costo zero. Soldi spesi bene solto per la Lega che è riuscita a farsi pagare con risorse pubbliche la propria campagna elettorale». Nel merito, punge anche il leader di Indipendenza Veneta, Alessio Morosin: «In Veneto le parole e gli impegni hanno un valore. Abbiamo attesto fino alle ore 24 del 15 gennaio, è scoccata la mezzanotte ma invano abbiamo cercato la notizia. Il cronoprogramma fissato dal premier Conte durante la conferenza stampa a dicembre, alla presenza del ministro Stefani e delvice premier Salvini, prevedeva due tappe: chiudere il confronto tecnico entro il 15 gennaio, proposta del Governo entro il 15 febbraio. Ora sappiamo che non sono affidabili quando promettono». —


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VENERDÌ 18 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

la montagna cambia volto

Piani di emergenza per sette comuni a rischio idrogeologico La Regione indicherà ai sindaci le aree con più problemi e segnalerà le possibili emergenze che potrebbero verificarsi BELLUNO. Sette nuove aree a ri-

schio valanga. Sono state individuate dalla Regione e vanno ad aggiungersi alle altre già note e monitorate. L’AMBIENTE È CAMBIATO

Uno dei rischi che il presidente Zaia ha individuato, nella sua veste di commissario per il post alluvione, è quello relativo alle conseguenze che gli schianto di interi boschi nelle aree montane potrebbero avere sui sottostanti centri abitati e sulla viabilità in caso di nevicate. L’ambiente è stato modificato dall’alluvione e ora aree che una volta non presentavano problemi, potrebbero rivelarsi a rischio. Ecco il motivo per cui i rischi idrogeologici collegati sono costantemente oggetto di attenzione. SETTE AREE A RISCHIO

Sono in corso di predisposizio-

ne piani di emergenza per i comuni di Alleghe, Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana, Rocca Pietore, San Tomaso Agordino, Sovramonte, Zoppè di Cadore. Ad oggi sono state effettuate simulazioni di dinamica delle valanghe per una cinquantina di aree considerate complessivamente a rischio. L’analisi tecnica consentirà ai sindaci di attivare tutte le previste procedure di protezione civile, risultando definite in maniera univoca e puntuale le soglie di allerta per ciascun sito. Proprio ai sindaci verranno fornite indicazioni circa le aree che sono maggiormente a rischio idrogeologico e i modelli matematici attraverso cui sono state individuate le eventuali emergenze, a seconda dell’entità degli eventi meteorologici che potrebbero presentarsi . Un’azione, tengono a precisare dal-

l’attività del dipartimento trasfusionale

Usl 1 tra le prime in Italia per la raccolta del sangue e del plasma BELLUNO. Dati positivi per l’at-

tività 2018 del Dipartimento trasfusionale dell’Usl 1. «Nonostante il numero non elevato degli abitanti del territorio, il Dipartimento, grazie a un’organizzazione strutturata, efficace ed efficiente, ha risposto alle necessità trasfusionali del territorio provinciale, regionale e di altre regioni, distinguendosi per l’autosufficienza nazionale in materia di disponibilità ematica», sottolineano dall’azienda sanitaria bellu-

nese. Per quanto riguarda il sangue intero, sono state 13.170 le sacche prodotte di cui 9.313 nel distretto di Belluno e 3.857 in quello Feltrino, mentre per il plasma sono state 821 le unità raccolte di cui 598 nel Bellunese e 223 nel Feltrino. Significativa la cessione di globuli rossi: 6.366 sacche cedute (solo Vicenza ha dato di più di Belluno fuori provincia), pari al 48,3% (nessuno in Regione riesce a cedere

forza italia

L’appello di Dario Scopel «Va potenziato l’organico della Polizia» BELLUNO. Potenziare l’orga-

nico della Polizia in provincia di Belluno per evitare problemi legati allo scarso controlo del territorio. A chiederlo è Dario Scopel, coordinatore provinciale di Forza Italia, che riprende le proteste degli ultimi giorni da parte dei sindacati. «Il Bellunese», scrive il sindaco di Seren del Grappa, «vive una condizione di

maggiore sicurezza rispetto ad altre situazioni italiane, ma sono comunque molti i crimini commessi, in particolare furti ad abitazioni per mano di bande che arrivano e scappano. Solo qualche giorno fa, infatto, «sono state svaligiate sei villette tra Longarone e Ponte nelle Alpi». «Le forze dell’ordine», prosegue l’esponente locale di

la Regione, assolutamente preventiva. SUMMIT A BELLUNO

Proprio in relazione agli aspetti operativi l’assessore regionale Bottacin ha riunito ieri, nella sede del Genio Civile di Belluno le amministrazioni comunali per illustrare quanto la protezione civile è in grado di fare per assistere i comuni se dovessero verificarsi eventi meteo significativi. «Come è già avvenuto nel momento di massima emergenza a fine ottobre», ha detto Bottacin, «la Regione è pronta a mettere in campo tutta la sua capacità e ad aiutare i sindaci in qualsiasi momento. Ricordo che tutto il nostro sistema di protezione civile è stato elogiato per come ha affrontato l’emergenza autunnale e viene considerato un’eccellenza in ambito nazionale». —

quasi il 50% del raccolto). «Ad evidenza della generosità dei bellunesi abbiamo il secondo indice di donazione per 1000 abitanti in Regione, costantemente oltre il 60 per mille, mentre lo standard dell’Organizzazione mondiale della sanità sarebbe di 42-45 per mille abitanti. Per quanto riguarda infine l’altro versante cioè il consumo in globuli rossi (cioè la trasfusione vera e propria), questo è allineato allo standard mondiale di 30-35 per mille abitanti». Malgrado le difficoltà, per il momento superate, nel reperire e formare risorse umane qualificate, «il Dipartimento continua ad offrire esempio unico nel territorio regionale e tra i pochi in Italia - prestazioni di medicina rigenerativa appropriate e di elevata qualità. In questo set-

Forza Italia, «fanno un eccellente lavoro per contrastare tutto ciò, ma i numeri in campo non sono adeguati, e anche l’età media del personale è alta. Solo qualche giorno fa, per fare un esempio, il Sap (Sindacato autonomo di polizia) ha messo in evidenza un sott’organico nelle file della polstrada pari al 25%. Per questo dico che è necessario potenziare l’organico bellunese in tempi brevi per garantire la sicurezza ai cittadini. Il decreto sicurezza approvato dal governo prevede l’assunzione straordinaria di circa 2 mila agenti ed è assolutamente necessario che alcuni di questi vengano destinati al Bellunese, territorio trascurato negli ultimi anni». —

La riunione di ieri al Genio Civile

sedico

Un corso del Gal Prealpi e Dolomiti sul turismo sostenibile “Il turismo sostenibile quale leva competitiva per le imprese del territorio del Gal Prealpi e Dolomiti”. È questo il titolo di un corso organizzato dal Gal Prealpi e Dolomiti al Palazzo dei Servizi di Sedico, nell’am-

bito delle attività volte al migliore utilizzo delle risorse Leader. Il corso prevede tre lezioni che si terranno giovedì 7, martedì 12 e giovedì 14 febbraio. Con questa iniziativa il Gal intende “approfondire e il-

tore anche nel 2018 è proseguita la collaborazione con l’Università di Padova e con Fondazione Tes, sfociate anche in pubblicazioni su riviste internazionali». Con l’attivo supporto dell’Admo (Associazione donatori midollo osseo) sono stati valutati 335 potenziali nuovi donatori midollari, che si sono aggiunti al Registro Provinciale di oltre tremila. E ben quattro sono stati portati al vero e proprio prelievo di sangue midollare. In aumento le prese in carico ambulatoriali e i volumi di prestazioni (oltre 2.800 tra Belluno e Feltre) a favore di pazienti affetti da anemie da carenza di ferro, con necessità di salassi terapeutici, infusioni di emoderivati, di trattamenti di aferesi terapeutica o necessitanti di trasfusioni ambulatoriali. —

lustrare alcuni aspetti ritenuti strategici ai fini della presentazione di progetti di elevata qualità, legati in particolare alla tema del turismo sostenibile che rappresenta uno dei due ambiti di interesse su cui fonda il programma di sviluppo locale”. La partecipazione è gratuita. Per iscriversi, entro lunedì 4 febbraio, e per consultare i dettagli del corso, è necessario accedere al sito del Gal Prealpi e Dolomiti.

chiesa di don bosco

Alberi pericolanti abbattuti Nei giorni scorsi, in via Zanardelli, sono stati abbattuti gli alberi che, ormai carichi di anni, adornavano la chiesa di Don Bosco. Erano pericolanti pur avendo resistito alla furia meteo di fine ottobre scorso.

È mancata all'affetto dei suoi cari all'ospedale San Martino di Belluno

CLARA LAURA PONGAN ved. BONDI di anni 83 Ne danno il triste annuncio i figli Cristiano e Nadir con Michela, l'adorata nipote Benedetta, il fratello, la cognata con famigliari e parenti tutti. La cerimonia funebre avrà luogo sabato 19 gennaio alle ore 10.30 nella chiesa arcidiaconale di Agordo. Oggi, venerdì 18 gennaio alle ore 20 nella chiesa arcidiaconale verrà recitato il Santo Rosario.

Un particolare ringraziamento ai medici e personale tutto del reparto di Oncologia dell'ospedale San Martino di Belluno e di Casa Tua Due di Belluno. Si ringraziano fin d'ora quanti vorranno partecipare alla mesta cerimonia. Agordo - 18 gennaio 2019 Agenzia Funebre Bristot - Agordo


GIOVEDÌ 17 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

CORTINA - CADORE

pieve di cadore

Pulizia dei boschi, Casagrande nominato “ soggetto attuatore” Stella (Regione): «Così saranno aggirati i numerosi ostacoli burocratici» Sommavilla e il pericolo bostrico: «Gli schianti vanno eliminati al più presto»

Appuntamento domani sera alle 18 all’Istituto Pio XII di Misurina

Il clima che cambia e il post alluvione: convegno a Auronzo IL CONVEGNO

“Bepi” Casagrande

se, per valutare, insieme a Stella e a Gianmaria Sommavilla, direttore della unità operativa forestale della Regione Veneto, la linea da seguire. Dai due tecnici, ai quali si sono uniti anche la guardaboschi Paola De Martin Fabbro e Alessandro Bertoldi, i proprietari privati dei boschi dove ci sono alberi schiantati si aspettavano le indicazioni necessarie per poter risolvere il gravissimo problema degli schianti. E le indicazioni sono arrivate puntuali e molto dettagliate, anche se qualcuno è uscito perplesso sulla legittimità di alcuni interventi finalizzati al bene comune e non al bene privato. «Oggi», ha spiegato Sommavilla, «l’imperativo è di eliminare al più presto dal bosco gli alberi caduti. Se lasciati dove sono, infatti, tra pochi mesi ci troveremo di fronte a un problema fito-sanitario, con il bostrico capace di causare danni ancor superiori al valore degli alberi caduti». «L’azione di pulizia», ha spiegato ancora Stella ai proprietari dei terreni, «potrà essere svolta dalla Regione, e in questo caso non vi costerà nulla, oppure potrete provvedere voi in prima persona. Ricordate, però, che dovrete lasciare il bosco pulito, rispettando le norme forestali». «Questa», prosegue Stella, «sarà un’azione di Protezione Civile. Come tale, per entrare nelle vostre proprietà non servono permessi o avvisi particolari, bensì un annuncio affisso nell’albo comunale emesso almeno tre giorni prima dell’inizio del lavoro di pulizia del bosco». Per questo motivo, il sindaco Casagrande, ha promesso di aprire l’ufficio della polizia locale per quattro ore al giorno: «In questo modo, consentiremo ai cittadini di conoscere dalla guardiaboschi Paola De Martin tutti i particolari sulle azioni di pulizia dei boschi privati». —

sun rispetto per chi ha aiutato dal punto di vista finanziario affinché il defibrillatore fosse presente a Domegge. Fortunatamente lo strumento è ancora funzionante, ma l’involucro di protezione dovrà essere sostituito per evitare gravi conseguenze alla parte elettronica ad opera del gelo e dell’umidità. «Ormai», commenta il sindaco Paolo Fedon, «non c’è più rispetto per nulla e per nessuno. Il Lions Club ha beneficiato la collettività di Domegge con un dono gradito e soprattutto utile. Non è prevedibile quando si deve usare un defibrillatore, ma la sua assenza potrebbe essere di serio danno per chi si trova nell’ugenza di utilizzarlo. Aver manomesso in modo così pesante il defribrillatore

implica uno spregio al senso civico e una offesa per l’intera comunità». «Da parte mia», aggiunge Giuseppe Cian, presidente del Lions Club “Cadore Dolomiti”, «provo un forte rammarico per quanto accaduto. Un’amarezza ancora più grande se penso al compianto Enrico Cian che da presidente Lions ha fortemente voluto che la piazza di Domegge fosse dotata di questo strumento salvavita. Quello di Domegge è uno dei tanti defibrillatori che il Lions Club “Cadore Dolomiti” ha messo a disposizione delle diverse realtà cadorine, ma è il primo caso di danneggiamento patito. Mi auguro solo che chi a compiuto questo gesto si renda conto della sua gravità». —

Alberi schiantati nei boschi del Cadore

Vittore Doro PIEVE DI CADORE. Il sindaco

Giuseppe Casagrande è stato nominato “soggetto attuatore del patrimonio boschivo” per il Comune di Pieve di Cadore. L’incarico gli è stato affidato da Fabrizio Stella, braccio destro del Commissario per le emergenze Luca Zaia. «Si tratta di una scelta importante», ha spiegato Stella all’inizio dell’incontro organizzato dal Comune di Pieve al Cos. Mo, «perché è la dimostrazione che l’azione fatta fi-

nora dall’amministrazione di Pieve è stata corretta e va nella strada indicata da Zaia per risolvere le criticità nate con l’alluvione. È una scelta corretta», ha aggiunto, «che consente al sindaco di Pieve di agire, superando molti ostacoli burocratici che potrebbero rallentare il ritorno alla normalità del territorio». All’incontro erano stati invitati tutti i proprietari di boschi esistenti sul territorio comunale di Pieve, ma era aperto anche ai proprietari di altri Comuni, Regole compre-

domegge

Danni al defibrillatore La rabbia di Fedon: «Spregio al senso civico» DOMEGGE. I “soliti ignoti” questa volta se la sono presa con il defribrillatore posto davanti al municipio di Domegge. L’attrezzatura, qualche anno fa messa a disposizione della collettività dal Lions Club “Cadore Dolomiti”, è stata danneggiata con la rottura dell’involucro di protezione operata, probabilmente da qualcuno di passaggio. Nessun rispetto per un apparato salvavita, nes-

Il defibrillatore danneggiato

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e Dolomiti, maltrattate dal maltempo a fine ottobre, hanno possibilità di rinascere. Ma non bisogna perdere altro tempo. Non solo nella pulizia dei boschi, anche nella messa in sicurezza del territorio. Si pensi che solo di protezioni paravalanghe e per il contenimento delle frane è stata calcolata una necessità, nell’alta provincia, di 249 milioni. La primavera si avvicina e i cantieri non possono ritardare. Ecco perchè il Comune di Auronzo, in collaborazione con l’Istituto Pio XII, propone una tavola rotonda che si terrà domani alle 18 a Misurina. Introdurrà il giornalista di Rai 1 Massimiliano Ossini, accompagnato per l’occasione dall’amico conduttore di “Linea Bianca” Lino Zani. Al dibattito prenderanno parte l’assessore regionale Bottacin, il presidente dei Fondi dei Comuni confinanti, Paolo Saviane; il direttore della Fondazione Dolomiti Unesco Marcella Morandini; il direttore dell’Istituto Superiore di Sanità Angelo Lino Del Favero interverrà sul tema del cambiamento climatico e con il direttore clinico del Pio XII, Ermanno Baldo, illustrerà la convenzione appena siglata tra i due istituti con l’obiettivo di realizzare a Misurina un laboratorio d’alta quota. Parteciperanno pure l’imprenditore cadorino Francesco De Bettin, presidente di DBA group, che interverrà sul tema dell’economia circolare e del riutilizzo del legname dopo l’emergenza maltempo, ed Alex Barattin, delegato del Soccorso Alpino. «Abbiamo voluto il convegno», spiega la sindaca Tatiana Pais Becher, «per renderci consapevoli del cambiamento climatico in atto e del fatto che eventi, come quello verificatosi tra il 29 e 30 ottobre,

L

potranno ripetersi a breve. La consapevolezza crea responsabilità e sento di avere una responsabilità enorme nei confronti dei miei concittadini e delle giovani generazioni; dobbiamo tutti insieme riflettere e pensare quale sia la visione strategica che porterà alla rinascita delle terre alte». Secondo Pais Becher ci sono tutte le condizioni per trasformare una tragedia in grande opportunità, rilanciando la filiera del legno, garantendo uno sviluppo socio-economico delle aree di montagna che più stanno risentendo dello spopolamento. «Nell’immediato dobbiamo pensare al ripristino della viabilità forestale andata distrutta, che deve essere al servizio degli operatori forestali e dell’indotto turistico»,

Pais Becher: «Serve una visione strategica per la rinascita delle terre alte» puntualizza la sindaca, «affrontare l’emergenza idrogeologica, prevedere un piano di ricostruzione e di messa in sicurezza di frane e torrenti; garantire un futuro ai territori colpiti e soprattutto frenare un’altra emergenza che è quella dello spopolamento, creando immediatamente dei nuovi posti di lavoro». Non ha dubbi il sindaco di Auronzo: «Non c’è tempo da perdere, non possiamo permettere che l’emergenza maltempo comporti anche un’accelerazione del processo di spopolamento; c’è bisogno di scelte politiche rapide, strutturali, con una visione strategica complessiva che può essere concretamente realizzata con l’utilizzo dei Fondi dei Comuni di area vasta e con la concertazione tra Comuni». — FDM

pieve di cadore

Via al monitoraggio della salute ambientale PIEVE DI CADORE. Saranno

le ditte Monico impianti e Ciotti Francesco di Pieve di Cadore a montare l’apparecchio che monitorerà lo stato di salute del territorio, tramite il rilievo dei parametri meteorologici e ambientali utili allo studio del cosiddetto “metabolismo urbano”. L’apparecchio sarà installato sulla torre della Magnifica. Nelle immediate adiacenze, invece, sarà posizionato un

totem interattivo multimediale che avrà il compito di fornire a turisti e cittadini i dati rilevati dalla centralina. L’apparecchiatura sarà fornita dal Cnr e sarà gestita dal Consorzio Bim Piave, mentre il Comune di Pieve si è preso l’incarico della realizzazione delle opere necessarie al funzionamento e alla posa del totem interattivo. — V.D.


GIOVEDÌ 17 GENNAIO 2019 CORRIERE DELLE ALPI

BELLUNO

viabilità

15

la provincia

Domani il vertice con Anas sindaci e esponenti del governo Il sottosegretario Valente sarà in provincia per due incontri, si farà il punto sui progetti per le varianti sull’Alemagna in forte ritardo, ma non solo

Auto incolonnate sull’Alemagna, sotto ilsottosegretario Simone Valente

Irene Aliprandi BELLUNO. Fare il punto della

situazione in vista dei Mondiali 2021, anche alla luce dei ritardi sulle varianti all’Alemagna. L’occasione arriverà domani con la visita del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Simone Valente, accompagnato dal questore della Camera Federico D’Incà, entrambi del Movimento 5 Stelle. Prima tappa in mattinata a Cortina con il commissario straordinario per le opere sportive, Luigi

Valerio Sant’Andrea, per incontrare il sindaco Gianpietro Ghedina e parlare dei lavori in corso in paese. Nel pomeriggio, invece, a Pieve di Cadore, ci sarà il confronto più delicato, quello con i vertici di Anas, il presidente della Provincia Roberto Padrin e i sindaci di Cortina, Pieve, Valle, Vodo, Borca e San Vito di Cadore per un aggiornamento sui progetti per l’Alemagna. «I Mondiali del 2021», ricorda D’Incà, «saranno l’evento principale per il nostro territorio nei prossimi anni e

dalla regione

Risparmio energetico 200mila euro per le famiglie I contributi veneti andranno incontro a 15 nuclei privati ma anche ad alcuni Comuni Palazzo Rosso è uno dei beneficiari con 203mila euro BELLUNO. Dalla Regione un

aiuto da oltre 200mila euro per sostenere il risparmio energetico di 15 famiglie bellunesi in difficoltà e fornire uno strumento adeguato al Comune per intervenire in

caso di necessità. L’assessore regionale al sociale, Manuela Lanzarin, rende noti gli esiti del bando regionale, il primo di questa legislatura, indetto a ottobre per aiutare famiglie povere e numerose ed enti pubblici assistenziali a fronteggiare il costo di energia elettrica e riscaldamento migliorando l’efficienza energetica di stabili e abitazioni. «La Regione Veneto ha

messo a disposizione 2,2 milioni di euro, divisi in due linee di finanziamento: una riservata alle famiglie (1,2 milioni) e l’altra agli enti pubblici che svolgono una funzione sociale, quindi in prevalenza Comuni e istituti pubblici di assistenza e beneficenza (1 milione di euro)», spiega l’assessore regionale, «le domande delle famiglie pervenute (224) sono state ben superiori alla capienza

un esempio per come potrebbero essere le Olimpiadi del 2026. È quindi giunta l’ora di fare il punto della situazione e per questo motivo ho voluto riportare qui il sottosegretario Valente che era già venuto nel 2017. Sarà un momento di confronto con il commissario, i sindaci e Anas per verificare sia le opere previste a Cortina che quelle sull’Alemagna che in questo momento sono in ritardo. Come già successo nei giorni scorsi per la visita di Di Maio in Agordino», prosegue il deputato bellunese D’Incà, «riteniamo importante che istituzioni locali e nazionali partecipino insieme alla valutazione della situazione, per far emergere quanto di positivo ma soprattutto eventuali criticità che il governo deve conoscere». Sui progetti Anas per l’Alemagna, progetti che a quasi un anno dalla bocciatura da parte della Commissione Via del ministero dell’Ambiente non sono ancora stati ripresentati per la valutazione di impatto ambientale, D’Incà non ha maggiori informazioni: «Ho chiesto ad Anas di portare lo stato dell’arte, domani sarà il momento per esporre i tempi e la tipologia di interventi previsti. In ogni caso chiederemo ad Anas di ridurre al massimo i disagi, visto che i cantieri non saranno chiusi entro il 2021. Di sicuro è necessario prorogare il divieto ai camion in transito per il Nord Europa». Infine il nodo Longarone: «È uno degli argomenti da trattare con Anas», conclude D’Incà, «perché il superamento di quella zona, insieme alle varianti, sarebbe la soluzione finale per aiutare la viabilità provinciale a sostenere i maggiori flussi di traffico turistico. Se non ora, la variante di Longarone è un progetto da affrontare almeno in vista delle olimpiadi del 2026». —

del fondo, che basterà ad aiutare 133 nuclei famigliari in tutto il Veneto. Pur rientrando nei parametri di reddito e di intervento previsti, una novantina di domande sono rimaste escluse per carenza di fondi, segno che il fabbisogno esiste e che la misura è stata apprezzata». Non tutto è perduto, però, per chi non è stato selezionato: «Speriamo di poter dare una risposta positiva anche alle richieste inevase recuperando fondi non spesi o avanzi di bilancio». Anche la linea di spesa riservata agli enti pubblici risulta essere completamente assegnata. Il bando dava la possibilità a Comuni Ipab ed enti assistenziali di ricevere contri-

Padrin: «Ci aspettiamo che venga fatta chiarezza sui tempi» BELLUNO. Dall’incontro di domani con l’esecutivo, la Provincia si aspetta soprattutto chiarezza. Il presidente Roberto Padrin, che è anche sindaco di Longarone, parteciperà alla riunione del pomeriggio con i vertici Anas e i sindaci dei paesi lungo l’Alemagna interessati dalle varianti. «Vorremmo che fosse l’occasione per fare chiarezza sui tempi di realizzazione dei progetti che avevano come obiettivo i Mondiali di sci del 2021 e che ormai è evidente che non vedremo pronti per quella data. Purtroppo i ritardi legati alla valutazione di impatto ambientale renderanno operativa la nuova viabilità per Cortina solo in parte nel 2021». La Provincia si aspetta che i cantieri vengano aperti almeno entro l’anno: «Questo è quello che speriamo», dice ancora Padrin. «Ma cercheremo rassicurazioni anche sulla 51 bis, sulla quale il ministro Toninelli aveva già preso degli impegni. In sostanza domani ci sarà l’opportunità di fare delle valutazioni più ampie riguardo ai tempi per le opere viarie previste». Al momento gli unici lavori cantierabili sono quelli per il superamento dell’imbuto rappresentato dalle curve di Castellavazzo e su questo stralcio Pa-

buti sino a 50 mila euro per interventi strutturali di risparmio energetico realizzati a partire dal 1° gennaio 2018. Belluno, che è uno dei 23 Comuni beneficiari del contributo, tra i due tipi di intervento si è aggiudicata 203.095 euro.

Gli interventi vanno conclusi entro ottobre e rendicontati entro novembre del 2019 «Abbiamo voluto privilegiare le categorie meno abbienti e i servizi rivolti alle persone più fragili», conclude Lanzarin, «sostenendo le

drin ha maggiori informazioni: «Se tutto va bene Anas dovrebbe iniziare con l’estate. Abbiamo presentato delle osservazioni, chiedendo rassicurazioni sulla percorribilità di quel tratto, che di fatto è l’unico accesso al Cadore. Abbiamo chiesto che i lavori vengano fatti anche di notte e che siano sfruttati al massimo i momenti di minor traffico per garantire la possibilità di transitare». Anas ha dato delle rassicurazioni in linea generale, ma al momento non si conoscono i dettagli e sulla possibilità di operare anche nelle ore notturne non vi è certezza. Per quanto riguarda le altre varianti all’Alemagna, quelle per le quali non sono ancora stati presentati i nuovi progetti, Padrin conclude: «Non abbiamo notizie. Speravo in tempi molto più brevi. Si tratta di interventi indispensabili alla viabilità provinciale indipendentemente dai Mondiali, che ci hanno dato l’occasione per farli. L’intera operazione è stata condivisa tra governo e territorio e deve andare avanti con il completamento di tutte le opere ipotizzate, ora il problema più importante da risolvere è capire con quali tempi e con quali modalità Anas pensa di poter procedere». — I.A.

spese vive per la sostituzione della caldaia, l’installazione di valvole termostatiche o per chi cerca di risparmiare sostituendo la vecchia stufa a pellet o realizzando il “cappotto termico”, investendo in pannelli solari e fotovoltaici o sostituendo le vecchie lampade con i nuovi sistemi di illuminazione a led. I contributi regionali aiuteranno le famiglie e servizi di assistenza a risparmiare sul costo della bolletta energetica, e, nello stesso tempo, aiuteranno l’ambiente». Gli interventi di risparmio energetico dovranno concludersi entro ottobre e le fatture dovranno essere rendicontate entro il 30 novembre 2019. — F.R.


VIII

Feltre

MAGISTRATURA CONTABILE L’Indagine è partita apprendendo dai «giornali» di quanto stava accadendo al Centro per l’impiego Altri due dipendenti patteggiarono

Venerdì 18 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

belluno@gazzettino.it

La dirigente “assenteista” dovrà risarcire la Provincia La Corte dei Conti condanna la donna `L’accusa è di “danno all’immagine” a rifondere l’Ente con oltre 6 mila euro anche se quello erariale è di 56 euro `

Edilizia sociale: case popolari via ai restauri `Il Comune punta

a rendere agibili due palazzine

FELTRE Avrebbe causato un danno erariale del valore di 56 euro lordi, ma il colpo inflitto all’immagine della pubblica amministrazione, con le sue assenze in orario di lavoro dal Centro per l’impiego, la Procura della Corte dei Conti ha chiesto e ottenuto che la dirigente venga condannata a risarcire l’ente Provincia con la somma complessiva di 6.034 euro, di cui gli spiccioli per il disservizio. La sentenza è stata depositata ieri e trascina nuovamente in causa, dopo la fase penale ancora pendente in Appello, Fabrizia Turro, 61 anni, finita nelle maglie inflessibili dell’ex commissario prefettizio della Provincia, Vittorio Capocelli, che mise sotto osservazione, con tanto di detective, i dipendenti del Centro per l’impiego di Feltre. Un’inchiesta che all’epoca prese le mosse da una serie di lamentele da parte degli utenti su presunte assenze del personale in orario di lavoro. Con la Turro, infatti, finirono sotto accusa Patrizio Cappellin di Fonzaso e Gabriella Bella di Feltre, usciti dal procedimento con un patteggiamento a 8 mesi. Altri due, invece, vennero prosciolti per insussistenza del fatto. La Turro, invece, ha affrontato il processo subendo una condanna in primo grado a 8 mesi di reclusione per essersi assentata, nell’ottobre del 2011, 202 minuti su 12 monitoraggi a campione e altri 27 in altri 8 controlli. Uscire non era certo vietato, ma avrebbe dovuto timbrare il cartellino. La donna ha sempre sostenuto che le uscite contestate non avrebbero mai comportato alcun disservizio dato che non avvenivano durante la fascia oraria di presenza obbligatoria. La sua difesa (avvocato Luigi Fadalti di Treviso) ha sempre sostenuto la tesi della grossolanità

FELTRE Un edificio storico di via Bilesimo ed una struttura in via San Giorgio a Villabruna sono i prossimi obiettivi dell’Amministrazione comunale di Feltre la quale ha candidato un progetto da 340mila euro per la loro ristrutturazione e riqualificazione energetica. I due edifici sono destinati alla residenzialità di persone che versano in difficoltà.

LA CANDIDATURA

LA VECCHIA SEDE Dell’Ufficio del lavoro di Feltre al Boscariz diretto dalla dirigente Fabrizia Turro

In tribunale

Vendono il materasso a domicilio e finiscono a processo per truffa Un’altra vicenda di vendite a domicilio finisce in un’aula giudiziaria. Sotto accusa sono finiti Giulio Monsali, 44 anni, di Vicenza, Stefania Zanin, 44, di Padova, e Andrea Bergamo, 53, di Treviso. Sono accusati di truffa in concorso tra loro. A trascinali sul banco degli imputati, la denuncia di una cliente, Fausta Gubert, che si ritiene vittima di un raggiro. I fatti sono stati ricostruiti ieri in aula con la deposizione del maresciallo che fece le indagini. Tutto parte da una telefonata ricevuta a casa dalla donna. A contattarla sarebbe stata la

Zanin presentandosi per conto della ditta Polo Casa Sgmm. Era il 6 giugno del 2019. Il contatto serve solo per dire che sarebbe passato un rappresentante per fare vedere la merce, ovviamente senza obbligo di acquisto. Il 30 giugno passa così Andrea Bergamo che prende l’ordine e il terzo soggetto passa poi ad incassare. La donna avrebbe così scoperto di aver sottoscritto a sua insaputa un contratto di acquisto di un materasso del valore di 3.600 euro. Ma lei sostiene che non esista alcun contratto. Si torna in aula il 21 marzo.

dell’indagine, fatta da detective improvvisati basandosi pure su un orologio per la timbratura che non avrebbe avuto la precisione svizzera. Nel processo penale la Provincia, parte civile, aveva già ottenuto un risarcimento di 3mila euro, sempre per il danno all’immagine, ma l’incasso dipenderà da come il procedimento si chiuderà in Appello. Il procedimento erariale era partito apprendendo dai «giornali» degli episodi di assenteismo. Insomma, sostanzialmente un peccato veniale, ma temporalmente collocata all’interno del più reboante caso di Genova dove i dipendenti del Comune andavano a timbrare in mutante. Fatto che fece suonare il campanello d’allarme in più enti pubblici. Lauredana Marsiglia

Farmaci biotecnologici: attivato il nuovo ambulatorio FELTRE L’ospedale Santa Maria del Prato di Feltre si potenzia con un nuovo servizio: attivo da questa settimana un ambulatorio infusionale per la somministrazione di moderni farmaci biotecnologici che permettono la cura delle patologie croniche. Un servizio attivato al sesto piano del padiglione Dalla Palma, in un ambiente confortevole e con personale infermieristico appositamente formato per gestire questo tipo di pazienti. Da questa settimana è operativo l’ambulatorio infusionale con tre posti a poltrona e un posto letto. Nell’ambulatorio vengono somministrati i più moderni farmaci biotecnologici sotto stretto monitoraggio sanitario

per rispondere alle eventuali, anche se rare, reazioni avverse. I farmaci biotecnologici, comunemente chiamati biologici, rappresentano la nuova frontiera della medicina in quanto sono

costruiti per bloccare alcuni mediatori dell’infiammazione nell’ambito delle patologie autoimmunitarie. Nell’ambulatorio l’attività infusionale si avvale di un’infermiera che ha seguito

un percorso formativo dedicato promosso da una società scientifica europea che si occupa di queste patologie, che ha finanziato 20 borse Italia tra cui una a Feltre. È un esempio di gestione integrata medico e infermiere specialista che permette ai pazienti di avere un riferimento (extra medico) che li può guidare/aiutare. All’ambulatorio afferiscono circa 130 pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche dell’intestino, da malattie neurologiche e reumatologiche immunomediate. La maggior parte di questi è rappresentato da malattie infiammatorie croniche dell’intestino come il Morbo di Crohn e retto colite ulcerosa, seguite per la terapia personalizzata dall’ambulatorio divisionale coordinato dal dottor Andrea Buda.

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È ai nastri di partenza un corposo progetto di manutenzione straordinaria che riguarda due importanti fabbricati di proprietà comunale. Il primo è costituito da un edificio in Via Bilesimo, formato da 3 alloggi, il secondo da un fabbricato in Via San Giorgio, nella frazione di Villabruna, costituito da altri 6 alloggi; entrambe le costruzioni presentano un avanzato stato di degrado. Edifici che hanno necessità di riqualificazione e per questo la giunta ha deciso di partecipare ad un bando della Regione Veneto candidando due progetti, per un importo complessivo di 340mila euro. Il Comune chiederà alla Regione un finanziamento pari al 70% dell’importo totale (238 mila euro), cofinanziando il restante 30% (102 mila euro) con un mutuo.

le termica e il rifacimento dell’impianto elettrico delle parti comuni.

L’ASSESSORE «L’edilizia residenziale pubblica rappresenta un tassello fondamentale delle nostre politiche a favore dei nuclei familiari in maggiore difficoltà sottolinea l’assessore alle politiche sociali Debora Nicoletto -. Lo testimonia anche la priorità d’intervento che abbiamo dato al ripristino dello stabile fortemente danneggiato dall’ondata di maltempo di fine ottobre in via Peschiera. Con la candidatura di questi progetti puntiamo a riportare i due importanti fabbricati su livelli qualitativi ottimali con l’installazione di impianti di riscaldamento di ultima generazione».

I DATI Il Comune di Feltre ha vincolato all’edilizia residenziale pubblica 40 appartamenti, attualmente ceduti in comodato d’uso all’Azienda Feltrina, che ne cura la gestione e le locazioni. A parte quelli situati in via Peschiera, di recente costruzione, gli altri sono tutti collocati in stabili vetusti. Gli assegnatari risultano essere per lo più nuclei italiani (solo 3 i nuclei stranieri che sono comunque soggiornanti in Italia da molti anni). L’età media dei locatari è piuttosto elevata: solo 14 assegnatari sono al di sotto dei 60 anni. E.S.

INTERVENTI NECESSARI I lavori previsti riguardano, per lo stabile in via Bilesimo in pieno centro storico, il rifacimento del tetto, la sostituzione di due caldaie, degli infissi e degli scuri, la rasatura e la tinteggiatura facciata, nonché il rifacimento dell’impianto elettrico delle parti comuni. Per l’edificio in via San Giorgio, a Villabruna, sono invece in programma il rifacimento del tetto, la sostituzione della centra-

SCUOLA APERTA L’ISTITUTO CANOSSIANO STASERA SI PRESENTA Open day oggi dalle 17 alle 19.30 per scoprire la didattica rinnovata e all’avanguardia degli indirizzi dell’Istituto canossiano paritario “Vittorino da Feltre”, in particolar modo per la nuova proposta del “Liceo Scientifico STEM”, ovvero Science, Technology, Engineering, Mathematics un approccio didattico che prepara a percorsi diretti di ricerca in laboratorio e al mondo del lavoro. Si potranno conoscere i due licei, l’indirizzo Scientifico innovativo e l’ormai tradizionale proposta umanistico-pedagogica del Liceo delle Scienze Umane. Informazioni sul sito www.istitutocanossianofeltre.org è possibile ricavare ulteriori informazioni oppure contattare 0439/2292 e

L’ASSESSORE Alle Politiche sociali Debora Nicoletto

847590.

CENTRO ASTROFILI L’UOMO DI SIMILAUN LE RECENTI SCOPERTE (e.s.) “Le ultime novità della ricerca sull’uomo del Similaun”. È questo il titolo della conferenza che si terrà domani, sabato 19 gennaio, alle 17.30 al centro astronomico di Arson di Feltre. Relatrice della serata sarà la professoressa Annaluisa Pedrotti, docente di preistoria e protostoria all’università di Trento e profonda conoscitrice di tutte le problematiche riguardanti uno dei più sensazionali ritrovamenti archeologici a livello mondiale degli ultimi anni, lo scheletro di Similaun. Dopo l’ introduzione storica sulle circostanze del ritrovament, la docente tratterà soprattutto delle più recenti ipotesi emerse.


XI

PontenelleAlpi Longarone

Venerdì 18 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

Giornalino comunale in distribuzione `Affidato alla

stampa il bilancio di metà mandato ALPAGO È tempo di bilanci a metà del percorso amministrativo. E, per questo, il Comune di Alpago ha deciso di stampare il giornalino comunale: «Volevamo presentare ai cittadini una sintesi delle attività svolte - ha spiegato il sindaco Umberto Soccal -. A nostro parere, mol-

to è stato fatto in questa non facile opera di unificazione, ma siamo convinti che ancora molto sia da fare, nonostante il costante impegno di noi amministratori, dei dipendenti comunali e della comunità. Di quei cittadini che, in forma più palese, partecipano, consigliano, ci spronano e criticano nei tanti momenti di incontro che quotidianamente avvengono con l’amministrazione o gli uffici». Il giornalino è stato distribuito sull’intero il territorio grazie ai municipi e alle consulte: altre copie ancora dispo-

nibili, invece, si possono trovare negli uffici comunali. Tra i vari temi toccati, la municipalità e le consulte, la struttura organizzativa, l’urbanistica e l’edilizia privata, il bilancio e la programmazione, i lavori pubblici e l’istruzione. Senza considerare le politiche giovanili, il settore sociale e la cultura, il turismo e lo sport, tutte voci importanti per il comprensorio, oltre a una serie di informazioni legate a recapiti e orari di ricevimento: «Come previsto dalle attuali leggi - ha proseguito Soccal - dopo la fusione conti-

nuano ad arrivare i contributi sia da parte della Regione Veneto, sia dallo Stato. Anche se qualcuno ci ha tacciato di non avere idee e un progetto per il nuovo Comune, si è pensato che queste entrate straordinarie dovessero dare un seguito agli impegni assunti dalle precedenti amministrazioni. E, quindi, abbiamo cofinanziato tutti i progetti già attivati. In ogni caso, sono state gettate le basi per nuove iniziative che vadano nell’ottica della visione unificata della realtà comunale». MdI

Multa lumaca: tre mesi per riparare il semaforo PONTE NELLE ALPI Si era guastato in ottobre e ieri, finalmente, il semaforo davanti al supermercato Famila di Ponte nelle Alpi è stato finalmente ripristinato. Circa tre mesi or sono, di notte, un automobilista che percorreva la strada fra Ponte e Belluno aveva centrato in pieno il semaforo mettendolo fuori uso. Quella notte, chiamati sul posto, e vista l’impossibilità che intervenissero altre pattuglie, erano stati chiamati i carabinieri della stazione di Forno di Zoldo. Prese le genera-

lità del conducente avevano steso il verbale «che non è arrivato subito nei nostri uffici», fanno sapere dal Comune di Ponte. Un’attesa che si dilatata perché, subito dopo, c’è stata l’emergenza maltempo e le priorità, in tutta la provincia, sono state altre. Ma il verbale dell’incidente era necessario perché la ditta che doveva intervenire non l’avrebbe mai fatto se prima non avesse saputo su chi rivalersi. E solo ieri, a tre mesi dal sinistro, la ditta ha finalmente inserito la nuova scheda che ha rimesso in funzione il semaforo. GS

Cinque scuolabus usati: “affare” da 18.500 euro `L’amministrazione

rinnova il parco mezzi e apre un’asta PONTE NELLE ALPI

L’INCONTRO ieri in Certottica per gettare le basi del progetto di un politecnico dell’occhiale, poi la consegna delle borse di studio

Un politecnico dell’occhiale: il progetto Certottica decolla Una delle eccellenze del territorio polo nazionale della formazione `

LONGARONE Istituire un politecnico dell’occhiale in Certottica: il progetto prende forma. E viene rilanciato con forza dalla sede longaronese.

ALL’ORIZZONTE «Il politecnico sarebbe di respiro nazionale - ha affermato l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan - e fa parte di un protocollo già sottoscritto. Credo molto nella formazione. A maggior ragione, in uno dei settori lepre dell’economia mondiale». Sulla stessa lunghezza di pensiero, l’amministratore delegato di De Rigo Vision, Michele Aracri: «Appoggio senza riserve l’ipotesi di creare un politecnico in Cer-

tottica. Diventerebbe un centro di eccellenza formativa, di ricerca e di sviluppo, in favore delle imprese. Per questo, incoraggio l’Istituto a dotarsi di strutture e laboratori attrezzati che possano dare ulteriore concretezza ai percorsi formativi». Ma quella di ieri era soprattutto la giornata di Floriano Pra: la memoria dello storico presidente di Certottica, scomparso due anni fa, rivive attraverso le borse di studio agli studenti meritevoli. Più precisamente, agli allievi del percorso Its “Academy in design e tecnica dell’occhiale”.

I PREMI Due, in particolare, i premiati: Luca Dal Bo’ (22enne di Belluno, diplomato all’Iti Segato) e Valeria Ruaro (35enne di

C’è il pieno appoggio della Regione Ieri consegnate le borse di studio `

Ponte nelle Alpi: è architetto con un dottorato di ricerca in Estimo ed Economia territoriale). Tutto è nato dall’intesa tra Anfao e Regione Veneto: «Il progetto di formazione per gli occupati del settore - sono state le parole Giovanni Vitaloni, presidente dell’Associazione nazionale fabbricanti articoli ottici - ha coinvolto 108 imprese di varie dimensioni in più di 3800 ore di attività». L’altro segmento del percorso, invece, era orientato a formare nuovi profili professionali, soprattutto tecnici, da inserire nelle imprese: «In questo caso le aziende che hanno ospitato i tirocini erano 88. E oltre 70 allievi sono riusciti a concludere con successo il corso: non solo, il 70 per cento di loro ha già trovato un’occupa-

zione».

IN SALA In platea, non è passata inosservata la presenza di Luigi Francavilla, braccio destro di Leonardo Del Vecchio in Luxottica. E grande amico di Floriano Pra: «Floriano era un uomo solare ed elegante - lo ha ricordato Luigino Boito, presidente di Certottica - tenace e raffinato. Ma soprattutto autentico. Credeva profondamente nella piattaforma del sapere: ecco perché, con queste borse di studio, lo sentiamo più che mai vivo e presente». Non è mancata la famiglia Pra, con il figlio Sergio in prima fila: «Mio padre aveva una visione futuristica. Era un grande esempio». Marco D’Incà

Il Comune di Ponte nelle Alpi rinnova il parco macchine. E ci sono occasioni da prendere al volo. Anzi: qualcuno ha già fatto l’affare. Le macchine, in realtà, sono scuolabus di cui l’amministrazione intende disfarsi per poi procedere all’acquisto di nuovi mezzi.

IN VENDITA Gli scuolabus che gli uffici hanno individuato da dismettere, sono cinque. Uno è già stato piazzato. Infatti, proprio mentre a Ponte si stava definendo la determina per la messa in vendita dei mezzi, il vicino Comune di Chies d’Alpago ha dovuto fare i conti con un guasto al proprio pulmino. Ed ecco l’occasione: con 6.500 euro, questa la cifra stabilita dagli uffici comunali di Ponte, ed una trattativa a parte, lo scuolabus ha cambiato proprietario e territorio di competenza. Il termine per la presentazione delle offerte scadrà l’11 febbraio. Quindi entro meno di un mese sono altri quattro i pulmini che il Comune di Ponte nelle Alpi mette in vendita. Ed uno di questi sembra già aver trovato padrone. Si tratta di un Fiat utilizzato per il trasporto degli alunni della scuola dell’obbligo e dei bambini della scuola materna, immatricolato nel 2003 e che ha alle spalle poco più di 70.000 chilometri: base d’asta 500 euro. Appena pubblicata la determina, in Comune sono infatti già arrivate due telefonate, provenienti da altrettante associazioni che coltivano la passione per i mezzi storici: «Sono di Milano e Savona – fanno sapere dagli uffici municipali – e il mezzo sarà assegnato a chi presenterà l’offerta migliore». C’è poi un secondo

mezzo del 1999, un Fiat Iveco, con poco meno di 400 chilometri percorsi (391.287), che viene messo in vendita a 2.500 euro. Infine altri due scuolabus sono infine messi in vendita ciascuno a 4.500 euro: si tratta in entrambi i casi di Fiat Iveco immatricolati nel 1997 e con all’attivo uno 534.065 chilometri, un secondo ne ha invece percorsi 669.238.

L’IMPORTO Complessivamente, dai cinque mezzi messi in vendita, l’amministrazione comunale mira ad incassare almeno 18.500 euro. Ma siccome, come è scritto nella determina, il sistema prevede che le offerte siano “a salire”, nell’erario comunale potrebbe entrare anche una somma maggiore. E si tratta di una cifra al netto, perché – è sempre la determina che lo precisa – le spese di trasporto del mezzo e quelle relative al passaggio di proprietà, saranno tutte a carico dell’acquirente. Giovanni Santin

UNO DEI MEZZI È GIÀ STATO COMPRATO DAL COMUNE DI CHIES DOPO CHE QUELLO IN DOTAZIONE SI ERA GUASTATO

Verde e rosso in tilt: provvede “ Veneto strade” Il Cai alla baita Segantini: SOVERZENE

RIPARATO Il semaforo di Soverzene

È durato meno di due giornate il disagio provocato dal guasto al sistema semaforico che si trova alle due estremità del ponte che permette l’accesso a Soverzene. Andato in panne martedì sera, il black-out ha mandato in tilt il traffico per l’intera giornata di mercoledì; poi ieri, già nel corso della mattinata, Veneto Strade è intervenuta sostituendo la scheda che si era rotta e aveva creato più di un problema; contribuendo in questo modo a ripristinare il regolare flusso del traffico. «Il

momento di maggior crisi si è avuto al mattino – spiega il sindaco Gianni Burigo – perché fra le 7,30 e le 8 si concentra il maggior flusso di traffico della giornata: centinaia di automobili in pochi minuti. Perché, di fatto, questa strada viene usata come fosse una variante per raggiungere la zona industriale di Longarone. E mentre ieri il traffico è stato regolato nei due sensi di marcia dalla Polizia Locale, un agente di Longarone, uno di Ponte, mercoledì qualche problema c’è stato. Spesso infatti gli automobilisti non rispettano nemmeno il rosso del semaforo, figuriamoci se il sema-

foro è lampeggiante. E quando uno si immette lungo il ponte, a quel punto nessuno può imboccarlo nell’altro senso di marcia, nemmeno se gli spetta di diritto perché dalla propria parte il semaforo è verde». Un intervento tempestivo, quello di Veneto Strade. Ed altrettanto importante. Se infatti non fosse stato possibile ripristinare immediatamente l’impianto, il Comune di Soverzene aveva già pensato di installare in via provvisoria un semaforo da cantiere. Invece dalla tarda mattinata di ieri la situazione è ritornata alla normalità. G.S.

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si parte domenica all’alba LONGARONE Il Cai di Longarone organizza per domenica un’escursione con le “ciaspe” in Val Venegia, alla Baita Segantini (Trentino orientale). Il ritrovo è previsto alle 7 del mattino al piazzale della stazione: da lì, partenza per Falcade. «Supereremo quindi il passo Valles - spiegano gli organizzatori - e, dopo circa 4 chilometri, imboccheremo una stradina fino a raggiungere la località Pian dei Ca-

soni (1700 metri), dove lasceremo le automobili. E dove inizierà anche la nostra escursione. Percorreremo tutta la Val Venegia lungo una strada forestale in leggera salita, per poi salire in maniera più decisa fino al passo Costazza e alla Baita Segantini (2170 metri): in rifugio non mancherà la possibilità di pranzare». Le iscrizioni sono aperte fino a stasera (ore 20): basterà inviare un sms o telefonare al 392.8425990. MdI


XIII

Agordino

IL SINDACO ANDREA DE BERNARDIN «Esternazioni di questo tenore non meriterebbero nemmeno un commento ma le offese però sono troppo pesanti»

Venerdì 18 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

belluno@gazzettino.it

Turista contro Rocca Pietore «Lazzaroni e assistenzialisti» In un duro post pubblicato su Facebook `Il governatore Luca Zaia: «Esterrefatto critiche per i Serrai e gli alberi abbattuti nessun rispetto per una terra martoriata» `

Addio a Devis: chiesa gremita e tanto dolore `I coscritti

e gli amici della “Ghenga” hanno letto due lettere

ROCCA PIETORE CENCENIGHE

«Siete semplicemente indegni e indecenti». Già solo questo, scritto peraltro a caratteri cubitali, fa intendere il tono del post in Facebook che una turista, inferocita probabilmente per il costo dei parcheggi comunali, ha rivolto agli abitanti di Rocca Pietore e che tanto ha fatto arrabbiare il presidente della Regione Luca Zaia. «Sono esterrefatto - afferma il Governatore - come si possono fare tali considerazioni e usare questi toni nei confronti di una popolazione che ha visto il proprio paese devastato dal maltempo di fine ottobre e che fin da subito si è tirata su le maniche?». Da parte sua il sindaco Andrea De Bernardin annuncia che «Verificheremo con i carabinieri se ci sono i margini per una denuncia. Se essi esistono non mi tirerò certo indietro».

LA VICENDA Tutto ha inizio quando nella rete ha iniziato a girare il messaggio di tale Laura Internicola, bresciana amante della montagna, che attaccava con parole molto aspre l’Amministrazione e la comunità rocchesana: «A 3 mesi dalla frana e dalla devastazione pensate solo a prendere i soldi del parcheggio, del trenino estivo e a pulire per terra in paese. Al contempo canyon chiuso e alberi sulle strade lasciati a remengo». Per aggiungere poi, in maiuscolo per evidenziare il concetto: «Popolazione di lazzaroni e assistenzialisti». Il suo auspicio: «Ma piegate la schiena a lavorare, che vivete di questo e rendete il paradiso in cui state un inferno. Merde. E c’è gente che gli vuol pure dare soldi… Per cosa, quando la mentalità è marcia». Affermazioni dure che non sono passate inosservate alla comunità, all’Amministrazione e nemmeno a Palazzo Balbi.

IL PRESIDENTE «Sono esterrefatto - afferma il

IL GOVERNATORE Luca Zaia a Rocca Pietore all’indomani dell’alluvione con il sindaco e l’assessore Bottacin

Dal Comune

«Parlerò con i carabinieri e se ci sono gli estremi sono pronto a denunciare» «Da una gentil signora non mi sarei mai aspettato tante cattiverie». Ironizza, il sindaco di Rocca Pietore Andrea De Bernardin, commentando il post pubblicato dalla turista bresciana. «Sinceramente afferma - avrei voluto stare lontano da questo episodio, pensando che non valesse nemmeno la pena rispondere. Ma in tanti mi hanno tirato per la giacchetta, offesi dal linguaggio scurrile usato e dai giudizi espressi assolutamente fuori luogo. E

questa cerca chiaramente notorietà e quale metodo migliore che attaccare un Comune e un sindaco tristemente noti? Sinceramente, rispetto a questo, ho problemi decisamente più seri. Ciò nonostante, valuterò con i carabinieri se ci sono i margini per sporgere una denuncia e qualora ci siano non mi tirerò certo indietro. Colgo l’occasione per ringraziare invece tutti coloro che ancora oggi sono operativi a favore del nostro territorio, residenti e non».

governatore Luca Zaia - non c’è il minimo rispetto per chi ha visto il proprio paese distrutto e i boschi spazzati via dalla furia del vento. Vorrei elencare alla signora i miracoli compiuti dalla popolazione bellunese in pochi giorni, dall’acquedotto riparato in tempi record alle strade sgomberate, a tutto il resto. Ma forse non ne vale la pena, per chi riesce ad esprimersi in questo modo». Ad avvalorare le parole del presidente centinaia di messaggi di persone che hanno evidenziato loro cosa è stato fatto già nelle prime settimane: «Smottamenti asportati, strade liberate dagli alberi e messe in sicurezza, linee elettriche e telefoniche ripristinate, tetti di case e fienili rifatti. Altro che assistenzialismo». Tante, nel frattempo, le testimonianze di solidarietà giunte alla comunità rocchesana tutte di condanna verso la turista» Raffaella Gabrieli

Un destino beffardo e crudele quello di ieri per tutta la comunità di Cencenighe. Doveva essere un giorno di festa nel corso del quale si festeggiava il santo patrono sant’ Antonio Abate e invece è stata una giornata di tristezza e di dolore per tutti gli abitanti del paese che, in massa, hanno gremito la chiesa parrocchiale e il sagrato per dare l’ultimo saluto a Devis Baiolla l’agricoltore 33enne morto lunedì sera in seguito all’incidente avvenuto a “Le Casate” di Canale d’Agordo. Al momento dell’uscita di strada Baiolla a bordo del suo pick up Land Rover stava percorrendo la Provinciale 346 del passo San Pellegrino da Falcade in direzione di Cencenighe. Un notizia devastante quella che ha colpito la comunità di Cencenighe dove Devis era molto conosciuto e apprezzato per il suo allevamento modello con una ventina di capi. Il ragazzo era rimasto l’unico a Cencenighe a dedicarsi ancora a tempo pieno all’agricoltura. Un impegno il suo condiviso con la famiglia. Ieri in chiesa la commozione era tanta, in molti hanno

gremito la parrocchiale per il rito funebre officiato da don Luigi Canal e don Alessio Strappazzon. I coscritti di Devis sono stati invitati a prendere posto attorno all’altare. Nel corso della cerimonia don Luigi Canal ha letto due lettere, la prima indirizzata a Devis da parte dei coscritti e l’altra scritta dalla “Ghenga” ovvero il gruppo di amici che Devis era solito frequentare nei pochi momenti di svago libero dagli impegni della stalla. Don Canal, nella sua omelia a ricordato la coincidenza che ieri si celebrava la figura di sant’Antonio Abate, patrono degli animali domestici, e ha collegato la figura di questo Padre della Chiesa alla grande passione per la zootecnia che il ragazzo nutriva tanto di aver scelto un lavoro che gli permetteva di vivere in mezzo agli animali. E quindi don Canal ha voluto affidare nelle mani di sant’Antonio Abate l’anima di Devis. Sempre nel corso dell’omelia don Canal ha voluto ricordare anche l’impegno nel volontariato di Devis sempre pronto ad accorrere quando c’era bisogno mettendo a disposizione della comunità non solo il suo tempo ma anche le sue macchine e i suoi mezzi. Ora per la famiglia Baiolla si presenterà un altro grande problema ovvero come far andar avanti l’azienda zootecnica senza Devis, che era il motore della stalla. Dario Fontanive

L’ULTIMO SALUTO A Devis Baiolla l’agricoltore 33enne morto lunedì sera in seguito all’uscita di strada del suo pick up

Partito Democratico: «Al lavoro per il dopo Da Roit» Maresciallo stalker in aula: `De Menech: «Molto

dispiaciuti, troviamo il suo successore» AGORDO Il Partito Democratico accetta, ma con dispiacere, la mancata ricandidatura a sindaco di Agordo dell’uscente Sisto Da Roit. Giocoforza, a breve inizierà un giro di consultazioni per individuare un “delfino” che possa continuare a reggere le sorti di Palazzo Bianco. «Una decisione personale che ovviamente rispettiamo - commenta l’onorevole Pd Roger De Menech - ma che, non lo nascondiamo, ci fa “perdere” un ottimo amministratore che per 15 anni

(10 da vice e 5 da sindaco) - ha portato avanti una grande mole di lavoro. Per tutto questo lo ringraziamo sentitamente». Ma lo spettacolo, come si sa, deve andare avanti. «Per Agordo così come per gli altri Comuni del comprensorio che andranno al voto - prosegue il parlamentare - avvieremo un confronto con la popolazione, chiedendo alla “base” di esprimere nomi, programmi, idee». Tra l’altro, come Pd, abbiamo la fortuna di essere una realtà strutturata sul territorio e questo, certamente, si rivelerà utile». Tornando a Da Roit, De Menech ribadisce l’importanza dell’impegno dato nelle ultime tre legislature. «Lo dico anche in quanto ex sindaco - sottolinea -: so quanto tempo e dedizione servono. Quindi, Sisto, ancora grazie». E un ringraziamento arriva anche da Ke-

PARTITO DEMOCRATICO Il segretario agordino Kevin Da Roit

vin Da Roit, segretario del Circolo Pd dell’Agordino. «Non posso che unirmi all’onorevole De Menech nel complimentarmi con Sisto per il prezioso lavoro svolto come vicesindaco prima e come sindaco poi. Ma un grazie glielo rivolgo anche per la sua azione all’interno del Circolo: noi del Pd, soprattutto i più giovani, gli dobbiamo molto per averci accompagnato in un importante percorso di formazione». Da parte del Circolo, in quest’ultimo periodo, è stato rivolto un grande interessamento agli eventi calamitosi dello scorso ottobre. «Ha avuto un grande successo - spiega Kevin Da Roit - l’incontro con l’esperto forestale Alex Pra. È È nostra intenzione proporre nuovamente, su questo tema, altri momenti di riflessione». R.G.

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le “vittime” confermano tutto GOSALDO È proseguito ieri il processo contro Gian Gabriele Marcon, 59 anni, ex maresciallo del Corpo forestale dello Stato, accusato di aver perseguitato i vicini di casa, violandone anche il domicilio e danneggiandolo. I fatti, che risalgono all’ottobre-dicembre del 2016, sono stati confermati ieri in aula dagli accusatori, ovvero i compari di nozze Valter e Debora Marcon, parti civili con l’avvocato Roberta Resenterra. I due hanno confermato tutte le accuse riportate nel capo di imputazione, ovvero di aver subito una serie di angherie che provocarono in lo-

ro uno stato d’ansia perenne. Non sapevano mai cosa aspettarsi. Tutto nasce dall’abitudine dell’imputato di lasciare liberi i suoi animali, due cavalli e quattro pecore. La gente dice che creano problemi e sporcano il paese, tra questi anche i compari di nozze. Si arriva così ad un esposto contro il sottufficiale in pensione. E scoppia la guerra che porterà l’imputato a compiere una serie di incursioni nella proprietà dei Marcon, oltre a lanciare destriti, sassi, lanciare letame nei cortile e sui muri. Per mettere assieme le loro accuse, i Marcon cominciano a riprendere le presunte malefatte. Il processo è stato quindi aggiornato e rinviato per sentire altri testi.


XI

Padova

Venerdì 18 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

Rinascente, accordo a portata di mano `Sindacati e azienda

vicini ad un’intesa sulle buonuscite LA TRATTATIVA PADOVA Rinascente, l’accordo sarebbe a portata di mano. Anche se tra i sindacati la prudenza è massima, ieri pomeriggio, al termine dell’incontro tra i sindacalisti della Filcams Cgil e della Fisascat Cisl e i dirigenti dell’azienda si sarebbe raggiunta una sorta di preaccordo. Un’intesa che andrebbe incontro alle richieste delle 39 lavoratrici, ovvero una buona uscita pari a 24 mensilità. Il che si traduce, per i contratti full time, in una cifra attorno ai 33.000 euro. Subito dopo l’incontro con la proprietà, si è riunita l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori. «Abbiamo compiuto - ha spiegato in serata Marquidas Moccia, segretaria generale della Filcams Cgil di Padova – passi in avanti nella direzione giusta. Con l’incontro di oggi abbiamo dato segui-

Benciolini ha convocato i presidenti delle consulte IL COORDINAMENTO PADOVA L’assessora al Decentramento Francesca Benciolini ha incontrato i dieci presidenti delle Consulte di quartiere nella conferenza dei presidenti, a poco più di due mesi dall’inizio delle convocazioni del nuovo organismo di partecipazione voluto dall’amministrazione. «È stata soprattutto l’occasione per fare il punto della situazione a livello organizzativo con i presidenti e gli uffici – spiega l’assessora – il lavoro delle consulte è in pieno svolgimento, alcune sono pronte ormai alla quarta convocazione. Ci siamo confrontati con tutti i presidenti sull’organizzazione interna, sul rapporto con l’amministrazione e soprattutto su quello con i cittadini. Le Consulte infatti hanno assunto il ruolo fondamentale di primi referenti nel rapporto tra il territorio e le scelte dell’amministrazione». Alla conferenza dei presidenti erano presenti Andrea Busato (presidente Consulta 1), Etta Andreella (presidente Consulta 2), Silvia Bresin (3A), Mauro Feltini (3B), Celestino Giacon (4A), Dario Da Re (4B), Maurizio Marcassa (5A), Mila Masciandri (5B), Luciano Sardena (6A), Alessandro Bastianello (6B). La riunione ha dato modo di mettere in relazione le diverse scelte, ma anche di scambiarsi idee sulle iniziative in essere: «Ogni consulta ha elaborato in piena libertà la propria organizzazione – continua Benciolini – sono stati formati tavoli di lavoro e commissioni, redatti regolamenti interni, stabiliti modi e tempi per favorire la partecipazione dei cittadini del territorio alle riunioni. Molti sono i progetti già attivati in questi primi due mesi: c’è chi ha contattato i centri socio culturali per iniziative comuni, chi ha già fatto rete con le associazioni del quartiere, chi ha invitato i commercianti del territorio alle riunioni per aprire un dialogo mentre in altri casi si sono tenuti degli incontri con gli assessori competenti su temi specifici. Anche la presenza della minoranza, dopo qualche polemica assenza iniziale, è continua e collaborativa. Segno che il ruolo delle Consulte è stato compreso appieno da tutti».

to all’impegno, assunto dall’azienda al tavolo di crisi regionale, di rivedere significativamente al rialzo gli incentivi per i lavoratori».

I CRITERI «Per il momento abbiamo condiviso i criteri con cui stabilire le cifre che spettano a ciascun dipendente, a partire dal rispetto dell’anzianità di servizio e dalla considerazione che non sarà semplice trovare una nuova occupazione. Quindi vanno messe le persone nelle condizioni di poter vivere dignitosamente nel tempo che le separa da nuove opportunità – ha aggiunto - continueremo a tenere i contatti con l’azienda e abbiamo fissato un secondo appuntamento il 28 gennaio. Le lavoratrici e i lavoratori hanno

ALLE 39 DIPENDENTI VERREBBERO RICONOSCIUTE 24 MENSILITÁ, PARI A CIRCA 33.000 EURO

ACCORDO Buonuscita in arrivo per le 39 dipendenti della Rinascente

ribadito, in assemblea, la volontà di vedere riconosciuto quanto loro dovuto, rimanendo pronti a mettere in campo tutte le azioni necessarie per far rispettare all’azienda gli impegni presi con la Regione Veneto e con i rappresentanti sindacali». Anche se nulla ancora è definito, a meno di un mese dalla chiusura del punto vendita – le serrande si abbasseranno definitivamente il prossimo 15 febbraio - le lavoratrici del mega store alla fine potrebbero ottenere dunque una buona uscita che si aggira attorno ai 33.000 euro. Una cifra sensibilmente superiore ai 22.000 euro inizialmente ipotizzati. Nei giorni scorsi, intanto, l’assessore alla Cultura Andrea Colasio ha incontrato la proprietà dell’immobile (gruppo Tabacchi) per discutere del futuro degli spazi comunali all’ultimo piano della Rinascente. Quanto alla destinazione degli altri spazi dello stabile che dà su piazza Garibaldi il riserbo è ancora massimo. Con ogni probabilità però, il palazzo verrà diviso tra 4 o 5 grandi griffe che andranno ad occupare i vari piani. Alberto Rodighiero

Avviso a pagamento

I SIGILLANTI DENTALI: PREVENZIONE EFFICACE CONTRO LA CARIE

Scoprili in IERO, Istituto Europeo Ricerca Odontoiatrica interessato deve essere messo temporaneamente all’asciutto, mediante l’uso di un supporto in lattice chiamato diga o mediante la posa di rulli di cotone. Dopo l’applicazione del sigillante, la resina da liquida si consolida grazie ad un processo di polimerizzazione mediante una brevissima esposizione di raggi luce alogena o ultravioletti. Non serve anestesia e dopo la posa non viene avvertita alcuna differenza nella masticazione, tra il prima e il dopo.

I sigillanti dentali sono un utile strumento di prevenzione della carie, per i bambini ma anche per gli adulti (come dimostrato da diversi studi). La dott.ssa Giulia Nardin, Pedodonzista, ci spiega cosa sono e a cosa servono nei bambini. COSA SONO I SIGILLANTI DENTALI? I sigillanti dentali, chiamati anche “sigillature” sono degli strumenti di prevenzione eficaci per prevenire e contrastare l’insorgenza della carie dentale. Consistono nell’applicazione di un sottile strato di resina in protezione alle zone che tendono a formare più facilmente la carie, ovvero la zona dei solchi e delle fessure presenti sulla supericie masticatoria (occlusale) dei denti. L’impasto che viene steso sulla supericie dei denti può essere trasparente o opaco, con alcune gradazioni di colore. Il trattamento con sigillanti risulta essere un’ottima terapia preventiva contro il rischio di carie nei denti molari permanenti.

1. I sigilli dentali permettono ai solchi dei nuovi denti di terminare la maturazione dello smalto restando “protetti” sotto un sottile strato di resina che funge da barriera. 2. Sigillano meccanicamente le fosse e le fessure dei molari con una resina resistente agli acidi, che sono presenti nella saliva. 3. Sopprimono l’habitat di batteri come streptococco mutans e altri microrganismi presenti sulla superice dei denti. 4. Facilitano la pulizia meccanica delle superici dentali rendendole meno ritentive.

SI POSSONO SEMPRE SIGILLARE I DENTI?

A COSA SERVONO LE SIGILLATURE? Al momento dell’eruzione dei primi molari deinitivi, i solchi e le fosse di questi denti si presentano ancora “immaturi” e, una volta presenti in bocca, hanno bisogno di circa due anni per terminare la completa mineralizzazione dello smalto. In questa fase di maturazione dentale dei primi molari deinitivi, che va dai 6 ai 9 anni d’età, è quindi più facile sviluppare la carie, poiché il dente si presenta più indifeso di fronte agli attacchi acidi prodotti dai batteri presenti in bocca e dai cibi ingeriti.

È molto importante considerare lo stato di salute del dente e l’assenza assoluta di iltrazioni o accumuli di placca nei solchi prima dell’applicazione di un sigillante. Non si possono sigillare i solchi che presentano già iltrazioni o carie, poiché le sigillature sono un trattamento di prevenzione che viene applicato in denti sani.

QUANDO SI DEVONO FARE LE SIGILLATURE? I sigillanti dentali sono particolarmente indicati per i bambini allo spuntare dei primi molari permanenti. I denti che più comunemente vengono trattati con i sigillanti dentali sono i primi molari permanenti, che iniziano a erompere in bocca attorno ai 6 anni d’età e i secondi molari permanenti che possono spuntare dagli 11 ai 12 anni. In casi di scarsa igiene orale o di alto indice di carie nei denti “da

latte” è consigliabile considerare l’applicazione di sigillanti anche nei molaretti decidui e in tutte le zone anatomiche più ritentive dei denti deinitivi come ad esempio la fossetta presente nelle zone palatali degli incisivi (cingoli o fosse dei premolari) Anche se con minor frequenza, la sigillatura può essere effettuata anche negli adulti, su superici che non siano già state otturate o sigillate. La posa dei sigillanti è raccomandata dalle Linee Guida Nazionali per la Promozione della Salute Orale e la Prevenzione delle Patologie Orali in Età Evolutiva (Ministero della Salute; Novembre 2013) in considerazione del fatto che molti bambini fanno largo uso di alimenti ricchi di zuccheri, non lavano bene i denti e sono quindi soggetti a un maggiore rischio di carie rispetto al passato.

QUANTO DURANO LE SIGILLATURE? Possono durare molti anni. Le sigillature possono però usurarsi con il tempo e quindi il dentista deve poter veriicare periodicamente la loro integrità o l’eventuale sostituzione. Se necessario, il trattamento può essere infatti ripetuto sullo stesso dente o “ritoccato” all’occorrenza.

COME AVVIENE LA SIGILLATURA? La sigillatura è una pratica indolore e di breve durata. La sua eficacia dipende dalla corretta tecnica di applicazione. Il dente

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QUALI SONO LE AVVERTENZE? Le sigillature sono sempre consigliate per i bambini, ma non devono essere viste come la scusa per non avere cura dei denti attraverso un’igiene costante e corretta o per non effettuare i controlli dentistici necessari. Dott.ssa Giulia Nardin Pedodonzista in IERO

CHI SIAMO IERO, Istituto Europeo di Ricerca Odontoiatrica, è una struttura moderna che raggruppa eccellenze odontoiatriche al ine di migliorare gli standard qualitativi dei trattamenti, aumentare la cultura sulla salute orale e rendere le cure accessibili a tutti. Entro una supericie di 1000 mq, dispone di una sala corsi da 50 persone, di una strumentazione per indagini radiograiche di ottimo livello. Offre la sedazione cosciente e percorsi diagnostici personalizzati, per esempio per i pazienti più giovani, gli anziani e i disabili. IERO si trova in via Venezia, 90 a Padova tel. 0498073102 www.iero.it email: segreteria@iero.it

A SAN GREGORIO DOMANI I FUNERALI DEL SOMMELIER Sono in programma domattina alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di San Gregorio, in via Boccaccio, i funerali di Gregorio Muzzi, il 56enne originario di Catanzaro ma residente da diverso tempo in città, dove lavorava come direttore di sala e sommelier all’Antico Brolo, il rinomato ristorante di corso Milano, di proprietà di Mario Di Natale. Lunedì scorso Muzzi, al volante della sua utilitaria, si era scontrato frontalmente con un camion lungo la Noalese, in licalità Zero Branco, nel trevigiano. Trasportato in condizioni disperate all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso era deceduto poco dopo.

PALAZZO MORONI DIPENDENTI SCOLASTICI SUL PIEDE DI GUERRA Le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl denunciano le numerose criticità patite dai dipendenti nelle scuole comunali, peraltro già segnalate ad inizio anno scolastico, ribadite in tutti i tavoli di trattativa ed affrontate anche nel tavolo del 12 ottobre, ma purtroppo ad oggi ancora irrisolte. Lamentano la mancanza di personale docente inserito in sezione e destinato al sostegno, con conseguente copertura garantita solo nelle fasce di compresenza dalle 10 alle ore 14 per i bambini portatori di disabilità, l’assenza di graduatorie a tempo determinato e problematiche legate al personale non esternalizzato addetto ai servizi nelle scuole. I lavoratori da troppo tempo attendono soluzioni, per questo i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione.

CONFERENZA RETTORI RIZZUTO ELETTO NELLA GIUNTA L’assemblea della Conferenza dei Rettori ha eletto come nuovi membri della giunta i rettori Francesco Adornato (Università di Macerata), Ferruccio Resta (Politecnico di Milano), Rosario Rizzuto (Università di Padova), e Aurelia Sole (Università della Basilicata). Completano la giunta i sette rettori ancora in carica.

GIOVANI ED EUROPA CONVEGNO AL PARCO ETNOGRAFICO Come costruire un’Europa unita a favore delle nuove generazioni nell’era Brexit? É il tema del convegno “I giovani incontrano l’Europa. Spritz al Parco”, in programma domani dalle ore 10.30 presso la sala convegni del Parco Etnografico di Rubano. Interverranno l’europarlamentare Damiano Zoffoli, già sindaco di Cesenatico e il professor Vincenzo Romania, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università di Padova. Durante l’incontro quattro giovani padovani - Rebecca, Francesco, Chiara e Martina - parleranno della loro esperienza all’estero. L’evento è stato organizzato da Stefano Artuso, coordinatore del circolo Pd di Rubano.


III

Primo Piano

Venerdì 18 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

In città l’ansia dei clienti: «Sarebbe un duro colpo» L’EMPORIO TREVISO Le vetrine, i saldi, gli interni eleganti. Una cliente accarezza il cappotto in cachemire, due sono sedute sui divanetti e guardano maglioni e pantaloni. Sembra un giorno come gli altri, ma non è così. L’annuncio di Stefanel di voler mettere in cassa integrazione 244 persone, quasi la totalità del suoi dipendenti, in attesa di elaborare la proposta di concordato che potrebbe salvare lo storico marchio di abbigliamento, si è abbattuta come un macigno sui lavoratori. E all’interno del lussuoso store di via XX settembre i clienti iniziano a fare domande. «Non siamo autorizzate a rispondere» spiegano cortesemente le 4 commesse. La notizia era già nell’aria, ma si sape-

va che i tagli riguardavano al momento il ramo d’azienda della logistica. I dipendenti degli store aziendali non dovevano essere toccati. Oggi c’è invece la consapevolezza che non sarà più cosi. E gli interrogativi sul futuro sono moltissimi. «Sono una cliente affezionata del marchio - spiega all’uscita Rosa - seguo con apprensione le vicende che riguardano Stefanel e ho più volte chiesto lumi al personale. Solo che, in virtù della policy aziendale , nessuno è autorizzato a rilasciare dichiarazioni. Se chiudesse questo negozio sarebbe un colpo durissimo per la piazza».

LA CRISI DEL TESSILE Stefanel, Sisley e Benetton, ovvero l’abbigliamento e il lifestyle che ha fatto grande Treviso per un cinquantennio. Den-

tro i negozi buoni del centro, la storia di un marchio ma anche generazioni e famiglie trevigiane che hanno scelto, comprato e indossato capi nei momenti quotidiani e importanti della vita. E proprio nei mitici anni Ottanta, dopo il primo Stefanel Store a Siena, aprì il negozio aziendale nel cuore di Treviso. Fu il là agli altri punti vendita, che svilupparono una folta rete di negozi di moda in franchising. Tante vetrine all’estero, poi la sfida della piattaforma online “Stefanel.com” dove è possibile navigare tra le varie proposte stagionali, suddivise in categorie, come maglieria, top e camicie, abiti e tute, pantaloni e gonne, coprispalla, accessori e l’interessante sezione Stefanel outlet. Ma il negozio che si affaccia su piazza dei Signori, in uno degli stabili più

belli della città non è soltanto un punto vendita. È identitario di un territorio e di un brand. «Sul futuro dello store nulla ci è stato ancora comunicato» precisa la responsabile del negozio. Ma che i clienti si stiano già rarefacendo è un fatto non nuovissimo. Le molte difficoltà aziendali hanno indebolito anche la percezione da parte dello stesso consumatore.

L’ASCOM

IL PRESIDENTE di Ascom Renato Salvadori

NESSUN COMMENTO NEL NEGOZIO IN CENTRO SALVADORI (ASCOM): «E C’E’ IL PERICOLO DELL’EFFETTO TRAINO»

«Attendiamo gli sviluppi: ad oggi abbiamo notizie parziali afferma il presidente Ascom Renato Salvadori - certo c’è preoccupazione per i lavoratori, per una storia aziendale importante e anche per il punto vendita in centro. Il timore è che la mazzata trascini anche lo store». L’assenza del marchio nella piazza dei Signori è uno scenario da scongiurare in ogni modo: «Anche per il pericoloso effetto traino che potrebbe avere» afferma Salvadori. La speranza è quella di una trasformazione: «È auspicabile un aggiustamento: nel commercio nulla si crea e nulla si distrugge, attendiamo gli eventi. Certamente il mix di crisi aziendale, potenziamento dell’e-commerce e la politica degli affitti non giova agli store del centro». Elena Filini

Previsti tempi rapidi: la cassa integrazione può partire in febbraio Coinvolti a rotazione quasi tutti i 253 dipendenti in Italia Furlan: «Per ridurre i costi ci rimettono solo i lavoratori» `

IL FUTURO PONTE DI PIAVE Per un anno beneficeranno del paracadute della cassa integrazione. Dopodiché l’orizzonte per i lavoratori della Stefanel rimane ancora incerto. Sono 83 i dipendenti del gruppo nella Marca, dove l’azienda è nata ed è diventata uno dei marchi italiani di abbigliamento più noti: tutti, tranne due, stando ai primi dati comunicati dall’impresa ai sindacati, saranno coinvolti nella riorganizzazione, insieme ai colleghi di altre provincie e regioni. La fetta più consistente è costituita dagli addetti del quartier generale di Ponte di Piave: 72 le persone in organico (la cig dovrebbe riguardare 70 posizioni), in massima parte impiegati e tecnici. A loro si sommano poi sette occupati del vicino punto vendite aziendale e altre quattro del negozio in via XX Settembre, in pieno centro a Treviso. La cig potrebbe partire già in febbraio, se le procedure al ministero si svolgeranno in tempi abbastanza rapidi.

CHI È COINVOLTO QUASI DESERTO Lo stabilimento della Stefanel lungo la Regionale Postumia: un tempo dava lavoro a centinaia di dipendenti e ora è aperto per poche decine di persone (Francesco Da Re / Nuove Tecniche)

Il Pd provinciale

«Tragedia annunciata, porteremo il caso in Parlamento» «La crisi di Stefanel è la classica tragedia annunciata dichiara Giovanni Zorzi, segretario provinciale Pd Che il settore tessile nella Marca fosse gravemente in difficoltà, era purtroppo noto da tempo, come dimostrano, numeri alla mano, i trend consolidati su fatturato, produzione e export dell’intero comparto. A pagarne ora il prezzo più grande sono i lavoratori e famiglie e, assieme a loro, un intero territorio che ha accolto in questi anni l’azienda come parte integrante della propria comunità». Di fronte alle drammatiche notizie di imminente chiusura dello stabilimento di Ponte di

Piave, casa madre del marchio d’abbigliamento, e all’improvvisa richiesta di cassa integrazione straordinaria per la quasi totalità di addetti, Zorzi sottolinea come da un anno i lavoratori sapessero della crisi e abbiano sostenuto grandi sacrifici.«Ora meritano rispetto e chiarezza. Non è in alcun modo accettabile che l’azienda dichiari lo stato di crisi senza accennare un minimo di progetto di recupero per il futuro. Non si può continuare a far pagare ai lavoratori il prezzo della confusione in cui è precipitata la proprietà». Il riferimento è ovviamente agli aspetti non ancora delineati dai vertici dell’azienda sul

futuro decentramento in un altro sito della provincia. Il Pd provinciale è intenzionato a interessare i rappresentanti in Parlamento, data la dimensione del gruppo Stefanel perchè la questione diventi una delle priorità del Governo. «Ci auguriamo che anche la Lega di Zaia faccia altrettanto, perché ne va di mezzo lo sviluppo di un intero territorio. Ci aspettiamo che si apra subito un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico, a salvaguardia dell’occupazione e del marchio, proprio come è stato fatto in passato dall’allora ministro Calenda per altre crisi aziendali della stessa gravità». EF

I lavoratori trevigiani non saranno i soli in Italia. Per fronteggiare la crisi economico-finanziaria in cui si dibatte da alcuni anni (a settembre 2018, le perdite sfioravano i 21 milioni di euro), Stefanel sta mettendo a punto un piano di risanamento. Che sarà elemento portante della proposta definitiva di concordato “in bianco”, a cui la società è stata ammessa nei giorni scorsi. Nell’incontro dell’altro ieri, intanto, i manager hanno illustrato ai rappresentanti sindacali dei lavoratori come intende muoversi sul fronte dell’occupazione: verrà richiesta la cassa integrazione straordinaria per crisi, per dodici mesi, pressoché per la totalità dei 253 dipendenti in forza. Nella lettera per richiedere l’avvio della procedura, si parla di 249 soggetti, a fronte di 244 esuberi. L’azienda ha in seguito precisato la volontà di procedere solo con l’ammortizzatore sociale.

scuno. E, alla fine del percorso di ristrutturazione, almeno una parte dovrebbe rientrare. I numeri precisi, comunque, verranno definiti nella trattativa che si dovrebbe aprire a breve, coinvolgendo anche i sindacati del settore commercio (il grosso, infatti, è rappresentato proprio da commessi e commesse dei punti venditi sparsi in tutto il paese). «I lavoratori di Stefanel sono molto arrabbiati per quello che sta succedendo – sottolinea Cristina Furlan, segretaria provinciale della Filctem Cgil, unica sigla presente nello stabilimento trevigiano -, pensavano che con l’arrivo dei due fondi di investimento internazionali le cose sarebbero migliorate e invece questo non è avvenuto. Il risultato è che ora si chiede una drastica riduzione dell’occupazione: come

STABILIMENTO TROPPO GRANDE: LA NUOVA SEDE POTREBBE ESSERE ANCHE NON LONTANA DA QUELLA ATTUALE

sempre l’unica strada individuata per ridurre i costi. Lotteremo fino alla fine per ridurne al minimo possibile l’impatto».

LA SEDE

Sul tavolo, a livello locale, pure la possibile chiusura dello stabilimento lungo la Postumia. L’azienda ha ribadito di voler mantenere un presidio. Ma il documento presentato ai sindacati cita l’intenzione di trasferire le attività in parte a Milano, in parte a ditte esterne, in parte in un altro sito, in provincia di Treviso. Non è esclusa l’ipotesi anche di una collocazione vicina all’attuale, ma più funzionale alle mutate esigenze e a un organico ridimensionato. Tra i dipendenti e i loro rappresentanti, però, sale la preoccupazione per la possibile perdita di un ulteriore pezzo pregiato del tessile abbigliamento nostrano: «Stefanel rischia di rimanere solo una società commerciale – rimarca Furlan - bisogna tornare a produrre in Italia: con nuove tecnologie e nuovi investimenti è possibile. E la politica deve favorire questo ritorno. Altrimenti, rischiamo l’estinzione del nostro manifatturiero». Mattia Zanardo

LE CIFRE

La platea ampia, come di prassi in simili casi, serve a consentire l’attuazione di una cassa a rotazione, coprendo solo una parte dell’orario lavorativo di cia-

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POCO LONTANO dallo stabilimento c’è l’outlet della Stefanel


XVIII

Valdobbiadene Conegliano Tarzo

Venerdì 18 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

Limitazioni anti-smog, posizionati i cartelli ai confini `Mallamace: «Finora

non è mai stata superata la soglia di attenzione» CONEGLIANO Sono stati installati nei giorni scorsi i cartelli che indicano le limitazioni al traffico in caso di allerta inquinamento. Sono stati posizionati nei vari punti di

ingresso alla città. Le misure entrano in vigore, fino al 31 marzo, in caso di superamenti del livello di Pm10. Le indicazioni regionali per l’applicazione di tali misure si attivano in funzione del livello di allerta raggiunto, modulato su tre gradi: nessuna allerta – verde; livello di allerta 1 – arancio, attivato dopo quattro giorni consecutivi di superamento, sulla base della verifica effettuata il lunedì e il giovedì; livello di allerta 2 – rosso attivato dopo

dieci giorni consecutivi di superamento. L’Arpav, al raggiungimento del livello di allerta arancio e rosso, invierà al Comune una specifica comunicazione informativa che verrà diramata immediatamente dal Comune. Le misure temporanee (in vigore dall’1 novembre 2018) da attivare il giorno successivo a quello di controllo restano in vigore fino al giorno di controllo successivo. «Finora non è mai stata superata la soglia di attenzione» afferma Claudio Malla-

mace, comandante della Polizia locale. Le misure prevedono il divieto di circolazione nel centro abitato dalle 8.30 alle 18.30 per alcune categorie di veicoli considerate inquinanti. Multe di 173 euro per i trasgressori. Fanno sempre eccezione i veicoli con a bordo almeno tre persone e quelli di conducenti che abbiano compiuto 70 anni. Sono escluse dal provvedimento le vie Innocenti (variante alla sp 38), Menarè (statale 51 di Alemagna), viale Italia e viale Vene-

zia (Pontebbana), Matteotti nel tratto compreso tra la rotatoria di viale Italia e il confine comunale con San Vendemiano (Cadoremare), via Fabbri, Vazzoler, Cosmo, Manzoni (ricadenti nella zona industriale Campidui), strada vicinale San Giacomo di Rovarè, via Bianchi, via Caduti nei Lager, via Martiri delle Foibe (ricadenti nella zona industriale Prealpi). Elisa Giraud SEGNALETICA Uno dei cartelli

Prima sfilata di Carnevale e festa della Candelora

FARRA DI SOLIGO AMPLIAMENTO DEL BON BOZZOLLA POSA DELLA PRIMA PIETRA (cb) Cerimonia di posa della prima pietra dei lavori di ristrutturazione e ampliamento della casa di riposo “Bon Bozzolla” domani in via dei Bert. Alle 10 il cardinale Beniamino Stella celebra la messa nel salone dell’istituto, quindi alle 11.30 alla presenza del presidente del “Bon Bozzolla” Giuseppe

TARZO Il Carnevale di Marca quest’anno prende il via da Tarzo. Il piccolo comune attorniato da colline e laghi ospita la prima sfilata di carri allegorici e mascherine. L’appuntamento è domenica a partire dalle 14.30. Curata dalla Pro Loco di Tarzo e inserita nel circuito dei “Carnevali di Marca”, la sfilata con centinaia di persone vestite in costume animerà le vie centrali del paese. Il passaggio dei carri allegorici sarà salutato dal lancio di coriandoli e la musica renderà ancora più suggestivo questo appuntamento. La Banda di Valdobbiadene aprirà il corteo e tra i carri ci sarà anche quello del gruppo “Fon fierun” di Corbanese. «Quest’anno la sfilata compie 37 anni – racconta Luciano Piaia, presidente della Pro Loco di Tarzo – È uno degli appuntamenti della 30. Festa della Candelora, che si apre sabato 19 gennaio nella nostra tensostruttura». A Tarzo il Carnevale va a braccetto con la festa della Candelora che dà appuntamento fino al 2 febbraio. E in tutti i fine settimana cucina aperta dalle 19. Domani, alle 17.30, la Pro Loco premia i vincitori del concorso di disegno indetto tra gli alunni della scuola media del paese sul tema del Carnevale, con elaborati che per tutto il tempo della festa rimarranno esposti nella struttura. Domenica 27 gennaio la festa della famiglia e della comunità tarzese: alle 10.30 la messa, alle 12 il pranzo, mentre nel pomeriggio animazione per i bambini e alle 16.30 il concorso di mascherine. La festa della Candelora si chiuderà il 2 febbraio: «Ci sarà l’estrazione dei premi della nostra tradizionale lotteria – conclude il presidente della Pro Loco -, con ricavato che sarà devoluto alle varie associazioni del paese». Alla buona riuscita della festa collaborano un centinaio di volontari. C.B. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’OPERAZIONE La Guardia di finanza ha fatto dei controlli sulle sponsorizzazioni della ditta Eurodecori a tre società sportive

Fatture false per lo sponsor nei guai una società di calcio È finita in tribunale con altri 2 sodalizi ` Sotto la lente 300mila euro: per l’accusa sportivi e la Eurodecori di Quero Vas era un meccanismo per evadere il fisco `

VALDOBBIADENE Dietro alle sponsorizzazione sportive non c’è sempre e solo il mecenatismo, ma spesso un sistema collaudato per evadere il fisco, aumentando gli incassi della propria azienda. Il meccanismo, testato in più parti d’Italia, a tutti i livelli, ha trascinato in tribunale il legale rappresentante della Eurodecori di Quero Vas (leader nel mondo della meccanica, dell’abbigliamento, pelletteria, occhialeria, oggettistica ed altri settori) e i rappresentanti di tre società sportive: una nel mondo del rally, chiusa nel 2015, una del calcio giovanile di Valdobbiadene e una del calcio a cinque. Sono accusati di aver emesso fatture false per consentire al loro sponsor di evadere il fisco. Un gioco che avvantaggiava entrambe le parti.

IL MECCANISMO La cifra “donata” allo sport solo nel 2011 sarebbe stata ingente,

VIA ALLE DANZE Domenica la prima sfilata della provincia

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA GUARDIA DI FINANZA HA TROVATO APPUNTI DEL TITOLARE: A PENNA SEGNAVA QUANTO USCIVA E A MATITA REGISTRAVA QUELLO CHE TORNAVA

si parla di 200-300mila euro. Troppi per non passare inosservata agli occhi di chi monitora costantemente la dura vita del contribuente. La Guardia di Finanza decise di vederci chiaro. Si scoprì così, sempre secondo la tesi accusatoria, che in realtà tanta generosità tornava nelle casse dalle quali era uscita. Il meccanismo? Semplice, l’imprenditore scaricava 100mila euro di sponsorizza-

zione, la società sportiva li fatturava e poi restituiva in contanti anche il 50-70 per cento di quanto ricevuto. In questo modo il denaro che rientrava in azienda veniva sottratto alla tassazione dell’Iva. La Procura ha effettuato controlli incrocianti tra le fatture emesse dalle società sportive, i prelievi effettuati dalle stesse e i versamenti che, contestualmente, effettuava l’imprenditore.

Conegliano

La classe 1936 dona 500 euro al Bellunese (gpm) Giuseppe Moras, residente in via Matteotti, è mancato nei giorni scorsi, ma i suoi coetanei della classe 1936 di Conegliano hanno portato avanti la sua iniziativa solidale a favore dei territori del Bellunese colpiti dai nubifragi dell’ottobre scorso e hanno inviato alla Regione Veneto l’importo di 500 euro, somma che era stata raccolta in occasione dell’ultima riunione conviviale della classe, che tradizionalmente si svolge ogni anno, tenutasi il 4 novembre 2018 per iniziativa proprio di Giuseppe Moras, che per tanti anni è stato un instancabile promotore di tutte le attività tendenti a

tenere vivo lo spirito di amicizia e solidarietà tra i coneglianesi nati nel 1936. Sono tutti pensionati, ma straordinariamente generosi. Lo ha voluto segnalare Gianpaolo Dall’Acqua, a nome di tutti i coetanei, che con spirito di collaborazione hanno affiancato l’indimenticabile Giuseppe Moras nell’organizzazione delle numerose azioni intraprese a favore della classe 1936. «Lo ricordiamo ha sottolineato Dall’Acqua – come amico profondamente onesto, ricco di valori umani, innamorato della sua famiglia e sempre disponibile con tutti».

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Inoltre, gli inquirenti hanno rinvenuto degli appunti dell’imprenditore che riportava a penna quanto uscito e a matita quanto tornava indietro. Sotto il profilo accusatorio i conti tornerebbero. Stesso trafila anche nel 2013, ma questo capitolo deve ancora arrivare davanti al giudice per l’udienza preliminare. La difesa dell’imprenditore, affidata all’avvocato Davide Bruda, ha chiesto un rinvio dell’udienza in modo da poter prima sanare la contesa col Fisco, si parla di un debito di 70mila euro. L’azzeramento del debito con lo Stato permetterà un eventuale patteggiamento o comunque un rito alternativo che alleggerisca il peso di un reato punito severamente. Inoltre ha chiesto il ricongiungimento dei due fascicoli.

LA DIFESA La società di rally, chiusa nel 2015, era rappresentata dagli avvocati Roberta Resenterra e Liuba D’Agostini, ma su questa posizione pende la prescrizione. Per il legale rappresentante del calcio a 5, il difensore Alessandra Conti, ha evidenziato un errore di imputato, mentre per la società giovanile, difesa dall’avvocato Valentina Zullo, è stata sollevata l’eccezione di incompetenza territoriale essendo la società di Valdobbiadene. Sulle richieste il giudice si è riservato, rinviando l’udienza al 9 maggio. Lauredana Marsiglia

Bubola (nella foto) il via ufficiale del cantiere. Interverranno il sindaco Giuseppe Nardi, il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi, il presidente della Provincia Stefano Marcon, il Prefetto di Treviso Maria Rosaria Laganà e l’assessore regionale Manuela Lanzarin. Seguirà la lettura dei messaggi di buon augurio scritti dagli ospiti della casa di riposo e dai bambini della parrocchia di Soligo, quindi la benedizione dell’opera.

PIEVE DI SOLIGO PREMIO TONIOLO CANDIDATURE ENTRO FINE GIUGNO (cb) Giunge alla quarta edizione il premio “Giuseppe Toniolo”. Quest’anno il tema scelto è “Educare ancora, educare sempre: la lezione del professor Giuseppe Toniolo, l’urgenza per i giovani e la società di oggi”. Tre le sezioni: “Pensiero”, “Azione & testimoni” e “Giovani” riservato ai ragazzi dai 15 ai 25 anni. Sul sito www.beatotoniolo.it si trova il bando completo. Consegna dei lavori e delle candidature entro il 30 giugno. Le premiazioni si terranno il 7 ottobre, nel giorno dell’anniversario della morte del beato pievigino.

SERNAGLIA AL MUSEO MEDIA PIAVE CORSO DI POTATURE E INNESTI TENUTO DA LEGAMBIENTE (cb) Corso di potatura e innesti al Museo Media Piave di Fontigo. Ad organizzarlo è Legambiente Sernaglia. Le tre lezioni teoriche, a cui si aggiungono dieci ore di pratica, saranno tenute dall’agronomo Alessandro Gallon. Il corso si apre il 30 gennaio alle 20.30 e prosegue il 2, 6, 9, 13 e 17 febbraio. Si parlerà di forma della pianta, potature, tipi di rami degli alberi da frutto, innesti. Corso a numero chiuso (40 posti), per iscrizioni: Alessandro Gallon email alegallon@libero.it o cell. 338.8186172.


XXI

Portogruaro

LA POLEMICA Il segretario regionale della Sim Fast Confsal, Matteo Bollato, ha scritto alla Senatore e all’assessora regionale ai trasporti Elisa De Berti

Venerdì 18 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

mestrecronaca@gazzettino.it

«Treni freddi per colpa di un ordine del Comune»

Crisi dei negozi, Terenzi attacca la giunta Senatore `Il capogruppo del

centrosinistra: «Nessuna politica per il centro» PORTOGRUARO

Sindacato attacca: «Sono stati imposti i motori spenti: disagi per i pendolari» `

PORTOGRUARO I treni regionali veneti in partenza del primo mattino da Portogruaro spesso sono al freddo. Nelle giornate di ghiaccio di quest’ultimo periodo stanno creando non pochi disagi. «E’ dall’inizio del 2019 – protestano i pendolari – che è diventato quasi impossibile trovare carrozze calde». Sotto accusa da parte dei sindacati una recente ordinanza della sindaca Maria Teresa Senatore che ha imposto uno stazionamento dei mezzi ad impianto bloccato, che causerebbe guasti e malfunzionamenti degli impianti. Di qui l’iniziativa del segretario regionale della Slm Fast-Confsal, Matteo Bollato, di scrivere alla assessore regionale ai trasporti Elisa De Berti e alla sindaca di Portogruaro Maria Teresa Senatore, per chiedere un incontro. «Al personale - scrive Bollato - sono giunte disposizioni aziendali in merito allo stazionamento dei mezzi nella stazione di Portogruaro. In pratica è stato ordinato di non effettuare, per i treni in sosta, un tipo di stazionamento detto “parking” che consente di mantenere gli impianti del treno in funzione. La disposizione, a quanto ci risulta, pare sia stata

«LA SINDACA VUOLE GARANTIRE MENO RUMORE AI RESIDENTI, MA CON L’IMPIANTO BLOCCATO SI ALLUNGANO I TEMPI PER SCALDARE LE CARROZZE»

influenzata dalla politica e dalle lamentele per la rumorosità (lo stazionamento dei treni a Portogruaro avviene a ridosso di via Colombo, ndr). A tal proposito, vorremmo esporvi il punto di vista dei lavoratori e dei pendolari che quotidianamente utilizzano questi treni come utenti o come luogo di lavoro, ricordando inoltre che tale regola non è stata disposta per i treni della regione Friuli che regolarmente sostano nella stazione di Portogruaro».

I DISAGI Il segretario regionale della Slm Fast spiega quindi come funziona lo stazionamento con le nuove tecnologie in uso: «Come primo punto - scrive - vorrei parlarvi di costi. I macchinisti che devono “abilitare” un treno completamente spento impiegano molto più tempo rispetto a uno già acceso. Questo comporta un’aggiunta di tempi nei turni del personale rendendoli più saturi e lunghi. Un altro aspetto importante è il comfort degli utenti. Un treno che rimane tante ore a temperature bassissime d’inverno o altissime d’estate, impiega oltre un’ora per raggiungere una temperatura ideale e confortevole. Spesso negli anni precedenti quando la modalità di sosta “parking” non era contemplata, il personale a bordo dei treni riceveva continue lamentele dagli utenti a causa delle temperature troppo fredde o troppo calde. Si rischia, quindi, di creare disagio ai pendolari che fruiscono del servizio. Un ulteriore aspetto riguarda la qualità e sicurezza del lavoro per il personale ferroviario». Maurizio Marcon © RIPRODUZIONE RISERVATA

PROTESTA FERROVIARIA Un’immagine d’archivio della stazione dei treni di Portogruaro

Serata sulle donne vittime SAN STINO Sara Parisi, sessantenne siciliana di Giarre, lo scorso 28 dicembre è stata l’ennesima vittima di femminicidio, uccisa per mano dell’ex marito. Domani alle 21 al teatro Pascutto di San Stino, per Sara e per tutte le donne vittime di violenza l’assessorato alla cultura del Comune ha organizzato lo spettacolo “In viaggio”. Ospiti della serata il sestetto tutto al femminile “Blackrosax”. Con suoni morbidi e incisivi, racconterà storie di donne che tratteggiano un mondo di chiaroscuri di cui ogni donna vorrebbe liberarsi. Le “Blackrosax” reinterpretano in arran-

giamenti originali brani della canzone italiana che parlano di donne: madri, figlie, amiche, amanti ma talvolta anche vittime. Il repertorio della serata comprenderà brani di Fiorella Mannoia, Mina, Elisa, Carmen Consoli, Fabrizio De André, Lucio Dalla arrangiati per voce, quartetto di saxofoni, vibrafono e percussioni da Massimiliano Rocchetta, Emanuele Filippi, Gabriele Francioli, Alessandro Scolz e Federico Cumar. Accompagneranno le canzoni alcune letture che racconteranno la femminilità, l’amore, la maternità ma anche la violenza. G.Pra. © RIPRODUZIONE RISERVATA

«Nessuna politica per il centro storico. L’amministrazione si è limitata ad alimentare il traffico delle macchine, deturpando Borgo San Giovanni». Il capogruppo del centrosinistra, Marco Terenzi, commenta così i dati diffusi dall’Ascom Confcommercio Portogruaro – Bibione sulla significativa cessazione delle attività nel Portogruarese, fenomeno che ha riguardato per la gran parte i centri storici delle città dell’entroterra. «E’ un problema complesso, che dipende da più cause e che richiede interventi e azioni diverse e coordinate da parte di una pluralità di soggetti. Portogruaro – ha detto Terenzi - ha bisogno di politiche e azioni integrate per il consolidamento del suo ruolo e della sua funzione di Comune capofila dei distretti commerciale, turistico, scolastico-formativo, culturale e sanitario e di una serie di servizi mandamentali. Purtroppo, a questo riguardo,

l’amministrazione Senatore in questi tre anni ha manifestato una costante e preoccupante inerzia. L’Agenda strategica per il centro storico, percorso avviato dalle precedenti amministrazioni e condiviso dalle categorie economiche e associazioni ed approvato dall’Intesa programmatica d’area del Veneto Orientale è stata accantonata senza proporre e predisporre in questi anni progetti alternativi per la crescita. Nessuna valorizzazione del centro storico; nessun intervento sul piano urbanistico. Nessuna fiscalità di vantaggio, con aliquote agevolate su Imu, Tasi e Tari per promuovere le attività commerciali; nessuna azione congiunta di marketing territoriale e di raccordo con il bacino turistico dell’Alto Adriatico. Per le politiche di sviluppo Portogruaro – ha concluso Terenzi - dovrà attendere la prossima amministrazione». T.Inf.

L’ATTACCO: «AGENDA STRATEGICA ACCANTONATA SENZA PROPORRE PROGETTI ALTERNATIVI PER LA CRESCITA»

CENTRO STORICO Una delle vie centrali di Portogruaro

Arriva la app che ti informa dei pericoli “Wonderland” promosso a pieni voti Il Comune invierà segnalazioni geolocalizzate su viabilità ed emergenze CONCORDIA SAGITTARIA Si chiama “Shelly” una applicazione del Comune di Concordia Sagittaria destinata a una comunità di persone che, attraverso segnalazioni geolocalizzate e in tempo reale dei partecipanti, condivide informazioni di prevenzione e di utilità vicino alla posizione in cui ci si trova o nei pressi dei luoghi preferiti dell’utente. L’app riconosce automaticamente quando una delle segnalazioni fatte è nelle vicinanze di un luogo in cui un altro utente si trova, e solo in questo

caso gli notifica l’informazione. Il Comune di Concordia Sagittaria ha realizzato il progetto con la società Top Evolutions srl e lo ha quindi condiviso con la polizia locale e i vari uffici comunali in un’ottica di collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei be-

MUNICIPIO Concordia Sagittaria

ni comuni urbani. Il Comune per esempio può decidere di inviare in tempo reale e geolocalizzare notifiche relative a situazioni di criticità momentanea o comunicare ai propri cittadini un’informazione di pubblica utilità con evidenti vantaggi in termini di tempestività informativa. In questa prima fase, “Shelly” verrà utilizzata dal Comune per inviare informazioni di pubblica utilità riguardanti emergenze o segnalazioni di Protezione civile. Ma anche variazioni della viabilità in occasione di manifestazioni. I cittadini invece potranno usarla per svariate tipologie di segnalazioni, dall’abbandono di rifiuti alle segnalazioni riguardanti viabilità, traffico o molto altro ancora. L’app verrà presentata ai cittadini lunedì 28 alle 20.30 in sala consiliare. (m.cor)

In 200mila alle iniziative natalizie: il Comune riproporrà la rassegna CAORLE Duecentomila visitatori per “Caorle Wonderland”. Si è chiusa con un bilancio più che positivo la prima edizione della nuova rassegna di eventi che ha accompagnato tutto il periodo delle festività natalizie. Le attrazioni, disseminate lungo il centro storico, e le manifestazioni che si sono susseguite nell’arco di un mese, hanno suscitato la curiosità di migliaia di famiglie che hanno scelto Caorle per trascorrervi una giornata, un fine settimana o qualcosa in più.

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«E’ un successo che va al di là delle nostre più rosee aspettative – ha commentato l’assessore allo sport, Giuseppe Boatto – Abbiamo confrontato gli accessi dei veicoli registrati dalle telecamere con quelli delle strutture ricettive che sono rimaste aperte e abbiamo certamente superato i duecentomila visitatori. Gli alberghi e le strutture ricettive che sono rimaste aperte hanno lavorato bene, così come i pubblici esercizi. Voglio ringraziare tutti quelli che hanno contribuito a questo risultato, a cominciare dallo staff di Caorle Wonderland». Proprio riguardo alle presenze negli alberghi, gli operatori hanno registrato il pienone per il Capodanno e numeri discreti invece a Natale. Sono certamente piaciute, dunque, le tante novità

del Natale caorlotto, a cominciare dalla ruota panoramica, dallo street food (con oltre 20 punti di ristoro), il mercatino di Natale e le attrazioni per i bambini, come lo scivolo di ghiaccio, la pista di pattinaggio e il villaggio di Babbo Natale. Anche le manifestazioni di richiamo hanno contribuito in diversi casi a raggiungere numeri “da agosto”, come ad esempio in occasione dello spettacolo pirotecnico di Capodanno o della “casera”, bruciata la sera dell’Epifania. “Caorle Wonderland” ha offerto, dunque, un divertimento “per famiglie”, rispettando pienamente quella che è la vocazione dell’industria turistica locale. Visti i buoni risultati di questa prima edizione, il Comune ha già fatto sapere che intende riproporre la rassegna. Riccardo Coppo


II

PrimoPiano

Venerdì 18 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

Acque agitate nella sanità IL CASO VENEZIA Nessun paziente malato di cancro dell’ex Ulss 13 Dolo-Mirano è morto per colpa delle ricette cambiate, ossia quelle prescrizioni di visite o esami che dovevano tenersi magari entro 10 giorni e il cui tempo di attesa era stato invece aumentato. L’indagine su una trentina di pazienti oncologici deceduti ha accertato che «non c’è stata una correlazione tra la riclassificazione delle ricette e il percorso clinico». È quanto ha dichiarato ieri il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Giuseppe Dal Ben, al termine dell’audizione in Quinta commissione Sanità del consiglio regionale del Veneto. Una versione, quella di Dal Ben, differente dall’audizione dell’ingegner Francesco Bortolan, il tecnico dell’Azienda Zero che si occupa del monitoraggio delle liste d’attesa e che, sempre in Quinta commissione, lo scorso ottobre aveva parlato di possibili «danni» ai pazienti per l’attesa di prestazioni che dovevano essere erogate ben prima. Certo, le ricette sono state cambiate: non 44.600 come si era detto alcuni mesi fa, ma meno della metà: 21.905. Per quante prestazioni? Per 26.977 e non 151.014. Questi i dati forniti da Dal Ben. Quanto ai tempi di attesa, in media si è trattato del doppio di quanto previsto dal medico di base: 20 giorni per i codici B (al posto di 10 giorni) e 54,9 giorni per i codici D (Differita, 30-60 giorni). Ma a cambiare le prescrizioni, ha sottolineato il dg dell’Ulss 3, non è stato un computer bensì un gruppo di lavoro clinico che si avvaleva anche dei programmi informatici e che chiedeva sempre la «condivisione» al medico che aveva firmato la ricetta. Il punto è che se il medico di famiglia non rispondeva alla segnalazione del Cup di Mirano - e non è dato a sapere quanti medici abbiano risposto - il silenzio veniva interpretato come assenso. Dal Ben, in ogni caso, ha escluso danni ai pazienti: «Gli unici problemi sono stati di ordine amministrativo, se ci saranno responsabilità di ordine penale lo accerterà la Procura cui il 21 luglio scorso ho trasmesso le carte». Tra la documentazione prodotta da Dal Ben c’è anche il “Piano attuativo aziendale per il governo delle liste d’attesa” dell’ex Ulss 13 datato 2014, da cui risulta chiaramente che sarebbe stata controllata l’appropriatezza delle ricette: all’epoca la Regione Veneto avrebbe potuto obiettare?

L’AUDIZIONE

Con Dal Ben ieri in Quinta commissione a spiegare la ge-

L’AUDIZIONE Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell’Ulss 3, è stato ascoltato ieri dalla commissione sanità della Regione sul caso delle ricette variate

Ricette variate, la difesa di Dal Ben in Regione Il direttore generale dell’Ulss 3 si è presentato in commissione sanità presentando i dati delle verifiche: «Nessun paziente penalizzato, tantomeno quelli oncologici» `

stione delle liste d’attesa nell’ex Ulss 13 (che adesso fa parte dell’Ulss 3 Serenissima) c’erano il direttore amministrativo Fabio Perina, il primario di Oncologia dell’ex Ulss 13 Giuseppe Azzarello, il direttore dell’ospedale di Chioggia Tiziano Martello (che ha svolto l’indagine sui malati di cancro deceduti), Marta Soave del gruppo di valutazione delle prescrizioni. Dal Ben ha puntualizzato di aver ereditato il sistema di gestione delle liste di attesa dell’Ulss 13 e di non averlo esteso né all’area di Vene-

zia né a quella di Chioggia e di averlo successivamente interrotto anche nel Miranese. Rispetto al “galleggiamento” in uso a Venezia e Chioggia (se non c’è posto entro i termini fissati dal medico che ha firmato la ricetta il paziente viene ricontattato), a Dolo-Mirano il Cup fissava in automatico la data dell’appuntamento. Se questa superava i termini fissati dal medico di base in gergo: fuori soglia - il giorno dopo veniva presa in carico da un “gruppo clinico di valutazione dell’appropriatezza” composto da medici e infermieri. Questo gruppo, hanno spiegato Dal Ben e Soave, avvalendosi di supporti informatici (tra cui il programma Clinika, utilizzato anche ad altre Ulss) e protocolli clinici, valutava le prestazioni (per inciso: tutte le prestazioni, non solo quelle “traccianti” per la valutazione degli obiettivi assegnati dalla Regione). Se saltava fuori

«GLI UNICI PROBLEMI SONO STATI DI ORDINE AMMINISTRATIVO PRESCRIZIONI CAMBIATE DAL GRUPPO DI LAVORO NON DAL COMPUTER»

che una visita o un esame era stato prescritto dal medico di famiglia ad esempio con codice B (breve, massimo dieci giorni di attesa) e invece per il “gruppo clinico” andava bene anche una D (differita, 30-60 giorni) o P (programmabile, 90 giorni) come assegnato dal Cup, veniva contattato via mail il medico prescrittore. Se il questi si opponeva al cambio, si tornava al codice originario. Se invece diceva che andava bene (o non rispondeva e quindi scattava il silenzio-assenso) restava la prescrizione assegnata dal Cup e “approvata” dal gruppo di valutazione.

LA DIFESA L’obiezione è: la legge dice che la ricetta la fa il medico e nessuno la può cambiare. Risposta di Dal Ben e del presidente della Quinta commissione Fabrizio Boron: la legge impone an-

che la verifica dell’appropriatezza. Il punto - ed è qui è esploso il caso - è che i medici che, anche col silenzio-assenso, hanno acconsentito al cambio di prescrizione non hanno poi annullato la precedente ricetta e così i dati inviati in automatico a Roma era diversi da quelli “lavorati” a Mirano. Appunto, «un problema amministrativo» - ha ribadito Dal Ben - di «disallineamento dei dati che poteva creare problemi tra Roma e la Regione». Il resto è noto: a febbraio 2018, un mese dopo che la Regione accerta i flussi differenti di dati, il sistema adottato dall’ex Ulss 13 viene bloccato; il dirigente che si occupava delle liste d’attesa a Mirano, Stefano Vianello, sarà sospeso per cinque mesi; prima il governatore Luca Zaia e poi Dal Ben mandano le carte in Procura che apre un’inchiesta. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

La politica smorza i toni: niente commissariamento LE REAZIONI VENEZIA L’impressione è che sulle ricette modificate ci sia (anche) una battaglia politica dentro la sanità veneta. Tant’è che, tre mesi dopo l’audizione del tecnico dell’Azienda Zero, i commenti dei consiglieri regionali ieri sono cambiati. All’epoca Piero Ruzzante (LeU) aveva chiesto le dimissioni del dg dell’Ulss 3 Giuseppe Dal Ben. Ieri, dopo averlo ascoltato in Quinta commissione, Ruzzante non ha reiterato la richiesta di commissariamento: «I dati sono completamente diversi. A questo punto chiedo di riacquisire agli atti i dati dell’audizione del tecnico di Azienda Zero». Ruzzante ha confermato il giudizio critico sul cambio delle prescri-

zioni: «I medici di famiglia sapevano che, se non avessero risposto alle mail del gruppo di valutazione di Mirano, il cambio dei loro codici sarebbe stato confermato?». E ha giudicato «grave» l’assenza del governatore Luca Zaia, che dopo le dimissioni dell’assessore Luca Coletto ha assunto ad interim la delega della Sanità. Il presidente della commissione Sanità, Fabrizio Boron (Zaia Presidente), ha difeso la scelta di non effettuare le due audizioni a distanza ravvicinata: «A distanza di tempo si è abbassato il livello di tensione e il confronto è stato tranquillo». Duro il consigliere regionale Alberto Semenzato (Lega) che ha partecipato anche alla conferenza stampa post commissione con Boron e Dal Ben: «È stato

fondamentale sentire entrambe le campane. I numeri non corrispondono. È stato puntato il dito contro l’Ulss 3 Serenissima, quasi una mossa ad orologeria, e il risultato non è stato un bene per la sanità veneziana».

L’ACCUSA «Abbiamo avuto contezza - ha detto Bruno Pigozzo (Pd), vicepresidente del consiglio regionale - di come il sistema di verifica

RUZZANTE (LEU): «DATI DIVERSI RISPETTO ALLA PRIMA AUDIZIONE MA IL GIUDIZIO RESTA CRITICO» IL PD ATTACCA ZAIA

LA POLITICA Stemperate le tensioni sul caso delle ricette variate dopo l’audizione di ieri del direttore generale Dal Ben

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dell’appropriatezza delle prestazioni adottato nella ex Ulss13 abbia garantito la tutela dei pazienti e dei medici. L’unico problema è stato il disallineamento dei flussi informativi tra Regione e Ministero. Ma allora mi chiedo: perché la Regione che sapeva dall’inizio che si stavano usando questi programmi, non ha provveduto da subito ad uniformare i dati? Perché il dottor Vianello è stato penalizzato con la sospensione di cinque mesi se il sistema da lui avviato era virtuoso e non dannoso? Perché sono stati tirati in ballo i pazienti oncologici senza di fatto nessuna motivazione se non quella di alimentare polemiche sulla Ulss3? Aspetto Zaia in commissione per avere le doverose risposte». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano I seggi in Parlamento M5S 221

Lega 125 Totale 346

Venerdì 18 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

Salvini: sussidio mai ad aprile vedrete, il M5S si schianterà Il leader ai suoi: ritocchi in Parlamento `Il vertice fila liscio, poi duello con Di Maio per aiutare disabili e famiglie numerose su Tav e autonomie: «Basta frenate grilline» `

Camera

IL RETROSCENA

MAGGIORANZA 316

M5S 109

Lega Totale 167 58

Senato

ROMA Raccontano a palazzo Chigi che «mai vertice è filato così liscio». In meno di un’ora, Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini in mattinata hanno sciolto l’ultimo nodo: i fondi per garantire il trattamento di fine servizio ai dipendenti pubblici che godranno di “quota 100”. E poi, in meno di venti minuti, a sera il governo ha varato il decretone. Ma a margine del summit mattutino, i due vicepremier hanno affrontato le grane rimaste sul tavolo. Quelle che faranno fibrillare il governo giallo-verde da qui alle elezioni europee: la Tav e la riforma delle autonomie. E qui i sorrisi e il clima di intesa sono evaporati. Nel breve colloquio Salvini, pressato dai governatori di Lombardia e Veneto, dagli industriali e dalla società civile del Nord, è tornato a chiedere lumi sul destino dell’Alta velocità Torino-Lione. Di più, avrebbe anche rilanciato sulla questione delle trivelle nel Mar Ionio. Due questioni che fanno venire l’orticaria ai 5Stelle. Il capo della Lega, com’è nel suo stile, è andato diretto al

La svolta Riunion a palazzo Chigi

Terremoto, l’esecutivo coinvolge i governatori Vertice con Conte, i presidenti di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo saranno coinvolti nella ricostruzione delle zone colpite dal sisma. Il commissario avrà meno poteri. punto: per il Carroccio la Tav si deve fare. Può essere ridimensionata, può diventare “low cost” con qualche taglio al progetto iniziale, come la cancellazione del tunnel sotto la Collina Morenica alle porte di Torino. «Ma va assolutamente fatta, altrimenti si va a referendum. Mica sarete contrari ai sentire i cittadini?!», ha chiesto non senza ironia a Di Maio.

Il capo 5Stelle non l’ha presa bene. Dalle pacche sulle spalle, in un attimo è passato a una faccia seria. A un umore pessimo. Perché i grillini, che già hanno dovuto ingoiare il gasdotto Tap e il terzo Valico, non possono accettare «anche la Tav». E perché Di Maio, che in fondo potrebbe aprire la porta a una mediazione sul progetto («possiamo cambiarlo fino al punto di far passare il via libera all’Alta velocità ridimen-

TORNA LA TENSIONE

MAGGIORANZA 161

sionata come una loro vittoria», suggerisce un alto esponente leghista), ha le mani legate dal muro alzato da Beppe Grillo, Roberto Fico e dal rientrante Alessandro Di battista. Altro nodo affrontato una volta chiuso il vertice sul decretone, è stato quello dell’autonomia rafforzata per Lombardia, Veneto, Emilia Romagna. Qui è Salvini, che guarda anche agli elettori del Sud, a essere messo alle strette. Il governatore veneto Luca Zaia scalpita e il presidente della Lombardia Attilio Fontana proprio ieri ha lanciato un aut aut: «Se non passa la riforma è meglio la crisi di governo prima delle elezioni europee di maggio...». Così il leader leghista con Di Maio è andato al cuore del problema: per il Carroccio la riforma delle autonomie è una questione di vita o di morte, va assolutamente sbloccata, superando le resistenze del Movimento che temono che sia a danno del Sud. Dice un altro alto esponente lumbard: «Ci sono alcuni ministri 5Stelle che frenano, a partire dalla Grillo, Costa e Bonafede che difende la sua competenza sui giudici di pace. Ebbene, Di Maio avvisi quei signori che è arrivato il momento di deporre le armi...».

Le nuove pensioni

BRUTTO CLIMA NELLA LEGA Nella Lega il clima non è esattamente amichevole verso gli alleati pentastellati, accusati di essere «pasticcioni e incompetenti». E soprattutto fautori di un reddito di cittadinanza macchinoso, complesso e suscettibile di dare luogo a milioni di truffe. Ma Salvini, di fronte a queste obiezioni, ha replicato: «Il reddito sono fatti loro, non fate nulla, non presentate emendamenti per inasprire la vigilanza o le sanzioni. Se si andranno a schiantare, com’è probabile, vorrà dire che avranno fatto tutto da soli. E poi sarà difficile che riescano a farlo partire per aprile...». In tempo per le elezioni del 26 maggio. Il che è una buona notizia per la Lega, vista la competition elettorale con i grillini. Il capo della Lega, che in conferenza stampa non si è voluto far fotografare con in mano il cartello dedicato al reddito di cittadinanza, è inoltre orientato a mettere mano alla parte del decretone che riguarda i disabili e le famiglie numerose. Dopo una lunga battaglia è riuscito a rastrellare i fondi per garantire il sussidio a 255 mila famiglie con disabili. «Ma si può fare e si deve fare di più». «Sono contento a metà», ha detto in serata il ministro della famiglia Lorenzo Fontana, «ma ho avuto da Matteo la promessa che in Parlamento si potrà cambiare». Una promessa confermata da Salvini in conferenza stampa, tanto per far capire a Di Maio che aria tira: «C’è un Parlamento che avrà il diritto e il dovere di intervenire per apportare miglioramenti a favore delle famiglie numerose». Insomma, la battaglia non è finita. Probabilmente è appena cominciata. Alberto Gentili © RIPRODUZIONE RISERVATA

Confronto tra le pensioni liquidate nel 2017 e nel 2018, anno in cui sono stati equiparati tra uomini e donne i requisiti di vecchiaia e per l’assegno sociale Totale pensioni liquidate dall’Inps

VECCHIAIA

2017 2018

206.779 125.293

-39,4% -20,4%

ANTICIPATE

154.714 140.752

607.525 -9% 483.309

INVALIDITÀ

49.837 42.228

I DATI ROMA L’effetto donna fa crollare le uscite verso la pensione. Proprio nelle ore in cui il governo comincia a modificare la legge Fornero introducendo Quota 100, la riforma messa a punto nel 2011 dall’esecutivo Monti, su esplicita richiesta dell’Europa, per ragioni di contenimento della spesa previdenziale, fa nuovamente sentire i suoi effetti. Secondo quanto emerge dal monitoraggio, realizzato dall’Inps, sui flussi di pensionamento, l’incremento dei requisiti per la vecchiaia a 66 anni e sette mesi (lo stesso livello degli uomini) ha costituito un vero e proprio tappo facendo calare del 64,7% gli esodi femminili nel 2018, con appena 8.792 donne che nel corso dell’anno hanno potuto accedere a questo trattamento. Questo fenomeno, ovviamente, ha determinato un impatto complessivo sul sistema, in quanto sono stati liquidati 483 mila trattamenti con un calo del 20,4% rispetto al 2017. Sono diminuite soprattutto le pensioni di vecchiaia (-39,4%) che con 125 mila unità risultano largamente inferiori a quelle anticipate (140 mila).

LA FLESSIONE Hanno subito un vero e proprio crollo invece gli assegni sociali che con il passaggio del requisito da 65 anni e sette mesi a 66 anni e sette mesi sono scesi a 16.621 con un calo del 79%. In parole povere, nel 2018 il canale

-15%

SUPERSTITI

196.195 -10,8% 174.976 ASSEGNI SOCIALI

174.976 16.621

-79%

2017

2018

Con l’aumento dell’età per le donne le pensioni sono diminuite del 20% per l’uscita dal lavoro è stato soprattutto quello dei contributi versati (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 e 10 mesi per le donne) con oltre 140 mila casi mentre è diventato minoritario quello della vecchiaia. Per il primo trimestre del 2019 il crollo potrebbe essere ancora più consistente con l’ulteriore incremento di cinque mesi per tutti, sia per la vecchiaia (a 67 anni) sia per le anticipate (a 43 anni e tre mesi gli uomini, a 42 anni e tre mesi le donne). Il regime triennale sperimentale di Quota 100, infatti, avrà effetti solo a partire dal secondo trimestre, grazie al sistema di finestre che farà sì che le prime uscite saranno possibili solo ad aprile (ad agosto per i dipendenti pubblici). Il calo

Il decreto

Salta la sanatoria sulle concessioni degli stabilimenti balneari Il Movimento 5 Stelle fa dietro front. Nel decreto Semplificazioni non ci sarà alcuna sanatoria per i balneari sui procedimenti di riscossione dei canoni amministrativi, e le procedure di decadenza o revoca delle concessioni già avviate andranno avanti. Lo assicura Marco Croatti, senatore del M5s. «Ho provveduto - spiega a ritirare l’emendamento, con il quale volevamo soltanto agevolare quelle concessioni

inerenti alla conduzione delle pertinenze demaniali, ma purtroppo il testo si è prestato a un’interpretazione troppo larga. Se infatti si puntava a dare un sostegno alle tante sane attività in crisi che ci sono in Italia, il provvedimento allo stesso tempo andava a creare troppe difficoltà in quelle aree del Paese dove si lotta per ripristinare la legalità. Il nostro territorio presenta molte differenze tra regione e regione».

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delle pensioni di vecchiaia e degli assegni sociali (in genere più bassi in media delle pensioni anticipate) ha reso possibile un cambiamento del peso delle prestazioni con un aumento dell’importo medio degli assegni passato da 989 euro a 1.103 euro al mese. Per la vecchiaia, in particolare, l’importo medio degli assegni è passato da 641 euro del 2017 a 788 euro mentre quello

CROLLO ANCHE PER GLI ASSEGNI SOCIALI, IL CAMBIO DEI REQUISITI HA FATTO CALARE DEL 79% LE RICHIESTE

delle pensioni anticipate è passato da 1.963 a 2.019 euro. Questi dati sono legati chiaramente al numero dei contributi versati. L’età media alla decorrenza per i dipendenti sale per la vecchiaia a 66,3 anni mentre scende per le anticipate a 60,7 anni. Nell’anno comunque ci sono state 38 mila persone che sono state collocate a riposo tra i 55 e i 59 anni (su 89 mila dipendenti andati in pensione anticipata). Con il crollo della vecchiaia infine è cambiata la composizione delle uscite all’interno del Paese con 54 pensioni a residenti nel Nord ogni 100 pensioni (erano 50 nel 2017). Ogni 100 pensioni sociali 29 sono liquidate al Nord (erano 24 nel 2017). Occorre ricordare che nel report 2017 della Ragioneria dello Stato, sulle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario, si legge che la riforma Fornero “realizza una riduzione della spesa in rapporto al Pil che si protrae per circa 30 anni, a partire dal 2012, con un effetto di contenimento che passa da da 0,1 punti percentuali del 2012 a circa 1,4 punti percentuali del 2020, mentre poi decresce a 0,8 punti percentuali intorno al 2030 per poi annullarsi sostanzialmente attorno al 2045”. Nel complesso, calcolano gli economisti del Tesoro, l’effetto di contenimento del rapporto spesa-Pil, cumulato al 2060, vale circa 21 punti percentuali. La legge consente dunque un risparmio medio annuo di circa 20 miliardi di euro. Michele Di Branco © RIPRODUZIONE RISERVATA


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Primo Piano

Venerdì 18 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

La riforma delle Regioni

Il post E celebra la pizza napoletana

Zaia, appello al Sud «La nostra autonomia non è contro di voi» Lettera del governatore del Veneto `«Allibito dai parlamentari contrari su Facebook ai cittadini del Meridione Sono spaventati dalle responsabilità» `

L’INTERVENTO VENEZIA A fine dicembre il grido d’allarme era arrivato dagli industriali della Campania: «L’autonomia? una secessione mascherata». E da lì è aumentata la mobilitazione: banchetti, raccolte di firme, strali contro l’autonomia differenziata richiesta dalle ricche regioni del Nord, una rivolta bipartisan del Meridione contro le istanze di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna che ha unito imprenditori e sindacalisti, politici di destra e di sinistra. Un «grande

«UNA OPPORTUNITÀ PER VOI E PER NOI: IN UNO STATO FEDERALE NESSUNO VA ALLO SBANDO»

dibattito» che non ha lasciato indifferente il governatore del Veneto Luca Zaia. Che ieri, via social, si è rivolto non ai partiti né alle categorie, ma direttamente ai «cittadini del Sud». Una lettera come quelle che si scrivevano quando si usavano i francobolli, anche se la trasmissione è avvenuta con un post su Facebook. Dove, peraltro, di lì a poco lo stesso Zaia ha ricordato di essere stato lui nel 2009, da ministro dell’Agricoltura, a ottenere il riconoscimento europeo per la pizza. Che nordica non è.

L’ANALISI Nella lettera ai “cari cittadini del Sud”, Zaia spiega che l’autonomia richiesta dal Veneto e dalle altre regioni del Nord «non è contro di loro», ma «è un’assunzione di responsabilità, e una grande opportunità anche per il Mezzogiorno». «Leggo - scrive il governatore - di parlamentari che organizzano riunioni contro l’autono-

mia. E rimango allibito da quanto sta accadendo. Mi permetto, a questo punto, una modesta, piccola riflessione tutta rivolta ai cittadini del Sud dell’Italia. L’eroica gente del nostro Sud è una foresta che cresce, quotidianamente, ma che non ha mai avuto diritto di parola. C’è sempre qualcuno che sigilla il coperchio sopra questa pentola in positiva ebollizione e, con inquietante puntualità, indica la strada sbagliata da percorrere. È indubbio che il Sud sia uscito dalla Seconda Guerra Mondiale ferito quanto il Nord». Solo che dopo la guerra «alcuni territori, quelli del Nord, sono economicamente decollati; quelli del Sud, non si sono, invece, mai affrancati». Se il Veneto è la prima regione turistica d’Italia con 70 milioni di presenze e 17 miliardi di fatturato, i mari e i panorami del Sud chiede Zaia - non meriterebbero forse altrettanto? «Qualcosa quindi è accaduto. O, per meglio dire, non è accaduto al Sud. Anche sen-

Fontana «Niente compromessi o governo a rischio» MILANO Sull’autonomia per le regioni del Nord «non è immaginabile né una riforma al ribasso e nemmeno un tergiversare senza senso fino alle Europee». Anche perché «le riforme, in un Paese conservatore come il nostro, o si fanno rapidamente altrimenti non si fanno più». A parlare è il presidente leghista della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Che ribadisce: «Su questa riforma non si può accettare una soluzione al ribasso. O si fa una riforma che cambia il Paese, o viene meno un elemento fondante del contratto di governo». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Così Luca Zaia su Facebook ha reso omaggio alla pizza napoletana ricordando il riconoscimento europeo ottenuto quand’era ministro dell’Agricoltura nel 2009

za un’autonomia del Nord, in questi decenni il Mezzogiorno non ha portato a casa nulla in termini di sviluppo. E non mi si venga a dire che abbia avuto meno opportunità del Nord, in termini di cospicui investimenti sul fronte infrastrutturale, dei fondi comunitari, degli aiuti di Stato (quando erano possibili), delle agevolazioni fiscali. Io non voglio, tuttavia, fare il processo al passato». Il ragionamento di Zaia è che l’autonomia richiesta da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto «che viene dipinta ai cittadini come la morte del Sud è, invece, una grande opportunità per loro. E anche per noi. Nord e Sud sono legati a filo doppio, come dimostra l’azione politica del mio segretario, Matteo Salvini, che va proprio in questa direzione. Nel contesto di uno stato federale, non esiste che una comunità sia lasciata andare allo sbando a tutto vantaggio di un’altra». E qui Zaia se la prende con i politici: «La

verità è che l’autonomia fa paura a molti amministratori del Sud, perché essa è una vera assunzione di responsabilità. A queste spaventatissime istituzioni del Mezzogiorno, dico: non potete continuare a vendere ai vostri cittadini soltanto la suggestione che l’autonomia li farà morire. Se sostenete questo, per coerenza, dovete andare dai vostri elettori e dire qual è l’alternativa. Quei parlamentari e amministratori del Sud che si dicono fieramente contro l’autonomia, per coerenza dovrebbero chiarire qual è la loro idea di Costituzione e perché non si stanno attrezzando a scrivere nero su bianco una proposta di modifica della Carta costituzionale». Zaia ricorda che «è sufficiente dare un occhio alle economie delle nazioni a modello federaliste e confrontarlo con i modelli falliti delle nazioni a modello centralista, per capire dove sta la ragione». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

La svolta dell’Alto Adige: nasce la giunta Svp-Lega LA PROVINCIA AUTONOMA BOLZANO La Svp volta pagina e, dopo 25 anni di collaborazione con il centrosinistra, si allea con la Lega. Il primo passo verso la giunta targata Stella alpina Carroccio, è stato compiuto in consiglio provinciale con l’elezione del presidente della Provincia autonoma. Arno Kompatscher è stato confermato alla guida della Provincia autonoma con 19 sì e 16 no, anche se ora con un’altra maggioranza. L’elezione della giunta è invece in programma il 25 gennaio. «Sarò il garante dei valori fondamentali, ai quali resteremo fedeli per fare una politica a favore dei cittadini», ha detto in aula il 47enne. «Viviamo - ha aggiunto - in una terra particolare, con gente particolare e con una storia particolare, che è stata in parte dolorosa ma che ora è anche una storia di successo». Kompatscher ha ribadito di voler rappresentare tutti i cittadini e che «sicurezza significa anche sicurezza sociale. Nessuno deve restare indietro». Il presidente ha parlato anche di migrazione, sottolineando che «le nuove forme di migrazione vanno affrontate senza perdere di vista i nostri valori». Alla luce della minaccia della Brexit, secondo Kompatscher l’autonomia altoatesina «non va solo difesa ma sviluppata. Solo così possiamo disegnare il nostro futuro».

LA SQUADRA Anche la squadra Kompatscher-bis è ormai definita. L’ultimo tassello mancante è stato

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quello dei tre vice, uno per ogni gruppo linguistico: per quello italiano il vecchio-nuovo presidente proporrà la settimana prossima in aula il leghista Giuliano Vettorato, sostenuto da Salvini stesso nei giorni scorsi. Kompatscher e la Svp avrebbero invece puntato su Massimo Bessone (il commissario provinciale è stato il più votato dei quattro consiglieri della Lega alle provinciali del 21 ottobre) che avrebbe però rinunciato. Secondo Bessone, la nomina a vice governatore «sarebbe stato il sogno della mia vita, ma non contro la volontà di Salvini e della Lega». In parte una sorpresa anche la nomina del vice presidente di lingua tedesca, che sarà Arnold Schuler e non il segretario Svp Philipp Achammer. Vice ladino sarà invece, come previsto, l’ex deputato Daniel Alfreider. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PRESIDENTE Arno Kompatscher

ADDIO CENTROSINISTRA DOPO 25 ANNI DI ALLEANZA IL KOMPATSCHER-BIS AVRÀ COME VICE L’UOMO INDICATO DA SALVINI


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IL GIORNALE DI VICENZA Venerdì 18 Gennaio 2019

ECONOMIA&FINANZA SF_04164

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INNOVAZIONE. Nuova procedura online, alternativa all’atto notarile, per la costituzione della srl

NOMINA. Dopo Musso

La Camera di commercio “acceleratore”di startup L’entesi assumetuttigli adempimentiburocratici eseguelepratiche Firmeautenticatedalconservatoredelregistro imprese,nessun costo Roberta Bassan

Sono 88 le startup innovative iscritte nella sezione speciale del Registro imprese della Camera di commercio di Vicenza. Sono appena il 10,4% del totale regionale, a fronte di Padova che corre (249), seguita da Verona (164), Treviso (149), fa meglio anche Venezia (105). Si stanno indagando le ragioni di questa lentezza, tra di esse viene annoverata la mancanza nel Vicentino di incubatori per nuove imprese che nell’oggetto sociale abbiano l’innovazione tecnologica. Un deterrente può essere costituito anche

Ilvicesegretario Marchetto:«La nostraassistenza valesoloperlesrl semplificate,ma c’èvantaggio»

dai costi legati all’avvio di una società nuova che nella formula della startup gode sì di alcune facilitazioni una volta partita, dove spesso però i fondatori sono giovani, hanno fretta di iniziare ma disponibilità limitate anche solo per costituire la società. Ora però un po’ di movimento in più c’è a Vicenza e coincide con lo sviluppo della nuova procedura che vede la Camera di commercio “acceleratore” di startup. In pratica è possibile costituire una startup innovativa in forma di srl con una procedura online, disintermediata (alternativa all’atto notarile), senza costi di utilizzo. COSA CAMBIA. A Vicenza si è

sviluppato un servizio che si chiama “Aqui”, acronimo di assistenza qualificata alle imprese che tra i suoi compiti ha proprio quello di supportare la costituzione delle startup. In via Montale ruota intorno all’area di attività che fa capo al segretario generale

vicario Michele Marchetto, conservatore del Registro delle imprese. Di fatto lo startupper che avvia l’impresa ha tre vie. La via classica è rivolgersi ad un notaio. La via nuova è la procedura online dal sito di Infocamere che a sua volta prevede due possibilità: una è arrangiarsi completamente (ma chiede «competenze elevate»), l’altra è avvalersi dell’assistenza della Camera di commercio. La consulenza - precisa Marchetto - è totalmente gratuita, l’impresa paga solo il costo di 200 euro di imposta di registro all’Agenzia delle entrate che avrebbe in ogni caso. Il ruolo della Camera di commercio è di supporto agli imprenditori nella stesura di atto e statuto della società, verifica della correttezza delle dichiarazioni, compreso l’oggetto sociale esclusivo o prevalente che, come detto, è l’innovazione tecnologica. L’ente verifica pure gli altri aspetti che concorrono a definire una startup come il fatturato annuo (inferio-

re a 5 milioni), il fatto di essere nuova (o costituita da non più di 5 anni), non quotata, in grado di rispettare almeno uno dei 3 criteri che concorrono alla sua definizione tra spese per ricerca, impiego di personale qualificato, titolarità di brevetto o software registrato. Verifica anche il mantenimento dei requisiti e fa i controlli antiriciclaggio. L'ALTERNATIVA. Va detto che

una certa fibrillazione c’è stata. Il 2 ottobre 2017 il Tar del Lazio ha sancito la legittimità della nuova modalità, respingendo ben 12 ricorsi presentati dal Consiglio nazionale del notariato che evidentemente ha visto un danno per l’attività. I notai hanno impugnato la sentenza. L'assistenza della Camera di commercio vale però solo per le srl semplificate. Lo puntualizza Marchetto: «Se una startup parte con l’idea di creare un “abito” su misura con statuto ad hoc e clausole particolari deve prendere la via del pro-

FrancescoIannella

UniCredit Iannellanuovo manager peril NordEst LasquadrachesegueilRegistroimprese,Marchettoèinsecondafila

fessionista. Noi ci muoviamo solo sulla base di uno statuto standard per la creazione di una srl semplificata e non di altre ragioni giuridiche (nel caso di startup possono anche essere spa o cooperative) se non quella prevista dalla nuova procedura online che ha uno schema agevolato e “blindato”. Sulla base di questa possibilità c’è chi preferisce costituire la startup in piena autonomia anche rischiando problemi con la registrazione dell’atto. Con la nostra assistenza di fatto c’è il vantaggio di una verifica nella compilazione dei documenti. Quando i nuovi imprenditori si presentano in Camera di commercio tutto quindi è a

posto e le firme vengono autenticate dal conservatore. Nel giro di un giorno la startup è iscritta al Registro Imprese». L’EVOLUZIONE. Nel 2018 su

22 iscrizioni di startup, 13 sono state fatte con la nuova procedura e l’assistenza camerale, una in autonomia, le restanti tramite notaio. Il 2019 sembra ben avviato per la Camera con appuntamenti fissati non solo per la nascita di startup ma anche per modifiche di statuti e aumenti di capitale. E Vicenza ha creato una rete con Verona, Mantova e Brescia per diffondere la nuova opportunità. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Francesco Iannella, 51 anni, nato a Monza, è il nuovo Regional Manager Nord Est di UniCredit: sostituisce Sebastiano Musso, destinato a rilevanti incarichi di Gruppo. Dal 1° febbraio avrà la responsabilità sulle attività corporate, private e retail della banca in Veneto, Friuli VG (dove ha già lavorato) e Trentino AA. «In questi primi due anni di Transform 2019 abbiamo conseguito ottimi risultati dicono Andrea Casini e Giovanni Ronca, responsabili Commercial Banking Italy – Entriamo ora nell’ultimo anno di piano e abbiamo lavorato sulla nostra squadra». Iannella in UniCredit era attualmente responsabile Corporate business della Region Centro Nord. •

INCONTROABASSANO. Una mattinata congli studentiierial“NewCambridge Institute” conil robot bancarioPepper

Volksbankoffrelezionidilavorodigitale Sivaoltregli “smanettoni” «Leaziendeper assumere chiedonosemprepiù competenze di tecnologia»

mano D’Ezzelino, dove è andato in scena il primo appuntamento sulla digitalizzazione promosso dalla banca per le scuole.

Enrico Saretta

IL ROBOTIN BANCA. Appunta-

BASSANO

La tecnologia non è solo roba da “smanettoni”, ma ha mille applicazioni pratiche che possono trovare sfogo nel mondo del lavoro. È questo il messaggio che ieri mattina la Volksbank ha voluto lanciare ai giovani studenti del New Cambridge Institute di Ro-

mento che ha visto come ospite d’eccezione anche il robottino “Pepper”, umanoide nato in Giappone ed entrato oramai nell’organico della banca. Si tratta di un robot capace di conversare, comprendere le richieste delle persone, muoversi autonomamente e riconoscere le voci. Le sue capacità sono state

presentate agli studenti del New Cambridge dalla direttrice delle risorse umane di Volksbank Tatiana Coviello e da Isabella Massimo. La presenza di Pepper è stata però soltanto un pretesto per entrare nel vivo dell’appuntamento, che si basava sulle caratteristiche dell’alfabetizzazione digitale e sulle sue applicazioni.

INTELLIGENZA

BANCHE:TRASFORMAZIONIDIGITALI. La direttrice Coviello

ha quindi proposto una vera e propria lezione agli studenti di terza e quarta superiore,

toccando in primis temi relativi alle trasformazioni digitali nelle banche e nelle aziende ma parlando anche delle strategie per trovare lavoro, a partire dalla preparazione del curriculum e dalla capacità di mettersi in gioco con flessibilità.

Ladirigente Coviellotragli studenti con ilrobot“Pepper”. FOTO CECCON

ARTIFICIALE.

«La tecnologia evolve a velocità stratosferiche, per cui anche le competenze richieste dalle aziende continuano ad aumentare - ha spiega la direttrice delle Risorse Umane di Volksbank - Allo stesso tempo, però, è fondamentale essere consapevoli che la tecnologia da un lato può aiutarci, ma dall’altro dobbiamo imparare a governarla». La

presenza di Pepper ha permesso poi agli studenti di rapportarsi con le caratteristiche e con le potenzialità dell’intelligenza artificiale. «È fondamentale che i giovani capiscano che l’intelligenza artificiale va arricchita con l’intelligenza umana - sottolinea Isabella Massimo, a capo del progetto Pepper per Volksbank-. La tecnologia, infatti, è a servizio dell’uomo, per cui diventa sempre più importante rafforzare le proprie competenze tecnologiche. Ma non trasformandosi in dei “nerd”, ma diventando consapevoli che la tecnologia serve soprattutto per le sue applicazioni nel mondo del lavoro». • © RIPRODUZIONERISERVATA


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VENERDÌ 18 GENNAIO 2019 IL MATTINO

REGIONE

La sfida delle regioni

Zaia si appella all’«eroica gente del Sud» Autonomia, lettera aperta del governatore: Mezzogiorno tradito da un ceto dirigente che teme l’assunzione di responsabilità Filippo Tosatto VENEZIA. Con una mossa che fa-

rà arricciare il naso alla vecchia guardia leghista cresciuta nel refrain del “Forza Etna”, il governatore Luca Zaia prova a esorcizzare i timori suscitati dall’autonomia veneta tra «i cari cittadini del Mezzogiorno» e lo fa attraverso una lettera aperta su Facebook (circa 500 condivisioni e un centinaio di commenti, perlopiù di segno opposto, in poche ore) che esalta «l’eroica gente del nostro Sud», definita « foresta che cresce, quotidianamente, ma che non ha mai avuto diritto di parola», vittima di una classe dirigente inetto. Perché «il Sud è uscito dalla seconda guerra mondiale ferito quanto il Nord, con una massiccia emigrazione, senza infrastrutture, con le città distrutte»; ma al punto di partenza comune è seguita «una divaricazione profonda: alcuni territori, quelli settentrionali, sono economicamente decollati; quelli sudisti, non si sono, invece, mai affrancati, come sarebbe stato legittimo attendersi, visto il loro potenziale umano e ambientale».

LO SVILUPPO MANCATO

Un esempio? «Il Veneto è la prima regione turistica d’Italia con 70 milioni di presenze, 17 miliardi di fatturato. I mari e i panorami del Sud non meriterebbero forse altrettanto? Qualcosa quindi è accaduto. O meglio, non è accaduto»; «Anche senza un’autonomia del Nord, in questi decenni il Mezzogiorno non ha portato a casa nulla in termini di sviluppo. E non mi si venga a dire che abbia avuto meno opportunità in termini di cospicui investimenti sul fronte infrastrutturale, dei fondi comunitari, degli aiuti di Stato, delle agevolazioni fiscali e quant’altro». L’allusione allora corre alla «fuga dei ricchi» evocata da esponenti della politica, dell’economia e della cultura meridionali: prima la petizione on line «contro il secessionismo mascherato

del Veneto» diffusa dall’università di Bari, poi l’altolà del governatore campano Vincenza De Luca («Il divario sociale nel Paese crescerà a dismisura»), infine all’appello «in difesa dell’unità nazionale minacciata dagli egoismi» del presidente degli industriali di Napoli, Vito Grassi. Parole che hanno trovato eco, oltre che tra i notabili locali, nel gruppone dei parlamentari a 5 Stelle eletti

La replica alle proteste in Campania: «Non prestate fede a chi spreca e malgoverna»

in parlamento

nel Mezzogiorno, grande serbatoio di consensi grillini.

Bandiera veneta la Lega ci riprova

LE RISORSE E GLI SPRECHI

«Questa autonomia, richiesta da Emilia, Lombardia e Veneto, che viene dipinta ai cittadini come la morte del Sud è, invece, una grande opportunità per loro e anche per noi», la tesi zaiana «Nord e Sud sono, infatti, legati a filo doppio, come dimostra l’azione politica del mio segretario, Matteo Salvini, che va proprio in questa direzione». La stoccata: «La verità è che l’autonomia fa paura a molti amministratori del Sud perché è una vera assunzione di responsabilità, fondamentale per la corretta gestione delle risorse pubbliche che, troppo spesso, vediamo sprecate senza alcun vantaggio per i cittadini. È proprio ciò che crea forti timori in determinati ceti politici e amministrativi».

il governatore della campania all’attacco

De Luca: «Pronti a ricorrere alla Corte costituzionale» «Non commento i post sui social ma la trattativa avviata dalle tre regioni va fermata. Il premier Conte garante dell’unità nazionale»

VALORE COSTITUZIONALE

La sfida: «A queste spaventatissime istituzioni, dico: non potete continuare a vendere ai vostri cittadini soltanto la suggestione che l’autonomia li farà morire. Se sostenete questo, per coerenza, dovete dire agli elettori qual è l’alternativa: chi racconta nelle piazze e in Parlamento che l’autonomia è un baratro, dice qualcosa di contrario alla Costituzione». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

via libera con 19 voti e 16 no

Bolzano volta pagina Kompatscher ora guida la giunta Lega-Svp BOLZANO. La Svp volta pagina

e, dopo 25 anni di governo con il centrosinistra, si allea con la Lega. Arno Kompatscher è stato confermato alla guida della Provincia autonoma con 19 sì e 16 no, mentre la giunta sarà varata il 25 gennaio. «Sarò il garante dei valori fondamentali, ai quali resteremo fedeli per una politica a favore dei cittadini. Viviamo in una terra particolare,

Il governatore veneto Luca Zaia sulla Marmolada; a destra Vincenzo De Luca governatore della Campania

Arno Kompatscher

ROMA. «Cosa ne penso dell’appello di Zaia al popolo del Sud sull’autonomia? Non commento i post su Facebook, ma la mia posizione non cambia: la trattativa tra governo e Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna va fermata subito o presenteremo ricorso alla Corte costituzionale». Vincenzo De Luca è a Roma, alla conferenza Stato-Regioni per parlare di sa-

con gente particolare e con una storia particolare, che è stata in parte dolorosa ma che ora è anche una storia di successo». Kompatscher ha ribadito di voler rappresentare tutti i cittadini e che «sicurezza significa anche sicurezza sociale. Nessuno deve restare indietro». L'esponente della Svp ha parlato anche di migrazione, sottolineando che «le nuove forme di migrazione vanno affrontate senza perdere di vista i nostri valori». Alla luce della minaccia della Brexit, secondo Kompatscher l'autonomia altoatesina «non va solo difesa ma sviluppata. Solo così possiamo disegnare il nostro futuro». Anche la squadra «Kompatscher bis» è definita. L'ultimo tassello mancante è stato

nità, il Veneto è rappresentato dall’assessore Federico Caner. Finito il vertice, il presidente De Luca spiega le ragioni del no della Campania, che pure ha presentato richiesta formale per avviare la trattativa con il ministro Erika Stefani, alla pari di altri 12 regioni. «Ho scritto al presidente del consiglio Giuseppe Conte una lettera ufficiale per evitare che, con il procedimento all’ articolo 116, vengano pregiudicate le ragioni di solidarietà sociale, perequazione, redistribuzione e assicurazione del giusto mantenimento dei livelli essenziali

quello dei tre vice, uno per ogni gruppo linguistico, ed è stato inserito: il presidente proporrà il leghista Giuliano Vettorato come suo vice per il gruppo linguistico italiano, voluto da Salvini. Come si apprende, Kompatscher e la Svp avrebbero invece puntato su Massimo Bessone (il commissario provinciale è stato il più votato dei quattro consiglieri della Lega alle provinciali del 21 ottobre scorso) che avrebbe però rinunciato. In certi versi una sorpresa è stata anche la nomina del vice presidente di lingua tedesca, che sarà Arnold Schuler e non il segretario Svp Philipp Achammer. Vice ladino sarà, l’ex deputato Daniel Alfreider. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

delle prestazioni a favore di tutti i cittadini. Tali ragioni sono previste dall’articolo 119 della Costituzione quale condizione e limite alla autonomia pretesa ai sensi del richiamato l’articolo 116», spiega De Luca. La lettera analizza poi nel dettaglio il contesto legislativo, con riferimento ai principi di salvaguardia delle aree più deboli del Paese, e delinea anche lo scenario finale del voto, tappa non ancora fissata dal governo. «La logica del “prendere o lasciare”, probabilmente imposta al Parlamento, chiamato a legiferare a maggioranza assoluta con

Bocciata dalla Corte Costituzionale, la legge regionale sull’obbligo di esposizione della bandiera del Veneto nei luoghi pubblici rispunta in Parlamento per iniziativa del vicentino Erik Pretto, autore di un progetto legislativo.

procedimento rafforzato sulla base della intesa Governo-singola Regione proponente, in assenza di una potestà parlamentare di apportare correttivi o integrazioni (secondo la lettura degli studiosi costituzionalisti che si sono espressi su una materia che non ha precedenti nella storia costituzionale dalla riforma apportata al Titolo V nel 2001), impone che tutti gli interessi e le ragioni delle diverse collettività territoriali della Nazione siano adeguatamente ascoltati, rappresentati, tutelati. È per tali ragioni che insisto, in rappresentanza della collettività campana e come richiestomi dalle istituzioni regionali competenti, per essere ascoltato formalmente dal Governo prima che si concreti la intesa con Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna», conclude Vincenzo De Luca. — Al. Sal. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

il depUtato raccoglie l’appello

D’Incà:«La commissione sul federalismo fiscale può avviare il dialogo» VENEZIA. A chi è rivolto l’appel-

lo di Zaia? Al popolo o ai parlamentari eletti dal popolo che debbono poi approvare la legge a maggioranza assoluta, senza alcuna modifica perché la procedura non lo consente? Federico D’Incà, deputato del M5S, non ha dubbi:«Bene che si voglia aprire un dialogo sul tema del modello dello stato italiano ed il parlamento è il luogo riconosciuto dalla Costi-

tuzione per dare voce ai cittadini. Per questo chiederò ai tanti colleghi del M5S del sud Italia di chiedere l’audizione in Commissione sul federalismo fiscale del Presidente Zaia in modo che si sviluppi un dialogo che vada oltre ai social ma atterri dove effettivamente possiamo prendere le decisioni. Solo il dialogo permette di confrontarsi e capire quale sia il futuro del Paese», conclude D’Incà.


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PRIMO PIANO

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Grandi opere

Mantovani paga, Baita può patteggiare La società mette sul piatto 85mila euro di credito d’imposta. Il 28 febbraio la decisione sulla pena, resta il nodo confische pensazione frutto di un credito d’imposta (altrimenti difficilmente esigibile) vantato nei confronti dello Stato dalla holding della Mantovani. Soldi, questi, confluiti nelle casse del Fisco, che si sono sommati a quelli già pagati a rate nei mesi scorsi secondo il piano di ammortamento, in scadenza a settembre 2019, per rifondere il debito provocato dal meccanismo delle false fatturazioni. In questo modo Baita ha in mano il lasciapassare per poter patteggiare 2 anni (come ricalcolo rispetto al all’accordo sulla pena del 2013) sia per i reati fiscali che per la corruzio-

ne. In vista dell’udienza preliminare di ieri davanti al giudice Gilberto Sitgliano Messuti, il difensore di Baita, l’avvocato Alessandro Rampinelli, ha depositato le ricevute del pagamento. La decisione sull’accoglimento o meno dei patteggiamenti spetterà al giudice che ha rinviato al 28 febbraio. Oltre a Piergiorgio Baita, determinati a patteggiare davanti al gup ci sono gli altri Grandi Accusatori, ovvero Claudia Minutillo, ex braccio destro di Giancarlo Galan e amministratore delegato di Adria Infrastrutture (avvocato Carlo Augenti) e il faccendiere Mirco Voltazza.

Concluso dopo 4 anni lo studio degli esperti Ghetti: «Solo così possono ripartire gli scavi»

fanghi. In laguna non ce ne sono più, dopo la creazione dell’isola delle Tresse. Ma anche ridurre i costi e i tempi per i dragaggi dei canali. Non soltanto quelli portuali, precisano i professori. Ma anche lo scavo dei rii interni. Interventi per lavori che costano e vanno a rilento. Ma lo studio non è ancora stato firmato dal ministero. Dopo una serie di riunioni e Conferenze dei servizi, i relatori hanno integrato il loro studio, soprattutto con la parte che riguarda il «bioaccumulo» delle sostanze inquinanti. Qualcuno potrà dire che per risolvere il problema dell’inquinamento si alzano i parametri delle tossicità. Ma questa è la retorica del finto ambientalismo», si inalbera Ghetti, «che poi magari si lascia scappare i cavalli veri sotto il naso. In base alle nostre ricerche possiamo dire che quei fanghi non inquinano. Dunque, possono essere rimessi in acqua». Adesso si attende la firma sul documento dei tecnici dell’Ispra (ministero dell’Ambiente) e dell’Arpav (Regione Veneto). «Speriamo facciano presto», conclude il professore, «perché adesso tutti gli interventi in laguna sono bloccati». Resterebbero da inviare a discarica

Rubina Bon VENEZIA. La condizione neces-

saria perché Piergiorgio Baita, ex ad della Mantovani, potesse patteggiare i reati fiscali nell’ambito del procedimento a carico dei Grandi Accusatori del Mose, era che la stessa Mantovani saldasse il proprio debito tributario con il Fisco. In tutto 85mila euro. A novembre la Mantovani ha presentato un concordato in bianco con un maxi debito, il momento è di forte difficoltà. Ma quegli 85mila euro sono saltati fuori. Da dove? Da una com-

I fanghi della laguna non sono inquinati Possono essere smaltiti in mare I FANGHI

«I

fanghi di tipo B non sono più inquinanti di quelli del tipo A. Dunque, il protocollo del 1993 va modificato in base alle nuove direttive europee. E i fanghi scavati in laguna, come prevede la legge del 2016, potranno essere versati in mare. Oppure utilizzati per il ripristino morfologico della laguna». Una vera rivoluzione, quella prevista dalla proposta del gruppo di lavoro incaricato dal Provveditorato alle Opere pubbliche. Studio affidato a un gruppo di esperti tra cui l’ex rettore di Ca’ Fo-

scari Pierfrancesco Ghetti, il docente di chimica Giorgio Marcomini, il biologo Giorgio Mattassi che ha già studiato l’argomento nelle lagune di Grado, l’ex rettore dell’Università di Siena Pietro Foccardi. Un lavoro che va avanti da quasi quattro anni. E adesso è arrivato alla conclusione. «Scopo dello studio», spiega Ghetti, «è quello di adeguare il protocollo che risale ormai a 25 anni fa al nuovo quadro normativo europeo. In pratica si tratta di riconoscere che la gran parte dei fanghi scavati in laguna non è inquinata, e va trattata in modo diverso». Significa che non sarà necessario ad esempio reperire nuovi siti di stoccaggio dei

Entrambi puntano a chiudere a 2 anni, entro la sospensione condizionale della pena. Un anno e 8 mesi la proposta di patteggiamento per Pio Savioli (avvocato Massimo Benozzati), al tempo consulente del consorzio della cooperative venete Coveco, e per Nicolò Buson, ex direttore finanziario di Mantovani (avvocato Fulvia Fois), che pure aveva lo stesso problema di Baita quanto al saldo del debito della società. LA QUESTIONE CONFISCHE

Piergiorgio Baita

L’udienza di ieri è stata rinviata perché il gup, sulla scia di una sentenza della Cassazione

del 2016, ha chiesto ai pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini di fornire gli elementi per quantificare le confische per equivalente a carico dei cinque Grandi Accusatori, tenuto conto da un lato degli episodi già prescritti e dall’altro di quanto già versato dagli altri coimputati. L’accusa dovrà presentare i conti entro i primi di febbraio, poi le difese avranno spazio per le osservazioni, quindi il 28 febbraio è attesa la decisione che andrà a chiudere uno dei filoni dello scandalo delle mazzette che aveva travolto il Veneto. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

prima udienza a febbraio

Cresta sui cassoni a Chioggia Dal giudice in sei

Lavori di dragaggio in laguna

soltanto i fanghi altamente inquinati (tipo C, cioè quelli provenienti da aree industriali o sottoposte a grande mole di traffico. Ma il trattamento dei fanghi di tipo «B», che rappresenta il 90 per cento di quelli presenti in laguna, viene definito «antistorico». La proposta, avanzata dal Provveditorato alle Opere pubbliche, Consorzio Venezia Nuova , Regione e Comune, punta a «semplificare le procedure» per i lavori di scavo e a ridurre i costi, «nel ri-

spetto della salute». Quando fu sottoscritto il primo protocollo dei fanghi i tempi erano diversi. Si chiamava Ronchi-Costa, risultato di un compromesso tra l’ex ministro dei Lavori pubblici (poi sindaco e presidente del Porto) Paolo Costa e il ministro verde dell’Ambiente Edo Ronchi. Era stato pensato per il disinquinamento di Marghera. Una «grande opera» che 26 anni dopo è ancora al palo. — Alberto Vitucci

Il numero delle persone coinvolte è andato via via assotigliandosi tra archiviazioni e patteggiamenti nel corso delle indagini. Nell’inchiesta “Mose 6” sulla presunta cresta sui cassoni del Mose a Chioggia, i pm Ancilotto e Buccini hanno chiesto il rinvio a giudizio per reati fiscali per sei imputati che saranno davanti al gup Gilberto Stigliano Messuti il 12 febbraio. Si tratta di Sandro Zerbin, presidente della Clea, Franco Morbiolo del Coveco, Pio Savioli della Clodia , Stefano Tomarelli di Condotte, Duccio Astaldi, sempre di Condotte, Antonio Picca della Clodia. Secondo l’accusa, le imprese che hanno realizzato i cassoni avrebbero “gonfiato” i costi di ciascun cassone da 7,6 a 8,1 milioni. I 500mila euro di spese in più per ognuno degli otto cassoni (di qui la somma di 4 milioni) erano fasulli e servivano per poter retrocederne metà come fondi neri che si sarebbero suddivisi Tomarelli e Savioli. Ru.B.


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PRIMO PIANO

Grandi opere

Mose, troppi ritardi sui lavori in corso Vertice d’urgenza a palazzo Dieci Savi Sul tavolo l’aumento delle tariffe dei progettisti, la gara rinviata per la manutenzione, la corrosione delle cerniere

Alberto Vitucci VENEZIA. Bavaglio alla Salva-

guardia. «Niente notizie se non autorizzate da Roma». La direttiva arriva dal Capo di Gabinetto del ministero Gino Scaccia. Il ministro Toninelli non ha gradito la pubblicazione di alcuni articoli della Nuova che raccontano delle divisioni in atto sulla gestione del Mose. E ha impartito la direttiva: «Non si parla con la stampa». Vecchio sistema puntualmente destinato a fallire: le notizie non possono essere chiuse nel Palazzo. Ieri mattina a palazzo Dieci Savi, sede del Provveditorato alle Opere pubbliche, vertice d’urgenza convocato dal provveditore Roberto Linetti. Il tema, i gravi ritardi che si vanno accumulando sui lavori del Mose.

PROGETTI

I soldi ci sono, il protocollo è stato firmato. Presto dovranno essere spesi 300 milioni di euro per interventi in laguna e all’Arsenale. Ma mancano i progetti. Il problema sarebbero le tariffe. «Troppo basse», protestano le imprese. Nessuno si presenta. «Sono tariffe di 20-30 anni fa», dicono, «impossibile star dentro i costi». LA GARA MISTERIOSA

Secondo tema del vertice – a cui non ha partecipato il commissario Francesco Ossola, responsabile tecnico del Consorzio Venezia Nuova – la gara da 18 milioni di euro per la manutenzione delle paratoie. È stata rinviata per ben due volte dallo stesso Ossola la scadenza per presentarsi al bando. Prima era l’11 gennaio, poi il 14, adesso il 31. Sono già 18 le ditte interessate, che hanno anche presentato domande e richieste di chiarimenti. Ma il ritardo si accumula. Senza ripu-

lire le paratoie dalla sabbia accumulata il sistema non potrà funzionare. La stessa gara prevede anche di installare dei sensori per controllarne il comportamento in caso di mare agitato. LA CORROSIONE

Ancora irrisolto il problema della corrosione delle cerniere del Mose. Problema segnalato due anni fa dagli esperti del Povveditorato. Ora ammesso dal Consorzio Venezia Nuova, che ha messo nero su bianco costi e modalità per la riparazione. Anche qui gli amministratori straordinari hanno annunciato una gara, che dovrebbe essere pubblicata nei prossimi giorni. Ma si fa strada an-

i ritardi

Paratoie da concludere

Non si placa la polemica tra ministero e Anac. Il «bavaglio» di Toninelli

Ritardi che si accumulano. Le 78 paratoie del Mose dovevano essere installate tutte entro il 31 dicembre 2018, data prevista per la «fine» dei lavori. Invece ne mancano ancora 5 a Lido, quelle di Treporti sono sott’acqua ma bloccate dalla sabbia. E l’operazione non si concluderà prima di febbraio. Nella foto grande, una fase di posa delle paratoie alla bocca di porto di Malamocco. Qui sopra, il provveditore alle Opere pubbliche Roberto Linetti. —

che l’altra ipotesi: sostituire i pezzi «ammalorati» senza gara. Acquistando i nuovi pezzi con l’acciaio più resistente e affidando i lavori alle imprese del Consorzio. LA GESTIONE

Tensione e le polemiche si addensano sul futuro della grande opera. Sulla gestione e la manutenzione, e sul soggetto che dovrà esserne responsabile. Un affare da almeno 100 milioni di euro l’anno che scatterà a partire dal 1 gennaio 2022. Data in cui, secondo il cronoprogramma, l’opera dovrebbe essere ultimata e consegnata, collaudata e funzionante. L’ANAC

Non è conclusa la polemica tra il ministero e l’Anac, l’Autorità Anticorruzione. Il primo è il responsabile dell’opera, la secon-

da ha nominato dopo lo scandalo Mose gli amministratori straordinari del Consorzio. Da una pattuglia di parlamentari Cinque Stelle, il partito del ministro Toninelli, è arrivata prima di Natale una interrogazione contro i commissari che denunciava i «costi aumentati» e ipotizzava la fine del commissariamento. «I costi sono diminuiti e i commissari garantiscono un presidio di legalità», ha risposto lo stesso presidente

il ministero risponde all’interrogazione di nicola pellicani (pd)

Per la “muraglia” 103 milioni ma non bastano a completarla MARGHERA. Rispondendo ad

una interrogazione in “queation time” del deputato veneziano del Pd, Nicola Pellicani, il ministero dell'Ambiente ha annunciato ieri di avere trasferito le risorse stanziate dagli ex governi di Renzi e Gentiloni alla Regione Veneto per la messa in sicurezza del sito di interesse nazionale (Sin) da bonificare, di Porto Marghera. Risorse, comunque, ancora insufficienti per completare la “mura-

glia” di marginamento delle sponde dei canali e delle isole portuali e industriali, per evitare la dispersione in laguna degli inquinanti (tutti residui di produzioni chimiche e siderurgiche) di cui sono imbottite gran parte dei terreni di di Porto Marghera. «Si tratta» spiega Pellicani «secondo quanto riferito dal sottosegretario, Salvatore Micillo disponibili oltre 103,7 milioni. Una cifra composta dai circa 70 milioni mes-

si a disposizione dai governi centrosinistra con il Patto per Venezia e oltre 10,6 milioni derivanti dall’Accordo di Programma del 2012 e altri 22,9 derivanti da altri risarcimenti delle aziende ritenute responsabili degli inquinamenti delle aree». Purtroppo, però, come aggiunge lo stesso Nicola Pellicani «seppure qualcosa si muove grazie agli impegni dei governi precedenti ma all’appello mancano sempre decine di

Cantone. Qualche giorno dopo, un vertice al ministero e una «tregua» siglata con il ministero. I RITARDI

Ma il Mose è fermo. Fermi i cantieri, a parte quelli della posa delle paratoie di Lido-San Nicolò. Non vanno avanti le prove sugli impianti, non si concludono gli interventi per riparare le «criticità». La grande opera slitta e nessuno vuole

milioni per concludere l’opera di marginamento. Un intervento strategico per la città di Venezia, in quanto accanto alle opere di salvaguardia della città antica è altrettanto urgente un’azione di rigenerazione industriale e produttiva con attività compatibili a Porto Marghera. Ma finché non sarà conclusa la “muraglia” di marginamento del Sin resterà molto complicato pensare in modo concreto alle bonifiche delle aree e all’insediamento di nuove imprese». Secondo la relazione della Commissione d’inchiesta parlamentare sul ciclo dei rifiuti e l’inquinamento ambientale, per completare la “muraglia” di palancole, già costata 780 milioni, lunga 44 chilometri per bloccare le acque contami-

averne la responsabilità.

zato le competenze interne.

I DIPENDENTI

I POTERI

Protestano i 200 dipendenti del Consorzio e della controllata Thetis. Chiedono garanzie sul loro futuro, dal momento che in teoria la funzione del Consorzio, creato nel 1984 con la concessione unica, verrà a cessare una volta ultimata l’opera. Accusano il commissario Ossola di avere preso molti consulenti e di non aver utiliz-

Il sindaco aspetta ancora una risposta da Toninelli sui tanti temi aperti. Le grandi navi e la gestione del Mose, i poteri sulla laguna, i fondi da distribuire e la convocazione del Comitatone. «Entro un mese vi darò le risposte», aveva promesso Toninelli in visita a Venezia il 5 novembre scorso. Ma la risposta non è mai arrivata. —

UN TRATTO DELLA “MURAGLIA” DI MARGINAMENT ODEL SIN DA COMP’LETARE

Si tratta dei fondi stanziati dagli ex governi di Renzi e Gentiloni ma ce ne vogliono almeno 250 per terminarla

nate che filtrano dai terreni mancano solo tre chilometri, ci vorranno almeno 250 milioni di euro. «Il governo giallo-verde» chiosa Pellicani «continua a barcamenarsi senza offrire soluzioni concrete per il futuro della città di Venezia. I “gialli” mi rispondono attraverso il sottosegretario che i soldi sono quelli del governo Renzi-Gentiloni e i “verdi” dovrebbero dire al governatore del Veneto, Zaia, di spenderli. Siamo a un rimpallo di responsabilità sulla pelle di Venezia, mentre la conclusione dei marginamenti risulta quanto mai indispensabile alla luce del bando per i progetti nell’area di Crisi Complessa, con un finanziamento statale di 26,5 milioni». — G.Fav.


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DOLO - MIRA - RIVIERA

trasporto pubblico e disagi

campolongo

I sindaci: allungate i convogli sulla linea Mestre –Adria

Accordo con le Poste parcheggio più grande CAMPOLONGO. Si amplia il par-

Continuano i ritardi dopo l’arrivo del nuovo sistema di sicurezza Gambato: «Pronti a discutere dei rimborsi ai clienti ma sarà difficile aggiungere vagoni»

Alessandro Abbadir CAMPAGNA LUPIA. Continua il

caos ritardi sulla linea Mestre – Adria e i sindaci dell’area chiederanno che i vagoni sui convogli a binario unico possano essere aumentati e che i rimborsi ai viaggiatori danneggiati siano dati già a inizio febbraio. Anche ieri si sono registrati ritardi su tutta la linea nell’ordine della mezz’ora in qualche caso. Da Sistemi Territoriali arriva un’apertura per quanto riguarda i rimborsi mentre appare problematica la possibilità di allungare i convogli. «È stato fissato», spiega il sindaco di Campagna Lupia, Alberto Natin, «per lunedì 21 l’incontro per discutere dei problemi della linea Mestre – Adria. Vi parteciperanno l’assessore regionale ai trasporti Elisa De Berti. Lì chiederemo che vengano fatti dei rimborsi sostanziali, nel giro di qualche settimana, a partire già da febbra-

DO

io. Quello che chiederemo è che i convogli possano essere allungati con due o tre vagono in più se necessario. Siamo pronti a discutere eventuali tagli di corse collegati a una riduzione dei ritardi sulle linee, dovuti all’entrata in funzione del nuovo impianto di gestione di sicurezza che è stato collaudato durante le vacanze natalizie».Gli utenti, in particolare lavoratori e studenti, sono ormai all’esasperazione perché stanno perdendo ore di lavoro o di studio, a causa di ritardi e soppressione dei treni. Alcuni abbonati che utilizzano la linea provenienti da Adria, Campolongo, Camponogara Campagna Lupia e Piove di Sacco, si sono ritrovati nei giorni scorsi a Piove, per portare avanti un’azione collettiva di risarcimento. Nelle scorse settimane erano partite anche raccolte di firme on line a cui sono arrivate in poco tempo centinaia di sottoscrizioni. Alle richieste dei sindaci risponde il direttore di Sistemi Territoriali Gian Michele Gambato. «Le richieste dei sindaci», spiega Gambato, «sono legittime. Sulla questione dei rimborsi la società non intende sottrarsi. Riesce

difficile invece accontentare i sindaci per quanto riguarda la possibilità di aumentare la lunghezza dei convogli: sarà difficile. Per avere convogli più lunghi, bisognerebbe allungare di decine di metri i marciapiedi di attesa di quasi tutte le stazioni fra Adria e Mestre. In questo periodo grazie ai bus navetta e alla correzione delle anomalie siamo riusciti a ridurre i ritardi a 12– 13 minuti al mattino nelle corse più affollate e alla sera. Già oggi comunque faremo un incontro con Ferrovie dello Stato per poter stabilire nuovi orari». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

pro loco e confesercenti

Oltre 30 mila visitatori alle attività natalizie Oltre 30 mila visitatori alle iniziative natalizie organizzate dal Comune dalla Pro Loco e da Confesercenti. Questo il bilancio di quasi due mesi di attività con pista di ghiaccio, Babbo Natale in carrozza, il trenino che attraversava la città fino al gran finale con il falò della Befana. «Auspico» conclude Zarotti «che sia solo l'inizio di questa collaborazione per il rilancio di Mira».

cheggio delle Poste di Bojon. Lo annuncia il sindaco Andrea Zampieri dopo un accordo con il proprietario dell'immobile in cui si trovano le Poste. Il parcheggio delle Poste di Bojon è di fatto sottodimensionato rispetto al grosso flusso di utenti che utilizzano giornalmente il servizio postale. In questi giorni l'impegno si è concretizzato con l'entrata in servizio dell'ampliamento del parcheggio grazie ad un accordo tra Poste Italia-

Le Poste di Campolongo

mira

Riaperta la ciclabile sul canale Serraglio MIRA. Ha riaperto dopo tanti anni di attesa, raccolte con centinaia di firme ed interrogazioni comunali la pista ciclabile sul canale Serraglio nella frazione di Mira Porte. Il passaggio che collega il marciapiede ciclabile lungo la strada regionale11 Brentana a via Cimitero era stato chiuso anni fa durante i lavori per la sistemazione del ponte sul Serraglio e del marciapiede. Lavori fatti in quel ca-

so da Veneto Strade. Ultimati i lavori, la stradina di competenza della Regione, era rimasta chiusa, impedendo a molti residenti di raggiungere il cimitero. «Ma i residenti si sono subito attivati» spiega l’ex sindaco Roberto Marcato che fu tra i promotori dell’iniziativa «per poter riavere aperto quel passaggio pedonale. Circa tre anni fa fu fatta una raccolta di riapertura con oltre

ne, il proprietario dell'immobile e la mediazione del Comune. «Soprattutto nei giorni di pagamento delle pensioni» spiega Zampieri «si creavano preoccupanti problemi di sicurezza per le auto parcheggiate lungo la strada e sui marciapiedi in quanto il parcheggio non riusciva a contenere tutte le auto. Un lungo e paziente lavoro di mediazione tra la proprietà dello stabile e la direzione di Venezia di Poste Italiane ha fatto si che sia stato possibile trovare un compromesso: ai dipendenti dell'ufficio postale e del centro smistamento è stato riservato il nuovo spazio ampliato lasciando l'intero parcheggio pubblico a disposizione degli utenti». — A.Ab.

400 firme, e l’allora sindaco Alvise Maniero inviò una lettera alla Regione e a Veneto Strade per sollecitare l’apertura». A portare avanti la battaglia però è stato anche il gruppo politico “Mira siamo noi” con la consigliera Marta Marcato. Anche il sindaco Marco Dori ha accolto la decisione di riaprire il passaggio con soddisfazione e ha commentato positivamente il risultato raggiunto sui social network. «Finalmente» hanno detto tanti residenti «con l’apertura di questo passaggio la frazione diviene più fruibile anche ai turisti che sempre più percorrono la Riviera del Brenta in estate». — A. Ab.

GAFFARELLO Ristorante | Pizzeria

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RIVIERA - MIRANESE

VENERDÌ 18 GENNAIO 2019 LA NUOVA

denuncia di nonnismo in aeronautica

Spunta un video “contro” Giulia Il legale: «Macchina del fango» Un ragazzo preso a frustate sui glutei, partecipa anche la ventenne di Mira L’avvocato Strampelli: impugneremo al Tar l’intera procedura di espulsione

Rubina Bon e Alessandro Abbadir

la difesa dell’arma

«No al nonnismo noi tuteliamo il nostro personale»

MIRA. Spunta un nuovo video

sul “battesimo del volo” alla Scuola dell’Aeronautica a Latina. Un video nel quale la “vittima”, che stavolta è un ragazzo, viene presto a frustate sui glutei. A dare tre colpi con un rametto è Giulia Jasmine Schiff, la ventenne di Mira espulsa dall’Accademia dell’Aeronautica di Pozzuoli per “insufficiente attitudine militare”, protagonista a sua volta di un video in cui era stato immortalato il suo rito dopo il primo volo da solista. E ora di un caso che ha riacceso i riflettori su possibili episodi di nonnismo nelle forze armate. «Quel video diffuso nelle scorse ore rappresenta la macchina del fango contro Giulia», mette in chiaro l’avvocato della ventenne, Massimiliano Strampelli, «Giulia non ha mai fatto male a nessuno. Simulava per non essere presa in giro dagli altri». Avvocato Strampelli, a poche ore dal video-denuncia di Giulia ne è spuntato un altro a ruoli invertiti. «Giulia non ha mai partecipato a tutto questo. Fa solo finta. Sorprende che questo video esca proprio ora: è la macchina del fango contro la mia assistita che è già partita. C’è qualcuno, forse proprio qualche indagato, che vuole screditare la sua credibilità. Resto comunque sconcertato che questi video girino sui cellulari. Emerge in generale una sottovalutazone del fenomeno del nonnismo. Prima dell’imprudenza nell’avere salvato sul

Giulia Schiff con il padre, pilota civile

«L’Arma azzurra tutela il proprio personale e non ammette comportamenti in qualunque modo correlabili al fenomeno del nonnismo, che - al contrario - condanna e persegue con fermezza». Questa la replica dell’Aeronautica militare «dopo che la ex allieva ufficiale pilota di complemento ha sostenuto di essere stata espulsa dalla Forza Armata a seguito di comportamenti e provvedimenti disciplinari vessatori nei suoi confronti». Nella nota «si precisa che la vicenda era già nota, tanto che la Forza Armata, in data 5 ottobre 2018, ha denunciato il fatto all’Autorità giudiziaria competente, disponendo contestualmente l’esecuzione di un’inchiesta sommaria, come previsto dalla vigente normativa di settore».

proprio dispositivo un video del genere, colpisce la poca empatia nei confronti della vittima. Per quanto riguarda il suo “battesimo del volo”, Giulia ha subìto decine di frustate ai glutei che le hanno lasciato ferite». Il caso è scoppiato con la denuncia di Giulia alla Procura militare di Roma. Quali sono i reati che avete ipotizzato? «Concorso in lesioni militari pluriaggravate, ingiuria milita-

portare conseguenze anche per altri candidati in termini di posizionamento in graduatoria. Nei prossimi giorni presenteremo ricorso al Tar del Lazio nei confronti dell’amministrazione militare e anche dei colleghi che hanno partecipato al concorso, in tutto una dozzina di persone. Contiamo in una fissazione rapida dell’udienza camerale per la sospensiva». E se il Tar accogliesse la sospensiva? «Nel caso di un pronuncia-

scorzè

Addio a Mariuccia Bonati una vita per i bisognosi Domani l’ultimo saluto SCORZÈ. Ha aiutato gli altri si-

no all’ultimo. Com’era nel suo stile da sempre. Non più tardi di metà mattina di mercoledì, aveva chiamato la vice sindaca di Scorzè Nais Marcon per sottoporle il caso di un uomo senza lavoro di Gardigiano, chiedendo se ci fossero delle opportunità in giro in qualche azienda. Qualche ora dopo a casa, durante il pranzo, si è sentita male ed è spirata a causa di un infarto. Maria Rita Bonati, per tutti Mariuccia a Scorzè e Gardigiano, paese dove abitava, aveva 74 anni e ha speso la sua vita per dare una mano ai bisognosi, i cosiddetti “ultimi”. Tra lei e suo marito Serafino Falcon, direttore dei

Maria Rita "Mariuccia" Bonati

cori Delle Cime, Unitre e Corale di Gardigiano, si sono sempre spesi in parrocchia e alla Caritas. Originaria di Milano, era arrivata a Scorzè da Padova più di 40 anni fa, nel 1976. Da subito, si è data da fare per sostenere le altre persone; una donna di cuo-

re ed abuso di autorità. Ma spetterà al pubblico ministero titolare del fascicolo qualificare i reati. Indagati? Ci sono, ma di più non posso dire». All’inchiesta penale potrà affiancarsi un’azione amministrativa. Valuterete questa strada? «Siamo intenzionati ad impugnare l’intera procedura di espulsione di Giulia davanti al Tar per capire se sia stata regolare e legittima. Chiaro che l’annullamento potrebbe com-

re, che si spendeva ad aiutare chi era malato, chi faticava ad alzarsi dal letto, lo accudiva, lavava. Dava una mano anche a compilare i documenti e le denunce dei redditi, a pagare l’affitto a chi non lo poteva fare, con la massima generosità. E poi faceva mille viaggi in municipio, dov’era in stretto contatto con i Servizi sociali per provare a sostenere più gente possibile. Negli ultimi giorni non era stata troppo bene; era reduce anche da qualche linea di febbre accusata a inizio settimana ma si pensava fosse qualche acciacco di stagione. All’ora di pranzo dell’altro ieri è successo l’impensabile, accusando dei dolori al petto; i soccorritori, arrivati in pochi istanti, hanno provato a salvarle la vita ma non ci sono riusciti e non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Il funerale della donna si svolgerà domani alle 10.30 nella chiesa di Gardigiano. La signora lascia anche due figli. — A.Rag.

mento favorevole a Giulia, sarebbe disposto l’immediato reintegro nella forza armata. Giulia potrebbe così riprendere il percorso concorsuale. Ma è possibile anche che i giudici amministrativi chiedano una istruttoria sul punto, ovvero chiarimenti all’amministrazione militare per capire come sono avvenute le procedure concorsuali». Che allieva era Giulia? «Quello che è emerso dall’accesso agli atti è che Giulia aveva avuto voti brillantissimi quanto al comportamento nella fase del tirocinio, quella conseguente all’esito vittorioso del concorso, nella quale vengono fatte verifiche tra l’altro su motivazioni, relazioni, capacità di stare in gruppo. In questa prima fase, Giulia aveva riportato voti apicali. Viene definita come “ottimo elemento” e “un investimento per la forza armata”. Una persona capace di relazionarsi con gli altri, con forte motivazione al lavoro e al servizio». Poi le cose erano cambiate. «È strano come questi giudizi, nella fase dopo l’incorporazione a Pozzuoli, siano crollati. Ed è questa secondo noi l’illogicità dell’intera procedura. Siamo di fronte ad un elemento apicale che spicca: cosa succede per portarlo ad avere un giudizio negativo? È chiaro secondo noi come ci siano stati fattori che hanno influito su questo. Auspichiamo di fare chiarezza in sede di giudizio. Peraltro sono gli stessi accertamenti che il ministro ha richiesto allo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare. Sono stati investiti soldi e tempo su un allievo ufficiale che aveva una idoneità piena al volo e che poi viene espulso: non è un grave danno anche per le risorse erariali?». Altro punto conteso è quello delle punizioni inflitte alla ragazza di Mira. «Il numero è certamente anomalo, il che induce a una riflessioni su eventuali illegittimità amministrative. Giulia ha avuti 60 giorni di consegna, non potendosi allontanare dalla caserma e quindi non potendo fare ritorno a casa. Questo ha certamente influito su di lei». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

dolo

Turismo in Riviera «Ora sappiamo come convincere i visitatori» DOLO. Obiettivi raggiunti nel 2018 per l’Ogd (Organizzazione per la gestione della destinazione) Riviera del Brenta-Terra del Tiepolo. Il tavolo di confronto è stato istituito nel 2017 tra soggetti pubblici e operatori privati. Il bilancio dei progetti svolti è stato fatto nell’incontro tra i sottoscrittori tenutosi a Villa Widmann a Mira alla presenza dell’assessore regionale Federico Caner. La fase di start-up, avviata nel 2018, ha visto nascere una cabina di regia per sviluppare le linee guida dell’attività dell’ Ogd e uno staff tecnico a supporto. Questi due gruppi di lavoro si sono avvalsi di un affiancamento manageriale per definire il

L’assessore al turismo Caner

percorso di coinvolgimento e formazione degli operatori della filiera turistica e stabilire le priorità di intervento. Il lavoro ha convinto anche i Comuni di Mogliano, Preganziol e Zero Branco ad entrare nell’Ogd. I temi principali affrontati nell’incon-

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le reazioni

Interrogazioni in Parlamento «Intervenga il ministro» MIRA. «Bravissima Giulia, non era facile ma hai dimostrato coraggio denunciando la violenza di alcuni tuoi colleghi. La ministra Trenta venga in Parlamento a chiarire la vicenda e basta nonnismo, sia nei confronti delle donne che degli uomini». A dirlo è l’ex presidente della Camera Laura Boldrini. Sulla stessa vicenda interviene Nicola Pellicani (Pd). «Quello che è successo è inaccettabile» spiega Pellicani «Bene ha fatto a denunciare quello che è accaduto. Si tratta di brutte tradizioni che vanno eliminate dall’Aeronautica e da qualunque altra specialità delle forze armate. Chiederò al ministro di fare chiarezza». Interviene poi sulla questione Erasmo Palazzotto, deputato Leu in commissione Difesa a Montecitorio. «Che nel terzo millennio» spiega Palazzotto «in un paese come l’Italia ci sia all’interno di settori delle forze armate ancora spazio per cerimonie vessatorie e umilianti è una vergogna senza precedenti. Ancora più grave se poi si tratta di una donna diventata anche capro espiatorio di istituzioni militari intrise di una cultura maschilista. Anche il Parlamento» continua Palazzotto «vuole sapere la verità, vuole che siano assunte tutte le decisioni del caso nei confronti dei responsabili e che vengano restituite onore e dignità a questa ragazza. Il nonnismo non può essere accettato o tollerato da nessuno». Precise le conclusioni: «Presenteremo un’interrogazione in cui chiederemo che il governo venga al più presto a riferire in aula». — A. Ab.

tro di Mira sono stati: immagine coordinata nella comunicazione e promozione del territorio dei comuni della Riviera e Miranese, un’architettura web smart ricca di contenuti e link, un piano di web marketing ed educational. Il nuovo anno dovrebbe consegnare all’Ogd un modello di governance con relativo organigramma e staff tecnico dedicato, nuove forme di finanziamento, un archivio di eventi e luoghi di interesse sempre più ricco per il sistema regionale, un piano marketing e l’aggiornamento del Dmp (Destination Management Plan). «Dal mio insediamento a inizio anno ad oggi», dice Alberto Polo, presidente dell’Ogd, «grazie alla disponibilità dei colleghi della parte pubblica e alla caparbietà dei privati, arriviamo ad avere le idee chiare e un programma fattibile su come attrarre nuovi turisti nel nostro territorio, convincerli a tornare perché qui, si sta proprio bene». — G.Pir.


26 Provincia

L'ARENA

Venerdì 18 Gennaio 2019

BUSSOLENGO. Disserviziosegnalato dalComitato perl’ospedale:lagestione èassegnata auna cooperativa

All’Orlandisportellochiuso senzapreavviso Èsuccessosabatomattina, le casse accettazione hanno apertosoloalle10invece chealle 8comealsolito L’ufficio cassa-accettazione al piano terra dell’ospdeale Orlandi apre con due ore di ritardo e il Comitato Uniti per l’Orlandi denuncia l’accaduto. «Si è verificato un altro episodio di mala gestione del servizio», sottolinea la presidente Adriana Meneghini Frost a nome del direttivo.

«Condividiamo la testimonianza del disservizio alle casse e accettazione dell’Orlandi, subito dai cittadini e contribuenti nella mattinata di sabato 12 gennaio». Scrive il Comitato: «Gli sportelli che fanno servizio cassa e accettazione all’Orlandi devono aprire alle 8 del mattino, mentre abbiamo avuto una segnalazione che il 12 gennaio le casse hanno aperto soltanto alle 10. Abbiamo deciso di denunciare questo fatto, che poi è rientrato

anche grazie alle nostre insistenze con la direzione». Una situazione inusuale per l’ospedale Orlandi di Bussolengo. «Possiamo immaginare», continua Meneghini, «lo stato d’animo di chi ha atteso l’apertura degli sportelli: cassa chiusa e nessuna informazione relativa al disservizio. Nessun avviso infatti è stato esposto, niente che informasse, come si dovrebbe, chi era in attesa». Ed ecco il motivo di preoccupazione sollevato dal Comita-

to: «Il servizio di cassa ora è stato affidato a una cooperativa di servizi. Ci chiediamo come sia possibile subire questo pressapochismo e dilettantismo. Non conosciamo i motivi del ritardo, magari impedivano l’effettiva apertura delle casse, non lo sappiamo. L’informazione però è doverosa». Il comitato ricorda di essere a disposizione per raccogliere segnalazioni e mette a disposizione l’indirizzo email unitiperlorlandi@gmail.

com». Sul caso interviene anche il sindaco Roberto Brizzi. «Il problema sollevato dal Comitato», sottolinea il primo cittadino, «è uno di quelli che interessano da vicino i cittadini, specialmente per quanto riguarda la certezza del servizio. Il nostro desiderio, e quindi anche l’azione del Tavolo per l’ospedale, è che questi servizi vengano mantenuti in efficienza e che quello che è stato deciso per l’ospedale venga realizzato al più presto». • L.C.

L’ospedaleOrlandi di Bussolengo

SERVIZISOCIALI. Ilprogetto verràoraapplicato a24 entilocali dell’OvestVeronese, èfinanziato dallaRegionee gestito attraverso l’Ulss9

Nascel’affidodellepersone anziane Lostanno sperimentandoBussolengo,Lazise ValeggioeMozzecane: aprestare assistenza apersonenon autosufficientisonogli over 65 Valeria Zanetti

Parlarne evoca l’idea di bambini o di adolescenti con fragilità familiari di cui la collettività, case famiglia o nuovi genitori a tempo si fanno carico. Ora però il principio dell’affido si declina sulle esigenze della terza età, o meglio si estende ad affidatari ultrasessantacinquenni attivi, che possono occuparsi di vicini di casa, di amici o conoscenti poco più anziani ma non più autosufficienti. Il progetto, che viene sperimento da poco meno di un anno in quattro Comuni della provincia Veronese – Bussolengo, Lazise, Valeggio sul Mincio e Mozzecane – è appena stato finanziato dalla Regione Veneto in 24 enti locali che fanno parte dell’Ulss 9 Scaligera, per lo più dell’Ovest della provincia, esclusa la città di Verona. ICOMUNI COINVOLTI

A pianificare questa inedita tipologia di relazione, che viene svolta in collaborazione con associazioni del terzo settore, sono stati i comuni di Bardolino, Brenzone, Caprino, Castelnuovo, Cavaion, Costermano, Fumane, Garda, Isola della Scala, Malcesine, Negrar, Nogarole Rocca, Pastrengo, Pescantina, Peschiera, Povegliano, Rivoli, San Pietro in Cariano, Sant’Ambrogio di Valpolicella, Som-

macampagna, Sona, Vigasio, Ronco all’Adige e Gazzo Veronese. ILPROGETTO

Ecco in cosa consiste. Trenta anziani non ancora 75enni e in piena forma si faranno carico di altrettanti compaesani non più autonomi, affiancando gli operatori dell’Ulss nelle cure domiciliari. Il progetto vale oltre 34 mila euro e l’azienda Scaligera lo sosterrà mettendo a disposizione operatori qualificati. Il compito dell’ affido anziani da parte di chi ha varcato le soglie della terza età, ma conserva vigore e voglia di impegnarsi, è una delle molte azioni previste dal piano triennale per l’invecchiamento attivo pianificato sulla base della legge veneta 23 del 2017. Il primo bando predisposto dalla Regione del Veneto ha ricevuto 104 progetti, 84 dei quali finanziati con un budget medio tra i 20 e i 30 mila euro ciascuno. I destinatari sono i 600 mila over 65, una popolazione variegata che in Veneto vale oltre un milione e 100 mila residenti, quasi un abitante su quattro. L’ASSESSOREREGIONALE

«In questo modo vogliamo attivare relazioni di appartenenza e dinamiche di solidarietà. Invecchiare non significa

necessariamente diventare più fragili e uscire dalla scena sociale: l’85 per cento di chi ha compiuto i 65 anni oggi gode di ottima salute e rappresenta una risorsa preziosa per le nostre comunità», afferma l’assessore regionale al Sociale, Manuela Lanzarin. ISINDACI

«Nei Comuni stiamo pianificando insieme, amministratori e tecnici dei servizi sociali, per trovare modalità innovative di risposta alle esigenze espresse dalle comunità. Ci troviamo in questo modo a offrire sostegno alla solitudine, che riguarda ad esempio l’anziano solo, dimesso dall’ospedale, in difficoltà ad affrontare lunghi periodi di convalescenza», spiega Graziella Manzato, sindaco di Sommacampagna, Comune in cui sarà istituito il servizio e che è anche a capo dei sindaci del distretto 4 dell’Ovest Veronese. LAFORMAZIONE

I non più giovani affidatari saranno formati al ruolo che dovranno svolgere e percepiranno un rimborso spese. Il progetto verrà gestito dall’Ulss Scaligera, che cofinanzierà la sua realizzazione coprendo il 31 per cento del costo totale, ovvero 15.500 euro, fornendo personale proprio dei servizi sociali e amministrativi. • © RIPRODUZIONERISERVATA

Over65 eamici più anzianiinsieme,nelle nuoveesperienze di affido

Ipionieri

CoopSpazio Aperto gestisce 23 attivazioni Atestarel’affido anziani èla cooperativaSpazioAperto di Bussolengo,con quattro Comunipartner: Mozzecane, Bussolengo,Valeggio eLazise. «Appenapubblicatala deliberadellaGiunta regionale (1487/17)cheassicurava coperturaal progetto, con la nostraresponsabile, Lucia Zanoni,abbiamo decisodi

proporloalle amministrazioni con cuiavevanoin corso collaborazioni»,spiega MaddalenaGalvani, coordinatrice dellasperimentazione.«La Dgrè disettembre.Siamo partiti a strettogiro, a marzo2018. Cosìa brevesaremo ingrado ditracciare ilbilancio dell’attività diunanno, che,fin d’ora, sembraaver sortito esitipositivi». Sonostati attivati 23affidi, con diversemodalità. «Ci sonoquelli brevi, disolesei ore al meseo disupporto,da12 oreal mese.Abbiamotestato una convivenzadiduesettimane con unaaffidatariachesi èresa disponibileadassistere unavicina dimessadall’ospedale», prosegue. «Nell’impostaregli inserimenti degliover 65,precedentemente formati,dove si presentauna necessità,lavoriamoinsimbiosi

NEGRAR. GiulianaTodeschini sostituiscenel ruolo MarcelloBartolini

Giuliana Todeschini, 58 anni, nata a Lavagno, è il nuovo segretario comunale di Negrar. Non si tratta della prima donna arrivata a ricoprire il massimo livello dirigenziale, nel Comune più popoloso della Valpolicella: durante la prima amministrazione guidata da Alberto Mion, ol-

tre una decina di anni fa, ebbe questo incarico Margherita Clemente. A fine 2018, il predecessore di Todeschini, Marcello Bartolini, bresciano, ha lasciato l’incarico per avvicinarsi al suo territorio con la famiglia. Con il nuovo anno, dunque, e a sei mesi circa dalle elezioni amministrative che rinnoveranno le cariche alla guida del Comune, a Negrar arriva il nuovo dirigente scelto tra otto professionisti che hanno inviato le loro candidature

anche da fuori provincia. Già titolare della segreteria convenzionata per i Comuni di Sant’Anna d’Alfaedo, Erbezzo, Fumane e Marano, Todeschini ha ora mantenuto l’incarico per i primi due piccoli centri della Lessinia, lasciandolo invece negli altri due paesi della Valpolicella. «L’abbiamo scelta per le elevate competenze ma anche per la sua vicinanza al territorio», spiega il sindaco Roberto Grison, «in modo da avere una continuità di orari e un

Nell’ex22 welfare garantito L’accordotra i Comunidel distretto4dell’Ovest veronese el’Ulss9 sulladelega deiservizi sociali,educativi,assistenziali e peril coordinamentodei progettisovracomunaliè arrivatoprimadellapausa natalizia.Il documento, licenziatodal Comitatodei sindacidellaex 22,entro febbraiodovrà essere approvatodai 37 Consigli comunalieverso metàmarzo saràsottoscritto formalmente. L’intesaètriennale, prorogabile,esegnala prosecuzionedel modello adottatodaglienti localidella zona.La gestione deiservizi vieneaffidata all’azienda socio sanitaria,suversamentodiuna quotacapitaria dapartedi ogni amministrazione,stabilita in baseavariabili raggruppatein trefasceedeterminate, ad esempio,sul numero diabitanti odiminori disabiliseguiti nei Ceod.Il modello diwelfare,già consolidatonell’ambitodella «22»,era statorinnovato nel 2016,primadell’unificazione delletreUlssnellaScaligera. Oracontinuaa garantire, tra l’altro,tutela deiminori, servizi sociali,educativi,stranieri in modoomogeneo sul territorio. «Siamoalleprese con la definizionedellequoteche ogniComune dovrà stanziare annualmenteper mantenerei servizi»,spiegaGraziella Manzato,a capo delComitato deisindaci deldistretto4, «siamoriusciti a salvaguardare laspecificità delnostro territorioea creare servizi solidaristiciomogenei». VA.ZA.

NEGRAR. Commedia tratta da Beppe Fenoglio

Il nuovo segretario è donna econosce beneilterritorio Ilsindacol’hascelta perlesue spiccatedoti managerialiecapacità maturata nella professione

conle assistenti socialidei Comuni»,diceGalvani. «Chi accettadidiventare affidatario vieneseguito nelcorso dell’esperienza»,aggiunge. Il valoreaggiuntosta nellacapacità didarevita o incentivarerelazioni trachi abita vicino. «Possono nascereo sipossono rinsaldare amicizie,mettendo a contatto personeche vivono troppotempo chiusenellaloroindividualitào tra vicinidicasachegià si dannouna manoechepossono rendere più forteun legame», conclude. Gliesiti dellafasesperimentale sarannopresentatia marzo.In seguito,i Comunipotranno valutarese proseguire sulla stradadell’affido anziani con il supportodell’Ulss, chebeneficerà dell’esperienzarealizzata da SpazioAperto. VA.ZA.

L’accordo

Ilmunicipio di Negrar

servizio anche serale senza difficoltà legate a una possibile distanza». Nel decreto di nomina, a firma proprio del sindaco, si legge che Todeschini, assunta in servizio a partire dal 7 gennaio, «risulta essere il più rispondente alle esigenze della sede di segreteria di questo Comune in considerazione

sia delle elevate conoscenze specifiche tecnico economiche e manageriali che delle esperienze specialistiche teorico pratiche acquisite in numerosi anni di professione, corsi e continua formazione». Nel procedimento di nomina, inoltre, si legge che è stato individuato in lei il professionista che «meglio può assolvere alla funzione di segretario titolare di questa segreteria, in considerazione dell’esperienza maturata nel campo dell’innovazione e modernizzazione dei servizi comunali, con particolare riferimento ai servizi di maggiore impatto con il cittadino, oltre che le accertate competenze tecnico-economiche e gestionali». • C.M.

Unaquestioneprivata maspettacolo pertutti Letteratura e musica s’incontrano nello spettacolo «Una questione privata», liberamente ispirato al romanzo di Beppe Fenoglio, che va in scena oggi, alle 20.30 nella sala civica polifunzionale di Arbizzano: ingresso, libero, dal cortile di Villa Albertini. Lo spettacolo nasce da un’idea di Manuela Pollicino, la voce narrante è di Margherita Sciarretta e i suoni sono a cura di Alberto Brignoli. Al termine, brindisi in compagnia come gli altri appuntamenti dell’assessorato alla Cultura e dell’Utl (Università del tem-

po libero) di Negrar. «Una questione privata» è il secondo evento, infatti, del «Festival d’inverno e primavera» che segue il ritmo delle stagioni e subentra a quello autunnale che è terminato a dicembre, prima delle vacanze natalizie. A fine gennaio, sempre ad Arbizzano ma alla cantina Corte San Benedetto, arriverà invece Mauro Marchesi, uno dei numeri uno del fumetto italiano contemporaneo, a presentare la biografia a fumetti di Philip K. Dick con i testi di Laurent Queyssi. • C.M.


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