Rassegna Stampa del 14 gennaio 2019

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L'ARENA

Lunedì 14 Gennaio 2019

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AMBIENTE. Lacittà penalizzata dallasua posizionegeografica:in pianura menoventiedi conseguenza menodispersione diPm10

Legnago maglianera perlosmog Nel 2018 nella Bassa i giorni di sforamento del livello diguardiadellepolverisottilisonostati45.Unica consolazione:l’annoprecedente eranostatiben75 Fabio Tomelleri

Legnago conquista la «maglia nera» per l'aria più inquinata della provincia. A far guadagnare al capoluogo della Bassa il ben poco invidiabile primato della presenza di polveri sottili (Pm10) nell'atmosfera, prodotte soprattutto dagli scarichi di automobili, industrie e impianti termici, sono state le analisi effettuate dall'Arpav nel corso dello scorso anno attraverso le varie centraline sparse nel Veronese. Il rilevatore di via Togliatti a Casette, infatti, nel 2018 ha registrato ben 45 giorni in cui le Pm10 si sono attestate al di sopra del limite di 50 microgrammi per metro cubo d'aria ammesso dalla legge. Ovvero la quantità più alta di giornate da «bollino rosso» tra quelle conteggiate nei cinque centri scaligeri monitorati quotidianamente dall'Agenzia regionale. All'ombra del Torrione, dunque, sono stati riscontrati sforamenti superiori anche rispetto ad altre aree ben più densamente abitate e trafficate del territorio scaligero. Al secondo posto si è piazzato il quartiere di Borgo Milano a Verona, con 41 giornate oltre la soglia limite, seguito da San Bonifacio, dove Arpav ha invece registrato 41 superamenti. Al quarto posto, si è posizionata un'altra centralina della città scaligera, quella di Giarol Grande, con 37 sforamenti. L'ultimo centro, Bosco Chiesanuova, av-

Lacentralina Arpav di Casette

vantaggiato per la sua posizione in una zona montuosa, è stato praticamente esente dalle polveri sottili, visto che qui è stata rilevata, in tutto il 2018, una giornata sola con le Pm10 al di sopra dei valori di legge. Quattro dei cinque centri monitorati, inoltre, sono risultati «fuorilegge», visto che le norme statali ambientali ammettono, all'anno, un limite massimo di 35 giornate con Pm10 oltre i 50 microgrammi. A parziale consolazione per Legnago, città penalizzata per la sua posizione in pianura, dove è minore la circolazione dei venti e, di conseguenza, la dispersione dello smog, vi è il fatto che gli sfora-

Emissionediscarichi daun’auto

menti del 2018 sono stati di gran lunga inferiori rispetto a quelli rilevati nel 2017. Due anni fa, difatti, furono ben 75 le giornate di smog superiore ai limiti rilevate nel quartiere di destra Adige. Che l'allerta per un peggioramento della qualità dell'aria resti tuttora elevato, lo dimostrano le giornate di inquinamento registrate dall'inizio del 2019, già arrivate a quota sei. Solo per un «soffio» il municipio, in questi giorni, non ha dovuto applicare, come invece ha fatto Verona, il livello di allerta «arancio», il quale avrebbe implicato lo stop giornaliero anche ai veicoli diesel Euro 4, oltre ai mezzi più inquinanti già

bloccati con l'ordinanza dello scorso ottobre. «Dopo quattro giorni consecutivi con polveri sottili superiori alla soglia di legge», puntualizza il sindaco Clara Scapin, «il bollettino Arpav del 10 gennaio ha evidenziato che il 9 la concentrazione di inquinanti si è ridotta, scongiurando l'applicazione di nuove restrizioni». Tra le curiosità vi è il fatto che la concentrazione massima di «polveri sottili», pari a 100 microgrammi, è stata toccata proprio il 6 gennaio, giorno dell'Epifania, essendo correlata ai tanti falò della «stria» accesi nei vari rioni e nei Comuni limitrofi. «Legnago», evidenzia il sin-

Acqua«pulita»da Belfiore Andataeritornoda Lonigo Portata alla centrale di distribuzione che fornisce 13 Comuni veronesi Emergenza Pfas: siamo arrivati a quella che si preannuncia come una settimana cruciale. Nei prossimi cinque giorni, infatti, dovrebbero accadere varie cose importanti, sia da noi che a livello di Unione Europea. Le prime novità sono quelle che preannuncia Nicola Dell’Acqua, che dallo scorso maggio è commissario e per conto del Governo deve portare nei tempi più brevi possibili acqua pulita nell’area contaminata. «ALL’INIZIO della settimana ci

sarà l’approvazione del progetto esecutivo per la realizzazione delle condotte che porteranno acqua priva di inquinanti da Belfiore sino alla centrale di distribuzione di

LEGNAGO ALL’UNIVERSITÀ «LEONARDODA VINCI UNGENIO ITALIANO» Oggi alle 15.30, in sala civica, prende il via il ciclo «Un genio italiano: Leonardo Da Vinci» promosso dall’università del tempo libero per l’educazione permanente in occasione dei 500 anni dalla morte del grande artista, scienziato ed inventore. Sandro Melotto tratterà la prima parte di «Leonardo Da Vinci e il suo tempo». E.P. CASTAGNARO STORIADELPENSIERO ECONOMICO DALL’ANTICAGRECIA Oggi alle 15.30, nella sala civica del centro servizi, l’università del tempo libero prosegue con una lezione di economia. Andrea Panziera illustrerà una «Breve storia del pensiero economico dall’antica Grecia ad oggi». E.P.

daco Clara Scapin, «è una città di servizi a cui fa riferimento un vasto territorio. Il trasporto pubblico va migliorato, evitando così di costringere tanti cittadini a raggiungere il centro con la loro automobile. Per questo, accanto a un parco autobus più moderno e meno inquinante, serve il potenziamento, atteso da anni, del servizio ferroviario mediante lo sviluppo della metropolitana leggera». L’emergenza smog riguarda tutta la Pianura Padana, Secondo gli accordi siglati da Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte, nel caso in cui lo sforamento dei limiti di Pm10 venga superato per almeno quattro giorni

PFAS. Peril commissario NicolaDell’Acqua comincia una settimanaimportante

Luca Fiorin

Brevi

Madonna di Lonigo, Vicenza; centrale da cui dipendono anche gli acquedotti di tredici Comuni veronesi», anticipa Dell’Acqua. Il quale, poi, spiega che a quel punto Acque Veronesi, cui tocca realizzare l’infrastruttura, potrà dare avvio alla gara d’appalto, che si concluderà entro il mese. Ci vorrà invece di più per quanto riguarda la realizzazione dei pozzi che pescheranno l’acqua a Belfiore. «Essi, sempre a partire da questa settimana, affronteranno la valutazione di impatto ambientale regionale», aggiunge Dell’Acqua. La conclusione di tutte queste operazioni, secondo i programmi, dovrebbe avvenire nell’estate 2020. Il commissario, poi, spiega che nei prossimi giorni verrà

NicolaDell’Acqua,commissario per l’emergenzaPfas

approvato anche il progetto preliminare delle condotte che dovrebbero arrivare da Camazzole, nel Padovano, i cui lavori dovrebbero partire entro la fine dell’anno, e che

entro un mese saranno pronti il preliminare ed il definitivo della terza dorsale, che pescherà da nuovi pozzi a Recoaro, nel Vicentino. «Già con le condotte veronese e pa-

consecutivi (le rilevazioni avvengono il lunedì e il giovedì) scattano, come a Verona e in altri Comuni della provincia, il divieto di sosta con motore acceso, l’abbassamento del riscaldamento domestico a un massimo di 19 gradi (tranne scuole e ospedali) e il divieto di uso di biomasse poco efficienti per il riscaldamento della casa. Sono esclusi ospedali, cliniche, case di cura e istituti scolastici. Saranno anche vietate, nello stesso periodo, le operazioni di bruciatura di sterpaglie, residui di potatura e scarti vegetali di origine agricola in tutto il comune, con il divieto di utilizzo di biomasse nelle case alimentate a multicombustibile. •

VILLABARTOLOMEA LEZIONEDI BORIN «MARIACALLAS... LADIVINA» Oggi alle 15, al centro polifunzionale Romano, l’università del tempo libero propone una lezione di musica. Mirella Borin approfondirà il tema «Maria Callas... la Divina». E.P. NOGARA LANUTRIZIONE CURATIVA APOMERIGGINSIEME Domani, alle 15.30, in sala consiliare, per il ciclo di incontri organizzati dall’associazione culturale Pomerigginsieme, Francesca Brunello svilupperà il tenma «La nutrizione curativa». G.P.

VILLAFRANCA. Fondi raccolti persolidarietà dovana, comunque, l’emergenza legata all’acqua potrà dirsi per buona parte superata», precisa Dell’Acqua. INTANTO domani ci sarà un

incontro decisivo per quanto riguarda l’adozione da parte dell’Unione Europea dei limiti concernenti la presenza dei Pfas nell’acqua. Si tratta di un appuntamento che coinvolge i relatori del Parlamento, dal quale si capirà se la legge contenente i parametri potrà essere approvata in tempi rapidi o se, come appare probabile, si andrà a dopo le elezioni europee. In questi giorni, infine, è stato presentato in Procura a Vicenza l’ennesimo esposto relativo al caso Pfas. A farlo i sindacati Cgil e Filcams, che chiedono vengano accertati eventuali reati correlati alla mortalità registrata fra i dipendenti dell’azienda chimica Miteni di Trissino (Vicenza), che per Arpav è la principale responsabile della contaminazione. Secondo alcune voci, peraltro, il lavoro d’indagine dovrebbe essere ormai pressoché concluso, tanto che si sta attendendo l’adozione di provvedimenti da parte dei magistrati berici. •

Laconsegna dei1.000 euro alledueassociazioni

Amicidella500Fiat sostegno al volontariato Milleeurodivisitra Le ali colorateeOps clown onlusper il sorriso. La consegnaal CaffèFantoni Il club Amici della 500 Fiat di Villafranca ha consegnato sabato 1.000 euro a due associazioni di volontariato. I rappresentanti si sono dati appuntamento al caffè Fantoni. Qui hanno donato 500 euro all'associazione Le ali colorate di Villafranca e 500 euro alla Ops clown onlus per il

sorriso. I fondi sono stati raccolti durante una giornata a luglio dedicata ai bambini del gruppo locale Aiutiamoli a vivere. Allora i fan della 500 avevano offerto un giro ai bimbi bielorussi sulle indimenticabili vetture Fiat d'epoca, concludendo con un gelato tra le colline moreniche. Il ricavato, grazie anche al sostegno di alcuni sponsor, è stato appunto di 1.000 euro che il club ha deciso di dividere tra le associazioni di volontariato. • M.V.A.


LUNEDÌ 14 GENNAIO 2019 IL MATTINO

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PADOVA

PadovaVia N. Tommaseo, 65/b Centralino049/80.83.411 Fax 049/80.70.067 Abbonamenti 800.860.356 Pubblicità 049/82.85.611

ospedali in affanno

Alla sanità padovana mancano 300 medici «Dieci milioni di straordinari non pagati» La denuncia dell’Anaao: «Prestazioni in aumento, carichi insostenibili con tantissime ore di ambulatorio, corsia e studio» Elena Livieri Oltre mezzo milione di ore di straordinario per un valore di oltre dieci milioni di euro: è il “regalo” che fanno i medici agli ospedali padovani. I numeri, va detto, vanno presi più come tendenza che come indicatori precisi. Il calcolo si basa, infatti, sulla carenza di medici certificata dalla Regione Veneto per Azienda ospedaliera universitaria e ospedali dell’Usl 6 Euganea e sulle corrispondenti ore di lavoro che si presume debbano coprire i medici in servizio. Un calcolo che fa l’Anaao a partire dai dati nazionali, fino a quelli regionali e locali. Ed è dal sindacato dei camici bianchi medici che suona l’allarme: pochi medici e super carichi di lavoro sono elementi che mettono a rischio la sicurezza delle cure in un sistema sanitario sempre più in sofferenza. I CALCOLI DELL’ANAAO

«In Italia mancano almeno 10 mila medici» inizia il ragionamento di Adriano Benazzato, segretario regionale Anaao, «pari a 15 milioni di ore di lavoro l’anno. Dal momento che seppur i medici siano sempre meno, non diminuiscano invece i pazienti e le prestazioni fornite dal sistema sanitario nazionale, che sono anzi in aumento, dobbiamo presumere che quelle ore vengano in qualche modo “coperte” dal personale in servizio». Il calcolo vale anche per il Veneto: «Qui abbiamo 600 medici in meno, pari a un milione di ore l’anno. E per Padova vale lo stesso discorso: mancano 300 medici

Protesta dei medici davanti all’ingresso dell’ospedale: oltre mezzo milione di ore di straordinario per un valore di oltre dieci milioni di euro non pagati per sopperire alle carenze

(153 in Azienda ospedaliera e 139 all’Usl 6), pari a più di mezzo milione di ore l’anno che moltiplicate per i 23 euro l’ora che è il valore dello straordinario, fa oltre 10 milioni di euro. Sono numeri certamente imprecisi, ma danno sicuramente la misura del fenomeno». UNIVERSITARI

Il dato padovano, sempre secondo l’Anaao, potrebbe risultare sfalsato anche per la presenza negli ospedali dei medici universitari i quali, dovendo anche occuparsi delle lezioni ex cathedra e spesso di ricerca, hanno un orario in corsia ridotto rispetto ai colleghi ospedalieri. «Questo

in veneto

L’effetto “quota 100” sui camici bianchi Più di mille nuovi addii Non bastasse la già scarsa disponibilità di medici e un numero di borse di studio per le specializzazioni che rimane sempre in difetto rispetto alle reali necessità del sistema sanitario nazionale, ci si mette ora anche la fatidica “quota 100” a complicare lo scenario per il futuro prossimo della sanità. Quest’anno, infatti, ai medici che già hanno raggiunto

l’età per la pensione, la novità introdotta con l’ultima Finanziaria - la pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi al 31 dicembre 2018 potrebbe farne uscire dal mondo del lavoro già dai primi mesi di quest’anno altri 1.300 solo in Veneto. La stima è stata fatta di recente dalla Cgil e prospetta una situazione allarmante per gli ospedali che dovran-

aspetto rende più labili i calcoli soprattutto per l’Azienda ospedaliera, ma la sostanza del discorso non cambia» conferma Benazzato, «la carenza di camici bianchi che noi

Rischio sicurezza «Gli specializzandi sostituiscono spesso i colleghi strutturati» denunciamo da anni è un problema enorme».

co sindacalista, «ovvero l’abuso degli specializzando. In Azienda ospedaliera vengono spessissimo, direi di prassi, impiegati impropriamente e pericolosamente. Lo specializzando deve essere affiancato dal medico strutturato, non lo può sostituire. Invece spessissimo troviamo specializzandi che svolgono, da soli, i compiti del medici specializzato, da soli. Anche questo è un rischio per la sicurezza delle cure». SITUAZIONE CRITICA

«C’è un altro fattore che dobbiamo rilevare e denunciare su Padova» aggiunge il medi-

Pur prendendo con tutte le cautele i calcoli dell’Anaao, è evidente che un problema legato alle carenze di personale in corsia - oltre ai medici è

no affrontare una vera e propria emorragia di personale: garantire i servizi diventerà impossibile, il monito dei sindacati. E l’orizzonte per la sanità pubblica è sempre più cupo. Tra il 2016 e il 2025 è stato calcolato che in Italia verranno meno un totale di 47.284 medici specializzati, il 47% del totale, a fronte di un numero di nuovi specializzati che nello stesso periodo non arriverà a 43 mila. In Veneto nel prossimo decennio - senza calcolare gli effetti di “quota 100” - andranno in pensione almeno 2.300 medici di Medicina generale a fronte di nuovi ingressi, secondo l’attuale programmazione, largamente insufficienti per colmare il gap. L’Anaao calcola che nel 2027 po-

trebbero essere fino 900 mila i Veneti senza medico di base. I sindacati hanno calcolato che sarebbero circa 70 mila i camici bianchi in uscita dal 2019 al 2023 in Italia. Alle 45 mila uscite che potrebbero maturare con la legge Fornero nei prossimi cinque anni, se ne sommano ulteriori 25 mila per effetto della “quota 100”. Sulle 70 mila uscite, 50 mila potrebbero riguardare medici ospedalieri, gli altri 20 mila si dividono tra specialisti degli ambulatori, biologi, veterinari e ricercatori. E a peggiorare la situazione, come detto, c’è il fatto che non basteranno i giovani neo specialisti a sostituire gli ospedalieri in uscita. — E.L.

SPECIALIZZANDI

cronica anche la penuria di infermieri e operatori - esiste e le ripercussioni sono molteplici: «Spesso il cittadino non si rende conto della situazione perché i medici negli ospedali ci sono e lavorano. Ma la verità» insiste Benazzato, «è che si sobbarcano carichi insostenibili, con tantissime ore di ambulatorio, corsia e studio oltre le 38 settimanali previste, con turni, pronte disponibilità e guardie che si moltiplicano. Il problema sta assumendo proporzioni sempre più grandi e deve essere risolto. Noi denunciamo queste carenze almeno dal 2011, i politici non possono dire di non esser stati avvisati per tempo». —

la protesta

Sit-in al Ministero il 17 gennaio e il 25 nuovo sciopero Il 25 gennaio scioperano i medici: la sanità si ferma per protestare contro la grave carenza di organici negli ospedali e condizioni di lavoro sempre più difficili e rischiose. L’ultimo sciopero, lo scorso novembre, ha registrato a Padova un’altissima adesione, con punte fino al 90 %. E il 17 gennaio si terrà un sit-in dei medici a Roma davanti al Ministero della Sanità.


III

Treviso

Lunedì 14 Gennaio 2019 www.gazzettino.it

Case Ater: l’affitto base da 40 euro Da marzo in arrivo i nuovi canoni calcolati in base all’Isee ` Barattin: «La Regione sta elaborando varie simulazioni Cambierà tutto: la tariffa minima mensile verrà aumentata l’obiettivo è individuare tariffe sostenibili per le famiglie» `

IL CASO TREVISO Affitti Ater: rivoluzione in vista. A marzo arriveranno i canoni ricalcolati con i nuovi parametri decisi dalla Regione, che si baserà non più sull’imponibile ma principalmente sull’Isee. L’obiettivo è centrare il cosiddetto “canone sostenibile”: non un salasso per famiglie spesso in difficoltà, ma nemmeno così esiguo da non consentire all’Ater di avere le risorse necessarie per le manutenzioni. I calcoli sono in corso a Venezia. I tecnici regionali stanno elaborando l’algoritmo giusto per definire i canoni più adatti. In questo momento una sola cosa è certa: il canone minimo, che adesso può essere anche di soli 12 euro al mese, sarà alzato a 40. E da quello si partirà. A Treviso verrà applicato a circa duemila inquilini, quelli che oggi sono inseriti nella “fascia di protezione”, comprendente famiglie o singoli con redditi estremamente bassi. Per loro l’affitto sarà, quindi, di 40 euro.

IL RICONTEGGIO «A oggi - spiega il presidente

dell’Ater trevigiana Luca Barattin - non siamo in grado di dire che aumenti ci saranno e se ci saranno. E, del resto, non è nemmeno corretto parlare di aumenti. La realtà è che cambia radicalmente il modo di fare i conteggi utilizzando parametri basati sull’Isee e non più sul reddito imponibile. L’unica cosa certa è che verrà fissato un canone minimo a 40 euro. Poi se uno pagherà 40 euro o qualcosa in più, dipenderà dai nuovi conteggi».

ranno rivisti, come prevede la legge numero 39 del 2017, ma non ci sarà nessuna “stangata”. Dal comune di Venezia sono però arrivati i primi segnali d’allarme dovuti, proprio, alle simulazioni: i bollettini calcolati in base all’algoritmo inizialmente individuato, portavano affitti anche quadruplicati. Ma la Lanzarin ha assicurato che quell’algoritmo è sbagliato ed è stato cambiato. Resta quindi la curiosità per quanto accadrà a Marzo.

I TEMPI

A TREVISO

Tutto, insomma, è legato a cosa decideranno in Regione dove, in queste settimane, sono in corso le simulazioni sulle varie tipologie di Isee: «Noi aspettiamo che la Regione ci passi i nuovi canoni per poi applicarli», spiega Barattin. Le nuove tariffe arriveranno a marzo. Avrebbero dovuto essere in vigore già da gennaio, ma a Venezia hanno deciso di prendersi altri due mesi di tempo per affinare i conteggi. La sensazione è che, comunque, si andrà a pagare di più. Qualcuno ha parlato di “stangata”, ma l’assessore regionale alla Casa Manuela Lanzarin ha tranquillizzato tutti: i canoni sa-

«Noi - assicura Barattin - a gennaio e a febbraio manderemo i bollettini con i canoni dello scorso anno. Quindi, per questi due mesi, non cambia assolutamente niente. A Marzo vedremo quello che ci arriverà dalla Regione, ma escludo aumenti

INTERESSATI 4.300 INQUILINI OGGI LA MEDIA È DI 107 EURO MENSILI «CI SARANNO RITOCCHI MA NON STANGATE»

Il congresso Pd

Corsa alla segreteria Gheno per Giachetti Alessandro Gheno, segretario del Circolo di Treviso Nord del Partito Democratico è il rappresentante della mozione congressuale dei candidati alla carica di segretario nazionale Roberto Giachetti (e non Matteo Richetti come erroneamente riportato nei giorni scorsi ndr) e Anna Ascani. Giachetti è stato a Treviso lo scorso 5 gennaio . La sua candidatura si pone in continuità con le politiche riformistiche dei governi di centro-sinistra e si caratterizza per il rifiuto di ogni ipotesi di alleanza con il Movimento Cinque Stelle.

eccessivi. Di certo cambiando i parametri, cambieranno i conteggi. Noi possiamo solo basarci sui numeri dell’ultimo bilancio: l’affitto medio nei nostri alloggi è di 107,37 euro al mese. I nostri affitti sono attualmente divisi in tre aeree: quella “protetta” con canoni fino a 50 euro; quella “sociale” con canoni da 200 a 240 euro mensili e quella di “decadenza” con affitti da 300 a 400 euro. In questo fascia ci sono quei soggetti che, per reddito, si avviano a lasciare i canoni calmierati per entrare nel libero mercato. In tutto, negli alloggi Erp, ci sono 4.300 inquilini, altri 250 sono negli alloggi convenzionati che però non rientrano nella riforma».

Conte a Roma per il vertice tra Anci e Governo

L’OBIETTIVO «Il ricalcolo - precisa ancora Barattin - vuole individuare il canone più equilibrato per non gravare sulle famiglie e per consentire all’Ater di incassare quanto basta per assicurare interventi e il funzionamento della macchina. Ovviamente è inutile fissare canoni troppo alti, praticamente impossibili poi da incassare». Paolo Calia

L’INCONTRO TREVISO Ci sarà anche il sindaco Mario Conte nella ristrettissima delegazione dell’Anci che, oggi, incontrerà il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. A guidare il gruppetto di primi cittadini, in tutto cinque, saranno il presidente nazionale dell’Anci Antonio Decaro (sindaco di Bari) e Chiara Appendino, sindaco di Torino. Nel gruppo anche Conte, ormai diventato le voce della Lega all’interno dell’Anci.

LO SCOPO

ATTESA Da Marzo potrebbero esserci dei ritocchi nei canoni mensili per gli alloggi dell’Ater: la tariffa minima sarà fissato a 40 euro, oggi se ne possono pagare anche 12

L’obiettivo è quello di ricucire lo strappo tra Governo e sindaci dopo la polemica sull’applicazione del Decreto Sicurezza, ormai convertito in legge, firmato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Una parte dei sindaci all’interno dell’Anci, capeggiati da quello di Palermo Orlando de napoletano De Magistris, erano per la linea dura: non applicare le nuove misure in tema d’accoglienza fino al pronunciamento della Corte Costituzionale. Linea della fermezza che però è diventata minoritaria, come emerso nell’assemblea dell’associazione svoltasi la scorsa settimana. Le nuove norme verranno quindi applicate ma, allo stesso tempo, è stato aperto un dialogo con il Governo. Oggi è in programma il primo incontro e il sindaco Conte è stato selezionato per sedersi al tavolo assieme al Premier. P. Cal.

«Infedele, ti taglio la gola»: la minaccia “vale” 300 euro IL PROCESSO TREVISO Trecento euro di multa, con il pagamento delle spese di costituzione alla parte civile: il giudice di pace Luigi Rizzo, ritenendo provata l’accusa di minacce, ha condannato il 46enne Hammadi Daghri, di Treviso. «Ti brucio la casa e ti ammazzo», questa una delle frasi che, il 23 luglio 2016, l’uomo avrebbe rivolto alla vicina Raffaella Maschio, 60 anni, originaria di Monastier, ma residente in città. Minaccia che convinse il pm Barbara Sabbatini a mandare processo il marocchino. Per la procura il 46enne, assistito dall’avvocato Gioia Barbato, avrebbe cercato di intimidire la vicina di casa, che si era costitui-

ta parte civile con gli avvocati Francesco Fava e Fabio Capraro.

IL MOVENTE I pessimi rapporti tra la 60enne e il marocchino sarebbero riconducibili a un rapporto di vicinato teso. I due vivevano nelle palazzine Ater di viale Nazioni Unite a Treviso. Raffaella aveva denunciato d’essere stata minacciata anche dalla moglie e dai figli del vicino, ma la Procura ha proceduto solo nei confronti del capofamiglia. Nel 2016 la donna aveva denunciato pubblicamente il proprio disagio. «Da 2 anni ho paura - aveva detto - e dormo col coltello sotto il cuscino. Il motivo? Il vicino, di religione islamica, mi chiama infedele e quando mi vede mi

IL GATTO UCCISO

minaccia di morte, di tagliarmi la gola. Da quando è arrivata quella famiglia marocchina non c’è stata più pace». La 60enne inoltre segnalò alla questura che nella casa Ater, assegnata a una donna marocchina con tre figli, abitava anche Daghri, il padre dei ragazzi, che non avendo partecipato al bando non avrebbe risiedere lì. E così scattò la procedura di sfratto.

BURRASCOSI RAPPORTI DI VICINATO IN UNA PALAZZINA ATER 60ENNE DORME PER ANNI COL COLTELLO SOTTO IL CUSCINO

L’AVVOCATO Fabio Capraro ha difeso la 60enne minacciata

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Da quel giorno Raffaella è stata tempestata di minacce. La donna prima chiese aiuto in Comune, im particolare ai consiglieri della Lega, poi alla polizia locale. Intanto l’esistenza è diventata complicata. Contatto così l’avvocato Capraro che fece partire una denuncia, seguita da molte altre. Tra le altre segnalazioni di Maschio, una vita spesa da volontaria dell’Enpa, spiccano quelle di fine luglio 2017. La 59enne, proprietaria di 6 gatti, aveva formato on giardino una piccola colonia felina. «Tornando dalla fisioterapista raccontò la donna ai poliziotti ho trovato sulla porta di casa uno dei miei gatti morti. I vicini mi hanno detto d’aver visto lì il marocchino. Ma soprattutto, po-

che ore dopo, quando ho incrociato il 45enne: si è passato l’indice sulla gola, facendo un segno di morte».

GIUSTIZIA Raffaella Maschio ha dovuto attendere quasi 3 anni, ma alla fine ha ottenuto giustizia. Il giudice ha ritenuto provati i comportamenti scorretti e le minacce del vicino di casa e lo ha condannato a una sanzione pecuniaria. Non solo. L’imputato dovrà pagare le spese legali sostenute dalla donna. Adesso sarà il tempo a dire cosa succederà anche perché la donna, sempre con l’assistenza dell’avvocato Capraro, ha presentato altre denunce nei confronti del vicino di casa. Roberto Ortolan


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| IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 14 Gennaio 2019

Let ture

Mondo smartphone

NUOVI EQUILIBRI Dietro lo scontro commerciale sui dazi c’è il timore di Washington per il sorpasso di Pechino sul fronte più delicato, quello della gestione dei dati. L’arresto della figlia del fondatore del gruppo tech è solo l’inizio

I

» MARCO BERLINGUER*

l primo dicembre Cina e Stati Uniti hanno sancito una tregua nella guerra commerciale e si sono dati 90 giorni per negoziare. Lo stesso giorno Meng Wanzhou, responsabile finanziaria di Huawei e figlia del fondatore, veniva arrestata in Canada su richiesta degli Stati Uniti, con l’accusa di aver violato le sanzioni contro l'esportazione di tecnologie americane in Iran. Pochi credono che si tratti solo di una vicenda giudiziaria. E i cinesi meno di tutti. L’ARRESTO di Meng Wanzhou

La vicenda

IL CASO HUAWEI Dopo l’arresto a dicembre della direttrice finanziaria Meng Wanzhou a Vancouver su richiesta degli Stati Uniti, anche il direttore vendite per la Polonia è stato arrestato dalle autorità di Varsavia. L’accusa: Conduzione di attività di spionaggio di alto livello per conto della Cina

ha rivelato la preoccupazione principale degli Usa: il primato hi-tech e l’ambizioso piano pluriennale - Made in China 2025 - approvato dal governo cinese. Il piano - con un mix di Stato e mercato - vuole spostare l'industria cinese nelle parti più alte delle catene di produzione globali e di accrescerne l’indipendenza tecnologica. Nel 2018 il think tank statunitense Council on Foreign Relations lo ha definito una “minaccia esistenziale per la leadership tecnologica statunitense”. Huawei, che nega tutte le accuse, è oggi il più grande produttore mondiale di apparecchiature per le telecomunicazioni, e nel 2018 ha superato Apple come secondo produttore di smartphone. É soprattutto l’impresa cinese di punta nel 5G, la prossima generazione di comunicazioni wireless. Un’infrastruttura critica. Su questa rete si appoggeranno banda larga mobile e internet delle cose; correranno nel futuro i dati globali; e si svilupperá la nuova ondata di innovazioni digitali. La sua sperimentazione commerciale comincerá quest’anno. E per la prima volta in una corsa tecnologica, la Cina si presenta in pole position. Dispone di tecnologie analoghe o piú avanzate di Stati Uniti e Europa. E piú economiche. Anche nell’intelligenza artificiale la Cina ha mostrato di essere in grado di puntare alla leadership dell’innovazione, specie dove l’interesse del governo coincide con quello delle imprese. Molti cominciano a temere che nelle tecnologie

L’ansia degli Usa per la Cina: la guerra fredda tecnologica basate sull’uso dei dati, come l’intelligenza artificiale, la Cina disponga di un doppio vantaggio: i numeri e la libertá di usare i dati. Tanto per la Cina come per gli Usa, la questione é gestire l’inevitabile ascesa cinese. Il governo cinese ha appena festeggiato 40 anni di marcia trionfale di sviluppo. Si puó fermare questa ascesa? O almeno ritardarla? Se non si puó con la forza del mercato, é possibile appellarsi a una questione di sicurezza. L’arresto di Meng non é un’occorrenza individuale. I servizi segreti dei Paesi anglosassoni –i Five Eyes: l'alleanza di intelligence che comprende Australia, Canada, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti - si sono riuniti nel 2018 e si sono fatti una domanda: affidereste infrastrutture e dati a un’impresa cinese? E hanno stabilito che c’é un rischio di spionaggio. Il congresso Usa, in ottobre, ha impartito ad amministrazioni e imprese la rac-

comandazione di evitare due compagnie, Huawei e Zte, accusate di avere forti legami con governo ed esercito. Il fondatore di Huawei é un ex-ingegniere dell’esercito. E tutti sanno che nessuna societá cinese puó scappare dall’accusa di collaborare col governo. ALTRI GOVERNI si stanno alli-

neando. Australia, Nuova Zelanda, hanno emanato norme. Il Giappone é in procinto di farlo. Diverse compagnie private vogliono rivedere i loro accordi con Huawei, anche in Europa. La Germania, tuttavia, per il momento, non si é allineata. I servizi segreti tedeschi hanno concluso uno studio sulle apparecchiature Huawei, e hanno dichiarato che non hanno trovato evidenze di rischi di spionaggio. Il timore dei cinesi é che gli Usa puntino a una strategia di parziale “disaccoppiamento”. Se una scissione integrale dalla Cina é impossibile, si puó e-

Se non si può arrestare l’ascesa del concorrente asiatico, si può rallentarla in nome della sicurezza

Canada Manifestanti a Vancouver chiedono la liberazione di Meng Wanzhou LaPresse

rigere una nuova cortina di ferro, limitata alle tecnologie critiche. Non é facile immaginarsi le implicazioni. L’interdipendenza é oggi elevata. Metá della produzione Apple é assemblata in Cina, che é anche il suo secondo mercato. Soprattutto, se si andasse verso doppi standards tecnologici, verso la creazione sfere d’influenza (tecnologiche, ma anche economiche, politiche), come si allineeranno i paesi terzi? I costi sarebbero elevati per tutti ed é facile immaginarsi le resistenze del il governo Usa: dentro gli stessi Stati Uniti, in Occidente, e ancor di piú nel resto del mondo. Una rottura di questa portata, con le nubi che si addensano sull’economia mondiale, fa paura a tutti. La Cina é comunque molto vulnerabile. La scorsa estate Zte – l’altra azienda cinese di punta nel 5G –sotto accusa come Huawei - é stata messa in ginocchio dal divieto di espor-

tazione di componenti dagli Usa. Costretta a pagare una multa stratosferica, ha dovuto cambiare l’intero staff manageriale. LA CINA HA RISPOSTO accele-

rando i suoi piani di “autosufficienza” tecnologica, investendo in microchip, la sua maggiore vulnerabilitá. Ma cerca l’accordo. Gli Stati Uniti chiedono modifiche al Made in China 2025: l’apertura del mercato cinese, meno discriminazioni per le imprese straniere, riduzione dell’economia statale protetta, un cambio nelle politiche industriali considerate mercantilistiche. La Cina sa che il tempo gioca a suo favore ed é pronta a ridurre piani e ambizioni. Ma quello che la Cina è disposta a concedere potrebbe non bastare. Tanto l’accordo come la rottura sono scenari irrealistici. *ricercatore presso l’IGOP – UAB Barcellona

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ILCHIERICOVAGANTE Cattolici sempre più spaccati: da un lato la misericordia di Bergoglio, dall’altro i fedeli di rito sovranista » FABRIZIO D’ESPOSITO

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ontinua ad allargarsi sempre di più la frattura tra la Chiesa di papa Francesco, quella ispirata dall’amore evangelico e dalla misericordia, e la destra clericale e sovranista che tenta di mettere insieme Salvini e la fede in Cristo. Al punto che si torna a minacciare lo scisma. Ormai la canea del network antibergogliano (quotidiani e siti tradizionalisti) procede di pari passo con la campagna elettorale per le Europee della Lega salviniana. Due i pilastri del sovranismo cattolico. Il primo è l’odio per “questa Chiesa a trazione demagogico-ambiental-migrazionista”: la definizione è da Stilum Curiae, il blog di Marco Tosatti, megafono delle accuse a scoppio ritardato con-

La Chiesa “salviniana” non si ferma e torna a minacciare lo scisma tro Francesco di monsignor Carlo Maria Viganò sulla pedofilia. Il secondo pilastro è invece l’odio per gli omosessuali, amplificato dall’immagine di Bergoglio descritto come un Anticristo gay-friendly. SECONDO i clericali farisei, sarebbe stata proprio la linea morbida del Vaticano a favorire l’innalzamento della “sodomia a bene giuridico”. Di qui lo spauracchio dello scisma, che fa capolino più volte nel lungo appello di Roberto de Mattei, ex finiano oggi a capo di Corrispon-

denza Romana e Fondazione Lepanto: “Uno dopo l’altro, i principali Stati europei, compresi quelli di più antica tradizione cattolica, hanno elevato la sodomia a bene giuridico, riconoscendo, sotto diverse forme, il cosiddetto matrimonio omosessuale e introducendo il reato di omofobia”. Il tutto favorito dal silenzio della Chiesa, ma questa “strada porterà danno al Papato e affretterà lo scisma nella Chiesa”. Il dogma della fami-

glia naturale, in chiave populista e salviniana, è stato declinato ieri pure dalla Verità di Belpietro, in difesa del Congresso mondiale delle famiglie che si terrà a Verona alla fine di marzo. Gli ospiti d’onore sono tutti integralisti: il ministro omofobo Lorenzo Fontana (lo stesso che per conto di Salvini ha incontrato gruppi europei dichiaratamente nazisti), il governatore del Veneto Luca Zaia, la fasciosovranista Giorgia Meloni, il leader del Family Day Massimo Gandolfini. Contro di loro è già scesa in campo quella che La Nuova Bussola Quotidiana c h ia m a Gay-stapo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL GIORNALE DI VICENZA Lunedì 14 Gennaio 2019

ALLEGALAPAGOS

Iguanesull’isola dopo200anni

INAUSTRIA

Dopo duecento anni le iguane terrestri tornano nell’’isola di Santiago. Il trasferimento di1.400 iguane fa parte del piano di ripristino ecologico.

Camosciosalvato daimacchinisti

Due lavoratori delle ferrovie austriache hanno fermato il loro convoglio per salvare un camoscio rimasto sepolto sotto una valanga nel Parco Gesäuse.

LASTORIA. L’insolitocompleanno dell’animaleche haprestato servizionella BrigataCadore

Festaperi40annidiIroso Èl’ultimomulo“alpino” Destinatoalmacelloèstatosalvato dauna“pennanera”trevigiana Accuditodal1993contuttiglionori èdiventatounastardelleadunate Come un alpino, «uno di noi», è stato festeggiato ieri, per i suoi 40 anni, Iroso, l’ultimo mulo in vita che ha prestato servizio nell’Esercito Italiano nel corpo degli Alpini e nell’ormai disciolta Brigata Cadore. I festeggiamenti, organizzati dal reparto Salmerie degli Alpini di Vittorio Veneto, sono svolti ad Anzano, frazione di Cappella Maggiore (Treviso), con un brindisi a base di vin brulè per poi passare alla messa al campo in perfetto stile da penna nera e benedizione per il quadrupede classe 1979 e matricola, come conferma uno degli zoccoli, 212. Poi per tutti i presenti, compreso il governatore del Veneto Luca Zaia, che ha partecipato alla festa, è arrivato il rancio con gran pentoloni di pasta asciutta e relativi cori in stile adunata. Si tratta di un caso curioso. Iroso è l’ultimo, in vita, dei

muli alpini che hanno servito l’Esercito. Per la precisione era in forza alle truppe del 7° Reggimento Belluno. Era stato messo all’incanto, nel 1993, quando dagli animali si è passati ai cingolati e l’ex alpino Antonio De Luca lo ha comprato, per un milione e 250mila lire ad un asta salvandolo dalla macellazione; peraltro strappandolo ad un acquirente austriaco. De Luca salvò dal macello altri 24 muli alpini. Sono morti tutti di vecchiaia. Alcuni dopo i 30 anni, come Gaio e Fina. Di eccezionale, oltre al fatto che viene accudito con tutti gli onori da una ventina di volontari che si alternano nel curarlo, c’è però il fatto che Iroso, con i suoi 40 anni, ha praticamente raggiunge l’età di un umano di 140. Un vero record. Il mulo, dopo l’acquisto, è stato utilizzato per trasportare legna, al posto delle salme-

lpresidente Luca Zaiaposa con ilmuloalpinopiù vecchioin vita

Unamicofedele dal1872 Ilsodaliziotrale pennenere ei muli è iniziatocon la nascitadel Corpo degli Alpininel1872. Frutto dell’incrociotraun asino ed unacavalla, ilmuloaveva caratteristichefisicheche lo reseroindispensabilesul frontemontanoperil trasportodeicannoni e dellevettovaglie. In base alle diversedimensioni,il

RegioEsercito suddivise imuli intreclassi: percarichi pesanti comeilmortaio e peril trasportodimunizionie vettovagliamenti. Ilmitee fedele animale rappresentòuna risorsa fondamentaleperlalogistica nelcorsodella Prima Guerra Mondiale,il solo ingradodi arrampicarsiperi difficili sentierimontuosidel fronte.

rie, ma ha anche partecipato ad alcune adunate degli alpini. Oggi, pressoché cieco e senza denti viene alimentato con cibo sciolto nell’acqua ed è affiancato da una “badante” mula che lo accompagna ancora nelle sue passeggiate tra i colli trevigiani. A fianco ha spesso De Luca che, da commerciante di legname, non ha mai smesso di portare il suo cappello verde con la penna nera ricordando sempre come racconta chi gli è vicino - che della naja alpina ha fatto, come il suo mulo, uno stile di vita tra fedeltà, amore e solidarietà. Alcuni anni fa, a causa degli acciacchi dell’età, Iroso era malmesso. Ma all’adunata nazionale di Bolzano si è avvicinato al suo conducente De Luca un ufficiale e parlando del mulo si è preso a cuore la sua storia, tanto da andare a visitarlo e a consigliare per lui un mangime speciale, studiato ad hoc, che ancora oggi Iroso mangia. Da allora, sono passati circa cinque anni, è l’asino alpino è rinato. Negli anni, Iroso, è diventato una vera star. E non solo per gli alpini. Antonio De Luca riceve regolarmente telefonate da tutta Italia per sapere se il mulo sta bene ed è ancora in vita. Addirittura una coppia di sposi da Parma si è recata nel trevigiano per conoscerlo. Oggi, però, l’asino non va più alle adunate perché si stanca; la sua ultima è stata quella nazionale Ana di Treviso del 2017. • L.D.

PUOISEGUIRCI

SUL SITO INTERNET www.ilgiornaledivicenza.it

CERCOCASA LESEGNALAZIONIDAICANILI E GATTILI

BENJI,meticcio,11anni,mantonero focato, taglia media, affettuoso.EnpaVicenza340 1820436.

GEDEONE, pastore maremmano di 9 anni, taglia grande. Enpa Vicenza340 1820436.

RICHARD, meticcio di pastore tedesco, circa 9 anni, energico. Enpa Vicenza3401820436.

FLY, meticcio 9 anni, manto tricolore,tagliapiccola.Dolceetimoroso.EnpaVicenza340 1820436.

LILLY, 1 anno, 11 kg, vaccinata chippataesterilizzata,abituatain casaecon ibambini,molto buona. EnpaThiene Schio 347 2796801.

LISA, 2 anni, abituata in casa, cerca nuova famiglia causa problemi di salute dell’attuale proprietaria. EnpaThiene Schio 347 2796801.

LUNA, 6 mesi, taglia medio piccola, cerca nuova famiglia in cui sentirsi accolta. Enpa Thiene Schio 3472796801(sms o whatsapp).

IGOR,giovaneAmstaff,microchippatoevaccinato,abituato incasa. Cercaconurgenzanuovafamiglia. EnpaThiene Schio 347 2796801.

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RITRATTI DI ANIMALI. L’ode del poeta cileno regala uno splendido ritratto delle qualità del felino

Lalibertà delgatto diNeruda Federica Augusta Rossi

È stato il poeta dell’amore e della pace. Ha amato la libertà, la stessa che ha donato ai propri versi. Al gatto ha dedicato una lirica che racchiude tutte e tre le tematiche. Pablo Neruda, cileno insignito nel 1971 del Premio Nobel per la letteratura, con la sua “Ode al gatto” regala uno splendi-

do ritratto che, lavorando per antitesi e similitudini, affronta le insicurezze umane così come quelle degli altri animali, esaltando, per contrasto, le qualità del felino. Perché tutti trascorrono la vita con l’ambizione di diventare altro da sé. Spesso qualcosa, o qualcuno, di molto diverso. Se non addirittura l’opposto. Come il serpente che vorrebbe le ali o l’ingegnere che vuol essere poeta. Lui no: “il gatto vuol essere soltanto gatto e ogni gatto è gatto dai baffi alla coda”. Già in questi pochi versi si afferra la sua essenza, quell’u-

nità tra natura e azioni che ne fanno un essere la cui coerenza e il cui equilibrio diventano modello. Perché accetta e asseconda tutte le sfaccettature della sua affascinante indole. Infatti viene paragonato al sole e al topazio, di cui condivide bellezza e pienezza. È capace di continue metamorfosi, comportandosi indifferentemente come un “piccolo imperatore senza orbe”, o una “minima tigre da salotto”, mutando da “arrogante vestigio della notte”, a “pigro, atletico ed estraneo”. Chiunque abbia mai posseduto un gatto potrà ricono-

Ilpoeta cilenoPablo Neruda

© RIPRODUZIONERISERVATA

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Peril Premio Nobelil micio èimpossibileda decifrare «Ela sua indifferenza restasempreunmistero»

scere nel componimento il proprio animale. Eppure il poeta, con la chiarezza e la semplicità che lo contraddistinguono, dopo averne celebrato le qualità accostandolo anche alle bellezze della natura, si fa portavoce di un’altra ben più profonda consapevolezza. “Mentre tutti si credono proprietari, parenti di gatti”, Neruda è consapevole di non conoscerli affatto. Perché, afferma, si possono padroneggiare la matematica e la vulcanologia, si può perfino comprendere “il gineceo e i suoi pervertimenti”, ma il gatto è impossibile da decifrare. Qualcosa sfugge sempre e la sua indifferenza resta un mistero. Per l’uomo di raziocinio e per il poeta. •

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