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Eccellenze in presbiopia e alla carriera, i premiati di Milano

costo facilmente reperibili come i premontati. Alessandra Barzaghi, country director Transitions Italia, che invece si è espressa sul gap ma anche sulle potenzialità del segmento della protezione dalla luce, ha portato a riflettere sul fatto che di questo tema si parla ancora poco, è un terreno dove va compiuto insieme un lavoro di diffusione del messaggio e di presa coscienza. Peraltro comunicare sistemicamente, l’industria e il centro ottico, di protezione degli occhi dalla luce a presbiti e primi presbiti, oggi tra i più esposti, per l’uso sempre più intensivo dei device digitali a seguito della pandemia, è un’opportunità, un modo per attirare questo target di consumatori verso una correzione professionale. Del fatto che, anche nel caso della presbiopia e delle possibili soluzioni visive, non si parli abbastanza si è detto convinto Maurizio Veroli, amministratore delegato di Hoya Italia, che, ricollegandosi al concetto di filiera, ha individuato un problema di comunicazione: tutti gli attori, ottici, industria e area medica, sono coinvolti, c’è bisogno e voglia di avere input da tutte le categorie per diventare più credibili e rilevanti e in questo senso c’è ancora molto da fare. Risulta importante però non limitarsi a un discorso quantitativo ma parlare anche di qualità di informazione, a fronte del fatto che ancora si fatica a trasferire al mercato, al consumatore, che esistono soluzioni alla presbiopia che funzionano e sono valide. Michele Villotti, amministratore delegato di

Rodenstock Italia, ha infine espresso il proprio perché spostando il focus sul destinatario del prodotto e puntando l’accento non sul prodotto stesso come rimedio a un difetto che ha, ma come qualcosa che può migliorare la sua qualità della vita. In ciò è fondamentale la narrativa, bisogna comunicare in modo diverso e migliore, ingaggiando il cliente ed emozionandolo, ma anche capendo I manager delle principali aziende oftalmiche sul palco del Progressive Business Forum 2021 i suoi bisogni e proponendogli una soluzione di valore. Nell’analizzare più nello specifico queste prime battute a caldo e i punti di convergenza emersi, ha preso vita il dibattito, mettendo in luce numerosi altri spunti di riflessione e anche qualche provocazione. Se in generale si è individuata la necessità di lavorare sinergicamente con tutta la filiera, ognuno per la propria parte riconoscendo quanto ancora si possa e debba fare, soprattutto per comunicare il valore intrinseco dei prodotti svincolandolo dal fattore prezzo ed evidenziando i benefici che può apportare, un grande stimolo è stato dato anche ai professionisti della visione e al ruolo chiave che possono interpretare, supportati dalle aziende e dall’evoluzione tecnologica: dall’utilizzo del Crm per approcciare in maniera diretta il primo presbite proprio quando inizia a manifestare un bisogno alla possibilità di porsi come consulenti nella risoluzione di un effettivo problema, sino alla facoltà, parlando ad esempio di protezione, di indirizzare il consumatore primo presbite verso una correzione professionale. A chiudere, una riflessione di Montani, che ha voluto lanciare un appello ai professionisti a non delegare alle aziende aspetti che devono e possono proattivamente mettere in campo in prima persona per promuovere le numerose soluzioni messe a disposizione dall’industria, dalla presbiopia alla protezione, come risposta di valore ad altrettante concrete esigenze cui altrimenti il consumatore sopperisce con un fai da te a basso costo, o troppo tardi, o non sopperisce affatto.

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