#MDO Magazine | Ottobre 2021

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#MDO

Numero 10 | OTTOBRE 2021

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© MARCO D’OGGIONO PROSCIUT TI


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INDICE #MDO MAGAZINE - OT TOBRE 2021

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PANCETTA AFFUMICATA BACON

MARCO D’OGGIONO

6 RICETTA DEL MESE Ragù di Burola e bacon

Un Oggionese alla scuola di Leonardo

14 STORIE DA GUSTARE #MDO incontra Paolo Parente


PANCETTA AFFUMICATA BACON

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La Pancetta affumicata BACON, salume un tempo conosciuto e consumato nei paesi anglofoni è ora molto apprezzata ed utilizzata anche nella cucina italiana. La ritroviamo in molteplici ricette che vanno dal ragù alle uova, dall’hamburger agli spaghetti, dalla crêpe alla sfoglia. Ciò è dovuto ad una certa internalizzazione dei gusti, ma soprattutto all’ottima materia prima italiana e ad una sapiente quanto personale lavorazione, che ha alzato la qualità questo salume rendendolo gradito quanto indispensabile al nostro pubblico. Marco d’Oggiono Prosciutti usa per il suo BACON solo carne di suino 100% italiano e lavora un taglio di qualità, più magro di quello che usa per la sua pancetta tesa della Brianza, (salume antico ma di immutata bontà). La parte che la Marco d’Oggiono Prosciutti utilizza per il Bacon proviene da un taglio semigrasso costituito dalla parte sternale del suino, ma è disossato con la cosiddetta puntina strappata, affinché tutta la carne delle puntine resti sulla la pancetta, arricchendola di carne e rendendo #MDO MAGAZINE | OTTOBRE 2021 | PAG. 4


il rapporto grasso/ magro molto più favorevole a quest’ultimo rispetto ad una pancetta normale. Le successive lavorazioni prevedono vari step con fasi di salatura, asciugatura, stagionatura ed affumicatura. Su quest’ultima vogliamo spendere due parole. Marco d’Oggiono utilizza per l’affumicatura un procedimento naturale, effettuato a freddo con essenze certificate cui si aggiungono delicate ed antiche erbe brianzole autoctone. Questa affumicatura particolare, ampiamente usata e sperimentata per tutti i suoi prodotti della linea Celtica, assicura una aromaticità sorprendente con note dolcemente profumate che preparano al delizioso ed autentico sentore di camino che si percepisce sul fondo. Il Bacon di Marco d’Oggiono conserva queste caratteristiche anche quando viene cotto e pure ad alte temperature. Non dimentichiamo infine la grande digeribilità che il Bacon conserva e che è dovuta a questo particolare processo naturale di affumicatura. Il bacon di Marco d’Oggiono, come è d’uso per tutti i salumi prodotti dalla rinomata azienda Brianzola è sempre delicato e mai troppo salato. Lo potete trovare sia intero, che in tranci, che affettato in comode vaschette in ATM.

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LA RICETTA DEL MESE RAGU’ DI BURÖLA® E BACON

INGREDIENTI PER 4 PERSONE 400gr di burola 200gr di bacon 400gr di passata di pomodoro (in alternativa 100 gr di concentrato) 1 cipolla di media dimensione 2 carote 2 spicchi di aglio 80 gr di funghi coltivati (se preferite funghi porcini) 1 costa di sedano 2 bicchieri di vin rosso q.b di olio di oliva q.b di aromi, sale, pepe

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PREPARAZIONE Iniziamo con preparare il soffritto di cipolla, carote, sedano, tagliato a bruniose in una casseruola. Unire l’olio, l’ aglio in camicia, che andremo a togliere una volta che avrà profumato il condimento, unire le verdure e lasciamo rosolare. Aggiungiamo il bacon passato nel cutter (meglio tritato a coltello)i funghi e la Burola. Lasciamo rosolare il tutto per qualche minuto. Bagniamo con il vino rosso. Una volta evaporato aggiungiamo la passata di pomodoro il mazzetto di aromi assortito e lasciamo cuocere per 40/50 minuti in maniera molto dolce. Se ci fosse l’ occorrenza aggiungiamo in cottura un mestolo di brodo.

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MARCO D’OGGIONO

UN OGGIONESE ALLA SCUOLA DI LEONARDO Marco d’Oggiono, pittore della cerchia di Leonardo da Vinci, è il nostro concittadino più celebre e certamente il maggior artista che abbia avuto i natali nel territorio lecchese. Marco nasce ad Oggiono, tra il 1465 e il 1470 da Cristoforo d’Oggiono, di professione orafo e da Elisabetta de Clivate (Civate). È uno dei primi artisti lombardi ad avere un rapporto di discepolato con Leonardo da Vinci, durante il soggiorno di questi a Milano, presso la Corte Sforzesca (1482-1499). Pare che il Pittore Oggionese avesse già compiuto la sua formazione in anni precedenti il 1490 presso la bottega di Leonardo, ma nel 1490 lo troviamo proprio documentato f ra gli stretti seguaci del Maestro vinciano. Sappiamo che l’anno successivo (1491), egli sottoscrisse insieme al “collega” Giovanni Antonio Boltraff io l’atto per una importante e prestigiosa commissione: la pala Grifi raffigurante “La Resurrezione di Cristo, tra i Santi Leonardo e Lucia” opera eseguita per la Chiesa di San Giovanni sul Muro ed ora presente al Bode Museum di Berlino. Oltre al Boltraffio, il “nostro” Maestro dovette essere in contatto diretto con l’intero ambiente milanese dell’epoca, in particolare con gli altri artisti più vicini a Leonardo. È provato in ogni modo che nell’ambiente milanese l’artista raggiunse anche una ragguardevole notorietà, tale da permettergli di acquisire importanti impegni pubblici. Siamo certi che Marco già dal 1497 ha una sua attività pittorica indipendente perché assume un apprendista (Protasio Crivelli) per insegnargli tra le altre tecniche anche la miniatura. Nel 1508 sposa Ippolita dei Buzzi, dalla quale ha due figlie Elisabetta ed


Antonia, morte in tenera età, un figlio Cinzio morto nel 1524 ed un’ultima figlia Francesca, che ritroviamo suora nel convento di Brugora. A Milano, Marco d’Oggiono ebbe un notevole successo e molte sue opere le possiamo ancora ammirare presso la Pinacoteca Ambrosiana, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la Pinacoteca di Brera, la Pinacoteca del Castello Sforzesco, la Galleria dell’Arcivescovado ed ultimamente anche in prestigiose collezioni private. Anche in provincia però troviamo parecchi esempi che testimoniano la fortuna che Marco d’Oggiono ebbe presso i suoi contemporanei: il trittico con “Assunta fra i Santi Battista e Stefano” nella Parrocchiale di Mezzana Superiore ( Somma Lombardo), “La Madonna con bambino e tre Santi” dipinta nel 1524 per la Parrocchiale di Besate ed oggi conservata a Milano presso la Galleria dell’Arcivescovado , il Polittico e l’affresco della ”Madonna in trono”, conservati nella Parrocchiale di Sant’Eufemia di Oggiono.


Di Marco d’Oggiono pittore, possiamo dire che, alla fondamentale lezione leonardesca, sempre presente ed indelebile lungo tutta la sua carriera artistica, affianca una personale interpretazione del classicismo peruginesco e raffaellesco, perdendo a volte le tonalità sfumate a vantaggio di compatti e squillanti effetti cromatici, anche se è proprio nel suo modo tipico di realizzare il paesaggio in una stesura liquida e rapida nelle tonalità azzurro acqua, che vengono quasi a fondere i contorni delle montagne col cielo, che noi Oggionesi di oggi riconosciamo l’immutato sfondo delle nostre montagne, ne leggiamo perfettamente la silhouette e ci sembra quasi di intuire il punto dove Marco d’Oggiono si posizionava con cavalletto e pennello per rendere immortali e conosciuti al mondo il nostro Cornizzolo, i Tre Corni di Canzo e La Grignetta…Vi assicuro che percepire queste emozioni davanti ad una sua opera al Louvre o all’Ermitage o alla National Gallery di Londra, ci fa vincere i pregiudizi non sempre positivi che una certa critica ha avuto nei tempi addietro su Marco d’Oggiono e ce lo fa sentire Cittadino fra i Cittadini, orgoglio ed onore di tutti noi Oggionesi. Gli ultimi documenti riguardanti il pittore, sono stati resi noti recentemente dal prof. Virginio Longoni, altro grande Oggionese (da poco scomparso) insigne studioso e brillante storico. Questi sono i testamenti del figlio

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Cinzio in data 30 giugno e I° luglio 1524, in cui si dichiara figlio del fu Marco e un atto del 30 maggio 1525 in cui la vedova Ippolita si rivolge al duca Francesco II° Sforza per ottenere la facoltà, volendo essa risposarsi, di disporre del patrimonio ereditario senza che per legge esso fosse congelato fino alla maggiore età della figlia Francesca. Qui sotto abbiamo un Atto notarile del 11 dicembre 1499 del padre di Marco probabilmente ancora soggetto alla potestà paterna:

CRISTOFORO padre di MARCO, incassa il prezzo pattuito per un dipinto eseguito da Marco nella CHIESA DI SAN NICOLO’ a LECCO – MINUTA NOTARILE ARCHIVIO DI STATO- MILANO NOTAI 4901

NOTA DI COLORE Al centro di Piazza della Scala a Milano, c’è il monumento a Leonardo da Vinci, opera dello scultore Pietro Magni (1872). Attorno al basamento vi sono le statue dei quattro grandi discepoli di Leonardo: Cesare da Sesto, Andrea Solari, Giovanni Antonio Boltraffio e Marco d’Oggiono.


Eccovi il Marco d’Oggiono, espresso da Pietro Magni: visto così Marco mi sembra proprio un gran bel ragazzo e questo non fa che accrescere il nostro orgoglio Oggionese. Il Monumento è chiamato confidenzialmente dai Milanesi: “mezz liter in quater“ e ciò la dice lunga sull’avarizia di Leonardo giunta anch’essa ai nostri giorni.

NOTA DI SAPORE Marco d’Oggiono, grande pittore rinascimentale che ha reso famoso nel mondo il paese brianzolo, si conforterà pensando che ci sono gli artisti che producono opere che sono cibo per lo spirito e chi come il Prosciuttif icio Marco d’Oggiono produce solo…. cibo per il corpo. Auspichiamo che il grande artista Oggionese intraveda nella tecnica sapiente dell’artigiano un parallelismo con il mondo dell’arte. L’importante è recuperare una convivialità in cui pensiero e sensi si valorizzino, aiutandoci a gustare la vita… in gran forma.

NOTA DELL’ULTIMA ORA Il 15 settembre 2021 leggiamo su FINESTRE SULL’ARTE, che la Pinacoteca Ambrosiana ritrova un raro dipinto del leonardesco Marco d’Oggiono: #MDO MAGAZINE | OTTOBRE 2021 | PAG. 12


l’opera, una Madonna col Bambino, era stata rubata alla metà del secolo scorso. Si tratta di un olio su tavola, recuperato e restituito grazie all’intervento dei carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza. L’opera dopo un restauro conservativo tornerà presto al museo milanese.

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STORIE DA GUSTARE

Paolo Parente www.parentearte.com

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Marco D’Oggiono Prosciutti INCONTRA Paolo Parente Ci parli di lei: ci racconti un po’ la sua storia Sono nato a Livorno nel 1954. Ho compiuto gli studi artistici a Firenze presso il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti. Subito dopo, ho vinto un concorso internazionale per eseguire gli aff reschi nella Chiesa di Zermatt, in Svizzera, dove mi sono trasferito e in cui ho vissuto per cinque anni. Tornato in Italia, ho iniziato a insegnare Arte nelle scuole pubbliche, terminando la mia carriera di docente presso il Liceo Bachelet di Oggiono. Ho esposto i miei dipinti in gallerie private e musei pubblici, tra questi: il Museo Pecci di Prato, il Museum of Modern Art di Kyoto, la Galleria Peccolo di Livorno e Palazzo Ruspoli a Roma. La mia pittura è caratterizzata da diversi linguaggi espressivi: figurativo; neoespressionista, astratto; infine minimalista, che def inisco “minimalismo mediterraneo”, in quanto sintesi monocromatica tra f igurazione e astrazione, con f igure che emergono dal colore. Dal 1999 tengo corsi e conferenze, inoltre sono direttore artistico di eventi culturali. Ci parli delle sue belle pubblicazioni Nel 1979 ho Illustrato “Le più belle favole di Esopo” per l’Editore Ebeling. Nel 1989 ho iniziato la rubrica “Linguaggio delle immagini” nel periodico “Cesano Oggi”. Nel 1993 il numero 13 della rivista milanese “Risk” di Lucrezia De Domizio Durini ha dedicato una sua pagina ad una raccolta dei miei scritti dal titolo “Random, il mondo interiore dell’artista”. Nel 2000 ho pubblicato “Gli ex voto di San Martino” (Valmadrera) con l’Editore Cattaneo. Nel 2003, con il patrocinio della Provincia di Lecco, ho pubblicato il libro

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“Francesco Confalonieri nel territorio lecchese”. Nel 2006 ho iniziato a stampare in proprio la collana Libri d’Artista, attività che mi entusiasma particolarmente. Nel 2009 ho pubblicato il libro “Oggiono, Natura, Storia e Arte di un paese della Brianza” (Ed. Cattaneo). Nel 2012 ho pubblicato il libro illustrato “Esopo in Toscana” (Editore Opif icio Monzese delle Pietre Dure) che è stato presentato, insieme ad una scelta di stampe artistiche, la prima volta alle “Giubbe Rosse” di Firenze. Ci può dire qualcosa sul dipinto di Marco d’Oggiono appena ritrovato? Perché era così interessante da essere rubato? Per fortuna un capolavoro di Marco d’Oggiono è di nuovo al proprio posto. Nel 2021 è tornata infatti nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano “La Madonna con Bambino”, dipinto del pittore esponente del Rinascimento lombardo e allievo di Leonardo da Vinci, opera che era stata trafugata negli anni Settanta del ventesimo secolo. Grazie agli scrupoli di un commerciante d’arte che si è rivolto allo speciale nucleo dei carabinieri per accertare l a l e c i ta p rove n i e n za d e l dipinto: f rutto di un lascito di un’anziana collezionista a un nipote che, dopo la sua morte, aveva deciso di vendere l’opera proprio attraverso quel mercante. Una volta capito che il quadro era di Marco d’Oggiono i carabinieri hanno fatto scattare gli accertamenti. Durante le indagini è emerso che il quadro era presente nella banca dati di quei beni culturali illecitamente sottratti. I l d i p i n to è s ta to q u i n d i

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sequestrato e avviato a un restauro conservativo, dopo di che tornerà a essere visibile a tutti nelle sale del prestigioso museo milanese. “La Madonna con Bambino” appena ritrovata è un dipinto che rappresenta la Vergine mentre allatta il figlio, è caratterizzata dal tipico sfumato leonardesco e lo sfondo richiama, come spesso accade nelle sue opere, il paesaggio brianteo. Qual è il tuo piatto preferito? Essendo un livornese, pur trapiantato da decenni in Brianza, sono un grande estimatore del cacciucco (mi raccomando…da pronunciare con tutte le cinque “C”). Qual è il salume Marco D’Oggiono che preferisce? Mi piace tantissimo, infatti lo mangio spesso, lo squisito prosciutto crudo.

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