Marca Aperta N.1 - 2017

Page 1

PERIODICO DI INFORMAZIONE, APPROFONDIMENTO E CULTURA

APRILE-MAGGIO 2017

GRATIS

Luigino Troncon

UN FRAMMENTO DI CARTA DIVENTA SOGNO


megastore-outlet-superdiscount-megastore-outlet-supe

Collezioni Primavera Estate 2017

i n a v o i G i o N

, 1/A gnolie a M e l l Via de elluna (TV) 25 b Monte x 04236099 iadene (TV) b a Tel. e F , 31 - Valdob 7 a 4 v 1 i 2 P 397 o.it Via ax 042 i1976@liber ino Troncon F e . l e n T ig a ni - Lu oigiov Mail: n ok: NoiGiova Facebo

megastore-outlet-superdiscount-megastore-outlet-supe


editoriale Periodico di informazione locale Anno XVI - Numero 1 – Aprile/Maggio 2017 Reg. Trib. di Treviso al numero 1162 il 05/07/2002 e al Tribunale di Bassano al numero 2/05 Reg. Periodici in data 19/01/2005 Iscrizione ROC n. 10005 Prot. U/06378/04/NA P.IVA: 04520460264

Editore: MF Soluzioni Aziendali di Mario Luigi Fontana www.mfsoluzioniaziendali.it Direttore Responsabile e Direttore di Redazione: Barbara Ricciuti Direttore commerciale: Mario Fontana mario.fontana@marcaaperta.it cell. 333.3700876 Responsabile sviluppo: Matteo Bacci Art Director e impaginazione: Loredana Cattabriga e Davide Lopopolo per Hanno collaborato: M. Fontana, M. Bacci, L. Troncon, E. De Martin, C. Benvenuto, C. Meneghel, Supersonic Music School Foto copertina Eleonora De Martin Stampa: Stampatori della Marca 31033 Castefranco Veneto (Tv) Direzione e Redazione: Via Leonardo da Vinci 30/B, Montebelluna (TV) infoweb@marcaaperta.it www.marcaaperta.it Salvo accordi scritti o contratto di cessione di copyright, la collaborazione a questo periodico è da considerarsi del tutto gratuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali giunti in redazione. È vietata la riproduzione anche parziale di testi, grafica, immagini e spazi pubblicitari. Del contenuto degli articoli sono responsabili i singoli autori. Nell’eventualità in cui immagini di proprietà di terzi siano state qui riprodotte, l’Editore ne risponde agli aventi diritto che si rendano reperibili. Porrà inoltre rimedio, su segnalazione, a eventuali involontari errori e/o omissioni nei riferimenti. Tutti i marchi registrati e gli elementi grafici a cui si fanno riferimento in questo sito, sono di proprietà dei legittimi registranti. Riferimenti a marchi registrati vengono effettuati soltanto a scopi informativi.

Cultura, musica e cibo n connubio in generale molto amato, ed è per questo motivo che abbiamo deciso di promuovere una serie di incontri abbinandoli in maniera sapiente. Lo abbiamo fatto in occasione della presentazione del libro di Franco Alesci “Storie Noir Veneziane”, nella splendida cornice del Ferragosto in piazza a Grado e in quella al ristorante La Darsena lo scorso novembre, con una serata enogastronomico – culturale in cui ci siamo soffermati sul legame tra Venezia e la stessa città friulana in compagnia dei giornalisti Cristiano Meneghel, Giampiero Rorato e Cristoforo Di Tella, il musicista Gabriele D’Alonzo e l'artista Johnny Cester. E visto che l’idea è piaciuta, abbiamo proseguito parlando di Venezia e della sua storia in occasione della mostra fotografica “Percorsi Diversi” in provincia di Bergamo e quindi nel salotto culturale di Donella del Monaco, Chez Donella. Ci auguriamo di avervi con noi ai prossimi incontri, e di trasmettervi tutta la nostra passione, conducendovi per mano nel viaggio tra la cultura, la musica e il cibo. E intanto… Luigino Troncon Buona lettura! UN FRAMMENTO Barbara Ricciuti DI CARTA DIVENTA SOGNO @BRicciuti

U

PERIODICO DI INFORMAZIONE, APPROFONDIMENTO E CULTURA

APRILE-MAGGIO 2017

GRATIS

I www.marcaaperta.it I 3 I


sommario

16

Marco Chiurato DA GRANDE VOGLIO FARE IL FALLITO

18 Da Grado.., a Venezia LA LEGGENDA DELLA “CASA DEL TURCO” IN COPERTINA 6 Luigino Troncon

ECCELLENZE 22 F.lli Cecchetto

CINEMA 8 Romaperta 12 Donato Tieppo

LIBRO 25 Carosello

CULTURA 16 Marco Chiurato

CHEZ DONELLA 34 Mauro Martello 30 Mario Del Monaco

STORIA 18 Casa del Turco

MUSICA 28 Ghost

Donato Tieppo

SERATE CULTURALI 46 Isabella Albrizzi 48 Gusti di culture diverse

IL GRANDE CINEMA SI ARREDA CON LA SEMPLICITÀ

12

Mario Del Monaco L’ESPRESSIONE DEL FUTURO

30


+

Metti il segno “ ” al tuo business on-line. www.si4web.it

Creiamo contenuti, diffondendo idee positive. Sì!4Web è la Digital Business Unit di Pagine Sì! SpA


in copertina

A Vita Vera Staolta toca a mi NA OLTA NOI ALTRI TOSATEI, UN ZOGO CHE FASEIMO QUASI OGNI DÌ GERA EL ZOGO DEL PITO Di Luigino Troncon Dal libro "A Vita Vera 2" Foto: Eleonora De Martin

reviso e a tradision del mercà A Treviso el mercà a zen na tradision e el vien fato da pi de sento sinquanta ani da Marlengo e da tuti i paesi la in giro, ogni marti e ogni sabo se n’ava al marcà a treviso. Se andaa par venda i nostri prodotti che coltivaimo nei campi e nei orti o par comprar e robe che ne serviva vestiti, scarpe o anca animai tipo pitusi e anare pena nate o porsei. (...) Ghe gera anca bancaree de atrezi, che lu

T

I 6 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017


in copertina no el riuscia farse a casa tipo forche, badii e ciodi, fil de fero e anca careghe de legno che dopo el se impaiana lu a sera d’inverno in staea ste robe e le comprava coi schei che el ciapava nea vendita dee nostre robe tipo, gaine, anare, coeombi o piantine da orto. (...) Verso l’una co el carico che me pare gavea comprà se tornaa a casa a Merlengo. Me ricordo anca de n’altro prodoto che vegnea portà ogni di paè case a Treviso a suocera de me fradel Orlando a partia da Santa Bona visin Merlengo co do tre bocae de late de so produsion e a andaa a portarghe sue fameie in cità. Ghe gera anca a pescheria co tuto el ben de Dio de pesci e co se andaa al marcà el pesce se o compraa là e cusì se ghe fasea i corni a museto queo che el ne o portaa pae case. Cusi andar de casa in casa a consegnar sti prodoti e ofrir un servisio ga moso pae strade artigiani e venditori che ormai ai nostri tempi no esiste pi. (...) El zogo del Pito Na olta noi altri tosatei, un zogo che faseimo quasi ogni dì gera el zogo del pito. Sto zogo servia par farlo a materia prima un baston e un pito. El baston e el pito se o faseimo noial’tri ciapaimo un ramo de legno beo duro de soito o taiaimo su na gazia. Co un cortel e a britoea el taiamo co na lunghesa de na sinquantina de sentimetri e na grosesa de sirca tre el pito longo sui diese sentimetri e soe do estremità se ghe fasea a ponta. (...) El zogo el consistea nel bata co el baston dentro un cerchio tracià par tera a punta del pito el pito col colpo roteando el se alsava par aria quando che el se gavea alsà co naltro colpo al voeo e vegnea butà pi lontan posibie. (...) Però el podea anca domandar a verifica in sto caso se a distansa no a risultava cusi rispeto aea distansa dita a vose, el lanciator varia perso asando el so posto de batitor al’aversario. A chel punto là el zogo el gera finio se podea riscuminsiar nal’tra partia o far qualche altro zogo. I www.marcaaperta.it I 7 I


cinema

Romaperta L’inizio delle emozioni LA TRAMA DI UN FILM SULLO SCHERMO DELLA NOSTRA RIVISTA, ACCOLTA TRA I GRANDI DEL CINEMA Di Mario Fontana

e parole s’infrangono sulle esperienze, come le onde sugli scogli. Sentir parlare di cose che non si sono vissute può portare a crederci, senza sapere la vera essenza. La stessa cosa c’è capitata tre anni fa, quando siamo partiti per terre lontane come la Croazia, il Montenegro, l’Albania, la Grecia e ne siamo tornati ricchi, sorpresi e impressionati. La realtà non deve sorprendere, perché sennò non si chiamerebbe realtà, è la finzione che deve lasciare qualcosa di diverso: noi la realtà l’abbiamo vista, non da turisti, ma accompagnati nella città che è la più affascinante del mondo intero. Si può dire senza dubbio che la partenza è stata un salto nel buio, ma l’arrivo entusiasmante e ricco di emozioni. Troviamo ad aspettarci, un grande personaggio del mondo del cinema, un uomo semplice, cordiale e affascinante, il quale ci prende a braccetto e ci mostra quello che tutti possono solo vedere al cinema e in televisione. La sua vita continua ad essere un film e trasmette quell’atmosfera di sogno dove tutti agognano essere. E’ infatti una vita spesa per il cinema, sul set ripreso da una cinepresa, vivendo e lavorando con nomi dal suono di Ursula Andress, Sandro Bolchi, Ezio Altieri, Piero Tosi e Lucchino Visconti

L

I 8 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

e tanti altri, un accadimento stravolgente che metabolizzi e che trasformi in un ciak. Lui è il più richiesto arredatore cinematografico e ci accompagna nella beltà di Roma come in un valzer di storia e tradizione: la Fontana di Trevi, Il Colosseo, il Fontanone, il Vaticano,


cinema

Piazza di Spagna, Piazza Navona si prestano in tutta la loro maestosità architettonica ai nostri occhi. Percorriamo le vie più celebri di Roma ed entriamo nella città dei sogni: Cinecittà. Sogni, ambizioni, desideri e aspirazioni sono tutti

racchiusi qua. E’ una città che ha la sua atmosfera e il suo clima, quando entri respiri un’aria completamente diversa, avvolge, scivola, riempie e se va, lasciando in te una sensazioni di completa serenità e inibizione. La nostra guida d’eccezione è Donato Tieppo, ed è grazie alla sinergia che ha coinvolto la nostra rivista con Cinecittà, ha potuto far accadere questo. Roma non ha nulla da dire di più della sua magnifica storia e architettura, Cinecittà ha la forza di coinvolgerti in un mondo che si trova tanto vicino al cielo: sono due città magnifiche. Il Colosseo è il monumento più maestoso che sia giunto fino a noi dalla Roma antica. Sorge nel centro della città come il più grande anfiteatro del mondo, potendo contenere fino a ottanta mila persone e per noi che lo abbiamo ammirato da un luogo diverso dal solito, offre un segno della magnificenza di Roma nel suo I www.marcaaperta.it I 9 I


cinema

massimo splendore. La Fontana di Trevi sembra una bambola di ceramica incastonata e nascosta tra le altre bambole: quello che la attornia sembra di poco valore, mentre è una zona densa di storia e cultura notevoli. E’ considerata una delle più belle fontane del mondo, progettata da Nicola Salvi è adagiata su un lato di Palazzo Poli, vede la luce nel 1762 e appartiene al tardo barocco. Il tramonto ci annuncia che sta arrivando la sera, cambiando arte e mestieri: ci prepariamo per condividere la bellezza di Roma di sera tra luci e colori artificiali, che rendono ancora più affascinante la città.

I 10 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

Dopo una passeggiata in Via Margutta, ci trasferiamo in un paese alquanto carino e accogliente, tutto costruito su una collina, dove in centro si erige un palazzo tutt’altro che ignoto. Si tratta di Palazzo Rospigliosi costruito in epoca ignota, dato che le notizie si hanno dal 1151 ad oggi. Il paese di Zagarolo si trova a circa una ventina di chilometri da Roma, nell’entroterra verso il Gran Sasso e non nasconde il suo passato quale roccaforte di Roma perché compreso nella città metropolitana di Roma Capitale. Qui ceniamo e l’atmosfera del cinema incomincia a catturare la nostra attenzione con i racconti di Tieppo e il tempo sembra essersi


fermato: oltre a mangiare piatti tipici del posto, respiriamo l’aria di un set e il duro lavoro che resta celato dalla pellicola di una cinepresa. Entriamo a Cinecittà e tutto si trasforma in magia. Ci passano davanti completamente i ricordi che fin da bambini trovavamo dentro un cinema, quelle candide serate in compagnia degli amici, delle fidanzate o fidanzati, di sere in famiglia e la mente cerca di collegare quello che abbiamo visto a quello che stiamo vedendo. Conosciamo coloro che rendono possibili i nostri sogni: Adriano De Angelis, uomo gentile e semplice, che ci racconta il lavoro insieme a Fellini, Zeffirelli,

Totò, Tornatore e tutti i nomi illustri di Cinecittà e Hollywood. Il maestro De Angelis ci accoglie con un sorriso coinvolgente e incomincia il racconto di una vita dedicata all’arte che serve l’arte del cinema: il numero di titoli cinematografici dove la famiglia De Angelis ha prestato la sua opera non ha fine. Passiamo da Cinears 800, dove Salvatore ci fa conoscere tutti i pezzi di arredamento che hanno allestito i film più famosi. Il finale è quello dove il protagonista sembra che muoia per salvare il mondo, e poi lo ritroviamo al bar a bere un caffè. Nel prossimo numero continueremo il viaggio nel cuore di Cinecittà, dei personaggi che la vivono.

I www.marcaaperta.it I 11 I


cinema

Donato Tieppo Il grande cinema si arreda con la semplicità L'AMORE DI MIA MOGLIE NADIA HA RESO TUTTA LA MIA VITA UN FILM Di Claudia Benvenuto

ncontriamo in esclusiva Donato Tieppo, scenografo e arredatore, che lavora in campo televisivo e cinematografico accanto ai più importanti nomi del cinema italiano e internazionale. Inizia la sua carriera con Sandro Bolchi ed Ezio Altieri con i film “Una donna a Venezia”. Un uomo semplice, mai appagato di conoscenza, vive di cinema e ne coglie tutti gli aspetti delle quinte, i costumi, le scenografie e gli arredamenti. La sua professionalità è conosciuta in tutto il mondo.

I

Qual è il suo lavoro? Il mio lavoro è di costruire la scenografia atI 12 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

torno al personaggio. Grazie al lavoro dello scenografo si sceglie la scena e l’arredatore la costruisce. Infatti, non basta la fisionomia dell’attore e la parte che deve rappresentare ma anche l’ambiente in cui è inserito, e l’arredamento lo costruisce per dare al personaggio un carattere.


cinema Come è incominciata la sua carriera? Avevo sempre questa voglia dentro di me, mi andava tutto stretto, ovunque io andassi: Milano, Roma e Firenze, ma mi mancava sempre qualcosa. Grazie a mio fratello ho conosciuto Ezio Altieri, costumista e scenografo, amico di Piero Tosi e Lucchino Visconti che stavano girando un film e così vedendomi pronto e molto incuriosito, mi disse se volevo lavorare con lui: e così è incominciata la mia carriera.

Da dove nasce la sua passione? La mia passiona nasce da quello che non riuscivo a vedere nei film. Mi affascinava questo: “Come potevano fare quelle cose?”. Tutto è nato quando, fin da bambino, guardavo i film alla televisione come “Furia cavallo del West” e “Rin Tin Tin” e volevo sapere quello che non riuscivo a vedere, e non quello che mi facevano vedere loro. Questo l’ho capito dopo anni, mentre la mia passione per l’arredamento è nata da subito. La mia fortuna è stata quella di aver vissuto immerso nelle cose belle. E poi c’era mia nonna! Lei aveva una trattoria a Castelfranco Veneto, ogni tanto cambiava la disposizione dei tavoli e delle sedie e la gente le diceva: “Signora Crista, ha cambiato arredamento?”, e lei mi diceva: “Vedi, la gente non capisce, che sono le stesse cose, sono solo spostate.” Quali studi ha fatto? Parto dal fatto che provengo da una famiglia umile, e dopo le scuole dell’obbligo, mi sono messo a lavorare. Ho seguito dei corsi di fotografia alla Dante Alighieri, e poi sono andato a pittare a Milano, quando tutti mi dicevano di non farlo. Ho fatto dei corsi di arredamento, di costume, orientati verso il mondo dello spettacolo, ma questo non era perché volevo entrare nel mondo dello spettacolo, ma solo perché mi piaceva.

Qual è stato il suo primo film? Il primo film cui ho lavorato come costumista e scenografo è “Una donna a Venezia” di Sandro Bolchi, dove il cast è formato da Lea Massari, Anna Galliena, Fernando Rey e Elena Sofia Ricci, al suo primo film. La mia carriera è iniziata come Auditore - volontario - partecipando a film come “Giorni felici a Clichy” regia di Claude Chabrol del 1990. “Giorni felici a Clichy” è un film drammatico francese, tratto dall'omonimo libro di Henry Miller con Anna Galliena. Sono numerose le pellicole cui ho portato il mio lavoro e mi piace citare “Vajont” di Renzo Martinelli, il film che tratta gli avvenimenti che accompagnarono la costruzione della diga del Vajont ed il disastro nel 1963. La fortuna di aver cominciato come Auditore, volontario, mi ha permesso di vedere dall’interno come prendeva forma una scenografia. Come si forma un personaggio cinematografico? I personaggi di un film sono costruiti in modo tale da dare tutta l’espressività al pubblico: non ci si ferma alla fisionomia dell’attore, alla parte che deve rappresentare ma anche l’ambiente in cui è inserito. L’arredamento si costruisce per dare al personaggio un carattere. La produzione mi da un’ambiente vuoto e io lo riempio con tutte le caratteristiche necessarie per rendere al meglio il set, io scelgo tutto, dalla stoffa delle tende, al tipo di parquet, ai mobili e prima di allestire il I www.marcaaperta.it I 13 I


cinema

tutto, si perfezionano le idee insieme con la produzione. Ad esempio, in un film girato a Villa Emo, il protagonista doveva essere calato in uno spazio antico e così ho fornito ogni pezzo della scenografia consono allo stile, sia del personaggio sia del film. Da dove arriva il successo di un film? E’ sempre il pubblico che è il metro: se faccio bene o male il mio lavoro, non è il regista che giudica, ma il pubblico. Quali sono le sue più belle soddisfazioni? La mia più bella soddisfazione è stata quando ho ricevuto il Premio Cinecittà Holding 2007 a Venezia per il film “La sconosciuta” di Giuseppe Tornatore come miglior arredatore, e quando sono stato scelto come giurato per il Movie Film Festival. L’ultimo arredatore che ha ottenuto il Premio Oscar è Bruno Cesari nel 1988 con il film “L’Ultimo Imperatore” di Bernardo Bertolucci, poi hanno deciso di dare i premi agli scenografi che dividono il premio con gli arredatori. Se guardiamo i David di Donatello consegnati a Francesco Frigeri, insieme a lui sono l’arredatore e tutI 14 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

t’ora continuo a lavorare con Francesco, in perfetta sintonia. Non posso non citare mia moglie Nadia, persona gentile e cordiale, che mi ha sempre sostenuto e seguito nel mio lavoro, incoraggiandomi e aiutandomi nei momenti meno facili.


redazionale

Alternativ

Italian Food and Drink uogo accogliente e simpatico, situato nella piazza principale di Zagarolo, di fronte al magnifico Palazzo Rospigliosi, vi accoglie Annamaria insieme alla sua dolce cortesia. La cucina è ricca di piatti tipici che vanno gustati seduti vicino alla storia del borgo che è remotissima. Il centro è di origine medievale e la particolare bellezza del paesaggio attira personaggi importanti del mondo dello spettacolo e Annamaria ci racconta che l’attrice Ursula Andress è una cliente affezionata. Il Tordo Matto di Zagarolo è un piatto tipico e Annamaria lo prepara con la cura e la mi-

L

gliore ricetta più antica. Una specialità culinaria sono anche le Sarzefine e vi spiegherà come preparale. L’ambiente è fresco e conviviale laddove ci si può accomodare e assaporare ottimi cocktail e mangiare piatti gustosi. Il bellissimo Palazzo Rospigliosi fa da cornice all’Alternative Cafè che stando seduti all’aperto si riesce a vedere il panorama dalla collina tufacea fiancheggiata da due valloni che la fa sembrare immersa in un mare di verde.

Alternativ Cafè Piazza indipendenza, 19 Zagarolo (RM) Tel. 06.9524064

I www.marcaaperta.it I 15 I


cultura

Marco Chiurato Da grande voglio fare il fallito PENSO CHE LA MIA ARTE SIA UTILE E INUTILE PER CHI LA SEGUE E PER CHI LA SNOBBA Di Claudia Benvenuto

om’è cambiata la sua vita in questi tre anni? Meglio di chi ha cambiato la mia vita! Penso di essere diventato più consapevole della cattiveria umana. Penso di essere diventato xenofobo nei confronti delle talpe famigliari. Penso di essere diventato un possibile omicida che possa colpire da un momento all'al-

C

I 16 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017


cultura tro i cervelli invisibili con il mio fucile mod. Rancore73! Penso di avere bisogno di un buon curatore che aggiusti il "tiro" Penso che la mia arte sia cambiata, sia diventata inutile per chi la segue e utile per chi la snobba. Penso che la mia intimità sessuale sia cambiata. Penso che il mio cambiamento non frega un caxxo a nessuno!

In che modo partecipa la tecnologia alle sue creazioni? La tecnologia ha un ruolo fondamentale per veicolare il messaggio ma non è indispensabile per creare arte! I colori servono o è sufficiente il bianco? Servono i colori della sensibilità e il bianco dell’umiltà Che cosa vuol fare da grande? Da grande voglio fare il fallito.

Che cosa ama e che cosa non sopporta? Io amo ciò che non sopporto e non sopporto ciò che amo. Come si può definire la sua arte e quali sono i confini? Si definisce da sola, si demolisce da sola, si consuma nel nascere, è un miraggio che vedo solo io, è un pre-orgasmo bloccato nel nascere. La mia arte la definirei “IL NULLA” creata nel deserto dove i confini sono solo dei miraggi. Dove raccoglie l’ispirazione del creare? È l’ispirazione che mi cerca, e quando riesce ad incontrarmi mi blocca tenendomi per il collo quasi a soffocarmi, quando capisce che sono al limite molla la presa e si lascia creare.

I www.marcaaperta.it I 17 I


storia

Da Grado... a Venezia La fiaba leggenda della “Casa del turco” LA STORIA E LE LEGGENDE CONTINUANO IL VIAGGIO TRA RACCONTI ED EPISODI ACCADUTI REALMENTE Di Cristiano Meneghel

anto tempo fa, le campane di Grado suonarono in segno di allarme in quanto furono avvistate al largo alcune imbarcazioni piratesche. La popolazione smise di lavorare e si rifugiò all’interno delle mura, mentre dal palazzo del conte

T

I 18 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

si organizzavano le cernide, in attesa dell’arrivo della fusta veneziana che faceva spola tra porto Lignano e Muggia. Intanto le navi (la tradizione ci tramanda vagamente come turche ma potevano essere benissimo uscocche, albanesi o greche) approdarono presso il lido gradese. I pirati, bersagliati dal palazzo del conte, s’intrattennero poco ma prima di riprendere il mare fecero prigioniera una giovane che, abitante lì vicino, non avendo fatto in tempo a rifugiarsi all’interno della cortina muraria, si era nascosta presso una delle case esterne alla cinta, tra le tamerici dei montoni di sabbia, dove si era recata a raccogliere ac-


storia qua potabile dai montoni sabbiosi. Gli anni passarono ma la popolazione gradese in ricordo della ragazza scomparsa, denominò fin da subito la casa presso la quale la giovane era stata catturata come “casa del turco”. Dopo qualche decennio, arrivò a Grado, un inviato da Venezia attestando che presso la Dominante era giunta notizia che la giovane, venduta dai pirati ad un harem di qualche notabile straniero, era deceduta lasciando una non proprio misera eredità e che era diritto dei parenti andare a riscuoterla. Ovviamente a causa della difficoltà di raggiungere luoghi così lontani, nessuno andò mai a reclamare l’eredità ma rimase per secoli il ricordo della ragazza della casa del turco. Fin qui la fiaba ricordata oramai da pochissimi anziani. Ma tra i vari indizi sulla verosimiglianza della storia interviene dapprima il servita Paolo Sarpi che ci informa che era pratica degli uscocchi sposare le ragazze che catturavano durante le razzie e, secondariamente il fatto, a prima vista paradossale, sulla possibilità di riottenere l’eredità della ragazza. In realtà, fin dal tardo ‘400 tra Venezia e l’Impero Ottomano, erano in vigore accordi minuziosi sulle modalità di conferimento

delle eredità ai parenti dei rispettivi sudditi deceduti in terra straniera. A volte erano i mercanti che riportavano i beni alle famiglie ma poteva succedere che, non trovando nessuno disposto a traghettare gratuitamente i beni terreni dei defunti, si avvisavano i parenti attraverso “voci e strida” ufficiali stimolandoli a ritirare di persona le eredità.

I www.marcaaperta.it I 19 I


inediti

The Topix

Madness of Time adness of Time” è il titolo del primo album- uscito il 31 marzo scorso, dei The Topix. L’idea è venuta al compositore e bassista Francesco Cainero e si è concretizzata dopo un attento e importante lavoro di musica e materiale. La band triestina debutta con un album R&B vicino al soul americano di Marvin Gaye e Al Green, sonorità che appassionano Francesco Cainero, già musicista dei Mousique Boutique Lounge e dei Caibedo. “She Came Along” - parla del problema che affligge la maggior parte delle persone occidentali moderne, la depressione, un argomento ancora poco discusso. Il brano vuole essere una sorta di consiglio a chi ne soffre, di non tenere tutto dentro ma aprirsi per far uscire i propri “mostri”. “Take back your love” - la cronaca moderna ci

“M

mostra sempre più casi di violenza domestica verso le donne, ma anche verso gli uomini. In questa canzone vogliono dare a tutti quelli che si trovano coinvolti in un amore malato, la forza per riprendersi la propria essenza, e non lasciarlo in pasto a chi lo sta solo calpestando. “Turn your eyes around” - è il brano da cui è nato il progetto The Topix. Vuole essere una sorta di elogio all'essenza del bambino che c'è in ognuno di noi, non bisogna mai perdere di vista ciò che eravamo perché è quello che ci fa essere ciò che siamo aldilà delle difficoltà che s’incontrano nella vita degli adulti.

Chi sono The Topix The Topix hanno debuttato live il giorno nel 2016 al “Not Conventional Music Session” organizzato presso il Caffè Rossetti di Trieste e hanno riscosso grande entusiasmo di pubblico. L’album è stato prodotto dall’etichetta svizzera Epops Music e il primo singolo “Take Back Your Love” è prodotto dal cantante e polistrumentista della PFM Alberto Bravin. The Topix sono composti da: Riccardo Gileno: voce, chitarra acustica e percussioni Nicole Pellicani: voce e percussioni - Elisa, Marco Mengoni e Francesca Michielin. Matteo Brenci: chitarra elettrica e cori

I 20 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

Francesco Cainero: basso e cori Musique Boutique, Francesca Michielin, Caibedo Island e Alessandra Amoroso. Cristiano Norbedo: tastiere e programmazione - Marco Mengoni, Francesca Michielin e Alessandra Amoroso. Manuel Figelj: tastiere. Marco Vattovani: batteria e percussioni Link e contatti Facebook - The Topix https://soundcloud.com/thetopix Email: thetopixitaly@gmail.com e/o fcainero@hotmail.com L’album e disponibile in tutti gli store digitali.


Pittori Dimenticati

Giambettino Cignaroli artistico presente, cogliendo ogni aspetto interessante dei tratti, delle tecniche e del colore. La sua maestria nella pittura non passa inosservata tanto che, nel 1764, è nominato Direttore delDi Gianni Fellissent l’Accademia di Pittura di Verona che porta il suo nome e l’Imperatore Giuseppe II (Imperatore iambettino Cignaroli, nasce a Verona d’Austria) lo definisce “il miglior pittore d’Eunel 1706. E’ un pittore che segue la ropa”. strada artistica di Antonio Balestra, di La salute non molto forte lo costringe a non alloncui ammira “la inarrivabile bellezza e tanarsi dall’Italia, invece la sua fama riesce ad arripastosità delle tinte... la grazia dei volti e la maestria vare in terre lontane e ha la capacità di vivere la nel panneggiare” (Bevilacqua, 1771). Compie studi sua fama concentrandosi su se stesso. E’ un uomo 19/04/17 15:32 1 tiene molto alla sua immagine e perciò ignora che di retorica dai Gesuiti e frequenta la scuola di SantePagina Prunati a Verona: riesce ad aprire una sua bottega tutto il turbinio di curiosità intorno a lui. La forma di continua ricerca in se stesso si ultima d’arte, cosa che aveva sempre nel cuore. Venezia è la calamita artistica per tutti i pittori pochi giorni prima di morire quando si trovano dell’epoca. Il Cignaroli si trasferisce nella città indirizzi di un nuovo stile del Cignaroli nel linlagunare per studiare maestri come il Tiziano, guaggio neoclassico internazionale, nel Sacrificio Veronese, Palma il Vecchio, i Bassano e conosce di Rachele (1769; Venezia, Gallerie dell’AccadeAntonio Balestrae e Ludovico Dorigny, visti mia), un’opera che testimonia programmaticaentrambi come l’eleganza suprema nel di- mente e con limpidezza una precisa linea di gusto segno. A Venezia lavora per i Labia intorno al in via di mutamento. Muore a Verona nel 1770, 1737 e grazie a questa presenza nella città lagu- proprio dopo pochi mesi dall’invito di Vienna, nare, ha l’occasione di vedere tutto il patrimonio a dirigere l’Accademia di Pittura. VERONA E LA PITTURA INDIVIDUALISTA

G

AUTOFFICINA ASSISTENZA IMPIANTI CLIMATIZZAZIONE GOMMISTA REVISIONI BOLLINO BLU DBM Auto di De Bortoli Marco Via Montebelluna, 10 31040 Trevignano (TV) tel. 0423 670542

I www.marcaaperta.it I 21 I


eccellenze

F.lli Cecchetto Il paradiso d’acciaio PEZZI MECCANICI D'AUTORE RICHIESTI IN TUTTO IL MONDO DA BRAND D'ELITE La Redazione Foto: Eleonora De Martin

a particolare storia di una famiglia arrivata a considerare la precisione di una mano come forgia di pezzi unici da materie forti e resistenti. Presentiamo la realtà dell’officina meccanica dei fratelli Cecchetto che da anni vivono a Montebelluna (TV) e che sono conosciuti in tutto il mondo. Come sempre accade, le cose più belle si palesano quando meno te lo aspetti, e si rimane piacevolmente sorpresi, nel trovare in un posto bellissimo una realtà così speciale. Alessandro e Giulio ci hanno

L

I 22 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

aperto le porte e ospitato per scoprire una professione molto antica e specializzata. La storia parte da tre generazioni prima, ma non come meccanici, ma come mugnai perché la famiglia Cecchetto è storicamente una famiglia di mugnai. Non si sono mai allontanati da Montebelluna, e al mulino, dove vivono ancora oggi, continuano a lavorare, secondo l’antica arte veneta della dedizione al lavoro come fonte di vita e aspirazione. E’ Alessandro che ci narra il susseguirsi delle storie e degli avvenimenti che hanno portato ad aprire l’officina e a essere ancora oggi una bottega artigianale. La generazione di Alessandro e Giulio è nata durante la Seconda Guerra Mondiale, quando intere popolazioni della Marca uscivano da tremendi anni di povertà e miseria. Il papà Antonio era un mugnaio e si accorge subito che, finita la guerra, qualcosa è cambiato e che il lavoro del mu-


eccellenze gnaio al mulino non era più importante come prima; i contadini si stavano attrezzando con strumenti propri per le necessità delle cascine. Antonio, allora, consiglia al figlio Alessandro di percorrere l’altra via che lo appassiona fortemente, vale a dire la meccanica. Alessandro s’iscrive all’Istituto Professionale di Treviso come tornitore meccanico e finiti gli studi, torna a lavorare al mulino di famiglia e dopo qualche anno fonda insieme a suo fratello Giulio, le Officine Meccaniche Cecchetto. Erano gli anni Sessanta e Alessandro riesce a comprare un tornio e alcuni attrezzi e inizia come manutentore del mulino. Due dei fratelli di Alessandro si trasferiscono; a causa dei problemi di salute dei genitori, morti ancora giovani, Alessandro decide di rimanere in casa e grazie al lavoro presso l’azienda di Antonio Favero, specializzata nella costruzione delle pompe idrauliche, apre un’attività in proprio. Il mulino si trova in quel posto stupendo sulle rive del canale dal nome Brentella, un luogo magico, silente e denso di natura, dove trova spazio una realtà vera. L’officina, insieme alla sua storia e cultura, è sempre stata aperta a far conoscere la particolarità del suo prodotto e del suo metodo di lavoro con attrezzature e macchinari importanti e particolari, per la produzione di pezzi artigianali unici e non a controllo numerico e industriale. La scelta professionale di Alessandro e Giulio di essere una bottega artigiana permette di essere dinamici e specializzati: pezzi unici, su misura e prototipi per applicazioni. Il mercato ha richiesto dei cambiamenti e l’officina si è adeguata: solo con la tradizione artigiana si può essere veloci e pronti. La passione meccanica di Alessandro cresce fin da piccolo, perché lo zio, fratello della nonna paterna, era un battiferro, e lavorava al maglio di Onè di Fonte, paese a pochi chilometri da Montebelluna. Naturalmente il maglio aveva bisogno di tante manutenzioni, e così il papà Antonio partiva col camion in-

sieme al piccolo Alessandro e andavano a fare quei lavori necessari dello zio. La passione di Alessandro nasce qua: attrezzi, armamentari e rumori ferrosi, tutto ciò lo avvolge e lo rapisce completamente. La ricerca della particolarità e dell’affinazione al bello e del meglio porta i fratelli Cecchetto a lavorare allo sviluppo di particolari parti delle autovetture di alta gamma, tanto da essere invitati a meeting e work shop a livello internazionale. La grande scuola italiana dell’artigianato è ancora viva e presente e si trova negli angoli più belli della nostra terra. La comunità è invasa dalla tecnologia che la rende uniforme: è utile sapere che esistono ancora queste realtà che lavorano in conformità a antichi valori e metodologie. La cultura della tradizione, della storia e dei concetti dovrebbe sempre essere aperta e conosciuta.

I www.marcaaperta.it I 23 I


MA Di Tella.qxp_The Best Of 28/11/16 18:03 Pagina 3

In viaggio negli Antichi Sapori d’Italia con

Cristoforo di Tella e Marca Aperta

Antichi sapori d’Italia I paesi del gusto e del vino Canale 832 + TV Sat Domenica ore 21.00 Domenica ore 11.30

Canale 92 Sabato ore 17.00


libro

Marco Melegaro La rivoluzione domestica del Carosello DOPO QUARANT'ANNI SENTIAMO ANCORA LA MANCANZA DI UNA TRASMISSIONE COSI' Di Barbara Ricciuti

uando Carosello finisce il primo gennaio del 1977 i bambini e anche i grandi non accettano quel “verdetto mediatico”. Nei giorni successivi alla chiusura, si danno così appuntamento in massa sotto il palazzo della Rai di Viale Mazzini, quello col cavallo nel cortile, per intenderci. “Arridatece” Carosello scandiscono a lungo, inascoltati dai dirigenti. I bambini sono accompagnati dai genitori, che non possono dirlo inneggiando a Calimero, ma che forse sono addirittura più arrabbiati di loro. Intanto, i più giovani alzano cartelloni con le

Q

immagini del Gigante Buono e di Joe Condor, di Caballero e Carmencita. Nei loro gesti non c’è solo la paura di perdere i loro eroi ma anche la paura di un mondo d'illusioniche finisce. Carosello per 20 anni è stato infatti un piccologrande rituale domestico. Dopo la rubrica-programma più fortunata di sempre i bambini alle 21 andavano a letto. La pubblicità con quella formula tutta italiana era attesa anziché subita come accade oggi. Carosello più che una réclame era una serie di quattro cinque minifilm. Solo nei 35 secondi finali del codino si poteva scoprire qual’era il prodotto pubblicizzato. Prima ci si divertita con le storielle raccontate dai più grandi attori, dai più grandi sceneggiatori e registi. Ci si divertiva anche con i personaggi dei disegni animati. La giostra colorata del programma che complice un tardivo arrivo della Tv a colori è sempre andata in onda in bianco e nero, prende il via il 3 febbraio del 1957. A salire su quell’atI www.marcaaperta.it I 25 I


libro trazione fatale è 60 anni dopo la pubblicazione del giornalista di SkyTg24 Spettacolo, Marco Melegaro: “Carosello, genio e pubblicità all’italiana”. Nel libro di 256 pagine pubblicato da Novecento editore, c’è in sintesi, anno per anno, la storia del programma ma anche la rappresentazione di un’Italia che conosce il boom economico, la migrazione di massa verso il nord, i diritti dei lavoratori, la legge sul divorzio e l’Austerity negli anni Settanta. Anno 1957: è allora che la Rai decide di mandare in onda la prima pubblicità. Il sipario, nel teatrino messo in piedi dal regista Luciano Emmer, si apre con quattro spot della durata di due minuti e quindici secondi. C’è una lezione cattedratica di guida automobilistica presentata dalla Shell che schiude la sua proverbiale conchiglia nel programma. C’è Mike Bongiorno che presenta: “Un personaggio per voi” per L’Oréal. C’è Mario Carotenuto, uno dei più grandi caratteristi del nostro Cinema per la Singer e c’è Carlo Campanini che come testimonial di Cynar anticipa il popolarissimo Ernesto Calindri. A questo proposito c’è già quello che si rivelerà un punto di forza di Carosello: lo slogan. Quella frase: “Cynar: contro il logorio della vita moderna” non morirà mai. La potenza di fuoco del programma è stata quella di dare vita a dei tormentoni perenni. Merito delle agenzie pubblicitarie e dei creativi prestati al programma. Negli anni d’oro di Carosello il battutista principe è Marcello Marchesi. “Falqui: basta la parola!” oppure: “Vecchia Romagna etichetta nera: il brandy che crea un’atmosfera” sono solo due delle sue tante trovate. Facendo un parallelismo nella pubblicità, oggi un noto dj mette un paio di di cuffie al brandy mentre tutti si scatenano sulla pista da ballo. Ieri, quando nei mobiletti bar di casa l’alcolico non mancava mai c’era invece il rassicurante Gino Cervi a decantare le qualità del prodotto. Una voce rassicurante ieri, un ritmo forsennato oggi. Le pubblicità cambiano e anche il modo di commercializzare i prodotti. Tornando a Carosello c’è un’altra costante. Le scenette tutte girate in pellicola, conoscono subito e sempre, la censura della Sacis. Una mannaia I 26 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

che si abbatte sulla pubblicità. Nei primi caroselli ad esempio non si può dire: Avanti Cristo ma non si può nemmeno dire la parola lassativo. La Tv risponde ad esigenze pedagogiche e Carosello non sfugge a delle ferree regole che oggi ci fan pensare ad una pruderie morale eccessiva ma che erao il frutto di quell’epoca: nella politica e nella televisione. Le famiglie italiane ovvero i consumatori hanno fatto appena in tempo a conoscere i primi supermercati che complice il boom economico vedono cambiare il loro modo di vivere. C’è una rivoluzione domestica: arrivano gli elettrodomestici bianchi e si diffonde la televisione. In Carosello c’è la lavatrice della Castor con “Buc il bucaniere”, personaggio inventato dal cartoonist Bruno Bozzetto. C’è il televisore della

Alfabeto di Carosello A come Arigliano Nicola, cantante italiano e testimonial per 14 anni del digestivo Antonetto B come Romano Bertòla. Uno dei più grandi creativi di Carosello. Ha dato vita a personaggi come il Gigante della Ferrero e Joe Condor. Suo il tormentone: “Miguel son mi!” C come China Martini. Indimenticabile il carosello con Ernesto Calindri e Franco Volpi e il loro: “dura minga!” D come Dash. Il celebre fustino ha compiuto da poco mezzo secolo. Mike Bongiorno e Paolo Ferrari i testimonial a Carosello E come Emmer Luciano, il regista che ha creato la prima sigla di Carosello. Sue alcune tra le più belle pubblicità tra cui “Gli incontentabili” F come Fratelli Pagot. Nino e Toni creano Calimero, Grisù il draghetto… G come Godi Franco. Soprannominato


libro

Philco che prima del pianeta di Papalla ripropone un personaggio del Cinema con “L’audace colpo del solito ignoto” di Nino Manfredi. C’è Carla Fracci che volteggia prima di mostrare un frigorifero della Naonis. Nel 1963 arriva invece uno dei personaggi più celebri che non a caso è un cartone animato. Calimero è il tenero pulcino con il guscio rotto creato per la Mira Lanza. Qualche anno più tardi sarà un musicista prestato alla pubblicità ad insidiare la popolarità di questo longevo personaggino, sopravvissuto alla fine del programma e disegnato dallo Studio dei fratelli Pagot. L’uomo in ammollo in Bio Presto è quello che ti ripete che: “Non esiste sporco impossibile…”. Per far passare meglio il messaggio s’infila con una tuta subacquea in una vasca da bagno e s’immerge indossando

“Mr Jingle” è autore dei migliori motivetti musicali. Baci Perugina, Fernet branca sono due sue hit. H come Helmut Haller, l’ala di Bologna e Juventus testimonial dell’Ovomaltina che: “dà forza!” I come insetticida. Il Raid era il più celebre e gli insetti li ammazzava stecchiti. L come Locatelli. Perché “fa le cose per bene” M come Nino Manfredi, uno degli attori che ha girato più caroselli N come Ninchi Ave. Memorabile il suo duetto con Aroldo Tieri nella veste di uno Zorro (Zoddo) mingherlino O come Oche. Indiscusse protagoniste della Famiglia dei Piumati per la cera GloCò P come Polenghi Lombardo. Il latte dove, prima di provarlo, Alberto Lionello voleva portarsi una mucca in casa

una camicia sporchissima. Per capire meglio la popolarità che aveva Carosello bastano due esempi. Qualche lettore, non più giovanissimo, ricorderà gli attori Enrico Viarisio e Cesare Polacco. Due bravi interpreti teatrali ma che diventano popolarissimi grazie agli ascolti di Carosello che superavano i 10 milioni a serata. Viarisio era quel gentiluomo con la paglietta che s’illuminava quando pubblicizzando il panettone Alemagna diceva: “Ullallà è una cuccagna!”. La gente per strada lo riconosceva per quello sketch e lui si arrabbiava molto. E l’infallibile ispettore Rock? L’attore veneziano Cesare Polacco, valente nel teatro di prosa era conosciuto perché aveva commesso quell’errore: non aveva usato la brillantina Linetti. Per questo a Carosello si toglie il cappello e mostra la sua calvizie. Lo fa, sia chiaro, dopo aver risolto un delicato caso giudiziario. Eh sì perché a Carosello c’era spazio per la commedia, per i cartoni animati, ma anche per i gialli e per ogni tipo di spettacolo. Si calcola che fino al 1977 sono andate in onda più di 7.000 scenette.

Q come Quelli della Tavola Rotonda. Personaggi animati dei crackers Gran Pavesi R come Rossi Moraldo, regista di oltre 1.000 caroselli. Citterio, Folonari, Zoppas tra le più celebri S come Solvi Stubing, la prima bionda, storica testimonial della birra Peroni. “Chiamami Peroni, sarò la tua birra!” T come Testa Armando, pubblicitario. Suoi personaggi come Caballero e Carmencita e Pippo della Lines U come Uvamaro, epiteto che pubblicizzava il liquore Don Bairo V come “Voglio la caramella che mi piace tanto” Slogan per la Dufour, utilizzato da Marisa Del Frate e da Minnie Minoprio Z come Zucchi, i coordinati letto più famosi di Carosello

I www.marcaaperta.it I 27 I


musica

Ghost Il senso della vita IN ESCLUSIVA IL DUO PIÙ BELLO E FORMIDABILE DEL PANORAMA MUSICALE ITALIANO, TANTE EMOZIONI Di Matteo Bacci

hi sono i Ghost? I Ghost sono due fratelli, Alex e Enrico Magistri, che condividono la musica da tanti anni, questa è una forte passione e siamo cresciuti grazie e alla musica, prima di tutto giocando e poi sposando questa arte comunicativa. Abbiamo studiato con sacrifici, imparando e lavorando molto, è diventato negli anni il nostro mestiere. Ormai sono dieci anni che suoniamo con grandi soddisfazioni e riconoscimenti. La voglia di fare è tanta e il nostro piacere è la musica dal vivo e poterla condividere con il nostro pubblico in modo diretto e spontaneo.

C

Dove e quando è nata la passione per la musica? I 28 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

La passione per la musica è nata tanti anni fa. Quando eravamo bambini, giocavamo con i giochi, tra i quali c’erano degli strumenti musicali. Mentre giocavamo, il nostro stupore di bambini ci ha fatto conoscere la musica come una magia, suscitando in noi stupore e meraviglia a ogni tocco: toccare il tasto di una tastiera, il suono nel pizzico di una corda di chitarra e far percuotere la pelle di una percussione, suscita nel bambino un’emozione del suono. Da tutto ciò è iniziata la voglia di giocare e sperimentare e far diventare questa passione il nostro credo e la nostra vita. Quindi nasce da lontano, però senza l’ambizione di diventare famosi, ma di coltivare e vivere questa passione. Quali sono le fonti d’ispirazione della vostra musica? Sicuramente è il vissuto e la vita quotidiana. Amiamo vivere il contatto diretto con le persone, non stando dietro una scrivania a scrivere una canzone sulla base di un pensiero e basta, ma ascoltare ogni cosa che rappresenta per noi la natura e gli episodi. Bisogna scavare nell’anima delle persone e nel loro vissuto.


musica Che cosa vi trasmette il pubblico? Con il pubblico c’è uno scambio di calore e di energia. Il contatto con il pubblico fa scattare ogni volta quella molla che ti dice di continuare, soprattutto nei momenti del tuo cammino bui e poco felici. Quando ricevi messaggi e osservazioni dai fans, allora è lì che cresci e il loro calore ti da voglia di trasmettere ancora le emozioni in musica. Qual è il vostro “Senso della vita”? “Abbiamo scritto un album, ma non l’abbiamo ancora trovato, il nostro senso della vita!” Ci scherziamo, ma il nostro senso della vita è nelle cose semplici, e come abbiamo scritto nell’ultima frase dell'album “Il senso della vita è negli occhi di un bambino.” In realtà la purezza, la semplicità e riscoprire il bambino che c’è in noi, e serve a noi adulti per dare un significato al nostro percorso di vita. Noi ci creiamo delle cose complesse intorno ed estremamente articolate, perdendo l’importanza per il valore delle emozioni fatta di gesti semplici, cosa che i bambini vivono costantemente. Soddisfazioni e delusioni. Credo che la soddisfazione ci sia ogni giorno nel vedere che la strada che abbiamo intrapreso, cioè la musica, permette alle persone

di stare meglio, di vivere più in serenità la propria esistenza affrontando i problemi con più forza. Ad esempio uscire da un concerto rinati con un’energia nuova o magari ascoltando un brano e condividere con chi l’ha scritto a chilometri di distanza, uno stato d’animo e delle emozioni così come lo hai vissuto e così no ti senti solo. La delusione è l’altra faccia della medaglia, vale a dire che in Italia non si dà la giusta importanza a questa musica, vera e diretta; è troppo commercializzata e troppo poco si cerca il valore autentico di essa. Sarebbe bello trovare una via di mezzo senza estremizzare il tutto. Preferite il giorno o la notte? Ecco questa è la domanda impossibile come quella: “Ti piace il bianco o nero?” Mi piacciono le sfumature, cioè vivere le cose col massimo dell’intensità, della notte l’atmosfera più intima quando riesci a riflettere e scavare meglio nei pensieri, ma l’esplosione dei colori del giorno la luminosità, la solarità sono uniche. Quali sono i progetti futuri? La nostra voglia sono i live. Nei nostri progetti c’è la presentazione del nuovo “bambino”, cioè l’album “Il senso della vita” con partenza da Roma e i nostri fans possono seguirci sui nostri canali social. Lasciate un messaggio al pubblico di Marca Aperta. Inviamo un saluto ai lettori di Marca Aperta e al pubblico di Radio Conclas e vogliamo far passare questo messaggio allacciandoci al titolo dell’album “Il senso della vita” e all’ultima frase del decimo brano “c’è un mondo di colori che non può finire” che è dentro di noi, ogni anima ha tante sfumature e tanti colori e se ci uniamo e condividiamo le emozioni riusciamo a trasmettere ai nostri figli un mondo migliore e anche noi riusciamo a vivere in un mondo migliore. I www.marcaaperta.it I 29 I


Mario Del Monaco L’espressione del futuro IL GRANDE TENORE MARIO DEL MONACO RACCONTATO DALLA NIPOTE DONELLA La Redazione Foto dalla collezione privata di Donella Del Monaco

ario Del Monaco è stato uno dei più grandi artisti del Ventesimo Secolo, non solo un cantante lirico, ma anche una personalità carismatica del mondo musicale, con una capacità attoriale modernissima, insieme all’espressione del volto cinematografica, anticipatore di una figura di interprete vocale e teatrale completamente innovativa. La mia è una famiglia artistica dato che mio zio è stato un grande tenore, mio papà Marcello è stato importante insegnante di canto lirico, mio cugino Giancarlo un regista d'opera tra i più quotati a livello internazionale, così tutta la nostra famiglia è stata segnata dall’arte teatrale e musicale. Io ho moltissimi ricordi di mio zio e di mia zia Rina, fin da piccolissima, perché i miei cugini, Giancarlo e Claudio, hanno circa la mia stessa età e così passavo le estati assieme a loro a Lancenigo vicino a Treviso, o a Roma o talvolta in Svizzera a Losanna dove studiavano. A casa Del Monaco c'era un ambiente vivace e divertente, anche perché era frequentata da personalità del mondo culturale, ammiratori, appassionati e amici. Mio papà era più giovane di Mario di quattro anni e dato che era il fratello più piccolo, mio zio lo chiamava affettuosamente Marcellino: le personalità erano differenti ma il loro era un bellissimo rapporto ed erano molto legati.

M

I 30 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

Mentre mio zio Mario era una persona smagliante, brillante ed esuberante, mio padre Marcello, invece, era un poeta ed aveva una personalità più portata all'interiorità, ma era altrettanto affascinante anche se in modo diverso. Per me erano come il sole e la luna: mio zio era il sole luminoso e sfolgorante che mi abbagliava, mio padre, invece, aveva il fascino di una notte di luna piena, sapeva trasportarti in un’atmosfera magica e poetica al di sopra della realtà. Lo zio Mario, pur essendo un divo acclamato a


xxxxx

livello mondiale, manteneva nel suo carattere un aspetto genuino e quasi fanciullesco, infatti, quando si riposava dalle grandi tournée, si divertiva con noi bambini, con trovate e scherzi da giocherellone. Crescendo, la sua figura artistica è stata per me un riferimento importante, perché mi ha comunicato dei valori come la necessità di approfondire lo studio e la ricerca musicale, l'impegno costante, lo sviluppo di una visione artistica autentica e personale, valori che forse oggi si stanno perdendo, dato che sembra più importante a visibilità, la notorietà in se stessa. Lo zio ha capito subito la mia vocazione artistica ed è stato sempre incoraggiante e pieno di suggerimenti. Ho dei ricordi divertenti, di quando ero bambina e cantavo per gioco accompagnata da mio padre al pianoforte la canzone “L'amore è una cosa meravigliosa” colonna sonora del film omonimo del 1955 diretto da Henry King, mentre mio zio mi ascoltava e me la faceva ripetere perché si divertiva ad ascoltare la mia voce ancora da bambina. Insieme con i miei genitori seguivo la sua carriera, e lo ho visto in numerose rappresentazioni, per esempio mi ricordo che andammo al Teatro alla Scala per “La fanciulla del West” oppure quando, al suo rientro sul palcoscenico dopo quasi un anno di pausa, dovuto ad un grave incidente automobilistico, lo aspettavo dietro le quinte di “Otello” al Teatro Comunale di Bologna. Quando ho creato il gruppo Opus Avantra nel 1973, un gruppo di rock progressive, dove non

cantavo certo l' opera (nella quale ho debuttato più tardi), non ho avuto il coraggio di dirlo a mio padre e mio zio, avevo paura di scandalizzarli, inoltre mi ero appena laureata in Architettura a Venezia e la famiglia si aspettava che mi impegnassi in quella direzione. Ma lo vennero a sapere in altro modo, infatti successe questo: in centro a Treviso, vicino al Teatro Comunale, c’era il negozio di dischi “Ricordi”, dove il direttore aveva pensato di tap-

I www.marcaaperta.it I 31 I


pezzare le vetrine con l'LP appena uscito del mio gruppo. Mio zio entrò e, non aveva notato nulla, allora il direttore gli chiese: “Ma Maestro, questa Donella Del Monaco, la conosce?” e mio zio esclamò con stupore: “Oh, la Donella, è mia nipote, ma canta?!” e telefonò subito a mio padre: “Marcellino, ma la Donella canta?” Marcellino: “Come, canta?” Mario: “Ma come, c’è un disco!...” Marcellino: “C’è un disco???” Mio padre e mio zio, mi chiamarono per avere spiegazioni ed io timidamente mi giustificai: “Beh, si l’ho fatto, così…” E allora, tutti noi della famiglia, ci ritrovammo a casa di mio zio, di fronte all’impianto stereo e dopo aver ascoltato l'intero LP (io ero emozionatissima), uscì il verdetto: “E’ un bel lavoro, sei brava, è un buon inizio!” Insomma, i due grandi “Maestri” mi avevano approvato e per me è stato l'esame più difficile della mia carriera artistica. Quando, molti anni dopo, mio zio si è ammalato ed è entrato in dialisi, non poteva più esibirsi, ma aveva ancora la voce in perfetta forma, ma purtroppo fisicamente diventava sempre più debole e non poteva reggere sforzi prolungati. Non viaggiava più come prima e quindi ci vedevamo molto più spesso così potevo ascoltare i suoi racconti ed aneddoti sulla sua vita artistica e il nostro affetto si è ulteriormente rafforzato. Io andavo a trovarlo molto spesso a casa sua a I 32 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

Lancenigo e ricordo che, quando lui ormai era molto debole, gli mancava l'appetito e mia zia mi suggeriva: “Siediti accanto allo zio e preparagli qualche bocconcino, che se glielo dai tu, mangia un pochino di più.” Io allora gli stavo accanto e lui chiacchierava e mi raccontava e io ogni tanto insistevo: “Dai zio, ancora questa forchettata.” Ho avuto il privilegio di stargli accanto ed è stato un mondo bellissimo, perché un grande artista si rivela anche nelle cose quotidiane, ti apre la mente e lo spirito, e mio zio insieme a mio padre mi hanno fatto capire che la musica e l'arte non hanno confini e che dobbiamo sempre guardare più in alto. MARIO DEL MONACO La mia vita e i miei successi Alla mia cara nipote Donella, spirito di purissima artista, cantante raffinata che continua il talento della famiglia tutta. Auguro un futuro luminoso con l’affetto di sempre da suo zio Mario. 9 maggio 1982


redazionale

Moving Records & Comics

Pierpaolo Lamanna parla del suo progetto (in)social IL VALORE CULTURALE DI UN CERTO CALIBRO, DOVE CRESCERE INTERESSI COMUNI

La Redazione

oving Records & Comics nasce nel 2012 con l’intento di creare un luogo dove l’idea culturale della musica, del cinema e del fumetto potesse essere preservate “dall’assalto della pochezza della società tecnologica odierna” fatta di social, contest e tanto fumo, che ci sta facendo sprofondare in un decadentismo e isolazionismo pauroso. Moving si pone l’obiettivo di essere un luogo dove chiunque, indipendentemente dall’età anagrafica e dai generi, possa avere l’opportunità di trovare, in ambito musicale soprattutto, ma anche fumettistico e cinematografico ciò che cerca, non disdegnando poi ultimamente uno sviluppo in ambito del merchandising e dell’abbigliamento e del collezionismo di modellismo giapponese, ma con l’obiettivo principale della comunicazione. Fondamentale in questo senso anche la sinergia cercata con la Libreria Lovat di Villorba

M

(TV), sito dove da sempre si cerca di preservare valori culturali di un certo calibro e luogo ideale dove poter far crescere insieme sinergicamente gli interessi comuni. Parallelamente Moving cerca di dar spazio anche alle giovani band emergenti ospitando spesso piccoli concerti e showcase, ed è anche una piccola etichetta discografica indipendente, sempre pronti a dar una mano ai nostri giovani che sono il nostro futuro e non abbandonarli all’apatia (in)social.


Mauro Martello Vivo la dimensione della musica

STORIE MUSICALI NATE DA SOGNI E SOGNI DIVENTATI DECISIONI DI VITA Di Claudia Benvenuto

hi è Mauro Martello? Mauro Martello è un sognatore. Guardando indietro nel mezzo secolo che ho percorso, credo proprio di essere stato condotto, nelle decisioni importanti della mia vita, proprio dai miei sogni. È stato così quando, ai tempi della scuola media, ho deciso che mi sarebbe piaciuto suonare per sempre e così sognavo di essere su un palcoscenico, di scrivere musiche mie, mi vedevo addirittura direttore di una

C

I 34 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017


grande orchestra mentre mi infiammavo nei travolgenti crescendo delle sinfonie d’opera rossiniane. Da allora è sempre stato così, di sogno in sogno sono riuscito a fare della musica una parte importate della mia vita. Delle sette note, quali sono le più difficili? Sicuramente quelle che devo suonare con persone con cui non sono in sintonia. Noi flautisti non suoniamo praticamente mai da soli, ma sempre in un ensemble, in un’orchestra o in una band. Il rapporto sereno e cordiale con i musicisti per me è una condizione irrinunciabile. Non reggo le persone che “se la tirano”. Certi atteggiamenti “fuori dalle righe” sono a volte accettabili sul palcoscenico perché possono far parte dello spettacolo, ma dietro le quinte e nei momenti di studio, la musica richiede umiltà e spirito di costruttiva collaborazione. Che cosa esprime nella musica? Ogni brano musicale racconta una storia. La musica è un linguaggio assoluto, quindi le “storie musicali” sono difficili e a volte impossibili, da tradurre in parole. Nessuna lingua umana è così ricca da poter esprimere la dimensione di un brano musicale. Ogni volta che affronto una composizione o quando io stesso mi trovo a dover creare una melodia, non sento il bisogno di dover esprimere qualcosa, come un sentimento o un concetto. Mi immergo piuttosto a vivere quella particolare dimensione musicale che il brano stesso mi fa vivere. Percepisco il susseguirsi delle note che escono da mio strumento e le particolari armonie che si creano con i musicisti che mi suonano accanto, come il dipanarsi di un racconto che, con i miei interventi, posso enfatizzare o comunque modificare. Ogni volta è un’avventura diversa. Quali sono i suoi miti e maestri? Dato che sono un flautista, riguardo al mio mito non ho dubbi: è il Pifferaio di Hamelin! Per i maestri, la cosa è un po’ più complicata,

perché io ho davvero percorso molti generi musicali: la musica classica tradizionale, la musica antica su strumenti d’epoca, la musica etnica su strumenti di assoluto fascino come il duduk armeno, il rock progressive… Per non far torto a nessuno cito solo Guido Novello, il mio professore di flauto al Conservatorio di Venezia, tutto è partito da lui. Lei capisce di più un pubblico ristretto d’intenditori o di massa in uno stadio? Sicuramente preferisco un pubblico attento e competente. Ho suonato in grandi piazze gremite, ma mai in uno stadio. Detesto, come pubblico, i mega concerti negli stadi. In queste situazioni la gente salta, balla, canta… ma non ascolta. Musica e stadio non vanno d’accordo. Detto questo, mi piacerebbe molI www.marcaaperta.it I 35 I


tissimo suonare in un mega stadio affollato all’inverosimile con il pubblico che canta, balla e salta. Quali sono i suoi interessi oltre la musica? Sono affascinato dalla pittura, in particolare da quella rinascimentale. Da sempre poi mi piace studiare astronomia, anche se il mio piccolo telescopio si sta impolverando in un angolo della mia casa da troppo tempo. Mi piace correre. Appena posso indosso scarpe e pantaloncini e via! Confesso però che ho smesso da tempo di nutrire velleità da vero runner… Che cosa ama della vita? Amo le cose semplici. I momenti di serenità con gli amici. Il progetto di una pizza in compagnia già mi rende felice. Qual è la sua città preferita? Io abito a Mestre da sempre e a pochi chilometri da me c’è Venezia, che per me è il posto più bello del mondo, ma anche se spesso ho il bisogno profondo di ritornare in quel Luogo Magico (permettetemi la citazione del titolo di un brano dedicato proprio a Venezia e che farà parte del prossimo disco degli Opus Avantra), la città in cui vorrei vivere è Milano. Ogni volta che ci torno, ho la sensazione di essere I 36 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

nel posto giusto per realizzare tutti i progetti. Quali sono i suoi progetti futuri? Ho da poco realizzato un cd con musiche mie e di cui sono molto soddisfatto e che s’intitola “Sul punto di essere altrove”. Oltre a promuovere questo mio disco, sto portando in giro un mio spettacolo teatrale e musicale che s’intitola “Lectio Brevis”, un lavoro satirico sulla scuola italiana. Punto molto poi sugli Opus Avantra di Donella Del Monaco, di cui mi onoro di far parte. Con gli “Opus” sta per patire una collaborazione con i più grandi gruppi del “progressive” storico italiano. Un altro progetto fortunato è il Lincoln Quartet, un gruppo che ripropone le musiche dei mitici Jethro Tull con l’intervento, nei concerti, di alcuni elementi stortici della formazione. Tentare di “clonare” Ian Anderson mi diverte immensamente. È vero… dai miei progetti futuri mancano riferimenti alla musica classica. Me ne dispiace? Forse no. Non troppo. Lasci un messaggio al pubblico di Marca Aperta… Vi invidio un po’… vivete in una bellissima città molto vivace anche dal punto di vista culturale. A Treviso si mangia benissimo. Avete solo un difetto: lo spritz proprio non lo sapete fare!


redazionale

Il mare Adriatico

Alla Darsena trovi tutto per star bene S

iamo sulla riva, insieme a un luogo sereno, dove la vista del mare è magnifica. I nostri spazi interni ed esterni accolgono il cliente in piena serenità, spazi aperti e grandi per tutto il tempo che si passa presso di noi. La terrazza estiva e la veranda aprono la vista a un paesaggio unico. Lo spazio a disposizione è ideale per banchetti, cerimonie e gruppi. Interessante è anche poter usufruire di una

Ristorante Pizzeria La Darsena Loc. Testata Mosconi Grado (GO) Tel.:0431.876257 Facebook: Ristorante Pizzeria "La Darsena" Grado ristoranteladarsenagrado@gmail.com www.ristoranteladarsenagrado.it

sala con trenta posti riservata per ospiti che hanno bisogno di monitor per trasmissioni audio video. Cucina di pesce e proposta di menù speciali per ricorrenze e gite a prezzi contenuti: la pizzeria è servita dal forno a legna per ottime pizze. Aria condizionata. Parcheggio privato.

I www.marcaaperta.it I 37 I


redazionale

Professioni affermate

Sandro Tognon, propone il nuovo "Ego"

l cocktail più esclusivo per ricetta e gusto, che “regala” al palato un gusto lagunare, si trova certamente da Sandro Tognon. “Ego”, questo il nome del cocktail, nasce da un’idea del noto barman che ha mischiato sapori più tradizionali con il Santonego, essenza che si estrae da un’erba che cresce solo nella laguna di Grado. Il segreto non è svelato, ma l’ingrediente principe si trova nel suo locale, il Bar Hemingway, e il cocktail che nasce entra nell’“Ego” dei più bei momenti di vita sull’isola. Sandro inizia la sua carriera di barman nel bar di famiglia, dove trova la passione per questo mestiere. La dedizione e la passione sono fondamentali, insieme all’amore nel miscelare gli ingredienti per una buona riuscita della ricetta. Sandro conosce tutti i tipi di cocktail e quando il cliente ordina i soliti nomi, si prepara il tutto, ma manca quella sensazione di originalità e invenzione che è nella sua anima. Con la ricetta “Corsaro Nero” a Tirrenia (PI) si è clas-

I

I 38 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

sificato al primo e secondo posto al campionato nazionale. La sua carriera è iniziata a Grado per poi proseguire nei migliori locali notturni del Friuli Venezia Giulia e non solo, e grazie all’aiuto della moglie Patrizia è riuscito a raggiungere traguardi eccezionali. A caratterizzare il Bar Hemingway è certamente la cortesia. Il locale in centro a Grado, attraverso queste pagine, vuole ringraziare tutti i clienti che da anni ne apprezzano e seguono la professionalità, avendolo fatto diventare un punto di riferimento per la gioia dei gusti.

Bar Hemingway Galleria Excelsior Angolo Via Marina, 22 Tel. 3421280453 Grado (GO) 34073



su: In streamnincglas.it www.radioco

Segui i nostri programmi

La radio

con amore, con passione


redazionale

Da Alberti

Un pollo da esperti a chi produce a chi consuma. Una formula vincente, per Alberti, allevamento e vendita presente nella provincia di Bergamo da più di cinquant'anni. Un servizio gentile e cordiale, la qualità del prodotto curata in ogni dettaglio. Tutti comprano da Alberti perché i momenti tra amici e in famiglia sono speciali, uniti a un'ottima cucina sia in casa che all'aperto. La società agricola Alberti vende nel suo negozio a Covo (BG) solo le carni del loro

D

allevamento e i preparati e prodotti derivati da queste carni. Da chi produce a chi consuma.

Az. Agricola Alberti Via Umberto I° - Covo (BG) Tel. 0363 93151

I www.marcaaperta.it I 41 I


redazionale

Locanda La Pernice

Un gustoso panorama di benessere l Lago d’Iseo è diventato centro d’attrazione turistico culturale, una perla paesaggistica naturale. Con vista panoramica il ristorante pizzeria La Pernice, offre un menù del territorio con selvaggina, carne e pesce di lago, trovando spazio anche menù vegani e vegetariani. La pizza è preparata con ingredienti scelti e genuini. L’ampia sala interna e un’accogliente terrazza panoramica offrono la possibilità di organizzare banchetti per tutte le ricorrenze e le cerimonie. La sala dedicata “Vineria” permette un massimo di sessanta

I

I 42 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

coperti immersi in uno stile medievale e con scaffali a vista. Il Giardino Marilago è il luogo ideale per trascorrere indimenticabili giornate di relax e benessere in piscina, coccolati dal verde naturale, dalla magnifica vista panoramica e dal clima unico.

Locanda La Pernice Via Camontaro, 21 - Sulzano (BS) Tel: 030 985179 Mail: locanda@la-pernice.it


redazionale

Negozio Biologico

Natura Bio ASOLO l negozio biologico Natura Bio di Stefania si trova in una zona fantastica, dal punto di vista paesaggistico e storico, con quelle colline nella zona di Asolo, ricche di cose buone e tradizione. Scegliere gli ingredienti da coltivazione biologica e biodinamica significa pensare positivamente a noi stessi, e chi ce li propone, investire in una forma di agricoltura che preserva e promuove la fertilità del terreno e la molteplicità delle specie, che rispetta gli equilibri naturali e che rafforza l’organismo Terra nella sua totalità: è

I

nel fare questo che aiuta a prenderci cura anche di noi stessi. Stefania ti può consigliare su ogni prodotto e spiegarti perché il biologico e il biodinamico sono fonte di salute e benessere personale.

Negozio Natura Bio Via Giorgione 27/A - Asolo Tel: 0423 952185 I www.marcaaperta.it I 43 I


redazionale

Ottica Cadore

Qualità artigianale cadorina l benessere visivo migliora la vita e se il benessere è legato al Cadore, terra storica dell’occhiale, nasce Ottica Cadore. Lino e Elisa sono professionisti che vantano un’esperienza decennale nel settore. Qualità, risparmio e assistenza si trovano nei loro negozi di Montebelluna e Cusignana Giavera del Montello, dove è presente un laboratorio interno. I servizi offerti sono: il il controllo stress visivo, la sostituzione lenti vista sole, le riparazioni, la revisione occhiali,

I

Ottica Cadore Via San Rocco, 12 - Cusignana - Giavera del Montello (TV) Tel: 0422775343 I 44 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

la consulenza ottica. Il benessere visivo direttamente dal Cadore.

Via Giotto, 1 - Montebelluna (TV) Tel: 3473348225 Mail: otticacadore.cf@gmail.com


redazionale

Il Capriccio

Una storia nata nel 1970 I

l Capriccio è una lunga storia culinaria che nasce dalla Pizzeria da Tino e continua con il titolare, la moglie Teresa, i figli Natale e Maria Teresa. La cucina propone piatti di pesce e carne in un ambiente caldo e accogliente interamente arredato in legno. La pizzeria propone il miglior gusto per preparazione e ingredienti. Natale può consigliare il miglior vino locale e nazionale per accompagnare ogni piatto.

Il Capriccio 2 Ristorante Pizzeria Via Privata 1/A - Falze’ di Trevignano (TV) Tel. 0423 670615 Mail: info@ilcapriccio2.com Web: www.ilcapriccio2.com

I www.marcaaperta.it I 45 I


Salotti, misteri e divertimento Aàh Venessia aàh Regina aàh Venusia QUANDO LA CULTURA È SPETTACOLO LE ECCELLENZE SI FONDONO IN GUSTI E DOLCEZZA La Redazione

osì il poeta Andrea Zanzotto nel “Casanova” di Federico Fellini descriveva la città di Venezia, meta prediletta di intellettuali, artisti e grandi viaggiatori d’oltralpe, dove fin dai primi del Novecento arrivavano per aprirsi

C

I 46 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017

alla grande bellezza dell’arte italiana. Il salotto culturale di Chez Donella ha voluto rendere omaggio a Venezia unendo tante forme di cultura in una sola: storia, scultura, musica, poesia, letteratura e cucina hanno preso parte a sicché importante avvenimento. Il salotto culturale Chez Donella insieme a Marca Aperta hanno portato a Treviso, un classico e divertente modello di comunicazione culturale, interessante e originale. Lo storico Cristiano Meneghel tratteggia il Grand Tour a Venezia attraverso il racconto degli illustri personaggi della cultura, del-


l’arte e della filosofia che amarono il fascino versi che Andrea Zanzotto ha dedicato a Vedella città lagunare. nezia. Tutta la parte tecnica è stata curata da I grandi compositori che soggiornarono a Ve- Stefano Bruzzolo. nezia e ne furono ispirati, primo fra tutti, Wa- La serata è stata chiusa con la performance gner, entrano nel racconto ispirato dal piani- visiva del maestro Marco Chiurato Las Vegas sta internazionale Roberto Paruzzo, intanto vs Venezia, unica-sporca-pulita-finta, dove che il libro di Franco Alesci, dal titolo Storie vetro e zucchero unendosi hanno creato un Noir Veneziane, introduce in una Venezia effetto sensoriale percettivo tra la Venezia paoscura e misteriosa, raccontata da Mario Fon- cata e misteriosa e Las Vegas superficiale e tana insieme leggende e aneddoti intriganti. profana. L’evento ha poi proseguito con Donella Come enfasi, i poeti sono stati rappresentati Tel. e fax +39Del 0431 82727 e Monaco che ha rievocato il celebre salotto dal prezioso “Vino dei poeti Gold” di Bottega culturale della contessa veneziana Isabella S.P.A. servito nella sua raffinata bottiglia doTeotochi Albrizzi, che ospitò i più illustri poeti rata e gli artisti che ispiravano il salotto di Isae artisti dell’epoca tra cui Ugo Foscolo, Vin- bella, dalle creazioni dello chef di nouvelle cenzo Monti, Goethe, Lord Byron, Antonio cousine Giuseppe Boldo e da Anita Coppe tiCanova e Madame de Staël recitando anche i tolare del ristorante “da Romolet” di Segusino.

libreria Dante

Libreria Dante Sas di Pizzuti Carol e Fogari Massimo

•libreria •tabaccheria •edicola •cartoleria

Viale Dante Alighieri, 37 34073 Grado (GO) Tel. e fax +39 0431 82727 email: libreriadante@yahoo.it

I www.marcaaperta.it I 47 I


cultura

Cultura e cucina Gusti di storia, musica e sapori UN FORMAT BEN ACCOLTO DAL PUBBLICO E DALLA CRITICA La Redazione

ustare sapori unici e caratteristici di un particolare luogo è senza dubbio attraente, e se tutto questo è cosparso di altri spunti culturali che avvolgono l’ambiente in una fresca aria profumata, quel momento diventa unico. Stiamo parlando del format che ha preso il via nel ristorante La Darsena di Grado (GO) e che si sta diffondendo in tutto il territorio nazionale, format che vede cucina, musica, pittura, storia e letteratura protagoniste -

G

I 48 I Marca Aperta I aprile/maggio 2017


cultura in maniera simultanea - all’interno di un pensiero condiviso tra gli ospiti. Marca Aperta, grazie all’accordo di collaborazione con la società Publiset Editore di Cristoforo Di Tella, sta quindi promuovendo un format che può essere considerato unico nel suo genere, che porta a conoscere chicche storiche locali molto particolari e difficilmente note ai più, sia i partecipanti agli eventi che il “pubblico da casa”, attraverso le reti televisive Sky e 7Gold. L’arte di comunicare belle e interessanti notizie permette di unire tutti i più importanti studiosi e professionisti dell’arte davanti ad un pubblico curioso di scoprire. Alla prima serata alla Darsena c’erano Cristiano Meneghel, professore di storia e filosofia, che grazie alla sua passione per la storia gradese e veneziana ha condiviso note storiche che erano sconosciute, c’era quindi il musicista Gabriele D’Alonzo che durante la cena avvolgeva lo spazio con la sua musica ambient e il pittore Johnny Cester, con le sue opere di rara bellezza. Quindi la degustazione del menù proposta dallo Chef e titolare Ranieri Toso si è arricchita di una notevole atmosfera culturale, nonché di un abbinamento a straordinari vini del Collio. A Grado si è parlato quindi delle origini di

Venezia, ricordando come siano note ai più, e si è sottolineato come invece chi sia la madre di Venezia è dato noto solo agli storici o alle persone che hanno un’approfondita conoscenza della storia e le religioni. Grado è situata all’estremo nord del Mar Adriatico e a sud dell’ attuale regione Friuli Venezia Giulia: per tradizione si definisce Madre di Venezia, perché la leggenda ci dice della fuga degli abitanti di Aquileia di fronte ad Attila nel 452 d.C., i quali, prima stabilitisi a Grado, si sarebbero poi dedicati al popolamento delle isole lagunari dalla cui unione sarebbe poi nata la città di Venezia. Se oggi i dati, in particolar modo archeologici, smentiscono in parte tali leggende confermandoci che a popolare Venezia furono, accanto ad aquileiesi passati da Grado, anche gli antichi abitanti di Altino e delle città romane del Veneto, Grado però può ben dirsi genitrice di Venezia dal punto di vista religioso. Nel corso della serata è stato presentato un libro con la presenza dell’autore e l'artista Johnny Cester ha raccontato tre delle sue opere più rappresentative della laguna, quali specchio immagine delle città. E c’è commento più esemplificativo di quello del titolare del ristorante Ranieri Toso: “Sicuramente una serata, da rifare!”. E proprio per questo, e per l’entusiasmo con cui ci accogliete, che continueremo a organizzarle.

I www.marcaaperta.it I 49 I


Te lo stiamo portando! Elenco Sì!, è il nuovo Elenco Telefonico distribuito gratuitamente a casa e in azienda.

Più informazioni, più chiare, più avanti.

Scopri le Migliori Offerte pubblicate dalle attività commerciali della tua città.

Offerte, eventi e news della tua Città.

www.sihappy.it Sì!4Web è la Digital Business Unit di Pagine Sì! SpA


redazionali

Loana Pasticceria Caffetteria Piazza Poloni Don Vittorio, 9 31044 Montebelluna TV Tel: 0423 614369

,QQRYD]LRQH WHFQRORJLFD FHUWLILFDWD 6HUUDPHQWL DG DOWH SUHVWD]LRQL 0DJJLRUH VLFXUH]]D SHU OD WXD FDVD

,1),66, 6(55$0(17, 3(56,$1(

ZZZ TUOHJQR LW

,1)2

Giaretta Inelde

di Adele & Flavio S.N.C. Tel 0423 670550 Via Roma, 8 31040 Trevignano (Tv) Abbigliamento Intimo Arredo casa

I www.marcaaperta.it I 51 I


PubblicitĂ Conclas.qxp_The Best Of 22/04/17 09:34 Pagina 3

su: g n i m a e r t s n I clas.it n o c o i d a r . w ww

La radio

con amore, con passione


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.