Rivista Ogliastra Sanità - Anno 2 - Numero 4 - Febbraio 2008

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La pagina della prevenzione a cura di Natalino Meloni

Ogliastra Sanità

Conoscere per curarsi e per non ammalarsi

Il tumore del collo dell’utero

Ogni anno, in Italia, sono circa 3.500 le donne che si ammalano di cancro del collo dell’utero e di queste quasi la metà muore. In tutto il mondo, il cancro della cervice è secondo solo al cancro della mammella, come maggiore incidenza e mortalità nelle donne! Si stima che il 75% della popolazione entri in contatto con il virus almeno una volta durante la sua vita. Almeno l’80% delle donne adulte sessualmente attive diventa infetta da un elevato numero di tipi di papilloma virus (HPV) genitale. Per fortuna, solo una piccola parte delle donne esposte alla infezione da HPV svilupperà un cancro del basso tratto genitale e la grande maggioranza di queste infezioni é destinata a scomparire spontanea-

mente nel corso di pochi mesi. L’infezione da HPV è il primo evento di una lunga scalinata che porta al cancro ed è improbabile che da sola sia sufficiente alla trasformazione maligna dell’epitelio del tratto ano-genitale. Sicuramente entrano in gioco anche dei cofattori come l’abuso di alcool, il fumo di sigaretta e il sistema immunitario. La quasi totalità (oltre il 98%) dei tumori del collo dell’utero sono causati dall’HPV. Studi attuali dimostrano che il DNA dell’HPV è presente nel 100% delle biopsie dei cancri della cervice e nel 50-90% dei cancri della vulva e del pene. Si conoscono oltre 70 tipi di HPV, la maggior parte dei quali causa malattie non gravi, come ad esempio le verruche cutanee. Il virus dell’HPV si contrae principalmente per via sessuale, sia con rapporti sessuali completi e non. Il rischio di contrarre una infezione da HPV aumenta con il numero dei partner sessuali, ed é massimo nell’età più giovanile (20-35 anni). Il virus si

rinviene più frequentemente tra le popolazione promiscue e in condizioni precarie di igiene. Nella maggioranza dei casi la donna non si accorge dell’infezione: infatti in 3 casi su 4 questa è asintomatica, cioè non procura alcun disturbo e si risolve, senza bisogno di trattamento. Invece in 1 caso su 4 può provocare lesioni benigne, come i condilomi, oppure altre lesioni che invece, se non trattate, possono portare a tumori a carico della cervice uterina. Da quando si contrae l’infezione a quando si sviluppa il tumore possono passare anche 20-30 anni, per cui i tumori che colpiscono le donne di 45-50 anni sono la conseguenza di infezioni contratte in giovane età. Nei casi di infezione persistente del collo uterino, non esistono attualmente trattamenti non invasivi di elevata efficacia. Nel caso l’infezione sia associata a modificazioni precancerose dell’epitelio, possono essere prese in considerazione la laserterapia e la conizzazione.

Oggi l’arma migliore per contrastare questo tumore è la prevenzione specialmente tramite il PAP Test (noto come “striscio”), un esame semplice e innocuo, che permette di identificare la presenza di lesioni anche piccolissime e di curarle tempestivamente prima che si trasformino in tumore. Particolarmente promettente appare il vaccino per l’HPV, la cui introduzione sul mercato italiano è stata recentemente approvata. Negli studi condotti fino ad ora, il vaccino HPV ha già dimostrato di essere efficace nel prevenire lo sviluppo di tumori del collo uterino. Le indicazioni del vaccino riguardano tutte le donne dai 9 ai 26 anni. Questo vuol dire che, chiunque si trovi in questa fascia d’età, potrà farsi vaccinare. In Italia la novità è che per le dodicenni il vaccino sarà gratuito. A questa età, è raro che una bambina abbia contratto il virus, perché, come detto, il contagio avviene per contatto intimo o per trasmissione sessuale. A breve verrà avviato, a livello regionale, un programma di vaccinazione gratuito, ma non obbligatorio, per le ragazze di 12 anni che saranno chiamate dalla ASL a vaccinarsi. Da queste pagine l’invito ai genitori ad aderire al programma vaccinale. Resta, comunque, un 30% di casi che non sono protetti dalla vaccinazione e proprio per questo è estremamente importante che le donne, anche se vaccinate prima della pubertà, si sottopongano con regolarità al Pap Test ogni 3 anni.

DIETOLOGIA Dr. Marilena Lara Specialista in Dietologia

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