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Il senso del nostro essere
Mary Jo Leddy
In passato, la struttura narrativa di fondo delle nostre vite è stata fornita dalla nostra cultura, dal nostro Paese o dalla religione, a volte persino dallo sport. Il mito moderno del progresso ha portato avanti le nostre vite con la forza del suo ottimismo, fin dai tempi della fondazione dell’America. Lo spirito americano è stato essenzialmente espansivo e, nella sua accezione migliore, estremamente generoso. La visione fondante della repubblica e i suoi ideali di vita, libertà e ricerca della felicità, hanno portato avanti la nazione nella sua crescita. Le religioni principali hanno predicato una storia biblica che ha rivelato l’origine e il destino della persona umana.
Queste indicazioni di vita esistono ancora, ma non sembrano più abbastanza forti per sottrarci alle correnti culturali del consumismo. Gli eventi del XX secolo, contemporaneamente barbari ed eminentemente moderni, hanno sollevato dubbi sul mito del progresso come nessuna critica filosofica avrebbe potuto fare. Gli ideali fondanti della Repubblica si stanno perdendo negli imperativi dell’impero. Nella misura in cui le religioni principali hanno legato il loro messaggio ai miti dominanti della cultura, anche le loro voci sono diventate incerte e perdute.
Un segno semplice ma sicuro della perdita di spirito e di significato è la stanchezza. Quando rifletto sulle volte in cui ho lavorato perché credevo in quello che stavo facendo ed ero convinta del suo scopo, mi rendo conto che potevo lavorare per ore e svegliarmi riposata. È quando non ero convinta dello scopo di ciò che facevo che mi stancavo facilmente, facevo lunghe pause, iniziavo a pianificare le vacanze, seguivo corsi su come gestire il mio tempo e su come stabilire dei limiti.
Ricordo una conversazione con una mia amica preoccupata per la cura del figlio piccolo. Lei era molto impegnata, così come suo marito. Si alzavano, preparavano il bambino per l’asilo, andavano al lavoro, tornavano a casa, preparavano la cena, lo mettevano a letto, si preparavano per il lavoro del giorno dopo. “A volte mi sembra che la mia vita sia solo un insieme di pezzi,” disse. La conversazione sarebbe stata abbastanza normale, se non fosse che la donna continuò dicendo: “Ma quello che amo fare, la sera prima di andare a letto, è andare nella stanza di mio figlio e guardarlo. Mi piace guardarlo. E allora tutta la fatica svanisce e capisco il senso di tutto.”
Il senso della nostra vita concentra tutto ciò che siamo e facciamo e ci riempie con l’energia dello scopo. Quel senso diventa la linea che raccoglie in sé tutti gli altri significati. Questo non significa che la nostra vita stia progredendo o migliorando, ma significa che sappiamo perché siamo qui e a cosa serviamo.
Ges E Il Senso Del Suo Essere
Chi di noi è cristiano può anche ricordare l’esempio di qualcuno che ha vissuto con un senso e uno scopo in tempi più caotici e opprimenti. Basta ricordare che Gesù ha vissuto con Dio come senso del suo essere. Più e più volte ha detto ai suoi discepoli che era venuto da Dio e che stava andando da Dio. Sapeva chi era, che la sua identità più profonda risiedeva nel mistero di essere nato da Dio. E sapeva di essere per Dio, di essere venuto ad annunciare il grande sogno di Dio, il sogno del regno di Dio e la grande economia della grazia.
Questo è stato il senso e lo scopo della sua vita. E’ stata la sua passione. L’affermazione del senso della sua vita si basava profondamente sulla gratitudine per essere nato da Dio. Questa profonda connessione tra gratitudine e fiducia nel futuro è stata espressa con parole semplici da Dag Hammarskjold: “Per tutto ciò che è stato, grazie; per tutto ciò che sarà, sì.”
Gesù ci ha lasciato questa visione, una visione talmente valida da ricapitolare ogni aspetto del nostro essere e tutta la nostra vita. Tuttavia, la visione non è un progetto. Non è un piano dettagliato di ciò che dobbiamo fare e di come dobbiamo farlo. È stato lasciato a noi il compito di riempire “gli spazi vuoti.”
Il grande sogno di Dio per il mondo non è un piano concreto, ma è avvincente. Ci dà il senso di come finirà la storia del mondo e la nostra storia. Finirà come è iniziata: nella bontà. Fa tutta la differenza del mondo credere che il sogno di Dio per il mondo si realizzerà.
L’ho appreso da una donna anziana estremamente santa, che era in fin di vita. Si chiamava Kieran Flynn. Era una suora della Misericordia molto rispettata per la sua saggezza sulla vita spirituale e sulla vita in sé.
A Kieran era stato diagnosticato un melanoma multiplo, una forma di cancro particolarmente virulenta e dolorosa. Era stata portata al Massachusetts General Hospital verso la fine della malattia e le erano state somministrate diverse dosi di morfina per alleviare il dolore. In breve tempo ha perso completamente i sensi. Ciò che ha impressionato coloro che si erano riuniti intorno a lei è che diceva quasi costantemente brevi preghiere in modo ritmico, come un mantra: Tu sei la via, Tu sei la verità, Tu sei la vita, benedici i poveri, abbi pietà. Le preghiere non potevano provenire da uno stato di coscienza, ma dovevano provenire da qualche livello più profondo dell’inconscio e dell’immaginazione. Al livello più profondo del suo essere, era stata plasmata dalla parola di Dio. Respirava da Dio, per Dio e con Dio. Era diventata una preghiera.
Poi un pomeriggio, mentre tre di noi eravamo seduti accanto al suo letto nella stanza d’ospedale, fu come se si fosse svegliata, ma non poteva essere cosciente. Con voce molto chiara disse: “Ho fatto un sogno. Ho sognato che tutti gli uomini e le donne erano seduti intorno a un tavolo rotondo, tutti uguali, tutti liberi. Ci vorranno mille anni, ma non ha molta importanza perché accadrà.”
E poi è scivolata di nuovo nel luogo da cui era venuta. Ho sentito questo come il sogno di Dio o quello che tradizionalmente viene chiamato la visione del regno di Dio. È un sogno di giustizia, pace e amore.
Il sogno di Kieran fa parte del grande sogno di Dio per il mondo. Noi, ognuno di noi, facciamo parte di questo grande sogno. I nostri piccoli sogni e le nostre speranze fanno parte del progetto di Dio per il mondo. A volte è difficile sentirsi dire che “ci vorranno mille anni”, ma fa tutta la differenza del mondo se crediamo nel potere che questo sogno ha di prevalere. È questo sogno che ha il potere di sostenerci nella lotta e il potere di resistere al crollo delle nostre speranze individuali. www.magdalacolloquy.org