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UN POSSIBILE MIRACOLO
Dodici anni dopo, nel 1305, a seguito dell’elezione di un cardinale francese a papa, Clemente V, e il suo trasferimento da Roma in Francia, molti Stati e repubbliche papali italiani furono resi vulnerabili agli attacchi. Non volendo correre il rischio che venisse scoperta dai soldati, il padre trasferì Margherita nel palazzo di famiglia, nella vicina città di Mercatello.
Era felicissima di stare con i suoi genitori mentre la scortavano in carrozza, ma ogni speranza di riconciliazione o di relazione si spense quando la misero in un sotterraneo, arredato solo con una semplice panca e un tavolo. Istruita a rimanere in silenzio, poteva parlare solo con il servitore che le portava i pasti quotidiani. Qui Margherita doveva subire una sofferenza più intensa, quella della solitudine senza il sacerdote in visita e la partecipazione alla Messa e all’Eucaristia.
Dopo che fu firmato un trattato di pace con il padre, i suoi genitori vennero a sapere da alcuni pellegrini tedeschi della guarigione di disabili e malati presso la tomba di un frate francescano chiamato Fra Giacomo nella vicina Cittå di Castello, in Umbria. Felicissima, Margherita, che aveva quasi 20 anni, una mattina presto venne accompagnata dai genitori sul posto. Tutta la famiglia partecipò alla Messa mattutina e pregò per una cura miracolosa per lei. Quando non ci furono segni visibili di cambiamento, i genitori la lasciarono in chiesa, con la promessa che sarebbero tornati a prenderla nel tardo pomeriggio, cosa che non avvenne mai. Il guardiano, chiudendo la chiesa per la notte, diresse questa figura solitaria e minuta all’esterno.
Infreddolita e affamata, Margherita passò la notte sui gradini della chiesa in una città che non conosceva. La mattina seguente, grazie all’amicizia di una coppia di mendicanti, imparò a individuare le fontane per bere e lavarsi e dove ripararsi per la notte. In prossimità del Natale, questi amici la trovarono coperta di neve in un portone e la invitarono a dormire con loro in una stalla. Questa esperienza ebbe un profondo significato spirituale per Margherita, che la considerò un segno del fatto che non era più figlia di nobili, non era più orfana della sua famiglia, ma era figlia di Dio. Dio era ora il suo unico genitore; Gesù, Maria e Giuseppe a Betlemme, la sua unica e sola famiglia.
I Movimenti Dello Spirito
La disposizione gioiosa e amorevole di Margherita suscitò il sospetto degli abitanti della città. Si chiedevano: “Perché mai potrebbe essere gioiosa nel suo stato?” Col tempo, però, conquistò la loro ammirazione e il loro rispetto e fu invitata nelle loro case. Ogni atto di generosità che le veniva rivolto veniva ricompensato al centuplo: le famiglie sperimentavano guarigioni straordinarie, si risolvevano pacificamente le faide e i malati guarivano.
La fede, lo zelo e la devozione a Dio di Margherita la portarono a essere raccomandata per la vita conventuale, ma il suo ingresso causò disordini all’interno della comunità a causa della sua disciplinata adesione alla Regola religiosa, per lo più ignorata dalle altre sorelle. Il comportamento severo di Margherita disturbava a tal punto le suore, che le fu chiesto di andarsene.
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La vita di strada non era più la stessa di prima. Scacciata dal convento, Margherita fu oggetto di scherno e cominciarono a diffondersi pettegolezzi infamanti sul suo conto. Non rispose o non si difese mai dalle accuse, ma espresse solo il rimorso di aver deluso le suore.
Dopo un ritiro con i frati domenicani del luogo, Margherita si unì al Terzo Ordine della Penitenza ed entrò in una vita di preghiera incessante e di servizio amorevole agli altri. Visitò i malati e i moribondi e portò molto conforto e guarigione a chi ne aveva bisogno. Le fu affidato l’incarico di insegnare religione ai figli di una ricca famiglia e si trasferì in una soffitta nel loro palazzo. Sebbene non fosse sicuro per le donne, Margherita iniziò a visitare anche i prigionieri.
Nel 1320 predisse la sua morte imminente e morì con il sorriso sulle labbra. Mentre portavano il suo corpo alla tomba, una giovane coppia, la cui bambina non poteva camminare a causa di un’estrema curvatura della colonna vertebrale, spinse la figlia verso il corpo di Margherita. I testimoni affermarono che il suo braccio sinistro si alzò dal sudario, si avvicinò alla bambina e la guarì.
Patrona dei disabili, Margherita fu beatificata l’8 novembre 1609 e canonizzata da Papa Francesco il 24 aprile 2021.

Santa Margherita dI Città di Castello è amata e ricordata ancora oggi. Il suo corpo incorrotto giace racchiuso sotto l’altare maggiore della chiesa domenicana di Città di Castello. La gente viene ad accendere una candela e a recitare una preghiera.
Una bambina non voluta, non amata e rifiutata non si preoccupa di nulla di ciò che le è accaduto. È un esempio di accettazione allo stato puro. La sua forte interiorità non permetteva alle circostanze esterne di intaccare l’innocenza di chi era nel profondo. Un’anima grande, una donna di misericordia e amante di Dio; la sua breve vita ha esemplificato la perfetta incarnazione delle Beatitudini di Gesù.
Papa Francesco (Udienza del 5 Marzo 2023).
Giulia Vannini monaca agostiniana, vive da nove anni nella comunità monastica agostiniana di Pennabilli (Rimini), insieme ad altre 13 sorelle, in una vita di preghiera, studio, lavoro e di ospitalità e condivisione con chiunque raggiunga il monastero. Nata a Firenze nel 1992, è entrata nel monastero di Pennabilli nel 2014 e circa un anno fa, il 25 giugno 2022, insieme a sr Chiara, sorella e compagna di cammino, ha fatto la Professione Solenne. Durante gli anni di formazione iniziale ha conseguito il Baccalaureato in Teologia insieme ad altre sorelle della comunità, concluso nel 2020 presso l’Istituto Patristico Augustinianum.