LE OPERE

Elena, con occhi addestrati e avvezzi alla lingua del suo tempo, ha riletto percorsi antichi. Antichi a partire da epoche assai remote. La sua Maddalena veste panni ch’erano consueti nelle tanagrine. [...].
Poi dall’antico al medioevo. Giovanni Pisano, certamente. [...]
E dal Medioevo al Quattrocento. Ma, più che Donatello, Lorenzo Ghiberti. [...]
E infine Gian Lorenzo Bernini, lo scultore che dalla Cappella della Madonna del Voto reclamava l’attenzione d’Elena quando entrava in Duomo. [...]
Suggestioni. Ma soltanto suggestioni; che Elena ha raccolte in un ambone da cui cresce la speranza d’una stagione nuova per l’arte sacra.
ANTONIO NATALI
DIRETTORE DEGLI UFFIZI DI FIRENZE dal 2006 al 2015
Oggi s’insegna poco a guardare le opere d’arte come esiti del pensiero. Ci hanno educati a misurare le creazioni artistiche secondo l’espressione che le informa.
S’è fatto, insomma, della storia dell’arte una storia esclusivamente di lingua (figurativa, s’intende), senza tener conto che ogni opera ha una sua trama e un suo contenuto; quasi che alla pienezza della poesia non concorressero – insieme – la lingua e il contenuto. L’altare di suor Elena invece impone una riflessione. Almeno a chi creda in Cristo Salvatore.
DIRETTORE DEGLI UFFIZI DI FIRENZE dal 2006 al 2015
Fatevi guardare da questo Agnello e provate a sentire queste parole:
«Da qui non me ne vado senza di te».
Questo è il mistero che in ogni luogo e in ogni tempo deve essere celebrato su questo altare perché per tutte le pecore che si sono perdute la morte non abbia l’ultima parola.
DON RINALDO OTTONE
Teologo e Filosofo Docente presso la facolta’ teologica del triveneto
La bellezza nella parola.
L'arte a commento
delle letture festive. Anno B
di Timothy Verdon
San Paolo Edizioni, 2008
ALTARE DI SANTA RITA TABERNACOLO CROCIFISSO
ALTARE AMBONE SEDE
CICLO DI 7 VETRATE
SUI TITOLI MARIANI
SANTUARIO DEL POGGETTO
FERRARA 2021
CICLO DI 7 VETRATE
SUI TITOLI MARIANI SANTUARIO DEL POGGETTO
FERRARA 2021
ena Manganelli, scultrice, è monaca agostiniana nel monastero “S. Antonio da adova” di Pennabilli (RN), dove si è trasferita nel 2012.
ata a Siena, sviluppa la sua sensibilità artistica nell’ambiente cittadino. Dopo ver frequentato l’Istituto d’Arte della sua città e l’Accademia di Belle arti di renze continua la sua formazione nello studio dello scultore senese Alberto glesi, partecipando intanto a numerose mostre e concorsi e insegnando per cuni anni discipline plastiche all’Istituto d’Arte.
el 2004 entra nell’Eremo agostiniano di Lecceto (SI).
ell’esperienza monastica la sua sensibilità artistica, segnata da un naturale teresse teologico, trova casa.
egli ultimi anni con le sorelle del monastero si dedica agli studi teologici, onseguendo il Baccalaureato nel 2020 e continuando il percorso alla Facoltà eologica dell’Italia Settentrionale di Milano (prof. P. Sequeri, G.C. Pagazzi).
L’ARTE COME PREGHIERA. L’ARTE COME SPAZIO DI VITA.
ARTE COME DISCHIUSURA AL DEFINITIVO PROMESSO DA DIO ALL’UOMO.