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Alla scoperta del Myanmar

Cultura Società

Nonostante nel Myanmar coesistano, non senza difficoltà, svariate culture indigene, quella dominante è quella Bamar che si manifesta nella cucina, nella letteratura, nella musica, nel teatro e nella danza. Le arti, soprattutto la letteratura, hanno come tema principale il Buddhismo Theravada. Anche il colonialismo britannico ha introdotto in questa cultura alcuni elementi tipici dell’Occidente, specialmente nell’educazione e nell’architettura di alcuni edifici delle città, come Yangon. Grazie all’attività missionaria nelle minoranze Karen e Shan è in parte diffusa la cultura cristiana. E’ l’India però ad aver influenzato maggiormente lo stile di vita della popolazione del Myanmar, soprattutto attraverso il Buddismo, che è diventato il fulcro delle loro esistenze. I monasteri (pongyi kyaung) sono considerati i centri della vita sociale nei villaggi e i monaci sono venerati anche dai laici. Lo shinphyu è un’esperienza sperimentata da tutti i ragazzi durante la loro adolescenza ed è il più importante rito di crescita. Essi si rinchiudono nei monasteri per vivere come monaci novizi e provare l’esperienza del Gautama (colui che diventa Buddha). In ogni momento della loro vita potranno poi ritornare in questi monasteri, per qualsiasi periodo di tempo, con l’unica restrizione, per gli sposati, di chiedere il consenso alla moglie. Alla stessa età in cui i ragazzi sperimentano lo shinphyu, le ragazze svolgono una cerimonia in cui si perforano i lobi delle orecchie.

Per quanto riguarda il vestiario, sia uomini che donne indossano delle gonne, a causa del clima caldo, con l’unica eccezione dei militari, che indossano pantaloni. Le gonne sono realizzate con il longyi, che è un tessuto drappeggiato intorno al corpo (per gli uomini in un modo e per le donne in un altro) e con l’estremità infilata nella cintola. Sopra, le donne indossano camicette, sia a manica corta, sia lunga, mentre gli uomini portano camice leggere. Non indossano scarpe, dato il caldo, ma sandali. Un accessorio usato tutto l’anno è invece l’ombrello, con il duplice uso di protezione dal sole intenso o dalla pioggia.

Religione

Oltre l’80% della popolazione è buddista. Ci sono però anche cristiani, mussulmani, induisti e qualche animista. Vige una piena libertà di culto. I missionari cristiani sono presenti nel Paese da oltre 150 anni, per primi i battisti americani. Musica. Per quanto riguarda la musica tradizionale birmana , essa include strumenti come il tamburo chiamato “pat waing”, lo xilofono di bambù chiamato “pattala”, cembali, flauti, oboe e strumenti a corda, spesso organizzati in orchestre chiamate “saing waing”.Il Saung, uno strumento a corda con una forma simile ad una barca e corde di seta, ha sul “collo” disegnate delle immagini associate alla cultura e alla storia. Dal 1950 anche la canzoni occidentali si sono diffuse con successo, specialmente nelle grandi città.

Economia e politica Il Myanmar è una delle nazioni più povere al mondo, a causa del ristagno economico, della cattiva gestione e dell’isolamento che hanno caratterizzato la sua storia recente. Sotto la gestione britannica il Myanmar conobbe una fase di benessere, diventando addirittura il più grande paese al mondo esportatore di riso (in seguito, con l’aumento demografico, sono diminuite le esportazioni) e di olio e producendo il 75% del teak del mondo: si riteneva dunque che il Paese fosse in via di sviluppo. Nel 1948, dopo l’instaurazione del primo governo militare, il Primo Ministro U Nu tentò di rendere l’allora Birmania uno stato ricco. Ma il colpo di stato nel 1962 fu seguito da un programma economico socialista, che pose sotto il controllo statale tutte le aziende, con l’eccezione di quelle agricole, e ne bloccò la crescita. Solo nel 1989, il governo birmano ha cominciato a decentralizzare il controllo economico, liberalizzando alcuni settori dell’economia; le industrie lucrative delle gemme, la lavorazione dell’olio e la silvicoltura sono però delle attività che rimangono ancora severamente regolate. Le attività più redditizie in Myanmar sono quelle del mercato nero, in quanto l’interferenza del governo vi è assai ridotta. Le merci viaggiano soprattutto attraverso il confine birmanothailandese. I principali partner commerciali sono Thailandia, Cina, India, Giappone, Singapore e Malesia. ¾ della popolazione coltiva la terra e solo il 10% lavora nel settore industriale. Per quanto riguarda l’agricoltura, la coltura primaria è quella del riso, ma nelle regioni settentrionali, che sono più aride, si coltivano altri cereali (grano, miglio, sorgo), patate, legumi e canne da zuc-

chero. Sulle montagne nord orientali, vicino ai confini con Laos e Thailandia, è diffusa la coltivazione di oppio. Le terre coltivate sono il 14% del totale del territorio, sui 2/3 delle terre arabili è praticata la risicoltura e la meccanizzazione dell’agricoltura è solo agli inizi. È consistente anche il reddito dato dall’allevamento di bovini, come anche dalla pesca. Le foreste del Tenasserim, e degli stati Karen e Shan, forniscono pregiati legnami, tra cui il teak, di cui Myanmar è il principale produttore mondiale, e poi il bambù e il pynkado. Lungo il litorale del Tenasserim ci sono inoltre grandi colture di caucciù. Discrete sono le riserve petrolifere che si trovano nelle zone costiere e nella zona centrale; un oleodotto unisce per 400 km i pozzi di Syriam e Rangoon. Importante è l’estrazione di gas naturale lungo l’Irrawaddy e sulla costa del golfo di Martaban. Si estraggono inoltre piombo, zinco, stagno e tungsteno. Rilevanti ricavi si hanno dall’esportazione dei rubini (estratti nelle miniere di Mogok), che nel Myanmar sono pregiatissimi e sono considerati tra i migliori del mondo. Le industrie non sono molto sviluppate: ci sono stabilimenti tessili, alimentari ma anche industrie pesanti come quelle cementizie, metallifere e belliche. Il turismo potrebbe essere un’ottima via per la ripresa economica del Myanmar, specialmente grazie ai templi di Pagan; infatti il governo sta puntando molto in questa direzione. Sul piano politico, si sente tutto il peso di un regime militare che incute non poco terrore; la vita è sotto il controllo della giunta militare dall’1988. Ogni forma di dissenso è soppressa e gli agitatori politici sono incarcerati per aver espresso le loro opinioni.

Gastronomia In tutte le città turistiche del Myanmar è possibile trovare locali che offrono una buona selezione di piatti tipici del Myanmar, ma anche cinesi, indiani, tailandesi ed europei. Ci sono anche piccole bancarelle ai lati delle strade che vendono cibi ad una quarto del prezzo dei ristoranti, ma che prestano una ben scarsa attenzione all’igiene. Dato che i prezzi generalmente non sono alti, si ha la possibilità di provare diverse pietanze tipiche del posto, accompagnate spesso da bevande calde. La cucina birmana richiama abbastanza quella indiana, anche se si fa un minor uso di spezie. Il riso è uno degli ingredienti principali, affiancato dal curry.

Il piatto più conosciuto del Myanmar, venduto praticamente ad ogni angolo di strada, è il “mohinga”, un brodo di pesce con curry molto saporito. Tradizionalmente è un piatto servito a colazione, ma è possibile trovarlo ad ogni ora del giorno. Il Paese offre poi una grande varietà di frutta tropicale, soprattutto durante i mesi estivi, servita spesso come dessert. Per quanto riguarda il costume birmano, se si parla di cucina, bisogna tenere presente che bisognerebbe mangiare usando la mano destra, essendo la mano sinistra è usata solo per riempire i piatti. Ai turisti stranieri viene però concesso di mangiare normalmente, usando forchette e cucchiai.


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