Il nuovo pensiero plurale

Page 22

M 4

I sofisti e Socrate

1. La politica: il cittadino e lo Stato

GUIDA ALL’ANALISI

T4

ni, quella delle leggi di natura ha la propria punizione in se stessa; 5. una volta dimostrata la superiorità delle leggi di natura su quelle dello Stato, Antifonte va oltre, affermando che le seconde sono spesso in contrasto con le prime, perché pretendono di imporre regole al nostro corpo e al nostro animo, costringendoci ad andare contro le nostre tendenze naturali; 6. le leggi di natura, per contro, sono in armonia con le nostre tendenze, per cui ciò che prescrivono è utile e ci procura piacere, ciò che ci proibiscono ci procura danno.

15

Si guadagna di più a essere giusti o ingiusti?

25

30

Trasimaco: La giustizia è «ciò che giova al potere costituito» Antifonte, mettendo in discussione la legge – le norme della pólis, i costumi, le prescrizioni religiose – e sottolineando il contrasto tra legge e natura, afferma il proprio cosmopolitismo, cioè il suo essere cittadino del mondo, non vincolato a una pólis o a un popolo. Si tratta, in altre parole, della messa in crisi della politica come espressione di un popolo. Su questa stessa strada troviamo, con motivazioni opposte, anche Trasimaco, il quale arriva a sostenere che ciò che viene sbandierato come «giustizia» non è altro che l’espressione degli interessi del più forte. Antifonte contesta le leggi della pólis in nome di princìpi universali; Trasimaco, al contrario, le riconduce all’utile individuale o di un gruppo ristretto di persone.

Anche oggi un’ingiustizia «perfetta» è considerata più autorevole della giustizia?

L’argomentazione Il filosofo deve sempre argomentare le sue tesi: questa è una delle caratteristiche principali della filosofia, che la distingue, ad esempio, dalla religione e dal mito. Per comprendere bene un testo, è utile individuare le tesi centrali e gli argomenti addotti per sostenerle. Leggi il brano seguente e svolgi gli spunti di lavoro.

5

10

Orbene, ogni governo pone delle leggi in vista del proLa prima tesi è espressa in apertura: ogni governo fa le leggi per prio tornaconto: la democrazia porrà leggi democratiche, il proprio tornaconto. L’argomenla tirannia tiranniche, e così via. E una volta istituite, essi tazione parte dalla constataziodispongono che il proprio utile diventi per i sudditi il giune che ciò che viene considerato sto, sicché il trasgressore viene perseguito come nemico giusto è in realtà il vantaggio del più forte e il potere costituito ha della legge e della giustizia. Ecco qui, ottimo amico, quello la forza. che in ogni forma di governo io sostengo essere il giusto; in fondo è sempre la stessa cosa: ciò che giova al potere costituito. Questo, infatti, ha dalla sua la forza, e, quindi, chi ha il bene dell’intelletto non può non convenire che, in ogni caso, il giusto si identifica con il vantaggio del più forte. [...] ti illudi che i potentati degli Stati – coloro, s’intende, che hanno davvero in mano il potere – siano mossi da intenzioni diverse da quelle che animano il pastore nei con-

196

35

40

Testo-laboratorio

Ritieni che sia così anche oggi?

20

ITINERARI DI LETTURA

Antifonte sviluppa in questo brano un articolato ragionamento. Proviamo a ricostruirne i passaggi: 1. le leggi dello Stato sono costrittive se ci sono «testimoni» (r. 3), altrimenti non obbligano l’individuo; 2. quelle di natura, invece, facendo parte del nostro modo di essere, sono seguite sempre, spontaneamente, che vi siano o meno testimoni; 3. da questa prima differenza ne derivano altre: le prime sono «accessorie» (r. 4) e convenzionali, le seconde «essenziali» (r. 4) e originarie; 4. come conseguenza generale, la violazione delle leggi dello Stato comporta punizione solo se ci sono testimo-

fronti del suo gregge, e che essi ad altro mirino giorno e notte, che a trarre un vantaggio personale. [...] i sottomessi fanno l’interesse di chi è più forte, e in questo loro servire sono strumenti della sua felicità, e non certo della propria. Qui troviamo una nuova tesi: il [...] il giusto, a confronto con l’ingiusto, ci perde giusto perde sempre nel confronto sempre. Innanzi tutto nei reciproci rapporti di affari, con l’ingiusto. Le argomentazioni quando uno stipuli un contratto con un altro, non troa sostegno sono: a. nei contratti personali, il disonesto può fare veresti mai, a operazione conclusa, che l’onesto abbia il proprio tornaconto in misura avuto di più del disonesto; ne avrà anzi sempre di meno. maggiore del giusto (sottinteso: E poi anche nei rapporti con lo Stato, quando ci sia da dato che non deve preoccuparsi pagare delle tasse il giusto, a parità di censo, pagherà di di essere giusto). Quali altre argomentazioni riesci a trovare nel più, e l’ingiusto di meno. E se poi ci fosse da guadagnar brano a sostegno della tesi? qualcosa, il primo resterebbe a bocca asciutta, e il secondo farebbe lauti guadagni. In effetti, posto che l’uno e l’altro assumano una data carica, al giusto, ben che gli vada, capita che i suoi affari, per il fatto di non essere seguiti, vadano alla malora, mentre dal denaro pubblico, proprio a motivo della sua rettitudine, non trae alcun vantaggio. A ciò si aggiunga che egli finisce per incrinare i rapporti con conoscenti e parenti, per il fatto di non voler rendere loro alcun illecito favore. Per il disonesto, invece, le cose vanno in tutt’altro modo. [...] Eppure se uno non riuscisse a farla franca in uno L’ultima tesi è forse quella più qualsiasi di questi reati preso isolatamente, non solo indura: i piccoli disonesti vengono condannati e disprezzati, i capperebbe nella punizione, ma anche si tirerebbe adgrandi delinquenti sono invidiati dosso gli epiteti più infamanti. Non per nulla sacrileghi, e riveriti. Quale argomentazione schiavisti, scassinatori, rapinatori e malandrini sono sostiene questa tesi? chiamati quelli che si macchiano di siffatte colpe una alla volta. Al contrario, se qualcuno, oltre che appropriarsi dei beni dei cittadini, si appropriasse anche delle loro persone, facendoli schiavi, al posto di questi epiteti vergognosi si guadagnerebbe la nomea d’uomo felice e fortunato, e non solo da parte dei concittadini, ma anche di tutti gli altri che siano a conoscenza della sua perfetta ingiustizia. In effetti, quelli che son soliti condannare l’ingiustizia, la condannano non perché abbiano paura di farla, ma di subirla. Ecco, Socrate, perché l’ingiustizia, quando sia in sé perfetta, è più forte, più libera, più autorevole della giustizia. (Platone, Repubblica, I, 338e-339a, 343b-e, 344b-c, pp. 1092, 1096-97)

T5

Callicle: «A proprio favore i deboli pongono le leggi» Callicle, un personaggio del Gorgia di Platone, segue la strada del radicalismo di Trasimaco, ma anche, seppure con un’angolatura diversa, quella di Antifonte. Secondo lui le leggi sono contro natura perché altro non sono che imposizioni dei più deboli, tra loro coalizzati, nei confronti dei più forti per natura: esse sono, in altre parole, l’espressione dell’interesse della «massa», degli «uomini deboli» e il loro scopo è «piegare» e «incatenare» i migliori e i più forti.

Chi è più potente ha diritto ad avere di più?

Ma io credo che quelli che hanno stabilito le leggi siano stati gli uomini deboli e la massa. Dunque, a proprio favore i deboli pongono le leggi, cantano lodi e levano biasimi. E per spaventare coloro che sono più forti e capaci di avere sopravvento, in modo che non abbiano più di loro, dicono che è brutto e ingiusto avere sopravvento

197


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.