sentiva loro di allontanarsi tranquillamente dalla città, essendo il rischio della rivolta interna il problema politico principale. Da qui il paradosso di una pólis bellicosa e con un esercito straordinariamente efficace, scarsamente interessata a seguire i greci sulle rotte della nuova colonizzazione (Taranto, in Magna Grecia, fu l’unica colonia spartana) e spesso recalcitrante a fare la guerra troppo lontano da casa. Nel resto della Grecia le altre póleis cercavano la propria strada, oscillando tra il modello aristocratico accompagnato dall’alleanza privilegiata con Sparta e la suggestione dell’esperienza ateniese, nella quale il potere del démos si associava a un’evidente vocazione imperialista. Molte di loro passarono per l’esperienza della tirannide, con risultati diseguali, ma comunque mai troppo brillanti. Verso la fine del vi secolo a.C. e l’inizio di quello successivo, tuttavia, un nuovo straordinario pericolo mise in allarme l’intero mondo greco, obbligandolo a compiere scelte molte nette, destinate a cambiare per sempre la sua storia.
2 Le guerre contro i persiani 2|1 Le ragioni della minaccia Il grandioso impero persiano (n cap. 5) era
giunto, all’inizio del v secolo a.C., al momento di massima espansione della sua storia. Il suo «grande re» Dario I, il figlio di quel Camgrande re bise che aveva messo fine al millenario impero egiziano, titolo riservato ai sovrani persiani era sempre più interessato alla frontiera occidentale, che coincideva con la zona d’influenza greca. La conquista delTracia la Tracia e il controllo di fatto di molte isole egee e della regione balcanica costa ionica dell’Asia minore resero la situazione estremacorrispondente, grosso modo, all’attuale Bulgaria mente tesa. In realtà, Dario non era tanto interessato a una meridionale e alla parte nuova espansione verso occidente, quanto a mettere in sieuropea della Turchia curezza i propri confini e a guadagnare dalle ricche città elleniche risorse economiche sotto forma di tributi. Nel 499 a.C. Mileto, una delle città ioniche dell’Asia minore, stanca di questa situazione, fondò la Lega ionica e si ribellò al re persiano. Facendo leva sul sentimento nazionale greco ostile al mondo barbarico, Mileto chiese aiuto alle principali póleis della Grecia continentale. Solo Atene e poche altre le vennero in aiuto (Sparta declinò, timorosa di spostare l’esercito troppo lontano dal Peloponneso). Nel 498 a.C. la città persiana di Sardi fu attaccata e distrutta. La reazione di Dario, però, fu molto decisa: quattro anni dopo una sua flotta attaccò la città ribelle, distruggendola. A questo punto la situazione sembrava essere in una sorimpasse situazione senza vie di uscita ta d’impasse. Ai persiani interessava la conferma dello status quo status quo precedente alla formazione della dal latino, «in statu quo Lega ionica, magari estendendo la riante», mantenimento di una situazione di equilibrio chiesta dei tributi ad altre città greche. precedentemente raggiunta Molte città, specie quelle delle isole Cifigura 2 Combattimento cladi, in effetti, non erano affatto contrarie a una politica di tra un greco e un persiano, compromesso. Contrarie erano invece Sparta e Atene, che ceramica dipinta, v sec. a.C.
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