4. Dall’età giulio-claudia all’età flavia
Gli scritti filosofico-morali opere
I Dialogi Tramandati dal Codex Ambrosianus, risalente al x o all’xi secolo, secondo il seguente ordine, non corrispondente a quello cronologico. De providentia Dedicato al discepolo Lucilio, affronta il tema della contraddizione fra provvidenzialismo stoico e il fatto che la sorte sembra premiare i malvagi e punire i buoni. Dolore e sventura sono considerati dal saggio mezzo e prova per il rafforzamento dell’animo e l’esercizio della virtù. De constantia sapientis Dedicato ad Anneo Sereno, di datazione incerta, tratta del paradosso stoico secondo cui «il saggio non riceve né ingiuria né contumelia», perché la virtù, rendendolo superiore agli eventi esterni, non consente che egli sia danneggiato. De ira Dedicato al fratello Marco Anneo Novato, si divide in 3 libri. Il I è un’analisi fisiologica dell’ira, passione deplorevole perché ottenebra la ratio ed è quindi incompatibile con il raggiungimento della saggezza. Nel II e nel III vengono fornite indicazioni terapeutiche e una serie di esempi positivi e negativi di personaggi storici. Consolatio ad Marciam È indirizzata alla figlia dello storico Cremuzio Cordo per consolarla della perdita del figlio. L’argomentazione addotta è quella tipicamente stoica della morte considerata non un male ma una liberazione dai legami del corpo e della vita terrena; solo la morte rende infatti l’uomo libero e padrone di sé. De vita beata Dedicato al fratello Novato (chiamato ora Gallione dopo l’adozione da parte del senatore Giunio Gallione), affronta il tema della felicità e in particolare della via per raggiungerla. La felicità non consiste nel possedere beni materiali, ma nel vivere secondo natura e nell’esercizio della virtù che basta da sola a se stessa. Seneca risponde anche a quanti gli rimproverano la contraddizione fra il rigore etico professato e le ricchezze accumulate: egli afferma di non essere un saggio, ma soltanto un uomo che si sforza di esserlo. De otio Dedicato ad Anneo Sereno, è mutilo della parte iniziale e finale. Affronta il tema del rapporto fra vita attiva (negotium) e vita contemplativa (otium): vi sono circostanze in cui è necessario che il filosofo partecipi alla vita della città e altre invece in cui è opportuno che egli si ritiri. De tranquillitate animi Il primo capitolo è costituito da una lunga richiesta di aiuto da parte di Anneo Sereno, l’amico cui è dedicata l’opera, mentre la risposta di Seneca occupa il resto dell’opera. Sereno presenta a Seneca, come a un medico dell’anima, il malessere di cui soffre: è vittima del taedium vitae, «la noia di vivere», in costante oscillazione fra il male e quel bene che non si risolve a intraprendere. Seneca gli fornisce una serie di precetti per «guarire», che si concretizzano in indicazioni pratiche su come comportarsi nella varie circostanze della vita. La via d’uscita è la ricerca di un ideale equilibrio fra otium e impegno nella vita pubblica. De brevitate vitae Dedicato a Pompeo Paolino, il prefetto dell’annona, parte dall’affermazione paradossale che non è
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la natura ad aver reso breve la vita, ma siamo noi a renderla tale. Il tempo non deve essere sprecato in futili occupazioni, ma, come se ogni istante di vita fosse l’ultimo, impiegato nello studio e nell’esercizio per il conseguimento della virtù e quindi della saggezza. Consolatio ad Polybium Si indirizza a Polibio, il potente liberto di Claudio, per consolarlo della recente perdita del fratello. Il vero scopo dell’opera, tuttavia, è quello di ottenere dall’imperatore, grazie a Polibio, la revoca dell’esilio. Consolatio ad Helviam matrem Ha come intento quello di consolare la madre della separazione dal figlio. Seneca si mostra convinto che per il saggio non esiste l’esilio, che ogni condizione umana è sopportabile se l’uomo non viene meno alla sua dignità: l’esilio è un semplice mutamento di luogo, un’occasione di otium e quindi di pratica della virtù.
Altre opere filosofico-morali De clementia Il trattato – dei 3 libri di cui era composto ne sono rimasti 2 – si rivolge a Nerone, da poco imperatore, elogiandolo per aver saputo fino a quel momento esercitare con umanità e mitezza d’animo il suo potere illimitato. La virtù più grande di cui il principe dà prova è la clemenza con la quale egli si distingue dal tiranno, si procura la fedeltà dei cittadini e garantisce la stabilità dell’impero. De beneficiis Dedicato all’amico Ebuzio Liberale, in 7 libri, tratta di uno dei fondamenti del vivere civile, il beneficio, di come concederlo e riceverlo, e della conseguente riconoscenza o ingratitudine. Il valore del beneficio consiste nel fatto stesso di donare, nella disposizione d’animo del donatore indipendentemente dal valore della cosa donata o dalle possibili conseguenze dell’atto. Ogni essere umano, anche lo schiavo, è in grado di fare del bene al suo prossimo. Naturales quaestiones Anche quest’opera è dedicata a Lucilio e si presenta come un compendio di scienze naturali in 7 libri, ciascuno dedicato all’analisi di un fenomeno: il I si occupa dei fuochi celesti, il II dei tuoni e dei fulmini, il III delle acque terrestri, il IV delle piene del Nilo e delle nubi, il V dei venti, il VI dei terremoti e il VII delle comete. Tuttavia, al pari degli altri scritti senecani, anche questa è un’opera filosofica, perché Seneca mira, attraverso le spiegazioni razionali dei fenomeni naturali, a liberare l’uomo sia dalla superstizione che deriva dall’ignoranza sia dalla paura della morte. Epistulae morales ad Lucilium L’opera consta di 124 lettere divise in 20 libri. Gli argomenti, quasi mai trattati in forma sistematica, sono i più vari; fra gli altri ricordiamo: l’amicizia (lettere 3, 6, 9, 19, 35, 62), l’autosufficienza del saggio (9, 20), il bene (71, 87), i benefici (81), i beni materiali (21, 77, 87, 91), il dolore (24, 63, 67), la felicità (16, 23, 85, 92, 120), la libertà (44), la malattia (50, 78, 104), la morale (49, 58, 89, 94, 95, 111, 113, 117), la morte (4, 30, 36, 54, 61, 82, 117), la natura (5, 51, 55, 56, 60, 106), la povertà (17, 85), la ragione (41, 92), il saggio (74, 76, 98, 109, 118), la schiavitù (47), lo stoicismo (45, 57, 59, 66, 90, 102), il suicidio (70, 75), il tempo (1, 49, 93, 101), la virtù (27, 85, 97), la vita (4, 93, 101), il vizio (1, 97, 104, 122).