Steve Kaufman E La Pop Art

Page 13

di un supermercato: «... Se ci pensi, i grandi magazzini sono una specie di museo...»16 Con l’opera, Warhol ripropose l’antico dilemma mimetico tra copia e originale, mostrando in una volta sola l’industrializzazione dell’estetico e l’estetizzazione del prodotto industriale. Marcel Duchamp commentò l’opera con queste parole: «Se un uomo prende cinquanta barattoli di zuppa Campbell e li dipinge su una tela, ciò che ci interessa non è l’immagine retinica, ma il concetto che spinge a mettere cinquanta barattoli di zuppa Campbell su una tela»17. Warhol ritornerà su questo soggetto parecchie volte creandone una serie: in Big Campbell’s Soup Can ingrandirà il barattolo, in Small Campbell’s Soup Can, lo rimpicciolirà, e via dicendo. Realizzerà anche 200 Campbell’s Soup Cans, Big Torn Campbell’s Soup Can, Campbell’s Soup Can with Can Opener. Qualche anno più tardi fece lo stesso anche con una bottiglia di CocaCola, raffigurata con le stesse varianti della zuppa Campbell: ripetuta in serie, infinite volte per rafforzare il suo statuto iconico, di icona e perdere la sua determinazione reale, il suo contatto con la realtà. La rivoluzionaria ‘Factory’ di Andy Warhol avrebbe provveduto a ridefinire l’arte di un’era, gettando nuova luce su idee legate alla produzione di massa delle opere, alla fama, e all’artista inteso come personaggio pubblico. La ‘Factory’ di Warhol metteva in moto linee di produzione di serigrafie realizzate con metodi industriali mentre musicisti, attori e scrittori vagavano attorno ai dipinti, spesso avvolti da un fumo per molti versi narcotico; la ‘Factory’ produceva le Marilyn Monroe e gli Elvis (che sono fra le più conosciute opere d’arte del Ventesimo Secolo). Al trionfo della confezione, della scatola, della bottiglia, del contenitore, della superficie che plasma il consumatore in cliente il quale ha familiarità con quell’oggetto-merce si affiancò un’altra virtualità: il legame affettivo del fan per la Star attraverso la sovraesposizione dell’immagine di quest’ultima. Nella Pop Art l’opera d’arte è divenuta omogenea al sistema-oggetto, e l’artista è egli stesso consumatore, un ‘consumatore già consumato’ che interviene ancora creando qualcosa di estetico: la sua è un’operazione artistica che passa anche per la riappropriazione degli oggetti ordinari. La consumazione artistica della Pop Art è invocata dalla diffusione, in essa, dei prodotti di consumo e tutto viene catapultato in una dimensione in cui tutto è già avvenuto, e, di continuo, il presente ritorna a essere passato. La novità del

16 17

Andy Warhol, America, Harper & Row, New York 1985 Marcel Duchamp, intervista su Herald Tribune, 1964

13


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.