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Scuola Calcio 2010
Eccoci qui pronti a tirare le somme della quinta edizione della Scuola calcio 2010, tenutasi anche quest’anno a Villa delle Rose con la collaborazione del Charlie Brown e dei colleghi del progetto On air, da lunedì 28 giugno a venerdì 03 settembre. Una vera maratona dell’educazione, 50 giorni effettivi di attività diretta, 407 bambini e ragazzi partecipanti, 28 giovani volontari coinvolti, 120 i bambini e ragazzi purtroppo rimasti in lista di attesa. Oggettivamente sono numeri importanti, frutto di un percorso nato cinque anni fa da un’intuizione di un operatore e dalla condivisione dell’intera equipe. Una scommessa incentrata su un “credo” educativo, che prevede la centralità del bambino a discapito della complessità del progetto educativo. Troppe volte si rischia che la distanza tra i progetti, scritti in un linguaggio tecnico forbito e accattivante ed i reali bisogni dei bambini, sia enorme. Accade sempre più in ambito sociale di cascare in un ostinata ricerca di attività particolari, strane, nuove e sofisticate magari su esempi che provengono dall’estero, il che fa ancora più “figo”, perdendo di vista la semplicità delle richieste dei bambini e dei giovani frequentatori dei nostri servizi. In sostanza con la scuola calcio si è cercato di lavorare per recuperare una dimensione di semplicità ed essenza educativa, dando ai bambini e ragazzi la possibilità di godere di uno spazio libero da riempire. Molte ricerche pedagogiche dimostrano, a sostegno delle nostre idee, come ai bambini non piacciano gli spazi rigidamente definiti, separati e dedicati, mentre preferiscano gli spazi duttili, utilizzabili in maniera diversa a seconda delle esigenze di gioco. Nell’organizzare l’estate ci siamo prefissi di non progettare ed ingabbiare il tempo delle vacanze dei bambini. Invece di pensare e strutturare degli spazi per loro, dovevamo imparare a lasciare loro degli spazi. Lasciare questo spazio non significava rinunciare a progettare, significava progettare diversamente, con più umiltà, con più generosità, con più creatività, pensando che, il “come giocare, a che cosa e con cosa”, lo sapevano i bambini…ed è andata davvero bene. Molti genitori ci hanno continuato a chiedere il segreto della gioia dei propri bambini nello stare dentro all’attività estiva. La risposta che spesso abbiamo dato è stata: libertà di poter scegliere che cosa fare. Ci si è posti con la modalità di un grande cortile nel quale si incontra il proprio gruppo di amici, e con il plus valore di condividere il proprio spazio con degli educatori pronti a supportare, accogliere e gestire le proposte che quotidianamente nascono dallo stare insieme. I cardini su cui poggia l’attività sono: * la libertà del bambino di poter scegliere che cosa fare, senza l’imposizione di orari prestabiliti o condizioni vincolanti – pensiamo infatti che siano già tante le richieste da parte del mondo adulto durante l’anno scolastico, con piani formativi che oramai non lascia-
I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s no più spazio alla libera iniziativa, con corsi che vanno dallo sci alla pallavolo, dalla costruzione di aquiloni alle tecniche per grattarsi al meglio la schiena; rientri, allenamenti e catechesi fanno il resto; * il favorire ampi spazi di gioco libero nel quale i bambini possano esprimere la propria creatività; * la centralità della relazione educativa tra bambini e operatori, che ha i suoi tempi, i suoi modi e la sua complessità; * no parking – ovvero struttura degli orari delle attività in modo da non coprire totalmente il bisogno di tante famiglie di “parcheggiare” il proprio figlio/a. Le attività coprono tutte le mattine e due pomeriggi. Siamo dell’idea che si possa integrare il ruolo della famiglia ma non sostituirlo; le stesse si possono attivare od organizzare in funzione delle scelte che vanno a fare; * clima tra operatori – un vero punto di forza del progetto sta nei colleghi coinvolti, davvero molto motivati, partecipi e propositivi, con quella capacità che nessun libro o studio può regalare ovvero la passione di stare in mezzo ai bambini e ragazzi con la disponibilità a mettersi in gioco e a investire tanto nella relazione, a discapito magari di super animazioni spettacolari o di grande impatto visivo che talvolta rischiano di soddisfare bisogni estetici di noi adulti; * giovani volontari – una sorpresa la grande richiesta di giovani dai 16 ai 20 anni di poter fare del volontariato all’interno dell’attività estiva. Si è creato un gruppo di adolescenti che diver
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32 tendosi ha incominciato ad assaggiare il gusto del fare animazione per i più piccoli, sperimentando lo stare insieme ma anche la fatica di ascoltare, pazientare, capire, condividere e offrire un servizio per gli altri; * coktails agio e disagio – in questo, penso che l’estate a villa sia stata da un punto di vista educativo, una valida risposta per le diverse situazioni di bambini e ragazzi segnalati dai servizi sociali per diverse problematiche famigliari, che hanno trovato in un contesto relazionale di “normalità” la possibilità di confrontarsi e nutrirsi di relazioni positive con educatori ed un gruppo di coetanei. Siamo convinti che non “ghettizzando” il disagio si abbiano più possibilità di integrazione e sviluppo dei ragazzi in difficoltà. Questa è la filosofia che sta dietro a questa attività, che di scuola non ha proprio nulla e che di calcio solo l’aspetto ludico e divertente…forse più un calcio alla scuola o forse più una scuola di vita…beh dai non esageriamo…è una bella esperienza da vivere per bambini, ragazzi, educatori e volontari.
Andrea Vigni Area Cultura e Territorio