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25 novembre: intervista a ChristianAlbertine Davide Galler....................pag

In occasione del 25 novembre Intervista a Christian Albertine Davide Galler

di Fabrizio Mattevi

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Lo stand de La Strada-Der Wegal Teatro Cristallo

25 novembre: Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Numerose, anche questo anno, le iniziative per denunciare una realtà ancora massiccia e opprimente e promuovere un cambiamento di mentalità. L’Associazione La Strada-Der Weg ha partecipato ad alcuni eventi di sensibilizzazione, promuovendo l’adesione e la partecipazione anche della propria componente maschile. Ne abbiamo parlato con due educatori del servizio Giovani madri: Christian Albertin e Davide Galler.

Christian Albertin(sopra) Davide Galler(a destra)

Christian e Davide raccontateci questo 25 novembre 2021a Bolzano. L’evento che si proponeva di sensibilizzare la cittadinanza sul dramma della violenza contro le donne si è svolto al Teatro Cristallodi Bolzano. Vi hanno aderito diverse associazione che, in vario modo, offrono servizi e sostegni alle donne: Gea, Casa degli Alloggi protetti, Frauenmarsch-Donne in marcia, Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, Amnesty International, Consultori familiari Aiede Kolbe. Per l’occasione il bar del Teatro Cristallo è stato allestito con sedie colorate realizzate ad hoc per la giornata. Al mattino Gea e Casa degli Alloggi protetti hanno allestito uno stand di sensibilizzazione e tenuto una conferenza stampa. Al pomeriggio, in occasione del concerto Donna in jazz. Stop the violence, varie associazioni hanno predisposto punti informativi, con gadget e materiali di consultazione. La Strada-Der Weg ha aderito con l’apporto organizzativo de Il germoglio-Der Sonnenscheine dell’Area Donna e pari opportunità, che comprende al suo interno, tra gli altri, i servizi Progetto Alba, Residenze assistite e Giovani madri, che si occupano direttamente di donne in condizioni di difficoltà e sofferenza.

Noi due lavoriamo, entrambi, come educatori a Giovani madri e abbiamo preso parte alla giornata insieme alle nostre colleghe. Essendo maschi la vostra presenza ha assunto una valenza particolare. Sì, abbiamo partecipato motivatamente, dando seguito alla proposta di Dario Volani, del Centro studi dell’Associazione, che ha invitato a manifestare la nostra adesione in quanto maschi e impegnarci a contrastare il paradigma patriarcale, che attribuisce al maschio prerogative di possesso, dominio, violenza nei confronti delle donne. Il 25 settembre vi era stato un prologo con la manifestazione Donne in marcia, conclusasi con un happening in piazza Walther. Erano presenti alcuni colleghi maschi dell’Associazione con un roll-up a tema. Crediamo sia significativo e necessario il supporto maschile alle rivendicazioni per la parità di genere. Soltanto il coinvolgimento comune può generare cambiamento. Occorre parlarne, denunciare, ribadire la questione, dato che la violenza contro le donne è trasversale a tutti gli ambienti, non dipende da livelli di istruzione, condizioni economiche, status sociale. Si tratta di comportamenti generati da moti profondi, oscuri, viscerali che dobbiamo cercare di riconoscere e smascherare. La violenza non è solo quella documentata dai fatti di cronaca, vi è una violenza più sotterranea e silente, che non emerge e non fa notizia. Ha dunque valore testimoniare che vi sono altre modalità di interpretare il maschile, che un altro maschile è possibile. È ciò che sperimentiamo nel nostro lavoro a Giovani madri, dove incontriamo e operiamo con donne abusate o comunque vittime di soprusi e abbandoni. È importante metterle a contatto con figure maschili alternative, laddove ciò è opportuno e positivo, dato che ci sono vicende in cui è preferibile che la donna sia seguita solo da educatrici donne. Peraltro ora seguiamo anche un giovane padre e, dunque, il tema di come intendere e mettere in atto il maschile e il paterno ci coinvolge e ci interpella direttamente. Le realtà con cui ci confrontiamo introducono una variabile ulteriore, ossia le differenze culturali, dato che buona parte delle persone che seguiamo sono straniere. La manifestazione è riuscita? Va ricordato che il 25 novembre vi sono stati più eventi, non solo a Bolzano. Nella sede de La Strada-Der Weg, in collaborazione con l’Associazione YoUnited, è

stata allestita una mostra di tavole a fumetti, realizzate dall’artista senegalese Moustapha Dieng, intitolata No e poi no, sul tema delle molestie contro le donne. A Merano la Rete contro la violenza sulle donne ha mobilitato duecento uomini nell’iniziativa Noi ci mettiamo la faccia. E tu?. Volti noti del mondo dello sport, della cultura, del sociale, del sanitario hanno aderito mettendo a disposizione la propria fotografia per i manifesti che sono stati esposti al pubblico. Al Teatro Cristallola partecipazione è stata buona: prima del concerto parecchie persone hanno visitato gli stand delle associazioni e raccolto i materiali informativi. Ci è sembrata molto significativa la presenza al Teatro Cristallodel nostro assistente spirituale, don Paolo Zambaldi. Sono segni che intendono rassicurare le donne, tutte le donne, trasmettere loro un senso di fiducia, affinché si facciano avanti, non subiscano, si sottraggano a situazioni di segregazione, disprezzo e costrizione. La visibilità è importante, così che si sparga la voce e più persone sappiano dove e a chi rivolgersi. Più persone sono informate e più crescono e si diffondono il passaparola, la possibilità di dare un consiglio, suggerire un indirizzo, invitare a chiedere aiuto.

L’iniziativa “Noi ci mettiamo la faccia e tu?” promossa a Merano dalla “Rete contro la violenza sulle donne”

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