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Gli ottant’anni del Don

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Auguri

Auguri

Il toto-scommesse sulla misteriosa destinazione del viaggio in onore dell’80° di don Giancarlo, come risultante dal foglio in bacheca dell’Associazione, spazia da Salisburgo a Venezia con qualche riferimento alla misteriosa Tuscia. Con questo interrogativo gli amici presentatisi lunedì 4 novembre alla partenza del pullman hanno dovuto confrontarsi ancora per tutto il giorno finché verso sera, imboccando ormai il “sacro GRA” (Grande Raccordo Anulare), l’ineffabile organizzatore Hartwig Seifert non ci ha concesso qualche (minimale) anticipazione sul nostro breve soggiorno a Roma. Forse è il caso di aprire qui una breve parentesi sulla composizione del gruppo. Accanto ad un paio di membri del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione ed alcuni tradizionali partecipanti ai pellegrinaggi – cui ormai si aggiungono gli amici di Trezzano d’Adda- va annotato il gruppo con Markus e Klara che ci avevano accompagnato il 4 ottobre sul sentiero di S. Francesco a Tures ed ancora alcuni “anziani” della GS (Gioventù Studentesca) cui si sarebbe aggiunto a Roma Leonardo. Hartwig ha voluto chiamare l’insieme dei partecipanti “amici di don Giancarlo” e mai definizione fu più appropriata. Alle ore 18 già assistevamo alla S. Messa celebrata da don Giancarlo nella cappella della Casa Bonus Pastor. Dopo cena un folto gruppo scendeva la via Aurelia per un sopralluogo notturno a Piazza San Pietro, da lì poco distante. La breve distanza non ha potuto evitare ad alcuni di incappare al rientro in un furioso temporale che li ha letteralmente inzuppati. Martedì mattina abbiamo assistito alle ore 8 alla S. Messa del nostro festeggiato nientemeno che nella Cappella Lituana situata nelle grotte vaticane della Basilica di San Pietro, dove abbiamo poi brevemente sostato presso le tombe dei Papi Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Successivamente si sono potuti visitare i Musei Vaticani ed in particolare la Cappella Sistina e le stanze di Raffaello. A pranzo Hartwig ci ha giocato uno scherzo proponendo di visitare un “nuovo convento” di clausura a Roma (scoperto su internet!) ovvero di muoversi liberamente. Da notare che don Giancarlo non è nuovo alla “scoperta e conquista” di nuovi conventi di clausura, ne è testimone il sottoscritto che l’anno scorso ebbe modo di “scalare” col Don il convento di Osimo! Se avessimo conosciuto la realtà forse il gruppo degli “esploratori” sarebbe stato più numeroso. Ma lasciamo la parola a Marisa, che ha preso parte alla “spedizione”.

I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s Per rimanere nello spirito del viaggio a sorpresa, ci viene detto che la visita ha lo scopo di aggiungere alla lista delle claustrali che offrono la loro preghiera per la nostra associazione il Monastero Santa Chiara di Roma, sito nel quartiere Monteverde, via Vitellia 97 della cui esistenza si è venuti a conoscenza attraverso la rete. Questa bugia ed il desiderio di incontrare altre suore ha incuriosito un gruppetto di persone e con due taxi in nove siamo andati all’appuntamento. Suonando il campanello Hartwig ha confidato a don Giancarlo che lui già conosceva la Badessa, e vi posso assicurare che le parole non rendono giustizia al momento di sorpresa e commozione, accompagnato da una sonora risata, quando ha visto affacciarsi dietro la grata Suor Elena Francesca, già vicaria ed ancor prima Badessa del monastero di S. Lucia di Città della Pieve. Dopo i primi istanti con la presentazione di ognuno di noi, Suor Elena ci racconta che ha dovuto lasciare il convento di Città della Pieve perchè chiamata dai suoi superiori a Roma, in un monastero in difficoltà, al fine di dare ad esso un nuovo impulso come strumento di formazione e di spiritualità cristiana per tutti. Ci confida che l’impegno è gravoso, ma con l’aiuto del Signore, accettata con gioia ed umiltà dalle consorelle, aiutata anche da una specie di “gemellaggio” con città della Pieve, si è tuffata in questo nuovo compito con spirito di servizio e con molta speranza. Attualmente nel monastero sono presenti per la maggior parte suore anziane e tre giovani consorelle indonesiane e con loro sta cercando, tra l’altro, di perfezionare i canti (non è escluso che chiami in aiuto per un periodo suor Antonella da città della Pieve). Con la gioia negli occhi e nel cuore esprime i propri auguri a don Giancarlo nel proseguire il proprio impegno presso “La strada-der Weg”, non senza incoraggiarlo a trovare una persona che possa affiancarlo nella sua attività di pastore. Dopo un’oretta trascorsa principalmente ad ascoltare suor Elena Francesca, don Giancarlo ha impartito la benedizione ed a malincuore abbiamo salutato e lasciato il convento. Per concludere il pomeriggio ci siamo recati in taxi fino a Castel S. Angelo per poi tornare a piedi per la cena. Dopo cena una buona parte del gruppo ha assistito nella splendida cornice della Cattedrale di San Paolo fuori le Mura ad un concerto dei Wiener Philarmoniker e dei Wiener Sänger che hanno eseguito il requiem di Mozart. L’enorme chiesa era gremita di migliaia di spettatori rapiti dalla magia della musica e dell’imponente cornice. L’après concerto è stato caratterizzato dalla ricerca reciproca tra il gruppo e

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I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s una pecorella smarrita, conclusosi fortunatamente a “tarallucci e vino”. Mercoledì mattina ci siamo dati appuntamento per le7.45 ad uno degli accessi al colonnato di piazza S. Pietro per l’udienza generale di Papa Francesco. Per farla breve, con 50.000 persone la ressa era tale che abbiamo dovuto dividerci in gruppi. Qualche fortunato è arrivato fino alle transenne- osservatorio privilegiato nel passaggio del Pontefice- altri hanno dovuto accontentarsi di vederlo da lontano o sullo schermo gigante. L’altruismo creativo di Leonardo Albrigo ha fruttato almeno a don Giancarlo il sostegno particolarmente apprezzato di una sedia. Nonostante le 4 ore in piedi lo spettacolo della piazza gremita all’inverosimile sotto il cielo azzurro e il sole caldo, ma soprattutto la catechesi

di papa Francesco sulla I lettera di San Paolo ai Corinzi (cap.13) non saranno facilmente dimenticate. Dopo il pranzo anticipato il pullman ci ricarica verso una destinazione ignota. Sull’autostrada verso Pescara qualcuno comincia a nutrire qualche sospetto finché l’organizzatore alza il sipario sulla destinazione di Loreto lasciando trapelare alcuni punti del programma. Così alle 18, dopo aver preso alloggio al Giardino Scalabrini, assistiamo tutti alla S. Messa celebrata nella chiesa annessa al Convento delle Passioniste da don Giancarlo che celebra dall’interno del Convento, assieme alle suore oltre alla grata che le separa da noi. A conclusione della S. Messa un’altra delle sorprese preparata da Hartwig: il festeggiamento del compleanno del Nostro con le Suore, che hanno confezionato ad hoc dei ceri commemo-

I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s I n t e r n o s rativi da distribuire agli amici, mentre don Giancarlo distribuisce anche bottiglie di Teroldego con la propria effige. Nella chiesa, in un’atmosfera affabile e gioiosa, c’è solo il nostro gruppo cui si uniscono, silenziose, madre e figlia sconosciute. Dopo cena il gruppetto più atletico si spinge fino alla Basilica, ma bisogna ritirarsi presto, perché domani ci aspetta l’ennesima “levataccia”. Infatti giovedì mattina abbiamo il privilegio di assistere alla S. messa celebrata da don Giancarlo alle 6.30 all’interno della Santa Casa con un’intimità che solo quel luogo e quell’ora possono regalarci. Dopo colazione raggiungiamo nuovamente il Convento delle Passioniste, dove percorriamo il giardino della Via Crucis, che il 14 settembre aveva visto i festeggiamenti per il 75° anniversario della fondazione del Convento. Alle 10 prendiamo posto in parlatorio dove Suor Maria Pia e le consorelle ci ricevono con la consueta cordialità e le “new entries” si presentano. Non manca una nota di particolare allegria con nuovi regali ed una canzone per don Giancarlo. Ma dobbiamo lasciarci presto, seppur con il solito arrivederci, perché la nostra guida è inesorabile. Dice che dobbiamo assolutamente arrivare a Bolzano per le ore 20. Infatti arriviamo attorno alle 19 e poi si capisce perchè! Ecco che al bar Moretti imbarchiamo alcune vecchie conoscenze di Bolzano per poi scendere tutti in via Novacella raggiungendo al buio, tra i filari di viti, l’antica abbazia. Lì, in una sala a volta del pianterreno, veniamo accolti dalle voci festose del coro Flat Caps, che spesso allieta le nostre Messe di Natale. Un’ora passa veloce fra gospel, spumante e salatini e per don Giancarlo anche le “coccole” delle coriste. Caro don Giancarlo: grazie per aver fornito ad Hartwig motivo ed ispirazione per travolgerci e sorprenderci con questa meravigliosa avventura. I Fat Caps ti hanno promesso di allietare il tuo 85° e 90° compleanno (a proposito, perché solo due?). Mi prenoto fin d’ora.

Paolo Spolaore Marisa Bona

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