Antologia delle Opere Finaliste - Campodipietra per la Poesia 2021

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In copertina “Campodipietra, paesaggio” Olio su tela, 50x60 cm (2018) di Giuseppe Passarella, pittore

Tutte le opere e la biografia dell’artista molisano sono disponibili sul sito

www.giuseppepassarella.it

La Pietra Rmìge ringrazia il Maestro Giuseppe Passarella, qui ripreso nel suo studio, per averci concesso l’onore di utilizzare la usa opera “Campodipietra, paesaggio” quale copertina per la Decima Antologia delle Opere Finaliste.




CAMPODIPIETRA PER LA POESIA

UNDICESIMA EDIZIONE

Ricomincio da undici! Prefazione del Presidente dell’Associazione La Pietra Rmìge

Lo scorso anno il Coronavirus ci ha costretti a rallentare, se non interrompere bruscamente, tutte le nostre attività. Chiusi nelle nostre case e con pochissimi indispensabili spostamenti, abbiamo dovuto modificare abitudini per affrontare un periodo particolarmente difficile della nostra vita. Proprio nel 2020, quando il “Sor Corona” ci ha impedito di celebrare la decima edizione del Premio nella nostra Campodipietra, ci siamo scambiati la promessa di non mollare con l’imperativo irrinunciabile di guardare avanti. Abbiamo rimandato l’appuntamento a questo 2021 con la speranza nel cuore di festeggiare contemporaneamente decimo e undicesimo anno. Ci sono tempi in cui il linguaggio quotidiano non sembra essere sufficiente e adeguato per descrivere e spiegare ciò che accade intorno a noi e soprattutto dentro di noi. Ci sono tempi, e questo che stiamo vivendo è uno di quelli, in cui una voce capace di parlare e farsi capire in modo universale è certamente quella della poesia! Un grazie di cuore alle Autrici e agli Autori che hanno partecipato a questa 11^ edizione del premio Campodipietra per la Poesia contribuendo al successo del concorso in termini di opere iscritte e, cosa ben più rilevante, di qualità delle liriche inviate. Il lungo periodo del lockdown, dovuto alla situazione pandemica creatasi anche nel nostro Paese, non ha certo impigrito la mano di poetesse e poeti, anzi l'ha resa ancor più creativa. Il tempo dilatato e rallentato ha invitato molti all’introspezione, alla riflessione, all’espressione, lasciando fuori dall’uscio ansie e paure. Oggi finalmente sfogliamo insieme l’antologia delle opere finaliste del concorso. Tante forme espressive, tutte interessanti e creative che, con il loro sguardo accorto e rigoroso sulle vicende di ogni giorno, confermano quanto la letteratura e la cultura siano imprescindibili. Oggi Campodipietra per la Poesia rappresenta ormai un punto fermo nel panorama dei premi letterari di così importante respiro e il nostro grazie va a tutti coloro che hanno creduto nel nostro intento: portare il Molise, in compagnia della poesia, in viaggio per l’Italia e per il mondo. Buona Poesia a tutti!

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CAMPODIPIETRA PER LA POESIA

UNDICESIMA EDIZIONE

PRESIDENTE DI GIURIA

Prof. Giuseppe Cacchione MEMBRI DI GIURIA

Prof.ssa Mariantonietta Di Girolamo Dott.ssa Enza Papagni Prof.ssa Giuliana Petta Poeta dialettale Mario De Lisio

Storico Giovanni Mascia

AL LEGGÌO DELLE OPERE

Prof.ssa Giuliana Petta Prof. Antonio Valiante

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CAMPODIPIETRA PER LA POESIA

UNDICESIMA EDIZIONE

Andata e ritorno Opera prima classificata

Il frullio dei pioppi, la nenia della fonte, nubi a curiosare tra le cime come allora... Ma ora: "Vendesi". "Svendesi”. “Cercasi badante”. È l'ombra del Paese mio

di prima, senza bambini

né struscio né sguardi

di giovani in amore.

Fra passato

e presente tento nuovi accordi: sull’arca il microonde, nel catino la frutta;

tra ferri di cavallo

e pentolame in rame appunto al muro un gran TV a LED. Zumo voci e volti nell'incolto: " Tutto dalla terra viene, alla terra tutto ritorna" il ritornello del nonno fra una carriola di sfalci per conigli e una già ricolma di letame. La nonna: “No, l’anima no. L’anima, come l'acqua che dal cielo cala, nessuna Polvere scansa, tutta s’impegna al banco della vita e “eccomi!” risponde al Sole che la chiama”. Notti alla melatonina. Vago

nei calanchi dei destini

d’erbe,

conigli, acque, migranti… Il tedesco -così mi chiamano i compaesanistraniero dov’è andato, straniero

dove è ritornato.

Antonio Villa

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CAMPODIPIETRA PER LA POESIA

UNDICESIMA EDIZIONE

Nelle tue mani Opera seconda classificata E ora il mondo è nelle tue mani, nel primo sguardo che m’investe acerbo in quest’alba rosata. Mondo addentro i tuoi occhi incartati d’infanzia, sperso ai sogni, ai sorrisi sbocciati tra intenerite nubi che riposano sopra l’azzurra culla del cielo. È nelle tue mani che muovono verso le mie la bella terra che matura al sole,

eternamente silenziosa come la rosa di macchia e il verde di ulivo che guarda laggiù il mare d’attorno; dolce come una nenia d’amore tra steli di vento, come un miracolo per le vie stellate in questo umano andar peregrino. Ora il mondo è nelle tue mani, bambino mio, nelle storie che saprai raccontare per farne luce a memoria di festa, nel quieto dei tuoi passi sulla strada maestra in quest’alba che splende fra le mie braccia.

Antonella Riccardi

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UNDICESIMA EDIZIONE

La stanza accanto Opera terza classificata “Ti salverò da ogni malinconia / Perché sei un essere speciale Ed io avrò cura di te / Io si, che avrò cura di te” (La Cura – Franco Battiato)

Nella notte buia un pianto segreto, un respiro leggero, un palpito nascosto tra le ciglia umide

e poi giunge l’aurora profumata di zagare. Tra i sospiri dell’Etna e il mormorio delle onde svanisce ogni male, e la musica risuona nella nostra mente, nei nostri pensieri stracciati dallo stupore. Hai portato dentro di te, parole colte come fiori, tra le aspre cime, e nella solitudine del deserto hai raccolto briciole di pane tra cristalli di brina; hai percorso strade con solchi scavati dal tempo e lasciato orme di passi sui sentieri sgualciti, cercando il consolatore perfetto, per curare le piaghe dell’anima e ricucire lembi strappati da inquietudini e turbamenti. Questuante dell’amore infinito, mendicante instancabile del divino e cieli nuovi, hai cantato albe e tramonti, solitudini e fallimenti, con voce che rimane nelle pieghe del cuore. Ora riposi nella stanza accanto rivestita di luce, e respiri la gioia, appoggi il viso alla finestra e il tuo sguardo corre al lido dei fiori

dove un vento sottile scuote le foglie in un turbinio impetuoso. Scivola nelle città sonore, un silenzio profondo, ferito dalla tua assenza ma un chiarore si specchia negli occhi nostri, stropicciati dal pianto; quietamente il pensiero volge ad una breve preghiera. E sulla battigia assolata, primavera di corpi festosi, si scrive il mistero della vita e del dolore.

Carmelina Giancola

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UNDICESIMA EDIZIONE

Incontro Opera quarta classificata ex aequo C’è questa donna che cura miseri gerani: li ha fatti rampicare su croci d’abete, li ripara da arsura, e protegge da tempesta. Vive all’ombra delle impronte lasciate dagli addii, quando voci crede sentire, ma senza possedere volti e nomi da riconoscere.

La sua vita sembra stare in un indizio di nuvole, dove sorrisi stentati paiono volersi ammaestrare solamente per nascondere gli occhi bruciati dall’orrore, mendicando allegrie dal fastello di rughe prigioniere che le solcano il volto compassato. Ma a chi getta sale sui campi e brucia granai nelle immense guerre del mondo malconcio d’oggi rammenta come, a due passi da qui, sassi e vento veloci inghiottono le ossa sbranate, al pari del ricordo.

Porta ancora il numero sul braccio, ogni sua piega sul viso è lacrima taciuta, bevuta con l’avidità della paura, scavata a Birkenau.

Bruno Centomo

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UNDICESIMA EDIZIONE

Nelle rughe del tempo Opera quarta classificata ex aequo

Al decomporsi del tempo, le travi, dimora di tarli irriducibili su sfiniti brandelli di mura a pietre, forgiate da rughe millenarie,

con mattoni, assopiti alla polvere un intonaco spento, senza luce, briciole di lontana povertà. Spoglie invecchiate di un passato sfuocato, un rovo irriverente le abbraccia, le foglie morte scendono a carezza scivolando su coppi ingoiati da siepi pungenti. Al dirocco s'inchina il fatiscente, mentre un raggio di sole trafila

a cicatrizzare la ferita nostalgica di un attimo. Emigrò la Vita, con braccia tese alla speranza, occhi lucidi nello sguardo lontano tra miserie strette in valige di cartone. Una voce rantola all'oggi distratto di Vite consumate nel tempo fuggito, solo l'Anima è rimasta, a curare le ferite della terra lasciata.

Pasquale Cerio

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UNDICESIMA EDIZIONE

Come un vascello Opera quarta classificata ex aequo

Nell’imbrigliato mar dello smarrito albergo resta legato per vinchi di gomena il legno antico che un dì solco’ quei mari che caldi lambirono la chiglia e gli stondati fianchi nel muto incedere di prora. E del maestro già tronca è la poggiata mai piu’ le vele si gonfiano nel vento restano incerti e candidi vessilli miseri marchi d’una incombente resa. Mentre il teredo attenta all’opra viva lenta s’arrende all’acqua la carena nel languido lamento che l’usura. Come vascello lasciato alla deriva, resto sospeso cercando l’equilibrio tra il fondo e il fior dell’acqua e… attendo del fato avverso lo sventurato corso nel lento naufragar giu’ nel profondo.

Domenico Fabris

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UNDICESIMA EDIZIONE

Irritante lettera Opera quarta classificata ex aequo

Disiroso strepere a sciolo Guelfo le briglie volse l’Alighieri Dante da Ravenna al Casentino acclivio. D’armigero spirto in fiato iemale sincero amplesso andò caendo su sua cavalcatura docile che, avanzando senza lagno, a Guidi in Porciano di Stia per frondosa selva menò. Viatore dall’Empireo tornato su per l’Appennino avio con l’alma assetata d’odio al disparire di Romagna ospitale montò la disgradita ritentiva d’essere alieno in riva d’Arno. Dal Castello, alleato albergo, a lieto suolo di genitura sua

vergò da dispiacente esule ortatorie frasi d’astio affocate al fellone Nero a lui avverso che di natia vista l’albe gli tolse.

Salvatore Grieco

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UNDICESIMA EDIZIONE

Era d’estate (dedicata) Opera quarta classificata ex aequo Era d’estate e c’era luglio che sbocciava dalle finestre socchiuse il volo della farfalla celeste il vento che sconfinava sui moli il sapore di sale nell’aria e c’era il tuo viso sconvolto d’amore la croce d’argento che oscillava sul collo stelle riflesse nelle iridi d’oro ed infine c’era la morte per strada in cammino il dolore esangue di una terra cattiva il peso del sole sulle ginestre sfiorite. L’azzurro si perdeva in un fiato di buio il bar Lux, il caffè che si mischiava col sangue la Marlboro che si consumava in uno spazio di cose vissute e restava solo il rumore del mare un giorno dagli occhi di vento l’ammainarsi furtivo dell’onda gli aironi migranti nel cielo sul mio corpo arreso alle ombre che appassiva come d’autunno le foglie. Era d’estate e c’era un grido di falco una pioggia leggera di passi un dolore addolcito e taciuto. A Palermo in quel giorno lontano. Palermo 21/07/1979 a Boris Giuliano

Tiziana Monari

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UNDICESIMA EDIZIONE

Tempo di COVID Opera quarta classificata ex aequo Oggi il cielo è a macchie di piombo e si specchia in una pozzanghera. Nel silenzio si guarda dentro l’acqua tutto d’intorno è immobile come dopo un sogno che ti lascia inceppato. È un tempo storto, un tempo legato a un filo sempre lì lì per lacerarsi. Un tempo che non credevamo mai di vivere. Le case piene di voci, di grida e di risate, anche se illuminate, ora tacciono. Tanti occhi piangono chi da solo è andato e nell’intimo accarezzano attimi passati conditi con la nostalgia di una vita che sembra così lontana. Ma ecco, il ‘cip-cip’ di un passerotto che svolazza sopra l’acqua e i rami fermi e spogli per quell’allegria fremono meravigliati. Lui non s’impaurisce, sa che il sole, anche sotto le nubi, sorge ogni mattina e Primavera non è così lontana. Come sempre, Natura torna a vivere, l’uomo sopravvive.

Nicolina Ros

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UNDICESIMA EDIZIONE

Dal rovescio della trama Opera quarta classificata ex aequo Il mio è un grido di donna musica atonale senza ritorno, incapace da sola di emozionare oltre il tempo di esecuzione. Ho riscritto partiture, pur di essere ascoltata percorso scale armoniche, gradoni fitti e storti per trovare accordi nel grido di altre donne e veder passare di volata una risposta inseguitrice di un traguardo fissato oltre me. Diluita nel tempo viaggia l’uguaglianza per vie sterrate, sudate di transumanza e di lane indurite dal fango. Ho udito versi d’ogni misura graffiare il fondo rimbalzare in schegge e ricadere talvolta scivolare dall’una all’altra accusa e rotolare giù nel gorgo levigati da una piena che non si sa fermare con altri suoni li vedranno affiorare, quei versi che nel frattempo avranno scavato il letto al fiume. Notti di ore secolari attendono di veder sfumare il buio e un vento, non solo portatore di carezze ma forte da spezzare il filo irregolare col quale nottetempo ci cucirono alle spalle la figura di nodo necessario visibile soltanto dal rovescio della trama.

Assunta Spedicato

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UNDICESIMA EDIZIONE

Divagazioni sui titoli e i versi a cura del poeta dialettale Mario De Lisio

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CAMPODIPIETRA PER LA POESIA

UNDICESIMA EDIZIONE

Indice Prefazione

di Marco Carlone

pag. 5

Prime tre classificate Andata e ritorno

Antonio Villa

pag. 9

Nelle tue mani

Antonella Riccardi

pag. 10

La stanza accanto

Carmelina Giancola

pag. 11

Quarte ex aequo Incontro

Bruno Centomo

pag. 13

Nelle rughe del tempo

Pasquale Cerio

pag. 14

Come un vascello

Domenico Fabris

pag. 15

Irritante lettera

Salvatore Grieco

pag. 16

Era d’estate

Tiziana Monari

pag. 17

Tempo di COVID

Nicolina Ros

pag. 18

Dal rovescio della trama

Assunta Spedicato

pag. 19

Divagazioni sui titoli e i versi

di Mario De Lisio

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pag. 20


Antologia finita di stampare presso CM Stampa Campobasso, 25 agosto 2021


Vi segnaliamo il Bed & Breakfast Cola Fasciano, degli amici Fernando Pietrantuono e Maria Perrotta. Qui ospitalità e cortesia sono i veri padroni di casa! Toro, via Roma 27 a pochissimi chilometri da Campobasso. Per info e prenotazioni tel. 0874 441242


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"Vini della nostra Terra"

SONETTO DEL VINO In quale regno o secolo e sotto quale tacita congiunzione di astri, in che giorno segreto non segnato dal marmo, nacque la fortunata e singolare idea d'inventare la gioia? Con autunni dorati fu inventata. E il vino fluisce rosso lungo mille generazioni come il fiume del tempo e nell'arduo cammino ci fa dono di musica, di fuoco e di leoni. Nella notte del giubilo o nell'infausto giorno esalta l'allegria o attenua la paura. E questo ditirambo nuovo che oggi gli canto lo intonarono un giorno l'arabo e il persiano. Vino, insegnami come vedere la mia storia quasi fosse già fatta cenere di memoria. di Jorge Luis Borges



Rimaniamo connessi www.lapietrarmige.blogspot.it facebook.com/lapietrarmige youtube.com/CampodipietraWebTV

Note legali di utilizzo: Questa raccolta (composta da ventisei pagine esclusa la copertina) delle opere presentate alla undicesima edizione del premio letterario

CAMPODIPIETRA PER LA POESIA resta di esclusiva proprietà dell’associazione LA PIETRA RMIGE di Campodipietra (Cb) e quindi essa se ne riserva tutti i diritti.

Le opere sono state trascritte in questa raccolta così come inviate dai rispettivi autori.

Realizzazione grafica Daniele Carlone - © 2021


Chiesa di San Martino Vescovo di Campodipietra - CB


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