Antologia delle Opere Finaliste - Campodipietra per la Poesia 2018

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DEDICATO A LUIGI CARLONE


CANTINA VALTAPPINO SCARL - C.DA MASCIONE, 10 - 86100 CAMPOBASSO - MOLISE (ITA) TEL/FAX +39 08740441835 WWW.CANTINAVALTAPPINO.COM

"Vini

della nostra Terra" SONETTO DEL VINO In quale regno o secolo e sotto quale tacita congiunzione di astri, in che giorno segreto non segnato dal marmo, nacque la fortunata e singolare idea d'inventare la gioia? Con autunni dorati fu inventata. E il vino fluisce rosso lungo mille generazioni come il fiume del tempo e nell'arduo cammino ci fa dono di musica, di fuoco e di leoni. Nella notte del giubilo o nell'infausto giorno esalta l'allegria o attenua la paura. E questo ditirambo nuovo che oggi gli canto lo intonarono un giorno l'arabo e il persiano. Vino, insegnami come vedere la mia storia quasi fosse già fatta cenere di memoria. di Jorge Luis Borges

LA PIETRA RMÌGE

Campodipietra per la Poesia

OTTAVA EDIZIONE PREMIO LETTERARIO


Ringraziamo gli amici dell’Associazione Molisana Produttori Olivicoli - A.M.P.O. per aver offerto ai premiati un omaggio “dell’oro verde” molisano.

Campodipietra per la Poesia

LA PIETRA RMÌGE

OTTAVA EDIZIONE PREMIO LETTERARIO


LA PIETRA RMÃŒGE

Campodipietra per la Poesia

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LA GIURIA


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PRESIDENTE DI GIURIA

Prof. Giuseppe Cacchione MEMBRI DI GIURIA

Prof.ssa Mariantonietta Di Girolamo

LA PIETRA RMÌGE

Prof.ssa Giuliana Petta Poeta dialettale Mario De Lisio Storico Giovanni Mascia

AL LEGGÌO DELLE OPERE

Prof. Antonio Valiante Prof.ssa Leontina Ricciuto

Campodipietra per la Poesia

Dott.ssa Enza Papagni


OTTAVA EDIZIONE PREMIO LETTERARIO

PREFAZIONE del Prof. Giuseppe Cacchione Nel 2018, l’anno dei Mondiali di calcio in Russia, del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, del cinquantenario del mitografico ‘68, ecc., la poesia, considerata dall’osservatorio ristretto del “Premio Campodipietra per la Poesia”, appare rivolta a tutt’altre tematiche, meno legate alle contingenze del tempo, e più rispondenti ad esprimere, se non il “Sentimento del tempo” (Ungaretti), i sentimenti del proprio tempo interiore. Di questo rientrare negli ambiti più consueti e presenti della ‘produzione’ poetica (altro ci vorrebbe, se si dovesse parlare di “poesia” tout court) può essere indice il fatto che, di 62 testi presentati a concorso, quasi 40 hanno come propria ‘occasione’ (“Ogni poesia è poesia d’occasione”:

Vero”: apodittico verso della poesia “La forza della natura”), o che (in 15) ci propongono variazioni sul tema perenne dell’amore. Oltre che un tale rifugiarsi (o fuga?) in ambito intimistico e privato: - forse perché, come dice la lirica citata prima, “Forse le parole non bastano” per manifestare tematiche come una nuova “strage degli innocenti” (“28 aprile 2018In morte di Alfie”), il sogno dei migranti (“Incontrerò la neve”), le devastazioni fisiche (“Il superstite”) e morali (“L’infame sciacallo”) che conseguono al terremoto, ecc. -; si può altresì lamentare un deludente, diffuso abbassamento del livello persino formale dei testi proposti, tra immagini ‘forzate’, fretta o trascuratezza espressiva, punteggiatura arbitraria od errata, ecc. In forza di tali ragioni, o nonostante tali riserve, la Giuria Tecnica ha peraltro esaminato e discusso con attenzione i testi delle poesie inviate a concorso, trascegliendone 10, come d’ordine, rilevabili tra le altre, ed assegnando il giudizio di merito alle tre liriche ritenute più espressive e valide. Con soddisfazione la Pietra Rmìge accoglie quest’anno le poesie -fuori concorso- provenienti dalla Serbia, che arricchiscono il discorso artistico-culturale che l’Organizzazione del Premio propone pregiando la voce della poesia quando è volta a “correggere questa curva (della vita) / con la mano dell’artista esperto!”. Si tratta di un’apertura di credito, una ‘volontà’ bene espressa nella poesia di Mjriana Tadic “La casa della famiglia di Paura”, che si pone come promettente ponte interculturale tra terre, persone e visioni diverse e convergenti. Purtroppo, accanto ad un ampliamento-acquisto, la Pietra Rmìge con vivo dolore deve segnare la scomparsa e la perdita di Luigi Carlone, socio della prima ora e sostenitore dell’Associazione, che manca per la prima volta a questa edizione del Premio di Poesia che proprio lui volle fortemente.

Prof. Giuseppe Cacchione Per lui il ricordo commosso di Guido Pietrantuono:

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W. Goethe) riflessioni varie sulla vita, intrecciate con altri 20 che hanno come orizzonte la natura (“Solo Natura rasenta il


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Luigi Carlone nasce a Campodipietra l'11 febbraio 1937. Già da ragazzo, pur in

Le vicende della vita lo portano ad allontanarsi da Campodipietra verso una terra nuova (il Canada) in cerca di lavoro ma non confortato dal matrimonio, che naufraga. Torna al suo borgo natio ove riprende la sua umile vita di contadino e mastro ferraio. Non reprime mai del tutto la sua sensibilità poetica che a tratti viene fuori in brani che sono l'espressione di ciò che lui reputa "un dono" datogli dalla Natura. Coltiva il desiderio di poter esprimere con parole semplici quei sentimenti che sono in ognuno di noi e che, con molta superficialità, spesso trascuriamo. Vita di un tempo passato vissuta in un ambiente in cui anche le cose più normali e semplici assumono una loro rilevanza. Una visione che spazia dall'ambiente ristretto (Il vicolo) all'ampio spazio della campagna baciata dal sole dove nulla è insignificante (il ruscelletto, la tempesta, la mietitura, ecc.). Nell’umile ambiente non può mancare il riferimento alla nostra religiosità che non sempre è compresa a pieno dove il riferimento alla Passione di Cristo diventa un racconto tormentato e la nascita del Redentore un avvenimento presepiale.

Prof. Guido Pietrantuono

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mancanza di solida cultura (pochi studi, dovuti più che altro al periodo storico della sua infanzia, siamo nel periodo del primo dopo-guerra, umile ambiente familiare, contadini con scarse risorse economiche) evidenzia una certa sensibilità verso tutto ciò che lo circonda ed un desiderio di voler raccontare ciò che vede o sente in sé con parole semplici.


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Con entusiasmo e anche a nome dell’Amministrazione Comunale e della popolazione, accolgo il premio letterario “Campodipietra per la Poesia”, nel Comune di Toro e più precisamente nel nostro vero scrigno di storia, arte e cultura, il convento francescano di Santa Maria di Loreto, dimora prediletta del Cardinale Vincenzo Maria Orsini, Arcivescovo di Benevento e poi papa Benedetto XIII (1724-1730). Tra queste mura che custodiscono importanti reperti documentari e artistici della predilezione orsiniana per Toro e i suoi abitanti, nel chiostro in particolare, dove sono stati riportati di recente all’antico splendore i settecenteschi Affreschi per il Papa, grazie al restauro promosso e finanziato dalla Soprintendenza alle Belle Arti, è bello e suggestivo ritrovarsi a parlare di poesia. Ringrazio di cuore i responsabili e i soci della Pietra Rmìge, la Commissione giudicatrice, i partecipanti al Premio letterario, gli intervenuti e tutti coloro, ognuno per la propria parte, che da anni stanno portando avanti questa meritoria manifestazione e ne hanno fatto un appuntamento annuale con caratteristiche internazionali. Un modo intelligente e sottile di promuovere il nostro territorio, utilizzando come vettore la poesia… E, se è vero che la poesia dei nostri luoghi è intrisa della bellezza e dei sapori della nostra terra, oggi assaporiamo insieme le parole e i sentimenti di coloro che con i versi sanno arrivare al cuore della gente, così come ha sempre fatto il poeta molisano per eccellenza Nicola Iacobacci, che ci ha lasciati appena due mesi fa. Nato a Toro nel novembre 1935, Iacobacci aveva vissuto in paese gli anni della sua infanzia, prima di trasferirsi con la famiglia a Campobasso. Il paese e la vita contadina d’anteguerra lo avevano segnato profondamente, legandolo in un vincolo di affetto e appartenenza, che ne caratterizzerà la produzione poetica, come testimoniato finanche dai titoli di molti suoi volumi.

LA PIETRA RMÌGE

Campodipietra per la Poesia

Toro, 4 agosto 2018


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LA PIETRA RMÌGE

Mi limito a questi quattro esempi, per un doveroso tributo di riconoscenza nei confronti del nostro benemerito concittadino, al quale mando un grosso abbraccio, ovunque si trovi. Nel suo nome, nel nome di Nicola Iacobacci, il poeta del Molise, do il benvenuto a Toro agli amanti della poesia. Il Sindaco di Toro

Ing. Roberto Quercio

CONVENTO DI SANTA MARIA DI LORETO TORO

Campodipietra per la Poesia

Le raccolte poetiche Coste San Rocco (1974) e Sotto il Barbacane (1976) sono intitolate a due strade tipiche di Toro. Un’altra strada, Calata Pozzilli, la strada in cui il poeta era nato, aveva dato il titolo al romanzo che poi è stato pubblicato per le scuole con il titolo de La tela dei giorni (1987). Un secondo romanzo, L’unghia incarnita (1992), è basato su un avvenimento che aveva portato Toro alla ribalta della cronaca nazionale nell’estate 1985, quando alcuni fedeli credettero di vedere nella nicchia della cappella di San Rocco, le fattezze dell’Ecce Homo, gridando al miracolo e facendo approdare in Molise migliaia e migliaia di curiosi.



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DIVAGAZIONE SU ALCUNI TITOLI DELLE OPERE

Campodipietra per la Poesia

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di Mario De Lisio


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Lo spettacolo del mare Vi sono luoghi seduti in prima fila a respirare albe in luce sulla scena. Hanno caviglie forti di maree e case morbide sui fianchi dove i fiori danno il benvenuto

Ci sono posti cullati dalle rive sulle note riflessive dei tramonti. Hanno voci in risalita dai pontili che si fanno largo nelle strade, colmano piazze e strati di silenzi sempre vigili al debutto del maestrale. Ci sono nostalgie che ingaggiano ritorni, natali che improvvisano immersioni. Danno profumi percepiti da lontano e rifrazioni interpretate sottopelle come veritĂ filtrate dallo spessore dei fondali. Vi sono migrazioni dirette da lontano, repliche infinite nel programma delle onde. Hanno movimenti coordinati dal copione delle stelle e interpreti che si portano dietro interi strascichi di gabbiani, e dentro come un talento, il carattere versatile del mare.

LA PIETRA RMĂŒGE

Campodipietra per la Poesia

seduti a meditare sulle soglie.


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Era il tempo Era il tempo delle scelte, pressanti come nodo alla gola, voglia di librare le ali verso il giardino degli aranci in fiore. L’autunno aveva raggi luminosi, a schiarire foglie dei tormenti, voci non più bianche

LA PIETRA RMÌGE

a scandire il mutare dell’età, l’eco della sirena che annunciava la fine del turno in fabbrica, lavorare di notte per non perdere la speranza d’essere ancora vivi. Quanta strada abbiamo fatto

sotto il sole e la pioggia, il freddo che arrossava le mani stanche di battere il tempo dei vecchi. Ho ancora nelle orecchie le urla di donne con le mani aperte al cielo, voglia di libertà dalle catene; andavamo di corsa su per la scarpata ansiosi di arrivare alla vetta

tenendoci per mano, ma per vincere la corsa – gli atleti lo sanno bisogna indossare scarpe usate senza perdere l’innocenza dei bambini.

Campodipietra per la Poesia

ingiallite pronte a cadere nel campo


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Nuvole d’aprile Troveremo un giorno quel posto sospeso tra i muri scrostati e l’infinito e vedremo i nostri sogni fiorire come vivaci orchidee. Lì ci fermeremo a riposare e un sole nuovo ci sorprenderà sfiorando le nostre debolezze con la delicata carezza della sua pazienza. In quell’improvvisa epifania di vita che si adagerà sui nostri occhi chiusi saremo figli ancora imperfetti di un’aurora gravida di giuste promesse e di amichevole vento. Dimenticheremo il volto rugoso di ogni nostro rimpianto daremo un giusto adesso ad ogni nostra meraviglia e chiameremo speranza tutti i domani in attesa poco oltre la soglia. Allora saremo finalmente liberi come le nuvole d’aprile che ricamano seducenti rinascite ogni volta che alla buona terra regalano pioggia.

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(saremo come)


PONTE DI TORO


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Alla fine di tutte le strade Ecco la casa che mi ha visto dormire. Ecco il sonaglio, il cucchiaio, il mio segreto biglietto nascosto alla pietra, i miei fiori bianchi di primavera.

Eccoti, amore, tu m'hai preso per mano. Sei venuta a raccogliermi? Non ho avuto bellezza che in te. Nessun altra bellezza se non quando è il mare, il canto delle cicale, cani e conigli tra i campi rossi all'imbrunire. Quando vive la pace e il perdono dell'acqua sul fuoco Quand'è l'ultima luminaria che dorme nella nebbia con l'esercito disarmato delle nuvole.

LA PIETRA RMÌGE

Campodipietra per la Poesia

Eccoti, amico mio, non mancava che il tuo sorriso e il tintinnìo del bicchiere.


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Incontrerò la neve La mia terra, sabbia, sole e sudore. Dalla spiaggia un pugno si sabbia per una terra che non vedrò più. Nel buio il mare piange per sguardi persi. Incontrerò la neve lei bianca io nero. come lo sguardo che mi scaccia.

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Incontrerò la neve mi dicono che sia candida come la mano tesa che mi accoglie. Sabbia, Sole, Mare, lacrime, avrò il tempo per incontrare la neve? Bianca come l’alba che tutto nasconde. Incontrerò la neve, un brivido di paura misto al freddo mi scuote fin l’anima, lei, gelida come il cuore di colui che mi guarda con sospetto. Bella la neve se fosse calda ancora più bella. Sì, ho incontrato la neve a lei ho donato la sabbia che stringevo nel mio pugno.

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Mi dicono che sia fredda


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Un’alba nitida ammalia lo sguardo, compone liriche all’orizzonte, nell’idilliaco scenario del mattino riserva a noi frammenti di poesia. Lascia che siano le prime luci a firmare l’opera con riverberi di fantasie sottili lasciate nottetempo dalla luna, lascia che sia il cielo a sfumare i contorni di un sogno, rimasto appeso all'esiguo lume dell'ultima stella, scordatasi di spirare nel crepuscolo. Sfilano sull'acqua le prime lucenti lettere, ancor prima che si accenda il mattino e la notte spenga ogni sua bramosia nello strascico vivace dell’aurora. Nessuno può dire di non conoscere la poesia se è rimasto seduto sul ciglio dell'alba, nessuno può raccontare di non conoscere la magia se è rimasto a contemplare l'ascesa del mattino, nessuno può asserire di non aver sentito Dio se ha atteso il congedo del firmamento, e ha assistito in silenzio e composto al sacro cerimoniale dell’aurora.

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La poesia dell’aurora


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I racconti delle città sotterranee Una strega, una fata, gli gnomi, un camino, un paese, le strade, una voce esce forte, lontana da un'allegra città sotterranea. Abito lì ma depongo lo scettro, lascio il regno di sopra, le guglie

LA PIETRA RMÌGE

vivo il regno di sotto, le foglie. Ho due luoghi in cui vive il mio corpo, uno solo alimenta la mente, l'altro gioca a trovare l'inganno ma l'inganno non gioca davvero. Vuoi sapere perché non le vedi?

Le città si nascondono ai fanti, non si svelano a chi entra vestito, le attraversi se hai il cuore abatino, le conquisti se hai dimenticato il vessillo, ti rapiscono se nessuno reclama, sono un porto senza navi da guerra, una guerra senza ceppi né spade.

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tolgo maschera, conti e la farsa,


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È l’infinito sai Ora mi trovavo non so bene dove se dentro il vento o ancora più in alto nel raggio di luce che svela il giusto senso Mi svegliai e non vidi più il tempo che mi asserviva al suo volere con lancette affilate come rasoi icona imperfetta della sua realtà e scomparso il pergolato che guardava il mare dove m’assonnai il posto era originale che niente richiamava di simile in terra ma c’era la luna nelle pozzanghere e il lampo che colorava l’aria si udiva il canto dell’allodola e il mormorio delle acque Vidi Odisseo che si apprestava ad evocare le ombre dei trapassati monadi in trasparenza e trasparente la memoria nel ricordare la figura che dall’ordine all’entropia

come d’incanto in un istante dissolveva nel nulla

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era lontana la carne


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Il colore delle lacrime Ho raccolto con un dito una lacrima piccola e nera sporca di polvere di disastro, ne ho raccolte tante i germogli bianchi di speranze,

LA PIETRA RMĂŒGE

spuntati nel tuo giardino. Ho raccolto lacrime rosse, grosse, sporche di sangue e fango, figlie di mutilata libertĂ , di negato amore.

Ho raccolto lacrime bianche, di silenziosa guerra, lacrime sottili, asfissianti, stillate da occhi vitrei, di muti bambini. Ho raccolto lacrime rugose tra le pieghe di un viso stanco

dei troppi colori apparsi nelle lacrime del mondo.

Campodipietra per la Poesia

bastanti per innaffiare


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Lasciami qui Lasciami qui su questo greto asciutto a rievocar le piene di quei giorni esaltanti in cui lesto fuggiva il senso della vita. su questo greto, immobile, senza il fremito addosso d'acque fredde e pulite e confortanti

e vive. Lasciami qui, di ripa su quest'angolo a rammentare il fiume che ancora scorgo scorrere in quel rigagnolo.

LA PIETRA RMĂŒGE

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Lasciami qui


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La casa della famiglia di Paura

Segue poi un fallimento garantito, tutta la sua vita diventa tessuto grigio - nero, intrecciato con il filo di ansia, con qualche buco in esso il quale un dolore ha morso nell'anima con i denti aguzzi. E dove andare? Quello che ho da offrire, eccetto a due mani tese mendicanti, e in loro - lo stesso tessuto di paura, bagnato di lacrime? A chi servo così? A chi, oltre al male, a nutrirsi con le mie debolezze? Questo ho capito! Spero che non sia troppo tardi adesso, voglio correggere questa curva con la mano dell'artista esperto! La paura è il nemico più grande dell'uomo e in guerra dovrebbe andare con le armi nemiche - dovrebbe spaventare paura con il passo solido e stabile! Ecco come sarà!

LA PIETRA RMÌGE

Campodipietra per la Poesia

Quante volte volevo qualcosa, quante volte speravo... Tutti i desideri e sogni, ho lasciato sulla soglia della casa di famiglia di Paura. E allora cosa?


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Vi segnaliamo il Bed & Breakfast Cola Fasciano, degli amici Fernando Pietrantuono e Maria Perrotta. Qui ospitalitĂ e cortesia sono i veri padroni di casa! Toro, via Roma 27 a pochissimi chilometri da Campobasso. Per info e prenotazioni tel. 0874 441242


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Grazie all’amico Gianluca che con professionalità e ...tanta pazienza ha realizzato la stampa di questa antologia.

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Campobasso, 4 agosto 2018

Note legali di utilizzo: questa raccolta (composta da ventotto pagine esclusa la copertina) delle opere presentate all’ottava edizione del premio letterario CAMPODIPIETRA PER LA POESIA resta di esclusiva proprietà dell’associazione LA PIETRA RMIGE di Campodipietra (Cb) e quindi essa se ne riserva tutti i diritti.

Realizzazione grafica Daniele Carlone © 2018


OTTAVA EDIZIONE PREMIO LETTERARIO

Indice Prefazione Prof. Giuseppe Cacchione

pag. 6

Ricordo di Luigi Carlone

pag. 7

Prof. Guido Pietrantuono

Lettera del Sindaco di Toro

Roberto Quercio

Divagazioni sui titoli delle opere

Mario De Lisio

pag. 8 pag. 11

Lo spettacolo del mare

Assunta Spedicato

pag. 12

Era il tempo

Pietro Catalano

pag. 13

Nuvole d’aprile

Pietro Tafuro

pag. 14

Quarte ex aequo Alla fine di tutte le strade

Antonio Blunda

pag. 16

Incontrerò la neve

Pasquale Cerio

pag. 17

La poesia dell’aurora

Monia Pin

pag. 18

I racconti delle città sotterranee

Umberto Flauto

pag. 19

È l’infinito sai

Vincenzo Screti

pag. 20

Il colore delle lacrime

Stefania Siani

pag. 21

Lasciami qui

Massimo Zona

pag. 22

Menzioni speciali La casa della famiglia di Paura

Mirjana Tadic

Divagazioni sui titoli delle poesie dalla Serbia

di Mario De Lisio

pag. 24 pag. 25

Campodipietra per la Poesia

LA PIETRA RMÌGE

Prime tre classificate



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