Antologia delle Opere Finaliste - Campodipietra per la Poesia 2016

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Campodipietra Chiesa di S. Martino Vescovo


Campodipietra per la Poesia

La Pietra RmĂŹge

2016

6^ edizione Premio letterario

"Vini della nostra Terra"

SONETTO DEL VINO In quale regno o secolo e sotto quale tacita congiunzione di astri, in che giorno segreto non segnato dal marmo, nacque la fortunata e singolare idea d'inventare la gioia? Con autunni dorati fu inventata. E il vino fluisce rosso lungo mille generazioni come il fiume del tempo e nell'arduo cammino ci fa dono di musica, di fuoco e di leoni. Nella notte del giubilo o nell'infausto giorno esalta l'allegria o attenua la paura. E questo ditirambo nuovo che oggi gli canto lo intonarono un giorno l'arabo e il persiano. Vino, insegnami come vedere la mia storia quasi fosse giĂ fatta cenere di memoria.

di

Jorge Louis Borges


Museo di ComunitĂ della Festa del Grano di Jelsi (Campobasso)


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6^ edizione Premio letterario

La giuria Presidente di giuria Cacchione

Membri di giuria Prof.ssa Mariantonietta Dott.ssa Enza

Di Girolamo

Papagni

Dott.ssa Giuliana Poeta dialettale Mario Storico Giovanni

Petta De Lisio

Mascia

Associazione

O.N.L.U.S.

Culturale di Volontariato Campodipietra

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La Pietra RmĂŹge

Prof. Giuseppe


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Prefazione Per i fatti terribili subiti finora in più parti del mondo, il 2016 appare come anno davvero ‘bisestile’ (nella connotazione facilmente corriva che di tale ‘ricorrenza’ si dà), dalle stragi del terrorismo alle catastrofi ambientali, dalle tragedie e miserie umane alle crisi politiche, economico-sociali,morali… Di fronte a tanto dolore, alle vite di tanti per sempre ‘abbuiate’ e compresse per la perdita di affetti, di relazioni, di aspettative, come può porsi, proporsi la voce di ‘pace’ della poesia, quando prova ad esprimere il “Sentimento del tempo” (Ungaretti) ? “Solo utopia la pace” (115.”Libertà?) ? Seppur “-flebile,quasi un lamento-/in croce sotto lo schianto / d’esempi e valori veri”, la poesia non si esprime “Senz’eco, sorda ogni voce” (ib.), ma ora con facilismo alquanto ingenuo (“Evviva i pacifisti che hanno capito / cos’è l’elisir della vita” :11.”Ideali di pace”), ora con chiusure assolute (“Oramai non ha più senso sperare / Tocca solo vivere vivere vivere e celare l’amarezza dietro un sorriso / pagliaccio”:16.”Profundis”), ora anche con espressioni di inavvertita ovvietà (“Ma è sempre rosso il colore del sangue / di tutte le guerre voce” (97. “Qui accanto”), commisurando Thanatos e Bios, senso di morte ed esigenza esistenziale (“Sono già morto-/per questo ogni giorno vivo”: 119.”Hysteron proteron”) propone a suo modo “la poesia della vita” (98.”Il posto per sognare”) : non certo in una prospettiva (contro D’Annunzio) di “ Trionfo della ‘Vita’ “ (“Ora , posso vivere in pace:/ risorgere-ad ogni alba- come mi piace” : 119.”Hysteron proteron”), ma offrendo , nell’ “odierna Babilonia”, “esperanto e pace” (24.”Montreal”), il suo linguaggio universale a promozione dei beni che può dare la pace. Peraltro, rispetto ai 143 testi e alla loro ricchezza tematica, alla pluralità dei luoghi di provenienza, rilevati nella precedente V Edizione 2015 del Premio, le 127(128) poesie in concorso quest’anno denotano un abbassamento, una ‘deminutio’ non tanto del numero, piuttosto della varietà dei contenuti ( con un evidente rifugiarsi, anzi rifuggire e ripiegare nella dimensione privata ed intimistica, nella sfera del lirismo evanescente e solipsistico - emblematica la lirica 19 “ Io “ -, con gli ineluttabili “ ‘totem’ sentimentali di amore/dolore “) , del livello espressivo ( l’orgia dei puntini di sospensione…! ; “rime e ritmi” improbabili, claudicanti), della creatività nell’ ‘inventio’ mitopoietica ed eidetica. Per tali limiti, da ognuno di noi della Giuria Tecnica per forza stigmatizzati,rischioso e comunque aleatorio è risultato il compito di trascegliere testi da proporre come convincenti e significativi, da valorizzare, o almeno per qualche pregio distinti come degni di menzione. Abbiamo tuttavia così inteso onorare la nostra funzione di lettori e fruitori di poesia(magari dando corso al richiamo anaforico dell’ultimo testo in concorso:”Uomo anche se hai fretta/ fermati un momento …/ ne vale veramente la pena”: 128.”Fermati un momento”) , pervenendo ad indicare le proposte poetiche seguenti (elencate , nella successione, secondo l’ordine alfabetico degli autori) : - l’amore e il disamore per l’”eredità di terra” (32. “Epistola prima”, di Pasquale Balestriere) - “un nuovo capoverso” per la “meglio gioventù” “nel caos delle idee” (124.”La meglio gioventù, supplementi”, di Egidio Belotti) -la “musica di nostalgia” di una donna innamorata ( 13.“Il mio primo ballo con te”, di Giovanna Bonaiuti) -l’”attesa” di una figlia / madre per un “padre in Iraq” (21.”Alice va in Iraq”,d iDavide Colagrai) -la richiesta di (un) Fabri di vedere’svoltare il destino’ a Madaoua (88.”I mille volti del Sahel “ di Floredana De Felicibus )

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e di tutte le terre” :104.”E’ sempre rosso il colore del sangue”), tra “Poesie mai nate” e “poesie senza più una


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-la sarcastica ‘danse macabre’ delle “dame e signori” che uccidono la speranza ( 26.“La torre di Babele”, di Luciana Esposito) -l’auspicio, dopo “catene di lacrime”, di “un tempo d’allegria e gioia” (54.”Attese,illusioni e pensieri…di un mendicante”, diCarmelina Giancola) -la “deriva” esistenziale di una donna “stanca di essere donna” (23.”L’assurdo ride (Ad Anne Sexton)”, di Tiliana Monari) -la ‘resistenza’ attiva dell’”amore” (e della “poesia”) contro i “robot della morte” a Bruxelles (95. “Io resto qui”, di Francesco Rizza) -i ‘gadget’ preziosi/senza valore di attimi di vita (3.“Doni d’ottobre”, di Pietro Tafuro )

Per queste pagine si potrebbe dire (con Francesco Rizza) che la poesia “tassella il presente”, ritaglia, “tra i respiri del mondo”, istantanee di realtà, dalle meno significanti alle più elevate ed aeree; ma quando “è allo scoperto”, propone il suo ‘primato etico e spirituale’ (Ungaretti/Saba), riconosciuto e coonestato in questo modo dallo scrittore cileno Roberto Bolano (nell’infinito pentaromanzo “2666”): “Prima leggevo di tutto e in affari… solo la poesia,e non tutta, sia chiaro, è un alimento sano”. E noi, insieme ai poeti che hanno preso parte a questa VI Edizione del Concorso, realizzata a cura della Pietra Rmige, possiamo dire che “ ‘abbiamo’ rispetto” della “poesia”, anche quando“non muta nulla perché nulla è sicuro” (18), oggi più di ieri.

Presidente di giuria

Prof. Giuseppe Cacchione

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gran quantità, oggi leggo solo poesia. Soltanto la poesia non è contaminata, soltanto la poesia è fuori dagli


Campodipietra: Campanile


pri

I mille volti del Sahel

ma oper cla a ssi fi c ata

Succede, magari è già tutto scritto, il nascere tra fame e sabbia, il vivere restando al margine, dove tutto finisce e inizia nel grembo arido del Sahel . Succede di sbocciare in spazi di parole, tra passi di distanze vuote e restare fermi nelle orme contorte in sillabari d’erba sfiorite sulla bocca. Succede lì a Fabri ai suoi passi incerti ammaliati dagli sfavillanti ordigni a grappolo, mirabolanti giocattoli brillati tra le sue ali, sulla sua faccia. C'è sempre da qualche parte un destino e dall’altra un tizzone ardente che balugina e scrive su un altro cielo. Qui nel Sahel tutto è già scritto ai margini, su una terra di nessuno; qui la polvere finisce e ricomincia e ombre vuote restano appese su radici di danze illusorie. Ma tra i mille volti accecati dal petrolio, ali di aironi nidificano ancora tra le canne e fiori di pruno tra voli di farfalle, qui a Madaoua ogni primo vagito di bimbo reclama la svolta di un destino … In un mosaico di sfumature brulicanti tra le braci di un tramonto palpitante, in un tripudio di vesti cangianti!

Floredana De Felicibus

Associazione

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sec ond ope a c ra las sif ic

La torre di Babele

Non posso gioire nella ricca terra di Babele dove pietra e il cemento sono scala per toccare il cielo, dove la mente resta impigliata in oscure ragnatele, dove il corpo si regala al mondo con la crudeltà dell'uomo che uccide e ruba negli occhi degli orfani la speranza per poi li lasciarli soli ad annegare in un mare di lacrime. Nella torre di Babele non smette mai la festa, un'allegra orchestrina suona all'infinito per dame e signori dalla faccia incipriata che nascondono il ghigno dietro un'immobile risata. Benvenuti signori , questo è il vostro ballo ! Giullari di corte non possono mancare, con i loro incisivi bianchi e brillanti e lingue sguainate come serpenti. E' inutile urlare le parole taciute se i bambini vagiscono nei cassonetti; Al di sopra del credere umano l'orrore scompare dietro un cellulare. A volte l'aria è pregna di rabbia,ristagna sui sassi di una strada sconnessa macchiata di sangue ma non basta indignarsi nell'ora più scura! L'uomo attraversa la sua ombra lacerato da morsi di follia, affiora prepotente la nostalgia di tempi passati. Muore la speranza ... Prego signori ,continuate la vostra danza!

Luciana Esposito

Associazione

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ter

Io resto qui

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Ho udito da qui, la fretta dei viaggi interrompersi, dopo la gioia dell’alba priva di vento e i fragori inattesi tra i respiri del mondo che si muoveva col suo passo normale. Ho udito i pianti di bambini innocenti con le guance rosse di gioia e spegnersi come la luce intorno a spezzare l’immensità del silenzio e la perfezione dell’infinito. Ho visto gocce carminie di sangue sui vetri in frantumi, i fremiti di pelle della gente piegata dai robot della morte, rovesciare Bruxelles, con le prime fragole dei boschi e la sua primavera. Ma io con questo vento terso ed ebbro di sole, resto qui, in questa striscia di cielo che sembra mare con la paura di annegare tra l’impotenza gelida al terrore e la percezione del reale. Non voglio incertezza e paura nel mondo, la sua luce mi ferisce, affolla troppe pagine al mio giornale di mani al cielo senza lacrime e uomini che fanno battaglia per le idee e il suo Dio. La poesia è allo scoperto e tassella il presente. Portate al nemico peggiore, la pioggia di questi versi, il sole del mio sorriso e l’amore nella sua parte migliore. Il mondo è in guerra, ma è vietato dirlo. Io resto qui. (Poesia dedicata ad un amico giornalista scomparso, che vede da lassù l’attentato avvenuto a Bruxelles il 22 marzo 2016)

Francesco Rizza

Associazione

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Santa Maria delle Grazie


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Epistola prima

Dal medesimo grembo al sole sorti fummo dannati a vivere lontani, sorella grande, noi che affascinammo, fanciulli, lune e legna e sogni e tronchi per la nera cucina o per la breve stagione di speranze. E quanto odiammo gli agricoli lavori e della vite corimbi e foglie per via del solfato da spargere puntuale , e soprattutto gramigne e logli, infesti e laboriosi. Oggi invece mi è sposa la terra che al mio abbraccio già si scioglie in voli di filari e per le viti mi genera il suo frutto. Per questo con le mani arronciglio carezze, con la zappa d’argento ne sfioro la pelle, il fiato ne bevo, colono caduco. E al miele languido dell’alba mi levo. Invece tu, sorella, persisti in disamare e campi e viti. A me il padre trasmise con chiuso pianto eredità di terra.

Pasquale Balestriere

Associazione

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La meglio gioventù, supplementi

"Venite, treni, caricate questi giovani che cantano coi loro blusoni inglesi e le magliette bianche. Venite, treni, portate lontano la gioventù, a cercare per il mondo ciò che qui è perduto" "La meglio gioventù" P.P. Pasolini Questo tempo incerto vi regala un nuovo capoverso quasi privo di voce nel rivelarsi delle vostre tracce che tacite se ne vanno, meglio gioventù, costretta sui crinali tra le lucide insonnie e gli sguardi senza più colori nella ribelle ma zittita parola, senza una terra promessa: pretendete almeno un segno all'orizzonte, una semplice postilla al fondo di un romanzo nuovo tutto da inventare sull'altro versante della pagina, negli sguardi liberati dalle ombre, voi che galleggiate esausti sulle pallide paludi della storia, accarezzando inutili attese, in assenza di sorprese allettanti, sempre più distanti da effimeri sogni che lenti si allontanano nel furore delle illusioni che divorano le viscere: sempre più malati, turbati da questi suoni di note contrarie, qui nel caos delle idee, senza più luce negli occhi, senza più innocenza, e col poco fiato rimasto subite gli inganni di un tempo mediocre che vi stupisce, inadeguato alle vostre descrizioni, orfani del progetto ambizioso dello scriba.

Egidio Belotti

Associazione

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ope qua ra cl rta ass ex ifica aeq ta uo

Il mio primo ballo con te Era primavera. I raggi obliqui del sole attraversavano i vetri E si adagiavano scintillanti di pigrizia, sui bordi sfuggenti dei vecchi mobili del salotto. Io ero seduta E tu mi guardavi,appoggiato alla parete, guardavi il mio vestito rosso e le mie scarpe di vernice dorata, mentre io aspettavo che mi invitassi a ballare. In un attimo improvviso, hai preso la mia mano e mi hai condotto tra le note, accarezzando lieve i miei capelli. Ancora oggi vorrei percorrere I vicoli logori del paese, acciottolati di silenzio cercando,sotto la luce fioca di lampioni accondiscendenti la tenerezza del tuo desiderio. L a sera,spesso ,mi rannicchio sulla poltrona, sperando di vederti apparire,di nuovo appoggiato alla parete, magari sdrucciolato da quella finestra, ritagliata nel cielo buio scheggiato di stelle, che si affaccia sulla terra dei sogni. Attendo impaziente Di tornare a ballare nella nostra musica di nostalgia. Intanto ,mi fa compagnia il canto di passione di un gatto innamorato, innamorato come me.

M. Giovanna Bonaiuti

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Alice va in Iraq

Alice ha l’abitudine di stringere una margherita al suo petto di mollica, chiude gli occhi su quel giorno che le sembra il chicco di un melograno, si ancora alla terra nuda d’attesa e vince ogni orma dalla forma di rimpianto il corpo si apre al cielo in una preghiera, la preghiera digrada in un ricordo, ogni ricordo è un batticuore che sprigiona l’odore di acquaragia e segatura. Alice ha l’abitudine di non pronunciare il suo nome e non sa chiamarlo papà, ogni parola nel fondo infranto della sua gola la forgia come lui lavorava il pane nella composizione di lettere al bitume a provare che esiste è un’attesa che sa più di sangue che di carne, e si accumula nelle tasche sfregate di una figlia che, al respiro malfermo di una lacrima, si lascia svanire a madre. Alice è l’odore buono del granoturco, il coraggio dell’usignolo, il dolore delle trecce tagliate, la solitudine degli anni che ancora deve ingoiare, e il vuoto acuto di quel giorno, senza abitudini, di suo padre in Iraq.

Davide Rocco Colacrai

Associazione

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Attese, illusioni e pensieri… di un mendicante

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Come fiammiferi accesi nel vento, si rincorrono i giorni senza frutti, giorni lacerati che inseguono notti di rimpianti, e di pacati sogni, che nella solitudine intima diventano voci e carezze inattese … Un brivido nelle mie mani che tendono verso la tenerezza, invecchiata nell’abbondanza e indifferenza; e in quest’aria screpolata dal rifiuto, sorge il mio respiro, alito di vita sprecata …, colorata da miseria, tra le labbra dure parole represse nel silenzio. Scavo nella profondità dell’anima per schiacciare il mio grido nella foresta di volti che cammina con me; e nel brivido cromatico degli occhi stanchi, sciolgo catene di lacrime nude che gemono, per ritrovare, nel buio dei giorni, la luce segreta perduta nel groviglio del nostro viaggio. Così, ci sarà anche per me un tempo d’allegria e gioia.

Carmelina Giancola

Associazione

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Voglio sentire mia questa vita, e aspetto lo scorrere del tempo in questa terra d’ormeggio, circondato da ombre fluttuanti di violenza e dolcezza … e stracci di speranza. Dentro un silenzio calmo, io quieto riposo, e i pensieri smarriti scivolano come un fruscio di penna su un muro scalcinato dal sole. Lì non cresce e non stormisce il grano dal corpo flessuoso, solo foglie accartocciate e giornali strappati che un soffio di vento increspa crudele.

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L’assurdo ride (Ad Anne Sexton)

la luna si incurva in colline senza fine, in strade grige tra la penombra delle siepi e l'ombra delle stelle ed io chiudo le finestre, stanca di essere donna stanca della mia bocca rossa,dei miei trucchi dei miei seni floridi, dei miei fianchi stretti stanca degli uomini vogliosi seduti accanto a ciò che offro. Ed oggi che mi sento di passaggio abbandonata al volo indeciso delle nuvole mi perdo sottovoce con la voglia di spegnermi nel fragore che c'è attorno sola con me stessa e contro tutti e così giro la chiave dell'auto in una luce senza peso rallento i battiti del mio cuore mentre il dolore si fa margine ed alla deriva c'è solo l'orgasmo della morte a tenermi compagnia. “Fuori il mare ride, l'isola ride,l'assurdo ride”

Tiziana Monari

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Ora che le mie mani sono vuote ed il profumo della menta si mescola alla malva ora che le foglie volteggiano nella pioggia d'autunno scolorite,ormai quasi morte sento l'anima che lacrima nella notte ed il tempo che dorme in una nudità azzurra insieme all'amore lasciato sulla porta come una cosa dimenticata,ormai persa

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ope qua ra cl rta ass ex ifica aeq ta uo

Doni d’ottobre Ci saranno ancora risvegli umidi di nebbia e passi frettolosi verso il freddo nascosto dietro l’angolo. Ci sarà presto per noi odore di fumo e di storie secolari bruciate piano nei camini. Avremo dita annerite e castagne spogliate a metà da tizzoni rossi e intoccabili come i nostri desideri. Ascolteremo poi le ballate malinconiche del vento o le struggenti nenie che ci canterà la pioggia. E vivremo nei rumori dell’attesa che inventerà per noi effimere preghiere calpestando con le sue pesanti scarpe i tappeti di foglie stanche e d’erba secca. Così, quando la sera ci porgerà la mano giustificando male l’impazienza brinderemo alla sua fortuna con un bicchiere colmo di ricordi e vino nuovo.

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Pietro Tafuro

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Jelsi - Quando il grano si fa arte


o di m pera enz mer ion ite e s vol pec e iale

Montréal Montreal: piccole case quasi di periferia, imponenti grattacieli un po’ dovunque; lunghi intrecci di ponti e verdi stesure da cementare; campanili slanciati verso l’alto, bar-saloon ad ogni angolo di strada; metro sfreccianti nel tuo sottosuolo, super jet nei tuoi cieli; la torre olimpica che ti sovrasta, nelle tue viscere tanti segreti. Lassù sulla montagna, preso dal luccichio delle tue luci, penso: “Montreal: odierna Babilonia, terra di mille volti e tante lingue, suolo di tutti e forse di nessuno, città cosmopolita e ricca di culture... pure quest’essere venne a cullare in te le sue speranze, cercando tra le tue zolle fortuna e nei tuoi contrasti esperanto e pace”

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Giuseppe Circelli (Montréal Canada)

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o di m pera enz mer ion ite e s vol pec e iale

I migliori anni I nostri migliori anni come foglie al vento sono volati via e con non pochi affanni, il passo incerto e lento ma ancora in piena autonomia ci apprestiamo a percorrere l’ultimo giro di pista della veneranda terza età dopo un’esistenza austera all’insegna della dignità. Ora che dovremmo trascorrere ameni giorni di serenità circondati dai familiari, constatiamo con dolore che noi vecchi siamo di peso. Per egoismo e disamore il vincolo di sangue nella famiglia s’è rappreso ed è diventato ghiaccio. Privi di affetto e attenzioni ci sentiamo emarginati e inutili e viviamo di labili ricordi. Soli, senza più alcun desio, rassegnati alla nostra sorte ma con immutata fede in Dio ad aspettare la Morte.

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Salvatore D’Aprano

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o di m pera enz mer ion ite e s vol pec e iale

Aspetterò il sole

Anna Maria Pedon

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Brilli o si adombri il sole, si riempian di colori o si vestan di gelo le aiuole, la valle sia un cantico o diventino grigie le colline, non chiudete i balconi. Il sole è sparito dietro le case ma non dal mio cuore. Attraverserò folti biondi campi non mi annoierò a seguir le farfalle, vedrò ancora gocce di rugiada scintillare gioiose su quel prato; aspetterò sempre il sole dorato.

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Versi

in

C ampo

Sezione che il premio Campodipietra per la Poesia riserva da quattro anni ai piccoli “scrittori in erba� per invogliarli alla conoscenza, al gusto e alla pratica della poesia.

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INDICE PREFAZIONE

del Prof. Giuseppe Cacchione

Prime tre classificate I MILLE VOLTI DEL SAHEL

di Floredana De Felicibus

pag. 8

LA TORRE DI BABELE

di Luciana Esposito

pag. 9

IO RESTO QUI

di Francesco Rizza

pag. 10

EPISTOLA PRIMA

di Pasquale Balestriere

pag. 12

LA MEGLIO GIOVENTU’ SUPPLEMENTI

di Egidio Belotti

pag. 13

IL MIO PRIMO BALLO CON TE

di M. Giovanna Bonaiuti

pag. 14

ALICE VA IN IRAQ

di Davide Rocco Colacrai

pag. 15

ATTESE, ILLUSIONI E PENSIERI… DI UN MENDICANTE di Carmelina Giancola

pag. 16

L’ASSURDO RIDE

di Tiziana Monari

pag. 17

DONI D’OTTOBRE

di Pietro Tafuro

pag. 18

MONTRÉAL

di Giuseppe Circelli

pag. 20

I MIGLIORI ANNI

di Salvatore D’Aprano

pag. 21

ASPETTERÒ IL SOLE

di Anna Maria Pedon

pag. 22

Menzioni Speciali

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Quarte ex aequo

Grazie all’amico Gianluca che con professionalità e ...tanta pazienza ha realizzato la stampa di questa antologia. Campobasso, 25 luglio 2016

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Campodipietra per la Poesia

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Ringraziamo gli amici dell’Associazione Molisana Produttori Olivicoli -A.M.P.O. per aver offerto ai premiati un omaggio “dell’oro verde” molisano.

Note legali di utilizzo: questa raccolta (composta da ventisette pagine esclusa la copertina) delle opere presentate alla quinta edizione del premio letterario CAMPODIPIETRA PER LA POESIA resta di esclusiva proprietà dell’associazione LA PIETRA RMIGE di Campodipietra (Cb) e quindi essa se ne riserva tutti i diritti.

Associazione

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Convento di Santa Maria delle Grazie


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