Piovese marz2014 n33

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del Piovese

Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 33 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

Economia Turismo antidoto alla crisi. Chi ci crede? pag.

Lavori pubblici Entro l’estate la messa in sicurezza di via Provinciale

La questione “Padre” e “madre” nella modulistica comunale

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EDITORIALE

Amministrative, lavoriin corso nei cinque comuni

Buon compleanno La Piazza! di valeria Marcato

A meno di due mesi dalle elezioni amministrative a Polverara non ci sono ancora i nomi ufficiali dei candidati alla poltrona di sindaco. pagg. 14, 19, 20, 22, 27

pensionato vince 500mila euro al gratta a e vinci

Codevigo. Vinto mezzo milione con un Gratta e Vinci da cinque euro. La dea bendata ha fatto capolino in paese regalando 500 mila euro a un pensionato che lunedì 17 marzo ha grattato un biglietto della serie Miliardario. pag. 24

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iove di Sacco dice sì alla cittadinanza civica ai bambini stranieri nati in Italia e residenti in città e fa il suo primo passo verso lo ius soli, ma non senza polemiche. La proposta della giunta del sindaco Davide Gianella, che porta la firma del Presidente del consiglio Giulio Rigato e del consigliere di maggioranza Laura Trovò, entrambi esponenti del Partito Democratico, è stata approvata dal consiglio comunale durante l’ultima seduta di marzo. Secondo i dati distribuiti dal Ministero

dell’Istruzione (che si riferiscono all’anno scolastico 2012/2013) in Italia gli alunni nati da genitori stranieri e iscritti alla scuola dell’obbligo sono 786.630 di cui il 47,2%, pari a più di 370.000 studenti, sono nati in Italia. Quanto a Piove di Sacco, i minori interessati dal provvedimento sono 426. “La mozione presenta un testo equilibrato – spiega Rigato - la cittadinanza civica, un riconoscimento simbolico, esige infatti che si compia da parte dei ragazzi un percorso di integrazione. Ringrazio il consi-

glio comunale per il coraggio dimostrato nel prendere posizione su un tema così delicato e importante, che riguarda da vicino oltre quattrocento bambini e ragazzi che risiedono nella nostra città”. “Durante la discussione – ha aggiunto il presidente del consiglio - è emerso come tutto il consiglio condividesse la necessità che il legislatore nazionale intervenga su questo tema, disciplinato da una legge sulla cittadinanza che risale al 1992”. pag. 8

L’Intervento

Job Acts, un tutt’uno con l’insieme delle riforme del Governo Renzi di Franco Scantamburlo*

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e novità introdotte dal Governo in materia di riforma di mercato del lavoro e ammortizzatori sociali, sono un banco di prova su cui si misurerà la credibilità del presidente del Consiglio Matteo Renzi. e Triest

*segretario dell’ Associazione Artigiani “Città della Riviera del Brenta” V.le

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Cittadinanza civica ai bimbi stranieri nati in Italia

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anni. Un traguardo raggiunto, una scommessa vinta, una soddisfazione per tutti noi. Ma anche un punto di partenza e di crescita ulteriore. 20 anni fa La Piazza nacque grazie all’intraprendenza ed alla caparbietà del fondatore, Giuseppe Bergantin, e da allora ad oggi La Piazza ogni mese dell’anno di questi 20 anni è nelle case di voi lettori delle nostre 14 edizioni venete. Da 20 anni La Piazza vi racconta il vostro territorio, approfondisce temi di estrema importanza per la vostra vita quotidiana, rimane sempre fedele al motivo per cui è nata: portare l’informazione locale anche dove i “grandi” giornali non arrivano, colmare quel vuoto di informazione che da sempre esiste nelle provincie venete. Ma nel frattempo anche La Piazza è diventata “grande”, di età ma anche di quantità. Oltre 250.000 famiglie ogni mese ricevono il nostro giornale nelle loro case, oltre 350 attività commerciali ogni mese rinnovano la loro fiducia in noi, scegliendo La Piazza come strumento di comunicazione pubblicitaria e che ringrazio di cuore per averci sempre dato fiducia; più di 1.200 articoli ogni mese vengono redatti dagli oltre 150 collaboratori che da tutto il Veneto seguono per noi le notizie dei circa 100 comuni raggiunti dalle 14 edizioni de La Piazza. continua a pag. 3

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EDITORIALE

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Buon compleanno La Piazza!

Eventi scientifici all’Expo 2015

il rettore zaccaria nel coordinamento

Il rettore dell’Università di Padova Giuseppe Zaccaria, con il Rettore dell’Università Statale di Milano Gianluca Vago, ha ricevuto nelle scorse settimane la delega da parte del Crui (Conferenza dei rettori delle Università Italiane) per il coordinamento degli eventi scientifici della Conferenza durante l’Expo programmato per il 2015. Tale compito andrà a realizzare gli eventi di stampo internazionale programmati dalla Conferenza che andranno a dare visibilità e lustro alla formazione scientifica italiana durante l’evento di portata mondiale che si terrà a Milano il prossimo anno. Un incarico prestigioso per il rettore padovano.

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Questo è oggi il giornale La Piazza e da qui partiamo per costruire il suo futuro. Nel 1994 c’era ancora la lira, il telefono fisso e le lettere erano gli strumenti di comunicazione più diffusi. In questi 20 anni tutto si è evoluto, soprattutto la comunicazione e l’informazione. Anche La Piazza si è evoluta negli anni, qualitativamente e tecnologicamente, ma per il suo ventesimo compleanno e per il suo futuro vuole farlo ancora di più, puntando maggiormente sulla velocità e sulla capacità di interazione del web e dei social network. Siamo convinti che il nostro format attuale sia il più apprezzato e non intendiamo cambiarlo, ma crediamo nei tanti lettori che preferiscono l’informazione veloce e sempre a disposizione, data da internet e dalle sue tante applicazioni. A breve nascerà sul web La Piazza 2.0, più ricca di informazione e soprattutto fruibile in ogni istante e da ogni dove. Sarà una vera e propria piazza virtuale, proprio come la piazza nella quale condividiamo la nostra vita sociale e politica nei nostri comuni. Sarà un luogo di aggregazione, di approfondimento rispetto all’edizione cartacea, di commento e confronto. Ancora più a breve le edizioni cartacee de La Piazza saranno scaricabili e sfogliabili anche attraverso una moderna App, dalla quale anche poter interagire, con le vostre segnalazioni dal territorio e con quelli che secondo voi dovrebbero essere argomenti da approfondire. Tanti modi per rimanere informati con La Piazza dunque, senza tuttavia modificare la nostra peculiarità, la nostra forza, il motivo per cui in tantissimi ci leggete e ci apprezzate, il nostro modo di fare informazione locale. di Valeria Marcato

Devoluti alla Città della Speranza

volontari in corsia ecco 50 mila euro

La consigliera regionale padovana della Lega Nord Arianna Lazzarini esprime soddisfazione per lo stanziamento, nella legge finanziaria regionale 2014, di 50.000 euro a favore della Fondazione Città della Speranza, allo scopo di realizzare il progetto V.I.C. (Volontari in Corsia) destinato a 30 giovani che saranno adeguatamente formati. Progetto di Forema Padova

disabili e lavoro ricollocato l’82%

Accompagnamento personalizzato, tirocinio in azienda, una formazione professionalizzante modellata sui fabbisogni concreti delle imprese: sono gli elementi che hanno contribuito al successo dei progetti di inserimento lavorativo di persone con disabilità, disoccupate o inoccupate, promossi da Confindustria Padova attraverso Fòrema, in collaborazione con la Provincia di Padova. Con un tasso di successo dell’82%: su 52 persone finora coinvolte (il 52% over 40), 43 sono già state assunte.

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Questa edizione raggiunge le zone di Piove di Sacco, Legnaro, Sant’Angelo di Piove, Arzergrande, Brugine, Codevigo, Pontelongo, Polverara per un numero complessivo di 16.614 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752 Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

REDAZIONE:

Direttore responsabile

Mauro Gambin direttore@lapiazzaweb.it Ornella Jovane o.jovane@lapiazzaweb.it Chiuso in redazione il 27 marzo 2014 Centro Stampa: Rotopress International Loreto, via breccia (An)

Si svolgerà il prossimo 18 maggio presso il Centro di Formazione professionale “Fondazione Cavanis” di Chioggia l’annuale “Festa della famiglia” che in questa edizione si arricchisce di un significato particolare dal momento che si celebrano i 60 anni di presenza dei Padri Cavanis a Chioggia e della fondazione della scuola. L’evento ha ottenuto il Patrocinio del Comune di Chioggia. La festa avrà inizio alle ore 18 e proseguirà fino alle 22 circa. Il programma prevede alle 18 la Santa messa in Cattedrale aperta a tutta la cittadinanza, alle 19 la visita ai laboratori dell’Istituto, alle 20 si procederà con le premiazioni degli allievi più meritevoli e il saluto delle autorità. La conclusione della serata è affidata al Gruppo Artistico Cavanis che presenterà, con inizio alle 21, il proprio spettacolo. Durante l’evento sarà disponibile un punto ristoro all’interno dell’Istituto.

aps - busitalia rinviata la fusione

Enti locali

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La cooperativa il Germoglio compie 25 anni

cultura locale

Il 18 maggio c’è la “festa della famiglia”

Dopo le elezioni di maggio

Provincia

Chioggia

Istituto Cavanis di Chioggia

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Con l’approvazione del Ddl Delrio, addio alle Province

ambiente Patto dei sindaci non decolla, ora arriva un aiuto dalla Provincia

cultura e goliardia Duecento anni di storia con i papiri di laurea

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Il consiglio comunale di Padova ha deciso di rinviare a dopo le elezioni del prossimo 25 maggio la decisione sulla fusione tra ApsHolding, azienda di trasporto locale urbano, e BusItalia, l’azienda di Ferrovie dello Stato che fornisce il servizio di trasporto extraurbano nelle province di Padova e Rovigo.La conseguenza di questo slittamento sarà il dimezzamento della quota proposta nella newco, dove Padova passerà dal 44% proposto in caso di votazione entro il 30 aprile, ad un probabile 20%. “Un danno economico per la città - ha detto il sindaco reggente - e un danno per i lavoratori”.


I nostri vent’anni Aprile 1994 - Aprile 2014

Compleanni Era l’aprile 1994 quando il primo numero de La Piazza è stato distribuito ai lettori. Nato da un’idea di Giuseppe Bergantin, da vent’anni è il giornale che si occupa dell’informazione locale e dell’approfondimento. Tagliato l’importante traguardo la testata si appresta a vivere una nuova stagione editoriale

Da 20 anni, dentro al Da “quattro amici al bar” a un’azie gente.

di Giuseppe Bergantin

Q

uesta storia potrebbe cominciare come le prime note di una celebre canzone di Gino Paoli, “Quattro amici al Bar”. Il bar in questione era un bar di

Cavarzere, la città da dove è partito tutto questo, si chiamava Bar Lincetto, ed era il ritrovo mio e dei miei amici dopo il lavoro. I discorsi di quegli anni non erano tanto diversi da quelli dei giovani di oggi, “qui non succede mai niente”, “non c’è alcuna possibilità”, “questa citta è morta”… e via così. Questo tipo di approccio alla vita mi ha sempre dato sui nervi, ora come allora, ed è da questa semplice repulsione che è nata la nostra avventura. Un giornale che finalmente raccontasse le nostre comunità dal basso e che arrivasse a tutti gratuitamente e permettesse così di partecipare alla vita della propria città. La sfida folle fu quella di proporre un

giornale che arrivasse a casa di tutte le famiglie in territori considerati, per dirla elegantemente, poco interessanti dai giornali e dalle tv locali di quei tempi. Tra quegli amici del Bar Lincetto, ne trovai uno, Mauro Badiale, oggi brillante dirigente, che condivise con me questa pazzia, lui scriveva e io trovavo la pubblicità. Partì così questa avventura. Questi vent’anni sono stati costellati da grandi successi e cocenti difficoltà, ho conosciuto gente straordinaria come Elisa Conselvan, la prima collaboratrice della Piazza, tuttora con noi, Nicola Ballerin, Cristian Binato e Alessandro Zanierato, talenti unici che hanno contribuito in ma-

niera determinante al progetto, giornalisti come Irene Lissandrin e Ornella Jovane che hanno curato lo sviluppo nazionale del progetto e ho avuto la fortuna di incontrare Valeria Marcato che, come nel tipico sogno americano, è arrivata come una giovanissima venditrice desiderosa di imparare ed è diventata, dopo 15 anni, proprietaria di questa meravigliosa testata. In tanti anni ho conosciuto e cercato di insegnare il lavoro a centinaia di giovani, fare il lavoro che ti appassiona non ha prezzo… ricordatevelo sempre. Vorrei chiudere ricordando il motto di Steve Jobs, “siate folli, siate sempre affamati”.

La piazza di Cavarzere

20 anni fa, in quel bar, questo ha fatto la differenza. Tanti auguri La Piazza!

I dIrettorI responsabIlI che sI sono avvIcendatI In vent’annI dal 1994 al 2003

P

ietro Conforto Pavarin guidò la Piazza dagli albori fino al 2003. Scrittore e pubblicista fu tra i primi a credere in questo progetto. articolo beppe

dal 2003 al 2009 Irene lissandrin

Q

uanti ricordi... la mia prima intervista da collaboratore a Massimo Barbujani, commerciante di Adria, sempre con qualcosa da dire. La prima coordinazione di edizione: Adria, che è diventata poi la mia città per quattro anni. La chiamata di Padova, il lavoro di direzione dalla redazione di corso Stati Uniti. Sette anni, dal 2002 al 2009, per uscire dal Veneto e aprire otto edizioni a Roma, nove nel ferrarese, nove a Bologna, cinque a Firenze, dieci a Torino, nove a Milano. Quanto lavoro, quanti collaboratori, che gioie e sofferenze per dirigere un gruppo arrivato a distribuire oltre 1 milione e mezzo di copie al mese. E per tutto questo la mia immutata stima e riconoscenza per l’incredibile occasione vissuta grazie al “mio” editore Giuseppe Bergantin.

dal 2009 al 2010 Germana Urbani

L

a Piazza compie 20 anni in un momento storico molto particolare. L’informazione oggi è globale e raggiunge un lettore in ogni luogo e momento della giornata. Grazie alle nuove tecnologie in molti hanno smesso di recarsi all’edicola e guardare i telegiornali: basta accendere il telefono un attimo, digitare una parola e la notizia che si stava cercando appare. Tutto sembra più semplice e godibile, eppure è così solo in apparenza. Di tutto ciò che “consumiamo in rete” rimane pochissimo dentro di noi. La Piazza, invece, è un’altra cosa. Viene a trovarti a casa, parla del tuo paese, della gente che conosci e resta per un buon caffè. La Piazza è di famiglia. Così è stato per me quando sono stata direttore: mi sentivo in famiglia e di famiglia. E la famiglia erano tutti i cittadini dei paesi veneti e dei quartieri delle città italiane di cui raccontavamo mese dopo mese. E credo che proprio in questo stia il segreto di questo free press e la sua grande potenzialità: non cercare di raccontare il mondo intero minuto per minuto. Ma raccontare col gusto dell’approfondimento ciò che accade a casa nostra. Personalmente sono stata fiera di firmare questa testata e di riceverla a casa mia.

dal 2010 al 2014, Mauro Gambin

M

i ricordo che un giorno Germana Urbani tirò fuori dalla borsetta una copia del giornale La Piazza. “Ecco - disse questo è il giornale che fa al caso nostro, perché è un giornale dedicato al locale. Potremmo cercare di aprire un’edizione nel Montagnanese. Che dite?”. La domanda era rivolta a me e a Guglielmo Frezza, oggi direttore della Difesa del Popolo. Ci convinse, a dire il vero non ci volle molto, perché al tempo cercavamo di fare i giornalisti ma soprattutto cercavamo di essere utili al nostro territorio. Del Montagnanese non si occupava nessuno, qualche riga di tanto in tanto nei quotidiani locali, prevalentemente incidenti stradali, nonni centenari, qualche sagra paesana, niente altro. Cercavamo invece qualcosa in più: pagine da poter dedicare alle tante persone che in questo fazzoletto di terra lavoravano duramente, volevamo parlare dei nostri sindaci, delle associazioni che con poche risorse erano in grado di fare cose straordinarie, degli artigiani e delle difficoltà che già incontravano al tempo. Nacque così La Piazza del Montagnanese ed ebbe esordio anche la mia carriera giornalistica. Scrivere della mia gente, del posto in cui sono nato e cresciuto mi parve un privilegio. Dopo quasi 10 anni sono ancora qui.


Aprile 1994 - Aprile 2014

La Piazza oggi

l territorio nel

enda che da 20 anni fa informazione Vent’anni di informazione

E’ cambiato come si scrive una notizia e come la si riceve di Mauro Gambin

1994

OGGI

Negli ultimi vent’anni l’informazione è cambiata più di quanto non lo abbia fatto negli ultimi cent’anni. Pur senza scomodare Gutemberg, pare semplice constatare che dal ’94 il modo di comunicare le notizie e di riceverle è cambiato in modo profondo. Vent’anni fa Internet non era ancora così diffuso e dalla redazione, per un’intervista telefonica o per fissare un appuntamento, si usava il telefono fisso. Le foto si scattavano con la macchina fotografica. Tutto qui: esisteva il lavoro quotidiano di approvvigionamento delle notizie, una tastiera con cui trasformarle in articoli e la carta che le avrebbe portate a destinazione. Oggi mail, blog, facebook, twitter sono un proliferare di informazioni, basta accendere il computer per essere investiti da una valanga di messaggi tra i più disparati: dall’invettiva contro l’ennesimo scandalo, che ha come protagonista la politica, al fatto di sangue accaduto in Polinesia, dalle rubriche su come voler bene agli animali esotici, alla dieta a base di seitan, fino alla cura del giardino zen. Le nuove tecnologie stanno imponendo dei mutamenti radicali. Oggi il me-

stiere del giornalista più che con il verbo “scrivere” fa i conti con il verbo “cliccare”, sulla tastiera, con l’acronimo www, dietro al quale si apre un mondo nuovo on line: giornalismo on-line, ufficio stampa on-line quasi ogni cosa che attinente al sapere è on-line tanto che viene messo in dubbio il futuro della carta. Bene per gli alberi, ma che dire di come cambierà il modo di percepire il mondo là fuori? Quanto deve essere vicina una notizia per ritenere che ci riguardi? E quante notizie è necessario ricevere ogni giorno per consideraci informati? Qui a “La Piazza” ce lo siamo chiesti convenendo che se da un lato il progresso tecnologico ha permesso di comunicare di più, fornendo più mezzi e più opportunità per mettersi in contatto con altre persone, ha creato però anche una situazione in cui le comunicazioni sono sempre più a distanza e sempre più silenziose. Per quanto ci riguarda, pur non avendo nulla contro le nuove tecnologie che anzi implementeremo, continueremo ad occuparci del locale, dell’approfondimento perché siamo convinti che la gente veramente informata viva meglio.

Con i suoi vent’anni di storia, di notizie e di pubblicità, La Piazza oggi è presente in circa 100 comuni delle provincie di Venezia, Padova e Rovigo. La redazione e la sede centrale sono da poco nella nuova sede di Via Lisbona 10, a Padova, da dove si realizzano ogni mese le 14 edizioni distinte del giornale. La preparazione di ogni uscita coinvolge centinaia di persone, che, con passione e dedizione, ogni giorno lavorano al massimo affinché il giornale risulti interessante e piacevole da leggere, ben confezionato, con pubblicità accattivanti e del territorio, puntuale nelle case delle famiglie dei comuni raggiunti. Il giornale che ogni mese trovate nella cassetta della posta è il risultato sinergico dell’impegno di tantissime professionalità: giornalisti, corrispondenti, commerciali, grafici, amministrativi, marketing, telemarketing, distributori, supervisori, stampatori e confezionatori. Tutti, interni o esterni, contribuiscono quotidianamente ad ognuna delle oltre 250.000 copie de La Piazza. Come ogni azienda, Give Emotions, società editrice de La Piazza, è fatta di persone, tutte coinvolte ed appassionate al proprio lavoro. Per questo La Piazza oggi sono tutti loro, una squadra, una famiglia. E per questo ci tengo a ringraziare tutti loro, per l’impegno, la fiducia e anche per i sacrifici che, come in ogni famiglia, anche nella nostra si sono fatti e si faranno. Ci tengo a ringraziare uno ad uno tutti… perché senza di voi La Piazza sarebbe “solo” un giornale. Grazie a Giuseppe Bergantin, fondatore e colonna portante del giornale, per la sua grinta e la sua determinazione. Grazie a Mauro Gambin, direttore responsabile, e a Ornella Jovane, redattore capo, che ogni mese, assieme a Nicola Stievano, Alessandro Abbadir e Germana Urbani, coordinatori, tutti i giorni tessono le fila di ogni articolo e di ogni notizia. Grazie alla rete commerciale e quindi a Carmen Turatti, Gabriele Bullo, Gianni Patella, Leonardo Crema, Marco Lanza, Alessandro Rigato e Giulia Dal Degan: senza di loro e dei loro tanti clienti La Piazza non prenderebbe forma. Grazie a Monica Motta, Giada Manfron, Elisa Conselvan e Chiara Colò, che ogni giorno gestiscono il reparto amministrativo con responsabilità e senza mai far mancare un sorriso. Grazie a Manola Rado, Katia Zanuso e a Massimo Mattiello, che impaginano ogni articolo e che realizzano e gestiscono ogni bozzetto pubblicitario pubblicato su La Piazza, trovando sempre soluzioni e gestendo sempre al meglio le inevitabili emergenze. Grazie a Fabio Vallese che ogni mese lotta contro il tempo e contro i kilometri per seguire la produzione. Grazie ai corrispondenti Cristiano Aggio, Giovanna Bellemo, Silvia Boscaro, Marta Boscolo, Sara Boscolo, Maria Brocca Vesna, Elisa Cacciatori, Martina Celegato, Alessandro Cesarato, Nicola Cesaro, Alain Chivilò, Filippo De Gaspari, Francesca De Luca, Mattia De Poli, Eugenio Ferrarese, Denise Formigaro, Roberta Giacomella, Manuel Glauco Matetich, Massimiliano Granato, Susanne Humplestetter, Cristina Lazzarin, Renato Malaman, Martina Maniero, Roberto Marangoni, Nicoletta Masetto, Emanuele Masiero, Laura Organte, Alessandro Orlandin, Roberta Pasqualetto, Giacomo Piran, Alessandro Ragazzo, Melania Ruggini, Nicola Ruzza, Lino Segantin, Nicla Sguotti, Nicol Stefani Veronioca, Francesco Sturaro, Paola Teson, Silvia Tessari, Miriam Vianello, Lorenzo Zoli che ogni mese ci rappresentano nel territorio. Grazie a Rotopress, Jolly Rogers e a Tecnopak, società che insieme e da tanti anni trasformano in prodotto finito il lavoro quotidiano di tutti noi. Grazie anche a tutti i consulenti e gli studi professionali che ci seguono e che fanno parte della nostra grande famiglia. E grazie alle tantissime attività commerciali e aziende che ogni mese scelgono La Piazza per la loro pubblicità, senza il loro prezioso contributo nulla di ciò sarebbe possibile. Grazie di cuore a tutti, La Piazza oggi siete voi!

cuore della

di Valeria Marcato


4 Argomento del mese I DATI 2013 Il Veneto è la prima regione italiana per presenze turistiche. Ci sono stati 61 milioni e 533.281 pernottamenti registrati, di fatto un – 1,3%; in numeri assoluti, rispetto all’anno precedente. In termini assoluti però i turisti sono aumentati sono 15.984.972 quelli che, dal resto d’Italia e da tutto il mondo hanno scelto la nostra regione

Turismo in Veneto: aumentano

di Alessandro Abbadir

Calano le prenotazioni negli alberghi da 1-2 stelle, mentre aumentano in quelli da 4 e 5 stelle

L’Anci Veneto: puntare sempre più sul turismo culturale, valorizzando il patrimonio delle ville

T

urismo in Veneto, i numeri sono davvero importanti e danno la dimensione di un settore che se potenziato e razionalizzato, può contribuire davvero ad uscire dal tunnel della crisi la nostra regione. Il settore nel 2013 ha risentito di una piccola diminuzione in termini di pernottamenti, ma in termini di presenze fisiche i turisti sono aumentati. Ma vediamo le cifre. Il Veneto è la prima regione italiana per presenze turistiche. In termini assoluti nel 2013 i turisti sono aumentati: sono 15.984.972. C’è stata una crescita dell’1,1 per cento rispetto al 2012. Sono stati invece 61 milioni e 533.281 pernottamenti registrati nelle strutture ricettive, di fatto un – 1,3%; in numeri assoluti, rispetto all’anno precedente. Cioè ci sono più turisti ma pernottano di meno e si trattengono meno giorni sul territorio. Calano gli italiani ma la loro assenza è compensata da un +2,4 per cento dei turisti stranieri, che ormai rappresentano oltre il 65,5 per cento di quelli che giungono nel Veneto. Fra gli stranieri la quota di gran lunga più alta è quella dei turisti di lingua tedesca, con la Germania che porta 2.355.590 visitatori e l’ Austria con 746.93. I turisti stranieri di lingua tedesca, rappresentano in termini di arrivi, un quinto del totale, e quasi il 30 per cento di tutti gli ospiti stranieri. Ma non ci sono solo loro. La Cina si colloca al 5° posto, con

nelle province di vicenzA belluno e treviso

Grande Guerra, itinerari per ricordare il centenario

I

l ricordo dei luoghi della Grande Guerra come meta turistica. Il tutto per farne un’occasione di rivisitazione in nome della pace, della fratellanza e dell’ospitalità dei luoghi dove si fronteggiarono gli eserciti contrapposti: Dolomiti, Altopiano di Asiago, Monte Grappa, fiume Piave. Nel territorio del Veneto persero la vita nella guerra contro l’Austria (1915-18) i soldati di 23 nazionalità diverse. Sull’altopiano di Asiago vi sono testimonianze di soldati provenienti addirittura dal Ghana. L’Italia entrò in guerra un anno dopo le potenze europee e cioè il 24 maggio 1915. Per essere pronti nel migliore dei modi all’anniversario verrà realizzato, finanziato dalla Regione un corso di specializzazione, per un totale di 45 posti disponibili, rivolto ai possessori dell’abilitazione professionale di Guida turistica, Accompagnatore turistico, Guida naturalistico – ambientale o Guida alpina, con registrazione nell’albo delle province di Belluno, Treviso e Vicenza. L’iniziativa è promossa dalla Associazione Temporanea di Scopo “Grande Guerra” (composta dai Consorzi di Promozione Turistica di Asiago, Marca Treviso, Belle Dolomiti e Vicenza ) nell’ambito del progetto regionale “Itinerari della Grande Guerra – Un Viaggio nella Storia”. L’organizzazione è affidata alla Fondazione Centro Produttività Veneto (CPV) di Vicenza. Info: www.cpv.org Insomma chi vorrà visitare i luoghi della Grande Guerra troverà personale preparato a dare spiegazioni davvero dettagliate.

539.373 turisti, e la Russia al 9 posto, con 315.401. Ci sono poi ovviamente arrivi da Francia, Regno Unito e Stati Uniti nella top ten. Ancora più significativa la diminuzione degli italiani in termini di pernottamenti (– 6%), dove la crescita dell’1,2 per cento dei pernottamenti stranieri non compensa la perdita complessiva. L’assessore al turismo della Regione Veneto Marino Finozzi è però soddisfatto. “Il Veneto - afferma Finozzi - conferma il suo appeal turistico per gli ospiti provenienti dall’estero, e il suo primato nell’economia italiana dell’ospitalità, arrivando ad oltre un sesto delle presenze nazionali. Serve una vera politica turistica nazionale cambiando la politica fiscale ed eliminando la burocrazia, in modo da aumentare la concorrenzialità e la redditualità delle nostre imprese turistiche”. Ma andiamo nel dettaglio delle tipologie di turismo della nostra regione. Le presenze nelle spiagge hanno subito un calo, attribuibile anche al maltempo che ha investito il Veneto fino a tutto giugno 2013: -2,8 per cento sia negli arrivi sia nelle presenze. Ottimo invece il risultato delle città d’arte che fa un +3,2% degli arrivi e +2,3% delle presenze. Ciò conferma il crescente l’appeal delle mete culturali. Anche le località termali, dopo anni di stasi e qualche declino, hanno avuto un +2,5% degli arrivi e la stabilità delle presenze. Al lago e in montagna si nota

invece una stabilità degli arrivi (rispettivamente +0,1% e -0,4%), ma una riduzione delle presenze (per il 2014 ci si aspetta invece il boom, viste le nevicate di quest’anno). In giro per turismo però ci va sempre più chi ha soldi. Pesante il calo negli alberghi a 1 e 2 stelle che piombano ad un -7,8 per cento. C’è per la prima volta un calo delle presenze in quelli a 3 stelle: -1,7. Crescono invece i 4 stelle (+ 3,6 per cento) e quelli a 5 stelle e di lusso (+2,8 per cento). Ottima performance dell’agriturismo +8,5%. L’associazione dei comuni, Anci Veneto, chiede di valorizzare di più il turismo nelle città d’arte. “Il comprensorio città d’arte in Veneto - ricorda l’Anci- genera circa 8,5 milioni di arrivi (circa 50% del totale regionale) e 18,3 milioni di presenze cioè circa 30% del totale regionale”. “I dati emersi – ha spiegato Marco Boscolo Meo, responsabile FAI in un occasione di un convegno a Torreglia(Pd) organizzato da Anci - hanno dimostrato in maniera che la cultura non solo rappresenta l’elemento necessario ad ogni individuo per la propria crescita personale, ma assieme al turismo di qualità, può costituire uno dei punti strategici e un fattore trainante di rilancio per gran parte dell’economia italiana e soprattutto della nostra regione”.


Argomento del mese 5 Padova Fiere e Longarone fiere

o gli stranieri, calano gli italiani A settembre la quinta edizione del World Heritage Tourism Expo

Da Assisi a Padova il Salone del turismo dei siti Unesco di Nicola Stievano

U

spalla pag 5 per padova

n filo rosso lega Padova ad Assisi, città unite dal genio di Giotto e dalla secolare presenza dei Francescani. Ora c’è un aspetto in più che rinsalda il legame già stretto fra le due città. E’ il World Heritage Tourism Expo, il Salone dedicato alla promozione e valorizzazione dei siti patrimonio dell’Umanità che per la quinta edizione si sposta dalla città umbra a quella del Santo. L’esposizione si terrà nella prestigiosa cornice del Palazzo della Ragione, dal 19 al 21 settembre prossimi, con l’obiettivo di dare massima visibilità agli espositori. Per Ivo Rossi, Vice Sindaco reggente della città di Padova: “Questo è un evento che rafforza il legame tra Assisi e Padova, gemellate grazie alle mani creative di Giotto e all’umanesimo francescano”. Il format non cambia: spazi espositivi aperti al pubblico con ingresso libero, convegni di approfondimento, momenti di animazione, incontri riservati agli operatori e alla stampa di settore. Già si registrano novità in termini di presenze tra gli espositori e gli operatori che si presenteranno al WTE, ma è ancora riserbo da parte degli organizzatori, che, comunque, intendono superare i numeri dell’edizione 2013, quando sono stati oltre 150 i tour operator e i buyer turistici accreditati all’Expo, provenienti da Italia, Francia, Gran Bretagna, Nord Europa, Canada, Stati Uniti, Giappone e 90 i siti Unesco presenti, tra cui, oltre ai tanti italiani, quelli di Giordania, Croazia, Malta. Per Claudio Ricci, Sindaco di Assisi e Presidente di Associazione Città e Siti italiani Patrimonio dell’UNESCO, “Il WTE si propone di creare un punto di incontro tra il mondo della cultura e quello dell’economia, con l’obiettivo di favorire la commercializzazione di prodotti turistici riguardanti i luoghi Unesco. Un dato interessante è che se il turismo mondo cresce del 5% quello italiano cala del 4.6%. Anche di questo si parlerà durante il WTE”. In contemporanea si svolgeranno anche le Giornate della Dieta Mediterranea, a Padova Fiere in concomitanza con Expobici, con presenze da Spagna, Grecia, Marocco e, da quest’anno pure Cipro, Croazia e Portogallo.

Strategie verso Expo 2015

Alleanza tra Fiere per vincere all’estero A

lleanza fra Padova e Belluno per dare un calcio alla crisi, allargare gli orizzonti oltre confine e promuovere le eccellenze agroalimentari del territorio e le potenzialità dell’indotto con migliaia di aziende coinvolte. Padova Fiere e Longarone Fiere gettano le basi per un rapporto all’insegna della reciproca collaborazione, orientato alla promozione internazionale. Del resto i due poli fieristici sono più vicini di quel che si pensi e posti in due punti nevralgici per il flussi turistico - commerciali che solcano il Veneto. Poco più di un centinaio di chilometri e un’ora di autostrada separano le due Fiere venete che il prossimo autunno proporranno due eventi in contemporanea. Dal 30 novembre al 3 dicembre Padova ospiterà “Tecno & Food”, il Salone internazionale professionale per Bar Alberghi Ristoranti, attrezzature alberghiere, prodotti alimentari e tecnologie, mentre a Longarone ci sarà la “Mostra Internazionale del Gelato Artigianale”, arrivata all’edizione numero 55. Due manifestazioni con più di 40 mila visitatori nei quattro giorni di apertura che non saranno in competizione ma in sinergia. “La vediamo come un’opportunità per la nostra regione - spiega Ferruccio Macola, presidente di Padova Fiere - attraverso una proposta di tematica unitaria che si articola in due Quartieri espositivi collegati tra loro, e non divisi, da un territorio che fa dei prodotti tipici dell’agro-alimentare uno dei punti di forza sia sul piano della produzione che su quello dell’attrattività turistica. Vogliamo sviluppare una strategia di integrazione che crea realmente sistema tra due players fieristici della regione, anche in vista della creazione di una cabina di regia veneta per ottimizzare le risorse. Ci possiamo difendere dalla concorrenza e imporre all’estero solo se leghiamo i nostri prodotti di eccellenza al territorio”. La collaborazione continuerà anche con le iniziative di promozione in vista dell’Expo di Milano. Una delle intenzioni delle società fieristiche infatti è quella di organizzare dei press tours per i giornalisti esteri che saranno in visita alle manifestazioni, portandoli a conoscere le risorse del turismo enogastronomico della parte orientale del Veneto con l’obiettivo di generare opportunità di visibilità internazionale che potrà avere positive ricadute in relazione al turismo atteso in Italia nel 2015 in occasione dell’Expo di Milano. L’assessore regionale alla promozione a al commercio estero Marino Finozzi ha tenuto a battesimo l’accordo: “da anni sostengo che la sinergia fra gli enti fieristici sia non solo la strategia vincente per superare la crisi, ma soprattutto la maniera più efficiente e razionale di presentare al meglio il sistema veneto, caratterizzato da eccellenze di primordine in molti settori, dall’agroalimentare, al turismo, alla produzione, senza dimenticare il manifatturiero che tanto ci fa apprezzare nel mondo. Per questo accolgo con grande piacere la joint venture fra la Fiera di Padova e Longarone Fiere, sperando che sia solo il primo step di un futuro sistema fieristico veneto”. Il percorso di internazionalizzazione avviato da PadovaFiere continua con la collaborazione tra Tecno&Food e Smarhrt, Salone dell’alimentazione e della ristorazione di Toulouse, la Città Rosa che ha visto cuochi, pasticceri, panettieri sfidarsi a suon di forchetta durante i 20 concorsi nazionali che si sono tenuti durante il Salone. L’obbiettivo dell’accordo è quello di ospitare a Padova,durante Tecno&Food, i vincitori dei concorsi e una collettiva di aziende di riferimento del settore. Nicola Stievano


6 Piove di Sacco Economia L’inaugurazione di CrazyLab: uffici, strumenti e consulenze per start-up

A Piove di Sacco prende il via l’incubatore per nuove imprese di Ornella Jovane

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na nuova avventura economica e imprenditoriale nasce a S. Anna di Piove di Sacco, e, sorprendentemente, già suscita interesse anche a livello internazionale per la straordinaria peculiarità di prendere vita alle spalle di Venezia, anello di congiunzione col mondo, e di offrire condizioni decisamente favorevoli rispetto ad analoghe realtà in altri Paesi. Sono le chances della globalizzazione per chi sa porsi sul mercato in maniera innovativa e consapevole. Nasce quindi sotto una buona stella CrazyLab, il laboratorio di coworking-rete di aziende, un po’ matto e un po’ visionario, che raccoglie già al suo interno una decina di imprese e 15 addetti e che nutre la convinta ambizione di crescere, con l’incremento del numero di adesioni, nel suo percorso appena iniziato. Tecnicamente si chiama incubatore d’imprese e l’esperienza in sé rappresenta per il nostro Paese una novità. Si tratta di un pool di soggetti che si prende cura, per farli crescere e camminare con le proprie gambe, dei progetti che sono nella fase embrionale (le start up), offrendo a quei giovani che hanno un’idea imprenditoriale, e tanta voglia di realizzarla, consulenza, spazi e strumenti

Il taglio del nastro. Da sx Leonardo Toson, Luca Carnio, Paolo Bordin e Davide Gianella adeguati a canoni agevolati. “In piena crisi economica e nonostante le difficoltà incontrate in questo anno di lavoro per concretizzare il CrazyLab - ha commentato l’ideatore, l’imprenditore Paolo Bordin - siamo riusciti nell’impresa: ci sono già 15 persone che da subito lavoreranno per far decollare il loro progetto imprenditoriale”. Bordin ha quindi voluto ringraziare chi ha creduto nella sua idea ed ha contribuito a farla diventare una bella realtà: il Comune di Piove di Sacco, la Provincia di Padova e la Banca di credito cooperativo. Non ultimo Elio Zago, proprietario dell’immobile, che ha messo a disposizione la sede, in viale Petrarca 31, a prezzo “simbolico”. “Niente sarà più come prima della crisi - ha commentato il sindaco di Piove Davide Gianella - che dal punto di vista economico ha fatto più danni della seconda guerra mondia-

le. Di fronte alla realtà attuale non possiamo porci verso il futuro con gli strumenti di ieri, occorre osare di più”. Il primo cittadino ha sottolineato dunque la portata innovativa del progetto che rappresenta una scommessa di futuro, ispirata da una buona dose di follia creativa ma che poggia sulle robuste spalle di solidi attori del territorio. “Chi porta un’idea in questo “pazzo” laboratorio e ci lavora per farla decollare, - ha osservato Gianella -, oltre che sul proprio futuro, scommette sul destino di questa città”. Fortemente allusiva anche la scelta della collocazione del CrazyLab nell’ex centro direzionale della Bcc. “Dopo un periodo di inattività del contenitore non ci può essere migliore continuità - ha commentato il presidente della Bcc Leonardo Toson - con quello che è stato fatto a suo tempo. Quello che vediamo oggi è il

risultato di una comunità che vuole spendersi con energia per crescere e svilupparsi”. Ad incoraggiare i primi passi del CrazyLab anche il consigliere provinciale Alberto Canova, in rappresentanza della Provincia di Padova, e la neo presidente di Confindustria Saccisica Chiara Rossetto che ha avuto parole di elogio per il progetto. “L’impegno sarà quello di creare sinergie – ha detto il giovane direttore di Crazylab Matteo Beltramin, già in possesso di notevole esperienza sul campo maturata all’estero - in un’ecosistema (finanziamenti, partner e amministrazione) idoneo a far crescere le imprese. All’estero realtà come queste funzionano bene. In Italia sono ancora poche. Possiamo essere un polo d’attrazione anche per investimenti stranieri perché ci poniamo sul mercato a prezzi competitivi”. Un interesse che del resto è già stato manifestato da Deskmag, il più prestigioso magazine di coworking, che ha dato la propria partnership al CrazyLab. Opportunità: in una parola la chiave di lettura che l’assessore alle Attività produttive di Piove di Sacco Luca Carnio ha proposto nel suo intervento. “CrazyLab offre opportunità come luogo di elaborazione di dee, come rete di iniziative, come occasione per mettere in gioco se stes-

si” ha detto Carnio lodando questo progetto che “offre opportunità di lavoro e speranza, consentendo di rafforzare e far crescere nel tempo idee imprenditoriali, creando lavoro e nuove imprese”. L’assessore ha apprezzato l’iniziativa che nasce in una fase storica in cui il dramma della mancanza di lavoro è una triste realtà anche in Veneto. “Nella nostra regione la disoccupazione tocca la soglia del 7%, un dato mai visto negli ultimi 30 anni”. Di fronte ad un quadro tanto desolante acquistano valore aggiunto quelle realtà che tentano di invertire la rotta con il chiaro scopo di creare lavoro e impresa. “Un connubio - ha detto Carnio – essenziale per far ripartire i consumi, conseguentemente far crescere il Pil e sviluppare maggiore benessere”. L’assessore Carnio ha voluto infine sottolineare il significato della scelta di collocare l’incubatore di imprese a Sant’Anna, un primo passo, lampante e manifesto, della volontà di tentare una riqualificazione di un’area in difficoltà, cui ne seguiranno presto altri. “Due grosse aziende – ha fatto sapere – troveranno collocazione nell’area industriale di Sant’Anna. Il primo venerdì di maggio, in Piazza don Dino Puglisi partirà il Mercato del Produttore, con 16 postazioni”.

Il caso: “Padre” e “Madre” rimangono sulla modulistica del Comune

N

iente diciture “genitore 1” e “genitore 2” sui moduli del Comune, nei registri scolastici, negli stampati di iscrizione agli asili, alle scuole elementari e medie e comunque in tutti i modelli che riguardano gli istituti scolastici e i luoghi di cultura o sport sul territorio del Comune di Piove di Sacco. E’ il contenuto della mozione presentata nel corso dell’ultimo consiglio comunale di marzo dai consiglieri di minoranza Andrea Recaldin, Antonio Zorzi (Lega) ed Enrico Vidale (Civica Forza Piove di Sacco). L’opposizione ha chiesto all’esecutivo locale di prendere le distanze dall’iniziativa di un consigliere comunale del Comune di Venezia con delega ai Diritti civili e alle Politiche contro le discriminazioni che nelle scorse settimane aveva avanzato la proposta di togliere la dicitura “padre” e “madre” dai moduli per l’iscrizione agli asili nido e alle scuole dell’infanzia, per sostituirla con un più generico “genitore 1” e “genitore 2”. “I termini “madre” e “padre” – si legge nel documento presentato dalla minoranza - rappresentano parole cardine della nostra cultura e della religione cristiana, che oggi più che mai rappresentano una speranza e un punto di riferimento per le generazioni future”. “Iniziative come quella del Comune di Venezia – fanno notare i firmatari - non hanno nulla a che vedere con l’integrazione e anzi, la stessa iniziativa mette in discussione l’istituzione fondamentale su cui si basa la nostra società, ossia la famiglia, fondata sul matrimonio e formata da un padre e una

madre, che si uniscono per procreare, permettendo che la società stessa si riproduca e si perpetui, sia sul piano biologico, sia su quello culturale”. La mozione, sebbene condivisibile nei contenuti (si pensi che a settembre dello scorso anno proprio il sindaco Davide Gianella, pochi giorni prima della nascita della figlia, scriveva sulla sua bacheca facebook “A mia figlia insegnerò a chiamarci papà e mamma, non certo genitore 1 e genitore 2”), è stata respinta perché “non vi è l’intenzione di modificare la modulistica”. “A Piove di Sacco non si è mai sentita la necessità di dover cancellare e sostituire i termini madre e padre dai registri comunali, è un’ipotesi che per me non è nemmeno in discussione - ha spiegato Davide Gianella – ecco perché la mozione non ha avuto motivo di essere discussa”. Il documento ha comunque incassato il voto favorevole di un consigliere di maggioranza. “I consiglieri – ha commentato il primo cittadino - non eseguono ordini di scuderia, ma la decisione se votare o meno una proposta è lasciata alla libera coscienza di ognuno”. Di “occasione persa” ha parlato l’opposizione. “A parole – ha detto Recaldin - la maggioranza dice di essere contro “genitore 1” e “genitore 2”, poi però vota contro la nostra mozione. Peccato, su certi temi la politica dovrebbe essere trasversale”. Martina Maniero



8 Piove di Sacco L’Intervento

Amministrazione Il primo passo verso lo Ius soli Il Comune aderisce alla campagna Unicef e Anci

Piove riconosce la cittadinanza civica ai bimbi stranieri nati in Italia di Martina Maniero

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Approvata la proposta della Giunta Gianella, firmata dal presidente del Consiglio Rigato e dal consigliere Trovò (Pd)

iove di Sacco dice sì alla cittadinanza civica ai bambini stranieri nati in Italia e residenti in città e fa il suo primo passo verso lo ius soli, ma non senza polemiche. La proposta della giunta del sindaco Davide Gianella, che porta la firma del Presidente del consiglio Giulio Rigato e del consigliere di maggioranza Laura Trovò, entrambi esponenti del Partito Democratico, è stata approvata dal consiglio comunale durante l’ultima seduta di marzo. Secondo i dati distribuiti dal Ministero dell’Istruzione (che si riferiscono all’anno scolastico 2012/2013) in Italia gli alunni nati da genitori stranieri e iscritti alla scuola dell’obbligo sono 786.630 di cui il 47,2%, pari a più di 370.000 studenti, sono nati in Italia. Quanto a Piove di Sacco, i minori interessati dal provvedimento sono 426. “La mozione presenta un testo equilibrato – e quindi assolutamente incapace di rispondere ai prospiega Rigato - la cittadinanza civica, un riconosci- blemi della società attuale. Questi ragazzi parlano mento simbolico, esige infatti che si compia da parte italiano e dialetto veneto, non hanno mai visto né dei ragazzi un percorso di integrazione. Ringrazio conosciuto il loro paese d’origine. Possiamo forse il consiglio comunale per il coraggio dimostrato nel continuare a considerarli stranieri? Noi pensiamo di prendere posizione su un tema così delicato e im- no”. portante, che riguarda da vicino “Sono orgogliosa che il nooltre quattrocento bambini e ra- Il provvedimento, stro Comune abbia aderito alla gazzi che risiedono nella nostra simbolico ma campagna lanciata dall’Unicef significativo, città”. e dall’Anci e alla quale hanno “Durante la discussione – riguarda oltre 400 già aderito tantissimi Comuni in ha aggiunto il presidente del bambini in città tutta Italia – il commento delconsiglio - è emerso come tutto la Trovò - non si tratta di finto il consiglio condividesse la necessità che il legislatore buonismo, ma di sensibilizzare il legislatore italiano nazionale intervenga su questo tema, disciplinato su un tema importante, quale quello dei diritti dei da una legge sulla cittadinanza che risale al 1992, minori, e di intraprendere un processo di integrazioquando il fenomeno dell’immigrazione non esisteva, ne già avviato da quasi tutte le democrazie europee,

NEWS

“I

Un atto simbolico che ha l’intento di sensibilizzare il legislatore nazionale all’effettivo riconoscimento della cittadinanza italiana riconoscendo la cittadinanza ai figli di immigrati al termine di ciclo di un studi e, quindi, dopo un percorso. Evitiamo pertanto inutili strumentalizzazioni”. Con l’approvazione di questo documento, il consiglio comunale dà mandato alla Prima commissione consiliare permanente di redigere una proposta di regolamento che disciplini il riconoscimento della cittadinanza civica a tutti i minori residenti in città, nati in Italia e figli di genitori stranieri. Concretamente però la cittadinanza verrà conferita come atto simbolico a quei minori che abbiano regolarmente concluso un ciclo scolastico. “L’auspicio – si legge in chiusura al documento – è che questo atto simbolico sia la premessa di un effettivo riconoscimento della cittadinanza italiana da parte del legislatore nazionale”.

Job Acts , un tutt’uno con l’insieme delle riforme del Governo Renzi di Franco Scantamburlo*

segue da pag.

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A questo si aggiunge l’ aspettativa innescata dalla promessa di ridurre la tassazione per i lavoratori con redditi inferiori ai 15 mila euro all’anno... beneficio annuo di circa mille euro netti in busta paga a partire da maggio. Serviranno alle famiglie per le necessità quotidiane. Una manovra, alla cui copertura, concorreranno i tagli della spending review. Ma la riforma generale annunciata riguarda ammortizzatori sociali in materia di sussidi di disoccupazione. Fa discutere l’introduzione del contratto unico a tutele crescenti e l’estensione del contratto a tempo determinato a tutti i settori, fino a 36 mesi senza causale. Qui il dibattito tra governo e forze sociali rischia un cortocircuito, tra chi grida alla eccessiva precarizzazione e chi invece vorrebbe affossare il metodo della concertazione. Da decenni si sono sempre previsti sacrifici per i lavoratori imprese e pensionati. Alle piccole imprese e artigiane, sta a cuore la riduzione del costo del lavoro a loro carico, anche se le politiche retributive nel mondo artigiano sono più fra le più alte. E’ dovuto alla vicinanza tra dipendente e imprenditore. Nelle imprese artigiane le retribuzioni di merito, sono riconoscimenti unilaterali per fideizzare il dipendente. Un paese che vuole difendere un minimo di Welfare, ha il dovere di armonizzare le tutele. E’ urgente una politica industriale per l’Italia manifatturiera. Su questo terreno si misurerà la forza innovatrice del Governo Renzi e cioè; sulla capacità di coniugare emergenza sociale a lotta alla disoccupazione. Nel paese c’è esasperazione, non basteranno i proclami per una Europa diversa serviranno cambiamenti incisivi perché l’Europa diventi il luogo della solidarietà e della difesa delle politiche sociali. Il Governo Renzi, dovrà dipanare dubbi sulle coperture finanziare e crescita. Il Job Acts ci porta ad esprimere un cauto ottimismo ma va misurato su ogni singolo provvedimento. Un appello al Governo: in un paese al rallentatore come l’Italia, è sì importante una nuova velocità di marcia, ma di più, arrivare alla decisione con il massimo del consenso. Non si commetta l’errore di riformare a prescindere. Quando si maneggia la Costituzione, l’attenzione deve essere massima altrimenti si dà la sensazione che la politica è tutta cattiva. Arrivare da soli non serve, meglio arrivare un giorno o un mese dopo, tutti insieme. *segretario dell’ Associazione Artigiani “Città della Riviera del Brenta”

Pareri a confronto tra maggioranza e opposizione

Il sindaco gianella: “Un atto simbolico per far cambiare la legge”; recaldin: “Materia per lo stato”

l conferimento della cittadinanza civica ai bambini che sono nati qui, che vivono qui, e che frequentano le scuole con i nostri figli, è un gesto dall’alto valore simbolico e che vuole essere un presupposto per una presa di responsabilità da parte del Governo” il commento del sindaco Davide Gianella. “Aldilà che l’Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani) e l’Unicef abbiano invitato i Comuni italiani a conferire la cittadinanza civica (e quindi non onoraria)

ai minori di origine straniera nati in Italia e che vivono nei rispettivi territori – conclude il primo cittadino – noi crediamo conti il principio: la nostra infatti è una scelta di buon senso e un atto di profonda civiltà”. Un atto simbolico, per l’appunto, perlopiù privo di rilevanza legale, ma che va nella direzione di premere affinché lo Stato modifichi la legge in materia di cittadinanza. Sulla mozione approvata all’ultimo consiglio co-

munale da Palazzo Jappelli si esprime anche il capogruppo della Lega e della civica Forza Piove di Sacco, Andrea Recaldin: “Pensavo che di certe tematiche se ne occupasse lo Stato centrale ma evidentemente sbagliavo se quella approvata con i voti della maggioranza è già la seconda mozione che l’amministrazione di centrosinistra di Piove di Sacco approva sebbene non competa alla stessa né occuparsi di reato di clandestinità, né di cittadinanza agli immigrati”.

“Sono il primo a dire che la politica prima o poi una riflessione su questo tema lo deve fare – prosegue il consigliere comunale - ma non toccava certamente a noi discutere di cittadinanza ai figli degli immigrati. Prendiamo atto comunque che per l’amministrazione comunale di Piove le priorità politiche sono queste”. Ma.Ma.


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10 Piove di Sacco Lavori pubblici Il sindaco Davide Gianella: “Partiremo nonostante dalla Regione abbiamo ricevuto solo 14mila euro, i restanti 187mila li metteremo noi”

Entro l’estate i lavori per la messa in sicurezza di via Provinciale Dopo anni di promesse potrebbero venire esaudite le richieste dei residenti, preoccupati per la serie di incidenti, anche mortali, avvenuti negli ultimi anni lungo il rettilineo che unisce la città alla frazione di Corte di Martina Maniero

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n 2014 di lavori per migliorare la sicurezza stradale di via Provinciale, il lungo rettilineo che unisce la città alla frazione di Corte. Il cantiere tanto atteso, secondo i programmi, dovrebbe aprire entro l’estate, dando quindi il via ai primi interventi, che porteranno alla realizzazione di tre nuovi “piagni” (ovvero i ponticelli che collegano via Provinciale alla parallela via Fiumicello) ad oggi ancora sbarrati perché troppo vecchi e traballanti per essere attraversati in sicurezza. Il progetto prevede anche la sistemazione dell’illuminazione pubblica della strada e l’installazione di un paio di velo-box, utili a rallentare la velocità dei numerosissimi mezzi che quotidianamente sfrecciano lungo questa trafficata arteria stradale. In questo modo, dopo anni di promesse, potrebbero venire esaudite le richieste dei residenti di via Provinciale, impauriti dalla serie di incidenti, anche mortali, avvenuti negli ultimi anni lungo la strada. L’ultimo

Il sindaco Davide Gianella A sx la frazione di Corte nel 2013 quando un’anziana venne travolta in bicicletta da un’auto a poche decine di metri da casa. Proprio il fatto che sia una strada particolarmente trafficata, unita all’assenza di marciapiede e di pista ciclabile, alla presenza di numerosi accessi privati lungo la carreggiata, la scarsa visibilità, la presenza di alberi e del canale su un lato, rendono

via Provinciale particolarmente pericolosa per pedoni e ciclisti, ma non solo. Anche per questi motivi il Comune ha chiesto alla Provincia la possibilità di ridurre i limiti di velocità e portarli da 90 a 70 chilometri orari. Dall’amministrazione comunale, in questo senso, sembrerebbero arrivare buone notizie. L’intenzione dell’esecutivo locale è quella di approvare il bilancio di

previsione (la scadenza, ad oggi, è fissata al 30 aprile, anche se pare certa una nuova proroga) e successivamente appaltare i lavori. Interventi che verranno eseguiti nonostante i fondi stanziate dalla Regione. Il Comune infatti a novembre ha partecipato ad un bando regionale, che ha messo a disposizione finanziamenti fino a un massimo del 75% del costo complessivo delle opere.

Allo scopo era stato commissionato anche uno specifico studio sulla viabilità locale. Dei 300 mila euro richiesti (a fronte di una spesa complessiva di 540 mila euro per la messa in sicurezza di una serie di punti critici della viabilità locale, tra i quali figura anche lo svincolo regolato dal semaforo ad Arzerello), da Venezia non è arrivata che poca cosa: appena 14 mila euro. I restanti 187 mila euro li metterà il Comune, di tasca propria. “Nonostante il mancato contributo della Regione – ha dichiarato il sindaco Davide Gianella – il Comune ha recuperato quasi 200 mila euro dal bilancio da impiegare allo scopo. Con l’assessore ai Lavori pubblici, Simone Sartori, ho incontrato il Comitato dei piagni, raccogliendo una serie di suggerimenti sui quali stiamo lavorando, e contiamo di concludere l’intervento entro l’autunno”.

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12 Piove di Sacco Carnevale La sfilata dei carri allegorici del 17 marzo scorso

Oltre 10mila persone a festeggiare in piazza Una giornata di festa, grande partecipazione e divertimento, 25 i carri che hanno sfilato per le vie del centro Il carro vincitore dell’edizione 2014: “Baciami sto’ drago”, la sfilata delle Majorette

di Gianni Patella

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ltre 10 mila persone hanno invaso il centro storico piovese in occasione della 32/a edizione del Carnevale della Saccisica organizzata dalla Pro Loco piovese in collaborazione con l’amministrazione comunale. Una manifestazione che ormai si è piazzata al terzo posto di quelle locali in quanto ad attrattiva, dopo la festa della zucca e la Fiera di S.Martino. La grande affluenza di pubblico è stata agevolata anche dalla bella e tiepida giornata primaverile. Oltre alla sfilata dei carri allegorici di ogni specie e fattezze corredati da uno stuolo di figuranti in maschera a tema, il centro era particolarmente animato dalla molte bancarelle che vendevano dolciumi, coriandoli, ornamenti e accessori per i costumi, frittelle. E così il cuore della città si è trasformato in una tavolozza di colori e suoni. A farla da padroni, naturalmente, i bambini molti dei quali mascherati nei personaggi a loro cari. La sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati ha percorso le principali vie cittadine per poi ritornare in piazzale Serenissima dove si erano radunati seguiti ed illustrati al pubblico dai due speaker Annachiara e Roberto.

L’assessore Carnio: “Una manifestazione tanto riuscita è una belle vetrina per tutta Piove” Erano venticinque i carri in lizza per la vittoria o per salire sul podio, provenienti dalle provincie di Padova, Venezia e Treviso. Di provenienza piovese era il carro “Sulla cima dell’Olimpo” coordinato da Marco Cesarato. Da Bojon proveniva “Western Express” ideato da Riccardo Boscaro. La classifica stilata dall’apposita giuria ha visto al primo posto il carro proveniente da Maserada del Piave (Tv) “Baciami sto’ Drago” con a seguito il Gruppo dell’Allegria e coordinato da Diego Gastrolin. Rappresentava un enorme castello nel quale era incastrato un enorme drago a due teste di colore verde speranza il quale credeva che per essere salvato doveva essere baciato dalla fortuna. Il tutto sovrastato da quattro torri. Il gruppo dell’Allegria di Maserada ha festeggiato il decimo anno di “produzione” di carri allegorici ed è formato da 150 fra anziani ed adulti. Alla piazza d’onore si è classificato il

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carro di Musile del Piava (Tv) “Carnevale a me gli occi” di Moreno Terrazzo. Mentre la terza piazza è stata occupata dal carro “Tempi Moderni” di Luciano Scolaro proveniente da Camposampiero. Alla fine della sfilata le strade del centro erano praticamente invase da uno strato di coriandoli il che ha dato molto lavoro alla ditta incaricata di pulire le vie di Piove. “Ma – come ci ha dichiarato l’assessore piovese Luca Carnio – quando una manifestazione attira da decenni così tante persone in centro della nostra città, è sicuramente una bella vetrina per tutti, bambini e genitori che si divertono ed anche per i commercianti”.

NEWS E’ mancata lo scorso marzo

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’ mancata nel mese di marzo una delle figure più apprezzate e significative del Piovese e del Padovano. Ci ha lasciato Umberta Lia Biagi. Dopo essersi laureata in architettura all’Università di Venezia, Lia Biagi ha dedicato tutta la sua vita al mondo della scuola. Dapprima insegnante di matematica, poi ispettrice scolastica come formatrice di progetti all’I.R.R.S.A.E. del Veneto. Si è impegnata molto anche in politica occupando lo scranno di consigliere comunale nelle fila della sinistra. Così l’ha voluta ricordare la scrittrice friulana Romana de Carli: ”Come architetto Lia era molto apprezzata ma ancor di più nel campo politico-sociale. Ma anche per i suoi progetti scolastici, dove si affermò come preside sia a Piove che nel Padovano, erano innovativi e validi. Da vera intellettuale, Lia ci avvicinava con il suo intelligente colloquio, la sua vivace ironia, confortati dal suo approccio, più che mai singolare, dal quale non potevamo sottrarci”. G.P.


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14 Polverara Elezioni amministrative Appuntamento col voto il prossimo 25 maggio

Tante voci, ma nessun nome ufficiale Due le liste a confronto (una espressione della maggioranza, l’altra della minoranza) ma nessuna candidatura è stata resa pubblica di Martina Maniero

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meno di due mesi dalle elezioni amministrative a Polverara non ci sono ancora i nomi ufficiali dei candidati alla poltrona di sindaco. I cittadini saranno chiamati alle urne per rinnovare il consiglio comunale il prossimo 25 maggio, in concomitanza con le elezioni europee. Ma ad oggi non si sa ancora per chi potranno votare. Le voci si rincorrono, come sempre mano a mano che si avvicina la scadenza elettorale, senza però conferme né smentite da parte dei potenziali candidati alla fascia tricolore. Due, per certo le liste. Le ipotesi più accreditate vedono da una parte il gruppo della maggioranza, ossia la lista del sindaco uscente Sabrina Rampin, e dall’altra un nuovo gruppo il cui nome parrebbe essere “Giovani pensatori Polverara”. Per quanto riguarda la maggioranza, di sicuro si sa solo che il gruppo ci sarà, ma ancora non è dato sapere se il candidato a sindaco sarà la Rampin o un altro. Un’ipotesi, quella di presentarsi per un secondo mandato, che al primo cittadino non parrebbe

dispiacere. Tra i membri di giunta dovrebbe poi ricandidarsi anche Andrea Zagolin, attuale vicesindaco e assessore con numerose deleghe all’attivo, tra queste Urbanistica; Sport; Servizi informatici ed Energie rinnovabili. Quanto ai “Giovani pensatori”, che nei mesi scorsi hanno sciolto le riserve con la loro prima uscita pubblica, si sa solo che il gruppo può contare sull’appoggio dell’at-

tuale minoranza, che è confluita compatta all’interno di questa “lista trasversale”. Ne fanno parte Marta Melina, attuale capogruppo all’opposizione della lista “Insieme per Polverara” e il collega Enrico Sturaro, anche lui capogruppo di minoranza ma per la lista “Polverara Cambia”. Con loro anche tre nomi nuovi, tutti giovanissimi, e al debutto sulla scena politica locale. Si tratta di Alice Bulgarello, Marco Loreggia e Chiara Pengo.

Il municipio di Polverara

ELEZIONI AMMINISTRATIVE 25 MAGGIO 2014 Comm. Responsabile: Lorenzino Collesei

LORENZINO

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SINDACO

perlegnaro@gmail.com facebook: per LEGNARO "Cari Concittadini, la lista dei Candidati Consiglieri è pronta come il nostro programma per amministrare Legnaro. Stamperemo dei depliant conoscitivi che consegneremo presso le vostre abitazioni. Ci troverete in piazza nei giorni di martedì e domenica mattina."

NEWS Scuola primaria Giovanni XXIII

I genitori chiedono per il prossimo anno una nuova sezione per il tempo pieno

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rotestano i genitori dei bambini che a settembre frequenteranno la prima elementare alla Giovanni XXIII. Le famiglie chiedono di istituire una nuova sezione per il tempo pieno: sono infatti 18 su 33 i bambini che hanno chiesto di rimanere a scuola anche al pomeriggio, ma si tratterebbe di una “preferenza” subordinata al via libera dell’Ufficio scolastico regionale. Con una lettera inviata all’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan, al sindaco Sabrina Rampin, al dirigente dell’istituto comprensivo di Legnaro, Franca Franco e agli uffici scolastici della Regione e della Provincia, i genitori chiedono risposte. “Un anno fa – spiegano - abbiamo iniziato ad incontrarci per capire le esigenze di ciascuna famiglia e ipotizzare la scelta scolastica più compatibile per noi ma soprattutto per i nostri figli. Al momento delle iscrizioni, che hanno chiuso a febbraio, in quindici hanno scelto il tempo normale e in diciotto quello pieno”. “Ma ancora alla fine del 2013 – ricordano – abbiamo raccolto tutte le nostre richieste in una lettera, completa di raccolta firme, che è stata inviata alle istituzioni competenti. A marzo, nella riunione indetta dal dirigente scolastico, ci è stato comunicato che, ad oggi, non c’è certezza che la sezione partirà, anche se i numeri delle iscrizioni sono a nostro favore. Se non si realizzerà una seconda sezione c’è la possibilità che i nostri figli debbano frequentare altre scuole del territorio che offrono il tempo pieno”. “Siamo convinti – spiegano - che il tempo pieno sia un’opportunità per le famiglie e per i nostri bambini, sia per motivazioni pedagogiche, sia per esigenze lavorative. Per queste ragioni, con questa nuova lettera, abbiamo deciso di ribadire agli organi competenti la nostra ferma volontà di ottenere la sezione a tempo pieno a Polverara. Stiamo anche coinvolgendo i genitori dei bimbi nati nel 2009 e 2010 per dimostrare che questo nuovo progetto avrà n seguito per le future iscrizioni alla scuola primaria”. Ma.Ma.

Il presidente del Consiglio Renzi scrive ai sindaci per la scuola da ristrutturare

Rampin: “Abbiamo deciso di segnalare la scuola elementare Giovanni XXIII”

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atteo Renzi scrive e Sabrina Rampin risponde. La ragione dello scambio epistolare è la richiesta partita dal Presidente del Consiglio che nelle scorse settimane ha inviato una lettera a tutti i sindaci d’Italia invitandoli a segnalare, uno per ogni Comune, un istituto scolastico su cui indirizzare i fondi del Piano scuola annunciato dal Governo. Nella missiva il premier chiedeva di indicare il valore complessivo dell’intervento, le modalità di finanziamento previste e la tempistica di realizzazione dei lavori. Il sindaco Rampin ha deciso di segnalare la scuola elementare “Giovanni XXIII” del capoluogo, che necessita di interventi di efficientamento energetico e di costanti manutenzione. Il valore dell’intervento ammonta a 550 mila euro, di cui 100 sarebbero a carico del Comune. Per i tempi di realizzazione invece, dalla progettazione alla loro conclusione, si parla di circa 18 mesi. “Si tratta dell’unica scuola primaria di Polverara – ha spiegato il primo cittadino – e che, vista la rapida crescita demografica nel Comune (da 2.600 abitanti nel giro di 15 anni di è passati a 3.300), è destinata ad ospitare un numero sempre maggiore di alunni. L’edificio risale agli anni Sessanta e richiede interventi di manutenzione continua. I lavori più urgenti riguardano l’impianto termoidraulico, il cappotto esterno

della struttura, l’isolamento del solaio, il rafforzamento della copertura e la sostituzione degli infissi, oltre ad alcuni interventi agli spazi interni, in particolare nell’ampio atrio, non utilizzato e dispendioso dal punto di vista energetico. Ma l’effettiva possibilità di concretizzare tanti interventi è legata alla concessione del finanziamento”. “Mi auguro – l’auspicio del sindaco - che si possano ottenere questi contributi statali perché ritengo la proposta del presidente del Consiglio un’azione doppiamente importante: da un lato permetterebbe di mettere in sicurezza e di efficientare gli edifici scolastici del Paese, riducendone tra l’altro i consumi dovuti alle dispersione di calore, dall’altro darebbero un bell’impulso all’economia, perché le imprese e gli artigiani coinvolti sarebbero davvero tanti. Dalla crisi infatti si esce soltanto dando lavoro alle varie categorie produttive, che sono una parte significativa del nostro prodotto interno lordo”. “Da collega – ha concluso la Rampin - mi sento in dovere di ringraziare Renzi per questa proposta, e mi auguro che gli interventi, in futuro, possano essere previsti anche in altri settori delle opere pubbliche”.

Ma.Ma.


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Legnaro-S.Angelo 19 Amministrative Le forze di opposizione ufficializzano i propri candidati

La lista di centrosinistra “Per Legnaro” corre con Collesei, Bianchini con la lista “Movimento Legnaro Nuova” NEWS

di Martina Maniero

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ancano meno di due mesi alle elezioni amministrative e solo poche settimane alla scadenza dei termini per la presentazione delle liste ma i giochi non si possono ancora dire fatti. Sono due, al momento, i candidati alla fascia tricolore: Lorenzino Collesei, che correrà per la civica “Per Legnaro” e Davide Bianchini alla guida del “Movimento Legnaro Nuova”. Si attende ancora il nome del candidato della maggioranza uscente. Il sindaco Ivano Oregio Catelan, pur mantenendo la riserva sull’eventualità di correre per un secondo mandato, già ad inizio anno aveva fatto sapere di essere pronto a fare un passo indietro se qualcuno si fosse fatto avanti per prendere il suo posto. Alla fine, complice il fatto che non pare ci sia la ressa per entrare in consiglio comunale, la maggioranza non ha ancora ufficializzato il nome del proprio candidato. Voci insistenti parlano di un ritorno sulla scena politica di Giovanni Bettini: classe 1939, vicesindaco in carica, ha amministrato Legnaro per due mandati consecutivi fino al 2009. Il primo a sciogliere le riserve è stato il centrosinistra che ha scelto Collesei e che è appoggiato dal Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà e Centro moderato. 59 anni, un lungo curriculum politico, attuale capogruppo di minoranza per “Vivere Legnaro”, Collesei si candida con una lista che “conta alleanze politiche ma che sa parlare alla società civile” dove forte sarà la rappresentanza femminile “anche superiore alle quote rosa previste dalla nuova legge elettorale”. Prima che alle urne Collesei lancia la sfida agli altri candidati: “Pubblicheremo sul web il resoconto delle spese elettorali, sfidiamo le liste concorrenti a fare altrettanto”. L’altra candidatura è quella di Bianchini e del Movimento Legnaro Nuova: lista trasversale che unisce buona parte forze politiche oggi all’opposizione. 40, amministratore di condominio e praticante avvocato, Bianchini dal 2011 è consigliere comunale della lista “Vivere Legnaro” (la stessa di Collesei). La sua candidatura, nell’aria da tempo, è stata ufficializzata soltanto di recente, dopo il “no” del centrosinistra alla lista unica. “A Legnaro abbiamo bisogno soprattutto di un nuovo modo di porsi di fronte ai problemi – le parole di Bianchini - serve un’impostazione di fondo che metta al centro delle priorità la persona e la sua socialità”. Un impegno che trova espressione nel programma elettorale nel quale figurano il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte riguardanti la città attraverso consultazioni referendarie in materia di bilancio, opere pubbliche, servizi e territorio.

La maggioranza non ha ancora espresso un nome. Catelan a disposizione ma voci insistenti parlano di un ritorno di Bettini

S.Angelo di Piove

Il 5xmille destinato al progetto “Peer education”

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l Comune impegna il 5 per mille a favore delle politiche sociali: anche quest’anno i fondi raccolti grazie al contributo dei cittadini santangiolesi andranno impiegati per il progetto “Peer education”, un’iniziativa realizzata dall’ente municipale in collaborazione con l’Istituto Comprensivo e il Centro studi “Olivotti”. Si tratta di un percorso formativo, rivolto agli alunni della scuola media e ai loro genitori, incentrato sulla prevenzione dei comportamenti a rischio in tema di dipendenze. Quest’anno il progetto ha scelto di avviare una riflessione sull’uso e l’abuso di internet e dei social network. L’iniziativa formativa si articola in una serie incontri, due dei quali si sono svolti nei mesi di marzo e aprile, che si terranno in sala della Costituzione Italiana a Sant’Angelo. Nell’incontro previsto per giovedì 8 maggio un ufficiale della Compagnia dei Carabinieri di Piove di Sacco e il giornalista Davide Penello affronteranno il tema delle responsabilità educative e legali dei genitori e degli insegnanti rispetto all’utilizzo della rete e dei social network da parte dei minori. La serata conclusiva si svolgerà al palazzetto dello Sport giovedì 22 maggio, durante la quale è in programma uno spettacolo teatrale dal titolo “Ame... rete”. “Se nell’ultimo decennio internet, protagonista di uno straordinario sviluppo, è divenuto uno strumento presente in modo importante nella vita dei bambini e degli adolescenti, di contro, il mondo degli adulti, deputato alla protezione e all’accompagnamento educativo, spesso risulta essere impreparato per la mancanza delle competenze minime - hanno spiegato gli insegnanti e gli amministratori coinvolti nel progetto – risulta fondamentale quindi costruire un’alleanza tra scuola, famiglia e territorio al fine di promuovere una conoscenza condivisa sui comportamenti a rischio dei preadolescenti legati ai pericoli della rete. La sfida consiste nel promuovere una politica educativa volta ad ottimizzare le potenzialità di internet, rendendola una risorsa anziché un possibile rischio”. Ma.Ma.


20 Correzzola Elezioni amministrative Appuntamento con le urne il 25 maggio prossimo

La nomina a marzo

Mauro Fecchio torna a candidarsi

Sedena orfano, primo presidente donna dell’associazione lagunari

Concorre alla poltrona di sindaco sostenuto dalla lista civica “Progetto Correzzola”, dopo l’esperienza in Provincia

di Alessandro Cesarato

Sedena Orfano

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onne in prima linea, ormai anche in ruoli che storia e tradizione hanno sempre declinato al maschile. E’ il caso di Sedena Orfano che all’inizio di marzo è stata nominata nuovo presidente della sezione locale dell’Associazione Lagunari Truppe Anfibie. Nel suo piccolo ha stabilito un record in quanto si tratta della prima donna a rappresentare i Lagunari, non solo a Correzzola, ma anche a livello nazionale. Sedena Orfano, che risiede nella frazione di Villa del Bosco, raccoglie così l’eredità di papà Giampaolo, mancato improvvisamente un paio di anni fa, che della sezione di Correzzola era stato fondatore nonché l’anima pulsante per molti anni. La nomina è avvenuta alla presenza del responsabile di zona dei Lagunari, il sergente Roberto Zaffin. “Quando i componenti della sezione mi hanno proposto l’incarico ha confessato emozionata Sedena Orfano - ho subito accettato con entusiasmo e mi sono sentita molto onorata si ricoprire questa carica!”. I Lagunari di Correzzola iscritti attualmente all’associazione sono una quarantina e hanno la loro sede in una delle stanze della foresteria della Corte Benedettina, dove è ospitata anche la biblioteca comunale. La cerimonia di nomina del nuovo presidente è stata anche l’occasione per annunciare che a breve sarà celebrata nella frazione di Villa del Bosco una cerimonia commemorativa proprio in onore al compianto Giampaolo Orfano, con il labaro e la sezione che saranno intitolati proprio al suo nome.

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l sindaco uscente Eric Sturaro ha deciso di chiudere l’esperienza politica e di non ricandidarsi alle elezioni di fine maggio. Così per la carica di primo cittadino torna in corsa da protagonista Mauro Fecchio, attuale vicesindaco, che quel ruolo l’ha già ricoperto per due mandati, dal 1999 al 2009. All’entusiasmo e alla passione politica di quindici anni fa, Mauro Fecchio, che oggi ha 44 anni, può ora portare in dote anche un decennio di esperienza maturata in Provincia, prima come assessore allo Sport e oggi con incarichi in tema di Ambiente e Protezione civile. La lista civica che lo sosterrà sarà ancora quel “Progetto Correzzola” che tanto consenso ha riscosso da quindici anni a questa parte. Da dove si riparte? Innanzitutto dai risultati ottenuti nell’ultimo mandato. “In un periodo complicato per gli enti locali sia dal punto di vista finanziario sia per il continuo cambiare delle normative - esordisce Fecchio - siamo riusciti a mantenere, se non potenziare, i servizi per i cittadini. Chiari esempi sono il mantenimento del trasporto scolastico, la gestione del palasport e soprattutto il rafforzamento dell’of-

Mauro Fecchio ferta scolastica rispetto alla quale siamo l’unico comune, oltre a Piove di Sacco, ad avere una completa filiera dell’istruzione pubblica, dal nido integrato alle scuole medie”. Il tutto rivendicato mantenendo i conti in ordine, con un indebitamento che è diminuito e con le aliquote delle imposte e delle tariffe a livelli minimi o comunque sotto la media rispetto ai comuni limitrofi. “Nonostante i vincoli del patto di stabilità aggiunge - siamo riusciti a movimentare quasi 5

milioni per opere pubbliche, sfruttando il più possibile i finanziamenti di Provincia, Regione e Gal”. Dopo tanti anni c’è comunque la voglia di non mollare, anche per un senso di responsabilità. “C’è la necessità di consolidare - dice Fecchio - ciò che è stato costruito con sacrificio in questi anni, continuando a salvaguardare e difendere il peso specifico di un comune che, per le sue tante specificità, non può permettersi di perdere servizi in nome di possibili unioni di comuni”.

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Arzergrande 21 Anniversari Un progetto di solidarietà che iniziò nel 1989 assieme al centro diurno per persone con disabilità

La cooperativa sociale il Germoglio compie 25 anni In programma una serie di eventi che coinvolgeranno la comunità, i volontari e gli utenti all’insegna dello slogan “Noi X25. Tutta una storia davanti” di Alessandro Cesarato

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a cooperativa sociale Germoglio festeggia questi anni. Nata nel 1989 insieme al centro quest’anno i suoi primi venticinque anni diurno per persone con disabilità, rappresentò di attività. Lo farà con una serie di eventi la volontà di alcuni volontari soci fondatori di che coinvolgeranno la comunità, i volontari e riuscire a dare una concreta risposta di servigli utenti. Lo slogan che caratterizza questo zio alle persone disabili e alle relative famiglie anniversario è: ”NoiX25. Tutta una storia del territorio di Arzergrande prima e della Saccisica oggi. Dopo il primo periodo di avvio davanti”. “E’ grazie all’impegno e alla generosità il centro diurno trova la sua sede definitiva di molti - commenta il presidente Antonio nel centro polifunzionale Sant’Antonio di via Bassa. Il Germoglio è Faggioni - che oggi è possibile far festa e Il presidente Faggion: “E’ una tra le prime coopecontinuare a realizzare grazie all’impegno di molti rative nate e cresciute nel periodo degli anni questo progetto di so- che oggi è possibile far Ottanta all’interno della lidarietà, che speriamo festa e conitnuare provincia di Padova con possa dar vita ad altri a realizzare progetti” lo scopo di rispondere spazi di benessere, cominciando dalle persone meno fortunate e ai bisogni dell’utenza disabile. Oggi è una spesso dimenticate. Siamo convinti che se si cooperativa di solidarietà sociale a scopo mulda priorità a esse, alle situazioni di sofferenza tiplo. Oltre a rafforzare il centro diurno, che e di emarginazione, sia più facile costruire attualmente lavora con una trentina di peruna società accogliente per tutti, dove tutti sone adulte con disabilità, fornendo percorsi potremmo trovare un po’ di solidarietà e un socio-assistenziali e educativi, in questi anni sono nati nuovi servizi e attività. Tra questi sorriso”. Ne ha fatta di strada la cooperativa in il “Tam Tam – la bottega del Germoglio”,

Cavalletto alla saharamarathon corre per l’anci tra sport e causa umanitaria

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uarantadue chilometri di corsa nel deserto sotto i colori dell’Anci, per un’esperienza indimenticabile tra sport e cause umanitarie. E’ quella vissuta dal consigliere comunale di maggioranza con la delega allo Sport, Piercarlo Cavalletto, che nelle scorse settimane ha partecipato alla SaharaMarathon, iniziativa sportiva e umanitaria che prevede di precorrere 42 km attraverso i tre campi profughi Saharawi che si trovano nel sud dell’Algeria. L’Algeria ospita i profughi Saharawi dal 1975 quando la Spagna, potenza coloniale, abbandonò i territori del Sahara Occidentale. Questi territori sono tuttora contesi tra Regno del Marocco e Repubblica Araba Democratica Saharawi. SaharaMarathon è dunque un momento di sensibilizzazione della causa umanitaria Saharawi e per i campi profughi è l’evento dell’anno. Piercarlo Cavalletto, che è iscritto al campionato Seap - Sindaci e amministratori pubblici, ha percorso la maratona con i colori dell’Associazione dei comuni italiani, indossando una canotta in ricordo del terremoto dell’Emilia. “L’Anci ha messo insieme molti amministratori - spiega Cavalletto - che correndo le maratone pubblicizzano i corretti stili di vita, ricordano i terremotati dell’Emilia e appoggiano iniziative umanitarie. Ovviamente per partecipare ciascuno si autofinanzia”. Ma com’è maturata l’idea di affrontare una simile esperienza? “Mi interessava unire

Piercarlo Cavalletto alla SaharaMarathon lo sport a un evento umanitario - continua l’amministratore con la passione della corsa - conoscere una cultura nuova, vedere il Sahara occidentale e scoprire un luogo di profonda sofferenza come i campi profughi, dai quali possono nascere fenomeni migratori che vanno compresi per cercare di limitare problematiche gravose sia per i paesi di origine che per i paesi di transito e di destinazione finale”. “L’esperienza della SaharaMarathon continua - ti coinvolge a 360 gradi: come maratoneta, come persona e anche come amministratore. Ho avuto la possibilità di conoscere il popolo Saharawi e i loro amministratori, con questi ho parlato di politica e di amministrazione, cercando di capire come sono affrontate le problematiche sociali in altre parti del mondo”. Da rifare? “Certo! Spero un giorno di correre la SaharaMarathon nel Sahara libeA.C. rato”.

Festeggiamenti per i 25 anni del Germoglio dove sono realizzati e venduti anche prodotti di cartotecnica fatti a mano dagli utenti stessi e “Senape – catering solidale”, un centro di cottura, che propone un servizio di catering e mensa per aziende, scuole, enti pubblici, famiglie, nato con lo scopo di creare posti di lavoro per persone svantaggiate. In questi ultimi anni è cresciuta inoltre l’esperienza di “Spaziaperto”, un’attività di convivenza durante i weekend, che si rivolge

agli utenti della cooperativa, per stimolarne la socializzazione e l’autonomia. Stanno crescendo anche i servizi dedicati ai bambini e ragazzi in età scolare come il doposcuola, laboratori educativi e servizi educativi domiciliari. Tutte le iniziative della cooperativa trovano un grande supporto nell’associazione “La Tela”, che si occupa di organizzare con gli utenti partite a calcetto, camminate, uscite ed eventi culturali dando concretezza

al principio di integrazione sociale che muove tutta la realtà del Germoglio. Da luglio 2013 fa parte anche di “Fabbrica del Sociale”, coordinamento delle cooperative sociali della Saccisica, nato con lo scopo di promuovere in maniera coordinata servizi educativi e assistenziali rivolti alle persone con disabilità o con svantaggio e l’inserimento lavorativo delle stesse. Per informazioni: info@germoglioweb.it e 049/9720205.


22 Pontelongo Amminiastrative del 25 maggio Il sindaco lancia la sua candidatura al secondo mandato

Fiorella Canova tenta il bis A sostenerla nella sua nuova rincorsa elettorale ci sarà ancora la civica di centrodestra “Insieme per Pontelongo” di Alessandro Cesarato

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l sindaco Fiorella Canova ci riprova e lancia la sua candidatura per il secondo mandato da primo cittadino. L’ufficializzazione, non che ci fossero comunque molti dubbi in merito, è arrivata innanzitutto con una lettera inviata a fine marzo dalla stessa Canova a tutti i pontelongani nella quale ha voluto anche ringraziare tutti quelli che hanno collaborato con l’amministrazione uscente. A sostenerla nella sua nuova rincorsa elettorale ci sarà ancora la civica di centrodestra “Insieme per Pontelongo” che conta così di fare il bis dopo il successo alle urne di cinque anni fa su Federico Ossari. “Aderendo alle sollecitazioni che mi sono pervenute da più parti - ha esordito Fiorella Canova nello spiegare le ragioni della ricandidatura - ho accettato di candidarmi per il secondo mandato. Ho accolto l’invito non senza trepidazioni, consapevole delle responsabilità e dell’impegno che ciò comporterà nella mia vita e nel mio lavoro”. Si riparte da un lustro di esperienze e

Fiorella Canova si candida per tentare il secondo mandato forti emozioni. “In questi cinque anni ho parlato con tante persone - spiega, - affrontato molteplici problemi e avuto scambi di opinioni e idee. Ricordo i preziosi incoraggiamenti ricevuti nei momenti di difficoltà”. Qual è stato il segreto di questo mandato, secondo il primo cittadino? “Siamo una squadra - ha ribadito la Canova, - abbiamo costantemente lavorato per il bene comune, senza interessi personali. Nonostante il periodo di crisi generale, con

coraggio e fiducia desideriamo continuare il processo di innovazione e rinnovamento avviato con il nostro mandato attraverso una sempre più intensa e puntuale integrazione con gli atri comuni della Saccisica”. Intanto è partita anche la sua campagna elettorale. Con un incontro pubblico nella sede delle associazioni di via Martiri d’Ungheria, il sindaco e i suoi assessori hanno presentato alla cittadinanza “Cinque anni per Pontelongo”, in pratica il resoconto puntuale del mandato amministrativo.

Amministrative Sostenuto da “Pontelongo democratico, unito e solidale”

Si candida Roberto Franco, fu già sindaco dal 1999 al 2004

La lista “Pontelongo democratico, unito e solidale”

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i chiama “Pontelongo democratico, unito e solidale” la nuova lista civica che a metà marzo si è presentata ufficialmente ai cittadini in vista delle elezioni amministrative di maggio. Il candidato sindaco sarà Roberto Franco ed è stato scelto attraverso le primarie dalle quali sono usciti anche i nomi dei candidati consiglieri. Roberto Franco, già sindaco tra il 1999 e il 2004, ha 64 ed è in pensione. Perito industriale, dal 1973 al 1990 è stato dirigente sindacale e segretario provinciale della Cigl di Padova. Dal 1990 al 2009 ha ricoperto la carica di direttore dell’Agenzia dell’impiego del Veneto ed è stato dirigente dei Servizi del lavoro della Provincia di Vicenza. Oggi, oltre ad essere impegnato come volontario dell’Auser, fa da consulente all’Enaip del Veneto. “Da qualche mese - esordisce Franco - abbiamo maturato l’opportunità di presentare una lista autenticamente civica, indipendente dai partiti. Una nuova proposta, capace di superare la contrapposizione tra i due gruppi autoreferenziali e chiusi al loro interno che da dieci anni hanno se-

gnato la vita amministrativa del paese”. L’obiettivo è intercettare voti a 360 gradi, facendo leva sull’esperienza che alle amministrative, più che all’appartenenza politica, gli elettori scelgono le persone e i loro programmi. Con risposta a quella che considera una vera mortificazione della democrazia, con un consiglio comunale che, per le disposizioni sui tagli ai costi della politica, dovrà essere composto da solo 8 persone (ora sono 17), la lista civica risponde già con due proposte concrete: amministratori senza compenso e consigli comunali sempre aperti per promuovere un dialogo permanente con cittadini e associazioni. “L’amministrazione del comune - aggiunge Franco - richiede competenza, spirito di iniziativa, coerenza e coraggio. A capo vi deve essere un sindaco che abbia queste caratteristiche, ma da solo non basta. Non basta neppure una buona squadra al suo fianco: c’è invece bisogno di una comunità che partecipi, condivida, collabori e costruisca”. A.C.

NEWS Calcio amatoriale

I ragazzi dell’asd amatori pontelongo trionfano nel girone del campionato Csi padovano

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arà anche calcio amatoriale, ma vincere è sempre difficile in tutte le categorie. Grande è quindi la soddisfazione dei ragazzi dell’Asd Amatori Pontelongo, capaci di La squadra al gran completo trionfare nel loro girone del campionato Csi padovano. Un ruolino di marcia importante, che non ha conosciuto sconfitte, con dodici vittorie e quattro pareggi. E’ stata l’unica squadra imbattuta di tutti i gironi. Ha portato a casa inoltre la palma del migliore attacco e della migliore difesa, con quaranta gol fatti e solo undici subiti. Al prestigio della vittoria si è aggiunto anche quello di essere stati ammessi, per la prossima stagione, a un campionato Csi d’élite, dove giocano le squadre migliori. Il calcio amatoriale è un esempio di frontiera, dove a farla da padrone è ancora solo ed esclusivamente la passione per il gioco e il divertimento. Il direttivo della squadra, che si autofinanzia, è fatto dagli stessi dirigenti insieme ai giocatori. Ci si arrangia come si può nella gestione ordinaria e si è arrivati anche ad aiutare concretamente il Comune a imbiancare gli spogliatoi. Cosa non si farebbe pur di riuscire a correre dietro a una palla in un campo verde! La rosa dei giocatori: Mavis Aigbe Osemwengie, Marco Arcolin, Carlo Baretta, Cristian Barison, Uber Bassani, Gianluca Beo, Alberto Bison, Filippo Borella, Ivano Buoso, Luca Buscain, Alessandro Businaro, Marco Ceconello, Graziano Coccato, Mattia Coin, Mattia Crocco, Manuel Dante, Filippo Fiorin, Nicola Franceschin, Matteo Giraldo, Marco Guzzon, Federico Manzato, Mattia Marcolongo, Igor Pinato, Andrea Rigato, Alberto Quaglia, Giuseppe Sattin, Federico Schiavolin, Filippo Siviero, Manuel Teodori, Alberto Turetta, Fabio Zampieri e Nicola Zatti. I dirigenti: Enzo Cisotto, Matteo Frasson, Filippo Gallo, Stefano Marcato, Michele Mozzato e Giancarlo Zampieri. A.C.

NEWS Per la messa in sicurezza degli argini

un lavoro di analisi delle acque che caratterizzano il territorio

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a sicurezza idraulica rimane una priorità per il paese. Se n’è resa ben conto l’amministrazione che durante il suo mandato ha dovuto suo malgrado affrontare le peggiori piene del Bacchiglione degli ultimi decenni. Piene che hanno generato l’erosione degli argini nonostante i lavori del Genio Civile eseguiti tra il 2003 e il 2004, quando furono ristrutturati i murazzi, sul lato Carotaggio argini sinistro lungo via Roma. “Gli sforzi per fare fronte agli eventi meteorici - conferma il sindaco Fiorella Canova - sono stati molteplici e hanno riguardato il coinvolgimento della Protezione civile locale, oltre alla continua opera di sensibilizzazione nei confronti della Regione, del Genio Civile, della Provincia e dei Consorzi di Bonifica”. Per la messa in sicurezza delle arginature del Bacchiglione, ma anche degli scoli consorziali e dei fossi pubblici e privati, è stato così avviato un lavoro di analisi attenta delle acque che caratterizzano il territorio. E’ stato coinvolto il Genio Civile che ha eseguito alcune prove penetrometriche nell’area interessata dai fontanazzi più grossi, vicini alla frazione di Terranova. I tecnici regionali hanno inoltre voluto prendere visione dei murazzi del centro storico, per accertarsi dello stato di fatto attraverso ulteriori prove di stratigrafia mediante prelievo di carotaggi sino a venticinque metri di profondità. La prossima programmazione prevede l’analisi della struttura della gradinata grande in via Roma, di fronte alla farmacia, per verificare se i gradini appoggiano su muratura o su terra. Successivamente si procederà con le iniezioni di rinforzo ai murazzi e con altri interventi di consolidamento degli stessi. A.C.

Lavori in corso

Cantieri aperti per l’estensione della rete fognaria

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antieri aperti per l’adeguamento e l’estensione della rete fognaria con ripercussioni positive anche sulla sicurezza idraulica di alcune zone del paese. Opere senza dubbio indispensabili se si considera il persistere di problemi di vecchia data. I lavori, programmati da tempo, sono finalmente iniziati con l’arrivo della primavera e del bel tempo. Consistono, in soldoni, in un importante investimento pubblico di ben 400 mila euro, finanziati per 150 mila euro dalla Regione e i rimanenti 250 mila euro da AcegasAps. Il progetto, nel dettaglio, prevede il rifacimento, con inversione della pendenza, della condotta di via San Francesco nel tratto compreso tra via Moro e via Gramsci e di quella dalla fine di via Moro sino all’incrocio con via San Francesco. E’ prevista inoltre la posa in opera di una nuova condotta dalla fine di via Moro sino allo scolo Parallelo, con la creazione di un nuovo punto di scarico. “Gli interventi permetteranno di eliminare le interferenze esistenti tra la rete nera e la rete bianca - spiega l’assessore Fabio Magagnato, - migliorando contemporaneamente il funzionamento della rete bianca di smaltimento delle acque meteoriche, eliminando così i problemi di allagamento che si sono manifestati anche recentemente in occasione di precipitazioni intense”. “L’amministrazione, con una progettazione organica degli interventi e un corale lavoro per ottenere dei finanziamenti pubblici - aggiunge - sta finalmente riuscendo a porre rimedio ai notevoli disagi derivanti anche da interventi e soluzioni adottate nel passato che non si sono dimostrate purtroppo efficaci e decisive”. A.C.


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24 Codevigo Codevigo “baciata” dalla fortuna Ora può aiutare le figlie con problemi di lavoro

Un pensionato vince 500mila euro al Gratta e Vinci Il titolare della tabaccheria: “E’ un cliente che spesso da noi passa a giocare”. Aveva acquistato un tagliando da 5 euro di Alessandro Cesarato

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into mezzo milione con un Gratta e Vinci da cinque euro. La dea bendata ha fatto capolino in paese regalando 500 mila euro a un pensionato che lunedì 17 marzo ha grattato un biglietto della serie Miliardario nella tabaccheria di Zoide Ponchio, in via Vittorio Emanuele III, nel centro del paese. “Non lo conosciamo personalmente ma si tratta di un cliente della zona che spesso passa da noi a giocare” ha raccontato emozionato Felice Rovati, trentaseienne figlio della titolare, che gestisce la ricevitoria e che si è trovato a confermare al pensionato l’incredibile vincita. La ricevitoria è un’istituzione in paese, dove è attiva da quasi quarant’anni. In tanti anni molte sono state le vincite, ma solo di qualche centinaio di euro, al massimo poche migliaia. Questa volta invece ha fatto il botto. “Dopo avere grattato il biglietto e resosi conto dell’accaduto - ha poi raccontato il

I gestori della tabaccheria in via Vittorio Emanuele III festeggiano per la fortunata vincita tabaccaio - l’uomo ha mantenuto la calma e ha atteso che gli altri clienti uscissero. Si è avvicinato e ci ha chiesto di verificare se non si trattasse di un abbaglio!”. Ovviamente gli attimi successivi sono stati di grande gioia. “Mi ha confidato di avere due figlie - ha aggiunto Rovati, - entrambe con difficoltà legate al lavoro. Ora finalmente potrà aiutarle concretamente”. Il pensionato è stato quindi accompagnato dagli stessi titolari della tabaccheria

nel vicino istituto di credito per mettere in moto le pratiche di incasso del cospicuo gruzzoletto. Non è comunque la prima volta che a Codevigo si registrano vincite di questa entità. Nell’aprile dello scorso anno, infatti, la ricevitoria del bar Centrale, adiacente tra l’altro proprio alla tabaccheria Ponchio, segnò un 5+1 al Superenalotto, l’unico in tutta Italia, da 436.815,93 euro. Anche in quel caso il fortunato vincitore investì nella giocata una cifra di pochi euro.

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NEWS Il consigliere di minoranza Sergio Bacco denuncia

“provinciale troppo trafficata quando passa per il centro e nessuno rispetta i limiti”

“È

mai possibile che nessuno si accorga di quello che passa dalla mattina alla sera anche davanti al municipio?”. E’ la domanda tutt’altro che ironica che continuamente si pone il consigliere di minoranza Sergio Bacco in merito alla portata Il centro di Codevigo del traffico che transita lungo l’arteria centrale del capoluogo. La strada provinciale Porto, che in centro paese prende il nome di via Vittorio Emanuele, è battuta a tutte le ore da pesanti camion e trattori con relativi rimorchi. “Nonostante i divieti di transito per i mezzi superiori alle 12 tonnellate - fa notare il consigliere - tutti passano tranquillamente per il paese senza rispettare alcun limite. Il rumore e le vibrazioni che i residenti sono costretti a subire sono impressionanti, per non parlare del pericolo sempre incombente per pedoni e ciclisti”. Il consigliere punto il dito anche contro l’amministrazione, rea di fare poco o nulla per affrontare il problema. “Non si è mai visto un vigile presente in strada - dice - pronto a fermare e sanzionare questo traffico e fare rispettare le regole”. Sulla striscia d’asfalto, in alcuni tratti ormai dissestata, incombono poi altre problematiche come la mancata manutenzione e una segnaletica orizzontale poco visibile e sbiadita. “Chi ha ridotto così la provinciale? E’ possibile che nessuno intervenga?”. Tutte argomentazioni che Sergio Bacco ha portato in un’interrogazione in consiglio comunale per sollecitare l’amministrazione perché intervenga con urgenza. A.C.


Protagonisti a Nordest

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L’ha fondata Giorgio Simoni oltre 40 anni fa che si avvale della collaborazione dei figli Piergiorgio, Massimo, Sonia e Monia

BICA S.P.A una potenza nella produzione di sedie e mobili per giardino Su 100 mila mq coperti su 4 unità produttive lavorano 140 operai con 30 presse di ultima generazione attive sulle 24h Parlare della Bica S.p.a. ai giorni nostri significa riferirsi a Giorgio Simoni il fondatore Giorgio e, con lui, i figli Piergiorgio 27 anni, Massimo 42 anni, e le due figlie Sonia e Monia. Una vera e propria potenza familiare che ha portato la BICA S.p.a. ad essere leader mondiale nello stampaggio di prodotti per la casa e giardino con un fatturato annuo di 25 milioni di cui l’80% con l’estero ( in 15 Paesi europei e nel mondo) e il 20% in Italia. Nel lontano 1962 Giorgio Simoni ha iniziato l’attività a Pontelongo dando così l’imput all’attuale costituzione del Gruppo Simoni che negli anni 80 ha compiuto un forte salto di qualità nella realizzazione dei primi mobili in resina che si sono affiancati alla storica produzione di quelli da giardino e campeggio in acciaio. Attualmente BICA S.p.a. annovera nel suo interno 140 dipendenti che lavorano in 100 mila mq coperti nelle quattro realtà produttive. A Candiana (Pd) sono posizionate le 30 presse robotizzate

che lavorano su 24h e che sfornano mobili da giardino in resina nelle linee Panther e Trendy. A Pontelongo (Pd) dove avviene il taglio, piegatura e assemblaggio degli articoli da giardino in acciaio, a Villa del Bosco invece vi è la produzione di stendibiancheria in acciaio. La BICA è stata una delle prime aziende ad ottenere la certificazione ISO 9001. Per la stagione estiva 2014 l’ufficio ricerca e sviluppo della BICA ha ideato una nuova collezione di salottini per arredare il giardino, la casa, bar e ristoranti, le linee B:RATTAN e BICADESIGN sono progettate per durare nel tempo. L’attenzione della BICA S.P.A. sempre rivolta verso l’innovazione e l’evoluzione del mercato completano l’immagine di un’azienda che non si ferma al successo già ottenuto ma guarda allo sviluppo futuro e pone nella ricerca di nuove soluzioni la chiave per una ulteriore crescita.

BICA S.p.a. fattura 25 milioni e commercializza con 15 Paesi europei e mondiali

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Brugine 27 Elezioni amministrative Si vota il 25 maggio

Sindaco, sfida tutta al maschile

Tre i nomi in corsa: Marco Miazzi per “Abc, Amiamo Brugine e Campagnola”; Michele Giraldo per “Insieme si può”; Oddone Zecchin per “Progetto Comune 2.0” di Martina Maniero

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fida tutta la maschile a Brugine per il rinnovo dell’amministrazione comunale. Sono tre gli uomini, a capo di altrettante liste civiche, a contendersi la poltrona di sindaco. Al debutto sulla scena politica locale, senza riferimenti espliciti ai partiti politici, pur collocandosi nell’area del centrosinistra, è la lista “Abc, Amiamo Brugine e Campagnola” guidata da Marco Miazzi: 40 anni, avvocato, vanta un lungo curriculum politico tra le fila del Partito democratico e un’esperienza quinquennale al tavolo del consiglio comunale in qualità di capogruppo all’opposizione. “La nostra sarà una lista senza bandiere, unita dalla volontà di dare al paese una nuova classe dirigente, centrata sulle capacità e sulle competenze – ha subito precisato - il nome della civica non è casuale ma nasce da un profondo attaccamento al territorio che si traduce in attenzione e ascolto delle tante voci che compongono la nostra comunità”. La seconda candidatura è quella di

Da sx Marco Miazzi, Michele Giraldo, Oddone Zecchin Michele Giraldo: 31 anni, libero professionista, ex assessore ai Lavori pubblici della giunta Zanetti e segretario del locale della Lega, guiderà la civica “Insieme si può”. “E’ giunto il momento che persone di buona volontà mettano a disposizione il proprio tempo per costruire un nuovo modo di fare politica – il suo commento – la situazione attuale è sicuramente critica ma con il mio gruppo vogliamo fare solo promesse che potremmo mantenere”. Il centrodestra candida invece il vicesindaco in carica, Oddone Zecchin: 50 anni,

libero professionista, segretario del collegio provinciale dei geometri, guiderà la civica “Progetto Comune 2.0”, la stessa lista che ha vinto le elezioni nel 2009. Una scelta in continuità dunque rispetto all’operato svolto nel precedente mandato del sindaco Zanetti. “Abbiamo governato Brugine in maniera trasparente e concreta durante questi cinque anni – la parole di Zecchin – abbiamo realizzato molte opere pubbliche e contribuito a migliorare il paese. E migliorare il Comune è il sogno che ancora alimenta il nostro gruppo e che mi porta a candidarmi”.

La presentazione ufficiale del progetto il prossimo 15 maggio

Riqualificazione delle aree del centro, ora si ascoltano i giovani, i cittadini e le associazioni

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ntra nella fase della consultazione il progetto di riqualificazione delle aree del centro. A dicembre l’amministrazione comunale ha dato mandato ad un pool di architetti di elaborare uno studio di fattibilità Il centro di Brugine per la sistemazione urbana del capoluogo nell’area compresa tra piazza Ungheria e la chiesa. A distanza di tre mesi la parola passa ai cittadini più giovani, ovvero gli studenti, attraverso con un “percorso di ascolto” che coinvolge gli insegnati, gli alunni delle scuole elementari e i volontari delle scuole medie. Il prossimo passo sarà la consultazione con i cittadini e le associazioni del territorio; il tutto avverrà per tappe, ma in tempi ristretti. La serata conclusiva infatti, con la presentazione dello studio di fattibilità del progetto, è prevista già per giovedì 15 maggio. “Credo fortemente in questo nuovo modo di affrontare la progettazione per la riqualificazione delle aree pubbliche in quanto, essendo destinate all’utilizzo da parte della cittadinanza, è proprio questa che deve esprimersi per dettare le linee guida che dovranno seguire poi i progettisti” il commento del vicesindaco e assessore all’Istruzione, Oddone Zecchin. “Il percorso di ascolto, che ha una forte valenza culturale – prosegue - costituisce la fase centrale e strutturale delle nuove metodologie legate alle esperienze di progettazione, già in uso da anni nei paesi anglosassoni e solo di recente in Italia, che consente di giungere a risultati qualitativi condivisi e più apprezzati dalla cittadinanza”. Quanto al lato tecnico “al momento – ha spiegato Zecchin - non sono previste tempistiche per la realizzazione dell’intervento, che è condizionato anche al recupero delle risorse necessarie, ma quello che è certo è che visto il grande interesse dimostrato dagli alunni delle scuole, le prossime amministrazioni dovranno riflettere ed attivarsi per consentire la realizzazione di questo progetto”. Ma.Ma.


28 Cultura locale Fotografia La mostra “Fém-mi-na”

Pareti “espressive” che parlano di donne Lungo le mura degli argini del fiume Bacchiglione, nelle vie centrali del paese le foto ispirate ad un unico argomento: la figura femminile, i suoi ruoli, i pregiudizi, le percezioni Alessandro Cesarato

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n percorso fotografico attraverso diverse sfumature della figura femminile. E’ stata inaugurata a fine marzo l’esposizione fotografica intitolata “Fém-mi-na”, ideata da “Officina della barbabietola”, un gruppo di lavoro attivo nella Saccisica che si occupa di iniziative culturali. Il progetto, che ha il patrocinio del Comune e della Regione, è inoltre inserito come evento collaterale all’interno del programma del Padova Fotografia Festival 2014. Si tratta di una mostra all’aperto, aperta ventiquattro ore al giorno, tutti i giorni della settimana. Sì, perché allestita lungo le mura degli argini del fiume Bacchiglione, lungo le vie centrali del paese. Così esposte, saranno fruite da tutti. Chi, passeggiando sui marciapiedi o pedalando in bicicletta, deciderà di voltare lo sguardo vedrà delle pareti in muratura che per una volta si faranno espressive, parlando di donne, femmine,

A lato Marta Viola, in alto Davide Canton “fémene”. La specifica scelta della modalità espositiva è liberamente ispirata al progetto del photoimmaginista David Prando. La mostra tratta un unico argomento: la figura femminile. Quella che si veste o viene vestita quotidianamente di ruoli, accezioni, pregiudizi, concezioni. Il percorso fotografico proposto offre chiavi di lettura differenti, accomunate solo dalla scelta di una modalità espositiva uniforme. Il percorso fotografico vede il contributo di nove fotografi (Alessandra Toni-

nello, Andrea Livieri, Antonio Rasi Caldogno, Davide Canton, Ioan Pilat, Luca Bortolato, Martina Oro, Massimiliano Griggio e Silvia Pasquetto) che da tempo vivono o hanno sviluppato la propria attività nella zona o in aree vicine. La scelta risponde, infatti, alla volontà di rendere un’interpretazione della figura femminile legata al territorio. Per informazioni e contatti: www.officinadellabarbabietola.it e 348/7388348.

ARZERGRANDE Valonga. Recupero e valorizzazione del Casone Azzurro

Al via i lavori per la struttura al servizio del casone

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Vallonga sono iniziati i lavori per la costruzione della struttura a servizio del Casone Azzurro di via San Marco. Continua così l’ampio progetto di completo recupero e piena valorizzazione del Casone che, per chi ancora non lo sapesse, rappresenta l’ultimo esemplare di abitazione rurale in erba palustre in tutta la Bassa Padovana. Non solo un Il progetto della struttura (fonte Ufficio Tecnico comunale) simbolo architettonico, ma un vero e proprio monumento alla tradizione contadina e di un intero stile di vita del passato. Abitato da privati sino a pochi anni fa, nel 2004 fu acquistato dal Comune che, rendendosi contro dell’estremo valore storco e culturale della struttura, avviò una certosina opera di recupero e restauro. Il nuovo edificio, che sorgerà appunto nell’area adiacente al Casone, comprenderà un’ampia sala d’accoglienza per i visitatori con tavoli, sedie e bacheche illustrative, oltre ad un’area dedicato al punto informativo. Faranno parte dello stabile anche un magazzino, i servizi igienici e un portico coperto. L’opera costerà 170 mila euro e sarà finanziata con il contributo del Gal “Antico Dogado” (125 mila euro) e della Provincia (44mila euro). Il progetto scelto s’ispira al contesto ambientale circostante, con un linguaggio architettonico che dialoga e si adatta al Casone esistente, facendo proprie le forme e i colori tipici dell’ambito agricolo. L’elemento caratterizzante della nuova costruzione sarà la parete scorrevole che riproduce in acciaio Corten un canneto. Servirà sia come elemento di mitigazione ambientale, da frangisole per le vetrate retrostanti e da quinta scenica per gli spettacoli culturali che spesso si tengono nel Casone. “Il nostro obiettivo - spiega l’assessore Silvano Sambin che sta seguendo passo passo il progetto - è il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture del territorio, finalizzato a promuovere e qualificare il sito oggetto dell’intervento, oltre che il miglioramento della qualità del turismo rurale”. A.C.


Protagonisti a Nordest

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Danio Vangelista, dal commercio alle costruzioni edili

Le sue villette sono in classe “A” e a prova di sisma

Danio Vangelista

Usa solo i migliori materiali e i tecnici più qualificati e alla consegna esibisce i certificati energetici e di insonorizzazione Nel comprare casa è giusto guardare il prezzo, la cui valutazione, però, deve tenere conto delle caratteristiche di costruzione, vale a dire il materiale usato, il tipo di isolamento termico ed acustico ecc. Ma è importante anche scoprire altri vantaggi che il costruttore mette a disposizione. Ormai ogni famiglia dispone di più di un’auto. Ecco allora che poter metterle al coperto e al sicuro è un’opportunità non da poco che protegge le auto sia dagli agenti climatici che dai malintenzionati. Le villette che Danio Vangelista ha edificato dispongono di un ampio garage capace di accogliere due auto anche di grande cilindrata come per altro viene evidenziato nella foto. Un altro parametro da considerare nello scegliere la futura casa è dove si trova. Le villette di Danio Vangelista sono a due passi dal centro piovese ed inserite in un quartiere assolutamente tranquillo, immerso nel verde. In più l’isolamento termico ed acustico assicura, non soltanto un notevole risparmio sulla bolletta del gas, ma difende anche la privacy, vale a dire che chi le abita non è assolutamente disturbato dagli inquilini accanto. Un’offerta, quella di Danio Vangelista, da valutare bene sotto tutti i suoi aspetti prima di essere attratti da altre soluzioni, magari vantaggiose sotto l’aspetto economico ma che poi si potrebbero rivelare assai poco convenienti per i vari motivi che abbiamo citato. Ed è proprio Danio Vangelista che ci parla dei suoi alloggi. Quante sono le villette di via Aldo Moro? “Attualmente edificate sono 16, ma il progetto ne prevede una ventina”.

Con quali criteri costruttivi ha edificate queste villette? “Prima di tutto le ho fornite della massima sicurezza, sono infatti antisismiche ed ho messo la massima attenzione al consumo energetico, a questo proposito posso contare sulle testimonianze di coloro che già vi abitano. Non ho trascurato anche il problema dei rumori, tant’è che all’atto di vendita posso esibire il certificato energetico e di insonorizzazione”. Si può dire che non ha lesinato nella fase di costruzione? “Di questo si può stare certi, ho scelto sempre i migliori materiali e i migliori tecnici per assicurare ai clienti un prodotto di grande qualità” Adesso parliamo di prezzi, con queste caratteristiche una villetta verrà a costare molto. “Sono pronto a confrontarmi con altri prodotti. Posso fare un esempio: una villetta delle mie di 232mq dotata di tre camere da letto, ampio salone, zona cottura, tre bagni, doppio garage di 40mq, ripostiglio e scoperto la vendo a 248.000 euro, poco più di 1.000 euro al mq. Con le caratteristiche di costruzioni e di materiali impiegati posso assicurare che la spesa è ampliamente giustificata”. Cosa vuole dire a quanti hanno intenzione di acquistare una casa? “Che mi contattino senza alcun impegno. Farò visitare il quartiere ma soprattutto la villette in tutti i suoi particolari, posso esibire le fotografie scattate nelle varie fasi di costruzioni cosi da rendersi conto della qualità del prodotto che offro”.

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12 30

VIAGGIO IN

PROVINCIA PADOVA

Riforma degli enti locali La Camera ha approvato il Ddl Delrio

Addio Province, dal 1° gennaio subentrano le città metropolitane

Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. La legge che ha fatto sparire le provincie e porta il suo nome

In attesa della costituzione dei nuovi organi, il presidente della Provincia e la Giunta restano in carica, ma a titolo gratuito e non oltre il 31 dicembre

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a Camera ha approvato il Ddl Delrio sulle provin- il primo cittadino della città capoluogo a meno che ce, che così diventa legge. I voti favorevoli sono lo statuto non ne decida l’elezione diretta, che però stati 260, i contrari 158, gli astenuti 7. Le città richiede apposita legge elettorale e la divisione del metropolitane si apprestano a diventare realtà dall’1 Comune capoluogo in più comuni. Gli altri organi della citta’ metropolitana sono il gennaio 2015, le Province vengono ‘svuotate’ delle loro funzioni e, in attesa della riforma del Titolo V e consiglio metropolitano e la conferenza metropolitadella loro definitiva abolizione, gli organi non saranno na. Per quanto riguarda le province invece, nella fase più eletti dai cittadini. Ancora, incentivi per promuove- di transizione sono enti di secondo grado, manterranno le funzioni di area vasta ed esercitano le funzioni re le unioni e fusioni di Comuni. di pianificazione riguardo a: Questi sono solo alcuni dei territorio, ambiente, trasporpunti salienti della nuova legge. Ma Il nuovo presidente to, rete scolastica. Resterà in andiamo per ordine, con il decreto e il consiglio capo alle Province la funzione vengono istituite 10 città metropoli- verranno eletti per la gestione dell’edilizia tane: oltre a Roma Capitale che per dai sindaci e dai scolastica e il controllo dei feil suo status ha una disciplina specia- consiglieri comunali nomeni discriminatori in ambile, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. Le to occupazionale e promozione delle pari opportunita’ città metropolitane dall’1 gennaio 2015 subentrano sul territorio provinciale. Con la redistribuzione di funzioni e personale tra alle Province omonime e succedono ad esse in tutti i rapporti attivi e passivi e ne esercitano le funzioni Regioni e Comuni, e solo in piccola parte alle Province, nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica e degli viene redistribuito sia il patrimonio, sia il personale obiettivi del patto di stabilità interno. con lo stesso compenso. Le funzioni che nell’ambito del processo di riorIl sindaco della città metropolitana sarà di diritto

dino sono trasferite dalle Province ad altri Enti continuano ad essere da esse esercitate fino all’effettivo avvio dell’esercizio da parte dell’ente subentrante. Altra novità riguarda il consiglio. Sono organi delle Province il presidente, il consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci, ma tutti questi incarichi sono esercitati a titolo gratuito. Gli organi non sono più eletti dai cittadini. Il presidente della Provincia sarà eletto dai sindaci e dai consiglieri dei Comuni della Provincia, così come pure il Consiglio mentre l’assemblea sarà composta da tutti i sindaci dei Comuni appartenenti alla Provincia. Gli attuali consigli provinciali, dunque, hanno le ore contate? E’ prevista l’abolizione del livello politico elettivo con l’immediato addio al Consiglio provinciale. In attesa della costituzione dei nuovi organi, il presidente della Provincia e la Giunta restano in carica, ma a titolo gratuito, per l’ordinaria amministrazione fino all’insediamento del presidente eletto secondo il nuovo meccanismo e comunque non oltre il 31 dicembre 2014.

DEBITI DEllA PuBBlICA AMMINISTRAZIONE lE AZIENDE PADOvANE ASPETTANO

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na nuova indagine condotta da Confindustria Padova-Fondazione Nord Est è andata ad indagare sui crediti vantati dalle aziende locali che rappresentano una buona fetta dell’economia locale. Il 7,3% delle aziende attende pagamenti oltre il mezzo milione e ben l’11,1% poteva beneficiare del decreto 35/2013 per accelerare i rimborsi ottenuti però solo in 7 casi su 10. Ma proprio questi fondi sono stati impegnati per il 44,7% per il saldo della passività con i fornitori e dipendenti e il 37,7% per la riduzione dell’indebitamento bancario. Il debito della pubblica amministrazione verso le aziende padovane ne coinvolge il 43,6%, una percentuale incredibile se si pensa alle somme a cui si fa riferimento, un fenomeno che sta mettendo in ginocchio soprattutto le aziende più piccole per le quali la liquidità è essenziale per continuare

la propria attività. Nove imprese su dieci hanno invece dichiarato di avere debiti con aziende private, anche se le somme, nella loro globalità rimangono più contenute e controllabili. Una situazione che secondo Massimo Pavin (nella foto), presidente di Confidustria, deve essere al centro dell’attenzione nell’attività di Governo visto che solo dalle imprese può arrivare linfa all’economia e nuove spinte per la ricrescita. Non mancano i riferimenti all’Europa alle cui tempistiche di pagamenti si auspicherebbe l’allineamento in Italia anche se i 30 giorni rimangono comunque un’utopia vera e propria. L’indagine si è svolta su di un campione di 315 imprese nel mese di gennaio 2014, una fotografia quindi realistica e recente di una situazione che non deve assolutamente cadere nel dimenticatoio. M.C.

università in prima linea

tAsKe force Anti contrAbbAndo

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n molti la considerano una tematica ormai obsoleta in realtà il contrabbando di sigarette continua, come decenni fa’, a rappresentare una problematica e un fenomeno tutto da conoscere ed osservare. Un fenomeno in piena attività che, grazie alla collaborazione con l’Università di Padova, verrà osservato e registrato per avere degli strumenti concreti e tangibili a favore della legalità. Come ha confermato Antonio Burdo (Agenzia delle Entrate) è nota lì esistenza di una filiera aziendale per l’importazione di questi prodotti all’interno dell’Unione Europea. Frutto di una collaborazione tra Università di Padova, Direzione nazionale Antimafia, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Guardia di Finanza e Federazione Italiana Tabaccai il progetto andrà a conoscere da vicino il fenomeno che se in Italia è in calo nell’Unione Europea rappresenta ancora una piaga. M.C.


Spazi Aperti 13 31 Ambiente e pubblica amministrazione. Nella Bassa Padovana il Consorzio Padova Sud e la Provincia hanno siglato un accordo

Un aiuto a favore del Patto dei sindaci Prima tappa l’inventario delle emissioni a cura del Consorzio, quindi la Provincia lavorerà al piano di azione per le energie

Ora i Comuni possono accedere ai finanziamenti previsti dal progetto “Elena”

di Emanuele Masiero

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on si può certo dire che l’adesione al Patto dei Sindaci in provincia di Padova abbia avuto un grande successo. Eppure si tratta di un accordo proposto dalla Commissione Europea ai Comuni per trovare un supporto locale e raggiungere gli obiettivi di politica energetica ormai famosi come 20, 20, 20. Sottoscrivendo il Patto le Amministrazioni locali si impegnano al conseguimento degli obiettivi prefissati entro il 2020 a partire dalle prestazioni energetiche di un determinato anno di partenza. Insomma, tanti bei propositi, ma un po’ troppa carne al fuoco soprattutto per i Comuni più piccoli che non hanno risorse, tempo e tecnici specializzati in grado di rispondere a esigenza così specifiche. Ma in soccorso dei sindaci della bassa padovana è arrivato il Consorzio Padova Sud che, insieme alla Provincia, hanno siglato un accordo per finanziare i Comuni e sostenerli con supporto tecnico specializzato. Il tutto si è concretizzato con una firma tra le parti e 2 mila euro per ogni Comune aderente. LE FASI DEL PAES. I Comuni che vorranno aderire potranno contare sul supporto dei tecnici dello Sportello Energia nato dalla collaborazione tra Padova Tre e Le-

gambiente. In una prima fase, in cui verrà realizzato l’inventario delle emissioni, le spese saranno sostenute dal Consorzio Padova Sud. Mentre nella seconda si passerà alla stesura del Piano di Azione per le Energie Sostenibili e in questo contesto interverrà la Provincia con un finanziamento di mille euro per ogni Comune aderente. LE TEMPISTICHE. L’inventario delle emissioni e il Paes devono essere prodotti entro un anno dalla data di approvazione in Consiglio comunale della delibera di adesione. Successivamente il Comune dovrà adoperarsi per realizzare le azioni previste e, ogni due anni, fornire alla CE un rapporto sui risultati conseguiti. Ecco perchè diventa fondamentale l’apporto di personale esperto in tematiche ambientali. IL VERO VANTAGGIO. L’adesione al Patto dei Sindaci non è solo una dichiarazione di tutela dell’ambiente. Grazie a questo accordo i Comuni possono accedere ai finanziamenti previsti dal progetto “Elena” (ottenuti dalla Commissione Europea) grazie al progetto “3L” della Provincia di Padova. In pratica quindi, chi non avrà aderito, non potrà usufruire di importanti finanziamenti. I COMMENTI. “Oggi siamo riusciti ad offrire un nuo-

La firma dell’accordo fra Comuni, Consorzio Padova Sud e Provincia di Padova. Nella foto Simone Borile e Barbara Degani

vo servizio ai nostri Comuni – ha commentato Simone Borile, Presidente del Consorzio Padova Sud – L’adesione al Patto dei Sindaci con il sostegno dello Sportello Energia e un finanziamento di 2.000 euro. L’adesione al Patto comporta una prima fase di accreditamento con la Commissione Europea ed una successiva raccolta dei dati energetici per realizzare l’inventario. Un iter complesso sul quale i Comuni del Consorzio Padova Sud avranno il sostegno e il supporto di tecnici ed esperti del settore”. Sulla stessa linea anche Barbara Degani, ormai ex presidente della Provincia di Padova dopo la nomina a sottosegretario all’ambiente. “L’adesione al Patto dei Sindaci non è solo una dichiarazione pubblica

di rispetto per l’ambiente – ha commentato Barbara Degani – Si tratta anche di un aspetto formale di primaria importanza: l’adesione permette infatti di accedere a finanziamenti fondamentali. Non mi riferisco solo a quelli del progetto 3L per il fotovoltaico nei tetti delle scuole della provincia, ma anche ai finanziamenti Regionali ed Europei. Ecco perchè, come Provincia, siamo scesi in campo e abbiamo deciso di sostenere concretamente i Comuni in questo importante percorso di tutela ambientale. Grazie all’iniziativa del Consorzio Padova Sud, in collaborazione con la Provincia, i Comuni potranno aderire con un costo calmierato e con la guida di esperti del settore”.

gIOvANI ENTOMOlOgI PER ESAPOlIS

C

he sia un periodo difficile per il settore culturale non è un segreto. I continui tagli non hanno certo aiutato i musei della provincia di Padova che spesso si trovano in condizioni al limite della chiusura definitiva. Ma finalmente arriva una buona notizia: gli appassionati di natura e insetti che frequentano il MicroMegaMondo dei musei di Esapolis e della Casa delle Farfalle di Montegrotto, hanno un nuovo punto di riferimento. Nasce infatti l’associazione “Giovani Entomologi di Esapolis”, un gruppo che si propone come punto di riferimento per chi vuole approfondire temi, curiosità e tutto ciò che riguarda il mondo degli insetti ed artropodi terresti. “L’associazione – ha spiegato l’assessore provinciale alla Cultura e ai Musei provinciali Luca Littamè - nasce per arricchire il ruolo educativo di Esapolis, il museo vivente degli insetti e degli ecosistemi collegati che negli anni ha saputo diventare anche un luogo di incontro e passioni per chi ama questo mondo. Come Provincia siamo davvero orgogliosi che il gruppo nasca in uno dei nostri musei perché diamo supporto a un’iniziativa di grande valenza educativa che diventerà incubatore per i giovani talenti. I ragazzi possono infatti frequentare quest’ambiente protetto dando sfogo ai loro interessi”. Sono tantissimi i visitatori di Esapolis e della Butterfly Arc che chiedono di avere un riferimento per approfondire la loro passione o quella dei loro figli. Per questo è già nato un gruppo di Giovani Entomologi attivo su Facebook che conta 26 iscritti. Il GEE (Giovani Entomologi

Menù di Carne di Esapolis) è indipendente e auto-organizzato, ma agirà sotto la guida del museo. L’attuale coordinatore del gruppo è il giovane cofondatore Luis Guariento, tra i finalisti mondiali del premio “Google Science Fair 2013” e ora impegnato sull’alimentazione sostenibile per Expo 2015 con Junior Achievement. “Si realizza un sogno che avevo fin da quando ero giovane – ha spiegato il direttore di Esapolis Enzo Moretto – la mia generazione non aveva un luogo dove poter coltivare la passione per il mondo degli insetti che costituiscono il 60% degli esseri viventi che abitano la Terra. Quest’iniziativa consente ai ragazzi di uscire dal semplice collezionismo facendo diventare il loro amore per il micromegamondo un valore sociale, da condividere con gli altri. Ci sono bambini che vengono a visitare Esapolis e la Casa delle Farfalle con la stessa luce negli occhi che accomuna gli entomologi. Ora avranno la possibilità di condividere quest’esperienE.M. za con altri”.

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Aperitivo della casa Antipasti Strudel ai formaggi Petali di Speck al miele

Aperitivo della casa Antipasti Carpaccio di spada su misticanza Strudel mari e monti su crema briè

Primi Piatti Risotto ai chiodini speck zafferano Tortelli alla zucca burro e salvia

Primi piatti Risotto gamberoni e ananas Strozzapreti modo mio Secondi Piatti Filetto di branzino in dondolata di patate Cappe sante sale e pepe Sorbetto

Secondi piatti Lonza alle renette Filetto di maialino in crosta Sorbetto Contorni Insalata mista, patate al forno, verdura alla griglia Acqua, vino caffè, liquore Dolce della festa con Moscato/prosecco

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32 Cultura provinciale Esposizione al Centro Altinate Fino al 21 luglio aperta la mostra “Patavina Libertas”

Padova raccontata dai “papiri”

Photo-Graphia

Omaggio alla tradizione universitaria che abbraccia ben 200 anni con tanti personaggi illustri di Laura Organte

U

na tradizione tutta padovana, quella dei papiri di laurea, che attira ogni giorno gli sguardi curiosi di turisti e passanti, divertiti dai travestimenti e dalle rime scherzose che il malcapitato è costretto a leggere davanti ad amici e parenti, innaffiando il tutto con abbondante vino. Un’usanza ad oggi irrinunciabile per i padovani “gran dottori”, ma tutt’altro che recente: la storia di papiri inizia infatti nel XVII secolo con le antiche epigrafi di laurea per seguire le vicende della goliardia e dell’ateneo fino ai nostri giorni. Per ripercorrerla, è stata allestita la mostra “Patavina Libertas - I papiri di laurea dell’Università di Padova”, che sarà aperta al pubblico dal 5 aprile al 27 luglio presso il Centro culturale Altinate San Gaetano. Tappe dell’itinerario della mostra saranno anche il Palazzo del Bo e il Caffè Pedrocchi, due simboli della vita universitaria patavina. L’iniziativa è nata nel 2009 con un’attività di catalogazione e digitalizzazione di papiri di laurea, appartenenti alla Cedam,

eventi e mostre

La chiesa quasi rasa al suolo alla Biblioteca Civica e a collezioni private, dalle origini della tradizione ai nostri giorni, pezzi preziosi della storia di Padova e delle personalità importanti che ne hanno segnato le vicende. L’esposizione propone 130 papiri, selezionati fra i quasi 16.000 presenti nell’archivio digitale realizzato per l’evento, e copre 200 anni di storia: dalle antiche epigrafi di laurea del 1787 fino ai più recenti documenti del 1987. La storia dei papiri scorre, infatti, parallelamente a quella dell’Università e della città di Padova, e propone un viaggio tra le fastosissime epigrafi di laurea seicentesche e i primi papiri con satire e caricature, facendo così conoscere giovani laureati divenuti poi personaggi illustri e artisti di fama. Fra i soggetti dei papiri spiccano, inoltre, figure importanti della cultura e della società civile italiana: il famoso linguista Niccolò Tommaseo, Guido Carli futuro governatore della Banca d’Italia, Cesare Musatti pioniere della psicoanalisi in Italia, il ministro Guido Gonella, l’editore

Foto storiche sul bombardamento degli Eremitani

È

Il dettaglio di uno dei papiri di laurea esposti al Centro Altinate Ugo Mursia e il sociologo, scrittore e gior- storia d’Italia e dei suoi movimenti artistici. nalista Sabino Acquaviva. Il papiro, inoltre, Attraverso l’esposizione di questi fogli è la chiave di accesso attraverso cui poter spesso ironici e pungenti che venivano e entrare nella storia di Padova, della sua vengono tuttora affissi sui muri del Bo per università, del movimento goliardico. Ma annunciare i nuovi laureati, la mostra si l’itinerario della mostra offre anche l’op- propone di rappresentare uno spaccato di portunità di seguire l’evoluzione degli stili costume e di satira, ma anche di storia e di grafici, lo sviluppo degli stilemi illustrativi cultura in quattro secoli di vita universitaria nei quali si riflettono alcuni elementi della in uno dei più celebri atenei italiani.

Timeline. La storia e lo sguardo il tema conduttore dell’edizione 2014 di Padova Photo-Graphia, che vanta un calendario ricchissimo: 9 mostre, incontri, presentazioni di libri, un concorso e un convegno. L’idea di questa edizione nasce da una concomitanza storica: 70 anni fa, durante la seconda guerra mondiale, gli affreschi del Mantegna nella Cappella Ovetari vennero distrutti, nel corso del bombardamento di Padova che colpì gravemente la chiesa degli Eremitani. La mostra Foto storiche di Padova. Il bombardamento della Chiesa degli Eremitani (Palazzo Zuckermann 11 aprile-25 maggio) ripercorre le vicende della chiesa. Curata da Maria Beatrice Autizi e Angelo Maggi, la rassegna affronta il tema del tempo cristallizzato per mezzo dell’immagine fotografica. L.O.

Grantorto L’associazione che nasce con lo scopo di divertire e aiutare gli altri a cura di Laura Organte

le tavole di renzo piano ll Salone del Palazzo della Ragione raccoglie in occasione della Biennale di Architettura Barbara Capocchin, una selezione estesa e significativa di materiali provenienti dagli archivi del Renzo Piano Building Workshop e della Fondazione Renzo Piano: trentadue grandi tavoli sono isole monografiche dedicate ad altrettante architetture realizzate dallo studio in tutto il mondo, dalla fine degli anni Sessanta a oggi: grazie a montaggi di schizzi e di disegni, fotografie, modelli, brevi testi e video, ogni edificio racconta una storia e un luogo, una vicenda che letta insieme alle altre compone una lunga teoria di idee e di ambienti destinati alla vita collettiva.

“poeti a maggio” al pedrocchi Torna il 6 maggio la rassegna “Poeti a Maggio”, che ospiterà come ogni anno alcuni nomi di spicco nel panorama contemporaneo. Apre la kermesse, nella prestigiosa Sala Rossa del Caffè Pedrocchi, Elia Malagò (nella foto), seguita da Luciano Caniato (13 maggio), Massimo Scrignoli (20 maggio) e Antonio Riccardi (27 maggio). Gli incontri sono alle ore 17.45.

arslan e carlotto: “kalelov” Il 22 maggio nella Sala dei Giganti del palazzo Liviano di Padova Antonia Arslan e Massimo Carlotto saranno in scena con lo spettacolo “Kalelov”, con una colonna sonora – dai sassofoni e il duduk di Maurizio Camardi al liuto cantabile di Mauro Palmas e fino alla musica sacra di Maurizio Redegoso Kharitian e Alessandro Foresti – che è già di per sé un concerto. “Kalelov” (camminando), declinato nelle lingue dei luoghi che sono protagonisti di questa inedita produzione italo-armena, narra due storie che si intrecciano, con gli scrittori in scena e le musiche a fare a volte da collante alle parole, altre a raccontare a loro volta.

Aiutare gli altri donando un sorriso con un carro allegorico A

iutare gli altri donando un sorriso con un carro allegorico. E’ questa la missione dell’associazione “Regaliamo un sorriso” di via d’Azeglio, fondata nel 2011 da un gruppo di sette famiglie. “La nostra associazione - spiegano i fondatori Andrea Rigo, Matteo Scuccato, Sergio Costa, Massimo Ghion, Maurizio Forasacco e Alessio Zilio - nasce con lo scopo di divertire e aiutare. Pensiamo che il carnevale, che coinvolge intere famiglie, sia il momento più adatto per realizzare i nostri intenti”. Da alcuni, infatti, l’associazione allestisce carri allegorici per partecipare alle varie sfilate organizzate nel territorio regionale. “Il primo anno eravamo un gruppo di cinquanta persone - raccontano i fondatori - ma con gli anni il numero delle persone coinvolte è aumentato”. Per il carro di quest’anno, intitolato “La magia dei clowns”, i figuranti sono quasi un centinaio. L’associazione aiuta anche concretamente gli altri. “Siamo riusciti a fare delle donazioni alla Città della Speranza, confidando di regalare così qualche sorriso anche lì”. In pochi anni l’associazione ha avuto uno sviluppo enorme, raggiungendo livelli inaspettati. Il segreto? “Oltre all’energia

Il carro di quest’anno intitolato “La magia dei clowns” e all’entusiasmo che scaturisce dal credere fermamente in ciò che facciamo - aggiungono i fondatori - un aiuto fondamentale arriva da tutti quelli che ci aiutano operativamente a realizzare il carro. C’è poi il gruppo femminile che si occupa delle coreografie e dei vestiti”. A tutto questo si aggiunge una schiera di imprenditori locali (Larinox, Sergio Bassan, Agenzia In&Per, Ferrinox, Salmaso, Ceccato compressori, Trasporti Romagna, Tecnoeka, Falac, Veneta cromature, Vape,

Erax, Marzo Biasio, Miozzo, New global, Giovanni Gambato, Euro diesel, Ivm, Marcato B., Veneta saldature, Adm e Simatec) che credono nel progetto e sono sempre pronti a fare economicamente la loro parte. “Nonostante la stagione non sia ancora finita - concludono - il progetto per il carro del 2015 è già in cantiere”. Per informazioni sull’associazione: regaliamounsorriso@gmail.it e 392/7926793. Alessandro Cesarato


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34

Sport in primo piano

Lo bocce

Angelo sciccone, campione della “Saccisica 2000”

Montagnana La squadra dell’istituto cittadino si è imposta tra gli allievi

Studenti campioni di nuoto

di Nicola Cesaro Il campione di bocce Angelo Sciccone premiato dall’assessore allo Sport Magagnato e dal sindaco Canova

I

l bocciodromo comunale di via Villa del Bosco continua a sfornare campioni. L’ultimo, in ordine cronologico, è Angelo Sciccone, portacolori della “Saccisica 2000”, società che ha come casa proprio l’impianto comunale. Sciccone, nel mese di marzo, si è aggiudicato il 12esimo Trofeo Città di Castelfranco Veneto, gara a livello nazionale che ha visto la partecipazione di 128 atleti provenienti da diverse regioni. Anche l’amministrazione ha voluto rendere omaggio al neocampione, premiandolo nel corso del consiglio comunale. “Siamo orgoglioso di sostenere attivamente questa bella realtà - ha commentato l’assessore allo sport Fabio Magagnato riferendosi all’attività portata avanti da Saccisica 2000. - Alle congratulazioni al neo campione per il risultato ottenuto un ringraziamento va fatto a tutti i dirigenti di questa società che mettono il massimo impegno per portare avanti un’attività di elevato valore sportivo e soprattutto sociale per tutto il territorio Alessandro Cesarato della Saccisica”.

S

i nuota con successo nella Bassa Padovana. E’ il caso, per esempio, dell’istituto Jacopo da Montagnana. Anche quest’anno la squadra della scuola montagnanese ha conquistato il primo posto nella classifica per squadre della categoria “allievi” alla fase provinciale dei campionati studenteschi, creando il vuoto alle proprie spalle. Nella piscine Plebiscito a Padova, con la guida del professor Saoncella, lo Jacopo ha ottenuto i seguenti piazzamenti: primo posto nelle staffette 4x50 (con Mattia Franchini, Nicola Carrirolo, Nicholas Fassio, Stefano Raimondi, tutti di 2AS) e 6x50 (anche con Luca Canevarolo di 1AS e Alesandro Chemello di 3AS), primo posto per Raimondi nei 50 farfalla, secondo posto nella rana per Fassio, secondi Franchin e Carrirolo rispettivamente nei 50 stile libero e nei 50 dorso. Dopo il secondo posto del 2012 nella classifica a squadre, il 2013 e 2014 hanno visto la squadra dello Jacopo conquistare

I ragazzi dell’Istituto “Jacopo da Montagnana”

e consolidare un primato che la colloca ai vertici del nuoto studentesco padovano. Nel Montagnanese c’è poi da registrare il crescente entusiasmo della squadra Amatori Nuoto Casale di Scodosia, che grazie ai tecnici Eleonora Paganotto e Cristian Tomasetto sta avendo ottimi risultati sia nel settore “propaganda” e soprattutto con i “master” che si stanno ben distinguendo nelle gare del circuito della Fin. Domenica 23 marzo Tomasetto ha raccolto una medaglia d’argento nei 50 rana al Gran Prix di Padova, ed in generale tutti gli atleti si sono ben comportati, portando a

casa punti federali importanti per la società che si allena nelle piscine Canova. Palestra che, negli ultimi mesi, ha impegnato atleti anche in competizioni di altre discipline: una squadra di bambini è stata impegnata con il karate ad Albignasego, ottenendo un buon bottino di medaglie grazie al lavoro della maestra Giusy Spigolon, e lusinghieri piazzamenti sono arrivati pure con il kick boxing, su tutti le partecipazioni del maestro Alessio Pavan ai mondiali di Taranto. Nella struttura funziona anche una squadra di triathlon e una di cheerleader seguite da Alice Rampin.

CICLISMO JUNIORES. Da 44 anni la società miete successi

l’asd monselice raccoglie un “quartetto” di giovani promesse per la stagione

Nella foto di Franco Rizzo gli atleti biancorossi con il patrocinio di

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a stagione agonistica per l’Asd Monselice segna ben 44 anni di ininterrotta attività su vari fronti agonistici e organizzativi. Con alla conferma alla presidenza di Angelo Capuzzo , in carica da 12 anni, e con un rinnovato direttivo la società va avanti nel suo impegno a favore dei giovani che desiderano tentare la riuscita in campo agonistico con le maglie biancorosse portandosi appresso fin dall’ingresso nel sodalizio della Rocca sani principi educativi. La novità della stagione, da poco partita, è che dopo un ventennio ritorna a Monselice la categoria Juniores con un quartetto diretto diretto da Davide Dante, stimato tecnico che ha indossato le maglie monselicensi nelle varie categorie giovanili e che proprio nella categoria Juniores ha vinto la maglia tricolore su strada correndo per un team veronese. Dante ha continuato con buoni risultati a correre tra i dilettanti, poi il passaggio al volante dell’ammiraglia

in vari team. Ora si è rimesso in gioco alla guida della categoria che gli ha dato la più bella soddisfazione. Gli Juniores completano il quadro della rappresentativa sociale che parte dai giovanissimi. La formula adottata dall’Asd Monselice è tutta nuova e coinvolge direttamente i genitori dei corridori nel sostenere l’attività come servizio sociale verso i propri figli, ragazzi appassionati di questo sport che spesso al passaggio in questa categoria non trovano squadre pronte ad accoglierli e quindi devono con amarezza abbandonare l’attività e orientarsi verso altri sport. La società mette a disposizione mezzi, materiali e dirigenti qualificati, le famiglie un modesto contributo di mantenimento anche perché il momento economico non è dei più felici. Il progetto parte con tanto entusiasmo e con questo quartetto: Davide Broccanello, Marco Fornasiero, Federico Queroli e Giulio Rizzo. Romano Buongiorno


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I veneti vogliono l’indipendenza?!

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I cittadini chiedono più autonomia fiscale. Gli indipendentisti, invece, proclamano l’addio a Roma a colpi di referendum e di terrorismo di Germana Urbani

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oro, gli indipendentisti a capo del movimento, hanno già vinto. Con quella che definiscono rivoluzione democratica, evoluta e digitale sono riusciti ad accendere i riflettori sul nuovo movimento politico del Veneto e soprattutto sui suoi leaders, per nulla sprovveduti, anzi. Basta navigare nel loro sito, agevole, organizzato; osservare con quanta dovizia danno e commentano informazioni; basta osservare le loro capacità di diffondere notizie sui social network per capire che saranno proprio loro a dare del filo da torcere a Grillo, almeno in Veneto. Dopo il referendum on line di fine marzo, passato quasi sotto silenzio, il gruppo indipendentista si è riunito a Treviso per dichiarare l’indipendenza sancita, a detta levato. loro, dai 2.360.235 sì espressi dai veneti chiamati sul Così, nel giro di pochi giorni la commissione Affari web ad esprimersi. istituzionali del Consiglio regionale del Veneto ha apSe i dati fossero reali, e non sono stati ancora verifiprovato, a maggioranza, entrambi i progetti di legge da cati, l’89,10% dei residenti vorrebbe staccarsi dall’Italia un anno in discussione che chiedono una consultazione e fare da sé. popolare dei veneti su indipendenza e autonomia della Che un malessere reale sia diffuso in regione è vero Regione. Il progetto di legge 342 di Stefano Valdegame a dirlo sono altri dati, quelli di beri è passato con i voti di Lega, Secondo il sondaggio un recente sondaggio di Demos Forza Italia, Ndc, Futuro popolacondotto su un campione rapprere e Unione Nordest. La commispiù della metà dei sentativo. Secondo il sondaggio sione ha dato il via libera anche veneti vorrebbero oltre la metà degli elettori veneti ad un secondo progetto di legge, l’indipendenza (55%) si dicono d’accordo con presentato da Costantino Toniolo l’obiettivo, sollevato dal referene da Carlo Alberto Tesserin, endum, dell’indipendenza veneta. Anche se è concepita, trambi del Nuovo Centrodestra, che affida al presidente soprattutto, come maggiore “autonomia”, maggiore della Regione il compito di negoziare maggiori condicapacità rivendicativa nei confronti di Roma. In parte, zioni di autonomia per il Veneto e, in appoggio al negonella maggiore qualità dei parlamentari e della classe ziato istituzionale, di indire un referendum popolare nel politica. quale i veneti possano esprimersi sul Veneto regione a statuto speciale, dotata di autonomia fiscale, sino a Ma gli indipendentisti hanno vinto perchè sono riutrattenere in loco l’80 per cento del gettito fiscale. sciti a far mettere in agenda ai politici che siedono nel Se questi referendum si dovessero fare costerebbeparlamentino regionale l’urgenza di dare una risposta ro alla Regione 14 milioni di euro e, per ora, nessuno più o meno concreta all’istanza che essi avevano sol-

ha detto da dove salterebbero fuori. E’ soddisfatto Valdegamberi che ammette che solo un anno fa questa proposta non sarebbe passata. “Il superamento degli Stati nazionali ottocenteschi – spiega il consigliere e la rivalutazione dei territori che sono omogenei per storia, pensiero ed economia, come il Triveneto – conclude Valdegamberi - deve essere la base per un nuovo federalismo europeo dei popoli. Il Veneto è pronto a competere con i modelli della Mitteleuropa, che sono ben lontani da ‘Roma capitale’”. Ma non tutti sono di quest’idea, anzi. i consiglieri di Forza Italia per il Veneto, ad esempio, hanno esposto uno striscione dai balconi di palazzo Ferro-Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto con la scritta:“Noi veneti, come Bolzano sì, come Crimea no”. Tutto questo mentre in aula consiliare si svolgeva la seduta dedicata alla revisione della Costituzione e alla presa di posizione del Veneto che chiede di diventare Regione a statuto speciale “Con questa azione abbiamo voluto ribadire il no all’indipendenza, ma il nostro sì a forme di autonomia uguali a quelle del Trentino-Alto Adige”, hanno dichiarato Dario Bond e Piergiorgio Cortelazzo insieme agli assessori Massimo Giorgetti e Maria Luisa

Coppola. “Vogliamo un Veneto forte e autonomo in una Italia unita che prenda il Veneto ad esempio. Le forze di maggioranza sembrano aver idee diverse e, perchè no, seguire anche gli umori delle piazze. E il presidente Luca Zaia, dal canto suo, si può dire che tentenna. Sin dal giorno dopo la proclamazione dell’indipendenza da parte dei referendari 2.0, ha sostenuto frenato sulla questione. Tanto che commentando le decisioni della Commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale che si è pronunciata con un doppio sì per la consultazione sull’indipendenza e sull’autonomia ha detto che la sua “road map per l’indipendenza del Veneto è la stessa della Catalogna; ci si dà l’obiettivo e si praticano, giorno dopo giorno, con pazienza, tutti i passaggi giuridici. E’ un voto, questo, che permetterà ai consiglieri regionali di discutere di questi due provvedimenti. E già il dibattito è importante. Io mi auguro che si arrivi rapidamente all’approvazione della legge per l’indizione del referendum, dopodiché inizieremo il nostro confronto giuridico a livello nazionale”.


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Attualità

>> ITosi: “Fatti che sono più da bar che non da banda armata

Un nuovo carroarmato pronto a sparare alle tasse! di Ornella Jovane

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a notizia gira per l’Italia, sui media e in rete, come sono più da bar che non da banda armata’’. ‘’Spiace che fosse una barzelletta:l’azione di alcuni “bontempo- queste persone vengano massacrate dalla giustizia, per ni” che non volevano far nulla di male. E ad avva- non aver fatto nulla, perché quella del carroarmato, che lorarla arrivano anche le dichiarazioni di politici di calibro e’ un trattore con sopra tre lamiere, fa ridere’’ ha concluso come quella di Flavio Tosi. “Fin da subito, quando mi il sindaco veronese. Sarà. Eppure per la Procura di Brescia hanno raccontato questa vicenda, pensando all’entità non ci sono dubbi: erano disposti a tutto pur di spingere delle cose contestate mi e’ venuto da sorridere, perchè all’indipendenza del Veneto. Anche ad azioni clamorose. L’indagine ha portato a sono degli arresti per nulla’’. Minimizza l’accaduto il segretario nazionale della Liga Veneta e sindaco di Verona, ventiquattro arresti nelle provincie di Padova, Treviso, Rovigo, Vicenza e Verona. In carceFlavio Tosi, commentando l’arresto Busato: “Solidarietà a re, tra gli altri, l’ex parlamentare dei 24 ‘’secessionisti’’ veneti che e sottosegretario Franco Roccheta Casale Di Scodosia stavano cochi ci avrebbe aiutato ta, fondatore della Liga Veneta e struendo un nuovo mezzo d’assalto nella prossima mossa: tra i promotori del referendum per e sono stati accusati di associazione la secessione del Veneto. Stesso con finalità di terrorismo, eversione la rivoluzione fiscale” provvedimento per Lucio Chiavedell’ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra. Accuse pesanti, gato, il leader del Movimento 9 dicembre, i Forconi, di eppure, la gran parte degli uomini del carroccio sottolinea Verona e protagonista del presidio nei pressi del casello che si è trattato solo di “un gioco”.’’Fa rattristare il fatto dell’autostrada A4, già presidente della Life, la Libera Asche venga fatto del male a delle persone - ha continuato sociazione degli imprenditori veneti. Carcere anche per il Tosi - perché finire in galera per una persona che non ha suo braccio destro, Patrizia Badii, anche lei tra i promotori mai fatto nulla per finirci, e’ ingiusto e sproporzionato; del presidio verosese dei forconi. In galera, inoltre, Luigi quindi si sono sperperate centinaia di migliaia di euro per Faccia, mentre ai domiciliari è finito Flavio Contin: questi indagini, pedinamenti, intercettazioni per dei fatti che ultimi due sono personaggi già noti alle forze dell’ordine

e alle cronache perché fecero parte del gruppo dei Serenissimi che nel 1997occuparono piazza San Marco a Venezia a bordo di un blindato sempre costruito a Casale di Scodosia. “Arrestateci tutti” - ha detto Gianluca Busato, leader di Plebiscito.eu, apostrofando come notizie ridicole e indecenti le notizie che riportavano gli arresti di quelli che lui ha definito “patrioti veneti”. “Sono questi gli ultimi rantolii dello stato italiano criminale, ladro e violento – ha detto Busato - Esprimo la mia totale solidarietà e vicinanza a Franco Rocchetta, Lucio Chiavegato, Luigi Faccia, Flavio Contin e a tutti i patrioti arrestati questa notte con accuse che appaiono fin d’ora risibili. Prepariamoci per una mobilitazione di Popolo, civile, composta, pacifica e democratica a sostegno della Repubblica Veneta. E in ogni caso ringraziamoli, perché non potevamo sospettare di avere un aiuto così grande per applicare con successo l’esenzione fiscale totale”. Il prossimo passo verso cui muovono gli indipendentisti, infatti, è la rivolta fiscale: nessuno paghi più le tasse! E’ questo il cuore del programma politico del movimento che si appresta a raccogliere le firme degli imprenditori pronti alla rivolta fiscale. La motivazione è presto detta: liberarsi dall’oppressione “del peggior inferno fiscale del pianeta”.

Flavio Tosi e Gianluca Busato

Tiozzo, Pd “I fatti degli ultimi giorni segnano il fallimento del Veneto leghista”

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aia e la Lega hanno fallito l’occasione storica di ottenere una reale e maggiore autonomia del Veneto e ora corrono ai ripari schierandosi accanto ai secessionisti”. Per Lucio Tiozzo e Stefano Fracasso, capogruppo e vicecapogruppo del Pd in Consiglio regionale, c’è aperta contraddizione tra le dichiarazioni di Zaia a sostegno del fronte indipendentista e secessionista e l’operato politico nei suoi incarichi di vicepresidente e presidente della Regione e di ministro della Repubblica. “Prima ancora di guidare la Regione, Zaia è stato vicepresidente del Veneto e poi ministro. Eppure, malgrado i proclami e le promesse, lui e il Carroccio non hanno mai fatto compiere al Veneto quel salto in termini di rafforzamento delle competenze e di ampliamento degli spazi di autonomia anche fiscale. Non sono stati in grado di far tesoro dell’onda del consenso elettorale con il quale hanno assunto la guida della Regione”. “Anzi – proseguono Tiozzo e Fracasso – il presidente Zaia che ora si schiera dalla

Lucio Tiozzo parte degli indipendentisti è lo stesso che in questi anni ha rafforzato il centralismo regionale. L’esempio più lampante è il mancato riconoscimento dell’autonomia della provincia di Belluno, che continua ad essere negata malgrado lo Statuto la preveda. Questa è stata la storia ingloriosa del Veneto leghista, che ora cerca riscatto nei sogni di gloria irredentista”.


primavera/estate/2014


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Attualità

>> Trasporti su rotaia Avviata un’indagine conoscitiva sulla qualità del servizio offerto

Ferrovie, interviene l’Autorithy di Alessandro Abbadir

L’infrastruttura in Veneto si estende complessivamente per 1.800 chilometri di linee; sono 164 le stazioni esistenti

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e la rete autostradale e stradale è nel mirino dei residenti e degli utenti, non se la passa bene nella nostra regione neanche la rete ferroviaria. L’infrastruttura ferroviaria in Veneto si estende complessivamente per 1.800 chilometri di linee; 164 le stazioni esistenti. Ci sono tratte a lunga percorrenza sull’asse Milano-Venezia, Venezia-Bologna o Udine- Venezia, e ci sono linee meno strategiche ma essenziali per le comunità locali come quelle gestite da Sistemi Territoriali o quelle nell’area del bellunese e rodigino. In queste ultime settimane la serie di tagli agli orari con l’introduzione dell’orario cadenzato, ha scatenato le proteste degli utenti, soprattutto quelle dei pendolari, che i treni li utilizzano ogni giorno. Fra le preoccupazioni c’è anche ormai la certezza che il Sistema Metropolitano Ferroviario di Superficie, non verrà completato neanche durante questo mandato. Ecco che nelle scorse settimane l’Authority dei trasporti ha deciso di avviare un’indagine conoscitiva sulla circolazione ferroviaria in Veneto per accertare la qualità del servizio offerto dai treni regionali finiti nell’occhio del ciclone per la lunga serie di ritardi e i disservizi che affliggono i 200 mila pendolari nostrani. Il presidente dell’Autorithy dei Trasporti Andrea Camanzi ha fatto sapere che l’inchiesta coinvolgerà anche altre regioni e si estenderà ai collegamenti aeroportuali. In calendario, le audizioni dei principali soggetti coinvolti: da Trenitalia ai sindacati delle ferrovie, dagli amministratori locali ai rappresentanti dell’utenza. La finalità principale dell’Authority, consiste nel ridefinire le regole del gioco, assicurandone il rispetto, a cominciare dalla definizione degli schemi dei bandi di gara, di sua diretta competenza. Nello specifico, il caso è quello della gara europea per l’assegnazione delle corse regio-

nali conseguente alla disdetta del contratto a Trenitalia da parte della Regione Veneto. La gara è di quelle sostanziose: vale 150 milioni di euro l’anno e sarà proprio l’autorità garante a definire, in via preliminare, i criteri del bando, ispirati a standard di qualità, rispetto dei princìpi della libera concorrenza, salvaguardia dei servizi minimi essenziali e vantaggi economici per la collettività. L’auspicio è che a farsi avanti siano i colossi ferroviari di Svizzera, Austria e Germania. In una nota il governatore della Regione lo ha chiarito. “Abbiamo rinunciato a prolungare il contratto con Trenitalia - dice Zaia nella nota - per bandire una gara rivolta a società di spessore europei in grado di competere con Rfi nell’offrire un servizio all’altezza: parlo delle ferrovie svizzere, austriache, tedesche, inglesi, non certo dei candidati provinciali dell’ultima ora”. Per rendere più “abbordabile” l’operazione, non si esclude la suddivisione della mappa ferroviaria veneta in lotti da appaltare singolarmente. A frenare le candidature c’è il vantaggio di cui, gode Trenitalia: costola di Rfi, dispone in partenza di tratte, convogli, personale, depositi, officine, materiali. Non mancano le polemiche. Per il senatore del Pd Lodovico Sonego, ”la proposta è ambientalmente e socialmente insostenibile e serve solo a nascondere il proposito reale di non fare nulla. La nuova ferrovia ad Alta Velocità e Alta Capacità del Corridoio Mediterraneo è una primaria necessità del Friuli Venezia Giulia per diventare quella piattaforma logistica che da sempre desidera essere, ma il quadruplicamento è il modo migliore per non realizzarla. Il quadruplicamento significa collocare due ulteriori binari in stretto affiancamento ai due esistenti attraversando una catena di centri abitati nei quali le abitazioni sono vicinissime ai binari che ci sono già”.

Innovazione “in servizio da settimane i nuovi etr elettrici

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aia e la Lega hanno fallito l’occasione storica di ottenere una reale e maggiore autonomia del Veneto e ora corrono ai ripari schierandosi accanto ai secessionisti”. Per Lucio Tiozzo e Stefano Fracasso, capogruppo e vicecapogruppo del Pd in Consiglio regionale, c’è aperta contraddizione tra le dichiarazioni di Zaia a sostegno del fronte indipendentista e secessionista e l’operato politico nei suoi incarichi di vicepresidente e presidente della Regione e di ministro della Repubblica. “Prima ancora di guidare la Regione, Zaia è stato vicepresidente del Veneto e poi ministro. Eppure, malgrado i proclami e le promesse, lui e il Carroccio non hanno mai fatto compiere al Veneto quel salto in termini di rafforzamento delle competenze e di ampliamento degli spazi di autonomia anche fiscale. Non sono stati in grado di far tesoro dell’onda del consenso elettorale con il quale hanno assunto la guida della Regione”. “Anzi – proseguono Tiozzo e Fracasso – il presidente Zaia che ora si schiera dalla parte degli indipendentisti è lo stesso che in questi anni ha rafforzato il centralismo regionale. L’esempio più lampante è il mancato riconoscimento dell’autonomia della provincia di Belluno, che con-

tinua ad essere negata malgrado lo Statuto la preveda. Questa è stata la storia ingloriosa del Veneto leghista, che ora cerca riscatto nei sogni di gloria irredentista”.

Le richieste dei sindacati Servono 27 milioni di euro per il trasporto pubblico

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e la Regione ha le idee chiare su come intende sistemare la rete ferroviaria nei prossimi anni, idee chiare su quanti soldi servono per questa infrastruttura le hanno anche i sindacati: servono almeno 27 milioni di euro in più per il trasporto pubblico locale, di cui 15 per garantire l’orario cadenzato dei treni e 12 per i servizi di bus e vaporetti. Le richieste sono quelle dei sindacati dei trasporti pubblici (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Ugl trasporti, Faisa Cisal, Fast e Orsa) che le hanno presentate alla commissione Bilancio del Consiglio Legambiente ha fotografato la questione. Se messo a confronto con le altre regioni negli ultimi dieci anni il Veneto ha investito nei treni regionali 6,7 euro pro capite, 3 euro in meno dell’Emilia Romagna, la metà della Lombardia, un sedicesimo di quanto spende la Provincia autonoma di Bolzano. I lombardi ogni giorno hanno a disposizione il triplo degli 800 treni che corrono in Veneto, nonostante la popolazione veneta sia solo la metà di quella lombarda. Ma non mancano problemi sulle strade. Per la manutenzione dei 2000 chilometri gestiti da Veneto Strade secondo i sindacati bisognerebbe che Regione e province stanziassero nel 2014 almeno 10 milioni, invece nel bilancio di previsione ce ne sono solo 3,8. Ciò significa che continueremo ad avere strade “groviera”, piene di buche.

I sindacalisti, infine, hanno lanciato un appello specifico per la viabilità nel Bellunese, la provincia dolomitica deve affrontare una spesa aggiuntiva di oltre 5 milioni di euro per ripristinare i collegamenti viari dopo le nevicate eccezionali.


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Luoghi da scoprire

Luoghi da scoprire

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>> Il pittore Giuseppe Cherubini porta in città il nuovo stile

Il volto liberty di Chioggia

Tracce del nuovo linguaggio si possono ritrovare lungo il Corso del Popolo in palazzo Ravagnan e all’interno della chiesa di S. Andrea Urbani di Germana

I

n molti si sono chiesti per quali vie il Novecento artistico sia approdato in una città come Chioggia, fortemente caratterizzate dal punto di vista artistico architettonico. Ebbene, la risposta si è trovata nelle cronache dei giornali locali del tempo che raccontano di una realtà in grande fermento. Ma le novità non arrivano via mare, stavolta, ma sullo schermo del cinematrografo la cui sala, riportano fedelmente i giornalisti, è sempre affollata. E lì vengono affascinati dalle immagini delle capitali europee che si aprono sullo schermo, ma vedono anche i manifesti che pubblicizzano prodotti quali macchinari e ritrovati per l’igiene e la bellezza. Insomma, attraverso il grande schermo sbarca nella città lagunare il mondo intero e tutte le nuove tendenze, come diremmo oggi. Così, se vi trovate a Chioggia in una di queste belle giornate di primavera, non dimenticate di esplorare questa pagina storico-artista molto curiosa seguendo un itinerario davvero curioso. Chiedendo ai residenti di indicarvi il palazzo delle figure, come viene definito, potrete ammirare palazzo Brusomini-Naccari. Architettonicamente risale al ‘700, come la maggior parte dei palazzi chioggiotti, ma gli affreschi che lo distinguono dagli altri palazzi risalgono al 1929, quando la proprietà era già passata alla famiglia Ravagnan a cui restò fino a pochi anni fa. Prima di allora ebbe un proprietario eccellente. Nell’800, infatti, diede i natali ad Antonio Naccari, primo sindaco di Chioggia libera dal “giogo” Veneziano nel 1867. Certamente la storia nobile di questa dimora ha fatto in modo che anche i futuri proprietari volessero lasciare un segno importante del loro gusto estetico. Ed ecco che scelsero il pittore veneziano Giuseppe Cherubini per far affrescare una facciata del palazzo secondo il gusto estetico più in voga in Europa. Soprattutto le due figure femminili ritratte in trono, quasi fossero due pale d’altare, donano una certa magnificenza all’opera ma è tutta la scena, compresa in un delicato reticolo floreale, a ricordare la nobiltà della famiglia Ravagnan e delle sue vaste proprietà terriere. Anche all’interno la moderità fa mostra di sé in modo importante: una grande vetrata in cui sono raffigurate le quattro stagioni e un notevole affresco sul soffitto del salone centrale ritrae figure allegoriche e lavori tipici della città all’inizio del Novecento. Un altro bel tassello del liberty a Chioggia

a 15 euro per gli iscritti UILM

730 per molti.

si può ammirare sul soffitto della chiesa di Sant’Andrea, sempre ad opera di Cherubini. La storia racconta che le confraternite, elemento fortemente caratterizzante nella storia della città, grazie ad un forte impegno economico, resero possibile il progetto di restauro e riqualificazione della chiesa così come lo pensò il parroco Giuseppe Veronese con tanto di decori e affreschi. I temi trattati, dicono gli storici, sarebbero stati influenzati proprio dalle confraternite che pagavano. Infatti il Cherubini si ispirò alle “tolete” votive della tradizione chioggiotta per alcune scene come quella dell’invocazione di Sant’Andrea sui “Murazzi” per salvare l’imbarcazione tormentata dalla tempesta. Probabilmente i pescatori d’alto mare versarono molto viste anche le importanti decorazioni dedicate a Sant’Andrea nella cappella a loro dedicata. E così fu per la confraternita dei Fornai e per quella dei Bombardieri che ebbero le loro immagini sacre di riferimento affrescate in luoghi particolari della chiesa.

cronaca dI maTrImonIo

Dal 2014 il modello cud da parte dell’ INPS è solo telematico, lo puoi richiedere mentre compili il 730 presso i nostri uffici. Figli a carico. Si alza la detrazione per i figli a carico: da 800 a 950 euro, per ogni figlio, se hanno meno di tre anno da 900 a 1220 euro. Si aggiungo 400 e non più 220 euro nel caso il figlio sia disabile.

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E

’ curioso notare come la moda di inizio Novecento entri di gran passo a Chioggia anche attraverso il gusto per i regali che riceve una coppia di sposi, rampolli di due famiglie molto ricche. Un articolo sulla “Gazzetta di Venezia” del 24 febbraio 1909 racconta delle nozze di Mitzi Lisetto, della dinastia dei Boscolo Lisetto, commercianti di derrate alimentari di Sottomarina, con Beppino Penzo, rampollo della ricca e potente famiglia Penzo di Chioggia, ma soprattutto dà evidenza alla lunghissima lista di regali ricevuta dagli sposi. E per la maggior parte, gli oggetti ricevuti sono rigorosamente in stile liberty, alcuni dei quali arrivati direttamente da Parigi, Bruxelles e Praga, città interessate al giro d’affari dei Lisetto. Ma la notizia vera sta nel fatto che il gusto cittadino, grazie ai contatti con l’Europa, nel Novecento si sprovincializza e accoglie favorevolmente le novità del momento.



10 16 L’intervista >> Intervista

Fabrizio Plessi: Rinascimento sum “Sono un emiliano che arrivando a quindici anni qui a Venezia si è trovato in una città allagata. Penso sempre che l’acqua abbia cambiato moltissimo anche il mio umore” di Alain Chivilò

F

abrizio Plessi indaga il movimento: non ci si immerge due volte nello stesso fiume come affermava Eraclito. Di conseguenza il fluire della natura è una chiave di lettura per una ricerca attraverso la quale viene unito indissolubilmente al medium tecnologico. L’acqua nel bianco e nero diventa fuoco e viceversa. La lava qualche anno fa tagliò in due il Palazzo De La Ragione di Padova, trasformandosi successivamente in diversi elementi naturali. Il video è un mezzo preferito, ma essenzialmente l’evoluzione tecnologica è il focus d’azione. Plessi progetta in continuazione e ogni viaggio non è altro che una “scusa” per disegnare e ideare qualcosa di nuovo, che forse un giorno potrà essere creata materialmente. I suoi archivi sono pieni di idee perché qualsiasi stimolo lo porta a ideare nuove architetture. La percezione dello spettatore finale è completa perché esso stesso viene invitato a nuove dimensioni. La sua casa e il suo studio sono a Venezia. Lui emiliano di nascita (1940) inizialmente non era abituato a trovarsi in una città d’acqua, ma proprio da qui ha fatto decollare evoluzioni progettuali site specific per indistinte parti del mondo. Le multinazionali e non solo lo richiedono, perché alla professionalità mobilita un indotto personale ed esterno per valorizzazioni che si trasformano in Arte. In sintesi Fabrizio Plessi non è altro che un uomo del Rinascimento contemporaneo che vive in

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una continua fucina delle idee. Nel suo studio ha moltissimi progetti di cui alcuni sono poi eseguiti site specific. “Parlo sempre di un piccolo iceberg composto da una mole immensa di lavoro che sviluppo con la mia testa. Certi progetti si realizzano, altri no ma una volta fissati sulla carta diventano parte di me”. Uno dei temi che la contraddistingue è l’acqua. Da dove nasce il connubio con questo elemento e quali ispirazioni le fornisce? “Sono un emiliano che arrivando a quindici anni qui a Venezia si è trovato in una città allagata. Penso sempre che l’acqua abbia cambiato moltissimo anche il mio umore e sono diventato più tollerante, perché in fondo sono diventato come un vaso comunicante, in cui l’acqua si adatta agli spazi e io sono diventato molto adattabile agli eventi. Vivendo in una città come Venezia, in cui tutto è immobile e tutto è fermo nel tempo, contrariamente vi trovo una grande dinamica. Proprio qui vivo dentro questo studio con spazi molto grandi, luminosi, puliti e bianchi. Questa città mi fornisce un enorme energia. Ogni volta che, da tutti i miei viaggi, arrivo a Venezia trovo che sia una città meravigliosa per creare. Un altro elemento è il fuoco. E’ una antitesi all’acqua? Che ispirazione ne trae? “Può essere l’antitesi dell’acqua. Mentre credo che, come il futuro e il passato hanno delle partecipazioni, anche l’acqua e

il fuoco celino delle segrete complicità. Tutte e due in fondo sono fluidi, tutte e due sono mobili e elastici: il fuoco e l’acqua. Ricordo una mia vecchissima installazione di inizio anni ’70, quando non c’era ancora la televisione a colori, nella quale misi una cascata d’acqua rovesciata verso l’alto che sembrava fuoco. Praticamente per natura l’acqua dall’alto scendeva in basso, ma girando l’immagine l’acqua dal basso saliva in alto facendo si che tutti la leggessero come fuoco, invece erano immagini di acqua. Quindi credo che ci sia una grande analogia tra l’acqua e il fuoco: sono gli elementi basici della nostra vita”. La pietra è utilizzata nelle sue opere, quindi un elemento solido. “Sono nato nel contesto dell’arte povera che iniziò nel ’68. Ero un ragazzo che lavorava immerso in questo clima. La contaminazione è stata la cifra del mio linguaggio: cercavo di comunicare, mettere insieme, fare convivere elementi poveri di questo movimento come la pietra, il ferro, la paglia, il carbone, i sassi con il cangiante tecnologico. Era una scommessa, però sono stato forse l’unico artista italiano nel riuscire a staccarmi dalla video arte che non ha mai interessato. La video arte è una cosa in cui i critici mi hanno incastrato dentro, ma il mio è stato un lavoro storico molto legato alla materia artistica contaminata con il cangiante tecnologico dell’elettronica. In estrema sintesi questi elementi continua alla pag. seguente


L’intervista 11 17

sono legati dal mondo digitale ed elettronico. Come nasce la progettazione ed il relativo utilizzo? “Disegno tutto a matita su dei fogli di carta. In questi cassetti ci sono seimila disegni, non seicento, seimila. Questi seimila disegni sono dei progetti che faccio come respiro. Disegno sempre, progetto sempre, ogni giorno faccio progetti nuovi. Successivamente ho un equipe che cerca di tradurre tutto tecnologicamente, scientificamente, architettonicamen- progetto specifico. Un lavoro di gruppo alla te, con ingegneri, tecnici del video e del suono. Quindi una fine, di cui però tengo le redini dei risultati. equipe che mette in funzione quelle che sono le mie idee, Sembra che l’arte abbia spazio nei media quando c’è “provocazione”, ma questa risempre controllate in ogni piccolo detLe grandi emozioni me tiene sia attuale? Un esempio può taglio da me che sono un maniaco della precisione e dell’ordine mentale. E’ le danno ancora i grandi essere Cattelan. Cattelan fa un lavoro naturaluna specie di bottega del quattrocento artisti come Kiefer, Bob mente di provocatore. Un agente attualizzata, che può produrre opere provocatore è lui come Duchamp anche di mille, duemila metri quadraWilson e Pina Bausch una volta. Ognuno fa il proprio lavoti. Sono un megalomane per cui vedo tutto in grande, penso in grande. Questa diventa quindi una ro. Certamente oggi i media s’interessano sempre, vede la maniera di lavorare con un gruppo di persone, che ha un politica in Italia, alla situazione scandalistica. E’ un aspetto

che non interessa minimamente, perché vado avanti per la mia strada, restando fedele al mio linguaggio e a me stesso: queste sono situazioni molto, molto importanti. Credo in fondo di avere portato una mia visione dell’arte e della cultura che è molto individuale ovviamente diversa da quella di tutti gli altri. Non sono inquadrabile in nessun gregge. Sono un’artista che cerca di muoversi tra futuro e passato, trovando un equilibrio tra questi due spazi-tempo”. Forse nell’arte non c’è più nulla da inventare, ma solo il modo di rappresentazione della stessa può fare la differenza. E’ proprio così? “Ogni volta che vado a vedere una mostra d’arte con-


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18 L’intervista

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>> Fabrizio Plessi 16 L’intervista >> Intervista

Fabrizio Plessi: Rinascimento sum “Sono un emiliano che arrivando a quindici anni qui a Venezia si è trovato in una città allagata. Penso sempre che l’acqua abbia cambiato moltissimo anche il mio umore” di Alain Chivilò

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abrizio Plessi indaga il movimento: non ci si immerge due volte nello stesso fiume come affermava Eraclito. Di conseguenza il fluire della natura è una chiave di lettura per una ricerca attraverso la quale viene unito indissolubilmente al medium tecnologico. L’acqua nel bianco e nero diventa fuoco e viceversa. La lava qualche anno fa tagliò in due il Palazzo De La Ragione di Padova, trasformandosi successivamente in diversi elementi naturali. Il video è un mezzo preferito, ma essenzialmente l’evoluzione tecnologica è il focus d’azione. Plessi progetta in continuazione e ogni viaggio non è altro che una “scusa” per disegnare e ideare qualcosa di nuovo, che forse un giorno potrà essere creata materialmente. I suoi archivi sono pieni di idee perché qualsiasi stimolo lo porta a ideare nuove architetture. La percezione dello spettatore finale è completa perché esso stesso viene invitato a nuove dimensioni. La sua casa e il suo studio sono a Venezia. Lui emiliano di nascita (1940) inizialmente non era abituato a trovarsi in una città d’acqua, ma proprio da qui ha fatto decollare evoluzioni progettuali site specific per indistinte parti del mondo. Le multinazionali e non solo lo richiedono, perché alla professionalità mobilita un indotto personale ed esterno per valorizzazioni che si trasformano in Arte. In sintesi Fabrizio Plessi non è altro che un uomo del Rinascimento contemporaneo che vive in

una continua fucina delle idee. Nel suo studio ha moltissimi progetti di cui alcuni sono poi eseguiti site specific. “Parlo sempre di un piccolo iceberg composto da una mole immensa di lavoro che sviluppo con la mia testa. Certi progetti si realizzano, altri no ma una volta fissati sulla carta diventano parte di me”. Uno dei temi che la contraddistingue è l’acqua. Da dove nasce il connubio con questo elemento e quali ispirazioni le fornisce? “Sono un emiliano che arrivando a quindici anni qui a Venezia si è trovato in una città allagata. Penso sempre che l’acqua abbia cambiato moltissimo anche il mio umore e sono diventato più tollerante, perché in fondo sono diventato come un vaso comunicante, in cui l’acqua si adatta agli spazi e io sono diventato molto adattabile agli eventi. Vivendo in una città come Venezia, in cui tutto è immobile e tutto è fermo nel tempo, contrariamente vi trovo una grande dinamica. Proprio qui vivo dentro questo studio con spazi molto grandi, luminosi, puliti e bianchi. Questa città mi fornisce un enorme energia. Ogni volta che, da tutti i miei viaggi, arrivo a Venezia trovo che sia una città meravigliosa per creare. Un altro elemento è il fuoco. E’ una antitesi all’acqua? Che ispirazione ne trae? “Può essere l’antitesi dell’acqua. Mentre credo che, come il futuro e il passato hanno delle partecipazioni, anche l’acqua e

segue dalla pagina precedente

“Penso sempre all’opera che farò domani, che sarà molto più importante dell’opera che ho fatto ieri”

il fuoco celino delle segrete complicità. Tutte e due in fondo sono fluidi, tutte e due sono mobili e elastici: il fuoco e l’acqua. Ricordo una mia vecchissima installazione di inizio anni ’70, quando non c’era ancora la televisione a colori, nella quale misi una cascata d’acqua rovesciata verso l’alto che sembrava fuoco. Praticamente per natura l’acqua dall’alto scendeva in basso, ma girando l’immagine l’acqua dal basso saliva in alto facendo si che tutti la leggessero come fuoco, invece erano immagini di acqua. Quindi credo che ci sia una grande analogia tra l’acqua e il fuoco: sono gli elementi basici della nostra vita”. La pietra è utilizzata nelle sue opere, quindi un elemento solido. “Sono nato nel contesto dell’arte povera che iniziò nel ’68. Ero un ragazzo che lavorava immerso in questo clima. La contaminazione è stata la cifra del mio linguaggio: cercavo di comunicare, mettere insieme, fare convivere elementi poveri di questo movimento come la pietra, il ferro, la paglia, il carbone, i sassi con il cangiante tecnologico. Era una scommessa, però sono stato forse l’unico artista italiano nel riuscire a staccarmi dalla video arte che non ha mai interessato. La video arte è una cosa in cui i critici mi hanno incastrato dentro, ma il mio è stato un lavoro storico molto legato alla materia artistica contaminata con il cangiante tecnologico dell’elettronica. In estrema sintesi questi elementi

fesso di averla già vista. Questo è un fatto di déjàvu, o forse di aver vissuto troppo intensamente la nostra vita passata negli ultimi trent’anni. Certo che ogni volta che vado a vedere una mostra di giovani, devo purtroppo affermare di averla già vista da qualche altra parte, perché si tratta soltanto di una piccola manipolazione di immagini. Sembrerò poco diplomatico però questi gio- fatta proprio tutti. Ogni volta che entro in vani mi hanno veramente stufato, perché una mostra, prima di aprire la porta, pentutte queste cose le ho già viste da trenta so sempre e spero di avere un’emozione. anni e sono annoiato di rivedermele ripro- Questo succede molto, ma molto di rado. poste per l’ennesima Le grandi emozioni “Ogni volta che arrivo volta. Ogni mostra me le danno ancora che vado a vedere a Venezia, trovo che sia i grandi artisti come di un giovane ho un Kiefer, Bob Wilson una città meravigliosa riferimento preciso e Pina Bausch per con la mostra di quinesempio. In tutti i per creare” dici, venti, trent’anni campi ricevo emoziofa che ho già visto. Questo vuol dire che ab- ni da quelle persone che so già che me le biamo vissuto in maniera talmente energica daranno”. e talmente forte la nostra vita negli anni Presente e futuro: sperimenterà anpassati, per cui l’esperienza l’abbiamo già cora e quali confini vorrà esplorare? continua alla pag. seguente

“Esperimento tutti i giorni, sono inarrestabile. Vede questo muro qui? In quale studio di un artista lei va e trova un muro bianco? In nessuno. Ecco, il muro bianco me lo tengo non soltanto su questa parete, ma su tutti i miei studi che possiedo. Anche in casa mia non c’è un Plessi neanche a morire, proprio non esiste, perché penso sempre all’opera che farò domani, che sarà molto più importante dell’opera che ho fatto ieri. Per cui non ho bisogno di autocelebrarmi con delle mie opere, ma sono sempre in continua attesa dell’opera di domani, che sicuramente mi darà più energia, più forza e più cultura di quella di oggi”.


14 11 Sì, viaggiare LAZIO

Agro Pontino

la bonifica si racconta

AL GRANDE PARCO-MUSEO “PIANA DELLE ORME” RIVIVE L’EPOPEA DEL RISANAMENTO DELLA VASTA PALUDE MALARICA A SUD DI ROMA UN’OPERA COLOSSALE CHE HA IMPEGNATO NEGLI ANNI ‘20 CINQUANTAMILA OPERAI HANNO COSTRUITO CANALI E BORGHI RURALI POI ABITATI DA COLONI SOPRATTUTTO VENETI NEI 14 PADIGLIONI DELL’AREA VICINO A LATINA SONO ESPOSTI ANCHE RARI PEZZI MILITARI COME IL CARRO ARMATO UTILIZZATO NEL FILM “LA VITA È BELLA” DI ROBERTO BENIGNI O IL CACCIA USA CURTISS RECUPERATO IN MARE

L

’Agro Pontino evoca l’epopea della grande bonifica, della “redenzione” (per dirla con il linguaggio dell’epoca) di quelle terre paludose a sud di Roma dal flagello secolare della malaria. Un’epopea raccontata mirabilmente in un libro, “Canale Mussolini” di Antonio Pennacchi vincitore del Premio Strega 2010, e che rivive nei trentamila metri quadri di un grande parco tematico realizzato alle porte di Latina da un privato. Il parco si chiama “Museo Piana delle Orme” e il privato che lo ha realizzato è Mariano De Pasquale, di origini siciliane (ora scomparso), la cui famiglia come migliaia di altre famiglie italiane trovò nell’Agro Pontino un’opportunità di lavoro. Il parco è articolato in 14 grandi padiglioni dove dentro non è esagerato dire che è ospitata la storia. La storia della grande

bonifica della zona innanzitutto. Opera che negli anni Venti del secolo scorso impegnò cinquantamila operai, reclutati soprattutto per scavare a mano in milioni di ore di lavoro i grandi canali spina dorsale della bonifica e per costruire successivamente i vari borghi rurali dove si insediarono diverse migliaia di coloni. In prevalenza agricoltori veneti, chiamati a coltivare quelle nuove terre strappate alla palude e alla malaria. Furono gli anni in cui a tempo di record fu costruita Latina (allora Littoria, in omaggio al Fascismo) e le altre città ispirate pure allo stile architettonico razionalista: Pontinia, Sabaudia, Aprilia. Città che hanno conservato il fascino dell’epoca e sono tuttora un museo a cielo aperto per chi ama la storia dell’architettura contemporanea. Il Museo della Piana delle Orme contiecoNtiNua alla pagiNa

segueNte

iN copertiNa uN’iMMagiNe Dello scaVo Del caNale MussoliNi,

opera FoNDaMeNtale Della boNiFica Dell’agro poNtiNo; iN alto: carriolaNti al laVoro e uN trattore laNDiNi D’epoca. piÙ sotto latiNa oggi e il giorNo Dell’iNauguraZioNe Nel 1932. sotto: uNa teca Del paDiglioNe DeDicato ai giocattoli D’epoca. a pieDe Di pagiNa: altre iMMagiNi Dei paDiglioNi Del parco-Museo piaNa Delle orMe, Quello iN basso a Destra È il carro arMato aMericaNo utiliZZato DuraNte le riprese Del FilM “la Vita È bella” Di roberto beNigNi preMiato coN l’oscar


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12 Sì, viaggiare 16 UMBRIA

Agro Pontino la bonifica si racconta segue dalla pagina precedente

ne così tante meraviglie che è difficile elencarle tutte. Basti pensare che nei padiglioni “militari”, dove sono conservate testimonianze della seconda guerra mondiale (che nella zona visse episodi cruenti durante l’offensiva alleata contro i tedeschi conseguente allo sbarco di Anzio), c’è persino il carro armato Sherman M4 utilizzato da Benigni sul set de “La vita è bella” e la Jeep fatta esplodere nel film “Il paziente inglese”, pure degno dell’Oscar. Nel parco-museo trova posto anche il mezzo anfibio Sherman DD, uno dei tre esistenti al mondo. Fu costruito dagli americani per il centro di addestramento di Battipaglia e poi affondato. E’ stato recuperato al largo di Salerno nel 2002. C’è anche l’aereo (un caccia P40 Curtiss) recuperato in mare dopo che era stato abbattuto durante una battaglia aerea: il suo pilota americano, appresa la notizia,

ha voluto recarsi al museo per rivederlo facendo vivere ai responsabili di “Piana delle Orme” un momento toccante. L’aereo, dopo il restauro, è stato esposto nel padiglione dedicato allo sbarco di Anzio. Un altro padiglione è riservato alla battaglia di Cassino, con il bombardamento del mo-

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nastero benedettino con la distruzione del suo inestimabile patrimonio artistico. Effetti speciali fanno rivivere i terribili momenti di quell’episodio bellico. Nella grande esposizione allestita dalla famiglia De Pasquale nella campagna pontina di Borgo Faiti c’è spazio anche per i

vecchi giocattoli (allora quasi tutti costruiti in latta o in legnoi, per vecchi apparecchi radio e oggetti che documentano la storia delle telecomunicazioni, ci sono tantissimi mezzi agricoli fra cui le preziose trattrici Pavesi Tolotti P4 e tanti tipi di carretti. E poi attrezzi di ogni genere. Altri padiglioni

illustrano la vita nei campi e la civiltà rurale del tempo.Il fondatore Mariano De Pasquale, imprenditore agricolo nel settore florovivaistico, non amava chiamare questa oasi della memoria “museo”. Ci teneva a sottolineare che in realtà coNtiNua alla pagiNa segueNte


Sì, viaggiare 13 17

si tratta di un’attività agrituristica con centro di documentazione. Diversi i percorsi tematici a disposizione. La visita completa richiede circa quattro ore, ma c’è chi fa sera tranquillamente, perchè lo stupore davanti agli allestimenti del centro di documentazione è continuo.

Molto suggestive alcune ambientazioni d’epoca. L’area, ombreggiata da centinaia di eucalipti (la pianta tipica dell’Agro Pontino, introdotta durante la grande bonifica) è servita da un’accogliente area pic nic, utilizzata soprattutto dalle numerose scolaresche che in primavera si recano in gita a Piana

delle Orme. C’è poi un servizio di ristorazione rustica, un negozio e altri servizi. Ma la cosa più bella di questo singolarissimo parco-museo è rappresentata dalle suggestioni che le sue ambientazioni creano. All’interno dei padiglioni e fuori. Sembra di rivederle all’o-

pera quelle vocianti squadre di contadini e operai mandati da Mussolini a bonicare l’area paludosa in cambio della promessa di un fazzoletto di terra da coltivare. L’orario di apertura da aprile a ottobre va dalle 9 alle 18 (chiusura museo ore 20), prefestivi 9 - 18,30. D’inverno chiusura anticipata ri-

spettivaamente alle 16 e alle 17. Biglietti: intero 12, ridotto 10, ridotto junior 8. L’area ospita durante l’anno numerosi eventi. Info: tel. 0773 258708, info@pianadelleorme.it; www.pianadelleorme.it Piana delle Orme si trova in via Magliara 43,5 a Borgo Faiti (Latina).


18 Giardinaggio

Giardinaggio 21

>> Ottimo per l’estate: è un antizanzare naturale

Gelsomino: fioriture generose e prolungate E’ una specie rampicante molto apprezzata in parchi, giardini, terrazzi. Semplice da coltivare perché poco esigente

C

di Germana Urbani

amminando lungo i viali dei nostri paesi capita spesso in primavera ed estate di fermarci a naso in su sedotti da un profumo dolce che ci arriva da una siepe o da un poggiolo. Spesso a colpirci il cuore passando dalle narici, è il gelsomino è una pianta perenne della famiglia delle Oleaceae in pratica è un “parente” dell’ulivo. Il suo nome deriva dal termine arabo yasmin, che significa “dono di Dio”, e in moltissime culture questa pianta è simbolo di purezza e femminilità. Si tratta di una pianta versatile e resistente che può essere utilizzata per formare siepi, rivestire cancellate e muretti oppure per ricoprire pergolati e graticciati visto che può raggiungere un’altezza di cinque o sei metri. Ma se non disponete di tanto spazio non disperate: il gelsomino può essere coltivato con successo sia in piena terra che in vaso, anche se in quest’ultimo caso si consiglia di utilizzare dei tutori per supportare la pianta che tende a crescere molto. Esistono molte specie di gelsomino che fioriscono anche in periodi diversi dell’anno. Per scegliere quella più adatta al vostro giardino o terrazzo occorre che teniate conto dell’esposizione, e se intendete coltivarla in vaso le migliori specie sono senza dubbio Jasminum primulinum e Jasminum grandiflorum. Le rampicanti da giardino più consigliate sono invece: Jasminum officinale e Jasminum x stephanense. Le piante di gelsomino all’aperto devono essere collocate in un luogo ben soleggiato e luminoso mentre per quelle che vivono in appartamento la collocazione migliore è in prossimità di una finestra esposta ai raggi solari. Possono essere considerate buone anche condizioni di mezz’ombra, a patto che la pianta riceva almeno qualche ora di luce diretta. Tenete conto del fatto che il gelsomino non tollera il vento eccessivo, perciò, potendo, deve essere messo al riparo dalle zone più ventose del giardino. Quando deciderete di porre a dimora la vostra pianta dovrete tener conto di poche cose in quanto il gelsomino è una pianta con poche pretese che si adatta bene a qualsiasi tipo di terreno. Il meglio di sé lo dà tuttavia quando il substrato è ricco in sostanza organica, soffice, fertile e ben drenato: se il terreno fosse troppo compatto o di composizione prevalentemente argillosa, si può aiutarlo aggiungendo sabbia e argilla espansa allo scopo di migliorarne la capacità di drenaggio. Per le piante da coltivare

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Le zanzare lo odiano! Fatelo crescere vicino alle vostre finestre in vaso si può preparare un buon terreno di crescita semplicemente mescolando terriccio universale da giardino, torba e sabbia. E se vi dimenticate di annaffiarlo fa lostesso…per un po’. Gli esperti consigliano di annaffiare una volta ogni 10-15 giorni perché il gelsomino non è una pianta particolarmente esigente in termini di irrigazioni, dal momento che può sopportare senza problemi anche periodi di siccità più o meno prolungati. Va detto, però, che anche se non strettamente indispensabili per la sopravvivenza della pianta, le irrigazioni stimolano la crescita e la fioritura, pertanto sono consigliate sia in primavera che in estate e per tutta la durata della stagione vegetativa. E ricordate: le zanzare lo odiano, quindi se decidete di metterlo in giardino studiate la disposizione più utile di sedie e panchine.

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S

o n o bulbose molto apprezzate nei giardini perché sono poco esigenti e di coltivazione. Piantati i bulbi a primavera i fiori sbocciano entro luglio e settembre a seconda del periodo di piantagione. La fioritura dura circa due settimane con colori svariati, pastello o vivo. Il consiglio è di interrare i bulbi in un luogo soleggiato e riparato dai venti che possono piegare gli steli. Occorre preparare il terreno con una buona vangatura per togliere i sassi e le radici delle erbacce e, se necessario, aggiungete un concime speciale per bulbi. L’idea giusta potrebbe essere quella di scaglionare le piantagioni dei bulbi per ottenere una fioritura prolungata piantando i bulbi a distanza di una quindicina di giorni. Il bulbo di gladiolo va interrato a circa 10/12 cm di profondità, in linea o in gruppo da 10 a 20 bulbi. Annaffiare leggermente dopo la piantagione. Ricordate di mettere subito un tutore per le varietà più alte.


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20 8 Benessere >> Dalla bacheca di Facebook alla scrivania del direttore dell’Inps di Padova

Pensioni di invalidità anche per malattie rare Si chiama Caterina Simenon la padovana che ha convinto l’Inps ad impegnarsi nella schedatura delle malattie genetiche rare di Germana Urbani

L

a sua prima grande conquista la gridata provinciale Dario Buonomo - ci faremo portaattraverso un video postato sulla sua voce a tutti i livelli interni, regionale e naziopagina Facebook: “È un risultato stra- nale, della soluzione adottata. D’altronde la ordinario, una bomba, davvero fantastico”. sede Inps di Padova è stata la prima in Italia E sempre su Facebook lei, venticinquen- a farsi spontaneamente carico delle revisioni ne padovana affetta da ben 4 patologie sanitarie di invaliditá di competenza dell’Asl genetiche rare, aveva proposto all’Inps di 16, la più grande del Veneto, solo ed esclu“aggiornarsi”, per così dire, consultando il sivamente per evitare il disagio ai cittadini Registro Veneto Malattie Rare, per riuscire che, spesso, erano costretti a far la spola tra ad avere dei parametri certi su cui basare le Asl e Inps. Semplicemente ascoltando cerloro valutazioni a fini pensionistici. chiamo di dare un piccolissimo contributo per Non era mai venuto in mente a nessu- alleviare le procedure e ridurre le difficoltà”. no, o se era successo, nessuno l’aveva mai Secondo le stime del Centro nazionale spedito al mittente l’idea. L’ha fatto lei, Ca- dell’Istituto superiore di sanità sarebbero cirterina, dal suo letto provvisto di ossigeno e ca 1 milione e mezzo i colpiti in Italia da una così, ora sta per cambiare tutto. malattia rara, sebbene siano solo 110mila Fino a un paio di mesi fa le persone le persone censite a livello nazionale. Nel affette da malattie rare, nella maggior parte corso della Giornata mondiale dedicata a dei casi, dovevano fare una gran fatica a queste malattie il ministero della Sanità si farsi riconoscere una pensione d’invalidità o è impegnato ad aggiornare l’elenco delle d’accompagnamento. E l’iter a cui dovevano malattie rare, fermo oggi a 485 patologie, sottoporti era davvero impegnativo. per gran parte rappresentate da malattie di Ma da un mese a questa parte, presso origine genetica. Lo stesso Inps, nelle sue la sede di Padova, è partito un confronto linee guida per il riconoscimento delle invalitra l’Istituto di previdenza e il “Registro dità, fino ad ora ha preso in esame i deficit delle malattie rare“. Un contatto ufficiale funzionali di solo 7 malattie rare. Per tutte tra pubbliche amministrazioni che si pone le altre patologie indicava ai propri medici l’obiettivo di superare gli ostacoli che hanno di procedere alle relative valutazioni “in via impedito finora una giusta tutela previden- analogica”. ziale alle persone affette da malattia rara. Nasce così il progetto della previdenza In realtà, fino ad oggi non ci aveva pen- del Veneto, che sarà esteso a tutte le altre sato proprio nessuno a mettere in contatto Regioni, di predisporre, in accordo col Regiquesti due enti che viaggiavano su binari stro nazionale, schede sintetiche di valutaseparati senza mai zione per ciascuna Le persone interessate patologia rara. Atincontrarsi. A fine febbraio, traverso questi supda malattie rare però, è avvenuta la porti, le Commissioni in Veneto sono svolta grazie all’idea Usl potranno disporre circa 13.000 e alla testardaggine di elementi utili a dedi Caterina Simonsen, terminare in modo che ha proposto all’INPS di appoggiarsi al adeguato la percentuale di invalidità. Registro Veneto Malattie Rare per un corretL’attenzione verso questo tipo di mato riconoscimento delle percentuali di invali- lattie che colpiscono in Veneto circa 13mila dità da assegnare ai pazienti affetti da mr. cittadini, è in costante crescita e, sempre di La soluzione di ciò che sembrava im- più si ragiona in termini di prevenzione. possibile l’ha trovata lei e l’Inps di Padova, E avviene lo stesso per le malattie mericonoscendone la validità, si è immediata- taboliche. Per questo la Giunta regionale del mente attivato in tal senso, per rispondere Veneto ha approvato lo scorso fine anno all’appello di Caterina. Un risultato salutato l’adozione dello screening neonatale metada tutte le persone affette da mr come rivo- bolico allargato e avviato già dal 1 gennaio luzionario. 2014. “Si tratta però di una prestazione – “Adesso – ha affermato il direttore spiega il Dott. Alberto Burlina, Direttore della

QuanTI malaTI sono InTeressaTI dalle malaTTIe rare?

E Struttura Complessa Malattie Metaboliche Ereditarie dell’Azienda Ospedaliera – Università di Padova – che le singole ASL sono libere di offrire o meno: di fatto ogni ASL dovrà stipulare un contratto con l’Azienda Ospedaliera per poter attivare il servizio. Il costo dello screening per ogni neonato è stato stimato intorno ai 55 euro: praticamente nulla se si considera che un paziente affetto da malattia metabolica non immediatamente diagnosticata può riportare gravissimi danni neurologici, invalidità totale e necessiterà frequenti ricoveri ospedalieri durante tutta la vita”.

sistono malattie rare “più frequenti” che colpiscono qualche migliaio di pazienti in Italia; tra queste la sclerosi laterale amiotrofica, le distrofie muscolari, l’emofilia, per citare qualche esempio. Per altre si può stimare che i pazienti affetti siano qualche centinaio; per altre ancora non esistono studi di prevalenza, ma solo descrizioni in letteratura di singoli casi. Di queste malattie si possono registrare meno di dieci persone affette in un Paese come l’Italia: è il caso della progeria, una malattia che comporta invecchiamento precoce, di molte sindromi genetiche o sequenze malformative complesse. In generale si può affermare che queste malattie, pur potendo essere singolarmente poco frequenti, non sono rare, se considerate nel loro complesso. Il numero dei malati, pur non essendo così rilevante rispetto ad altre condizioni con le quali il medico di medicina generale quotidianamente si confronta, è comunque globalmente consistente. Per stabilire l’entità del fenomeno è necessario premettere alcune considerazioni. È difficile stabilire con esattezza quante siano le malattie rare, si parla di un numero compreso tra 5.000 e 7.000. Quanto numerosi sono i malati dipende poi dalla definizione di malattia rara alla quale si fa riferimento. Il criterio comunemente adottato è un criterio di prevalenza, cioè quanti sono gli affetti da una particolare condizione sul totale della popolazione. È da precisare che in Paesi diversi vengono adottati limiti differenti, per cui non esiste una lista unica e unanimemente condivisa a livello mondiale. A livello europeo una malattia è considerata rara se colpisce meno di 5 persone su 10.000 abitanti. Eurordis, l’organizzazione europea nata nel 1997 che riunisce più di 260 associazioni dedicate alle malattie rare che operano in almeno 30 Paesi, ha stimato che queste condizioni colpiscano circa il 6% della popolazione europea, percentuale corrispondente a circa 27 milioni di persone nell’intera Unione Europea.


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22 14 Consigli di bellezza >> Il must di primavera sarà il bronde, per capelli come baciati dal sole

Nuove colorazioni per capelli da passerella E’ il “pink hair” il colore che per questa stagione è il più venduto su ebay al mondo. Ma chi non se la sente può virare verso il sunshine splashlights di Germana Urbani

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erto nella vita di una donna è sempre i capelli. Si tratta di una decolorazione parprimavera e quando arriva il momento ziale, che interessa solo una fascia di capelli di cambiare bisogna rinnovare e basta. in orizzontale e a metà lunghezza, tra le radici e le punte, come un trompe-l’œil che illuSpecie se si tratta di capelli. Le tendenze di questa primavera parla- mina i capelli. La versione chic del sunshine no chiaro: le colorazioni più “in” riguardano splashlights è un trionfo gioioso di pennellate tutto ciò che è ombreggiato all’altezza delle di luce, dai biondi miele-oro ai rossi fragola radici e dal tono simile al naturale. Dunque fa che sfumano su punte più scure, anche nere. Certo non si può scegliere a caso la nuanbene chi decide per colori ondeggiati, a schiariture orizzontali e ai colori come accessori ce, è importante seguire sempre la regola di moda, da cambiare come e quando si vuole “a ciascuno il suo”. E’ pur sempre questione in abbinamento al proprio umore, al makeup di pelle, di feeling con l’incarnato. Il colore “amico” rende lo sguardo luminoso, morbio alla nail art. Decisamente aut il bi-color netto, radici- do e vibrante al tempo stesso senza stress punte da supermercato, la ricerca spasmodi- eccessivi di makeup giornaliero. Va detto che ca di coprire in modo netto i capelli bianchi sulle passerelle si sono visti biondi e rossi creando così “barrature” antiestetiche specie veramente camaleontici e “multi-taglio”. I biondi magnificano le scalature-spiumature sui contorni frontali. La moda del momento suggerisce di su tutte le lunghezze e ai corti donano arioscegliere il Sunshine Splashlights, un effetto sità e leggerezza. I rossi donano ricchezza e wood_architecture_adv_lapiazza_270x167_Layout 1 19/03/14 18.23 Pagina 1 luce che, come fosse un raggio laser, colpisce intensità ai capelli ricci e mossi. I toni scuri

e compatti invece meglio valorizzano capelli lisci e preferibilmente medi e medio corti. Ideali per i carrè, dunque. E per le ragazze più audaci il colore del momento è il “pink hair”: uno sfumato che va dal delicato pastello rosa al vibrante fuxia, interpretato anche e solo con qualche accento giocosi qua e là che può essre un fuxia su basi dark, o un rosa su fondi chiari. Tanto trendy da essere oggi il colore più venduto su ebay al mondo! Ma chi non se la sente di avere una testa color fragola segua l’esempio delle bellissime Jessica Biel e Jennifer Aniston che indossano il must di questa primavera: il bronde. Si tratta di uno sfumato sunshine-shatush, un biondo e bruno, beige-oro e moka fusi insieme fino a creare una nuova tonalità bronzea. La bella notizia è che questa tonalità così sfumata su lunghezze e punte sta bene e piace quasi a tutte.

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20 Crucilibro

Crucilibro 25

La matematica non è mai la chiave con cui leggere il mondo “Il mondo vuole di più e per quello si dispera”, persino la vita (persino la morte) non è sempre un’equazione facilmente risolvibile quando ha come incognita principale l’amore

Natalia SanMartin Fenollera

Stefano Sgambati

Chiara Valerio

Aldo Nove

Prudencia Prim, una donna d’altri tempi

Gaspare, Un uomo anziano dai modi fini e studiati

Alessio Medrano, uomo dalla mente matematica

Piccardo, un bambino

Alter Ego

Il desiderio di scappare dalla quotidianità

Irene, la figlia di Gaspare

Elena Invitti, una donna bellissima

Lo zio Francesco

Location

Sant’Ireneo di Arnois, una colonia di esiliati dal mondo

Roma

Il mondo dell’alta finanza

Assisi al tempo del Medioevo

Co-Protagonisti

Uomini e donne che cambiano la loro vita

Matteo, un libraio

La matematica e l’amore

La fede di un uomo grande

Eroe - Eroina

Intrigo

Finale

Cosa dire del libro

Leggere… Leggere

Gaspare, durante un classico gioco A trentaquattro anni Alessio era Piccardo è un ragazzo che pur avendo Prudencia vorrebbe scappare dalla della verità al termine di una cena diventato un esperto broker, uno zio tanto famoso non lo ha vita dell’ufficio, da quelle lunghe tra amici racconta un segreto che dirigeva il comparto Life Settlement mai conosciuto. Nessuno ne parla e scialbe giornate tutte uguali. riguarda sua moglie, il cui cadavere ed era specializzato nell’“acquisire in famiglia, se non come tabù, ma Quando vede l’annuncio di un fu trovato nel Tevere anni prima. La le polizze sulla vita di chi decide ovunque si raccontano storie sullo posto di lavoro come bibliotecaria verità è talmente sconvolgente che di non onorarle più” i cosiddetti zio Francesco, sullo scandalo e sul a casa di un gentiluomo coglie la routine di due commensali va in “death bond” e creare un fondo disonore, e sulla santità, sull’amore che l’occasione per cambiar vita crisi per averla ascoltata d’investimenti redditizio invade chiunque gli si avvicini La protagonista arriva così in Chi non è al corrente di come Un bel giorno Alessio incontra nel A Piccardo le chiacchiere non luogo in cui si susseguono una sono andati i fatti è invece Irene, suo ufficio Elena Invitti, donna bastano: lui vuole sapere, vuole serie infinita di stranezze che la ragazza affascinate e problematica bellissima e più vecchia di sua risposte, vuole conoscere zio aiuteranno a intraprendere un di cui si innamora il libraio Matteo, mamma, che vuole rivendere una Francesco e, sfidando a sua volta il cammino di crescita personale deciso a tutto pur di portarla verso di quelle polizze di vita che lui padre, si mette in cammino verso che la porterà molto più lontano una relazione stabile, persino a tratta. E anche Alessio s’innamora la Verna, verso l’inospitale grotta di quanto avesse immaginato e le scoperchiare la terribile verità che follemente dimora di Francesco d’Assisi daranno la forza di aprirsi all’amore circonda la morte di sua madre Il romanzo è un nuovo manifesto femminile per tutte le donne che, insoddisfatte della propria vita, desiderano riappropriarsi del proprio tempo con dolcezza e stupore Natalia SanMartin Fenollera Il risveglio della signorina Prim Mondadori, pp. 264 € 16.50

Una storia oscura e sensuale, che Aldo Nove non scrive un romanzo Questo libro ripercorre la vita di un mescola giallo, eros e romanzo di di formazione, nemmeno uomo che prende come misura dei formazione, popolata da paure, un’agiografia, ma fa molto di più. sentimenti umani l’alta finanza per desideri e speranze che pulsano Ci porta nel Medioevo, nelle piazze poi scoprire che la forza dell’amore sotto l’apparente normalità di tutti di Assisi, in una grotta fredda e ce supera ogni calcolo possibile noi ne fa uscire al momento giusto

Stefano Sgambati Gli eroi imperfetti Minimumfax, pp. 279 € 15.00

Chiara Valerio Almanacco del giorno prima Einaudi, pp. 350 € 20.00

Aldo Nove Tutta la luce del mondo Bompiani, pp. 184 € 18.00

di Germana Urbani · www.mondadori.it>www.minimumfax.com.it< >www.einaudi.it< >bompiani.rcslibri.corriere.it<


26 I nostri esperti SALUTE

Attenti al Melanoma, un nemico subdolo che può dimostrarsi letale I fanatici dell’abbronzatura naturale o artificiale devono farsene una ragione: vuoi per l’abuso di esposizione al sole, vuoi per il ridotto spessore della fascia di ozono, i raggi del sole - da sempre amici della vita e della salute - oggi possono essere pericolosi per la pelle e addirittura per la vita umana. Infatti i nei, o nevi, da banali anomalie cutanee composti di cellule iperpigmentate possono trasformarsi, in particolari condizioni, in pericolosi melanomi, o tumori della pelle, la cui incidenza sulla popolazione è in aumento. Ma quali sono le condizioni che concorrono a tale rischio? Innanzitutto sicuramente la familiarità, ovvero una predisposizione genetica che ha prodotto il melanoma tra gli ascendenti (genitori, nonni o altri consanguinei). In attesa del test genetico per il melanoma, non ancora disponibile ma in fase avanzata di studio, questi soggetti dovranno sottoporsi a controlli periodici scrupolosi. In seconda istanza il fototipo: le pelli chiare, sensibili, che al sole si arrossano ma non si abbronzano hanno pochi melanociti – le cellule che producono la melanina – e quindi mancano di una fondamentale difesa naturale. Anche agli altri è necessario raccomandare però

l’utilizzo della crema con adeguato fattore di protezione solare, dal momento che l’azione distruttiva dei raggi solari (UVA e UVB, ma soprattutto gli UVC che colpiscono in profondità il derma) sono certamente responsabili dell’invecchiamento precoce della pelle. Per quanto riguarda il melanoma, una mappatura dei nei effettuata dal dermatologo con uno strumento denominato dermatoscopio, capace sia di ingrandire che di evidenziare la struttura tridimensionale del nevo, consente di “mettere sotto osservazione” i nei più sospetti per forma, colore, dimensione etc… per identificarne eventuali modificazioni, campanello d’allarme da non sottostimare in nessun caso. In particolare, il nevo melanocitico comune è una lesione pigmentaria benigna, molto comune, localizzata prevalentemente sul tronco e sugli arti, completamente piatta o rilevata al centro. Il diametro è di solito inferiore a 1 cm, il colore è marrone nelle varie tonalità, non sempre distribuito uniformemente. La forma è tondeggiante od ovale, prevalentemente simmetrica e i bordi appaiono mal definiti, sfumati. La superficie è liscia con disegno cutaneo lievemente accentuato. Compare nell’adolescenza o più

tardi; può essere unico o multiplo, in media dai 15 ai 30 elementi. Il nevo melanocitico atipico è una lesione pigmentaria che presenta un diametro di solito maggiore di 6 mm; ha forma asimmetrica, bordi irregolari con pigmentazione disomogenea. Si parla di ‘sindrome del nevo displastico’ per quei soggetti i quali presentano numerosi nevi che clinicamente e istologicamente hanno caratteristiche di atipia. La sindrome ha spesso un’incidenza familiare e i soggetti affetti devono essere sottoposti a scrupolosi controlli periodici per il rischio di insorgenza di un melanoma. In generale tutti i nevi atipici devono essere strettamente monitorati, se non addirittura asportati per motivi preventivi. Il nevo melanocitico congenito è una lesione pigmentaria di colore brunastro scuro o chiaro, spesso disomogeneo per la presenza di aree bluastre o nerastre. È già presente alla nascita o compare nei primi mesi di vita. Le dimensioni sono variabili: piccoli (diametro inferiore a 1,5 cm) , medi (diametro tra 1,5 cm e 20 cm ), grandi (con diametro maggiore di 20 cm). Quando sono molto piccoli, difficilmente si distinguono dai nevi acquisiti. Solo le lesioni maggiori hanno un rischio ele-

Dottor Diego Lorusso, Specialista in Dermatologia

vato di trasformazione in melanoma (circa il 60%). Lesioni pigmentarie congenite con diametri inferiori a 10 cm si devono considerare a basso rischio e possono essere attentamente e costantemente controllate procrastinando l’eventuale escissione. I nei che il dermatologo individua come “dubbi” potranno essere asportati ambulatoriamente dal chirurgo plastico e sottoposti ad esame istologico, per escludere che si tratti di melanoma.

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I nostri esperti 29

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La violenza di genere AFFARI DI FAMIGLIA

A cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Cari lettrici e lettori, in questo numero vorrei affrontare con Voi una questione che, purtroppo, occupa sempre più le prime pagine dei giornali ed i servizi di apertura dei telegiornali ovvero il fenomeno della violenza di genere. Che cos’è la violenza di genere? Il fenomeno della violenza di genere, ancorché risalente nel tempo, è stato solo di recente oggetto di studi più approfonditi che hanno consentito una sua qualificazione e, quindi, una maggior presa di consapevolezza e responsabilità da parte della nostra società civile. Il concetto di violenza di genere, elaborato nei primi anni duemila, è utilizzato per differenziare la violenza comune da quella che si esplica in danno di individui o gruppi in ragione del loro “genere” o sesso di appartenenza. La violenza di cui ho appena riferito consiste essenzialmente in una serie distinta di azioni fisiche, sessuali, di coercizione economica o psicologica che hanno come destinatario una persona “scelta” sulla base del suo genere o sesso. Con specifico riferimento alla violenza sulle donne, deve rilevarsi come questa costituisca un fenomeno culturale assai complesso che interessa ogni sfera sociale e le cui conseguenze non ricadono solo sulle donne vittime di violenza ma anche sui loro figli che diventano testimoni indiretti della stessa. La violenza sulle donne trova, peraltro, un espresso riconoscimento nella Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne datata 1993 che, all’art. 1 definisce la violenza contro le donne come “Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare un danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata”. Rilevanti nel breve e lungo periodo i danni subiti dalle vittime di violenza sia sul piano fisico che su quello psicologico, morale ed esistenziale. Quali forme può assumere la violenza di genere? La violenza di genere è per sua natura un fenomeno proteiforme in

quanto può esplicarsi in modi assai vari e diversi tra loro per tipologia, intensità di violenza e gravità degli effetti. Vi è una violenza fisica e morale ravvisabile in tutte quelle condotte dirette a far più o meno male alle persone con atti lesivi volontari. Vi è poi una violenza psicologica posta in essere dai partner o ex partner attraverso una serie di atteggiamenti intimidatori,

minacciosi e offensivi anche reieterati e prolungati. All’interno di questa categoria si ricomprendono condotte assai diverse tra loro quali i ricatti, gli insulti verbali, le umiliazioni di vario genere anche pubbliche. Ed ancora la violenza economica che rappresenta una forma subdola di violenza in quanto finalizzata ad impedire che il partner possa raggiungere

l’indipendenza economica. In tal modo la vittima non potrà rendersi indipendentemente dal suo carnefice che eserciterà sulla stessa un controllo indiretto ma efficace. In tal senso mi limito a segnalare tutti quegli atteggiamenti diretti ad impedire la ricerca di un lavoro od ancora un ferreo controllo dello stipendio o utilizzo del denaro percepito ad esempio solo dal

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marito-compagno. In particolare, la donna straniera è spesso vittima di ricatti da parte del compagno che, nell’impedirgli la regolarizzazione dei documenti, preclude alla stessa la ricerca di un regolare lavoro. Infine, tra le forme più gravi ed odiose di violenza vi è quella sessuale rappresentata dall’insieme delle condotte che attengono alla sfera sessuale della persona e che ne compromettono la libertà di esplicazione. Tra le forme più diffuse di violenza sessuale vi sono le molestie sessuali, la costrizione ad avere rapporti sessuali o, addirittura, a prostituirsi. Fenomeni quest’ultimo dell’induzione alla prostituzione per nulla distanti anche dalla ns realtà locale dove si registrano interventi delle forze dell’ordine volti a contrastare proprio suddetto reato. I reati connessi alla violenza di genere Le violenze sopra riferite integrano, il più delle volte fattispecie penalmente rilevanti. I reati che, statisticamente, sono maggiormente associati a fenomeni di violenza di genere sono: il reato di maltrattamenti verso familiari e conviventi, disciplinato all’art. 572 c.p. e di recente modificato; il reato di atti persecutori, comunemente detto stalking, introdotto nell’ordinamento italiano nel 2009 con l’art. 612 bis c.p.; la violenza sessuale di cui all’art. 609 bis c.p., nonché le fattispecie, apparentemente meno gravi, ancorché rilevanti sul piano umano, di minacce, lesioni e molestie. Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: affaridifamiglia.lapiazza@gmail.com autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.


30 I nostri esperti Messaggio pubblicitario

Salute

Viaggio nella terapia alternativa, il mal di schiena Il mal di schiena è un problema sentito da molte persone delle più diverse età. Per mal di schiena si intende generalmente una affezione dolorosa che colpisce la zona bassa della schiena: la zona lombare. Non c’è una età precisa per avere mal di schiena. Il dolore lombare può prendere anche i bambini e gli adolescenti. Capita di sentir dire “ sei troppo giovane per avere mal di schiena” oppure “ va là che sei deboluccio, quando ero giovane io...”. Purtroppo quando i nostri nonni erano giovani le posture viziate che ci sono in questa epoca storica forse non c’erano. Ma andiamo con ordine. Cos’e il mal di schiena (lombare)? È un dolore che si localizza alla zona bassa della schiena solitamente alle vertebre lombari basse e all’inizio del sacro. Le sue cause possono essere le più varie. Tra le più comuni c’è uno sforzo che causa un conflitto tra le faccette articolari delle vertebre (una delle articolazioni tra due vertebre) che porta ad infiammazione e quindi ad una contrattura antalgica della muscolatura. Questa contrattura che non è la causa ma una forma di difesa del corpo, serve a bloccare la zona dolorosa e permettere all’uomo

di muoversi ugualmente. Altra causa di dolore lombare può essere la presenza di una patologia a carico dei dischi intervertebrali, il famoso anulus. Stiamo parlando in questo caso di tutto quell’insieme di patologie ortopedico/ neurologiche che sono le protrusioni, i bulging, le ernie vere e proprie. Questi quadri degenerativi sono diversi gradi di degenerazione del disco. A seconda che ci si trovi di fronte ad un caso o all’altro si possono a loro volta avere diversi tipi di dolore. Altro aspetto da tenere presente è la distinzione tra 3 figure distinte di mal di schiena date dalla presenza o meno di irradiazione del dolore agli arti inferiori: la lombalgia, la sciatalgia, la lombosciatalgia. La distinzione tra i tre tipi sarà oggetto di un altro articolo. Come si fa a far passare il mal di schiena? Questo dipende molto dall’approccio che si vuole utilizzare. Nel campo medico c’è la prescrizione di farmaci. Nel campo fisioterapico si utilizzano terapie fisiche come laser, tens, magnetoterapia, ecc. assieme a massaggi, terapia manuale decontratturante e rieducazione posturale. A fianco a tutti questi metodi

esiste anche l’OSTEOPATIA che qui in Italia è una terapia alternativa che sta solo ora cominciando ad avere l’attenzione che merita. L’OSTEOPATIA parte invece da un altro presupposto e cioè che bisogna trovare la vera causa del problema e ridare la possibilità al corpo di muoversi e muovere la zona compromessa la quale, in termini osteopatici, si definisce in “disfunzione fisiologica”. La vita è movimento quindi bisogna permettere al corpo di muoversi. Non sempre la causa di un problema è quella più evidente. Se per anni ho fatto lo stesso movimento senza problemi e senza avvertire dolori, perché in questa occasione ho avuto dolore? Perché l’ernia si è fatta sentire o si è prodotta? L’osteopata, attraverso una serie di test specifici, andrà alla ricerca di questa causa e cercherà di porvi rimedio, riportando il corpo in equilibrio, aiutando così il corpo a guarirsi. Questa ricerca coinvolgerà non solo l’aspetto muscolo scheletrico e neurologico (l’interessamento delle branche nervose) ma anche i visceri e l’aspetto craniale. Anche una disfunzione viscerale può portare a problemi ben distanti

dal viscere stesso. Questo perché il viscere (ad esempio il fegato, il rene, ecc.) è collegato da più strutture agli altri organi e al resto del corpo, ed è innervato. Quindi la sofferenza di un organo, e parliamo di disfunzione, non di patologia, può dare sintomatologie distanti dette riferite, o causare problemi a strutture distanti. Tutto questo senza considerare anche aspetti più tecnici e complicati come l’aspetto ormonale e della circolazione sanguigna. Come agisce l’osteopata? Dopo un colloquio con il paziente, procederà con una analisi per mezzo di una serie di test allo scopo di evidenziare i problemi, individuati i quali agirà sul corpo del paziente con tecniche osteopatiche. Le tecniche a disposizione dell’osteopata

sono molte, possono essere soft o più intense, ma mai invasive. L’osteopata userà solo la sua conoscenza e le sue mani. Anche chi pratica il massaggio o lo shatsu usa le mani ma non bisogna confondere il massaggio e lo shatsu con l’Osteopatia, perché sono cose completamente diverse con funzioni e tecniche diverse. L’importante, quando si parla di problemi di salute, anche per un semplice massaggio, è di rivolgersi sempre a personale qualificato; a maggior ragione con le tecniche più avanzate come l’Osteopatia. dott. Federico Cavallin, dott. in Fisioterapia Osteopata D.O.

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L’ARCHITETTO

La riqualificazione energetica degli edifici esistenti (parte quarta)

Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto

L’isolamento del tetto il legno e del solaio verso un vano non riscaldato. L’isolamento del tetto in legno può essere realizzato sia tra le travi della struttura portante sia sopra di essa. Nel primo caso (Foto 1) l’isolante, di solito fibra di legno o cellulosa, viene posto tra le travi e se l’altezza di queste non è sufficiente per ottenere lo spessore di isolante voluto la si aumenta con una listellatura. Sia le travi sia la listellatura integrativa rappresentano dei ponti termici dovuti alla discontinuità del materiale del pacchetto coibente; è sempre opportuno, pertanto, realizzare un strato interno continuo di materiale isolante. Verso l’interno, tra lo strato di finitura del soffitto ed il materiale isolante, va posto un freno al vapore per regolare la migrazione dello stesso verso l’estero con lo scopo di evitare la formazione di condensa; sulla superficie

Foto 1: Isolamento di un tetto esistente con fibra di legno posta tra le travi.

esterna della falda, sotto il manto di copertura, va posto un telo impermeabile all’acqua ed aperto alla diffusione del vapore. Se è possibile aumentare lo spessore della falda e se si vuole mantenere a vista la struttura in legno del tetto, si provvede all’isolamento sopra di essa; in questo caso l’isolante va interposto ad una listellatura di contenimento, con l’avvertenza che l’ultimo strato di materiale isolante deve essere continuo.

Sopra l’isolante si realizza una camera di ventilazione ed il tavolato per la posa del manto di copertura. Anche in questo caso si porrà in opera il freno vapore verso l’interno, tra il tavolato a vista ed il materiale isolante, ed il telo impermeabile sotto il manto di copertura. Qualora si sia in presenza di un sottotetto non praticabile si può usare un materiale isolante soffice in due strati incrociati posto sopra l’orditura del soffitto, come ad

Foto : Cellulosa

esempio la cellulosa (Foto 2), la fibra di legno oppure quella minerale. Generalmente non c’è la necessità di impiegare barriere o freni al vapore. Se il sottotetto è praticabile, perché usato come soffitta, nello spessore dell’isolante si costruisce una listellatura per fissarvi i pannelli calpestabili. Nei tetti piani è opportuno prevedere l’isolamento verso l’esterno con materiali non igroscopici come il vetro cellulare

o il polistirene estruso. Nel caso di un solaio verso lo scantinato non riscaldato l’isolamento va realizzato o soffitto avendo cura di prolungarlo per almeno 50 centimetri lungo le pareti perimetrali e quelle interne per attenuare il ponte termico; non c’è la necessità di utilizzare barriere o freni al vapore poiché l’isolante è posto verso la zona fredda come avviene per l’isolamento a cappotto esterno. Qualora l’edificio sia privo di scantinato, nel caso degli edifici esistente, l’isolamento va fatto sopra la platea di fondazione; si usano materiali non igroscopici (vetro cellulare, polistirene estruso) e se l’altezza dei vani al piano terra non consente la realizzazione di un isolamento di spessore adeguato, si possono usare pannelli sottovuoto sottili con una bassa conducibilità termica.

(Segue nel prossimo numero)

Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a carturenzo@studiocarturan.it

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5. Alto numero di gravidanze nelle adolescenti con notevole ricorso all’interruzione volontaria della gravidanza. Il primo contatto con il ginecologo in adolescenza è fonda-

commercio si trova una notevole varietà, sia per dosaggio che per tipo di estrogeno e progestinico usato, che ci consente di indirizzare la giovane nella scelta di quello che

libero professionista che come Medico ospedaliero, a partire dal 2012 presso la ULSS 13 di Mirano (VE) quindi in qualità di Dirigente medico di I livello presso l’UO di Ginecologia e Ostetricia dell’ULSS 17 di Este-Monselice. Indirizzo email per richiedere maggiori informazioni: specialistaonline@gmail.com

cute (le comuni verruche) ma oltre 30 sono responsabili di infezioni delle mucose genitali. Tra questi 13 sono ad alto rischio oncogeno, ossia possono favorire lo sviluppo di tu-

I nostri esperti 33 IL DIRITTO PER IL CITTADINO

Dott. Avv. Notaio Matteo Ceolin

Dal 1° gennaio 2014 una nuova tassazione immobiliare

L’onda lunga del Governo Monti fa sentire i suoi (non benefici) effetti anche a distanza di qualche anno. Infatti, dal 1° gennaio 2014 si è assistita a una vera e propria rivoluzione quanto agli atti di vendita di immobili, quelli cioè che scontano le imposte di registro, ipotecarie e catastali. Le vecchie aliquote di registro (quelle del 3%, 7%, 8%, 15% ecc.) sono sostituite sostanzialmente da tre: del 2% per gli acquisti di prima casa; e del 12% per i terreni agricoli; del 9% per tutto il resto (es. seconda casa, terreni edificabili, fabbricati strumentali ecc.). Le nuove aliquote del 2% e del 9% e del 12%, si portano dietro sempre una conseguenza

molto importante: a titolo di imposte ipotecaria e catastale, si pagano due importi fissi da 50 euro ciascuno, che assorbono il bollo, la tassa per la voltura e quella per la trascrizione. Fino a qui tutto sembra molto più vantaggioso di prima, se non fosse per una “sorpresa” finale: e cioè il fatto che l’imposta minima di registro è comunque dovuta nella misura minima di 1000,00 euro. Quindi se in seguito alla tassazione di una prima casa con l’imposta del 2% mi vien fuori un risultato, per esempio, di 350,00 euro, la tassazione sarà comunque di 1000,00 euro più i 100 eurocomplessivi di quelle ipotecarie e catastali (totale

minimo, dunque, sempre almeno di 1100,00 euro). Nelle zone in cui le rendite degli immobili sono piuttosto basse (come sono in genere quelle nei paesi di provincia e di campagna) difficilmente ciò potrà concretizzarsi in un risparmio di spesa; mentre ciò è indubbiamente più vantaggioso, rispetto a prima, per l’acquisto di prime case in zone con rendite alte. Fuori dai casi appena visti, le imposte fisse ipotecarie e catastali (una volta di 168 euro) sono state aumentate a 200 euro. Infine, sono stati modificati i requisiti per discriminare una casa di lusso da una non di lusso e quindi per chiedere le agevolazioni prima casa. In

precedenza ci si riferiva a dei parametri molto precisi fissati da un Decreto Ministeriale del 1969; oggi, invece, la casa

è non di lusso per definizione per il sol fatto di essere accatastata in categoria A diversa da A1/A8/A9.

DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN mceolin@notariato.it

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34 I nostri esperti SALUTE

Dott.ssa Eleonora Leotta, Specialista in Ginecologia ed Ostetricia

Pubertà e adolescenza: da bambina a donna. Perché scegliere una ginecologa per il primo appuntamento La pubertà è il periodo che segna, con l’arrivo del primo ciclo mestruale, il passaggio dall’infanzia all’età adulta , durante la quale si raggiunge la maturità sessuale e la capacità riproduttiva. Compaiono i caratteri sessuali secondari e tutto ciò porta a grandi trasformazioni fisiche che determinano un notevole coinvolgimento anche della sfera psichica, cui si possono associare alterazioni del comportamento alimentare (anoressia e bulimia) che più frequentemente si manifestano in questo periodo di insicurezza della donna. L’adolescenza è inoltre caratterizzata dalla scoperta dell’altro sesso. Le ragazze, così come i coetanei maschi, sono confuse riguardo al sesso e alla sessualità e sempre alla ricerca di risposte corrette. E’ quindi importante che possano trovare persone con cui poterne parlare: genitori, insegnanti, consultori familiari. Molte indagini sul comportamento adolescenziale hanno evidenziato nel nostro paese una realtà complessa caratterizzata da: 1. Relativa precocità di inizio dell’attività sessuale, entro i 16 anni; 2. Informazioni generiche raccolte attraverso canali non istituzionali; 3. Difficoltà a gestire in modo responsabile la propria sessualità; 4. Interruzione o uso saltuario del contraccettivo e di mezzi di protezione dalle malattie sessualmente trasmissibili; 5. Alto numero di gravidanze nelle adolescenti con notevole ricorso all’interruzione volontaria della gravidanza. Il primo contatto con il ginecologo in adolescenza è fondamentale non solo per una valutazione fisica, ma in quanto egli può diventare il punto di riferimento per molti dubbi sulle relazioni con l’altro sesso: il ginecologo aiuterà a capire i rischi dei primi rapporti sessuali, a scegliere il miglior tipo di contraccettivo e insegnerà come prevenire le malattie a trasmissione sessuale. Il primo appuntamento può spesso essere fonte di ansia per una ragazzina sia da un punto di vista relazionale che per senso del pudore: è evidente che in questo caso la scelta di un ginecologo donna aiuterà un processo di identificazione che consentirà una comunicazione più efficace. E’ indubbio come la disponibilità, la riservatezza, l’atteggiamento non giudicante né frettoloso, siano utili per una buona relazione medico-paziente, fondamentali per far sì che la ragazza riesca con facilità a rivolgersi a noi, piuttosto che a coetanei o a figure non in grado di fornire risposte corrette. Una consulenza contraccettiva efficace richiede un lungo colloquio che dia ampio spazio, oltre che all’evidenzia-

zione di problematiche di salute presenti, anche agli elementi di tipo personale e relazionale che incidono sulla scelta contraccettiva o che possono determinare resistenze o paure verso specifici metodi. Oggi esistono diversi contraccettivi: ormonali, di barriera, meccanici e naturali. Noi ginecologi riteniamo che il metodo contraccettivo realmente efficace in una giovane donna sia quello ormonale (pillola contraccettiva), di cui in commercio si trova

una notevole varietà, sia per dosaggio che per tipo di estrogeno e progestinico usato, che ci consente di indirizzare la giovane nella scelta di quello che massimizza l’ efficacia riducendo al minimo rischi ed effetti collaterali. Da qualche anno sono in commercio altri due tipi di contraccettivi ormonali, oggi sempre più usati proprio dalle giovanissime, che hanno lo stesso meccanismo di azione e parità di efficacia della pillola: il cerotto e l’anello vaginale. La

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differenza più importante sta nella sede di assorbimento del farmaco: l’apparato gastroenterico per la pillola, la cute per il cerotto e la mucosa vaginale per l’anello. I contraccettivi ormonali sono inoltre terapeutici per alcune problematiche tipiche dell’adolescenza: acne, aumento della peluria, irregolarità del ciclo. Tra i metodi anticoncezionali meccanici ricordiamo il preservativo perché è l’unico che, se usato correttamente,

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protegge dalle malattie sessualmente trasmissibile e dall’HIV (AIDS). Ricordiamo che oltre a malattie sessualmente trasmissibili che compromettono seriamente la salute quali AIDS, epatite B, epatite C, sifilide, ne esistono altre batteriche, funginee e parassitarie, molto più frequenti, che possono compromettere la fertilità futura. Le adolescenti dovrebbero quindi usare sia il contraccettivo ormonale, l’unico che garantisce la copertura contraccettiva, sia il preservativo per proteggersi dalle malattie infettive. Tra le malattie a trasmissione sessuale di cui oggi si parla molto, vi è quella da Papilloma Virus Umano (HPV). A questa famiglia appartengono più di 100 tipi virali diversi: alcuni causano infezioni della cute (le comuni verruche) ma oltre 30 sono responsabili di infezioni delle mucose genitali. Tra questi 13 sono ad alto rischio oncogeno, ossia possono favorire lo sviluppo di tumori del collo dell’utero. L’infezione da HPV può presentarsi con piccole lesioni delle mucose (condilomi) o può non dare sintomi. Il test HPV, che si esegue come un semplice tampone vaginale, consente di rilevare la presenza e il tipo di virus e, se positivo, di programmare controlli regolari. Il PAP Test consente invece di rilevare le lesioni già presenti causate dall’HPV. Da alcuni anni esiste un vaccino che previene l’infezione da HPV: il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione, che è gratuita per tutte le ragazze al compimento dell’undicesimo anno di età, e venduto ad un prezzo molto contenuto per le donne fino a 26 anni. In conclusione, per una adolescente il primo incontro con un ginecologo dovrebbe consistere fondamentalmente in una lunga chiacchierata in cui esporre liberamente e senza alcuna vergogna tutti i dubbi e le domande su sessualità, contraccezione e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. La visita vaginale con la palpazione di utero e ovaie, l’ecografia pelvica, l’HPV test e il Pap test verranno eseguito solo dopo e solo se la ragazza è già sessualmente attiva. Tutto ciò presuppone una grande disponibilità e reperibilità del ginecologo di fiducia, che se è una ginecologa potrà offrire anche una maggiore spontaneità di relazione “da donna a donna”. Dott.ssa Eleonora Leotta, dal 2008 Specialista in Ginecologia ed Ostetricia. La Sua esperienza professionale si sviluppa sia come libero professionista che come Medico ospedaliero, a partire dal 2012 presso la ULSS 13 di Mirano (VE) quindi in qualità di Dirigente medico di I livello presso l’UO di Ginecologia e Ostetricia dell’ULSS 17 di Este-Monselice.


I nostri esperti 35 RUBRICA CINEMATOGRAFICA, L’ITALIA CHE CAMBIA

Fantozzi andava in pensione, oggi è un’utopia

Al giorno d’oggi, complice la crisi sempre più pressante, persino andare in pensione diventa un’utopia, come il posto fisso: molti addirittura, pur vedendo vicina la tanto agognata pensione vengono costretti a lasciare il lavoro anzitempo perché le varie aziende non riescono a supportare i costi. Molti anni fa la situazione era ben diversa: l’impiegato medio arrivata tranquillamente ai 65 anni godendosi la sua pensione: il problema semmai era come sentirsi utile in seguito, perché cresceva il sentimento dell’ essere messo “da parte“: nel contesto di allora, cinematograficamente parlando il discorso non può che cadere su Fantozzi, celebre maschera del nostro cinema. Per il pubblico di over 35, Paolo Villaggio rimarrà per sempre identificato nel personaggio più celebre da lui inventato oramai quarantasei anni fa. Era infatti il 1968 quando l’attore lo portò in scena nel programma televisivo “Quelli della domenica“, trasmesso in Rai da Gennaio a Giugno dello stesso anno. Fantozzi divenne poi protagonista di alcuni racconti nella rivista ”L’Europeo“ per poi essere tradotto in film dal 1975 al 1999. “Fantozzi va in pensione“ è la quinta pellicola dedicata al ragioniere più famoso d’Italia e racchiude in sé, nonostante qualche momento comico, una

grande amarezza. Si, perchè la maschera fantozziana in questo caso, è tesa a cercare di nascondere la grande tristezza di essere messi da parte dalla società ma soprattutto dal nuovo che avanza. Per Fantozzi si apre l’occasione di una nuova vita ma si rende conto progressivamente che senza lavoro non è più tale: mai più levatacce né corse sfrenate per timbrare in tempo, né scherzi con i colleghi o sorteggioni in sala mensa, o soprattutto letture di straforo della pagina sportiva quando i superiori girano lo sguardo. Con questo film Neri Parenti sembra mettere il dito su questa categoria di pensionati vista come piaga sociale, come intralcio, come oggetto divenuto inutile e ormai messo da parte. Il nostro ragioniere tenta di rendersi utile comunque: ma il nucleo familiare non gli è congeniale, specie perchè lo ha trascurato quando lavorava e ora si trova incapace di rientrarvi; tenta poi di costruirsi degli interessi, ma gli esiti sono disastrosi. La breve gita a Venezia è emblematica del messaggio che il regista ci vuole consegnare: i pensionati, che si radunano quasi per farsi forza l’uno con l’altro, vengono trasportati in condizioni disumane all’aeroporto di Venezia e costretti non ad usufruire dell’aereo ma di

un pullman che dopo 18 terribili ore li porterà nel capoluogo veneto. Le situazioni alle quali andrà incontro la comitiva di pensionati sono realizzati ad arte dal regista per esprimere il tragico destino che attende Fantozzi dopo il lavoro, una situazione come si diceva prima, di persona inutile alla società, che lo lascia al suo inevitabile destino. Quando la fine sembra vicina, si vede arrivare il riscatto, un’occasione per tornare a vivere, dopo un’illusione data da un concorso dove il ragioniere si presenta truccato da giovane per poter superare la selezione e tornare così alla vita di prima. Sarà la moglie che di nascosto lo aiuterà a tornare a vivere, quando stava per lasciarsi andare definitivamente. Rispetto alle pellicole precedenti e successive, “Fantozzi va in pensione“ è più amaro, fa molto riflettere anche attraverso qualche gag che strappa il sorriso. Ma l’abilità di Neri Parenti sta proprio nel raccontare lo status tipico del pensionato che arriva fino all’estremo e cioè nel chiedere addirittura alla megaditta dove è stato sempre vessato e schiavizzato di essere riassunto per sentirsi utile, e facente parte di un organigramma. Un film che visto adesso, rappresenta un paese che non c’è più, dove le pensioni rimangono attualmente, per le

A cura di Massimiliano Granato

nuove leve lavorative, una chimera: offre però un interessante spunto di riflessione sulla condizione del pensionato di fine anni ‘80. Se Fantozzi vivesse adesso, non sentirebbe la mancanza del lavoro ma sarebbe in prima fila a chiedere la tanto agognata pensione, a costo anche di finire crocifisso per i propri diritti.

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tetto di funghi porcini con tortino di porri e scalogno glassato

INGREDIENTI 1 carrÈ D’agNello, erbette aroMaticHe, 2 FuNgHi porciNi, 4 scalogNi, 2 porri ESECUZIONE preparare il trito Di erbe aroMaticHe e “iMpaNare” il carrÈ D’agNello. rosolarlo iN uNa paDella aNtiaDereNte per circa 3 MiN. e Fare riposare la carNe per 10 MiN. preparare il tortiNo Di porri tagliaNDoli a QuaDretti. Fateli rosolare iN uNa paDella DÌalluMiNio coN uNa Noce Di burro, aggiuNgere Della FariNa setacciata e uN pÒ Di paNNa. MaNtecare coN graNa paDaNo e Metterli iN piccole FortMiNe iN MoDo Da otteNere Delle tortiNe. Mettete gli scalogNi iN uNa casseruola FiNo alla coMpleta restriZioNe Dell’acQua, aggiuNgere 5 cuccHiai Di ZuccHero e cuocere FiNo alla coMpleta restriZioNe Dell’acQua. Fate saltare iN uNa paDella aNtiaDereNte i FuNgHi porciNi preceDeNteNeNte tagliatia a FettiNe Nel seNso Della luNgHeZZa, coN uN goccio D’olio eXtraVergiNe D’oliVa e sale. aDagiare su uN piatto i FuNgHi slatati, DisporVi sopra il carrÈ scaloppato e accoMpagNare coN tortiNo Di porri e scalogNo glassato. “luciDare” coN uN Filo D’olio eXtraVergiNe e aggiuNgere uNa spolVerata Di sale e pepe Nero.

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CROCCHETTE DI CARCIOFI CON SALSA ALLO YOGURT ED ERBE AROMATICHE uN FiNger FooD croccaNte Fuori, calDo e MorbiDo all’iNterNo. percHÉ per Noi le croccHette NoN soNo solo a base Di patate, Ma Molte Delle VerDure priMaVerili si prestaNo per Questa sFiZiosa preparaZioNe. e’ la stagioNe cHe iNVoglia: cibi FrescHi e MeNo iMpegNatiVi, per Questo abbiaMo realiZZato uNa salsa a base Di Yogurt eD erbe cHe Ha alleggerito le Nostre croccHette. iNsoMMa, picciNe coMe appetiZer, uN po’ piÙ graDi coMe

coNtorNo, iDeali Da Mettere Nel cestiNo Da pic Nic, Queste croccHette Di carcioFi soNo uNa iDea seMplice eD origiNale per ogNi esigeNZa.

INGREDIENTI PER 15 CROCCHETTE: 500g FoNDi carcioFo, 1 patata (95g lessata), 110g paNe Di segale, 2 cuccH aracHiDi salati, 1 uoVo MeNta secca, preZZeMolo, aglio iN polVere, succo Di liMoNe, iNsaporitore a base Di ViNo eD erbe aroMaticHe, paNe grattugiato, olio eVo, olio Di seMi Di Mais, sale. per la salsa: 170 gr Yogurt greco 0%, succo Di liMoNe, olio eVo, MeNta secca, preZZeMolo, aglio iN polVere, sale alle erbe aroMaticHe Di MoNtagNa, sale cuocere i FoNDi Di carcioFo iN peNtola a pressioNe, coN il cestello per la cottura a Vapore, per circa 10 MiNuti Dal FiscHio Della peNtola. speZZare il paNe e aMMollarlo coN uN po’ Di acQua Di cottura Dei FoNDi; Mescolarlo coN i carcioFi e la patata, eNtraMbi scHiacciati coN uNa ForcHetta. coNDire il coMposto coN l’olio eVo, il succo Di liMoNe e l’iNsaporitore a base Di ViNo eD erbe aroMaticHe; uNire gli aracHiDi tritati coN il coltello, e proFuMare coN la MeNta, l’aglio eD il preZZeMolo, QuiNDi aggiustare Di sale. iMpastare gli iNgreDieNti coN uN uoVo, e ForMare Delle paliNe coN le MaNi (Meglio se bagNate). passare le croccHette iN uN MiX Di paNe grattugiato e sale, poi lasciarle riposare per circa 20 MiNuti. preparare la salsa: Mescolare lo Yogurt coN il succo Di liMoNe e l’olio eVo, QuiNDi proFuMare coN la MeNta, il preZZeMolo, l’aglio eD iNsaporire coN il sale alle erbe; se Necessario regolare Di sale. otteNere uNa creMa MorbiDa, alluNgaNDo coN QualcHe cuccHiaio Di acQua Di cottura Dei FoNDi Di carcioFo. cuocere le croccHette Di carcioFi iN paDella coN l’olio Di seMi, rigiraNDole per Far colorare. serVire accoMpagNaNDo coN la salsa Di Yogurt. 2 spiccHi aglio, DragoNcello, caNNella, olio eVo, sale

DeDicato aD aDria iN Fiore cHe si sVolgerÀ DoMeNica 27 aprile 2014 aD aDria. si prepara DirettaMeNte Nel biccHiere olD FasHioN 1/2 liMe a cubetti, 7/10 giN boMbaY, 2/10 coNtreau, 1/10apricot braNDY, 3 gocce Di bitter caMpari, 8 gocce Di KirsH. si guarNisce coN Frutti Di bosco e uN Fiore Di loto. PAOLO MARANI

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