Sport p.18
p.33
Salute p.27
GIUGNO 2019
Periodico d’informazione locale - Anno XXVI n.85
Cultura p.17
del Piovese
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S. ANGELO DI PIOVE
Operai devolvono il premio produzione in beneficenza SCUOLA ZANELLA
La prima elementare di Corte è salva TRAFFICO PESANTE
Chioggia chiude il ponte, è un problema a Conche ELEZIONI EUROPEE
La Lega fa il pieno di voti anche nella Saccisica PERSONAGGIO
Il professore giapponese che ama l’arte di Piove
on-line: L’Europa resiste, ma deve cambiare Germana Urbani >direttore@givemotions.it<
Dal punto di vista politico, il dato più significativo non è la crescita del fronte sovranista, che si afferma in Italia, in Francia, in Polonia e Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia ma non sfonda in Olanda e arretra in Germania. Il dato più importante è rappresentato dal fatto che le due grandi famiglie politiche del continente, i popolari e i socialisti, non sono più gli arbitri del parlamento. Nel 2009 avevano ottenuto assieme 470 dei 766 seggi, nel 2014 erano scesi a 412 su 751, quest’anno per la prima volta con 332 europarlamentari sono lontani dalla maggioranza. Se gli euroscettici resteranno comunque all’opposizione, insomma, il futuro governo dell’Europa non potrà fare a meno di altri gruppi: i liberaldemocratici, ad esempio, oppure i verdi che sono i grandi vincitori di questa tornata grazie soprattutto al voto giovanile. Sapranno servizi alle pagg 4, 6, 7 dare quell’energia, quella forza innovativa di cui l’Europa ha disperatamente bisogno? Forse il messaggio che tanti elettori hanno mandato è proprio questo: crediamo ancora nell’Unione europea, ma vogliamo che cambi. Altrimenti la prossima volta guarderemo ancora più in là… E l’Italia? Una cosa è certa: siamo stati i campioni del voto euroscettico, Salvini e Marine Le Pen sono le star della destra radicale, ma rischiamo ora una dolorosa emarginazione. Perché in Europa stare nella famiglia politica giusta conta, eccome. Lo ha spiegato bene il premier ungherese Orban a Salvini, rifiutandosi dopo tanti comizi insieme di unire le forze in un unico gruppo. Così quella della Lega rischia di essere una vittoria di Pirro: primi, ma fuori dei giochi e guardati di traverso. La lettera con cui la Commissione europea ha richiamato l’Italia al rispetto degli impegni presi sui conti pubblici è il primo segnale che la tregua elettorale è finita. Speriamo di non dover pagare un prezzo troppo alto.
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he non sarebbero state elezioni come tutte le altre si sapeva, e non solo per via della Brexit. Che il “fronte europeista” avrebbe retto molti lo davano per probabile, ma senza grandi entusiasmi. Alla fine il voto non ha prodotto terremoti: ha indicato però chiaramente che stiamo vivendo un cambio di stagione, e non soltanto in Italia. segue a pag 3
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