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delle Terme Euganee

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In Veneto il piano anti aggressioni high-tech da 4 milioni

Il conto alla rovescia

Le elezioni regionali si avvicinano, ma non troppo. Se fino a poco fa sembrava ormai assodato che si sarebbe votato il prossimo autunno, a sparigliare le carte, con un colpo a sorpresa di fronte allo stesso Zaia, ci ha pensato il ministro dell’Interno che ha rotto il tabù delle elezioni nella primavera 2026. Al di là del vivace dibattito che ne è scaturito resta un dato di fatto, il conto alla rovescia, più o meno lungo, è iniziato.

Anche se i partiti e le coalizioni non appaino, almeno al momento, particolarmente lanciati nello sprint finale, nonostante manchino pochi mesi e di mezzo ci sia anche l’estate, periodo storicamente molto complicato per fare campagna elettorale.

Il centrodestra è alle prese con il braccio di ferro tra Lega e Fratelli d’Italia.

Quando scriviamo queste righe non conosciamo ancora l’esito del pronunciamento della Consulta sulla possibilità per i Presidenti, in questo caso Luca Zaia in Veneto e Vincenzo De Luca in Campania, di essere eletti per un ulteriore mandato, ma i pronostici, in questo senso, non consentono loro di sperarci troppo.

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Vola il turismo in Veneto, superati i 73 milioni di presenze, Caner: “siamo la destinazione di riferimento”

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Sostenibilità, il Veneto fa scuola, Confindustria Veneto Est: “Le imprese green crescono più del doppio”

Sboccia la primavera, idee e consigli per il garden perfetto anche in terrazza

Ad Abano e Montegrotto i prezzi del nuovo sempre più in alto e gli affitti brevi riducono la disponibilità per chi cerca casa, con Ater Abano sperimenta interventi di social housing

HOTEL DISMESSI, IL SINDACO ANNUNCIA IL PIANO

Barbierato introduce il Piano degli Interventi per dare nuova vita agli edifici abbandonati, con l’obiettivo di migliorare l’estetica e stimolare il turismo SVOLTA PER GLI

Il ministro dell’Interno ribadisce l’autonomia delle Regioni nella scelta della data, Zaia: “Cosi possiamo anche risparmiare”

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Diritto alla casa, questione sociale

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

elle ore in cui “la Piazza” era ormai pronta per andare in stampa, con l’approfondimento “Dentro la notizia” dedicato all’emergenza abitativa, a Roma si apriva la prima conferenza internazionale sulla casa “All we need is HOME”. Un titolo azzeccato, grazie ai Beatles ovviamente per l’ispirazione, che va subito al cuore del problema: la casa è un diritto, o almeno dovrebbe esserlo, perché senza casa viene meno anche la tenuta sociale, insieme alla dignità delle persone

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Giù i primi alberi nel quartiere Pescarini

Saranno abbattuti i primi alberi che insistono nel quartiere Pescarini. Le piante, tutte pini domestici, stanno danneggiando strade e marciapiedi e sono nel contempo pericolanti. Ecco allora che l’Ufficio tecnico, d’accordo con l’amministrazione comunale, ha deciso di portare avanti un piano di riordino della zona. Gli alberi che saranno tagliati per il deterioramento della sede stradale e per salvaguardare l’incolumità pubblica sono posizionati in varie vie. Sei sono in via Previtali, la via principale del rione, dove si trova anche il centro commerciale Alì-Aliper di Abano. Uno è in via Palma il Giovane, due sono in via Ghislandi. Ben 13 pini saranno abbattuti in via Moroni e 3 in via dei Colli Euganei. “Con questa operazione, assolutamente necessaria, parte di fatto ufficialmente il piano di riordino del quartiere”, spiega l’assessore ai Lavori Pubblici, Gian Pietro Bano. “Stiamo registrando numerose proteste per lo stato in cui versano le strade e i marciapiedi in quel quartiere. Bisogna intervenire al più presto su alcuni pini che stanno creando davvero moltissimi problemi”. Bano allora spiega le tempistiche. “E’ necessario procedere con una variazione di bilancio per riuscire a stanziare le somme necessarie per procedere all’assestamento di strade e marciapiedi del quartiere. Una grossa mano ce la darà il gruppo Alì, che sistemerà la zona che va da via Liberale da Verona verso il centro commerciale. Al Comune spetteranno le vie interne”. In totale sono oltre 300 i pini domestici che insistono sulle varie arterie del rione. “Stiamo ancora stabilendo quanti altri pini domestici sarà necessario abbattere. I nostri tecnici stanno, con gli esperti forestali, valutando la cifra definitiva di ulteriori tagli necessari”. “Capiamo le posizioni degli ambientalisti, ma qui c’è da andare incontro alle esigenze di residenti e passanti, che rischiano anche di farsi del male a causa delle buche e degli avvallamenti”, conclude Bano.

Il Comune avvia il piano per mettere in sicurezza strade e marciapiedi

Diritto alla casa, questione sociale

Nicola

La conferenza di Roma, alla quale hanno partecipato anche alcuni amministratori delle città venete, è stata l’occasione per fare il punto con rappresentanti di città ed istituzioni europee sulle politiche abitative in Italia e in Europa e su alcuni temi urgenti come l’edilizia residenziale pubblica, le agenzie sociali per l’abitare, la carenza di affitti e l’energia verde e il consumo di suolo. L’intento è scambiare buone pratiche, cercare soluzioni, proporre politiche sulla casa. Nella speranza che qualcosa si muova anche a livello nazionale perché “è ora di mettere il diritto alla casa, la protezione delle famiglie vulnerabili e la transizione energetica in cima all’agenda”. L’incontro internazionale ha cercato di fornire uno strumento utile agli amministratori pubblici, locali e nazionali, che quotidianamente devono confrontarsi con il fenomeno della precarietà abitativa, per interpretare la realtà e selezionare le esperienze positive già esistenti. In questi anni, hanno sottolineato gli esperti, cambiamenti radicali si sono manifestati nella società, nella famiglia e nella condizione economica della popolazione. La domanda di alloggi a prezzi accessibili supera di gran lunga l’offerta, creando una situazione di crisi che colpisce persone di tutte le età e famiglie di tutte le dimensioni, in particolare nei contesti cittadini dove più grave è il deficit di patrimonio pubblico. È uno scenario purtroppo in crescita, aggravato dall’ampliamento delle diseguaglianze economiche e sociali e dall’impoverimento della classe media. Tante persone si vedono negato un diritto, quello all’abitare, che è un diritto essenziale per il pieno riconoscimento della dignità di ogni persona e, in seconda battuta, dei suoi diritti di cittadinanza. L’obiettivo si è ampliato rispetto al passato: occorre rispondere anche all’esigenza di nuove residenze ad affitti calmierati, rivolte a quelle fasce intermedie che non riescono a soddisfare il proprio bisogno sul mercato per ragioni economiche e per assenza di un’offerta adeguata, e che però non rientrano nei requisiti per l’assegnazione di alloggi popolari. Questa categoria comprende una varietà di tipologie come giovani coppie a basso reddito, famiglie monogenitoriali, anziani, studenti, lavoratori fuori sede, immigrati. La conferenza ha approfondito le esperienze delle Agenzie sociali per l’Abitare, uno strumento pubblico già presente a Torino, Milano, Napoli, Firenze e Modena, per calmierare il mercato degli affitti residenziali. Lo scopo è reperire alloggi nel mercato privato tramite accordi con i proprietari, in modo da arrivare ad affitti a canone concordato. Una soluzione ancora poco praticata nelle nostre città.

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Politica.

Accordi tra pubblico-privato per rilanciare gli hotel dismessi

Barbierato: “Serve una svolta. Con il nuovo Piano di Assetto del Territorio e il Piano degli Interventi apriamo per la prima volta ad accordi pubblicoprivati per riqualificare i vuoti urbani e restituire valore alla città”

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na città termale di livello internazionale non può permettersi di convivere ancora a lungo con i “buchi neri” rappresentati dagli hotel dismessi. Ne è convinto il Sindaco di Abano Terme, Federico Barbierato, che nel nuovo Piano di Assetto del Territorio (Pat) già approvato e nel Piano degli Interventi (Pi) in fase di definizione e che sarà portato nelle sedi istituzionali per la sua adozione entro l’estate, ha previsto per la prima volta la possibilità di attivare accordi pubblico-privati mirati alla riqualificazione di queste strutture abbandonate.

Sindaco, cosa cambia concretamente con il nuovo Pat e il Pi?

“Il Pat approvato ha già definito le principali prospettive di sviluppo della città introducendo il “consumo zero” di suolo che ha comportato l’eliminazione di oltre 80 ettari di vecchie previsioni urbanistiche; poi, per la prima volta nella nostra città, viene introdotto uno strumento concreto che permette di affrontare con un approccio innovativo e pragmatico il tema degli hotel dismessi. Grazie agli accordi pubblico-privati, l’amministrazione potrà sedersi al tavolo con i proprietari di queste strutture e valutare insieme progettualità di rigenerazione urbana. Non parliamo più solo di vincoli o divieti, ma di un’opportunità concreta per sbloccare situazioni fer-

me da anni”.

Qual è l’obiettivo di fondo di questa scelta?

“Restituire valore alla città. Gli hotel dismessi rappresentano non solo un problema urbanistico ed estetico, ma anche un freno allo sviluppo economico e turistico. Vogliamo superare la logica dell’attesa e affrontare il problema con una visione strategica che contempli sia le esigenze dei privati sia il vantaggio pubblico. Ogni accordo dovrà portare benefici tangibili alla collettività, in termini di servizi, qualità urbana, sicurezza e sostenibilità.”

Parla di un’opportunità unica per Abano. Quali garanzie per evitare speculazioni?

“Gli accordi saranno valutati caso per caso, con un approccio trasparente e con l’obiettivo primario di garantire coerenza con il nostro ruolo di città termale. Tutti gli interventi dovranno rispettare principi di sostenibilità ambientale e coerenza urbanistica. Non stiamo aprendo a operazioni di corto respiro, ma a un percorso condiviso, in cui il pubblico mantiene un ruolo centrale di indirizzo e controllo”.

Come sarà coinvolta la cittadinanza?

“Attraverso momenti di confronto pubblico, come già avvenuto nella fase di predisposizione del Pat. La trasparenza e la partecipazione saranno elementi centrali.

Sappiamo quanto questi temi siano sentiti dalla comunità: è giusto che i cittadini siano informati e possano contribuire con proposte e osservazioni”.

Qual è il messaggio che vuole lanciare ai proprietari degli hotel dismessi?

“Ora c’è uno strumento concreto, un’occasione da cogliere. L’amministrazione è pronta ad ascoltare e valutare proposte serie, che abbiano ricadute positive sulla città. È il momento di uscire dall’immobilismo. Chi ha un immobile dismesso ha oggi la possibilità di farlo tornare a vivere, contribuendo al rilancio di Abano. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

Federico Franchin

Paolo Badoer nuovo presidente dell’Avis

Si è concluso a metà marzo il rinnovo del consiglio direttivo dell’Avis di Abano Terme, che porta alla guida dell’associazione Paolo Badoer. Succede all’uscente Antonio Fasolato che era al secondo mandato. E’ un volto conosciuto in città quello di Badoer, attivo in gioventù nella parrocchia del Sacro Cuore e ora in quella di San Lorenzo, oltre ad essere presente anche tra i gruppi genitori delle scuole Pascoli e Vittorino da Feltre. Come vicepresidente è stato eletto il giovane Alessandro Trovò, che è anche membro della consulta giovani di Avis Regionale Veneto. Segretario dell’associazione è il presidente uscente Antonio Fasolato mentre il tesoriere è Riccardo Gaffo. Come revisore dei conti la nuova entrata nel gruppo Sabina Pinato. Sono sta-

ti riconfermati gran parte dei consiglieri uscenti: Gianni Mamprin, Massimo Guolo, Stefania Pressato, Lorenzo Norbiato, Enzo Crestale, Laura Regnoli, Stefania Vuljan, Tiziano Coni e Chiara Palmerini. Tra i nuovi consiglieri entranti Lucia Turetta e Jessica Trovò. Il nuovo Direttivo così composto resterà in carica per quattro anni dal 2025 al 2028. L’Avis di Abano è passata dal-

le 545 donazioni di sangue raccolte nel 2020 alle 860 del 2024 e anche il numero dei donatori attivi è passato da 380 ai 560 odierni. Ad aprile è in programma l’evento di prevenzione “Diabete a Colori” assieme ai Lions Terme Euganee e la Croce Rossa, mentre a maggio si terrà un grande evento di sensibilizzazione con l’istituto alberghiero che sarà aperto anche alla cittadinanza. (f.f.)

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L’approfondimento. Tra Abano e Montegrotto

Terme da vivere, ma non da abitare: il paradosso del mercato immobiliare

Il mercato immobiliare è vivace, ad Abano in un anno prezzi cresciuti del 7,2%: “Si costruiscono condomini moderni per chi ha una certa disponibilità economica, manca invece un usato recente”

C’è un dato, su tutti, che rende l’idea di come stia correndo il mercato immobiliare nell’area termale. Ad Abano Terme, nella prima metà del 2024 i prezzi medi degli alloggi sono aumentati del 7,2 per cento, un balzo in avanti che non si registra in altre zone della provincia. E le quotazioni, infatti, sono tra le più elevate del padovano. Secondo i dati rilevati da Tecnocasa ad Abano si paga di più che a Montegrotto. Un appartamento nuovo nel centro di Abano costa almeno 2600 euro al metro quadrato, 2500 in periferia, mente per un alloggio signorile ci vogliono intorno ai 3000 euro. A Montegrotto inve-

ce si spende qualche centinaio di euro in meno per il nuovo, specialmente in periferia. L’usato invece permette di risparmiare anche nella città aponense, con quotazioni sui 1500 euro in media, mentre a Montegrotto l’usato mediamente vale 1100 euro al metro. Quanto agli affitti, ad Abano per un monolocale servono almeno 400 euro al mese, che salgono a 600 per il bilocale e a 700 e oltre per un trilocale o sistemazioni più grandi.

Come osserva Cosetta Furlan dell’agenzia Tecnocasa di Montegrotto, il giro d’affari del turismo si riflette anche sul mercato immobiliare local: “Tanti proprietari

hanno convertito i loro contratti in locazioni turistiche, vale a dire affitti brevi, più remunerativi in questa zona. La richiesta turistica si fa sentire e questo però sottrae alloggi a chi in questa zona vive e lavora. Abbiamo infatti una clientela per lo più giovane che lavora negli alberghi o nelle attività dell’area termale e cerca una sistemazione vicina anche per una questione di orari. E poi ci cono i pensionati e gli anziani che vedono ancora le Terme come in una zona in cui trasferirsi per la presenza di numerosi servizi ma anche di offerte per il tempo libero, per le attività sportive e la cura personale”. Questa richiesta, anche per gli acquisti, non fa aumentare il prezzo medio, specialmente sugli immobili nuovi. Ecco allora che, a differenza di quanto succede a pochi chilometri di distanza, tra Abano e Montegrotto costruire continua ad essere un buon affare per gli impresari

che riescono così ad avere un certo margine di guadagno. “Si continua a costruire condomini molto moderni - aggiunge Furlan - con belle terrazze abitabili, ormai più richieste del giardino. Per comprarli però serve una buona disponibilità economica, il mutuo da solo non basta e il prezzi richiesti sono impegnativi”.

Anche l’usato si colloca facilmente: diciamo che in zona si vende di tutto se il prezzo è congruo. “Se stiamo dentro i valori di mercato - conferma Furlan - anche gli immobili usati vendono tranquillamente ricollocati. C’è disponibilità per l’usato dagli anni Settanta

Chi è in graduatoria aspetta, le case restano chiuse: il cortocircuito dell’edilizia pubblica

Le persone in difficoltà nel trovare una casa sono sempre di più e la disponibilità di alloggi non basta per tutti. Anche a Montegrotto l’emergenza abitativa si fa sentire, specialmente negli ultimi anni. A confermarlo è la vice sindaca nonché assessore al sociale Elisabetta Roetta: “C’è un forte aumento dell’emergenza abitativa e la notevole crescita delle persone che si rivolgono ai servizi sociali del Comune, viviamo un periodo in cui è anche chi lavora fatica a trovare casa, ma il nostro compito di amministratori è quello di dare risposte ai cittadini ma, a volte, non abbiamo gli strumenti o le risorse

per farlo”.

Per dare una risposta a chi si trova in difficoltà l’amministrazione di Montegrotto può contare su 11 appartamenti di proprietà comunale destinati alle emergenze abitative. Sono alloggi destinati a persone o nuclei familiari che hanno avuto uno sfratto e che non sono in grado, per motivi economici o lavorativi, di trovare una soluzione nel mercato immobiliare. A questi si aggiungono i 43 appartamenti dell’Ater, anche se quelli disponibili sono 36 perché gli altri sette sono liberi da anni. E qui si pone il problema delle ristrutturazioni degli alloggi popolari,

costretti a rimanere vuoti in attesa dei fondi necessari per far fronte ai lavori. “Uno di questi appartamenti però - continua Roetta - è libero addirittura dal 2013. Sono anni che Ater promette di sistemare gli alloggi ma ad oggi non è mai stato fatto niente. Eppure ci ne sarebbe estremo bisogno, anche perché si tratta di immobili di ampie dimensioni, che pertanto potrebbero ospitare famiglie numerose, le quali anche se si trovano ai primi posti della graduatoria non riescono ad ottenere l’alloggio. Come amministrazioneconclude la vice sindaca - abbiamo deciso di affiancare le persone che si trovano in emer-

agli inizi del Duemila, con varie soluzioni e diversi prezzi che permettono a più tipologie di acquirenti, con diverso potere di acquisto, di trovare la soluzione che fa per loro. Quel che manca, invece, è un usato recente, soluzioni che si pongano su una fascia mediana sia come età che come prezzo. Non vediamo molta disponibilità di edifici sui 10-15 anni, al massimo arriviamo ad una ventina di anni fa o poco più, ma non oltre. Su questo ha pesato anche il fatto che dopo la crisi immobiliare del 2008 si è costruito di meno per diversi anni e pertanto la disponibilità è ridotta”.

genza abitativa con dei percorsi di accompagnamento all’autonomia sia per la ricerca di un’abitazione sia per la gestione delle risorse economiche”.

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Elisabetta Roetta, vice sindaco di Montegrotto Terme

Focus emergenza casa. Avviato il progetto con l’Ater per la costruzione di nuovi alloggi

Quando il ceto medio diventa fragile: la risposta di Abano è il social housing

Abano è una città ad alta intensità abitativa: la richiesta di alloggi è elevata, in tutte le fasce della popolazione, e spesso le difficoltà sono legate ai prezzi tropo elevati. Giovani coppie senza grandi capitali disponibili, famiglie monoparentali, anziani soli: sono alcune delle categorie che in questi anni faticano nel trovare una sistemazione, specialmente in realtà fortemente urbanizzate e turistiche come quella termale. Da questa consapevolezza nasce il progetto di “social housing” che l’Ater padovana ha avviato in collaborazione con il Comune per combattere anzitutto il “disagio abitativo” e mettere a disposizione degli alloggi di qualità a prezzi sostenibili.

“Vogliamo favorire l’inclusione sociale - spiega Tiberio Businaro, presidente dell’Ater - e ci siamo detti, perché l’Ater non può fare anche questo? Perché non possiamo intervenire anche per diverse fasce di reddito, a favore del ceto medio che fa sempre più fatica a trovare una sistemazione?

Ripartiamo dal recupero o ricostruzione di alcuni fabbricati fatiscenti grazie ad opportunità come il conto termico e finanziamenti che ci permettono di abbattere i costi. La strategia prevede la cessione di un’area comunale in via Stazione, attualmente occupata da due edifici che saranno demoliti per fare spazio alla costruzione di otto alloggi ad elevata efficienza energetica”. Una volta costruiti, il Comune individuerà gli assegna-

tari attraverso uno specifico bando in cui fisserà i criteri in modo da favorire chi sta cercando una casa ma non riesce a sostenere le quotazioni del libero mercato.

Gli alloggi saranno progettati con soluzioni sostenibili, includendo isolamento termico, impianti per l’energia rinnovabile e tecnologie a basso consumo, aspetti che permetteranno di ridurre i costi per gli inquilini e l’impatto ambientale complessivo.

“Il progetto - aggiunge Businaro - non solo migliorerà il decoro dell’area, ma contribuirà anche a creare un contesto abitativo sicuro e inclusivo, rafforzando il tessuto sociale del territorio. Questo intervento rappresenta un esempio di come l’edilizia sociale sostenibile possa essere non solo una risposta concreta a esigenze urgenti, ma anche un modello da

replicare per futuri sviluppi nel contrasto alla crisi abitativa”.

“Con Ater sono in corso delle interlocuzioni a 360 gradi - sottolinea il sindaco di Abano Terme Federico Barbierato - utili e necessarie per dare riscontro ai problemi che affrontano i nostri cittadini. In questi incontri abbiamo parlato di diversi progetti tra cui l’utilizzo di immobili Ater per l’insediamento di famiglie in lista per edilizia residenziale pubblica e la realizzazione di un progetto per la costruzione di un nuovo edificio di almeno 8 unità da destinare a giovani coppie od anziani. A questo si aggiunge il recente bando predisposto dal settore sociale per la predisposizione di una graduatoria non di edilizia residenziale dove a breve si provvederà alla assegnazione di due nuove unità abitative”.

Trovare un appartamento in affitto è una missione impossibile

Nella città ad alta intensità abitativa si cerca di dare una risposta concreta al disagio di chi non trova casa attraverso soluzioni sostenibili con il contributo del conto termico e finanziamenti bancari

Trovare un immobile in condizioni adeguate sia per l’affitto che per l’acquisto è sempre più difficile e costoso e dove le nuove costruzioni, rispettose degli obiettivi di risparmio energetico, hanno prezzi davvero notevoli. Ne abbiamo parlato con Andrea Binello, direttore generale della di Banca Annia. “A questa situazione - spiega - si aggiunge anche il fatto che l’aumento dei tassi, che hanno raggiunto la punta massima tra la fine dell’anno 2023 e l’inizio dell’anno 2024, ha contribuito a ridurre le compravendite di abitazioni al-

meno fino all’autunno dello scorso anno. A partire dall’autunno scorso, grazie al calo dei tassi più evidente e ad un lento e progressivo recupero del potere di acquisto delle famiglie, le compravendite delle abitazioni sono invece in ripresa. Rimangono comunque, anche nella zona termale le difficoltà a reperire appartamenti in affitto a causa della domanda elevata e crescente anche per motivi di lavoro, cura e turismo, a fronte di un’offerta stabile”.

C’è poi la necessità di aiutare i giovani che faticano a sostenere

investimenti importanti. “Grazie alle garanzie statali si può risolvere il problema dei mutui per i giovani con redditi bassi, - continua Binello - instabili e che spesso iniziano a lavorare molto più tardi rispetto alle generazioni precedenti e quindi hanno meno risparmi accumulati per acquistare un’abitazione, a maggior ragione visti i prezzi attuali. A determinate condizioni possono consentire alle banche di erogare anche mutui che coprano l’intero costo di acquisto dell’immobile aiutando quindi i giovani nell’acquisto di una casa”.

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Tiberio Businaro presidente Ater con il sindaco Federico Barbierato e il vice Francesco Pozza

La scuola media Vittorino da Feltre

è riscaldata con l’acqua termale

Ad Abano Terme è in corso il restyling delle fermate degli autobus, con tabelle più leggibili e nuove denominazioni, come Duomo e Municipio, per migliorare l’orientamento di cittadini e turisti.

L a scuola media Vittorino da Feltre di Abano Terme è il primo edificio, non alberghiero, a essere riscaldato sfruttando il calore e le potenzialità delle acque termali reflue, ossia quelle di scarto. Il progetto è già in esecuzione dall’ottobre scorso. L’utilizzo dell’acqua termale reflua per il riscaldamento del plesso scolastico consente un abbattimento dei costi del 65%. Tenendo presente che per ogni edificio scolastico il Comune di Abano spende circa 20.000 euro, il risparmio è di circa 13 mila euro annui.

“Siamo il primo esempio concreto di utilizzo dell’acqua reflua termale per il riscaldamento degli edifici pubblici”, spiega il sindaco Federico Barbierato. “Il progetto, già attivo, è il frutto di un lavoro di anni che siamo riusciti a portare a termine. Ci siamo arrivati anche grazie ad un ottimo rapporto tra enti, quindi Comune, Regione e Gestione Unica”. Nello specifico: “Andiamo ad attingere l’acqua a 70 gradi, la temperatura viene poi abbattuta a 35 gradi per consentire di riscaldare tutta la scuola”, spiegano ancora il sindaco Barbierato e i tecnici comunali Leonardo Minozzi e Anna Migliolaro. “Il riscaldamento avviene grazie a delle pompe di calore, che appunto abbattono la temperatura e danno poi calore alle varie aule. L’acqua termale viene poi rimessa in circolo e torna indietro ad una temperatura di circa 30 gradi per poi essere espulsa nei canali di scarico adibiti”.

termali calde del sottosuolo per il riscaldamento dei due edifici”, annunciano dal municipio di piazza dei Caduti. Nel maxi progetto di rigenerazione energetica, che il Comune porterà avanti con la società Engie, saranno coinvolti la sede del Comune, gli uffici di Polizia locale e dell’Arma dei carabinieri, le sedi delle associazioni territoriali, dieci

scuole, un teatro, quattro strutture sportive, quattro ville storiche, la biblioteca e la pinacoteca. Gli interventi prevedono la sostituzione di quattordici generatori di calore tradizionali con nuovi a condensazione, l’installazione di 925 valvole termostatiche, la realizzazione di

cinque impianti solari termici, la riqualificazione degli impianti di condizionamento e l’installazione di sistemi di ricambio e trattamento aria. Per contenere i costi energetici il Comune dal 2017 ad oggi ha investito 3.600.000 euro in opere, ottenendo una riduzione dei consumi di gas e dei costi del 55%. “Abbiamo portato i costi da 325.000 euro annui a 135.000 euro per il riscaldamento. Si è passati quindi da 80.000 euro annui per plesso a 20.000 euro”, spiega il capo dell’Ufficio tecnico, Leonardo Minozzi.

Federico Franchin

È un investimento da 200mila euro quello messo sul tavolo dall’amministrazione. La Vittorio da Feltre sarà solo la locomotiva di un progetto ben più ampio e che vede già sul tavolo due altri lavori importanti ai plessi scolastici. “Il secondo stralcio comporterà l’installazione di due impianti di produzione di acqua calda, con pompe di calore geotermico, alimentate da sonde disposte all’esterno degli edifici scolastici Manzoni e Busonera, e che sfrutteranno le acque

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Ciccarese all’attacco: “Ancora soldi per il Magnolia” E’ di questi giorni la pubblicazione di una determina comunale che prende atto della necessità dell’approvazione di una variante suppletiva, che autorizza un’ulteriore spesa di quasi 90mila euro per il completamento della riqualificazione del teatro Magnolia. Si tratta di modifiche che interessano l’impianto di illuminazione, l’impianto meccanico ed antincendio, il controsoffitto del locale bar e l’impianto idraulico, che evidentemente in fase progettuale non erano state correttamente valorizzate o ideate, e che comportano l’aumento di spesa sopra indicato. Il costo previsto dell’opera, con l’aggiornamento dei prezzi, si aggirava poco sotto ai 3,8 milioni di euro. I lavori dovrebbero terminare entro maggio-giugno di quest’anno. Da stabilire poi la data dell’inaugurazione e l’apertura. “L’ennesimo aumento dei costi e soprattutto la conformazione finale dell’opera che ormai si può osservare nel suo profilo quasi definitivo, offrono lo spunto ad ulteriori riflessioni fortemente critiche, che avevo già espresso ancora un anno fa e che ora appaiono ancora più fondate”, rileva il consigliere di opposizione, Luigi Ciccarese. “E’ sufficiente osservare come la copertura del teatro appaia di dimensioni addirittura inferiori a quella precedente, e che lascia facilmente presagire evidenti difficoltà nell’utilizzo della struttura nei periodi di vento, di pioggia e di maltempo, e forse anche in quelli più caldi dell’estate”. Un’opera che è costata uno sproposito secondo Ciccarese, “e che sarà adoperata per pochi periodi dell’anno, come del resto era logico intuire sin da subito”. “Forse solo esteticamente accattivante, utile per la campagna mediatica dell’amministrazione, ma poco pratica per lo scopo per cui è stata proposta, l’opera rappresenta un evidente spreco di soldi pubblici per come è stata realizzata. Sarebbe stato molto meglio ristrutturare l’esistente e destinare le risorse ad altri progetti più utili alla collettività, magari investendo in opere da realizzare in zona Primo Roc, di cui tanto si parla ma senza nessuna concretezza”, conclude il consigliere di minoranza. (f.f.)

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Abano Terme

La novità. Un progetto per migliorare l’orientamento di turisti e residenti

Rinnovate le fermate degli autobus: nuovi nomi e segnaletica più chiara

A d Abano Terme è in corso un importante intervento di aggiornamento della segnaletica delle fermate degli autobus. Grazie alla collaborazione tra l’amministrazione comunale e BusItalia Veneto, le vecchie tabelle vengono sostituite con nuove indicazioni più leggibili e intuitive, pensate per agevolare l’orientamento di cittadini e turisti.

L’amministrazione ha deciso di rinominare le fermate, associandole a punti di riferimento facilmente riconoscibili per migliorare l’accessibilità del servizio pubblico. Il sindaco Federico Barbierato e l’amministratore delegato di BusItalia, Gino Colella, hanno spiegato che questa operazione punta a rendere più semplice per tutti individuare la propria fermata e a rendere il trasporto pubblico più efficiente.

I primi interventi hanno già interessato 21 fermate lungo la tratta che collega la Mandria a Padova, attraversando il centro di Abano fino al confine con Montegrotto. Successivamente, il restyling coinvolgerà anche le località di Giarre e Monteortone, per poi estendersi lungo l’asse proveniente da Tencarola di Selvazzano. Complessivamente, saranno aggiornate 65 fermate,

con il completamento previsto entro la fine di aprile.

Molti nomi sono stati semplificati per facilitarne la comprensione. La fermata Matteotti 59 Abano è stata rinominata Duomo, mentre Viale delle Terme 2 ha preso il nome di Municipio. Viale delle Terme fr. via Peghin è ora Piazza Repubblica, Volta lato Giardini è diventata Sacro Cuore, Diaz 69 ha assunto il nome di Controllori di volo e Diaz 45 quello di Villa Rigoni Savioli. Sono state inoltre introdotte denominazioni come Ospedale,

Hammershøi

Il restyling delle fermate è stato fortemente sostenuto anche dal consigliere comunale del Partito Democratico, Giovanni Amato, che aveva più volte evidenziato le difficoltà dei turisti nel comprendere le attuali denominazioni. Amato ha espresso soddisfazione per il risultato ottenuto, ricordando che spesso i visitatori si trovavano in difficoltà, non sapendo con esattezza dove scendere.

Anna Bergantin

A scuola esplode l’Alpini mania

All’Istituto Vittorino da Feltre di Abano, si sono svolte le premiazioni del concorso “Piccoli scrittori con la penna”, una cerimonia che ha visto la partecipazione di alcuni rappresentanti delle istituzioni. Il vincitore di questa terza edizione è Francesco Bridio con un bell’elaborato sulla tragedia del Vajont. Lo studente è stato premiato dal capogruppo Matteo Golo e dal presidente della sezione Ana di Padova Carlo Casellato. Quest’anno, il concorso rivolto ai ragazzi delle classi terze li invitava a confrontarsi con un tema di grande impatto emotivo e storico: la tragedia del Vajont. Un’apposita commissione, ha avuto il compito di esaminare attentamente gli elaborati, valutando la capacità dei giovani scrittori di interpretare e raccontare questa pagina dolorosa della storia italiana. Il vincitore del concorso è stato premiato con un attestato di merito e un buono in denaro, da utilizzare per l’acquisto di libri o materiale scolastico. Le lezioni svolte in aula dagli Alpini della sezione termale, saranno ora coronate nelle prossime settimane da uscite didattiche. (f.f.)

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Santuario Monteortone, Stadio e Abano Stazione.

La posizione. Il sindaco Mortandello denuncia disagi per i cittadini e per il turismo

Stazione: il Comune sollecita per i lavori in ritardo

L a stazione ferroviaria di Montegrotto Terme continua a essere al centro delle preoccupazioni dell’Amministrazione comunale. Con una lettera formale inviata a Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) e alla Regione Veneto, il sindaco Riccardo Mortandello ha sollecitato un’accelerazione dei lavori di ristrutturazione, che procedono a ritmo troppo lento e stanno causando disagi notevoli per i cittadini e per il comparto turistico locale.

“Ci chiediamo e chiediamo a Rfi perché i lavori sembrano essere fermi – ha dichiarato il sindaco nella lettera –. I fondi stanziati sono ancora disponibili o sono stati dirottati su altri progetti più strategici?”. Il Comune ha espresso preoccupazione per il rallentamento dei lavori, che continuano a provocare lamentele da parte di residenti, associazioni di categoria e imprenditori locali. L’Amministrazione, che il 10 febbraio scorso aveva già effettuato un sopralluogo

congiunto con i rappresentanti di Rfi, ha sollevato anche il problema dell’accessibilità della stazione, un aspetto particolarmente grave per le persone con disabilità. L’assessore alla mobilità Luca Fanton ha sottolineato come i disagi siano acuiti dal fatto che molte persone con difficoltà motorie sono costrette a utilizzare la stazione di Padova per poi proseguire in pullman verso il comprensorio termale. “La situazione – ha aggiunto Fanton – sta diventando insostenibile. È una realtà che va affrontata subito, per non compromettere ulteriormente la fruibilità della stazione, fondamentale per il nostro turismo termale”.

Il sindaco Mortandello ha inoltre evidenziato il danno che il rallentamento dei lavori sta provocando al territorio, che si caratterizza per la sua vocazione turistica, incentrata sulle terme. “Abbiamo bisogno urgentemente di una stazione moderna ed efficiente – ha detto – e non

possiamo permetterci che la situazione resti bloccata. Anche le frequenti lamentele per il sovraffollamento dei treni nelle ore di punta sono inaccettabili e danneggiano l’immagine di Montegrotto Terme come meta turistica”.

Oltre ai problemi legati ai lavori di ristrutturazione, il sindaco ha sollevato un ulteriore tema: la denominazione ufficiale della stazione, che attualmente è “Terme Euganee Abano Montegrotto”. Mortandello ha chiesto che il nome venga modificato in “Terme Euganee Montegrotto Abano”, in modo da evitare confusione tra i passeggeri, che spesso credono di essere arrivati nel comune di Abano Terme anziché a Montegrotto.

Nel documento, il Comune ha chiesto un incontro urgente con i vertici di Rfi per discutere delle modalità di ripresa dei lavori e per ottenere un cronoprogramma dettagliato delle opere rimanenti. “Se non riceveremo

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w w w ven eto 2 4.i t Montegrotto

una risposta celere – ha concluso Mortandello – ci vedremo costretti a coinvolgere direttamente il Ministro dei Trasporti per chiarire la situazione e scoprire dove sono finiti i fondi per la ristrutturazione della stazione”.

La lettera inviata dal Comune si inserisce nel quadro di una crescente preoccupazione da parte degli albergatori locali, che

avevano già sollevato il tema della stazione come una “mancanza di biglietto da visita” per il territorio. Il presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto, Walter Poli, ha ribadito che la stazione deve essere riqualificata al più presto per non danneggiare l’immagine turistica della zona.

Anna Bergantin

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Il sindaco Riccardo Mortandello

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Montegrotto

Opere

pubbliche. Sostituiti quasi tutti i vecchi lampioni, operazione da 2 milioni di euro

Illuminazione, con i nuovi fari a led risparmi per 350 mila euro all’anno

L’intervento ha coinvolto 3.500 punti luce, inclusi 50 nuovi fari fotovoltaici, e ha reso più sicure e vivibili le strade e le aree turistiche della città

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I

l Comune di Montegrotto risparmia 350mila euro di consumi energetici all’anno con i nuovi fari a Led, ad alto risparmio energetico, posizionati lungo le strade comunali. Le spese si sono ridotte del 75%. Ammonta a 650mila tonnellate all’anno la riduzione di emissioni di Co2 all’anno. Con un investimento complessivo di 2 milioni di euro, l’intervento, realizzato da Simet (oggi Teike), ha coinvolto 3.500 punti luce, pari all’85% degli impianti esistenti, trasformando il volto della città attraverso una combinazione di efficienza energetica e valorizzazione del patrimonio storico, artistico e ambientale.

Sono 50 i nuovi punti luce fotovoltaici di ultima generazione. Sono 3.200 i metri di cavidotti interrati completamente rifatti; 450 i sostegni sostituiti a causa del loro stato di degrado. “L’intervento”, afferma il consigliere comunale Omar Turlon che ha seguito il progetto passo dopo passo, “ha posto particolare attenzione alla valorizzazione delle aree pedonali, delle piste ciclabili, degli assi viari e dei monumenti artisticoarchitettonici, elementi chiave per il turismo termale della città.

Un aspetto distintivo del progetto è stata la scelta mirata delle temperature di colore, ottimizzate

per garantire la massima resa cromatica agli automobilisti e ridurre l’inquinamento luminoso, in collaborazione con gli osservatori astronomici dei Colli Euganei”. “Le grandi sfide dell’illuminazione pubblica sono due: tecnologica, attraverso l’integrazione di soluzioni smart per un’efficienza sempre maggiore, e umana, aiutando le amministrazioni locali a creare città più vivibili, sicure e attente all’ambiente”, annota Massimiliano Bianco, Ad di Teike.

La gestione del sistema di illuminazione è stata ulteriormente ottimizzata grazie all’installazione di dispositivi di telecontrollo, che regolano automaticamente gli orari di accensione in base ai dati meteorologici trasmessi dalla stazione Arpav, evitando sprechi

di energia quando è ancora disponibile luce naturale. “Con questo intervento, Montegrotto si conferma un modello di innovazione e sostenibilità, dimostrando come la tecnologia possa migliorare la qualità della vita e valorizzare il patrimonio di una città”, commenta il sindaco Riccardo Mortandello. “Un passo concreto verso un futuro più luminoso, efficiente ed ecosostenibile. Questo progetto nasce dalla volontà di coniugare sostenibilità e bellezza, migliorando l’illuminazione della nostra Montegrotto nel rispetto della sua identità e della sua storia. I risultati ottenuti dimostrano come investire nella sostenibilità genera benefici concreti, sia economici che ambientali”. Federico Franchin

Traffico in via di normalizzazione dopo l’emergenza viabilità

Sabato 22 marzo, è stato riaperto al traffico piazzale Stazione, insieme al sottopasso di Mezzavia e alla strada che collega via Neroniane a via Marza, segnando un importante passo verso il ripristino della normale viabilità nel comune termale, dopo giorni di congestione straordinaria. La situazione critica era stata causata dalla concomitanza di due eventi: il programmato cantiere per l’asfaltatura di piazzale della Stazione, a conclusione dei lavori di rifacimento di viale Stazione, e l’imprevista chiusura della circonvallazione di viale della Croce Rossa in entrambe le direzioni a causa di una voragine apertasi improvvisamente.

“I lavori - dichiara con soddisfazione il sindaco Riccardo Mortan-

dello - sono proseguiti secondo la tabella di marcia, impiegando fino a dieci operai per accelerare i tempi. Il viale della Stazione e la soluzione innovativa per il piazzale Stazione stanno venendo molto belli e sono già apprezzati dai cittadini. Chiediamo ancora un po’ di pazienza agli automobilisti, consapevoli che le soluzioni alternative per la viabilità in questo momento ci sono”.

Grande compiacimento anche per la riapertura di viale della Croce Rossa. La durata dei lavori era stata inizialmente prevista per tre settimane sia per la difficoltà tecnica sia per la difficoltà di reperire tutto il materiale per completare il lavoro. Tuttavia, grazie all’impegno degli uffici tecnici e della ditta

incaricata, l’intervento si è concluso in una decina giorni. “Questo grazie alla disponibilità degli uffici e soprattutto di una ditta del territorio che ha lavorato notte e giorno per ridurre al minimo i disagi che indubbiamente ci sono stati - sottolinea il sindaco -. Un lavoro necessario che, seppur imprevisto, è stato completato in tempi record”. (a.b.)

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Montegrotto

Musica. Il cantautore romano sceglie la Butterfly Arc per il suo nuovo lavoro “Comuni Mortali”

Le farfalle incantano la copertina dell’album di Achille Lauro

Achille Lauro ha scelto le farfalle della Butterfly Arc di Montegrotto per la copertina del suo nuovo album “Comuni mortali”, un omaggio che non solo arricchisce visivamente il suo progetto, ma valorizza anche una delle eccellenze del territorio di Montegrotto. Questa scelta ha portato all’attenzione anche la famosa collezione di farfalle, contribuendo a dare visibilità internazionale alla zona.

Il passaggio da “Incoscienti giovani” al nuovo album è stato molto rapido, e con esso sono giunti anche gli esemplari della Butterfly Arc, simbolo di trasformazione e rinascita, temi centrali nel nuovo lavoro musicale di Achille Lauro. Marco Moretto, titolare della Butterfly Arc, ha raccontato che tre settimane prima dell’inizio delle riprese, il manager del cantautore li aveva contattati con la proposta di portare alcune farfalle imbalsamate a Milano per uno shooting fotografico, destinato a essere utilizzato non solo per la copertura dell’album ma anche per tutta la campagna promozionale.

Marco Moretto ha aggiunto che non appena ricevuta la proposta, hanno accettato senza esitazioni e il lunedì successivo si sono trovati a Milano con scatoloni contenenti circa cinquanta esemplari di diverse specie di farfalle. Tra queste, una farfalla di Papilionidi è stata utilizzata per decorare uno degli occhi di Achille Lauro sulla copertina dell’album, mentre una Morpho blu è apparsa nella foto profilo sui social. Inoltre, sono state impiegate altre specie, come la farfalla monarca, in altre immagini destinate alla promozione.

produzioni artistiche. Marco Moretto ha sottolineato che questa collaborazione rappresenta non solo un’opportunità di visibilità per la Butterfly Arc, ma anche una forma di promozione per le terme di Montegrotto, che beneficiano della visibilità globale derivante dal lancio dell’album di Achille Lauro.

In attesa del rilascio ufficiale dell’album, previsto per il 18 aprile, le farfalle di Montegrotto sono diventate il simbolo di un nuovo inizio, sia musicale che simbolico, per Achille Lauro.

Anna Bergantin

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Nasce “La Precedenza”, il nuovo contenitore del Centrodestra

Achille Lauro ha spiegato che la scelta di posare con delle farfalle non è stata casuale, ma un’idea che ha voluto per rappresentare la metamorfosi, un simbolo di trasformazione e rinascita, concetti che sono il cuore del suo nuovo album. La giornata di riprese è stata intensa e ha visto l’artista romano lavorare a stretto contatto con i fotografi internazionali.

Non è la prima volta che la Butterfly Arc viene scelta per un progetto musicale: anche artisti come Gianna Nannini, Fiorella Mannoia e Sam Smith avevano già utilizzato la collezione di farfalle per le loro

Con l’inaugurazione della sede di via Aureliana nasce l’associazione “La Precedenza”, che mira a riunire tutte le anime in ambito centrodestra e a preparare una lista unitaria in vista delle prossime elezioni amministrative di Montegrotto del 2027. Ma il locale si propone anche come spazio per le associazioni, tanto che la presidente, Elisabetta Baldi ha già offerto gli spazi all’Anteas. “La Precedenza” sarà anche un contenitore aperto alle altre realtà politiche nell’ambito del centrodestra del territorio Terme e Colli Euganei e non solo. Come, per esempio, Teolo, Padova, Rovolon e Noventa. Nel direttivo dell’associazione figurano i consiglieri comunali di opposizione. Oltre alla Baldi, ci sono anche per lo stesso gruppo Jasmine Tramarin, Alberto Zorzetto e Diego Zaramella. Per Ricostruiamo Montegrotto ecco Biagio De Salvo. Insomma prove tecniche di “fusione” tra i due gruppi politici, con il coinvolgimento anche dell’ex onorevole Filippo Ascierto, di esponenti storici di Ricostruiamo come Dennj Besenzi, Massimiliano Zaramella, degli ex amministratori Susanna Bettio e Daiana Diaferio e di commercianti come Lorena Durello e Luisa Tasinato. E novità, ecco anche una sindacalista, Germana La Mantia dell’Ugl. “La sede sarà aperta almeno una sera alla settimana per le nostre riunioni rivolte a tutti”, spiega la Baldi. “Questo nuovo spazio nasce con l’intento di diventare un punto di riferimento per cittadini e realtà associative, dove confrontarsi su tematiche di rilevanza locale e nazionale. L’apertura della sede risponde alla necessità di avere uno spazio fisico per riunirsi, discutere, approfondire argomenti e formulare proposte”. “Sarà aperta anche un pomeriggio alla settimana per incontrare e ascoltare i nostri sampietrini”, aggiunge Diego Zaramella, segretario locale di FdI. (f.f.)

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L’intervista. L’istruttrice

Giulia Mincato: “L’acqua è stata la mia ancora di salvezza”

La stazione di Montegrotto Terme è al centro delle preoccupazioni locali. Il sindaco chiede un’accelerazione dei lavori di ristrutturazione, sottolineando disagi per residenti e turismo, e propone di modificare il nome della stazione per evitare confusioni.

Una storia di coraggio, determinazione e resilienza.

Giulia Mincato è affetta fin dalla nascita da una malattia che toglie il respiro: la fibrosi cistica. Una condizione tutt’altro che semplice, ma l’istruttrice padovana ha scelto di non tirarsi indietro, sfidando i propri limiti grazie al nuoto, da sempre suo fedele compagno di vita. “L’acqua per me è stata un’ancora di salvezza perché mi ha permesso di sfidare i limiti fisici imposti dalla malattia. Sono figlia d’arte: anche mia madre è un’istruttrice di nuoto e mi ha portato in piscina prima ancora che imparassi a camminare”.

Negli ultimi anni, un farmaco sperimentale, il Trikafta, le ha cambiato la vita: “Lo chiamo il mio miracolo in pillole. Se sono riuscita a coronare tanti obbiettivi di vita familiare e lavorativa lo devo proprio a questo”. Oggi Giulia è istruttrice di nuoto e fitness in diversi impianti di Padova e Abano Terme, in cui si dedica soprattutto all’acquaticità neonatale e a corsi di preparazione al parto. “Quando sono diventata mamma nel 2019, ho capito che avrei dedicato gran parte del mio lavoro ai bambini. Così ho deciso di ampliare le mie conoscenze, già acquisite con una laurea in Scienze della Formazione e dirigenza nei servizi sociali e nella psichiatria per adulti, un’esperienza che mi ha permesso di comprendere appieno le sfide della maternità e il valore del sostegno alle neomamme”.

e anche per le mamme diventa un’occasione di confronto reciproco”. Anche nel caso delle donne in attesa, i benefici dell’acqua sono emotivi e relazionali, oltre che fisici: “L’acquaticità in gravidanza aiuta a mantenere il controllo del peso e a prevenire al-

A partire dallo sviluppo psicomotorio, i benefici dell’acquaticità sono molteplici: “In acqua si impara a prendere consapevolezza del proprio corpo e a gestire eventuali situazioni di pericolo”. La piscina è anche un potente strumento di socializzazione: “I più piccini hanno la possibilità di relazionarsi con i propri coetanei

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cuni fastidi fisiologici tipici del pre-parto come il mal di schiena e le contratture. Ma è anche un’occasione per le gestanti di staccare dalla quotidianità e regalarsi un momento per se stesse, condividendo con altre donne eventuali paure e dubbi legate al parto e all’accoglienza del bambino”. E non c’è soddisfazione più grande per Giulia che vedere i progressi e l’evoluzione dei suoi piccoli allievi: “È sempre una grande emozione seguire un bambino dai primissimi passi nel mondo acquatico e vedere come pian piano acquista sicurezza in se stesso”. Anche prima di diventare mamma, Giulia allenava squadre di piccoli nuotatori: “Il regalo più grande per me era vedere i miei allievi passare dalle prime bollicine alle gare agonistiche, osservando anche la loro crescita emotiva durante il percorso. Medaglia a parte, è per me un traguardo impagabile riuscire a trasmettere ai ragazzi l’amore per lo sport”.

L’acqua è un elemento essenziale nella vita dell’uomo, ma in quella di Giulia assume un significato più profondo: “Non è un caso che la vita inizi proprio in acqua nel grembo materno: ritrovare quel legame è importantissimo sia per la mamma che per il bambino”. Ma ha anche un forte valore simbolico: “Oltre a dare la vita, per molte culture l’acqua è un elemento catartico, che purifica e trasforma. La voglio vedere proprio così: un simbolo di vita da tutti i punti di vista”.

Giulia Turato

Padova (PD)
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Il settore. L’assessore Pier Luigi Sponton traccia un bilancio del mondo sportivo nella città di Berta

Lo sport cittadino è in buona salute

L

o sport di Montegrotto Terme gode di buona salute e le società sportive non solo sono ritornate ai periodi preCovid ma, in molti casi, hanno implementato le iscrizioni. Un segnale importante, poi, giunge dall’elevato numero di manifestazioni sportive organizzate dalle nostre società a livello anche nazionale che un Palaberta, finalmente pienamente operativo e funzionante, ospita durante tutto l’anno sportivo. “L’amministrazione comunale”, dichiara l’assessora allo Sport Pier Luigi Sponton, “proprio perché crede fortemente nel lavoro delle società sportive che rappresentano uno dei perni educativi del nostro territorio, è sempre al loro fianco sia nell’erogazione dei contributi ordinari sia nel continuo lavoro di ristrutturazione e miglioramento delle strutture sportive affinché le nostre atlete e i nostri atleti, possano trovare le condizioni più idonee. Pensiamo al Palaberta che nella prossima estate vedrà il suo completamento con lavori di risanamento

dei muri, la ristrutturazione dei vecchi spogliatoi e della palestrina posta al piano terra. A breve partiranno anche i lavori di efficientamento energetico dell’arcostrutura di Mezzavia, grazie al contributo di un bando, e poi ci occuperemo anche di Turri che, nel frattempo, è stata messa in sicurezza grazie ad un recinzione senza dimenticare che abbiamo recentemente dotato l’arcostruttura di via del Santo di una nuova copertura inoltre, finalmente, partiranno i lavori di ristrutturazione dei campi da calcio di via del Santo con la realizzazione di due campi da calcio regolamentari, di cui uno in sintetico, ed i nuovi spogliatoi”. In questo contesto si inserisce la Polisportiva di Montegrotto Terme, che nasce nel 1968 per volere di un gruppo di amici appassionati di sport e pronti a lavorare per dare lustro alla città di Montegrotto. Lo scopo principale per cui nasce la Polisportiva è indicato all’articolo 1 del suo statuto. Vi si legge: “Promuovere, propagandare e

praticare l’attività sportiva intesa come mezzo di formazione fisica e morale della gioventù, incrementare ogni forma di attività agonistica e associativa e organizzare gare, oltre alla partecipazione alle stesse e all’attuazione di ogni altra attività anche ricreativa attinente lo scopo sociale”. Alcune Attività Svolte. Ciclismo: Campionato italiano dilettanti Circuito degli Assi (con

Volley e scuola, alla Virtus Abano un modello vincente

Emanuele Stivanello, coach del volley Made in Virtus Abano, traccia un bilancio sul momento delle sue due squadre, l’Rts Under 18 Libertas e la Seconda Divisione. E non è solo il volley giocato a fare la differenza. “Sicuramente ci sono molte ragazze, tutte le 2007 e le 2008, che stanno facendo un doppio campionato al di fuori dei tre allenamenti settimanali”, esordisce Stivanello. “Composta per loro una diversa gestione del loro tempo libero e di quello

dedicato agli studi. Le 2007, che stanno svolgendo il campionato di Seconda, le 2008 la Terza Divisione con la Libertas, con il contributo anche di una 2007”. Sport e scuola vanno a braccetto alla Virtus Abano. “Le ragazze si stanno comportando molto bene durante i campionati e si stanno impegnando moltissimo ad essere presenti durante gli allenamenti. Non vanno a mancare nell’impegno scolastico. Per noi è fondamentale che le ragazze trovino il giusto equili-

brio tra la pallavolo e gli impegni scolastici, dedicandosi al meglio agli studi. Un bravo atleta deve essere anche un bravo studente. L’impegno verso il volley deve insegnare loro a gestire al meglio l’impegno scolastico e viceversa. Per noi è fondamentale che ci sia il giusto punto di incontro tra i due impegni e che da entrambi riescano a trarre il maggior profitto. Stiamo cercando di insegnare anche questo al di fuori dell’aspetto tecnico nel volley”. (f.f.)

la partecipazione di campioni come Moser, Gimondi, Saronni, Bitossi), Giro d’Italia femminile, Giro del Veneto, Arrivo di tappa in Piazza Mercato del Giro d’Italia. Atletica leggera: Corsa campestre nazionale nel parco dell’Hotel Vulcania, Maratone e semimaratone, Gara di marcia con la partecipazione dei fratelli Damilano. Competizioni di Paracadutismo. Negli ultimi anni

la Polisportiva si è occupata prevalentemente del settore giovanile con la pallavolo femminile, il basket, il nuoto e il calcio a 5 femminile. Da pioniera e precorritrice degli eventi la Polisportiva può vantare la nascita all’interno del settore acquaticità e nuoto della disciplina del nuoto sincronizzato.

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Federico Franchin

Il conto alla rovescia

Se Zaia non sarà della partita, come appare molto probabile, gli scenari nella nostra regione muteranno in modo estremamente significativo perché il buon Luca in questi quindici anni, oltre ad essere alla guida di una delle più importanti regioni italiane, si è, nella sostanza e ancora di più nel percepito, immedesimato con il suo territorio e viceversa.

In buona sostanza il volto, il modo di pensare e quello di sentirsi parte del Veneto in questi anni è stato Luca Zaia come ha dimostrato la percentuale record con la quale

è stato rieletto nel 2020: un 77% che indica come al di là dell’orientamento politico e persino del giudizio amministrativi i Veneti, in modo trasversale, si sono riconosciuti nel Presidente.

Questo cambio epocale ovviamente si incrocia con l’incremento esponenziale del consenso politico di Fratelli d’Italia che, non a caso, chiede per uno dei suoi la presidenza del Veneto. E qui volano gli stracci: per la Lega il Veneto rappresenta la linea del Piave che non può essere valicata e ancora meno sfondata a forza. Le armi sono affilate e le prossime settimane ci diranno chi la spunterà. Sul versante opposto il centrosinistra dallo scorso luglio

ha definito il perimetro della propria coalizione, anche questo caso una bella novità visto che nelle tornate precedenti il campo non era poi così largo – questa volta va, per semplificare, da Italia Viva al Movimento 5Stelle – e soprattutto non era stato definito con così tanto anticipo. Basterà per essere maggiormente competitivi rispetto allo striminzito 15,7% incassato cinque anni fa da Arturo Lorenzoni? Difficile dirlo. Molto dipenderà dal candidato Presidente che saranno in grado di mettere in campo e che, ancora, non si vede all’orizzonte proprio come accade nel centrodestra anche se per ragioni diametralmente opposte.

Il caso. Zaia coglie subito la palla al balzo e sottolinea anche il risparmio economico

Elezioni a primavera 2026, arriva l’assist di Piantedosi: “Le Regioni hanno autonomia”

Elezioni regionali, si riaffaccia l’ipotesi di elezioni nella primavera 2026, anziché alla scadenza autunnale di quest’anno come ormai sembrava ormai assodato. A sparigliare le carte è stato nientemeno che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, da Venezia, con Zaia a fianco. “Le Regioni hanno

tiva regionale preveda una “finestra” per le elezioni in primavera. “Adesso è necessario verificare se questa norma regionale sia in linea con la legislazione nazionale”, ha aggiunto Piantedosi, specificando che, nel caso di divergenze, sarà la normativa nazionale a prevalere. In ogni caso, la possibilità di tenere

piena autonomia sulla data delle elezioni”, ha dichiarato il ministro confermando che la normativa regionale può stabilire il periodo del voto, anche se è necessario un allineamento con la legislazione nazionale. Ma na anche sottolineato che tutte le Regioni godono di piena autonomia nella determinazione della data delle proprie elezioni. E infatti lo stesso Zaia aveva recentemente messo in evidenza come la norma-

elezioni primaverili rimane un’opzione valida, purché vi sia un allineamento tra le disposizioni regionali e quelle nazionali.

Dal canto suo Zaia ha ribadito che sarebbe preferibile svolgere le prossime elezioni regionali nella primavera del 2026 anziché in autunno. Secondo il governatore veneto la scelta della primavera comporterebbe un notevole risparmio economico, considerato le elezioni

per gli altri enti locali, come il Comune di Venezia, sono già in calendario per maggio 2026.

“La primavera sarebbe la soluzione migliore, visto che consentirebbe di risparmiare molti milioni di euro”, ha sottolineato il presidente del Veneto, evidenziando la differenza tra la legge regionale del Veneto, che prevede una sola convo-

cazione elettorale primaverile, e la prassi consolidata che indica l’autunno come termine naturale per il voto, coincidente con la scadenza quinquennale.

Zaia ha aggiunto che l’amministrazione sta attualmente compiendo le verifiche giuridiche necessarie per chiarire quale sia la normativa prevalente e determinare la data

definitiva delle elezioni. “Fino a tre mesi prima, possiamo ancora decidere. Se la convocazione sarà autunnale, il termine ultimo per il voto è tra il 25 e il 23 novembre”, ha concluso il presidente. Considerazioni che ora potrebbero fare breccia e rafforzare il “partito” che vuole andare al voto non prima del 2026.

Il caso. Il Pd insorge, Camani: “Basta giocare con la democrazia”
Sulla data del voto è già battaglia politica, Martella attacca: “Il Veneto non è vostro”

“Le elezioni regionali si tengono ogni cinque anni. Punto. Non lo dice il PD, lo dice la legge”, afferma il senatore Andrea Martella. Il segretario regionale del Partito Democratico critica duramente Piantedosi e Zaia, accusandoli di voler piegare le regole per posticipare il voto. “È clamoroso che si voglia riaprire una discussione che dovrebbe essere chiusa da tempo. E subito Zaia coglie la palla al balzo per rilanciare l’idea di uno slittamento delle elezioni al prossimo anno, con il solito ‘approfondimento giuridico’ utile solo a guadagnare altri mesi di potere”.

Il riferimento è alla proposta, già avanzata in passato, di posticipare il voto oltre la scadenza naturale della legislatura, sulla base di un’interpretazione normativa controversa. Una strategia che per il Partito Democratico avrebbe il solo scopo di

prolungare artificialmente il mandato della giunta uscente.

Martella respinge con forza anche il richiamo alla consuetudine del voto in primavera. “Nel 2020 si votò in autunno solo per l’emergenza Covid, un fatto eccezionale. Oggi non c’è alcuna emergenza, né sanitaria né giuridica, che giustifichi uno slittamento. Solo l’ostinazione di una classe dirigente che, dopo trent’anni di governo ininterrotto, non vuole lasciare il potere. Ma prorogare artificialmente una legislatura di sette-otto mesi, senza alcuna base normativa, è uno schiaffo alla democrazia”.

Il senatore dem sottolinea come la vera priorità dovrebbe essere un cambio di guida per affrontare i problemi concreti della Regione. “Zaia pensa solo a restare in carica qualche mese in più, mentre il Veneto affronta emergenze gravi: la crisi della

sanità pubblica, il caro vita, la fuga dei giovani, i dazi che minacciano le imprese, l’emergenza abitativa. Serve un nuovo governo regionale, con una visione nuova, energie nuove e una classe dirigente all’altezza delle sfide del presente. Il Veneto non è una proprietà privata”.

Per Vanessa Camani, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, “sarebbe illegittimo se Zaia, sulla base di una presunta autonomia decisionale, e senza alcuna buona ragione, non dovesse sciogliere il Consiglio regionale nei tempi previsti dalla legge. Basta giocare con la democrazia”.

“Qui si gioca con i diritti dei cittadini”, aggiunge il consigliere regionale Arturo Lorenzoni: “Il centrodestra spinge per un rinvio delle consultazioni per provare a sistemare i conflitti interni, sempre più evidenti”.

Il governatore Luca Zaia e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi

Il Veneto supera i 73 milioni di presenze

“I l 2024 segna un altro anno di crescita, consolidando il primato della nostra regione nel panorama turistico italiano con un incremento del 3,3 per cento negli arrivi e del 2,2 per cento nelle presenze, che superano i 73 milioni. Di fatto, siamo la destinazione di riferimento per i viaggiatori internazionali, con un aumento significativo della quota straniera. Ma siamo anche una regione che cresce e innova per offrire un’esperienza capace di soddisfare sia il mercato consolidato sia la domanda di viaggiatori più sensibili al mondo legato alla sostenibilità”.

Così l’assessore al Turismo della Regione del Veneto, Federico Caner, ha presentato i numeri della statistica regionale, legati al comparto turistico dello scorso anno, che certificano la piena ripresa e il superamento dell’attrattività pre-pandemica, con numeri superiori a quelli del 2019 in tutte le principali tipologie di destinazione.

Le diverse aree turistiche del Veneto registrano un aumento di arrivi, con numeri in

Venturini: “Un tavolo regionale per la sicurezza degli operatori sanitari”

“È una buona notizia l’organizzazione del Tavolo regionale permanente per la prevenzione e la protezione dagli atti di violenza a danno degli operatori sanitari, un passo fondamentale per garantire maggiore sicurezza ai professionisti della sanità.” – così Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, annuncia la decisione della Regione Veneto di istituire questo organismo, che sarà composto da rappresentanti delle aziende sanitarie, delle associazioni di categoria e delle istituzioni regionali, con il compito di monitorare il fenomeno delle aggressioni e proporre soluzioni concrete. Tra le sue funzioni principali vi è anche la redazione del Piano regionale per la prevenzione degli atti di violenza.

Il Piano definirà interventi concreti per ridurre i rischi nelle strutture sanitarie, mi-

gliorare la gestione degli episodi di violenza, rafforzare la formazione del personale e promuovere una cultura di prevenzione e accoglienza nei contesti ospedalieri.

Venturini ha inoltre evidenziato l’importanza di intervenire sulle criticità nei Pronto Soccorso, proponendo l’introduzione di procedure specifiche per la gestione di pazienti in stato di alterazione, spesso coinvolti in episodi di violenza. “Serve un sistema strutturato di valutazione delle condizioni psichiche dei pazienti, al pari della classificazione delle emergenze cliniche, per proteggere sia gli operatori che i cittadini” – sottolinea Venturini.

Con questa iniziativa, la Regione Veneto conferma il proprio impegno nella tutela degli operatori sanitari, mettendo in atto misure concrete per affrontare un problema sempre più urgente.

crescita per mare, città d’arte, lago e montagna. L’interesse internazionale è in continua espansione, con un incremento del 5,9 per cento negli arrivi di turisti stranieri e del 4 per cento nelle loro presenze. Al contrario, il turismo italiano segna un lieve calo (-1,5 per cento negli arrivi, -1,8 per cento nelle presenze).

Le località termali registrano un lieve rallentamento, con una diminuzione degli arrivi complessivi dello 0,1 per cento, dovuta a una flessione della domanda italiana (-1,1 per cento), non completamente compensata dall’aumento della clientela straniera (+2,9 per cento).

Tra i mercati esteri, la Germania si conferma il principale bacino turistico per il Veneto, con un incremento del 2,3 per cento negli arrivi e del 2 per cento nelle presenze, raggiungendo numeri mai così elevati. In ripresa anche il turismo cinese, che sebbene sia ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici, continua a registrare segnali positivi

“L’impegno della Regione continua a esse-

re orientato alla valorizzazione del territorio e alla promozione di un turismo sostenibile e di qualità, grazie anche al grande lavoro degli operatori del settore – prosegue Caner -. Le strutture alberghiere si confermano stabili, mentre il settore extralberghiero registra un incremento del 3,8 per cento delle presenze grazie anche all’importante lavoro di coordinamento che ci ha permesso di tracciare e regolarizzare le strutture già presenti”.

“Quello che emerge è un Veneto che non è solo mare e città d’arte, ma una regione capace di offrire esperienze autentiche in ogni stagione. La crescita delle Colline del Prosecco e dei Colli Euganei dimostra che i turisti cercano sempre più un contatto diretto con la natura, la cultura e le eccellenze enogastronomiche locali – conclude l’assessore -. Questi risultati sono il frutto di una strategia regionale che mette al centro la valorizzazione del territorio e la promozione di un turismo sostenibile e di qualità, capace di generare valore per cittadini e imprese”. (r.r.)

Eventi sportivi, contributi per associazioni e società

Ammontano a 300 mila euro i contributi per l’organizzazione e realizzazione di eventi sportivi previsti dal piano annuale per lo sport 2025 messo a punto dalla regione per sostenere la pratica sportiva in Veneto. Il bando è aperto alle associazioni e società sportive venete regolarmente iscritte al Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche del Dipartimento nazionale per lo sport. Ogni società o associazione sportiva può presentare una sola domanda per un unico evento da realizzare nel 2025, il contributo coprirà fino al 70 per cento delle spese ritenute ammissibili.

“Siamo in linea con la precedente programmazione regionale in ambito sportivo, - spiega l’assessore regionale allo sport Cristiano Corazzari - un lavoro che sta dando i suoi frutti in termini di sostegno

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al movimento sportivo e di attrattività per i grandi eventi dello sport, primo tra tutti l’appuntamento con i Giochi di Milano-Cortina 2026. La convinzione è che lo sport sia uno strumento privilegiato per trasmettere uno stile di vita sano oltre a validi principi educativi capaci di formare i buoni cittadini del domani. Quest’anno lo stanziamento complessivo regionale per il mondo sportivo è di 17,5 milioni di euro, di cui 930 mila per la pratica sportiva e la parte rimanente verrà spesa per l’impiantistica sportiva”.

L’evento. Confindustria Veneto Est ha proposto 59 incontri, patto con i sindaci

Sostenibilità, il Veneto fa ancora scuola: le imprese green crescono più del doppio

I

n un’epoca di cambiamenti climatici e incertezze economiche, la sostenibilità non è più un optional, ma una necessità. E il Veneto, con le sue 470 società benefit, si conferma un modello virtuoso. I dati presentati da Confindustria Veneto Est alla settimana della sostenibilità sono inequivocabili: nel triennio 2021-2023, queste aziende hanno registrato un aumento medio del fatturato del 26%, contro il 15,4% delle imprese tradizionali.

Il Move Hotel di Mogliano Veneto ha ospitato 59 incontri dedicati alle sfide e alle opportunità della transizione sostenibile per imprese, territori e comunità. L’evento ha messo al centro tematiche cruciali come ambiente, governance, sociale ed energia, con l’obiettivo di tracciare strategie concrete per un futuro più sostenibile. Giunto alla sua quarta edizione, è stato un’importante occasione di riflessione e confronto sulle sfide globali legate a clima, tecnologia ed energia,

coinvolgendo istituzioni, aziende e cittadini in un ampio dibattito sui temi ambientali e sociali.

“La sostenibilità è una leva di crescita”, ha ricordato Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est. “Un’opportunità per innovare, essere più efficienti e resilienti”. Parole che trovano conferma nei numeri: le Società Benefit non solo crescono di più, ma sono anche più produttive, redistribuiscono più valore ai dipendenti e sono più propense all’innovazione e all’internazionalizzazione.

Tuttavia, il percorso verso una transizione sostenibile è ancora in salita, soprattutto per le piccole e medie imprese, spina dorsale dell’economia locale. Il nostro è un approccio pragmatico alla sostenibilità quale opportunità di innovazione, efficienza e resilienza. Una forza trasformativa che se anche nel breve può comportare costi o investimenti aggiuntivi per le imprese, ha la capacità di ridisegnare modelli di business e set-

tori produttivi per creare il valore di domani. Va approcciata senza ideologismi ma con uno sguardo saggio di lungo termine. La sfida è coniugare competitività e sostenibilità, nei modi e tempi giusti, con semplificazione normativa, adeguati stimoli agli investimenti, alleanze di filiera”.

“Servono semplificazioni normative, incentivi fiscali e maggiori facilitazioni al credito”, ha sottolineato Carlo Cici, Partner, Head of Sustainability The European House - Ambrosetti. “Dobbiamo trovare un equilibrio tra regolamentazioni e incentivi, per evitare che il costo della transizione ricada sui soggetti più vulnerabili. Solo in Europa rischiano di passare dagli attuali 50 miliardi a più di un trilione l’anno a fine secolo. Siamo oltre il km 22 della maratona per la transizione e abbiamo già ottenuto risultati significativi, ma ora ci attendono nuove sfide e il contesto odierno sempre più richiede alle aziende lucidità, visione e chiarezza

di idee per stabilire non tanto la direzione da prendere, quanto la velocità e l’approccio da dare alla transizione”.

La transizione verso un’economia sostenibile è irreversibile”, ha ribadito Lara Ponti, Vice Presidente di Confindustria per la Transizione Ambientale e gli Obiettivi ESG. “Dobbiamo costruire un futuro solido, equo e duraturo per le generazioni future”.

E’ stato è stato tracciato anche il percorso per la realizzazione della “Città Sostenibile”, con la firma del Patto per la qualità dell’aria e il miglioramento de-

gli ecosistemi urbani. I sindaci di Milano, Giuseppe Sala, Torino, Stefano Lo Russo e Treviso, Mario Conte, hanno discusso delle azioni comuni e delle sfide urgenti per migliorare l’ambiente urbano e contrastare l’inquinamento, in linea con l’appello del Patto dei Sindaci per una Pianura Padana che respiri.

I quattro Comuni capoluogo, Padova, Treviso, Venezia e Rovigo, hanno presentato le loro iniziative di sostenibilità, con interventi di esponenti istituzionali locali, come gli assessori all’ambiente dei vari Comuni.

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L’esposizione. A XNL Piacenza, centro per le arti contemporanee, fino al 29 giugno

Giovanni Fattori, il genio

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dei Macchiaioli protagonista del naturalismo europeo

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La grande arte

L’esposizione. A XNL Piacenza, centro per le arti contemporanee, fino al 29 giugno

Giovanni Fattori, il genio dei Macchiaioli protagonista del naturalismo europeo

Organizzata in occasione del bicentenario della nascita, la mostra presenta 170 opere, di cui 100 dipinti e 70 tra disegni e incisioni

APiacenza un’esposizione di richiamo internazionale celebra il bicentenario della nascita di Giovanni Fattori, uno dei protagonisti del grande naturalismo europeo della seconda metà dell’Ottocento. A lui XNL

Piacenza, centro per le arti contemporanee della Fondazione di Piacenza e Vigevano, dedica, dal 29 marzo al 29 giugno 2025, la mostra “Giovanni Fattori 18251908. Il genio dei Macchiaioli” a cura di Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci e Giorgio Marini, realizzata in collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi.

Giovanni Fattori (Livorno 1825 – Firenze 1908), protagonista indiscusso del movimento dei Macchiaioli, è stato uno degli artisti più significativi del panorama figurativo europeo dell’Ottocento che ha saputo dominare tutti

i generi pittorici. Dalle prime ricerche sulla macchia, agli intensi ritratti, dai paesaggi en plein air ai soggetti di vita rurale e alle scene che esaltano la Maremma, simbolo di quel mondo contadino che Fattori amava e che contrapponeva alla disorientante modernità urbana. Su questi campeggia la straordinaria interpretazione dei soggetti militari, indagati sia nelle manifestazioni più solenni ed epiche delle grandi campagne delle Guerre d’Indipendenza, sia nei momenti più intimi della vita di guarnigione. Di fronte al crollo di tutte le aspirazioni e gli ideali riposti nell’Unità, la sua produzione, mai scontata e sempre distante da una retorica celebrativa, è stata accompagnata da una personale riflessione etica, al punto da rappresentare una delle testimonianze più autentiche e coerenti del nostro Risorgimento.

La mostra – organizzata in occasione del bicentenario della nascita e della prossima uscita del catalogo ragionato, a cura di Giuliano Matteucci – con 170 opere (di cui 100 dipinti e 70 tra disegni e incisioni) si propone di rinnovare la memoria di Fattori offrendo una nuova interpretazione della sua figura e della sua opera, concentrandosi sulle peculiarità e l’unicità dell’artista e dell’uomo in rapporto al panorama dell’arte italiana del XIX secolo.

Una particolare attenzione viene dedicata alla produzione grafica dell’artista, composta da acqueforti di straordinaria bellezza, che rivelano la sua capacità di rinnovare il linguaggio attraverso una tecnica nuova, complementare alla pittura.

L’arte di Fattori ha lasciato un’impronta indelebile anche sulla cultura del XX secolo, come documentano saggi critici e opere di artisti contemporanei come Ugo Ojetti, Emilio Cecchi e Giorgio de Chirico. Le sue opere

hanno ispirato anche importanti registi italiani tra cui Luchino Visconti, che ha utilizzato le atmosfere fattoriane nei suoi film sul Risorgimento, come Senso (1954) e Il Gattopardo (1963).

“L’esposizione - afferma Roberto Reggi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevanotrova la sua sede naturale in XNL Piacenza, uno spazio che in poco tempo ha saputo integrarsi nel sistema della cultura a Piacenza, svolgendo fin da subito una funzione di crocevia fra i diversi linguaggi artistici della contemporaneità, le epoche e le istituzioni culturali. La mostra è un progetto di respiro nazionale frutto del lavoro di squadra fra istituzioni che, ancora una volta, insieme, promuovono la valorizzazione turistica e culturale del territorio, guardando a un pubblico ampio, oltre i confini di Piacenza. Una esposizione importante, che presenta una ricchissima selezione di capolavori e che, è il nostro augurio, sorprenderà i visitatori”.

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Giovanni Fattori, La strada bianca, circa 1887, olio su tela, 95 × 73 cm, collezione privata, © Istituto Matteucci, Viareggio

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Reati tributari, tra false dichiarazioni, fatture inesistenti e imposte non pagate

Il decreto legislativo 10 marzo 2000 n.74, dal significativo titolo “Nuova disciplina dei reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto”, si occupa di tutti i principali reati tributari. Su tale provvedimento vi sono stati vari interventi successivi, ad esempio sulle soglie di punibilità, sulle attenuanti, sulla prescrizione: anche per ragioni di spazio, ci occupiamo solo delle norme attualmente in vigore, relative a reati conseguenti a dichiarazioni dei redditi (od omissioni) rinviando al prossimo articolo la trattazione degli altri reati.

Seguiamo l’esposizione del succitato decreto legislativo: ARTICOLO 2-“dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti”. Il reato si realizza quando si presenta una dichiarazione utilizzando documentazione falsa, non basta la mera detenzione. La pena é da quattro ad otto anni. Se l’ammontare degli elementi fittizi é inferiore a euro centomila la pena è da un anno e sei mesi a sei anni. ARTICOLO 3: “Dichiarazione fraudolenta mediante altri raggiri”. Tale reato sussiste quando si ricorre a documentazione fraudolenta diversa da quella di cui all’articolo 2, per tentare di sottrarsi in tutto o in parte al pagamento delle imposte. La pena é da tre a otto anni, debbono però sussistere congiuntamente i seguenti presupposti: a) l’imposta evasa é superiore, con riferimento a taluna delle singole imposte , a 30.000 euro;

b) l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti alla tassazione deve essere superiore al 5% indicato nella dichiarazione o, comunque, deve essere superiore a 1.500.000 euro ovvero l’ammontare complessivo degli elementi attivi deve essere superiore al 5% dell’importo dell’imposta medesima o comunque a 30.000 euro.

ARTICOLO 4) “Fuori dei casi previsti dagli articoli 2 e 3 é punito con la reclusione da due a quattro anni e sei mesi chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, indica in una delle dichiarazioni annuali relative a dette imposte elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo od elementi passivi inesistenti, quando congiuntamente: 1) l’imposta evasa é superiore con riferimento a taluna delle singole imposte a euro centomila ; 2) l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti all’imposizione, anche mediante indicazione di elementi passivi inesistenti, é superiore al dieci per cento dell’ammontare complessivo degli elementi attivi indicati in dichiarazione o, comunque, é superiore a euro due milioni”.

ARTICOLO 5) Omessa dichiarazione. 1 ) “E’ punito con la reclusione da due a cinque anni chiunque al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, non presenta, essendovi obbligato, una delle dichiarazioni relative a dette imposte, quando l’imposta

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evasa é superiore, con riferimento a taluna delle singole imposte ad euro cinquantamila. 1) bis . E’ punito con la reclusione da due a cinque anni chiunque non presenta, essendovi obbligato, la dichiarazione di sostituto d’imposta, quando l’ammontare delle ritenute non versate é superiore e euro cinquantamila. Ai fini della disposizione prevista dai commi 1 e 1bis non si considera omessa la dichiarazione presentata entro novanta giorni dalla scadenza del termine o non sottoscritta o non redatta su uno stampato conforme al modello prescritto”.

Per tutti questi reati é prevista una causa di non punibilità qualora i debiti tributari siano integralmente estinti a seguito di ravvedimento operoso o della presentazione della dichiarazione omessa entro il termine di presentazione dell’imposta relativa al periodo successivo solo però se non vi sia stata da parte dell’autorità competente anche un solo inizio di attività ispettiva. Diversamente tale eventuale integrale pagamento comporta la riduzione della pena fino alla metà. I reati in questione si considerano consumati alla data di presentazione della dichiarazione relativa alle imposte o, in caso di omissione alla scadenza del termine prorogato. Oltre alle interruzioni delle prescrizioni d’ordine generale, ne é aggiunta una specifica e cioè la notifica dal verbale di constatazione o d’accertamento.

L’avvocato Luigi Migliorini, del Foro di Rovigo, firma la nostra rubrica di approfondimento di temi che ruotano attorno alla giustizia, al diritto e all’applicazione delle leggi. L’avvocato Migliorni è pubblicista e scrittore, ha pubblicato quattro libri.

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Il Garden perfetto: idee e consigli per giardini, terrazze e poggioli

Progettare giardini, terrazze e poggioli

Per un giardino ben organizzato, è fondamentale suddividere gli spazi in modo funzionale: un’area relax con sedute e tavolini, una zona verde con aiuole fiorite o arbusti ornamentali, e magari uno spazio dedicato all’orto domestico. Un’idea vincente è quella di creare percorsi in pietra o legno per dare movimento all’ambiente e facilitare la manutenzione. Se lo spazio lo consente, una fontana o un laghetto possono aggiungere un tocco di eleganza e favorire un’atmosfera rilassante. Per chi ha una terrazza, le possibilità sono molteplici. Le piante in vaso permettono di creare una piccola oasi verde, mentre l’uso di grigliati e pergole con rampicanti come glicine o vite americana garantisce privacy e ombreggiatura. Anche nei poggioli più piccoli si può dare spazio alla creatività: fioriere sospese, pareti verticali con piante aromatiche e vasi colorati possono trasformare anche il più modesto balcone in un angolo accogliente. Un aspetto importante è la scelta delle schermature per garantire un po’ di intimità. Teli ombreggianti, siepi artificiali o naturali e strutture in legno sono ottime soluzioni per proteggersi dagli sguardi esterni e creare un ambiente

più raccolto. Inoltre, l’uso di materiali naturali come il legno e il ferro battuto può rendere gli spazi ancora più armoniosi e in sintonia con l’ambiente circostante. Un buon progetto prevede anche l’inserimento di elementi che favoriscano la biodiversità, come casette per uccelli, mangiatoie per insetti utili e piante mellifere che attirano api e farfalle.

L’organizzazione dello spazio deve anche considerare l’uso pratico degli ambienti: inserire una zona barbecue, un angolo dedicato allo smart working all’aperto o una piccola area per lo yoga può rendere il giardino o la terrazza ancora più funzionali. L’inserimento di mobili pieghevoli, panche contenitore e tavoli allungabili permette di adattare lo spazio in base alle esigenze, trasformandolo all’occorrenza per ospitare cene con amici o momenti di relax in solitudine.

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Come creare un piccolo orto in terrazza

Un orto in terrazza è un’ottima soluzione per coltivare erbe aromatiche, ortaggi e piccoli frutti anche senza un giardino. Per iniziare, è importante scegliere contenitori adeguati: cassette in legno, vasi in terracotta o orti verticali modulari permettono di ottimizzare lo spazio. Il drenaggio è essenziale, quindi i vasi devono avere fori sul fondo e uno strato di argilla espansa per evitare ristagni d’acqua.

Le piante più adatte sono basilico, rosmarino, timo, insalate, pomodori ciliegino e fragole, tutte varietà che si sviluppano bene in contenitori. È fondamentale garantire almeno 4-6 ore di luce solare al giorno e proteggere le piante dai venti forti con barriere o grigliati. L’irrigazione deve essere costante, ma senza eccessi: un impianto a goccia può essere una soluzione pratica per mantenere il giusto grado di umidità.

Concimare regolarmente con fertilizzanti naturali come compost o humus di lombrico aiuta a migliorare la qualità del terreno. Per rendere l’orto ancora più produttivo, si possono combinare piante con esigenze simili e sfruttare la rotazione delle colture per mantenere il terreno fertile. Infine, l’inserimento di piante fiorite come calendule o nasturzi aiuta a tenere lontani gli insetti nocivi in modo naturale.

La progettazione. Le tendenze sono all’insegna del comfort per uno spazio dedicato al riposo e al benessere

Arredamento per esterni 2025: comodità e raffinatezza

La progettazione dell’arredamento per spazi esterni deve combinare praticità e resistenza e per il 2025 le tendenze per gli spazi esterni sono all’insegna del comfort, che diventa la nuova frontiera del lusso e che porta a trasformare terrazze, giardini e balconi in estensioni della propria casa, dedicati al riposo e al benessere, soprattutto se sostenibile, offrendo una pausa rigenerante dalla vita frenetica. Grande attenzione viene data alla progettazione di oasi verdi per migliorare la qualità dell’aria e rigenerarsi, prediligendo un arredamento ecologico. Lo spazio sui balconi viene arricchito da vasi rigogliosi di essenze aromatiche e, per chi dispone di ampie terrazze, sono privilegiati giardini verticali o fioriere spaziose contenenti piante da frutto. Nel 2025 dunque l’arredamento, estensione dell’ambiente interno, si trasforma. La plastica viene sostituita da materiali moderni e naturali come legno, bambù, laminato, acciaio e semplice PVC, materiali duraturi e resistenti. Materiali come teak, rattan

sintetico e alluminio sono ideali per assicurare durata e leggerezza. Gli arredi per giardini solitamente sono più robusti e capienti, mentre per terrazze e balconi si preferiscono soluzioni modulari e salvaspazio. Panche con spazio contenitivo, tavolini pieghevoli e sedute multifunzionali consentono di ottimizzare ogni centimetro senza compromessi sullo stile.

Sostenibilità resta la parola d’ordine per la progettazione, alternando uno stile funzionale e minimalista con il colorato e bohémien, ispirato da palettes e textures monocromatiche con colori naturali. Verde scuro, arancione, sabbia, blu cobalto e terracotta sono colori chiave. I colori svolgono un ruolo cruciale nell’arredamento esterno: tonalità neutre quali beige e grigio conferiscono eleganza, mentre tinte vivaci come verde salvia e terracotta aggiungono carattere.

I materiali prediletti sono morbidi: velluto, canapa, cotone e bouclé esaltano il senso di comfort. Elementi decorativi come tappeti per outdoor, tende leggere e specchi contribuiscono a dare profondità agli spazi, rendendoli accoglienti e sofisticati.

Anche nell’outdoor tecnologia e funzionalità restano al centro, per massimizzare il benessere: illuminazione naturale, calda e soffusa, pannelli solari, verande high-tech, cucine outdoor e barbecue a emissioni zero, insieme a pavimentazioni ecologiche. L’illuminazione infatti riveste un’importanza fondamentale: l’uso di faretti a LED, lanterne solari e ghirlande luminose può trasformare un ambiente esterno in un luogo suggestivo anche nelle ore serali.

L’esterno diventa una continuazione dello spazio interno, un secondo salotto dove godere di aria fresca e della brezza generata dalle piante, dal pavimento al tetto. L’arredo, tanto in casa quanto fuori, segue linee guida sostenibili, eco-compatibili e innovative, ma al contempo lussuose, di alta qualità e rapide da assemblare. Gli stili per terrazze e balconi oscillano tra il minimalismo e un ritorno allo stile bohémien, gloriosamente tornato in auge con colori, textures e stili che evocano terre lontane e atmosfere orientali. Amache, sedute sospese e divisori murali dominano, creando ambienti di comfort e relax. Con le scelte giuste, ogni spazio esterno può trasformarsi in un rifugio personale di comfort e bellezza.

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In mezzo al verde. Esistono soluzioni intelligenti per sfruttare al meglio lo spazio

“Rendi unico il tuo spazio esterno: giardini, terrazze e balconi per un angolo di relax e benessere”

Risveglia il tuo spazio all’aperto con piante e fiori che migliorano l’estetica e la qualità dell’aria. Giardini, terrazzi o balconi possono diventare angoli di relax con soluzioni sostenibili, piante idonee e arredi comodi

Passato il grigiore invernale, è tempo di ridare vita ai nostri spazi all’aperto. Che si tratti di un ampio giardino, di una terrazza o di un piccolo poggiolo, ogni angolo verde può diventare un rifugio rilassante e accogliente. La presenza di piante e fiori non solo migliora l’estetica, ma ha effetti benefici sul nostro umore e sulla qualità dell’aria. Studi dimostrano che il contatto con la natura riduce lo stress e favorisce il benessere psicofisico. Un giardino ben curato può trasformarsi in un vero e proprio angolo di paradiso, dove rilassarsi dopo una giornata di lavoro o trascorrere del tempo con la famiglia. Per chi dispone solo di una terrazza o di un poggiolo, esistono soluzioni intelligenti per sfruttare lo spazio al meglio, creando piccoli angoli verdi che regalano relax e armonia. La scelta delle piante deve tenere conto dell’esposizione solare e delle

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riducendo lo stress e favorendo il benessere psicologico. Prendersi cura delle piante e dedicarsi alla coltivazione di fiori e ortaggi è anche un’attività educativa per i più piccoli, che imparano il rispetto per la natura e il valore del cibo coltivato in casa.

Chi desidera sfruttare al meglio il proprio spazio verde può anche considerare la coltivazione idroponica o in vaso rialzato, tecniche moderne che permettono di gestire la crescita delle piante in modo efficiente e con meno spreco di acqua. La scelta di vasi e contenitori in materiali sostenibili, come la terracotta o il legno riciclato, può dare un tocco estetico più naturale e armonioso. Aggiungere elementi come pareti verticali e supporti modulari permette di sfruttare anche gli spazi più ristretti, trasformando un piccolo balcone in un’oasi di verde e colore.

condizioni climatiche: piante che necessitano di molta luce vanno collocate in punti soleggiati, mentre per angoli più ombreggiati si può optare per felci o edera.

Oltre all’estetica, il verde porta benefici concreti. Le piante migliorano la qualità dell’aria assorbendo anidride carbonica e rilasciando ossigeno, contribuendo a creare un microclima più salubre. Inoltre, il giardinaggio è un’attività fisica che aiuta a mantenersi in forma,

Le piante ideali per ogni spazio

L’illuminazione è un aspetto spesso sottovalutato ma essenziale per valorizzare gli spazi esterni. L’uso di luci solari da giardino, lanterne e candele crea un’atmosfera intima e rilassante, perfetta per serate all’aperto. Anche la scelta di complementi d’arredo gioca un ruolo importante: tappeti outdoor, tende leggere e cuscini impermeabili contribuiscono a creare un ambiente accogliente e confortevole, dove trascorrere momenti piacevoli in ogni stagione.

Per un giardino rigoglioso, le scelte più comuni includono rose, lavanda e ortensie, che garantiscono fioriture scenografiche. Sui terrazzi, piante come il ficus, l’oleandro e le erbe aromatiche come rosmarino e salvia sono perfette per la loro resistenza. Per i poggioli, le soluzioni migliori sono gerani, petunie e piante pendenti come il pothos. Chi ha poco tempo per la cura delle piante può optare per varietà a bassa manutenzione come la sansevieria o il bambù.

L’aggiunta di piante tropicali, come il banano o il filodendro, permette di dare un aspetto esotico agli spazi esterni, mentre alberi da frutto in vaso, come il limone o il mandarino, offrono una doppia funzione decorativa e produttiva. Per chi vive in zone dal clima rigido, le conifere nane e gli arbusti sempreverdi assicurano un giardino verde anche in inverno.

Il banano

Ama il sole e necessita di almeno sei ore di luce diretta al giorno. Il terreno deve essere ben drenato e ricco di sostanze nutritive. Va annaffiato regolarmente, mantenendo il suolo umido ma senza ristagni. In inverno, se coltivato in vaso, meglio proteggerlo dal freddo.

Il filodendro

Perfetto per spazi ombreggiati, cresce bene in vaso con terriccio leggero e drenante. Ha bisogno di annaffiature moderate e tollera bene gli ambienti interni. Può essere coltivato come pianta rampicante o ricadente.

Il filodendro

La lavanda è una delle piante più apprezzate per il suo profumo e la sua resistenza. Ideale per bordure e aiuole, necessita di molta luce e terreno ben drenato. Inoltre, tiene lontani gli insetti e dona un tocco rustico e provenzale al giardino.

Il ficus

Il ficus è perfetto per terrazze e spazi semi-ombreggiati. Facile da coltivare, richiede poche cure e resiste bene alle temperature miti. È una scelta eccellente per chi cerca una pianta ornamentale sempreverde.

Il pothos

Il pothos è una pianta ricadente ideale per poggioli e piccoli balconi. Si adatta bene agli interni e agli esterni protetti, cresce velocemente e necessita di poche attenzioni, rendendola una soluzione perfetta per decorare gli spazi verticali.

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LSanità: 4 milioni per fermare le aggressioni, il piano high-tech del Veneto

a Regione Veneto lancia un piano innovativo contro le aggressioni ai medici e infermieri, con un investimento da 4 milioni di euro e l’introduzione di tecnologie avanzate per garantire maggiore sicurezza nei reparti.

Il governatore Luca Zaia ha presentato la strategia “antiviolenza”, che prevede l’uso di braccialetti con allarme per il personale e microcamere sperimentate nell’Ulss 4 Veneto Orientale, in grado di registrare immagini e audio in tempo reale.

“La situazione è grave – ha dichiarato Zaia –. Nel 2024 si sono verificati 2.595 episodi di violenza in Veneto, un numero in crescita. Non possiamo tollerare che chi lavora per salvare vite sia esposto a questi rischi. Servono strumenti efficaci per individuare e punire i responsabili”.

Il piano non si limita all’acquisto dei dispositivi, ma punta a integrarli con l’intel-

ligenza artificiale per analizzare comportamenti e prevenire episodi di violenza prima che accadano.

L’Assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha evidenziato l’urgenza di interventi concreti: “La paura di aggressioni è tra i principali motivi di dimissioni nella sanità pubblica. Dal 2022 abbiamo formato 5.000 operatori, ma ora servono misure immediate”.

Secondo i dati regionali, il problema è diffuso in tutta Italia: ogni anno si registrano oltre 25.000 aggressioni, ma nel 69% dei casi non viene sporta denuncia. Con questa iniziativa, il Veneto si conferma tra le Regioni più avanzate nella tutela del personale sanitario, adottando soluzioni tecnologiche per rendere gli ospedali più sicuri.

Bigon

Aumentano i centri per i disturbi alimentari: un passo avanti nella salute pubblica

Secondo l’Istituto Superiore della Sanità il numero dei centri dedicati ai disturbi alimentari è salito a 214, un incremento notevole rispetto ai 180 registrati nell’ottobre 2024. Questo aumento non è solo una questione di numeri, ma rappresenta un passo avanti significativo nella lotta contro un problema che colpisce sempre più persone, soprattutto giovani.

Un aspetto particolarmente rilevante di questa crescita è l’attenzione rivolta ai pazienti più giovani. Un centro su cinque è attrezzato per fornire assistenza anche ai minori di sei anni, un dato che sottolinea l’importanza di intervenire precocemente. Inoltre, il 51% dei centri è in grado di accogliere ragazzi e ragazze tra i 7 e i 12 anni. Questa capacità di adattamento alle esigenze dei più piccoli è cruciale, poiché i disturbi alimentari possono manifestarsi già in tenera età, con conseguenze che si protraggono nel tempo se non affrontate adeguatamente.

L’espansione della rete di centri per i disturbi alimentari in Italia non è uniforme, ma presenta delle peculiarità territoriali. Al Nord si contano 79 centri, mentre il Centro Italia ne ospita 34. Al Sud e nelle isole, invece, sono presenti 51 strutture. Questa distribuzione riflette in parte le differenze socio-economiche e culturali tra le diverse aree del Paese, ma anche la crescente consapevolezza della necessità di affrontare i disturbi alimentari in modo capillare e accessibile.

In Veneto nel biennio 2022-2023 sono state registrate 1.350 prime visite, 3.000 pazienti seguiti, 1.000 ricoveri e 350 accessi al Pronto Soccorso, numeri rilevanti. E il Veneto è ben strutturato su questo fronte, con due Centri di Riferimento regionali (le Azienda Ospedaliere di Padova e Verona) tre provinciali (le Ullss 2 Marca Trevigiana, 4 Veneto Orientale e 8 Berica) e ambulatori specifici in tutte le Ullss. Sono 14 attualmente le strutture venete specializzate secondo l’Istituto Superiore di Sanità.

La crescita dei centri per i disturbi alimentari è anche un riflesso di una maggiore consapevolezza sociale. Sempre più persone riconoscono l’importanza di affrontare questi problemi con serietà e competenza, ma è essenziale promuovere campagne di sensibilizzazione e prevenzione che coinvolgano scuole, famiglie e comunità, per creare un ambiente che favorisca il benessere psicofisico e riduca lo stigma associato ai disturbi alimentari.

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Innovazione. Un intervento pionieristico rivoluziona il trattamento dell’endocardite in pazienti non operabili

Primo intervento mondiale per l’endocardite infettiva

Innovazione in cardiochirurgia: primo intervento al mondo per l’endocardite infettiva in pazienti non operabili. Un progresso straordinario nel campo della cardiochirurgia si è realizzato con il primo intervento globale di rimozione di una vegetazione endocarditica dall’aorta ascendente su un cuore battente, senza l’utilizzo di circolazione extracorporea e attraverso un’incisione di soli 4 cm. La procedura è stata eseguita in una sala ibrida, segnando un’importante svolta nel trattamento di una condizione complessa. L’équipe medica dell’Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedale Università Padova , sotto la guida del professor Gino Gerosa, ha condotto questo intervento innovativo su un paziente di 81 anni, già sottoposto a sostituzione valvolare aortica nel 2018.

Il paziente presentava diversi fattori di rischio cardiovascolare, tra cui ipertensione, diabete mellito di tipo 2, fibrillazione atriale e una pregressa arteriopatia trattata chirurgicamente. A causa del precedente intervento a torace aperto, il tradizionale approccio cardiochirurgico comportava un altissimo rischio di sanguinamento e gravi complicazioni neurologiche legate a emorragie cerebrali. L’innovativa tecnica microinvasiva ha invece consentito un accesso ridotto, mantenendo il cuore in attività e utilizzando un supporto emodinamico in “ECMO like configuration” con un basso dosaggio di eparina. Il decorso post-operatorio del paziente è stato positivo: è stato estubato il giorno seguente all’intervento e ha trascorso cinque giorni in terapia intensiva, ottenendo un completo recupero neurologico. Attualmente, sta seguendo un programma di riabilitazione che ne favorisce il pieno ritorno alla salute.

Padova: nasce il progetto ALT, arresto cardiaco limitato nel tempo

A Padova prende il via il progetto ALT (Arresto cardiaco Limitato nel Tempo), un’innovativa iniziativa che amplia le possibilità di trattamento dell’arresto cardiaco, grazie alla collaborazione tra SUEM 118, Cardiochirurgia e Servizio Perfusionisti dell’Azienda Ospedaliera. Il cuore del progetto è l’impiego in emergenza dell’ECMO, una macchina cuore-polmone miniaturizzata che permette di supportare la funzione cardiaca e polmonare, garantendo una perfusione adeguata anche nei momenti critici. Nell’iniziativa viene utilizzato il CARL, il più avanzato sistema ECMO attualmente disponibile. Questo strumento permette di mantenere ossigenati gli organi vitali, riducendo il rischio di danni cerebrali e aumentando la possibilità di ripresa del paziente. L’utilizzo del CARL direttamente in ambulanza rappresenta una prima assoluta in Italia e potrebbe rivoluzionare l’approccio ai casi di arresto cardiaco. Ogni anno, solo nella città di Padova, si verificano circa 200 arresti cardiaci, mentre in tutta la provincia il numero sale a 700. Grazie all’introduzione di questa tecnologia, sarà possibile intervenire su circa 70 pazienti all’anno, selezionati tra coloro che si trovano in arresto cardiaco da non più di 30

minuti e con un’età compresa tra i 15 e i 70 anni. Il protocollo prevede l’intervento di due ambulanze: la prima arriva sul posto per effettuare la diagnosi e avviare il massaggiatore cardiaco meccanico, garantendo le manovre rianimatorie iniziali. La seconda ambulanza, dotata di ECMO, arriva subito dopo e i medici procedono con l’impianto direttamente sul posto. Questa procedura richiede circa 15 minuti, al termine dei quali il cuore del paziente viene completamente supportato dalla macchina. Questo nuovo approccio si inserisce all’interno del programma ECMO già attivo presso la Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera, con l’obiettivo di migliorare i tempi di intervento, aumentare le probabilità di sopravvivenza e preservare la qualità della vita dei pazienti. La sperimentazione durerà tre mesi e coinvolgerà le équipe del prof. Gino Gerosa, direttore della Cardiochirurgia, del dott. Andrea Paoli, direttore SUEM 118, e del dott. Fabio Zanella, coordinatore del Servizio Perfusionisti. Se i risultati saranno positivi, il servizio diventerà operativo in modo definitivo a partire dall’estate, offrendo così un’importante innovazione nella gestione dell’arresto cardiaco sul territorio.

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Il riconoscimento. Conquistata la prima posizione nazionale insieme a Roma, Napoli, Bologna e Palermo

Gli Ospedali Riuniti Padova Sud tra i migliori centri della Scuola italiana di alta formazione in epatologia

Gli Ospedali Riuniti Padova Sud sono tra i migliori 5 centri della Scuola di alta formazione in Epatologia della FADOI. A marzo hanno ospitato sessioni pratiche, con focus su patologie epatiche e formazione avanzata.

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li Ospedali Riuniti Padova Sud rientrano nella “Top 5” della Scuola di alta formazione in Epatologia, selezionata dalla Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI). Oltre a Schiavonia, ne fanno parte Roma, Napoli, Bologna e Palermo. La Scuola, strutturata su due anni, ha raggiunto la metà del percorso: dopo la fase teorica, è iniziata la pratica, con un ruolo di primo piano per il presidio veneto.

A marzo gli Ospedali Riuniti Padova Sud hanno ospitato la sessione pratica, coinvolgendo otto dei 32 specialisti in Medicina Interna provenienti da tutta Italia, in stretta collaborazione con i presidi di Schiavonia e Piove di Sacco. Le esercitazioni sulle patologie epatiche si svolgono

nell’Unità di Epatologia guidata dal dr. Alessandro Vario, sotto la supervisione della dott.ssa Lucia Leone, direttrice della UOC Medicina. La regia dell’evento è affidata al dr. Giancarlo Parisi, direttore della UOC Medicina Interna, responsabile del Dipartimento di Area Medica dell’ospedale “Immacolata Concezione” di Piove di Sacco e coordinatore della Scuola italiana di alta formazione in Epatologia. “I dati ISTAT a livello nazionale mostrano che ogni anno si registrano oltre 11.000 decessi per cirrosi o tumore epatico –spiega il dr. Parisi –. In Italia si contano più di 2,5 milioni di persone con infezione epatica da virus B e C, senza contare le epatopatie alcoliche, autoimmuni e metaboliche, queste ultime in forte aumento”.

“L’impatto delle patologie epatiche sull’assistenza ospedaliera è elevato, e il loro trattamento ricade spesso su Gastroenterologia, Malattie Infettive e soprattutto Medicina Interna, per la capacità di gestire pazienti complessi e la disponibilità di posti letto. Dai dati SDO emerge che il 46% delle dimissioni ospedaliere con diagnosi principale di cirrosi epatica avviene proprio dai reparti di Medicina Interna, dove sono collocati molti centri epatologici” continua il dr. Parisi. Alla luce di questi numeri, FADOI ha deciso di investire nella formazione avanzata dei propri specialisti, e la Scuola di alta formazione rappresenta un’opportunità qualificata per perfezionare le competenze in epatologia.

Salute

Padova: droni a idrogeno per il trasporto dei medicinali

Rivoluzione tecnologica per consegne rapide di medicinali e materiali biologici

Un passo avanti nel trasporto sanitario grazie alla mobilità aerea avanzata. Il gruppo Save ha presentato oggi il progetto “Sandbox”, che prevede l’uso di droni a idrogeno per il trasferimento rapido di merci sanitarie. L’iniziativa, sviluppata in collaborazione con la Regione Veneto e Enac, punta a migliorare la logistica ospedaliera attraverso soluzioni innovative ed ecologiche. Il progetto nasce dall’accordo per la Advanced Air Mobility firmato da Enac, Regione Veneto e Gruppo Save nel maggio 2024, in occasione dell’evento Space Meetings Veneto. Coinvolge anche H2C, specializzata in infrastrutture energetiche, e Heron Air, che gestisce l’aeroporto di Padova. La città è stata scelta per la presenza di importanti centri medici internazionali, dove la rapidità delle consegne di farmaci e campioni biologici è cruciale. I droni a idrogeno offrono vantaggi ambientali e operativi: possono coprire fino a 100 chilometri, trasportando un carico massimo di 5 kg. Il rifornimento richiede solo due minuti, e il consumo di idrogeno verde è di appena 340 grammi per volo a pieno carico. Con una velocità massima di 55 km/h, rappresentano una svolta nella logisti-

ca sanitaria, garantendo consegne rapide e sostenibili. L’iniziativa si inserisce in un quadro più ampio di sviluppo della mobilità aerea avanzata, con l’obiettivo di rendere più efficienti e sostenibili i trasporti urbani e sanitari. (r. s.)

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vivere in un contesto sociale, in quartieri che favoriscano le relazioni”. Il progetto, che prevede tre anni di accompagnamento, ha già coinvolto numerose famiglie e punta a rispondere alla crescente domanda di so-

di mostre a Rovigo, in particolare a Palazzo Roverella. L’ultima iniziativa in ordine di tempo, curata da Paolo Bolpagni, è la prima mostra italiana dedicata a Vilhelm Hammershøi, il più grande pittore danese della sua

per Renoir. L’obiettivo è che anche Hammershøi possa attrarre un pubblico vasto, grazie alla coerenza della proposta culturale della Fondazione Cariparo, che punta a coniugare qualità e valorizzazione del territorio.

FONDAZIONE Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo

Piazza Duomo, 15 | 35141 Padova Tel. 049-8234800

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