Neurochirurgia e neuroradiologia spinale punto di rifermento nazionale
di Treviso
Marco Dolfin:
“Nessun vento elettorale può scalfire l’identità della Lega”
Verso il voto in Veneto scende in campo l’Udc, De Poli: “I cittadini al centro della politica”
L’INVERNO DEMOGRAFICO
Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
Quanto manca alle elezioni regionali? Non si sa. O meglio: le elezioni regionali si dovranno tenere entro il prossimo 23 novembre e da li non si scappa. Però la data precisa, che deve essere indicata dall’attuale amministrazione regionale, non si conosce.
Del resto ogni giorno l’agenda politica regionale è scandita dalle divisioni nel centrodestra. Il “dopo Zaia” evidentemente non è un passaggio per nulla natura e la difficoltà a indicare il prossimo candidato presidente appare chiara. Non è solo una questione di numeri, o meglio di proporzioni elettorali tra le forze politiche che compongono la coalizione: sembra esserci un problema di standing. Dopo un presidente così presente, mediatico e amato, infatti, non sembra esserci, in “casa” di nessuno una figura in grado di raccogliere il testimone con la stessa forza. Da qui le difficoltà a individuare il candidato successore.
Il segretario regionale della Lega, Alberto Stefani, quello di Fdi, Luca De Carlo, il senatore meloniano Raffaele Speranzon, l’assessore regionale leghista, Roberto Marcato sono certamente tutte figure importanti e stimate, ma evidentemente nessuna di loro rappresenta “l’asso pigliatutto” ovvero quella figura che, in una fase di difficoltà a decidere, metta tutti d’accordo.
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SI ABBATTE SUL VENETO
NASCITE IN COSTANTE CALO, LA POPOLAZIONE INVECCHIA
L’esperta: “Facciamo i conti con un profondo cambiamento nel mondo di intendere la genitorialità, occorre ripensare maternità e paternità ma anche sostenere le famiglie con un welfare adeguato, l’attenzione ai bambini, figli della società, sia responsabilità condivisa”
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Matteo Ribon e il mondo artigiano: “Se non comunichi oggi non esisti”
LOCALE ARMATA,
Al via la fase pilota di sei mesi che vedrà l’uso del dispositivo solo da parte di personale appositamente formato
Il centrosinistra compatto apre la lunga campagna elettorale, “Serve una Regione che non lasci indietro nessuno”
CDalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
’è una curva che scende in silenzio, lontano dai clamori della cronaca quotidiana, ma che racconta meglio di qualunque altra cifra il destino della nostra società: quella delle nascite. I dati diffusi da Istat e Regione Veneto parlano chiaro. Nel 2024, nella nostra regione, sono venuti alla luce appena 29.918 bambini, il minimo storico degli ultimi decenni, mentre i decessi sono stati oltre 50 mila.
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Treviso e Cortina unite per le Olimpiadi 2026
Il Comune di Treviso e il Comune di Cortina d’Ampezzo hanno sottoscritto un Protocollo d’Intesa volto a definire una collaborazione istituzionale in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano Cortina 2026, in programma a febbraio 2026. Il documento si propone di rendere ancor più solida l’alleanza tra i territori attraverso il coinvolgimento di Protezione Civile e Polizia Locale ma anche nella condivisione di strategie di promozione territoriale.
La Città di Treviso, data la posizione geografica e le importanti connessioni aeree, ferroviarie e stradali presenti nel territorio, sarà uno dei riferimenti logistici e punto di snodo cruciale per atleti, spettatori e operatori durante la manifestazione. Un hub culturale e turistico che vedrà inoltre, in virtù della collaborazione a supporto di Cortina d’Ampezzo, l’impiego di forze di Polizia Locale e di Volontari della Protezione Civile nei momenti di maggior afflusso e visibilità internazionale.
La collaborazione prevede un impegno tra i due Comuni su più fronti: una collaborazione in ambito amministrativo e operativo all’organizzazione di eventi culturali, dalla promozione reciproca del patrimonio artistico e museale alla valorizzazione delle offerte turistiche e territoriali fino alla cooperazione nei servizi di protezione civile e di Polizia Locale. Uno dei principali focus riguarda inoltre gli strumenti di comunicazione integrata attraverso strumenti sia tradizionali che digitali creando una rete di promozione turistica interterritoriale anche in ottica post-olimpica.
Dalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Rispetto al 2023 siamo scesi sotto la quota dei 30 mila nati in un calo che ormai prosegue da anni. Siamo a meno 1.300 nati nel 2023 e meno 500 nel 2024, che si traduce in un crollo del 35% se guardiamo al 2010. E se prendiamo in considerazione il saldo naturale – oltre 50 mila decessi contro meno di 30mila nascite – la realtà si fa impietosa: il Veneto sta morendo più in fretta di quanto riesca a rigenerarsi.
Siamo abituati a pensare alla natalità come a una statistica secondaria, un indicatore da relegare nelle ultime pagine dei rapporti demografici. Ma non è così. Questa non è una semplice flessione, non è un ciclo passeggero. È una crisi profonda, strutturale, che ci interroga come comunità e che dovrebbe scuotere le fondamenta delle nostre agende politiche e culturali.
Le cause? Numerose e intrecciate: meno donne in età fertile (–17% in poco più di dieci anni), meno figli per donna (da 1,50 a 1,21), età media della prima maternità salita a quasi 32 anni. E poi la precarietà del lavoro, la fragilità dei legami affettivi, l’assenza di servizi per l’infanzia e un crescente senso di insicurezza economica. I figli non sono più un diritto spontaneo, ma un lusso da calcolare con il bilancino. Eppure, se guardiamo con attenzione, questa crisi demografica è anche una crisi di fiducia. Di fiducia nel futuro, nelle istituzioni, nella possibilità di costruire un progetto di vita che duri più di una stagione. Si rimanda il momento della genitorialità nella speranza che “arrivino tempi migliori”, che spesso non arrivano mai oppure arrivano ormai fuori tempo massimo. Così, i margini biologici si restringono, aumentano i ricorsi alla procreazione assistita, si riduce la possibilità di avere più di un figlio. Il tempo delle famiglie si contrae ed è già un miracolo se di figli ne arriva un solo. In questa fotografia, le province del Veneto non fanno eccezione, anzi guidano il declino. Eppure si tratta di territori che offrono buoni standard di vita, servizi diffusi, qualità ambientale, occasioni di lavoro. È segno che il nodo non è solo economico, ma anche culturale. Occorre rimettere al centro la natalità non come un dovere, ma come possibilità concreta e desiderabile. Servono politiche coraggiose, investimenti strutturali, incentivi reali per chi decide di mettere al mondo un figlio. Servono sostegni concreti, e non semplici bonus a spot, alle famiglie, alle giovani coppie, affinché la scelta di crescere dei figli non venga rimandata a tempo indeterminato. Oggi più che mai, il Veneto ha bisogno di futuro. E il futuro, in ogni civiltà, passa sempre da una culla.
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La scelta. La città sperimenta il Taser nella Polizia Locale: un passo verso maggiore sicurezza
Treviso introduce il Taser: sei mesi di sperimentazione
L a Giunta comunale di Treviso ha ufficialmente avviato l’iter per la sperimentazione del Taser nella dotazione della Polizia Locale, un’arma ad impulsi elettrici che promette di rafforzare la sicurezza degli agenti e dei cittadini. La fase pilota, prevista dalla normativa nazionale, avrà una durata di sei mesi e vedrà l’utilizzo del dispositivo esclusivamente da parte di personale appositamente formato. Il percorso avviato prevede una serie di passaggi burocratici e tecnici, tra cui l’approvazione di un regolamento dedicato da parte del Consiglio comunale e l’elaborazione di linee guida operative in collaborazione con l’Azienda sanitaria locale e il produttore del dispositivo. Inizialmente, il Taser sarà assegnato a pochi equipaggi destinati a interventi mirati, con le prime consegne previste entro la fine dell’anno.
Il sindaco Mario Conte ha sottolineato l’importanza di questa innovazione: «Dotiamo la Polizia Locale di uno strumento di difesa efficace e moderno, capace di ridurre i rischi sia per gli operatori che per le persone coinvolte. Il Taser funge da deterrente e permette di evitare il contatto fisico diretto, aumentando così la sicurezza e l’efficacia degli interventi in situazioni complesse».
Nel dettaglio, l’amministrazione procederà all’acquisto di due Taser 7, insieme a cartucce, accessori e licenze digitali, e garantirà la formazione tecnica e sanitaria di dieci agenti, di cui due diventeranno istruttori
qualificati. Al termine del periodo di prova, in caso di esito positivo, l’uso del Taser potrà essere introdotto stabilmente tra le dotazioni della Polizia Locale, conformemente alla normativa vigente.
La scelta di Treviso segue di poche settimane quella del Comune di Conegliano e molti altri comuni hanno già avviato, o stanno per farlo, l’iter per dotare la propria polizia locale di queste armi definite “non letali”. Quello di Conegliano, intanto, è il primo gruppo di vigili dotato della pistola ad impulsi elettrici nella Marca. Sono quattro i taser di cui saranno dotati gli agenti, che operano tra Conegliano, Susegana, Mareno, Santa Lucia e San Pietro di Feletto. «Dalle statistiche sappiamo che nel 90% dei casi – spiega il comandante Claudio Mallamace di Conegliano - solo mostrare il taser o i puntatori laser è un deterrente per far desistere la persona che si sta opponendo».
Un provvedimento, questo, che fa molto discutere sia nel mondo politico che nella cittadinanza tra coloro i quali salutano questa iniziativa con grande soddisfazione visto le crescenti problematicità legate all’ordine pubblica e chi, viceversa, crede che per garantire maggiore sicurezza servirebbero misure integrate di prevenzione del crimine e più sostegno, in termini di potenziamento dell’organico, di Polizia Locale e Forze dell’Ordine.
“Fratelli d’Italia da sempre considera la sicurezza come un pilastro fondamentale del-
la propria azione politica – ha spiegato Marina Bonotto, Coordinatore del Circolo FDI di Treviso – L’introduzione del Taser rappresenta quindi un risultato concreto, per di più ottenuto grazie all’impegno dei Consiglieri comunali di Fratelli d’Italia che sono da tempo attivi su questo fronte oltre che promotori della proposta in sede istituzionale a Ca’ Sugana”.
“Più propaganda che sicurezza, aumentano i rischi”
La recente decisione del Comune di dotare alcuni agenti della polizia locale del taser sta suscitando un acceso dibattito, con forti dubbi sull’effettiva utilità di questa misura e preoccupazioni sui rischi per la salute dei cittadini. Secondo Luigi Calesso, esponente di Coalizione Civica per Treviso, dietro questa iniziativa si cela soprattutto un’operazione di immagine, più che una vera risposta ai problemi di sicurezza. Il progetto, cavalcato politicamente da Lega e Fratelli d’Italia, è stato infatti presentato come una svolta per il controllo del territorio, ma non mancano le voci critiche che sottolineano la pericolosità del taser. Organizzazioni internazionali come Amnesty International segnalano come questa arma elettrica possa causare gravi danni, fino alla morte: negli Stati Uniti si contano oltre mille decessi legati al suo uso dal 2000 a oggi.
Anche il Consiglio Superiore di Sanità ha evidenziato che il taser
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può provocare arresti cardiaci, soprattutto in presenza di condizioni mediche preesistenti come problemi cardiaci o gravidanza, situazioni che gli agenti non sono in grado di valutare rapidamente durante un intervento.
L’associazione Antigone ricorda che, secondo dati dei produttori, il rischio di mortalità da taser è stimato intorno allo 0,25%, ovvero un morto ogni 400 persone colpite. Inoltre, studi recenti mostrano come il taser funzioni solo nel 60% dei casi, e che il suo
uso inefficace ha spesso portato a sparatorie o a un’aggressività ancora maggiore da parte degli interessati.
Per Calesso, insomma, puntare sul taser come soluzione alla sicurezza cittadina rappresenta un errore strategico e culturale.
“Questa amministrazione – afferma – preferisce una risposta securitaria e di facciata, piuttosto che affrontare i problemi alla radice con interventi sociali efficaci e politiche di inclusione”. (a.s.)
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L’intervista.
La psicologa Fortunata Pizzoferro sul calo delle nascite e le sfide dell’essere genitori oggi
L’attenzione ai bambini, figli della società, sia responsabilità condivisa e sostenibile
C’è un profondo cambiamento nel modo di intendere la genitorialità, i figli arrivano sempre più tardi e aumenta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita: “Occorre ripensare maternità e paternità ma anche sostenere le famiglie con un adeguato welfare”
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F ortunata Pizzoferro, già vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, ora ora vicepresidente di Enpap, la cassa di previdenza degli psicologi, analizza il fenomeno generalizzato del calo della natalità che investe anche la nostra regione, soffermandosi in particolare sulle dinamiche di coppia e sui riflessi a livello sociale.
Dottoressa, da anni ormai assistiamo anche in Veneto ad un generalizzato calo della natalità, è solo una questione economica o lavorativa?
La denatalità, in Veneto come in tutti i Paesi del mondo con economie sviluppate, è un fenomeno complesso, che rimanda ad una serie di fattori: economici, culturali, sociali, psicologici.. che interagiscono tra di loro.
Certamente il fattore economico gioca un ruolo non banale nella presa di decisioni che impattano sul futuro: se mi sento precaria nel lavoro, se ho difficoltà ad accedere ad un mutuo, se aumenta il costo della vita, non posso pensare con serenità a un progetto di genitorialità. Tuttavia, non si tratta solo di economia. C’è anche un profondo cambiamento culturale e psicologico nella funzione identitaria e modo di intendere la genitorialità. Oggi molte persone e soprattutto sempre più donne cercano una realizzazione personale, professionale ed emotiva che può essere prioritaria o anche sostituire del tutto la maternità o la paternità. Inoltre le nuove relazioni di copia sono più instabili, perché il focus è la felicità dell’individuo, più che il progetto comune.
E’ cambiato anche il modello di fecondità, ovvero il numero medio di figli per ciascuna donna. Anche questo è un segno dei tempi?
Sì, il calo del numero medio di figli per donna è un chiaro riflesso dei cambiamenti sociali in atto. In passato, avere due o tre figli era la norma, ma era anche un valore come forza lavoro, grandi famiglie vivevano nella stessa corte, coltivavano lo stesso appezzamento di terra, mandavano avanti lo stesso commercio. Oggi si desidera dare ai figli le opportunità di realizzarsi secondo le proprie inclinazioni, e ciò richiede un notevole investimento economico. Ma anche un investimento di tempo e di cura, che è difficile moltiplicare per più figli. Tenendo anche in considerazione che l’età media in cui si fa il primo
figlio è molto spostata in avanti rispetto al passato. La maternità e la paternità sono diventate esperienze sempre più ponderate e progettate, con una ridefinizione dei ruoli di genere, e una crescente attenzione alla qualità della relazione genitore-figlio.
I figli arrivano sempre più tardi nella coppia, perché si posticipa la genitorialità?
Anche in questo caso i fattori sono molteplici e compresenti. Da un lato, i giovani studiano più a lungo, entrano tardi nel mercato del lavoro e spesso faticano a raggiungere quella stabilità economica che oggi viene ritenuta necessaria. Inoltre, esiste nella nostra società un desiderio di vivere la coppia intesa in termini romantici che un tempo non esisteva: la famiglia tradizionale si basava sul patto economico e non sull’amore come a volte tendiamo a favoleggiare. Inoltre, la genitorialità oggi è vissuta come una responsabilità emotiva
enorme: si vuole essere “bravi genitori”, “maturi”, “adeguati”, si vorrebbe essere capaci di fare i genitori senza mai esserlo stati. Questo porta molti a rimandare, a non sentirsi mai pronti, fino a scontrarsi con i limiti biolo-
gici della fertilità.
C’è infatti un maggior ricorso alla procreazione medicalmente assistita, ma non si rischia di essere fuori tempo massimo?
Sì, il desiderio di avere figli è ancora forte in molte persone, così come l’impronta culturale che ti fa sentire completo sono con una famiglia. È anche diventato sempre più naturale il pensiero di superare i limiti imposti dalla natura. I trapianti allungano la vita, la chirurgia plastica prolunga la giovinezza. Sempre più coppie cercano supporto medico quando la natura non li favorisce. Biologia e cultura si muovono a velocità diverse: la società indurrebbe di fare figli sempre più tardi, ma il corpo ha ancora i suoi ritmi.
È possibile mitigare l’inverno demografico?
Invertire completamente la tendenza nel breve periodo credo sia difficile, dovrebbero accadere nuove rivoluzioni culturali. Sicuramente intervenire sul welfare, sulla conciliazione vita- lavoro può avere effetti, se si vuole andare in quella direzione. Servono politiche strutturate a sostegno della famiglia, come servizi per l’infanzia, congedi parentali equamente distribuiti, incentivi economici, ma anche una nuova cultura della genitorialità. Occorre ripensare maternità e paternità in una dimensione compatibile con la vita moderna, dove sia possibile conciliare progetti personali, senza dover sacrificare carriera o figli. Soprattutto bisogna prendersi cura dei bambini come figli della società, come responsabilità condivisa da ciascuno di noi.
Nicola Stievano
Le nascite e i decessi in Veneto dal 2000 al 2023
La dottoressa Fortunata Pizzoferro, psicologa
Servizi. Approvati fondi per il Liceo Artistico di Treviso, digitalizzazione e infrastrutture stradali al Consiglio Provinciale
Più fondi per scuole, digitalizzazione e strade Il Consiglio approva investimenti strategici
Il Consiglio Provinciale riunitosi al Sant’Artemio ha tracciato una nuova rotta per lo sviluppo del territorio trevigiano, approvando una serie di interventi che puntano a rafforzare settori chiave come istruzione, mobilità, sostenibilità e innovazione digitale. Con 13 voti favorevoli e 3 astenuti, è passata la variazione di bilancio 2025-2027 presentata dal presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon.
«Non è solo una manovra tecnica – ha dichiarato Marcon – ma una scelta politica chiara che guarda al futuro della nostra comunità.
I fondi stanziati rappresentano un investimento concreto in settori strategici per i nostri cittadini, soprattutto i più giovani».
Uno degli interventi più significativi riguarda il Liceo Artistico di Treviso, che beneficerà di uno stanziamento di 1 milione e 300.000 euro per la riqualificazione dell’ex sede delle Poste, nel cuore della città. L’edificio, oggi inutilizzato, sarà riconvertito in uno spazio moderno e funzionale per la di-
dattica, offrendo agli studenti aule più grandi, laboratori aggiornati e ambienti adatti alla creatività e alla formazione artistica.
Sul fronte della mobilità, la Provincia ha destinato oltre 400.000 euro per sostenere le famiglie nell’acquisto di abbonamenti annuali MOM, il servizio di trasporto pubblico locale. La misura, sotto forma di sconto, mira a incentivare l’uso dei mezzi pubblici e ad alleggerire i costi a carico dei nuclei familiari, in particolare quelli con studenti pendolari.
Importanti novità anche per l’ammodernamento della macchina amministrativa. Grazie a un finanziamento di 913.712 euro ottenuto dal bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Provincia potrà rafforzare la transizione digitale e migliorare l’archiviazione dei dati informatici.
L’obiettivo è semplificare le procedure interne e rendere più efficienti i servizi al cittadino, in un’ottica di pubblica amministrazione sempre più digitale e accessibile.
Il Consiglio ha inoltre approva-
to con 16 voti favorevoli il nuovo piano delle infrastrutture stradali a traffico intenso, che prevede misure concrete per contenere l’inquinamento acustico. Tra queste, l’impiego di asfalti fonoassorbenti e sistemi di monitoraggio avanzato per il rumore ambientale, a tutela della salute pubblica e della qualità della vita.
Infine, il tema delle competenze sulla rete viaria è stato al centro di
L’appello del Vescovo di Treviso: un suono per la pace
Un gesto semplice, ma capace di parlare al cuore. Il Vescovo di Treviso, Michele Tomasi, ha lanciato un appello forte e chiaro alle parrocchie della provincia: suonare le campane per rompere il silenzio attorno al dramma che si sta consumando a Gaza e in Cisgiordania. Una crisi umanitaria che non può più essere ignorata e che esige attenzione, preghiera e partecipazione.
L’iniziativa, promossa dalla Diocesi
attraverso Caritas, Pastorale sociale, Centro Missionario, Migrantes, Pastorale della Salute e Ufficio Liturgico, vuole unire fede e impegno civile. Alle campane si affianca la recita del Rosario, nelle chiese o all’aperto, come segno di vicinanza a chi soffre nel silenzio e nella paura. Una preghiera che diventa atto di resistenza morale, antidoto all’indifferenza.
L’appello del Vescovo ha superato i confini ecclesiali. Artisti, intellettuali e
una scelta condivisa: approvato il trasferimento di alcune strade provinciali ad ANAS e a Veneto Strade, come previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2019. In particolare, la SP 15 passerà ad ANAS, mentre le SP 248, 422 e 667 saranno gestite da Veneto Strade. Contemporaneamente, la Strada Regionale 307 verrà affidata alla Provincia di Treviso, che ne curerà la manutenzione e la valorizzazione.
cittadini hanno rilanciato il messaggio: domenica 27 luglio alle 22.00 si è levato un coro di suoni – campane, sirene, clacson, fischietti – per dire no alla guerra, sì alla pace. Un gesto collettivo che ha voluto farsi sentire, per chi non ha voce.
Non è solo una questione di fede, ma di umanità. Anche da lontano si può dire: “Ci siamo”. Un invito a non chiudere gli occhi, a riscoprire l’empatia e a trasformare il suono in solidarietà.
«La Provincia – ha concluso Marcon – continuerà a garantire presenza e ascolto nelle scelte strategiche. Solo con una gestione condivisa possiamo costruire una provincia più moderna, vivibile e inclusiva». Un messaggio forte, che conferma la volontà di proseguire su una linea di governo attenta, concreta e proiettata al domani.
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Il blitz. Treviso, truffa sui fondi PNRR, confiscati 486 mila euro a un imprenditore veneto
Maxi sequestro di 486mila euro per un imprenditore Veneto
Attraverso un complesso meccanismo riusciva a intercettare fondi pubblici fino a quando la Guardia di Finanza non ha messo fino alla truffa
U
n sequestro preventivo da 486 mila euro è stato eseguito nei confronti di un noto imprenditore padovano, già finito agli arresti domiciliari nei giorni scorsi, nell’ambito di un’inchiesta su gravi irregolarità nell’utilizzo di fondi pubblici. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza di Treviso su disposizione d’urgenza della Procura Europea (sede di Venezia), ha colpito sei persone indagate per frodi e malversazioni legate al PNRR e per autoriciclaggio.
Le indagini, coordinate con la SIMEST S.p.A. e con il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, hanno fatto emergere uno schema fraudolento mirato a ottenere indebiti finanziamenti europei destinati alla transizione
digitale delle PMI. Le somme ottenute — secondo quanto accertato — sono state distratte dalle finalità previste e in parte reimpiegate per scopi personali o per saldare debiti pregressi.
Al centro della vicenda, quattro società che, sotto la regia dell’imprenditore indagato, avrebbero falsamente dichiarato di possedere sedi operative nel Mezzogiorno, di godere di una solida struttura finanziaria e di avere progetti già avviati, riuscendo così a incassare la prima tranche dei fondi comunitari. In realtà, nessuna delle condizioni dichiarate corrispondeva al vero: le sedi erano fittizie, i progetti mai partiti, le società già avviate verso la liquidazione.
Una parte dei fondi, circa 183 mila euro, sarebbe poi stata og-
getto di autoriciclaggio, aggravando il quadro accusatorio a carico degli indagati.
L’imprenditore — che si autodefiniva “Business Angel” — era già coinvolto in un altro filone investigativo della Procura di Treviso per una presunta associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta e alla sottrazione indebita di circa 1,7 milioni di euro da fondi SIMEST di matrice nazionale.
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L’attività investigativa si è sviluppata in diverse province italiane, da Treviso a Venezia, da Padova a Brescia, fino a Barletta-Andria-Trani e Bari. Il comandante del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Treviso, Tenente Colonnello Fabio Leo, ha sottolineato l’importanza della sinergia tra forze investigative e SIMEST per individuare tempestivamente i soggetti a rischio frode.
Trasporti più vicini ai cittadini: nuove corse sulle linee 7 e 10 a Treviso e Carbonera
A partire dal 4 agosto, le linee urbane 7 e 10 sono state rafforzate con nuove corse mattutine, in risposta alle esigenze emerse nei primi due mesi di sperimentazione del servizio a chiamata introdotto da MOM (Mobilità di Marca) in collaborazione con le amministrazioni comunali. L’obiettivo è offrire un sistema integrato tra trasporto a prenotazione e corse fisse, migliorando l’accessibilità per tutte le fasce d’età, in particolare per anziani e residenti delle frazioni meno servite. La novità più attesa riguarda l’introduzione di: 2 corse aggiuntive sulla linea 7 (S. Artemio – Stazione – S. Lazzaro) e di 1 corsa sulla linea 10 (Mignagola – Carbonera – Selvana – Stazione), che verranno attivate nelle ore centrali del mattino, fascia particolarmente utile per gli utenti più anziani. «Il trasporto a chiamata è una risorsa, ma va calibrata sulle esigenze reali degli utenti – ha dichiarato Andrea De Checchi, assessore alla Mobilità del Comune di Treviso –. Riattivare alcune corse tradizionali e garantire più flessibilità per gli anziani è una risposta concreta». Anche il sindaco di Carbonera, Federica Ortolan, ha sottolineato l’importanza del confronto con i cittadini: «Le segnalazioni ricevute ci hanno permesso di dialogare con MOM e trovare soluzioni che non escludano nessuno, soprattutto nei collegamenti tra frazioni e centro città o verso l’ospedale Ca’ Foncello». Il presidente di MOM, Giacomo Colladon, ha confermato che l’azienda sta seguendo con attenzione l’evoluzione del nuovo sistema: «Stiamo apportando migliorie passo dopo passo, ascoltando le esigenze di chi viaggia. La fiducia ricevuta dalle amministrazioni comunali è per noi uno stimolo a fare meglio».
Il Caso. Finta bomba a mano alla sede ANPI di Treviso, scatta l’indagine della Digos
Prima la paura poi l’indignazione per l’inquietante atto intimidatorio
Condanna unanime per l’attacco alla sede dell’Associazione Partigiani. La politica si interroga e prende le distanze
U
na finta bomba a mano di plastica, appesa alla cassetta postale dell’ANPI, è stata trovata presso la sede delle associazioni in via Isonzo. Un gesto che l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia non esita a definire «un’ottusa provocazione» e che, pur nella sua apparente ingenuità, è ritenuto grave per il contesto in cui si inserisce.
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«È un’azione che nasce in un brodo di coltura fascistoide», scrive in un comunicato l’ANPI provinciale e la sezione di Treviso. L’associazione richiama l’attenzione sul clima politico e culturale attuale, dove – afferma – chi governa evita di condannare esplicitamente il fascismo, contribuendo così a creare un ambiente favorevole al riemergere di simboli e atti legati all’estrema destra.
L’episodio, subito segnalato alle forze dell’ordine, è ora oggetto d’indagine da parte della Digos della Questura di Treviso. Nonostante il gesto possa apparire come una “bravata” isolata, l’ANPI sottolinea come eventi simili, se ignorati, rischiano di diventare il preludio a manifestazioni più gravi. A supporto di questa tesi, viene ricordata la recente devastazione della
lapide che a Roma ricorda il luogo del rapimento e dell’assassinio di Giacomo Matteotti, oltre all’assalto alla sede nazionale della CGIL.
Il comunicato evidenzia come l’impunità di molti episodi e la scarsa attenzione all’insegnamento del passato favoriscano la diffusione di idee e comportamenti neofascisti, che si pongono in contrasto con i principi della Costituzione. «Questi atti non ci intimoriscono», afferma però l’ANPI, ribadendo il proprio impegno a difesa della memoria della Resistenza e dei valori democratici.
Immediata la solidarietà di Sinistra Italiana – circolo di Treviso, che ha condannato il gesto come un «vile atto intimidatorio» e ha ricordato che «la memoria della Re-
sistenza non si minaccia, la Costituzione nata dalla lotta al fascismo non si insulta». Il partito ha invitato tutte le forze democratiche a non minimizzare episodi di questo genere e a restare unite nella difesa dei principi repubblicani. Anche la deputata veneta Rachele Scarpa (PD) ha espresso preoccupazione, sottolineando che «attaccare l’ANPI significa attaccare la Costituzione». Scarpa ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno per chiedere chiarimenti sulle indagini e sulle misure adottate contro i gruppi neofascisti. «L’antifascismo – ha dichiarato – non è un’opinione, è la base della nostra convivenza civile. E va difeso ogni giorno, con le parole e con i fatti».
Quindici anni di rivoluzione commerciale nella Marca
Nel giro di un quindicennio, la provincia di Treviso ha assistito a un profondo cambiamento nel tessuto economico locale: quasi 2800 punti vendita, tra negozi, librerie, edicole, alimentari e abbigliamento, hanno chiuso i battenti, lasciando spazio a una significativa espansione delle attività legate ai servizi e al turismo. È quanto emerge dallo studio “Il processo di liberalizzazione del commercio: quali effetti sul terziario trevigiano”, realizzato da EBiComLab.
Il commercio al dettaglio ha iniziato a soffrire soprattutto dopo il 2012, con un calo che ha coinvolto quasi tutti i settori, dal food (-16,5%) alla moda (-35,3%), fino a casa e cura della persona. L’unica eccezione è rappresentata dall’elettronica, che ha registrato una crescita vicina al 30%. Parallela-
mente, è aumentata la presenza di imprese più strutturate, mentre sono diminuite le piccole attività individuali e di persone fisiche.
Un dato allarmante riguarda il progressivo abbandono dell’imprenditorialità, soprattutto tra i giovani under 30, crollati del 28,5%, e nella fascia 30-49 anni, con un calo superiore al 40%.
Sul fronte occupazionale, il terziario ha mantenuto vitalità grazie a forme contrattuali flessibili, con un’impennata di posti di lavoro a tempo determinato (+77.000) e un calo di quelli stabili (-59.000).
Particolarmente rilevante è stato il ruolo della grande distribuzione che, fino al 2020, ha sostenuto la crescita, per poi entrare in stagnazione con l’avvento della pandemia, accentuando la contrapposizione tra grande e piccolo commercio. Nel 2024, i dati con-
fermano la predominanza maschile tra gli imprenditori della Marca (68%), con una netta prevalenza di over 30 (96%), mentre i giovani sotto i 29 anni rappresentano solo il 4%. L’analisi del mercato del lavoro per il 2023 evidenzia che i servizi assorbono la maggior parte delle nuove assunzioni (oltre il 75%), seguiti dal turismo e dal commercio, che però mostra un’attività più contenuta. In tutti i settori il saldo occupazionale è positivo, anche se con numeri più contenuti nel commercio. Questi numeri disegnano uno scenario di profonda trasformazione, in cui la Marca si adegua alle sfide globali puntando sulla qualità e la diversificazione, ma affronta al contempo il problema del ricambio generazionale e della tenuta del commercio tradizionale.(a.s.)
Nuove disposizioni. Approvato il Regolamento dei mercati all’insegna dell’ordine e del decoro urbano
Treviso rilancia il ruolo dei mercati
Il Consiglio Comunale di Treviso ha approvato il nuovo Regolamento dei mercati, frutto di un percorso di concertazione e aggiornamento delle norme che disciplinano lo svolgimento dei mercati cittadini. Il provvedimento introduce una serie di novità importanti per garantire maggiore ordine, decoro e qualità nell’esperienza di acquisto, sia per i cittadini che per i numerosi turisti che visitano il centro storico. Tra le principali modifiche introdotte, si segnala che i vincitori dei futuri bandi per l’assegnazione dei posteggi liberi saranno tenuti a esercitare direttamente l’attività per almeno un anno dalla concessione, al fine di evitare pratiche di gestione indiretta immediata. Vengono inoltre definiti chiaramente i tempi per l’allestimento e il disallestimento dei banchi, che dovranno avvenire entro le 7.30 del mattino e non oltre le 14.30. Sono stati ridotti di mezz’ora i tempi per lo sgombero delle aree, così da facilitare le operazioni di pulizia da parte di Contarina.
Il nuovo regolamento introdu-
ce anche una mappa dei fronti di vendita per garantire maggiore continuità visiva e ordine espositivo, imponendo un’esposizione ordinata della merce e l’uso di tende o ombrelloni a protezione dei prodotti, salvo per chi vende piante e fiori. Sarà vietata ogni forma di emissione sonora, mentre i banchi dovranno avere i fronti tamponati con un telo e i furgoni collocati entro i limiti della concessione. Viene inoltre introdotto il divieto di vendita di prodotti usati, rigenerati o riqualificati, ad eccezione dello storico mercatino dell’antiquariato di Borgo Cavour. È confermata la possibilità di utilizzare generatori solo per le attività alimentari non collegate alla rete elettrica. È stato inoltre semplificato l’iter per ottenere l’autorizzazione al commercio itinerante, ora basato su una segnalazione di inizio attività, come previsto dalla normativa regionale.
Ulteriori novità riguardano la possibilità di assegnare posteggi del settore non alimentare agli operatori del settore alimentare, con alcune esclusioni mer-
ceologiche, e l’eliminazione dei posteggi per espositori/dimostratori in Piazza Matteotti, ormai non più utilizzati secondo la destinazione originaria. È stato anche stabilito che il mercato non si svolgerà nei giorni del 1° gennaio e del 15 agosto, oltre al già previsto Natale. Infine, viene chiarito che l’attività svolta oltre i limiti dell’area concessa sarà considerata abusiva e soggetta a sanzioni.
Così il sindaco di Treviso, Mario Conte: «Questo regolamento rappresenta un vero e proprio patto di qualità tra l’Amministrazione, gli operatori e i cittadini. Vogliamo che i mercati siano un punto di riferimento per la comunità, un “brand” di eccellenza, vivaci e ben organizzati, in grado di offrire un’esperienza positiva sotto ogni punto di vista. È un altro tassello nella valorizzazione del nostro centro storico e delle sue tradizioni. Ringrazio l’assessore Rosanna Vettoretti e il consigliere Giancarlo Iannicelli che hanno contribuito fattivamente alla concretizzazione di questo nuovo percorso».
«I lavori preparatori sono durati quasi due anni e il nuovo Regolamento è stato possibile grazie alla fattiva collaborazione di Ascom Confcommercio Treviso e Confesercenti Treviso», dichiara l’Assessore alla Città produttiva Rosanna Vettoretti . «È stata condivisa la necessità di riportare i mercati di Treviso agli antichi splendori, con l’obiettivo di renderli graditi ai numerosi turisti che popolano il centro cittadino e alle nuove generazioni».
«Accogliamo con grande favore l’approvazione del nuovo Regolamento dei mercati da parte del Consiglio Comunale: rappresenta un passo importante verso un mercato più ordinato, decoroso e funzionale, in linea con le esigenze degli operato-
ri e le aspettative dei cittadini. L’Amministrazione ha dimostrato ascolto e disponibilità al confronto, recependo gran parte delle osservazioni presentate» afferma invece il Presidente di Delegazione Ascom Confcommercio Treviso, Renzo Ghedin. «C’è approvazione da parte degli operatori del mercato per il lavoro fatto, e da parte nostra questa approvazione si trasforma in soddisfazione per aver saputo interpretare le richieste dei nostri associati. Un ringraziamento all’Assessore Vettoretti che ha coordinato un gruppo di lavoro dove hanno operato in sinergia i funzionari del Comune, alcuni esercenti, Ascom e Confesercenti» il commento del Direttore di Confesercenti Treviso, Gianni Taffarello.
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La denuncia. Confartigianato Marca Trevigiana lancia l’allarme: “Ora le piccole imprese hanno paura di assumere”
Segnali preoccupanti per il futuro delle imprese Crisi e incertezze tengono tutto fermo
L e piccole imprese rischiano il blocco delle assunzioni per timore di contenziosi e risarcimenti sempre più onerosi in caso di licenziamenti. È l’allarme lanciato da Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, all’indomani della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale l’articolo 9, comma 1, del decreto legislativo 23/2015, parte del cosiddetto Jobs Act. La decisione elimina il tetto massimo di sei mensilità per i risarcimenti dovuti dalle aziende sotto i 15 dipendenti nei casi di licenziamento giudicato illegittimo.
“È un duro colpo per le micro e piccole imprese, che già operano in condizioni di estrema fragilità – denuncia il presidente di Confartigianato Marca Trevigiana, Armando Sartori –. Si apre una stagione di incertezza e conflitti proprio quando servirebbero fiducia e slancio per investire su nuove assunzioni e strutturare l’impresa”.
Con la sentenza, sarà il giudi-
ce del lavoro a decidere l’entità dell’indennizzo, che potrà variare da 3 a 18 mensilità per le imprese sotto i 15 dipendenti e da 6 a 36 mensilità per quelle sopra questa soglia. Una novità che mette in difficoltà le aziende più piccole, che in Italia rappresentano il 90% del tessuto produttivo.
“Il riferimento alle sei mensilità era una garanzia storica, un punto fermo per imprese e lavoratori nelle trattative. È inaccettabile che venga cancellato così – prosegue Sartori –. Tutelare il lavoratore è sacrosanto, ma chi si occupa della sostenibilità economica delle imprese, specie le più fragili?”
In provincia di Treviso, le piccole imprese familiari sono circa 7.000, con un totale di 35.000 occupati e una media di 5 dipendenti per azienda. Secondo l’analisi di Confartigianato, il licenziamento rappresenta solo il 10% delle cessazioni di rapporti di lavoro, e solo nel 5% dei casi si arriva a una causa
vera e propria. Finora, grazie al tetto previsto, le controversie venivano spesso risolte in tempi brevi con accordi extragiudiziali.
“Un licenziamento dovuto a una reale mancanza di lavoro –osserva Sartori – potrebbe oggi trasformarsi in una vertenza dai costi imprevedibili, anche in presenza di un vizio formale minimo. Con stipendi medi di 2.000 euro, il rischio per un im-
prenditore si traduce in esborsi da migliaia di euro”. Oltre al tema economico, la sentenza tocca anche l’equilibrio sociale e occupazionale del territorio: “Ingessare la mobilità del lavoro significa frenare le assunzioni. Abbiamo bisogno come l’aria di nuovi lavoratori, di investire nella formazione professionale, di facilitare l’inserimento degli stranieri, di rafforzare le politiche attive del
Turismo in calo, ma l’artigianato trevigiano rilancia:
in bici sulle “Vie Maestre”
Il turismo nella Marca Trevigiana segna una battuta d’arresto, con un calo del 2,2% negli arrivi e dell’1,4% nelle presenze nel 2024. Ma Confartigianato Imprese Marca Trevigiana non resta a guardare e rilancia con un progetto ambizioso e originale che punta tutto sull’identità, la sostenibilità e la forza dell’artigianato locale: nasce così “Vie Maestre – Vivere l’artigianato nella Marca Trevigiana”, un’iniziativa che unisce bicicletta, territorio e mestieri d’eccellenza.
con due escursioni in biciclettapensate per ogni tipo di pubblico: percorsi accessibili, bici a noleggio (anche elettriche) e un mix di tappe naturalistiche, culturali e gastronomiche.
lavoro. Invece ci troviamo di fronte a una sentenza che potrebbe avere l’effetto opposto: più cause, più incertezza, meno coraggio di assumere”.
E conclude con un appello al buon senso del legislatore: “La crescita si sostiene con equilibrio, non con penalizzazioni unilaterali. Servono regole chiare, proporzionate e sostenibili, per garantire diritti sì, ma anche futuro alle nostre imprese”.
Il debutto è fissato per il weekend del 26 e 27 luglio,
“Il turismo non è più quello di massa e stanziale. Oggi chi viaggia cerca esperienze autentiche, storie vere, sapori genuini e incontri con chi quel territorio lo vive e lo crea ogni giorno”, spiega Armando Sartori, presidente di Confartigianato Treviso. “Ogni bottega, ogni laboratorio artigiano può diventare parte dell’esperienza turistica”.
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La nomina. L’imprenditore siederà nel Consiglio Generale dell’Ente
Fondazione Cassa di Risparmio Carlo Scabin nuovo consigliere
I
l Consiglio Generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha nominato, su terna di candidati designati dal Presidente della Camera di Commercio di Venezia Rovigo, Carlo Scabin nuovo Consigliere Generale dell’Ente.
Classe imprenditoriale e lunga esperienza nel settore agroalimentare, Scabin è un volto noto del mondo confindustriale: Vicepresidente di Confindustria Veneto Est dal 2024 con delega sul territorio di Rovigo, guida inoltre il Gruppo Merceologico Agro, Ittico, Molitorie e Zootecniche dell’associazione. Dal 2025 siede anche nel Consiglio Generale di Confindustria nazionale. “Il mio ingresso sarà in punta di piedi – ha dichiarato ai microfoni di radio Veneto24 – perché prima di tutto voglio conoscere personalmente i colleghi del Consiglio, a partire dal presidente, la cui figura rappresenta un punto di riferimento etico e sociale per la Fondazione”. Scabin ha sottolineato l’importanza di comprendere le idee e gli obiettivi già in atto all’interno dell’ente, per costruire un percorso condiviso e costruttivo. “Ringrazio il presidente e tutto il Consiglio e
le persone che hanno riposto fiducia in me. Le aspettative sono elevate, e questo rappresenta un forte stimolo per non deludere”. L’impegno di Scabin si inserisce in un contesto di rinnovamento anche per Confindustria Veneto, organismo nato dalla fusione delle realtà provinciali di Treviso, Padova, Venezia
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e Rovigo. “Stiamo lavorando per superare i confini territoriali e creare sinergie efficaci su tutto il territorio regionale. Rovigo, in particolare, ha un potenziale strategico notevole, non solo dal punto di vista logistico, ma anche nel settore manifatturiero, ed è fondamentale valorizzarlo”.
Dazi: ci costano quasi quanto il ponte di Messina
Con aliquota al 15%, danno al sistema economico italiano tra i 14/15 miliardi l’anno. CGIA ottimista: il 92% dei prodotti italiani venduti in USA sono di media/alta qualità. Rivolti a clienti con redditi elevati, questi ultimi potrebbero continuare ad acquistarli lo stesso, nonostante i rincari Secondo una stima elaborata dall’Ufficio studi della CGIA l’applicazione dell’aliquota al 15 per cento decisa le settimane scorse in Scozia tra i presidenti Trump e von der Leyen dovrebbe causare all’Italia un danno, almeno nel breve termine, tra i 14/15 miliardi di euro all’anno. Un importo che, in linea di massima, corrisponde al costo che nei prossimi anni sosterrà il nostro bilancio statale per realizzare la più grande opera pubblica di sempre: vale a dire il ponte sullo Stretto di Messina.
Un danno, quello causato dalle politiche protezionistiche statunitensi, che, secondo la stima della CGIA, racchiude sia gli effetti diretti (mancate esportazioni), sia quelli indiretti (riduzione margine di profitto delle imprese che continueranno a vendere nel mercato USA, costo delle misure di sostegno al reddito degli addetti italiani che perderanno il posto di lavoro, trasferimento delle imprese o di una parte delle produzioni verso gli USA, il trade diversion, etc.). Oltre a queste due fattispecie è stata tenuta in considerazione anche quella congiunturale (legata alla svalutazione del dollaro nei confronti dell’euro).
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to non solo spirituale, ma anche culturale ed economico. Al suo interno operano steria, un’azienda agricola e un centro di dialogo con l’arte contemporanea, grazie
giunge l’osservatorio astronomico: una portunità di conoscenza per il territorio. “La scintilla che accendiamo con questo nendo una visione scientifica rigorosa, è
La rubrica “Scintille” è un progetto della va e Rovigo, in collaborazione con Radio Veneto 24, per raccontare storie di idee, ispirazioni e trasformazioni che nascono
sviluppare riflessioni di ordine spirituale”. Una visione che non contrappone scienza e fede, ma le mette in dialogo. “La cultura scientifica è pervasiva nella società di oggi, ma spesso viene data per scontata. Va invece approfondita e armonizzata con una lettura più profonda della realtà” , aggiunge.
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L’Abbazia di Praglia, con i suoi 40 monaci
Il
Grande ritorno. La Città è in fermento per la nuova mostra di Goldin
Presentati gli eventi che accompagneranno cittadini e turisti fino all’apertura dell’esposizione
Oltre 60 capolavori del Toledo Museum of Art in mostra a Treviso dal 15 novembre. Spettacoli, incontri e catalogo da 300 pagine anticipano l’evento curato da Marco Goldin e promosso dal Comune
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ono stati ufficialmente presentati gli appuntamenti che precedono l’apertura della mostraevento Da Picasso a Van Gogh. Storie di pittura dall’astrazione all’impressionismo. Capolavori dal Toledo Museum of Art, curata da Marco Goldin e promossa dal Comune di Treviso con Linea d’ombra. L’esposizione sarà visitabile al Museo Santa Caterina dal 15 novembre 2025 al 10 maggio 2026 e porterà per la prima volta in Europa oltre sessanta opere straordinarie dal Toledo Museum of Art, una delle più importanti istituzioni americane.
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo di oltre 300 pagine edito da Linea d’ombra, curato da Marco Goldin che firma un lungo saggio critico riccamente illustrato a colori, la storia del museo dell’Ohio e delle sue collezioni con diverse fotografie d’epoca, le biografie dei 57 artisti compresi nella mostra e tutte le riproduzioni, con molti particolari, delle opere esposte. Il volume sarà disponibile a partire da fine ottobre e diventerà un supporto prezioso per accompagnare e proseguire l’esperienza della visita.
Nel frattempo, il territorio si prepara a vivere alcune tappe introduttive che permetteranno al pubblico di avvicinarsi ai contenuti della mostra. Il primo appuntamento si è tenuto mercoledì 6 agosto alle ore 18 all’Alexander Girardi Hall di Cortina d’Ampezzo, nell’ambito del festival “Una Montagna di Libri”, con la lezioneincontro di Marco Goldin dal titolo Da Picasso a Van Gogh.
Il momento centrale degli eventi preparatori sarà lo spettacolo teatrale di presentazione della mostra, previsto per giovedì 18 settembre al Teatro Mario Del Monaco di Treviso, con due repliche, alle ore 18 e alle ore 21. Lo spettacolo, interamente sostenuto da CentroMarca Banca attraverso una partnership dedicata e distinta, vedrà in scena Marco Goldin, accompagnato al pianoforte da Remo Anzovino che firma le musiche e dalla sezione archi (16 elementi) della Filarmonia Veneta. L’ingresso sarà gratuito, con prenotazione obbligatoria sulla piattaforma online attiva dal 4 settembre e gestita da Linea
d’ombra.
Il giorno precedente, mercoledì 17 settembre, dalle ore 18 alle ore 21, l’Auditorium Santa Caterina ospiterà le prove musicali aperte al pubblico dello spettacolo, anch’esse gratuite e ugualmente soggette a prenotazione, fino a un massimo di 200 partecipanti, per garantire il corretto svolgimento della serata. Questi appuntamenti rappresentano un’importante anteprima di una mostra che già registra una fortissima richiesta da parte del pubblico e che conferma Treviso come una delle capitali italiane dell’arte e della cultura.
«Questa mostra rappresenta è un grande evento culturale e un’opportunità preziosa per promuovere, condividere e coinvolgere l’intero territorio», le parole del sindaco di Treviso Mario Conte. «La partecipazione attiva della nostra comunità e l’interesse che stiamo registrando già in fase di prevendita confermano quanto sia importante fare rete e sostenere iniziative che portano Treviso sotto i riflettori nazionali e internazionali dell’arte».
«Essere partner di un progetto espositivo di questa portata significa per noi contribuire alla crescita culturale e identitaria della città. La bellezza dell’arte non è mai fine a sé stessa: parla alle persone, le unisce, stimola riflessione e immaginazione. Con questa mostra, Treviso si apre al mondo e insieme lo accoglie. Come CentroMarca
Banca, crediamo profondamente che sostenere eventi come questo sia un modo concreto per promuovere non solo la cultura, ma, soprattutto, il senso di comunità e appartenenza. Essere Banca del territorio significa infatti proprio questo: supportare ciò che crea valore, non solo economico ma umano, culturale e civile» dichiarano Tiziano Cenedese, Presidente, e Claudio Alessandrini, Direttore Generale di CentroMarca Banca. «Essere Main Partner e Official Sparkling Wine di una mostra di tale rilievo rappresenta per il Consorzio di Tutela del Prosecco DOC un’importante opportunità di valorizzazione», dichiara Giancarlo Guidolin, Presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc. «Sostenere un progetto che porta a Treviso capolavori di Van Gogh, Picasso, Monet e altri grandi maestri rafforza il legame tra la nostra Denominazione e il mondo della cultura. Il Prosecco DOC, espressione dell’eccellenza enologica italiana, accompagnerà questo percorso artistico contribuendo alla promozione del territorio e del patrimonio culturale del nostro Paese. Un’iniziativa che ben interpreta i valori che condividiamo con l’arte: qualità, identità, emozione e apertura al mondo. Per sottolineare l’importanza che attribuiamo a questa operazione, verrà realizzata per l’occasione una bottiglia con etichetta istituzionale dedicata alla Mostra.»
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Calcio. Il nuovo allenatore biancoceleste racconta le ambizioni dell’anno che verrà
Gorini: “Sento l’energia giusta, voglio una squadra affamata”
E doardo Gorini, classe 1974, è il nuovo allenatore del Treviso. Nato a Venezia, da calciatore è stato una colonna difensiva tra Serie C e B: 252 presenze con il Varese tra le altre. Dopo il ritiro, è iniziata l’avventura nel mondo delle panchine: sei anni da vice al Cittadella, poi la promozione come primo allenatore nel 2021, con tre salvezze consecutive in Serie B. Ora, una pagina nuova da scrivere. “L’approccio a Treviso è stato molto positivo, c’è entusiasmo, voglia di fare bene: questo è stato decisivo per accettare l’incarico. Sento una grande responsabilità, ma anche l’energia giusta per provare a riportare questa piazza nel calcio professionistico”. Il passato da calciatore è un valore aggiunto per Gorini: “Giocare ti insegna a capire dinamiche che da fuori sfuggono. Ho vissuto lo spogliatoio, le fasi difficili, le vittorie.
Tutto questo mi ha formato, ma soprattutto mi ha insegnato che il gruppo è tutto. La squadra viene prima di ogni individualità”.
Il legame con Cittadella è un qualcosa che non può essere dimenticato. “Sono stato in quella piazza 17 anni della mia vita. Mi ha lasciato tanto, soprattutto dal punto di vista umano. Sono stato apprezzato prima come persona, poi come sportivo, e questo mi gratifica più di ogni risultato”. Ora l’attenzione è tutta sul progetto Treviso. “Abbiamo costruito praticamente da zero e la prima cosa che ho chiesto alla società è stata di avere giocatori validi dal punto di vista umano. I valori contano più del talento. Il modulo? Punteremo sul 4-3-1-2: voglio una squadra aggressiva, con fame, che sappia imporsi.
Un gruppo che si aiuta, che collabora, che diventi squadra dentro e fuori dal campo. Solo così si può vincere”. Il rapporto con il nuovo direttore sportivo, Pierfrancesco Strano, è già rodato: “Ci confrontiamo spesso, c’è una visione comune, parliamo la stessa lingua calcistica. L’intesa è già ottima.
Il Treviso riparte dalle idee del Ds Piefrancesco Strano
La rinascita del Treviso passerà dalle idee di Pierfrancesco Strano, romano di 33 anni forte di un percorso altisonante alle spalle: Venezia, Genoa, Parma, Siena, Brescia e Avellino: “Ogni esperienza, dalla Serie A alla Serie D, mi ha lasciato qualcosa. Sono cresciuto molto, sia dal punto di vista umano che professionale”. Il curriculum parla da sé. Tra poco, però, sarà il campo a esprimere la sua voce. Dopo l’infinito duello contro le Dolomiti Bellunesi della passata stagione i trevigiani hanno voltato pagina con Strano in regia e con mister Edoardo Gorini in panchina. Una scossa, una nuova visione, un modo diverso di interpretare il calcio rispetto all’ultima gestione tecnica. L’approccio dalle parti del Tenni, per il
Ds, è stato positivo: “Sto cercando di vivere intensamente la città, è splendida. La proprietà è molto legata al territorio e sta trasmettendo anche a me questo sentimento. È un’emozione che diventa uno stimolo a dare il massimo”. La ricostruzione della rosa è passata da scelte forti: “Abbiamo fatto un mercato coraggioso, cambiando parecchi giocatori. Ora mancano solo due o tre tasselli. Vogliamo creare un progetto solido e duraturo”. Il Ds sta lavorando in piena sinergia con mister Gorini: “Con lui condividiamo la stessa visione. Valutiamo i calciatori in base al valore tecnico, ma prima ancora umano. Ho inserito in rosa profili nuovi per il girone, accanto a chi lo conosce bene e lo ha già vinto”. La
Abbiamo fatto conferme importanti e puntato su giovani forti. Sono molto curioso di questi, voglio conoscerli, farli crescere”.
La pressione non spaventa Gorini: “Treviso è una piazza che ha fame di professionismo e non
squadra sarà modellata su un 4-3-1-2, ma senza dogmi rigidi: “I moduli contano sempre meno, contano i principi. I nostri giocatori hanno caratteristiche diverse e questo permetterà al mister di essere flessibile”.
A Treviso sono arrivati anche tanti giovani di ottime prospettive: “Ci sono ragazzi con potenzialità, ma sarà il campo il giudice supremo. Posso solo dire che li ho voluti tutti fortemente. Nessun ripensamento”. Strategia e idee chiare: così stanno nascendo i presupposti per un’annata da protagonisti nel mondo biancoceleste. Ora gli ultimi dettagli, e chissà, un ultimo grande regalo per mister Gorini. Dopo le lacrime del passato, oggi è tempo di speranza con in testa un solo obiettivo: la Serie C. (s.p.)
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lo nasconde. Io prometto che lotteremo in ogni allenamento, in ogni partita, in ogni difficoltà. L’obiettivo è chiaro: riportare il Treviso in Serie C. E se andremo tutti nella stessa direzione, sarà più facile”.
Da allenatore, Gorini si ispira a chi ha cambiato il gioco del calcio. “Sono cresciuto guardando il Milan di Sacchi: organizzazione, pressing alto, coralità. È una filosofia che mi ha sempre affascinato”.
Infine, una frase per descrivere il Treviso che ha in mente: “Una squadra vera, che lotti in ogni modo per il nostro obiettivo. Sarebbe bellissimo vincere qui, in una società seria e in una città che ha fame di calcio”.
Treviso lo ha scelto per ricominciare. E Gorini ha già iniziato a costruire, mattone dopo mattone, una nuova identità. Stefano Parpajola
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segue da pag. 1
Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
E allora continuano a rincorrersi i rumor che vorrebbero il candidato alla Lega e questi tutta la Giunta a Fratelli d’Italia. E in tutto questo c’è l’incognita Forza Italia con il suo segretario Flavio Tosi che non manca di sparare a palle incatenate contro l’amministrazione regionale.
Situazione complessa che si dovrebbe sciogliere, così pare, su di un tavolo nazionale dove Meloni, Tajani, Lupi e Salvini prenderanno in mano il dossier delle regionali e indicheranno i candidati per tutte le regioni
al voto.
Sul fronte opposto il candidato del centrosinistra, che ha già incassato l’appoggio di Italia Viva di Renzi ed è in attesa di quello, certo, di Azione di Calenda, Giovanni Manildo continua la sua campagna elettorale. Dopo l’esordio di fine luglio al Parco degli Alberi Parlanti nella sua Treviso, Manildo, nonostante il periodo normalmente dedicato alle ferie estive, sta girando il Veneto per farsi conoscere e mettere a fuoco quelli che saranno gli assi portanti del suo programma. Nel frattempo,
con la stessa accelerazione che i partiti regionali del centrosinistra hanno prodotto per mettere in campo il candidato presidente, i livelli provinciali hanno iniziato già da tempo a ufficializzare le liste dei candidati consiglieri regionali. Nel Partito Democratico ci segnalano le ricandidature degli uscenti Camani, Bigon, Montanariello e Luisetto. Tra le new entry c’è molta curiosità per il vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi, per la segretaria veneziana, Monica Sambo e per l’ex sindaco di Preganziol, Paolo Galeano.
Verso le elezioni. L’ex sindaco di Treviso è sostenuto dall’ampia alleanza di centrosinistra
Manildo lancia la sfida per il Veneto
“Contenuti anziché nomi calati dall’alto”
“Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”
Da Padova a Treviso, dalla mensa universitaria al parco degli alberi parlanti: è subito entrata nel vivo la lunga marcia di Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Veneto. Mentre il centrodestra si misura con il dopo Zaia e le aspettative degli alleati, su tutti Fratelli d’Italia, gli avversari giocano d’anticipo e muovono i primi passi di una campagna elettorale già ben avviata, all’insegna della concretezza, sottolinea lo stesso Manildo. Al centro, non gli avversari, ma i cittadini: giovani, anziani, imprese e diritti da ricostruire. Mentre dall’altra parte si assiste a un “balletto” che somiglia più a un “rito di successione” – così lo definisce – da Roma verso Venezia, il candidato del centrosinistra, pur consapevole della sfida che lo attende, rivendica con orgoglio il percorso della propria coalizione.
“Possiamo contare su un’alleanza ampia e trasversale, nata dal basso, fatta di contenuti e non di nomi calati dall’alto. Finalmente si torna a parlare di politica che costruisce, non solo che conserva”, ha sottolineato
nel suo intervento ai microfoni di Veneto24.
Il punto di partenza della sua campagna è stato emblematico: non un palco, ma una mensa universitaria, a Padova. Un simbolo, scelto non a caso, per affrontare uno dei nodi più urgenti del Veneto contemporaneo: l’esodo dei giovani talenti. “Le imprese mi raccontano di una difficoltà crescente nel trattenere ragazzi preparati. Il capitale umano formato qui, troppo spesso parte e non torna. Questo è un tema economico, non solo demografico”, spiega. A suo avviso, le piccole e medie imprese venete sono state lasciate da sole. “Hanno resistito con le loro forze, ma oggi c’è bisogno di reti, digitalizzazione, intelligenza artificiale. La Regione deve fare da regista, creando un patto per lo sviluppo, con università, categorie, associazioni”. Ma se l’attenzione ai giovani è centrale, lo è altrettanto quella agli anziani. “Siamo davanti a un’emergenza silenziosa: oltre 10.000 persone in lista d’attesa per entrare in Rsa. Famiglie allo stremo, servizi insufficienti. Non possiamo continuare a ignorare chi ha costruito questa regio-
ne”. Sul fronte sanità, la denuncia è altrettanto chiara: “Le liste d’attesa sono uno scandalo. Ho ascoltato storie drammatiche di persone che non riescono ad accedere alle cure, se non pagando. Questo va contro un principio basilare: il diritto alla salute deve essere universale. È un pilastro di civiltà, non una voce di bilancio”. A Treviso l’ex sindaco si è proposto come volto di una politica che “supera i vecchi rituali e guarda al futuro con concretezza e visione”. Il candidato del centrosinistra ha poi sottolineato come il progetto nasca dal basso, frutto delle “primarie delle idee” e di un percorso collettivo
volto a dare voce ai territori e alle persone: “Dal Veneto di uno al Veneto di tutti: questo dev’essere il nostro metodo. Il cambiamento non lo fa una persona sola, ma un gruppo unito”. Così ha ringraziato chi, da mesi, lavora alla costruzione di una coalizione larga e inclusiva, capace di valorizzare le differenze come ricchezza. Nel suo intervento, Manildo ha citato Paolo Rumiz e ha invocato uno spirito garibaldino: forza, determinazione e volontà di affrontare con coraggio ciò che non funziona. “Io ci metto tutto: energia, passione e competenza. Ma non posso farcela da solo. Ho bisogno delle competenze di tutti. Questa sfida è una responsabilità collettiva”.
Guardando al percorso che lo attende, Manildo riflette sul senso profondo del suo impegno: “Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”. E l’augurio finale è per tutti, ma con lo sguardo ben piantato sul lavoro da fare: “Sto vivendo un’estate intensa, ma ne vale la pena. Perché il Veneto ha bisogno di futuro, e io voglio aiutare a costruirlo”. (n.s.)
“E’ il governo degli opossum, 15 anni di continuo declino”
Un bilancio di fine mandato che lascia più ombre che luci, secondo Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, all’indomani dell’approvazione dell’assestamento di bilancio. La consigliera descrive l’assestamento di bilancio come il simbolo di quindici anni di “governo degli opossum”, una gestione lenta e priva di visione che ha portato la regione a un declino progressivo sotto molti punti di vista.
Secondo Camani, l’assestamento non fa che confermare una distribuzione “a pioggia” di risorse, per un totale di 38 milioni di euro spalmati su vari assessorati senza una chiara strategia per risolvere i problemi più urgenti del territorio. Un segnale evidente, ha spiegato, è stato l’incasso inatteso di 26 milioni in più derivanti dall’Irap, frutto esclusivo delle imprese venete e non certo di una gestione oculata della Regione.
Preoccupano poi i 129 milioni di nuovo indebitamento, che portano il totale dei debiti regionali a circa 300 milioni. In particolare, per la prima volta dal 2017, si contraggono nuovi mutui per la Pedemontana non per opere straordinarie ma per gestire l’ordinario, una situazione che Camani definisce inaccettabile e che riflette la “tecnica dell’opossum” di un esecutivo che preferisce non agire, facendo finta di essere morto per evitare scelte difficili.
Nel mirino anche l’assenza di politiche abitative a favore della classe media e la carenza di investimenti per la riqualificazione delle case popolari Ater. Sulla transizione ecologica, l’attuale amministrazione viene accusata di negare i cambiamenti climatici e di non tutelare chi, senza mezzi, ha dovuto comunque affrontare la trasformazione ambientale.
In tema di sanità, Camani sottolinea come la gestione dell’era Zaia abbia portato al progressivo smantellamento di un sistema che un tempo era un modello di
integrazione sociosanitaria all’avanguardia, con un calo dei servizi e un aumento dei bisogni sociali. Un quadro aggravato da politiche inadeguate nei confronti di giovani, donne e categorie fragili, spesso lasciate indietro.
Dal punto di vista economico, il Veneto ha perso terreno rispetto al passato. Il Pil regionale è cresciuto solo dello 0,5% nel 2024, sotto la media nazionale, e la produzione industriale registra 26 mesi consecutivi di flessione. Nonostante questo, le risorse stanziate sono irrisorie, con soli 400 mila euro destinati ai distretti commerciali. Anche le infrastrutture soffrono ritardi pesanti, con la Tav accumulando un gap di trent’anni e disattenzioni evidenti soprattutto in provincia di Padova.
Camani chiude con un appello forte: “Questa manovra segna la fine di un’epoca. Serve un cambio radicale nel modo di governare, capace di coniugare sviluppo e riduzione delle disuguaglianze per il bene del Veneto e dei suoi cittadini”.
Centrodestra. Marco Dolfin, consigliere regionale leghista
“Serve
unità, ma la Lega ha una identità spiccata”
Mentre nel centrodestra veneto il confronto, ufficiale e ufficioso, è più intenso che mai, Marco Dolfin, consigliere regionale della Liga Veneta per Salvini Premier, fa il punto della situazione ai microfoni Veneto 24. Tra trattative febbrili, il nodo della candidatura e dei posti in giunta e la discussa “lista Zaia”, Dolfin non nasconde il momento delicato, ma rilancia con decisione: “La Lega ha un’identità forte e un radicamento territoriale che nessun vento elettorale può scalfire”.
Sulla definizione del candidato del centrodestra, Dolfin ammette che anche per gli addetti ai lavori “la situazione è in divenire”, almeno nella prima parte di agosto. Le decisioni, infatti, si stanno giocando “nei tavoli romani”, e ai livelli regionali non resta che attendere. “C’è fiducia – dice – che la Lega possa esprimere nuovamente la guida della Regione, ma serve coesione. E soprattutto, serve chiarezza in tempi brevi”.
A chi gli chiede conto delle tensioni con Fratelli d’Italia, Dolfin risponde con una lettura realistica. “La Lega ha costruito nel tempo una classe dirigente amministrativa esperta, fatta di sindaci, assessori, amministratori locali. Fratelli d’Italia ha numeri importanti, ma sul piano territoriale non ha lo stesso radicamento. Questo può creare frizioni, ma anche spazi di collaborazione, se c’è volontà politica”.
Uno dei nodi più dibattuti è la possibile lista Zaia, che secondo alcuni osservatori potrebbe indebolire la Lega. Dolfin la pensa diversamente: “Molti degli eletti nella lista Zaia vengono proprio dalla Lega. Non si tratta di corpi estranei, ma di persone che hanno scelto di sostenere un leader fortemente riconosciuto”. Tuttavia, riconosce che tutto dipenderà dalla decisione finale del presidente Zaia: “Se sarà in campo, si potrà costruire una coalizione coesa. Se deciderà di non esserci,
potrebbe essere più difficile”.
Dolfin, militante della prima ora, rivendica una lunga appartenenza al movimento: “Ho vissuto tutte le fasi: la Lega Nord, la Liga Veneta, l’idea della Padania... ma ho sempre creduto che i leader passano, mentre l’identità e i valori del partito restano. È questo che mi tiene qui dopo tanti anni”. E non manca il riconoscimento al ruolo di Luca Zaia: “Ha guidato il Veneto fuori dai momenti più difficili, come la pandemia, e ha fatto crescere la Regione anche sul piano internazionale. Le Olimpiadi 2026 sono anche merito suo”.
Infine, Dolfin guarda al futuro del Carroccio. Il segretario regionale Alberto Stefani rappresenta la nuova generazione. “Mi piace l’impostazione che sta dando – commenta –. Porta freschezza, ma ha anche rispetto per chi ha fatto la storia del movimento. È questo il mix giusto: innovazione e memoria, entusiasmo e competenza”.
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Vanessa Camani
Marco Dolfin
L’intervista. Il segretario nazionale Antonio De Poli dopo l’incontro con oltre 600 persone nel padovano
Alle prossime regionali scende in campo l’Udc “La persona al centro, il Veneto nel cuore”
O
ltre 600 persone a Cervarese Santa Croce (Padova), lo scorso luglio, hanno partecipato all’iniziativa “Regione Veneto: si vota, costruiamo insieme l’agenda del futuro. Proponi le tue idee”, promossa dal Senatore Antonio De Poli, che ha assunto di recente la carica di Segretario nazionale dell’UDC. “E’ il segnale che c’è un certo fermento per l’area politica di Centro, a cui noi facciamo riferimento. I cittadini e le comunità ci chiedono risposte e l’entusiasmo che abbiamo registrato ci dimostra che siamo sulla strada giusta. C’è bisogno di ascolto, dialogo, confronto con i territori. Quando la politica fa questo, la risposta c’è ed è positiva”, afferma De Poli in un colloquio con La Piazza in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto.
Senatore De Poli, l’Udc ci sarà alle prossime Regionali?
Sì, l’UDC è parte integrante del Centrodestra e sarà presente con le proprie liste in tutte le province. Una scelta chiara, che testimonia
la volontà di essere protagonisti di una stagione, in cui al centro della politica ci sono i cittadini. Non possiamo concentrarci solo sui nomi ma anche sui contenuti per dare risposte concrete ai veneti. Che ruolo ha l’Udc nella coalizione di Centrodestra?
Siamo il Centro che tiene insieme la coalizione. In questo momento c’è bisogno di esperienza e di buon senso. Siamo una forza che costruisce e non divide. Il nostro compito è far dialogare le anime della coalizione, portando competenze, programmi, non slogan. Nella mia e nella nostra storia politica abbiamo sempre messo la persona al Centro. Questo è il bagaglio valoriale più importante ed intendiamo metterlo a disposizione dei Veneti, consapevoli che lavorare in rete, in sinergia con il mondo civico nei territori, è la strada migliore per costruire insieme l’Agenda condivisa per il Veneto.
Come si risolverà il nodo sul candidato-presidente? E soprattutto quando?
Serve equilibrio, non personalismi. Prima i programmi, poi nomi. Abbiamo sempre detto che per noi la priorità non è il nome, ma il progetto. Siamo pronti a sederci al tavolo, a individuare insieme la figura migliore che possa rappresentare tutta la coalizione e che sia in grado di dare le risposte migliori ai cittadini veneti. Dobbiamo farlo al più presto e con grande senso di responsabilità: solo così potremo inaugurare una nuova stagione politica in grado di affrontare le sfide future del nostro Veneto”.
Si scaldano i motori della campagna elettorale: quali sono le priorità a livello programmatico per l’Udc?
Il nostro è un programma che vuole mettere al centro la persona. Puntiamo sulla sanità territoriale, per avvicinare i servizi ai bisogni dei cittadini, sulle politiche sociali a sostegno di anziani, persone non autosufficienti e con disabilità; sui giovani per contrastare la fuga dei nostri talenti all’estero per un Veneto più competitivo e innovativo,
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sul sostegno alle imprese (agricoltura, artigianato, commercio, industria e turismo), sul rilancio del ceto medio oggi sempre più impoverito; su infrastrutture, mondo del volontariato e terzo settore.
Perché a livello nazionale è così importante la sfida elettorale in Veneto?
Il Veneto è un laboratorio politico e sociale. Le Regionali saranno un banco di prova per il Centrodestra e per il ruolo del Centro e di chi condivide il nostro Dna politicoculturale. L’Udc vuole dimostrare che una politica seria, concreta, che mette la persona al centro, è possibile e vincente.
L’intervista. Matteo Ribon, segretario regionale di Cna Veneto, fa il punto del settore
“Oggi se non comunichi non esisti, protagoniste le storie degli artigiani”
“Dobbiamo rimettere il Veneto al centro del sistema produttivo nazionale e europeo. E’ in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano”
D a oltre quindici anni Matteo Ribon è uno dei protagonisti del sistema CNA in Veneto, un punto di riferimento per il mondo dell’artigianato e della piccola impresa. Dopo una formazione in Scienze Politiche all’Università di Padova e un percorso professionale che lo ha visto impegnato nel terzo settore, Ribon ha messo le sue competenze al servizio dell’impresa diffusa, maturando una profonda conoscenza dei mestieri, delle dinamiche economiche del territorio e delle sfide legate all’innovazione. Nel 2019 è diventato Segretario regionale di CNA Veneto, guidando una delle realtà associative più importanti del Nordest con uno stile personale e aprendo le porte a un nuovo modo di comunicare le realtà artigiane della nostra regione. Visto che nelle ultime settimane CNA Veneto ha lanciato il nuovo podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro” ho voluto fare una chiacchierata con Ribon per il fare il punto sulla situazione del mondo artigiano veneto, un settore da sempre al centro dell’economia e dello sviluppo del nostro territorio. Ciao Matteo, sei segretario regionale di CNA Veneto dal 201 9, vuoi provare a fare un bilancio di questi anni?
Sono stati anni molto impegnativi ma sfidanti. Abbiamo avuto come unico obiettivo quello di essere utili e vicini alle imprese cer-
cando di coniugare il supporto alla loro transizione in una situazione economica delicata, all’innovazione e alla spinta verso nuovi mercati. Per fare questo abbiamo anche rinnovato la squadra rinforzando il ruolo del regionale in un rapporto sempre più forte con le istituzioni e il territorio.
Com’è cambiato e come sta cambiando il mondo degli artigiani in questi anni?
È cambiato moltissimo perché è in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano. È un passaggio complicato che riguarda moltissima imprese: negli ultimi anni abbiamo assistito alla perdita di numerose imprese che hanno chiuso o che si sono trasformate, e che inoltre stanno cambiando le loro modalità di lavoro e di operatività.
Quest’estate avete lanciato il podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro”: ce ne vuoi parlare?
Il podcast è una nuova avventura che cerca di raccontare in maniera diversa il mondo dell’artigiano: 10 storie di imprenditori e imprenditrici che hanno deciso di cambiare la loro vita e si sono avvicinati al mondo artigiano, o hanno accettato la sfida di portare avanti un’azienda di famiglia cercando di coniugare la tradizione con l’innovazione, con la tecnologia e con le sfide a cui il mercato ci obbliga, ma
sempre con l’ottica del “guardare avanti”.
A settembre ci sarà la vostra assemblea regionale: quali saranno i temi caldi?
Anche quest’anno a fine settembre ci sarà la nostra assemblea che quest’anno si intitola “Radici nell’Acqua: il Veneto che guarda al futuro”. Il filo di conduttore di questa edizione è l’acqua vista a 360°, sia per quanto riguarda il territorio, il Veneto e tutte le persone e le imprese che ci abitano, sia per quanto riguarda le minacce, del cambiamento climatico, della difficoltà di gestione ma anche dal punto di vista economico perché è un elemento fondamentale per il trasporto delle merci e persone, ma anche un elemento che consente le attività produttivi dell’artigianato. Ci confronteremo con le istituzioni e la politica, cercando di coniugare alcuni elementi tipici del mondo dell’artigiano con le evoluzioni future del nostro territorio.
Come CNA Veneto siete molto attivi dal punto di vista della comunicazione, in questi ultimi anni c’è stato un vero e proprio cambio di rotta da questo punto di vista. Quanto è diventato importante (e quanto è difficile) comunicare alla vostra base in una società ultra connessa come la nostra?
Abbiamo continuato a ripetere a tutti gli artigiani che se non si comunica il proprio lavoro e la propria attività alla fine in questo mercato non si esiste. Noi abbiamo cercato di spingere molto da questo punto di vista dando l’esempio, utilizzando tutti gli strumenti comunicativi sia quelli tradizionali
che quelli evoluti nel mondo digitale. C’è ancora moltissimo da fare: dobbiamo cambiare il linguaggio, dobbiamo avvicinarci alle nuove generazioni e questo è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con molto impegno e con molta determinazione ed è una caratteristica che ci contraddistingue rispetto ai nostri competitor. Quali saranno le sfide più importanti per il nostro territorio nei i prossimi anni?
Ci avviciniamo a un passaggio importante, quello del cambio della Giunta Regionale, che noi accogliamo con la richiesta che è stata portata avanti anche con il rinnovo della Presidenza della CNA del Veneto con il nostro Presidente Moreno del Colle, quella del “Patto per lo Sviluppo”: vogliamo collaborare per stendere insieme un patto di politica industriale ed economica del nostro territorio e vogliamo farlo insieme alle istituzioni. In questi anni ci siamo caratterizzati per essere sempre puntuali e attenti nelle richieste che riguardano le nostre imprese e le necessità del comparto economico. La sfida centrale è
quella di rendere il Veneto sempre più attrattivo, di supportare le transizioni che accompagnano imprese e territorio. Dobbiamo lavorare per far sì che il Veneto torni a essere la locomotiva del Nord Italia e di tutta Italia perché in questo momento i nostri competitor, che sono le regioni europee, ci vede un po’ in difficoltà. Dobbiamo rilanciare questa sfida cercando di rendere sempre più vicine alle nuove generazione le nostre imprese, il nostro territorio e tutto quello che ci circonda. Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
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Neurochirurgia e neuroradiologia spinale unite in un approccio innovativo
L’ospedale Ca’ Foncello si conferma punto di riferimento a livello nazionale per la diagnosi e il trattamento delle patologie spinali, grazie a un modello integrato e multidisciplinare che unisce le competenze della Neurochirurgia Spinale, diretta dal dr Jacopo Del Verme, e della Neuroradiologia Interventistica Spinale, guidata dal dr Altin Stafa. Il progetto, sostenuto dalla direzione dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, è stato illustrato il 24 luglio a Villa Carisi, alla presenza del direttore generale Francesco Benazzi e del direttore della Neurochirurgia, dr Giuseppe Canova. Negli ultimi anni, l’ospedale ha investito con decisione nello sviluppo di metodiche mini-invasive, rendendo possibile il trattamento di fratture vertebrali, ernie discali e metastasi spinali con tecniche guidate da imaging RX e strumenti di ultima generazione, senza tagli o con incisioni millimetriche.
“L’evoluzione tecnologica – ha spiegato il dr Stafa – consente oggi di intervenire in modo preciso e sicuro, con recuperi più rapidi e minore dolore post-operatorio. Usiamo radiofrequenza, crioablazione, laser ‘freddo’, e protesi vertebrali espandibili”. I dati lo confermano:
• 178 interventi con protesi vertebrali espandibili in tre anni: il Ca’ Foncello è il primo centro del Triveneto per numero di procedure.
• 64 trattamenti su ernie discali cervicali con tecnica laser: record regionale per questa metodologia.
• Interventi anche sul tratto toracico, tra pochissimi casi in Italia.
• 71 pazienti trattati per metastasi vertebrali con radiofrequenza dal 2017, con un trend in crescita.
Neurochirurgia spinale: precisione e personalizzazione
L’Unità di Neurochirurgia Spinale, sotto la direzione del dr Del Verme, si distingue per numeri in crescita e approccio su misura. In media, vengono eseguiti circa 700 interventi all’anno:
• 637 interventi nel 2022
• 738 nel 2023
• 738 nel 2024
• 413 interventi già registrati al 15 luglio 2025, con un trend in aumento Le patologie trattate spaziano da quelle degenerative a quelle traumatiche e oncologiche. “Lavoriamo in sinergia con ortopedici, fisiatri, radiologi e altri specialisti – ha sottolineato Del Verme – per garantire il miglior percorso possibile, dalla diagnosi alla riabilitazione”. “Il nostro obiettivo – ha aggiunto il dr Canova – è costruire un percorso completo, efficace e centrato sul paziente, riducendo al minimo le complicanze grazie a tecnologie avanzate e protocolli condivisi”.
Il direttore generale Benazzi ha elogiato il lavoro di squadra: “La collaborazione tra specialisti su ogni singolo caso ha reso il modello Treviso un esempio a livello nazionale. Sono sempre più numerosi i professionisti che scelgono Ca’ Foncello per formarsi sulle tecniche più innovative della chirurgia e neuroradiologia spinale”.
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A Treviso nascono
la “Stanza dei sogni” e l’“Oasi pediatrica”
Si chiamano “Stanza dei sogni” e “Oasi pediatrica” i nuovi spazi inaugurati all’interno del reparto di Pediatria dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, frutto di un progetto che unisce innovazione, sensibilità e partecipazione del terzo settore. L’“Oasi pediatrica”, nata già nel 2003, è stata oggetto di un importante intervento di ristrutturazione, mentre la “Stanza dei sogni” è una novità assoluta: si tratta di una sala dedicata alle procedure mediche più complesse – come accessi venosi profondi, punture lombari, artrocentesi o medicazioni per ustioni – realizzata in un ambiente colorato, accogliente e immersivo. Sul soffitto scorrono immagini rilassanti, le pareti sono decorate con colori vivaci, e intorno al lettino non mancano giochi e strumenti di distrazione. L’obiettivo: ridurre il disagio psicologico e fisico dei bambini durante le cure. L’inaugurazione ufficiale si è tenuta oggi alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, affiancata dal direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, dal sindaco di Treviso Mario Conte e dai rappresentanti del terzo settore. “In questi luoghi – ha dichiarato Lanzarin – si respira un’aria diversa, lontana dal classico ambiente ospedaliero. Si è riusciti a creare un’atmosfera serena, dove i bambini soffrono meno, accolti da personale straordinario sia per competenza che per umanità. È un esempio virtuoso che può e deve essere replicato in tutta la regione”. L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie all’impegno dell’associazione “Per Mio Figlio”, che ha promosso la raccolta fondi necessaria all’acquisto di arredi, tecnologie e decorazioni, oltre alla formazione del personale sanitario. L’investimento complessivo per la sola “Stanza dei sogni” è stato di circa 200.000 euro. I lavori strutturali sono stati curati dai Servizi Tecnici e Patrimoniali dell’Ulss 2. Secondo le stime, nella nuova sala verranno effettuate inizialmente tra le 150 e le 200 procedure mediche all’anno, numero destinato a crescere. Una dimostrazione concreta che umanizzare le cure non è solo uno slogan, ma una scelta strategica e sostenibile, capace di migliorare davvero la vita dei piccoli pazienti e delle loro famiglie.
Prevenzione. Una nuova convenzione rafforza le azioni per migliorare qualità della vita, autonomia e benessere degli anziani
Ulss 2 e ANAP Confartigianato insieme per un invecchiamento attivo
In provincia di Treviso cresce la popolazione over 65: Ulss 2 e ANAP uniscono le forze per promuovere un invecchiamento attivo e consapevole, puntando su prevenzione, salute e partecipazione alla vita comunitaria
Promuovere la salute, il benessere e la partecipazione degli over 65: è questo l’obiettivo della nuova convenzione siglata tra Ulss 2 Marca Trevigiana e ANAP Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, storica associazione che rappresenta anziani e pensionati del mondo artigiano. L’accordo, attivato nei giorni scorsi, rafforza una collaborazione già consolidata, con l’intento di costruire azioni concrete per favorire un invecchiamento attivo, consapevole e generativo.
In provincia di Treviso, quasi un quarto della popolazione ha più di 64 anni: oggi sono circa 200.000, ma diventeranno oltre 300.000 nei prossimi 15 anni. La salute e la qualità della vita degli anziani diventano dunque temi centrali nelle politiche sanitarie locali, anche perché già oggi due terzi della spesa sanitaria regionale riguardano questa fascia d’età. In questo contesto, l’invecchiamento attivo — secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità — significa “ottimizzare le opportunità di salute, partecipazione e sicurezza”.
La convenzione prevede un ampio ventaglio di iniziative, sviluppate congiuntamente da Ulss 2 e ANAP, che vanno dalla prevenzione delle cronicità alla sicurezza domestica, dall’attività fisica adattata alla promozione di stili di vita sani. Centrale sarà anche il coinvolgimento delle “Comunità Attive”, reti territoriali di cittadini, istituzioni e associazioni impegnate per costruire ambienti favorevoli alla salute pubblica.
Nel dettaglio, Ulss 2 si impegna a fornire supporto scientifico, monitoraggio delle attività, partecipazione a bandi e presenza dei propri professionisti agli eventi organizzati da ANAP. L’azienda sanitaria collaborerà alla co-progettazione di percorsi educativi e formativi, offrendo il proprio know-how in materia di prevenzione e promozione della salute.
vita comunitaria. Un modello di rete e corresponsabilità, che valorizza gli anziani come risorsa sociale e culturale, capaci di contribuire ancora con esperienza, tempo e relazioni.
Un’iniziativa concreta per costruire un futuro dove longevità significhi anche qualità della vita, autonomia e protagonismo nella comunità trevigiana.
Da parte sua, ANAP curerà l’organizzazione di incontri e attività dedicate agli over 65, utilizzando i propri spazi e la rete dei gruppi di mestiere per la diffusione delle iniziative. Grande attenzione sarà rivolta alla mobilità sostenibile, alle relazioni intergenerazionali e al miglioramento dell’accesso ai servizi, anche attraverso la sinergia con altri partner del territorio. Questa alleanza tra sistema sanitario e mondo associativo punta a una nuova visione dell’invecchiamento, non più come fase di progressivo ritiro, ma come momento di partecipazione attiva alla
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Castelfranco
Veneto, al via l’ambulatorio “PiùPausa!
Un approccio personalizzato e multidisciplinare per accompagnare le donne nella delicata fase della menopausa: è questo l’obiettivo del nuovo ambulatorio “PiùPausa!”, attivato presso l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Castelfranco Veneto. Il servizio nasce per offrire risposte mirate alle problematiche legate al climaterio, con l’intento di migliorare la qualità della vita e promuovere una visione attiva e consapevole della salute femminile. All’interno dell’ambulatorio, ogni donna viene accolta con un percorso “sartoriale”, costruito sulle sue esigenze specifiche. Il team ginecologico valuta i sintomi manifestati, fornisce consulenze individualizzate, suggerisce modifiche dello stile di vita e propone strategie terapeutiche personalizzate. Particolare attenzione viene dedicata alla prevenzione del rischio cardiovascolare, mammario e di osteoporosi, aspetti che diventano centrali nella fase post-riproduttiva. La menopausa, infatti, comporta una progressiva riduzione dell’attività ovarica, con un calo degli ormoni che può influenzare negativamente numerosi apparati: cardiovascolare, osseo, genitourinario e sistema nervoso centrale. Intervenire precocemente e in modo mirato è fondamentale per ridurre i sintomi, prevenire complicanze e garantire benessere a lungo termine. L’ambulatorio “PiùPausa!” si occupa anche di situazioni più complesse, come la menopausa precoce, spontanea o iatrogena (spesso dovuta a trattamenti oncologici), che richiedono un’attenzione clinica ancora più specifica e una presa in carico personalizzata. Per accedere al servizio è necessaria una prenotazione tramite CUP al numero 0423 728898, attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 18.00 e il sabato dalle 8.00 alle 12.00. È richiesta l’impegnativa del medico di medicina generale con l’indicazione “visita ginecologica in menopausa/ climaterio”. Con “PiùPausa!”, l’Ospedale di Castelfranco Veneto mette a disposizione delle donne uno spazio dedicato alla prevenzione, al benessere e all’ascolto, rafforzando l’impegno per una sanità sempre più vicina ai bisogni specifici femminili e attenta alle diverse fasi della vita.
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A tavola
Idee in cucina, facili e sfiziose
Quando arriva l’estate si ha sempre più la voglia di piatti freschi e leggeri, qualcosa di appetitoso che sappia conquistare il palato con sapori semplici e genuini. Ricette utili anche per il pic nic di ferragosto e per le settimane successive
INVOLTINI
I ZUCCHINE GRIGLIATE
Una ricetta facile e veloce con ingredienti di stagione. Un piatto perfetto come antipasto e ottimi per accompagnare l’aperitivo.
Ingredienti: 2 zucchine; 150 gr di robiola o di philadelphia; sale e pepe; erba cipollina o rucola per chiudere i rotolini
Preparazione:Lavare le zucchine e spuntatele da entrambi i lati. Utilizzando una mandolina, o un coltello per ricavare dodici fette spesse due millimetri.Salare e mettere le fette su una piastra bella calda. Far cucinare le verdure due minuti per lato. In una ciotola trasferire la robiola (o altro tipo di formaggio) con una forchetta schiacciarla fino ad ottenere una crema morbida. Aggiungere sale e pene a piacere. Quando le zucchine sono fredde, disporre la robiola all’interno di ogni fettina, arrotolarle e chiudere i rotolini con un filo di erba cipollina. Come alternativa è possibile aggiungere una fettina di prosciutto.
LASAGNE DI PANE CARASAU (SENZA FORNO)
Un piatto fresco, ricco di verdure e di facile realizzazione. Lasagne estive ricche di verdura di stagione. Il tutto è condito con una besciamella al basilico.
Ingredienti: : 250 g di pane carasau, 1 melanzana, 2 zucchine, 400 g di pomodorini; 1 spicchio di aglio. Per la besciamella 600 ml di latte; 40 g di farina (0 o integrale); 20 g di olio extravergine d’oliva; 20 g di olio di semi di girasole; 1 mazzetto di basilico fresco; 1 cucchiaio di lievito alimentare; 1 pizzico di noce moscata; sale e pepe
Preparazione: Lavare e tagliare a dadini le melanzane, le zucchine e i pomodorini. In una padella soffriggere uno spicchio di aglio con un po’ di olio fino a farlo imbiondire. Cuocere una decina di minuti. Per preparare la besciamella, scaldare fino a bollore il latte. In un pentolino versare la farina, l’olio extravergine d’oliva e l’olio di semi di girasole. Mettere sul fuoco, mescolate bene e scaldate il tutto. Unire a filo il latte caldo e continuare a mescolare evitando di formare grumi. Portare a bollore e cuocere un paio di minuti. Condire la besciamella con sale, pepe, noce moscata, lievito alimentare e il basilico tagliato. Ricavare dei rettangoli con il pane carasau. Ammorbidire con dell’acqua tiepida e formare due strati di pane uno sull’altro. Coprire con della besciamella e cospargete con un terzo delle verdure. Ripetere gli strati di pane carasau, besciamella e verdure altre due volte.
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CROSTATA DI LIMONE
Un dolce fresco e profumato, perfetto per la stagione estiva. Una ricetta base per preparare una deliziosa crostata di limone perfetta da gustare come dessert dopo un pasto estivo o per una merenda fresca e golosa.
Ingredienti per la pasta frolla: 250 g di farina 00; 125 g di burro; 100 g di zucchero a velo; scorza grattugiata di 1 limone; 1 uovo intero; 1 tuorlo d’uovo
Ingredienti per la crema al limone: 3 limoni (scorza e succo); 150 g di zucchero; 3 uova intere; 50 g di burro
Preparazione per la pasta frolla: In una ciotola, setacciare la farina e aggiungete il burro freddo a pezzetti. Lavorate il burro con la farina fino a ottenere una consistenza sabbiosa. Aggiungere lo zucchero a velo e la scorza grattugiata di limone, mescolando bene. Incorporare l’uovo e impastare fino a formare una palla compatta di pasta frolla. Avvolgere la pasta frolla in pellicola trasparente e lasciarla riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.
Preparazione per la crema al limone: In una ciotola, grattugiare la scorza dei limoni e spremetene il succo. In una pentola a fuoco medio, mescolate il succo di limone, la scorza grattugiata, lo zucchero e le uova. Continuate fino a quando la crema inizia a addensarsi. Togliete la pentola dal fuoco e aggiungete il burro, mescolando fino a quando sarà completamente sciolto e la crema sarà liscia Pre-riscaldate il forno a 180°C.Riprendete la pasta frolla dal frigorifero e stendetela su una superficie infarinata con l’aiuto di un mattarello, fino a raggiungere uno spessore di circa 3-5 mm. Rivestite una teglia da crostata con la pasta frolla, premendo bene sui bordi e eliminando l’eccesso di pasta. Bucherellate il fondo della crosta con una forchetta per evitare che si gonfi durante la cottura. Versate la crema al limone e livellatela con una spatola. Infornate la crostata di limone per circa 25-30 minuti finché la superficie sarà dorata.
Rubrica a cura di Sara Busato
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