Assistenza sanitaria: attivo il 116 117, nuovo punto di riferimento
di Chioggia
Marco Dolfin:
“Nessun vento elettorale può scalfire l’identità della Lega”
Verso il voto in Veneto scende in campo l’Udc, De Poli: “I cittadini al centro della politica”
Matteo Ribon e il mondo artigiano: “Se non comunichi oggi non esisti”
Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
Quanto manca alle elezioni regionali? Non si sa. O meglio: le elezioni regionali si dovranno tenere entro il prossimo 23 novembre e da li non si scappa. Però la data precisa, che deve essere indicata dall’attuale amministrazione regionale, non si conosce.
Del resto ogni giorno l’agenda politica regionale è scandita dalle divisioni nel centrodestra. Il “dopo Zaia” evidentemente non è un passaggio per nulla natura e la difficoltà a indicare il prossimo candidato presidente appare chiara. Non è solo una questione di numeri, o meglio di proporzioni elettorali tra le forze politiche che compongono la coalizione: sembra esserci un problema di standing. Dopo un presidente così presente, mediatico e amato, infatti, non sembra esserci, in “casa” di nessuno una figura in grado di raccogliere il testimone con la stessa forza. Da qui le difficoltà a individuare il candidato successore.
Il segretario regionale della Lega, Alberto Stefani, quello di Fdi, Luca De Carlo, il senatore meloniano Raffaele Speranzon, l’assessore regionale leghista, Roberto Marcato sono certamente tutte figure importanti e stimate, ma evidentemente nessuna di loro rappresenta “l’asso pigliatutto” ovvero quella figura che, in una fase di difficoltà a decidere, metta tutti d’accordo.
a pag. 21
A Chioggia, popolazione in calo da decenni, aumentano i residenti over 65. Si moltiplicano sempre di più le iniziative per promuovere stili di vita salutari
LE PRIORITÀ DEL NUOVO VICESINDACO SERENA DE PERINI
La nuova vicesindaca spiega il suo impegno per la stabilità politica e lo sviluppo della città, tra fondi Pnrr, pesca e sostenibilità ambientale
MANILDO LANCIA LA SFIDA PER IL VENETO: “CREARE FUTURO,
Il centrosinistra compatto apre la lunga campagna elettorale, “Serve una Regione che non lasci indietro nessuno”
CDalle culle vuote il monito per il futuro Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
’è una curva che scende in silenzio, lontano dai clamori della cronaca quotidiana, ma che racconta meglio di qualunque altra cifra il destino della nostra società: quella delle nascite. I dati diffusi da Istat e Regione Veneto parlano chiaro. Nel 2024, nella nostra regione, sono venuti alla luce appena 29.918 bambini, il minimo storico degli ultimi decenni, mentre i decessi sono stati oltre 50 mila.
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La Fiamma Olimpica illuminerà Chioggia
Chioggia si prepara a vivere un momento storico: per la prima volta la Fiamma Olimpica dei Giochi Olimpici Invernali Milano-Cortina 2026 toccherà il suo suolo. Il passaggio è previsto il 22 gennaio 2026, quando una staffetta di tedofori – volontari selezionati dalla Fondazione Milano Cortina 2026 – attraverserà la città lagunare, portando con sé i valori di inclusione, pace e benessere che da sempre contraddistinguono lo spirito olimpico. “La scelta di includere Chioggia nel percorso della Fiamma è motivo di grande orgoglio e rappresenta un’opportunità unica di visibilità per il territorio”, ha sottolineato il sindaco Mauro Armelao. “Un evento di portata mondiale come le Olimpiadi è un palcoscenico d’eccezione che ben si lega al nostro impegno per lo sport e per progetti come la futura Cittadella dello Sport, che mira a valorizzare l’attività fisica e a promuovere il turismo locale”. Anche l’assessore agli Eventi e allo Sport, Riccardo Griguolo, ha definito la presenza della Fiamma Olimpica “un riconoscimento di grande valore simbolico, capace di unire persone e territori, un’occasione di straordinaria visibilità per la nostra comunità”. L’arrivo della staffetta coinciderà con la giornata del tradizionale mercato settimanale, trasformando l’evento in una festa collettiva aperta a cittadini e turisti. Dopo la tappa chioggiotta, la Fiamma proseguirà verso Treviso, Mestre e Venezia. Il percorso ufficiale della Fiamma Olimpica partirà da Roma il 6 dicembre 2025 e si concluderà a Milano il 6 febbraio 2026, dopo aver attraversato tutte le regioni italiane per oltre 12.000 chilometri in 63 giorni. Oltre 10.000 tedofori si alterneranno lungo la staffetta, che prevede tappe quotidiane con cerimonie serali nelle città coinvolte. Ogni tedoforo coprirà circa 200-250 metri, permettendo a tutta la popolazione di assistere e partecipare all’evento.
Redazione Chioggia
Dalle culle vuote il monito per il futuro
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
Rispetto al 2023 siamo scesi sotto la quota dei 30 mila nati in un calo che ormai prosegue da anni. Siamo a meno 1.300 nati nel 2023 e meno 500 nel 2024, che si traduce in un crollo del 35% se guardiamo al 2010. E se prendiamo in considerazione il saldo naturale – oltre 50 mila decessi contro meno di 30mila nascite – la realtà si fa impietosa: il Veneto sta morendo più in fretta di quanto riesca a rigenerarsi.
Siamo abituati a pensare alla natalità come a una statistica secondaria, un indicatore da relegare nelle ultime pagine dei rapporti demografici. Ma non è così. Questa non è una semplice flessione, non è un ciclo passeggero. È una crisi profonda, strutturale, che ci interroga come comunità e che dovrebbe scuotere le fondamenta delle nostre agende politiche e culturali.
Le cause? Numerose e intrecciate: meno donne in età fertile (–17% in poco più di dieci anni), meno figli per donna (da 1,50 a 1,21), età media della prima maternità salita a quasi 32 anni. E poi la precarietà del lavoro, la fragilità dei legami affettivi, l’assenza di servizi per l’infanzia e un crescente senso di insicurezza economica. I figli non sono più un diritto spontaneo, ma un lusso da calcolare con il bilancino. Eppure, se guardiamo con attenzione, questa crisi demografica è anche una crisi di fiducia. Di fiducia nel futuro, nelle istituzioni, nella possibilità di costruire un progetto di vita che duri più di una stagione. Si rimanda il momento della genitorialità nella speranza che “arrivino tempi migliori”, che spesso non arrivano mai oppure arrivano ormai fuori tempo massimo. Così, i margini biologici si restringono, aumentano i ricorsi alla procreazione assistita, si riduce la possibilità di avere più di un figlio. Il tempo delle famiglie si contrae ed è già un miracolo se di figli ne arriva un solo. In questa fotografia, le province del Veneto non fanno eccezione, anzi guidano il declino. Eppure si tratta di territori che offrono buoni standard di vita, servizi diffusi, qualità ambientale, occasioni di lavoro. È segno che il nodo non è solo economico, ma anche culturale. Occorre rimettere al centro la natalità non come un dovere, ma come possibilità concreta e desiderabile. Servono politiche coraggiose, investimenti strutturali, incentivi reali per chi decide di mettere al mondo un figlio. Servono sostegni concreti, e non semplici bonus a spot, alle famiglie, alle giovani coppie, affinché la scelta di crescere dei figli non venga rimandata a tempo indeterminato. Oggi più che mai, il Veneto ha bisogno di futuro. E il futuro, in ogni civiltà, passa sempre da una culla.
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Politica. Intervista al nuovo vicesindaco Serena De Perini
“Le priorità? Portare a termine gli interventi Pnrr ed essere portavoce delle categorie”
“Ci sono progetti strategici come l’apertura di Palazzo Granaio e la sua futura destinazione (chiuso da oltre 15 anni), il completamento di Piazza Europa”
Abbiamo intervistato Serena De Perini, nominata vicesindaco di Chioggia e assessore al demanio turistico, politiche comunitarie e regionali, portualità, ambiente, verde pubblico, ecologia, pesca, agricoltura, gemellaggi. Sostituisce l’ex vicesindaca Elena Zennaro a cui erano state revocate le deleghe a inizio giugno dal sindaco Mauro Armelao.
Quali punti del programma ritiene prioritari affrontare questo momento?
“In questo momento storico così delicato e pieno di sfide, le scadenze legate al PNRR rappresentano una priorità assoluta. Da qui alla prossima primavera ci attendono traguardi fondamentali: dalla copertura dell’Arena, all’area verde dal Lungomare ai giardini di viale Umbria, fino al recupero degli immobili della Stazione di Posta, scelta lungimirante per il sociale in città. Le tempistiche sono stringenti ma posso garantire che la macchina amministrativa è in corsa, con grande impegno e determinazione. Accanto a questi interventi, ci sono progetti strategici come l’apertura di Palazzo Granaio e la sua futura destinazione (chiuso da oltre 15 anni), il completamento di Piazza Europa e il nuovo assetto del capolinea di Campo Cannoni, connesso alla viabilità di viale Umbria, con una rotonda che mette in sicurezza un
“brutto” incrocio. Proseguiremo anche con il completamento del IV lotto delle asfaltature, per poi avviare la programmazione del V, destinato a nuove strade e marciapiedi dal valore di circa 2,7 milioni. Sul piano delle deleghe di mia competenza, il mio impegno sarà immediato e concreto nel chiudere le vicende Bolkestein, dare il mio contributo sul piano dell’Arenile, e collaborare sui passaggi al mare, nel settore del demanio turistico, completare le azioni nella tutela ambientale per una Chioggia Green (incluse le Tegnùe, basti solo ricordare il percorso per il riconoscimento di Patrimonio Unesco che abbiamo intrapreso). Per quanto riguarda la pesca e l’agricoltura, invece, sono nuove deleghe. Cercherò di essere portavoce su questo, a fianco delle categorie, con Regione, Ministero ed Europa”.
La sua nomina a suo parere ricompatta la stabilità della giunta dal punto di vista politico?
“Lo dico con sincerità: non era un ruolo previsto per Forza Italia, non era frutto di accordi elettorali, e quindi, a maggior ragione, non era qualcosa che mi aspettassi personalmente. Quando il sindaco me lo ha proposto per la prima volta, ho scelto di declinare, d’accordo con il mio segretario di partito proprio per rispetto degli equili-
bri politici che potevano trovare altra soluzione che però dopo tempo non c’è stata. Quando
mi è stato chiesto nuovamente, ho deciso di cogliere la proposta dopo aver sentito tutte le parti
in gioco e i colleghi. Ho accettato per responsabilità”.
Da qui alla fine del mandato prevede altri rimpasti?
“Non è una prospettiva che mi preoccupa. Il mio compito è: affrontare, insieme ai colleghi, i problemi reali della città, dare risposte ai cittadini e alle imprese. Abbiamo davanti quasi due anni di lavoro: utilizziamoli al meglio. Se nel percorso emergeranno nuove esigenze o situazioni da valutare, lo faremo con lo stesso spirito di confronto e responsabilità che ci ha guidati fino ad oggi”.
Alessandro Abbadir
Barbara Penzo (Pd): “Ennesimo rimpasto,
giunta indebolita politicamente”
Sulla decisione nelle scorse settimane del sindaco Mauro Armelao, di fare un rimpasto di giunta non mancano le critiche da parte dell’opposizione. Ad andare all’attacco è la consigliera del Pd Barbara Penzo “Siamo di fronte - spiega Penzo - all’ennesimo rimpasto di una giunta comunale che, in quattro anni, ha vissuto un susseguirsi di defezioni, sostituzioni, deleghe tolte, uscite di maggioranza e ruoli riassegnati. Due vice-sindaci silurati non sono un dettaglio, ma il segnale evidente di una maggioranza fragile e logorata da tensioni interne. Altro che progetto solido per Chioggia: qui si naviga a vista, tra personalismi e accordi di equilibrio. L’ultima mossa, con
l’assessora De Perini che assume la funzione di vice-sindaca
segna anche un segnale politico preciso di rafforzamento di (un’area) Forza Italia. Ma il dato più evidente è la crescente posizione silente della Lega, sempre più marginalizzata all’interno della sua stessa amministrazione. Un sindaco salviniano che sembra riposizionarsi”. “Un sindaco - conclude Penzo - che sembra agire con molte difficoltà e scarse capacità di tenere insieme il suo fronte, e Chioggia continua a pagare il prezzo di una politica instabile e autoreferenziale. Noi continueremo a chiedere trasparenza e a denunciare questa deriva: i cittadini meritano una guida, non una continua partita a scacchi tra correnti e ambizioni personali”. (a.a.)
Barbara Penzo
Serena De Perini
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Emergenza natalità. I dati delineano una situazione in linea con il trend nazionale
Popolazione in calo da decenni, aumentano i residenti over 65
C hioggia, il secondo Comune per popolazione della Città Metropolitana di Venezia vede un calo costante della popolazione nel corso degli ultimi anni. A fine 2024 la popolazione di Chioggia contava 47621 abitanti di cui 23659 maschi e 23962 femmine. Il tasso di natalità negli ultimi 5 anni è calato di quasi un punto: nel 2020 era del 6,32 nati ogni mille abitanti, nel 2021 del 6,31, nel 2022 del 4,77 nel 2023 era al 5,21 e infine nel 2024 al 5,25. Anche il tasso di mortalità e questa è la buona notizia, è calato a Chioggia rispetto al 2020, anno però va ricordato, in cui era scoppiata la pandemia da Covid 19. Il tasso di mortalità nell’ultimo quinquennio è passato così dal 12,74 morti ogni mille abitanti del 2020 ai 13,10 del 2021, 12,32 del 2022 10,74 del 2023 e
10,81 del 2024. Va detto comunque che la popolazione chioggiotta è in calo da ormai vent’anni a questa parte. Nel 2004 a Chioggia si contavano 51.648 abitanti con una età media di 42,1 anni. Ora l’età media si è alzata a 48,9 anni. Un calo netto di oltre 4000 persone in appena un paio di decenni. Questa situazione riporta Chioggia al numero di residenti grosso modo del 1961. Insomma si è lontani dal record storico segnato nel 1981 quando la città di Chioggia era arrivata a contare 53.470 abitanti. Quasi il doppio in più nel giro di un secolo, nel 1871 gli abitanti erano infatti 28.051. Ma se gli abitanti sono quasi gli stessi di quelli che complessivamente c’erano agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso, non lo è invece la composizione
delle fasce della popolazione . Si pensi infatti che in quegli anni c’era il cosiddetto “baby boom” collegato al boom economico mentre ora il fenomeno in atto è quello dell’inverno demografico. A commentare i dati che si pongono davanti è Serena De Perini, vicesindaco e assessore ai servizi demografici del Comune di Chioggia. “La popolazione del nostro territorio - dice la vicesindaco De Perini - segue un trend non solo nazionale ma addirittura europeo: i residenti over 65 aumentano mentre i nuovi nati diminuiscono. Basta leggere i numeri che escono dal nostro ufficio demografico: i bambini in età prescolare nel 2020 erano 2.175 mentre nel 2024 sono scesi a 1.915. Per contro i residenti over 65 nel 2020 erano 11.788 e nel 2024 il numero è salito a
12.495. La popolazione sta invecchiando, si vive più a lungo mentre non si fanno figli. Anche il numero di residenti cala, anche se in maniera non troppo accentuata rispetto ad altre realtà simili alla nostra, e anche questo è un trend generalizzato delle comunità marine, il dato
La città è sempre più vecchia, le emergenze sanitarie sono all’ordine del giorno
Con una popolazione che invecchia e bambini e ragazzi spesso sempre più sedentari, il Comune di Chioggia ha puntato anche quest’anno ad iniziative che mettano la salute in primo piano. Chioggia infatti ha aderito nei mesi scorsi all’iniziativa promossa dalla Regione:”1 chilometro al giorno nel tuo Comune” che ha l’obiettivo di promuovere il movimento in tutta la popolazione, dando la possibilità a chiunque di camminare in un percorso pedonale di 1 chilometro, tracciato da una cartellonistica accessibile e percorribile da chiunque, sicu-
è emerso nel corso dei recenti tavoli del Summit G20 Spiagge”. A una situazione del genere i Comuni puntano a porre rimedio offrendo e potenziando servizi che favoriscano la formazione di nuove famiglie e della natalità. Alessandro Abbadir
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ro e gratuito. Camminare lungo questo percorso è un primo “passo” per mantenersi attivi e in salute, è un’attività facile da svolgere, gratuita, che non richiede preparazione atletica e che può essere eseguita in qualsiasi momento, senza attrezzature specifiche. A Chioggia il Comune ha così individuato il percorso ideale: il tratto di area pedonale che inizia e arriva lungo Isola dell’Unione est, lato scuole. L’iniziativa è rientrata nel più ampio progetto “5 Km di Meraviglia Scopri, Cammina, Rispetta”, l’iniziativa educativa e ambientale voluta dal sindaco
Mauro Armelao e resa possibile dalla collaborazione con numerose associazioni di volontariato cittadine che ha coinvolto centinaia di bambini e ragazzi degli istituti comprensivi di Chioggia. Chioggia poi ha già fatto proprio il manifesto “La salute nelle città: bene comune” che dialoga con tutti gli enti che in modo diretto o indiretto si occupano di salute. Inoltre è una poche città in Italia ad essersi dotata di un “Health City Manager”, un professionista che possa essere il perno attorno al quale ruotano le iniziative in tema di salute. (a.a.)
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Il centro storico di Chioggia
L’intervista.
La psicologa Fortunata Pizzoferro sul calo delle nascite e le sfide dell’essere genitori oggi
L’attenzione ai bambini, figli della società, sia responsabilità condivisa e sostenibile
F ortunata Pizzoferro, già vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, ora ora vicepresidente di Enpap, la cassa di previdenza degli psicologi, analizza il fenomeno generalizzato del calo della natalità che investe anche la nostra regione, soffermandosi in particolare sulle dinamiche di coppia e sui riflessi a livello sociale.
Dottoressa, da anni ormai assistiamo anche in Veneto ad un generalizzato calo della natalità, è solo una questione economica o lavorativa?
La denatalità, in Veneto come in tutti i Paesi del mondo con economie sviluppate, è un fenomeno complesso, che rimanda ad una serie di fattori: economici, culturali, sociali, psicologici.. che interagiscono tra di loro.
Certamente il fattore economico gioca un ruolo non banale nella presa di decisioni che impattano sul futuro: se mi sento precaria nel lavoro, se ho difficoltà ad accedere ad un mutuo, se aumenta il costo della vita, non posso pensare con serenità a un progetto di genitorialità. Tuttavia, non si tratta solo di economia. C’è anche un profondo cambiamento culturale e psicologico nella funzione identitaria e modo di intendere la genitorialità. Oggi molte persone e soprattutto sempre più donne cercano una realizzazione personale, professionale ed emotiva che può essere prioritaria o anche sostituire del tutto la maternità o la paternità. Inoltre le nuove relazioni di copia sono più instabili, perché il focus è la felicità dell’individuo, più che il progetto comune. E’ cambiato anche il modello di fecondità, ovvero il numero medio di figli per ciascuna donna. Anche questo è un segno dei tempi?
figlio è molto spostata in avanti rispetto al passato. La maternità e la paternità sono diventate esperienze sempre più ponderate e progettate, con una ridefinizione dei ruoli di genere, e una crescente attenzione alla qualità della relazione genitore-figlio.
I figli arrivano sempre più tardi nella coppia, perché si posticipa la genitorialità?
Anche in questo caso i fattori sono molteplici e compresenti. Da un lato, i giovani studiano più a lungo, entrano tardi nel mercato del lavoro e spesso faticano a raggiungere quella stabilità economica che oggi viene ritenuta necessaria. Inoltre, esiste nella nostra società un desiderio di vivere la coppia intesa in termini romantici che un tempo non esisteva: la famiglia tradizionale si basava sul patto economico e non sull’amore come a volte tendiamo a favoleggiare. Inoltre, la genitorialità oggi è vissuta come una responsabilità emotiva
gici della fertilità.
C’è infatti un maggior ricorso alla procreazione medicalmente assistita, ma non si rischia di essere fuori tempo massimo?
Sì, il desiderio di avere figli è ancora forte in molte persone, così come l’impronta culturale che ti fa sentire completo sono con una famiglia. È anche diventato sempre più naturale il pensiero di superare i limiti imposti dalla natura. I trapianti allungano la vita, la chirurgia plastica prolunga la giovinezza. Sempre più coppie cercano supporto medico quando la natura non li favorisce. Biologia e cultura si muovono a velocità diverse: la società indurrebbe di fare figli sempre più tardi, ma il corpo ha ancora i suoi ritmi.
È possibile mitigare l’inverno demografico?
C’è un profondo cambiamento nel modo di intendere la genitorialità, i figli arrivano sempre più tardi e aumenta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita: “Occorre ripensare maternità e paternità ma anche sostenere le famiglie con un adeguato welfare”
Sì, il calo del numero medio di figli per donna è un chiaro riflesso dei cambiamenti sociali in atto. In passato, avere due o tre figli era la norma, ma era anche un valore come forza lavoro, grandi famiglie vivevano nella stessa corte, coltivavano lo stesso appezzamento di terra, mandavano avanti lo stesso commercio. Oggi si desidera dare ai figli le opportunità di realizzarsi secondo le proprie inclinazioni, e ciò richiede un notevole investimento economico. Ma anche un investimento di tempo e di cura, che è difficile moltiplicare per più figli. Tenendo anche in considerazione che l’età media in cui si fa il primo
enorme: si vuole essere “bravi genitori”, “maturi”, “adeguati”, si vorrebbe essere capaci di fare i genitori senza mai esserlo stati. Questo porta molti a rimandare, a non sentirsi mai pronti, fino a scontrarsi con i limiti biolo-
Invertire completamente la tendenza nel breve periodo credo sia difficile, dovrebbero accadere nuove rivoluzioni culturali. Sicuramente intervenire sul welfare, sulla conciliazione vita- lavoro può avere effetti, se si vuole andare in quella direzione. Servono politiche strutturate a sostegno della famiglia, come servizi per l’infanzia, congedi parentali equamente distribuiti, incentivi economici, ma anche una nuova cultura della genitorialità. Occorre ripensare maternità e paternità in una dimensione compatibile con la vita moderna, dove sia possibile conciliare progetti personali, senza dover sacrificare carriera o figli. Soprattutto bisogna prendersi cura dei bambini come figli della società, come responsabilità condivisa da ciascuno di noi.
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Nicola Stievano
Le nascite e i decessi in Veneto dal 2000 al 2023
La dottoressa Fortunata Pizzoferro, psicologa
Colture sperimentali contro la salinizzazione dei terreni
4mila metri quadrati sono nei pressi dell’impianto Gesia a Cavarzere e 8.000 metri quadrati a ridosso dell’impianto di Zennare a Chioggia
Il Consorzio Adige Euganeo è in prima linea Contro la salinizzazione dei suoli. Con il Progetto Venus sono state fatte sperimentazioni pionieristiche a Zennare (Chioggia) e Gesia (Cavarzere) che offrono nuove prospettive per terreni minacciati dai cambiamenti climatici e dall’avanzamento del cuneo salino. Ma facciamo un’analisi della situazione. Nelle aree più depresse della gronda lagunare di Venezia, dove il terreno giace sotto il livello del mare anche di 3-4 metri e la minaccia della salinizzazione si acuisce anno dopo anno a causa della risalita del cuneo salino. Per questo il Consorzio di bonifica Adige Euganeo è pioniere di un’iniziativa fondamentale per il futuro dell’agricoltura e dell’ambiente. Il Consorzio sta conducendo una sperimentazione cruciale per comprendere e contrastare gli effetti devastanti del cambiamento climatico e della crescente salinità dei suoli. Il cuore della sperimentazione è nel Veneziano.
tipici della gronda lagunare. Un primo trapianto era già stato effettuato lo scorso novembre, e i risultati finora sono incoraggianti: tutte le specie stanno trovando un ambiente favorevole, dimostrando la loro intrinseca resilienza. “Ci sono grosse aspettative,” spiega Lorenzo Frison, ingegnere del Consorzio di bonifica Adige Euganeo e responsabile del progetto “non solo in termini di risul-
tati colturali, ma soprattutto nella direzione di capire quanto queste piante possano aiutare concreta-
mente nella desalinizzazione dei suoli”. Tra qualche mese, le prime analisi, che saranno condotte da un laboratorio greco, determineranno il valore e la quantità di principi attivi contenuti nelle coltivazioni. È un aspetto cruciale, poiché si tratta principalmente di piante con un elevato potenziale per l’industria farmaceutica. Naturalmente, la ricerca richiede prudenza. “Ci sono ancora tante cose da valutare,” avverte Frison, “ad esempio, dobbiamo accertarci che alcune varietà non si rivelino infestanti”.
Alessandro
Abbadir
Project Venus: un futuro agricolo sostenibile per le coste del Mediterraneo
Il progetto Venus coinvolge 12 partner da 8 paesi mediterranei (Italia, Grecia, Spagna, Egitto, Giordania, Marocco, Algeria, Tunisia), non si limita alla sperimentazione agronomica. Il suo orizzonte è molto più ampio: si mira a costruire una filiera completa e un mercato che possa rendere remunerativa la produzione di queste colture. L’ingegnere del Consorzio Lorenzo Frison non nasconde l’ambizione. Per quanto ci riguarda, da queste piantedice- potrebbe nascere il successore del mais. Il nostro intento è proprio quello di offrire una nuova possibilità di coltura a quelle aree che, purtroppo, lottano ogni giorno con la
Nel comprensorio del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, l’applicazione pratica di questa visione è già una realtà. Sono state individuate così due aree sperimentali, di 4.000 metri quadrati nei pressi dell’impianto Gesia a Cavarzere e di 8.000 metri quadrati presso l’impianto Zennare a Chioggia, che ora sono diventate il fulcro di uno studio pionieristico. Qui, alla fine di maggio di quest’anno, dopo approfondite diagnosi sulla salute e la struttura del terreno parametri confrontabili con quelli delle altre aree coinvolte a livello internazionale sono state trapiantate alcune delle varietà testate già lo scorso anno, con un preciso sesto d’impianto. Si tratta di specie come la Salicornia, l’Atriplex, la Beta Marittima, la Salsola oppositifolia e la Suaeda Maritima.
In alcuni casi, queste piante sono state abbinate a coltivazioni di pomodoro, permettendo un confronto diretto sul successo colturale in terreni limosi e salsi,
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salinizzazione dei suoli”. Il prossimo appuntamento internazionale del Consorzio sarà il 10-11 settembre, quando si terrà un incontro sull’isola di Chios, in Grecia, per valutare i progressi. Intanto, per gli agricoltori e la cittadinanza del territorio, il Consorzio di bonifica Adige Euganeo sta organizzando un open day presumibilmente nel mese di novembre. Sarà l’occasione per toccare con mano l’innovazione che, partendo dalle bonifiche venete, si proietta a livello internazionale per affrontare le sfide più urgenti del nostro tempo. Il progetto Venus si afferma così come un passo decisivo verso un futuro agricolo più resiliente e sostenibile, un futuro in cui il Consorzio di bonifica Adige Euganeo gioca un ruolo da protagonista. (a.a.)
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Sicurezza stradale. L‘intervento del consigliere regionale del Pd
Montanariello: “Disagi sulla statale Romea? Una class action in arrivo”
“S i continuano a registrare giornate da odissea per i pendolari che utilizzano la Romea a causa di incidenti. Non capiamo perché ci sia tutto questo accanimento e stallo istituzionale che impedisce di trovare una soluzione definitiva”. La denuncia è del consigliere regionale del Pd e vice presidente della commissione Infrastrutture, Jonatan Montanariello. “Non è vero - dice Montanariello - che non ci sono i soldi e che non c’è la possibilità di realizzare un’infrastruttura alternativa a questo caos. Il problema è che la Regione pensa solo a mettere soldi per coprire il disavanzo della Pedemontana e che il Governo rivolge le attenzioni su un’opera faraonica come il ponte sullo Stretto di Messina. Tutto questo invece di risolvere un’emergenza epocale, pagata a carissimo prezzo dalle decine e decine di vittime che si sono registrate in questi anni”.
“Questa situazione – continua - arreca un danno economico, turistico e in termini di sviluppo per le comunità circostanti che si stanno così impoverendo. Non si capisce perché continuino le promesse di eseguire i lavori di notte e invece vengono fatti durante il giorno. E non si capisce perché si parli di progetti solo in occasione
di campagne elettorali e passerelle, come quelle dell’assessora De Berti: nessuno che metta in campo, per condividerlo, un progetto concreto. Nessuno che parli di risorse e finanziamenti, in uno stallo che è vergognoso” Montanariello evidenzia in conclusione che “Cav, partecipata al 50% da Regione e Anas, ha degli importanti utili da investire per la viabilità veneta. “Perché - conclude - non viene dato mandato a Cav per predisporre un progetto e capire la migliore soluzione? Invece quegli utili vengono utilizzati per la Pedemontana. Se le cose andranno avanti così, proporremo di avviare una class action tra i cittadini, contro i responsabili di questa vicenda, fonte infinita di invivibilità e pericolo per le nostre comunità”.
Alessandro Abbadir
Un viaggio teatrale tra ironia e nostalgia
Una città è popolata da persone, ma anche da “Tipi tipetti e tipacci” presentati nelle loro peculiari caratteristiche da Gianni Zenna che una decina di anni fa li aveva illustrati in un libro realizzato in collaborazione con Angelo Padoan. Questa “galleria di personaggi” noti per le loro specifiche caratteristiche fisiche, comportamentali o legate alle loro attività e mestieri vari ci riporta a qualche decennio fa, ma il ricordo è ancora vivo in chi li ha conosciuti o ne ha almeno sentito raccontare. Così veniamo a conoscere le vicende del Bepi Barbiero, del Bruno de le Fritole, del Balota, del Boca Bela, del Sirocheto, del Bandierin, de la Bepa Vedela, de la Betina del Giasso. Tipi Tipetti Tipacci (o meglio storie, done e omeni de Ciosa) è ora diventato anche testo teatrale, scritto da Gianni Zenna e rappresentato dalla compagnia Nuovo Gruppo Teatro Chioggia diretta dal regista Mimmo Puleo. Le donne che lavorano in calle, i pescatori sulla riva, i bottegai - che sulla scena sono interpretati da Silvia Schiattello, Chert Scarpa, Manuela Callegari, Arianna Penzo, Marianna Tiozzo Caenazzo, Riccardo Bozzato, Mimmo Puleo, Tiziana Penzo, Arsenia Azzalin, Leonardo Costa - animano questo spettacolo popolare che racconta con un pizzico di ironia e un po’ di nostalgia come si viveva nella “Ciosa” di qualche tempo fa. Giancarlo Zennaro, in arte Gianni Zenna, è sempre stato appassionato al mondo dello spettacolo e al teatro in particolare; ha partecipato in qualità di concorrente nella nota trasmissione televisiva “La Corrida” diretta da Corrado e come imitatore - era definito il “Noschese veneto”alla trasmissione televisiva “Sette voci” presentata da Pippo Baudo.
Lo spettacolo “Tipi tipetti tipacci” sarà replicato il 20 settembre 2025 alla Corte Salasco a Cavanella d’Adige. (e.f.)
I numeri. Molti stranieri provengono da: Austria, Germania e Repubblica Ceca
Turismo in aumento a Chioggia, Sottomarina e Isola Verde
Presenze record nel fine settimana dei mesi di maggio e giugno e l’apertura della stagione estiva caratterizzata da buoni risultati, migliori rispetto al giugno dello scorso anno grazie anche al bel tempo che ha favorito gli arrivi. “Il periodo finale di giugno è stato positivo - ha affermato Giuliano Boscolo Cegion, presidente di ASA Federalberghi Chioggia -, con buoni numeri di turisti, attratti anche dalla Festa del Pesce Azzurro, un evento che riscuote sempre molto gradimento tra i visitatori. Per il mese di luglio, le prenotazioni sono in linea con quelle dello scorso anno: si prevede un buon afflusso a fine mese, mentre la prima quindicina rimane ancora un po’ incerta”. Il turista che giunge in visita a Chioggia, Sottomarina e Isola Verde è prevalentemente italiano (l’80%) e soggiorna in media nelle varie tipologie delle strutture ricettive dalle 5 alle 7 notti; il restante 20% sono stranieri che arrivano per lo più da Austria, Germania, Repubblica Ceca e si fermano abitualmente per 3 notti. Questi turisti possono contare sull’alta qualità dell’offerta turistica, il buon livello delle strutture ricettive, servizi spiaggia molto curati, eccellente rete di escursioni, servizio di salvataggio e sicurezza turistica di altissimo livello. Il presidente
Asa Giuliano Boscolo sottolinea però anche i miglioramenti che si dovrebbero attuare per incrementare le presenze turistiche nel nostro territorio: la necessità di innalzare il livello delle manifestazioni estive, puntando su eventi di portata internazionale; la possibilità di organizzare mostre itineranti per incentivare i flussi turistici anche nelle stagioni di bassa affluenza. Una manifestazione di interesse per la ristrutturazione e la gestione
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di Palazzo Grassi, anche in cogestione con l’Università di Padova e altre associazioni culturali del territorio, è stata inoltrata al sindaco di Chioggia da ASA Federalberghi e il Consorzio di Promozione Turistica Lidi di Chioggia perché questo settecentesco palazzo del centro storico possa divenire la Casa della Cultura.
Eugenio Ferrarese
Sagra del Pesce 2025: l’edizione che ha fatto registrare numeri da record
L’86esima edizione della Sagra del Pesce di Chioggia si chiude con un bilancio straordinario: più di 180.000 presenze in dieci giorni, con un incremento di circa il 20% rispetto allo scorso anno. Sei stand attivi, oltre 200 persone coinvolte tra cuochi, camerieri e addetti vari, e una squadra di una cinquantina di operatori dedicati alla sicurezza e ai controlli hanno contribuito al successo dell’evento. La manifestazione, ormai avviata verso il prestigioso riconoscimento come Manifestazione Storica di interesse regionale, ha animato il centro con una decina di eventi culturali e di intrattenimento, tra concerti, spettacoli teatrali e performance in piazza. Tra le novità più apprezzate, il concorso “El Bocon Pi Bon”, organizzato in collaborazione con Slow Food, che ha visto gli stand contendersi il titolo di miglior piatto tipico. Il piatto vincitore è stato il Saore, preparato con la rinomata cipolla bianca di Chioggia, proposto dallo stand Sciabica. Durante la conferenza stampa finale, con grande emozione e partecipazione, sono stati annunciati i vincitori del concorso per il miglior stand, scelti da tre commissioni specializzate nei settori igienico-sanitario, scenografico e gastronomico. Sul podio, al terzo posto si è classificata la Cooperativa Sciabica, al secondo l’Associazione Marea Dentro, mentre il primo premio è andato alla Cooperativa Impronta. (r.c.)
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Giovani promesse. Storie diverse, ma un’unica direzione: la vocazione marinaresca
Il coraggio e la passione di Lorenzo e Giorgio, studenti del Nautico
Lorenzo Memmo e Giorgio Dolfin, studenti del corso Trasporti e Logistica dell’Istituto Cestari-Righi di Chioggia, sono sulla buona rotta: tra addestramento in Marina Militare e salvataggi in mare, dimostrano che passione, preparazione e senso del dovere non mancano alle nuove generazioni
Chi sostiene che ai giovani manchino ideali, passione o senso del dovere, probabilmente non conosce l’Istituto
Cestari-Righi di Chioggia e, in particolare, il corso in Trasporti e Logistica. Un percorso che continua a formare ragazze e
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ragazzi pronti a costruire il proprio futuro sul mare, ancorati a valori solidi e a una preparazione concreta. Due esempi significativi arrivano da Lorenzo Memmo e Giorgio Dolfin, studenti del nautico di Chioggia. Lorenzo è attualmente imbarcato come stagista sulla nave
scuola Palinuro, lo storico veliero della Marina Militare Italiana. Un’esperienza formativa di altissimo profilo, (resa possibile grazie alla sinergia tra Istituto scolastico e ANMI) che gli permette di apprendere sul campo le dinamiche della navigazione e della vita a bordo, in un contesto che fonde disciplina, tradizione e spirito di squadra. Giorgio, invece, ha dato prova di coraggio e prontezza durante il recente fine settimana, distinguendosi – insieme alla squadra delle torrette 5 e 6 di Sottomarina – in interventi di salvataggio di diversi bagnanti in difficoltà a causa del mare agitato. Un gesto che supera la normale vigilanza balneare e che racchiude il significato più profondo del salvare vite in mare. Questi episodi riflettono pienamente lo spirito che anima il corso di Trasporti e Logistica del Cestari - Righi: una solida preparazione tecnica, certo, ma anche senso di responsabilità, determinazione e generosità. Perché diventare Capitani di Lungo Corso non significa soltanto saper condurre
una nave: significa anche saper guidare un equipaggio, garantire sicurezza e rappresentare un punto di riferimento in ogni situazione. E non sono casi isolati: basti pensare ad altri due studenti dell’Istituto nautico recentemente saliti a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, fiore all’occhiello della Marina Militare, grazie anche alla sinergia con l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia. Un’ulteriore conferma di come l’istituto nautico di Chioggia non solo prepari al futuro, ma lo renda già concreto, aprendo ai suoi studenti le porte del mondo reale. La Convenzione Solas (Safety of Life at Sea) è considerata una pietra angolare della sicurezza marittima. Ma per gli studenti del Cestari - Righi, non è soltanto una norma: è un principio ispiratore, un codice di comportamento. Guardano al mare con occhi consapevoli, pronti a viverlo ogni giorno con competenza, dedizione e spirito di servizio.
L’associazione culturale “7 Mari”si consolida e prepara il suo primo programma biennale
S i è tenuta presso la sede della Capitaneria di Porto di Chioggia la cerimonia di consegna delle tessere di socio sostenitore presidente onorario dell’Associazione culturale 7 MARI, fondata nel dicembre scorso per promuovere la cultura del mare e valorizzare l’identità marittima della città. Durante l’evento, il titolo di socio sostenitore è stato conferito a Luca Santinato, imprenditore attivamente impegnato nel sostenere le iniziative dell’associazione, e a Gianni Pagan, gestore dello storico ristorante “Granso Stanco”, premiato per la sua costante disponibilità e il contributo alla promozione del porto e delle attività legate al mare. Il momento centrale della mattinata è stata la nomina, votata all’unanimità, del Capitano di Fregata Alessio Palmisano, Comandante della Ca-
pitaneria di Porto di Chioggia, a Presidente Onorario dell’associazione. È stato proprio Palmisano, il 4 dicembre 2024, a incoraggiare la nascita dell’associazione 7 MARI, offrendo non solo supporto morale ma anche la sede della Capitaneria per le prime riunioni del Consiglio Direttivo e partecipando attivamente alle iniziative culturali. Il Comandante Palmisano ha ringraziato del riconoscimento, ricordando che la memoria è cultura e ha evidenziato il ruolo della capitaneria come istituzio-
ne a supporto della comunità La cerimonia si è conclusa con la visita alla sede dell’associazione, in fase di completamento grazie alla collaborazione con Banca della Marca – Credito Cooperativo. Lo spazio sarà destinato a ospitare incontri e attività dedicate al mare: dalla storia alla vela, dalla pesca al turismo, con particolare attenzione all’ambiente, alla scuola e alla formazione dei giovani. All’evento hanno preso parte anche Carlo Albertini, presidente del Rotary Club di Chioggia, che ha sottolineato l’importanza della nascita di un’associazione culturale del mare in una città come Chioggia, e l’architetto Giancarlo Munari, segretario della Fondazione Clodiense, che ha elogiato l’iniziativa quale strumento di valorizzazione della tradizione marinara locale. (g.f.)
Guendalina Ferro
Lorenzo Memmo e Giorgio Dolfin
Spettacoli. Un evento promosso dal Comune con fondi Unesco
A settembre il “Festival delle Luci” con 300 droni che danzeranno sul Lusenzo
L uci, suoni e colori pronti a trasformare il cielo di Chioggia in uno spettacolo indimenticabile. Il prossimo 20 settembre, la città saluterà l’estate con un evento senza precedenti: il Festival delle Luci, fortemente voluto dall’Amministrazione Armelao e in particolare dall’Assessorato alle Politiche comunitarie. Il cuore dello show sarà un’imponente performance aerea di 300 droni luminosi, che si alzeranno in volo sopra l’Isola dell’Unione e la Laguna del Lusenzo, regalando al pubblico uno spettacolo immersivo di circa 15 minuti. Un evento gratuito, aperto a tutti, e pensato per valorizzare Chioggia attraverso il linguaggio dell’innovazione e della sostenibilità. “Sarà uno spettacolo nello spettacolo – ha dichiarato il sindaco Mauro Armelao – con giochi di luce, suoni e colori che si fonderanno con il nostro palcoscenico naturale. Un’esperienza mai realizzata prima in città, completamente gratuita e pensata per lasciare il segno”. Ideatrice dell’evento è Serena De Perini, assessore alle Politiche comunitarie e all’Ambiente, che spiega: “Con il Festival delle Luci vogliamo unire tecnologia, emozione e rispetto per l’ambiente. La scelta dei droni non è casuale: sono silenziosi, non inquinano e offrono uno spettacolo straordinario. Grazie ai fondi ottenuti tramite un bando UNESCO, non solo siamo riusciti a finanziare interamente l’evento, ma abbiamo anche completato l’installazione del corrimano sul ponte Scarpa e a breve interverremo sulla cartellonistica del Lusenzo. Ringrazio gli uffici comunali e in particolare la dott.ssa Elena Vivian per la professionalità e l’impegno nella gestione del progetto”. L’area dell’Isola dell’Unione, dove si terrà lo spettacolo, sarà trasformata in una vera e propria zona eventi, con musica, intrattenimento, mercatini e stand gastronomici. A rendere possibile tutto questo è stata anche la sinergia tra assessorati. “Il Festival delle Luci rappresenta perfettamente la direzione che vogliamo dare alla promozione turistica di Chioggia – ha sottolineato l’assessore al Turismo ed Eventi, Riccardo Griguolo –: eventi innovativi e di forte impatto emozionale, capaci di prolungare la stagione e attrarre
pubblico anche da fuori città. L’Isola dell’Unione e la Laguna del Lusenzo confermano ancora una volta la loro vocazione a ospitare grandi manifestazioni, in uno scenario naturale senza pari. La collaborazione con l’assessore De Perini è stata determinante e intendiamo proseguire su questa strada per future iniziative”. Il Festival delle Luci rientra nel progetto intercomunale “Venezia e la sua laguna: gestione e valorizzazione dei flussi turistici” (CUP F44H22000780001), promosso dai Comuni di Chioggia, Venezia e Mira, con il Comune di Venezia capofila, e cofinanziato dal
Ministero del Turismo. Chioggia ha aderito al progetto con delibera n. 136/2022, ricevendo un finanziamento di 79.504,55 euro, a totale copertura dei costi per l’organizza-
zione dell’evento. In caso di maltempo, lo spettacolo sarà rinviato a sabato 27 settembre.
Guendalina Ferro
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Al via il programma estivo dell’associazione culturale la Bricola
Ha preso ufficialmente il via l’estate culturale organizzata dall’associazione La Bricola, che torna con i suoi due appuntamenti settimanali ormai diventati una tradizione per la città: la 29esima edizione di “Chioggia Effetto Notte”, ogni martedì sera, e “Giovedì? Ci vediamo al museo!”, che animerà le serate del giovedì all’interno del Museo civico della Laguna Sud. Effetto Notte si
conferma uno degli eventi più amati dell’estate chioggiotta: percorsi guidati, racconti tra le calli, musica e atmosfere notturne, in un intreccio che valorizza storia, architettura e identità locale. Il programma prevede itinerari a tema e ospiti che sapranno far rivivere il fascino della città al calar del sole. Il giovedì, invece, sarà il turno degli incontri al Museo civico, con un calendario di appuntamenti che spazierà dall’arte alla storia, dalla scienza alla narrazione. Ogni settimana, studiosi, artisti e divulgatori si alterneranno nelle sale espositive per coinvolgere il pubblico in un dialogo tra passato e presente. “Anche quest’anno –fanno sapere i promotori – la nostra associazione punta sulla qualità delle proposte e sulla partecipazione attiva dei cittadini. Vogliamo che ogni serata sia un’occasione per conoscere, emozionarsi, ritrovarsi”. Un doppio appuntamento che arricchisce l’estate 2025 e conferma il ruolo centrale della cultura nel tessuto vivo della città. (g.f.)
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Musica. In un’intervista il rocker napoletano si è raccontato in esclusiva tra emozioni e riflessioni
Il ritorno di Edoardo Bennato a Chioggia
Abbiamo intervistato Edoardo Bennato, ospite qualche settimana fa a Chioggia, attraverso un dialogo a distanza, essenziale e senza filtri. Le sue risposte, riportate integralmente e senza alcun adattamento, restituiscono il tono diretto, ironico e talvolta provocatorio del cantautore, capace di stimolare riflessioni profonde con la sua musica e il suo pensiero. Un’intervista che, pur nata senza un incontro faccia a faccia, restituisce tutta la forza e l’autenticità di un artista che continua a parlare al cuore del pubblico.
Bennato, torni a Chioggia dopo oltre tre decenni. Che ricordo hai di quell’esperienza? E che emozione provi oggi nel ritrovare l’Isola dell’Unione?
“Provo la stessa emozione che sento quando guardo l’ex area Italsider della mia Bagnoli: un’area in attesa di una vera riqualificazione... L’isola che c’è non è solo un’utopia…”
Se l’Isola dell’Unione fosse la tua Isola che non c’è… cosa ti porteresti?
“Porterei progetti, idee, cultura, sport... tutto ciò che serve. Magari rileggendo L’elogio della follia di Erasmo da Rotterdam”.
“Seconda stella a destra…” è diventata un inno generazionale. Cosa rappresenta per te oggi quell’Isola?
“Rappresenta, come ho già detto, l’idea che – al punto in cui siamo arrivati – questa benedetta isola bisogna assolutamente trovarla. In una mia nuova canzonetta, “Io vorrei che per te”, cerco di chiarire che quest’isola non può essere solo quella di Peter Pan, ma un’isola vera, dove davvero si va”.
Il Sea Music Festival celebra il legame tra musica e territorio. Cosa significa per te suonare in contesti come Chioggia?
“La musica è, per quanto mi riguarda, uno scambio di emozioni, buone vibrazioni e propositività tra chi suona e chi ascolta. Io invito il pubblico a coltivare i propri dubbi, anziché barricarsi dietro facili certezze”.
Nel musical “Peter Pan” hai firmato tutte le canzoni. Quanto ti riconosci ancora nel ragazzo che “non voleva crescere”?
“Io faccio musica rock, nel senso di ironia sui paradossi, sui luoghi comuni, sulle frasi fatte di una società che si crede razionale ma che è sempre più schizofrenica… anzi, sempre più collodiana!”
Hai attraversato decenni di musica. Cosa ti spinge ancora a salire sul palco?
“Un giorno Fabrizio De André, che stimavo ed era un amico, mi disse: “Edoardo, quando sentirai di non avere più nulla da dire, smetti”… credo di avere ancora qualcosa da dire!”.
Ascolti la musica dei giovani di oggi? C’è qualcuno con cui ti piacerebbe collaborare?
“Ascolto molta musica. Ho già collaborato con diversi artisti e amici di diverse generazioni che fanno musi-
ca differente dalla mia. Non escludo mai nulla a priori”.
Se oggi dovessi scrivere un nuovo inno per le nuove generazioni, quale messaggio vorresti lasciare?
“Il messaggio è quello di coltivare i propri dubbi non dando mai niente
per scontato”.
Chioggia viene spesso definita “la Napoli del Nord”. Come artista, come vedi questo paragone tra le due città?
“Ogni luogo, nonostante i tentativi di omologazione, ha una sua propria identità ed è giusto che sia così. Poi è bello che ci siano affinità che tendano ad unire realtà diverse e comunque entrambi sono città di mare e già solo questo le unisce”.
Se dovessi associare una canzone a Chioggia oggi, quale sceglieresti?
“Forse Nisida. È un’isola minuscola che è stata collegata alla terraferma. Mi ricorda un po’ Chioggia, che ha fatto il percorso inverso diventando un’isola artificiale”.
Guendalina Ferro
“Quando ho scritto il concept album “sono solo canzonette” l’avevo già immaginato come un musical. Peter Pan rappresenta il tentativo di non perdere il contatto con il bambino che è dentro ognuno di noi”.
Hai sempre definito le tue opere “canzonette”, ma sono diventate pilastri della musica italiana. Che cos’è, oggi, per te una canzonetta?
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Rincari gonfiati sui social: il Presidente Casson smentisce
Nessun maxi rincaro da oltre 2.000 euro l’anno a famiglia. A mettere un punto fermo sulla polemica social scoppiata alcune settimane fa è Antonio Serraino, presidente del Centro Servizi Anziani Casson, che interviene pubblicamente per smentire le cifre circolate online, definite senza mezzi termini “una notizia falsa”. La polemica è nata da alcuni post pubblicati sui social in cui si accusa il CdA del centro di aver deliberato un aumento esorbitante delle rette per i servizi, quantificato in 182 euro al mese. Secondo Serraino, basta fare un semplice calcolo per smontare la narrazione: “Dal 1 giugno 2025 –spiega – la retta per i servizi residenziali è aumentata di un solo euro al giorno. Le tariffe dei centri diurni sono rimaste invariate, mentre il costo del trasporto è addirittura sceso da 6 a 5 euro”. Una decisione, quella dell’aumento simbolico, che tutto il consiglio di amministrazione ha approvato all’unanimità nella seduta del 15 aprile. Il motivo? “Garantire la qualità dei servizi offerti e rispettare i vincoli di bilancio imposti dalla Regione Veneto”, precisa il Presidente. “Capisco che anche un piccolo aumento possa pesare –aggiunge Serraino – ma tutti noi vediamo quanto stanno crescendo i costi della vita, a partire dal carrello della spesa”. E proprio per tenere conto di queste difficoltà, il C.S.A. Casson continua a mantenere una retta inferiore alla media provinciale: 63 euro al giorno contro i 74,46 euro riportati dalle sigle sindacali Cgil FP e Pensionati. Serraino rivendica quindi una gestione attenta e trasparente del centro, improntata alla sostenibilità economica e alla tutela delle famiglie: “I numeri dimostrano la nostra attenzione verso chi vive situazioni di fragilità”. Conclude ribadendo l’impegno nei confronti del Sindaco di Chioggia, Mauro Armelao, per continuare a migliorare i servizi e ristrutturare le strutture, aprendo le porte anche dell’IPAB, nell’ottica di un sistema più vicino ai bisogni delle persone fragili. “La verità si misura nei fatti, non nei post”, chiosa il Presidente. (r.c.)
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Foto di Daniele Barraco
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Scintille tra cielo e terra: l’abbazia di Praglia Sintoniz zati sul
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to non solo spirituale, ma anche culturale ed economico. Al suo interno operano steria, un’azienda agricola e un centro di dialogo con l’arte contemporanea, grazie
giunge l’osservatorio astronomico: una portunità di conoscenza per il territorio. “La scintilla che accendiamo con questo nendo una visione scientifica rigorosa, è
La rubrica “Scintille” è un progetto della va e Rovigo, in collaborazione con Radio Veneto 24, per raccontare storie di idee, ispirazioni e trasformazioni che nascono
sviluppare riflessioni di ordine spirituale”. Una visione che non contrappone scienza e fede, ma le mette in dialogo. “La cultura scientifica è pervasiva nella società di oggi, ma spesso viene data per scontata. Va invece approfondita e armonizzata con una lettura più profonda della realtà” , aggiunge.
L’Abbazia di Praglia, con i suoi 40 monaci
L’iniziativa.
A settembre il 17esimo Torneo Open Internazionale “Città di Chioggia”
Il Circolo Scacchistico Clodiense brilla tra gare simultanee e tornei
Il Circolo Scacchistico Clodiense ha ospitato lunedì 28 luglio nella sede a Palazzo Ravagnan (ingresso da calle Donaggio) una simultanea del Maestro FIDE (Federazione internazionale degli scacchi) Federico Boscolo Meneguolo, sette volte campione italiano giovanile e più volte membro della Nazionale Italiana, contro venti avversari. Si tratta di una delle molteplici iniziative organizzate dal Circolo durante l’anno che ha registrato un’ampia partecipazione da parte di appassionati di tutte le età. Oltre alle attività agonistiche, sono stati organizzati corsi per adulti e giovani, rivolti sia ai principianti che ai giocatori più avanzati. Per tutto l’anno scolastico è proseguita la Scuola di Scacchi per i più giovani accompagnata da nu-
merosi tornei sociali, tornei semilampo, simultanee e lezioni tematiche con Maestri.
La sede del Circolo è stata a disposizione per i soci quasi quotidianamente, mentre nei mesi estivi l’attività scacchistica è proseguita ai Bagni Canarin,
dove ogni pomeriggio è possibile disputare partite di scacchi e il sabato pomeriggio (dalle 15.30) l’ormai tradizionale torneo semilampo amatoriale. Assai positivi anche i risultati agonistici con numerose promozioni in categorie nazionali
Giovanni Stroppa è il nuovo allenatore del Venezia FC
Il Venezia FC ha scelto il nuovo condottiero per la stagione 2025/26: sarà Giovanni Stroppa a sedere sulla panchina arancioneroverde. L’intesa è stata raggiunta nelle ultime ore e l’ufficialità è attesa in giornata, con la firma su un contratto di un anno con opzione di rinnovo automatico in caso di promozione in Serie A. Reduce dall’esperienza positiva alla guida della Cremonese, con cui ha conquistato l’accesso alla massima serie, Stroppa porta in Laguna una solida esperienza maturata in diverse piazze importanti. Nel corso dell’ultima stagione, tra campionato, Coppa Italia e playoff, ha collezionato 17 vittorie, 13
pareggi e 9 sconfitte in 39 partite ufficiali. Il tecnico lombardo, classe 1968, vanta un curriculum che comprende anche le panchine di Monza, Crotone (portato in Serie A), Foggia, Südtirol, Spezia, Pescara e le giovanili del Milan, club in cui aveva mosso i primi passi da calciatore. “C’è una forte voglia di essere protagonisti e dominanti in campo - ha detto Stroppa -. Entrando un po’ più nel dettaglio tecnico, è chiaro che ciò che può permetterci di raggiungere questi obiettivi sono, innanzitutto, i giocatori di qualità – e qui, senza dubbio, ce ne sono.
Siamo all’inizio di un percorso che non so dire quanto sarà semplice
o quanto tempo richiederà, ma ciò che è certo è la determinazione a dare il massimo, sia in termini di impegno che di trasmissione dei nostri valori alla squadra. È una situazione davvero entusiasmante, ho la sensazione di trovarmi nel posto giusto al momento giusto. Questa per me rappresenta un’importante opportunità di crescita professionale, che voglio affrontare mettendo in campo tutto ciò che ho, con determinazione e passione - conclude -. Per me, ogni partita sarà come una finale. Dovremo sudarcela, costruirla passo dopo passo, mettendo un mattoncino alla volta verso l’obiettivo”. (r.v.)
per i nuovi soci Andrea Boscolo, Davide Destro, Andrea Cocco, Anna Danielato e Leonardo Boscolo Marañon, che hanno raggiunto la Seconda Categoria Nazionale, mentre Alessandro Boscolo ha ottenuto la Terza Categoria Nazionale. Il veterano Fabio Tiozzo ha vinto il prestigioso torneo di Zevio, ottenendo la Prima Categoria Nazionale, Paolo Litrico ha conquistato il secondo posto al Campionato Italiano Rapid di scacchi freestyle, Amleto Penzo ha ottenuto un buon piazzamento al torneo di Forni di Sopra, Michele Boscolo Gnolo ha vinto due tappe del Circuito Grand Prix del Triveneto. Davide Bellemo si è riconfermato Campione Sociale, mentre Francesco Boscolo ha vinto il torneo sociale riservato ai principianti.
Molti gli eventi in programma per Circolo Scacchistico Clodiense a partire dal 17° Open Internazionale “Città di Chioggia” che si terrà dal 26 al 28 settembre 2025 e che sarà ospitato all’Hotel Sole a Sottomarina con la partecipazione di circa cento giocatori provenienti da tutto il mondo. In autunno riprenderanno anche i corsi di scacchi per adulti e giovani con sei lezioni destinate sia ai principianti che ai giocatori più esperti. La Scuola di Scacchi continuerà per tutto l’anno scolastico, mentre le attività sociali comprenderanno tornei interni, la partecipazione ai campionati italiani a squadre, al Grand Prix del Triveneto e a numerosi tornei classici.
Eugenio Ferrarese
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segue da pag. 1
Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra
E allora continuano a rincorrersi i rumor che vorrebbero il candidato alla Lega e questi tutta la Giunta a Fratelli d’Italia. E in tutto questo c’è l’incognita Forza Italia con il suo segretario Flavio Tosi che non manca di sparare a palle incatenate contro l’amministrazione regionale.
Situazione complessa che si dovrebbe sciogliere, così pare, su di un tavolo nazionale dove Meloni, Tajani, Lupi e Salvini prenderanno in mano il dossier delle regionali e indicheranno i candidati per tutte le regioni
al voto.
Sul fronte opposto il candidato del centrosinistra, che ha già incassato l’appoggio di Italia Viva di Renzi ed è in attesa di quello, certo, di Azione di Calenda, Giovanni Manildo continua la sua campagna elettorale. Dopo l’esordio di fine luglio al Parco degli Alberi Parlanti nella sua Treviso, Manildo, nonostante il periodo normalmente dedicato alle ferie estive, sta girando il Veneto per farsi conoscere e mettere a fuoco quelli che saranno gli assi portanti del suo programma. Nel frattempo,
con la stessa accelerazione che i partiti regionali del centrosinistra hanno prodotto per mettere in campo il candidato presidente, i livelli provinciali hanno iniziato già da tempo a ufficializzare le liste dei candidati consiglieri regionali. Nel Partito Democratico ci segnalano le ricandidature degli uscenti Camani, Bigon, Montanariello e Luisetto. Tra le new entry c’è molta curiosità per il vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi, per la segretaria veneziana, Monica Sambo e per l’ex sindaco di Preganziol, Paolo Galeano.
Verso le elezioni. L’ex sindaco di Treviso è sostenuto dall’ampia alleanza di centrosinistra
Manildo lancia la sfida per il Veneto
“Contenuti anziché nomi calati dall’alto”
“Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”
Da Padova a Treviso, dalla mensa universitaria al parco degli alberi parlanti: è subito entrata nel vivo la lunga marcia di Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Veneto. Mentre il centrodestra si misura con il dopo Zaia e le aspettative degli alleati, su tutti Fratelli d’Italia, gli avversari giocano d’anticipo e muovono i primi passi di una campagna elettorale già ben avviata, all’insegna della concretezza, sottolinea lo stesso Manildo. Al centro, non gli avversari, ma i cittadini: giovani, anziani, imprese e diritti da ricostruire. Mentre dall’altra parte si assiste a un “balletto” che somiglia più a un “rito di successione” – così lo definisce – da Roma verso Venezia, il candidato del centrosinistra, pur consapevole della sfida che lo attende, rivendica con orgoglio il percorso della propria coalizione.
“Possiamo contare su un’alleanza ampia e trasversale, nata dal basso, fatta di contenuti e non di nomi calati dall’alto. Finalmente si torna a parlare di politica che costruisce, non solo che conserva”, ha sottolineato
nel suo intervento ai microfoni di Veneto24.
Il punto di partenza della sua campagna è stato emblematico: non un palco, ma una mensa universitaria, a Padova. Un simbolo, scelto non a caso, per affrontare uno dei nodi più urgenti del Veneto contemporaneo: l’esodo dei giovani talenti. “Le imprese mi raccontano di una difficoltà crescente nel trattenere ragazzi preparati. Il capitale umano formato qui, troppo spesso parte e non torna. Questo è un tema economico, non solo demografico”, spiega. A suo avviso, le piccole e medie imprese venete sono state lasciate da sole. “Hanno resistito con le loro forze, ma oggi c’è bisogno di reti, digitalizzazione, intelligenza artificiale. La Regione deve fare da regista, creando un patto per lo sviluppo, con università, categorie, associazioni”. Ma se l’attenzione ai giovani è centrale, lo è altrettanto quella agli anziani. “Siamo davanti a un’emergenza silenziosa: oltre 10.000 persone in lista d’attesa per entrare in Rsa. Famiglie allo stremo, servizi insufficienti. Non possiamo continuare a ignorare chi ha costruito questa regio-
ne”. Sul fronte sanità, la denuncia è altrettanto chiara: “Le liste d’attesa sono uno scandalo. Ho ascoltato storie drammatiche di persone che non riescono ad accedere alle cure, se non pagando. Questo va contro un principio basilare: il diritto alla salute deve essere universale. È un pilastro di civiltà, non una voce di bilancio”. A Treviso l’ex sindaco si è proposto come volto di una politica che “supera i vecchi rituali e guarda al futuro con concretezza e visione”. Il candidato del centrosinistra ha poi sottolineato come il progetto nasca dal basso, frutto delle “primarie delle idee” e di un percorso collettivo
volto a dare voce ai territori e alle persone: “Dal Veneto di uno al Veneto di tutti: questo dev’essere il nostro metodo. Il cambiamento non lo fa una persona sola, ma un gruppo unito”. Così ha ringraziato chi, da mesi, lavora alla costruzione di una coalizione larga e inclusiva, capace di valorizzare le differenze come ricchezza. Nel suo intervento, Manildo ha citato Paolo Rumiz e ha invocato uno spirito garibaldino: forza, determinazione e volontà di affrontare con coraggio ciò che non funziona. “Io ci metto tutto: energia, passione e competenza. Ma non posso farcela da solo. Ho bisogno delle competenze di tutti. Questa sfida è una responsabilità collettiva”.
Guardando al percorso che lo attende, Manildo riflette sul senso profondo del suo impegno: “Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”. E l’augurio finale è per tutti, ma con lo sguardo ben piantato sul lavoro da fare: “Sto vivendo un’estate intensa, ma ne vale la pena. Perché il Veneto ha bisogno di futuro, e io voglio aiutare a costruirlo”. (n.s.)
“E’ il governo degli opossum, 15 anni di continuo declino”
Un bilancio di fine mandato che lascia più ombre che luci, secondo Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, all’indomani dell’approvazione dell’assestamento di bilancio. La consigliera descrive l’assestamento di bilancio come il simbolo di quindici anni di “governo degli opossum”, una gestione lenta e priva di visione che ha portato la regione a un declino progressivo sotto molti punti di vista.
Secondo Camani, l’assestamento non fa che confermare una distribuzione “a pioggia” di risorse, per un totale di 38 milioni di euro spalmati su vari assessorati senza una chiara strategia per risolvere i problemi più urgenti del territorio. Un segnale evidente, ha spiegato, è stato l’incasso inatteso di 26 milioni in più derivanti dall’Irap, frutto esclusivo delle imprese venete e non certo di una gestione oculata della Regione.
Preoccupano poi i 129 milioni di nuovo indebitamento, che portano il totale dei debiti regionali a circa 300 milioni. In particolare, per la prima volta dal 2017, si contraggono nuovi mutui per la Pedemontana non per opere straordinarie ma per gestire l’ordinario, una situazione che Camani definisce inaccettabile e che riflette la “tecnica dell’opossum” di un esecutivo che preferisce non agire, facendo finta di essere morto per evitare scelte difficili.
Nel mirino anche l’assenza di politiche abitative a favore della classe media e la carenza di investimenti per la riqualificazione delle case popolari Ater. Sulla transizione ecologica, l’attuale amministrazione viene accusata di negare i cambiamenti climatici e di non tutelare chi, senza mezzi, ha dovuto comunque affrontare la trasformazione ambientale.
In tema di sanità, Camani sottolinea come la gestione dell’era Zaia abbia portato al progressivo smantellamento di un sistema che un tempo era un modello di
integrazione sociosanitaria all’avanguardia, con un calo dei servizi e un aumento dei bisogni sociali. Un quadro aggravato da politiche inadeguate nei confronti di giovani, donne e categorie fragili, spesso lasciate indietro.
Dal punto di vista economico, il Veneto ha perso terreno rispetto al passato. Il Pil regionale è cresciuto solo dello 0,5% nel 2024, sotto la media nazionale, e la produzione industriale registra 26 mesi consecutivi di flessione. Nonostante questo, le risorse stanziate sono irrisorie, con soli 400 mila euro destinati ai distretti commerciali. Anche le infrastrutture soffrono ritardi pesanti, con la Tav accumulando un gap di trent’anni e disattenzioni evidenti soprattutto in provincia di Padova.
Camani chiude con un appello forte: “Questa manovra segna la fine di un’epoca. Serve un cambio radicale nel modo di governare, capace di coniugare sviluppo e riduzione delle disuguaglianze per il bene del Veneto e dei suoi cittadini”.
Centrodestra. Marco Dolfin, consigliere regionale leghista
“Serve
unità, ma la Lega ha una identità spiccata”
Mentre nel centrodestra veneto il confronto, ufficiale e ufficioso, è più intenso che mai, Marco Dolfin, consigliere regionale della Liga Veneta per Salvini Premier, fa il punto della situazione ai microfoni Veneto 24. Tra trattative febbrili, il nodo della candidatura e dei posti in giunta e la discussa “lista Zaia”, Dolfin non nasconde il momento delicato, ma rilancia con decisione: “La Lega ha un’identità forte e un radicamento territoriale che nessun vento elettorale può scalfire”.
Sulla definizione del candidato del centrodestra, Dolfin ammette che anche per gli addetti ai lavori “la situazione è in divenire”, almeno nella prima parte di agosto. Le decisioni, infatti, si stanno giocando “nei tavoli romani”, e ai livelli regionali non resta che attendere. “C’è fiducia – dice – che la Lega possa esprimere nuovamente la guida della Regione, ma serve coesione. E soprattutto, serve chiarezza in tempi brevi”.
A chi gli chiede conto delle tensioni con Fratelli d’Italia, Dolfin risponde con una lettura realistica. “La Lega ha costruito nel tempo una classe dirigente amministrativa esperta, fatta di sindaci, assessori, amministratori locali. Fratelli d’Italia ha numeri importanti, ma sul piano territoriale non ha lo stesso radicamento. Questo può creare frizioni, ma anche spazi di collaborazione, se c’è volontà politica”.
Uno dei nodi più dibattuti è la possibile lista Zaia, che secondo alcuni osservatori potrebbe indebolire la Lega. Dolfin la pensa diversamente: “Molti degli eletti nella lista Zaia vengono proprio dalla Lega. Non si tratta di corpi estranei, ma di persone che hanno scelto di sostenere un leader fortemente riconosciuto”. Tuttavia, riconosce che tutto dipenderà dalla decisione finale del presidente Zaia: “Se sarà in campo, si potrà costruire una coalizione coesa. Se deciderà di non esserci,
potrebbe essere più difficile”.
Dolfin, militante della prima ora, rivendica una lunga appartenenza al movimento: “Ho vissuto tutte le fasi: la Lega Nord, la Liga Veneta, l’idea della Padania... ma ho sempre creduto che i leader passano, mentre l’identità e i valori del partito restano. È questo che mi tiene qui dopo tanti anni”. E non manca il riconoscimento al ruolo di Luca Zaia: “Ha guidato il Veneto fuori dai momenti più difficili, come la pandemia, e ha fatto crescere la Regione anche sul piano internazionale. Le Olimpiadi 2026 sono anche merito suo”.
Infine, Dolfin guarda al futuro del Carroccio. Il segretario regionale Alberto Stefani rappresenta la nuova generazione. “Mi piace l’impostazione che sta dando – commenta –. Porta freschezza, ma ha anche rispetto per chi ha fatto la storia del movimento. È questo il mix giusto: innovazione e memoria, entusiasmo e competenza”.
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Vanessa Camani
Marco Dolfin
L’intervista. Il segretario nazionale Antonio De Poli dopo l’incontro con oltre 600 persone nel padovano
Alle prossime regionali scende in campo l’Udc “La persona al centro, il Veneto nel cuore”
O
ltre 600 persone a Cervarese Santa Croce (Padova), lo scorso luglio, hanno partecipato all’iniziativa “Regione Veneto: si vota, costruiamo insieme l’agenda del futuro. Proponi le tue idee”, promossa dal Senatore Antonio De Poli, che ha assunto di recente la carica di Segretario nazionale dell’UDC. “E’ il segnale che c’è un certo fermento per l’area politica di Centro, a cui noi facciamo riferimento. I cittadini e le comunità ci chiedono risposte e l’entusiasmo che abbiamo registrato ci dimostra che siamo sulla strada giusta. C’è bisogno di ascolto, dialogo, confronto con i territori. Quando la politica fa questo, la risposta c’è ed è positiva”, afferma De Poli in un colloquio con La Piazza in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto.
Senatore De Poli, l’Udc ci sarà alle prossime Regionali?
Sì, l’UDC è parte integrante del Centrodestra e sarà presente con le proprie liste in tutte le province. Una scelta chiara, che testimonia
la volontà di essere protagonisti di una stagione, in cui al centro della politica ci sono i cittadini. Non possiamo concentrarci solo sui nomi ma anche sui contenuti per dare risposte concrete ai veneti. Che ruolo ha l’Udc nella coalizione di Centrodestra?
Siamo il Centro che tiene insieme la coalizione. In questo momento c’è bisogno di esperienza e di buon senso. Siamo una forza che costruisce e non divide. Il nostro compito è far dialogare le anime della coalizione, portando competenze, programmi, non slogan. Nella mia e nella nostra storia politica abbiamo sempre messo la persona al Centro. Questo è il bagaglio valoriale più importante ed intendiamo metterlo a disposizione dei Veneti, consapevoli che lavorare in rete, in sinergia con il mondo civico nei territori, è la strada migliore per costruire insieme l’Agenda condivisa per il Veneto.
Come si risolverà il nodo sul candidato-presidente? E soprattutto quando?
Serve equilibrio, non personalismi. Prima i programmi, poi nomi. Abbiamo sempre detto che per noi la priorità non è il nome, ma il progetto. Siamo pronti a sederci al tavolo, a individuare insieme la figura migliore che possa rappresentare tutta la coalizione e che sia in grado di dare le risposte migliori ai cittadini veneti. Dobbiamo farlo al più presto e con grande senso di responsabilità: solo così potremo inaugurare una nuova stagione politica in grado di affrontare le sfide future del nostro Veneto”.
Si scaldano i motori della campagna elettorale: quali sono le priorità a livello programmatico per l’Udc?
Il nostro è un programma che vuole mettere al centro la persona. Puntiamo sulla sanità territoriale, per avvicinare i servizi ai bisogni dei cittadini, sulle politiche sociali a sostegno di anziani, persone non autosufficienti e con disabilità; sui giovani per contrastare la fuga dei nostri talenti all’estero per un Veneto più competitivo e innovativo,
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sul sostegno alle imprese (agricoltura, artigianato, commercio, industria e turismo), sul rilancio del ceto medio oggi sempre più impoverito; su infrastrutture, mondo del volontariato e terzo settore.
Perché a livello nazionale è così importante la sfida elettorale in Veneto?
Il Veneto è un laboratorio politico e sociale. Le Regionali saranno un banco di prova per il Centrodestra e per il ruolo del Centro e di chi condivide il nostro Dna politicoculturale. L’Udc vuole dimostrare che una politica seria, concreta, che mette la persona al centro, è possibile e vincente.
L’intervista. Matteo Ribon, segretario regionale di Cna Veneto, fa il punto del settore
“Oggi se non comunichi non esisti, protagoniste le storie degli artigiani”
“Dobbiamo rimettere il Veneto al centro del sistema produttivo nazionale e europeo. E’ in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano”
D a oltre quindici anni Matteo Ribon è uno dei protagonisti del sistema CNA in Veneto, un punto di riferimento per il mondo dell’artigianato e della piccola impresa. Dopo una formazione in Scienze Politiche all’Università di Padova e un percorso professionale che lo ha visto impegnato nel terzo settore, Ribon ha messo le sue competenze al servizio dell’impresa diffusa, maturando una profonda conoscenza dei mestieri, delle dinamiche economiche del territorio e delle sfide legate all’innovazione. Nel 2019 è diventato Segretario regionale di CNA Veneto, guidando una delle realtà associative più importanti del Nordest con uno stile personale e aprendo le porte a un nuovo modo di comunicare le realtà artigiane della nostra regione. Visto che nelle ultime settimane CNA Veneto ha lanciato il nuovo podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro” ho voluto fare una chiacchierata con Ribon per il fare il punto sulla situazione del mondo artigiano veneto, un settore da sempre al centro dell’economia e dello sviluppo del nostro territorio. Ciao Matteo, sei segretario regionale di CNA Veneto dal 201 9, vuoi provare a fare un bilancio di questi anni?
Sono stati anni molto impegnativi ma sfidanti. Abbiamo avuto come unico obiettivo quello di essere utili e vicini alle imprese cer-
cando di coniugare il supporto alla loro transizione in una situazione economica delicata, all’innovazione e alla spinta verso nuovi mercati. Per fare questo abbiamo anche rinnovato la squadra rinforzando il ruolo del regionale in un rapporto sempre più forte con le istituzioni e il territorio.
Com’è cambiato e come sta cambiando il mondo degli artigiani in questi anni?
È cambiato moltissimo perché è in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano. È un passaggio complicato che riguarda moltissima imprese: negli ultimi anni abbiamo assistito alla perdita di numerose imprese che hanno chiuso o che si sono trasformate, e che inoltre stanno cambiando le loro modalità di lavoro e di operatività.
Quest’estate avete lanciato il podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro”: ce ne vuoi parlare?
Il podcast è una nuova avventura che cerca di raccontare in maniera diversa il mondo dell’artigiano: 10 storie di imprenditori e imprenditrici che hanno deciso di cambiare la loro vita e si sono avvicinati al mondo artigiano, o hanno accettato la sfida di portare avanti un’azienda di famiglia cercando di coniugare la tradizione con l’innovazione, con la tecnologia e con le sfide a cui il mercato ci obbliga, ma
sempre con l’ottica del “guardare avanti”.
A settembre ci sarà la vostra assemblea regionale: quali saranno i temi caldi?
Anche quest’anno a fine settembre ci sarà la nostra assemblea che quest’anno si intitola “Radici nell’Acqua: il Veneto che guarda al futuro”. Il filo di conduttore di questa edizione è l’acqua vista a 360°, sia per quanto riguarda il territorio, il Veneto e tutte le persone e le imprese che ci abitano, sia per quanto riguarda le minacce, del cambiamento climatico, della difficoltà di gestione ma anche dal punto di vista economico perché è un elemento fondamentale per il trasporto delle merci e persone, ma anche un elemento che consente le attività produttivi dell’artigianato. Ci confronteremo con le istituzioni e la politica, cercando di coniugare alcuni elementi tipici del mondo dell’artigiano con le evoluzioni future del nostro territorio.
Come CNA Veneto siete molto attivi dal punto di vista della comunicazione, in questi ultimi anni c’è stato un vero e proprio cambio di rotta da questo punto di vista. Quanto è diventato importante (e quanto è difficile) comunicare alla vostra base in una società ultra connessa come la nostra?
Abbiamo continuato a ripetere a tutti gli artigiani che se non si comunica il proprio lavoro e la propria attività alla fine in questo mercato non si esiste. Noi abbiamo cercato di spingere molto da questo punto di vista dando l’esempio, utilizzando tutti gli strumenti comunicativi sia quelli tradizionali
che quelli evoluti nel mondo digitale. C’è ancora moltissimo da fare: dobbiamo cambiare il linguaggio, dobbiamo avvicinarci alle nuove generazioni e questo è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con molto impegno e con molta determinazione ed è una caratteristica che ci contraddistingue rispetto ai nostri competitor. Quali saranno le sfide più importanti per il nostro territorio nei i prossimi anni?
Ci avviciniamo a un passaggio importante, quello del cambio della Giunta Regionale, che noi accogliamo con la richiesta che è stata portata avanti anche con il rinnovo della Presidenza della CNA del Veneto con il nostro Presidente Moreno del Colle, quella del “Patto per lo Sviluppo”: vogliamo collaborare per stendere insieme un patto di politica industriale ed economica del nostro territorio e vogliamo farlo insieme alle istituzioni. In questi anni ci siamo caratterizzati per essere sempre puntuali e attenti nelle richieste che riguardano le nostre imprese e le necessità del comparto economico. La sfida centrale è
quella di rendere il Veneto sempre più attrattivo, di supportare le transizioni che accompagnano imprese e territorio. Dobbiamo lavorare per far sì che il Veneto torni a essere la locomotiva del Nord Italia e di tutta Italia perché in questo momento i nostri competitor, che sono le regioni europee, ci vede un po’ in difficoltà. Dobbiamo rilanciare questa sfida cercando di rendere sempre più vicine alle nuove generazione le nostre imprese, il nostro territorio e tutto quello che ci circonda. Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
Matteo Ribon
• Chi è Giacomo Brunoro
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116 117: il nuovo punto di riferimento per l’assistenza sanitaria
Dallo scorso 23 luglio è entrato ufficialmente in funzione il numero 116 117, il nuovo servizio attivo 24 ore su 24 per cure mediche non urgenti e bisogni sociosanitari. Tutti i cittadini e visitatori presenti nel territorio dell’Ulss 3 Serenissima possono comporlo da telefono fisso o cellulare per ricevere assistenza, orientamento e informazioni sanitarie e sociali.
Il 116 117 sostituisce il servizio di guardia medica, ampliandone le funzioni e diventando la porta d’accesso principale alla medicina del territorio. Oltre a garantire la continuità assistenziale, consente di ricevere consulenze telefoniche, essere indirizzati verso i servizi sanitari e sociali più appropriati, o accedere alla guardia medica turistica in caso di necessità. Il servizio è gestito dalla nuova Centrale operativa 116 117 di Piazzale Giustiniani a Mestre, una struttura di 800 mq dotata di tecnologie all’avanguardia, sia in ambito sanitario che informatico ed ecologico. Coordinata dalla dottoressa Francesca Ferraretto, la centrale impiega un medico, un infermiere e 35 operatori tecnico-amministrativi, tutti formati per garantire risposte tempestive ed efficaci. Il centro è attivo 24 ore su 24 e ospita anche la Centrale operativa territoriale. L’investimento complessivo è stato di oltre 3,3 milioni di euro, finanziati da fondi PNRR, Regione Veneto e risorse Ulss 3. Chi chiama per un problema sanitario non urgente viene guidato da un operatore, che tramite domande mirate valuta la situazione. Se necessario, il medico o l’infer-
miere di centrale interviene con un consulto telefonico o un triage. In base alla valutazione, il paziente può essere indirizzato a una visita medica, anche domiciliare, entro la giornata o nelle due ore successive. Le Case della Comunità di Noale, Lido di Venezia e Favaro sono già attive per ricevere i pazienti inviati dalla centrale. Il numero è utile per sintomi lievi in orari notturni, festivi o prefestivi (es. febbre, eruzioni cutanee, reazioni alimentari), dubbi su terapie o sintomi che non richiedono intervento urgente, ricevere indicazioni su percorsi di assistenza sanitaria e sociale, accedere a servizi sociosanitari legati a disabilità o non autosufficienza, ricevere informazioni sanitarie generali o su servizi disponibili per i turisti. Non va invece utilizzato per le emergenze sanitarie (in questo caso si chiama il 118), per prenotazioni di visite o esami (numero CUP 041 844 844) o per segnalazioni e reclami (URP 041 86 94 692). Sono dunque quattro i numeri di riferimento per gli utenti dell’Ulss 3 Serenissima: 118 per le emergenze, 116 117 per l’assistenza sociosanitaria non urgente, 041 844 844 per il CUP e 041 86 94 692 per l’URP. «Dopo la fase sperimentale condotta nel Distretto 1 di Bassano del Grappa, oggi il 116 117 diventa operativo in tutta l’Ulss 3 – spiega l’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin –. Entro giugno 2026 sarà attivo in tutto il Veneto. È un servizio rivoluzionario, pensato per facilitare l’accesso del cittadino alla medicina del territorio e garantire una presa in carico efficace e personalizzata dei bisogni di salute».
Martellago, al via i lavori per la nuova Casa della Comunità
Sono partiti il 7 luglio i lavori di ristrutturazione e ampliamento della sede distrettuale di Martellago, che porteranno alla realizzazione della nuova Casa della Comunità, come previsto dal PNRR entro i primi mesi del 2026. Per garantire la continuità dei servizi durante l’intero periodo del cantiere, la Direzione dell’Ulss ha pianificato una riorganizzazione temporanea delle attività, individuando sedi alternative per alcune prestazioni.
A partire dal 2 luglio il servizio di Neuropsichiatria Infantile è stato trasferito al primo piano della Casa della Comunità di Noale. Resta invariata la modalità di accesso, tramite prenotazione attraverso il CUP aziendale al numero 041 844 844. Nella stessa data, anche i Corsi di Accompagnamento alla Nascita e lo Spazio 0-1, dedicato alle mamme con bambini fino a un anno di età, sono stati spostati nella Palestra Comunale di Piazza Vittoria, di fronte al Municipio. Le prenotazioni si effettuano contattando il CUP o la sede del Consultorio familiare al numero 041 5402446 (interno 3-1).
La Geriatria territoriale è stata trasferita presso il Distretto sociosanitario di Mirano, in via Miranese 16, e continua a garantire le visite domiciliari nel territorio di Martellago. La distribuzione diretta di preparati nutrizionali è ora affidata al servizio di Assistenza Domiciliare Integrata, attivo presso la Casa della Comunità di Noale al piano terra. L’attività di raccolta AVIS, infine, è stata spostata al Centro Civico di Olmo di Martellago, in via Damiano Chiesa 9, presso la sede AVIS MaerneOlmo. Nonostante l’avvio del cantiere, la sede distrettuale di Martellago continua a operare regolarmente per alcuni servizi. Restano attivi lo sportello amministrativo multifunzione, il punto prelievi (senza variazioni), il Consultorio familiare, il Servizio di Integrazione scolastica e il servizio di vaccinazioni pediatriche. Con questo intervento l’Ulss 3 Serenissima compie un passo importante verso la riorganizzazione dell’assistenza territoriale, puntando su una struttura moderna e funzionale, capace di rispondere in modo più efficace e integrato ai bisogni della comunità.
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Il reparto. Occupa il secondo piano del nuovo Blocco est, investimento da 12 milioni di euro
Dolo inaugura la nuova Rianimazione: 9 posti letto e 2 mila metri quadri per la sanità del futuro
Dolo inaugura la nuova Rianimazione: 9 posti letto e 2 mila metri quadri per la sanità del futuro
L’ospedale di Dolo dispone di una nuova Rianimazione, un reparto moderno e ampio che si estende su oltre 2 mila metri quadri e offre 9 posti letto completamente attrezzati. L’investimento complessivo supera i 12 milioni di euro, con 9 milioni finanziati dalla Regione Veneto e 3 dall’Azienda Ulss 3 Serenissima. Il reparto, che occupa il secondo piano del nuovo Blocco est, rappresenta un passo decisivo nel rafforzamento
La nuova terapia intensiva dispone di sette postazioni in un’area open space, con possibilità di isolamento, e due ulteriori letti in stanze separate, oltre a studi medici, ambulatori e una sala di accoglienza per i familiari. Questo intervento si inserisce nel piano regionale di riorganizzazione ospedaliera volto a potenziare la risposta alle emergenze pandemiche, portando i posti letto di terapia intensiva in Veneto a 840. Il presiden-
della sanità pubblica locale. Qui presto si trasferiranno la dottoressa Lorella Altafini, primaria di anestesia e rianimazione, insieme ai suoi 16 specialisti, lasciando il vecchio reparto collocato tra i blocchi operatori. Il nuovo edificio ospita già al piano terra il pronto soccorso inaugurato nel 2022, mentre al terzo piano è previsto il completamento della nuova Piastra operatoria. I lavori per la Rianimazione, iniziati nel giugno 2022 e conclusi nell’ottobre 2024, sono stati coordinati dall’Ufficio Tecnico dell’Ulss 3, guidato da Peter Francis Casagrande.
te della Regione, Luca Zaia, ha evidenziato come questo investimento confermi l’impegno a mantenere e rafforzare le eccellenze ospedaliere venete, garantendo cure di qualità e tempestività anche nelle situazioni più critiche. Anche il direttore generale dell’Ulss 3, Edgardo Contato, ha sottolineato il valore di questa nuova struttura, frutto di volontà, competenza e collaborazione tra Regione, Azienda sanitaria e operatori. Con il pronto soccorso già attivo e la futura piastra operatoria in arrivo, Dolo si conferma un punto di riferimento sanitario per l’intero territorio.
Tumore alla prostata: il Veneto apre la strada alla terapia con radioligandi
Il tumore alla prostata è il più comune tra gli uomini veneti, con più di 3.000 nuovi casi ogni anno. Nonostante l’elevata qualità delle cure e una sopravvivenza a cinque anni superiore alla media nazionale, le forme più aggressive della malattia restano ancora oggi una sfida cruciale per oncologi e pazienti. Per questo, il Servizio Sanitario Regionale del Veneto ha introdotto una nuova e promettente terapia con radioligandi, un trattamento all’avanguardia che combina medicina nucleare e oncologia di precisione. L’obiettivo è offrire una nuova possibilità a quei pazienti che si trovano in stadio avanzato della malattia e che hanno già esaurito altre opzioni terapeutiche. Radioligandi: la nuova frontiera nella cura del cancro alla prostata Questa innovativa terapia – nota come RLT (Radioligand Therapy) – rappresenta un vero punto di svolta. Si basa sulla capacità di colpire in modo mirato solo le cellule tumorali, riconoscendole attraverso marcatori specifici espressi dal tumore stesso. I radioligandi, infatti, fungono da “cercatori molecolari” che trasportano radiazioni direttamente dove serve, preservando i tessuti sani e riducendo gli effetti collaterali.
In pratica, diagnosi e cura si fondono in un’unica strategia terapeutica, aprendo la strada a trattamenti personalizzati, capaci di migliorare non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita dei pazienti oncologici. Quattro centri veneti attivati per la nuova terapia
A rendere concreta questa innovazione sono quattro centri di eccellenza individuati dalla Regione Veneto, già operativi nella presa in carico dei pazienti attraverso team multidisciplinari:
• Istituto Oncologico Veneto (IOV) di Padova
• IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar
• Ospedale dell’Angelo di Mestre
• Ospedale San Bortolo di Vicenza
In questi presidi, urologi, oncologi, medici nucleari e altre figure specialistiche collaborano nella valutazione dei singoli casi, definendo percorsi di accesso strutturati e personalizzati per l’avvio della radioterapia mirata. Con questa iniziativa, il Veneto consolida il suo ruolo di riferimento nazionale nella lotta contro il tumore alla prostata, puntando su innovazione, integrazione e qualità delle cure. Una scelta che guarda al futuro della sanità pubblica, dove la medicina di precisione e la personalizzazione dei trattamenti saranno sempre più centrali nel prendersi cura della persona e non solo della malattia.
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Università. Medicina Generale equiparata alle specializzazioni con un nuovo corso quadriennale
Il Veneto spinge per la riforma: approvato il disegno di legge da trasmettere al Parlamento
Un passo decisivo verso il riconoscimento universitario della Medicina Generale arriva dal Veneto, dove il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il disegno di legge statale n. 27 per la riforma dei corsi di formazione dei futuri medici di base. La proposta, che ora sarà trasmessa al Parlamento nazionale, ridisegna il percorso formativo, attribuendo pieno valore accademico a una specializzazione sempre più cruciale per il sistema sanitario. Il cuore del provvedimento è la nascita di un Dipartimento integrato Università–Servizio sanitario regionale, un organismo che, sotto il coordinamento del Ministero dell’Università e della Salute, includerà in modo strutturato le aziende sanitarie all’interno della rete formativa, con particolare attenzione ai tirocini sul territorio. Promossa dalla vicepresidente della commissione sociosanitaria, Anna Maria Bigon (PD), e sostenuta trasversalmente da consiglieri di maggioranza e opposizione, l’iniziativa vuole colmare un vuoto normativo e culturale, offrendo pari dignità accademica alla Medicina Generale rispetto alle altre specializzazioni. «Non è solo un cambiamento formale, ma una riforma strutturale della formazione e dell’organizzazione della medicina territoriale», ha
sottolineato Bigon. Tra le novità principali, anche la nuova denominazione del corso, che diventerà “Medicina Generale di Comunità e Cure Primarie”, per sottolineare il ruolo chiave del medico di base all’interno della sanità di prossimità. Il corso avrà durata quadriennale, con un percorso di transizione nella fase iniziale, e garantirà agli specializzandi borse di studio equiparate a quelle previste per le altre discipline mediche. Apprezzamento è arrivato anche dall’assessore regionale alla Sanità Manuela
Lanzarin, che ha ribadito l’importanza della medicina territoriale e la necessità di superare l’attuale assetto formativo: «La sfida vera oggi è rafforzare le cure primarie. Non possiamo che sostenere questa proposta». La riforma punta quindi a formare professionisti con competenze cliniche e organizzative avanzate, in grado di affrontare le nuove esigenze della popolazione e contribuire al rilancio della sanità pubblica, partendo proprio dal territorio. Con l’approvazione in Regione, ora la palla passa al Parlamento.
Un voucher da 1.000 euro per ogni anno di corso agli studenti di Infermieristica
La Regione Veneto lancia un pacchetto di incentivi per affrontare la carenza di 3.500 infermieri
Un passo storico dal Veneto: la riforma della Medicina Generale approvata dal Consiglio regionale mira a riconoscere pieno valore universitario alla specializzazione, con corsi quadriennali, tirocini mirati e nuove sinergie tra Atenei e servizi sanitari
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Un nuovo voucher da 1.000 euro all’anno, per ciascuno dei tre anni di corso, sarà assegnato ai nuovi iscritti alle Facoltà di Infermieristica del Veneto che supereranno l’esame annuale di tirocinio. La misura, presentata a Palazzo Balbi dagli assessori regionali Valeria Mantovan (Lavoro) e Manuela Lanzarin (Sanità e Sociale), si inserisce in un pacchetto articolato di interventi pensato per contrastare una delle criticità più urgenti della sanità veneta: la grave carenza di personale infermieristico. Il contributo economico, erogato da Veneto Lavoro tramite i Centri per l’impiego e finanziato con fondi FSE+ 2021–2027 per un totale di 9 milioni di euro, punta a sostenere l’immatricolazione ai corsi di laurea sanitari più scoperti, in un contesto in cui mancano all’appello circa 3.500 infermieri nel sistema sanitario e socio-sanitario regionale.
«Una misura concreta, una novità assoluta, tra le regioni a statuto ordinario, per rispondere a una situazione emergenziale in una società che sta progressivamente cambiando dal punto di vista demografico» – ha dichiarato Mantovan, sottolineando come questo provvedimento segua l’esperienza del voucher da 1.500 euro già
introdotto per i corsi OSS, che ha contribuito all’aumento delle iscrizioni e dei corsi attivi, saliti da 45 nel 2022 a 65 nel 2024. L’assessore Lanzarin, dal canto suo, ha tracciato un quadro preciso della situazione: «In Veneto mancano 3.500 medici, soprattutto in specialità come emergenza urgenza, anestesia e medicina generale, e 2.000 operatori socio-sanitari, ma il vero dramma è la carenza di infermieri». Nonostante l’incremento dei posti disponibili nelle università di Padova e Verona – da 1.200 nel 2020/2021 a 1.833 nel 2025 – il numero delle immatricolazioni resta insufficiente. Nel 2024, il saldo tra assunzioni e cessazioni di personale infermieristico è stato negativo (-359 unità). Il 2025 ha registrato una leggera ripresa (23.816 infermieri rispetto ai 23.714 dell’anno precedente), ma il dato resta distante dagli standard auspicati (24.212).
A preoccupare sono in particolare le dimissioni inattese, dovute in molti casi a trasferimenti verso il Sud Italia o al passaggio al settore privato. Per questo la Regione ha attivato un progetto di mobilità volontaria tra le aziende ed enti del Servizio Sanitario Regionale, che ha raccolto 474 domande da infermieri con oltre 5 anni di servizio. L’iniziativa mira a favorire il benessere lavorativo, valorizzando le esigenze personali e riducendo l’obbligo di partecipare a nuovi
concorsi.
Parallelamente, la Regione ha previsto la riattivazione della campagna digitale lanciata nel 2024 con il messaggio “Diventa infermiere: al centro della sanità”. La campagna è rivolta ai giovani in fase di scelta universitaria e punta a mostrare il valore e le opportunità della professione attraverso video, testimonianze e link utili alle iscrizioni.
Sul fronte del benessere psicologico, in ogni azienda sanitaria sono stati attivati sportelli di supporto per contrastare fenomeni di burnout e stress da lavoro correlato.
Lanzarin ha inoltre ricordato che «prosegue l’impegno sul versante contrattuale: proprio ieri si è svolto il primo incontro con i sindacati per attuare la Legge Regionale n. 26 del 2024, che prevede un incremento dei fondi contrattuali pari a 51 milioni di euro all’anno per tre anni. Le risorse, che riguarderanno anche gli infermieri, serviranno a migliorare le condizioni di lavoro attraverso strumenti innovativi, premi di risultato, indennità specifiche e misure di welfare integrativo». Il prossimo appuntamento con le organizzazioni sindacali è previsto per il 28 luglio, con l’obiettivo di definire rapidamente le linee operative della contrattazione integrativa aziendale
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A tavola
Idee in cucina, facili e sfiziose
Quando arriva l’estate si ha sempre più la voglia di piatti freschi e leggeri, qualcosa di appetitoso che sappia conquistare il palato con sapori semplici e genuini. Ricette utili anche per il pic nic di ferragosto e per le settimane successive
INVOLTINI
I ZUCCHINE GRIGLIATE
Una ricetta facile e veloce con ingredienti di stagione. Un piatto perfetto come antipasto e ottimi per accompagnare l’aperitivo.
Ingredienti: 2 zucchine; 150 gr di robiola o di philadelphia; sale e pepe; erba cipollina o rucola per chiudere i rotolini
Preparazione:Lavare le zucchine e spuntatele da entrambi i lati. Utilizzando una mandolina, o un coltello per ricavare dodici fette spesse due millimetri.Salare e mettere le fette su una piastra bella calda. Far cucinare le verdure due minuti per lato. In una ciotola trasferire la robiola (o altro tipo di formaggio) con una forchetta schiacciarla fino ad ottenere una crema morbida. Aggiungere sale e pene a piacere. Quando le zucchine sono fredde, disporre la robiola all’interno di ogni fettina, arrotolarle e chiudere i rotolini con un filo di erba cipollina. Come alternativa è possibile aggiungere una fettina di prosciutto.
LASAGNE DI PANE CARASAU (SENZA FORNO)
Un piatto fresco, ricco di verdure e di facile realizzazione. Lasagne estive ricche di verdura di stagione. Il tutto è condito con una besciamella al basilico.
Ingredienti: : 250 g di pane carasau, 1 melanzana, 2 zucchine, 400 g di pomodorini; 1 spicchio di aglio. Per la besciamella 600 ml di latte; 40 g di farina (0 o integrale); 20 g di olio extravergine d’oliva; 20 g di olio di semi di girasole; 1 mazzetto di basilico fresco; 1 cucchiaio di lievito alimentare; 1 pizzico di noce moscata; sale e pepe
Preparazione: Lavare e tagliare a dadini le melanzane, le zucchine e i pomodorini. In una padella soffriggere uno spicchio di aglio con un po’ di olio fino a farlo imbiondire. Cuocere una decina di minuti. Per preparare la besciamella, scaldare fino a bollore il latte. In un pentolino versare la farina, l’olio extravergine d’oliva e l’olio di semi di girasole. Mettere sul fuoco, mescolate bene e scaldate il tutto. Unire a filo il latte caldo e continuare a mescolare evitando di formare grumi. Portare a bollore e cuocere un paio di minuti. Condire la besciamella con sale, pepe, noce moscata, lievito alimentare e il basilico tagliato. Ricavare dei rettangoli con il pane carasau. Ammorbidire con dell’acqua tiepida e formare due strati di pane uno sull’altro. Coprire con della besciamella e cospargete con un terzo delle verdure. Ripetere gli strati di pane carasau, besciamella e verdure altre due volte.
CROSTATA DI LIMONE
Un dolce fresco e profumato, perfetto per la stagione estiva. Una ricetta base per preparare una deliziosa crostata di limone perfetta da gustare come dessert dopo un pasto estivo o per una merenda fresca e golosa.
Ingredienti per la pasta frolla: 250 g di farina 00; 125 g di burro; 100 g di zucchero a velo; scorza grattugiata di 1 limone; 1 uovo intero; 1 tuorlo d’uovo
Ingredienti per la crema al limone: 3 limoni (scorza e succo); 150 g di zucchero; 3 uova intere; 50 g di burro
Preparazione per la pasta frolla: In una ciotola, setacciare la farina e aggiungete il burro freddo a pezzetti. Lavorate il burro con la farina fino a ottenere una consistenza sabbiosa. Aggiungere lo zucchero a velo e la scorza grattugiata di limone, mescolando bene. Incorporare l’uovo e impastare fino a formare una palla compatta di pasta frolla. Avvolgere la pasta frolla in pellicola trasparente e lasciarla riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.
Preparazione per la crema al limone: In una ciotola, grattugiare la scorza dei limoni e spremetene il succo. In una pentola a fuoco medio, mescolate il succo di limone, la scorza grattugiata, lo zucchero e le uova. Continuate fino a quando la crema inizia a addensarsi. Togliete la pentola dal fuoco e aggiungete il burro, mescolando fino a quando sarà completamente sciolto e la crema sarà liscia Pre-riscaldate il forno a 180°C.Riprendete la pasta frolla dal frigorifero e stendetela su una superficie infarinata con l’aiuto di un mattarello, fino a raggiungere uno spessore di circa 3-5 mm. Rivestite una teglia da crostata con la pasta frolla, premendo bene sui bordi e eliminando l’eccesso di pasta. Bucherellate il fondo della crosta con una forchetta per evitare che si gonfi durante la cottura. Versate la crema al limone e livellatela con una spatola. Infornate la crostata di limone per circa 25-30 minuti finché la superficie sarà dorata.
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Rubrica a cura di Sara Busato
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