Istituto Oncologico Veneto, cambio al vertice, Benazzi nuovo Commissario
IE’ quasi certo, al voto il 23 novembre
l tempo scorre e di convocazione di elezioni regionali non si vede neppure l’ombra. Tutto ormai lascia presagire che la consultazione che chiamerà al voto i veneti per eleggere il nuovo consiglio regionale e soprattutto il tanto atteso nuovo presidente si terrà il prossimo 23 novembre ovvero la data ultima possibile.
A fissare la data delle elezioni dovrà essere, così stabilisce la legge, l’attuale amministrazione, quindi il decreto di indizione porterà la firma del Presidente Zaia e, appunto, non potrà andare oltre il 23 novembre. Il fatto che si arrivi all’ultimo giorno utile, evidentemente, non nasconde le forti tensioni che si vivono nella maggioranza attualmente al governo della regione Veneto. La difficoltà, dunque, a trovare una sintesi tra riunioni sul territorio e vertici romani è palpabile e sta producendo questo continuo slittamento.
Nei giorni scorsi il Ministro e Segretario della Lega, Matteo Salvini ha provato a rompere gli indugi e a lanciare la candidatura di un suo fedelissimo, il giovane e brillante segretario veneto del partito, Alberto Stefani. Una proposta, questa, che ha trovato, immediatamente, il via libera del presidente Luca Zaia e del Sindaco di Treviso, Mario Conte.
a pag. 20
della Bassa Padovana
Fabrizio Boron:
“Svolta storica, daremo un solido futuro al Veneto”
Turismo e agricoltura, un anno positivo, ma preoccupano i tagli Ue al primario
Di fronte al calo inesorabile degli iscritti ste resiste con oltre tremila studenti alle superiori, Monselice alle prese con la riorganizzazione degli istituti
alle pagg. 8 e 9
Valentina Martelli, visione creativa italo-americana nel mondo dei media
La scienziata padovana Elisabetta Boaretto guida il team di studio sulla diga di Siloe
IL CAMMINO DEL POETA NASCE IL PERCORSO DEL PETRARCA
Entro fine anno sarà inaugurato un nuovo tracciato ciclo-pedonale che collega la stazione di Monselice al borgo di Arquà Petrarca
Intanto Agsm Aim ha messo a segno la maxi fornitura di gas per la Pubblica Amministrazione
Scuola sotto pressione
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I l suono della prima campanella in classe quest’anno è arrivato in un contesto di speranze e di preoccupazioni per la scuola veneta. Da un lato ci sono le immissioni in ruolo disposte dall’Ufficio scolastico regionale: più di 4.000 docenti assunti, di cui 950 di sostegno, rappresentano un segnale positivo dopo anni di contenziosi e supplenze frequenti. È una boccata d’ossigeno che può dare maggiore stabilità alle classi e migliorare la continuità didattica.
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Al semaforo di Costa Calcinara scattano le prime multe
Al via il sistema di rilevazione delle infrazioni al semaforo di Costa Calcinara. Le prime multe sono scattate nei primi giorni di settembre, dopo circa un mese di sperimentazione che ha messo in luce circa un centinaio di passassi con il rosso. La pericolosità dell’incrocio sulla statale 16, all’altezza dell’intersezione tra via Marconi, via Galilei, via Tassello e Costa Calcinara, è nota da tempo: in un’area ad alto traffico, con attraversamento pedonale e pista ciclabile, basta un automobilista che non rispetta il rosso per mettere a rischio chiunque transiti. In attesa della costruzione della rotonda, che non sarà pronta prima del 2026, l’amministrazione comunale ha scelto quindi di installare per circa due anni un’apparecchiatura capace di dissuadere i guidatori più imprudenti. La decisione arriva anche alla luce delle numerose infrazioni rilevate in passato dalla polizia locale con dispositivi mobili. Il costo del noleggio della telecamera è di circa 25mila euro, cui si sommano le spese per la segnaletica verticale e orizzontale. Per chi continuare a transitare con il semaforo rosso ci saranno circa 160 euro di multa e 6 punti in meno sulla patente. Quello di Costa Calcinara è il terzo sistema di rilevazione semaforica attivo a Monselice, dopo quelli installati negli anni scorsi in via Piave e all’incrocio di Ca’ Oddo, sempre lungo la statale 16. La sindaca Giorgia Bedin vuole però sottolineare che l’obiettivo non è “fare cassa” ma tutelare i cittadini: “Abbiamo ricevuto numerose segnalazioni dai residenti sulla pericolosità dell’incrocio. A fronte anche dell’attraversamento ciclabile, abbiamo predisposto questa soluzione che resterà attiva sino alla realizzazione della nuova rotonda all’altezza di via Galilei, che porta al campo della Fiera, e che metterà in sicurezza le varie immissioni nella statale” spiega la prima cittadina.
Giada Zandonà
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Dall’altro, però, gli addetti ai lavori continuano a segnalare buchi importanti: nonostante le nuove assunzioni, all’appello dell’avvio d’anno mancano ancora alcune centinaia di insegnanti, con particolari difficoltà nelle primarie e in alcune discipline scientifiche. Il risultato pratico è che in molte scuole si prevedono ancora orari ridotti o ricorsi massicci alle supplenze, con tutto ciò che ne consegue in termini di qualità dell’apprendimento e organizzazione per le famiglie.
L’Ufficio scolastico regionale ha intensificato le comunicazioni e le operazioni di assegnazione delle cattedre in queste settimane: si sono susseguiti provvedimenti e incontri per coordinare le ultime nomine prima dell’inizio delle lezioni. Questo lavoro “dietro le quinte” è cruciale, ma non può sostituire una programmazione strutturale a medio termine e, soprattutto, continuare a lasciare nella precarietà centinaia di insegnanti che ogni autunno devono attendere le chiamate degli istituti per sapere dove e quanto lavoreranno.
Accanto alle difficoltà di organico pesa il capitolo del caroscuola. Le famiglie venete si trovano a fare i conti con spese sempre più consistenti: libri di testo che in alcuni casi superano i 300 euro a studente alle medie e arrivano a sfiorare i 500 euro nei licei, trasporto scolastico che incide sensibilmente nei bilanci di chi vive fuori dai centri urbani, rette delle mense che non fanno che crescere per effetto dell’inflazione.
Una parte di queste spese è alleggerita dai contributi regionali o comunali, buoni libro, agevolazioni per le tariffe, borse di studio, ma la coperta è corta e la disparità tra territori anche vicini resta evidente. Alcuni municipi riescono a garantire sostegni significativi, altri faticano a trovare le risorse, creando un mosaico di opportunità che non sempre assicura equità.
Il punto politico è chiaro: le soluzioni tampone non bastano più. Servono politiche che affrontino il problema alla radice, piani di reclutamento più stabili, formazione continua che risponda ai bisogni delle scuole locali, incentivi per trattenere i docenti nei territori più fragili e, parallelamente, interventi più strutturati a sostegno delle famiglie. La scuola non è solo organici e cattedre: è anche accessibilità economica, condizioni che permettano a ogni ragazzo di iniziare l’anno senza pesi eccessivi sulle spalle dei genitori.
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della Bassa Padovana
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L’inaugurazione. Nuovi spazi per ristori e convegni, camere per turisti e studiosi
Rinasce la locanda Longobarda: casa Bernardini torna a vivere sul Colle della Rocca
U na nuova vita per “La locanda Longobarda”, conosciuta da tutti come casa Bernardini, la storica struttura che da decenni accoglie i visitatori all’ingresso del sentiero che conduce al Mastio Federiciano, cuore del Colle della Rocca. Dopo quasi un anno di lavori, un cantiere da 300 mila euro finanziato dalla Regione Veneto, proprietaria del bene, ha permesso di completare ad agosto le operazioni edili e di impiantistica. L’intervento ha richiesto mesi di attenzione per restituire un edificio che, oltre a rappresentare un punto di accoglienza, custodisce una parte importante della memoria cittadina. La locanda è stata così svelata al pubblico, alla presenza anche degli eredi della famiglia Bernardini che l’hanno abitata dagli anni ’40. “Un luogo bellissimo, dove ho trascorso la mia infanzia” racconta Franca Bernardini, 83 anni “giocavo nei prati e salivo fino al Mastio portando con me gli amici. Spesso portavo in braccio anche il cagnolino o i miei fratelli. Andavo a scuola a piedi, ogni giorno percorrendo lo scalone e per la spesa usavamo il carretto trainato dall’asino. Ricordo ancora la cisterna e il motore che pompava l’acqua fino alla casa. Rivedere oggi la nostra casa rinascere così mi commuove, è come un pezzo di vita che torna a splendere”. Si tratta di un elegante edificio a due piani, situato poco dopo la fine della scalinata che costeggia l’esedra di San Francesco. L’accurato restauro ha restitu-
ito spazi accoglienti, adattabili a diverse esigenze. Un giardino alberato con imponenti piante di noce incornicia l’ingresso: due ampie sale al piano terra potranno ospitare attività di bar, ristorazione o convegni, supportate da una cucina nelle sale retrostanti. Al piano superiore, camere con bagno, grandi saloni e un terrazzo saranno a disposizione di turisti, visitatori o studiosi impegnati negli scavi archeologici sulla sommità del Colle. I lavori hanno valorizzato elementi in vetro abbinati a legno e tinte calde, con un’illuminazione efficiente. La destinazione d’uso definitiva non è ancora stata stabilita: entro due mesi sarà pubblicato un bando per l’affidamento, con l’ipotesi di utilizzo per attività di accoglienza e promozione culturale. Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti anche alcune realtà interessate alla gestione, segnale che entro fine anno la locanda potrebbe tornare finalmente viva. Nei primi anni Duemila un intervento regionale aveva consentito un parziale recupero dell’edificio, ma la mancanza di una destinazione precisa ne aveva determinato la chiusura al pubblico per oltre 25 anni. Casa Bernardini, così conosciuta in città, affonda le sue radici nella storia recente di Monselice. Fu costruita nel 1942 per ospitare la famiglia che ne ha dato il nome, incaricata dal conte Balbino Balbi Valier di curare il Colle della Rocca e mantenerlo in ordine. Lo scavo delle fondamenta iniziò il 10 giugno 1940,
giorno dell’entrata in guerra dell’Italia. La casa sorgeva in posizione strategica, tra le Sette Chiesette e i muretti a secco che ancora oggi caratterizzano il paesaggio. Durante la guerra ospitò un rifugio ricavato nella roccia sottostante, mentre la famiglia si dedicava alla coltivazione dei terreni e alla cura del bosco. La costruzione, che comprendeva portico, alloggi, stalla e rustici, rappresentò per anni il cuore pulsante della vita della Rocca e oggi, grazie al restauro, torna a essere un simbolo identitario per tutta la comunità.
Giada Zandonà
Miazzi chiede chiarezza su Roncello e sui legami con Vitali
Il consigliere comunale Francesco Miazzi, da sempre attento alla questione dei cementifici e autore di un’interpellanza con i colleghi Niccolò Ruffin e Giannino Scanferla, apre il vaso di Pandora e mette in luce alcune falle della reale consistenza economica della Roncello Capital srl, la società che ha ufficializzato l’acquisto del sito di Italcementi e che promette un operazione di oltre 100 milioni di euro per l’abbattimento del sito a cui seguirà la costruzione di capannoni produttivi e campi fotovoltaici. “La Roncello nel 2023, con zero dipendenti, ha un fatturato di poco meno di 1 milione e mezzo di euro e risulta interamente partecipata dalla Vitali Spa, con sede a Bergamo, finita alla ribalta della
stampa per un’operazione della guardia di finanza che ha portato all’iscrizione nel registro de-
gli indagati dei fratelli Massimo e Cristian Vitali per bancarotta fraudolenta e al sequestro preventivo di 50 milioni di euro in quote societarie” spiega Miazzi. Per l’ambientalista, pur trattandosi di un’indagine in corso e non di una sentenza definitiva, i fatti emersi rappresentano un campanello d’allarme: “Un allarme che non può essere ignorato nel prosieguo dell’iter amministrativo riguardante l’area ex Italcementi. Chiediamo quindi all’amministrazione se fosse a conoscenza di questa situazione, della reale consistenza economica della Roncello e del legame con Vitali e se vorranno approfondire questa questione che potrebbe avere pesanti ripercussioni sull’intera operazione prospettata”. (g.z.)
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Francesco Miazzi
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Focus scuola/1. Dai licei ai tecnici, contro il calo demografico si punta su innovazione e qualità
Meno studenti alle superiori, crollo annunciato Este resiste con i suoi oltre tremila iscritti
Anche la Bassa Padovana si prepara a fare i conti con un calo strutturale della popolazione scolastica, a partire dall’infanzia e dalle primarie che già risentono del crollo delle nascite. Ma anche gli istituti superiori si troveranno a fare i conti con una contrazione degli iscritti già dai prossimi anni. Secondo le stime, in provincia di Padova gli studenti in età da scuola superiore passeranno dai quasi 45 mila del 2025 a poco più di 31 mila nel 2038, con una diminuzione di oltre 13 mila ragazzi in tredici anni. Con queste prospettive resisteranno le scuole più strutturate e in grado di essere punto di riferimento nel territorio, come quelle gli istituti superiori di Este, che costituiscono un polo forte e attrattivo per tutta la Bassa Padovana.
“Este può essere orgogliosa delle proprie scuole - sottolinea l’assessore alla Pubblica Istruzione Luigia Businarolo - perché rappresentano un patrimonio di qualità e innovazione. Offrono ai ragazzi strumenti concreti per affrontare il futuro, ma anche valori di cittadinanza e inclusione. Il mio augurio a studenti e insegnanti è di vivere questo nuovo anno con entusiasmo e
curiosità”.
Nella città atestina gli iscritti alle superiori superano quota 3.000, distribuiti in istituti che spaziano dai licei all’istruzione tecnica e professionale. Il “G.B. Ferrari”, con 1.400 studenti, resta il liceo di riferimento, capace di offrire percorsi classico, scientifico, sportivo, linguistico e artistico. I riconoscimenti non mancano: l’indagine Eduscopio 2024 della Fondazione Agnelli lo ha premiato come miglior liceo classico e delle scienze applicate della provincia di Padova. A ciò si aggiunge la forte vocazione internazionale, con scambi, certificazioni e il percorso ESABAC che porta al doppio diploma italiano e francese.
Accanto al Ferrari opera l’Istituto Salesiano Manfredini, che conta circa 450 studenti. Qui la preparazione tecnica va di pari passo con la formazione personale, secondo lo spirito salesiano. Meccanico, elettrico, grafico e ristorazione sono i principali settori, ma la novità è l’inserimento dei corsi IFTS, che nell’ultimo anno integrano una specializzazione europea in Turismo e Meccatronica.
Con i suoi 1.100 studenti, l’IIS Eu-
ganeo rappresenta un pilastro della formazione tecnica e professionale. Informatica, elettronica, meccanica-meccatronica, biotecnologie, odontotecnico e logistica sono i principali indirizzi, sostenuti da laboratori digitali di ultima generazione, torni e frese a controllo numerico e persino un simulatore di volo. L’istituto lavora in stretta sinergia con l’ITS Meccatronico Veneto, che garantisce un tasso di occupazione del 99% entro due anni dal diploma.
Un anniversario importante riguarda l’IIS Atestino, che celebra i cinquant’anni dalla fondazione. Nei locali dell’ex convento di San Francesco convivono indirizzi economici e tecnici: Amministrazione, finanza e marketing, Relazioni internazionali, Costruzioni e settore geotecnico. La scuola si distingue
per i progetti di inclusione e l’attenzione all’alternanza scuola-lavoro, anche con esperienze all’estero.
Non mancano le novità alla primaria. L’Istituto Comprensivo “Giovanni Pascoli” ha avviato l’anno scolastico all’insegna dell’innovazione: laboratori di scienze, giochi matematici, l’introduzione
della filosofia già nei primi anni, fino al Gioco Sport e alla festa del volontariato. A inizio settembre l’istituto ha ospitato i Summer Camp Sfera Futura, tre giorni di formazione per docenti e dirigenti dedicati alla didattica non frontale, alla gamification e all’uso di strumenti digitali e cloud.
Nicola Stievano
La denuncia del sindacato: “Affitti troppo alti per i docenti precari, costretti a rinunciare all’incarico”
Tra i problemi più urgenti emersi in questi mesi spicca la difficoltà dei docenti precari a trovare affitti a prezzi accessibili, costringendoli a rifiutare gli incarichi. Il problema è emerso nel corso della decima giornata nazionale della Cisl Scuola Padova e Rovigo dedicata ai rappresentanti sindacali (Rsu) e delegati. La segretaria generale Stefania Bellamio ha sottolineato l’importanza di valorizzare il ruolo della rappresentanza sindacale in ogni istituto e ha ricordato le difficoltà incontrate dagli insegnanti precari.
Sandra Biolo, segretaria Cisl Veneto, ha confermato la gravità del calo demografico, citando dati specifici: rispetto all’anno precedente ci sono 2.460 studenti in meno a Padova, 145 a Rovigo e ben 9.567 in tutto il Veneto.
Un altro tema caldo è la carenza di personale Ata, il cui organico è ancora basato su una normativa di oltre vent’anni fa, legata al numero di studenti, che continua a diminuire a causa del calo demografico. Questo si scontra con l’aumento delle funzioni amministrative decentrate alle segreterie sco-
lastiche. C’è, infine, il problema degli insegnanti di sostegno, per i quali mancano le garanzie necessarie per rispettare le regole contrattuali e le graduatorie.
Samuel Scavazzin, segretario generale Cisl Padova e Rovigo, ha ribadito che le condizioni dei lavoratori possono essere migliorate solo attraverso una contrattazione efficace e il rinnovo puntuale dei contratti. Scavazzin ha evidenziato come la leva contrattuale sia essenziale per riconoscere la professionalità di insegnanti e personale, spesso trascurata. (n.s.)
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Focus scuola/2. Il liceo Cattaneo, invece, è caccia di spazio, studenti trasferiti in Patronato
Monselice alle prese con tagli e spostamenti, la pluriclasse non decolla alla primaria Cini
All’ombra della Rocca scatta la riorganizzazione scolastica per far fronte agli effetti del calo di iscrizioni alla primaria da un alto e, dall’altro, alla necessità del liceo di avere più spazio per le classi. Guardando ai numeri sono circa 315 i bambini che frequentano la scuola dell’infanzia, mentre alle primarie sono 737, alle secondarie 518 e negli istituti superiori 1825, con molti studenti che arrivano dal territorio circostante.
La chiusura della scuola primaria “Vittorio Cini” di Costa Calcinara, che in questi mesi ha fatto tanto parlare e sollevato non poche polemiche, ormai era nell’aria da tempo e le stesse famiglie, viste le incertezze e i tempi stretti, hanno scelto di spostare i figli in altre scuole anziché intraprendere la strada della pluriclasse. “Nonostante ci fosse un numero esiguo di iscritti - ricorda Elisabetta Volpito, assessore all’istruzione del Comune di Monselice - l’Ufficio scolastico provinciale aveva proposto di provare la soluzione della pluriclasse, unendo gli alunni di prima con quelli di terza. Per le materie principali gli insegnanti sarebbero stati differenziati ma alla fine i genitori hanno fatto una scelta diversa e preferito iscrivere i figli nelle altre scole. Le famiglie dei 15 bambini di seconda hanno chiesto di non smembrare la classe che infatti è stata trasferita alla primaria del Carmine con gli stes-
si docenti. Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia paritaria Caramore dopo la partenza delle suore la gestione è stata affidata ad una ditta privata ed è stata formata una sezione. Per le scuole primarie di San Cosma l’Ufficio scolastico ci ha dato la possibilità di istituire il tempo prolungato che, in accordo con i genitori, partirà dal prossimo anno scolastico.
Al liceo Cattaneo, invece, gli spazi non bastano e stiamo lavorando con la Provincia per mettere a disposizione proprio le aule della Vittorio Cini a partire dal prossimo anno scolastico. In questo modo l’edificio scolastico continuerà ad essere usato e anche il quartiere ne beneficerà. Per quest’anno intanto alcune classi hanno trovato ospitalità in Patronato. All’istituto Kennedy troveranno posto i corsi serali del CPA, sempre in convenzione con la Provincia. Alle medie Zanellato e Guinizzelli partiranno i corsi outdoor con i quali sfruttare al meglio i laboratori scolastici, con la novità dei 30 mila euro dal Pnrr per il nuovo laboratorio di robotica e la stampante 3D.
Sul fronte dell’edilizia scola-
stica grazie ad un finanziamento che copre poco più di metà dei 57 mila euro di spesa è stato rifatto il tetto alla scuola dell’infanzia del Carmine e con il progetto calore abbiamo cambiato caldaie e valvole termostatiche in tutte le nostre scuole, mente alla Guinizzelli abbiamo sostituito anche il sistema d’allarme”.
Volpito risponde infine alle critiche dell’opposizione sull’aumento del costo dei servizi scolastici, a partire dalla mensa. “In questi ultimi anni - ricorda - ci sono stati continui aumenti dei costi generali, ai quali il Comune non può continuare a far fronte da solo. Abbiamo aspettato già alcuni anni, durante i quali le famiglie hanno continuato a beneficiare di tariffe ben più basse di quelle praticate nel resto del territorio. L’aumento introdotto quest’anno comunque è li linea com quello che viene chiesto nelle scuole della bassa padovana e in alcuni casi anche al di sotto con le tariffe praticate in alcuni Comuni. Continueremo a garantire anche il trasporto scolastico per infanzia, primaria e medie”.
Nicola Stievano
Miazzi: “Troppi rincari a Monselice sotto la Rocca, famiglie spremute e diritto allo studio
calpestato”
L’assessore all’istruzione Elisabetta Volpito ricorda gli investimenti sulle scuole e replica alle critiche sul caro-mensa: “Le tariffe erano bloccate da anni e sono in linea con quanto chiesto anche nei comuni vicini. Trasporto scolastico sempre garantito”
L’inizio dell’anno scolastico a Monselice porta stangate sui servizi essenziali. A denunciarlo è il consigliere di minoranza Francesco Miazzi, che parla senza mezzi termini di “aumenti vergognosi fino al 300% e abolizione delle esenzioni per le fasce più deboli”.
La mensa scolastica diventa più cara e meno equa: il buono pasto passa da 4,84 a 5 euro, mentre chi prima, con un ISEE fino a 6.000 euro, non pagava nulla, ora dovrà versare 2 euro a pasto per il primo figlio e 1,50 per i successivi. “Una famiglia a basso reddito con
due figli al tempo pieno – denuncia Miazzi – si troverà a spendere almeno 70 euro al mese. È inaccettabile, un colpo basso a chi ha meno”.
Ancora più pesante la situazione del trasporto scolastico: l’abbonamento annuale sale da 222 a 270 euro, le esenzioni spariscono del tutto e i rincari toccano cifre record. “Chi aveva due figli con ISEE tra 12.000 e 14.000 euro pagava 142 euro - spiega il consigliere - ora si ritrova a sborsarne 472, come chi guadagna molto di più”. Per Miazzi queste delibere del-
la Giunta “colpiscono le famiglie più fragili e quelle numerose (con due o tre figli), in pieno contrasto con quanto tutti gli istituti di previdenza stanno denunciando in merito al calo demografico; inoltre, l’aumento del costo del trasporto rischia di spingere molte famiglie a ricorrere all’auto privata, con un effetto diretto e dirompente sull’aumento del traffico cittadino. Continueremo a a chiedere con forza la revisione delle tariffe. Il diritto allo studio non può essere sacrificato per scelte politiche sbagliate”.
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Turismo. 5,3 km sicuri per raggiungere Arquà Petrarca e segnaletica dedicata
Tra Colli, storia e poesia: nasce il percorso ciclo-pedonale per Arquà
E
Libri come semi” di Dandelion, unica realtà veneta a vincere “Leggimi 0-6”
ntro fine anno chi vorrà raggiungere Arquà Petrarca da Monselice potrà trasformare un semplice spostamento in un’esperienza, grazie al nuovo “Percorso del Petrarca”. Un tracciato ciclo-pedonale lungo 5,3 chilometri, che sarà dotato di segnaletica dedicata e pensata anche per i visitatori meno esperti, e che permetterà di evitare il transito nell’insidiosa via Valli, trafficata e inadatta alle due ruote. Tra i vigneti e le pendici del Monte Ricco, infatti, esiste già un itinerario secondario, poco conosciuto, verde e scenografico, che unisce i due Comuni e che presto sarà valorizzato da una nuova segnaletica turistica. Oggi infatti, il turista che arriva in stazione dei treni a Monselice e sogna di raggiungere Arquà Petrarca sulle orme del Poeta, ha due alternative: l’auto o la bici. Niente autobus, nessun collegamento diretto per chi vuole muoversi lentamente o con i mezzi pubblici. Qui entra in gioco il progetto, finanziato dal Comune di Arquà con un contributo di 27mila euro nell’ambito del Pnrr, prevede infatti l’installazione di cartelli verticali e orizzontali lungo un percorso pianeggiante che dal cuore del borgo conduce fino alla stazione ferroviaria di Monselice. Un collegamento semplice e naturale che tocca via Palazzina, via Vallette, via Fontana e via Isola, per poi scendere verso via del Carmine, la ciclopedonale parallela a via Valli, via Sottomonte, via Matteotti, via Trento Trieste e via Argine Destro. “Il progetto “Percorso del Petrarca” rappresenta un tassello significativo del più ampio intervento di rigenerazione culturale e sociale del nostro borgo, finanziato dal Ministero della Cultura” spiega il sindaco di Arquà Andrea Schivo. “L’obiettivo è creare un collegamento ciclo-pedonale tra Arquà e la stazione di Monselice, migliorando l’accessibilità del nostro centro storico attraverso forme di mobilità sostenibile e rispettose del paesaggio. Ringrazio il Comune di
Monselice per la disponibilità e la collaborazione: la sinergia tra i nostri territori, uniti da storia, cultura e visione, ha permesso di approvare un progetto condiviso, che avrà ricadute concrete sulla fruibilità turistica, sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini. Il “Percorso del Petrarca” non è solo un’infrastruttura: è un invito a riscoprire i luoghi del Poeta in modo lento, consapevole e armonico con la bellezza che ci circonda”. Soddisfatto anche l’assessore allo sport del Comune di Monselice Gianmarco
Roveroni: “È un progetto che abbiamo accolto con entusiasmo perché promuove la mobilità dolce, l’attività fisica all’aria aperta e valorizza il nostro territorio. Un’opportunità per cittadini e visitatori di vivere lo sport e il benessere in un contesto naturale e culturale unico, che collega Monselice a uno dei borghi più belli d’Italia. È un’iniziativa che unisce qualità della vita, turismo, ambiente e movimento, e che potrà diventare un punto di forza della nostra offerta”.
Giada Zandonà
I libri non cambiano il mondo, ma cambiano le persone. E sono le persone a cambiare il mondo. Con questa visione, l’associazione Dandelion si è guadagnata un posto d’onore nella graduatoria nazionale del bando “Leggimi 0-6” promosso dal Centro per il libro e la lettura (Cepell), risultando l’unica realtà del Veneto ad aver ottenuto il finanziamento. Il progetto si chiama “Libri come semi”, ha ottenuto 19mila euro di contributo e si è classificato al terzo posto ex aequo a livello nazionale. Prenderà vita dal prossimo autunno, all’interno della rete dei sei comuni aderenti, Battaglia Terme, Due Carrare, Galzignano Terme, Monselice, Montegrotto Terme e Torreglia, coinvolgendo biblioteche e servizi
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educativi dedicati alla fascia 0-6 anni. A idearlo è stata un’équipe tutta al femminile formata dalla psicologa perinatale Jessica Fasolato, dall’ostetrica Chiara Giuriatti e dalla musicoterapeuta ed educatrice musicale 0-6 Valentina Cavazzana, che hanno unito competenze ed esperienze per accompagnare la crescita dei bambini fin dallo sviluppo embrionale, coinvolgendo famiglie e comunità educante. “Leggere ad alta voce fa bene, sempre, ma soprattutto nei primissimi anni di vita” spiegano “Le evidenze scientifiche confermano che la lettura precoce, addirittura prenatale, favorisce lo sviluppo cognitivo, linguistico, emotivo e sociale. Ecco perché “Libri come semi” si rivolge anche alle pance delle mamme, portando esperienze di lettura ad alta voce ai bambini piccolissimi, con modalità espressive diverse: alcune associate alla musicoterapia, altre in lingua inglese o pensate per la diversabilità”. Il progetto è pensato per tutta la comunità educante: genitori, nonni, educatori, insegnanti, librai, bibliotecari, operatori sanitari e lettori volontari. (g.z.)
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L’incontro. Trova consensi tra i sindaci del territorio l’idea di estendere l’area
Zls allargata alla Bassa Padovana, proposta di Confapi fa discutere
L a Bassa Padovana guarda con interesse alla Zona logistica semplificata (Zls). Nel corso Fiera di Sant’Agostino a Conselve, la tavola rotonda promossa da Confapi Padova ha rilanciato l’idea di estendere a questo territorio i benefici oggi riservati a Venezia e Rovigo.
La proposta, avanzata dal vicepresidente di Confapi Franco Pasqualetti, è stata accolta positivamente da più parti: semplificazioni burocratiche, incentivi fiscali e aree franche doganali, hanno ricordato i promotori, potrebbero sostenere le imprese locali nei settori chiave della meccanica, dell’agroalimentare e della logistica.
Il sindaco di Conselve Umberto Perilli non ha dubbi: “Se colleghiamo la Zls al Padovano, dove c’è un tessuto imprenditoriale solido, può diventare un volano straordinario per l’economia”. Perilli ha richiamato anche la necessità di una regia comune tra Comuni, dopo la chiusura del Cosecon, l’organismo che in passato aveva coordinato lo sviluppo industriale dell’area.
Sulla stessa linea la sindaca di Monselice Giorgia Bedin, che ha invitato a “superare i confini amministrativi e costruire una rete di Comuni che condividano obiettivi e
Un investimento da 650 mila euro per rendere la struttura funzionale, sicura e sostenibile
Sta per diventare realtà il progetto di rinnovamento e ampliamento del canile comunale “Chiara Locrati” di via Erbecè. Dopo anni di attese e di difficoltà burocratiche, è stata finalmente aggiudicata la gara per il primo stralcio dei lavori, che porteranno a una trasformazione radicale della struttura.
L’investimento complessivo ammonta a
strumenti”. Anche la consigliera regionale di Forza Italia Elisa Venturini ha appoggiato la proposta e confermato la vicinanza al territorio per favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese.
Il sindaco di Montagnana Gian Paolo Lovato ha legato il tema alla carenza di infrastrutture: “Montagnana dimostra come cultura, turismo e impresa possano convivere, ma non possiamo contare solo sulle nostre forze. La SR10 deve diventare a doppia corsia”.
Dal sindaco di Este Matteo Pajola un sì
con un appunto: “Non servono soluzioni temporanee, ma misure strutturali e un vero potenziamento delle infrastrutture. E occorre far sentire la nostra voce: con le elezioni regionali ormai prossime, l’auspicio è che l’area della Bassa riesca a esprimere un proprio rappresentante a Palazzo Ferro Fini”. A chiudere i lavori il vicepresidente vicario di Confapi Giovanni Manta: “Le imprese chiedono regole semplici e interlocutori certi. Confapi è pronta a promuovere un’intesa programmatica che trasformi il confronto in progetti concreti”.
Comune di Monselice - Settembre 2025
650 mila euro, di cui 200 mila provenienti da fondi regionali stanziati nel 2014 e 415 mila messi a disposizione dal Comune.
Una struttura più moderna ed efficiente
Il progetto prevede la realizzazione di 20 box prefabbricati su piattaforma in calcestruzzo, una nuova area di sgambatura, l’installazione di un impianto fotovoltaico e una razionalizzazione degli spazi. L’attuale disposizione, che ricorda un grande parco ma si è rivelata complessa da gestire, verrà sostituita da un assetto compatto e funzionale, più adatto al lavoro quotidiano e alla gestione degli animali. Non si tratta soltanto di un intervento estetico o logistico: il canile oggi presenta criticità ben note, come box danneggiati, container che non proteggono dalle piogge e spazi troppo dispersivi. Grazie al nuo-
vo progetto, gli animali ospitati potranno contare su ambienti più sicuri, igienici e confortevoli, mentre il personale avrà strumenti migliori per garantire assistenza e pulizia.
Una lunga attesa, ora il via libera
La vicenda ha radici lontane: già nel 2012 era stato approvato un primo progetto preliminare per l’adeguamento igienicosanitario, ma da allora si sono susseguiti anni di sostanziale stallo. Più di recente, le nuove disposizioni regionali che impongono il posizionamento dei box ad almeno 20 metri dai confini hanno costretto a riprogettare l’intera area, ritardando ulteriormente l’avvio dei lavori.
Nel frattempo, la gestione è rimasta nelle mani delle operatrici della cooperativa che gestisce il Canile, che nonostante le diffi-
Giubileo 2025 con grandi ospiti, cultura e sport tra i Colli Euganei
Prosegue a Monselice, nel cuore dei Colli Euganei, il ricco programma del Giubileo 2025, un evento riconosciuto dalla Regione Veneto come uno dei Grandi Eventi della regione. Dopo la pausa estiva, il Comune propone per settembre un fitto calendario di iniziative che intrecciano cultura, spiritualità e sport, con incontri gratuiti e aperti al pubblico. Stefano Peraro, Assessore al Turismo, sottolinea l’importanza dell’evento: “Il Giubileo rappresenta per Monselice un’opportunità preziosa di incontro e condivisione, capace di fondere spiritualità, cultura e valorizzazione del nostro territorio. A settembre accoglieremo ospiti di rilievo e testimonianze coinvolgenti, rivolte a tutte le fasce d’età, con l’obiettivo di far riscoprire l’identità e l’ospitalità uniche della nostra città”. 26 settembre, ore 21:00, Piazza Mazzini: Federico Buffa, giornalista e storyteller sportivo, in compagnia di Roberta Noè di Sky Sport, guiderà il pubblico in un viaggio tra storie di campioni che hanno saputo coniugare sport e spiritualità, con una narrazione avvincente. Evento gratuito; in caso di maltempo si svolgerà all’Auditorium J.F. Kennedy. (r.p.)
coltà strutturali hanno continuato a garantire cure, alimentazione e pulizia, spesso andando ben oltre l’orario previsto.
Le parole del sindaco
Soddisfazione è stata espressa dal sindaco, che ha commentato così la notizia: «Con questo intervento mettiamo finalmente mano a una delle criticità più sentite dalla comunità. Il canile non sarà solo più grande e moderno, ma anche sostenibile e a misura di animale. Ringrazio le operatrici che in questi anni hanno garantito un servizio fondamentale in condizioni non facili. Ora vogliamo dare a loro e ai nostri amici a quattro zampe una struttura all’altezza, capace di rispondere alle esigenze di oggi e di domani».
Una nuova fase per il canile
I lavori segneranno un punto di svolta importante: da luogo spesso al centro di segnalazioni per disagi e difficoltà gestionali, il canile “Chiara Locrati” si prepara a diventare una struttura di riferimento, moderna ed efficiente, in grado di coniugare benessere animale, sostenibilità ambientale e una migliore organizzazione del lavoro quotidiano.
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Sindaco di Monselice AVV. GIORGIA BEDIN
Natalità. L’amministrazione punta su incentivi economici e investimenti
Nuovi residenti, bonus e servizi spingono verso quota 16mila
U
n saldo di nascite in negativo, ma
Este risulta attrattiva per nuove famiglie, registrando un aumento demografico. I decessi superano le nascite, una situazione che da tempo mette in allarme gran parte della nazione, con un saldo naturale costantemente in negativo. Nel 2022, infatti, sono nati 95 bambini a fronte di 243 decessi, con numeri in crescita, come dimostra il 2023: 80 nuovi nati e 246 defunti, con un saldo di 83 nati e 247 decessi. A dare una spinta alla crescita della popolazione sono stati circa 700 nuovi residenti ogni anno nell’ultimo triennio, con una residenzialità che arriva anche da fuori i confini nazionali. Nel 2022 i residenti sono aumentati di 19 unità, mentre nel 2023 c’è stato un calo di 61 abitanti, ma già nel 2024 la popolazione è risalita a 15.960, con un incremento di 27 persone. “Il nostro obiettivo è che Este continui a crescere, grazie alle numerose azioni messe in campo per migliorare la qualità della vita e attrarre nuovi residenti” spiega il sindaco Matteo Pajola. “Sono certo che, con tutte le azioni messe in campo nel nostro quinquennio di mandato, Este in futuro supererà in modo deciso i 16mila abitanti”. Tra le iniziative
spiccano il Bonus bebè, un contributo da 500 euro in voucher da utilizzare nei negozi per i prodotti per l’infanzia, e il Kit scuola, un bonus da 100 euro per l’acquisto di materiale scolastico, riservato agli alunni delle classi prime di ogni ciclo scolastico. Tra queste anche i bonus per chi sceglie di vivere nel Comune per lavoro, con un Bonus nuovi residenti che varia dai 500 ai mille euro, a cui si somma una riduzione sulla tariffa dei rifiuti. “Non abbiamo pensato solo ai contributi economici, ma anche ad altre azioni concrete” aggiunge Pajola. “L’amministrazione ha puntato anche su opere pubbliche e servizi pensati per le famiglie e i giovani. Tra i progetti realizzati ricordo la palestra e
sala polivalente alla scuola primaria di Deserto e la nuova sala polivalente all’Asilo Nido comunale “Arcobalena”. Sono in corso in questi mesi importanti lavori di ampliamento dello stesso Nido, che porteranno alla creazione di 30 nuovi posti nido per un servizio fondamentale per migliorare la gestione di vita e lavoro delle famiglie. Molti anche gli interventi di edilizia scolastica”. Per il primo cittadino la speranza è che, con il tempo e anche grazie alle misure a sostegno delle famiglie, anche la natalità possa dare segnali di ripresa. “Nel mentre, continueremo a rendere Este una città sempre più a misura di persona” conclude.
Giada Zandonà
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L’opposizione denuncia ritardi dei cantieri
“Este è un cantiere di progetti fermi, incompiuti o gravemente in ritardo”. Questa la denuncia delle consigliere di opposizione Lucia Mulato e Roberta Gallana verso l’amministrazione di Matteo Pajola: “Nonostante la disponibilità di 27 milioni di euro per investimenti e fondi ereditati, la città si trova di fronte a un quadro desolante”. Le consigliere tracciano un bilancio delle opere, partendo dalla pista ciclopedonale di Prà, con un cantiere che doveva cominciare nel 2023: “A oggi non c’è nemmeno il progetto esecutivo. Una promessa rimasta sulla carta, come il restauro della chiesa degli Zoccoli che versa in un grave stato di degrado strutturale. Non è stato avviato alcun progetto di restauro, un’altra occasione mancata per il patrimonio cittadino” continuano Mulato e Gallana.
“Anche il teleriscaldamento per gli immobili comunali e per la scuola Carducci, progetto strategico previsto nel Piano delle Opere Pubbliche, è rimasto lettera morta, privando la città di un’importante opportunità di efficienza energetica, a cui segue la mancata sistemazione della palestra Ghilardi”. Un elenco di opere a cui si aggiunge il secondo stralcio della riqualificazione del Vallo del Castello, programmato per quest’anno, il restauro del Municipio, la riqualificazione di strade e marciapiedi, la conclusione del parcheggio Isidoro Alessi e la riqualificazione dell’ex scuola Zanchi. Secondo l’opposizione i ritardi rischiano di pesare sui fondi del Pnrr: “I lavori procedono a passo di lumaca, con continue interruzioni. Quali saranno le conseguenze per la città se i progetti non verranno completati in tempo, un rischio concreto e inaccettabile” concludono. “I ritardi accumulati non sono solo una questione di efficienza, ma rappresentano un evidente spreco di denaro pubblico e una grave occasione persa per lo sviluppo della nostra città”. (g.z.)
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ono in pieno svolgimento i lavori di relamping del PalEste, il Palazzetto dello Sport atestino ubicato in via Baden Powell ed edificato ad inizio anni 2000. La struttura ha una capienza di circa 1000 posti a sedere e ospita importanti manifestazioni sportive, anche di alto livello, oltre che saggi, spettacoli e allenamenti quotidiani di scuole e di molte associazioni cittadine.
L’intervento, del valore complessivo di 120.000 euro consiste nell’efficientamento energetico con relamping del campo di gioco e della zona tribune, mediante la sostituzione dei corpi illuminanti a ioduri metallici con nuovi corpi illuminanti a led.
Il progetto prevede inoltre la sostituzione delle plafoniere a tubi fluorescenti, presenti nelle altre parti dell’edificio, come corridoi, spogliatoi, servizi igienici, tribune laterali, locali tecnici ed uffici, oltre che l’illuminazione di sicurezza dell’intero impianto.
I principali vantaggi del nuovo impianto di illuminazione saranno il risparmio energetico, il minimo calore sviluppato dalle lampade a LED, il funzionamento in sicurezza, la lunghissima durata di vita delle luci, la resistenza ad urti e sollecitazioni, l’accensione a freddo, l’assenza di componente ultravioletta, la facile integrazione con gli elementi architettonici e il
Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, è stato approvato all’unanimità il Regolamento Comunale per l’installazione di telefonia mobile e tecnologie assimilabili, noto come Piano Antenne, composto dal Regolamento e dalla mappa delle localizzazioni degli impianti.
«Un traguardo importante – commenta il sindaco Matteo Pajola – perché il Piano Antenne è lo strumento fondamentale per limitare e regolare le installazioni
maggior rispetto delle normative ambientali. Commenta il Sindaco Matteo Pajola: «In questi anni di mandato, lo sport è sempre stato il grande protagonista dell’attività di questa Amministrazione. Dopo le due palestre riaperte, la realizzazione del nuovo campo da calcio in manto sintetico e della nuova pista di atletica, l’avvio dei lavori per i nuovi spogliatoi della Piscina, i lavori di manutenzione presso la Palestra Ghilardi e la prossima realizzazione del Terzo Tempo del Rugby, si punta anche all’efficientamento energetico di una delle più importanti strutture sportive di Este, con un intervento considerevole di cui beneficeranno i molti utilizzatori del Palazzetto. E non è finita qui...». I lavori termineranno entro il mese di settem-
di stazioni radio. La normativa nazionale e i recenti orientamenti giurisprudenziali impongono ai Comuni un confronto con i gestori, con l’obiettivo di una pianificazione urbanistica corretta e della minimizzazione dei campi elettromagnetici. Ringrazio l’Assessore Andreose e chi ha collaborato a un percorso complesso ma necessario. L’impegno sarà aggiornare il Piano ogni anno». La normativa nazionale (art. 43 del Dlgs 259/2003) considera
bre, così da minimizzare i disagi per le Associazioni sportive che utilizzano abitualmente la struttura. Tutte le ASD sono state momentaneamente dirottate presso altre strutture cittadine, per consentire il regolare inizio della stagione sportiva.
«Finalmente diamo una risposta concreta alle numerose richieste da parte di Associazioni sportive e di tutti coloro che utilizzano questa struttura per eventi e manifestazioni. - commenta il Consigliere con Delega allo Sport Carla Marigo - Da anni, infatti, veniva sollecitato il rifacimento dell’impianto di illuminazione, per dare maggior lustro non solo alle attività proposte, ma anche all’intero edificio, che rappresenta la struttura sportiva coperta più
le infrastrutture di rete opere di urbanizzazione primaria, quindi realizzabili ovunque e sottratte alle ordinarie regole edilizie. La giurisprudenza ha però riconosciuto ai Comuni la possibilità di regolare gli impianti a fini urbanistici, paesaggistici ed estetici. Il nuovo Regolamento prevede che ogni installazione o modifica sia comunicata al Comune e all’Arpav: il Comune verifica la regolarità delle richieste e autorizza le localizzazioni nelle aree idonee
individuate dal Piano.
importante e richiesta all’interno della Città. Colgo l’occasione per ringraziare le associazioni sportive che hanno accolto positivamente quest’opera, manifestando massima disponibilità nel sopportare i disagi di un momentaneo trasferimento in altre strutture, per consentire i lavori. Sono certa che a fine settembre potremo godere di una struttura ancor più valorizzata, come merita».
Nei primi giorni di settembre, si sono conclusi anche i lavori di manutenzione all’interno della centrale Palestra Ghilardi, che è stata resa più sicura e accogliente. L’ennesimo importante investimento per una Città che punta a valorizzare lo sport, la salute e il benessere in ogni sua forma.
«I principi guida – sottolinea l’Assessore alla Transizione Ecologica Beatrice Andreose – sono tre: minimizzare i rischi di esposizione, tutelare paesaggio e ambiente, proteggere i beni storici e artistici. A gennaio abbiamo chiesto ai gestori i piani di sviluppo 2025: ne sono arrivati cinque. Il Piano conferma le postazioni esistenti, prevedendo una sola nuova localizzazione in area Deserto».
La redazione del Piano è stata
affidata a Polab Srl di Cascina, che curerà anche monitoraggi, aggiornamenti annuali e la raccolta dei piani di sviluppo degli operatori, così da garantire un quadro costante della radiofrequenza e favorire accordi per una localizzazione idonea delle antenne.
«Verifica continua, concertazione e pianificazione – conclude il sindaco Pajola– sono gli strumenti scelti per tutelare il territorio e prevenire criticità future».
Sindaco Matteo Pajola
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Completati
i
lavori. Lungo la regionale si contano nove rondò in pochi chilometri
Aperta la nuova rotatoria Sesa: traffico più fluido e passerella
Opera interamente finanziata dall’azienda per fluidificare il traffico e aumentare la sicurezza, con una passerella che collegherà la ciclabile tra Este e Ospedaletto Euganeo lungo la “strada delle rotatorie
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l cantiere per la nuova rotatoria a ridosso di Sesa, nella strada regionale 10, è stato completato e il nuovo rondò è aperto agli automobilisti. Ad agosto è terminata l’opera che ha trasformato il rettilineo in una nuova viabilità a precedenza. Tra gli interventi anche quello per la mobilità sulle due ruote e per i pedoni, con la creazione di una passerella che collegherà la pista ciclabile esistente, che attualmente si interrompe al confine tra Este e Ospedaletto Euganeo. Si tratta di un intervento con costi a carico di Sesa, che permetterà di fluidificare il traffico e di rendere più adatto alle esigenze l’ingresso dei camion e del personale nell’azienda di trattamento rifiuti.
“La rotatoria è un’opera emblematica dell’attenzione di Sesa Spa per il territorio in cui l’azienda è inserita e della collaborazione fattiva con l’amministrazione comunale” sottolinea la presidente Silvia Ruzzon. “Si tratta di un’infrastruttura fondamentale per la viabilità della zona. Oltre a fornire un più consono accesso all’impianto, l’opera è destinata a migliorare la viabilità in termini di svolta e di immissione dei camion da via Comuna alla strada regionale e viceversa. La rotatoria, i cui costi sono completamente a nostro carico, consentirà di aumentare la sicurezza stradale
lungo un asse viario particolarmente trafficato, inducendo i conducenti a rallentare e a moderare la velocità di marcia dei loro veicoli mentre percorrono quel rettilineo, proteggendo anche la mobilità debole grazie al collegamento ciclabile” conclude la presidente. La nuova rotonda porta con sé una curiosità: si iscrive in quella che potrebbe essere definita la “strada regionale delle rotatorie”, dato che dall’ingresso a Este, poco dopo la località Motta, sino al confine con Ospedaletto Euganeo, le opere di intersezione stradale con spartitraffico circolare sono ben nove. La prima rotonda è collocata a ridosso di viale dell’Industria, la seconda si trova dopo 900 metri, all’altezza dell’ingresso della zona dell’ex zuccherificio, mentre la terza, a 750 metri, è quella che permette l’ingresso in città da ponte di via Martiri del-
la Libertà. Proseguendo per altri 600 metri si incontra la rotonda a ridosso dell’istituto scolastico Euganeo e 500 metri dopo quella che collega via Gambina. Si prosegue per 350 metri e si incrocia la rotatoria di via 28 Aprile e, ancora 500 metri dopo, quella di via Versori. Altri 850 metri e l’automobilista attraversa la rotonda dell’istituto Manfredini e, infine, a soli 750 metri, sta sorgendo la rotonda di Sesa. “Si tratta di opere necessarie per fluidificare il traffico, con una funzione migliore rispetto ai semafori” spiega il sindaco Matteo Pajola. “Alcune, infatti, mettono anche in sicurezza tratti in cui erano successi dei gravi incidenti. Se la rotatoria è ben costruita e posizionata nel luogo adatto, è un elemento importante per la circolazione e per la sicurezza”.
Nuove regole per limitare le installazioni selvagge
Nell’ultima seduta del consiglio comunale, maggioranza e opposizione hanno votato all’unanimità l’approvazione del regolamento comunale per l’installazione di impianti di telefonia mobile, conosciuto come Piano antenne. Un traguardo importante e atteso, pensato per scongiurare il sorgere di strutture in luoghi non idonei, attraverso un documento redatto da una società specializzata che fornirà anche una mappa delle possibili localizzazioni degli impianti. La normativa nazionale limita fortemente le possibilità d’intervento dei Comuni e consente di fatto l’installazione delle antenne in quasi ogni contesto,
come dimostrato dalla richiesta di collocare un’antenna accanto all’asilo nido Arcobaleno. Una situazione definita “selvaggia”, che può essere arginata attraverso questo apposito regolamento capace di assicurare un corretto insediamento urbanistico e, allo stesso tempo, la riduzione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici. Con l’approvazione del Piano, ogni nuova installazione o modifica dovrà essere preventivamente comunicata ad Arpav e al Comune, che avrà il compito di verificare la regolarità delle istanze e autorizzare le localizzazioni solo nelle aree previste. (g.z)
Giada Zandonà
Bonifica idraulica. Un viaggio attraverso oltre un secolo di trasformazioni tecnologiche
Un primo esempio di Idrovora storica:
Ca’ Giovannelli impianto strategico
Dal vapore al telecontrollo remoto: l’idrovora di Cà Giovanelli, inaugurata nel 1929, ha attraversato guerre, modernizzazioni e potenziamenti, diventando presidio idraulico vitale per il territorio padovano
I l primo impianto, venne costruito nel 1880 e presentava tre gruppi idrovori, dei quali due termici: il primo gruppo era costituito da una turbina ad asse verticale, azionata da una vecchia motrice a vapore di scarsissimo rendimento e dalla potenza di HP I20; il secondo gruppo (termico), consta una turbina azionata da motrice Wolf di HP I80 di buon rendimento; l’ultimo gruppo (termico), gruppo è costituito da pompa centrifuga della portata di 1750 litri alla massima prevalenza comandata da motore elettrico della potenza di HP 200.
La progettazione e conseguente realizzazione del nuovo impianto idrovoro (della potenza di HP 600 in sostituzione del vecchio impianto) di Cà Giovanelli a Stroppare di Pozzonovo, in provincia di Padova, risalgono al 1920, anno in cui l’ingegnere Oreste Calore firma, il 17 giugno del medesimo anno, il piano per la sistemazione idraulica generale dell’intero comprensorio del Consorzio Gorzon Inferiore e Bacino del Navegale, dividendo il comprensorio in sette bacini, denominati progressivamente con il numero dall’uno al sette.
Il nuovo impianto prevedeva due corpi di fabbricato da adibirsi: uno, a cabina di trasformazione e l’altro a officina col piano superiore a stanza per il personale di macchina durante i funzionamenti prolungati di notte.
Nel 1922 partivano i lavori per la sistemazione generale degli scoli del Consorzio Medio.
Fra il 1928 e il 1929, iniziava la bonifica meccanica della parte più depressa del comprensorio del Gorzon Inferiore e quella a scolo naturale del territorio Berico Euganeo.
cassoni autoaffondanti. Precedentemente l’idrovora facente capo al Gorzon Inferiore era situata di fronte all’idrovora Tagli, detta “Macchinon” con pompe a vapore. Cà Giovanelli ha infatti iniziato ad operare nel 1929, al suo interno furono dislocate quattro pompe elettriche. Le prime due, appena entrati, sono a servizio delle acque Alte (Navegale) e le altre due
più in fondo, sono a servizio delle acque Basse. Ciascuna pompa ha una portata nominale di 1,1 mc/sec
d’acqua per un totale di 4,4 mc/sec. Entrando nell’ambiente all’inizio si incontrano due motori diesel: uno
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Naturalmente, le prime attenzioni furono rivolte ai terreni più sofferenti appartenenti al bacino maggiormente depresso: fu costruita una nuova rete di scolo del tutto indipendente da quella esistente e un nuovo impianto idrovoro indipendente in località Cà Giovanelli. La fondazione è stata realizzata a
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via Atheste, 3 | 35042 Este (PD) spi.este@cgilpadova.it
Lega Monselicense viale della Repubblica, 27 | 35043 Monselice (PD) spi.monselice@cgilpadova.it
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via Gramsci, 2 | 35028 Piove di Sacco (PD) spi.piovedisacco@cgilpadova.it
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dislocato subito all’ingresso che è a servizio delle acque alte (Navegale); è un quattro cilindri in linea con una cilindrata totale di 10000 cc ad una velocità massima di rotazione di 400 giri/min.
L’altro, che si trova in fondo, è a servizio delle acque basse: è un cinque cilindri in linea con cilindrata di 12500 cc. Entrambi i motori, trainano una pompa ciascuno che ha una portata di 2000 litri/sec. Ogni pompa dei diesel, è il doppio di quelle elettriche per sopperire in caso di mancanza di energia elettrica alla necessità di pompaggio garantendo così, la bonifica del territorio. Negli anni 30’, le interruzioni elettriche erano molto più frequenti, perché le linee elettriche erano precarie e facilmente attaccabili da eventi atmosferici avversi. Le tre pompe afferenti allo scolo Navegale, che ha origine nella zona sud di Este, sono al servizio di un’area di 7500 Ha, mentre le tre pompe delle acque Basse, garantivano la bonifica di circa 2500 Ha. Questa discrepanza poteva essere compensata intervenendo sulle paratoie di collegamento, utilizzando così l’intera portata dell’impianto. Nel biennio 2019 – 20’, l’impianto elettrico è stato completamente rivisto adeguandolo alla normativa vigente: sono stati installati nuovi motori ed installato il telecontrollo anche da remoto. Nel corso degli anni, a causa della continua cementificazione di zone residenziali ed artigianali, in caso di precipitazioni ed eventi atmosferici eccezionali, i motori diesel, servivano non solo in caso di interruzione di energia elettrica, ma anche di aiuto alle pompe elettriche che si dimostravano nel rendimento e nell’autonomia, sempre di più, insufficienti. Nel 1999, è stato messo in funzione un potenziamento con due elicopompe della portata di 3,1 mc/ sec, dislocate nelle acque basse in ausilio alle esistenti pompe centrifughe, aumentando così la portata dell’impianto da 8 mc/sec a 14 mc/ sec. Per quanto riguarda i dati tecnici, la superficie del bacino comprende un’area di 7843 Ha, divisa in acque Alte 4985 Ha, acque Basse 2857 Ha. I gruppi pompa sono otto: (sei elettrici e due termici) di 14,1 mc/s.
Andrea Tobaldo
L’esposizione. A Palazzo Zabarella dal 15 ottobre 65 capolavori di 30 artisti europei
Le voci delle modernità dal Museo LaM: le avanguardie protagoniste
Il “Pensare con le mani” di Danilo Andreose, maestro della scultura veneta
U no degli eventi artistici più attesi dell’autunno padovano, la mostra si inserisce nel solco del dialogo già avviato dalla Fondazione Bano con importanti istituzioni museali a livello internazionale. Le opere esposte provengono infatti da uno dei più significativi musei d’arte moderna e contemporanea europei, il LaM, il Lille Métropole Musée d’art moderne, contemporaine et d’art brut, creato a Villenuve d’Ascq nel 1983 in seguito al lascito di Geneviève e Jean Masurel, membri di una nota famiglia di produttori tessili: una collezione rappresentativa dei maggiori movimenti artistici sviluppatisi nella prima metà del Novecento a cui si è aggiunta, nel 1999, un’ulteriore donazione di oltre 3.500 opere d’art brut da parte dell’associazione L’Aracine, che ha confermato il museo francese come punto di riferimento nella scena culturale europea. Parte di questa collezione è ora visibile a Padova: 65 le opere esposte, realizzate da 30 diversi artisti.
Curata da Jeanne-Bathilde Lacourt, curatrice per l’arte moderna al LaM, e realizzata da Fondazione Bano in collaborazione con il Comune di Padova e
Manifesto Expo, la mostra può contare su numerosi capolavori divisi in sei aree tematiche. Ampio spazio viene dato all’avanguardia cubista, con opere di Picasso (cinque le opere dell’artista spagnolo, fra cui Pesci e bottiglie del 1909 e Donna con cappello del 1942) e Georges Braque (incluse le opere La Roche-Guyon del 1909 e Il Sacro Cuore di Montmartre del 1910), senza dimenticare il Tubismo di Femand Léger - di cui si potranno ammirare 6 dipinti - e ulteriori variazioni sul tema del cubismo ad opera di Léopold Survage, Eugène Nestor de Kermadec, Francisco Borès e Henri Laurens. In primo piano anche le opere di Modigliani: dell’artista livornese saranno esposte, fra le altre, Moïse Kisling, Ragazzo dai capelli rossi, Nudo seduto con camicia e Maternità, opere realizzate in epoche diverse e quindi capaci di presentare la varietà e l’evoluzione dell’espressione artistica di Modigliani. Se Modigliani e Picasso, che danno il nome alla mostra, occupano un posto di spicco all’interno del percorso espositivo, spazio viene dato a numerosi altre importanti figure del Novecento, da Joan Mirò a Youla Chapoval, da André Lanskoy ad Alexander Calder e Bernard
Buffet. Non solo: la mostra si pone come un’occasione preziosa per approfondire le opere degli artisti autodidatti “naïfs” (Gertrude O’Brady e Camille Bombois), l’influenza spiritualista evidente nelle opere di Auguste Lesage e Victor Simon e, ultimo ma non meno importante, la poesia e la spiritualità che caratterizzano le opere di Art Brut, grazie alla presenza di due sculture in granito di Antoine Rabany.
Francesca Tessarollo
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Per Danilo Andreose, maestro della scultura veneta del Novecento, ogni opera nasceva dal contatto fisico con la materia e dalla capacità di trasformare la materia stessa in pensiero visibile. È da questa filosofia che prende il nome “Pensare con le mani” mostra antologica dedicata all’artista, nato ad Agna nel 1922 e scomparso a Bassano del Grappa nel 1987, ospitata dal 13 settembre al 26 ottobre alla Galleria Civica Cavour. Curata da Barbara Codogno e organizzata con il sostegno del Comune di Padova, la mostra si pone come un viaggio attraverso la ricerca plastica operata da Andreose in oltre 50 anni. Ad accompagnarci in questo viaggio, circa trenta opere in grado di mostrare la sapienza tecnica dell’artista e la sua evoluzione. La mostra comprende grandi sculture in marmo e pietra come Amazzone (1974, legno), Evoluzione (1983, porfido rosso), Vajont (1964, pietra bianca), Incontro (1973, marmo grigio carnico), caratterizzate da una personale combinazione di forza monumentale e leggerezza compositiva. Presente anche una sezione dedicata alle opere in bronzo, nelle quali il metallo si fa movimento e armonia. Fra queste, in particolare, spiccano Paolo e Francesca (1972), Guerrieri (1971), Tulipano (1980) e Germinazione (1983). Completano il percorso le opere realizzate in terracotta e gesso, come I Marinai (1957) e Miracolo di Sant’Antonio (1956), oltre a bozzetti e piccole figure, e una sezione dedicata alle ceramiche e ai bronzetti, piccoli formati capaci di trasmettere una grande raffinatezza formale. (f.t.)
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Padova fa i conti con l’emergenza abitativa
“Entro il 2030 serviranno 7.500 nuovi alloggi”
N e avevamo parlato su queste pagine qualche mese fa nel nostro “Dentro la notizia”, ora l’argomento torna prepotente. Padova, infatti, rischia una vera emergenza abitativa: entro il 2030 serviranno almeno 7.500 nuovi alloggi per famiglie, giovani coppie e studenti. Non è un numero astratto, ma il fabbisogno stimato da architetti, ingegneri e costruttori per far fronte a una domanda crescente che riguarda anche un’altra fascia sempre più fragile: gli anziani soli. L’allarme lanciato in questi giorni da Ordini professionali e associazioni di categoria fotografa una realtà già sotto pressione: nella nostra provincia oggi affittare o acquistare una casa è diventato proibitivo per ampie fasce di popolazione.
Secondo gli ultimi dati, una famiglia padovana con meno di 18.500 euro annui spende oltre il 35% del proprio reddito per il mutuo o per l’affitto. Il 56% delle famiglie denuncia spese eccessive per
il mantenimento dell’abitazione.
Il risultato è che il diritto alla casa, pilastro della vita civile, si trasforma in un privilegio riservato a chi dispone di redditi medio-alti. Gli esperti indicano più cause: una legge urbanistica ormai datata, iter burocratici lunghi e incerti, scarsa disponibilità di edilizia popolare, prezzi alimentati da speculazioni immobiliari e un patrimonio abitativo obsoleto – il 55% degli immobili residenziali di Padova è stato costruito prima del 1980. A ciò si aggiunge la crescita della popolazione universitaria e l’arrivo di lavoratori stranieri, che rendono la pressione sul mercato ancora più forte.
Il confronto con altre province venete è eloquente: a Venezia e Treviso la quota di reddito necessaria per un mutuo o un affitto resta altissima, ma a Padova i dati peggiorano rapidamente, con un indice di accessibilità abitativa che scivola sotto il 30%. Questo significa che sempre meno giovani
riescono a rimanere in città dopo gli studi e sempre più famiglie si spostano verso comuni limitrofi, con conseguenze sul tessuto sociale e sull’economia locale.
Il nodo casa, infatti, non riguarda solo la sfera privata ma tocca direttamente lo sviluppo economico: senza alloggi accessibili, le imprese faticano ad attrarre e trattenere lavoratori qualificati; l’università rischia di perdere studenti a favore di atenei più competitivi; gli anziani soli finiscono per gravare di più sul sistema di welfare. La mancanza di case, in altre parole, non è un problema di settore ma un fattore che incide sulla competitività dell’intero territorio.
Di fronte a questo scenario, le proposte non mancano. Si parla di semplificazione normativa, costruzioni in altezza, recupero e riconversione di edifici esistenti, sviluppo di modelli di co-living, fino alla creazione di un’Agenzia per l’Abitare che coordini le realtà
locali e favorisca politiche integrate. È un cambio di passo che molti invocano, perché l’alternativa è una città che rischia di diventare socialmente selettiva, “soltanto per i ricchi”, come ha ammonito la presidente di Ance, Monica Grosselle.
La questione abitativa, infatti, non è solo un tema tecnico o di mercato: è un nodo politico e culturale. Decidere di investire in nuove case, rigenerare quartieri, offrire soluzioni accessibili agli
Nasce a Monselice la nuova Bi-Elle Auto by Campello Motors
Una nuova realtà prende forma nel panorama dell’automotive veneto: a Monselice è stata ufficialmente inaugurata Bi-Elle Auto by Campello Motors che si è presentata alla città con un affollato evento fra musica, buon cibo, intrattenimento e il reveal in anteprima del nuovo suv SWM G01Pro. La serata celebrativa si è posta come il coronamento di un processo avviato mesi fa e culminato con l’acquisizione totale di Bi-Elle Auto da parte della Campello SPA, realtà di primo piano nel territorio e fra le più importanti a livello nazionale. “La prossimità è un fattore strategico per noi e Bi-Elle Auto è un ulteriore tassello verso il radicamento nel territorio – dichiara Alessandro Campello, Amministratore Unico di Campello SPA – che ora, con 6 sedi fra Mestre, Padova, Mirano, Vigonza e Monselice, è ancor più forte”. “La nostra
studenti e sostenibili per gli anziani significa ridisegnare il futuro di Padova. Significa scegliere se vogliamo una città inclusiva, capace di attrarre talenti e trattenere le famiglie, o una città che allontana chi non riesce a sostenere i costi. Oggi il rischio è chiaro: senza un piano straordinario la domanda crescerà e l’offerta rimarrà insufficiente, acuendo le diseguaglianze. Servono visione e coraggio politi-
Vincenzo Gottardo
politica è offrire a tutti la giusta soluzione per la propria mobilità – aggiunge Alessandro Campello – con l’intenzione di posizionarci in modo trasversale attraverso ampia offerta (nel complesso abbiamo oltre 1.000 auto sempre in pronta consegna), formule di acquisto esclusive in grado di adattarsi a tutte le esigenze e un servizio impeccabile. Il nostro obiettivo è chiaro: tornare ad essere il punto di riferimento per Monselice”. Campello Motors è leader nella mobilità a 360 gradi e persegue una visione ampia che si concretizza in un’offerta estremamente variegata capace di abbracciare auto, veicoli commerciali, scooter, moto e addirittura biciclette attraverso Campello Cycling. Il culmine della serata è stato il reveal della nuova SWM G01 Pro, un interessante suv super accessoriato disponibile a partire dal prezzo shock di 28.900 euro. Arrivato in Italia da poco, il marchio SWM si sta facendo strada velocemente nel mercato, perché risponde a diverse esigenze: auto spaziose (con una gamma che arriva anche a 7 posti), ideali per gli spostamenti quotidiani o per i lunghi tragitti, comode, robuste, super accessoriate, dal design accattivante e dal prezzo iper competitivo.
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Dirette dai campi delle principali squadre di calcio venete e aggiornamenti in tempo reale di volley, basket e rugby delle squadre della nostra regione
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Monica Grosselle, Ance Padova
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Ormai appare quasi certo: le elezioni regionali saranno il 23 novembre
Fratelli d’Italia, che si appresta a diventare anche in Veneto, l’azionista di maggioranza della coalizione non ha respinto l’ipotesi ma ha gettato, con il segretario regionale dei meloniani, Luca De Carlo, molta acqua sugli entusiasmi leghisti sostenendo che nulla sarebbe ancora deciso e che le “fughe in avanti” non fanno bene al rapporto tra alleati. A gettare benzina sul fuoco ci aveva pensato, soltanto una decina di giorni prima, Flavio Tosi segretario regionale di Forza Italia che aveva dichiarato come fosse giusto e naturale che il candidato presidente del Veneto per il centrodestra fosse scelto da Fratelli d’Italia in quanto partito traino dell’intera coalizione.
L’ennesimo vertice romano dello scorso 10 settembre non ha prodotto alcuna fumata bianca: il dossier candidature delle regionali resta ancora chiuso e nessuna
decisione è stata presa. Nel mentre il tempo stringe e il nervosismo e tangibile. Le associazioni di categoria venete, cosa mai accaduta con questa forza, hanno protestato in modo vibrante contro queste eterne trattative che, di fanno, stanno paralizzando da mesi la regione in un momento nel quale l’economia sta mettendo a dura prova il tessuto produttivo locale il quale, viceversa, avrebbe bisogno di risposte e sostegni urgenti e tangibili.
L’altro fatto inedito per il Veneto è quanto accade nel centrosinistra. Per la prima volta gli sfidanti hanno individuato ormai da tempo in Giovanni Manildo il candidato presidente, non sono attraversati dalle tipiche polemiche, ma anzi stanno conducendo una campagna elettorale molto puntuale per tutto il Veneto. Anche
la coalizione, per la prima volta, è al completo e molte delle forze politiche che la compongono hanno, addirittura, già presentato, in ogni provincia, i candidati consiglieri provinciali.
A questo punto appare difficilissimo fare pronostici: il Veneto, storicamente, ha sempre premiato il centrodestra e il giudizio sull’amministrazione uscente è più che positivo, ma la confusione e le tensioni che si respirano, il ritardo con il quale si stanno scegliendo candidato presidente e liste e l’uscita di scena di Zaia stanno stancando fette, anche importanti di elettorato, che potrebbero trovare “consolazione” nel moderato Manildo che, dal canto suo, continua il suo tour per il Veneto e, evidentemente, non ha nessuna fretta di scoprire chi sarà il suo principale competior.
Autonomia energetica. Agsm Aim conquista sei lotti Consip da 577 milioni standard metri cubi
Pubbliche amministrazioni, maxi-fornitura di gas
Il fatturato previsto supera i 600 milioni di euro
Intanto sul fronte del “federalismo energetico” continua il pressing sul Governo sul rinnovo delle concessioni per la distribuzione elettrica e la produzione idroelettrica, oggi fortemente concentrato nelle mani di pochi operatori nazionali
Un passo concreto verso l’autonomia energetica che molti invocano. Il gruppo veronese Agsm Aim Energia ha messo a segno un’importante operazione a livello nazionale, aggiudicandosi sei lotti della gara Consip GN17 per la fornitura di gas naturale alle Pubbliche Amministrazioni nel biennio 2025-2026. L’assegnazione consentirà alla società di fornire oltre 577 milioni di standard metri cubi (Smc) di gas, con un fatturato stimato attorno ai 620 milioni di euro.
I lotti conquistati da Agsm Aim coprono una vasta area geografica che va dalla Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria con il Lotto 1 per pro proseguire con Milano (lotto 2), il resto della Lombardia (lotto 3), Toscana, Umbria e Marche (lotto 6), Puglia e Basilicata (lotto 10) e l’intero territorio nazionale (lotto 12).
Una delle principali novità di questa convenzione è la possibi-
lità, per le Pubbliche Amministrazioni aderenti, di stipulare contratti di durata biennale (oltre alla classica annualità), mantenendo una struttura di prezzo variabile, elemento cruciale in un mercato energetico ancora volatile.
Agsm Aim ha inoltre ottenuto un secondo successo strategico con l’aggiudicazione del Lotto 1 della gara bandita dal consorzio Viveracqua, realtà che riunisce dodici gestori idrici pubblici del Veneto. In questo caso, la fornitura riguarda energia elettrica in bassa tensione per un volume complessivo di circa 150 GWh annui nel triennio 2026-2028, con un valore stimato di 151,5 milioni di euro.
Il contratto prevede la possibilità, per i consorziati, di scegliere energia elettrica da fonti rinnovabili certificate, in linea con gli obiettivi di sostenibilità ambientale sempre più centrali nella gestione pubblica.
A completare il quadro, Agsm Aim ha vinto anche ulteriori forniture per 20 GWh di energia elettrica destinate ad altre utility del Nord Italia, attraverso gare competitive recenti. Le recenti aggiudicazioni confermano il ruolo di Agsm Aim come player di primo piano nel mercato energetico nazionale, capace di competere in contesti ad alta complessità e con elevati volumi, sia sul fronte del gas naturale che dell’energia elettrica, con una crescente attenzione ai principi di efficienza e sostenibilità.
Intanto resta aperta più che mai la questione del “federalismo energetico”, invocato da più parti, che ha portato alla mobilitazione di un fronte compatto – composto da amministratori pubblici, imprese locali e rappresentanti istituzionali – impegnato a chiedere al Governo una svolta che metta il territorio al centro delle politiche industriali del settore. Alla base delle preoccupazioni c’è il rinnovo delle concessioni per la distribuzione elettrica e la produzione idroelettrica, oggi fortemente concentrato nelle mani di pochi operatori nazionali.
Ancora la scorsa primavera Federico Testa, presidente di AIM
- AGSM, ha lanciato una sfida a tutte le società di servizi e alla politica del nord Italia: preparare un importante piano industriale per concorrere alle gare nazionali di concessioni della rete di distribuzione dell’energia elettrica. Un vero e proprio federalismo energetico, perché che una gestione della rete direttamente sul territorio comporterebbe efficienza, investimenti e calo delle bollette per famiglie e aziende. Invece nell’ultima legge di bilancio è stato inserito un articolo che proroga automaticamente la concessioni, in scadenza nel 2029 e 2030, a Enel per i prossimi vent’anni su tutto il territorio nazionale quindi senza previsioni di gare. Intanto la
politica ha colto appieno il senso della proposta del manager scaligero: in Conferenza Stato - Regioni, infatti, i governatori stanno chiedendo di cancellare quanto lo Stato Centrale ha inserito in Legge di Bilancio e di consentire lo svolgimento delle gare senza proroghe automatiche a Enel.
“Su questo fronte la Regione può giocare un ruolo importante - ribadisce Testa - perché quella sull’energia e l’idroelettrico è una partita che solo in Veneto vale 6-700 milioni all’anno, somma che ora viene sottratta alla Regione. Noi siamo prontissimi a fare a nostra parte e a continuare il pressing su enti e istituzioni per arrivare al risultato”.
Federico Testa, presidente Agsm Aim
L’intervista. Il consigliere regionale del Gruppo Misto è componente della Commissione Sanità
Fabrizio Boron: “Siamo ad una svolta storica,
il centrodestra unito per il futuro del Veneto”
“Per la nostra sanità lavoriamo su personale, organizzazione e liste d’attesa. Pubblico e privato devono viaggiare nella stessa direzione e portare il risultato per i cittadini, senza contrapposizioni ideologiche”
L a politica veneta si prepara a una svolta storica con il nuovo governo che uscirà dalle elezioni regionali. A parlare di questa fase cruciale e delle sfide che attendono la Regione è Fabrizio Boron, consigliere regionale del Gruppo Misto e componente della Commissione Sanità, che guarda con attenzione ai prossimi mesi elettorali e ai nodi ancora irrisolti in ambito sanitario.
Consigliere Boron, dopo quindici anni di governo Zaia il Veneto si prepara a un cambio di rotta. Sarà davvero una svolta storica?
Sì, siamo davanti a un passaggio epocale. L’epoca di Luca Zaia, durata quindici anni, si conclude perché la legge nazionale prevede il limite dei due mandati consecu-
tivi. Avremo un nuovo presidente e anche un nuovo consiglio regionale. Non è solo un fatto politico, ma anche istituzionale: i cittadini vedranno cambiare un punto di riferimento che è stato stabile per molto tempo. Alcuni lo vivranno con incertezza, altri con curiosità. Io credo che sia l’occasione per rigenerare energie nuove e per ribadire il valore di un Veneto governato con responsabilità e competenza. Il centrodestra si presenterà unito, offrendo un candidato autorevole, capace di garantire continuità ma anche di introdurre elementi di rinnovamento. È un momento che va affrontato con coraggio e con serietà”.
Non abbiamo ancora né la data
delle elezioni né il nome del candidato del centrodestra. Quanto dovremo attendere per avere certezze?
Sulla data la responsabilità è del presidente uscente. La scadenza per la convocazione è il 23 settembre, e si potrà votare fino al 23 novembre. Quindi non ci sono dubbi: entro l’autunno i veneti sceglieranno il nuovo presidente. Per quanto riguarda il candidato, comprendo la curiosità e anche la pressione del centrosinistra, che insiste molto su questo punto. Io sono convinto che il tavolo nazionale deciderà in tempi brevi. Non è una scelta banale, perché serve una persona che sappia unire e che abbia esperienza amministrativa e sensibilità politica. Non basta il carisma: bisogna conoscere bene la macchina regionale. Sono convinto che il nome arriverà a breve e che sarà quello giusto per portare avanti il lavoro fatto in questi anni. La sanità è il tema più sentito
Regione verso l’esercizio provvisorio, ma è polemica
Calzavara: “Atto di responsabilità”, il Pd: “Conseguenza del rinvio del voto”
La Giunta regionale del Veneto ha dato il via libera agli inizi di settembre al disegno di legge sull’esercizio provvisorio del bilancio 2026, un passo necessario per assicurare la continuità dei servizi pubblici durante il periodo elettorale e fino all’insediamento della nuova Giunta. Il ddl sarà esaminato con urgenza dal Consiglio regionale ma intanto si infiamma il dibattito politico. L’esercizio provvisorio permette di garantire il funzionamento della Regione dal 1° gennaio 2026 fino all’approvazione del nuovo bilancio, comunque non oltre il 30 aprile, assicurando tutte le spese obbligatorie e quelle relative a sanità, fondi europei, PNRR, emergenze e interventi urgenti sul territorio veneto.
“Con questo provvedimento tuteliamo servizi essenziali
dai veneti. Lei è stato presidente della Commissione Sanità e ora ne è componente: quali sono le priorità?
La prima riguarda il personale. Oggi viviamo una carenza di medici e infermieri che rischia di compromettere la qualità dei servizi. Non basta formarne di più: bisogna trattenere quelli che già abbiamo. E per farlo servono condizioni di lavoro migliori, stipendi adeguati e possibilità di crescita professionale. Troppi nostri professionisti scelgono il privato o addirittura l’estero. È una perdita che non possiamo permetterci.
La seconda criticità riguarda le liste d’attesa. I cittadini lamentano tempi troppo lunghi per visite ed esami, e questo crea frustrazione e, a volte, rinuncia alle cure. Io sono convinto che il problema sia in gran parte organizzativo: la macchina va riorganizzata, sfruttando meglio le potenzialità di pubblico e privato convenzionato. Abbia-
mo una struttura pubblica forte eccellente e abbiamo un sistema privato convenzionato accreditato altrettanto forte e altrettanto eccellente. Queste due gambe del sistema sanitario veneto devono viaggiare nella stessa direzione e portare il risultato per i cittadini, senza contrapposizioni ideologiche. Se pubblico e privato remano in direzioni diverse, a rimetterci è solo il cittadino. È qui che dobbiamo intervenire con decisione. (r.r.)
e investimenti strategici per il Veneto, evitando rischi legati a una gestione provvisoria limitata”, ha spiegato l’assessore al Bilancio, Francesco Calzavara. “Si tratta di un segno di responsabilità e buon governo che ci permette di affrontare serenamente la fase di transizione istituzionale.” Calzavara ha sottolineato come, a differenza di altre regioni in procinto di votare, il Veneto abbia scelto la strada della programmazione, rafforzando così le garanzie per cittadini e servizi pubblici. “Finalmente la Giunta sembra essersi decisa – commenta invece capogruppo del Pd Vanessa Camani –. Lo chiedevamo da giorni, per evitare, almeno, di trascinare il Veneto nella gestione bloccata del bilancio per i primi mesi della nuova legislatura. Certo rimane il vincolo della gestione del bilancio limitata dell’esercizio provvisorio per un tempo lungo, causato dalla scelta scellerata di spostare il voto a fine novembre”. Secondo l’esponente del Partito Democratico il provvedimento è la diretta conseguenza della decisione di rinviare la data delle elezioni regionali. “Zaia venga in aula e se ne assuma la responsabilità politica davanti al Consiglio”.
Frabrizio Boron
Facciamo il punto. L’assessore regionale traccia un bilancio positivo della stagione estiva
Turismo e agricoltura, Federico Caner: “Un Veneto che cresce tutto l’anno”
T
urismo e agricoltura, due settori chiave per il Veneto, anche dal punto di vista economico. Ne abbiamo parlato con l’assessore all’agricoltura e turismo Federico Caner.
Assessore, possiamo tracciare un bilancio della stagione estiva 2025?
Direi che è stata una stagione molto positiva, sia in generale per tutta la regione, sia per il settore balneare che, alla vigilia dell’estate, era considerato un po’ a rischio per le polemiche sui rincari dei prezzi. In realtà la stagione è andata molto bene anche al mare. Oggi il turismo in Veneto non si concentra più solo in pochi mesi, ma continua durante tutto l’anno. Questo è possibile grazie alla varietà delle mete: non ci sono soltanto mare, montagna o lago – che già da soli hanno stagioni lunghe – ma anche città d’arte che forse è meglio visitare proprio nei mesi meno caldi, come ottobre e novembre, periodi perfetti per apprezzarle con più calma.
Quindi un Veneto che si può vivere 365 giorni l’anno?
Esattamente. Anche perché oltre alle città d’arte ci sono mostre di altissimo livello che arricchiscono l’offerta culturale e turistica. E poi c’è un settore che sta crescendo in modo significativo: il cicloturismo.
Lei va in bicicletta?
Sì, vado in bicicletta sia per sport che per turismo. E c’è una buona notizia che riguarda Padova: siamo riusciti a portare qui la fiera internazionale del cicloturismo, dal 2026 e per tre anni consecutivi. Non è stato facile perché c’erano altri concorrenti, ma ci siamo riusciti. È un evento importante perché proprio sul cicloturismo stiamo investendo molto: in Veneto abbiamo quasi 2.000 chilometri di piste ciclabili attrezzate.
Qualche esempio concreto?
La Treviso-Ostiglia, sulla quale stiamo facendo grandi investimenti, ma non solo: ci sono tante altre direttrici sul territorio. Il cicloturismo è una forma di vacanza sostenibile, con valori economici rilevanti: il ciclo-turista medio ha circa quarant’anni, viaggia spesso
con la famiglia e spende più di un turista tradizionale. Inoltre in Veneto abbiamo un indotto legato alla bicicletta molto forte, con aziende che producono componentistica apprezzata a livello internazionale.
Veniamo all’altro ambito di sua competenza: come sta il settore agricolo veneto?
Il settore primario è fondamentale e strettamente collegato al turismo. Non si fa turismo in una regione dove si mangia male o si beve male. Il Veneto può contare su tantissimi prodotti tipici e a denominazione, soprattutto nel lattiero-caseario. La montagna, in particolare, ci regala prodotti di qualità che vanno tutelati. E preservare pascoli e prati non è solo una questione agricola: serve anche a difendere il territorio da frane e dissesti idrogeologici.
A fine mese torna “Caseus” a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta. Esatto. Caseus era nato come rassegna dei formaggi veneti, poi si è allargato a livello nazionale e oggi ha un carattere internazionale. Noi abbiamo una varietà di formaggi
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che pochi Paesi al mondo possono vantare: dai prodotti di malga ai freschi, dagli stagionati al Grana Padano. Anche i francesi, che pure hanno il loro Camembert, non possono competere con la nostra varietà. Quindi agricoltura e turismo viaggiano insieme?
Assolutamente. In un periodo in cui a livello internazionale è sempre più difficile produrre cibo, è fondamentale essere autosufficienti. Investire in agricoltura non significa solo sostenere l’economia, ma anche salvaguardare la nostra identità.
Arriviamo al tema dei tagli europei alla PAC. Come si sta muovendo la Regione Veneto?
Noi sosteniamo le aziende agricole, in particolare quelle montane: pur rappresentando il 18% del totale, ricevono quasi il 40% degli investimenti regionali, proprio per le ragioni di cui parlavamo. Ma sosteniamo anche i giovani agricoltori. Il problema è che a livello europeo stiamo passando da 360 miliardi a meno di 300: una riduzione pesantissima. E invece servirebbe il contrario.
Perché?
Perché produrre in modo sostenibile, con attenzione all’ambiente e al biologico, costa di più e non sempre il mercato riconosce questo valore. L’Europa dovrebbe investire di più, non meno. Negli Stati Uniti investono circa 1.000 miliardi, noi scendiamo a 300. È una differenza enorme.
C’è spazio anche per le donne in agricoltura?
Sempre di più, e questa è una notizia positiva. Le donne sono il motore della nostra società, oltre che delle famiglie. Donne e giovani sono il futuro dell’agricoltura veneta.
Federico Caner
Archeologia. Ricostruita a Gerusalemme la storia del capolavoro idraulico
di 2800 anni fa
La scienziata padovana Elisabetta Boaretto guida il team di studio sulla diga di Siloe
La docente di Scienze Archeologiche al prestigioso
Weizmann Institute of Science in Israele è stata tra le protagoniste dello studio pubblicato sulla rivista internazionale PNAS che ha rivoluzionato la conoscenza dell’antica Gerusalemme
Una padovana al centro di una scoperta che ha fatto il giro del mondo. Elisabetta Boaretto, docente di Scienze Archeologiche al prestigioso Weizmann Institute of Science in Israele, è stata tra le protagoniste dello studio pubblicato sulla rivista internazionale PNAS che ha rivoluzionato la conoscenza dell’antica Gerusalemme. Grazie a raffinate analisi al radiocarbonio, il team internazionale guidato da Elisabetta Boaretto e Johanna Regev, con il contributo dell’Autorità israeliana per le Antichità e di altri studiosi, ha stabilito che la monumentale diga della Piscina di Siloe fu costruita intorno all’800 a.C., in piena età del Ferro, in risposta a una crisi climatica segnata da siccità e piogge torrenziali.
La diga, lunga almeno 19 metri e alta 11, era parte di un sistema idrico integrato che comprendeva la sorgente fortificata del Ghihon e i canali di convogliamento. Un’opera imponente, nata dall’urgenza di garantire alla città una riserva stabile d’acqua, capace di resistere alle inondazioni improvvise e di conservare le piogge per i mesi più aridi. «Siamo riusciti a datare queste grandi costruzioni con una precisione di dieci anni, tra l’809 e il 792 a.C., associandole al regno di Ioas o di suo figlio Amazia»,
ha spiegato Boaretto ai microfoni di Radio Veneto24. «Allora Gerusalemme stava crescendo rapidamente e senza infrastrutture adeguate le acque piovane sarebbero state disperse verso il Mar Morto. La diga fu una vera mossa urbanistica, pensata per raccogliere e conservare l’acqua nei periodi più secchi».
Il contesto climatico di quel periodo, noto come “minimo solare omerico”, era segnato da siccità durature alternate a violente “bombe d’acqua”, simili a quelle che oggi colpiscono anche l’Italia. «Se non pioveva, non c’era acqua. Oggi abbiamo desalinizzazione e acquedotti, ma tremila anni fa la sopravvivenza dipendeva da opere come questa», ha sottolineato la scienziata. La sua testimonianza mette in luce come le società del passato abbiano saputo affrontare i cambiamenti climatici con soluzioni ingegnose e di straordinaria lungimiranza.
Elisabetta Boaretto vive e lavora in Israele da quasi vent’anni, ma resta profondamente legata all’Italia. «Proprio la settimana scorsa ero con i colleghi di Firenze per studiare l’architettura romana di Ashkelon e programmare nuovi scavi. Ho molte collaborazioni con le università italiane», ha raccontato nell’intervista. Una carriera internazionale che
unisce ricerca scientifica, resilienza personale e radici venete ben salde.
Il Weizmann Institute, dove insegna e conduce i suoi studi, è una realtà di fama mondiale, che ha scelto l’inglese come lingua ufficiale per attrarre scienziati da ogni parte del globo. Una scelta che ne ha fatto un polo d’eccellenza in biologia, chimica, fisica e archeologia. Nonostante le difficoltà legate al contesto in cui opera, Boaretto continua a portare avanti la sua ricerca con determinazione. «Durante la guerra con l’Iran due missili hanno colpito l’istituto, distruggendo cinque edifici e anni di studi. La prima mossa fu recuperare i campioni biologici dai freezer: un gesto corale che racconta la forza della comunità scientifica». Il suo percorso testimonia come dalla scienza possano nascere ponti tra culture e risposte a sfide globali. La diga di Siloe,
costruita 2800 anni fa per garantire acqua a una città in crescita e fronteggiare gli effetti di un clima sempre più imprevedibile, oggi torna a parlarci grazie a una scienziata padovana che con il suo lavoro ha saputo dare voce al passato per illuminare il futuro.
La scoperta in breve
La diga di Siloe a Gerusalemme
• Datazione: costruita tra l’809 e il 792 a.C. grazie a nuove analisi al radiocarbonio.
• Dimensioni: circa 19 metri di lunghezza, 11 di altezza e 10 di larghezza.
• Funzione: raccogliere e conservare l’acqua della sorgente del Ghihon e delle piogge torrenziali, evitando che andasse dispersa nel Mar Morto.
• Contesto climatico: periodo segnato da siccità durature alternate a inondazioni improvvise, durante il cosiddetto “minimo solare omerico”.
• Significato storico: parte di un sistema idrico integrato che includeva sorgente fortificata, canali e tunnel, testimoniando la capacità delle società antiche di affrontare le sfide ambientali con opere ingegneristiche d’avanguardia.
• Pubblicazione: studio internazionale guidato da Johanna Regev ed Elisabetta Boaretto del Weizmann Institute of Science, uscito sulla rivista PNAS.
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Un dettaglio dello studio pubblicato dalla rivista PNAS
La ricercatrice Elisabetta Boaretto
Despar Nord lancia Stickermania: un’avventura
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donati a più di 2.300 scuole, Despar Nord rinnova il suo impegno con Scuolafacendo 2025/2026, il progetto nazionale a sostegno dell’istruzione. Dal 15 settembre al 19 ottobre 2025, nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar, ogni 10 euro di spesa i clienti riceveranno una bustina di figurine Stickermania contenente un “Buono Scuola” che potranno destinare a un istituto scolastico del proprio territorio. I buoni potranno essere consegnati direttamente alle scuole o caricati sul sito del progetto www.scuolafacendo.com e sull’app dedicata. In più, tramite l’App Despar Tribù sarà possibile convertire i propri Punti Cuore in ulteriori buoni fino al 16 novembre.
Per ogni Punto Cuore che i clienti convertiranno tramite l’App Despar Tribù, Despar Nord ne regalerà uno aggiuntivo.
Quest’anno Scuolafacendo si arricchisce inoltre di un’iniziativa speciale: il contest creativo “Gli Eroi del Buon Cibo”, realizza-
tivo gratuito di Despar pensato per le scuole primarie e dedicato ai corretti stili di vita e alla sana alimentazione. Il concorso invita le classi a realizzare un disegno e/o un racconto il cui protagonista sia un supereroe che combatte la cattiva alimentazione, promuovendo l’importanza di una dieta sana ed equilibrata.
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Le scuole, attraverso la raccolta dei buoni, avranno la possibilità di scegliere strumenti e materiali didattici da uno speciale catalogo che include oltre 60 articoli per arricchire gli ambienti scolastici e la didattica. Il progetto è rivolto alle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado e secondo grado, pubbliche e paritarie.
Con Stickermania, Scuolafacendo e Le Buone Abitudini, Despar Nord conferma il proprio impegno per scuola, territorio e comunità, valorizzando educazione, sostenibilità e attenzione alle persone.
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ha
Un nido immerso nella natura, pensa-
imprese imprenditori a cura di
sostegno di Fondazione
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Una Scintilla che fa crescere: a Galzignano il nido rinasce con
li Euganei. È il cuore del progetto passi tra i bambini e la biosfera” rinnovando e ampliando gli spazi educativi del micronido comunale di Galzignano Terme. Un’iniziativa che porta la firma di Fondazione Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, capace di trasformare un’idea in realtà concreta grazie a un sostegno economico e a una visione lungimirante: investire sulla qualità dei servizi per l’infanzia come leva di sviluppo sociale e comunitario. Il sindaco Riccardo Masin racconta come il progetto sia nato dall’esigenza di rispondere alla crescita della popolazione più
un servizio educativo all’altezza, capace di accompagnare i bambini dai tre mesi ai sei anni».
ma la domanda supera i posti disponibili: segno che la struttura è diventata un punto di riferimento per le famiglie. Il valore aggiunto sta nell’approccio: non un semplice ampliamento degli spazi, ma un’idea educativa innovativa e inclusiva, che unisce natura, tecnologia e formazione degli educatori. L’obiettivo è stimolare lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei
bambini, facendoli crescere a contatto con l’ambiente circostante. Anche chi non può muoversi liberamente per l’età molto precoce, infatti, viene coinvolto grazie a strumenti multisensoriali in grado di riprodurre suoni, immagini e stimoli naturali. Così il legame con i Colli Euganei diventa parte integrante della crescita. Accanto agli spazi interni rinnovati, è stato realizzato un giardino attrezzato: un’area verde sicura, capace di unire gioco e scoperta, con particolare attenzione agli stimoli sonori e visivi del territorio. Parallelamente, si è investito nella formazione del personale: sei educatori, insieme a psicologhe e maestre, hanno seguito percorsi specifici per integrare le nuove metodologie didattiche. Persino il personale ausiliario è stato coinvolto, a conferma di una visione che mette al centro la qualità complessiva del servizio. Il sostegno della Fondazione Cariparo è stato decisivo. Con un contributo di 30 mila euro, a cui si sono aggiunti 7.500 euro da parte del Comune, è stato possibile concretizzare un intervento che non si limita a ristrutturare ma innova. Per una realtà come Galzignano non si tratta solo di un progetto educativo: è una scelta strategica che rafforza l’attrattività del territorio e la coesione sociale. «Fondazione Cariparo dimostra una sensibilità particolare verso
le piccole comunità
in iniziative culturali, naturalistiche e sociali, contribuendo a rendere più forte la nostra comunità».
È qui che il concetto di “scintilla” diventa realtà: contributi capaci di generare effetti concreti e duraturi. Una scintilla che accende non solo le strutture, ma anche il senso di appartenenza, creando servizi che migliorano la vita delle famiglie e pongono le basi per un futuro più inclusivo. Il progetto di Galzignano è solo un esempio di come Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo interpreti il proprio ruolo: essere vicina ai territori, dare fiducia alle amministrazioni locali, sostenere chi sceglie di investire nel capitale umano e nelle nuove generazioni. possono talvolta sembrare piccoli, ma che producono grandi trasformazioni.
FONDAZIONE Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Piazza Duomo,
AGRIMEDICA
Azienda specializzata nella produzione di medica disidratata AFFITTA TERRENI di erba medica, terreni che distano massimo 25 km da Cavarzere (Ve). per una valutazione del terreno e la forma del contratto.
Produzione e commercio di foraggi disidratati fin dal
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Sanità veneta, cambio al vertice dello IOV: Bonavina saluta, Benazzi nuovo
Commissario
Cambio ai vertici dello IOV, l’Istituto Oncologico Veneto IRCCS. Dal 1° settembre Francesco Benazzi, attuale direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, assumerà l’incarico di Commissario dell’istituto, succedendo a Maria Giuseppina Bonavina, in uscita per pensionamento.
L’annuncio arriva direttamente dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha firmato oggi il decreto di nomina.
Una decisione all’insegna della continuità e dell’esperienza. “È una staffetta tra due punte di diamante della sanità
veneta”, ha sottolineato Zaia, ringraziando pubblicamente Bonavina per una carriera iniziata nel 1987 e sviluppatasi tra incarichi dirigenziali di primo piano in diverse aziende sanitarie del Veneto, compreso lo stesso IOV. “Con lei – ha aggiunto il Governatore – abbiamo avuto una guida autorevole, capace di affrontare sfide complesse con lucidità, fermezza e visione”. L’incarico affidato a Benazzi sarà svolto a titolo gratuito e si inserisce in un percorso già avviato: il manager trevigiano segue infatti da tempo la sede IOV di Castelfranco Veneto, operando in si-
nergia con l’istituto oncologico. “Non è solo un profilo tecnico di altissimo livello – ha sottolineato ancora Zaia – ma anche la persona giusta per garantire una visione complessiva e integrata dell’istituto. Lo ringrazio per la disponibilità e gli auguro buon lavoro”.
Apprezzamento per entrambi i manager è stato espresso anche dall’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin: “Un sincero grazie alla dottoressa Bonavina per l’impegno straordinario, e i migliori auguri a Benazzi per questo nuovo importante incarico”.
Redazione Salute
L’ospedale di Padova pioniere della lotta all’epilessia
L’operazione è stata guidata dal professor Andrea Landi, insieme alle dottoresse Valentina Baro e Giulia Furlanis, mentre il paziente era seguito dal dottor Filippo Dainese. L’intervento è stato coordinato dalla squadra di Neurochirurgia Pediatrica e Funzionale diretta dal professor Luca Denaro.
Il trattamento ha previsto l’impianto di uno stimolatore speciale, posizionato sotto la pelle e fissato al cranio, che invia piccoli impulsi elettrici al cervello per ridurre le crisi epilettiche. L’intervento è rapido, poco invasivo e richiede una degenza di appena due giorni. Già nelle settimane successive si può notare una diminuzione delle crisi di oltre la metà.
Il sistema utilizzato, chiamato EASEE, era già usato in Germania, Austria e Svizzera. Ora Padova è il primo centro italiano a sperimentarlo, rafforzando il ruolo della città come punto di riferimento per la ricerca medica e per la cura di malattie complesse.
Elisa Cavinato, consigliere regionale della Lega – Liga Veneta, ha commentato: “Un intervento eccezionale che restituisce speranza ai pazienti e mette Padova ancora una volta all’avanguardia della medicina. Orgoglio veneto: la competenza e la professionalità dei nostri chirurghi hanno fatto la differenza ”.
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Sicurezza. Esperti Ulss 6 Euganea invitano a prevenire incidenti in abitazioni e giardini
Tornati dalle vacanze estive, attenzione agli incidenti in casa: consigli pratici per proteggere tutta la famiglia
Con il ritorno dalle vacanze, molti cittadini del Veneto si ritrovano a dover fare i conti con un pericolo spesso sottovalutato: gli incidenti domestici. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, solo 7 persone su 100 considerano alto il rischio di infortunarsi in casa, mentre l’indagine PASSI stima che siano circa 26.000 gli adulti tra i 18 e i 69 anni residenti nel territorio dell’Ulss 6 Euganea che, nell’ultimo anno, hanno dovuto rivolgersi al medico di base o al Pronto Soccorso dopo un incidente domestico.
L’estate porta con sé fattori che aumentano il rischio: più tempo libero, uso intensivo di apparecchi elettrici e dispositivi portatili, disattenzione dovuta al caldo, e bambini più liberi grazie alle vacanze scolastiche. Tra i pericoli più frequenti ci sono le cadute da finestre e balconi, soprattutto quando rimangono aperti per arieggiare la casa. Gli esperti raccomandano di installare blocchi di sicurezza e di evitare di posizionare mobili sotto le finestre.
Ustioni da ferri da stiro, piastre per capelli, barbecue o pentole calde rappresentano un altro rischio tipico dei mesi caldi: mai lasciare
incustoditi questi oggetti quando sono in uso e mantenerli lontani dai bambini. Anche l’elettricità può diventare pericolosa con l’uso intenso di ventilatori, climatizzatori e dispositivi portatili; è bene evitare prese multiple e non utilizzare apparecchi elettrici con mani bagnate o vicino a piscine. Avvelenamenti e intossicazioni, spesso causati da prodotti per la pulizia o repellenti per insetti, richiedono attenzione: i lavori in giardino andrebbero fatti evitando le ore più calde, utilizzando crema solare e repellenti. Il caldo accelera inoltre il deterioramento degli alimenti: frigorifero e scadenze vanno
monitorati con cura.
Negli ultimi tre anni, gli accessi per incidenti domestici nei Pronto Soccorso di Cittadella, Camposampiero, Piove di Sacco, Schiavonia e Montagnana hanno rappresentato circa l’8% del totale, pari a circa 15.000 all’anno, con 1.000 casi che hanno richiesto il ricovero. Traumi, ustioni e intossicazioni restano le cause principali.
“Si tratta di incidenti ‘della porta accanto’, spesso sottovalutati, ma che possono avere un forte impatto sul benessere di tutta la famiglia”, avverte il dr. Luca Sbrogio, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 Euganea.
Emergenze in corsia, l’Usl 6 investe 4,2 milioni per rinforzare i Pronto soccorso
Per fronteggiare la cronica carenza di personale e garantire la continuità dei servizi nelle strutture di emergenza, l’Usl 6 Euganea ha stanziato oltre 4,2 milioni di euro. Una cifra destinata a coprire più di 60 mila ore di attività medica e infermieristica nei Pronto soccorso di Camposampiero, Cittadella, Piove di Sacco e nel Punto di Primo Intervento di Montagnana, nonché nel reparto di Anestesia e Rianimazione. L’azienda sanitaria ha appena pubblicato un bando pubblico rivolto a cooperative sanitarie per affidare questi servizi fondamentali. Dieci realtà del settore hanno risposto alla chiamata, confermando la necessità ormai strutturale di far ricorso all’esterno per colmare le lacune del sistema. Mariotto: “Serve ogni sforzo per garantire qualità e sicurezza”
Il direttore generale dell’Usl 6, Paolo Mariotto, ha spiegato che l’azienda sta mettendo in campo tutti gli strumenti disponibili per assicurare un’assistenza efficace e tempestiva, soprattutto nei presidi periferici, dove la difficoltà nel reperire professionisti è ancora più marcata.Mariotto ha evidenziato che, nonostante le criticità diffuse nel sistema sanitario nazionale, l’Usl 6 intende preservare la qualità dei servizi, anche affidandosi –temporaneamente – al supporto delle cooperative. L’obiettivo resta quello di coprire i turni essenziali nei reparti d’urgenza e nelle aree critiche, come l’anestesia e la rianimazione. Lavoro in appalto: una soluzione tampone o la nuova normalità?
L’affidamento esterno del personale medico e infermieristico, seppur efficace nell’immediato, solleva interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine. Si tratta infatti di un modello che integra ma non sostituisce le assunzioni dirette, sempre più difficili a causa della penuria di candidati disponibili, in particolare nei Pronto soccorso, dove i ritmi e le condizioni lavorative restano tra le più stressanti.
La spesa prevista, pari a 4,2 milioni di euro, rappresenta un investimento ingente per un servizio che è però vitale per la sicurezza dei cittadini. Le cooperative selezionate avranno il compito di garantire non solo la presenza fisica di personale qualificato, ma anche la continuità e qualità delle prestazioni sanitarie, in un contesto in cui il sistema pubblico fatica a stare al passo con la domanda.
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Venerdì 26 Settembre
18:30 visita guidata a Y-40 The Deep Joy.
19:30 ingresso all’area termale con piscine e Spa.
20:30 proiezione delle animazioni più sorprendenti di Lago Film Fest tra commedia, fantascienza, sperimentale ed erotico.
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20:00 intervento musicale a tema cinema del Duo Orvieto. 20:30 proiezione de Il Barbiere Complottista di Valerio Ferrara e C’è da ridere: selezione di corti comedy italiani da LFF. Nel pomeriggio visita guidata a Y-40. Realizzazione di un micrometraggio in acqua col regista Valerio Ferrara e live podcast. www.CINETERME.com € 39 a persona
Sabato 27 Settembre - Giornata intera o solo serata Dalle 9:00 ingresso all’area termale con piscine e Spa.
18:30 DJ set a bordo piscina.
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