laPiazza del Conselvano - Ottobre2025

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Il primato di Cardiologia in vetta alla classifica dell’eccellenza sanitaria in Italia fra 1300 centri

Da Bui a Szumski passando per Damiano e l’incognita Da Re, chi sono gli sfidanti

Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

DDopo un’estenuante attesa il centrodestra ha scelto il proprio candidato presidente della Regione. Sarà Alberto Stefani, segretario regionale della Lega e vice segretario nazionale di Salvini, a tentare di confermare il centrodestra in Regione. Il 77% conquistato da Luca Zaia alle elezioni del 2020 sembra essere molto lontano, ma nel centrodestra non sembra questa la principale preoccupazione. Le lungaggini nell’individuazione di Stefani, infatti, sono state determinate da un lunghissimo braccio di ferro a tre che ho visto coinvolti Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia. Gli alfieri veneti di Giorgia Meloni, infatti, non hanno mai fatto di mistero della loro volontà di poter indicare il candidato presidente del Veneto: il ragionamento alla base di questa aspettativa prendeva le mosse sia dalla necessità di “rotazione” dopo 1 5 anni di Presidente leghista e dalla differenza di peso elettorale. La stessa Forza Italia, con il suo leader regionale Flavio Tosi ha sperato, fino a un certo punto, di potersi accreditare come il proverbiale e gaudente terzo tra i due litigati.

La Lega, però, ha tenuto duro fino all’ultimo ritenendo la candidatura in Veneto come la propria “linea del Piave”. Per farlo, sembra, aver garantito agli alleati un ottimo indennizzo.

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Modello Veneto TeSeO, al Teatro Stabile cultura formazione e lavoro; Beltotto rimette l’incarico

Febbrile conto alla rovescia a Conselve per completare in tempo le nuove scuole, è scontro politico sulle soluzioni per la viabilità

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura, capace di generare economia, nuovo festival firmato Strukul

Entrate in funzione le centraline attive 24 ore su 24 nelle due estremità del centro, dati accessibili a tutti dal portale web

Al voto il 23 e 24 novembre, compatti il centrodestra e il centrosinistra, almeno tre i candidati outsider

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

S i avvicina inesorabilmente la scadenza europea fissata per il 30 giugno 2026, come termine ultimo per il completamento degli investimenti e il rispetto della tabella di marcia delle opere. Questo lasso di tempo, per quanto breve, è il punto focale di una sfida cruciale: mettere a terra il PNRR come strumento concreto per rigenerare il Veneto, ridurre i divari e rilanciare i territori.

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Nuova vita per il Prato Comunale

Il fermento estivo a Conselve lascia spazio a un’importante fase di cura e rinnovamento per il cuore verde della città: il Pra’ Comunale. Dopo l’intensa attività che ha visto l’area ospitare eventi di rilievo come “Summer Pra’” e la tradizionale Fiera di Sant’Agostino, l’Amministrazione comunale ha dato il via a un vasto piano di manutenzione ordinaria e straordinaria che ridefinirà il volto del parco. L’intervento più significativo riguarda il patrimonio arboreo. Come annunciato, terminate le celebrazioni fieristiche, prenderanno il via le operazioni di eliminazione delle essenze non più adeguate, cui seguiranno immediatamente nuove piantumazioni. Questi interventi non sono casuali, ma si basano rigorosamente sui progetti di riqualificazione del polmone verde nel cuore di Conselve già approvati dalla Soprintendenza. L’obiettivo è sostituire gli alberi esistenti, procedendo con la ri-piantumazione di essenze arboree specificatamente indicate, garantendo al contempo che i lavori siano compatibili con la permanenza del campo da calcio per il momento. Su quest’ultimo aspetto, il sindaco Umberto Petrilli ha puntualizzato che l’eliminazione definitiva dell’impianto sportivo, prevista dal piano, avverrà solo quando sarà individuata e predisposta una nuova idonea collocazione sostitutiva, un impegno su cui gli uffici stanno attualmente lavorando. Questo profondo rinnovamento paesaggistico si affianca ad altre novità già introdotte per l’estate, come la nuova attrazione di gioco inclusivo installata nel Giardino del Prato Comunale, fruibile da tutti i bambini. Il Pra’ si prepara dunque ad accogliere i suoi cittadini non solo con nuove zone d’ombra per il refrigerio, ma con un ambiente maggiormente curato. Anche negli ultimi mesi non sono mancate le polemiche per i rischi che l’area verde corre nell’essere teatro dei più importanti eventi cittadini e per l’impatto che installazioni e strutture hanno sull’intero parco.

Al via al piano di manutenzione che ridefinirà il volto del grande polmone verde in pieno centro

Le sfide del Pnrr tra tempo e metodo

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Nel nostro Veneto i numeri parlano chiaro. Secondo dati di Ance Veneto, i progetti attivati sono più di 23.850 con una dotazione complessiva che supera i 14 miliardi. Tuttavia, non basta “attivare”: occorre realizzare, portare a termine. E già emergono segnali concreti di rallentamento. La lentezza non è solo un problema tecnico, ma è anche strutturale e amministrativo. La mole di vincoli, controlli, passaggi autorizzativi e procedure da rispettare, spesso differenziate tra ministeri, regioni, enti locali, diventa un ostacolo più che una garanzia. Le amministrazioni comunali, in particolare, lamentano difficoltà nel reperire risorse di cassa per anticipare lavori e interventi, nell’aspettare pagamenti centrali e nel districarsi tra moduli, rendicontazioni e controlli paralleli.

La tempistica è stringente: ogni ritardo mette a rischio l’erogazione delle rate e la possibilità che l’Italia, e il Veneto, perdano quote di fondi europei. Nel complesso nazionale, solo poco più del 40 % delle risorse PNRR sono state effettivamente spese a oggi. In questo scenario, si concentra una tensione: non solo applicare, ma farlo bene.

Anche la distribuzione delle risorse solleva interrogativi: non sempre il riparto risponde alle reali esigenze dei territori, perché i criteri, sovente nazionali e standardizzati, non tengono conto delle peculiarità locali. Si rischia così di vedere fondi correre verso aree già avvantaggiate, anziché dove c’è bisogno urgente di infrastrutture, servizi digitali ma anche alle persone più fragili, efficientamento energetico.

Non possiamo permetterci che il Veneto, regione virtuosa in termini di progetti attivi, resti vittima di lentezze burocratiche o disallineamenti centrali. Si invoca da più parti una semplificazione amministrativa drastica, un’autonomia decisionale rafforzata per le comunità locali, e soprattutto una cultura della responsabilità condivisa: Regione, Province, Comuni devono collaborare in sinergia, non gareggiare in scaricabarile.

La posta in gioco è troppo alta: non solo realizzare infrastrutture e investimenti, ma dare credibilità allo Stato, mantenere la fiducia dei cittadini e costruire un Veneto che non resti in ritardo rispetto alle sfide globali.

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Qualità dell’aria sotto controllo 24

e risultati delle misurazioni disponibili

D opo anni di segnalazioni e proteste da parte dei cittadini per odori acri e polveri sospette, a Conselve è entrato in funzione un sistema innovativo di monitoraggio della qualità dell’aria. Le due nuove centraline, installate grazie al progetto promosso dall’amministrazione comunale in collaborazione con la società specializzata Quanta Srl, rileveranno 24 ore su 24, per tre anni consecutivi, la presenza dei principali inquinanti atmosferici.

Il sistema consente di integrare le precedenti campagne di misurazione straordinarie effettuate da Arpav o in occasioni emergenziali: ora i dati saranno disponibili in continuo, permettendo un controllo capillare e costante del territorio. Tutti i risultati sono già accessibili nella sezione dedicata del sito del Comune, con aggiornamenti in tempo reale e possibilità di consultare gli archivi delle rilevazioni. Le due postazioni di rilevamento sono state collocate in punti strategici ma diversi per contesto, così da offrire un quadro completo della situazione. Una centralina è stata posizionata al parco Fanti di Marina, in via Aldobrandino, non lontano dal polo agroindustriale di via Padova dove operano la distilleria Bonollo e la Cantina di Conselve; l’altra si trova in via Roma, nella zona sud della cittadina, in un’area residenziale a poche decine di metri dalla Conselvana. Una scelta, questa, pensata per evitare che il traffico intenso o la vicinanza diretta agli impianti industriali possano alterare le misurazioni, ma al tempo stesso capace di intercettare eventuali ricadute sulle aree abitate.

Durante la presentazione ufficiale, l’assessore all’ambiente Cristian Maneo ha ricordato come il progetto rappresenti “un impegno preciso assunto in campagna elettorale”, sottolineando che Conselve è oggi “il primo Comune in Veneto a dotarsi di un monitoraggio continuo e accessibile a tutti. Un’iniziativa che non sostituisce ma integra le rilevazioni di Arpav, aggiungendo la possibilità di individuare i picchi orari e confrontarli con le segnalazioni dei residenti”.

La società che ha installato le centraline ha messo a punto anche la piattaforma informatica che consente a tutti i cittadini di consultare i dati delle rilevazioni in maniera intuitiva. E’ sufficiente entrare nella sezione rilevazioni della qualità dell’aria dal sito del Comune e cliccare su rete locale per trovare le misurazioni delle due centraline.

I primi due mesi di attività hanno già fornito risultati significativi: in alcuni casi i picchi di sostanze rilevate - tra cui Pm10, Pm2.5, acido solfidrico, monossido di azoto, anidride solforosa, monossido di carbonio e biossido di azoto - hanno coinciso con le lamentele dei cittadini sugli odori.

“Queste centraline - hanno spiegato Federico Righini e Mattia Gabellini di Quanta Srl - rappresentano un valido supporto integrativo alle reti ufficiali di monitoraggio e alla strumentazione impiegata per il controllo delle emissioni obbligatorie”. La piattaforma informatica, inoltre, potrà essere arricchita dalle segnalazioni dei residenti, creando così un sistema partecipato di controllo dell’aria, unico nel panorama veneto.

La Salute al centro: proseguono “I Giovedì” per informare e prevenire

La salute non è solo un bene individuale, ma un bene comune. Con questa premessa, l’Amministrazione Comunale di Conselve, tramite l’Assessorato alle Politiche Sociali e Familiari, sta proponendo anche quest’anno l’iniziativa “I Giovedì della Salute”. Un progetto nato per informare, sensibilizzare la cittadinanza e promuovere l’educazione sanitaria su tematiche cruciali legate alla prevenzione, alla cura e, in generale, all’importanza del prendersi cura di sé stessi.

Gli incontri, gratuiti e ad accesso libero, sono un’occasione preziosa per la diffusione di informazioni sanitarie affidabili, grazie alla partecipazione di medici specialisti provenienti dall’ospedale di Schiavonia e dalle strutture ter-

ritoriali dell’Ulss 6 Euganea. Dopo aver già affrontato temi come il benessere visivo e le allergie alimentari, il ciclo di serate entra nel vivo con gli appuntamenti più attesi dell’autunno, concentrandosi su patologie e approcci terapeutici di grande rilevanza. Si prosegue giovedì 23 ottobre con un tema di vitale importanza: “Emergenza ICTUS: quando il tempo fa la differenza”. A relazionare saranno la Dott.ssa Nicoletta Freddi, Direttore U.O.C. Neurologia, e la Dott.ssa Morena Cadaldini, specialista in Neurologia a Schiavonia. Si prosegue giovedì 30 ottobre con una riflessione sulla dimensione umana e multidisciplinare della cura: “La medicina palliativa: uno sguardo che accoglie persona malata

e famiglia”, grazie al contributo dell’UOC Cure Palliative del Distretto Padova Sud ULSS 6 Euganea e l’Associazione Valentina Penello Onlus di Padova. La rassegna si concluderà, giovedì 20 novembre con la serata intitolata “Quando la farfalla sbatte le ali. La centralina del nostro benessere: la tiroide”, guidata dalla Dott.ssa Federica Tadiotto, specialista in Malattie Endocrino Metaboliche. “L’iniziativa - ricorda la consigliera delegata al sociale Susanna Lazzarin - offre gratuitamente alla cittadinanza l’opportunità di migliorare la propria salute e aumentare le proprie competenze in materia di benessere personale attraverso un momento di confronto aperto e partecipativo con specialisti di alto livello”.

Un momento della presentazione delle centraline

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Focus PNRR/1. Entro primavera 2026 dovrà essere completato il polo di via Traverso

Corsa contro il tempo per le nuove scuole tra le incognite del budget e della viabilità

L’opposizione consiliare solleva dubbi sull’impatto delle strutture in centro

Oltre dieci milioni di euro dal Pnrr per le nuove scuole primaria e secondaria in costruzione nel polo scolastico di via Traverso, i lavori proseguono a ritmi serrati per rispettare il cronoprogramma: se non ci saranno intoppi a settembre 2026 gli alunni entreranno nei due nuovi edifici.

In municipio l’attività è febbrile per rispettare i tempi e garantire la corretta regolarità di esecuzioni e pagamenti: “Finora non abbiamo avuto problemi con la rendicontazione - spiega il sindaco Umberto Perilli - e nemmeno difficoltà di carattere burocratico non abbiamo avuto difficoltà burocratiche.

Siamo stati sottoposti ad alcuni controlli della task force governativa e la documentazione invitata è sempre risultata corretta e tempestiva. La gestione burocratica dei bandi è complicata ma grazie alla nostra struttura non abbiamo avuto problemi”.

I lavori nei cantieri sono continuamente monitorati dall’architetto Diego Giallombardo, direttore dei lavori, dai suoi collaboratori dello studio SGA di Venezia, dall’ufficio tecnico del comune di Conselve e dagli amministratori comunali. Attualmente il focus è sugli arredi che richiedono un lavoro molto complesso per poter rendere le nuove scuole ambienti armoniosi e funzionali per gli studenti e per tutto il personale scolastico.

Da alcuni mesi l’amministrazione comunale è in contatto con i referenti dei vari plessi e con alcune aziende produttrici di arredi scolastici per scegliere la soluzione migliore. Quello degli arredi rappresenta un impegno importante anche dal punto di vista economico. A breve inizieranno i lavori anche per la costruzione del nuovo palazzetto dello sport, che sorgerà a ridosso delle nuove scuole.

Per concludere questi importanti progetti, spiegano dal municipio ci sarà bisogno di variazioni di bilancio in quanto i budget iniziali difficilmente coincidono con i bilanci finali.

Il consigliere di opposizione Carlo Capuzzo esprime le proprie perplessità in merito alla viabilità: “Il traffico che si creerà senza soluzioni efficaci, delle quali non vi è traccia nell’attività amministrativa, rischia di essere insostenibile per i cittadini. Al cambio del luogo di realizzazione degli edifici non sono seguite le necessarie contromisure e ad oggi rimangono irrisolti molti quesiti, anche in rapporto al possibile abbattimento di alcuni edifici facenti parte del complesso dell’ospedale, nel lato che da su via Monsignor Beggiato, per il quale non abbiamo più ricevuto alcun aggiornamento. Le interlocuzioni con la Provincia, volte ad acquisire del terreno per allargare la carreggiata di via Traverso o realizzare un parcheggio, ci risultano senza sviluppi. La concreta prospettiva che si conifgura

è quella di un imbuto viario nel quale si rischia di restare intrappolati”.

“Stiamo lavorando, insieme ad uno studio urbanistico e alla Provincia - assicura l’assessore all’istruzione e all’edilizia scolastica Stefania Mastellaro - per creare delle soluzioni idonee, anche se ritengo opportuno incentivare il più possibile la pedonalizzazione di tutto l’anello di via Traverso. Altro passo importante è la sistemazione degli spazi esterni. Oltre al verde e al giardino, in previsione

A novembre il taglio del nastro della casa alloggio di via Traverso

Tra meno di un mese tutto sarà pronto per l’inaugurazione della nuova struttura di via Traverso, finanziata con 715 mila euro del Pnrr e altri fondi regionali o comunali, per il percorso di autonomia per persone con disabilità “abitazione - lavoro”. La ristrutturazione dell’edificio di proprietà comunale è ormai completata. “A novembre inaugureremo la struttura che sarà composta di due alloggispiega il sindaco Perilli - nei quali troveranno posto fino a 12 persone con disabilità che saranno inseriti in percorsi di autonomia sia dal

punto di vista abitativo che lavorativo. All’alloggio infatti sarà annesso il laboratorio autogestito, grazie ad un finanziamento regionale di 200 mila euro che copre gran parte dei 295 mila euro di spesa. La struttura sarà gestita dalla cooperativa “Giovani e Amici”, con la quale abbiamo sottoscritto una convenzione trentennale. Ormai siamo in dirittura d’arrivo con questa iniziativa che ci permette di dare una risposta ad un bisogno sociale molto sentito”. Intanto prosegue secondo i tempi anche larealizzazione della Casa di Comunità

e l’Ospedale di Comunità, per una spesa di almeno 14 milioni di euro coperta con i finanziamenti del Pnrr. Una parte dell’ospedale vecchio verrà rimessa a nuovo per ospitare la Casa della Comunità, che sarà punto di riferimento per i servizi sanitari di tutto il Conselvano. L’altro cantiere riguarda la ristrutturazione del secondo piano del monoblocco per far spazio all’Ospedale di Comunità. Sempre il monoblocco sarà interessato anche dai lavori di adeguamento di adeguamento sismico e ristrutturazione energetica.

c’è l’abbattimento della vecchia cabina Enel, che si trova sul retro delle nuove scuole, al centro del parcheggio degli spogliatoi dello stadio; lo sbancamento del terrapieno sul tratto finale di via Traverso per agevolare il passaggio pedonale degli studenti da via Vettorato; l’abbattimento del muro di recinzione del plesso sud della Tommaseo per ampliare gli spazi verdi e per creare un altro percorso pedonale da via Traverso verso la nuova cittadella scolastica”. Nicola Stievano

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L’ex base della discordia e delle polemiche cambia ancora pelle con 1,4 milioni di euro

La vecchia caserma dell’Aeronautica si appresta ad affrontare un’altra delle sue tante nuove vite. Dopo essere stata centro di accoglienza per i migranti tra infinite polemiche, ma anche set cinematografico e sede di attività sportive e centri estivi, ora una parte dell’ex base di San Siro ospiterà le strutture degli interventi “Housing First” e “Stazione di posta” finanziati con oltre 1,4 milioni di euro dei fondi Pnrr. Il Comune capofila è Este e il progetto riguarda l’ambito territoriale dei 44 Comuni della Bassa Padovana. L’attuazione spetta al Comune di Bagnoli che in questi ultimi mesi ha lavorato all’iniziativa. In due palazzine della caserma sta per essere portata a termine la realizzazione di una struttura di emergenza abitativa per persone in gravi difficoltà, purché residenti in uno dei 44 Comuni dell’ambito territoriale. “Saranno a disposizione 28 posti per l’accoglienza, suddivisi in camere da 2 a 4 posti letto - spiega il sindaco Matteo Ruzzon - e in un’altra palazzina ci saranno a disposizione la cucina e una sala comune. Già in queste settimane è stato attivato l’alloggio ponte con i primi posti a disposizione, in attesa di portare a termine i lavori ormai alle fasi finali”. Il diritto alla casa verrà

salvaguardato con l’approccio del “primo alloggio”: i Comuni mettono a disposizione appartamenti per singoli individui, piccoli gruppi o famiglie fino a 24 mesi. Oltre a ciò, saranno attivati progetti personalizzati per ogni singola persona. “Poi in un’altra palazzina - aggiunge il sindaco - ci sarà la “Stazione di posta”, ovvero un centro servizi, che dovrebbe raggiungere un target di 88 persone. Se ne occuperà la cooperativa Vita Nuova e il progetto esecutivo è già stato adottato”.

La “Stazione di posta” deve offrire servizi importanti come quelli sanitari, di ristorazione, distribuzione postale, mediazione culturale, consulenza, orientamento al lavoro, consulenza legale, distribuzione di beni. Sono rivolti a persone in estrema povertà e bisogno che vengono segnalate dai settori sociali e consistono anche in attività di segretariato sociale, formazione, accompagnamento all’abitare come il supporto nella gestione delle bollette, l’accompagnamento nella richiesta di istruttoria della residenza, e l’accompagnamento al lavoro.

Intanto è sempre vivace il dibattito politico con il gruppo consiliare di opposizione che chiede chiarezza sull’intera iniziativa. “Non abbiamo alcuna pregiudizia-

le nei confronti del progetto - spiega Gianpiero Pasquato di Viviamo Bagnoli - ma di questo progetto continuiamo a sapere molto poco. Quando la cittadinanza saprà come e perché si investiranno così tanti soldi pubblici? Potrebbe essere un progetto di grandissimo valore, ma è chiaro che finché non si farà l’incontro promesso da più di un anno con gli abitanti di Bagnoli (e soprattutto di San Siro e Prejon) la gente continuerà a chiedersi perché con tutte le opportunità date dal Pnrr (rinnovo edifici e strutture, ripristino viario, ecc.) sia stata scelta proprio questa”.

Nicola Stievano

A Conselve sei colonnine di ricarica per auto elettriche con i fondi del Pnrr

Sei nuove colonnine per la ricarica di auto elettriche, iniziati i lavori a Conselve. Ogni colonnina potrà ospitare due auto, per un totale di dodici postazioni che si trovano in via Pampaloni in zona piscina, viale della Tecnica in zona industriale, quartiere Fornace prospicente via Terrassa, parcheggio quartiere

Donatori di Sangue su via Padova di fronte alla Cantina sociale, parcheggi di via Vittorio Emanuele fronte ospedale e davanti al Prato Comunale. Le colonnine di ricarica, modello Fast Charger, saranno installate e gestite da Enel X Way Italia, che ha siglato un protocollo d’intesa con il Comune di Conselve per la realizzazione della rete di ricarica; la durata della conven-

zione è di 10 anni durante i quali

la ditta dovrà gestire interamente tutte le nuove installazioni. Il progetto, interamente finanziato con fondi Pnrr, prevede colonnine con una potenza di 90 kilowatt, in grado di ricaricare un veicolo in circa mezz’ora. I parcheggi per le ricari-

che sono stati individuati a seguito di un sopralluogo con Enel, per la verifica della potenza idonea ad alimentare le colonnine. Il pagamento della ricarica potrà essere effettuato con le app dedicate ma anche bancomat o carta di credito. L’azienda che sta effettuando i lavori provvederà ad effettuare gli scavi, l’installazione e il ripristino di tutta la segnaletica. I lavori dovranno essere terminati entro fine anno. “I mezzi di trasporto continuano ad essere una delle cause principali di inquinamento atmosferico – ricorda il sindaco di Conselve Umberto Perilli – e la diffusione di veicoli elettrici può contribuire a migliorare la qualità dell’aria”.

Saranno disponibili 28 posti per l’accoglienza di persone in difficoltà residenti nei 44 Comuni della Bassa oltre al servizio della “Stazione di posta”. L’opposizione insiste nel chiedere un incontro pubblico per avere maggiori informazioni sull’iniziativa

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Il ricordo di Gianbattista Chino è vivo omaggio alla memoria storica del paese

S ono passati ventuno anni dalla scomparsa di Gianbattista Chino, figura centrale per la memoria storica di Bagnoli di Sopra. Ad inizio ottobre, nella casa che fu la sua e che oggi appartiene a Enrique Costa, imprenditore veronese e appassionato d’arte che ha scelto di vivere a Bagnoli, amici e conoscenti si sono ritrovati per un incontro in suo ricordo. Alla serata sono intervenuti Renato Malaman, giornalista che ben conosce Bagnoli e il suo territorio, Bruno Suman, creatore del canale Youtube Paesaggi veneti da scoprire, l’assessore alla cultura Loris Roncon e Angelo Rasi, vicino di casa e amico di lunga data di Chino.

Storico locale appassionato e instancabile ricercatore, Chino ha dedicato la vita allo studio delle radici culturali e artistiche del suo paese. Scomparso nel luglio 2001 a 77 anni, ha lasciato un patrimonio di conoscenze che ancora oggi costituisce una fonte preziosa per studiosi e cittadini. La sua grande passione per l’architettura lo portò a indagare la storia di ville, palazzi e chiese del territorio, restituendo attraverso le sue pubblicazioni un quadro dettagliato dell’evoluzione urbana e culturale di Bagnoli.

Tra le sue opere più note si ricorda la monografia dedicata al Palazzetto Widmann, oggi sede municipale, realizzata in collaborazione con studiosi dell’Università di Padova. Curò inoltre diverse ricerche su figure di rilievo come Carlo Goldoni e Ludovico Pasto, senza trascurare la catalogazione e il riordino delle preziose cartografie storiche conservate nell’archivio comunale.

Chino fu anche per alcuni anni responsabile della biblioteca comunale, sempre disponibile a offrire consigli a studenti e laureandi, senza mai chiedere nulla in cambio. La sua casa, condivisa per gran parte della vita con le sorelle Teresita e Gina, fu punto di riferimento per chiunque volesse conoscere meglio la storia e l’identità di Bagnoli. La serata commemorativa non ha voluto essere soltanto un momento di ricordo, ma anche un invito a non disperdere l’eredità culturale lasciata da Chino.

Quella che è stata la sua casa

oggi è di proprietà di Enrique Costa, imprenditore vinicolo veronese, cultore d’arte e mecenate che si è innamorato di Bagnoli e della sua storia. Dopo l’acquisto e il restauro, la casa di Chino, uno scrigno di memoria per Bagnoli tanti erano i documenti e i libri custoditi dallo storico, è diventata un luogo di incontri, cultura e arte. E non poteva che essere questa singolare dimora affacciata sulla piazza centrale di Bagnoli ad ospitare l’incontro dedicato a Chino, alla sua opera, al suo amore per la storia e l’arte, e alla sua memoria.

Arte, cultura, eventi alla Sagra del Rosario

Un successo l’edizione 2020 della Sagra del Rosario tra eventi, esposizioni, concerti, spettacoli su iniziativa della Pro Loco e dell’amministrazione comunale in collaborazione con associazioni e gruppi del territorio. Un evento particolarmente significato è stato l’incontro con l’Aido al Teatro Goldoni per sensibilizzare sulla donazione degli organi e sul valore del proprio consenso a questo gesto di amore e solidarietà. Particolarmente significative le

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testimonianze che nel corso della serata. Partecipazione anche alla giornata del soccorso e della sicurezza, aperta a tutti, all’Aviosuperficie di via Cavour con il coinvolgimento di gruppi e associazioni impegnate in questo ambito. La biblioteca comunale ha ospitato la mostra d’arte “Il giorno e la notte” con le opere di Selene Bozzato dello Studio Atelier d’arte contemporanea di Conselve. Palazzetto Widmann invece ha accolto la mostra con le originali ricostruzioni di palazzi ed edifici storici di Erminio Sturaro. Si tratta di modellini plastici realizzati a mano libera, senza l’impiego di strumenti elettrici. Per due fine settimana la sagra ha proposto molti eventi e occasioni di incontro, con la possibilità di cenare nello stand gastronomico con intrattenimento musicale, ma anche di divertirsi al luna park o tentare la sorte alla pesca di beneficenza. Non sono mancate occasioni di divertimento come i tornei di burraco e briscola, gli spettacoli per i più piccoli, la dimostrazione cinofila, gli appuntamenti con la danza e lo sport. Gran finale in piazza con i tradizionali fuochi d’artificio.

Nicola Stievano
Un momento dell’omaggio a Chino nella sua casa in piazza Marconi

L’iniziativa.

“Bovolenta for Gaza”, artisti mobilitati: musica per la pace e per Emergency

S ono stati devoluti ad Emergency i fondi raccolti dal gruppo Volontari per la Pace di Bovolenta in occasione del concerto “Bovolenta for Gaza”, tenutosi nella suggestiva Corte Papafava di Arre. L’evento, nonostante un meteo incerto nelle prime ore della serata, ha registrato una buona partecipazione e ha permesso di raccogliere poco più di 1.100 euro, interamente destinati a Emergency.

La scelta della location si è rivelata decisiva: artisti e pubblico hanno potuto assistere alla serata al coperto, sotto i portici della barchessa, garantendo lo svolgimento del programma in sicurezza e confort.

I Volontari per la Pace di Bovolenta hanno espresso grande soddisfazione per l’esito dell’iniziativa, sottolineando come il trasferimento dell’evento da Bovolenta ad Arre –dove gli spazi coperti hanno fatto la differenza – sia stato determinante.

“L’opportunità di svolgere l’evento in Corte Papafava ad Arre, rivelatasi vincente”, ha riferito il gruppo dei volontari per la pace, “ci si

è presentata grazie alle difficoltà riscontrate in fase organizzativa con l’amministrazione comunale di Bovolenta”.

Applausi e consensi per il cartellone artistico: Beppe Bertolino, Stefano “Stecca” Scortegagna, Licia Missori, Sara Romano, Elisa Erin Bonomo, L’Istrice e i Folletti del Grande Bosco hanno dato voce in forma del tutto gratuita a una serata di musica e solidarietà, a sostegno delle attività umanitarie di Emergency. Un doveroso grazie è andato a Matteo Mancini per palco, service audio e regia fonica, al Circolo Nadir e al Circolo ARCI di Padova, a Bettin Pianoforti, al Comune di Arre, all’Associazione NOI di Bovolenta, alle Pro Loco di Arre e di Bovolenta tutti intervenuti gratuitamente e, naturalmente, a tutte le persone che hanno partecipato come spettatori contribuendo con la propria offerta.

Con il versamento a Emergency già eseguito, i Volontari per la Pace di Bovolenta ringraziano la comunità per la generosità e confermano l’impegno nel promuovere

iniziative no-profit capaci di unire musica e pace. “Abbiamo voluto raggruppare le coscienze pacifiste del nostro territorio - ricorda Roberto Teobaldo, uno degli organizzatori - per lanciare un messaggio chiaro, vogliamo la pace, basta con questo sterminio. Nell’organizzare questo raduno abbiamo navigato in un mare in tempesta tra imprevisti e contrattempi vari ma ci siamo riusciti grazie al contributo di molti che hanno creduto in questa iniziativa partita dal basso”

Nicola Stievano

Rischio idrogeologico, confronto con gli esperti il 24 ottobre

Di rischio idrogeologico, ma anche di strumenti, responsabilità e prospettive, si parlerà nell’incontro promosso dal Comune il 24 ottobre alle 17.30 in sala consiliare con gli interventi di Elisabetta Gardini, della commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico, di Alice Buonguerrieri, segretario della medesima commissione, di Chiara Garbin esperta in protezione civile e Luca Tognana espetto in fondi europei.Il centro del paese, circondato dall’acqua e dagli argini, verrà protetto dal rischio allagamenti con un intervento globale di messa in sicurezza presentato nel dettaglio in un incontro pubblico organizzato dall’amministrazione comunale qualche settimana fa. Il Comune l’anno scorso ha ottenuto un finanziamento di 690 mila euro dal ministero dell’Interno per mettere a punto una serie di interventi sul fronte della sicurezza idraulica. Il sindaco Anna Pittarello nel corso dell’incontro ha illustrato i dettagli del progetto di fattibilità tecnico economica. Saranno coinvolti il centro e il piazzale dell’ex sala Eden dove verrà realizzato un sistema di raccolta delle acque in caso di piena. All’ingresso della Ponta, la piccola penisola che finisce regolarmente sott’acqua quando il livello del Bacchiglione si alza, verranno istallate delle paratie automatiche che si attiveranno in caso di allerta. Inoltre le tre abitazioni che si trovano al di là del murazzo verranno definitivamente chiuse e alle famiglie residenti sarà trovata una nuova sistemazione in paese, più sicura, in modo da mettere fine alle evacuazioni in caso di piena, sempre più frequenti negli ultimi anni. Con questo intervento, che si aggiunge ai progetti per le frazioni di Brusadure e Fossaragna, verrà migliorata la sicurezza dal punto di vista idraulico del paese che da sempre fa i conti con il passaggio di due fiumi. (n.s.)

Vita a casa e sicurezza 24 ore: il Comune lancia la teleassistenza per ultraottantenni

Con un finanziamento di 100mila euro, Tribano attiva il primo servizio di teleassistenza del GAL Patavino, in collaborazione con Barbona e Pernumia

S ono già più di venti le domande presentate per il nuovo servizio di teleassistenza gratuita rivolto agli anziani dagli 80 anni in su dei Comuni di Tribano, Barbona e Pernumia. Un progetto che segna un passo avanti decisivo nell’ambito delle politiche sociali locali e che vede Tribano come primo e unico comune del GAL Patavino ad attivare un servizio di questo tipo. Grazie all’installazione di sistemi di domotica e teleassistenza, gli anziani potranno continuare a vivere nella propria abitazione, restando però monitorati 24 ore su 24 da personale specializzato. Il servizio risponde così alle esigenze crescenti legate all’innalzamento dell’età media della popolazione e alla necessità di mantenere gli anziani nel proprio contesto familiare e domestico, garantendo sicurezza e supporto costanti. “Questo progetto – afferma il sindaco di Tribano, Massimo Cavazzana – è una risposta concreta ai

bisogni fondamentali perché da un lato permettere ai nostri anziani di restare nelle loro case, senza sentirsi soli e senza rinunciare alla sicurezza; dall’altro, permette di affrontare in modo innovativo una sfida sociale che riguarda tutti noi, ovvero l’invecchiamento della popolazione”. Il primo cittadino sottolinea anche il forte legame con la comunità e l’impegno dell’amministrazione: ”Tutta la mia giunta sostiene fortemente questo progetto. Stiamo riscontrando un grande interesse da parte della cittadinanza, a dimostrazione del fatto che si tratta di un’esigenza molto sentita e reale”. Un ulteriore valore aggiunto dell’iniziativa riguarda la sorveglianza H24, che sarà affidata a personale appartenente alle categorie protette, creando così anche nuove opportunità lavorative per persone che spesso trovano difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro. I costi del servizio sono stati in-

teramente coperti dai 100 mila euro messi a disposizione dal GAL Patavino attraverso un bando, al quale il Comune di Tribano ha partecipato congiuntamente ai Comuni di Barbona e Pernumia, risultando aggiudicatario. “Non vuole essere solo un progetto di assistenza – aggiunge Cavazzana – ma anche un investimento sociale che mette al centro sia i nostri anziani sia le persone che si occuperanno della loro sicurezza”. Il progetto, realizzato in collaborazione con i Comuni di Barbona e Pernumia, rappresenta dunque un esperimento innovativo e unico sul territorio che coniuga tecnologia, inclusione sociale e tutela della dignità degli anziani.

Cristina Lazzarin

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Vendemmia in classe: 125 bambini della “De Amicis” scoprono la pigiatura

Le settimane di accoglienza previste alla scuola Primaria “De Amicis” di Tribano sono state davvero speciali tanto che per i 125 alunni al posto dei soliti quaderni, quest’anno si è partiti con la vendemmia. Infatti, grazie alla collaborazione con i tutor di Coldiretti Padova, i bambini delle prime classi hanno vissuto l’esperienza della vendemmia, sperimentando la pigiatura dell’uva e seguendo dal vivo le fasi della produzione del succo. Un modo divertente ed educativo per avvicinarsi al mondo agricolo e alle tradizioni del territorio. Alla speciale giornata, possibile grazie alla collaborazione con le docenti della scuola, la dirigente scolastica dell’istituto comprensivo di Tribano e l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Massimo Cavazzana, ha partecipato anche una rappresentanza dei giovani e delle donne di Coldiretti Padova insieme al presidente Roberto Lorin.

L’attività fa parte del progetto #SeminSegni, promosso da Donne, Giovani e Senior Coldiretti, che porta l’agricoltura nelle scuole di tutta la provincia di Padova e coinvolgerà, nel corso di questo anno scolastico, cinquemila studenti in più di 30 istituti, con i progetti di educazione civica ambientale e alimentare “Sem’insegni” rivolti ai bambini delle scuole dell’infanzia e primarie e “Teen’segno” per le medie e le superiori. “L’obiettivo - ricorda il presidente Lorin - è quello di formare dei consumatori consapevoli per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare così il consumo del cibo spazzatura che mette a rischio la salute e fa aumentare l’obesità, ma anche il fenomeno dello spreco, ponendo l’accento sugli alti costi etici ed economici”. Assai felice il sindaco, Massimo Cavazzana: “Grazie a Coldiretti, i nostri piccoli studenti hanno avuto la possibilità di viaggiare indietro nel tempo e scoprire una tradizione antica come la pigiatura dell’uva”. (c.l.)

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L’evento. Esperienza di fede, guidata dal parroco don Giuseppe Sinigaglia

Parrocchiani in pellegrinaggio giubilare a Roma

Un pellegrinaggio che ha lasciato un segno profondo, vissuto anche a distanza grazie alla condivisione sui social con la comunità rimasta a casa

Amente mi ha arricchito molto”.

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distanza di settimane è ancora viva l’emozione provata dai quarantuno partecipanti al pellegrinaggio giubilare a Roma, promosso dalla parrocchia di Cartura – Cagnola – Gorgo. Partito l’1 e tornato il 4 settembre, il gruppo di pellegrini, guidato dal parroco don Giuseppe Sinigaglia, ha vissuto quattro giorni di profonda spiritualità. Un’esperienza che ha segnato positivamente i partecipanti di diverse fasce d’età, che hanno condiviso i momenti più significativi del pellegrinaggio con i parrocchiani rimasti a casa. “C’è stata una partecipazione a distanza – conferma il vicepresidente del Consiglio pastorale Stefano Bazza, tra i carturani pellegrini a Roma –, una condivisione praticamente in tempo reale tramite i social delle singole tappe del pellegrinaggio con le tante persone rimaste a casa”.

I quattro giorni di pellegrinaggio, organizzato nei minimi dettagli da don Massimiliano Zoccoletti, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport della diocesi di Padova, sono stati molto intensi.

La visita ai luoghi della fede, come le basiliche giubilari di San Paolo Fuori le Mura, di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore, è stata alternata a quella ad alcuni dei principali monumenti romani.

“I momenti più significativi del pellegrinaggio sono stati condivisi coi vari gruppi della comunità – aggiunge una volontaria del centro parrocchiale di Cartura –. In questo modo i parrocchiani si sono sentiti vicini e partecipi. Una volta tornati a casa, abbiamo cercato di trasmettere la bellezza di questa esperienza, che personal-

Il pellegrinaggio ha regalato ai partecipanti forti emozioni, come la visita alla tomba di papa Francesco nella basilica di Santa Maria Maggiore, l’udienza papale in Piazza San Pietro e la benedizione impartita da papa Leone XIV. Dal forte impatto emotivo è stato il percorso giubilare da via della Conciliazione alla Basilica di San

Pietro. Il gruppo di pellegrini in preghiera ha effettuato l’itinerario camminando dietro la Croce, portata a turno dagli stessi pellegrini. “È stata una cosa emozionante, vissuta in un’atmosfera molto partecipata – commenta Stefano Bazza –. Arrivati in Piazza San Pietro siamo entrati nella basilica dalla quarta porta giubilare e davanti all’altare della Confessione abbiamo idealmente concluso il nostro pellegrinaggio. L’ultimo giorno a Roma abbiamo vissuto un altro momento importante. Abbiamo assistito alla messa nella Basilica di San Pietro concelebrata all’altare della Cattedra da don Giuseppe, cui va il nostro ringraziamento anche per il prezioso libretto di preghiere e riflessioni che aveva preparato e che ci ha accompagnato lungo tutto il percorso giubilare”.

Francesco Sturaro

Costituita una nuova società di calcio giovanile

Una nuova realtà calcistica si è affacciata sul panorama sportivo carturano: è l’Asd Nextgen 2025

Cartura. Costituita in estate dagli ex dirigenti dissenzienti del settore giovanile dell’Asd Calcio Cartura, l’associazione conta un’ottantina di giovanissimi atleti, suddivisi in cinque formazioni dai “primi calci” agli allievi. “Non ci interessa recriminare sul passato; è stato un percorso bello, fatto di ottimi risultati, ma che, per varie motivazioni, aveva esaurito le sue prospettive – spiega il presidente dell’Asd Nextgen 2025 Cartura Michele Lionello –. Il settore giovanile che in questi anni si è creato è il frutto di un lavoro di collaborazione con i paesi limitrofi. Proprio per questo è stato naturale creare questo nuovo

progetto in collaborazione in primis con l’Odm San Pietro e la Polisportiva San Pietro Viminario”. Attualmente le squadre si allenano negli impianti di San Pietro Viminario e nel campo parrocchiale

di Cagnola. “Abbiamo richiesto l’utilizzo degli impianti anche a Cartura e siamo in attesa della risposta – precisa Lionello –. La nostra filosofia è fornire a bambini e ragazzi un ambiente sereno e inclusivo dove tutti possono crescere sia sotto l’aspetto sportivo, sia sotto l’aspetto umano. Questo è l’obiettivo principale della nostra associazione perché il calcio, ma lo sport in generale, in primis è una scuola di vita che contribuisce alla sana crescita dei nostri ragazzi – conclude il presidente –. Non posso che essere orgoglioso di quello che stiamo costruendo assieme agli altri dirigenti, allo staff tecnico e ai genitori che ci hanno confermato la loro fiducia nonostante le innegabili difficoltà logistiche iniziali”. (f.s.)

Carrare

L’anniversario. Compleanno celebrato con un concerto all’Abbazia di Santo Stefano

Banda “San Giorgio” cent’anni in musica

L’assessore Gino Favero ha ricostruito, tra documenti e lacune storiche, l’evoluzione della Banda, oggi guidata dal maestro Lorenzo Vignato

L

a Banda musicale San Giorgio di Due Carrare ha festeggiato il secolo di vita con un concerto tenutosi nella chiesa di Carrara Santo Stefano. Al termine dell’esibizione la celebrazione del centenario è proseguita con la cena allestita sotto il tendone della sagra parrocchiale.

La Banda, formata da una trentina di componenti, ha proposto un ampio repertorio. Sotto la direzione del maestro Lorenzo Vignato sono stati eseguiti medley di famosi temi di opere italiane, brani di colonne sonore come “Pearl Harbour”, “Il Gladiatore” e “Avengers: Endgame”; canzoni celebri come “Nel blu dipinto di blu – Volare”, “New York New York”, “Venus”; una suite di successi di Mina; un medley disco anni ’70 (Stayin’ Alive, I Will Survive, YMCA); e ancora “Appalachian morning” e “Waltz n. 2”. Durante la serata, presentata dall’assessora Alice Carpanese, sono stati ricordati Carlo Pescante, il cavalier Luigi Moro e il maestro Alessandro Lotto, figure storiche della Banda. Il concerto è stato preceduto da un excursus sulla storia della Banda a cura dell’assessore Gino Favero, che ha condotto una ricerca sui documenti dell’archivio storico comunale. La ricostruzione del secolo di vita della Banda è risultata lacunosa, per la carenza di atti pubblici: le notizie ufficiali si interrompono dalla fine degli anni ’20 all’inizio degli anni ’50. “La Banda ricompare nella Deliberazione n. 4 del Consiglio comunale (13 marzo 1953) – spiega l’assessore Favero –. Dopo il 1953 c’è un altro buco di oltre vent’anni: l’atto successivo è la Deliberazione n. 36 del Consiglio comunale di Carrara San Giorgio (14 luglio 1976)”.

Da quel 1976, l’archivio è più generoso di informazioni. “Non ho ricostruito l’albo d’oro di presidenti e direttori – commenta Favero –: lancio un appello a chi possiede memorie storiche

di contattare me o il presidente. Sono più sicuro di quanto accaduto negli ultimi dieci anni. Sotto la presidenza di Mauro Crivellari (sassofonista) e la direzione del maestro Luca Zecchinato, la Banda ha avviato un forte rinnovamento del repertorio e della crescita musicale, proseguito con l’aiuto del maestro Marco Bertona, fondamentale anche per

il progetto “La Banda a scuola”, in collaborazione con l’amministrazione. Gli ultimi mesi hanno visto la direzione di Niccolò Perlari, durante la quale il direttivo

è stato rinnovato e la presidenza è passata a Loris Buson e la bacchetta al maestro Lorenzo Vignato”.

Francesco Sturaro

Edoardo Pengo astro nascente del motociclismo

È il giovane centauro di Due Carrare, Edoardo Pengo il fresco campione italiano della classe 160 Jr. Il dodicenne motociclista del team 2RS di Andrea Boscolo ha conquistato il titolo nell’ultima gara stagionale, disputata sul circuito di Pomposa. Il giovanissimo talento si è laureato campione italiano, conquistando la classifica finale al termine di un’intensa stagione motoristica. Nelle quindici prove del campionato, tra sprint race e gare, ha ottenuto cinque vittorie, quattro secondi posti e due terzi posti. Nell’ultimo week-end di gare Edoardo non ha voluto rischiare una caduta che avrebbe compromesso la conquista del titolo. Visto il divario in classifica si è limitato a gestire il vantaggio,

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Ascoltaci in tutto il Veneto in

accontentandosi di un quarto e un quinto posto nelle due sfide finali. Nonostante la giovane età Edoardo può già vantare una lunga esperienza in sella. Ha, infatti, iniziato a correre in moto a 3 anni seguendo la passione di papà Nicola, suo meccanico nel team 2RS. Dopo aver corso molte gare in minimoto, nel 2022 ha partecipato alla sua prima stagione ufficiale nel Campionato Italiano Velocità Minimoto conquistando il dodicesimo posto da privato. Nel 2023, suo primo anno nella categoria 110 Jr ha ottenuto il secondo posto, replicato anche nel 2024. Passato quest’anno nella categoria 160 Jr Edoardo ha sbaragliato gli altri giovani centauri, vincendo il suo primo titolo italiano. “Siamo orgogliosi come comunità non solo per l’importante risultato raggiunto, ma soprattutto per l’esempio di sacrificio, impegno e dedizione che Edoardo dà –commenta il sindaco Davide Moro -. Ed è anche merito della passione del nonno e del papà che con pazienza e perseveranza sono sempre a fianco del nostro campione”. (f.s.)

L’esposizione. Alla Cattedrale ex Macello fino al primo febbraio, curatore il criminologo Andrea Pellegrino

Stregonerie, tra iconografica, riti e simboli

delle eretiche del sapere: mostra evento

Le nove sezioni espositive sono concepite come dei portali iniziatici, attraverso i quali i visitatori partono per un viaggio che li porta attraverso storia e mito, persecuzione e rinascita. Un percorso cheaffonda le proprie origini nei culti antichi

Figure contrastate, percepite in modo diverso a seconda delle epoche, misteriose e paurose, le streghe sono le protagoniste della mostra-evento “Stregonerie. Iconografia, riti e simboli delle eretiche del sapere”.

La mostra, allestita alla Cattedrale ex Macello dal 24 ottobre al primo febbraio, è pensata per gettare una nuova luce su una figura spesso trattata in modo caricaturale e stereotipato, ma che può invece essere a diritto considerata come un simbolo contemporaneo di sapere, resistenza e rinascita. Reduce del successo ottenuto nelle tappe di Monza e Bologna, la mostra organizzata da Vertigo Syndrome arriva a Padova con una curatela rinnovata sotto la guida dello storico dell’arte, scrittore e

criminologo Andrea Pellegrino. Il risultato è un percorso espositivo ripensato nel concept che diventa una vera e propria esperienza immersiva e trasformativa.

Le nove sezioni espositive in cui si sviluppa il percorso sono concepite come dei portali iniziatici, passando attraverso i quali i visitatori partono per un viaggio che li porta attraverso storia e mito, persecuzione e rinascita. Un percorso che parte dalle radici del mito, che affonda le proprie origini nei culti antichi, permettendoci di conoscere le prime narrazioni dalle quali ha avuto origine l’archetipo della strega. La seconda sezione è invece dedicata al corpo, elemento che non si lascia normare ma che si muove piuttosto nel terreno del desiderio e della ribellione. Una

dimensione diversa è quella cui si accede attraverso il terzo “portale”: la dimensione dell’oblio, in cui i saperi popolari, dalla medicina naturale alle pratiche magiche, assumono una propria dignità culturale. Proseguendo in questo viaggio si giunge alla sala del marchio, in cui si può approfondire come l’immagine demoniaca della strega sia stata costruita da precise dinamiche storiche e iconografiche, soffermandosi in particolare sulle miniature medievali e sulla propaganda inquisitoria. Interessante è vedere poi come la figura della strega si sia evoluta nel corso dell’Ottocento, epoca in cui guadagna una nuova considerazione sociale, e nell’epoca presente, in cui attraverso l’arte contemporanea la strega passa da creatura marginale a vero e proprio simbolo di autonomia, rinascita e potere culturale.

Il percorso espositivo comprende incisioni, testi esoterici risalenti al Cinquecento e talismani di diverse epoche ed è arricchito

da esperienze immersivi particolarmente suggestive. La prima permette al visitatore di vivere un processo per stregoneria avvento nel 1539, sedendo al banco degli imputati e empatizzando con la strega, continuamente pungolata da accuse e torture. La seconda, che

conclude la mostra, si basa su un podio centrale su sui campeggia il Libro delle Ombre, normalmente usato dalle streghe ma che per l’occasione viene messo a disposizione dei visitatori per condividere pensieri e incantesimi personali. Francesca Tessarollo

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Elisa Seitzinger, Superego, arazzo

Dal caso del cubo nero di Firenze a Padova: il “riqualificazionismo” come paradigma italiano

L a vicenda dell’ex Teatro Comunale di Firenze, trasformato in un massiccio “cubo nero” sul Lungarno Vespucci, non è soltanto una questione locale. È il sintomo di una tendenza più ampia che attraversa l’Italia: un’idea di “riqualificazione” urbana che spesso si traduce in una progressiva privatizzazione del patrimonio pubblico, in operazioni immobiliari ad alto rendimento e in un’estetica che poco dialoga con il contesto.

A Firenze, la sostituzione di un luogo identitario come il Teatro Comunale con un complesso residenziale di lusso è stata accettata quasi senza resistenza, salvo indignazioni estetiche tardive. Ma la domanda vera è: quante altre città italiane stanno vivendo lo stesso processo, magari in forme meno eclatanti?

Padova, città dalla storia millenaria e oggi al centro di un crescente interesse internazionale, vive un momento cruciale. L’Università richiama ogni anno decine

di migliaia di studenti, l’apertura del ciclo UNESCO dedicato agli affreschi trecenteschi ha portato a un incremento costante dei flussi turistici, le trasformazioni urbane – dalle aree industriali dismesse alle grandi infrastrutture – stanno cambiando il volto della città.

Tutto questo porta benefici evidenti: vitalità culturale, investimenti, maggiore visibilità globale. Ma comporta anche rischi: pressione sugli affitti, espulsione graduale dei residenti dai quartieri centrali, riduzione dello spazio pubblico a favore di logiche privatistiche. È la stessa dinamica che ha segnato Firenze e che rischia di ripetersi, in forme diverse, anche a Padova.

Padova si trova così di fronte a un bivio: diventare laboratorio di un equilibrio virtuoso tra turismo, comunità e innovazione, oppure scivolare in una trasformazione che la riduca a palcoscenico per visitatori e investitori, a scapito della vita quotidiana dei suoi abitanti.

Da Bologna a Napoli, da Milano a Palermo, la retorica della “rigenerazione” si accompagna spesso a dinamiche che portano all’allontanamento dei residenti storici, alla crescita incontrollata del turismo di massa e alla perdita di spazi pubblici a favore di logiche di profitto privato. È una trasformazione che modifica in profondità il tessuto sociale ed economico delle nostre città, consegnandole a una monocultura del turismo e a una vulnerabilità che abbiamo già visto esplodere nei momenti di crisi globale.

La riflessione che parte da Firenze e passa per Padova riguarda tutti: vogliamo città che siano laboratori di vita, cultura e innovazione, oppure scenografie redditizie svuotate di cittadini?

Padova ha oggi un’occasione unica: dimostrare che è possibile crescere senza perdere la propria anima. Non basta accogliere turisti e studenti, bisogna proteggere la vita quotidiana dei residenti, cu-

stodire gli spazi pubblici e garantire che la città rimanga luogo di comunità, e non solo di consumo.

Se Firenze ci consegna il monito del suo “cubo nero”, Padova rischia di cadere nella stessa trappola: interventi spot, rendita al po-

sto della visione, cittadini messi ai margini. È il momento di scegliere se continuare lungo questa deriva o costruire finalmente un modello urbano che tenga insieme sviluppo e identità.

Vincenzo Gottardo

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Regionali: finalmente tutti ai nastri di partenza

In cambio del via libera Stefani, infatti, Fratelli d’Italia otterrà la maggioranza degli assessorati di peso, le poltrone più importanti delle Aziende regionali e la possibilità di indicare i candidati sindaci per le elezioni di Venezia del 2026 e di Padova del 2027. Forza Italia, dal canto suo, avrebbe “portato a casa” un paio di assessorati dei quali uno molto importante, e qui Flavio Tosi continua a proporsi per tornare a quello alla Sanità, e, con ogni probabilità, la scelta del candidato sindaco di Verona (2027). Ovviamente non sapremo mai, fino alla prova dei fatti, se questo accordo sia esattamente così

I candidati/1. Centrosinistra compatto

dettagliato o se sia qualcosa che ci assomiglia molto: quello che è certo è che per “trovare” la quadra gli alleati hanno dovuto mettere sul piatto tutto. Come se non bastasse pare che la Lega avrebbe aperto alla possibilità di cedere la Regione Lombardia (al voto nel 2028) a Fratelli d’Italia e si sia detta disposta a sostenere in parlamento la riforma della legge elettorale, che porta a un antipasto di premierato forte, che vuole Giorgia Meloni. Dall’altra parte la squadra a sostegno del principale competitor, Giovanni Manildo, continua a crescere. L’avvocato trevigiano, un passato da scout e da sindaco,

Manildo a metà campagna: già 200 incontri tra idee e ascolto

Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, compatta come non succedeva da tempo, traccia un primo bilancio a metà campagna elettorale, celebrando il lavoro di ascolto e confronto portato avanti in questi primi due mesi. Con oltre 200 incontri già realizzati in tutto il territorio veneto e migliaia di persone coinvolte, Manildo si dice soddisfatto del percorso intrapreso, sottolineando come il suo approccio sia stato tutto centrato sull’ascolto attivo e sul coinvolgimento diretto dei cittadini e delle realtà locali.

“Non abbiamo avuto il tempo di fermarci a passerelle, ma abbiamo voluto ascoltare, confrontarci e raccogliere le proposte e le necessità delle persone che vivono il nostro territorio ogni giorno. È questo il metodo con cui vogliamo costruire il futuro del Veneto: partendo dai problemi reali, dalle esigenze concrete delle persone”, aggiunge Manildo, ribadendo il suo impegno a promuovere una partecipazione attiva e inclusiva nella gestione della Regione.

Il candidato del centrosinistra mette in evidenza le principali tematiche affrontate finora: dalla sanità pubblica, che dovrà essere “una priorità della Regione”, con l’implementazione delle case di comunità e un maggior numero di medici, alla necessità di rispondere alle problematiche giovanili, soprattutto quelle legate all’emigrazione forzata dei ragazzi veneti a causa di mancanza di opportunità. Secondo Manildo, il vero problema del Veneto è la difficoltà di attrarre e trattenere talenti e imprese, e la soluzione

passa attraverso un governo partecipato, che metta al centro della propria agenda le esigenze dei cittadini, senza inseguire gli interessi di parte. “Il Veneto deve tornare ad essere una terra che sa attrarre persone, talenti e opportunità. Solo con la partecipazione e l’inclusione riusciremo a costruire un futuro che dia risposte concrete alle esigenze di tutti”, afferma, lanciando un appello a tutti i veneti per unirsi al suo progetto di cambiamento.

L’appello alla partecipazione si fa ancora più forte mentre la campagna entra nel vivo. Manildo chiede ai cittadini veneti di non limitarsi ad ascoltare, ma di essere protagonisti del cambiamento. “Il Veneto è una comunità che deve crescere insieme”, conclude, sottolineando che il suo progetto è costruito per chi vuole un futuro migliore per la regione.

ha incassato il sostegno di Rifondazione Comunista, che in prima istanza sembrava volersi candidare contro, e di Azione, Italia Viva, +Europa e Partito Socialista che correranno insieme in una lista che si chiamerà “Uniti per Manildo”. Con questi due nuovi ingressi, Manildo potrà contare su di una squadra composta da sette liste per compiere un’impresa certamente molto difficile, ma che difficilmente non avrà l’esisto scontato di cinque anni fa. Sugli altri candidati bisognerà capire se supereranno lo scoglio della raccolta delle firme entro i tempi stabiliti, ovvero l’ultima settimana di ottobre.

I candidati/2. 32 anni, parlamentare della Lega
Il centrodestra ha scelto, il candidato è Alberto Stefani

Già da più di un mese Alberto Stefani, enfat prodige della Lega, aveva iniziato a girare il Veneto quasi quotidianamente e la voce che lo voleva come candidato alla presidenza della Regione si è fatta via via più insistente. L’ufficialità è arrivata il 7 ottobre scorso, con l’annuncio dell’intesa nel centrodestra nel complicato scacchiere politico nazionale. Stefani, 32 anni, si candida perciò a diventare il più giovane presidente di Regione. Padovano di Borgoricco, ci sui è stato sindaco a 26 anni, dopo essere entrato il Parlamento a 25, Stefani è laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti e tuttora prosegue l’attività di ricerca. Nel 2022 è stato confermato parlamentare e nel 2023 è stato eletto segretario regionale della Liga Veneta.

“Ringrazio la coalizione di centrodestra per il sostegno, ora avanti verso il traguardo - ha dichiarato -. La nostra squadra è pronta ad amministrare la Regione, in continuità con l’ottimo lavoro di Luca Zaia. Il nostro impegno è chiaro: metteremo davanti a tutto, anche alle logiche della politica, le necessità delle persone - spiega Stefani - Accetto questo confronto forte di un’eredità solida. Abbiamo davanti grandi e nuove sfide, che meritano di essere affrontate con energia. A partire dal disagio giovanile, dall’invecchiamento della popolazione, dalla crisi economica internazionale, sino alla difesa dell’ambiente e del lavoro. Trascorrerò la campagna elettorale nelle piazze e nelle periferie dei nostri Comuni, cercando di stringere la mano a quanti più Veneti possibile Ascolterò tutti, compreso chi non la pensa come me”.

Stefani aggiunge: “Credo nel confronto leale fra idee, rifiuto lo scontro personale. In politica non cerco nemici da abbattere, ma avversari con cui dialogare”. Quindi uno sguardo al sociale: “Sarà il primo punto del nostro programma di governo. Il Veneto ha davanti a sé sfide nuove, quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento del disagio giovanile, l’incremento delle patologie croniche e neurodegenerative. Per questo stanzieremo ancora più risorse in un comparto che sarà protagonista nell’attività amministrativa. Istituiremo anche un assessorato al Sociale, indipendente e con portafoglio. Abbiamo bisogno di un Veneto che si faccia comunità, che accompagni la persona e la famiglia, in continuità con quanto già fatto negli ultimi anni”.

Alberto Stefani
Giovanni Manildo

I candidati/3. Propone un progetto regionale indipendente per rilanciare lavoro, sanità e autonomia

L’iniziativa. Il nuovo festival con la direzione artistica di Matteo Strukul e Silvia Gorgi

Fabio Bui guida i Popolari per il Veneto: “È tempo di un nuovo protagonismo”

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura capace di generare economia e identità

F abio Bui, ex sindaco di Loreggia e già presidente della Provincia di Padova, 60 anni, scende in campo come candidato presidente della lista Popolari per il Veneto, pronta a presentarsi in autonomia alle prossime elezioni regionali. La formazione politica, che accoglie anche esponenti provenienti da movimenti autonomisti locali, punta a dare voce e rappresentanza a un territorio ricco di tradizioni civiche e culturali, spesso trascurato dalla politica nazionale.

I Popolari per il Veneto si ispirano a modelli di successo come

la CSU bavarese e la Südtiroler Volkspartei, proponendo un progetto che valorizzi le persone, le comunità locali e la responsabilità condivisa, distaccandosi dalle logiche dei partiti nazionali che, secondo Bui, hanno spesso sfruttato il Veneto senza difenderne gli interessi.

“Dopo anni di promesse disattese sull’autonomia – afferma Bui – il Veneto ha bisogno di un voto di fiducia per ritrovare la propria identità e forza. Non servono slogan, ma soluzioni concrete che mettano al centro

la sussidiarietà e il rafforzamento delle nostre comunità. Solo così potremo restituire al Veneto dignità e futuro. Il Veneto - sottolinea - deve diventare protagonista nelle scelte europee per i trasporti, l’economia e l’ambiente. Serve superare l’idea dei “paroni a casa nostra” e aprire finalmente la stagione dei protagonisti a casa nostra, dove il Veneto non debba più accontentarsi delle briciole ma sappia far sentire con forza la propria voce ai tavoli decisionali. Per questo diciamo con chiarezza: il Veneto al centro. Al centro dei nostri interes-

si, delle nostre scelte e della nostra visione politica”. Questi i punti programmatici. Lavoro e imprese locali: sostegno ai giovani e all’artigianato, incentivi per chi investe e crea occupazione. Sanità pubblica: riduzione delle liste d’attesa, potenziamento dei servizi territoriali e più attenzione ad anziani e persone fragili. Sicurezza e legalità: contrasto alle baby-gang e presenza rafforzata delle forze dell’ordine nei quartieri più a rischio. Autonomia e protagonismo veneto: portare la voce del Veneto ai tavoli decisionali,

senza più subire le scelte calate da Roma. Formazione e giovani: un nuovo rapporto tra scuola, università e territorio per creare opportunità reali di futuro.

I candidati/4. Le altre voci del Veneto: autonomisti, dissidenti e “pescatori di pace” in corsa per la Regione

Da Re getta l’amo al centrodestra, Szumski e Damiano in campo

La corsa alla Presidenza della Regione vede in campo anche figure e movimenti che rappresentano istanze laterali, dissidenti o autonomiste, pronte a intercettare il voto di protesta e di opinione. Tra i contendenti più noti c’è Gianantonio Da Re, ex segretario regionale della Lega ed europarlamentare, espulso dal partito due anni fa. Oggi guida la Liga Veneta Repubblica e cerca un accordo con la coalizione di centrodestra, dopo l’ufficializzazione della candidatura di Stefani. “Noi siamo del centrodestra,” ha dichiarato Da Re, “adesso vediamo se c’è la possibilità di fare ancora parte di questa maggioranza. Se ci ritiene una parte importante bene, altrimenti penseremo a qualcos’altro”. Il suo profilo, marcatamente

autonomista e identitario, che insiste sulla necessità per il Veneto di “valorizzare il proprio peso politico ed economico all’interno dell’Italia,” è la ragione principale del suo non ancora accordato ingresso nella coalizione.

Un altro nome in lizza è quello di Riccardo Szumski, medico ed ex sindaco di Santa Lucia di Piave. Szumski si candida con la lista “Resistere”, nata dall’aggregazione di associazioni, imprenditori e cittadini disillusi dalla politica tradizionale. Al centro del suo programma spicca il rilancio della sanità pubblica. Szumski è ricordato per le sue posizioni critiche durante la pandemia, che lo portarono a essere sospeso dall’Ulss e radiato dall’Ordine per le sue tesi sulle cure

domiciliari e i vaccini anti-Covid. L’obiettivo, spiega, è “dar voce a chi oggi è scontento, sfiduciato, disilluso dalla politica regionale”. La lista, che si dichiara apartitica, è sostenuta da vari movimenti e si prepara a presentare candidature in tutte le province, confidando in un riscontro positivo negli incontri

pubblici. Infine, si presenta Lorenzo Damiano con i “Pescatori di Pace –Ministri della Pace”, un movimento spirituale e politico che si propone come alternativa radicale. Damiano, noto per un suo drastico cambio di rotta sulle posizioni no-vax dopo essere stato contagiato gra-

vemente dal virus, sostiene la creazione di un “ministro della Pace” come figura istituzionale per i temi di riconciliazione e non violenza. La sua candidatura, proveniente da ambienti ultracattolici, aggiunge un elemento peculiare e non convenzionale al panorama elettorale veneto.

Fabio Bui
Gianantonio Da Re
Riccardo Szumski
Lorenzo Damiano

Movimento 5 Stelle: “Serve aria nuova in Regione, candidati scelti dalla base e non imposti dall’alto”

Il referente veneto del M5S, Simone Contro, rivendica il metodo partecipativo del Movimento e attacca il centrodestra

“Noi i candidati li abbiamo espressi con il solito metodo partecipativo: nomi espressi dalla base e votati dagli iscritti online. L’esatto contrario di quanto visto negli ultimi mesi con un balletto indegno tutto romano, che ha partorito Alberto Stefani, un avanzo di segreteria, usato da Matteo Salvini in logica anti Zaia, che è il vero sconfitto di questa compagine del centrodestra tutta concentrata sulle careghe anzichè sulle urgenze del Veneto. Insomma, siamo il contrario della destra e ne siamo orgogliosi”. A dirlo Simone Contro, referente Veneto per il Movimento 5 stelle. Gli attivisti del soggetto politico rilanciato da Giuseppe Conte, hanno lavorato in questi mesi sul programma e sulla rosa di nominativi da

esprimere.

“Siamo un movimento di partecipazione per definizione e il metodo non conosce esclusioni - continua Contro - tanto che la nostra valida consigliera eletta per due volte di seguito, Erika Baldin, si fa di lato per continuare a fare politica per noi da altre posizioni. Per noi il limite dei due mandati è una colonna portante, mentre Zaia ha messo tutto a repentaglio pur di provare a fare il quarto”.

Il dopo Zaia secondo il Movimento 5 stelle avrà il nome di Giovanni Manildo, sostenuto convintamente dal movimento. “Manildo ha già fatto il sindaco a Treviso, è un avvocato che non ha fatto della politica il proprio mestiere, a differenza del suo avversario Alberto Stefa-

ni, che è entrato in parlamento a 25 anni e non ha avuto manco il pudore di dimettersi visto che dovrà fare campagna elettorale o dividendosi tra Roma e il Veneto o, e sarebbe ancora peggio, scroccando lo stipendio da circa 10mila euro netti al mese senza manco guadagnarselo. Non c’è da stupirsi se la commissione bicamerale da lui presieduta abbia sortito in tre anni solo chiacchiere, chiacchiere e ancora chiacchiere. Come il suo predecessore, sul federalismo fiscale e l’autonomia questa coppia ha portato a casa, come direbbe Josè Mourinho, zeru tituli. E’ ora di voltare pagina in fretta”. Ed il primo provvedimento che gli eletti del Movimento 5 stelle depositeranno alla discussione del Consiglio Regionale rinnovato dalle elezioni del 23 e 24 novembre prossimo sarà l’istituzione di una commissione speciale sulla spending review degli ultimi dieci anni di governo veneto. “Apriremo tutti i cassetti e fare-

Sintoniz zati sul

mo circolare un’aria nuova nelle stanze di palazzo Ferro Fini e palazzo Balbi - garantisce Simone Contro - il nostro modello di gestione garantirà milioni di euro di risparmi sulla spesa corrente tagliando senza indugi gli sprechi. Va passata al setaccio la convenzione dei project financing

voluti ancora da Giancarlo Galan sugli ospedali e quella della Pedemontana fortemente imposta da Zaia. L’unico project al mondo in cui se guadagna, guadagna il privato, ma se perde, ripiana il buco il pubblico. Rivolteremo queste logiche dannose per il Veneto, per un Veneto a 5 stelle”.

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Simone Contro, referente M5S in Veneto

L’iniziativa. Il nuovo festival con la direzione artistica di Matteo Strukul e Silvia Gorgi

L’impresa della bellezza tra arte e letteratura capace di generare economia e identità

Vigonza ha ospitato la manifestazione che celebra la bellezza della nostra regione (e non solo): “Non è un concetto astratto ma una forza concreta”

L etteratura, arte e impresa. Tre mondi che spesso vengono raccontati separatamente, ma che nella storia italiana hanno sempre convissuto in un intreccio fertile, creativo e straordinario. Dalla genialità di Palladio alla visione di Canaletto, dal teatro di Goldoni all’audacia di Casanova, la cultura italiana ha saputo trasformare la bellezza in un motore di identità e sviluppo. È proprio a partire da questa consapevolezza che è nata L’IMPRESA DELLA BELLEZZA, una manifestazione ideata e diretta da Matteo Strukul e Silvia Gorgi, organizzata da Sugarpulp in collaborazione con il Comune di Vigonza. Ho fatto una chiacchierata con Matteo Strukul per farmi raccontare la genesi, i contenuti e le ambizioni di un evento che, già alla sua prima edizione, ha saputo imporsi come punto di riferimento nel dibattito culturale regionale

Matteo, come è nata l’idea de L’IMPRESA DELLA BELLEZZA e quale visione volevate portare avanti con questo progetto?

L’idea è nata dal desiderio di raccontare il legame profondo che unisce letteratura, arte e impresa al Made in Italy. Con Silvia Gorgi abbiamo immaginato un appuntamento che fosse al tempo stesso celebrazione e riflessione, capace di portare in scena autori, artisti e artigiani che rappresentano l’essenza stessa del nostro saper fare. Abbiamo scelto la Riviera del Brenta, a Vigonza, perché è un territorio che da sempre vive questa vocazione: qui il bello non è mai stato disgiunto dal lavoro, dalla manualità,

dall’ingegno. Volevamo che la manifestazione fosse un’occasione per riflettere sul presente e sul futuro del nostro Paese, partendo proprio dalla consapevolezza che la bellezza non è un concetto astratto, ma una forza concreta, capace di generare economia, identità e condivisione sociale.

A proposito di “saper fare”, avete coinvolto figure molto diverse fra loro. Ce ne parli?

Abbiamo voluto dare voce a protagonisti che, ciascuno nel proprio ambito, incarnano questa idea di saper fare legato al bello. Red Canzian, ad esempio, ha condotto una riflessione sul suo percorso di artista, compositore e ambasciatore della canzone italiana nel mondo. Non solo musicista, ma anche imprenditore e produttore musicale, capace di trasformare l’esperienza artistica in impresa.

Poi c’è stato Fulvio Marino, che ha raccontato la sua storia di artigiano del pane, nata in una famiglia di mugnai. La sua è una testimonianza preziosa di come un mestiere antico possa diventare oggi non soltanto professione, ma anche narrazione, comunicazione, divulgazione attraverso la televisione.

Francesco Vidotto ci ha portato invece nel cuore della Natura e dell’Ambiente. Per lui non sono soltanto sfondi delle storie che scrive, ma vere e proprie condizioni di vita e grandi temi di riflessione.

Io stesso ho voluto sottolineare come l’arte e la bellezza italiane siano brand potenti del Made in Italy e come possano essere l’asse portante della nostra letteratura.

Infine, Alessia Gazzola ha raccontato le sue eroine, da Costanza a Miss Bee, e l’avventura delle serie tv tratte dai suoi romanzi. Ha parlato anche della comunità di lettrici e lettori che la segue con grande affetto. Come ha reagito il pubblico a questa proposta?

La risposta è stata straordinaria. Nei giorni di sabato 11 e domenica 12 ottobre il Teatro Quirino de Giorgio di Vigonza era gremito in ogni ordine di posti. È stata un’emozione fortissima vedere così tanta partecipazione e soprattutto percepire l’interesse autentico delle persone. Già dalla prima edizione la manifestazione si è confermata come un momento imprescindibile per l’intera Riviera del Brenta, una vera occasione di riflessione collettiva. Abbiamo dimostrato che il connubio fra letteratura, arte e impresa non è soltanto possibile, ma è anche capace di aprire prospettive nuove per il territorio e per il tessuto creativo che lo anima.

Nel tuo intervento hai citato figure come Canaletto, Tiepolo, Palladio, Goldoni e Casanova. Che cosa rappresentano per te?

Per me rappresentano la prova concreta che la bellezza, in Italia, è sempre stata un’impresa. Canaletto, ad esempio, fu scenografo prima ancora che pittore, e lo stesso Tiepolo. Palladio non era soltanto architetto,

ma anche lapicida e direttore di cantiere, un uomo capace di unire visione e concretezza. Goldoni, oltre a essere un geniale commediografo, fu anche impresario teatrale. Casanova, dal canto suo, riuscì a imporre il proprio nome come un vero e proprio brand ante litteram. Tutti loro hanno avuto la capacità di circondarsi di agenti, promotori, committenti e mecenati, costruendo attorno alla propria arte un vero e proprio sistema imprenditoriale. È questa, a mio avviso, l’essenza dell’impresa della bellezza. Quindi la bellezza è anche una strategia di comunicazione?

Assolutamente sì. L’IMPRESA DELLA BELLEZZA non vuole essere solo un festival, ma anche un pensatoio. È un laboratorio di idee per costruire nuove strategie di racconto e di comunicazione. Vogliamo riflettere su come la sinergia fra bellezza, cultura, arte e impresa possa diventare uno strumento narrativo-attrattivo. Spesso questo tipo di riflessione manca fra operatori e stakeholder. Eppure credo che proprio qui ci sia una delle chiavi per dare al territorio una nuova consapevolezza, per pensare allo sviluppo e alla condivisione sociale in modo diverso, più profondo e più autentico. Da questo punto di vista devo sottolineare come l’amministrazione comunale di Vigonza non solo ci ha dato piena fiducia, ma ci ha sup-

portato in pieno affinché tutto fosse perfetto.

In che modo pensi che questa manifestazione possa incidere sul futuro della Riviera del Brenta e del Veneto in generale?

La Riviera del Brenta è un luogo che ha sempre vissuto di intrecci fra arte, impresa e bellezza. Pensiamo alle ville venete, simboli straordinari di un’epoca in cui architettura, mecenatismo e manifattura si alimentavano a vicenda. Oggi credo che ci sia bisogno di riscoprire quello spirito, di riportarlo al centro del dibattito pubblico. Con L’Impresa della Bellezza vogliamo mostrare come il territorio possa tornare a essere laboratorio di innovazione culturale e imprenditoriale. Vogliamo stimolare nuove sinergie, nuove opportunità di collaborazione fra chi produce arte, chi la racconta e chi investe nel futuro.

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ‘76, padovano. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di SUGARPULP, collabora con Veneto24, docente per Forema e per SMART Innovation School.

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Francesco Vidotto
Matteo Strukul
Alessia Gazzola

L’iniziativa. Terza edizione di Modello

Veneto TeSeO, finora coinvolti

oltre 3 mila giovani

Teatro, scuola, occupazione, terza edizione al via: formazione, cultura e lavoro vanno a braccetto

Il presidente Giampiero Beltotto mette a disposizione il proprio mandato: “Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa”

alla scoperta della vocazione teatrale al debutto sul palcoscenico, il Modello Veneto TeSeO (Teatro Scuola e Occupazione) si conferma come un modello formativo unico in Italia. Con la firma del nuovo accordo di collaborazione tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus (FSE+), prende il via la terza edizione triennale 2025-2028 di un progetto che unisce formazione, cultura e lavoro.

Nato nel 2018, TeSeO ha formato oltre 3mila giovani e raggiunto un tasso di occupazione superiore al 70% tra gli ex allievi, ponendo il Tsv ai vertici nazionali per ricaduta occupazionale. Il percorso accompagna i partecipanti dai provini d’ammissione all’Accademia Teatrale Carlo Goldoni fino alle prime esperienze professionali, con

residenze artistiche, produzioni e contratti di lavoro già durante il percorso accademico.

“Con TeSeO confermiamo una scommessa vinta: trasformare la passione per il teatro in una concreta opportunità professionale - dichiara Valeria Mantovan, assessore regionale al lavoro -. È il primo progetto in Italia che mette a sistema l’intero ciclo formativo dell’attore, unendo qualità artistica, occupabilità e crescita culturale”.

“Un Teatro Nazionale deve credere nei giovani non solo formandoli, ma portandoli in scena – aggiunge Giampiero Beltotto, presidente del Tsv -. Dal 2018 abbiamo trasformato le parole in fatti, scritturando centinaia di giovani attori usciti dall’Accademia. La Regione Veneto è stata determinante: insieme stiamo costruendo

una nuova generazione di interpreti per i teatri italiani”.

Dal 2018 il Modello TeSeO ha coinvolto 3.279 giovani, offrendo una formazione d’eccellenza tra il Teatro Goldoni di Venezia e il Teatro Verdi di Padova. Il progetto prevede anche programmi di mobilità Erasmus+ con prestigiose accademie europee e la Compagnia Giovani, che ha già coinvolto oltre 100 artisti in più di 20 produzioni.

Il nuovo accordo 2025–2028 consolida la formazione con un percorso centrato sulla figura dell’attore-autore, capace di coniugare interpretazione, scrittura e creazione scenica. Sono previste tre aree di intervento principali: “Prima Prova”, per l’avvio professionale dei neodiplomati; “Compagnia Giovani”, per valorizzare i migliori talenti; e “MaturAzione”, per sostenere la creazione di compagnie indipendenti. Sono inoltre introdotti due percorsi di specializzazione. Durante la cerimonia al Teatro Verdi sono stati anche consegnati i diplomi ai nuovi at-

tori dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni. “Con questa edizione del Premio abbiamo voluto offrire ai giovani un’opportunità di crescita umana e professionale - afferma Tomaso Carraro, Vice Chairman del Gruppo Carraro -. È un investimento nella cultura e nei territori, convinti del suo valore sociale e formativo”. Nel frattempo, durante la riunione del Consiglio Generale di fine settembre, Giampiero Beltotto ha comunicato la decisione di mettere a disposizione il proprio mandato, rendendosi di-

sponibile a guidare la Fondazione in una fase di transizione fino all’estate 2026. “Considero concluso il ciclo di ricostruzione che ha portato il Teatro Stabile del Veneto a diventare Fondazione e a essere confermato per la seconda volta come Teatro Nazionale - ha dichiarato Beltotto -. Lascio una realtà solida, con bilanci in equilibrio e una programmazione triennale condivisa. È tempo di aprire un nuovo ciclo, libero e ambizioso, per il futuro del nostro teatro”. Madeleine Palpella

La crescita. Un ecosistema virtuoso che accompagna gli imprenditori verso nuove sfide

L’affiliazione al marchio dell’Abete si conferma motore di crescita per l’azienda, che oggi conta oltre

DCon l’Accademia Affiliati Despar Nord investe sugli imprenditori locali

Sintoniz zati sul

ne per gli imprenditori come leva strategica di sviluppo e sostegno al territorio. La rete di imprenditori affiliati al marchio dell’Abete rappresenta una parte importante del tessuto aziendale: un patrimonio imprenditoriale diffuso in tutte le regioni in cui è presente Despar Nord, che esprime ogni giorno i valori del marchio all’interno di punti vendita gestiti con passione, competenza e spirito imprenditoriale. Attualmente sono più di 300 i negozi affiliati che compongono la rete di Despar Nord gestiti direttamente dagli imprenditori sui territori. Per l’azienda sostenere l’affiliazione significa perciò andare oltre il semplice rapporto commerciale, creando un ecosistema virtuoso in cui ogni affiliato possa crescere, evolversi e affrontare le sfide del mercato con strumenti solidi e visione strategica. È per questo che dal 2022 Despar Nord propone l’Accademia Affiliati, un percorso formativo dedicato ai titolari e responsabili dei punti vendita in franchising, concepito per raf-

forzare le competenze manageriali e far emergere un nuovo modello di imprenditore: non solo operativo, ma capace di gestire con leadership e lungimiranza il punto vendita. l percorso è pensato come un viaggio formativo su misura, che alterna momenti teorici, sperimentazioni sul campo, visite in punti vendita italiani ed europei e approfondimenti individuali. Un cammino annuale strutturato in cicli continui di apprendimento, in cui ogni tematica viene affrontata da diverse angolazioni: dalla gestione strategica alla marginalità, dalla leadership alla pianificazione delle attività commerciali. gni edizione coinvolge decine di partecipanti in un’esperienza ad alto impatto: grazie al supporto di tutor, referenti e capi area, gli imprenditori sono accompagnati passo dopo passo, fino al project work finale, occasione per mettere in pratica le competenze acquisite e condividere i risultati con il gruppo. La formazione è concreta e orientata ai risultati: si lavora su casi reali, si confrontano le esperienze, si simula la gestione di sce-

Vene t o 2 4 passa al sistema di ultim a gener a zione DAB che permette di as coltare an c h e la ra d io con una qualità audio pe r fe t ta .

in Austria, casa madre di Despar

entre gli imprenditori coinvolti nell’Accademia Affiliati 2024/2025 si avviano a concludere il percorso, Despar Nord guarda già al futuro:

il percorso con l’Accademia degli Affiliati Despar? Quali erano le sue aspettative iniziali e in che modo questo percorso ha arricchito la sua crescita professionale? commercianti che gestiscono il punto vendita dal 1874 e sono convinto che oggi l’imprenditore debba essere un professionista in grado di affrontare la complessità delle questioni peculiari di ogni attività: commerciali, amministrative, finanziarie, sociali, tecnologiche. La volontà di partecipare all’Accademia degli Affiliati Despar è nata da una mia duplice esigenza, maturata nel momento in cui ho deciso di dedicarmi alla gestione del supermercato di famiglia. Da una parte, questo percorso rispondeva alla mia propensione ad apprendere competenze tecniche e professionali per l’esercizio dell’attività che mi accingevo ad affrontare, in un settore che ha conosciuto evoluzioni importanti e veloci, in relazione alle quali non è più possibile affidarsi solamente all’esperienza o alle capacità commerciali. Dall’altra, sono stato attratto da quello ritengo sia il valore aggiunto

di questo percorso formativo, ovvero dalla possibilità di ricevere insegnamenti e di confrontarsi con esperti del settore e con altri colleghi imprenditori, dai quali apprendere non solo nozioni teoriche, ma metodi creti e immediatamente utilizzabili.

Quali competenze o strumenti ha acquisito durante la formazione e che ha potuto applicare nella gestione del suo punto vendita?

Devo riconoscere che la formazione praticata è stata completa ed ha fornito ai partecipanti competenze specifiche e trasversali utili ad ogni aspetto dell’attività di gestione di un punto vendita. Dalla formazione sui reparti alla gestione del personale, dagli aspetti finanziari e commerciali alla programmazione degli eventi ed alla visita ai centri logistici. Ognuno di questi temi è stato fondamentale per acquisire la capacità per affrontare le complessità che questo settore pone ogni giorno.

decina di nuovi imprenditori, con l’obiettivo di sostenere la crescita

cità di adattamento in uno scenario

Intervista all’imprenditore affiliato a Despar Nord Marco Baccini

Se dovesse consigliare l’Accademia Affiliati Despar a un collega imprenditore, quale sarebbe, secondo lei, il principale valore aggiunto di questa esperienza?

Ritengo che il valore aggiunto sia rappresentato da una serie di fattori. In primo luogo, l’essere costruito per questo settore specifico, requisito essenziale affinché la formazione possa essere puntuale, e soprattutto concreta. Inoltre, altrettanto importanti sono la possibilità di rapportarsi e

confrontarsi con colleghi dello stesso settore, di stringere conoscenze ed amicizie che vanno oltre il rapporto lavorativo e, infine, l’organizzazione ottimale di ogni sessione, che rende le trasferte piacevoli. Per questo ringrazio Despar Nord per la lodevole iniziativa, rendendomi orgoglioso di farne parte.

Punto vendita affiliato a Despar di San Piero in Bagno (FC)

imprese imprenditori

Educazione e inclusione. Il progetto sostenuto da Fondazione Cariparo

Grazie al sostegno di Fondazione Cariparo e dell’impresa sociale “Con i bambini”, 150 posti gratuiti in 20 scuole dell’infanzia di Padova e Rovigo per combattere la povertà educativa e promuovere un’educazione davvero accessibile

C’go. Si chiama rimentale da 3 milioni di euro nato dalla collaborazione tra Fondazione Cariparo e l’impresa sociale Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che ha aperto le porte di 20 scuole dell’infanzia con nido integrato, offrendo 150 posti gratuiti ai bambini dai 12 mesi appartenenti a famiglie con ISEE inferiore a 25.000 euro. Un’iniziativa semplice e rivoluzionaria insieme, che traduce in azione concreta la missione di Fondazione Cariparo: rendere l’educazione un diritto davvero universale, partendo proprio dai primi anni di vita. «L’obiettivo – spiega Alice Bruni, project manager del progetto – era ampliare l’accesso ai nidi anche per chi, pur non vivendo in condizioni di povertà estrema, incontra ostacoli economici, sociali o culturali. Volevamo offrire un’opportunità reale a chi altrimenti avrebbe rinunciato».

Benvenido: una scintilla che apre le porte del nido a tutte le famiglie

dagogista, educatore e operatore sociale. I tutor hanno accompagnato le famiglie passo dopo passo, aiutandole non solo a ottenere il bonus nido, ma anche a orientarsi tra i servizi disponibili e a rafforzare il legame con le scuole e il territorio.

Fondamentale anche la formazione di educatrici ed educatori, coordinata dal Dipartimento FISSPA dell’Università di Padova, con il gruppo della professoressa Milani. Ogni nido coinvolto ha adottato un Piano Educativo Personalizzato (PEP), costruito insieme ai genitori, per adattare il percorso pedagogico alle esigenze specifiche di ogni bambino. Un approccio che mette in pratica l’idea di “educazione a misura di persona” promossa da Fondazione Cariparo, capace di coniugare inclusione, innovazione e qualità.

servizi per l’infanzia.

La raccolta fondi, ospitata sulla piattaforma For Funding di Intesa Sanpaolo – partner dell’iniziativa – ha raggiunto l’obiettivo di 100.000 euro, poi raddoppiati dalla Fondazione Cariparo. Le risorse sono tornate ai nidi e alle famiglie, generando nuove opportunità educative e nuovi posti per i

Un risultato tangibile che conferma il valore di un approccio generativo: non un aiuto una tantum, ma un investimento duraturo in capitale umano e coesione sociale.

Il progetto, avviato nel 2022 e appena concluso, ha messo al centro il benessere del bambino e il sostegno alla famiglia. Accanto al contributo economico, è stata introdotta una figura innovativa, il tutor, a metà tra pe-

La rete costruita da Benvenido ha coinvolto comuni, nidi pubblici e privati, università, enti sociali e famiglie, in un modello di collaborazione che rappresenta una vera e propria comunità educante. Ma la visione della Fondazione è andata oltre la durata del progetto: accanto agli interventi diretti, è stato promosso un percorso di crowdfunding e marketing sociale. In due anni sono stati organizzati circa 50 eventi locali nei territori di Padova e Rovigo per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza dei

Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Per attuare i programmi del Fondo, nel 2016 è stata creata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione Con il Sud, che ha trovato un partner determinante in Fondazione Cariparo. Insieme hanno tradotto in azioni concrete un principio chiaro: la crescita dei più piccoli è la base di una comunità più equa.

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Cardiologia di Padova: prima in Italia nei Best Italian Hospitals Awards 2025

La Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova si conferma al vertice dell’eccellenza sanitaria italiana, conquistando il primo posto nella classifica dei Best Italian Hospitals Awards 2025 tra le strutture non IRCCS e al secondo posto assoluto nella classifica generale. Un riconoscimento prestigioso che premia non solo la qualità delle cure offerte ma anche la capacità di coniugare assistenza, ricerca e formazione.

A guidare questo reparto d’eccellenza è il professor Domenico Corrado, che con la sua equipe ha saputo portare l’ospedale padovano a superare oltre 1.300 centri cardiologici in tutta Italia. Seguono nella graduatoria il Policlinico Universitario Agostino Gemelli, l’IRCCS Ospedale San Raffaele e il Centro Cardiologico Monzino.

La valutazione, curata da NExT Health, si basa su un sistema multiparametrico che integra dati clinici, attività scientifica, formazione, reputazione e

feedback degli operatori sanitari, utilizzando fonti ufficiali come il Ministero della Salute, PubMed e Agenas. Il risultato ottenuto rappresenta una testimonianza della solidità e dell’innovazione del sistema sanitario pubblico veneto. La Cardiologia di Padova è considerata un modello di eccellenza riconosciuto a livello internazionale, frutto di un impegno quotidiano e di un lavoro di squadra straordinario. Un ringraziamento va al professor Corrado, al personale medico e infermieristico e alla Direzione dell’Azienda Ospedaliera, che guidano questa realtà con professionalità e visione.

l riconoscimento sottolinea la qualità delle prestazioni assistenziali, l’intensa attività scientifica e formativa, elementi che fanno della Cardiologia padovana un punto di riferimento nel panorama nazionale e internazionale delle malattie cardiovascolari.

Padova: al via la campagna vaccinale contro la bronchiolite nei neonati

È partita nei giorni scorsi la campagna di prevenzione contro la bronchiolite nei neonati nei tre punti nascita dell’Ulss 6 Euganea: Cittadella, Camposampiero e Schiavonia. Ai primi piccoli pazienti della stagione 2025/2026 è stato somministrato l’anticorpo che, dopo anni di studi, si è rivelato capace di ridurre fino al 90% i ricoveri causati dal virus respiratorio sinciziale (VRS). Si tratta di un’infezione che colpisce soprattutto nei mesi freddi, da ottobre ad aprile, e che nei bambini molto piccoli può trasformarsi in polmonite o bronchiolite, con sintomi che partono da raffreddore e tosse e possono evolvere in difficoltà respiratorie. Nel Veneto, lo scorso inverno, oltre 28 mila neonati e lattanti sono stati protetti grazie a questo trattamento, con risultati definiti “storici” dagli specialisti: nell’Ulss 6 i ricoveri per bronchiolite sotto l’anno di vita sono calati del 65%. La campagna proseguirà nei prossimi mesi: l’anticorpo viene somministrato sia ai neonati che affrontano la prima stagione fredda, direttamente nei reparti di maternità, sia ai bambini nati in primavera ed estate, tramite i pediatri di base. L’obiettivo, spiegano dall’azienda sanitaria, è quello di estendere la protezione a tutti i nuovi nati, riducendo così la pressione sugli ospedali e soprattutto i rischi per i più piccoli.

Inaugurata la nuova terapia intensiva del Policlinico di Padova, intitolata al Professor Rea

Da poco è stata inaugurata la nuova terapia intensiva del Policlinico dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, intitolata alla memoria del Professor Federico Rea, storica figura della chirurgia toracica e dei trapianti, noto per il suo impegno anche nella cura delle neoplasie polmonari. La cerimonia ha avuto un doppio momento simbolico: il taglio del nastro del reparto e la scopertura della targa commemorativa in ricordo del medico,

scomparso lo scorso luglio.

Presenti all’inaugurazione l’Assessore alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, il Direttore Generale dell’Azienda Ospedale-Università di Padova Giuseppe Dal Ben, e altre autorità, tra cui il Direttore dell’UOC di Anestesia e Rianimazione Paolo Navalesi e la Magnifica Rettrice dell’Università di Padova Daniela Mapelli.

Il nuovo reparto, di oltre 1.000 mq, è dotato di 11 posti letto, con strumentazioni all’avanguardia per la gestione di pazienti con insufficienza respiratoria, cardiorespiratoria, dialisi per insufficienza renale acuta e politraumi. Il progetto, che ha visto un investimento di 4,9 milioni di euro, si inserisce in un piano di potenziamento delle strutture sanitarie venete, mirato a rispondere alle sfide della sanità post-Covid.

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Oculistica. L’equipe

Impiantata a Schiavonia la prima lente telescopica intraoculare del Veneto

Un passo importante per l’oculistica veneta arriva dagli Ospedali Riuniti Padova Sud, dove è stato impiantato per la prima volta nel Veneto un dispositivo telescopico intraoculare su un paziente con grave maculopatia degenerativa. L’intervento, eseguito dall’équipe dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica diretta dal dottor Giuseppe Lo Giudice, segna un traguardo di rilievo nell’offerta di cure avanzate per le persone con disturbi visivi invalidanti.

La lente telescopica SING IMT™ (Implantable Miniature Telescope) funziona come un minuscolo sistema ottico impiantato all’interno dell’occhio. Attraverso un meccanismo di ingrandimento, consente di spostare le immagini su porzioni di retina ancora sane, migliorando la visione centrale e restituendo al paziente la possibilità di leggere, guardare la televisione o riconoscere i volti dei propri cari. “Si tratta di un dispositivo rivoluzionario, sia dal punto di vista fisico che tecnologico – spiega il dottor Lo Giudice –. In pratica è come avere un piccolo cannocchiale dentro l’occhio. Permette di sfruttare le aree retiniche non danneggiate, offrendo ai pazienti una chance concreta di recupero visivo”.

Non tutti però possono sottoporsi a

questo tipo di impianto. “È necessario un percorso di valutazione e di allenamento preliminare – aggiunge Lo Giudice – per verificare che il paziente riesca a utilizzare efficacemente la lente e che questa apporti un reale beneficio senza compromettere l’occhio”. Dopo l’intervento, il paziente segue un programma di riabilitazione visiva presso il centro regionale di Ipovisione, mirato a imparare a sfruttare al meglio il nuovo schema ottico. Un secondo intervento analogo è già in programma.

La maculopatia degenerativa è una delle principali cause di perdita della vista negli anziani: in Italia colpisce circa un milione di persone, e in Veneto si stima che siano decine di migliaia i cittadini affetti da forme più o meno gravi. Fino a oggi le terapie si concentravano su farmaci e programmi riabilitativi capaci di rallentare il decorso, ma raramente in grado di restituire una visione utile. L’innovazione introdotta a Schiavonia testimonia anche la capacità della sanità veneta di restare al passo con le tecnologie più avanzate. “Credo che il Veneto non abbia nulla da invidiare nemmeno a molti Paesi esteri – sottolinea il direttore –. La qualità della gestione dei pazienti, unita alla possibilità di accedere a tecnologie d’avanguardia, pone la nostra sanità tra le migliori in assoluto”.

Durante l’intervista a Radio Veneto24, Lo Giudice ha anche parlato dei problemi legati alla vista nell’era digitale. “L’uso prolungato di smartphone e computer può provocare secchezza oculare e affaticamento visivo. Consiglio sempre ai pazienti la regola del 20-20: ogni 20 minuti davanti a uno schermo, fare al-

meno 20 secondi di pausa per rilassare l’occhio”.

Infine, un messaggio di prevenzione: “Mai sottovalutare i segnali di allarme, come l’offuscamento della vista o le linee che appaiono ondulate su una pagina – ricorda Lo Giudice –. Basta una semplice prova: chiudere un occhio e verificare se le righe restano dritte. Se

non lo sono, è bene rivolgersi subito a uno specialista”. Gli Ospedali Riuniti Padova Sud confermano così la loro vocazione all’innovazione in campo oftalmologico, offrendo ai cittadini veneti la possibilità di migliorare autonomia e qualità della vita grazie a tecnologie finora riservate a pochi centri internazionali.

Il Dottor Lo Giudice

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Con ottobre arrivano i primi freddi, le cotture al forno e i dolci da gustare il pomeriggio, davanti a una tazza di tè caldo. La voglia di scaldarsi ci porta a cercare nuove ricette semplici e genuine

FRITTELLE DI CAVOLFIORE AL FORNO

Una ricetta semplice e sfiziosa in padella o al forno. Le frittelle di cavolfiore sono buone calde, tiepide e anche fredde. Da servirle, quindi, anche come antipasto.

Ingredienti: 600 gr cavolfiore; 2 uova medie; 1 cucchiaio farina 00; 50 g caciocavallo grattugiato (o altro formaggio stagionato; aglio tritato; olio extravergine d’oliva: q.b. prezzemolo tritato; q.b. paprika affumicata (o curcuma o curry a piacere); q.b. sale e pepe

Preparazione: Pulire il cavolfiore, togliendo tutte le foglie esterne e il torsolo. Tagliarlo in quattro o più pezzi e grattugiarlo con una grattugia a fori larghi dentro una ciotola. Salate il cavolfiore e lasciarlo riposare per una decina di minuti. Unire poi le uova, l’aglio, il prezzemolo tritato, la farina e il formaggio grattugiato. Aggiungere infine un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva e un pizzico di pepe. Impastare e amalgamare il tutto. Quando il composto è pronto, creare delle piccole frittelle. Sistemare i rosti di cavolfiore nella teglia, informare a 200 °C per circa 20 minuti, rigirando a metà cottura. Lasciare riposare le frittelle per cinque minuti prima di servirle. È possibile cuocere le frittelle anche in una padella antiaderente leggermente unta d’olio extravergine d’oliva

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PASTA CON CREMA DI BROCCOLI

Ingredienti: :180–200 g di pasta (penne, rigatoni o fusilli); 1 broccolo medio (circa 400 g); 1 spicchio d’aglio; 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva; 30 g di parmigiano grattugiato (facoltativo); 2 cucchiai di formaggio fresco spalmabile o ricotta (facoltativo per più cremosità); Sale q.b.; Pepe nero q.b.; (opzionale) Scorza di limone o peperoncino per aromatizzare

TORTA DI MELE E RICOTTA

Una ricetta facile per una torta di mele classica, semplice e genuina, che ci riporta con la mente ai sapori e ai ricordi dell’infanzia. Perfetta a colazione e a merenda

Ingredienti: 2 uova; 75 gr zucchero; 25 ml latte; 30 gr burro; 150 gr farina 00; 8 gr lievito per dolci; 2 mele grande; 250gr ricotta

Preparazione: Per preparare l’impasto frullare le uova e aggiungere lo zucchero, il latte e il burro sciolto. Poi la farina e infine del lievito per dolci. Impastare tutti gli ingredienti fino a ottenere un impasto omogeneo e senza grumi. Tagliare a pezzetti mezza mela sbucciata e mescolarla all’impasto. Il resto servirà per la decorazione. Dopo aver versato e livellato l’impasto all’interno di una tortiera decorare la torta con le fettine di mele distribuite su tutta la superficie. Infornare la torta in un forno preriscaldato a 180 °C per 45 minuti.

Preparazione: Preparare i broccoli. Lavare e tagliare il broccolo in cimette. Portare a ebollizione una pentola d’acqua salata e cuocere i broccoli per 8–10 minuti, finché risultare teneri. Scolare i broccoli con una schiumarola e conservare l’acqua di cottura (servirà per la pasta). Cuocere la pasta. Nella stessa acqua in cui cuocere i broccoli, cuocere la pasta al dente. Preparare la crema di broccoli. In una padella, scaldare l’olio e aggiungere lo spicchio d’aglio (eventualmente anche un pizzico di peperoncino). Aggiungere i broccoli lessati e farli insaporire per 2–3 minuti. Trasferire tutto nel frullatore (o utilizzare un mixer a immersione) insieme a un mestolo di acqua di cottura della pasta, al formaggio fresco o alla ricotta (se utilizzati) e al parmigiano. Frullare fino a ottenere una crema liscia e vellutata. Se la consistenza risultare troppo densa, aggiungere un po’ di acqua di cottura. Mantecare la pasta. Scolare la pasta, tenendo da parte un po’ di acqua di cottura. Rimettere in padella e aggiungere la crema di broccoli. Mescolare a fuoco basso per un paio di minuti, aggiungendo poca acqua se necessario per rendere il tutto cremoso. Impiattare e completare. Servire la pasta con una spolverata di parmigiano, un filo d’olio e una macinata di pepe nero. Per un tocco fresco, aggiungere un po’ di scorza di limone grattugiata

Idee
Rubrica a cura di Sara Busato

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