laPiazza del Camposampierese Est__Giugno25

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Nuovo Hospice pediatrico centro d’eccellenza delle cure palliative infantili a Padova

del Camposampierese Est

Commercio di quartiere

da salvare. Confesercenti:

“I nostri negozi protagonisti e anima delle città”

Corsa alle regionali

Ormai basta una mezza dichiarazione e i piani in vista delle regionali cambiano radicalmente. Partiamo da una delle poche certezze: la data ultima per tornare al voto per la Regione Veneto è il prossimo 23 novembre. Chi saranno i candidati?

Non è dato saperlo. Il centrodestra è, di fatto, imbrigliato su di un tema che sembrava superato ma che ancora tiene banco: il terzo (nel suo caso sarebbe il quarto) mandato per il Presidente Zaia. La Consulta ha bocciato il ricorso della Regione Campania che chiedeva la possibilità di far prevalere la norma regionale rispetto a quella statale per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre ancora come presidente della sua regione. Una sentenza, questa, che ovviamente vale anche per il Veneto e che sembrava aver chiuso definitivamente la questione.

E invece?

Invece da Venezia al Festival delle Regioni i presidenti, in modo trasversale, hanno scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni per chiederle di cambiare la legge nazionale e consentire i terzi mandati. È evidente che se cambiasse la normativa statale di riferimento si supererebbero le contraddizioni che la Consulta ha riscontrato e che l’hanno portato ad emettere una sentenza di bocciatura. Cambiare la legge non è semplice e neppure veloce e alle elezioni manca poco.

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Salone Nautico Venezia, oltre trentamila visitatori tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche

TRA PAURA E CONTROLLO: LE CITTÀ SI TRASFORMANO PER FRONTEGGIARE FURTI, RISSE E AGGRESSIONI

Nel Camposampierese, la Polizia Locale si trova sempre più spesso ad affrontare forme di microcriminalità legate a minori, mentre aumentano isolamento sociale e le dipendenze

“Diversamente sole” storie universali di donne per raccontare e svelare la complessità femminile

UN NUOVO ASILO PER 24 BAMBINI POSATA LA PRIMA PIETRA A BORGORICCO

Il nuovo polo sarà completato entro il 2026 e offrirà servizi a misura di bambino e famiglia. Previste tre sezioni, organizzate per fasce d’età

GESTIONE CONCESSIONI ENERGETICHE: ALLEANZA STRATEGICA PER IL TERRITORIO

Verso una proposta concreta di rilancio: “L’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono”

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ATra violenza concreta e insicurezza percepita

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

ggressioni, baby-gang, danneggiamenti, furti, molestie, omicidi, rapine, risse, spaccio, truffe, vandalismi, violenze sessuali: ogni giorno le cronache, e di riflesso i social che ormai condizionano il nostro rapporto con la realtà, abbondano di questi vocaboli. Ogni territorio si confronta con un certo grado di insicurezza, reale o percepita che sia.

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Una nuova struttura tra Borgoricco e Camposampiero

Inaugurato Spazio Sintesi, una nuova realtà in Via Straelle, dedicata alle fragilità e alla disabilità, che offre percorsi di vita indipendente, con disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare e attività di invecchiamento attivo. Un luogo pensato per dare risposte concrete alle esigenze territoriali, frutto dell’impegno della Fondazione Valentini Onlus, che ha realizzato la struttura, e della Cooperativa Nuova Vita, che ne curà la gestione. Essendo la struttura nata a cavallo fra due comuni (Borgoricco e Camposampiero) i due sindaci coinvolti esprimono gratitudine alla Fondazione Valentini Onlus e alla Cooperativa Nuova Vita.

“Il Comune di Borgoricco ha creduto sin dall’inizio in questo progetto, supportandolo con una convenzione ad hoc che ha permesso di azzerare gli oneri di urbanizzazione, facilitandone, di fatto, la realizzazione – specifica il sindaco di Borgoricco, Pedron Gianluca -. Un grande ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questa nuova opportunità per la nostra comunità. Spazio Sintesi non è solo un edificio, ma un simbolo di inclusione e supporto per chi ne ha bisogno”. Mentre il sindaco di Camposampiero, Maccarrone Katia evidenzia come le parole sociale e inclusione possono essere risposte tangibili alle famiglie del nostro territorio. “Spazio Sintesi è una nuova realtà dedicata alla fragilità e alla disabilità per dare risposte sociali alle famiglie. Il sociale e l’inclusione sono temi sempre più emergenti, dove i comuni sono impegnati ma con difficoltà a reperire le risorse necessarie. Diventa quindi fondamentale la collaborazione con gli enti del terzo settore e gli investimenti privati. Complimenti davvero a Fondazione Valentini Onlus e alla Cooperativa Nuova Vita, che ne ha assunto la gestione” conclude il sindaco Maccarrone.

Endrius Salvalaggio

Un nuovo

polo di inclusione e supporto per la comunità e famiglie Facciamo

Tra violenza concreta e insicurezza percepita

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Le informazioni girano veloci, se poi riguardano fatti di cronaca nera ovviamente l’eco si moltiplica, così come le reazioni e le inevitabili prese di posizione polemiche. Guardando alle statistiche la nostra regione fa i conti soprattuto con i reati legati ai furti in abitazione, ai danni al patrimonio, alle truffe. Più contenuti, fortunatamente, i numeri delle rapine e degli omicidi, anche se purtroppo cresce la violenza di genere, in tutti i suoi aspetti, a partire dall’ambito familiare. Ecco dunque che la sicurezza non è solo un fatto pubblico ma anche una questione privata, che investe le nostre famiglie, i rapporti personali. Preoccupa anche il fenomeno del disagio minorile, in tutte le sue accezioni, dalla dispersione scolastica all’emarginazione, dal consumo di droga alla violenza che ha i minori per protagonisti. Ed è breve, perciò, il passo alla microcriminalità che serpeggia nelle città come nei centri minori. Non basta l’attività repressiva, l’intervento a posteriori, perché la parte più faticosa è la prevenzione, la capacità di intercettare le criticità prima che esplodano. Tutto si complica, poi, nelle comunità straniere, nelle quali accanto agli esempi di integrazione convivono situazioni di difficoltà e di emarginazione che possono far scivolare i giovani, in particolare, verso la criminalità. Concludendo con i numeri, se consideriamo il totale dei reati ovviamente sono le città e le provincie più popolose a spiccare, nel segno di un incremento nell’ultimo triennio. Guardando al tasso di delittuosità (nel dettaglio qui sotto) anche in questo caso assistiamo ad un lieve aumento dell’incidenza dei reati. Un fenomeno che ci auguriamo si possa invertire.

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L’opera. Pedron: “Una risposta concreta alle esigenze educative del nostro territorio”

Posata la prima pietra del nuovo asilo Un progetto da un milione di euro

Posata la prima pietra del nuovo asilo Un progetto da un milione di euro

P

osata la prima pietra del nuovo asilo nido comunale di Borgoricco. “Un gesto simbolico, ma carico di significato – ha detto il sindaco Gianluca Pedron – che segna un momento importante per la nostra comunità. Un intervento da quasi 1 milione di euro, che potrà contare su una struttura moderna e funzionale per i più piccoli e per

le loro famiglie”. Il progetto esecutivo del nuovo asilo nido è stato redatto sulla base delle linee guida del Miur, di cui con 570.000 euro già finanziati dal Pnrr. Una volta completati i lavori, l’asilo nido comunale sarà in grado di accogliere fino a 24 bambini suddivisi in tre sezioni: lattanti, semi - divezzi e divezzi, rispettivamente con età da

3 a 12 mesi, da 13 a 24 mesi e da 25 a 36 mesi. Sarà un asilo pensato a misura di bambino, con ampie vetrate che si affacciano sul giardino interno per garantire il massimo della luminosità. Gli spazi saranno dotati di una zona ingresso con accoglienza, per i lattanti, per i semi - divezzi e una per i divezzi, un’area per il personale, per servizi igienici, per la cucina, e anche degli spazi accessori. L’intervento sarà ultimato nella primavera del 2026. “Con

questo gesto vogliamo incrementare l’offerta educativa nel nostro territorio, e sostenere la genitorialità, venendo incontro alle esigenze delle famiglie, anche in un’ottica di conciliazione tra vita e lavoro. È un obiettivo importante che perseguiamo con grande convinzione e che sarà realizzato grazie all’impegno dell’intera amministrazione e della struttura tecnica”. Conclude il sindaco Pedron.

Endrius Salvalaggio

Inaugurazione del Leone di San Marco: celebrazione di liberazione e identità veneta

Una doppia ricorrenza carica di significato che ha animato la mattinata della celebrazione del 25 Aprile, in piazza del Municipio di Borgoricco. Oltre alla tradizionale celebrazione della Festa della Liberazione si è affiancata l’inaugurazione del bassorilievo raffigurante il Leone di San Marco, simbolo identitario dei Veneti, donato al Comune dal concittadino Oscar Marcato. Presenti alla cerimonia, accanto all’amministrazione comunale, alle associazioni, ai cittadini ed alle forze

dell’ordine anche i consiglieri regionali Giulio Centenaro, Elisa Cavinato e il consigliere provinciale Stefano Baraldo a testimonianza dell’importanza culturale e simbolica dell’iniziativa. Il sindaco Gianluca Pedron per l’occasione ha ribadito che “Il giorno dell’anniversario della liberazione d’Italia, noto anche come festa della Liberazione, diventa anche una festa per tutti i Veneti, celebrando San Marco Evangelista, patrono dei Veneti e simbolo della Serenissima Repubblica di Ve-

nezia. È un momento di orgoglio, di memoria e di appartenenza a una storia millenaria che ci lega profondamente alle nostre radici”. Il bassorilievo inaugurato è una riproduzione del Leone di San Marco collocato sulle mura dell’arsenale di Venezia, rappresentato con il Vangelo aperto e le ali spiegate. “Un gesto, quello di Oscar Marcato, che testimonia come l’amore per le nostre radici sia ancora vivo e forte” ha concluso il vice Sindaco Riccardo Michelazzo. (e.s.)

Un nuovo percorso per i neo diciottenni verso la cittadinanza attiva

Si è conclusa l’edizione del Percorso Diciottenni, l’iniziativa promossa dal Comune di Borgoricco in collaborazione con l’associazione Purpleen, dedicata ai ragazzi e alle ragazze nati nel 2007 e pensata per accompagnarli nel passaggio alla maggiore età. Il ci-

clo di incontri ha coinvolto decine di giovani del territorio in un percorso di riflessione, confronto e formazione civica. Obiettivo: fornire stimoli concreti e strumenti utili per affrontare con consapevolezza e responsabilità l’ingresso nell’età adulta. Duran-

te gli appuntamenti, che si sono svolti tra la sala consiliare e l’aula studio Il Cardo, sono stati trattati temi fondamentali come il valore del voto, la cittadinanza attiva, il volontariato, i diritti e i doveri dei cittadini. “Il Percorso Diciottenni rappresenta un ulteriore tassello

dell’impegno dell’amministrazione comunale nel valorizzare il protagonismo giovanile e nel promuovere l’educazione civica come investimento sul futuro” ha commentato il vicesindaco Riccardo Michelazzo, tracciando un bilancio positivo dell’iniziativa.

L’iniziativa ha raccolto entusiasmo e partecipazione da parte dei giovani coinvolti, confermando l’importanza di creare spazi di dialogo e crescita per le nuove generazioni, anche attraverso il coinvolgimento diretto delle realtà associative del territorio. (e.s.)

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da ETRA e Bacino Brenta per i rifiuti in collaborazione con Too Good To Go e Regusto.

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Sicurezza Urbana/1. Spaccio e vandalismo sono un problema senza confini che allarma non solo la comunità

“Contro furti e vandalismi non bastano le telecamere ma servono famiglie più presenti”

“L a sicurezza nel nostro Comune rappresenta una sfida complessa e articolata, che va ben oltre la semplice installazione di telecamere di sorveglianza”. A parlarne è il Sindaco di Trebaseleghe Antonella Zoggia, che mette in luce le criticità più urgenti, dai furti in casa allo spaccio di droga, fino al crescente disagio giovanile e agli atti vandalici che colpiscono le aree pubbliche.

Quali sono le principali criticità in materia di sicurezza nel vostro Comune?

“Anche nel nostro territorio una delle principali preoccupazioni per la sicurezza riguarda i furti in casa, che aumentano soprattutto in autunno e in inverno. Le forze dell’ordine sono al corrente del problema e danno spesso consigli utili ai cittadini. Un altro problema è lo spaccio di droga, che pur senza luoghi precisi, è presente. Ci sono anche truffe agli anziani, per le quali il Comune ha già organizzato incontri informativi con la Po-

lizia Locale e i Carabinieri. Infine, è in crescita il disagio giovanile: alcuni gruppi di ragazzi, spesso minorenni, compiono atti vandalici, danneggiano luoghi pubblici e lasciano rifiuti, influenzati da cattivi esempi”.

Sono previsti nuovi investimenti in videosorveglianza o controllo del territorio?

“Il Comune ha già avviato un importante intervento di potenziamento della videosorveglianza, con l’installazione di 26 telecamere distribuite sul territorio. Il progetto è stato realizzato grazie a un partenariato pubblico-privato con la società Hera, che si sta occupando anche del rinnovamento dell’intera rete di illuminazione pubblica”.

Cosa pensa del “controllo di vicinato”? È un’opzione valutata per il vostro comune?

“Questo progetto è già stato proposto in due frazioni del nostro territorio e ora sta per essere approvato. È un’iniziativa molto utile che vorremmo estendere anche ad

altre zone. Crediamo però che tutti dovrebbero avere l’abitudine di aiutarsi tra vicini, senza bisogno di gruppi organizzati, segnalando subito comportamenti strani o persone sospette. La sicurezza riguarda non solo la propria casa, ma tutta la comunità”.

Ci sono progetti in collaborazione con le scuole o le associazioni locali sul tema della legalità e della convivenza civile?

“Nel nostro territorio ci sono iniziative frequenti e regolari, non solo in occasione di ricorrenze speciali. Durante l’anno si tengono eventi contro la violenza sulle donne, incontri sulla legalità e la convivenza civile, laboratori per i cittadini e momenti di riflessione. Le scuole e le associazioni locali partecipano attivamente a queste iniziative. Il Comune vuole continuare e rafforzare questo impegno educativo, perché solo attraverso la formazione e la sensibilizzazione si può costruire una comunità più sicura e rispettosa”.

Sono in fase di studio soluzioni tecnologiche, come app o piattaforme digitali, per migliorare la sicurezza o la comunicazione in caso di emergenze?

“I sistemi attualmente disponibili sono già efficaci, a partire dal servizio di allerta regionale “Alert System”, che consente una comu-

La provincia che non ti aspetti: Padova tra reati in crescita e insicurezza diffusa

Ogni anno Il Sole 24 Ore pubblica l’indice di criminalità delle 106 province italiane, un termometro impietoso che misura il numero di reati denunciati ogni 100mila abitanti. È un dato che dovrebbe far riflettere e allarmare: dietro ai numeri ci sono furti, rapine, truffe, violenze. E la situazione, lungi dal migliorare, continua a peggiorare. Le grandi città restano epicentri della criminalità, ma anche in province di medie dimensioni la sicurezza scricchiola visibilmente.

È il caso di Padova, che nel 2023 si piazza al quarantesimo posto della classifica nazionale, con oltre 30mila reati denunciati ogni 100mila abitanti. Un dato che non può essere ignorato e che racconta di un territorio sempre più vulnerabile, dove la sensazione di insicurezza cresce.

L’indice, aggiornato annualmente, non è solo una fotografia statistica: è il sintomo di un’emergenza che richiede risposte urgenti, investimenti in forze

dell’ordine, controlli più efficaci e una politica seria sulla sicurezza urbana. Nel solo 2023 sono state segnalate 280 rapine, mentre i furti hanno toccato quota 13.752, un dato che testimonia una pressione costante e crescente sul tessuto sociale e urbano. A preoccupare in modo ancora più grave è il capitolo degli omicidi: i delitti volontari sono raddoppiati, passando da tre a sei casi, con un netto incremento delle segnalazioni da parte delle forze dell’ordine all’autorità giudiziaria.

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nicazione rapida e diretta in caso di emergenze. A questi si affiancano il sito comunale, la messaggistica istituzionale e altri strumenti digitali. È importante sottolineare che le segnalazioni ai Carabinieri o alla Polizia Locale sono sempre utili”.

Non meno grave il dato sugli omicidi colposi, saliti a 19 episodi nel 2023. Numeri che non possono essere derubricati a semplici statistiche: indicano un’escalation

che richiede un intervento immediato e incisivo da parte delle istituzioni. Perché dietro ogni numero c’è una vittima, e dietro ogni denuncia, spesso, una realtà ben più ampia e sommersa. (s.b.)

Sicurezza Urbana/2. Tecnologia e coordinamento al servizio della lotta contro la criminalità

Dietro le quinte della Centrale Operativa ”Così lottiamo contro crimini e reati”

N

el cuore del Camposampierese, la sicurezza urbana è una priorità che si affronta con un mix di innovazione tecnologica e impegno sul territorio. Il comandante Antonio Paolocci ci racconta come gli investimenti in strumenti avanzati - dalle telecamere di sorveglianza alle body cam, fino all’imminente introduzione del Taser - si integrino con una presenza costante degli agenti e una Centrale Operativa all’avanguardia. In che modo gli investimenti in tecnologie avanzate e nella presenza sul territorio contribuiscono ad aumentare la sicurezza urbana e la fiducia dei cittadini nelle istituzio-

vero aiutare a rendere il quartiere più sicuro?

“Il controllo del vicinato è un modo per aumentare la sicurezza nelle comunità grazie alla collaborazione tra cittadini. Le persone si aiutano a vicenda segnalando situazioni sospette, migliorando così la vigilanza e creando un senso di protezione comune. Tuttavia, alcuni temono che questo sistema possa causare tensioni o invadere la privacy. Il successo del controllo del vicinato dipende dalla partecipazione attiva di tutti e deve essere organizzato con attenzione, in collaborazione con le istituzioni, per funzionare davvero

isolamento”.

Quindi più sicurezza con videosorveglianza, controlli e collaborazione tra cittadini?

“Per contrastare vandalismi, furti e microcriminalità, sono previsti nuovi interventi sul territorio. Verranno installate altre telecamere in luoghi pubblici e privati, grazie anche all’aiuto di privati, associazioni e cittadini. Le telecamere serviranno sia come deterrente che per identificare i colpevoli. Inoltre, verranno intensificati i controlli serali e notturni, soprattutto d’estate, coinvolgendo i residenti nel segnalare situazioni sospette. È in programma anche una

ni?

Il comandante della Polizia Locale dell’Unione Camposampierese Antonio Paolocci presenta i nuovi investimenti in tecnologie per la sicurezza, ma la domanda resta: quanta parte del problema possono davvero risolvere?

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bene”.

Quali sono le cause principali della crescita delle baby gang e cosa si può fare per fermarla?

“Investire nella sicurezza è fondamentale per migliorare la vita delle persone, combattere la criminalità e rafforzare il senso di comunità. Negli anni, sono state installate 250 telecamere in tutta la Federazione, utili per prevenire reati e identificare i responsabili. A queste si affianca la costante presenza degli agenti sul territorio, coordinati da una Centrale Operativa molto efficiente presso il Comando della Polizia Locale, considerata il punto di forza dell’intero sistema. Inoltre, si utilizzano tecnologie sempre più avanzate, come strumenti per rilevare incidenti, riconoscimento facciale, body cam e dispositivi di difesa personale. Presto gli agenti saranno dotati anche del Taser, un’arma a impulsi elettrici”.

Il controllo del vicinato può dav-

“Negli ultimi anni il fenomeno delle baby gang è in aumento e attira molta attenzione da parte dei media e dell’opinione pubblica. Alla base ci sono spesso problemi come l’esclusione sociale, la mancanza di educazione e situazioni familiari o scolastiche difficili. Molti ragazzi entrano in queste gang perché si sentono soli, emarginati o senza punti di riferimento. Anche i cellulari, spesso usati per il bullismo, diventano strumenti per diffondere violenza o farsi notare dagli altri. In tutto questo, gli adulti hanno grandi responsabilità. Spesso i ragazzi passano molte ore da soli davanti allo schermo, anche quando sono in casa, sviluppando una dipendenza che peggiora il loro

campagna di informazione per insegnare ai cittadini come proteggersi da furti e reati. Infine, sarà rafforzata la collaborazione tra le forze dell’ordine per rispondere meglio ai bisogni di sicurezza del territorio”.

Una Centrale Operativa all’avanguardia per una sicurezza più efficace

“Si una centrale operativa moderna ed efficiente, fondamentale per gestire il territorio e rispondere rapidamente alle emergenze. Il suo compito è organizzare al meglio le pattuglie, inviandole dove e quando servono. Grazie a tecnologie avanzate, come radio digitali, software per gestire le chiamate e sistemi di geolocalizzazione, la centrale lavora in stretto contatto anche con le altre forze dell’ordine, migliorando la velocità e l’efficacia degli interventi”.

Camposampiero

Un nuovo software per l’identificazione e registrazione dei pazienti nell’ospedale di Adwa

A spos, Associazione solidale padovana operatori sanitari, nasce a Padova nell’aprile 2009 con lo scopo di erogare servizi e prestazioni sanitarie senza scopo di lucro in cooperazione con le Istituzioni religiose Cattoliche in varie parti del mondo. In Etiopia, dove l’Associazione opera, ha dato avvio ad un progetto per la costruzione di una struttura ospedaliera nella città di Adwa. Nel 2019 l’Ospedale è stato in buona parte completato con la messa in funzione dei reparti di medicina, chirurgia, ostetricia - ginecologia con annesso nido, pediatria e dei servizi ambulatoriali di laboratorio di analisi cliniche, radiologia, elettroencefalografia e odontoiatria. “In Etiopia, come nella maggior parte del continente africano - spiega il dott. Giuseppe Marinaro, già primario del Pronto soccorso dell’ospedale di Camposampiero, coinvolto in prima persona nell’associazione -, la popolazione è priva di documenti d’identità, la data di nascita è molto approssimativa e molto spesso i nomi e cognomi sono simili se non addirittura uguali. Queste criticità rendono difficile l’identificazione dei pazienti che si rivolgono all’ospedale e ciò può comportare errori nell’archiviazione degli esami o di altri accertamenti con il rischio di attribuzione degli stessi al paziente sbagliato, con gravi conseguenze sull’efficacia della cura”.

Per far fronte a queste criticità, l’associazione Aspos in collaborazione con altri enti oltre ad informatici senza frontiere, ha avviato il progetto “6Tu un software per l’identificazione e registrazione pazienti ospedale di Adwa”. Il progetto è finanziato dal bando della Regione Veneto “Progetti di cooperazione allo sviluppo sostenibile – Anno 2024”, ed è realizzato in partenariato con il Comune di Padova, il Comune di Camposampiero ed alcune realtà del volontariato di Padova e Provincia.

ognuno, con una corretta gestione dei dati clinici” conclude Roberta Scantamburlo, assessore alle politiche sociali del Comune di Camposampiero.

L’associazione, formata da medici, infermieri e operatori sanitari, si è distinta nel tempo per il suo impegno costante in progetti umanitari e di cooperazione internazionale, mirando a portare cure mediche dove l’accesso alla sanità è ancora un privilegio per pochi. Le attività spaziano dalla prevenzione alla cura, fino alla formazione del personale locale.

Endrius Salvalaggio

“Come amministrazione abbiamo sostenuto la realizzazione del progetto Adwua in Etiopia. Ora, che sarà disponibile anche il nuovo software 6Tu, sarà anche possibile identificare e registrare tutti i pazienti con possibilità di accesso alla cartella clinica di

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Con l’arrivo del caldo inizia la campagna contro la proliferazione delle zanzare

Lega Vigonza via S.Antonio, 67 | 35010 Vigonza spi.vigonza@cgilpadova.it via della Roggia, 5/1 | 35016 Piazzola sul Brenta (PD) spi.piazzola@cgilpadova.it

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Anche quest’anno l’Amministrazione Comunale ha studiato un nuovo “piano contro le zanzare”. Si tratta di un programma di interventi definito con l’Ulss 6 Euganea per il contrasto alla proliferazione delle zanzare a tutela della salute pubblica. L’Amministrazione di Camposampiero ha destinato 16.000 euro per interventi sul territorio e consegna gratuita ai residenti di pastiglie antilarvali. E’ stato previsto: La distribuzione gratuita di pastiglie antilarvali da inserire nei tombini e caditoie delle abitazioni private. La distribuzione proseguirà per tutta l’estate, fino ad esaurimento scorte, presso i punti Natura Amica Veterinaria Via B. Mogno, 36/38 e Rustega Ferramenta di Cappelletto Lino Via Borgo Rustega, n. 302. Si ricorda di recarsi presso la distribuzione con un documento di riconoscimento. Saranno effettuati anche otto passaggi con un mezzo attrezzato per nebulizzare un prodotto antilarvale nelle caditoie e nei pozzetti pubblici in tutte le vie del comune. Saranno inoltre effettuati alcuni trattamenti antizanzara nei cimiteri del capoluogo e della frazione. “Nel sito del Comune è reperibile anche l’Ordinanza con tutti i comportamenti che andranno adottati, iniziando nell’evitare l’abbandono di contenitori o effettuare lo svuotamento da ristagni d’acqua; trattare l’acqua presente in tombini, griglie di scarico, pozzetti di raccolta delle acque meteoriche, e qualunque altro contenitore non eliminabile con prodotti autorizzati di efficacia larvicida. Tenere pulite le aree private ed evitare ogni ristagno d’acqua” anticipa il primo cittadino Katia Maccarrone. (e.s.)

Il dottor Giuseppe Marinaro

Interventi.

Aumentano i fondi e le iniziative per affrontare le sfide meteorologiche

Il Comune raddoppia l’impegno economico per la sicurezza idraulica

I

l Comune di Camposampiero da diversi anni ha sottoscritto una convenzione con il consorzio Acque Risorgive per la cura di interventi idraulici di competenza comunale. L’impegno di spesa passa dagli attuali 5.000 euro all’anno, ai 10.000 euro per i prossimi tre anni. Un raddoppio necessario per garantire maggiore continuità negli interventi, alla luce dell’intensificarsi degli eventi estremi e della necessità di prevenire danni e disagi alla popolazione. Decisione presa da parte dell’amministrazione comunale in base all’andamento meteorologico che non promette alcuna clemenza. Nelle scorse settimane sono stati eseguiti grossi lavori di ricalibrazione e spurgo in zona S. Marco, precisamente nella fossa Allegri e canaletta Balestra, che non garantivano più un corretto deflusso fluviale, per un importo di oltre 7.000 euro. In via Fabris nel Rio Storto che corre parallelo alla sede stradale sono stati rinforzati e consolidati entrambi gli argini, che durante le precipitazioni dello scorso settembre erano andati in sofferenza. I Comuni posti lungo l’asse del Vandura si sono incontrati nelle settimane scorse con il consorzio di

bonifica Acque Risorgive per lo studio di soluzioni di difesa idraulica. Anche per il Muson Vecchio saranno previsti degli interventi tra Loreggiola, Loreggia e Camposampiero. “Sappiamo bene che il nodo idraulico di Camposampiero è molto complesso perché riceve le acque meteoriche sia dalla castellana che dal cittadellese. Proprio in questi giorni il Consorzio ha effettuato un ulteriore in-

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tervento di manutenzione straordinaria sul tratto Tentori. Nella parte a nord degli Istituti Superiori Newton - Pertini a Camposampiero, che ancora tende ad andare in sofferenza, abbiamo in progetto di potenziare la canaletta”. Spiega il sindaco Katia Maccarrone e l’assessore Carlo Gonzo con deleghe alle politiche ambientali e manutenzioni.

Endrius Salvalaggio

Dal 16 giugno inizieranno i lavori nella nuova rotatoria di via Sant’Antonio

Tutto è pronto per avviare da metà giugno, dopo la chiusura delle scuole, il cantiere per realizzare la rotatoria e gli adeguamenti di Via S. Antonio. Terminata la posa dei sottoservizi (gas, acquedotto e fibra) il cantiere prenderà il via dal 16 giugno prossimo. L’opera denominata ““Interventi a favore della sicurezza stradale e moderazione del traffico delle Vie di attraversamento del Centro di Camposampiero” ha visto l’aggiudicazione dei lavori a favore dell’Impresa Martini Scavi di Martini Massimo Srl con sede a Rovolon (PD). Sarà necessaria una modifica della viabilità, con istituzione di un senso unico sud - nord in corrispondenza dei lavori, tra via Nodari e via Montegrappa. Chi proviene dal centro di Camposampiero e viaggia verso nord trova dunque via libera. Chi invece proviene da nord, da Via Montegrappa, verso Camposampiero, viene deviato in via Bernardino da Feltre e poi viale Venezia. “Ricordiamo che nello stesso periodo partirà anche la chiusura della strada tra Camposampiero e Loreggia all’altezza del Ponte delle Galle, che sarà abbattuto e ricostruito da Veneto Strade. Il collegamento tra i due comuni sarà garantito dalla superstrada Strada Regionale 308. Entrambi i cantieri saranno attivi fino all’inizio del 2026” conclude il sindaco di Camposampiero Katia Maccarrone. (e.s.)

L’iniziativa. Coinvolti oltre 2.800 studenti, 5.600 genitori e 60 docenti

Consegnate le prime patenti per l’uso consapevole dello smartphone

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ltre 2.800 studenti coinvolti nel primo grande percorso di educazione digitale del Camposampierese con 5.600 genitori e 60 docenti coinvolti. Un progetto innovativo sull’utilizzo informato e consapevole dello smartphone e dei dispositivi con connessione dati, promosso in questi mesi dai dieci Comuni della Federazione del Camposampierese insieme ai Comuni di Vigonza e Vigodarzere. Gestito dalla cooperativa La Esse s.c.s., il progetto prende spunto dalla metodologia già sperimentata con successo da Contorno Viola, associazione nata a Verbania che coordina a livello nazionale il progetto patente di smartphone e che ha supportato l’attuazione del percorso. Un progetto che si è tradotto in un percorso formativo ed informativo di educazione civica e digitale originale rivolto a studenti, famiglie e insegnanti delle scuole secondarie di primo grado del territorio. La tappa finale del percorso, è stata la consegna delle patenti a tutte le scuole, avvenuta al teatro Aldo Rossi di Borgoricco con la cerimonia conclusiva avvenuta alla presenza dell’assessore regionale Francesco Calzavara, del dirigente dello UST, Roberto Natale del presidente della Federazione, Valter Gallo, della referente ICT di Federazione, Antonella Argenti, dei

sindaci dei Comuni, dei dirigenti scolastici dei plessi aderenti e di una rappresentanza di studenti e genitori. “Patente di smartphone e il Protocollo d’intesa sono due delle azioni portate avanti da Federazione in attuazione della Misura 1.7.2 del Pnrr Rete dei servizi di facilitazione digitale della Regione del Veneto - commenta il sindaco di Campodarsego e presidente di Federazione, Valter Gallo - che nel nostro territorio mira a raggiungere entro la fine dell’anno 9.600

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cittadini attraverso l’erogazione di servizi di accompagnamento e formazione in ambito digitale, che ad oggi ne ha raggiunto già il 94%”. “Un risultato straordinario - continua il presidente di Federazione -. frutto del lavoro su più livelli svolto grazie ad iniziative di facilitazione, formazione e alfabetizzazione digitale messe in campo dai 12 Centri di Facilitazione del territorio ed una serie di facilitatori”.

Endrius Salvalaggio

Una festa che al centro i più piccoli ed il loro desiderio di giocare

Una manifestazione, che negli anni è diventata a Camposampiero un appuntamento di successo che mette al centro i più piccoli e la loro voglia di giocare. “Una Piazza per Giocare”, è la festa più amata dalle famiglie e dai bambini. Un marchio, ma soprattutto un’idea che nel 2025 è giunta alla sua 23a edizione con un risultato importante che testimonia come l’iniziativa sia consolidata e faccia ormai parte del vissuto della città. Tra i meriti maggiori di “Una Piazza per Giocare” vi è quello di aver creato una tradizione, che da più di due decenni, mette al primo posto fantasia, partecipazione, inclusività. Ma non sarebbe possibile realizzare questo giorno di festa senza la generosa disponibilità delle molte persone che collaborano con entusiasmo, dedicando alla festa passione, tempo, energia. Associazioni di volontariato, scuole, istituzioni, singoli cittadini; ognuno dà il proprio contributo coerentemente con lo spirito della festa. “È bello trovarsi intorno a un’idea, vederla crescere, sentirla propria. È ciò che è accaduto in questo percorso - fa sapere il sindaco Katia Maccarrone - lungo più di vent’anni, in cui ciascuno ha portato il proprio contributo di passione. A ciascuno, ed in particolare ai molti che collaborano fin dalla prima edizione, va un sentito ringraziamento”. Musica per ballare e cantare, giochi, laboratori per tutti i gusti e le età, canoa sul Vandura, amici a quattro zampe, sport, attività artistiche e di manualità: questi gli ingredienti della festa che in ogni edizione si rinnova proponendo nuove attrazioni. (e.s.)

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La filiera. L’azienda di Lino Bernardo è stata anche protagonista in un programma televisivo

Continua la coltivazione del baco da seta

Nel cuore di Massanzago, tra le antiche mura del molino Baglioni, rivive l’arte della bachicoltura. L’Azienda Florovivaistica

Bernardo Lino rilancia una tradizione secolare con lo sguardo rivolto all’innovazione e alla sostenibilità

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resso via molino Baglioni, a Massanzago, dove risiede l’omonimo molino del XVI secolo mosso ora da una turbina idraulica, attraversato dalle acque del canale Taglio nella natura aspra e selvaggia, si coltiva il baco da seta. Sono circa cinquemila i bachi da seta coltivati proprio negli spazi del molino, posti in un microclima specifico, con un adeguato livello di umidità, per permettere agli stessi di portare a termine il loro lavoro. Lo scorso mercoledì 21 maggio l’Azienda Florovivaistica Bernardo Lino è stata protagonista della trasmissione Geo, in onda su Raitre. Durante la puntata è stato proprio Lino Bernando, che con passione segue queste coltivazioni e guida la rete del progetto di imprese agricole venete impegnate per una filiera della bachicoltura serica tutta italiana, un settore che nel futuro prossimo potrebbe conosce-

re una grande espansione e attirare grande interesse, a spiegare l’attività della sua azienda, presentato l’allevamento dei bachi da seta, raccontando l’attività dell’azienda e il suo impegno nella valorizzazione di una tradizione antica ma ancora attuale. L’azienda, con una lunga esperienza nella progettazione del verde e nella produzione vivaistica, da oltre quindici anni si è dedicata al rilancio della gelsibachicoltura, collaborando attivamente con il Crea di Padova e anche con la stessa Università degli Studi di Padova. Quella della coltivazione dei bachi da seta è infatti un’attività con un potenziale inedito da esplorare e conoscere, con nuove applicazioni in particolare nell’ambito medico. Tecnologie e nuove competenze per guardare al futuro, pensando a come ogni bozzolo di baco può avere la lunghezza di un chilometro e caratterizzato, da una

straordinaria resistenza che lo rende duttile e applicabile potenzialmente in vari settori, come testimonia l’interesse di molti giovani imprenditori agricoli, un settore con molte potenzialità: il desiderio di prodotti anallergici e naturali, oltre che di grande qualità, è tornato forte più che mai.

Tante iniziative ed eventi per tutte le età

Due interessanti iniziative per le cittadine e i cittadini di Massanzago animeranno la primavera e l’estate del comune e daranno inzio al programma di eventi estivi. Sta infatti per iniziare il corso “Fumetti con GIO.MA”, un corso di fumetti aperto a tutte le ragazze e i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 16 anni. L’iniziativa è promossa dall’assessorato alla Cultura e turismo, manifestazioni, guidato da Rachele Furlan e dalla Biblioteca comunale di Massanzago. Il corso, che potrà accogliere un massimo di 10 partecipanti, che

sarà totalmente gratuito, si articolerà dall’11 giugno al 16 luglio, ogni mercoledì mattina dalle ore 10.00 alle ore 12.00 presso la biblioteca di Massanzago. Per prenotare il proprio

posto basterà mandare una mail a cultura@comune.massanzago.pd.it. Una seconda iniziativa aperta a tutta la cittadinanza di Massanzago si è invece tenuta lo scorso venerdì 16 maggio presso il magnifico parco di Villa Baglioni, dietro la villa sede del comune, che garantisce, con la sua bellezza, una grande atmosfera tra musica e arte. La serata, dal titolo “Ensemble Jazz – Concerto live”, è stata animata dalle studentesse e dagli studenti del Liceo Musicale “Concetto Marchesi” che si sono esibiti in una serata all’insegna del jazz. (s.v.)

Cura del verde pubblico e del territorio: una delle priorità dell’amministrazione comunale

La cura del verde e del territorio risulta una delle grandi sfide della nostra contemporaneità, in particolare per tutelare e valorizzare le nostre risorse naturali e ambientali, bene comune di tutti i cittadini e cittadine. L’amministrazione comunale di Massanzago ha avviato una serie di lavori di manutenzione e tutela del verde pubblico, per custodire le numerose aree verdi e parchi, come quello di Villa Baglioni, che garantiscono una migliore qualità di vita per gli abitanti. Come si legge infatti dal comunica-

to dell’amministrazione comunale “Mantenere il decoro e la bellezza di questi spazi è un impegno che l’Amministrazione Comunale porta avanti con serietà e attenzione, consapevole dell’importanza che questi luoghi rivestono per la comunità”. L’obiettivo è quello di favorire e migliorare la manutenzione delle aree verdi, un lavoro costante che richiede risorse e programmazione e che ha lo scopo di garantire la vivibilità dei luoghi comuni e aperti alla cittadinanza. Come si legge infatti dal comunicato diffuso dall’ammi-

nistrazione comunale infatti “La cura del nostro territorio è un valore che vogliamo continuare a coltivare insieme”. Tra i vari interventi a tutela del territorio si segnalano inoltre i lavori di messa in sicurezza e di manutenzione straordinaria di via Cavinazzo est e del tratto tra via Tiepolo, che consisteranno in lavori di messa in sicurezza idrogeologia dell’area. L’intervento in oggetto, prossimo alla sua conclusione, è stato interamente realizzato con i 600.000 euro provenienti dalle risorse europee del Pnrr. (s.v.)

Simone Vecchiato

Le attività. Partiti i lavori di sfalcio, potatura e installazione di 41 nuovi punti luce a Led

Nuovo volto al territorio, in arrivo interventi per il verde e l’illuminazione

Interventi sul patrimonio verde fra potature degli alberi, sfalci nei cigli stradali, nei parchi e nelle aree verdi, e, nei prossimi mesi sarà prevista anche una piantumazione di nuovi alberi. “E’ stato avviato nelle scorse settimane un consistente intervento di potatura sulle alberature, a Loreggiola e Loreggia, per un importo di 15mila euro. Iniziate anche le attività di sfalcio, che interesseranno i cigli stradali e le aree verdi, compresi i parchi pubblici. Gli interventi sono stati affidati a una nuova ditta, per un importo di 50.800 euro all’anno per il triennio 2025-2027” spiega l’assessore Stefano Pierobon ed il consigliere delegato Renato Milani.3 Interventi individuati in base alle ricognizioni effettuate dai tecnici comunali sulla base anche delle segnalazioni dei cittadini, che mirano a garantire la buona salute degli alberi ma anche la sicurezza di chi frequenta le strade e le aree verdi. In particolare, il calendario delle potature è stato pensato per prevenire crolli degli alberi e di rami ma anche per evitare interferenze con le linee

aeree e la schermatura di lampioni e segnali.

Il territorio di Loreggia, fa sapere l’amministrazione comunale, ha un complessivo di superfici verdi poco meno di 80mila metri quadrati e quasi 14 chilometri di cigli, con oltre 33 chilometri dove è necessario lo sfalcio con la barra obliqua sulla scarpata del fosso. Interventi, questi ultimi, che mirano a migliorare il deflusso delle acque. “Nei prossimi mesi - continua l’amministrazionesaranno previste delle nuove piantumazioni con dei nuovi alberi in tutto il territorio comunale”.

Ma non solo verde. Continua anche l’efficientamento energetico sui punti luce. Interventi costituiti da nuove sostituzione degli impianti di illuminazione pubblica esistenti, in via Montegrappa e sulla strada Regionale 307 via Del Santo, oltre all’installazione di nuovi punti luce in via Boscalto Est e Ovest. L’obiettivo sarà quello di migliorare la visibilità e quindi la sicurezza stradale, ma anche diminuire i costi energetici. Ecco il motivo. “Saranno sostituite

armature stradali esistenti con nuovi pali che portano lampade a ledspiega l’assessore Stefano Pierobon - si provvederà anche a fornire dei nuovi punti luce in via Boscalto, per un totale complessivo di 41 nuove armature a led. Questo migliorerà la sicurezza stradale, le condizioni di visibilità durante le ore di oscurità e quindi la sicurezza pubblica”. “L’illuminazione efficiente con la tecnologia a led garantisce un risparmio energetico fino al 60% – incalza il sindaco Manuela Marangon – con prestazioni superiori anche in termini di efficienza luminosa,

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maggiore durata e minori necessità di manutenzione. L’intervento si pone nell’ambito di un complessivo impegno a migliorare la nostra illuminazione pubblica nel corso del nostro mandato e a questo scopo intendiamo continuare investire e a partecipare a bandi di finanziamento pubblici, anche grazie all’efficienza e alla competenza del personale del nostro ufficio tecnico”. L’amministrazione comunale fa sapere che l’importo dei lavori è di 150mila euro, di cui 70mila di contributo statale a fondo perduto.

Endrius Salvalaggio

Centri estivi: aperte le iscrizioni

Con la fine della scuola si pone la questione della gestione dei figli durante i mesi estivi. Il Comune di Loreggia, che ha stanziato un contributo che permette di mantenere più basse le rette per tutti i residenti è già in grado di proporre con il giusto anticipo due centri estivi sia nel capoluogo che nella frazione di Loreggiola, offrendo attività sportive, laboratori creativi e naturalistici, teatro e giochi con l’acqua. Per chi lo desidera c’è anche l’angolo per i compiti. Dal 16 giugno al 5 settembre è aperto Green Fever, il centro estivo proposto dall’omonima associazione, destinato a bambini e ragazzi dai 5 ai 12 anni, e si svolge presso la scuola primaria Rodari in via Pio X a Loreggiola. Rimarrà chiuso la settimana di Ferragosto. Sconto previsto per il secondo figlio. Per informazioni e iscrizioni www. greenfeverasd.it. Il secondo centro estivo già disponibile è il Loreggia Summer Camp, organizzato in collaborazione con ASD Pallavolo Loreggia, aperto ai ragazzi nati dal 2019 al 2012, e si svolgerà dal 9 giugno al 1° agosto nel Palasport di Loreggia. Sono previste agevolazioni per i secondi figli. Per informazioni e iscrizioni centroestivo.24@gmail. com. (e.s.)

L’evento. Un successo di partecipazione e collaborazione tra associazioni e istituzioni

Bimbi in Fiore, un’edizione da record tra gioco, inclusione e comunità

Riapre al pubblico Villa Cornaro

S i è conclusa con grande successo la 22ª edizione di Bimbi in Fiore, la tradizionale festa dedicata ai bambini, alle famiglie e alla comunità di Piombino Dese, che ha animato il paese tra il 16 e il 18 e dal 23 al 25 maggio 2025. L’evento, ormai un appuntamento fisso nel calendario culturale locale, ha saputo ancora una volta coniugare divertimento, inclusione sociale e solidarietà, coinvolgendo migliaia di partecipanti in una serie di iniziative pensate per tutte le età. Organizzata dall’associazione no-profit Bimbi in Fiore con il patrocinio del Comune e della Parrocchia, la manifestazione ha visto un programma ricco e variegato, che ha spaziato dalla musica al teatro, dal gioco allo sport, con un’attenzione particolare all’inclusività. La cerimonia di apertura, ospitata dall’Istituto A. Gemelli, ha dato il via alle tre giornate iniziali con uno spettacolo musicale e teatrale sul tema “La Casa”, che ha subito catturato l’attenzione di grandi e piccoli. Le letture animate di “Storie per Snack” a Villa Fantin hanno trasformato momenti di narrazione in esperienze magiche per i più piccoli, mentre la giornata dedicata allo sport inclusivo, organizzata in collaborazione con il Gruppo In e la Fondazione Betulla Anfass, ha permesso a persone con e senza disabilità di condividere attività sportive e di socializzazione, consolidando lo spirito di comunità che contraddistingue l’evento. La seconda fase di Bimbi in Fiore ha visto protagoniste le associazioni locali, con il Gran Galà dedicato a mettere in luce il loro prezioso lavoro a favore della collettività. Il IX° Gran Premio Notturno Piombinese e il torneo di calcio balilla hanno acceso la passione sportiva di giovani e adulti. La giornata del 24 maggio ha offerto il divertente circuito di motocross “Bimbi in Moto” e la serata “Rock in Flower” con DJ Filippo Pigatto e band locali, che hanno animato le strade con musica e allegria fino a tarda notte. La manifestazione si è chiusa in bellezza con la camminata non competitiva “Walking in Pink” e l’area giochi “Once Upon a Time… the Children’s Garden”, dove spettacoli di magia e musica dal vivo hanno regalato momenti di pura felicità ai più piccoli e alle loro famiglie. Non sono mancati i momenti di riflessione e impegno sociale. Come sottolineato dal consi-

gliere regionale e volontario Roberto Marcato, Bimbi in Fiore rappresenta “un esempio luminoso di volontariato, bambini, gioco e solidarietà, un evento che unisce e rafforza la nostra comunità”. La collaborazione tra scuole, associazioni e istituzioni ha reso possibile un’edizione che ha superato ogni aspettativa in termini di partecipazione e qualità delle iniziative. Oltre alle attività, l’evento ha rappresentato anche un’opportunità per scoprire o riscoprire le bellezze artistiche e culturali di Piombino Dese, con particolare attenzione a Villa Cornaro, capolavoro palladiano recentemente restaurato, Villa Mar-

cello e la chiesa parrocchiale, luoghi che hanno fatto da cornice ideale a questa festa di colori e sorrisi. Con Bimbi in Fiore 2025, Piombino Dese ha ribadito il suo ruolo di comuni-

tà accogliente e dinamica, capace di valorizzare le proprie tradizioni e al tempo stesso di guardare al futuro con entusiasmo e solidarietà.

Elena Scapin

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Dopo oltre sette anni di chiusura, Villa Cornaro a Piombino Dese ha riaperto le sue porte al pubblico, offrendo nuovamente la possibilità di ammirare uno dei capolavori dell’architettura rinascimentale veneta. Progettata da Andrea Palladio nel 1552 per il nobile veneziano Giorgio Cornaro, la villa è stata oggetto di un meticoloso restauro che ne ha riportato alla luce lo splendore originale. Acquisita nel 2018 dalla mecenate di Hong Kong Ada Koon Hang Tse, la villa è stata restaurata sotto la supervisione degli architetti Antonio e Giulia Foscari, noti per il loro impegno nella conservazione dell’architettura palladiana. Il progetto ha mirato a preservare le caratteristiche distintive dell’edificio, tra cui il doppio colonnato su entrambe le facciate, elemento che ha ispirato l’architettura della Casa Bianca. Il sindaco di Piombino Dese, Cesare Mason, ha espresso grande soddisfazione per il restauro, sottolineando: “Villa Cornaro è un patrimonio artistico inestimabile. È un bene non solo per il Comune di Piombino Dese, ma per tutto il territorio, per il Veneto e oltre visto l’interesse che giunge da tutto il mondo. Avere in più una proprietà, in questo caso nella persona di Ada Koon Hang Tse, è un valore aggiunto di altrettanto spessore. La signora, infatti, è una grande appassionata d’arte e si è presa ancora più a cuore la villa facendone non solo un investimento, ma prendendosene cura per conservarla e restituirla alla sua originaria bellezza”. La villa, riconosciuta come patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1996, è celebre per i suoi 104 affreschi settecenteschi realizzati da Mattia Bortoloni, che decorano le sale con scene tratte dall’Antico e Nuovo Testamento. Oltre agli affreschi, l’edificio ospita stucchi di Bortolo Cabianca e statue di Camillo Mariani, che arricchiscono ulteriormente il valore artistico del complesso. Ada Koon Hang Tse ha annunciato l’intenzione di realizzare una mostra permanente di arte moderna all’interno della villa, con l’obiettivo di arricchire l’offerta culturale del territorio e attrarre nuovi visitatori. La riapertura di Villa Cornaro rappresenta un importante passo verso la valorizzazione del patrimonio storico e culturale di Piombino Dese, offrendo alla comunità e ai turisti l’opportunità di fruire di un bene di inestimabile valore. (el.s.)

Piombino Dese

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TEATRO GOLDONI – VENEZIA

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Sociale. Nuovi fondi per case protette e progetti contro le dipendenze

Associazione AperiGiovani: festa, impegno e solidarietà con oltre 150mila euro raccolti

A

periGiovani è un’associazione creata dai giovani per i giovani. Ogni anno si ripropone con un nuovo programma a Trebaseleghe e non solo, fra musica, food truck, drink, area bimbi, esibizioni artistiche e sportive, lezioni di ballo, attività con le scuole, ecc. L’associazione trebaseleghese, negli anni, grazie a questi appuntamenti è riuscita a creare un fondo ed partecipare a diversi progetti a sfondo sociale, come racconta la presidente Lucrezia Mazzonetto. “Dal 2017 al 2024 abbiamo

raccolto oltre 150mila euro che si sono poi trasformati in donazioni a sostegno di ben 10 progetti – spiega Lucrezia Mazzonetto, Presidente di AperiGiovani – in particolare nel 2024 abbiamo sostenuto un centro che propone attività pomeridiane per minori con autismo, disabilità grave o problemi comportamentali e le loro famiglie, abbiamo sostenuto una casa che offre accoglienza per donne vittime di violenza e contribuito a progetti di sensibilizzazione nelle scuole sul tema, e la Coope-

rativa La Esse, che ha organizzato incontri nelle scuole secondarie sul benessere delle relazioni, su ciò che significa ‘stare bene’ per ogni ragazzo”.

“Una volta costituito il fondo con i proventi delle manifestazioni, selezioniamo le associazioni che lavorano nel sociale puntando a progetti che abbiano una ricaduta immediata nella qualità della vita nei soggetti con fragilità. Quest’anno abbiamo voluto concentrarci sulle dipendenze e ancora sulle donne in difficoltà

e i loro bambini, finanziando con i proventi di AperiCuore, due progetti che offriranno nuovi spazi abitativi. Partecipare ad AperiCuore significa non solo trascorrere momenti

Inaugurata al parco delle Fontane di Sant’Ambrogio l’opera “il vuoto”

Un’iniziativa promossa dal Comune di Trebaseleghe, dall’Azione Cattolica di Sant’Ambrogio e dal Tavolo per Trebaseleghe, gruppo di sensibilizzazione e contrasto ai gesti suicidari che si propone come un momento di incontro tra arte, riflessione e comunità. Un’opera frutto del lavoro congiunto tra studenti e docenti del primo anno del corso di Interior Design dell’Università di Architettura di Venezia, che hanno realizzato e donato l’installazione in ricordo di Martina,

mancata nel 2021. Il progetto ha preso forma a partire da una rifles-

sione profonda sul tema del rifugio, inteso non solo come luogo fisico,

Concluso il corso di italiano per stranieri 2024-2025

Si è concluso nei giorni scorsi il corso di italiano per stranieri con la consegna degli attestati, organizzato dall’associazione Incontri Odv, ente del terzo settore, impegnato nella promozione dell’inclusione. Presenti per l’amministrazione comunale gli assessori alla cultura Rosa Chiara Casarin e al sociale

Rosanna Trevisan. Il percorso formativo si è svolto ogni lunedì dal 14 ottobre 2024 al 5 maggio 2025, per un totale di 50 ore complessive, presso gli spazi della biblioteca comunale di Trebaseleghe. Il corso ha registrato una notevole partecipazione con 53 corsisti di diverse provenienze fra Marocco, Pakistan,

Romania, Ungheria, Russia, solo per citarne alcune. “L’iniziativa - afferma il presidente dell’associazione Incontri Odv, Roberto Scantamburlo - è stata resa possibile grazie all’aiuto offerto dal Comune di Trebaseleghe, che ha messo a disposizione gli spazi e fornito un contributo economico, oltre a questo,

ma come spazio dell’anima, capace di offrire sicurezza, ascolto e condivisione. L’installazione , appena inaugurata , si presenta come una struttura essenziale nella forma ma intensa nel suo significato. Il vuoto, che dà nome all’opera, è scolpito nello spazio come assenza che parla, che unisce e che invita al raccoglimento. Al centro verte una seduta circolare richiama l’immagine del focolare, luogo antico di incontro e condivisione, anche silenziosa, delle emozioni. “”Il vuoto” nasce dal

di svago e divertimento, ma anche contribuire ad offrire una vita più serena a molte persone” conclude la presidente Mazzonetto.

Endrius Salvalaggio

desiderio di dare voce a un disagio che ha toccato profondamente la nostra comunità. Abbiamo vissuto momenti difficili legati alla sofferenza di alcuni giovani, e l’opera vuole essere uno spazio simbolico dove fermarsi, riflettere e sentirsi accolti. È anche un modo per valorizzare la creatività e la sensibilità dei nostri giovani universitari, capaci di trasformare il dolore in bellezza condivisa” conclude il sindaco di Trebaseleghe, Antonella Zoggia. (e.s.)

grazie anche al sostegno della Banca Bcc di Roma. Tuttavia, è risultato fondamentale per la realizzazione del corso, l’impegno di un nutrito gruppo di insegnanti e volontari che ha donato tempo e competenze”. “Un percorso come questo non nasce da solo, ma è il frutto di un intreccio di persone ed energia che

va dai volontari che hanno messo a disposizione il loro background e dall’associazione Incontri Odv, ma soprattutto grazie alla volontà dei partecipanti che con coraggio e curiosità hanno scelto di mettersi in gioco” concludono gli assessori

Rosa Chiara Casarin e Rosanna Trevisan. (e.s.)

Scintille di speranza: Fondazione Cassa di Risparmio

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brale raro ma molto aggressivo e che colpisce in età pediatrica. “Il nostro lavoro mira a comprendere i meccanismi di resistenza alle cure – spiega Persano – per individuare terapie più mirate, meno invasive e, soprattutto, più efficaci”.

Grazie al finanziamento della Fondazione, il progetto ha potuto progredire,

chiedono perseveranza, ma generano risultati duraturi.

Appuntamento alla prossima uscita per continuare a scoprire le storie di idee, progetti e persone che, giorno dopo

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E mentre le storie raccontate da “Scintille” ci ricordano l’importanza dell’impegno quotidiano, la Fondazione Cariparo prosegue nel suo cammino, confermando che il benessere di una comunità passa anche dalla salute dei suoi bambini.

FONDAZIONE Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Piazza Duomo, 15 | 35141 Padova Tel. 049-8234800

Dott. Luca Persano

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Corsa alle regionali

Ciononostante il tema non viene archiviato anche perché più di qualche esponente, anche di Fratelli d’Italia, lascia la porta aperta a una discussione sul tema.

Ma fino a quando non si chiarirà se il presidente uscente Zaia potrà o meno ricandidarsi tutto rimane bloccato. Nelle scorse settimane si sarebbe dovuto tenere un vertice nazionale a Roma tra i leader dei partiti del centrodestra proprio per parlare delle regioni al voto. L’incontro è stato annullato per impegni istituzionali e, al momento, non è stata comunicata nessuna nuova data.

Il segretario della Lega in Veneto, Alberto Stefani, forse il più probabile candidato presidente, ha commentato con un laconico “si decida presto” l’ipotesi di un ulte-

riore mandato per Zaia. Una battuta, rilasciata ai cronisti, considerata come un po’ fredda forse non tanto nei confronti del presidente uscente quanto sulla possibilità che, effettivamente, ci possa essere il tempo e la convinzione a Roma di cambiare la legge per consentire la ricandidatura del Governatore Veneto.

Dal canto suo Fratelli d’Italia non sta certo a guardare e porterà al tavolo della coalizione il nome del senatore veneziano, vicinissimo a Giorgia Meloni, Raffaele Speranzon: sembra essere questo il nome forte di FDI per contendere alla Lega la presidenza del Veneto. Da non sottovalutare la carta Forza Italia: nel tavolo nazionale, che dovrà occuparsi anche di Puglia, Campania, Toscana e Marche, Tajani chiederà una presidenza anche per gli azzurri. Se la scelta dovesse cadere sul Veneto è pronto a scattare il segretario regionale Flavio Tosi che, nel frat-

tempo, non risparmia bordate alla gestione Zaia della Regione.

Sul fronte centrosinistra a guidare una coalizione molto ampia sembra sia stato scelto Giovanni Manildo, avvocato e già sindaco di Treviso. Un moderato che nel 2013 riuscì nell’impresa di battere lo sceriffo Giancarlo Gentilini. Il nome, nel momento in cui scriviamo, non è ancora stato ufficialmente lanciato, ma tutto lascia intendere che non ci dovrebbero essere sorprese. Al fianco di Manildo potrebbero schierarsi anche Italia Viva e Azione che, formalmente, non partecipano al tavolo regionale del centrosinistra ma che hanno sempre mantenuto un canale di comunicazione con il segretario regionale Pd, Andrea Martella al quale avrebbero espresso ampie aperture visto le qualità del candidato presidente scelto.

Il caso. Amministratori, rappresentanti delle categorie e società servizi idrici uniti

Energia dal territorio per il territorio: alleanza strategica per restituire valore alle comunità

Sono stati oltre 120 i partecipanti, tra amministratori, rappresentanti dei territori e delle categorie, oltre che delle società che gestiscono i servizi idrici in Veneto, alla conferenza online dello scorso 3 giugno sulla gestione dell’energia. L’iniziativa, promossa da AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave, per presentare una proposta concreta di rilancio dei territori attraverso una nuova gestione delle concessioni per impianti idroelettrici, gas e distribuzione elettrica pone al centro dell’iniziativa, un principio chiaro: l’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono.

Ad aprire i lavori Federico Testa, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Verona e Presidente di AGSM AIM, che ha sottolineato la natura unitaria e trasversale dell’iniziativa.

“Le nostre riflessioni non nascono da logiche di parte, ma da un’esigenza comune che riguarda tutto il Veneto – da Verona a Vicenza, dall’Alto Trevigiano a Belluno – e che mette al centro il territorio. Da qui il titolo ‘Energia: dal territorio per il territorio’. Non è un’azione contro qualcuno, ma per qualcosa: per le persone, le imprese e le comunità locali.” Il Presidente Testa ha evidenziato come le attuali con-

cessioni per la distribuzione di gas, energia elettrica e impianti idroelettrici non restituiscano adeguato valore ai territori:

“La ricchezza generata da questi asset prende altre strade. Non resta qui, dove potrebbe invece contribuire ad abbassare le tariffe per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, o a sostenere servizi fondamentali come la sanità e l’assistenza agli anziani.” Nel suo intervento, Testa ha lanciato una chiamata all’azione concreta:

“Gli spazi giuridici e tecnici per agire esistono: dalla Conferenza Stato-Regioni chiamata a esprimersi sulle proroghe ventennali delle concessioni, recentemente criticate dall’Autorità Garante per la Concorrenza, alla necessità di una maggiore partecipazione dei territori nella partita delle concessioni idroelettriche.” Proprio la Conferenza è stata l’occasione per avviare un percorso condiviso e partecipato. Al tavolo sono stati invitati gli assessori regionali competenti, le amministrazioni comunali, le imprese dei servizi pubblici locali, le Associazioni Datoriali dell’industria, degli Artigiani, dei Commercianti, delle Cooperative e tutti i soggetti economici interessati dal caro energia.”

I lavori sono proseguiti con l’intervento del presidente di ANCI Veneto, il sindaco Mario Conte, che

ha voluto rimarcare l’importanza dell’iniziativa dal punto di vista delle amministrazioni locali: “Ringrazio il Dottor Testa per l’opportunità di aprire una riflessione territoriale su un tema, quello energetico, che negli ultimi tempi ha colpito duramente i bilanci comunali, mettendo a rischio la tenuta dei servizi essenziali per le nostre comunità.”

Conte ha ribadito lo spirito costruttivo e non conflittuale dell’iniziativa: “Non è un’azione contro qualcuno, ma a favore delle nostre comunità, che rappresentiamo e serviamo ogni giorno. Chiediamo non contributi straordinari dal Governo, ma un minimo di autonomia nella gestione del patrimonio naturale del nostro territorio.”

Anche secondo Conte, una maggiore responsabilità e capacità di gestione locale delle concessioni e delle risorse energetiche potrebbe tradursi in vantaggi concreti per cittadini, imprese e associazioni: “Questa autonomia consentirebbe un maggiore efficientamento dei servizi e un beneficio economico sulle tariffe per famiglie, aziende, partite IVA. Chiediamo solo di essere ascoltati.” Nel suo intervento ha lanciato un monito sulla sostenibilità finanziaria futura dei Comuni: “Oggi tutti i 560 Comuni veneti hanno i conti in ordine. Ma l’aumento incontrollato dei

costi energetici rischia di compromettere questa virtuosità, non per incapacità amministrativa, ma per fattori esterni fuori dal nostro controllo.” Ha concluso sottolineando il valore del confronto e della condivisione:“Questo tavolo di lavoro rappresenta un’occasione unica: le opportunità superano le preoccupazioni. Serve energia, sì, ma anche energia positiva, che possa sostenere davvero il sistema veneto.” Per approfondire i contenuti dell’iniziativa, è possibile rivedere la conferenza stampa, comprese le domande dei giornalisti, sul sito uf-

ficiale: www.energiaperilterritorio. it.

Sul sito sono inoltre disponibili: il manifesto dell’iniziativa, già sottoscritto dagli enti promotori AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave; la possibilità di chiedere ulteriori informazioni, aderire e sostenere il progetto; materiali in costante aggiornamento di approfondimento utili a cittadini, imprese e amministratori locali. Perché l’energia non è solo una questione tecnica: è una scelta di comunità, di visione e di responsabilità condivisa.

Federico Testa durante la conferenza sulla gestione dell’energia

Economia.

L’analisi di Flavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale

“Vogliamo tutelare il commercio di quartiere, attività con una spiccata valenza sociale”

F lavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale, ospite di “Buongiorno Veneto”, dai microfoni di Veneto24 ha messo in evidenza le necessità del commercio nella nostra regione, in un momento particolarmente delicato. “E’ un frangente assai importante per Confesercentispiega Zanonato - di confronto e dialettica in occasione della fase congressuale in cui gli imprenditori sono chiamati a scegliere i propri rappresentanti di categoria. La prima grande questione sulla quale siamo impegnati è la volontà di tutelare il commercio diffuso, il commercio di quartiere. Non basta concepire l’attività commerciale come se si trattasse soltanto di un’attività economica. È un’attività che ha una fortissima valenza sociale. Pensiamo ai negozi di vicinato, l’alimentari, il bar dell’edicola, la tabaccheria, il negozio di frutta e verdura del negozio di merceria. E l’elenco potrebbe continuare: que-

Convento

sta vivacità, che dura dalla mattina alla sera, consente ai cittadini di circolare tranquillamente, di avere dei servizi immediatamente a disposizione. Consente ai più deboli, ad esempio gli anziani e le donne con bambini piccoli, di trovare immediatamente un prodotto di cui hanno bisogno e contemporaneamente di muoversi in un ambiente sicuro”.

L’altra grande questione riguarda l’aspetto economico, la crisi che ha investito il settore e portato a numerose chiusure. Come affrontarla e risolverla? “La prima causa è stata l’arrivo di grandi sistemi di vendita, - aggiunge Zanonato - i centri commerciali sono attrattivi, anche perché dotati di parcheggi efficienti e maggiori comodità. Su questo fronte dobbiamo ottenere dei risultati dalle amministrazioni locali. Poi c’è l’e-commerce che si sta portando via una fetta di commercio importante. E anche qui abbiamo l’esigenza di fornire ai

nostri associati la capacità di utilizzarlo questo strumento perché non si può certo eliminare, sarebbe illusorio. Non da ultimo il costo degli affitti, che spesso uccide il commercio. Praticamente un negozio lavora a metà del tempo per pagare l’affitto, poi deve pagare tutto il resto nel negli altri quindici giorni del mese”. Qui entra il gioco anche il rapporto con le istituzioni e la necessità di concertare e pianificare interventi e iniziative che salvaguardino le attività commerciali come presidio sociale nei quartieri. “Ci sono già dei tavoli di concertazione, di concertazione in ogni provincia e nei centri più importanti. Si discute di mobilità, di qualità della vita nei quartieri, perché le attività commerciali vanno inserite nelle politiche sociali della città. Pensiamo ad un anziano che non si muove più in automobile e non trova i negozi sotto casa: deve appoggiarsi ai figli per qualsiasi necessità, ma

se questo non è possibile rischia di finire in casa di riposo e il costo sociale è enormemente più alto. Poi c’è la questione della mobilitò, dei parcheggi, della qualità del verde delle nostre città. E ovviamente riuscire a rendere più moderati gli affitti è una partita molto importante. Purtroppo ci sono proprietari di immobili che preferiscono tenere chiuso piuttosto che affittare un prezzo congruo”. Una volta completata la fase congressuale

Confesercenti si dedicherà al nuovo programma di lavoro che coinvolge tutte le categorie. “Intanto vogliamo sottoporre questa riflessione a tutti. - conclude ZanonatoIl commercio non è solo un’attività strettamente economica, è un’attività con una forte valenza sociale e ricordo che dal commercio è nata la società moderna come la conosciamo oggi. Abbiamo perciò un grande patrimonio da tutelare e difendere per il bene di tutti”.

(Cescot): “La formazione indispensabile per le nostre imprese, dai distretti del commercio impulso alle iniziative”

Flavio Convento è presidente di Cescot, l’ente di formazione di Confesercenti Veneto Centrale che si occupa della formazione, una necessità sempre più sentita dagli imprenditori commerciali. “Le nostre imprese hanno bisogno di formazione perché si trovano a combattere con grandi player molto strutturati, - sottolinea Convento i quali oltretutto beneficiano di agevolazioni fiscali molto elevate, soprattutto quelle internazionali. E su questo noi combattiamo da anni per dare la possibilità ai piccoli commercianti di affrontare questa sfida. Il

fatto che un ente di formazione come Cescot collabori insieme con Confesercenti aiuta a far crescere gli imprenditori, a unirli, così da avere la possibilità di dialogare con le amministrazioni per riuscire a risolvere alcuni problemi legati alle attività commerciali. Il nostro lavoro, l’esercizio di vicinato, contribuisce a garantire città vive e sicure”.

L’attuale congiuntura continua ad essere sfavorevole per l’economia in genere e in particolare per il commercio, i cui operatori reagiscono rafforzando il legame con il territorio. Per esempio con i distretti del com-

mercio, ormai diffusi in tutto il Veneto. “Da molti anni stiamo lavorando con la Regione - aggiunge il presidente di Cescot - e i distretti del commercio sono parte fondamentale delle città, servono per far crescere il territorio. Sono un importante investimento che permette sinergie con le istituzioni per creare eventi e iniziative che possano dare vita alle città. Confesercenti ci crede da molti anni, ci sta lavorando. Rappresentiamo più di qualche distretto a livello regionale e abbiamo riscontrato che i risultati ci sono, si crea una sinergia tra attività commerciali e

amministrazioni locali”.

Tra le iniziative Convento ricorda il progetto messo a punto da Confesercenti per Padova, “Il cammino sotto i portici”, che unisce una trentina di attività commerciali. “Padova è la seconda città italiana per lunghezza dei portici, circa 25 chilometri: è un patrimonio da valorizzare e da promuovere come veicolo per il commercio. Il progetto è già partito, stiamo organizzando degli eventi sotto i portici, tra cultura, arte e commercio, sul nostro sito ci sono tutte le informazioni utili”. (n.s.)

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Flavio Zanonato e Flavio Convento

L’esposizione. Brugnaro: “Una sfida aperta nel 2019 e che deve proseguire anche senza di me”

Salone Nautico di Venezia: sesta edizione tra storia, innovazione e sostenibilità

C on un rombo che ha fatto vibrare i cuori e colorato il cielo di Venezia, le Frecce Tricolori hanno aperto la sesta edizione del Salone Nautico, trasformando ancora una volta l’Arsenale in un palcoscenico di eccellenza per la nautica italiana e internazionale. La cerimonia inaugurale si è svolta in una cornice suggestiva, dove tradizione e futuro si sono incontrati, testimoniando il valore strategico di questa manifestazione per l’intero comparto marittimo.

Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, assieme al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Matteo Zoppas, presidente di ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, l’Ammiraglio Enrico Credendino e il Presidente del Senato Ignazio La Russa, la cui partecipazione ha conferito ulteriore rilievo all’evento. A rendere ancora più spettacolare l’apertura è stato l’ammaraggio degli incursori della Marina Militare nella Darsena.

“È una scommessa iniziata nel

2019 e oggi siamo qui, alla sesta edizione. È la dimostrazione che quando si crede in un progetto e si lavora in squadra, i risultati arrivano. Questo è il mio ultimo Salone da sindaco ma la manifestazione deve continuare, è finanziata anche per le prossime due”, ha dichiarato il sindaco Brugnaro. “Il nostro sguardo è già rivolto al futuro: la settima edizione si terrà dal 27 al 31 maggio 2026, con la promessa di un evento più ricco e internazionale, già finanziato per le prossime due edizioni”, ha aggiunto il sindaco.

Il Salone, ospitato in uno spazio espositivo di 55.000 metri quadrati su bacino acqueo, ha accolto oltre 270 espositori e circa 300 imbarcazioni, offrendo a ben 30 mila visitatori una panoramica ampia e articolata sulla nautica contemporanea, tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche, con particolare attenzione alle propulsioni sostenibili. Il prestigioso riconoscimento della gestione sostenibile, conferito per il sesto

anno consecutivo da TÜV Italia, ha ulteriormente consolidato il posizionamento del Salone come evento di riferimento nel panorama europeo.

Fabrizio D’Oria, direttore operativo di Vela Spa, ha evidenziato come la sostenibilità rappresenti un pilastro del progetto fin dal principio: “Anche quest’anno abbiamo confermato il nostro impegno. Venezia è candidata a diventare capitale mondiale della sostenibilità, e il Salone è una delle sue punte di diamante”.

Durante la cerimonia, La Russa ha voluto rendere omaggio a Vene-

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zia come “ città dell’acqua per eccellenza” e ha sottolineato il valore culturale ed economico del legame tra la città e il mare. L’Arsenale, cuore storico dell’industria navale veneziana, è tornato a pulsare grazie a questa manifestazione, come ricordato da Brugnaro: “Ogni anno investiamo oltre 2,4 milioni di euro nel Salone. È fondamentale che chiunque guiderà Comune e Regione in futuro continui a sostenere questo progetto”.

Il governatore Zaia ha rimarcato come non si tratti di un settore elitario ma grazie alle varie professionalità impiegate, l’economia

del mare e della nautica abbia un impatto notevole sull’intero territorio, mentre Zoppas ha ribadito come la cantieristica italiana rappresenti un’eccellenza del Made in Italy da valorizzare e promuovere all’estero. Anche la Marina Militare ha avuto un ruolo di primo piano, con la presenza delle navi Alpino, Viareggio e del sommergibile Todaro, ormeggiate in Riva Sette Martiri. L’Ammiraglio Dattola ha ricordato che proprio all’interno dell’Arsenale ha sede l’Istituto di Studi Militari Marittimi, polo culturale e formativo delle forze armate.

Oltre alla mostra espositiva, il Salone ha proposto un ricco programma di oltre cinquanta eventi tra convegni e incontri, ospitati in luoghi simbolici come la Torre di Porta Nuova. Tra le iniziative di punta anche la “Wood Village”, dedicata alla cantieristica tradizionale veneziana, e competizioni sportive come la storica Pavia-Venezia e la silenziosa E-Regatta.

Riccardo Musacco

Il dialogo. Francesca Chiesa esplora la condizione femminile in un libro sorprendente e attualissimo

“Diversamente sole”, storie universali per raccontare la complessità delle donne

Dopo aver girato mezzo mondo ha trovato il suo approdo nell’isola greca di Syros. “Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli”

F

rancesca Chiesa ha girato mezzo mondo prima di trovare il suo approdo nell’isola greca di Syros. Padovana, Chiesa ha appena pubblicato “Diversamente sole” (Edizioni Open, 14 euro), raccolta di racconti intensa e struggente. Una testimonianza preziosa della condizione femminile, una lettura attualissima e che riesce ad essere universale. Ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata sul suo nuovo libro (e non solo). Francesca, tu scrivi che la solitudine femminile è “una qualcosa che non si racconta mai abbastanza”. Da dove nasce la tua urgenza di darle voce?

Ho sempre guardato alla solitudine come a un privilegio. Da bambina sono cresciuta nella villetta liberty del mio bisnonno: lui, una nonna, tre prozii e una zia pronti ai miei desideri, le lavoranti della fabbrica annessa in adorazione della bambina sorridente e grassoccia che ero, un parco e una biblioteca a mia disposizione. Parecchio triste ma molto dolce e molto privilegiata. Nella vita adulta, poi, la solitudine ha cambiato aspetto ed è diventata un miraggio. Fino al momento in cui sono venuta a vivere qui sull’isola ed è scoppiata l’epidemia del Covid. Ovvero fino al momento in cui ho compreso che la karantina/quarantena, per me gioia solitaria, nel resto del mondo si chiamava segregazione

e angosciosa solitudine. La constatazione di quanto io fossi diversamente e felicemente sola mi ha colpito come una frustata e da allora ho cominciato a ragionare di solitudine e poi a raccontare. Per ora di donne, per ora di mondi altri, ma non siamo che all’inizio.

Alcune storie sono ispirate a vicende reali. Qual è stato il processo di scrittura nel tradurre queste storie in letteratura senza tradirne la verità?

La mia è stata una generazione fortunata. Quando io ero giovane poteva accadere che un grande poeta come Andrea Zanzotto, ricevendo una raccolta di mie poesiole e raccontini, mi abbia fissato un appuntamento per analizzare con me i testi che gli avevo sottoposto e raccomandarmi di scegliere una sola forma di espressione tra prosa e poesia. Il consiglio del poeta si è rivelato nel corso degli anni un blocco che sembrava insuperabile. Fino al momento in cui proprio la necessità di raccontare Tawergha mi ha fatto trovare la mia voce, che è fatta di prosa e di poesia. La realtà è ciò che si racconta.

Nel tuo libro le donne non sono mai solo vittime. Sono anche complici, carnefici, spettatrici passive. Quanto è stato difficile mantenere questo equilibrio narrativo?

Direi che questo è l’aspetto più autobiografico di questo mio lavoro. Io, noi, tutte cresciamo e vivia-

mo portandoci dentro un imperativo categorico. Nasconditi. Non farti capire. Sorridi. Dimentica. Perdona. Perché potremmo essere pericolose, forse: ricordate o immaginate com’era la vita all’interno di un harem, di quanta ferocia erano fatti quei sorrisi. Le leonesse ammazzano, le donne addomesticate no, ci sono altri modi e non è sempre necessario impugnare un pugnale, a volte basta una penna. Un uomo affronta il rivale a duello, qualsiasi genere di rivale e qualsiasi genere di duello, uccide o muore e non se ne parla più; le donne hanno più fantasia.

Hai vissuto a lungo in Nord Africa, in Asia e tutt’ora risiedi per la maggior parte dell’anno in Grecia. Quanto ha influito la tua esperienza nella tua scrittura?

Le donne nei luoghi che racconto sono la mia vita, per interposta persona. Nessuna mi impersona ma in ognuna di esse si è rispecchiato un bagliore del caleidoscopio che io sono. Voi siete. Loro sono. Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli. O forse avrei scritto della mia famiglia, ma c’era poco di bello da raccontare.

Il titolo Diversamente sole è molto evocativo. Cosa significa per te questa espressione?

Per rispondere, basta sapere che il titolo della prossima raccolta di racconti cui sto lavorando è “Una uniforme solitudine” e ha come attrici donne occidentali, donne di potere e post-femministe integrate. Ho visitato i mondi delle donne diversamente sole in un’epoca in

cui non erano ancora stati toccati e uniformati dalla globalizzazione. Pertanto ognuno dei Paesi di cui narro appare come una realtà a sé stante che fa da sfondo a una specifica forma di solitudine femminile la quale a sua volta la rispecchia. Com’è l’Italia vista da fuori? Che dire? È un’altra cosa, è un Paese che fatico a riconoscere. Credo sia un processo inevitabile quando alla lontananza si aggiunge il passare degli anni, e che per me ha avuto inizio nel momento in cui sono tornata a vivere per qualche anno in Italia dopo i primi undici anni di estero. Venivo dall’Eritrea, dove al massimo c’erano i cellulari militari e mi sono trovata circondata da Motorola e simili. Man mano che subentrano i cambiamenti inevitabili nella storia di un Paese, i residenti hanno il tempo di digerirli lentamente, i saltuari come me devono inghiottire tutto in un boccone. E si sa, a volte “va di traverso”. A volte, invece, ci si

abitua. Ricordo, ad esempio, che l’usanza dell’aperitivo mi ha dato molto fastidio nei suoi primi anni, tornando in Italia con il desiderio di passeggiate tranquille e silenziose per le Piazze. Alla fine l’anno scorso, trovato un bar di riferimento, sono ingrassata di cinque chili in un mese di aperitivi giornalieri, anzi serali.

Giacomo Brunoro

Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

La scrittrice Francesca Chiesa
• Chi è Giacomo Brunoro

L’intervista. Il consigliere regionale fa il punto sulle azioni realizzate e rilancia la sfida dell’autonomia

Giuseppe Pan: “Cinque anni al servizio del Veneto”

Apochi mesi dalla fine della legislatura, Giuseppe Pan, capogruppo di Liga Veneta per Salvini Premier in Consiglio Regionale, traccia un bilancio del lavoro svolto. Dalla sanità alla tutela dell’identità veneta, dai servizi sociali al sostegno alle imprese, il consigliere evidenzia gli interventi realizzati e ribadisce la centralità della battaglia per l’autonomia del Veneto.

Consigliere Pan, ci traccia un bilancio di questi cinque anni?

“In questi anni, da consigliere regionale e capogruppo, ho avuto l’onore di rappresentare il nostro Veneto e lavorare per portare benefici reali alla nostra gente. Parliamo di sanità, servizi sociali, agricoltura, identità e, naturalmente, autonomia. Oggi possiamo dire con orgoglio che tanti traguardi sono stati raggiunti”.

Partiamo dalla sanità. Quali sono gli interventi più significativi nel padovano?

“A Cittadella, ad esempio, stiamo costruendo una nuova piastra ospedaliera per le degenze e le attività ambulatoriali: un investimento

da quasi 50 milioni di euro, cofinanziato con fondi Pnrr e regionali. La struttura, moderna e integrata, porterà 250 nuovi posti letto in camere singole e doppie. Il tutto sarà collegato con la piastra emergenze, completando un processo di riqualificazione già avviato”.

Anche Camposampiero è stato interessato da interventi?

“Sì, lì abbiamo realizzato una elisuperficie in quota,destinata all’elisoccorso, posizionata sopra il nono piano dell’ospedale, direttamente collegata al pronto soccorso, alla radiologia e alle sale operatorie. Una soluzione innovativa che migliora i tempi di intervento e rafforza l’intero sistema di emergenza”. E per quanto riguarda i servizi sociali?

“Anche qui il Veneto ha fatto scuola. Siamo stati i primi in Italia a normare l’organizzazione dei servizi sociali territoriali secondo i Leps. Abbiamo introdotto gli Ats, gli Ambiti Territoriali Sociali, enti composti dai Comuni, che garantiscono una gestione più stabile, efficiente e professionale, vicina ai

bisogni reali dei cittadini”.

Una particolare attenzione anche alla casa di riposo di Cittadella “In Viale della Stazione è stata realizzata una nuova ala grazie a un investimento di 7 milioni di euro. Una struttura all’altezza delle esigenze crescenti della nostra popolazione anziana, moderna, funzionale e in linea con gli standard più elevati”.

Un altro tema che ha toccato è stato quello dell’identità veneta, attraverso la “Via della Seta Vene-

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ta”

“È un progetto a cui tengo moltissimo. La legge sulla “Via della Seta Veneta” rilancia la gelsibachicoltura, tutelando una tradizione agricola storica. La norma valorizza il gelso all’interno delle politiche ambientali e promuove innovazione nel settore. Il primo bando regionale ha già finanziato quattro progetti per un totale di 1 00mila euro”.

Parliamo di Autonomia. È ancora una priorità?

“L’autonomia è la chiave per gestire le nostre risorse, decidere il nostro futuro e garantire servizi migliori. Continueremo a batterci per un Veneto più libero, efficiente e capace di camminare con le proprie gambe. È una battaglia che riguarda tutti: famiglie, imprese, amministratori locali”.

Uno sguardo all’industria. Cosa sta facendo la Regione per il futuro economico?

“Stiamo investendo nell’industria 4.0, nella digitalizzazione, nella formazione avanzata e nei poli di innovazione tecnologica. Abbiamo un modello che unisce le nostre radici a una visione globale. Vogliamo creare occupazione di qualità, valorizzare il capitale umano e rendere il Veneto protagonista nella nuova economia digitale”.

Qual è il messaggio ai cittadini?

“Che non stiamo facendo promesse, ma stiamo lavorando con serietà e visione. Il nostro Veneto sta crescendo, con risultati concreti e un’identità forte. E noi continueremo a difenderlo, con passione e responsabilità”.

Giuseppe Pan

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Vent’anni di IOV, Padova celebra l’eccellenza oncologica veneta

Venti anni di impegno nella lotta contro il cancro, vent’anni in cui la ricerca e l’assistenza si sono intrecciate per costruire un modello d’eccellenza sanitaria. L’Istituto Oncologico Veneto (IOV) ha celebrato oggi il proprio ventesimo anniversario con una cerimonia ufficiale a Padova, alla presenza del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, della direttrice generale Giuseppina Bonavina e di numerosi rappresentanti istituzionali. Nel suo intervento, il governatore ha evidenziato come i numeri dello IOV siano la dimostrazione concreta dell’alto livello raggiunto: oltre 7 mila pazienti curati ogni anno, 6.800 interventi chirurgici, 58 mila sedute di chemioterapia e 50 mila trattamenti radioterapici. Ha sottolineato che l’istituto rappresenta una delle eccellenze sanitarie regionali, capace di coniugare innovazione scientifica, attenzione alla persona e risposte efficaci ai bisogni dei malati oncologici.

Zaia ha ricordato che lo IOV è nato come progetto delle Ulss, ma si è trasformato nel tempo in un punto di riferimento nazionale, grazie al riconoscimento come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e all’adozione di protocolli e percorsi assistenziali (PDTA) tra i più avanzati a livello italiano.

Ha poi ricostruito le tappe principali dello sviluppo dell’istituto: dall’apertura della sede al Busonera nel 2006, all’attivazione dei laboratori nella Torre della Ricerca nel 2015, fino alle sedi di Castelfranco Veneto (2017) e di Schiavonia per la Radioterapia (2018). Secondo Zaia, si tratta di un percorso di successi continui che ha permesso di estendere la presenza dell’Istituto sul territorio e di rafforzarne la struttura organizzativa.

Il presidente ha voluto ringraziare pubblicamente tutto il personale dello IOV per aver contribuito alla crescita di una realtà diventata un pilastro della rete sanitaria regionale. Ha inoltre ribadito che, nel campo della sanità, è fondamentale non abbassare mai la guardia e non accontentarsi dei risultati già ottenuti, ma continuare ad alzare l’asticella.

Ha fatto riferimento ai più recenti progressi della medicina oncologica, come i farmaci monoclonali personalizzati sulla base del profilo genetico dei pazienti, e all’introduzione dell’intelligenza artificiale nell’interpretazione delle immagini diagnostiche, in particolare nelle nuove mammografie. Secondo Zaia, tutto questo dimostra che l’impegno per una sanità più precisa e accessibile deve proseguire, con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno.

Redazione Salute

Una vita nuova a 96 anni grazie alla dialisi

Una paziente di 96 anni, in trattamento dialitico da quindici anni, si trova in buona salute e testimonia l’efficacia dell’uso di un rene artificiale. Questo dispositivo, indispensabile per filtrare il sangue e restituirlo purificato al circolo, non solo contribuisce a prolungare l’esistenza, ma garantisce anche un’elevata qualità della vita. La donna è sotto le cure dei professionisti dell’Unità Operativa Semplice (UOS) di Emodialisi presso l’Ospedale Sant’Antonio, guidata dal dottor Giuseppe Scaparrotta. Attualmente, l’Unità Operativa Complessa (UOC) di Nefrologia ha in carico 93 pazienti anziani e grandi anziani affetti da malattia renale cronica, per i quali gestisce la terapia conservativa a lungo termine. L’attività si svolge su tre sedi: presso l’Ospedale Sant’Antonio, che dispone di 28 posti letto per l’assistenza intensiva in tutte le tipologie di trattamento emodialitico; al Giustinianeo, con 12 posti letto per l’assistenza media; e al complesso socio-sanitario dell’Ospedale ai Colli, con 6 posti letto destinati ai trattamenti di emodialisi intermittente, alle visite nefrologiche e alle terapie educazionali. Nel corso dello scorso anno, la UOS ha registrato un totale di 40.500 prestazioni, di cui 26.500 sono state dedicate a trattamenti dialitici. Nel 2024 sono stati eseguiti oltre 1500 trattamenti in terapia intensiva e in totale più di 3300 trattamenti su pazienti acuti, di cui 1750 in emodialisi, soprattutto in situazioni complesse come il supporto a cuore e fegato artificiali. Cresce anche la dialisi peritoneale a distanza, grazie al controllo remoto, che migliora l’assistenza da casa. Il reparto conta sette ambulatori specialistici, con quasi 3700 visite nell’ultimo anno, in particolare per trapianti di rene, controlli post-operatori e valutazioni di donatori viventi. Importante anche l’attività ospedaliera: 831 ricoveri, di cui 77 in day hospital, e 65 biopsie renali per diagnosi approfondite.

Il servizio. Un polo d’eccellenza per l’assistenza integrata ai bambini affetti da patologie complesse, tra cure e dignità

Il nuovo Hospice Pediatrico sarà il cuore pulsante delle cure palliative infantili in Italia

Un progetto all’avanguardia, nato in Veneto ma destinato a fare scuola in tutta Italia. È il nuovo Hospice Pediatrico dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, la cui realizzazione rappresenta un ulteriore passo avanti in un cammino iniziato più di vent’anni fa. Padova è stata infatti la prima città italiana a dotarsi di una rete specialistica per le cure palliative e la terapia del dolore dedicata esclusivamente all’età pediatrica. Oggi quella visione diventa un centro integrato, innovativo e a misura di bambino.

La struttura attuale, coordinata dalla professoressa Franca Benini, segue ogni giorno oltre 350 piccoli pazienti affetti da patologie gravi e complesse. L’assistenza è capillare e si sviluppa su tre livelli: ospedaliero, domiciliare e residenziale. Ogni anno, il team effettua circa 15.000 reperibilità telefoniche, gestisce oltre 3.000 pazienti in terapia del dolore e accoglie 300 ricoveri annui. Un’attività che va ben oltre la clinica e che si fonda su un approccio globale alla persona, alla famiglia, al contesto.

Il nuovo Hospice Pediatrico sarà un polo di eccellenza di 3.000 metri quadrati, con un’area verde esterna di 730 metri. Avrà otto stanze singole di degenza, quattro dedicate al “respite care” (accoglienza temporanea del bambino per dare sollievo alla famiglia), un ambulatorio per la somministrazione delle terapie, una cucina e

un salotto polivalente per attività ludiche e relazionali. Ci saranno anche una palestra per la riabilitazione e uno spazio spirituale, pensato come luogo di raccoglimento, conforto e supporto psicologico. Ogni ambiente sarà curato per accogliere e non solo per curare, offrendo protezione, normalità e dignità anche nei momenti più delicati della vita.

A conferma dell’impatto straordinario di questo modello, parlano i dati: nei bambini seguiti dalla rete pediatrica padovana, il numero medio di giornate in terapia intensiva si è ridotto da 19 a 5, mentre la frequenza scolastica è stata mantenuta nel 73% dei casi. Il 64% delle madri ha potuto riprendere il lavoro e l’85% dei decessi è avvenuto nel luogo scelto dalla famiglia, rispettando le volontà e le sensibilità individuali. Il progetto è stato finanziato dallo Stato e dalla Regione Veneto con un investimento di 10 milioni di euro. A questi si aggiunge la

generosità di soggetti privati: la Fondazione “La Miglior Vita Possibile” ha donato il progetto esecutivo, mentre la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha stanziato 1,1 milioni di euro per arredi e attrezzature sanitarie. Il cronoprogramma prevede la conclusione della progettazione a luglio 2025, la validazione entro settembre e l’avvio della gara d’appalto per i lavori entro ottobre. Non si tratta solo di costruire una struttura, ma di offrire una casa della cura dove ogni bambino venga accolto con la stessa attenzione, delicatezza e dedizione che si riserva ai propri figli. Il nuovo Hospice Pediatrico sarà la sintesi di un impegno corale tra istituzioni, professionisti, fondazioni e comunità. Un presidio simbolo di una sanità che guarda avanti, che mette davvero al centro la vita e che difende, con forza e dolcezza, il diritto di ogni bambino alla miglior vita possibile.

Bigon

Il MUSME compie dieci anni, un viaggio tra storia, innovazione e futuro della medicina nel cuore di Padova

Dieci anni fa, il 5 maggio 2015, apriva le porte a Padova il MUSME, Museo di Storia della Medicina, situato nell’antico Ospedale di San Francesco Grande, considerato la culla della clinica medica moderna. Un luogo che ha saputo raccontare al mondo il ruolo centrale del Veneto nella storia della scienza medica, unendo passato e futuro in un percorso culturale di grande rilievo. A celebrare questo importante anniversario è il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che sottolinea come il MUSME rappresenti “una straordinaria avventura culturale e scientifica, capace di coniugare tradizione, innovazione e divulgazione”. Le mura storiche dell’ospedale, dove già dal Cinquecento i maestri dello Studium Patavinum introducevano l’osservazione diretta del malato come metodo didattico, sono testimoni di una rivoluzione che ha cambiato per sempre il volto della medicina europea. “Nel MUSME – afferma Zaia – si respira la grandezza della Scuola Medica Patavina, con figure illustri come Giovanni Battista Da Monte e Andrea Vesalio, che hanno segnato pagine fondamentali della scienza. Questo passato diventa memoria vivente e motore di ricerca, conoscenza e innovazione”. Il museo si distingue infatti per il suo approccio interattivo e immersivo, rivolto soprattutto ai giovani: migliaia di studenti provenienti da tutta Italia ogni anno imparano a conoscere il corpo umano, la storia della medicina e le sue nuove frontiere, grazie all’uso di tecnologie avanzate e a una narrazione coinvolgente. Un successo che si riflette anche nella gestione virtuosa del museo, frutto di una collaborazione pubblico-privato tra Regione, Comune di Padova, Università, Azienda Ospedaliera e ULSS 6, riuniti nella Fondazione MUSME, che ha affidato la direzione a una realtà manageriale privata garantendo così sostenibilità ed efficienza. Padova si conferma così capitale europea della scienza e della medicina, con il MUSME che ne è ambasciatore d’eccellenza. Il museo, a dieci anni dalla sua nascita, continua a essere un ponte tra storia e futuro, un orgoglio per tutto il Veneto.

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Con il mese di giugno inizia l’estate e con lei il caldo, le giornate di sole e la voglia di frutta e verdura fresche e dissetanti, per alleviare il calore e idratare l’intero organismo. Una combinazione di alimenti leggeri ma allo stesso tempo con un elevato apporto nutritivo.

GAZPACHO DI POMODORO

Una zuppa fredda e senza cottura a base di pomodoro, verdure e pane raffermo. Originaria dell’Andalusia rappresenta uno dei piatti freddi estivi per eccellenza della gastronomia spagnola.

Ingredienti: : 1 Kg di pomodori ben maturi; 1 cetriolo; 1 peperone verde; 50 ml di olio extravergine di oliva;30 ml di aceto di vino bianco; 1 spicchio di aglio; 150 g di pane raffermo; Sale e pepe

Preparazione: Ammorbidire la mollica del pane in una ciotola con acqua per circa dieci minuti. Quando si sarà ammorbidita mettere da parte il contenuto. Tagliare a metà i pomodori, togliendo i semi; sbucciare e tagliare il cetriolo a rondelle ed infine e tagliare a listarelle il peperone eliminando l’interno dai semi. Pelare e tritare l’aglio. Inserire le verdure nel mixer, aggiungendo la mollica strizzata, l’olio e l’aceto, fino ad ottenere una salsa cremosa. Versare e setacciare il composto per eliminare eventuali pezzettini di bucce o semini. Se necessario aggiungere sale e pepe. Il gazpacho è pronto essere messo in frigo per un paio d’ore. Nel frattempo, in una teglia versare l’olio e dorare nel forno a 200° per circa cinque minuti i crostini di pane realizzati con la crosta del pane messo da parte.

POLPETTE DI MELANZANE

Un piatto versatile che può essere servito come antipasto, come contorno o un goloso secondo di verdure vegetariano. Facili e veloci da preparare. Per una versione light è possibile cucinare le polpette in forno.

Ingredienti: : 4 melanzane; 1 uovo; pane raffermo qb; sale; pepe; parmigiano grattugiato; spezie a piacere; pangrattato; olio di semi di arachide per friggere

Preparazione: Lavare accuratamente le melanzane. Cucinare e tagliare a cubetti le melanzane, tagliate a cubetti, in una casseruola con pochissima acqua. Quando saranno cotte, lasciarle raffreddare completamente. Aggiungete alla polpa di melanzane, l’uovo, il sale, il pepe, il parmigiano e il pane raffermo bagnato e strizzato. A scelta è possibile aggiungere alcune spezie come timo o basilico. Amalgamare il tutto con un cucchiaio. Preparate le polpette di melanzane, passandole prima nell’uovo e poi nel pan grattato. Friggere le polpette in abbondante olio per friggere.

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PLUMCAKE ALLE ALBICOCCHE

Un delizioso dolce da forno semplice, saporito e leggero, ideale per cominciare la giornata con una nota golosa. Ingredienti: 180 g di farina; 3 uova; 200 g di albicocche; 180 g di zucchero integrale di canna; 180 g di burro morbido; 1/2 bustina di lievito per dolci; 1 cucchiaino di estratto di vaniglia; 30 g di mandorle a lamelle; 1 pizzico di sale

Preparazione: Unire in una ciotola il burro insieme allo zucchero e montare il tutto fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungere le uova, il sale e l’estratto di vaniglia, e incorporare la farina e il lievito setacciati. Unire all’impasto le albicocche tagliate a fettine, tenendone da parte alcune. Mescolare delicatamente con una spatola e versare il composto all’interno di uno stampo da cake da 25 x 11 cm. Aggiungere le mandorle a lamelle e cuocere nel forno già caldo a 180° per circa 50-60 minuti.

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Rubrica a cura di Sara Busato

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