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Tumore alla prostata: nuova speranza per i pazienti in stadio avanzato

Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra

Quanto manca alle elezioni regionali? Non si sa. O meglio: le elezioni regionali si dovranno tenere entro il prossimo 23 novembre e da li non si scappa. Però la data precisa, che deve essere indicata dall’attuale amministrazione regionale, non si conosce.

Del resto ogni giorno l’agenda politica regionale è scandita dalle divisioni nel centrodestra. Il “dopo Zaia” evidentemente non è un passaggio per nulla natura e la difficoltà a indicare il prossimo candidato presidente appare chiara. Non è solo una questione di numeri, o meglio di proporzioni elettorali tra le forze politiche che compongono la coalizione: sembra esserci un problema di standing. Dopo un presidente così presente, mediatico e amato, infatti, non sembra esserci, in “casa” di nessuno una figura in grado di raccogliere il testimone con la stessa forza. Da qui le difficoltà a individuare il candidato successore.

Il segretario regionale della Lega, Alberto Stefani, quello di Fdi, Luca De Carlo, il senatore meloniano Raffaele Speranzon, l’assessore regionale leghista, Roberto Marcato sono certamente tutte figure importanti e stimate, ma evidentemente nessuna di loro rappresenta “l’asso pigliatutto” ovvero quella figura che, in una fase di difficoltà a decidere, metta tutti d’accordo.

segue a pag. 21

Marco Dolfin:

“Nessun vento

elettorale può scalfire l’identità della Lega”

Verso il voto in Veneto scende in campo l’Udc, De Poli: “I cittadini al centro della politica”

L’INVERNO DEMOGRAFICO

SI ABBATTE SUL VENETO NASCITE IN COSTANTE CALO,

Negli ultimi vent’anni il tasso di natalità nel vicentino è diminuito del 31%, eppure quasi 8 giovani su 10 sognano di avere un figlio in futuro, ma pesano le preoccupazioni economiche e la carenza di servizi a favore delle famiglie con bambini piccoli

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Matteo Ribon e il mondo artigiano: “Se non comunichi oggi non esisti”

URBANA PARTECIPATA PER UNA CITTA’ PIU’ ATTRATTIVA E SOSTENIBILE

Cristina Balbi, assessore allo sviluppo economico e al territorio, traccia un bilancio a partire dal percorso condiviso con la cittadinanza

Il centrosinistra compatto apre la lunga campagna elettorale, “Serve una Regione che non lasci indietro nessuno”

(Pd) autorimessa.italia@tiscali.it

Dalle culle vuote il monito per il futuro

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

C ’è una curva che scende in silenzio, lontano dai clamori della cronaca quotidiana, ma che racconta meglio di qualunque altra cifra il destino della nostra società: quella delle nascite. I dati diffusi da Istat e Regione Veneto parlano chiaro. Nel 2024, nella nostra regione, sono venuti alla luce appena 29.918 bambini, il minimo storico degli ultimi decenni, mentre i decessi sono stati oltre 50 mila.

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Servizi alle pagg. 8 e 9
Servizio a pag. 6
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Diritti umani, Francesca Albanese invitata dal sindaco Possamai

Il sindaco Giacomo Possamai ha inviato una lettera di invito all’inaugurazione del Parco della Pace - che si terrà il prossimo settembre - a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati.

«Ho invitato a partecipare all’inaugurazione del Parco della Pace, un luogo simbolico per la nostra città, Francesca Albanese, in qualità di ospite d’onore – dichiara il sindaco Giacomo Possamai -. La sua presenza rappresenterebbe per noi un momento di altissimo valore simbolico e civile, capace di parlare in particolare alle nuove generazioni: sentiamo forte la responsabilità nel riaffermare la vocazione della nostra città a una cittadinanza attiva, responsabile e orientata alla costruzione della pace. Il suo intervento, in qualità di ospite e relatrice a uno degli eventi centrali per l’apertura del parco della Pace, costituirebbe il cuore delle giornate di inaugurazione del parco, per la forza etica e politica del messaggio che lei incarna e per il valore universale del suo impegno per la giustizia, la verità e la dignità umana».

Nella lettera il sindaco ha ricordato le vicende che hanno interessato la grande area verde: ex area aeroportuale Dal Molin, è diventata negli anni Duemila epicentro di una straordinaria mobilitazione popolare, in seguito alla decisione del Governo italiano e degli Stati Uniti, nel 2007, di destinare l’area alla costruzione di una nuova base militare statunitense.

Il sindaco ha poi ricordato nella lettera che «nella prossima seduta del Consiglio Comunale, sarà discussa una mozione con cui il Consiglio è chiamato a esprimere il proprio pieno sostegno al suo mandato presso le Nazioni Unite e a condannare con fermezza ogni tentativo di delegittimazione».

Il sindaco invita la relatrice ONU al Parco della Pace

Dalle

culle vuote il monito per il futuro

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it

Rispetto al 2023 siamo scesi sotto la quota dei 30 mila nati in un calo che ormai prosegue da anni. Siamo a meno 1.300 nati nel 2023 e meno 500 nel 2024, che si traduce in un crollo del 35% se guardiamo al 2010. E se prendiamo in considerazione il saldo naturale – oltre 50 mila decessi contro meno di 30mila nascite – la realtà si fa impietosa: il Veneto sta morendo più in fretta di quanto riesca a rigenerarsi.

Siamo abituati a pensare alla natalità come a una statistica secondaria, un indicatore da relegare nelle ultime pagine dei rapporti demografici. Ma non è così. Questa non è una semplice flessione, non è un ciclo passeggero. È una crisi profonda, strutturale, che ci interroga come comunità e che dovrebbe scuotere le fondamenta delle nostre agende politiche e culturali.

Le cause? Numerose e intrecciate: meno donne in età fertile (–17% in poco più di dieci anni), meno figli per donna (da 1,50 a 1,21), età media della prima maternità salita a quasi 32 anni. E poi la precarietà del lavoro, la fragilità dei legami affettivi, l’assenza di servizi per l’infanzia e un crescente senso di insicurezza economica. I figli non sono più un diritto spontaneo, ma un lusso da calcolare con il bilancino. Eppure, se guardiamo con attenzione, questa crisi demografica è anche una crisi di fiducia. Di fiducia nel futuro, nelle istituzioni, nella possibilità di costruire un progetto di vita che duri più di una stagione. Si rimanda il momento della genitorialità nella speranza che “arrivino tempi migliori”, che spesso non arrivano mai oppure arrivano ormai fuori tempo massimo. Così, i margini biologici si restringono, aumentano i ricorsi alla procreazione assistita, si riduce la possibilità di avere più di un figlio. Il tempo delle famiglie si contrae ed è già un miracolo se di figli ne arriva un solo. In questa fotografia, le province del Veneto non fanno eccezione, anzi guidano il declino. Eppure si tratta di territori che offrono buoni standard di vita, servizi diffusi, qualità ambientale, occasioni di lavoro. È segno che il nodo non è solo economico, ma anche culturale. Occorre rimettere al centro la natalità non come un dovere, ma come possibilità concreta e desiderabile. Servono politiche coraggiose, investimenti strutturali, incentivi reali per chi decide di mettere al mondo un figlio. Servono sostegni concreti, e non semplici bonus a spot, alle famiglie, alle giovani coppie, affinché la scelta di crescere dei figli non venga rimandata a tempo indeterminato. Oggi più che mai, il Veneto ha bisogno di futuro. E il futuro, in ogni civiltà, passa sempre da una culla.

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La strategia. Balbi: «Vicenza più attrattiva e sostenibile grazie alla rigenerazione urbana partecipata»

Un percorso condiviso con cittadini e portatori di interesse per rendere la città più forte

R isponde a questi principi il lavoro che in questi due anni ha caratterizzato gli uffici guidati dall’assessora allo sviluppo economico e al territorio Cristina Balbi. «Uffici complessi – ha ricordato Cristina Balbi nel fare un bilancio dell’attività svolta nei primi due anni di mandato - per problematiche, normative e pratiche trattate, dall’urbanistica all’edilizia privata, allo Sportello unico per le attività produttive fino al commercio, ma il cui lavoro, spesso poco conosciuto, contribuisce in modo determinante allo sviluppo della città».

Per quanto riguarda l’attività del settore urbanistica, l’assessore ha sottolineato l’approvazione di documenti attesi da anni, come la Variante “Città Storica” «uno strumento urbanistico che ha l’obiettivo di favorire il recupero edilizio per riportare i residenti nel cuore di Vicenza» e la costituzione di una Commissione intersettoriale per la qualità architettonica e urbanistica della città storica «per aiutare i professionisti e gli uffici nella corretta applicazione delle norme».

Nei giorni scorsi, con l’approvazione in consiglio comunale si è concluso anche il percorso della variante parziale 2024 “Rigenerazioni” per riqualificare il patrimonio edilizio e incentivare la sostenibilità ambientale, recuperando spazi degradati senza consumare nuovo suolo.

Fondamentale nell’attività dell’assessorato è stata la reintroduzione del metodo partecipativo, a partire dall’iniziativa Vicenzascolta: laboratori, interviste, incontri, focus con la cittadinanza per la definizione della variante

Sistema dei servizi.

«Un metodo – ha detto l’assessora Balbi - che applicheremo anche nel progetto che rappresenta la nostra vera sfida dei prossimi mesi: il Masterplan Vicenza 2030, ovvero il documento che traccia la visione strategica sulla città del futuro all’insegna di rigenerazione, coesione e sostenibilità, consentendoci di attivare ogni canale di finanziamento utile a realizzarla».

L’assessora ha ricordato anche l’iter intrapreso con la Regione Veneto per la costituzione di un nuovo soggetto giuridico per la gestione del Sito Unesco.

Il bilancio è stata poi l’occasione per ricordare l’imponente numero di pratiche rilasciate nel 2024: quasi 6.000, di cui 3.427 a cura dell’edilizia privata e 641 del Suap, oltre a 1.880 accessi agli atti. «Un’attività notevole – ha commentato Balbi – soprattutto se letta alla luce dei cambi normativi che sul fronte del decreto “salva casa” e del nuovo regolamento edilizio ci hanno indotto a stendere delle linee guida in collaborazione con gli ordini professionali, le categorie economiche e le altre amministrazioni».

Anche il Commercio nel 2024 ha “macinato” un significativo numero di pratiche: tra cui 344 provvedimenti relativi a pubblici esercizi; 142 aperture, 132 cessazioni e 123 variazioni di spazi commerciali in sede fissa; 79 aperture, 38 chiusure e 42 variazioni di negozi di acconciatori, estetisti e tatuatori.

L’attività relativa al rilascio di permessi per i plateatici, procedura semplificata dall’accordo con la Soprintendenza, ha portato a 3.750 i metri quadrati autorizzati a 140 locali, mentre l’applicazio-

ne del nuovo regolamento che disciplina i mercati ,per garantirne la qualità e l’ordine, è entrato nel vivo con la fase dei controlli. I prossimi mesi saranno particolarmente sfidanti per la definizione di un nuovo modello gestionale del mercato ortofrutticolo: «Sulla falsariga di esperienze consolidate

in tante città italiane e straniere –ha annunciato l’assessora – vogliamo trasformarlo in una Città del Cibo: un luogo aperto ai cittadini dove non solo si acquistano prodotti a chilometro zero, ma si possono anche degustare eccellenze del territorio o partecipare a laboratori sulla buona alimentazione».

Mentre gli uffici già si stanno attivando per la programmazione dei mercatini e degli eventi natalizi, il centro storico raccoglie i frutti dell’impulso dato ai chioschi temporanei, con la riapertura della spiaggetta a San Biagio e la positiva esperienza del chiosco di Parco dell’Ippodromo, ai concertini estivi infrasettimanali nei plateatici (Vicenza d’estate), agli eventi organizzati dai locali (Piazza Cabianca).

«Con un occhio di riguardo ai commercianti e ai proprietari di negozi del centro storico – ha concluso l’assessore Balbi - ai quali, in collaborazione con Confcommercio, vogliamo dare una mano per rendere anche le vetrine temporaneamente sfitte un’occasione di comunicazione, mettendo a disposizione di chi lo vorrà un’immagine coordinata per le schermature richieste dalla nuova ordinanza».

Il Comune di Vicenza aderisce all’appello per la dignità nelle carceri

I l Comune di Vicenza ha ufficializzato oggi la propria adesione all’appello lanciato dal Coordinatore nazionale dei Garanti territoriali per le persone private della libertà personale, Samuele Ciambriello, dal titolo: “Non c’è più tempo! Bisogna fermare la strage di vite e di diritti nelle carceri italiane”.

L’iniziativa, che richiama l’attenzione sul drammatico sovraffollamento delle carceri e sull’urgenza di interventi strutturali per garantire dignità e diritti fondamentali ai detenuti, è stata an-

nunciata oggi dall’assessore alle politiche sociali del Comune di Vicenza, Matteo Tosetto, dalla consigliera comunale Luisa Consolaro, presidente della commissione Servizi alla Popolazione, dalla Garante cittadina per le persone private della libertà personale, Angela Barbaglio, e dall’avvocata Matilde Greselin, responsabile dell’Osservatorio Carcere della Camera Penale di Vicenza. «L’adesione del Comune di Vicenza – ha sottolineato l’assessore Matteo Tosetto – è un atto di responsabilità civica. Serve una

politica capace di ascoltare e agire, che metta al centro la dignità umana in ogni contesto, compreso quello carcerario».

«Il tema delle carceri – ha dichiarato la consigliera Luisa Consolaro – non può più essere relegato a questione marginale. Parliamo di luoghi che oggi soffrono condizioni indegne, che negano ogni possibilità concreta di reinserimento. La politica ha il dovere morale di farsi carico di questa emergenza sociale: il carcere deve essere un luogo di recupero, non una fabbrica di disperazione».

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La ricerca. Il Centro Studi della Cisl fotografa le tendenze in città

La natalità nel vicentino tra aspirazione e pochi servizi a supporto

In 20 anni il tasso di natalità in provincia di Vicenza è diminuito del 31%, eppure il 79,5% degli under 35 immagina di avere figli in futuro, ma pesano i giudizi sulla carenza di servizi e le preoccupazioni economiche.

L’indagine è datata 2023, ma la situazione rispetto ai risultati dal report del Centro Studi della Cisl di Vicenza, non è sicuramente mutata. I ricercatori Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron hanno interrogato oltre un migliaio di vicentini. Il tutto a partire da una considerazione: il calo demografico è una realtà innegabile anche nel Vicentino, dove si è passati dagli 8.592 nati nel 2002 ai 5.926 del 2022 (-31% in soli vent’anni), con un tasso di natalità sceso da 10,7 nascite ogni 1.000 abitanti nel 2002 (con una punta di 11,2 nel 2004) a 7,2 del 2021. Se a questo si sommano i tassi di mortalità (cresciuti nel 2020 a causa del Covid), ci si attesta mediamente su

un delta di 3 mila persone. Il dato curioso emerso dalle risposte è che nonostante rispetto alla generazione dei propri genitori, oltre il 67% dei vicentini al di sotto dei 35 anni s’immagini un futuro da cinquantenni in condizioni peggiori rispetto ad ora, quasi l’80% dichiara di vedersi in veste di genitore. Un responso che, anche se si avverasse, non basterebbe a ribaltare il trend della denatalità. Ma quali sono gli ostacoli che frenano lo sviluppo demografico? Da un lato la carenza di aiuti a favore delle giovani coppie (50,2%); dall’altro una serie di incertezze: quelle economiche (73,4%); la difficoltà di conciliazione lavoro e famiglia (62,4%); il timore, prevalente-

mente femminile, di conseguenze professionali negative (45,6%); la preoccupazione per la cura dei figli (33,5%); mentre solo il 24,8% ritiene che ci sia un minore interesse rispetto al passato ad avere dei figli. Sin qui per gli under 35, ma la classifica rimane sostanzialmente invariata (si invertono solo le ultime due voci) anche ponendo la stessa domanda agli over 35. Quanto agli strumenti di agevolazione, l’assegno unico viene considerato negativamente dal 51% del campione. Ancora peggiori le valutazioni sugli asili nido (anche se qualche passo in avanti è stato fatto proprio a Vicenza: vedi articolo seguente), con una valutazione positiva che si ferma al 25%. Carente anche l’offerta di servizi per il doposcuola con una valutazione negativa che sale oltre il 65%. Problematica anche la ricerca di babysitter, con oltre il 70% di giudizi negativi. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Consiglio ribadisce

A Vicenza diminuiscono (gradualmente) le rette dei Nido

« Uno dei grandi problemi del nostro tempo è la denatalità: dare la possibilità di accedere al nido e di trovare posto, e di farlo in prospettiva addirittura gratuita, è il modo più importante che un’amministrazione comunale può avere di aiutare le famiglie. Senza dimenticare che in Italia, nella stragrande maggioranza dei casi, sono le donne a restare a casa con i figli: facilitare l’accesso al nido vuol dire dunque fare anche un grande passo a favore dell’occupazione femminile». Il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai prova a dare concretezza a quanto promesso in campagna elettorale due anni fa: «Ci era-

vamo presi due impegni - ricorda -: uno era quello di tagliare progressivamente le rette degli asili nido per arrivare, in 5 anni, a un accesso gratuito; l’altro era quello di aumentare il numero di posti, perché sono tante le famiglie in lista d’attesa». A dare forza a quelle parole sono stati annunciati, a partire dal prossimo 1° settembre, 15 nuovi posti negli asili nido comunali e una progressiva diminuzione delle rette dal 40 per cento al 60 per cento dall’anno educativo 2025/2026.

Questo incremento va ad aggiungersi agli oltre 50 posti in più realizzati nello scorso anno 2024/25, il che significa che dai circa

quanto ebbe a dire presentando i dati: «Al di là delle misure di competenza nazionale, anche gli enti locali possono fare molto. Per non parlare delle aziende: molte stanno offrendo ai propri dipendenti strumenti di welfare o altre forme di agevolazione, dalla flessibilità

420 posti di due anni fa si arriva quasi a 500, con un aumento di quasi il 20%. Possamai e l’assessore all’istruzione Giovanni Selmo hanno inoltre annunciato che nel 2026 grazie al Pnrr verranno ultimate anche tre nuove strutture scolastiche che consentiranno di aumentare ancora i posti al nido. «Nonostante il fenomeno della denatalità, che interessa anche Vicenza – sottolinea Selmo - lo scorso anno abbiamo avuto una lista di attesa decisamente lunga e questo è un trend che riscontriamo di anno in anno sempre di più: la richiesta dei servizi per la prima infanzia, e del nido in particolare, è sempre più elevata». (mdv)

oraria ai nidi aziendali. Spero che aumenti il numero degli imprenditori che vogliano adottare simili iniziative che possono aiutare le imprese a essere attrattive rispetto al personale in un periodo di crescente carenza di lavoratori».

Mauro Della Valle

L’intervista.

psicologa Fortunata Pizzoferro

L’attenzione ai bambini, figli della società, sia responsabilità condivisa e sostenibile

F ortunata Pizzoferro, già vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Veneto, ora ora vicepresidente di Enpap, la cassa di previdenza degli psicologi, analizza il fenomeno generalizzato del calo della natalità che investe anche la nostra regione, soffermandosi in particolare sulle dinamiche di coppia e sui riflessi a livello sociale.

Dottoressa, da anni ormai assistiamo anche in Veneto ad un generalizzato calo della natalità, è solo una questione economica o lavorativa?

La denatalità, in Veneto come in tutti i Paesi del mondo con economie sviluppate, è un fenomeno complesso, che rimanda ad una serie di fattori: economici, culturali, sociali, psicologici.. che interagiscono tra di loro.

Certamente il fattore economico gioca un ruolo non banale nella presa di decisioni che impattano sul futuro: se mi sento precaria nel lavoro, se ho difficoltà ad accedere ad un mutuo, se aumenta il costo della vita, non posso pensare con serenità a un progetto di genitorialità. Tuttavia, non si tratta solo di economia. C’è anche un profondo cambiamento culturale e psicologico nella funzione identitaria e modo di intendere la genitorialità. Oggi molte persone e soprattutto sempre più donne cercano una realizzazione personale, professionale ed emotiva che può essere prioritaria o anche sostituire del tutto la maternità o la paternità. Inoltre le nuove relazioni di copia sono più instabili, perché il focus è la felicità dell’individuo, più che il progetto comune. E’ cambiato anche il modello di fecondità, ovvero il numero medio di figli per ciascuna donna. Anche questo è un segno dei tempi?

figlio è molto spostata in avanti rispetto al passato. La maternità e la paternità sono diventate esperienze sempre più ponderate e progettate, con una ridefinizione dei ruoli di genere, e una crescente attenzione alla qualità della relazione genitore-figlio.

I figli arrivano sempre più tardi nella coppia, perché si posticipa la genitorialità?

Anche in questo caso i fattori sono molteplici e compresenti. Da un lato, i giovani studiano più a lungo, entrano tardi nel mercato del lavoro e spesso faticano a raggiungere quella stabilità economica che oggi viene ritenuta necessaria. Inoltre, esiste nella nostra società un desiderio di vivere la coppia intesa in termini romantici che un tempo non esisteva: la famiglia tradizionale si basava sul patto economico e non sull’amore come a volte tendiamo a favoleggiare. Inoltre, la genitorialità oggi è vissuta come una responsabilità emotiva

gici della fertilità.

C’è infatti un maggior ricorso alla procreazione medicalmente assistita, ma non si rischia di essere fuori tempo massimo?

Sì, il desiderio di avere figli è ancora forte in molte persone, così come l’impronta culturale che ti fa sentire completo sono con una famiglia. È anche diventato sempre più naturale il pensiero di superare i limiti imposti dalla natura. I trapianti allungano la vita, la chirurgia plastica prolunga la giovinezza. Sempre più coppie cercano supporto medico quando la natura non li favorisce. Biologia e cultura si muovono a velocità diverse: la società indurrebbe di fare figli sempre più tardi, ma il corpo ha ancora i suoi ritmi.

È possibile mitigare l’inverno demografico?

C’è un profondo cambiamento nel modo di intendere la genitorialità, i figli arrivano sempre più tardi e aumenta il ricorso alla procreazione medicalmente assistita: “Occorre ripensare maternità e paternità ma anche sostenere le famiglie con un adeguato welfare”

Sì, il calo del numero medio di figli per donna è un chiaro riflesso dei cambiamenti sociali in atto. In passato, avere due o tre figli era la norma, ma era anche un valore come forza lavoro, grandi famiglie vivevano nella stessa corte, coltivavano lo stesso appezzamento di terra, mandavano avanti lo stesso commercio. Oggi si desidera dare ai figli le opportunità di realizzarsi secondo le proprie inclinazioni, e ciò richiede un notevole investimento economico. Ma anche un investimento di tempo e di cura, che è difficile moltiplicare per più figli. Tenendo anche in considerazione che l’età media in cui si fa il primo

enorme: si vuole essere “bravi genitori”, “maturi”, “adeguati”, si vorrebbe essere capaci di fare i genitori senza mai esserlo stati. Questo porta molti a rimandare, a non sentirsi mai pronti, fino a scontrarsi con i limiti biolo-

Invertire completamente la tendenza nel breve periodo credo sia difficile, dovrebbero accadere nuove rivoluzioni culturali. Sicuramente intervenire sul welfare, sulla conciliazione vita- lavoro può avere effetti, se si vuole andare in quella direzione. Servono politiche strutturate a sostegno della famiglia, come servizi per l’infanzia, congedi parentali equamente distribuiti, incentivi economici, ma anche una nuova cultura della genitorialità. Occorre ripensare maternità e paternità in una dimensione compatibile con la vita moderna, dove sia possibile conciliare progetti personali, senza dover sacrificare carriera o figli. Soprattutto bisogna prendersi cura dei bambini come figli della società, come responsabilità condivisa da ciascuno di noi.

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Nicola Stievano
Le nascite e i decessi in Veneto dal 2000 al 2023
La dottoressa Fortunata Pizzoferro, psicologa

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Sicurezza stradale. A San Pietro Intrigogna

Mobilità sostenibile in primo piano grazie alla nuova ciclabile

C ollegare in sicurezza la ciclabile della Riviera Berica con l’abitato di Torri di Quartesolo e con il percorso ciclo turistico della Media Pianura Vicentina: sta nascendo con questo scopo la nuova pista ciclopedonale che si sviluppa per oltre un chilometro lungo l’argine del fiume Tesina, in località San Pietro Intrigogna.

Di recente il sindaco Giacomo Possamai e l’assessore alla mobilità Cristiano Spiller hanno effettuato un sopralluogo al cantiere del valore di 250 mila euro, di cui 200 mila finanziati dalla Provincia di Vicenza e 50 mila dal Comune.

«In campagna elettorale eravamo stati qui per evidenziare come il tratto ciclabile di Torri di Quartesolo fosse già completato – ha ricordato il sindaco Giacomo Possamai - mentre quello di Vicenza era ancora tutto da realizzare. Oggi possiamo annunciare che entro l’autunno questo intervento sarà concluso grazie all’impegno dell’assessorato e dei tecnici comunali che hanno via via risolto le numerose problematiche incontrate. Consegneremo così al territorio un’opera interessante sotto il profilo turistico e naturalistico, ma anche molto attesa dai cittadini dell’area sud di Vicenza e dei Comuni contermini perché permette a ciclisti e pedoni di superare in assoluta sicurezza la zona del casello di Vicenza est».

I lavori, che realizzano un progetto del 2022 aggiornato nel 2023, sono iniziati a maggio di quest’anno con la previsione di essere conclusi in autunno.

derale di proprietà dell’Ipab con la quale abbiamo concordato l’utilizzo tramite l’istituzione di un diritto di superficie, a titolo gratuito».

La nuova pista permetterà dunque a pedoni e ciclisti di raggiungere in sicurezza i Ponti di Debba, risolvendo il tema del passaggio ciclo pedonale nell’area del casello autostradale di Vicenza Est: un tema storico, il cui percorso deriva addirittura dal masterplan “Itinerari cicloturistici palladiani” approvato dalla giunta comunale nel 2014 e oggetto di un protocollo d’intesa tra Vicenza e gli altri Co-

muni del territorio, tra i quali Torri di Quartesolo.

L’opera prevede l’esecuzione di un percorso ciclo pedonale della larghezza di 3 metri, realizzato in

materiale misto stabilizzato.

In corrispondenza dell’autostrada A4 vengono risagomate le rampe di accesso al sottopasso esistente, che viene illuminato.

«Sull’argine del fiume Tesina – ha spiegato l’assessore alla mobilità Cristiano Spiller - stiamo realizzando un nuovo percorso ciclopedonale lungo circa 1.200 metri, che congiunge il tratto di circa 800 metri già costruito nel territorio del Comune di Torri di Quartesolo a partire dal Ponte Palladiano fino a via Businello, in località S.Pietro Intrigogna. Prima di partire con i lavori abbiamo dovuto ottenere i pareri favorevoli del Genio Civile e del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, che lungo il tracciato ha alcuni manufatti. Inoltre, nel tratto tra l’argine del Tesina e via Businello, la pista si sviluppa lungo una strada po-

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La giunta ha dato mandato agli uffici di procedere agli approfondimenti preliminari alla variante urbanistica

Passo avanti nell’iter di trasformazione dell’ex tribunale di Santa Corona in grande albergo. La giunta comunale ha dato mandato agli uffici di svolgere gli approfondimenti preliminari all’iter di variante urbanistica. L’amministrazione, infatti, ha recepito con interesse la proposta di acquisto dell’immobile di proprietà comunale pervenuta da una società privata che opera nel campo alberghiero interessata a trasformare il vecchio palazzo di giustizia in attività ricettiva. In relazione a tale proposta la giunta ha dato mandato agli uffici di approfondire una serie di aspetti preliminari di tipo patrimoniale, infrastrutturale e viabilistico.

Compiute tali analisi, l’iter prevede l’inserimento del bene nel piano delle alienazioni che va approvato dal consiglio comunale, con l’adozione della variante urbanistica.

Successivamente l’edificio, valorizzato dal cambio di destinazione, potrà essere messo in vendita.

Come è noto, la proposta del privato prevede l’acquisto dell’area di proprietà comunale dell’ex tribunale con l’obiettivo di demolire il vecchio palazzo di giustizia e costruire un nuovo edificio da destinare ad albergo a 4 stelle con 120 camere.

L’ipotesi progettuale contempla anche la realizzazione di una nuova piazza di circa 400 metri quadrati tra il nuovo hotel e Palazzo Leoni Montanari, in contra’ Santa Corona.

Lo studio è accompagnato da un approfondimento sull’inserimento del grande albergo nell’ambito urbanistico costituito dal complesso dei chiostri e dal parcheggio di Santa Corona, in modo da garantire che la collocazione del nuovo edificio sia coerente con eventuali future riqualificazioni di tutta l’area.

La Città continua a crescere

e a restituire luoghi ai vicentini

Ha preso ufficialmente il via il cantiere che trasformerà l’area antistante il palazzo ex ACI in una nuova piazza pedonale, cuore pulsante del nuovo corso universitario in Design promosso dallo IUAV. I lavori, partiti lunedì 28 luglio, segnano un altro passo nel più ampio piano di rigenerazione urbana del centro storico, con un investimento complessivo che supera i 2,2 milioni di euro.

A dare simbolicamente il via al progetto, durante un sopralluogo in cantiere, sono stati il sindaco Giacomo Possamai, l’assessore ai lavori pubblici Cristiano Spiller, l’assessore all’università Leonardo Nicolai e il vicepresidente della Fondazione Studi Universitari di Vicenza Antonio Girardi, insieme al direttore dei lavori Carlo Terrin e al docente

IUAV Giovanni Borga.

L’intervento, sostenuto da un finanziamento aggiuntivo di 170.000 euro, prevede la pavimentazione in porfido di oltre 200 metri quadrati, l’abbattimento delle barriere architettoniche, il riordino dell’attraversamento pedonale e l’installazione di dissuasori metallici per garantire la sicurezza dell’area, frequentata quotidianamente da studenti e personale universitario.

I lavori dovrebbero concludersi entro l’avvio del nuovo anno accademico. Di tutta l’operazione, 300.000 euro sono stati stanziati dalla Fondazione Studi Universitari, il resto è a carico del Comune. Un investimento strategico per una città che vuole continuare a crescere, partendo proprio dalla cultura e dall’innovazione.

Previsti 15 nuovi posti negli asili nido e una progressiva diminuzione

Quindici nuovi posti a disposizione negli asili nido comunali e una progressiva diminuzione delle rette dal 40 per cento al 60 per cento dall’anno educativo 2025/2026 a partire dal 1 settembre: è l’annuncio fatto dal sindaco di Vicenza Giacomo Possamai e dall’assessore all’istruzione Giovanni Selmo, che hanno portato il loro saluto ai bambini di alcuni asili nido della città in occasione della fine dell’anno educativo. «Ci eravamo presi due impegni in campagna elettoralele parole del sindaco Possamai -: uno era quello di tagliare progressivamente le rette degli asili nido per arrivare, in 5 anni, a un accesso gratuito. L’altro era quello di aumentare il numero di posti, perché sono tante le famiglie in lista d’attesa. Il primo passo importante l’abbiamo fatto l’anno scorso con oltre 50 posti in più. Quest’anno ne aggiungiamo altri 15: questo significa che dai circa 420 posti di due anni fa si arriva quasi a 500, ovvero quasi un aumento del 20 per cento. In più l’anno prossimo con il Pnrr arriveranno anche tre nuove strutture scolastiche che ci consentiranno di aumentare ancora i posti al nido. È una scelta forte perché come sappiamo uno dei grandi problemi del nostro tempo è la denatalità: dare la possibilità di accedere al nido e di

trovare posto, e di farlo in prospettiva addirittura gratuita, è il modo più importante che un’amministrazione comunale può avere di aiutare le famiglie. Senza dimenticare che in Italia, nella stragrande maggioranza dei casi, sono le donne a restare a casa con i figli: facilitare l’accesso al nido vuol dire dunque fare anche un grande passo a favore dell’occupazione femminile».

«Siamo andati a visitare cinque nidi della città - dichiara l’assessore Selmo -, perché oggi è l’ultimo giorno di una proposta che a Vicenza arriva fino alla fine di luglio. Già l’anno scorso abbiamo avuto una lista di attesa decisamente lunga e questo è un trend che riscontriamo di anno in anno sempre di più. Nonostante il fenomeno della denatalità, che interessa anche Vicenza, la richiesta dei servizi per la prima infanzia, e del nido in particolare, è sempre più elevata. Questo perché c’è un importante investimento dell’amministrazione nell’accesso a questi servizi, con l’aumento dei posti e con la diminuzione delle rette. L’anno scorso abbiamo aumentato di una cinquantina di posti, compresa la creazione della sezione primavera: quest’anno facciamo un piccolo passo in avanti con altri 15 posti».

•IMPIANTI

L’educazione. Centro infanzia 0-6 di San Lazzaro: investimento di oltre 2,1 milioni di euro

Uno spazio tutto nuovo messo a punto per i più piccoli

S

opralluogo nelle scorse settimane del sindaco di Vicenza Giacomo Possamai e dell’assessore all’istruzione Giovanni Selmo, al cantiere in corso al Centro dell’infanzia 0-6 di San Lazzaro: edificio scolastico dove coesistono asilo nido e scuola dell’infanzia per un percorso integrato dagli 0 ai 6 anni, i cui lavori sono finanziati dal Pnrr e dal Comune.

«Il sopralluogo riguarda una struttura importantissima per la città - ha dichiarato il sindaco Possamai -. Una volta completati i lavori, che stanno procedendo molto bene, il Centro dell’infanzia di San Lazzaro diventerà un centro 0-6 all’avanguardia e permetterà di aumentare ulteriormente il numero di posti a disposizione all’asilo nido».

«Siamo andati a vedere il cantiere del Centro 0-6 di San Lazzaro - aggiunta l’assessore Selmo - che sta proseguendo molto velocemente nel plesso esistente, con le tre nuove sezioni, con l’agorà cen-

trale, con i dormitori, i bagni e la palestra. Abbiamo poi il corridoio che collega il plesso esistente, interessato anch’esso dal lavoro: abbiamo anche visto il raddoppio e l’ampliamento della cucina per l’aumento della capienza del nido e tutti i lavori di sistemazione per far sì che il nuovo plesso e l’esistente siano collegati e rinnovati, pronti per il settembre del 2026». Al Centro 0-6, attualmente si sta lavorando anche sul plesso esistente. L’obiettivo è di consegnare più spazi possibili alla scuola in modo che tutte le attività del Centro ricomincino a settembre in locali in parte rinnovati. Nel plesso esistente il grosso dell’intervento riguarda la cucina, che vedrà un importante ingrandimento dovuto al raddoppio della popolazione scolastica. Proseguono poi i lavori sia dell’ampliamento del plesso che nell’avanzamento del corridoio di collegamento fra i due plessi. L’intervento rientra nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza e si sviluppa a fianco

al plesso esistente che ospita un asilo nido e due sezioni di scuola dell’infanzia. È prevista la realizzazione di un nuovo edificio costituito da un unico corpo di fabbrica distribuito su un unico livello e dotato di una agorà centrale. La costruzione del nuovo nido, vedrà una superficie netta di circa 660 metri quadrati.

Durante l’attività del cantiere sono emerse varie necessità che sono state oggetto di una specifica variante, cofinanziata con fondi messi a disposizione dall’amministrazione comunale. La perizia integra il funzionamento dei due edifici (nuovo nido PNRR e nido infanzia esistente), realizzando un collegamento fisico tra i due corpi di fabbrica e apportando le conseguenti modifiche interne al plesso esistente. Oltre a questo, è previsto un potenziamento delle cucine e la rivisitazione dell’impianto antincendio (considerando l’immobile come unico complesso).

Tali modifiche consentiranno di ottenere un unico polo dedicato

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al sistema integrato 0-6, con attività scolastiche e prescolastiche dalla nascita ai 6 anni, integrando le funzioni del nuovo nido in costruzione con quelle del plesso esistente (nido più infanzia) e consentendo di attuare il nuovo sistema integrato di educazione e di istruzione in aderenza alle nuove linee pedagogiche con i relativi servizi necessari.

I lavori sono finanziati con 1.680.000,00 euro dal fondo europeo NextGeneratioEU nell’ambito del Pnrr (Missione 4, Componente

1, Investimento 1.1. Piano per asili nido e scuole dell’infanzia e servizi di educazione e cura per la prima infanzia” Cup: B35E22000060006). La successiva variazione ha comportato un incremento del costo dell’intervento di 436.617 euro, finanziati dall’amministrazione. L’importo complessivo del progetto di ampliamento dell’asilo nido San Lazzaro è stato quindi rideterminato in 2.116.617 euro, dei quali 1.680.000 finanziati dal fondo europeo NextGeneratioEU nell’ambito del Pnrr.

L’occasione. Co-progettazione e gestione dei laboratori di inclusione sociale

Un efficace sostegno alle persone adulte in condizione di fragilità

Fino al 12 settembre il Terzo Settore può aderire all’appello del Comune per realizzare momenti e occasioni utili per sostenere tutta la comunità

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Devi solo passare da noi per scegliere le niture!

via Monte Grappa, 32/a Limena (Pd) tel. 049 738 75 24 · cell 389 343 43 76 info@ediliziaper. com www.ediliziaper.com

’è tempo fino al 12 settembre per partecipare al bando indetto dal Comune di Vicenza, di tipo non competitivo, per l’individuazione di enti del Terzo settore interessati alla co-progettazione e gestione in partnership dei laboratori di inclusione sociale nel territorio dell’Ats (Ambito territoriale sociale) Ven 06 - Vicenza, coincidente con i 36 Comuni del distretto est dell’Ulss 8 Berica. Il laboratorio di inclusione sociale, dotato di forte valenza pedagogica ed esperienziale, costituisce un efficacie sostegno alle persone adulte in condizione di fragilità sociale, economica o personale. Gli obiettivi di tale percorso sono: sviluppare competenze sociali e relazionali di base; potenziare abilità personali e trasversali (soft skills); favorire l’autostima, la motivazione e la responsabilizzazione; stimolare il senso di appartenenza e la partecipazione attiva alla comunità; preparare le persone coinvolte a successive esperienze più strutturate, come tirocini di inclusione o percorsi formativi e lavorativi. Possono prendere parte alla procedura gli Enti dotati dei requisiti descritti nell’apposito avviso pubblico, cconsultabile al seguente link: https://servi-

zi2.comune.vicenza.it/albo3/ altri.php/394188 Gli enti interessati dovranno presentare via pec all’indirizzo vicenza@cert.comune. vicenza.itla domanda di partecipazione e dichiarazione di possesso dei requisiti (secondo il modello allegato all’avviso), insieme ad una proposta progettuale. Ogni ente può presentare una sola proposta. Il Comune di Vicenza, al fine di sostenere il nascente partenariato, mette a disposizione dei futuri enti partner un contributo a valere sulla quota servizi del Fondo povertà pari a 160.000 euro, fino ad esaurimento delle risorse. La misura massima del finanziamento comunale è pari all’80 per cento del valore della

singola proposta progettuale, per un importo comunque non superiore a 30.000 euro per singolo progetto. Gli importi delle proposte progettuali potranno essere comunque rimodulati in fase di co-progettazione. Il termine per partecipare, inizialmente fissato per il giorno 30 luglio 2025, è stato esteso al 12 settembre 2025, al fine di consentire la più vasta partecipazione possibile delle numerose realtà del territorio. Per tutte le informazioni si invita a consultare l’avviso pubblico al link sopra riportato e a presentare eventualmente i propri quesiti entro il giorno 9 settembre, sempre all’indirizzo pec vicenza@cert.comune. vicenza.it

“Ci sto? Affare fatica” 2025 a Vicenza, coinvolti 110 ragazzi

Si è svolto ad inizio agosto, a Parco Fornaci, l’ultimo giorno del progetto “Ci sto? Affare fatica” a Vicenza, con la presenza dell’assessore alle politiche giovanili Leonardo Nicolai. Progetto, che ha ospitato 12 squadre sul territorio, per un numero complessivo di 110 giovani partecipanti, grazie al contributo del Comune di Vicenza, di Amcps, e della Fondazione Gabaldo per la copertura delle squadre. «“Ci sto? Affare fatica” è un progetto che rappresenta bene la nostra idea di politiche giovanili e che negli anni abbiamo sempre più voluto valorizzare. Si tratta di creare competenze, di attivare i giovani e di renderli protagonisti, attraverso

anche un dialogo intergenerazionale con la presenza degli handyman - le parole dell’assessore Nicolai - Quest’anno, oltre al lavoro di cura urbana, è davvero vocativo l’intervento fatto al mercato, perché le ragazze e i ragazzi hanno cambiato il volto

di una parte di città in maniera evidente. Vogliamo che i ragazzi non solo si attivino, ma che lascino il segno: hanno fatto oggi un intervento che rimarrà negli anni. Cresceranno quindi in una città che hanno contribuito a trasformare».

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to non solo spirituale, ma anche culturale ed economico. Al suo interno operano steria, un’azienda agricola e un centro di dialogo con l’arte contemporanea, grazie

giunge l’osservatorio astronomico: una portunità di conoscenza per il territorio. “La scintilla che accendiamo con questo nendo una visione scientifica rigorosa, è

La rubrica “Scintille” è un progetto della va e Rovigo, in collaborazione con Radio Veneto 24, per raccontare storie di idee, ispirazioni e trasformazioni che nascono

sviluppare riflessioni di ordine spirituale”. Una visione che non contrappone scienza e fede, ma le mette in dialogo. “La cultura scientifica è pervasiva nella società di oggi, ma spesso viene data per scontata. Va invece approfondita e armonizzata con una lettura più profonda della realtà” , aggiunge.

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L’Abbazia di Praglia, con i suoi 40 monaci

L’opportunità. Premio “Mario Bagnara” per il Turismo Sostenibile

Valorizzare le bellezze del territorio, sostegno e promozione dei valori Unesco

A

d un anno dalla scomparsa di Mario Bagnara, insegnante, assessore del Comune di Vicenza, punto di riferimento nel panorama culturale della città, l’associazione Beni italiani patrimonio mondiale ha istituito il Premio “Mario Bagnara” per il Turismo Sostenibile.

L’iniziativa nasce in collaborazione con M & C Marketing Consulting, società organizzatrice del World Tourism Event e la Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura.

«Con questo premio si vuole ricordare una figura che è stata perno per la nascita dell’associazione e per uno sviluppo culturale e turistico della città – spiega Stefano Dal Pra Caputo, consigliere comunale e membro dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale -. Mario Bagnara ha rappresentato un esempio di visione, impegno e passione civica. Intitolargli un premio dedicato al turismo sostenibile significa proseguire il suo lavoro, valorizzando chi oggi promuove un modo di viaggiare rispettoso delle persone, dei luoghi e delle storie che custodiscono. È un modo per tenere viva la sua eredità culturale e per ribadire l’importanza di una gestione consapevole e inclusiva del patrimonio UNESCO, in Italia e nel mondo».

re iniziativa di sensibilizzazione e promozione dei valori UNESCO in ambito turistico”, riconoscimento dedicato a enti del turismo, istituzioni, associazioni e operatori del territorio che, attraverso la loro attività, mirano a informare, educare e sensibilizzare i visitatori e le comunità locali, soprattutto le giovani generazioni, alla tutela dei beni patrimonio mondiale; il “migliore utilizzo sostenibile delle tecnologie per la tutela, valorizzazione e fruizione dei beni patrimonio mondiale”, riconoscimento dedicato a enti e istituzioni, associazioni, aziende che operino nel settore.

Il Premio consisterà in un soggiorno di tre giorni (2 notti) per due persone in un sito Patrimonio Mondiale. Per candidarsi alla prima edizione del Premio “Mario Bagnara” per il Turismo Sostenibile 2025, è necessario scaricare la scheda di adesione e i relativi allegati nella pagina dedicata nel sito del World

Tourism Event e inviarla compilata, timbrata e firmata a info@wtevent. it con oggetto “PREMIO MARIO BAGNARA 2025” entro il 31 agosto 2025. La consegna del Premio sarà effettuata in occasione della prossima edizione del World Tourism Event, che si terrà a Roma il 25 e 26 settembre 2025.

Lo scopo del premio è ricordare Mario Bagnara, tra i fondatori e presidente onorario dell’associazione Beni italiani patrimonio mondiale e divulgare la cultura della sostenibilità e responsabilità nel turismo, con particolare riferimento ai beni culturali materiali e immateriali patrimonio mondiale. Si tratta di un modo per valorizzare persone, imprese ed enti che, in Italia e nel mondo, contribuiscono a promuovere una cultura del viaggio nel rispetto dell’ambiente, della biodiversità, della cultura e delle popolazioni locali, così come la tutela del patrimonio UNESCO di fronte alle sfide che i tempi moderni pongono dinanzi. Saranno premiate l’ “offerta turistica più innovativa”, riconoscimento, riservato ad agenzie di viaggio, tour operator, ed enti del turismo, per valorizzare le proposte di turismo sostenibile più innovative alla scoperta dei beni culturali materiali e immateriali; la “miglio-

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A Vicenza le vetrine si vestono di musica

La città di Vicenza si prepara ad accogliere la tredicesima edizione del Festival Vicenza in Lirica, che dal 6 al 21 settembre animerà il Teatro Olimpico e i luoghi più affascinanti del centro storico con una programmazione dedicata al dialogo tra culture, generazioni e linguaggi artistici. Un’edizione che porta il titolo emblematico di “Relazioni”, tema che non resterà confinato ai palcoscenici, ma che prenderà vita anche tra le strade, le piazze e, soprattutto, tra le vetrine della città. Nasce così “Le Vetrine Vestono Lirica”, un progetto promosso dal Festival nel 2016 in collaborazione con i commercianti, volto a trasformare le vetrine degli esercizi del centro storico in vere e proprie installazioni ispirate al mondo dell’opera lirica e alla magia del teatro. Un’iniziativa che unisce cultura e attività economica in un percorso condiviso, valorizzando non solo l’estetica urbana ma anche il ruolo attivo del commercio nella vita culturale cittadina. I negozianti aderenti, infatti, avranno la possibilità di interpretare liberamente il tema del Festival — scegliendo un’opera in cartellone, un personaggio lirico, un simbolo della musica o semplicemente il concetto di “relazione” — dando spazio alla creatività e contribuendo a diffondere l’identità visiva della rassegna. Ai partecipanti sarà offerto un doppio omaggio: la possibilità di essere inseriti nella promozione ufficiale del Festival, attraverso uno scatto professionale della vetrina che sarà pubblicato sui canali social di Vicenza in Lirica e, soprattutto, la possibilità di essere ospiti nella serata del 5 settembre al Teatro Olimpico, evento esclusivo di pre-apertura dedicato proprio agli esercenti che avranno aderito all’iniziativa. Un gesto di ringraziamento, ma anche l’occasione per vivere da vicino l’atmosfera unica del Festival, all’interno di uno dei teatri più straordinari del mondo, simbolo della città e dell’eccellenza artistica italiana.

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Nuove sfide. Cultura, turismo e attrattività della città, potenziata la proposta culturale con il Forum Cultura

Vicenza è una meta internazionale grazie ad una programmazione di alto livello

ad

Nei primi due anni di amministrazione si sono moltiplicate le iniziative e la città è sempre più turistica

«NSintoniz zati sul

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ei primi due anni di mandato ci siamo occupati di valorizzare i musei e i monumenti, potenziare la proposta culturale coinvolgendo associazioni ed enti attraverso il Forum Cultura, aprire e rigenerare nuovi spazi, promuovere il welfare culturale e l’accessibilità per i cittadini e per i turisti affinché la nostra sia una città sempre più inclusiva. A settembre annunceremo il ritorno delle grandi mostre, un ciclo pluriennale in Basilica Palladiana, e anche una piccola anticipazione di quello che ci sarà a dicembre, un grande regalo per la città, una restituzione che i vicentini saranno veramente felici di visitare ma che incuriosirà anche i turisti da tutto il mondo». Con queste parole l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città con Ilaria Fantin fa sintesi di quanto annunciato nel dettaglio.

Tanto è stato fatto in ambito culturale e turistico, numerosi gli obiettivi raggiunti e altri in fase di conclusione. E non mancano le nuove proposte.

Si è concretizzata in modo estremamente positivo una delle prime proposte dell’assessore Fantin all’inizio del suo mandato: l’istituzione, attraverso Accademia Olimpica e Biblioteca Bertoliana, del Forum Cultura, nato nel 2023 e che oggi riunisce 80 associazioni culturali che collaborano per potenziare la proposta culturale di Vicenza, integrare idee, risorse e competenze, per progettare un ecosistema cittadino virtuoso, capace di armonizzarsi anche nell’ottica di una maggiore efficienza gestionale e del reperimento di nuove risorse da investire. In questi due anni nuovi spazi sono stati restituiti alla città perché possano essere vissuti e frequentati. La Chiesa di Santa Maria Nova, è tornata a rivivere alla fine del 2023, dopo il trasferimento delle raccolte archivistiche della Biblioteca Bertoliana nella ex scuola Giuriolo. Nell’ultimo anno e mezzo la chiesa, sconsacrata, ha accolto varie attività come visite guidate e concerti.

Il cortile di Palazzo Thiene, parte di un edificio di proprietà comunale ospitante collezioni artistiche, ideato da Giulio Romano e realiz-

zato da Andrea Palladio, è valorizzato come luogo di svolgimento di eventi musicali e teatrali. In particolare ospiterà anche quest’anno il festival Be Popular con eventi teatrali gratuiti diventando così una “piazza culturale”, luogo di incontro e dialogo.

Recentemente è stata aperta l’aula polifunzionale della Basilica Palladiana, un nuovo spazio per conferenze, attività didattiche e culturali che ospita durante l’estate la gran parte degli eventi del cartellone Fabbrichiamo cultura. Palazzo Cordellina, sede istituzionale della Biblioteca Bertoliana, ha visto la valorizzazione del cortile dove si è appena conclusa la seconda edizione della rassegna “Cortili aperti. Per incontrarsi” con un programma di incontri con gli autori, presentazione di libri e concerti. Lo spazio all’aperto offre relax a studenti, turisti e vicentini tra piante, fiori e panchine d’artista.

Proseguono i lavori di restauro di Palazzo Chiericati dove nel dicembre 2024 è stata inaugurata la nuova Ala Roi. A conclusione dell’intervento gli ultimi spazi restaurati accoglieranno bookshop e Iat.

Ha riaperto, dopo anni di lavori, l’edificio dell’ex Centrale del Latte che ha ospitato la scorsa primavera la mostra di arte contemporanea ad ingresso gratuito Scultura Centrale pensata per dialogare con gli spazi sviluppati su quattro livelli che ha offerto un eventi di alto livello agli abitanti del quartiere.

È inoltre in corso la fase progettuale per la realizzazione della Nuova Bertoliana al posto dell’ex scuola Giuriolo, e poi i lavori a Palazzo del Territorio per rinnovare l’Auditorium Canneti chiuso da anni. La Fondazione Roi, invece, sta intervenendo per recuperare l’ex Cinema Corso e trasformarlo

in un polo culturale.

Una particolare attenzione è rivolta al monumento più visitato della città che ospita spettacoli: il Teatro Olimpico. Qui sono in corso lavori di rinforzo della struttura lignea del palcoscenico per aumentare la capacità portante del palco utile.

La valorizzazione dei musei passa attraverso l’idea che tutte i flussi di visitatori devono essere indirizzati anche nei musei meno visitati e che una particolare attenzione deve essere dedicata al welfare culturale e all’inclusione.

A Palazzo Chiericati a favore di una cultura inclusiva e che possa essere fonte di benessere, sono state adottate alcune iniziative: accanto alla consolidata attività di danza nei musei organizzata dagli Amici del Quinto Piano a favore dei pazienti oncologici e dei loro familiari, gli spazi museali accolgono dalla scorsa primavera un progetto di danza rivolto ai giovani per combattere la depressione. È stata attivata la newsletter dei Musei civici a cadenza mensile che informa sulle attività promosse e che ha determinato un aumento di pubblico.

Sul fronte del personale è stato assunto un nuovo conservatore per la sezione archeologica del Museo Naturalistico Archeologico di Santa Corona, sezione archeologica ed è in fase di conclusione la procedura per l’assunzione del conservatore del Museo del Risorgimento e della Resistenza.

Inoltre in Basilica Palladiana l’assessore Fantin è riuscita a realizzare l’obiettivo di promuovere iniziative con continuità.

Sul fronte della promozione sono state attivate le convenzioni con i Comuni di Mantova e Rimini per scambi di competenze allo scopo di rafforzarne l’attrattività.

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Orgoglio vicentino. Premiate 22 società cittadine che si sono distinte in Italia e nel mondo

Celebrate le eccellenze sportive con una cerimonia solenne a Palazzo Trissino

L a Sala degli Stucchi di Palazzo Trissino ha ospitato una cerimonia che ha riunito il cuore pulsante dello sport vicentino: atleti, dirigenti e società premiati per i traguardi ottenuti nel corso della stagione agonistica 20242025. Ventidue le realtà sportive che hanno ricevuto un riconoscimento ufficiale dal Comune di Vicenza, un tributo tanto al valore competitivo quanto all’impegno quotidiano nella crescita delle nuove generazioni. “Quello di oggi non è soltanto un premio ai risultati sportivi, che sono importantissimi, ma è prima di tutto un premio all’attività quotidiana che svolgete e all’impegno che ci mettete, in particolare per i giovani –ha dichiarato il sindaco Giacomo Possamai –. In un’epoca in cui la società si sfalda e mancano punti di riferimento, le società sportive rappresentano un’ancora fondamentale per i nostri ragazzi”. L’iniziativa, promossa dall’assessorato allo sport guidato da Leone Zilio, ha voluto valorizzare non solo i titoli conquistati ma anche il la-

voro silenzioso e costante svolto sul territorio. Le società premiate operano in una vasta gamma di discipline: nuoto, atletica, ginnastica, tennis tavolo, baseball, hockey inline, judo, calcio, scherma, arti marziali, wheelchair basket e nordic walking. Tra i riconoscimenti, figurano atleti olimpici, campioni del mondo, vincitori di tornei nazionali e protagonisti di storie di sport e inclusione. Zilio ha consegnato insieme al sindaco una pergamena celebrativa, con una motivazione che sottolinea “i brillanti risultati sportivi ottenuti, esempio di impegno, dedizione e passione. Con gratitudine e orgoglio da parte della Città di Vicenza”. Particolare emozione ha suscitato la premiazione delle società impegnate nello sport paraolimpico e inclusivo, come l’Asd Nuoto Pinnato, che vanta campioni mondiali, e la Wheelchairbasket Vicenza, promossa in Serie A. Spazio anche alla storia personale di Daniel Amabile, ex arbitro di Serie A ora formatore dei giovani arbitri vicentini. Le società premiate spaziano dal

nuoto artistico – con le giovanissime atlete di Città Sport Vicenza, medaglie d’oro ai campionati italiani – al judo internazionale, passando per la ginnastica ritmica con la Majorettes Stars Team, oggi campionesse europee. Nel corso dell’evento è stato annunciato l’intento dell’amministrazio-

ne di dare continuità all’iniziativa.

“Questo è solo il primo passo – ha dichiarato l’assessore Zilio –. L’obiettivo è di rendere questo evento un appuntamento fisso. La Sala degli Stucchi oggi è piena: l’anno prossimo puntiamo a organizzare la premiazione al Palazzetto dello Sport, per accogliere anche fami-

“Vicenza 4X4 Fest”: due giorni di motori, avventura e divertimento

Appuntamento imperdibile per tutti gli amanti dei motori, delle sfide off-road e delle attività all’aria aperta: sabato 21 e domenica 22 settembre, il Parco della Pace ospiterà la prima edizione di “Vicenza 4X4 Fest”, una manifestazione che si preannuncia ricca di sorprese e adrenalina. L’iniziativa, promossa dal Club Fuoristrada Vicenza ASD in collaborazione con il Comune di Vicenza, è pensata come una vera festa per tutta la famiglia, con un programma che unisce

passione per i motori, intrattenimento, gastronomia e attività per tutte le età. Protagonisti assoluti saranno i veicoli a trazione integrale: mezzi da competizione, da lavoro, da soccorso e per uso privato, tutti esposti in un’esposizione statica, cioè senza movimenti, a eccezione dei veicoli che lasceranno definitivamente l’area. Un’occasione rara per vedere da vicino modelli unici, modificati, personalizzati o progettati per affrontare i terreni più impervi. Non

mancheranno anche i veicoli dei soci del club e degli appassionati, pronti a condividere storie e avventure legate al mondo del fuoristrada. Oltre ai motori, “Vicenza 4X4 Fest” offrirà un ricco programma di intrattenimento: gonfiabili e giochi per bambini, spettacoli musicali, incontri e conferenze a tema, una pista off-road per auto radiocomandate, e un’ampia area dedicata allo street food per pranzare e cenare all’aperto. (r.v.)

liari e sostenitori”. L’iniziativa si è conclusa con una lunga ovazione, segno tangibile del legame tra la città e il suo tessuto sportivo. A Vicenza, lo sport non è solo competizione: è comunità, formazione, e soprattutto un investimento per il futuro.

Redazione Vicenza

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segue da pag. 1

Un tavolo nazionale per il candidato di centrodestra

E allora continuano a rincorrersi i rumor che vorrebbero il candidato alla Lega e questi tutta la Giunta a Fratelli d’Italia. E in tutto questo c’è l’incognita Forza Italia con il suo segretario Flavio Tosi che non manca di sparare a palle incatenate contro l’amministrazione regionale.

Situazione complessa che si dovrebbe sciogliere, così pare, su di un tavolo nazionale dove Meloni, Tajani, Lupi e Salvini prenderanno in mano il dossier delle regionali e indicheranno i candidati per tutte le regioni

al voto.

Sul fronte opposto il candidato del centrosinistra, che ha già incassato l’appoggio di Italia Viva di Renzi ed è in attesa di quello, certo, di Azione di Calenda, Giovanni Manildo continua la sua campagna elettorale. Dopo l’esordio di fine luglio al Parco degli Alberi Parlanti nella sua Treviso, Manildo, nonostante il periodo normalmente dedicato alle ferie estive, sta girando il Veneto per farsi conoscere e mettere a fuoco quelli che saranno gli assi portanti del suo programma. Nel frattempo,

con la stessa accelerazione che i partiti regionali del centrosinistra hanno prodotto per mettere in campo il candidato presidente, i livelli provinciali hanno iniziato già da tempo a ufficializzare le liste dei candidati consiglieri regionali. Nel Partito Democratico ci segnalano le ricandidature degli uscenti Camani, Bigon, Montanariello e Luisetto. Tra le new entry c’è molta curiosità per il vicesindaco di Padova, Andrea Micalizzi, per la segretaria veneziana, Monica Sambo e per l’ex sindaco di Preganziol, Paolo Galeano.

Verso le elezioni. L’ex sindaco di Treviso è sostenuto dall’ampia alleanza di centrosinistra

Manildo lancia la sfida per il Veneto “Contenuti

anziché nomi calati dall’alto”

“Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”

Da Padova a Treviso, dalla mensa universitaria al parco degli alberi parlanti: è subito entrata nel vivo la lunga marcia di Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra alle prossime elezioni regionali in Veneto. Mentre il centrodestra si misura con il dopo Zaia e le aspettative degli alleati, su tutti Fratelli d’Italia, gli avversari giocano d’anticipo e muovono i primi passi di una campagna elettorale già ben avviata, all’insegna della concretezza, sottolinea lo stesso Manildo. Al centro, non gli avversari, ma i cittadini: giovani, anziani, imprese e diritti da ricostruire. Mentre dall’altra parte si assiste a un “balletto” che somiglia più a un “rito di successione” – così lo definisce – da Roma verso Venezia, il candidato del centrosinistra, pur consapevole della sfida che lo attende, rivendica con orgoglio il percorso della propria coalizione.

“Possiamo contare su un’alleanza ampia e trasversale, nata dal basso, fatta di contenuti e non di nomi calati dall’alto. Finalmente si torna a parlare di politica che costruisce, non solo che conserva”, ha sottolineato

nel suo intervento ai microfoni di Veneto24. Il punto di partenza della sua campagna è stato emblematico: non un palco, ma una mensa universitaria, a Padova. Un simbolo, scelto non a caso, per affrontare uno dei nodi più urgenti del Veneto contemporaneo: l’esodo dei giovani talenti. “Le imprese mi raccontano di una difficoltà crescente nel trattenere ragazzi preparati. Il capitale umano formato qui, troppo spesso parte e non torna. Questo è un tema economico, non solo demografico”, spiega. A suo avviso, le piccole e medie imprese venete sono state lasciate da sole. “Hanno resistito con le loro forze, ma oggi c’è bisogno di reti, digitalizzazione, intelligenza artificiale. La Regione deve fare da regista, creando un patto per lo sviluppo, con università, categorie, associazioni”. Ma se l’attenzione ai giovani è centrale, lo è altrettanto quella agli anziani. “Siamo davanti a un’emergenza silenziosa: oltre 10.000 persone in lista d’attesa per entrare in Rsa. Famiglie allo stremo, servizi insufficienti. Non possiamo continuare a ignorare chi ha costruito questa regio-

ne”. Sul fronte sanità, la denuncia è altrettanto chiara: “Le liste d’attesa sono uno scandalo. Ho ascoltato storie drammatiche di persone che non riescono ad accedere alle cure, se non pagando. Questo va contro un principio basilare: il diritto alla salute deve essere universale. È un pilastro di civiltà, non una voce di bilancio”. A Treviso l’ex sindaco si è proposto come volto di una politica che “supera i vecchi rituali e guarda al futuro con concretezza e visione”. Il candidato del centrosinistra ha poi sottolineato come il progetto nasca dal basso, frutto delle “primarie delle idee” e di un percorso collettivo

volto a dare voce ai territori e alle persone: “Dal Veneto di uno al Veneto di tutti: questo dev’essere il nostro metodo. Il cambiamento non lo fa una persona sola, ma un gruppo unito”. Così ha ringraziato chi, da mesi, lavora alla costruzione di una coalizione larga e inclusiva, capace di valorizzare le differenze come ricchezza. Nel suo intervento, Manildo ha citato Paolo Rumiz e ha invocato uno spirito garibaldino: forza, determinazione e volontà di affrontare con coraggio ciò che non funziona. “Io ci metto tutto: energia, passione e competenza. Ma non posso farcela da solo. Ho bisogno delle competenze di tut-

ti. Questa sfida è una responsabilità collettiva”.

Guardando al percorso che lo attende, Manildo riflette sul senso profondo del suo impegno: “Se fossi un cittadino qualunque, oggi, vorrei politici che meritino fiducia. Serve ricostruire il rapporto tra cittadini e istituzioni. Fare politica, nel 2025, è una missione. Non può più essere uno slogan: è una responsabilità”. E l’augurio finale è per tutti, ma con lo sguardo ben piantato sul lavoro da fare: “Sto vivendo un’estate intensa, ma ne vale la pena. Perché il Veneto ha bisogno di futuro, e io voglio aiutare a costruirlo”. (n.s.)

Giovanni Manildo

Centrosinistra. Vanessa Camani, capogruppo Pd Consiglio regionale

“E’ il governo degli opossum, 15 anni di continuo declino”

U

n bilancio di fine mandato che lascia più ombre che luci, secondo Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, all’indomani dell’approvazione dell’assestamento di bilancio. La consigliera descrive l’assestamento di bilancio come il simbolo di quindici anni di “governo degli opossum”, una gestione lenta e priva di visione che ha portato la regione a un declino progressivo sotto molti punti di vista.

Secondo Camani, l’assestamento non fa che confermare una distribuzione “a pioggia” di risorse, per un totale di 38 milioni di euro spalmati su vari assessorati senza una chiara strategia per risolvere i problemi più urgenti del territorio. Un segnale evidente, ha spiegato, è stato l’incasso inatteso di 26 milioni in più derivanti dall’Irap, frutto esclusivo delle imprese venete e non certo di una gestione oculata della Regione.

Preoccupano poi i 129 milioni di nuovo indebitamento, che portano il totale dei debiti regionali a circa 300 milioni. In particolare, per la prima volta dal 2017, si contraggono nuovi mutui per la Pedemontana non per opere straordinarie ma per gestire l’ordinario, una situazione che Camani definisce inaccettabile e che riflette la “tecnica dell’opossum” di un esecutivo che preferisce non agire, facendo finta di essere morto per evitare scelte difficili.

Nel mirino anche l’assenza di politiche abitative a favore della classe media e la carenza di investimenti per la riqualificazione delle case popolari Ater. Sulla transizione ecologica, l’attuale amministrazione viene accusata di negare i cambiamenti climatici e di non tutelare chi, senza mezzi, ha dovuto comunque affrontare la trasformazione ambientale.

In tema di sanità, Camani sottolinea come la gestione dell’era Zaia abbia portato al progressivo smantellamento di un sistema che un tempo era un modello di

integrazione sociosanitaria all’avanguardia, con un calo dei servizi e un aumento dei bisogni sociali. Un quadro aggravato da politiche inadeguate nei confronti di giovani, donne e categorie fragili, spesso lasciate indietro.

Dal punto di vista economico, il Veneto ha perso terreno rispetto al passato. Il Pil regionale è cresciuto solo dello 0,5% nel 2024, sotto la media nazionale, e la produzione industriale registra 26 mesi consecutivi di flessione. Nonostante questo, le risorse stanziate sono irrisorie, con soli 400 mila euro destinati ai distretti commerciali. Anche le infrastrutture soffrono ritardi pesanti, con la Tav accumulando un gap di trent’anni e disattenzioni evidenti soprattutto in provincia di Padova. Camani chiude con un appello forte: “Questa manovra segna la fine di un’epoca. Serve un cambio radicale nel modo di governare, capace di coniugare sviluppo e riduzione delle disuguaglianze per il bene del Veneto e dei suoi cittadini”.

Centrodestra. Marco Dolfin, consigliere regionale leghista

“Serve unità, ma la Lega

ha una identità spiccata”

Mentre nel centrodestra veneto il confronto, ufficiale e ufficioso, è più intenso che mai, Marco Dolfin, consigliere regionale della Liga Veneta per Salvini Premier, fa il punto della situazione ai microfoni Veneto 24. Tra trattative febbrili, il nodo della candidatura e dei posti in giunta e la discussa “lista Zaia”, Dolfin non nasconde il momento delicato, ma rilancia con decisione: “La Lega ha un’identità forte e un radicamento territoriale che nessun vento elettorale può scalfire”.

Sulla definizione del candidato del centrodestra, Dolfin ammette che anche per gli addetti ai lavori “la situazione è in divenire”, almeno nella prima parte di agosto. Le decisioni, infatti, si stanno giocando “nei tavoli romani”, e ai livelli regionali non resta che attendere. “C’è fiducia – dice – che la Lega possa esprimere nuovamente la guida della Regione, ma serve coesione. E soprattutto, serve chiarezza in tempi brevi”.

A chi gli chiede conto delle tensioni con Fratelli d’Italia, Dolfin risponde con una lettura realistica. “La Lega ha costruito nel tempo una classe dirigente amministrativa esperta, fatta di sindaci, assessori, amministratori locali. Fratelli d’Italia ha numeri importanti, ma sul piano territoriale non ha lo stesso radicamento. Questo può creare frizioni, ma anche spazi di collaborazione, se c’è volontà politica”.

Uno dei nodi più dibattuti è la possibile lista Zaia, che secondo alcuni osservatori potrebbe indebolire la Lega. Dolfin la pensa diversamente: “Molti degli eletti nella lista Zaia vengono proprio dalla Lega. Non si tratta di corpi estranei, ma di persone che hanno scelto di sostenere un leader fortemente riconosciuto”. Tuttavia, riconosce che tutto dipenderà dalla decisione finale del presidente Zaia: “Se sarà in campo, si potrà costruire una coalizione coesa. Se deciderà di non esserci,

potrebbe essere più difficile”.

Dolfin, militante della prima ora, rivendica una lunga appartenenza al movimento: “Ho vissuto tutte le fasi: la Lega Nord, la Liga Veneta, l’idea della Padania... ma ho sempre creduto che i leader passano, mentre l’identità e i valori del partito restano. È questo che mi tiene qui dopo tanti anni”. E non manca il riconoscimento al ruolo di Luca Zaia: “Ha guidato il Veneto fuori dai momenti più difficili, come la pandemia, e ha fatto crescere la Regione anche sul piano internazionale. Le Olimpiadi 2026 sono anche merito suo”.

Infine, Dolfin guarda al futuro del Carroccio. Il segretario regionale Alberto Stefani rappresenta la nuova generazione. “Mi piace l’impostazione che sta dando – commenta –. Porta freschezza, ma ha anche rispetto per chi ha fatto la storia del movimento. È questo il mix giusto: innovazione e memoria, entusiasmo e competenza”.

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PRIMI CITTADINI

A cura di Vincenzo Gottardo

le interviste ai sindaci del Veneto dal lunedì al venerdì alle 11:35 - 13:35 - 16:35 - 20:35

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Vanessa Camani
Marco Dolfin

L’intervista. Il segretario nazionale Antonio De Poli dopo l’incontro con oltre 600 persone nel padovano

Alle prossime regionali scende in campo l’Udc “La persona al centro, il Veneto nel cuore”

O

ltre 600 persone a Cervarese Santa Croce (Padova), lo scorso luglio, hanno partecipato all’iniziativa “Regione Veneto: si vota, costruiamo insieme l’agenda del futuro. Proponi le tue idee”, promossa dal Senatore Antonio De Poli, che ha assunto di recente la carica di Segretario nazionale dell’UDC. “E’ il segnale che c’è un certo fermento per l’area politica di Centro, a cui noi facciamo riferimento. I cittadini e le comunità ci chiedono risposte e l’entusiasmo che abbiamo registrato ci dimostra che siamo sulla strada giusta. C’è bisogno di ascolto, dialogo, confronto con i territori. Quando la politica fa questo, la risposta c’è ed è positiva”, afferma De Poli in un colloquio con La Piazza in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto.

Senatore De Poli, l’Udc ci sarà alle prossime Regionali?

Sì, l’UDC è parte integrante del Centrodestra e sarà presente con le proprie liste in tutte le province. Una scelta chiara, che testimonia

la volontà di essere protagonisti di una stagione, in cui al centro della politica ci sono i cittadini. Non possiamo concentrarci solo sui nomi ma anche sui contenuti per dare risposte concrete ai veneti. Che ruolo ha l’Udc nella coalizione di Centrodestra?

Siamo il Centro che tiene insieme la coalizione. In questo momento c’è bisogno di esperienza e di buon senso. Siamo una forza che costruisce e non divide. Il nostro compito è far dialogare le anime della coalizione, portando competenze, programmi, non slogan. Nella mia e nella nostra storia politica abbiamo sempre messo la persona al Centro. Questo è il bagaglio valoriale più importante ed intendiamo metterlo a disposizione dei Veneti, consapevoli che lavorare in rete, in sinergia con il mondo civico nei territori, è la strada migliore per costruire insieme l’Agenda condivisa per il Veneto.

Come si risolverà il nodo sul candidato-presidente? E soprattutto quando?

Serve equilibrio, non personalismi. Prima i programmi, poi nomi. Abbiamo sempre detto che per noi la priorità non è il nome, ma il progetto. Siamo pronti a sederci al tavolo, a individuare insieme la figura migliore che possa rappresentare tutta la coalizione e che sia in grado di dare le risposte migliori ai cittadini veneti. Dobbiamo farlo al più presto e con grande senso di responsabilità: solo così potremo inaugurare una nuova stagione politica in grado di affrontare le sfide future del nostro Veneto”.

Si scaldano i motori della campagna elettorale: quali sono le priorità a livello programmatico per l’Udc?

Il nostro è un programma che vuole mettere al centro la persona. Puntiamo sulla sanità territoriale, per avvicinare i servizi ai bisogni dei cittadini, sulle politiche sociali a sostegno di anziani, persone non autosufficienti e con disabilità; sui giovani per contrastare la fuga dei nostri talenti all’estero per un Veneto più competitivo e innovativo,

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sul sostegno alle imprese (agricoltura, artigianato, commercio, industria e turismo), sul rilancio del ceto medio oggi sempre più impoverito; su infrastrutture, mondo del volontariato e terzo settore.

Perché a livello nazionale è così importante la sfida elettorale in Veneto?

Il Veneto è un laboratorio politico e sociale. Le Regionali saranno un banco di prova per il Centrodestra e per il ruolo del Centro e di chi condivide il nostro Dna politicoculturale. L’Udc vuole dimostrare che una politica seria, concreta, che mette la persona al centro, è possibile e vincente.

Il personaggio

L’intervista. Matteo Ribon, segretario regionale di Cna Veneto, fa il punto del settore

“Oggi se non comunichi non esisti, protagoniste le storie degli artigiani”

“Dobbiamo rimettere il Veneto al centro del sistema produttivo nazionale e europeo. E’ in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano”

D a oltre quindici anni Matteo Ribon è uno dei protagonisti del sistema CNA in Veneto, un punto di riferimento per il mondo dell’artigianato e della piccola impresa. Dopo una formazione in Scienze Politiche all’Università di Padova e un percorso professionale che lo ha visto impegnato nel terzo settore, Ribon ha messo le sue competenze al servizio dell’impresa diffusa, maturando una profonda conoscenza dei mestieri, delle dinamiche economiche del territorio e delle sfide legate all’innovazione. Nel 2019 è diventato Segretario regionale di CNA Veneto, guidando una delle realtà associative più importanti del Nordest con uno stile personale e aprendo le porte a un nuovo modo di comunicare le realtà artigiane della nostra regione. Visto che nelle ultime settimane CNA Veneto ha lanciato il nuovo podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro” ho voluto fare una chiacchierata con Ribon per il fare il punto sulla situazione del mondo artigiano veneto, un settore da sempre al centro dell’economia e dello sviluppo del nostro territorio. Ciao Matteo, sei segretario regionale di CNA Veneto dal 201 9, vuoi provare a fare un bilancio di questi anni?

Sono stati anni molto impegnativi ma sfidanti. Abbiamo avuto come unico obiettivo quello di essere utili e vicini alle imprese cer-

cando di coniugare il supporto alla loro transizione in una situazione economica delicata, all’innovazione e alla spinta verso nuovi mercati. Per fare questo abbiamo anche rinnovato la squadra rinforzando il ruolo del regionale in un rapporto sempre più forte con le istituzioni e il territorio.

Com’è cambiato e come sta cambiando il mondo degli artigiani in questi anni?

È cambiato moltissimo perché è in corso un passaggio generazionale importante che ha coinvolto tutto il mondo artigiano. È un passaggio complicato che riguarda moltissima imprese: negli ultimi anni abbiamo assistito alla perdita di numerose imprese che hanno chiuso o che si sono trasformate, e che inoltre stanno cambiando le loro modalità di lavoro e di operatività.

Quest’estate avete lanciato il podcast “Artigiani: Ritorno al Futuro”: ce ne vuoi parlare?

Il podcast è una nuova avventura che cerca di raccontare in maniera diversa il mondo dell’artigiano: 10 storie di imprenditori e imprenditrici che hanno deciso di cambiare la loro vita e si sono avvicinati al mondo artigiano, o hanno accettato la sfida di portare avanti un’azienda di famiglia cercando di coniugare la tradizione con l’innovazione, con la tecnologia e con le sfide a cui il mercato ci obbliga, ma

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sempre con l’ottica del “guardare avanti”.

A settembre ci sarà la vostra assemblea regionale: quali saranno i temi caldi?

Anche quest’anno a fine settembre ci sarà la nostra assemblea che quest’anno si intitola “Radici nell’Acqua: il Veneto che guarda al futuro”. Il filo di conduttore di questa edizione è l’acqua vista a 360°, sia per quanto riguarda il territorio, il Veneto e tutte le persone e le imprese che ci abitano, sia per quanto riguarda le minacce, del cambiamento climatico, della difficoltà di gestione ma anche dal punto di vista economico perché è un elemento fondamentale per il trasporto delle merci e persone, ma anche un elemento che consente le attività produttivi dell’artigianato. Ci confronteremo con le istituzioni e la politica, cercando di coniugare alcuni elementi tipici del mondo dell’artigiano con le evoluzioni future del nostro territorio.

Come CNA Veneto siete molto attivi dal punto di vista della comunicazione, in questi ultimi anni c’è stato un vero e proprio cambio di rotta da questo punto di vista. Quanto è diventato importante (e quanto è difficile) comunicare alla vostra base in una società ultra connessa come la nostra?

Abbiamo continuato a ripetere a tutti gli artigiani che se non si comunica il proprio lavoro e la propria attività alla fine in questo mercato non si esiste. Noi abbiamo cercato di spingere molto da questo punto di vista dando l’esempio, utilizzando tutti gli strumenti comunicativi sia quelli tradizionali

che quelli evoluti nel mondo digitale. C’è ancora moltissimo da fare: dobbiamo cambiare il linguaggio, dobbiamo avvicinarci alle nuove generazioni e questo è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con molto impegno e con molta determinazione ed è una caratteristica che ci contraddistingue rispetto ai nostri competitor. Quali saranno le sfide più importanti per il nostro territorio nei i prossimi anni?

Ci avviciniamo a un passaggio importante, quello del cambio della Giunta Regionale, che noi accogliamo con la richiesta che è stata portata avanti anche con il rinnovo della Presidenza della CNA del Veneto con il nostro Presidente Moreno del Colle, quella del “Patto per lo Sviluppo”: vogliamo collaborare per stendere insieme un patto di politica industriale ed economica del nostro territorio e vogliamo farlo insieme alle istituzioni. In questi anni ci siamo caratterizzati per essere sempre puntuali e attenti nelle richieste che riguardano le nostre imprese e le necessità del comparto economico. La sfida centrale è

quella di rendere il Veneto sempre più attrattivo, di supportare le transizioni che accompagnano imprese e territorio. Dobbiamo lavorare per far sì che il Veneto torni a essere la locomotiva del Nord Italia e di tutta Italia perché in questo momento i nostri competitor, che sono le regioni europee, ci vede un po’ in difficoltà. Dobbiamo rilanciare questa sfida cercando di rendere sempre più vicine alle nuove generazione le nostre imprese, il nostro territorio e tutto quello che ci circonda. Giacomo Brunoro

• Chi è Giacomo Brunoro

Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

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Matteo Ribon

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ITumore alla prostata: in Veneto parte la nuova terapia con radioligandi

l Veneto compie un importante passo avanti nella lotta contro il tumore alla prostata introducendo una terapia innovativa riservata ai pazienti in stadio avanzato della malattia. Si tratta della Radioligand Therapy (RLT), trattamento d’avanguardia che unisce medicina nucleare e oncologia di precisione, ora attivo in quattro centri altamente specializzati della Regione.

Ogni anno in Veneto vengono diagnosticati oltre 3.000 nuovi casi di tumore alla prostata, la neoplasia più frequente tra gli uomini. Sebbene le percentuali di sopravvivenza siano tra le più alte in Italia, le forme più aggressive della patologia continuano a rappresentare una sfida rilevante. Proprio per questi pazienti, che hanno già esaurito le terapie convenzionali, la RLT offre oggi una nuova possibilità. La terapia con radioligandi si basa su un principio semplice ma estremamente sofisticato: colpire selettivamente solo le cellule tumorali, sfruttando marcatori biologici presenti sulla loro superficie. I radioligandi funzionano come “sonde intelligenti” che veicolano piccole dosi di radiazioni direttamente al bersaglio, riducendo l’impatto sui tessuti sani e minimizzando gli effetti collaterali. In questo modo diagnosi e trattamento si integrano in un’unica

strategia terapeutica, aprendo le porte a cure sempre più personalizzate e meno invasive, capaci di migliorare non solo la prognosi, ma anche la qualità della vita del paziente.

A rendere operativa questa innovazione sono quattro strutture d’eccellenza scelte dalla Regione Veneto:

• Istituto Oncologico Veneto (IOV) di Padova

• IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar

• Ospedale dell’Angelo di Mestre

• Ospedale San Bortolo di Vicenza

In ciascuno di questi centri lavorano in sinergia urologi, oncologi, medici nucleari e altri specialisti, impegnati nella definizione di percorsi terapeutici su misura, con una presa in carico multidisciplinare dei pazienti.

Con l’introduzione della radioterapia con radioligandi, il Veneto si conferma tra le regioni italiane più attente all’innovazione in ambito oncologico, rafforzando il proprio ruolo di riferimento nazionale nella cura dei tumori urologici. Una sanità che guarda al futuro, investendo su tecnologie avanzate e approcci integrati per garantire cure sempre più efficaci e centrate sulla persona.

Un voucher da 1.000 euro per ogni anno di corso agli studenti di Infermieristica

Un nuovo voucher da 1.000 euro all’anno, per ciascuno dei tre anni di corso, sarà assegnato ai nuovi iscritti alle Facoltà di Infermieristica del Veneto che supereranno l’esame annuale di tirocinio. La misura, presentata a Palazzo Balbi dagli assessori regionali Valeria Mantovan (Lavoro) e Manuela Lanzarin (Sanità e Sociale), si inserisce in un pacchetto articolato di interventi pensato per contrastare una delle criticità più urgenti della sanità veneta: la grave carenza di personale infermieristico. Il contributo economico, erogato da Veneto Lavoro tramite i Centri per l’impiego e finanziato con fondi FSE+ 2021–2027 per un totale di 9 milioni di euro, punta a sostenere l’immatricolazione ai corsi di laurea sanitari più scoperti, in un contesto in cui mancano all’appello circa 3.500 infermieri nel sistema sanitario e socio-sanitario regionale. «Una misura concreta, una novità assoluta, tra le regioni a statuto ordinario, per rispondere a una situazione emergenziale in una società che sta progressivamente cambiando dal punto di vista demografico» – ha dichiarato Mantovan, sottolineando come questo provvedimento segua l’esperienza del voucher da 1.500 euro già introdotto per i corsi OSS, che ha contribuito all’aumento delle iscrizioni e dei corsi attivi, saliti da 45 nel 2022 a 65 nel 2024. L’assessore Lanzarin, dal canto suo, ha tracciato un quadro preciso della situazione: «In Veneto mancano 3.500 medici, soprattutto in specialità come emergenza urgenza, anestesia e medicina generale, e 2.000 operatori socio-sanitari, ma il vero dramma è la carenza di infermieri». Nonostante l’incremento dei posti disponibili nelle università di Padova e Verona – da 1.200 nel 2020/2021 a 1.833 nel 2025 – il numero delle immatricolazioni resta insufficiente. Nel 2024, il saldo tra assunzioni e cessazioni di personale infermieristico è stato negativo (-359 unità). Il 2025 ha registrato una leggera ripresa (23.816 infermieri rispetto ai 23.714 dell’anno precedente), ma il dato resta distante dagli standard auspicati (24.212). A preoccupare sono in particolare le dimissioni inattese, dovute in molti casi a trasferimenti verso il Sud Italia o al passaggio al settore privato. Per questo la Regione ha attivato un progetto di mobilità volontaria tra le aziende ed enti del Servizio Sanitario Regionale, che ha raccolto 474 domande da infermieri con oltre 5 anni di servizio. L’iniziativa mira a favorire il benessere lavorativo, valorizzando le esigenze personali e riducendo l’obbligo di partecipare a nuovi concorsi. Parallelamente, la Regione ha previsto la riattivazione della campagna digitale lanciata nel 2024 con il messaggio “Diventa infermiere: al centro della sanità”. La campagna è rivolta ai giovani in fase di scelta universitaria e punta a mostrare il valore e le opportunità della professione attraverso video, testimonianze e link utili alle iscrizioni. Sul fronte del benessere psicologico, in ogni azienda sanitaria sono stati attivati sportelli di supporto per contrastare fenomeni di burnout e stress da lavoro correlato. Lanzarin ha inoltre ricordato che «prosegue l’impegno sul versante contrattuale: proprio ieri si è svolto il primo incontro con i sindacati per attuare la Legge Regionale n. 26 del 2024, che prevede un incremento dei fondi contrattuali pari a 51 milioni di euro all’anno per tre anni. Le risorse, che riguarderanno anche gli infermieri, serviranno a migliorare le condizioni di lavoro attraverso strumenti innovativi, premi di risultato, indennità specifiche e misure di welfare integrativo». Il prossimo appuntamento con le organizzazioni sindacali è previsto per il 28 luglio, con l’obiettivo di definire rapidamente le linee operative della contrattazione integrativa aziendale

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Dieci nuovi letti hi-tech per la Terapia Intensiva Post Operatoria dell’ospedale di Vicenza

La Terapia Intensiva Post Operatoria (T.I.P.O.) dell’ospedale San Bortolo di Vicenza si arricchisce di dieci nuovi letti di ultima generazione, frutto di una generosa donazione della Fondazione San Bortolo del valore complessivo di 210 mila euro. Un investimento importante, che punta a migliorare significativamente sia l’esperienza di recupero dei pazienti sia le condizioni di lavoro del personale sanitario. I nuovi dispositivi rappresentano un salto tecnologico rilevante: progettati con sistemi motorizzati intelligenti, consentono di adattare in modo dinamico la posizione del paziente in funzione degli obiettivi clinici, favorendo una respirazione efficace, prevenendo complicanze legate all’immobilità e agevolando il passaggio graduale alla posizione seduta e alla mobilità autonoma. Tutto questo con l’obiettivo, supportato da solide evidenze scientifiche, di promuovere una mobilitazione precoce, associata a un recupero più rapido ed efficace.

Anche il personale sanitario potrà beneficiare delle nuove dotazioni, grazie a soluzioni ergonomiche, comandi semplificati, monitoraggio remoto dei parametri vitali e un sistema integrato per facilitare lo spostamento dei letti, riducendo sforzi e aumentando la sicurezza

L’intervento si inserisce in un contesto già fortemente innovativo. La T.I.P.O. dell’ospedale di Vicenza è stata inaugurata nel luglio 2024, a seguito di un investimento di oltre 2 milioni di euro da parte dell’ULSS 8 Berica. Collocata strategicamente accanto al blocco operatorio, la struttura dispone oggi di otto posti letto – rispetto ai cinque precedenti – e delle più moderne tecnologie per la cura intensiva post chirurgica. «Ringrazio la Fondazione San Bortolo e tutti donatori – ha dichiarato la dott.ssa Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica – per questo ulteriore tassello che va a potenziare una realtà già all’avanguardia. È

la conferma del forte legame tra il nostro ospedale e la comunità vicentina, che ancora una volta dimostra attenzione e generosità».

Soddisfazione anche da parte del dott. Vinicio Danzi, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Anestesia e Rianimazione, del dott. Ernesto Stella Mora, responsabile della T.I.P.O., e della coordinatrice infermieristica Alberta Delle Grazie: «Questi nuovi letti ci permettono di applicare in modo ancora più efficace i protocolli di mobilitazione precoce, fondamentali nel ridurre le complicanze e velocizzare il recupero post operatorio, soprattutto in una fase in cui è aumentata l’attività chirurgica complessa del nostro ospedale». «È un altro passo concreto per la Fondazione – ha aggiunto Franco Scanagatta, presidente del Comitato di Gestione della Fondazione San Bortolo –. Abbiamo colto tempestivamente una necessità e abbiamo potuto rispondere con il sostegno della comunità vicentina. Ringraziamo tutti i donatori: grazie a loro possiamo continuare a migliorare il nostro ospedale. È sempre una grande emozione poter dire: missione compiuta».

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San Bortolo, nasce la biblioteca in ospedale

All’Ospedale San Bortolo di Vicenza prende vita un nuovo spazio dedicato alla cultura e al benessere dei pazienti: è stata inaugurata oggi la biblioteca in ospedale, un servizio innovativo pensato per offrire momenti di svago e conforto ai ricoverati, agli utenti in day hospital e ambulatorio, e ai visitatori. Un progetto nato dalla collaborazione tra Rotary Club Vicenza Berici, ULSS 8 Berica, Comune di Vicenza e Biblioteca Civica Bertoliana. Alla cerimonia di inaugurazione, ospitata nell’atrio dell’ospedale, sono intervenuti il Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica Patrizia Simionato, il Sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, il Presidente della Biblioteca Bertoliana Alberto Galla e i rappresentanti dei Rotary club coinvolti. La biblioteca non è un unico spazio fisico, ma una presenza diffusa all’interno dell’ospedale: circa 400 volumi sono stati distribuiti in diverse aree, tra cui il reparto di Chirurgia Pediatrica (con libri per bambini e ragazzi), il day hospital di Oncologia e l’area d’attesa dell’area critica. Un corner informativo è stato inoltre allestito all’ingresso principale. I volumi provengono dal patrimonio della Bertoliana, mentre l’allestimento e la gestione dei corner saranno curati dai giovani del Club Interact Vicenza Berici. «L’ospedale è anche un luogo di attesa – ha spiegato Simionato – e offrire l’opportunità di leggere significa dare valore a quel tempo e contribuire a rendere più accoglienti i luoghi di cura. Umanizzare l’assistenza vuol dire anche questo: aiutare il paziente a distrarsi, a pensare a qualcosa che non sia solo la malattia». Un’idea nata dalla consigliera comunale Sara Maran, infermiera, subito raccolta e sviluppata insieme al medico e presidente del Consiglio comunale Massimiliano Zaramella, che ha coinvolto i Rotary cittadini e la Bertoliana. «Un esempio concreto di collaborazione per il bene della comunità», ha detto il sindaco Possamai, sottolineando il valore sociale dell’iniziativa. Per il presidente della Bertoliana, Galla, «portare i libri anche in ospedale significa offrire conforto e vicinanza nei momenti difficili». I giovani del club Interact saranno protagonisti attivi della gestione dei punti lettura, a dimostrazione di come questo progetto unisca generazioni diverse intorno a un obiettivo comune.

«Questo service – ha concluso il presidente del Rotary Club Vicenza Berici, Alvise Cappellaro –rappresenta perfettamente lo spirito del Rotary: promuovere cultura e salute insieme, con il contributo attivo di tanti soggetti della società civile».

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A tavola

Idee in cucina, facili e sfiziose

Quando arriva l’estate si ha sempre più la voglia di piatti freschi e leggeri, qualcosa di appetitoso che sappia conquistare il palato con sapori semplici e genuini. Ricette utili anche per il pic nic di ferragosto e per le settimane successive

INVOLTINI

I ZUCCHINE GRIGLIATE

Una ricetta facile e veloce con ingredienti di stagione. Un piatto perfetto come antipasto e ottimi per accompagnare l’aperitivo.

Ingredienti: 2 zucchine; 150 gr di robiola o di philadelphia; sale e pepe; erba cipollina o rucola per chiudere i rotolini

Preparazione:Lavare le zucchine e spuntatele da entrambi i lati. Utilizzando una mandolina, o un coltello per ricavare dodici fette spesse due millimetri.Salare e mettere le fette su una piastra bella calda. Far cucinare le verdure due minuti per lato. In una ciotola trasferire la robiola (o altro tipo di formaggio) con una forchetta schiacciarla fino ad ottenere una crema morbida. Aggiungere sale e pene a piacere. Quando le zucchine sono fredde, disporre la robiola all’interno di ogni fettina, arrotolarle e chiudere i rotolini con un filo di erba cipollina. Come alternativa è possibile aggiungere una fettina di prosciutto.

LASAGNE DI PANE CARASAU (SENZA FORNO)

Un piatto fresco, ricco di verdure e di facile realizzazione. Lasagne estive ricche di verdura di stagione. Il tutto è condito con una besciamella al basilico.

Ingredienti: : 250 g di pane carasau, 1 melanzana, 2 zucchine, 400 g di pomodorini; 1 spicchio di aglio. Per la besciamella 600 ml di latte; 40 g di farina (0 o integrale); 20 g di olio extravergine d’oliva; 20 g di olio di semi di girasole; 1 mazzetto di basilico fresco; 1 cucchiaio di lievito alimentare; 1 pizzico di noce moscata; sale e pepe

Preparazione: Lavare e tagliare a dadini le melanzane, le zucchine e i pomodorini. In una padella soffriggere uno spicchio di aglio con un po’ di olio fino a farlo imbiondire. Cuocere una decina di minuti. Per preparare la besciamella, scaldare fino a bollore il latte. In un pentolino versare la farina, l’olio extravergine d’oliva e l’olio di semi di girasole. Mettere sul fuoco, mescolate bene e scaldate il tutto. Unire a filo il latte caldo e continuare a mescolare evitando di formare grumi. Portare a bollore e cuocere un paio di minuti. Condire la besciamella con sale, pepe, noce moscata, lievito alimentare e il basilico tagliato. Ricavare dei rettangoli con il pane carasau. Ammorbidire con dell’acqua tiepida e formare due strati di pane uno sull’altro. Coprire con della besciamella e cospargete con un terzo delle verdure. Ripetere gli strati di pane carasau, besciamella e verdure altre due volte.

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CROSTATA DI LIMONE

Un dolce fresco e profumato, perfetto per la stagione estiva. Una ricetta base per preparare una deliziosa crostata di limone perfetta da gustare come dessert dopo un pasto estivo o per una merenda fresca e golosa.

Ingredienti per la pasta frolla: 250 g di farina 00; 125 g di burro; 100 g di zucchero a velo; scorza grattugiata di 1 limone; 1 uovo intero; 1 tuorlo d’uovo

Ingredienti per la crema al limone: 3 limoni (scorza e succo); 150 g di zucchero; 3 uova intere; 50 g di burro

Preparazione per la pasta frolla: In una ciotola, setacciare la farina e aggiungete il burro freddo a pezzetti. Lavorate il burro con la farina fino a ottenere una consistenza sabbiosa. Aggiungere lo zucchero a velo e la scorza grattugiata di limone, mescolando bene. Incorporare l’uovo e impastare fino a formare una palla compatta di pasta frolla. Avvolgere la pasta frolla in pellicola trasparente e lasciarla riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.

Preparazione per la crema al limone: In una ciotola, grattugiare la scorza dei limoni e spremetene il succo. In una pentola a fuoco medio, mescolate il succo di limone, la scorza grattugiata, lo zucchero e le uova. Continuate fino a quando la crema inizia a addensarsi. Togliete la pentola dal fuoco e aggiungete il burro, mescolando fino a quando sarà completamente sciolto e la crema sarà liscia Pre-riscaldate il forno a 180°C.Riprendete la pasta frolla dal frigorifero e stendetela su una superficie infarinata con l’aiuto di un mattarello, fino a raggiungere uno spessore di circa 3-5 mm. Rivestite una teglia da crostata con la pasta frolla, premendo bene sui bordi e eliminando l’eccesso di pasta. Bucherellate il fondo della crosta con una forchetta per evitare che si gonfi durante la cottura. Versate la crema al limone e livellatela con una spatola. Infornate la crostata di limone per circa 25-30 minuti finché la superficie sarà dorata.

Rubrica a cura di Sara Busato

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