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NOVEMBRE 2019
Periodico d’informazione locale - Anno XXVI n.162
Cultura p.17
del Delta
on-line: Al voto, senza autonomia Germana Urbani >direttore@givemotions.it<
Mettiamoci poi il disastro dell’Umbria, persa
RESPONSABILITÀ & RISARCIMENTO con un umiliante distacco di venti punti, metvia Manzoni, 17 · ADRIA (Ro) · tel. 0426 902385 tiamoci la fatica quotidiana del governo con i5 Monica Gusella corso Risorgimento, 49 · PORTO VIRO (Ro) 631947 annunciato dal segretario stelle, tel. e il0426 cammino
la risposta piùdem giusta per la tutela deiprogettuali tuoi diritti regionale Bisato, fatto di cantieri
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PORTO VIRO
Ponte Gramignara senza auto
e apertura ai movimenti civici, non si annuncia certo facile. E tuttavia sulle prossime regionali pesa quantomeno un fallimento conclamato di Zaia e della Lega, che le colline del Prosecco diventate patrimonio Unesco non bastano a cancellare. A due anni abbondanti dal trionfale referendum, infatti, dell’annunciata autonomia non vi è traccia. E almeno di questo non si può dare la colpa alla sinistra, che l’intera partita la ha vissuta da spettatore in panchina. Se il dossier tanto caro al governatore non ha fatto alcun sostanziale passo in avanti, le responsabilità sono tutte del govera pag 10 no Conte 1, quello di cui la Lega era servizio componente fondamentale. Un immobilismo dettato dai 5 stelle, certo, ma che perfino il politologo Paolo Feltrin ha in parte addossato nelle sue analisi alla Lega. Perché impegnarsi in un braccio di ferro per dare il “via libera” alle regioni del Nord avrebbe finito per incrinare la luna di miele di Salvini col Meridione, affossando il sogno di trasformare il Carroccio in partito nazionale capace di sfondare il muro del 40 per cento e governare da solo. Sia come sia, il sogno è rimasto tale. E oggi che la Lega sta all’opposizione, è facile prevedere che altrettanto succederà nel prossimo futuro. Basterà a far cambiare idea ai veneti? Difficile da dirsi, ma forse proprio da un ragionamento sull’identità della regione e sul rapporto tra Venezia e Roma il centrosinistra dovrebbe far partire la sua riflessione. Magari ricordandosi, come l’Umbria insegna, che anche la migliore candidatura non ha speranze se manca un lungo lavoro di semina. I cantieri, in Italia, per essere conclusi hanno sempre bisogno di anni, mai di mesi.
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ulla carta non c’è storia, e in fondo non ce n’è mai stata. Basti pensare che il divario minore il centrosinistra lo ottenne quando candidò nel 1995 Ettore Bentsik contro il “primo” Galan (38 a 32), ma stiamo parlando di un’altra era geologica, e il risultato percentualmente migliore lo raggiunse Massimo Carraro dieci anni dopo issandosi fino al 42 per cento. Da allora è stata una impietosa discesa, fino ai minimi raggiunti con segue a pag 3 Alessandra Moretti cinque anni fa.
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